LA NUOVA VENEZIA 8 SETTEMBRE 2009
Pastore tedesco sbrana cagnolino
MIRA (VE). Un cagnolino di piccola taglia viene sbranato da un pastore tedesco mentre una coppia di coniugi di Mira passeggia in montagna a Passo san Pellegrino (Tn). I coniugi sporgono denuncia contro la proprietaria perchè il cane che era senza museruola e ottengono un risarcimento di oltre 2000 euro. «Nell’estate di due anni fa - spiega l’avvocato Auciello che ha assistito gli sfortunati padroni del cagnolino - la coppia di Mira stava facendo una passeggiata in compagnia del lo cagnolino, un bastardino di piccola taglia che si chiamava Rocky. Ad un tratto su un sentiero è comparso un pastore tedesco libero e senza museruola che si è avventato sul povero cagnolino sbranandolo». Dopo due anni la compagnia assicurativa a cui era assicurato il pastore tedesco ha dovuto sborsare, pena un processo, oltre 2000 euro per i danni morali e materiali per la perdita di Rocky. Il caso è preso ad esempio anche dall’Enpa Ente di protezione degli animali. «I proprietari dei cani - spiega Roberto Martano coordinatore regionale dell’Enpa - sono responsabili di quello che fanno gli animali. In questo caso far circolare un animale libero, senza guinzaglio e museruola è stata una negligenza. Poteva provocare oltre alla morte del cagnolino, anche una aggressione a persone che camminavano su quel sentiero». IL CENTRO 8 SETTEMBRE 2009
Randagi uccidono un cane domestico
CASOLI (CH) - Cani incustoditi e randagismo diffuso. Sono i problemi che un cittadino di Casoli, S.R. segnala a seguito dell’uccisione del suo cane in contrada Quarto da Capo. «Qualche giorno fa il mio cane di razza Carlino è stato azzannato e ucciso da altri due animali entrati nel piazzale di casa mia - racconta - Purtroppo ho assistito inerme al fatto. Nonostante le mie grida, infatti, hanno aggredito il mio cane trascinandolo sulla strada vicina. Solo a fatto compiuto si sono dileguati - continua - Non so a chi appartenessero o se fossero randagi, ma il giorno successivo i cani si aggiravano di nuovo nella contrada. Ho denunciato perciò il fatto - prosegue Rossetti - e chiesto a sindaco, polizia municipale e Asl l’identificazione dei cani e del proprietario. Quegli animali possono rappresentare un pericolo per l’incolumità pubblica». Proprio oggi, intanto il consiglio comunale esamina il regolamento sul randagismo. IL RESTO DEL CARLINO 8 SETTEMBRE 2009
Pitbull aggressivo con altri animali “La sicurezza – dice il sindaco – va garantita in ogni momento ed in ogni situazione. Per questo, sono intervenuto con una apposita ordinanza che evitasse che si ripetano episodi di aggressione”
Ascoli Piceno - Al comando della Polizia Municipale erano giunte numerosissime segnalazioni che riguardavano un pitbull femmina. L’animale, stando alle segnalazioni, si era reso protagonista di diversi episodi di aggressione nei confronti di altri cani e gatti nella zona del centro storico. Il sindaco Guido Castelli, si è interessato alla vicenda, coadiuvato dal vice comandante della Polizia Municipale, Pierpaolo Piccioni.“La sicurezza – dice il sindaco – va garantita in ogni momento ed in ogni situazione. E’ un diritto del cittadino rispetto al quale l’Amministrazione Comunale deve farsi carico garantendo la sicurezza del cittadino nelle varie situazioni della sua vita.Per questo, sono intervenuto con una apposita ordinanza che, tutelando i diritti delle parti interessate, evitasse che si ripetano episodi di aggressione ad animali liberi o condotti a passeggio dai proprietari mettendo a rischio anche l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”.Si è provveduto quindi, con un provvedimento temporaneo, a ricoverare il cane in un'adeguata struttura, convenzionata con il Comune di Ascoli Piceno, nel nord della regione. MATTINO DI PADOVA 8 SETTEMBRE 2009
Incendiate 5 gabbie
SAONARA (PD). Cinque gabbie per conigli, per fortuna senza animali all’interno, sono bruciate ieri pomeriggio a Saonara, in un piccolo allevamento ad uso familiare in via Piave. In mattinata B. R., 73 anni, aveva macellato i conigli bruciando le pellicce. Probabilmente dai rimasugli di quel falò si sono sprigionate le fiamme che hanno distrutto le gabbie.
ASYLUM
8 SETTEMBRE 2009
ECCO IL CANE SORDO CHE HA IMPARATO I LINGUAGGI DEI SEGNI
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Ad appena otto settimane di vita, Pixie (in foto) è un border collie intelligentissimo. Nato sordo, sta imparando, grazie a tanta pazienza e buona volontà, il linguaggio dei segni. L'unico modo per poter comunicare con la sua padrona. A oggi, Liz Grewal è riuscita a insegnarli a sedersi e ad andare verso di lei. Ovviamente dietro c'è una preparazione che nasce dall'aver posseduto, per sei anni, altri cani non udenti. Ora sta insegnando a Pixie una cosa fondamentale: fare i bisogni in strada, e non a casa. "I cani capiscono il linguaggio del corpo, i gesti delle mani", spiega la signora. In tutto, Liz ha quattro cani, tutti sordi. Per attirare la loro attenzione, quando sono girati o impegnati in altre cose, si serve di una bottiglia. "La sordità è molto comune tra i cani - spiega - Voglio dare ai miei animali la possibilità di vivere una vita fantastica, e sono certa che ci possono riuscire". Una recente ricerca canadese ha rivelato che i border collie sono, in assoluto, i cani più intelligenti.
LA REPUBBLICA
8 SETTEMBRE 2009
PIXIE IL CUCCIOLO SORDO CHE COMUNICA COI SEGNI
http://www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/cane-linguaggio-segni/1.html
Unione Sarda.it
Provincia di Cagliari
08 settembre 2009
Il fatto. Giotto era una vera star. Illeso Riccardo Tuffu, esperto fantino di Oliena
Il Palio di Pula finisce nel sangue
Un palo della staccionata s'infila nel petto di un purosangue
Palio tragico: un purosangue, Giotto, è rimasto ucciso da un palo della staccionata che gli si è conficcato nel petto. Illeso il fantino Tuffu.
IVAN MURGANA
prov. di Cagliari - Il Palio di Pula finisce nel sangue. Giotto , uno splendido purosangue montato da Riccardo Tuffu di Oliena, sbanda improvvisamente, vira all'interno della pista e per il suo fantino diventa improvvisamente ingovernabile. È la fine. Il povero animale finisce sulla staccionata, un legno affilato gli si confica sul petto uccidendolo. È l'epilogo, tragico, di una grande festa cominciata quattro ore prima sulla pista di Perdu Collu, tra le montagne di Piscinamanna e il mare di Santa Margherita. Un manifestazione ippica voluta con forza anni fa dall'associazione dei Cavalieri di Pula. Giotto era una vera stella, un destriero di razza e apparteneva a Samuele Porcedda, allevatore di Villamar. E Tuffu un grande fantino, abituato a gareggiare su percorsi importanti come il Palio di Siena. È rimasto fortunatamente illeso dopo l'uscita di pista.
L'incidente si è verificato poco prima delle 20, quando il Palio di Pula, dopo le batterie di qualificazione, era giunto ormai all'epilogo. All'ultimo giro della finale, Giotto era nel gruppo di testa e andava velocissimo. Il cavallo percorreva la parte interna della pista, quando all'improvviso ha stretto troppo la curva ed è piombato sulla staccionata che delimita il percorso di gara. L'impatto è stato tremendo, l'animale è rimasto infilzato su un palo che gli ha spaccato il cuore: un nitrito e poi la morte tra le urla degli spettatori visibilmente spaventati per la tragedia che si era appena consumata sotto i loro occhi. Riccardo Tuffu non ha riportato conseguenze: per lui qualche attimo di paura ma nessuna ferita. Nella pista di Perdu Collu, considerata da tutti uno dei migliori circuiti regionali, la finale del palio non è stata accolta con i consueti festeggiamenti, la tristezza per la morte del cavallo ha spento il clima di festa. La finale se l'è aggiudicata il fantino Francesco Caria che ha preceduto Giuseppe Piccinnu: il montepremi di 6500 euro è stato diviso tra tutti i finalisti della competizione. Dispiaciuti gli organizzatori del Palo di Pula, che nelle ultime settimane avevano lavorato non poco per la riuscita della manifestazione. «Nelle batterie di qualificazione era andato tutto per il verso giusto - racconta Pasquale Abis dell'associazione Cavalieri di Pula - purtroppo nell'ultimo giro della finale si è verificato questo brutto incidente: dispiace per la morte del cavallo. Il Palio di Pula tornerà regolarmente il prossimo anno con un montepremi di diecimila euro». Anche in Comune la soddisfazione per la riuscita del Palio di Pula che ha portato in paese oltre mille appassionati dell'equitazione, va a cozzare con il dispiacere per la morte del cavallo. «Abbiamo patrocinato questa manifestazione con molto entusiasmo per l'impegno e la passione degli organizzatori - spiega l'assessore allo Sport, Emanuele Farnetti - in futuro bisognerà lavorare perché tali incidenti non si verifichino più».
TERMOLI ONLINE
8 SETTEMBRE 2009
Attività illecita di uccellagione, denunciato uomo di origine campana
CAMPOBASSO. Gli uomini del Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, in servizio presso i Comandi Stazione San Giuliano del Sannio e Montagano, nello svolgimento di servizi mirati al controllo del territorio e antibracconaggio, in località ‘Piana d’Olmo’ agro di Sepino hanno sequestrato domenica dei richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, attrezzatura varia quali due batterie, casse acustiche, nastri magnetici, borsoni e 10 cardellini, quattro dei quali erano all’interno di due gabbie utilizzati dai bracconieri come richiami vivi per l’esercizio dell’uccellagione.Gli esemplari di cardellini sono stati consegnati alla Lipu di Casacalenda in quanto bisognosi di cure. La predetta attrezzatura è stata posta a disposizione dell’autorità giudiziaria e la persona di origine campana responsabile dell’illecito è stata denunciata. La pratica dell’uccellagione illegale viene effettuata per il mercato nero della ristorazione o per il commercio improprio degli animali catturatii. A tal proposito Il Corpo Forestale dello Stato è sempre più impegnato, con servizi mirati, a far si che la legge venga rispettata a tutela dell’ambiente faunistico.
BIG HUNTER
8 SETTEMBRE 2009
Battuta al colombaccio al Memorial Torquato
Nei giorni 11, 12 e 13 settembre al campo di Tiro a Volo San Carlo si terrà una gara di tiro al piattello Battuta al Colombaccio, con 4 lanci continuativi di 6 bersagli che simulano il volo dei colombi. La manifestazione è organizzata dall'Armeria Massimo Bianchi di Cerreto Guidi (FI) in memoria dello scomparso amico Torquato. La partecipazione al Memorial Torquato sarà a coppie, saranno consentiti fucili semiatomatici e cartucce max 28 gr. ed è consentito un solo tesseramento per coppia, per cui faranno fede gli elenchi Fitav e Fidasc 2009. I due componenti spareranno contemporaneamente scambiandosi di pedana ad ogni lancio. La quota di partecipazione compreso il servizio di campo di gara è di 20 euro a coppia.
ASCA
8 ETTEMBRE 2009
ANIMALI: FORESTALE SEQUESTRA AZIENDA FAUNISTICA IN CAMPANIA
Roma - Gli agenti del Corpo Forestale di Napoli stanno eseguendo il sequestro preventivo dell'Azienda demaniale della Regione Campania ''Cerreta Cognole'' a Montesano sulla Marcellana in provincia di Salerno, in seguito al provvedimento emesso dal Tribunale del Riesame di Salerno. Ne da' notizia la LAV, sottolineando che il sequestro riguarda una foresta di circa 824 ettari, situata all'interno della zona di massima protezione del Parco Nazionale del Cilento, utilizzata dalla Regione Campania come allevamento di fauna selvatica. Alle operazioni partecipa anche Ciro Troiano, responsabile nazionale delle Guardie Zoofile della LAV, che fin dall'inizio ha coadiuvato i forestali nelle indagini. LA ZAMPA.IT 8 SETTEMBRE 2009
Sangue al Palio dei Berberi: cavalla finisce la corsa sventrata Un altro animale ferito gravemente a una gamba
Due degli oltre 20 cavalli in gara al «Palio dei Berberi» di Calascibetta (Enna) hanno sfondato il e dopo aver travolto una rudimentale staccionata di pali di legno e nastri di plastica, hanno disarcionato i fantini e sono finiti contro alcune auto in sosta. Una cavalla, sventrata forse da uno dei paletti, ha subito una vasta ferita al torace mentre l’altro animale si è ferito a una zampa anteriore. Animalieanimali 8 SETTEMBRE 2009
DUE CAVALLI FERITI GRAVI IN PALIO BERBERI Da quattro anni la Lav chiedeva di vietare la corsa di Calascibetta (Enna). Preannunciata una denuncia
Anche il “Palio dei Berberi” di Calascibetta (Enna) si tinge di sangue: due finalisti degli oltre 20 cavalli in gara corrono all’impazzata, sfondano il traguardo e investono in pieno una rudimentale quanto pericolosa staccionata di pali di legno e nastri di plastica, disarcionano i fantini e proseguono la corsa in una strada tra le auto parcheggiate. L’impatto è devastante: una cavalla, sventrata forse da uno dei paletti, si squarcia il torace con una ferita estesa da cui si versa una vera e propria cascata di sangue! Il secondo cavallo si ferisce gravemente alla zampa anteriore e l’emorragia di sangue viene tamponata fasciandola con la t-shirt del fantino! Due animalisti della LAV Sicilia che da anni seguono e indagano le corse di cavalli nell’Isola, Carlo Aprile ed Ennio Bonfanti, riescono a documentare tutto con un video ed alcune immagini pubblicate sul sito www.lavsicilia.it. La cavalla sventrata viene trascinata, in fretta e furia, su un veicolo furgonato che si dilegua velocemente, tra urla e risse di fantini e allevatori, verso destinazione ignota, senza che né un veterinario intervenga per cercare di salvarla dalla emorragia né le Forze dell’Ordine accertino prima tutti i fatti e le prove del reato di maltrattamento e sevizie di animali. I due animalisti vengono minacciati più volte e strattonati per sottrargli le videocamere. Della cavalla sventrata non si hanno notizie: molto probabilmente sarà morta per via della forte emorragia. ASCA 8 SETTEMBRE 2009
ANIMALI: MARTINI, ORA STOP A VERGOGNOSI INCIDENTI COME AL PALIO BERBERI
Roma - ''Profondamente addolorata e colpita dall'ennesimo e vergognoso incidente annunciato'' si dice oggi il sottosegretario alla Salute Francesca Martini in merito al drammatico episodio accaduto domenica scorsa durante il Palio dei Berberi di Calascibetta (EN) nel corso del quale sono rimasti feriti due cavalli, uno dei quali in modo molto grave. E denuncia ''la mancanza di prevenzione durante un Palio, che peraltro e' avvenuto in Sicilia, terra gia' costantemente al centro di fatti di cronaca che si sono di recente ulteriormente intensificati. Mi aspetto che con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta ieri, dell'Ordinanza che ho emanato lo scorso 20 luglio per disciplinare le manifestazioni pubbliche o private che si svolgono al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati nelle quali vengono utilizzati equidi, episodi come quello accaduto in provincia di Enna non abbiano piu' a ripetersi''.''Il provvedimento - sottolinea Martini - ha proprio l'intento di mettere un freno a una situazione da vero e proprio Far West colmando un vuoto normativo che ha prodotto morti e feriti tra fantini ed animali. Ricordo che l'Ordinanza prevede che tutte le iniziative popolari in cui vengono impiegati cavalli debbano essere autorizzate da una relazione tecnica del comitato organizzatore e previo parere favorevole di una commissione comunale o provinciale, affiancata da un veterinario dell'Asl territoriale competente. In particolare, per ottenere il via libera, saranno controllati il fondo delle piste o dei campi dove si svolge la manifestazione, il percorso, che dovra' essere protetto da paratie, e il tracciato, che dovra' garantire la sicurezza dei fantini e dei cavalli. Ora bisogna applicare le leggi''. LA NUOVA SARDEGNA 8 SETTEMBRE 2009
Cavallini della Giara sotto esame
di Roberto Petretto
GENONI (OR). L’altezza al garrese potrebbe farli sembrare dei pony, ma sono tutt’altra cosa. Snelli, asciutti, poco inclini alla disciplina, nervosi. Una razza a sé, quella dei cavallini della Giara. Difficile fare una stima esatta di quanti esemplari vivano oggi sull’altipiano della Giara: un calcolo piuttosto attendibile parla di un numero tra i 600 e i 700 animali. In questi giorni il Dipartimento di ricerca dell’incremento ippico, come ogni anno alla fine della stagione secca, raduna i branchi di decine di cavallini curati dall’azienda ex Lavra. Un’operazione complessa, che richiede grande perizia e che i tecnici del Dipartimento regionale eseguono in collaborazione con il personale della Piccola cooperativa ‘Cavallini della Giara’ di Genoni e con il supporto dell’Associazione provinciale allevatori di Oristano. Gli animali (circa 150 in tutto) vengono fatti convergere verso un’area di abbeverata comune, una tanca dove vengono alimentati con fieno per alcuni giorni. Quando tutti i branchi sono radunati, i puledri dell’anno vengono catturati e stesi a terra. «Senza traumi», ci tengono a precisare i tecnici del Dipartimento di ricerca, prevenendo possibili critiche per i modi un po’ rudi utilizzati quando si devono bloccare gli animali. Vengono quindi registrate le caratteristiche morfologiche, verificata l’appartenenza al branco e quindi gli ascendenti. Infine all’animale viene applicato un microchip. «Queste attività sono svolte con grande perizia e rapidità al fine di minimizzare il rischio per l’uomo e lo stress per l’animale - spiega Giovanni Molle della direzione del dipartimento di ricerca -. Svolgiamo questa attività per controllare la dinamica della popolazione allevata nel centro della Giara, che rappresenta una delle poche oasi di allevamento di questi cavallini in condizioni selvatiche e protette. Il fine ultimo è quello di salvaguardare la razza nel suo ambiente di origine». Le stime che parlano di una popolazione complessiva di 6-700 esemplari chiariscono comunque un aspetto: la razza è in via di estinzione. Sino a non molti anni fa, infatti, si contavano nell’altipiano più di mille esemplari. Oggi la maggioranza vive nella Giara, una quota minore è allevata in condizioni semi-selvatiche a Tanca Regia, Foresta Burgos ed in oasi dell’Ente Foreste. «I cavallini sono di taglia piccola, ma come fattezze richiamano più i cavalli che i ponies - spiega Giovanni Molle -. Sono caratterizzati da grande resistenza e resilienza alla penuria di cibo e acqua. Si cibano, oltre che di erba, di germogli della macchia e della foresta». Per queste qualità e la capacità di sopportare sforzi prolungati i cavallini sono stati usati sino agli Anni Settanta per la trebbiatura del grano nei paesi ai piedi della Giara. A quei tempi e sino agli Anni Ottanta i cavallini erano marchiati a fuoco dai proprietari, che ne curavano la selezione. Le conoscenze su questa razza sono ancora limitate. Per questo motivo il Dipartimento di ricerca per l’Incremento ippico intende riprendere gli studi etologici e genetici che in passato sono stati portati avanti in collaborazione con la facoltà di Veterinaria dell’Università di Sassari. Anche con tecniche moderne come il Gps. LA TRIBUNA DI TREVISO 8 SETTEMBRE 2009
SMARRIMENTO
Gattina smarrita martedì scorso nelle campagne di Venegazzù (TV). Tigrata, non molto grande. Segno particolare: un occhio più grande dell’altro. Chiunque la avvisti, anche morta, o la stia ospitando chiami Giancarlo (3479449631) o Alessia (3495537186).
http://persietrovati.blogspot.com/2009/09/venegazzu-tv-smarrito-gatto-femmina.html
VITA.IT
8 SETTEMBRE 2009
ANIMALI. In GU l'ordinanza anti canili-lager
Pubblicata sulla Gazzetta di ieri, contiene norme improntate alla tutela dei randagi e a un criterio di umanità. Porte aperte alle associazioni animaliste e alla cittadinanza
Un’ordinanza del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 7-9-2009 raccomanda umanità e attenzione nella gestione dei randagi presso i canili comunali. L’art.1 recita che l’affidamento in gestione e mantenimento degli animali da affezione smarriti o randagi “deve tener conto della natura di esseri senzienti degli animali”, evitando “lo stress degli animali di affezione dovuto a trasporti su lunga distanza”. Sempre lo stesso articolo ricorda le caratteristiche necessarie per l’abilitazione delle strutture: devono avere “requisiti strutturali e condizioni di mantenimento almeno non inferiori a quelli previsti dalle leggi regionali e dei regolamenti attuativi del territorio di provenienza dei cani”; devono avere “l'autorizzazione sanitaria e la presenza di un medico veterinario libero professionista come responsabile sanitario”; non devono superare una capienza prestabilita (200 unità di animali). Assolutamente favorito l’accesso delle associazioni animaliste: “la struttura individuata per il mantenimento dei cani, deve prevedere l'accesso alla struttura e la presenza delle associazioni riconosciute in conformita' alla vigente normativa regionale, onlus o enti morali aventi come finalita' la protezione degli animali, al fine di favorire l'adozione dei cani”, così come altra azione o campagna che possa stimolare l’adozione di animali: apertura al pubblico almeno tre giorni alla settimana, affissione di manifesti e annunci.
L’ordinanza fissa infine i criteri di fondo che devono essere previsti dai Comuni nei bandi di gara per l’assegnazione delle strutture. A sovrintendere all’applicazione delle nuove disposizioni saranno i Prefetti.
Per leggere il testo integrale dell’ordinanza:
http://www.gazzettaufficiale.it/
ASCA
8 SETTEMBRE 2009
ANIMALI: SU G.U. LE NUOVE REGOLE. PER COMUNI STOP A BUSINESS RANDAGI
Roma - La LAV accoglie con soddisfazione le disposizioni dell'Ordinanza del Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 7 settembre 2009, che stabilisce i livelli essenziali di tutela e benessere che i Comuni sono tenuti ad assicurare agli ospiti dei canili.
ANMVI OGGI
8 SETTEMBRE 2009
PIU’ GARANZIE PER I CANI AFFIDATI AI COMUNI
E' in vigore l' "Ordinanza contingibile ed urgente recante misure per garantire la tutela e il benessere degli animali di affezione anche in applicazione degli articoli 55 e 56 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163". L'Ordinanza, della durata di 24 mesi, individua specifiche misure sanitarie a garanzia della salute, della tutela e del benessere degli animali affidati secondo le procedure previste per gli appalti pubblici (decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163). L'obiettivo è di evitare che animali di affezione possano essere trasferiti, in alcuni casi anche per lunghe distanze, in assenza di misure e prescrizioni sanitarie idonee a garantirne la tutela e il benessere ed evitarne lo stress.Il provvedimento stabilisce che l'affidamento del servizio di mantenimento e gestione, da parte dei Comuni, dei cani randagi posti sotto la loro responsabilità tenga conto della natura di esseri senzienti degli animali. I cani, non ancora sterilizzati all'entrata in vigore dell'ordinanza, presenti in strutture convenzionate con i Comuni, devono essere sottoposti all'intervento di sterilizzazione entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente ordinanza a cura del servizio veterinario dell'azienda sanitaria locale territorialmente competente o di medici veterinari liberi professionisti convenzionati, con spese a carico dei Comuni proprietari dei cani. I Comuni sono tenuti, fra l'altro, ad assicurare: - la microchippatura dei cani e la contestuale iscrizione nell'anagrafe canina a nome del Comune di ritrovamento e la sterilizzazione entro il termine di sessanta giorni e, comunque, sempre prima dell'eventuale trasferimento in altro Comune avvalendosi del servizio veterinario dell'azienda sanitaria locale competente per territorio o di medici veterinari liberi professionisti convenzionati;
IL GIORNALE
8 SETTEMBRE 2009
ATM UN REGOLAMENTO “BESTIALE” SUL BUS C’è FIDO? IL MICIO SCENDE L’articolo 26: in caso di zuffa tocca al padrone del gatto portarlo via Ogni passeggero può trasportare gratis una coppia di pulcini o pesci
Marco Guidi
Milano - Poveri gatti. Poveri padroni. Per salire su di un mezzo di trasporto dell’Atm i mici devono pagare il biglietto. E fin qui passi, in molte altre città (Firenze per esempio) il bus è addirittura vietato loro. Ma qui a Milano, una volta obliterato il tagliando e sistematisi in una gabbietta di 50 centimetri per 30, i mici rischiano comunque di essere cacciati.
IL RESTO DEL CARLINO
8 SETTEMBRE 2009
Paura sulla strada del mare Due cavalli piombano sulla Romea Durante il rientro domenicale dal mare, due cavalli sono riusciti a fuggire da un maneggio e sono finiti in strada, scontrandosi con una vettura in coda. Uno è riuscito a salvarsi, mentre un piccolo pony non ce l'ha fatta
Ferrara - Il conducente del 'Doblò' se l’è visto sfrecciare davanti all’improvviso e non ha potuto fare nulla per evitare la collisione con quel piccolo cavallo, un pony di qualche anno di vita, spaventatissimo e in fuga dal maneggio poco distante. E’ stato un colpo non violentissimo, visto che la macchina era già incolonnata insieme ad altre centinaia — ieri alle 20.20 sulla statale Romea —, per il rientro domenicale dal mare, ma più che sufficiente a causare lesioni compromettenti, tanto che il povero cavallo è stato portato al maneggio dove in tarda serata doveva essere sopresso con un’iniziezione letale. L’incidente stradale è avvenuto ieri sera alla Collinara e la dinamica non è ancora del tutto chiara. Così come sono in via di accertamento le modalità con cui i due animali sono riusciti a fuggire, pare passando attraverso un varco della recinzione del maneggio mai notato prima di ieri sera.Il maneggio in questione è una struttura storica che si affaccia sulla Romea e sorge accanto al McDonald’s, alla Collinara. Sul posto, Polizia stradale, Guardia di finanza, Polizia municipale e vigili del fuoco di Comacchio. Nelle prossime ore toccherà a qualcuno di loro accertare se il buco nella recinzione era preesistente alla fuga dei due animali o se invece qualcuno ha tagliato le maglie della rete per poi rubare all’interno del complesso. Fino a questo momento di sicuro si sa che mentre il pony veniva soccorso dai veterinari, un addetto del maneggio era impegnato nel recupero del secondo cavallo, riportato nel box non senza qualche difficoltà.Il traffico, già super congestionato ha subito un ulteriore arresto ed è tornato ala normalità solo dopo un paio d’ore dall’incidente. I vigili del fuoco hanno caricato il piccolo pony su un furgoncino e l’hanno trasportato al maneggio dove è stato preso in consegna da una veterinaria. Compito delle forze di polizia, come detto, è accertare l’esatta dinamica della fuga dei due cavalli.
CORRIERE DI MAREMMA
8 SETTEMBRE 2009
Presi a pugni davanti al circo Protesta finisce con le denunce, ma dalla compagnia Orfei si difendono: “Non c’entriamo”. Alcuni giovani animalisti accusano: “Siamo stati aggrediti”.
GROSSETO - Picchiati davanti al circo. Solo per aver esposto qualche cartello di protesta. E’ quello che è successo - secondo la denuncia fatta dagli aggrediti - domenica sera, di fronte al tendone del circo Amedeo Orfei, che da qualche settimana ha piantato le proprie tende in piazza Barsanti. Quattro ragazzi, due minorenni e due maggiorenni che appartengono all’associazione Rete studentesca, raccontano di aver messo in scena una forma di protesta pacifica contro il trattamento che gli animali ricevono nei circhi: “Abbiamo visto l’elefante che pascolava nei campi adiacenti al circo - racconta Jacopo Baffigo mentre mostra un vistoso cerotto sullo zigomo sinistro - e ci ha fatto una pena incredibile. A quel punto, insieme ad altri ragazzi, abbiamo deciso di scrivere alcuni cartelli (“Liberi tutti”, “Meno circhi più savane”, “No al circo, “Gli animali non si divertono”) con qualche slogan per sensibilizzare l’opinione pubblica”. Baffigo continua a raccontare: “Non abbiamo urlato, né tantomeno fatto sit in, ma solo passeggiato di fronte all’ingresso per far capire agli spettatori che non è divertente tenere gli animali in queste condizioni”. Una protesta, secondo quando riportano i ragazzi, che non è stata affatto digerita. “Proprio vicino a un camper siamo stati aggrediti da un uomo - prosegue Baffigo - che mi ha colpito al volto con un pugno”. “E’ vero - continua Milena Burattelli - lo stesso uomo mi ha preso per un braccio spingendomi a terra prima di colpirmi con un calcio al fianco. Poi si è subito dileguato”. Jacopo Baffigo e Milena Burattelli sono stati medicati al pronto soccorso e ieri pomeriggio hanno sporto denuncia. Pronta anche la risposta da parte del circo che rifiuta ogni accusa. “Domenica c’è stato un po’ di movimento all’ingresso, nella zona della biglietteria. Stava iniziando lo spettacolo - dicono dalla compagnia Orfei - e quindi c’era confusione. Non abbiamo visto cosa è accaduto. E’ vero che un ragazzo è arrivato con escoriazioni al volto, ma noi non sappiamo cosa è successo. Ci siamo messi a disposizione quando è arrivata la Polizia. Tutti i componenti del circo si sono presentati per il confronto con il ragazzo che però non ha riconosciuto in nessuno di noi l’aggressore”. Il portavoce del circo spiega anche un altro aspetto della vicenda: “Giriamo tanto e siamo abituati alle proteste. Da anni ci siamo prefissi di non rispondere mai alle provocazioni, ma abbiamo un legale che ci aiuta in questi momenti”. Insomma, il giallo è aperto. L’unica certezza per gli inquirenti è l’aggressione subita dai ragazzi, refertati al pronto soccorso. Chi, come e perché è difficile da dire. La parola alle indagini. IL TIRRENO 8 SETTEMBRE 2009
Aggrediti mentre protestavamo al circo
GROSSETO. «Siamo stati picchiati mentre protestavamo con il personale del circo per le condizioni nelle quali tenevano un elefante». Lo hanno dichiarato quattro giovani grossetani alle telecamere di Teletirreno. Uno di loro, ripreso con un vistoso cerotto tra naso e occhio sinistro, ha raccontato che il gruppetto si era mobilitato perché aveva visto l’elefante che «pascolava in modo triste», nel recinto accanto al tendone del circo Amedeo Orfei, che proprio ieri ha concluso la permanenza in città. Così avevano manifestato la loro contrarietà per quel tipo di trattamento. Ma sarebbero stati affrontati prima a parole e poi con le mani da appartenenti al circo. «A quel punto abbiamo chiamato la polizia», ha detto ancora il giovane, che ha preannunciato una querela. La redazione dell’emittente ha ascoltato anche la versione di uno degli artisti del circo, un domatore, il quale ha dichiarato di non aver assistito direttamente all’evento ma ha ricordato che, quando la polizia è intervenuta, nessuno dei giovani avrebbe riconosciuto i presunti aggressori. Il domatore ha anche specificato che gli animali del circo Orfei non vengono affatto maltrattati e ciò sarebbe stato anche certificato dalla Asl, intervenuta per un controllo nei giorni scorsi. Il circo era stato oggetto nei giorni scorsi di un altro episodio di contestazione: animalisti avevano affisso manifesti con la scritta “gli animali non si divertono”. TISCALI ANIMALI 8 SETTEMBRE 2009
Il cane più vecchio del mondo? Si chiama Dik e vive a Milano
Quando hanno letto che a New York era morta a 21 anni Chanel, la cagnetta più vecchia del mondo attestata dal Guinnes dei primati, Celeste e Giuseppina Suardi, marito e moglie che vivono a Milano, hanno pensato subito al loro Dik e si sono detti "ma è lui il cane più vecchio".
Il quattro zampe, un meticcio di piccola taglia, il 25 aprile di quest'anno ha compiuto 23 anni. E' nato, infatti, il 25 aprile del 1986, con tanto di attestato del dottor Roberto Germani dell'ambulatorio veterinario Mecenate. Dik vive da sempre in viale Ungheria, a Milano, con i suoi padroni.
Il segreto della sua longevità? Nessuna dieta particolare, dice Giuseppina: "Solo tante coccole, esercizio fisico e libertà". La donna racconta che Dik, ora cieco e con un solo dente, "usciva di casa restando fuori per giorni. Spesso i clienti della lavanderia mi dicevano che l'avevano visto in giro per la città, ma dopo un po' tornava a casa".
La padrona sostiene che sparsi per Milano Dik ha tanti figli, visto che "fino a pochi mesi fa usciva ancora da solo a caccia di cagnette", ma "adesso passa le sue giornate accoccolato sul divano". Non immagina, Dik, che rischia di diventare una star, entrando nel Guinnes dei primati e magari raggiungendo il record del cane più vecchio in assoluto, ora detenuto da Blowie, un cane australiano nato nel 1910, che visse fino alla veneranda età di 29 anni e 5 mesi.
IL GIORNALE 8 SETTEMBRE 2009
NEI CONDOMINI E’ RECORD DI LITIGI PER COLPA DI FUFFY
Milano è la provincia d’Italia dove si litiga di più tra vicini di casa a causa della presenza di animali domestici. La Lombardia è invece la regione più attaccabrighe per questioni legate alle bestiole da condominio.
ANMVI OGGI
8 SETTEMBRE 2009
APRE LA BANCA DEL SANGUE DEI CANI
Una banca del sangue per cani è in via di realizzazione a Sasso Marconi, su iniziativa del veterinario Renato Magliulo. I cani ammessi al prelievo devono essere sani, di taglia media o grande, pesare almeno 20 kg, essere in regola con vaccini e profilassi ed avere un'età compresa fra i quindici mesi e i 9 anni. Il centro trasfusionale veterinario è stato reso possibile a livello normativo a partire dal 2007, quando il Ministero della Salute è intervenuto dettando alle Regioni le linee guida sulle trasfusioni animali, consentite per il momento solo per cavalli, cani e gatti."Ho richiesto tutte le autorizzazioni - dice Magliulo - il mio centro si propone di operare nel rispetto della nuova normativa e, soprattutto, del benessere del cane. Non facciamo donare un animale che non è psicologicamente idoneo. Il sangue sarà a disposizione di tutti i veterinari che ne faranno richiesta, al contrario dei centri universitari che di solito lo raccolgono solo ad uso interno, per i propri pazienti. E presto apriremo anche ai gatti".L'Avis dei cani? "L'immagine suggestiva del cane che offre il proprio sangue ad un suo simile- continua Magliulo- non deve portarci fuori strada: qui altruismo e solidarietà non c'entrano per nulla. Sono convinto che i cani vadano trattati in modo da non tradire mai la loro vera indole. Chi si rapporta a un cane come se fosse una persona mette l'animale in condizione di vivere male o, peggio di ammalarsi".
LA REPUBBLICA
8 SETTEMBRE 2009
Scoperto maxi-topo da 82 cm C'è anche una rana con le zanne Scoperto in un "vulcano perduto" nel cuore della foresta della Papua Nuova Guinea. Pesa un chilo e mezzo e non ha paura degli uomini. Insieme a lui altre nuove specie. Compreso il pesce che fa "grunt"
LUIGI BIGNAMI
RATTI grossi come cani, pesci che grugniscono e rane con le zanne: sembrano esseri viventi di un mondo alieno. E in qualche modo lo sono, visto che sono stati scoperti in un "vulcano perduto" nel cuore della foresta della Papua Nuova Guinea, sulle Southen Highlands, una remota regione del Paese. E' la prima volta che una spedizione scientifica entra nel cuore del cratere. Sembra che al suo interno siano arrivate pochissime persone. A difendere il cratere, tra l'altro, vi sono pareti alte circa 1.000 metri non semplici da salire. La spedizione ha messo rivelato l'esistente anche di altri roditori, che rispetto a loro simili che vivono in altre regioni della Terra, hanno mostrato tutti di avere maggiori dimensioni. Inoltre sono state portate alla luce una quarantina di nuove specie di animali che attendono ora una verifica ufficiale. Tra di esse un marsupiale, chiamato Bosavi Silky Cuscus, un gecko del tutto sconosciuto, una rana con piccole zanne e un pesce, chiamato Henamo Grunter, che emette una sorta di grugnito da una piccola vescica. I ricercatori hanno anche trovato un rarissimo bruco e vari insetti che attendono di essere classificati con precisione. "Nel cuore di quel "vulcano perdito" - ha detto Helgen- vive realmente una comunità che è ancora tutta da scoprire".
GRANDAIN
8 SETTEMBRE 2009
Fattorie Fiandino, la rivoluzione del caglio vegetale
Villafalletto (CN) - Spetta alle Fattorie Fiandino di Vilafalletto in provincia di Cuneo presentare una delle novità più gustose e degne di nota dell'edizione 2009 del SANA che si svolge a Bologna (10-13 Settembre). Seguendo le intuizioni di Nonno Magno, fondatore nel lontano 1948 dell'azienda, i nipoti Egidio e Mario da alcuni anni sperimentano con successo il metodo Kinara che vede l'utilizzo di vero caglio vegetale per la produzione di formaggi. -Si tratta di una piccola rivoluzione che riprende antiche conoscenze unite alle tecniche più moderne- ci spiega Egidio Fiandino, responsabile della produzione- La maggiore e intensa cremosità ed i profumi molto floreali, rendono questi formaggi decisamente originali, ricchi di gusto ed in grado di esaltare al meglio le virtù del nostro latte piemontese.-Siamo fieri dei risultati ottenuti, prosegue Mario Fiandino- ed abbiamo creato un apposito blog, www.cagliovegetale.it, per spiegare che è possibile trovare un' alternativa al caglio di origine animale (ottenuto da vitelli o capretti uccisi nei primi giorni di vita) o a quello ottenuto da funghi o con manipolazioni genetiche. Crediamo molto nel nostro metodo Kinara, per altro figlio della nostra terra e delle nostre tradizioni ed in sintonia con il pensiero vegetariano. Aspettiamo amici vecchi e nuovi nel nostro stand (pad 21 stand B83) per offrire assaggi e confrontarci con l'attenta platea dei visitatori del SANA Il primo formaggio a beneficiare di questa tecnica è il noto formaggio alla birra artigianale (Frumage Baladin), l' unico prodotto italiano ad utilizzare direttamente la birra miscelata con il latte crudo. Segue "Lou Bergier", che significa pastore in lingue occitana, nelle due varianti, normale e Pichin. Una toma a latte crudo con intensi profumi floreali e gusto ricco e saporito dove la ricercata cremosità è quanto mai appagante. L'utilizzo del prezioso sale marino integrale della saline di Culcasi (TP) Presidio Slow Food è un' ulteriore conferma dell'attenzione verso le materie prime di alta qualità. 100BLOG 8 SETTEMBRE 2009
Quando il bracconaggio finanzia la guerra
Il traffico internazionale di specie protette è ormai controllato dalle multinazionali del crimine e in Africa i “signori della guerra” lo impiegano per finanziare i propri eserciti personali. Questi erano infatti Janjaweed, appartenenti alla milizia responsabile dei genocidi in Darfur. Per i Janjaweed, responsabili della morte di migliaia di persone, l'uccisione degli elefanti non è certo un problema ma il loro impegno in questo campo segna una svolta gravissima e pone sfide che non si erano mai neanche immaginate. Con un'impressionante esclation di violenza, i ranger e le autorità preposte alla tutela della fauna ora non devono più contrastare bracconieri isolati o in piccole bande, ma un vero e proprio esercito irregolare. "Il commercio dell'avorio sostiene i Janjaweed," dice Michael Wamithi, l'ex capo del Wildlife Service del Kenia ed ora del direttore del programma elefante dell’IFAW (International Fund for Animal Welfare). "Si tratta di denaro irrintracciabile, l’equivalente dei diamanti di sangue che finanziavano la guerra civile in Sierra Leone." Tre notti dopo l’attacco Janjaweed nel Parco del Ciad – fallito grazie alla coraggiosa resistenza dei ranger che hanno respinto i banditi prima che mettessero le mani sulla riserva d’avorio - un gruppo di bracconieri somali ben armati ed addestrati ha raggiunto la riva del fiume Tana, in Kenia, e ha sparato oltre 300 cartucce dai propri fucili d'assalto uccidendo tre rangers kenioti prima di subire quattro perdite e darsi alla fuga. "Se dovete rifornire, nutrire e pagare alcune migliaia di soldati" chiede William Clark, che presiede il gruppo di lavoro dell'Interpol sui crimini contro la natura, "dove andate a prendere i soldi necessari? Avete bisogno di molto denaro per finanziare una guerra civile".
Il Dipartimento di Stato USA stima che il valore di mercato complessivo dei traffici di avorio (il contrabbando piu’ diffuso, con un prezzo medio di a 0 per una libbra di avorio), parti della tigre (7.000 per uno scheletro completo), corno di rinoceronte (fino a .000 per libbra), pinne di squalo, uccelli esotici (fino a .000 per un Lear macaw), pelli di rettili, carne di animali selvatici ed altri prodotti illegali abbia raggiunto la cifra astronomica di 10 miliardi di dollari all'anno, se non il doppio. Il fatto che il contrabbando sia gestito da grandi organizzazioni criminali internazionali è confermato dai sequestri che vengono effettuati dalle autorità. "Nel 2006 le autorità hanno intercettato una media di 92 spedizioni illegali d'avorio ogni mese" ha dichiarato Tom Milliken, direttore del programma dell'Africa di Traffic, una rete globale formata nel 1976 per controllare il commercio di specie protette. "Ciò non è molto diverso da quanto avveniva negli anni ‘90, ma un fatto nuovo c’è: il numero delle spedizioni del peso di una o piu’ tonnellate è raddoppiato tra il 1997 e il 2006".
Questo aumento è certamente prova del crescente coinvolgimento di gruppi criminali organizzati che si muovono solo per grosse cifre e hanno la capacità logistica di spostare grossi carichi. Le spedizioni recentemente confiscate di corallo, conchiglie, avorio, shahtoosh sono le più grosse mai intercettate dalle forze di polizia ha fatto sapere l'Interpol: un altro segno che questo non è più il lavoro di piccoli delinquenti.Non è solo la dimensione delle spedizioni ad indicare la partecipazione delle grandi organizzazioni criminali, ma la sofisticazione dei sistemi di contrabbando. ![]() Per il carico che è stato intercettato, il criminale l’ha fatta franca molte volte. Secondo un’indagine della polizia di Hong Kong l’uomo aveva spedito almeno 15 container lungo lo stesso itinerario con lo stesso carico dichiarato (legname) e tutti e 15 sono arrivati a destinazione trasportando con tutta probabilità un carico complessivo di circa 40 tonnellate d'avorio per ottenere le quali si sono abbattuti circa 4.000 elefanti. Un'analisi del DNA dell’avorio sequestrato a Hong Kong ha rivelato che proveniva da elefanti del Gabon orientale e del Congo. Il sospetto è che i bracconieri locali ricevano ordinativi per determinate quantità di avorio e organizzino squadre in diversi paesi per procurarseli: un lavoro particolarmente complesso, ramificato in diversi paesi, che puo’ contare su bande di bracconieri esperti e ben armati, oltre che su una notevole rete logistica che fa convergere l’avorio da diversi aree verso il porto di imbarco. Le conseguenze per la natura sono state devastanti. Il rinoceronte bianco settentrionale, in pericolo di estinzione, stava riprendendosi nel Parco Nazionale di Garamba, sul confine tra Sudan e Repubblica Democratica del Congo. Una popolazione di 13 esemplari nel 1983 era arrivata a 32 nel 2003. “In una tipica incursione”, dice il biologo Emmanuel de Merode che ha lavorato in Africa orientale per due decenni, “circa 20 paramilitari a cavallo uccidono gli animali mentre la gli altri si accampano ai confini del parco con grandi carovane di asini per gestire il trasporto di andata e ritorno dal Sudan”. I bracconieri rimuovono i corni dai rinoceronti, utilizzati come impugnature per pugnale nel Medio Oriente e per le presunte proprietà terapeutiche in Asia. "Ci può essere stato anche un certo bracconaggio locale" dice de Merode, "ma sono stati i Janjaweed che li hanno principalmente uccisi."
In un’altra parte dell’Africa, le atrocità per finanziare le milizie attraverso il bracconaggio sono state perpetrate dagli uomini del FDLR, estremisti Hutu legati al genocidio Tutsi in Ruanda, che hanno tra l’altro ucciso due cuccioli di gorilla in Congo. Sebbene gli acquirenti del mercato nero preferiscano i primati vivi, anche quelli imbalsamati possono rendere abbastanza soldi.
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Il Dipartimento di Stato USA e alcuni membri di Congresso sospettano un collegamento tra il traffico di fauna e il terrorismo, ma ammettono che "le prove sono solo aneddotiche".
I grossi profitti che se ne possono derivare costituiscono comunque un’attrazione per chiunque non abbia scrupoli, possa contare su un’organizzazione criminale e necessiti di molti fondi. Un caso molto sospetto è quello dei gruppi separatisti nazionalisti e militanti islamici basati in Bangladesh – responsabili di diversi attentati in India - che, secondo le autorità indiane, sarebbero coinvolti nel bracconaggio di tigri, rinoceronti, elefanti ed altre specie a rischio di estinzione nel Parco Nazionale del Kaziranga (India) per sostenere le proprie attività terroristiche. Ovviamente questi traffici esistono perché ci sono dei clienti finali disposti a pagare grosse cifre per quei prodotti. Tra gli acquirenti finali di questi prodotti esiste o un totale disinteresse rispetto alla loro provenienza o solo un vago sospetto che gli oggetti che acquistano abbiano una provenienza illegale e servano a finanziare attività criminali e terroristiche. In America, ad esempio, è stato accertata che c’è una vaga consapevolezza che alcune cose non dovrebbero essere comperate, ma prevale l’idea che se qualcosa è in vendita al pubblico deve essere lecita per forza. L’americano che compera le sculture in avorio (facilmente accessibili anche on line), il giapponese che raccoglie sigilli in avorio o il cinese che reclama le "medicine" fatte dall'osso della tigre non sostengono qualche bracconiere isolato che per poverta’ e disperazione prova a nutrire la sua famiglia con un sistema illegale. Essi mettono il denaro nelle casse dei Janjaweed, dei signori della guerra e di criminali internazionali senza scrupoli, se non addirittura di organizzazioni terroristiche che minacciano direttamente anche loro. Con la nuova organizzazione dei mercati internazionali del contrabbando di prodotti derivati dalle specie in via di estinzione, non sono piu’ solo gli animali ad essere in pericolo. (Articolo originale di Scott Johnson a Nairobi, Jeneen Interlandi e Jason Overdorf a Delhi) Tradotto e pubblicato dagli amici di Tutela Fauna IL CENTRO 8 SETTEMBRE 2009
Cinghiali al mare Coppia circondata all'uscita di casa
VASTO (CH). Escono di casa per andare a fare due passi sulla riviera e trovano davanti al cancello un branco di cinghiali. Cercano di allontanare gli ungulati con i cani, e ottengono l’esatto contrario. In soccorso di una coppia residente sulla collina di Montevecchio, a poche centinaia di metri dalla Marina, è arrivato un automobilista che ha cominciato a suonare il clacson, infastidendo e mettendo in fuga gli animali. La brutta avventura che ha segnato i protagonisti sotto l’aspetto psicologico è avvenuta lo scorso week end. E ora la coppia ha paura anche ad uscire per raggiungere le case vicine. Non è la prima volta purtroppo che i cinghiali si spingono sulla riviera. Venerdì alcuni esemplari sono stati avvistati alla foce del Sinello e qualche giorno prima sulla riviera, in località Zimarino. Qualche mese fa una coppia di fidanzati che si era appartata sulla spiaggia di Mottagrossa è stata circondata da un branco. Sempre più spesso i cinghiali arrivano al mare. A parere degli esperti raggiungono la costa in cerca di acqua. La loro presenza però spaventa i residenti. «Sono mesi che chiedo alla Provincia di risolvere un problema che sta diventando drammatico», protesta Camillo D’Amico , consigliere provinciale Pd. TRENTINO 8 SETTEMBRE 2009
Nel Pinetano la caccia è durata mezz'ora
PERGINE (TN). Mentre nella riserva di Pergine si sono salvati 8 capi maschi di capriolo su 20, nel Pinetano la caccia si è conclusa nel giro di mezz’ora. Esattamente alle 6.35 tutto era finito e tutti i capi disponibili erano stati abbattuti: 8 nella riserva di Miola, 8 in quella di Bedollo e 5 in quella di Baselga di Piné. A Pergine la caccia quest’anno avviene a squadre. C’è la regola che dopo il primo capriolo abbattuto da uno dei componenti della squadra, la squadra stessa non può abbattere altri capi. Questa limitazione, che a quanto pare è stata rispettata, nelle parole del vice-rettore Giuliano Andreatta che ieri ha comunicato i dati, ha fatto sì che su venti caprioli maschi solamente 12 venissero abbattuti: 8 di prima categoria e 4 di seconda. «E comunque tutti begli animali», ha commentato Andreatta. Per il piano di abbattimento dei cervi, per i cacciatori perginesi, le battute sono andate... in bianco. Non così invece per le zone limitrofe: Levico Terme ha abbattuto un capo e così pure Roveda e Fierozzo. Nel Pinetano, i cervi disponibili erano sei. È stata abbattuta una cerva. Per il prosieguo dell’attività venatoria nella riserva di Pergine, saranno sempre le squadre di cacciatori le protagoniste fino all’esaurimento del piano di abbattimento. Sempre con la clausola che se una squadra ha abbattuto un capriolo, non potrà più uscire in battuta per ulteriori bottini, anche per le 22 femmine assegnate. IL PICCOLO 8 SETTEMBRE 2009
Inutile strage
Questa sanguinaria crociata contro i cinghiali del Carso è degna della città di Trieste? Si può ancora parlare di civiltà mitteleuropea a fronte di un comportamento così ottuso e retrogrado come quello che il governo cittadino sta dimostrando nel caso in questione, rivelandosi assolutamente incapace di gestire la convivenza con la fauna selvatica come invece la società civile richiederebbe? E’ davvero necessaria tale crudele mattanza contro questa formidabile popolazione di animali così straordinari e intelligenti ? Si sono studiate soluzioni alternative ? Chi l’ha deciso che sono troppi e poi che “essendo troppi” vadano sterminati senza pietà? Quale crimine avranno mai commesso queste indifese creature,che possa essere anche lontanamente paragonabile a quelli che l’umanità intera fa scorrere quotidianamente davanti ai nostri occhi e comunque di tale gravità,da giustificarne uno sterminio di massa ? E non mi si venga a parlare di “caccia” o “abbattimento mirato” quando invece si va deliberatamente ad ammazzarli a colpo sicuro,nei luoghi dove ormai avevano fatto casa,benvoluti ed accettati dalle persone di buonsenso,portatrici di quella nuova umanità,che da queste parti sembra ancora così lunga a venire. La caccia è altro e deve necessariamente possedere un’etica in grado di definirla tale in opposizione ad un barbaro ed indiscriminato sterminio. Essendo il sindaco stesso un cacciatore, più d’ogni altro avrebbe dovuto porsi tale questione, ergendosi come primo esempio di moralità,invece di deliberare semplicisticamente l’infame olocausto. «Sono troppi» è l’unica argomentazione dei carnefici. «Assassinarli si deve» la lugubre sentenza, emessa dopo aver già oliato le doppiette, senza nemmeno averli prima processati, questi “animali ferocissimi” che ho visto personalmente prendere il pane dalle mani della gente con gesto delicato e agitare felici le code per il dono ricevuto, come festanti cagnolini. Perchè negar loro il diritto di vivere? Gli uomini moderni, in virtù del loro definirsi pensanti, hanno il dovere di trattare giustamente gli animali,quindi rivolgo questo appello a tutte le persone in grado di capire la differenza tra bene e male,tra giustizia ed abuso,affinché si riesca a fermare questo ignobile progetto di strage, posto maldestramente in essere dalle autorità cittadine e si possano impedire anche per il futuro eventuali delibere similmente sciocche ed unilaterali, perchè quello che oggi sta accadendo ai poveri cinghiali, non debba domani succedere ai caprioli o dopodomani ancora a gabbiani, cani e gatti. E concludo citando questa frase di Morandotti: «Ciò che distingue il genere umano dal regno animale è che in quest’ultimo è sconosciuta la malvagità fine a se stessa». Davor Korosec Trieste
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MARKET PRESS 8 SETTEMBRE 2009
L´INFLUENZA A/H1N1 FA LA SUA COMPARSA ANCHE NEI MAIALI
Alcuni ricercatori in Germania hanno scoperto una svolta nella pandemia che sta attualmente colpendo gli esseri umani: è stato dimostrato che il virus dell´influenza A/h1n1 è infettivo nei maiali e che si diffonde rapidamente in una popolazione di maiali da esperimento. Pubblicati su The Journal of General Virology, i risultati dello studio sono parte del progetto, finanziato dall´Ue, Epizone ("Network on epizootic disease diagnosis and control") sostenuto nell´ambito del Sesto programma quadro (6° Pq) con ben 14 Mio Eur. Gli obiettivi di questo studio tedesco erano quelli di determinare se un´infezione intranasale sperimentale dei maiali con il virus della nuova influenza risultasse in segni clinici e causasse un´escrezione virale, se l´infezione causasse cambiamenti nei sottoinsiemi dei linfociti B o T e se i maiali e i polli non infettati potessero infettarsi. I ricercatori del Friedrich-loeffler-institut (Fli) in Germania hanno infettato cinque maiali con il virus dell´influenza A/regensburg/d6/09/h1n1 in maniera intranasale e gli animali hanno sviluppato sintomi generalmente lievi come starnuti, secrezione nasale e febbre. Tre maiali e cinque polli sono stati tenuti insieme, a contatto diretto, con gli animali infetti. Dopo un paio di giorni, i maiali "di contatto" hanno sviluppato sintomi clinici simili a quelli dei maiali cui era stato iniettato il virus, ma non si è sviluppata infezione nei polli. "I cinque polli non hanno sviluppato segni clinici, non hanno manifestato il virus e non hanno sviluppato anticorpi contro l´influenza. Ovviamente l´alta trasmissibilità del virus osservata negli umani vale anche per i maiali, ma non per la trasmissione del virus ai polli, visto che tutti gli animali erano tenuti insieme in una stanza senza gabbie," hanno scritto gli autori. "Questi risultati sono sostenuti da esperimenti di infezione diretta di polli con il virus della nuova influenza A/h1n1, che non hanno prodotto segni clinici o infezione. " La ricerca ha mostrato che i maiali sono vulnerabili alla nuova A/h1n1, che contiene segmenti genetici che hanno antenati in stirpi suine nordamericane e eurasiatiche, e "dobbiamo supporre che questo virus si diffonderà velocemente ed efficacemente se introdotto in allevamenti di suini, causando probabilmente infezioni endemiche". Il dott. Thomas Vahlenkamp del Fli ha fatto presente che mentre non ci sono stati casi documentati di esseri umani che hanno contratto il virus dai maiali, è probabile che la possibilità di un traboccamento di questo virus umano nei maiali cresca. Ha anche sottolineato che i ricercatori e gli enti sanitari e veterinari pubblici dovrebbero lavorare con diligenza per evitare la trasmissione dall´uomo ai maiali in modo da tenere i maiali fuori dall´epidemiologia della pandemia. Secondo i ricercatori, chiunque sospetti di avere l´influenza suina dovrebbe evitare qualsiasi contatto con i maiali. Hanno aggiunto che gli enti di controllo dovrebbero convenire misure restrittive appropriate per gli allevamenti di suini dove sia stata rilevata la presenza dell´infezione A/h1n1. "Inoltre esperimenti di vaccinazione nei maiali con vaccini attualmente autorizzati contro diversi virus di influenza H1 e con vaccini specifici contro il virus della nuova influenza A/h1n1 dovrebbero dare informazioni decisive sulla possibilità che i vaccini disponibili siano in grado di indurre l´immunità, proteggere da segni clinici e/o bloccare la diffusione del virus nei maiali," hanno sottolineato i ricercatori. "Questi esperimenti aiutano a dare una direzione ai programmi di controllo delle malattie infettive e a migliorare la nostra conoscenza dei fattori che determinano la patogenicità e la trasmissibilità nei maiali e tra animali e umani. " Per maggiori informazioni, visitare: Friedrich-loeffler-institut: http://www. Fli. Bund. De/ Journal of General Virology: http://vir. Sgmjournals. Org/ .
GALILEO
8 SETTEMBRE 2009
Insetti da laboratorio
Il sistema immunitario dei moscerini della frutta e delle tarme mostra alcune notevoli analogie con quello dei mammiferi. Presentati oggi i risultati di uno studio irlandese Sostituire le cavie da laboratorio con gli insetti? Gli studi sono preliminari, ma l’idea è di per sé interessante se sono realistici i dati riportati oggi da Kevin Kavanagh della National University of Ireland all’incontro autunnale della Society for General Microbiology che si sta svolgendo ad Edimburgo. Secondo il biologo, il ricorso alle cavie in campo farmaceutico e soprattutto nei test preliminari sull’efficacia delle nuove molecole potrebbe diminuire drasticamente, persino del 90 per cento. Ci sono insetti come le tarme e i moscerini della frutta, infatti, che sembrano reagire alle infezioni dei batteri in modo analogo ai mammiferi. In particolare i neutrofili, un tipo di globuli bianchi dei mammiferi, rispondono all’attacco dei microrganismi patogeni proprio come fanno gli ematociti degli insetti. O meglio: le sostanze chimiche prodotte da entrambi - quelle che vanno a interagire con la superficie delle cellule infettate - hanno strutture affini. “È già pratica comune usare le larve degli insetti per svolgere alcuni test preliminari sui nuovi farmaci, per poi passare a topi e cavie in un secondo momento per confermare i risultati”, ha sottolineato Kavanagh, “con il vantaggio che i primi reagiscono alle condizioni esterne in un tempo molto più breve: due giorni contro diverse settimane”. I suoi risultati indicano che i moscerini (Drosophila), la tarma della cera (Galleria) e un tipo di farfalla notturna (Manduca) potrebbero fare al caso, e dimostrano che alcune cellule immunitarie negli insetti e nei mammiferi sono strutturalmente e funzionalmente molto simili, nonostante siano separate da oltre 400 milioni di anni di evoluzione. Le affinità di risposta immunitaria cosiddetta 'innata' tra insetti e mammiferi nella lotta ai microrganismi sono ben note, quindi è effettivamente plausibile l'utilizzo di insetti e larve di insetto per test preliminari di farmaci antimicrobici”, ha commentato a Galileo Federica Riva, ricercatrice presso il Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria dell’Università di Milano: “La riduzione fino al 90 per cento del numero di animali usati è auspicabile, ma penso sia ancora lontana in quanto le risposte dei mammiferi sono più complesse. Esiste infatti anche una risposta adattatoria che è diversa da gruppo a gruppo. I dati sono incoraggianti, ma servono altri studi per approfondire similitudini e differenze e per verificare l'efficacia del modello insetto rispetto al modello murino”. LIBERO 8 SETTEMBRE 2009
Insetti, un futuro da cavie "Costano meno dei roditori"
Falene, millepiedi e moscerini da frutta presto potrebbero prendere il posto di milioni di topi usati ogni anno dagli scienziati per testare le droghe. I biologi hanno scoperto che certe cellule in mammiferi e insetti reagiscono alla stessa maniera quando sono attaccati dalle infezioni e producono reazione chimiche simili. Questa scoperta significa che l’80 per cento delle cavie da laboratorio potrebbe non servire più. Una scelta che comporterebbe anche un notevole abbassamento dei costi. “È già un’abitudine – dice Kevin Kavanagh, biologo dell’Università Nazionale Irlandese – usare le larve di insetti per testare le nuove droghe e poi confermare i test con i topi”. Anche in termini di tempo le ricerche ne guadagnerebbero visto che i test sugli insetti offrono un risultato in 48 ore, mentre quelli sui roditori ci mettono dalle 4 alle 6 settimane. Neutrofili e ematociti - Kavanagh e i suoi colleghi hanno scoperto che neutrofili, globuli bianchi che fanno parte del sistema immunitario dei mammiferi, e gli ematociti, cellule che svolgono una funzione simile negli insetti, reagiscono allo stesso modo alle infezioni date dai microbi. Entrambi creano cellule che inglobano i microbi e sviluppano enzimi per distruggerli.
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