IL TEMPO
9 AGOSTO 2009
Aveva costruito artigianalmente un carretto con ruote di bicicletta
Roma - Sopra ci aveva caricato una gabbia, anche questa fatta a mano con del filo di ferro, e all'interno aveva messo ben nove cuccioli e un cane adulto ferito.
Poi aveva assegnato a una coppia di cani anziani il compito di trainare tutto il peso del «veicolo» fatto in casa. Così F.M., pregiudicato romano di 48 anni, fermava i passanti in via Pietro Rovetti, cercando di convincerli ad acquistare un cucciolo. La penosa scena l'altro pomeriggio è stata notata dagli agenti della Polizia di Stato della questura, in servizio di controllo del territorio a bordo della volante che sono immediatamente intervenuti, anche mettendo a disposizione delle bestiole un po' d'acqua. Infatti gli animali stavano soffrendo a causa dell'elevata temperatura e dello sforzo, rischiando la disidratazione per la loro esposizione al sole cocente. L'uomo, autore del triste mercato, condotto negli uffici del commissariato Torpignattara, è stato denunciato in stato di libertà per maltrattamento di animali, mentre i cani, in pessime condizioni igienico sanitarie, sono stati affidati al personale del Comune di Roma che ha provveduto alla loro sistemazione presso strutture idonee.
IL TIRRENO
9 AGOSTO 2009
Uccidono un cavallo e gli amputano le zampe
SESTO FIORENTINO (FI). Un cavallo, di cui era stata denunciata la scomparsa venerdì pomeriggio, è stato ritrovato morto ieri sera con le zampe anteriore e posteriore destre spezzate e portate via. È stato lo stesso proprietario a ritrovare l’animale in queste condizioni in un terreno attiguo alla stalla dove lo governava nel comune di Sesto Fiorentino. Il cavallo, è stato spiegato, aveva solo un valore affettivo e non era né uno stallone né di razza pregiata.
IL MESSAGGERO
9 AGOSTO 2009
Avvelenati
LUCIANO TROIANO
Pescara - Avvelenati, probabilmente: 28, tra cigni e anatre che popolavano il laghetto del parco D’Avalos, sono stati ritrovati morti, ieri mattina, dagli operai del Comune pochi minuti dopo l’apertura dei cancelli. Nessuna ipotesi è esclusa, anche se quella più accreditata rimane quella di un atto vandalico. «Sarà la sezione pescarese dell’Istituto zooprofilattico di Teramo ad accertare e stabilire le cause della morte dei 28 volatili rinvenuti all’interno del comparto 3 del parco - ha detto l’assessore ai Parchi, Nicola Ricotta - Forse un episodio vandalico, che ripropone con urgenza la necessità di intervenire per riscrivere il regolamento per la fruizione della riserva naturale, nonché per la riqualificazione dell’intera pineta, partendo da quel laghetto che oggi è solo una cloaca». L’allarme è scattato ieri mattina, subito dopo l’apertura, quando gli operai hanno rinvenuto le carcasse degli animali ai bordi del laghetto avvisando immediatamente dirigenti e assessori e facendo partire le indagini.
Dopo un confronto con la Attiva e con gli agenti della Forestale, è stato richiesto l’intervento della Asl che ha dirottato nel parco il veterinario Giuseppe Di Zopito, il quale ha disposto la rimozione delle carcasse e il loro immediato trasferimento presso la sede della sezione pescarese dell’Istituto zooprofilattico per effettuare il controllo diagnostico e accertare le cause che hanno determinato la morte. L’ipotesi sulla strage dei “paparoni”, così sono affettuosamente chiamati gli animali dai pescaresi che frequentano il polmone verde della città, rimane quella dell’avvelenamento. Probabilmente ignoti si sono introdotti nei pressi del laghetto prima dell’apertura ed hanno depositato dei bocconi avvelenati, che avevano già mietuto due vittime nella giornata precedente. Non esclude la presenza di un virus o di un batterio, invece, che possa aver contagiato gli animali, debilitandoli fino alla morte, la guardia zoofila Carmelita Bellini, secondo la quale gli animali rimasti dovevano essere posti in isolamento e trattati con antibiotici. Gli animali morti sono stati prelevati, imbustati, catalogati e portati allo Zooprofilattico, dopo la redazione di un apposito verbale sulle condizioni dei luoghi sottoscritto congiuntamente da Di Zopito e dall’architetto Biase, responsabile dell’area tecnica. «Nei prossimi giorni saranno noti i risultati delle analisi, resta però l’amara constatazione delle precarie condizioni di gestione e di manutenzione in cui abbiamo trovato l’intera Pineta dannunziana -ha detto l’assessore ai Lavori pubblici Teodoro-, condizioni che impongono un intervento tempestivo ad iniziare dal regolamento, inserendo delle norme cautelative nella sezione dedicata all’alimentazione degli animali ospiti nella pineta». Attualmente, infatti, chiunque può portare del cibo per nutrire anatre e cigni, anche se questi animali non possono mangiare di tutto. L’amministrazione comunale sta anche valutando l’ipotesi di realizzare dei minidepositi di cibo per volatili all’interno della pineta dove, sia gli operai comunali che gli stessi frequentatori del parco, potranno rivolgersi per prendere il mangime ed altri alimenti da somministrare agli animali.
IL CENTRO
9 AGOSTO 2009
Strage di anatre e oche nel laghetto della Pineta
PESCARA. Ventotto oche e anatre sono state trovate morte, ieri mattina, nel laghetto della Pineta dannunziana. La Asl ha prelevato due campioni e li ha portati al laboratorio pescarese dell’Istituto zooprofilattico di Teramo per farli analizzare. Si teme un avvelenamento, ma bisognerà attendere i risultati degli esami per avere la conferma. Intanto, i veterinari hanno deciso di trattare gli animali vivi con antibiotici, perché al momento non si possono escludere infezioni virali. L’allarme è scattato alle 8, quando gli operai del Comune hanno aperto i cancelli.
CORRIERE DI MAREMMA
9 AGOSTO 2009
Abbadia San Salvatore (SI) - Piccolo assiolo nello scaffale dei cd.
E’ stato portato nel centro di recupero animali selvatici a Murlo. Il rapace scoperto da un cliente in un negozio di fotografia.
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Abbadia San Salvatore (SI) - Normalmente si trovano nei giardini o ai piedi degli alberi i piccoli nati degli uccelli, caduti forse dal nido. Invece, un giovanissimo assiolo, rapace notturno che appartiene alla famiglia dei gufidi, è stato notato ieri mattina all'interno di un negozio di fotografia, da Massimo, a Abbadia San Salvatore, in uno dei ripiani dello scaffale che contiene cd da dare in nolo. A scoprirlo non sono stati nemmeno i titolari, pur presenti, bensì un cliente, habitué dell'esercizio. La sorpresa è stata enorme. L'animale, dal piumaggio mimetico che ricorda appunto la corteccia degli alberi, guardava spaventato, con una espressione delle sue pupille quasi umana. È stato subito accudito con dell'acqua e sistemato in una scatola al buio. Dopo di che si è chiamato il responsabile della Polizia provinciale Carlo Terzuoli, giunto sul posto per valutare il daffare. Alcuni consigliavano di sistemarlo in qualche albero o giardino delle vicinanze, visto che in prossimità della via in cui è situato il negozio (via della Pace) si trovano le grandi piante di piazza F.lli Cervi e il parco della Nisi Dominus, da dove è solito giungere la notte il monotono e caratteristico "chiuuu", che contraddistingue il canto di questi uccelli. Terzuoli, invece, si è messo in contatto con il Centro recupero animali selvatici di Murlo e ha deciso di trasportarlo presso di loro, perché quella era sicuramente la soluzione migliore per salvarlo. Farlo crescere in una situazione protetta e magari liberarlo in seguito nel suo habitat di riferimento. È stato sistemato in una scatola più piccola e è partito per il Centro. I proprietari del negozio hanno cercato di ricostruire il momento in cui il giovane assiolo può essere entrato da loro. Forse la sera precedente, quando - era ormai buio - hanno tenuto aperta la porta per far uscire il gatto. Gatto che si aggirava incuriosito nei pressi dello scaffale. Deve essere stato proprio in quel frangente che il rapace si è intrufolato in mezzo ai cd. Questo piccolo gufo si nutre prevalentemente di insetti, nidifica da aprile a luglio in cavità di alberi o muri. E' una specie migratrice, sverna nelle aree meridionali del Mediterraneo ed in Africa a sud del Sahara
IL GAZZETTINO
9 AGOSTO 2009
Erano le 6.45 del primo agosto scorso quando un’attivista della LAV, che accudisce la colonia felina...
Padova - Erano le 6.45 del primo agosto scorso quando un’attivista della LAV, che accudisce la colonia felina di via Schiavone, a Padova, regolarmente registrata presso l’Asl, ha riscontrato la presenza di numerose polpette sparse sul terreno. Insospettita, ne ha aperta una constatando che conteneva numerosi piccoli frammenti di vetro. Evidentemente il disegno di chi le aveva confezionate puntava a farle ingerire dai gatti che sarebbero poi morti tra atroci sofferenze. L’attivista ha prontamente raccolto tutte le polpette bonificando l’area e custodendole nel proprio freezer per poi passarle all’istituto zooprofilattico per le necessarie analisi.Nei giorni scorsi è stata sporta denuncia ai Carabinierie. Inoltre la sede territoriale della LAV di Padova ha provveduto a ricordare al sindaco e al prefetto le precise responsabilità che derivano dall’ordinanza del Ministero della Salute del 18 dicembre scorso “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati”. Tale ordinanza indica competenze di sindaci, prefetti ed Asl riguardo la repressione dei reati contro gli animali perpetrati tramite lo spargimento di sostanze velenose e nocive. “Le colonie feline sono tutelate dalla normativa nazionale – precisa Massimo Vitturi, responsabile della sede LAV di Padova – chiunque maltratti o uccida un gatto rischia fino a 18 mesi di galera.”Ma oltre alle istituzioni anche i cittadini possono dare il loro prezioso contributo per stroncare il fenomeno degli avvelenamenti. “E’ fondamentale che coloro che accudiscono le colonie feline aumentino l’attenzione nei confronti di persone sospette – conclude Vitturi – raccogliendo informazioni precise che possano costituire utili prove per le attività di indagine delle forze di polizia.”
LIBERO
9 AGOSTO 2009
Cani e gatti gettati come stracci da padroni che non vogliono pesi
Bruna Magi
Si potrebbe usare il titolo di un film pessimista di Roberto Faenza, “I giorni dell’abbandono”, con Margherita Buy che diventava più lagnosa e sclerata del solito nel ruolo di moglie lasciata da Luca Zingaretti, per immaginare il periodo più sfigato dell’anno per gli animali domestici. “Profondo nero”. In questi giorni Milano è tappezzata di manifesti dal linguaggio esplicito: da parte c’è un cagnolino con ciuffo, sotto di lui campeggia una scritta, “abbandonato”, con una data. Accanto c’è un tipo dalla faccia allucinata, lo sguardo incredulo, con la data del giorno successivo e la scritta “arrestato!”. In calce, “Milano non lo fa”. Speriamo non sia soltanto Milano, ma l’Italia, l’Europa e il mondo intero, a non abbandonare gli animali gettandoli via come uno strofinaccio usato per correre in ferie senza pesi di troppo. La legge parla chiaro, si rischia l’arresto se colti in flagrante nell’atto dell’abbandono, ma poi si sa, gli assassini riescono a trovare osceni cavilli per non pagare il debito con la coscienza. A noi vien da dire, minacciosi: ricordatevi (inutile far corna scaramantiche dietro la schiena), che se non interviene la giustizia umana c’è sempre quella divina, per punire chi colpisce gli innocenti. E più innocente degli animali non c è nessuno. Ecco qualche storia, di ordinari e tristi abbandoni. Diego è un giovane labrador focato, secondo il veterinario che lo ha curato, oggi avrà poco più di due anni: glielo aveva portato l’estate scorsa una giovane coppia dopo averlo raccolto sul ciglio dell’autostrada, ansimante, disidratato, le zampe sanguinanti per il gran correre sotto il sole cocente, e anche una ferita sul collo, chissà, magari colpito da qualcuno ancora più crudele e sadico dei padroni che lo avevano abbandonato. A casa dapprima era molto timoroso, tremava ad ogni rumore, ma si è dimostrato felicissimo quando gli hanno fatto conoscere il loro bambino di un anno. Gli saltellava intorno e ha cominciato a far suonare, schiacciandolo fra i denti, un giocattolo di gomma, una specie di Pluto dalle lunghe orecchie che fischia premendolo. Segno probabile che nella casa precedente aveva a che fare con un “cucciolo d’uomo” del quale era il più fidato amico, forse era stato per il piccolo un dono di Natale, per poi disfarsene nel momento di scomodità. Fortuna sua è stato raccolto, la maggior dei cani e gatti abbandonati muore di fame e di sete, o investita dalle automobili, o dilaniata in lotte fratricide. A Diego è rimasta una ferita “psichica” da trauma, come accade agli umani dopo una tragedia, un lutto o un incidente: i nuovi padroni non sono più riusciti a farlo salire su un’automobile.E che dire di Guendalina? Guenda è una micetta dal morbido pelo certosino, color grigioperla, e gli occhi color dell’ambra: è stata ritrovata il mese scorso su una spiaggia, fra dune di sabbia, in mezzo a un branco di cani randagi, poveracci pure loro. Terrorizzata, il pelo irto. I suoi salvatori pensavano che fosse pure lei una randagina, ma appena arrivata a casa loro, incredibile, a casa dei salvatori è balzata verso il divano e si è accoccolata, ronfando con beatitudine, e “impastando” un cuscino con le zampine, comportamento tipico dei mici quando sono felici. Personalmente, ho assistito a una scena commovente: di tanto in tanto arrivano nel mio giardino, per una cenetta notturna, due miciotti che suppongo semirandagi, o forse lo sono del tutto. Vanno pazzi per il pollo arrosto, lo so, e così qualche volta glielo faccio trovare con una ciotola di buon latte fresco. Uno è un soriano molto grosso, ha quasi la stazza di un gatto selvatico, a chi scioccamente detesta e teme i gatti fa quasi paura. L’altro è un delizioso, dolce (è quasi tentato dal lasciarsi accarezzare), micio bianconero tipo Felix o Gatto Silvestro. Povera bestiola, di recente si è infortunato a una zampina, forse era addirittura rotta, e, incredibile ma vero, l’ha tenuta tesa, parallela lungo il corpo, camminando con tre zampe, per oltre un mese: come gliel’avrebbe “steccata” un veterinario per farla guarire! Impossibile catturarlo per poterlo curare, ma lui l’ha fatto in base al suo istinto, finché (da qualche giorno), riesce di nuovo a posarla a terra. Di più: sere fa c’è stata l’incursione di un nuovo venuto: un micio giovane, agile, magrino, affamato, di certo una new entry fra gli abbandonati. Credevo che il vecchio e robusto soriano dalle mille battaglie e cicatrici lo avrebbe cacciato. Invece si è messo da parte, cedendogli la ciotola, e lo guardava mangiare voracemente. Mi sono venute le lacrime agli occhi, giuro: chi sostiene che gli animali sono migliori degli umani forse non ha tutti i torti!
CITTA' OGGI
9 AGOSTO 2009
Le responsabilità, oltre che dei padroni, sono anche dei veterinari. Si chiedono più controlli da parte della Polizia locale
Canili stracolmi a Milano: continua il fenomeno criminale degli abbandoni
Milano e Provincia E' emergenza abbandoni a Milano: i canili sono strapieni e i volontari sono costretti agli straordinari per gestire le centinaia di animali lasciati soli.
I numeri parlano chiaro: tra giugno e luglio il canile sanitario di Milano ha contato 148 nuovi ingressi. Anche se non tutti possono essere collegati a fenomeni di abbandono attivo, il dato rimane alto e al di sopra della media dei mesi precedenti. Al canile della Lega Nazionale per la Difesa del Cane ai primi del mese erano già al completo, con 30 cani alloggiati in una pensione privata. Tra gli ospiti, anche 3 conigli nani trovati in un parcheggio di Segrate, tanti gatti e un pappagallino. Situazione analoga anche al canile di Monza: 50 abbandoni nel mese di luglio e 13 solamente nei primi due giorni di agosto.
"Il mese", dicono gli operatori della struttura, "è iniziato malissimo". Una situazione difficile, aggravata ulteriormente, sottolineano alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, dal crollo degli affidi che normalmente si verifica nel mese di agosto, sempre a causa delle vacanze estive.I dati non si discostano più di tanto dallo scorso anno: quelle che sembrano essere cambiate, almeno in parte, sono invece le modalità di abbandono. Complice l'obbligatorietà dell'iscrizione dei cani all'anagrafe canina con l'identificazione tramite microchip, molti padroni, per paura delle sanzioni, invece che lasciare i propri animali per strada, si rivolgono sempre più spesso ad associazioni e strutture competenti. "La gente pensa: 'Va beh, invece che abbandonare il cane per strada lo portiamo al canile'. Ma si tratta sempre di un abbandono. Rimane comunque un gesto criminale", spiegano alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane. Una posizione condivisa dalla Lega AntiVivisezione. "Anche se gli animali vengono abbandonati nei canili o dati alle associazioni, è sempre una forma di abbandono dovuta alla deresponsabilizzazione dei proprietari", dicono i volontari della Lav. ). Superficialità e mancanza di responsabilità da parte dei proprietari, dunque, si confermano le cause principali degli abbandoni. Sul fatto che la crisi possa aver influito in qualche modo, invece, non tutti gli operatori concordano. "Prima spesso i cani abbandonati in estate erano i cani regalati a Natale che la gente non sapeva dove lasciare. Adesso il problema è che la gente non ha i soldi per mantenerli i cani", spiega ad esempio Lorenzo Croce, dell'Aidaa. "Molti proprietari abbandonano gli animali perché non sanno cosa farne. Alle base dell'abbandono c'è sempre un atteggiamento superficiale dei proprietari. In questo senso, la crisi non ha influito. Chi ha problemi perché ha perso il lavoro o è in cassa integrazione ci chiede aiuto per sapere se c'è qualche pensione a buon prezzo o per avere il nome di un veterinario, ma non arriva all'abbandono", dicono, invece, al canile di Monza. "La gente si fa in quattro e chiede aiuto ma, se ci tiene, non abbandona l'animale"."La deresponsabilizzazione dei padroni non è in alcun modo giustificabile", conferma la dottoressa Diana Levi, del Canile sanitario di Milano. "Prendere un cane non è un obbligo. Un cane costa ed è per la vita. Se decidi di prenderne uno devi saperlo e non puoi scaricare sugli altri gli oneri che ti competono". Se è vero che, per paura delle sanzioni previste dalla legge, sempre più i proprietari di cani tendono a non abbandonare per strada i propri animali dotati di microchip perché identificabili, preferendo rivolgersi a strutture competenti, è anche vero che la percentuale dei cani iscritti all'anagrafe canina continua a essere piuttosto bassa. Con il risultato che solamente in pochissimi casi si riesce a risalire al proprietario di un cane abbandonato per la restituzione. Dei 42 cani entrati nel Canile sanitario di Milano dal 17 luglio ai primi giorni di agosto, ad esempio, poco più della metà (23), sono stati identificati perché dotati di microchip. Un dato, tra l'altro, in assoluta controtendenza rispetto alla media annuale. Dei 343 cani ricoverati nel primo semestre del 2009 nella struttura milanese, infatti, segnalano dalla Asl, solo il 35% è stato identificato grazie al microchip o al tatuaggio e solo il 38% è stato restituito. Un dato positivo, quello di questi ultimi giorni, ma gli operatori non si illudono. "È da anni che, prima con il tatuaggio, poi con il chip, la legge prevede l'identificazione dei cani. Eppure, nonostante campagne di informazione e sanzioni, siamo ancora fermi al 35%. È orribile", denuncia la dottoressa Diana Levi del Canile sanitario. "La responsabilità, oltre che dei proprietari, in parte è anche dei veterinari, che sono tenuti a informare i padroni e a segnalare i cani che non hanno il microchip. Ma spesso c'è poca sensibilità. Anche la Polizia Locale potrebbe fare di più, con maggiori controlli e più sanzioni", continua Levi. "Se tutti i cani abbandonati fossero identificabili, ci sarebbero più restituzioni e meno cani da mantenere nei canili rifugio a spese del Comune. In questo modo, invece, il danno economico a carico dell'amministrazione è molto grosso. Senza contare che il cane ha bisogno di una famiglia. Stare in lungo degenza in un canile è una cosa orribile per una cane", dice. "Il nostro sogno sarebbe arrivare al 95% dei cani restituiti al proprietario, con solo il 5% trasferito ai canili rifugio. Per arrivare a questo, però, bisognerebbe incentivare l'identificazione con microchip e l'iscrizione all'anagrafe canina regionale, predisporre e finanziare piani di sterilizzazione dei cani (sia dei canili che di proprietà), educare alla 'proprietà responsabile' (nessuno è obbligato ad avere un cane, ma se lo prende deve essere consapevole che è per sempre) e rispettare le regole di conduzione dei cani, ad esempio con l'uso appropriato del guinzaglio.
LA NUOVA VENEZIA
9 AGOSTO 2009
Un mare di applausi ai cani da salvataggio
PORTO SANTA MARGHERITA(VE). Dopo i bagnini di salvataggio patentati, i defibrillatori e i vari servizi in spiaggia, da ieri Porto Santa Margherita ha deciso, prima spiaggia del Veneto, di provare un nuovo servizio di salvataggio, già presente in molti paesi europei, ma assolutamente inedito da noi: i cani da salvataggio. Questi splendidi animali (nella foto) hanno dato dimostrazione dell’ottimo lavoro che riescono a portare a termine assieme ai loro istruttori in termine di sicurezza dei bagnanti in mare. La loro uscita è stata salutata da una folla di curiosi che, dopo averli ammirati all’opera, li ha a lungo applauditi. Le prossime uscite, per continuare la sperimentazione del servizio, sono previste il 15 e 16 agosto.
L'ARENA GIORNALE DI VERONA
9 AGOSTO 2009
DISAVVENTURA. Liberato da vigili e pompieri chiamati da un barista. I due proprietari dell’animale si erano persi
Cane nell’auto rovente Turisti denunciati
Verona - Disavventura per due turisti spagnoli e per il loro cane l’altro giorno sotto il solleone in città. Avevano parcheggiato l’auto in corso Venezia, lasciando dentro il cane, e sono andati a passeggiare in centro, ma si sono persi e sono stati via più del previsto. Il povero animale, chiuso in auto al caldo, cominciava a dare evidenti segni di sofferenza. E così un barista che si è accorto che il cane chiuso nell’auto stava male, ha allertato i vigili di quartiere che a loro volta hanno chiamato i vigili del fuoco per aprire il veicolo, un Volkswagen California: erano le 14 e i proprietari erano via almeno dalla 10, mentre il caldo era ormai oltre i 30 gradi.
I vigili del fuoco, prima di procedere all’apertura dell’auto, hanno però voluto chiamare un veterinario per garantire assistenza al cane; nell’attesa però hanno fatto ritorno all’auto i due turisti spagnoli che erano in ritardo perché non riuscivano più a trovare corso Venezia. Resisi conto del trambusto che c’era attorno al loro veicolo, i due si sono detti profondamente dispiaciuti e si sono giustificati, spiegando che si erano persi. Ma il veterinario, giunto nel frattempo, ha confermato agli agenti che i due andavano denunciati all’autorità giudiziaria per abbandono e maltrattamento. Nonostante questa disavventura, dopo i chiarimenti del caso i due turisti si sono complimentati con gli agenti per l'intervento e per la sensibilità del nostro Paese nei confronti degli animali. Molte in questi giorni le richieste di intervento per animali abbandonati.
CORRIERE DI SIENA
9 AGOSTO 2009
San Casciano Bagni - Avvincente sfida con le rane
Domenica in festa con tanti giochi coinvolgenti. C’è anche la corsa dei sacchi, la pentolaccia, il ruzzolone.
SAN CASCIANO DEI BAGNI (SI) - Oggi è Palio di San Cassiano. La gara, l'ormai celebre e originale corsa delle rane, in programma per oggi a partire dalle 16,30 nella cittadina termale di San Casciano dei Bagni vedrà gareggiare i quattro spingitori di carrette, sulle quali si trova il mammifero (che non deve cadere durante il pecorso): Andrea Mereu del Campanile (vincitore lo scorso anno), Matteo Pinzi per Porticciola, Metteo Pistis del Pozzo e Gianluca Vannuzzi per Gattineto. In loro sperano i loro contradaioli e i capitani delle contrade: rispettivamente Sirio Santoni, Elena Rossi, Lorenzo Aggravi, Gianluca Carletti. Dedicato al santo patrono, il Palio prevede anche una serie di giochi popolari: una sorta di giochi senza frontiere dei divertimenti della tradizione contadina della zona, con la corsa dei sacchi, la pentolaccia, il ruzzolone e l'albero della cuccagna. La manifestazione ha inizio con un corteo nel tratto dell'antica strada che collega San Casciano alle terme, con i rappresentanti delle contrade in costumi rinascimentali. Poi le prime quattro prove daranno un punteggio prima della sfida finale, quella della rana, appunto: chi è in testa, partirà con un vantaggio. La corsa delle rane è l'evento principale del Palio: in pratica quella che determina il vincitore. Consiste nello spingere una carriola lungo un percorso che attraversa Piazza Matteotti fino all'arrivo. La particolarità è che, sul piano della carretta di legno, con i colori della contrada, è posta una ranocchia che lì deve rimanere per tutto il tragitto. Se la ranocchia salta via il concorrente si deve fermare, tentare il non sempre facile recupero dell'animale e, solamente dopo, proseguire. La ranocchia deve giungere al traguardo in perfette condizioni fisiche, pena squalifica. Queste le regole originali di una festa che a San Casciano, realtà termale tornata agli antichi splendori, riscopre le stagioni di "bagnatura" dei secoli XVI-XVIII, per allietare il soggiorno dei numerosi "bagnaioli" che venivano a curarsi con le acque locali. Nelle quattordici edizioni precedenti sono stati quattro i successi per le contrade del Campanile e del Pozzo, seguite a quota tre da Porticciola e Gattineto. L'ultima edizione del palio ha visto prevalere i colori bianco verdi del Campanile mentre la contrada che attende da più tempo la conquista del Palio è la Porticciola, all'asciutto dal 2002. La festa si svolge la domenica precedente la festa del patrono.
IL GAZZETTINO
9 AGOSTO 2009
Cacciatori a lezione. per catturare le nutrie
Rivignano (UD) - Per i territori della Bassa pianura udinese, l’Istituto nazionale che si occupa della fauna selvatica - ex “Ispra” - ha espresso parere favorevole alla cattura delle nutrie, sollecitando la cattura di questa specie di castorino di origine sudamericana importata per la produzione della famosa pelliccia, ma liberata nel tempo in quanto l’allevamento si fece poco redditizio. L’invasione delle nutrie nelle campagne è diventata ormai un’emergenza sia per le coltivazioni, dato che questo animale è vegetariano, sia per gli argini di fiumi e canali, dove scava le sue tane provocando frane. Questi roditori hanno un ciclo riproduttivo molto intenso, tant’è che si stimano ormai decine di migliaia di capi nelle zone a nord di Palazzolo, nelle undici Riserve del distretto venatorio numero 10 “Bassa pianura udinese”, associazione di cui è presidente Luciano Cucignato. La nutria non risulta inserita nelle specie cacciabili, quindi per poterla prelevare occorrono particolari autorizzazioni. In effetti, finora solo le guardie di vigilanza ambientale e il Corpo forestale regionale risultano preparate per tale intervento. Allo scopo di debellare l’invasione delle nutrie, 50 cacciatori del distretto “Bassa pianura udinese” parteciperanno in settembre ad un corso indetto a Teor in collaborazione tra Riserve, Provincia ed il forte sostegno dei Comuni del “Cuore dello Stella” (Rivignano, Teor e Pocenia) al fine di conseguire l’abilitazione a cacciarle e l’iscrizione in uno speciale albo in deroga alla specie.Il corso prevede specialmente l’insegnamento di metodi per la cattura (gabbie, sparo), il recupero ed il trattamento delle spoglie. In pratica, saranno abilitati 4/5 cacciatori in ogni riserva. Il costo dell’ iniziativa si aggira sui 3 mila 500 euro, finanziati dalle 10 riserve venatorie oltre che dai Comuni Rivignano, Pocenia e Teor, che complessivamente contano 170 soci cacciatori. Chi notasse presenze di nutrie può telefonare gratuitamente al numero del Centro recupero fauna: 800 961 969.
IL TIRRENO
9 AGOSTO 2009
Mucche in una scarpata salvate con l'elicottero
CALENZANO (FI). Due mucche da latte finite da venerdì sera in una scarpata in località Fulignano, una zona impervia situata nel comune di Calenzano, sono state salvate e riportate “in volo” alla stalla nel primo pomeriggio dai vigili del fuoco dei comandi di Firenze e Arezzo che sono intervenuti con un elicottero. L’allarme è stato lanciato ieri mattina dall’allevatore che non le aveva viste rientrare. Gli animali sono stati individuati poco dopo nella scarpata situata lungo un sentiero che solitamente utilizzano per il pascolo. Dal fosso non riuscivano a risalire così i vigili del fuoco hanno provveduto a metterle in sicurezza, a sedarle e ad imbragarle. Poi con un elicottero sono state sollevate e riportate in volo alla stalla distante circa un chilometro in linea d’aria. Le due mucche ora stanno bene.
IL TIRRENO
9 AGOSTO 2009
Bambini, anziani e animali
LIVORNO. Ogni animale, cavallo, cane, asino che sia, come ogni uomo, è unico e prova emozioni, sensazioni profonde e misteriose, comunica con i propri simili e con il resto dell’universo... E’ in questo spirito che ormai da alcuni anni al centro “Il Nuovo fontanile” si opera sul territorio di Pisa e Livorno promuovendo attività per adulti e specialmente bambini. Attraverso il dialogo e la mutua collaborazione si stabilisce infatti il patto tra uomini e cavalli ma anche tra uomini e cani. L’impegno quotidiano, oltre a quello di insegnare ai bambini giochi e movimenti che divertono, educano e preparano alla relazione con il cavallo, è quello di comunicare a famiglie e insegnanti l’importanza dei principi etici che fanno parte dello sport. Da quest’anno le proposte del centro si sono arricchite della collaborazione con l’associazione “Do Re Miao!” che propone percorsi sull’educazione al rapporto con il cane e progetti di attività e terapie assistite dagli animali, ovvero quella che si chiama Pet Therapy, cura particolarmente efficace contro la depressione. Immerso nel verde delle Pinete della Tenuta di Migliarino San Rossore, nel cuore del piccolo centro rurale di Coltano, il centro è aperto tutti i giorni della settimana tranne il lunedì ed ha partecipato con uno stand a Effetto Venezia sugli Scali del Ponte di Marmo con una sorpresa per i bambini e per i cani. Cavalgiocare®, è un marchio registrato, ha precise regole, nella propria attività e coniuga i principi espressi dall’Unesco nella “Carta dei Diritti dei Bambini nello sport” e quelli contenuti nella “Carta dei Diritti degli Animali”, gli operatori inoltre hanno un codice deontologico e tutti, per utilizzare il marchio, si sono impegnati a rispettarlo. Il codice deontologico adottato orienta e definisce infatti i comportamenti nei confronti degli allievi, dei cavalli, delle famiglie. Alcuni istruttori che partecipano all’iniziativa hanno tra l’altro durante l’inverno svolto attività con gli anziani ospiti del Pascoli e di Villa Serena e con i bambini di alcune classi. Con cani particolarmente addestrati è stato infatti possibile ricostruire con anziani e piccoli un rapporto di particolare fiducia e affetto che ha rappresentato moltissimo per i primi che hanno riscoperto affetti dimenticati - come appunto quelli che avevano avuto in passato per i loro cani - e che ha tolto le paure instillate nei cani ai secondi.
IL GAZZETTINO
9 AGOSTO 2009
Germani reali, oche, anitre selvatiche
Nove (VI) - Germani reali, oche, anitre selvatiche: quando da lontano arriva il volontario che da anni dà loro da mangiare e suona il clacson della vespetta per segnalare la sua presenza, gli animali si mettono in fila indiana, aprono le ali, aumentano il passo, quasi come quel clacson fosse un suono celestiale. E gli corrono incontro tra manifestazioni, a modo loro, di affetto. Lui, Tiberio Dal Prà, conosce bene quelle bestiole, le osserva sempre da vicino. Il suo viso si rabbuia però indicando una piccola anatra ormai quasi immobile ai bordi dello stagno. “Sta morendo - spiega - E più in là ce ne sono altre due. Negli ultimi 15 giorni sono morti più di 80 esemplari. Non sappiamo se la causa sia un avvelenamento o un’alga killer.”E’ stato proprio Tiberio il primo ad accorgersi che qualche anatra camminava in modo diverso dalle altre nella quotidiana corsa per accogliere il suo arrivo: “All’inizio ero convinto si trattasse di dolori agli arti degli animali per colpa di qualche bambino troppo vivace ma quando ho iniziato a vedere i primi esemplari morti mi sono subito allarmato.” Dopo aver portato qualche animale infermo all’Usl di Marostica sono partite le analisi che in questi giorni hanno visto diversi esperti di Vicenza e Padova mettersi sulle tracce delle cause della moria di uccelli. “Per ora i pesci stanno bene- si consola Tiberio- Attenderemo i referti delle analisi. Certo, non ci stupiremmo se anche questo non fosse che l’ennesimo atto di vandalismo verso un’oasi che curiamo e amiamo da anni.”
MESSAGGERO VENETO
9 AGOSTO 2009
Imperdibile per i bimbi la visita nei rifugi delle scimmie del Madagascar
LIGNANO (UD). Visitare il parco zoo Punta verde di Lignano significa poter trascorrere delle giornate immersi nel piacere di stare a contatto con la natura, avvolti da una fresca e lussureggiante vegetazione e in compagnia di tanti e simpatici animali, contribuendo in aggiunta ad aiutare e proteggere tutte quelle specie che oggi rischiano l’estinzione. Un contesto così affascinante che la struttura lignanese è diventata una tappa imperdibile anche per i tanti turisti in vacanze nelle vicine spiagge. Intanto al parco proseguono con successo interessanti iniziative proposte per tutti i bambini e amanti degli animali. Fino alla fine di agosto è ancora possibile provare l’esperienza di entrare direttamente all’interno del reparto dei lemuri catta, le piccole scimmie provenienti dal Madagascar con la coda ad anelli. Per tutto questo periodo sarà possibile osservare e avvicinare queste simpatiche scimmiette, ma anche conoscere ed approfondire le problematiche nel loro paese d’origine. Le visite si svolgono sotto la supervisione di guide specializzate che si propongono di far conoscere più da vicino al pubblico la fauna del parco, ma anche di aumentare il senso di responsabilità, rispetto e amore verso tutte le specie animali. Un’iniziativa che viene proposta ogni anno a grande richiesta e con grande soddisfazione. In questo periodo all’interno del parco è possibile soffermarsi anche nello spazio dedicato alla foresta pluviale atlantica del Brasile e ad uno dei suoi abitanti più minacciati, ovvero il Leontopiteco testa nera, Leontopithecus caissara. Qui si possono ricevere informazioni sull’andamento del progetto in corso nella foresta pluviale atlantica, verificare lo stato di avanzamento delle ricerche e i risultati ottenuti nel corso di questi anni. Ma adulti e bambini possono, inoltre, trascorrere dei piacevoli momenti di relax, ascoltare della musica brasiliana, trasformarsi in qualche animale grazie al face-painting, acquistare artigianato locale e tanto altro ancora.
IL GIORNALE
9 AGOSTO 2009
Il marito non paga gli alimenti, lei gli rapisce il cane
PAOLO FUCILIERI
Milano - Cosa fa una donna se, in procinto di partire per le vacanze, ha un ex marito che non le paga gli alimenti da tre mesi? Semplice: una donna, che conosce sempre il punto debole del suo ex, lo ricatta per ottenere il denaro. Purtroppo a farne le spese stavolta è stata una bellissima cagnetta pechinese di tre anni. Che l’avvenente 40enne milanese di cui stavamo parlando non ha esitato a rapire all’ex coniuge di 60 anni «reo» di non averle pagato quanto dovuto per motivi di pura gelosia: la signora si è sistemata infatti con il nuovo convivente 29enne in un appartamento a due passi da quello dove vive l’ex coniuge, fatto che l’ex marito non ha preso affatto bene.
La vicenda ha avuto un lieto fine grazie all’intervento dell’Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) e soprattutto grazie al suo presidente Lorenzo Croce. «Tutto è iniziato giovedì - spiega Croce, esperto in diatribe tra coniugi che usano gli animali domestici come ricatto - quando l’uomo in questione ha chiamato la nostra linea amica raccontandoci che la sua bellissima cagnetta era stata rapita dall’ex moglie, alla quale lui da tre mesi non pagava gli alimenti perché sapeva che le sarebbero serviti anche per andare in vacanza con il suo nuovo compagno a Ibiza». Il presidente Croce ha contattato la signora la quale ha confermato di essersi portata via il cane, grazie alle chiavi dell’appartamento ancora in suo possesso e con la complicità del suo nuovo amore. Domenica pomeriggio è avvenuto lo scambio. E, naturalmente, a sbloccare la situazione è stata la decisione del 60enne di pagare gli alimenti arretrati. L’ex marito ha potuto così riabbracciare il cane e la donna dedicarsi con tutta tranquillità ai preparativi per la vacanza. E il cane? La Pechinese non ha passato dei bei momenti, non capendo nulla di tutto quel trambusto in cui è stata suo malgrado coinvolta, ma adesso è tornata a casa tra le braccia del suo padrone.
CORRIERE DELLA SERA
9 AGOSTO 2009
Lite tra separati, l’ex moglie rapisce il cane
«Pagami gli alimenti arretrati o non lo rivedrai più». Il marito protesta, poi cede
MILANO - Non le pagava gli alimenti da tre mesi, e lei, ex moglie avvenente della Milano bene, 40 anni, un amante di 29 e un biglietto per Ibiza nella borsetta, per ottenere i soldi necessari alla vacanza ha pensato di prendere in ostaggio l’amato cagnolino dell’ex marito. «O mi paghi quello che mi devi — gli ha gridato giovedì scorso al telefono dopo il ratto del quadrupede, un magnifico pechinese di tre anni — o di lui non vedrai più nemmeno un pelo... ». Tant’è. E così il poveretto, solo e disperato due volte, per l’ex moglie prima e il cane poi, non sapendo cosa altro fare ha chiamato il telefono amico di Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente. poteva rivolgersi al 112 o al 113, ma l'uomo ha scelto così, e alla fine, grazie alla mediazione condotta in prima persona dal presidente dell’associazione, Lorenzo Croce, l’altra mattina il pechinese è saltato di nuovo in braccio al suo padrone e la signora in partenza per Ibiza ha incassato l’assegno con gli arretrati degli alimenti che l’ex marito non aveva versato. «Non volevo pagare — ha spiegato l’uomo — perché sapevo che li avrebbe usati per andare in vacanza con l’amante, e questo mi faceva infuriare...». Ma alla fine l’amore per il quattrozampe ha prevalso sul dolore per le corna e il bellissimo pechinese è tornato a casa in cambio di un assegno circolare di 3.500 euro. Soddisfatto anche il mediatore, Croce, che ha convinto l’uomo a pagare e la donna a restituire l’animale preso in ostaggio. «Fondamentale — ha chiarito il presidente dell’Aidaa— è stato fare capire alla signora che rischiava una denuncia per furto e rapimento di animale».
L'ECO DI BERGAMO
9 AGOSTO 2009
Scivola per salvare un cavallo
Elisoccorso in azione a Sant'Omobono
San Omobono (BG) - È sceso lungo un dirupo per recuperare un cucciolo di cavallo nato nella notte nella sua stalla e allontanatosi dal recinto, quando è scivolato a causa del fango e delle rocce bagnate. Elisoccorso in azione a San'Omobono Imagna, sulla strada che porta a Rota Imagna. Un pensionato, sui 65 anni, era in compagnia del figlio alla ricerca dell'animale scappato quando, intorno alle 10 di domenica 9 agosto, è caduto a terra, ferendosi. Il figlio ha chiamato subito i soccorsi e sul posto sono intervenute tre squadre del soccorso alpino della Valle Imagna. L'uomo, con l'elisoccorso, è stato trasferito a Bergamo in ospedale: ancora non si conoscono le sue condizioni di salute ma non dovrebbe essere in pericolo di vita.
IL MESSAGGERO
9 AGOSTO 2009
Tutti pazzi per i delfini
di ROBERTO INCHINGOLO
ROMA - Tutti pazzi per i delfini. Nei mari italiani è caccia al mammifero più simpatico. Protagonisti di film, leggende e persino di spot pubblicitari – il delfino goloso – sono loro i veri signori dell’estate. Ormai è una vera e propria gara tra turisti sui traghetti e sulle imbarcazioni da diporto a chi si imbatte in un branco di questi affascinanti cetacei. E gli stessi avvistamenti fanno notizia.
Un gruppo di delfini è stato avvistato ieri mattina poco lontano dalla spiaggia di Petacciato Marina, vicino Termoli, ma sono ormai diverse settimane che sul litorale molisano i delfini si mostrano ai bagnanti. Non sempre però tutto cioè che salta in mare e ha un becco è un delfino. Anzi nel Mediterraneo ci sono molte specie di delfini, tra cui le più famose sono il tursiope (Tursiops truncatus), la piccola stenella striata (Stenella coeuruleoalba) e il sempre più raro delfino comune (Delphinus delphis. Secondo i dati dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e per la Ricerca Ambientale) la popolazione di stenelle dal 1992 si è dimezzata fino a scendere a 13.000 esemplari. Anche il numero imprecisato di tursiopi, la specie più abbondante del Mediterraneo, è in diminuzione a causa della caccia illegale e l’urbanizzazione delle coste. Se non si tratta di un segnale di un maggior numero di cetacei nelle nostre acque, il gran numero di avvistamenti può significare solo che l’interesse degli italiani per questi mammiferi acquatici è tutt’altro che svanito. «Gli avvistamenti degli ultimi tempi rimangono comunque tantissimi - dice Antonella Arcangeli, ricercatrice Ispra - Possono ammontare anche a 4 o 5 al giorno nelle tratte marittime più affollate». Il monitoraggio dei cetacei svolto dall’Ispra sfrutta infatti i normali traghetti di linea, in modo che i turisti stessi possano aiutare nella raccolta di dati sulla presenza di delfini e balene. «I cetacei sono animali che viaggiano molto, e quindi le zone preferite cambiano - dice Arcangeli- Tuttavia, c’è attualmente una forte presenza nella zona del Tirreno Centrale, verso la Costa Sarda. Chi è interessato al whale watching potrebbe provare lì, mantenendo sempre la massima cautela durante gli incontri con questi animali». E per chi non può vederli liberi nel proprio ambiente naturale, ci sono sempre i delfinari per poter conoscere più da vicino questi animali. «Anche in periodo di crisi economica, il flusso annuale di visitatori è costante - dice Annalisa Montanari del Delfinario di Rimini - C’è sempre molta gente interessata ai delfini, e molti visitatori italiani e stranieri visitano i nostri acquari». E mentre l’uomo continua a parlare tanto di delfini, i delfini dimostrano di essere capaci di comunicare come l’uomo. Uno studio ha infatti ha dimostrato che i delfini sanno comunicare anche a gesti in un modo molto simile all’uomo. Battere la coda sull’acqua, tuffarsi cadendo sul fianco: questo “linguaggio dei segni” ha sorpreso gli stessi ricercatori. «Anche se i delfini comunicano principalmente con gli schiocchi e i fischi, molta comunicazione avviene attraverso i movimenti - spiega il dottor Ramon Ferrer i Cancho dell’Università di Catalogna (Spagna), in uno studio pubblicato sulla rivista Complexity - Nel linguaggio umano, le parole che vengono usate più spesso sono le più brevi. Nei delfini vale la stessa regola, con la differenza che le parole brevi sono sostituite da movimenti».
ANSA AMBIENTE
9 AGOSTO 2009
CACCIA: DA FESTAMBIENTE ALLARME PER DDL ORSI
ROMA - Sono 138 le specie minacciate, di cui l'8% appartenenti al regno delle piante e il 92% a quello animale. Cosi' l'Italia si posiziona tra i paesi in cui la vita delle specie animali e vegetali e' in serio pericolo di estinzione, pur essendo uno dei paesi piu' ricchi di biodiversita' in Europa, con circa 57.000 specie animali (1/3 di quelle europee) e 5.600 specie floristiche (il 50% di quelle europee), dei quali il 13,5% sono specie endemiche. Una situazione sostenuta da un quadro normativo ancor oggi debole che il ddl Orsi renderebbe del tutto vano. A lanciare l'allarme e' Festambiente, il festival nazionale di Legambiente a Rispescia (Gr) fino al 16 agosto che fa appello al Parlamento e alle principali cariche dello Stato. ''Il testo del provvedimento Orsi - ha dichiarato Angelo Gentili, segreteria nazionale di Legambiente e coordinatore nazionale di Festambiente - ha contenuti che stravolgerebbero l'unica norma oggi in vigore, procurando un aumento significativo alle difficolta' che gia' ora si incontrano nella conservazione della natura, nella difesa dell'attivita' agricola e agrituristica, finanche a diventare, contrariamente a quanto ritiene lo stesso promotore, un danno per la stessa attivita' di caccia''. ''In particolare - precisa Gentili - il ddl non rafforza e non valorizza i principi di tutela e corretta gestione del patrimonio naturale, degli animali selvatici, di produttivita' delle imprese agricole e di preziosita' di quelle agrituristiche emergenti, di prospettiva di una caccia sostenibile e rivolta alla gestione sociale, bensi' orienta e piega tutto alla mercificazione della fauna e quindi alla caccia a pagamento''. Mercificazione di un bene essenziale rispetto al quale - secondo Legambiente - e' necessaria una maggiore informazione e sensibilizzazione.
IL PADANO
9 AGOSTO 2009
Cani, intelligenti come bimbi
Milàn - Il cane che, quando vuol fare la passeggiata, porta il guinzaglio al padrone? Qui l'istinto non c'entra, anzi gli studiosi dicono che si tratta di intelligenza vera e propria. Una capacità di raziocinio che, nella media dei migliori amici dell'uomo, può essere paragonata a quella di un bambino di due anni. Questa valutazione è l'esito di una ricerca condotta da Stanley Coren, studiosa di comportamento canino della University of British Columbia in Canada, presentata alla 117/ima Convention Annuale dell'American Psychological Association a Toronto. L'esperta ha anche stilato una classifica delle razze canine più intelligenti. Coren ha che vede al primo posto i Border collie, seguiti dai barboncini e dal pastore tedesco. Stanley ha accertato che i cani dispongono di un proprio vocabolario, potendo imparare circa fino a 250 parole e sanno “contare” fino a 5. Oltre che intelligenti, sono anche astuti e conoscono l'arte dell'imbroglio, riuscendo a ingannare gli altri animali e anche gli esseri umani per necessità.
LA ZAMPA.IT
9 AGOSTO 2009
I cani sono come i bimbi di due anni
Possono imparare fino a 250 parole e conoscono le regole base dell'aritmetica
I cani sono intelligenti come noi umani, hanno capacità mentali che equivalgono a quelle di un bambino di 2-2,5 anni, ma non sono tutti uguali, anche nel mondo canino ci sono i tipi svegli e quelli un pò meno dotati. A stilare la classifica dell’intelligenza canina è stato Stanley Coren della University of British Columbia in Canada, un esperto di comportamento dei cani e autore di molti libri sul tema, tra cui "L’intelligenza dei cani". Lo studio è stato presentato nel corso della 117/ima Convention Annuale dell’American Psychological Association a Toronto.
La classifica vede al primo posto i Border collie, cane pastore per eccellenza, dotato di grande capacità di apprendimento e intelligenza; segue al secondo posto il barboncino; solo al terzo troviamo il Pastore Tedesco, nonostante molte celebri star canine abbiano sempre fatto credere nella loro intelligenza superiore. Poi al quarto troviamo il Golden Retriever, cane da riporto proveniente dalla Gran Bretagna, al quinto i Dobermann, tutt’altro che folli per una presunta (ma del tutto falsa) compressione del cervello causata dalla scatola cranica, ma anzi così intelligenti che vennero impiegati come cani messaggeri durante la Prima Guerra Mondiale. Al sesto posto troviamo poi il cane pastore delle Shetland, per moltissimi secoli utilizzato nelle omonime isole per custodire e condurre i greggi di pecore. Infine Coren assegna il settimo posto al dolcissimo Labrador, cane da riporto originario dell’isola di Terranova. Ci sono vari tipi di intelligenza, spiega l’esperta, quella istintiva che il cane ha di suo dalla nascita, quella adattiva che equivale a quanto è bravo un cane ad imparare dall’ambiente intorno a lui per risolvere problemi, infine quella funzionale e di ubbidienza (l’equivalente dell’apprendimento scolastico). L’esperto di amici a quattro zampe ha eseguito l'analisi dei risultati di centinaia di studi sul comportamento dei cani ed ha tirato le somme sulle tante sfaccettature dell’intelligenza canina, che non avrebbe nulla da invidiare, quindi, a quella dei primati non umani (scimmie) e alla nostra. «Tutto siamo curiosi di sapere cosa pensa il nostro amico peloso - dichiara Coren - capire perchè a volte hanno dei comportamenti stupidi e irrazionali», mentre in altre occasioni mostrano dei momenti di sbalorditiva vivacità di ingegno e creatività. «Non saranno Einstein - aggiunge - ma sono di sicuro molto più del previsto simili a noi». Dalla sua revisione è emerso che i cani possono imparare qualcosa come 165 parole (i più intelligenti anche 250), sanno contare fino a 4-5 e conoscono le regole base dell’aritmetica. Inoltre i nostri amici fedeli hanno una formidabile intelligenza spaziale, sanno localizzare oggetti di interesse, evitare luoghi pericolosi, trovare la via più breve verso la cuccia, aprire un chiavistello. Infine i cani possono imbrogliare deliberatamente altri cani e anche i padroni per ottenere qualcosa. Ed hanno successo quasi quanto noi nell’arte dell’imbroglio, conclude Coren.
ANSA
9 AGOSTO 2009
CANI COME BAMBINI DI 2 ANNI, SANNO LE PAROLE E CONTANO
ROMA - C'é chi quando vuole fare 'la passeggiata' ti poggia il guinzaglio sui piedi per chiederti di accompagnarlo e chi, quando ha fatto una 'marachella', striscia sotto il letto con la coda tra le gambe aspettando il temuto rimprovero del padrone: non solo i supereroi della TV come Rex e Lassie, ma tutti i cani sono intelligenti, hanno capacità mentali che equivalgono a quelle di un bambino di 2-2,5 anni. E' quanto dimostrato in uno studio condotto da un'esperto di comportamento dei cani e autrice di molti libri sul tema, Stanley Coren, della University of British Columbia in Canada, secondo cui i più intelligenti, almeno sul fronte delle capacità di apprendimento, sarebbero i border Collie, ossia una razza 'cugina' di quella del famoso Lassie. Lo studio sarà presentato oggi nel corso della 117/ima Convention Annuale dell'American Psychological Association a Toronto. Ci sono vari tipi di intelligenza, spiega l'esperta, quella istintiva che il cane ha di suo dalla nascita, quella adattiva che equivale a quanto è bravo un cane ad imparare dall'ambiente intorno a lui per risolvere problemi, infine quella funzionale e di ubbidienza (l'equivalente dell'apprendimento scolastico). Per quest'ultima l'esperto ha stilato una classifica che vede al primo posto i Border collie, seguiti dai barboncini e dal pastore tedesco. L'esperto di amici a quattro zampe ha eseguito una disamina dei risultati di centinaia di studi sul comportamento dei cani ed ha tirato le somme sulle tante sfaccettature dell'intelligenza canina, che non avrebbe nulla da invidiare, quindi, a quella dei primati non umani (scimmie) e alla nostra. "Tutto siamo curiosi di sapere cosa pensa il nostro amico peloso - dichiara Coren - capire perché a volte hanno dei comportamenti stupidi e irrazionali", mentre in altre occasioni mostrano dei momenti di sbalorditiva vivacità di ingegno e creatività. "Non saranno Einstein - aggiunge - ma sono di sicuro molto più del previsto simili a noi". Dalla sua revisione è emerso che i cani possono imparare qualcosa come 165 parole (i più intelligenti anche 250), sanno contare fino a 4-5 e conoscono le regole base dell'aritmetica. Inoltre i nostri amici fedeli hanno una formidabile intelligenza spaziale, sanno localizzare oggetti di interesse, evitare luoghi pericolosi, trovare la via più breve verso la cuccia, aprire un chiavistello. Infine i cani possono imbrogliare deliberatamente altri cani e anche i padroni per ottenere qualcosa. Ed hanno successo quasi quanto noi nell'arte dell'imbroglio, conclude Coren.
IL TIRRENO
9 AGOSTO 2009
L'Atc: cinghiali vicini alle case? Occhio agli scarichi fognari
PISTOIA. «La continua fuoriuscita di liquidi fognari direttamente nei campi e nelle fosse campestri costituisce, soprattutto nel periodo estivo, un richiamo per i cinghiali, oltre che una fonte di degrado ambientale e sanitario». Lo ricorda una nota dell’Ambito territoriale di caccia 16, che informa di aver eseguito, con i suoi organi tecnici, un sopralluogo a Sarripoli «a seguito di una segnalazione di incursioni di cinghiali in prossimità di una abitazione privata». Dal sopralluogo è emerso che la presenza degli animali sarebbe legata alla presenza di liquami sversati da una condotta fognaria che, da quanto riferito, sarebbe in gestione a Publiacqua. L’Ambito territoriale di caccia, aggiunge la nota stampa, ha provveduto a informare Comune e Publiacqua della situazione osservata a Sarripoli.
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IL TIRRENO
9 AGOSTO 2009
Se i test sugli animali non sono affidabili
Quando il sole picchia forte è assai probabile scottarsi. Niente paura, applicando sulle zone interessate del corpo olio sbattuto con succo di limone il sollievo è garantito. E se nonostante il rischio l’abbronzatura piace, si potrà mantenerla a lungo inondandola con lo stesso succo, questa volta da solo e in dose abbondante. Insomma, è questo un frutto che conosce bene il sole e che dal sole prende molte delle sue proprietà terapeutiche. Persino quella che ce lo faceva classificare come rimedio potente contro i veleni. Naturale. E di veleni che di naturale hanno ben poco siamo circondati, tanto che cerchiamo di proteggerci testando sugli animali le sostanze che entrano in contatto con noi. Ma sul numero di luglio della rivista scientifica «Nature», il farmacologo e tossicologo tedesco Thomas Hartung dell’Università di Costanza denuncia l’inaffidabilità dei dati ottenuti con il modello animale. Così, nell’articolo “Tossicologia per il XXI secolo” accusa la capacità predittiva dei test effettuati su animali per quanto riguarda gli effetti sull’uomo. Lo fa evidenziando come l’avere reso obbligatori questi test abbia impedito a molti farmaci innovativi ed efficaci di raggiungere il mercato. “E’ molto difficile che i risultati forniti dalla sperimentazione animale possano essere trasferiti all’uomo” poiché “circa il 60 per cento delle sostanze che in seguito ai test su animali vengono classificate come tossiche, sono in realtà innocue per noi. Gli uomini assorbono le sostanze in modo diverso, le metabolizzano in modo diverso, vivono più a lungo e inoltre sono esposti a una grande varietà di fattori ambientali”. Sono numerose di conseguenza anche quelle sostanze in circolazione che non sono nocive per gli animali ma che si rivelano poi pericolose per l’uomo. E mentre il mondo scientifico conferma ciò che il movimento antivivisezionista ha sostenuto da sempre, una serie di attentati ha colpito Novartis, gigante farmaceutico svizzero e cliente della Huntingdon Life Sciences, la più grande società europea che esegue sperimentazioni animali. Si illuminano quindi sempre più quelle zone oscure dove ogni anno 400 milioni di animali appartenenti a diverse specie subiscono torture di ogni tipo. Nell’85% dei casi senza anestesia. E ciò avviene mentre noi ci anestetizziamo il cuore, avvelenando la vita che ci circonda e noi stessi.
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