08 OTTOBRE  2009

ANMVI OGGI

8 OTTOBRE 2009

 

I NAS NEL CANILE DENUNCIATO DA STRISCIA LA NOTIZIA

 

In relazione al servizio televisivo andato in onda nella trasmissione "Striscia la Notizia" nella serata del 6 ottobre in cui si evidenziava la presenza di numerosi cani, alcuni dei quali in stato di gravidanza e cuccioli di pochi giorni per lo più sprovvisti di identificazione, detenuti in locali demaniali del Centro Storico del Comune di Matera e precisamente nella località turistica dei "Sassi di Matera", il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha disposto un intervento immediato ad opera dei Carabinieri per la Tutela della Salute (NAS) al fine di accertare lo stato dei fatti. L'intervento si è svolto tempestivamente in data 7 ottobre, congiuntamente al Servizio Veterinario di Matera.Lo riferisce un comunicato ministeriale in cui si legge che in seguito a tale indagine i cani sono stati immediatamente trasferiti al canile sanitario comunale per l'accudimento e le prime cure. E', infatti, emerso che i cani erano detenuti in locali inidonei, umidi, senza pavimentazione adeguata, non sufficientemente illuminati e privi di approvvigionamento di acqua potabile. I proprietari degli animali, conclude il comunicato, sono stati segnalati all'Autorità Giudiziaria per violazioni riconducibili al maltrattamento degli animali nonché per non aver provveduto all'identificazione degli animali e alla relativa registrazione presso l'anagrafe canina.


IL CENTRO

8 OTTOBRE 2009

 

Un cucciolo di lupo investito e ucciso sulla strada Sannite

 

Erica Del Vecchio

 

SCANNO (AQ). Un cucciolo di lupo è stato trovato morto lungo la strada 479 Sannite, nel tratto Villalago Scanno. L’animale, uno splendido esemplare di 5 mesi, secondo una prima ricognizione da parte del Corpo forestale sarebbe stato ucciso da un’auto e la morte sarebbe sopraggiunta dopo una lunga agonia. Nella stessa mattinata e a poca distanza dall’incidente la Forestale ha rinvenuto anche la carcassa di un cervo dilaniata da altri animali selvatici. L’ungulato potrebbe essere stato aggredito da cani rinselvatichiti.  Il cucciolo di lupo è stato trovato intorno alle 11 durante il controllo del territorio. Era ancora agonizzante al centro della carreggiata, lungo il rettilineo per Scanno, nei pressi di un capannone Anas. A niente sono valsi i soccorsi, il cucciolo è morto subito dopo.  L’animale è stato investito in piena zona Parco. La carcassa è stata recuperata dagli uomini del Comando della stazione forestale in strada, poi il corpo è stato trasportato alla sezione avezzanese dell’istituto zooprofilattico di Teramo per gli esami necroscopici.  Dai primi rilievi effettuati sul posto dal personale veterinario della Asl di Sulmona, la causa della morte sarebbe riconducibile a traumi interni riportati in seguito all’investimento. «Invitiamo gli automobilisti ad avere prudenza. Comunque in caso di investimento accidentale di esemplari di fauna selvatica, soprattutto pregiati come lupi e orsi, è fondamentale avvertire subito la sala operativa della Forestale al 1515 oppure il Parco», spiega il vice questore del Cfs, Luciano Sammarone , «con un intervento immediato l’animale ferito potrebbe infatti essere salvato».  La segnalazione del cervo ucciso è arrivata invece alla centrale operativa dopo le 6 del mattino.  I forestali hanno recuperato la carcassa dell’ungulato lungo il ciglio della strada, nei pressi della fontanella dopo il bivio del lago di Scanno.  L’animale con tutta probabilità si è avvicinato per dissetarsi, ma è stato aggredito probabilmente da cani selvatici che non gli hanno dato scampo.  La carcassa è stata seppellita dagli operai del Comune dopo essere stata esaminata dai veterinari della Asl di Sulmona che hanno accertato le cause della morte.


LA PROVINCIA DI VARESE

8 OTTOBRE 2009

 

Cani, gatto e coniglio sequestrati

 

Busto Arsizio (VA) - (var) Sequestrati tre cani, due pastori tedeschi e uno yorkshire, un gatto e un coniglio, da un'abitazione privata di Busto in via Castellanza. L'operazione è stata condotta dalla Polizia ecozoofila e da quella giudiziaria. Motivo, animali «detenuti in condizioni igienico sanitarie precarie».


VARESE NEWS

8 OTTOBRE 2009

 

Maltrattamento di animali: l'indagine passa dal web

Era visibile persino su Google Street View la sporcizia di un cortile in cui erano confinati senza cure tre cani, un gatto e un coniglio, "liberati" da carabinieri e guardie ecozoofile

 

Provincia di Varese - Nella mattinata di martedì scorso 6 ottobre la polizia ecozoofila della provincia di Varese, istituita pochi mesi or sono, con l'assenso e dietro formale mandato della Procura bustese ha prelevato tre cani, un gatto e un consiglio da un'abitazione di via Castellanza in cui erano tenuti in condizioni igieniche e sanitarie assolutamente deplorevoli.
Interessante il fatto che per l'indagine si è fatto uso anche di strumenti informatici quali Google Maps e Street View: alla telecamera a 360° di Google, passata da Busto Arsizio ormai molti mesi fa, non era sfuggito lo stato degradato del cortile in cui erano rinchiusi gli animali, con tanto di escrementi ben visibili.
La vicenda era stata segnalata (invano) dall'Oipa già nel febbraio del 2008, ma è solo da questa primavera che vi si è potuta porre attenzione grazie ai poteri autonomi d'indagine conferiti al corpo. Il fascicolo depositato in procura, con le eloquenti immagini scattate sul posto, ha convinto il magistrato ad autorizzare una perquisizione presso l'abitazione, i cui proprietari già in precedenza erano stati multati per 500 euro dalla ASL. Due carabinieri in servizio presso la procura e una veterinaria, e il capo delle guardie ecozoofile Oipa del Varesotto Francesco Faragò hanno verificato le condizioni, pessime, di due cani lupo, uno yorkshire, un gatto nero (non sterilizzato) e un coniglio chiuso in gabbia - gli ultimi tre animali detenuti al buio in una stanza.Ne sono seguiti il sequestro degli animali e la denuncia all’autorità giudiziaria dei proprietari per violazione dell’art. 544 ter del C.P. (maltrattamento di animali) I cani sono stati consegnati al canile municipale di Busto Arsizio, mentre il gatto e il coniglio sono stati immediatamente ricoverati presso un ambulatorio veterinario. Da ricordare che le guardie ecozoofile ricoprono ruolo di polizia amministrativa e polizia giudiziaria per quanto attiene i reati contro gli animali d'affezione.


IL TIRRENO

8 OTTOBRE 2009

 

Chi l’ha visto?

 

ROSIGNANO (LI). Un boxer di colore fulvo di circa 2 anni e mezzo, si è smarrito questa mattina nella zona artigianale delle Morelline.  L’animale, molto malato, soffre di crisi epilettiche, è provvisto di microchip ma non ha il collare.  Chi lo trovasse è pregato di telefonare al numero 393 / 6749336.


MESSAGGERO VENETO

8 OTTOBRE 2009

 

Cane smarrito, maxi-ricompensa

 

Chions (PN) - IL SERVIZIO IN PROVINCIA CHIONS. In tempi di crisi 5 mila euro fanno comodo. Così se un tempo erano i segugi a dare la caccia, stavolta sono gli uomini a cercare un cane. Si tratta di Wisky, esemplare nero dal pelo corto con una macchia bianca al di sotto del muso, sparito da un’abitazione di Villotta. I proprietari dell’animale hanno proposto una ricompensa super, pari a 5 mila euro. L’animale sarebbe stato avvistato lunedì sera tra i campi di Chions e Azzano Decimo, ma coloro che lo avrebbero visto non sono riusciti a raggiungerlo.


MESSAGGERO VENETO

8 OTTOBRE 2009

 

Cestista salva un cane nel Ledra

 

Udine - L’ala della Snaidero basket Luigi Dordei, ieri mattina prima d’allenamento, ha fatto una buona azione. Andando in auto al palasport Carnera, nella zona universitaria dei Rizzi, ha salvato dalle acque del Ledra un cane che non ce la faceva a risalire le sponde in cemento del canale. Dordei, accostata l’auto, si è sporto per trarre a riva Max, un meticcio di 14 anni di colore bianco e fulvo. Il cane, allontanatosi ieri mattina stessa dall’abitazione di via Passons del suo padrone Ferruccio Degano autotrasportatore di Tavagnacco, si è lasciato avvicinare. È stato così salvato dal cestista arancione, che nel soccorrere l’animale ci ha rimesso il telefono cellulare. Avvolto in asciugamani nella zona spogliatoi del Carnera, Max ha fatto irruzione sul parquet durante l’allenamento e allora la moglie di Dordei l’ha accudito fuori dal palasport. Al termine è stato chiesto l’intervento dei cinovigili dell’azienda sanitaria numero 4 Medio Friuli. Gli addetti Luigino Fumolo e Roberto Samaro hanno portato Max, spaurito e su con gli anni, al canile sanitario di via Lumignacco. Grazie al microchip d’iscrizione all’anagrafe canina, gli operatori sono risaliti al proprietario del cane, Degano, che ne ha altri tre. L’autotrasportatore era già stato avvisato prima delle 9 dalla madre che Max, approfittando dell’apertura del cancello automatico di casa, si era allontanato. L’aveva cercato fino alle 10 senza esito, anche perché ormai il meticcio è un po’ duro d’orecchio e ci vede anche poco. Memore di un’altra evasione di Max quando un temporale aveva aperto il cancello di casa, Degano aveva confidato che, dopo una passeggiata fino al vicino parco del Cormôr e lungo il Ledra in cui lo conduceva da cucciolo, tornasse da solo o accompagnato. Gliel’ha ritrovato Dordei con cui ora Degano, appassionato motociclista e non di basket, conta di sdebitarsi con del vino «che fa buon sangue». L’ala snaiderina l’ha già tanto buono e, nonostante abbia due gatti, si era informato sulla procedura per l’eventuale adozione di Max se non si fosse ritrovato il padrone. Max invece stamattina, dopo una notte a meditare in canile, ritornerà in casa Degano.


IL TEMPO

8 OTTOBRE 2009

 

A Roma l'ospedale dove gli uccelli tornano a volare

la struttura raccoglie decine di pennuti feriti anche dai bracconieri. Tra gli ultimi ricoveri anche un gheppio, una spatola e una cicogna bianca.

 

Roma - Sono già una decina gli animali impallinati arrivati al Centro Recupero Fauna Selvatica della Lipu, a Villa Borghese (aperto tutti i giorni, ore 9.30-17.30, tel. 06.3201912 www.crfslipuroma.it). E se si pensa che, come spiega Francesca Manzia, responsabile della struttura, «non rappresentano neanche il dieci per cento della vittime, il dato è davvero sconfortante». Paradossalmente, i feriti arrivati al centro di recupero, sono i più fortunati. «Molti animali», continua Andrea Colacicchi, della Lipu, «oltre ad essere colpiti, si fratturano le ali durante la caduta, e se non vengono subito soccorsi, muoiono inesorabilmente».Tra gli ultimi feriti eccellenti, una splendida upupa, che purtroppo non potrà volare mai più, perché danneggiata in modo irreversibile, un gheppio, una cicogna bianca, un airone, quest'ultimo poi deceduto. Non ce l'ha fatta neanche un rarissimo esemplare di spatola, ferito dai bracconieri, portata al centro dai volontari della Lipu di Ostia, il giorno dopo l'apertura della stagione venatoria. L'animale, specie protetta, è stato colpito a Isola Sacra, a Fiumicino. Si era rifugiato, stremato, all'interno dell'area protetta del Centro Habitat Mediterraneo Lipu di Ostia, dove è stato recuperato. Aveva una grave frattura scomposta dell'omero dell'ala sinistra. «La spatola, regina di paludi ed estuari», spiega ancora Manzia «è un grande uccello acquatico, dall'apertura alare tra i 110 ed i 130 cm ed un'altezza di circa 90 cm, dal piumaggio candido e dal caratteristico becco lungo, piatto e slargato in punta, che dà il nome all'animale».Poi aggiunge: «Aveva un anello di riconoscimento, per cui faceva parte di una delle pochissime coppie di spatole nidificanti qui in Italia nel delta del Po, stava tornando in Africa, ma un bracconiere le ha fatto terminare per sempre il suo viaggio». La cicogna bianca, altra specie protetta, è stata recuperata dalla polizia provinciale di Roma, a Trigoria. Per fortuna non aveva fratture, ma solo pallini da caccia nel corpo, che però non si potranno asportare. Presto potrà continuare il suo viaggio, bracconieri permettendo. «Lavorando con le scuole e le famiglie, abbiamo constatato quanto ancora siano poco conosciuti i danni causati dal bracconaggio», conclude Chiara Manghetti, responsabile settore Educazione Lipu, «a partire dalle vittime, come i rapaci impallinati, che non possono più volare o cacciare: i giovani devono essere informati».


LA ZAMPA.IT

8 OTTOBRE 2009

 

Fosco, il cane militare paracadutista

 

Ecco le foto di Fosco, il cane sergente maggiore che effettua il primo lancio con il paracadute insieme al suo istruttore. Il salto è stato fatto lanciandosi da un elicottero CH-47 Chinook all'altitudine di 4000 metri.

 

FOTO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=21164&tipo=FOTOGALLERY


CORRIERE DELLA SERA

8 OTTOBRE 2009

 

Sono comandati a distanza mediante una cintura a vibrazioni

Cani-soldato in azione in Afghanistan

Addestrati dall'esercito israeliano, sono stati prestati alle truppe Usa per sopralluoghi e attacchi

 

ROMA - Cani-soldato telecomandati a distanza per operare sul territorio del nemico. Questa è l’ultima novità «made in Israele» prestata dallo stato ebraico alle forze Usa in Afghanistan e nell’Iraq per operare in «territorio ostile» anche se gli gli unici ordini che recepiscono questi animali super addestrati, deve essere in lingua ebraica. E’ quanto mette in grande evidenza oggi la tv satellitare Al Arabiya che riporta un articolo pubblicato sul sito on-line del quotidiano israeliano, Maariv.

NON SONO ROBOT - Non si tratta di ’cani robot’, ma di quadrupedi super addestrati dall’unità cinofila «Aoukitis» dell’esercito israeliano. Ai cani vieni applicata un cintura dotata di pulsori elettronici che emettono vibrazioni programmate recepiti dall’animale. In pratica si tratta di ordini che, grazie a lunghi addestramenti, vengono eseguiti alla perfezione dal soldato-cane. Un ufficiale dell’unità cinofila che li addestra ha spiegato che «i compiti sono principalmente di perlustrazione, ricerca e di attacco del nemico». Il telecomando remoto copre una distanza massima di quasi due chilometri entro i quali si può impartire ordini.

ESPERIMENTI RIUSCITI - Secondo fonti militari, «gli esperimenti per simulare il salvataggio di un soldato ferito in territorio ostile sono riusciti». In caso di necessità di perlustrare il territorio, i cani possono essere attrezzati di una telecamera. Il successo degli esperimenti avrebbe interessato l’esercito Usa così tanto da chiederne «in prestito» alcuni di questi esemplari per utilizzarli in Afghanistan e Iraq. Le fonti di Maariv, hanno assicurato che «cani addestrati in Israele sono in servizio attivo" nei due paesi teatro di guerra, "anche se ricevono gli ordini solo in lingua ebraica».


IL MESSAGGERO
8 OTTOBRE 2009
 
Gaza, animali zoo decimati da guerra: mancano le zebre, strisce dipinte sui muli
 
GERUSALEMME  - Gli animali dello zoo di Gaza sono stati decimati dall'ultimo conflitto con Israele. Il direttore Imad Quasem ha quindi deciso trasformare due muli, animali che abbondano nella Striscia, in zebre Armato di rasoio, ha prima tolto il pelo superfluodei due animali e poi li ha dipinti a strisce bianconere.«Volevamo solo portare allegria e gioia ai bambini che sono venuti a visitare lo zoo durante le vacanze di Eid al-Fitr (fine Ramadan, ndr)», ha affermato Quasem all'agenzia d'informazione Dpa, spiegando che fino alla guerra dello scorso inverno lo zoo abbondava di animali che venivano contrabbandati attraverso i tunnel che uniscono Gaza all'Egitto. «Sfido chiunque - ha spiegato - a riconoscere i muli dipinti da zebra dagli originali».

ADN KRONOS
8 OTTOBRE 2009
 
M.O.: A GAZA ANIMALI ZOO DECIMATI, MULI DIPINTI A STRISCE AL POSTO DELLE ZEBRE
 
Gerusalemme - Sono tempi duri questi per il direttore dello zoo di Gaza, Imad Quasem, costretto a fare i conti con un conflitto che lo scorso gennaio gli ha decimato gli animali, portandoli da 200 a 25, e con un embargo che gli impedisce di importare nella Striscia di Gaza nuove fiere da esporre nelle gabbie per attirare pubblico. Ma 'la necessita' aguzza l'ingegno', e il direttore, colpito da un vero e proprio lampo di genio, ha trasformato due muli, animali che abbondano nella Striscia, in un zebre. Armato di rasoio, ha prima tolto il pelo superfluo delle due bestie e poi le ha dipinte a strisce bianconere.

ANSA

8 OTTOBRE 2009

 

Il Circo di Buffalo Bill arriva in Italia

Maltrattamenti ad animali? 'Vengano a vedere quanto li amiamo'

 

ROMA - Ha quasi 140 anni, è il circo più famoso d'America e per la prima volta lascia gli Stati Uniti per debuttare in Europa, cominciando dall'Italia, prima da Roma e poi da Milano. E' il Ringling Bros and Barnum & Bailey, o più semplicemente il Rbb circus come lo chiamano in America: uno show a ritmi serrati, con acrobati, trapezisti, giocolieri, elefanti, leoni e clown, tutto il classico del circo "con in più - racconta il produttore David Kiser - uno sguardo sul nuovo, con numeri 'moderni' come quello di audaci motociclisti".E' il circo-mito americano, quello di Buffalo Bill, il circo Barnum diventato espressione proverbiale, il circo che fa scappare negli Stati Uniti decine di ragazzi ammaliati da quest'arte. Le 80 persone dello staff che viaggiano su 14 tir e i 24 artisti hanno cominciato le prove da ieri: il debutto europeo, a Roma è per il 14 ottobre dove il Ringling Bros sarà al Palalottomatica fino al 18 ottobre e poi a Milano dal 21 al 25. Quello che, hanno spiegato il produttore e il regista Phil McKinley oggi a Roma, fa del Rbb circus il più famoso, antico e amato d'America "é il coinvolgimento del pubblico. Prima dello spettacolo c'é un circus party, una mezz'ora che fa impazzire il nostro pubblico perché gli artisti cercano in platea gli spettatori per portarli sul palcoscenico a provare i numeri dello show, un'interattività alla ricerca dell'x factor che fa divertire tutti. All'inizio dello spettacolo ci sono adulti e bambini, alla fine sono solo bambini".L'arrivo in Italia del circo da 1 milione e 200 mila spettatori ad oggi, è stato preceduto da polemiche su presunti maltrattamenti agli animali. "Se parliamo di etica in generale sulla loro presenza posso essere d'accordo - dice il produttore Kiser - ma nel particolare posso spiegare che noi amiamo questi animali tantissimo, li curiamo e abbiamo un parco per gli elefanti di 200 acri, lì nascono, crescono e vanno in pensione. Inoltre per evitare lo stress del viaggio gli animali sono di circhi europei". Ermes Bonini, il produttore di Applauso, la società che ha voluto tentare di portare in Italia per la prima volta l'Rbb circus, con i produttori di Feld Entertainment (gli stessi di Disney on ice, High School e Pooh), aggiunge: "siamo con la coscienza a posto, non temiamo contestazioni dagli animalisti e li invitiamo a venire a verificare di persona".Artisti reclutati in tutto il mondo (il presentatore-mago David Goldrake è per metà italiano) per un circo "a target familiare, non solo per bimbi", tiene a precisare il regista. Farà impallidire i nostri Orfei e Togni? "Il circo è una grande famiglia, ci conosciamo tutti e lavoriamo spesso anche insieme. Saranno i benvenuti".


LA CITTA' DI SALERNO

8 OTTOBRE 2009

 

A Sant’Agata strage di animali da cortile

 

Sala Consilina (SA) - Per la seconda volta in pochi giorni un branco di cani randagi fa strage di animali da cortile. Questa volta è avvenuto a Sala Consilina in localitá Sant’Agata. Ieri pomeriggio i cani, dopo aver divelto la recinzione di un’abitazione sono entrati nel cortile della stessa uccidendo numerosi tacchini, polli, galline e anatre. Ad accorgersi di quanto stava accadendo è stato il proprietario dell’abitazione che ha sentito le anatre starnazzare ed è uscito per capire cosa stesse accadendo. Fortuna ha voluto che i cani si sono allontanati quando l’hanno visto e non hanno invece tentato di aggredirlo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Sala Consilina, comandata dal luogotenente Cono Cimino, ed i veterinari dell’ex Asl Sa3 che hanno effettuato prelievi sui capi uccisi per verificare se i cani fossero portatori di malattie. Qualche giorno fa ad Atena Lucana un altro branco di randagi aveva azzannato ed ucciso dieci pecore e cinquanta conigli.


TG COM

8 OTTOBRE 2009

 

Cani e Halloween - I costumi più folli del 2009

 

Halloween è alle porte e negli Stati Uniti la gente comincia già ad andare fuori di testa. Migliaia di lettori hanno rovesciato sui siti web di giornali e riviste un diluvio di fotografie che li raffigurano travestiti con costumi da delirio e accessori ai limiti dell'immaginazione. Il quotidiano della Florida "Sun Sentinel" è andato oltre: ha chiesto ai visitatori del proprio sito internet di mandare via mail gli scatti dei loro cani agghindati in modi che sfidano il buon gusto. Risultato: le immagini sono già un successone, tanto da essere riprese da Huffington Post, uno dei blog più visitati d'America.

 

FOTO

http://www.tgcom.mediaset.it/fotogallery/fotogallery6038.shtml


FUTURO PROSSIMO
8 OTTOBRE 2009
 
Gli speciali - 8 animali bionici - 6 - Allison, tartaruga bionica
 
 
Probabilmente è stato l'attacco di uno squalo ad aver lasciato Allison, una tartaruga di mare dell'età di 5 anni, con una sola pinna ed una vita da passare con la triste prospettiva di nuotare solo in tondo.Oggi Allison ha rimediato una super-pinna dorsale realizzata in fibra di carbonio e 'indossata' grazie ad una speciale tuta in neoprene, e può notare dove gli pare.Lo staff della Sea Turtle Inc., una società non profit del Texas che si occupa di riabilitare le tartarughe ferite, ha ingaggiato esperti in realizzazione di canoe e scienziati per concepire un profilo 'postumano' da regalare alla tartaruga: così 'evolute', le amiche di Allison potrebbero perfino sfuggire agli attacchi dei predatori, e sfatare il mito della loro lentezza.

LA PROVINCIA DI VARESE

8 OTTOBRE 2009

 

Fido a chi?

 

Scusate se questa volta invece che a un pubblico generale mi rivolgo a una categoria specifica. È una questione tra giornalisti, capite. Ai colleghi vorrei far pervenire un messaggio: «Cari amici, siamo nel Ventunesimo secolo. Segnatevelo da qualche parte».
Nella pur valorosa schiera professionale, alligna infatti una certa pigrizia intellettuale che, non di rado, traspare dai nostri scritti. Prendiamo a esempio le notizie pubblicate in questi giorni sull'annunciato "patentino" per cani voluto dal ministero per la Salute. La stampa, giustamente, ne ha dato notizia. Purtroppo, nel farlo, ha rivelato una ingiustificabile arretratezza culturale. Eccone la prova: come pensate si chiami, secondo i giornalisti, il tipico cucciolo che scodinzola felice nelle case degli italiani?
Fido. I giornali ci hanno dato dentro con spensierata avventatezza: «Arriva la patente per Fido», «Fido avrà la patente», «Anche Fido dovrà fare la patente». A beneficio dei giornalisti tutti, vorrei far presente che l'ultima volta in cui a un cane è stato imposto il nome "Fido" era il 1965. E già allora il povero Fido di cui sopra dovette subire, a causa del nome, le prepotenze di tre cani-bullo del quartiere chiamati Whisky, Black e Heinrich Himmler. Nel 2009 «Fido» è un nome sconosciuto all'anagrafe canina. Non solo: latita perfino nelle banche.


CORRIERE FIORENTINO

8 OTTOBRE 2009

 

Impruneta (FI) Soltanto cinque fantini avevano inviato i documenti
Annullato il palio Per i quattro rioni c’è il tiro alla fune

Manca il tempo per adeguarsi alle nuove norme

 

Lisa Baracchi

 

Impruneta (FI) - A malincuore ma hanno dovuto farlo. E’ stata l’associazione Fiera di San Luca, alla fine, a mettere le mani avanti e a decidere, in autonomia, che il palio quest’anno non si fa. Tutto rimandato alla prossima edizione della fiera dell’Impruneta: troppo tardi ora per mettersi in regola con l’ordinanza Martini.
Il consiglio dell’associazione si è riunito in tutta fretta martedì sera, in anticipo anche sulla commissione (convocata dall’amministrazione comunale per venerdì) che avrebbe valutare se la manifestazione poteva adeguarsi alle regole fissate dal sottosegretario al Welfare Francesca Martini nel luglio scorso, per garantire più sicurezza a spettatori e animali.
Per l’assessore alla promozione territoriale, Marco Pistolesi, «sarebbe servito un ulteriore investimento di almeno 20 mila euro. Abbiamo dato fin da subito il nostro sostegno all’associazione perché la tradizione fosse mantenuta. Ma un po’ la nebulosità dell’ordinanza, a cui manca ancora il regolamento attuativo, un po’ la mancanza del tempo necessario a mettere tutto in ordine, ha scoraggiato il comitato organizzativo. E’ comprensibile: abbiamo ricevuto soltanto due settimane fa la comunicazione dalla Prefettura di adeguarsi all’ordinanza. Molti altri paesi toscani hanno già rinunciato al loro palio».
Il presidente dell’associazione Fiera di San Luca, Renato Merluzzi, precisa: «Le transenne di ferro e le presse di paglia potrebbero essere sostituite da paratie adeguate, ma ci manca ancora buona parte della documentazione richiesta. Solo 5 fantini ci hanno inviato l’autocertificazione con la garanzia che non hanno mai partecipato a corse clandestine, in cui autorizzano all’esame antidoping, dichiarano che hanno cavalli più vecchi di 4 anni e rispondono alle altre richieste indicate. Se investiamo in paratie e strutture veterinarie e poi non arriviamo al numero di cavalli (ne servono almeno 20) per la gara di giovedì?E’ una questione di responsabilità».
Un altro colpo quindi alle tradizioni paesane: dopo la corsa dei ciuchi, annullata due anni fa, i quattro rioni di Impruneta perdono quest’altra occasione per competere e si dovranno accontentare della gara del tiro alla fune in programma per venerdì 16 ottobre: «E comunque il palio non è una competizione sentita come lo è la gara dei carri per la festa dell’Uva », dice il vicepresidente dell’associazione Fiera, Renzo Miniati che segue da 70 anni le manifestazioni del paese.
«Né i cavalli, né i fantini sono del paese e la corsa ha perso ormai le sue caratteristiche originali — racconta Miniati — un tempo, fino almeno agli anni Ottanta, la gara si faceva in piazza. L’arrivo era dove c’è il barbiere. Tre cornette suonavano la partenza, la metà percorso e la conclusione della gara. Ci fu una volta che un cavallo non si fermò in tempo al traguardo e volò sopra una seicento parcheggiata in strada». Continua sulla scia dei ricordi: «Un tempo si facevano scommesse sul palio e i rioni si contendevano i fantini. Si offrivano a quei ragazzi cene e la compagnia delle donne più belle — conclude — L’abbiamo spostata in via Vittorio Veneto perché anche i commercianti protestavano, la sabbia della pista entrava nei negozi.
Al posto delle trombe le segnalazioni di inizio e metà gara si fanno ora con i telefonini».
Il sindaco Ida Beneforti rassicura: «Ci mancherà il palio quest’anno, ma non scordiamoci che si tratta solo di una sospensione temporanea. La fiera del 2010 avrà di nuovo la corsa dei cavalli». «Un po’ — dicono in piazza Buondelmonti — come succede quando il giorno della corsa arriva un’acquazzone. Si rimanda tutto».
La fiera
La Fiera di San Luca inizia sabato 10 ottobre e si conclude domenica 18. La giornata clou è martedì con la mostra del bestiame e la grande «pollata», cena di polli arrosto, al campo sportivo.
Renzo Miniati «Non è una competizione sentita come la gara dei carri per la festa dell’uva». Il sindaco: «Sospeso solo quest’anno» Tifo e scommesse Cavalli al galoppo in una delle edizioni passate.


AGI

8 OTTOBRE 2009

 

CASERTA: NAS OPERANO SEQUESTRO SANITARIO DI AZIENDA ZOOTECNICA

 

Caserta - Sequestro sanitario di un'azienda zootecnica di San Tammaro, nel casertano. I carabinieri del Nas di Caserta hanno scoperto che 15 delle 94 bufale dell'azienda sequestrata erano prive dei contrassegni identificativi (marche auricolari e boli endoruminali) necessari per la corretta identificazione degli animali e la tracciabilita' del latte. Si tratta di un controllo dei capi animali che l'Asl del territorio, in collaborazione con i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione di Caserta e Napoli, sta eseguendo dopo l'allarme diossina nel latte di bufala. Le violazioni riscontrate durante l'ispezione a San Tammaro, di carattere amministrativo, hanno comportato il sequestro sanitario dell'intera azienda zootecnica del valore di 500mila euro e la segnalazione del titolare dell'allevamento all'autorita' sanitaria per l'adozione dei provvedimenti di competenza.


LA REPUBBLICA
8 OTTOBRE 2009
 
Pesce contaminato, venti in ospedale
 
Una partita di pesce contaminato, oltre dieci persone in ospedale fra Bari, Gravina, Altamura e Cassano e un' allerta di carattere comunitario che dalla Puglia si estende ai Paesi del Mediterraneo. Oggi dall' istituto zooprofilattico di Foggia arriveranno risposte sulla provenienza del lotto di alici rosse avariate che ieri ha diffuso malori e allarmi nel Barese: i carabinieri del Nas e i funzionari della Asl hanno inviatoi primi campioni, dopo aver sequestrato e distrutto trenta chili di pesce sospetto. L' allarme è partito pochi minuti prima della mezzanotte di martedì, quando al pronto soccorso del Policlinico del capoluogo è arrivato un gruppo di baresi intossicati: tutti avevano mangiato alici crude, acquistate al mercato in via Montegrappa. La reazione allergica non ha lasciato spazio a dubbi: i pazienti manifestavano i sintomi della "sindrome sgombroide", causata quasi certamente dall' ingestione di un parassita, l' "Anisakis", diffuso nell' Adriatico. Quattro persone sono state ricoverate nel reparto di Dermatologia per la notte e due di loro sono ancora sotto osservazione: la reazione allergica può diventare pericolosa se intacca le vie respiratorie e i medici hanno preferito tenere sotto controllo i pazienti più colpiti. Altri casi simili, ma con sintomi più lievi, sono stati registrati ad Altamura, a Gravina e a Cassano, dove alcune persone hanno denunciato nausee e dolori intestinali. I militari del nucleo antisofisticazione di Bari, guidati dal capitano Antonio Citarella, hanno avviato immediatamente le indagini per risalire alla partita di pesce contaminato: i punti vendita di grande distribuzione sono stati individuati a Bisceglie, in due esercizi con documenti e strutture in regola. Erano in regola anche gli ambulanti di via Montegrappa, dove però sono stati sequestrati e distrutti a scopo preventivo 30 chili di pesce potenzialmente pericoloso. I carabinieri e la Asl stanno verificando la filiera commerciale degli alimenti: in attesa dei risultati da Foggia l' ipotesi più concreta è che le alici contaminate siano state pescate nel Mediterraneo, dove il parassita è presente in altissima concentrazione. «L' Anisakis attacca le viscere del pesce: se l' animale viene pulito adeguatamente non intacca le carni, ma se è vecchio, pulito male o se viene mangiato intero diventa un agente tossico per l' uomo» spiega il capitano Citarella. Gli investigatori hanno anche attivato l' osservatorio epidemiologico per un monitoraggio su tutte le intossicazioni sospette.

IL GAZZETTINO ROVIGO

8 OTTOBRE 2009

 

Sei rapaci liberati nell’Oasi di Ca’ Mello

 

Porto Tolle (RO) - Il momento più suggestivo è stato quando i sei rapaci uno dopo l'altro hanno dispiegato le ali e, un po' incerti e frastornati, con un balzo si sono librati in volo sul cielo del Delta. Sono sei i volatili che hanno riacquistato la libertà nell'Oasi di Ca' Mello a Porto Tolle. Una coppia di falchi e due di civette dopo le cure e la riabilitazione ricevuta nel Centro recupero animali selvatici convenzionato con la Provincia, hanno ripreso la loro vita selvaggia nei cieli del territorio deltizio intorno alla Sacca di Scardovari. Ad applaudire la liberazione anche quattro classi delle medie di Ca' Tiepolo. Una platea interessata e preparata che ha potuto anche visitare l'oasi prima di assistere al riacquistata libertà degli uccelli. L'appuntamento è stato organizzato dall'assessorato alle Risorse faunistiche di Claudio Bellan con ospite il collega di Porto Tolle Roberto Pizzoli. ono una settantina ogni anno gli animali accolti e curati dal Centro di recupero, per lo più pulcini caduti dai nidi, ma anche specie rare come fenicotteri, falchi pescatori e aironi.Chi rinvenga animali selvatici feriti o in difficoltà può segnalarlo al numero verde 800998636.


Animalieanimali

8 OTTOBRE 2009

 

LA STRADA DA 62 MILIONI DI EURO AL KM CONTESTATA PER SALVARE I ROSPI
In provincia di Cuneo

 

Trecentosettantacinquemilioniottocentoventitremiladuecentocinquanta euro. Una cifra che basterebbe per comprare trecento carrozze deluxe per i treni dei pendolari. O rimettere in sesto tutte le strutture universitarie scassate dell’Aquila, pagare per un anno le rette degli studenti e poi, con quel che avanza, acquistare tremila casette di legno per gli sfollati del terremoto. Tutti questi soldi saranno invece spesi per una strada, una piccola tangenziale a sud ovest di Asti. Un nastro d’asfalto lungo appena 5.329 metri che costa, considerando i 2.848 metri di bretelle e svincoli per collegarlo alla viabilità ordina¬ria, più di 60 milioni al euro al chilometro. Esattamente, 62,2 milioni.
La breve tangenziale corre su un lungo viadotto e poi sotto terra: immaginate i denari che servono. Ma se non è la strada più cara del mondo, poco ci manca. Per capire: la Variante di Valico, che si sviluppa quasi tutta in galleria, vale 52 milioni al chilometro. Ed è probabilmente il più costoso tratto di strada mai realizzato in Italia, dove per costruire un chilometro di autostrada si spendono media¬mente 32 milioni, contro i 14,6 milioni della Spagna. Senza considerare che la tangenziale sud ovest di Asti non è nemmeno un’auto¬strada in senso stretto, visto che per un terzo avrà una sola corsia per senso di marcia.
Ma in un Paese che nonostante le promes¬se continua a costruire infrastrutture con il contagocce, sarebbe perfino una spesa benedetta (sempre giustificandone il livello astronomico). Se invece, come qualcuno sostiene, fosse una strada completamente inutile? Così almeno la pensa un comitato locale che da anni la contesta. E così la pensano anche alcuni consiglieri del Piemonte (per esempio Angela Motta del Pd, stesso partito del gover¬natore Mercedes Bresso) pronti a dare battaglia in previsione del parere che a giorni emetterà la Regione. Per nulla scoraggiati dallo scontato «sì» regionale, epitaffio per le loro residue speranze, gli oppositori sono decisi a far valere tutte le loro ragioni. Il 22 set¬tembre due consiglieri rifondaroli, Paola Barassi e Alberto Deambrogio, hanno presentato una mozione contro il progetto preliminare depositato dall’Anas ad agosto. Nell’elen¬co delle rimostranze, anche l’allarme per il ri¬schio che correrebbe una «particolare e rara specie di rospo presente solo in due aree del territorio piemontese»: il pelobates fuscus in¬subricus , sopravvissuto all’alluvione del 1994, il cui habitat naturale verrebbe seriamente compromesso dalla nuova arteria.
C’è da dire che l’anfibio avrebbe corso lo stesso rischio anche cinquant’anni fa, quando si cominciò a pensare a quella tangenzia¬le e non esisteva nessun partito dei rospi. Le prime lettere di esproprio ai proprietari dei terreni partirono dal Comune di Asti nel 1960. Poi tutto si fermò. Finché nel 1974 la tangenziale spuntò nel piano regolatore della città. All’inizio attraversava gli orti a ridosso del centro abitato. Via via che il cemento invadeva il territorio, però, il tracciato veniva spostato sempre più in periferia.
Mentre i costi del progetto si gonfiavano come un sufflè: l’ultima botta arrivò con l’alluvione del 1994 che ispirò un megaviadotto da oltre un chilometro.
Tutto sulla carta, naturalmente, perché nes¬suno credeva davvero che la tangenziale si sarebbe mai fatta. Troppi soldi, troppo tempo, troppi problemi.
Il partito del rospo, che intanto era sorto, si fregava le mani, ma non aveva fatto i conti con il progetto dell’autostrada Asti-Cuneo. Né, soprattutto, con il presi¬dente della Provincia Roberto Marmo, forzista, che persuase l’Anas a fare la tangenziale con l’intento di collegare al casello di Asti Ovest l’Asti-Cuneo con la Torino-Piacenza. Entrambe gestite da società che fanno capo al potente concessionario priva¬to Marcellino Gavio. Si fece quindi un proget¬to faraonico per un’autostrada a sei corsie. Ma nel 2002 il nuovo sindaco di centrosini¬stra Vittorio Voglino, uscito da una campagna elettorale nella quale quattro candidati su cinque, tutti tranne quello di Forza Italia, avevano promesso che se eletti non avrebbero fatto la tangenziale, lo bloccò.
La motivazione? Per collegare le due autostrade si poteva bene utilizzare un’altra strada, già esistente, arrivando così al casello di Asti est. Soluzione considerata più facile e più logica. L’Anas avrebbe però dovuto am¬pliare quella strada. E come compensare Co¬mune e Provincia? Semplice: realizzando la tangenziale della discordia ma con un proget¬to diverso, sul quale Marmo e Voglino stavol¬ta si erano messi d’accordo. Un progetto for¬se più modesto, ma a quanto pare non meno costoso. E i soldi? Nessun problema: c’è la Legge obiettivo.
Inutili le proteste degli oppositori, secon¬do cui non è stato mai fatto uno studio di viabilità, e quindi nessuno sarebbe in grado di dire quante macchine passeranno su quella strada. Inutili anche le osservazioni avanzate dal comitato su alcuni aspetti dell’opera¬zione. Per esempio, la circostanza che la società Autostrada Asti-Cuneo del gruppo Ga¬vio, concessionaria della tangenziale, sia partecipata al 35% dall’Anas, cioè dal conceden¬te. Per esempio, che il progetto sia stato affidato a un’altra società del medesimo gruppo Gavio, la Sina spa, di cui è amministratore delegato Agostino Spoglianti, contemporane¬amente pure presidente della Asti-Cuneo...


RADIO RTM

8 OTTOBRE 2009

 

Stagione venatoria. In un mese la Polizia Provinciale di Ragusa ha denunciato 34 cacciatori

 

Ragusa - L’azione di contrasto avviata dalla Polizia Provinciale per prevenire il compimento di illeciti in materia di caccia e per contrastare il fenomeno del bracconaggio ha portato nel primo mese della stagione venatoria 2009/2010 alla denuncia di 34 cacciatori all’Autorità Giudiziaria, al sequestro di 31 fucili di vario calibro, di 641 cartucce, di 10 furetti e oltre 50 capi di selvaggina abbattuta illegalmente. L’attività coordinata dal comandante della Polizia Provinciale Raffaele Falconieri ha portato anche al sequestro di un’autovettura utilizzata di notte per abbagliare la selvaggina. I dispositivi di controllo, attuati anche e soprattutto in orari notturni, hanno interessato senza sosta tutto il territorio provinciale. Particolare attenzione è stata prestata a quelle zone rurali prevalentemente battute dai cacciatori per la maggiore presenza di selvaggina (principalmente coniglio selvatico, specie migratorie o specie particolarmente protette). Sono state inoltre contestate 32 infrazioni amministrative per varie violazioni alla normativa venatoria (ambito o orario non consentito, mancata annotazione della giornata di caccia sul tesserino). In tutto sono stati controllati oltre 200 cacciatori, provenienti da ogni parte della e da altre regioni d’Italia (Lazio e Lombardia soprattutto). “Si è trattato di un’azione particolarmente intensa – afferma l’assessore alla Polizia Provinciale Salvatore Minardi – come testimonia il bilancio di questo primo mese di stagione venatoria che ha registrato la denuncia di 34 cacciatori ma che dà la prova delll’impegno messo in campo dal Nucleo di Vigilanza Venatoria di questa Polizia Provinciale, cui va dato atto della spiccata professionalità e del serio impegno profuso. I servizi non conosceranno alcuna battuta d’arresto, anzi riceveranno una ulteriore intensificazione nei prossimi giorni soprattutto in concomitanza dell’arrivo sul territorio provinciale di alcune specie migratorie”


PORTO DI MARE

8 OTTOBRE 2009

 

Caccia poco sportiva: richiami illegali sequestrati dalla forestale

 

SALENTO (LE) – Si riapre la stagione della caccia e non mancano i furbi che utilizzano mezzi poco sportivi per riempire il carniere. A Carmiano, invece, un cacciatore disattento spara all’amico.La stagione di caccia s’è aperta da poco e già c’è chi non esita a ricorrere a mezzi poco sportivi per tornare a casa con un bel bottino di prede. L’intervento della forestale però, rovina i piani a questi cacciatori sleali.

Gli Agenti del Comando Stazione Forestale di Gallipoli, infatti, alle dipendenze del Comando Provinciale di Lecce, durante uno specifico controllo predisposto al contrasto dell’uso illegale dei richiami acustici elettromagnetici che riproducono il canto degli uccelli, hanno rinvenuto e sequestrato, negli agri dei comuni di Sannicola, Neviano e Parabita tre autoradio, un riproduttore con timer e altoparlanti, quattro batterie, tre altoparlanti, due timer, tre cassette in ferro e tre catene in acciaio con relativo lucchetto.

Alcuni di questi richiami sequestrati, addirittura, erano incassati in strutture di acciaio e pertanto è stato necessario richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco di Gallipoli per poterli scardinare.

Poteva avere conseguenze ben peggiori, invece, l’incidente accaduto qualche giorno fa (ma se n’è avuta notizia solo ora) ad un sessantenne di Carmiano. Mentre si trovava a caccia, infatti, è stato colpito per sbaglio alle gambe da un altro cacciatore.

Il feritore, probabilmente, si trovava in una posizione che non gli consentiva di vedere chiaramente chi ci fosse oltre gli arbusti, ed al movimento rapido delle fronde ha pensato si trattasse di una lepre ed ha fatto fuoco.

Le grida del cacciatore colpito gli hanno fatto subito capire che s’era trattato d’un errore.

L’uomo ha subito soccorso l’amico e l’ha trasportato all’ospedale di Copertino, dove i medici l’hanno giudicato, fortunatamente, guaribile in pochi giorni.


LA NUOVA SARDEGNA

8 OTTOBRE 2009

 

Carloforte, l invasione «aliena» delle cornacchie e dei cinghiali

 

Simone Repetto

 

CARLOFORTE (CI). E’ allarme specie “aliene” nell’isola di San Pietro. Con risvolti e conseguenze che preoccupano non poco gli abitanti. Stavolta, le segnalazioni non vengono dal mare, come accaduto per specie tropicali quali il granchietto “flat crab” o l’alga Caulerpa racemosa, ma per animali terrestri ben noti al pubblico: cornacchie e cinghiali. Due specie profondamente diverse, ma allo stesso modo “invasive”, quando immesse in un territorio dove non esistevano, con risvolti non prevedibili su un ecosistema fragile e tipicamente “chiuso”, come quello dell’isola di San Pietro. La prima specie “alloctona” a comparire sulla scena carolina è stata la cornacchia. Introdotta qualche anno fa da mani poco lungimiranti ed a tutt’oggi anomime, il volatile ha finito per trovare terreno fertile nei campi aperti, vallate, pinete e colline isolane, al punto da riprodursi con successo e aumentare di numero a vista d’occhio. Il classico e poco regale “gracchiare” del corvo, è divenuto sempre più familiare tra gli abitanti delle campagne, ma anche della periferia urbana. Questo uccello, è infatti noto per la sua intelligenza e l’alta capacità di adattamento, in grado di vivere in ambienti diversi ed abituato alla presenza umana, pur mantenendo lo stato selvatico senza mai avvicinarsi troppo. Inoltre, è in grado di trovare il cibo in ogni luogo, potendo nutrirsi di altri animali, frutta e ortaggi, predare pulcini e mangiare uova. Per questo, rappresenta un problema per le nascite di altre specie di uccelli, come segnalato in più di una occasione a Carloforte, costituendo una vera e propria insidia ornitologica per passeriformi, trampolieri ed anche rapaci quali poiane, falchi pellegrini ed il raro falco della Regina. Non meglio va agli agricoltori, che vedono aumentare i danni ai loro orti, devastati dal potente becco delle cornacchie, segnalate in assembramenti zonali di oltre 120 esemplari. Discorso simile per il cinghiale, fino a ieri sconosciuto nell’isola. Pare che qualche ignoto ed incauto faccendiere, abbia volutamente immesso nei boschi isolani alcuni esemplari, per dilettarsi nella caccia e per addestrare a dovere cani “da cinghiale”, allo scopo di rivenderli sul mercato cinofilo a prezzi elevati. Ed anche in questo caso, già si contano i danni lamentati da alcuni privati nelle loro campagne, “visitate” dall’inatteso, nuovo inquilino. Lo sviluppo delle due specie è ormai sfuggito di mano, e diversi cittadini chiedono a gran voce un intervento serio, alle istituzioni ed alla Forestale, per riportare la situazione sotto controllo. Oltre alla moltitudine di danni arrecati, a rischio c’è il naturale equilibrio florofaunistico dell’isola, sito di interesse comunitario con zona di protezione speciale e Oasi Lipu, costituite per la protezione dei volatili, tra cui non figurano le cornacchie, né tantomeno i cinghiali. 


VILLAGGIO GLOBALE

8 OTTOBRE 2009

 

Ddl Orsi - Il «No» della Conferenza Stato-Regioni

La posizione negativa espressa è oramai ufficiale: la 157 potrebbe essere solo migliorata e per farlo devono essere coinvolte realmente tutte le parti

 

Bocciatura del testo unificato del Disegno di Legge del sen. Orsi anche da parte della Conferenza Stato-regioni.Un altro fondamentale rifiuto alla riforma della 157/92 in materia di caccia proposta dal senatore Orsi nel testo unificato del Disegno di Legge che prende il suo nome.«La Conferenza Stato-Regioni, organismo permanente di consultazione per le norme proposte e in discussione, ha bocciato quasi all'unanimità (ad esclusione della Regione Veneto) il Ddl Orsi. La posizione negativa espressa martedì scorso è oramai ufficiale: la 157 potrebbe essere solo migliorata e per farlo devono essere coinvolte realmente tutte le parti e non solo chi ha interesse a cacciare! - dichiara Daniela Casprini dell'Associazione vittime della caccia - l'impianto della 157/92 e il suo spirito di conservazione e recepimento delle direttive europee deve essere la base da cui non si può trascendere. Non dimentichiamoci che la legge stabilisce che l'attività venatoria è una concessione dello Stato non certo un diritto di pochi armati a cui verrebbe ulteriormente affidata l'intera gestione del territorio, anche i fondi dei privati!».La forzatura che il mondo venatorio più estremista ha voluto con questo disegno di legge, in realtà ha fomentato l'opposizione dell'opinione pubblica, anche alla luce dell'altissimo numero delle vittime che anche questa stagione venatoria sta riportando alle cronache, come dichiara la presidente dell'Associazione vittime della caccia «la gente comune rimasta ferita dalle armi da caccia durante l'attività venatoria, alcuni a casa propria... sono ben 6! Mentre i morti per armi da caccia tra la gente comune sono 4, uno in ambito venatorio e 3 in ambito extra venatorio. I cacciatori feriti durante la loro attività sono 11 e i morti 6 (5 in ambito venatorio). 17 feriti e 10 morti per armi da caccia in nemmeno un mese: Si traggano le proprie considerazioni secondo coscienza e non gridando al pretestuoso allarmismo, è tutto documentato!«Se si deve ripensare alla 157 che lo si faccia in maniera restrittiva e garantista per le persone che non vogliono saperne di armi e cacciatori. Il territorio nazionale è patrimonio di tutti, le specie selvatiche non sono proprietà dei cacciatori che vogliono ucciderle e gli aspetti legati alla sicurezza nelle campagne antropizzate sono elementi che devono essere preminenti e trattati con l'attenzione che meritano, soprattutto in rapporto all'interesse generale e non alla bramosia di una lobby che è la minoranza nel Paese!«Ne tenga conto la Commissione Ambiente del Senato», conclude Daniela Casprini dell'Associazione vittime della caccia.

Fonte Associazione vittime della caccia


IL GAZZETTINO

8 OTTOBRE 2009

 

È in continua crescita l’andamento demografico della fauna selvatica in provincia

 

Provincia di Belluno - È in continua crescita l’andamento demografico della fauna selvatica in provincia. Fatta eccezione per la moria di cervi causata dalle eccezionali nevicate dello scorso inverno e la decimazione del 90% degli stambecchi attaccati dalla rogna sarcotica, il censimento 2009 del corpo di polizia provinciale indica ben 14300 caprioli, 8200 camosci, 7100 cervi e 1350 mufloni. Fra le nuove comparse, i cinghiali, di cui si stimano oltre 500 esemplari. 2300 sono invece i fagiani, 650 le coturnici e 420 le pernici e 1600 le lepri bianche. Particolarmente positiva è la situazione negli oltre trentuno mila ettari del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, in cui trovano rifugio tutte le specie alpine. All’appello manca solo lo stambecco, che sarà reintrodotto a breve, come è stato fatto per marmotte e mufloni. L’avifauna presenta la metà delle varietà di volatili italiani. Fra loro, anche 9 coppie di aquile reali e una sempre più nutrita rappresentanza di rapaci, dall’astore allo sparviere al gufo reale. Ad aumentare il patrimonio faunistico, anche se solo per alcuni anni, lo stazionamento di alcuni orsi: il primo, nel 1995 fu Friz, cui seguirono Franz e altri due esemplari, fino al più celebre Dino, che ha animato le cronache del 2009.A spiegare se e come potrebbe essere tesorizzata in un turismo eco-compatibile la presenza del plantigrado, sterminato già nell’800 dal nostro territorio, è il direttore del parco, Nino Martino

Di ricente anche il ritrovamento di uno scheletro di lupo: è ipotizzabile una sua ricomparsa?

«Il canis lupus vive in branchi e richiede la disponibilità di ampi spazi non antropizzati. L’intera superficie del nostro parco fatica a soddisfare da sola le sue esigenze»

È possibile invece una reintroduzione dell’orso?

«Anche se un po’ inferiori alle percorrenze del lupo, che in una sola notte può coprire anche 50 chilometri, pure l’orso necessita di zone molto vaste in cui muoversi liberamente. Non dimentichiamo che i suoi spostamenti, per lo più notturni, possono essere di decine di chilometri»

La vicinanza di altre aree protette, come il Parco delle Dolomiti Friulane, potrebbe contribuire ai suoi fabbisogni?

«E’ stato proprio grazie al corridoio friulano, “protetto” da infrastrutture, come le autostrade, che i giovani plantigradi originari dei balcani hanno raggiunto la nostra provincia». 

E’ quindi ipotizzabile una partnership?

«Non escludo un progetto futuro in questo senso, ma ci sono anche altri aspetti importanti da valutare, come l’impatto sociale della reintroduzione».

La presenza dell’orso costituirebbe però una risorsa per il turismo e l’economia locale, come dimostrano i nostri vicini trentini. 

«Creare una cultura dell’accoglienza per animali “importanti” come l’orso comporta investimenti di risorse e tempo non facili da reperire». 

La presunta pericolosità di lupi e orsi è stata di fatto sconfessata dalle ricerche scientifiche moderne. 

«Allo stato attuale è prematuro ipotizzare una campagna di informazione dedicata ai plantigradi. Tuttavia da sempre il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi investe nella promozione del nostro patrimonio naturale».

Quali sono le forme di questo investimento per il rispetto e valorizzazione di flora e fauna locali?

«Da oltre 10 anni siamo impegnati in un programma di educazione ambientale indirizzato all’intera popolazione scolastica, dall’asilo a quella universitaria. Realizziamo lezioni in aula e escursioni nel Parco. Ogni anno formiamo complessivamente più di 4000 studenti».

Qual è la partecipazione degli istituti scolastici locali? 

«Circa l’11% dei giovani bellunesi ha visitato il Parco in età scolare e l’adesione alle nostre iniziative è in costante crescita».

Come ha notato una delle guardie che ha seguito gli spostamenti dell’orso Dino, c’è da sperare in una futura, pacifica, convivenza.


ADN KRONOS

8 OTTOBRE 2009

 

A Treviso sette km di salamella. E su Facebook la prima maratona vegetariana per carnivori

Treviso, 8 ott. - (Ign) - Appuntamento sabato e domenica al Bastione di San Marco per la maxi salsiccia da Guinness che verrà venduta al metro. Sul web atleti virtuali in gara per 'cambiare il menu'

 

Treviso - Due appuntamenti, pensati per chi ha la passione della carne e chi propone di 'cambiare menu'. Il primo è per il weekend al Bastione di San Marco a Treviso, dove il recordman Bruno Bassetto realizzerà con altri trenta concorrenti una salamella da sette chilometri. La maxi salsiccia dovrà prendere il posto della sua stessa creazione di nove anni fa, lunga oltre cinque chilometri e del primo record nel 1998 che sfiorava i quattro. Per battere i record precedenti si comincia a lavorare dalle sette di mattina e, secondo le previsioni, si dovrà andare avanti fino al pomeriggio. La salamella verrà venduta poi al metro con del buon vino rosso e il ricavato andrà in beneficenza.

Va in direzione completamente diversa invece la VebRace, la maratona virtuale su www.cambiamenu.it che punta a sfatare alcuni luoghi comuni sull'alimentazione. La gara benefica, spiegano dall'organizzazione, servirà a salvare ettari di foreste, risparmiare litri e litri d’acqua, inquinare meno o salvare milioni di animali. Come? "Il primo passo consiste nel sapere che gli allevamenti di animali, destinati all’alimentazione umana - precisano -, sono responsabili dell’inquinamento di falde acquifere e mari, della deforestazione, dello spreco di risorse territoriali, idriche e alimentari, e contribuiscono in maniera determinante all'effetto serra". "Acquisita questa consapevolezza - aggiungono -, si potrà decidere di rinunciare all’hamburger settimanale o al ragù di carne per salvare, mese per mese, ettari di foresta spazzati via dagli allevamenti, contribuire a ridurre i dannosi gas serra o evitare che milioni di animali vengano allevati e uccisi per consumi di cui non vi è alcuna reale necessità". Giorno per giorno, su www.cambiamenu.it questi pionieri maratoneti potranno contare e verificare gli obiettivi raggiunti e decidere se e come cambiare il proprio regime alimentare.


MESSAGGERO VENETO

8 OTTOBRE 2009

 

La volpe nel pollaio per la terza razzia

 

Udine - Via Marsala Ancora un attacco della volpe nel pollaio di via Marsala. Di positivo c’è che il ripetersi delle aggressioni agli animali da cortile fanno pensare che la volpe sia sana, non affetta dal virus della rabbia, che ne mina la forza e l’agilità. Mira dell’animale selvatico, oltre alle galline già morte, anche un’oca, trovata sanguinante dal proprietario, Franco Iuretigh: «Questa volta - ha raccontato la moglie di Iuretigh - oltre alle ormai consuete visite notturne, la volpe ha attaccato in pieno giorno. Fra mezzogiorno e le 15, infatti, l’oca è stata aggredita più volte, tant’è che l’abbiamo rinvenuta ferita, ma ancora viva». Considerato che la volpe ha avuto le energie per attaccare un’altra volta il pollaio di via Marsala «possiamo scongiurare che sia affetta dal virus della rabbia - ha spiegato Oreste Battilana, responsabile del Dipartimento prevenzione e vigilanza veterinaria dell’Ass 4 -; inoltre, il fatto che si porti via le carcasse delle galline fa supporre che queste siano la provvista di cibo per i suoi cuccioli». A quanto pare, dunque, è probabile che la volpe abbia dei cuccioli da nutrire e sarebbe questo il motivo che la spinge a fare ritorno nel grande orto di via Marsala per prendere i corpi degli animali da cortile rimasti uccisi dopo l’aggressione notturna di domenica: «Ormai nel pollaio - ha raccontato Iuretigh - ci sono solo due galline e il gallo, anche se un po’ claudicante. In un altro recinto abbiamo anche una quindicina d’anatre». Adesso, però, si pone un altro problema per la famiglia Iuretigh: «Le galline uccise la notte fra domenica e lunedì giacciono ancora nel nostro cortile ed è probabile che siano proprio quelle carcasse ad attirare le attenzioni della volpe. Da giorni cerchiamo di avere risposte dall’Azienda per i servizi sanitari, dal Comune e dalla Polizia municipale, ma veniamo ribalzati per diverse competenze da un ufficio all’altro; intanto le galline morte rimangono nel giardino e la volpe attacca i nostri animali con cadenza quotidiana».


BIG HUNTER
8 OTTOBRE 2009
 
Il Governo impugna la legge sui richiami vivi della Lombardia. Bertacchi (Fidc) "diritto sancito dalla 157"
 
Pochi giorni fa il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto e con l'appoggio del MInistro Zaia, ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale alcune leggi regionali, tra queste c'è la l.r. 19/2009 della Lombardia approvata lo scorso 6 agosto che consente il funzionamento dei roccoli per la cattura dei richiami vivi per la stagione 2009/2010.La legge presenterebbe aspetti di illegittimità costituzionale in relazione al rispetto del diritto comunitario, nonché dei principi statali che stabiliscono gli standard minimi ed uniformi di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, di competenza esclusiva statale, secondo quanto disposto dall' art. 117, comma 2, lettera s della Costituzione. A parere dei Ministri la legge autorizzerebbe la cattura di alcune specie in assenza dei presupposti stabiliti dalla direttiva comunitaria in materia e in assenza del parere favorevole dell'ISPRA, obbligatorio e vincolante per le Regioni.
“Tale Legge è stata approvata grazie al sostegno dei Consiglieri Regionali della Lega e del PDL -ci segnala il presidente provinciale di Federcaccia Bergamo Lorenzo Bertacchi - Si  rileva che un'eventuale interruzione del funzionamento dei roccoli causerebbe  un gravissimo danno ai cacciatori ai, quali, peraltro la stessa legge 157/92  garantisce la possibilità di poter cacciare con un determinato numero di  richiami vivi di cattura e non d'allevamento". "La sospensione delle catture - conclude - che  in genere garantiscono non più di un richiamo vivo all'anno per ogni titolare di appostamento fisso, sarebbe lesivo dei diritti garantiti dalla Legge  nazionale agli stessi cacciatori”.
BIG HUNTER
8 OTTOBRE 2009
 
Alessandra Roncon a 25 anni è la prima cacciatrice a capo di una squadra di selettori a Ferrara
 
A supporto della nostra iniziativa Amiche di BigHunter, ideata per portare a galla la realtà sempre più nutrita della caccia al femmile, riportiamo con piacere la notizia di una giovane cacciatrice che a 25 anni è già a capo di una squadra i coadiutori della Provincia di Ferrara. Ossia cacciatori abilitati a supportare le operazioni della Polizia Provinciale per la selezione dei capi in eccesso e la prevenzione delle coltivazioni.
Alessandra Roncon è la prima donna (e certamente la più giovane) ad assumere questa responsabilità nella provincia di Ferrara. Cacciatrice dal 2006, ha partecipato al corso di coadiutore l'anno scorso, superando brillantemente l'esame finale. “Ho iniziato ad appassionarmi alla caccia – ricorda Alessandra – quando, a 6 anni, accompagnavo il babbo Sante, ero curiosa di vedere in cosa consisteva il prelievo delle volpi finalizzato alla ricerca della trichina. Sono rimasta affascinata dall’impegno profuso per questa attività, ma anche per limitare la presenza delle nutrie, dal piacere di vedere il cane mettersi in ferma perché aveva fiutato un selvatico, dall’abbassare il fucile se non era a tiro per non correre il rischio di ferirlo per nulla". "Tutte le mie amiche mi dicono che sono pazza - aggiunge -, ma ne ho una, Jolanda, cacciatrice anche lei per 'amore', che ha la mia stessa passione. Mi spiace solo che la stragrande maggioranza della società ci guardi malissimo, ci sono coloro che non rispettano le regole e vanno sanzionati, ma c’è anche chi caccia rispettando le regole, amando l’ambiente dove vive, impegnandosi in catture e liberazioni, nella prevenzioni dei danni. Come capo zona ricevo le richieste d’intervento del mondo agricolo, coordino gli interventi dei miei colleghi coadiutori allo scopo di ridurre i danni causati dalla selvaggina. E’ uno sport bellissimo – conclude Alessandra – a contatto con la natura e chissà se un giorno riusciremo a far comprendere che anche noi amiamo l’ambiente nel quale viviamo”.
 
 

 

            08 OTTOBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 

 

 

LA GAZZETTA DELLO SPORT
8 OTTOBRE 2009
 
Ecco il maiale clonato  Si chiama Kakà
L'animale battezzato come il fuoriclasse brasiliano del Real Madrid, è stato creato dall'Università di Murcia con la stessa tecnica di trasferimento nucleare utilizzata per la famosa pecora Dolly

 
Filippo Maria Ricci
 
MADRID, 8 ottobre 2009 - Nella sua divertente autobiografia Carlo Ancelotti racconta con grande ironia che quando i tifosi juventini tirarono fuori il famoso striscione "Un maiale non può allenare", lui ci rimase malissimo. Non per se stesso, piuttosto per l'animale. "La mia cultura è contadina e da ragazzo, grazie a quella bestia, abbiamo mangiato 365 giorni l'anno". Ora c'è un maiale che può fare molto di più per il genere umano. E anche lui in qualche modo è legato al mondo del calcio, visto che si chiama Kakà.
KAKA' IL SOPRAVVISSUTOSi tratta del primo animale domestico clonato in Spagna, creato usando la stessa tecnica di trasferimento nucleare utilizzata per la famosa pecora Dolly. L'esperimento di clonazione è stato portato avanti dall'equipe del professor Emilio Arsenio Martínez, titolare della cattedra di Medicina e Chirurgia Animale della facoltà di veterinaria dell'Università di Murcia. Due mesi fa è nata la nidiata, composta da 4 maiali. Solo uno è sopravvissuto, casualmente proprio quello battezzato Kakà, evidentemente forte al limite del Galattico.
GRANDE RILEVANZA SCIENTIFICA — A parte gli scherzi la notizia riveste grande rilevanza scientifica. Il professor Martinez considera che questo successo possa aprire le porte a studi futuri sulle malattie genetiche del genere umano e anche a trapianti di organi dai maiali agli uomini. Teoricamente il prossimo passo dovrebbe essere la clonazione di animali geneticamente modificati, esemplari considerati fondamentali per la ricerca dell'origine di alcune malattie gravi e dell'efficacia dei trattamenti per combatterle. E allora, forza Kakà.
(nella foto Kakà il maialino clonato)

 
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