9 LUGLIO  2010

CRONACA QUI
9 LUGLIO 2010
 
Torino, gli animali banditi dai circhi. Siete d’accordo? (sondaggio)
 
 
Niente più animali esotici o in via di estinzione nei circhi di Torino. È la modifica al regolamento comunale per la tutela degli animali proposta dalla Consulta delle associazioni di volontariato animaliste della Città. E visto che è stato trovato un accordo bipartisan, se la modifica dovesse essere approvata dalla Sala Rossa, gli spettacoli nei circhi non sarebbero più gli stessi. Sparirebbero i delfini, i lupi, gli orsi, i grandi felini e le foche. E ancora gli elefanti, i rinoceronti, gli ippopotami, le giraffe e anche i rapaci. Le ragioni dei questa proposta sono state illustrate ieri nella commissione Ambiente dal presidente della Consulta Marco Francone. «Nei circhi gli animali sono privati della libertà e sono costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche - ha detto Francone -. In questa maniera non si incentiva la conoscenza della realtà animale». Una posizione, ovviamente, diametralmente opposta a quella del presidente dell’Ente nazionale circhi, Egidio Palmiri, che già preannuncia ricorso al Tar nel caso in cui il Comune dovesse approvare la modifica al regolamento sulla tutela degli animali.E voi cosa ne pensate? Ritenete che gli animali debbano essere banditi dai circhi? Dite la vostra lasciando un commento qui sotto e partecipate al sondaggio cliccando qui

IL TEMPO
9 LUGLIO 2010
 
Zapatero: salviamolo
Quel polpo non prende granchi
 
STEFANO MANNUCCI
 
C'è quella vecchia barzelletta. In un ristorante di Marechiaro qualche cliente chiede di mangiare il polpo. Per dimostrare come l'animale sia fresco, anzi addirittura vivo, il cameriere lo preleva dall'acquario in cucina, e lo mostra ai commensali, sbattendolo con energia contro il piatto per far vedere come sarà ucciso. Poi, quando nessuno vede, lo ributta in acqua. E il polpo, intontito e amareggiato, scivola sul fondo sospirando: «Ma pozz'campà accussì?». Il leggendario Paul starà coltivando pensieri analoghi. Chi gliel'ha fatto fare a rivelarsi un infallibile indovino per le partite dei Mondiali? I tedeschi erano rimasti appesi ai suoi vaticini. Scrutando dentro la vasca dello zoo marino di Oberhausen, avevano appreso in anticipo dell'imprevedibile sconfitta contro la Serbia, e dell'infilata di vittori e fino alla semifinale contro la Spagna. Quando in diretta tv la Germania ha visto il cefalopode infilare i tentacoli nella cassetta con la bandiera iberica, si è capito come sarebbe andata, 24 ore prima del fatale colpo di testa di Puyol. In quei convulsi momenti, i tedeschi hanno gridato alla combine: nella scatola con il vessillo teutonico ci sarebbero state cozze avariate. E invece. I nipotini di Bismarck non sono mai stati teneri verso i traditori. Qualcuno medita di giustiziare Paul in un trionfo di patate e rosmarino, altri propongono la graticola. Per salvare il preveggente dalla vendetta germanica, gli animalisti chiedono di liberarlo in un parco marino della Francia, mentre gli spagnoli aspettano la sua previsione per la finale contro gli olandesi, prima di eleggerlo a eroe nazionale o destinarlo alla paella. Nel dubbio, ieri Zapatero ha testualmente affermato che «per garantirne l'incolumità, «a Oberhausen devono organizzarsi con delle guardie de l corpo». A non volerlo (ancora) morto sono di certo i bookmaker, che danno a quota 2,00 il pronostico esatto del polpo per domenica. È questa piovra l'eroe dei Mondiali. I suoi tentacoli hanno affascinato più dei piedi di Messi o di Kakà: e hanno consegnato alla società globale del Terzo Millennio la sensazione che gli antichi non avessero torto ad osservare gli animali per decifrare il futuro: Roma fu fondata dopo una sfida fra Romolo e Remo su chi avesse visto più uccelli in volo, e i poemi omerici sono affollati di presagi basati su aquile, serpenti, cervi. Ci hanno restituiti a una oscura superstizione, all'irrazionale desiderio di credere in qualcosa di incredibile. Nella decadenza contemporanea, l'unico strumento affidabile per leggere l'avvenire è «l'oracolo a otto zampe». Paul, il polpo che non ha preso mai un granchio, intuisce in che guaio si sia cacciato, e si rimprovera di aver voluto mostrare qualcosa di più della sua comprovata intelligenza. Ripete angosciato: «Ma pozz'campà accussì?».
ECO BLOG
9 LUGLIO 2010
 
Scooter trainato da cani
 
Mi sono appena imbattuta in questa strana invenzione nata in Oregon e non so davvero se ridere o piangere. Mi sembra davvero assurda e da noi in Italia non credo possa essere considerata legale. Certo in Canada esistono slitte trainate da mute di cani, ma lì l’intera faccenda è nata come ben legata al territorio e al suo ecosistema. Usare cani, facendoli lavorare, per divertimento mi sembra non possa essere messo sullo stesso piano.
L’inventore degli ameni giocherelli, bici, skateboard e slitte con ruote trainate da cani, che vende tra i 300 e i 600 dollari, però spiega che trattasi di strumento nato per divertire il cane e non il padrone e raccomanda di non stressare gli animali, di trattarli bene e di non sovraccaricarli di peso. Basteranno questi consigli a renderci simpatico il dog powered scooter?
 
FOTO
http://www.ecoblog.it/post/10833/scooter-trainato-da-cani
IL GIORNALE
9 LUGLIO 2010
 
Prigione a chi vende animali domestici
 
Prigione a chi vende animali domestici: ci sta pensando il Comune di San Francisco, mettendo ai voti un’ordinanza in cui si impone il bando del commercio di tutti i «pets», con la sola eccezione dei pesci. Inclusi nella proposta all’esame della Commission of Animal Control and Welfare sono cani, gatti, roditori di tutti i tipi, uccelli, serpenti, lucertole e qualsiasi altro animale da compagnia. «La gente li compra d’impulso, poi scopre che non le piacciono e li abbandona per strada, in pratica condannandoli a morte - ha detto il presidente della Commissione, Sally Stephens -. Ecco quello che vogliamo fermare». Gli abitanti di San Francisco che vogliono avere un animale da compagnia in casa, se dovesse passare il bando, dovrebbero andare in un’altra città ad adottarlo. Prima però dovrà esprimersi il Consiglio dei supervisori del Comune, che dovrà far fronte a una valanga di proteste dei proprietari di negozi di animali da compagnia: «Terribile! Come faremo a sopravvivere?», si è chiesto John Chan, in affari da circa 30 anni.
LA VOCE
9 LUGLIO 2010
 
La corsa con gli animali per le strade della citta'
San Firmino a Pamplona: nove feriti per i tori
La discussa festa spagnola miete ancora vittime: gravi un galiziano 21enne e un australiano di 18 anni
 
 
Milano – E’ la festa più discussa di tutta la Spagna: San Firmino, a Pamplona, continua a scatenare polemiche di anno in anno. I tori vengono liberati per le strade della città, e una impressionante folla di persone – provenienti da tutto il mondo – corre davanti agli animali su un percorso di 848 metri. Indossando qualcosa di rosso, che ‘eccita’ i tori. Ogni anno i feriti si contano a decine: quest’anno, nei primi due giorni di corse, si segnalano nove persone travolte o incornate dai tori. Il più grave è un galiziano 21enne, incornato alla schiena: è stato operato, ma non è in pericolo di vita. Un cittadino inglese di 49 anni ha ricevuto una cornata alla gamba, mentre un 18enne australiano ha riportato delle fratture alle prime tre vertebre lombari ed è ancora ricoverato in traumatologia.

IL GIORNALE
9 LUGLIO 2010
 
All’Oberdan il set sulla caccia ai delfini
 
MAURIZIO ACERBI
 
I delfini sono, con ogni probabilità, i mammiferi acquatici più amati dall’uomo. Mettono allegria, fanno tenerezza, ispirano film; purtroppo, pur se da involontari protagonisti, anche documentari. E’ il caso di The Cove, straordinario docufilm girato da Louie Psihoyos, vincitore del Premio Oscar 2010 (oltre a importanti riconoscimenti ottenuti ai prestigiosi Sundance e Toronto Film Festival). Se vi fosse sfuggito, Fondazione Cineteca Italiana e Feltrinelli organizzano, per oggi, allo Spazio Oberdan della Provincia di Milano, una doppia proiezione (ore 20 e 22) che consigliamo per il suo carattere di denuncia. La pellicola, infatti, utilizzando lo strumento dell’inchiesta giornalistica, ci proietta in una placida laguna a sudovest di Tokyo, dove per sei mesi all’anno, generalmente da aprile a settembre, i cacciatori di cetacei catturano centinaia di delfini. Molti di questi vengono spediti in Occidente, da esibire magari in megapiscine; la maggior parte, invece, viene sterminata per finire in tavola. A incuriosire Richard O’Barry e Louie Psihoyos - il primo famoso nel mondo come addestratore del delfino Flipper, protagonista di una fortunatissima serie di telefilm degli anni ’60, il secondo per le riprese fotografiche per il National Geographic - è stato il fatto che a settembre, nella baia, l’acqua diventava rossa, come ci ha spiegato, lo scorso anno, con un pregevole articolo il nostro Oscar Grazioli. Le riprese (durate ben cinque anni), a riparo da occhi indiscreti, hanno purtroppo chiarito che non era l’alga a far cambiare il colore dell’acqua ma l’avidità dell’uomo. Per fortuna, si vede anche altro nel documentario premiando, se volete, la bellezza di questi straordinari mammiferi. Dopo un rinvio e numerose polemiche, a seguito di proteste e minacce da parte di alcuni gruppi nazionalisti, il documentario ha debuttato, lo scorso sabato, anche nelle sale giapponesi con misure di sicurezza imponenti che hanno permesso di fare il tutto esaurito senza mai incidenti. Nel dubbio c’è anche chi ha scelto di proiettare, in contemporanea, un documentario nipponico del 1998, intitolato I cacciatori di balene e il mare, che propone un punto di vista favorevole alla caccia dei cetacei. Insomma, tutto il mondo è paese.
 
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