CORRIERE DI SIENA
8 AGOSTO 2009
La storia - “Cane linciato davanti ai miei occhi”.
La testimone di ripetute violenze su un piccolo meticcio. “Gli ha sbattuto la testa contro il vetro dell’automobile”.
VALDORCIA (SI) - “Ho assistito ad una scena orribile, straziante, di fronte alla quale sono rimasta impotente, ma ora sono così addolorata che voglio rendere giustizia ad una povera bestiola maltrattata senza alcuna ragione in mezzo di strada”. Lo sfogo è di una cittadina della Valdarbia che giovedì è stata spettatrice di un vergognoso linciaggio di un cane meticcio di piccola taglia da parte del padrone, una guardia giurata del luogo, che davanti a tutti si è fatto alcuno scrupolo nell’aggredire con calci e pugni l’animale che da tempo è stato accolto nella sua famiglia. “Quel piccolo meticcio marrone si era avvicinato alla mia casa, perchè attirato dai miei cani. Il padrone era poco lontano e lo chiamava, senza successo. E’ stato allora che il signore si è avvicinato al cancello di casa mia. Ho pensato che volesse parlare con me e quindi mi sono avvicinata a mia volta. Ma le intenzioni della guardia giurata erano ben altre, voleva farla pagare alla bestiola che non aveva ubbidito - continua nel racconto - Lo ha preso prima a botte con una furia inaudita, poi lo ha preso a calci, dopo gli ha presto la testa e gliel’ha sbattuta contro l’asfalto. Poi lo ha sollevato e mentre stava per metterlo dentro la macchina gli ha sbattuto di nuovo la testa violentemente contro il vetro dell’auto. Io mi sono messa ad urlare e l’ho pregato di fermarsi. Non potevo assistere ad uno strazio di questo genere. Ho detto a quella persona che avrei avvertito la protezione animali e lui senza fare una piega ha replicato, ‘il cane è mio e faccio come voglio’. Ha chiuso lo sportello, ha messo in moto e se ne è andato via. Con me hanno visto questa scena pazzesca anche altre vicine che come me sono indignate. Siamo tutte amanti degli animali e non possiamo tollerare reazioni simili e senza alcun senso. Ma siamo intenzionate a raccontare tutto al servizio veterinario e prima ancora vogliamo rendere nota la vicenda attraverso il vostro giornale, per difendere una creatura senza colpa che dovrebbe essere protetta e non usata come valvola di sfogo. Non riesco più a dormire e vivo nel terrore, dopo essere stata testimone di tanta violenza. Voglio che mai più una cosa simile si ripeta, nè sotto casa mia, nè altrove”.
AGI
8 AGOSTO 2009
9 CUCCIOLI IN VENDITA SU CARRETTO TIRATO DA VECCHI CANI
Roma - Ha costruito artigianalmente un carretto con ruote di bicicletta che ha fatto trainare da una coppia di anziani cani, e sopra ha caricato una gabbia, anche questa fatta a mano con del filo di ferro, dove all'interno ha messo ben 9 cuccioli ed un cane adulto ferito, fermando i passanti cercando di convincerli ad acquistarne uno. E' accaduto a Roma, in via Pietro Rovetti, dove la penosa scena ieri pomeriggio e' stata notata dagli agenti della Polizia di Stato della Questura, in servizio di controllo del territorio a bordo della Volante, che sono immediatamente intervenuti anche mettendo a disposizione delle bestiole un po' d'acqua. Infatti gli animali stavano soffrendo a causa dell'elevata temperatura ed hanno rischiato la disidratazione per la loro esposizione al sole cocente. L'uomo, F.M. pregiudicato romano di 48 anni, autore del triste mercato, condotto negli Uffici del Commissariato Torpignattara e' stato denunciato in stato di libertà per maltrattamento di animali, mentre i cani, in pessime condizioni igienico sanitarie, sono stati affidati a personale del Comune di Roma che ha provveduto alla loro sistemazione presso strutture idonee.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
8 AGOSTO 2009
Barletta (BT), presi presunti rapinatori si "allenavano" sparando ai cani
Ieri la Procura della Repubblica di Trani e i Carabinieri hanno portato a termine l'operazione "Banche e Meloni" e ritengono di aver così sgominato una banda itinerante ma con quartier generale a Barletta. Luigi Lombardi (soprannominato "Gino Melone"), sarebbe stato il personaggio di maggior spicco di una associazione per delinquere dedita alle rapine. 14 gli arresti eseguiti all'alba dai Militari di Barletta
ANTONELLO NORSCIA
Barletta (BT) - «Io se non ammazzo un cane non sono capace di uccidere una persona». Così parlò il 22enne Gaetano Spera all'amico Francesco Mascolo poco prima che si confrontassero sulla possibilità di perpetrare una rapina ai danni di un ufficio postale presente in una cittadina della provincia di Lecce. È una delle numerose intercettazioni ambientali, grazie a cimici posizionate sulle auto degli indagati, su cui si basa l'operazione anticrimine culminata con gli arresti di ieri. «Spera rappresentava all'amico Francesco di voler picchiare una terza persona che non menziona. E per far capire che gli vuole far davvero male cita anche "Gino Melone", all'anagrafe Luigi Lombardi conosciuto negli ambienti malavitosi anche per essere un picchiatore, per dire che lui gli farà più male di quanto ne faccia solitamente Gino Melone - scrive il gip. Confida quindi di possedere una pistola con soli quattro proiettili e che, insieme a Chicco (Cosimo Damiano Lasala) ha già sparato ad un cane, proprio per "fare palestra" in quanto Spera ritiene che solo se si uccide un cane si è capaci di uccidere una persona».
Ecco uno stralcio del colloquio: SPERA (S): «Lo devo sparare in faccia, prendo la cosa che ho a casa, che sono pochi i proiettili, hai capito? quattro». MASCOLO (M): «e si vanno a prendere». (S): «quattro che devi fare... devi uccidere quattro persone tutti in testa». (M): ride... (S): «bom, bom...pure se glieli togli e glieli metti di nuovo... non puoi fare niente... quattro non li puoi uccidere mai... però due vai sicuro... due cristiani li uccidi... quando gli hai tirato due botti in petto ... bum in petto... lo fai cadere per terra... bum in testa... devi andare a prendere a quell'altro bum in petto bum in testa... hai capito?... non devi mirare mai la testa per prima... mai... perché è difficile a prenderlo in testa eh... lo devi prendere prima addosso... che rallenti la carta e cade per terra il cornuto... e poi... aspetta.. lo sai che mo' uccisi il cane? Dissi io, io se non ammazzo un cane non sono capace di uccidere una persona... lo puntai il cane... stetti un bel po' hai capito? Perché mi dispiaceva... là non devi tenere più il cuore... quando abbaiò che se ne accorse il cane bam...». Ma agli atti dell'inchiesta c'è anche un eloquente verbale d'interrogatorio in merito alla spartizione delle somme rapinate, reso da un minore finito nella rete dei Carabinieri prima di ieri: «Dividevamo in due, metà a me e metà a Luigi Lombardi. I soldi che toccavano a me li ho spesi tutti, sperperandoli in video poker e altri vizi. Inoltre, per ogni rapina, lasciavo 2.000 euro della mia parte a Lombardi pagare l'avvocato nel caso in cui ne avessi avuto bisogno, come lui mi consigliava. Lombardi mi aveva proposto anche di investire, ad ogni rapina, 3.000 euro nell'acquisto di cocaina, ma non ho accettato».
IL MESSAGGERO
8 AGOSTO 2009
Maccarese (RM)
Branco di cani denutriti salvato dagli agenti della municipale
FABRIZIO MONACO
Maccarese (RM) - La Polizia Locale di Fregene ha tratto in salvo, qualche giorno fa, una ventina di cani abbandonati in un terreno in campagna, in via del Bottegone a Maccarese, una traversa di via della Muratella. Il blitz dei vigili è scattato dopo che nella zona circostante si erano verificati strani episodi, come il ritrovamento a fine luglio di 13 carcasse di pecore nel canale dei Collettori. Ma tutta la zona era sotto osservazione visti i continui scarichi sulla strada di montagne di rifiuti, soprattutto calcinacci ed eternit. Superati i quali i vigili, al loro arrivo nel terreno confinante con la pista dell’aeroporto, si sono trovati davanti una ventina di cani abbandonati e denutriti. Per la maggior parte dei casi maremmani, cani da caccia, setter e cuccioli, tutti in stato di abbandono. A terra, accanto a loro, le carcasse di alcune pecore di cui i cani si erano nutriti. Altra macabra scoperta, in mezzo al campo un cane impiccato, nel linguaggio dei pastori sardi un chiaro avvertimento agli estranei di tenersi alla larga. Sul posto sono immediatamente intervenuti i veterinari della Asl che hanno provveduto a portare gli animali all’Hotel cani e gatti, convenzionato con il Comune di Fiumicino, dove sono stati curati e nutriti. Le indagini ora si sarebbero concentrate su di un pastore, svanito nel nulla, che dovrebbe essere il proprietario dell’area e di tutti gli animali, pecore comprese.
SESTO FIORENTINO
8 AGOSTO 2009
SESTO FIORENTINO (FI): CAVALLO RUBATO TROVATO MORTO E MUTILATO
L'animale era scomparso venerdì da un ecinto di via di Pantano. E' stato ritrovato poco lontano mutilato della coscia anteriore e di quella posteriore destra
Sesto Fiorentino (FI) - Un cavallo baio di proprietà di un idraulico sestese è stato trovato morto e mutilato a poca distanza dal recinto dove veniva allevato. La scomparsa del cavallo era stata denunciata dal proprietario venerdì scorso ai carabinieri di Sesto. Secondo l'idraulico, che allevava il cavallo in un recinto nei pressi di via di Pantano andando verso la discarcia di Case Passerini, recinto trovato aperto, il quadrupede aveva uno scarso valore commerciale. Dopo una prima ricerca dell'animale nessuna tarccia fino alle 20.30 di oggi quando la carcassa del quadrupede è stata vista riversa in un campo poco lontano dal luogo dove viveva. La carcassa dell'animale, però, era stata mutilata della coscia anteriore e di quella posteriore destra, circa 150 chili dicarne. La carcassa, quando è stata trovata, era già stata attaccata da parassiti e animali. Il che significa che il cavallo sarebbe stato macellato poco dopo essere stato rubato dall'allevamento.
I carabinieri della compagnia di Signa sono intervenuti sul posto insieme agli oepratori dei serviwi veterinari che hanno poi rimosso la carcassa per avviarla allo smaltimento che avverrà per incenerimento. Sicuramente, ritengono gli investigatori, l'animale è stato rubato e ucciso per sfamare, probabilmente, un gruppo di persone che vivono nella Piana. (Fonte Compagnia Carabinieri di Signa)
IL TIRRENO
8 AGOSTO 2009
Piccolo pincher sbranato e ucciso da un cane di grossa taglia
PIOMBINO (LI). Erano circa le 15 quando un piccolo pincher è stato sbranato ed ucciso da un meticcio di grossa taglia. E’ accaduto ieri, in via Bruno, tra la rotatoria su viale del Popolo ed il piazzale delle auto al cimitero. Un attacco improvviso che non ha permesso alla sua accompagnatrice di fermarlo né ha lasciato scampo alla piccola bestiola, appena uscita per la sua passeggiatina quotidiana insieme alla badante della sua anziana padrona. L’animale di grossa taglia sarebbe uscito all’improvviso per strada ed appena ha visto il pincher l’ha azzannato in maniera violenta. Di sicuro l’animale, che pare fosse scappato dal suo padrone, che di cani di grossa taglia ne ha altri due, era senza museruola e senza guinzaglio. Una libertà pagata con la vita del pincher che aveva compiuto i sette anni d’età. La famiglia dell’animale ancora non si spiega come sia potuto accadere il brutale episodio, ma lancia un appello ai proprietari dei cani, specie se d’indole aggressiva, affinché non siano lasciati senza guinzaglio o museruola in giro per la città «in modo da evitare fatti di tale violenza».
SESTO POTERE
8 AGOSTO 2009
Blitz Pm Verona: denunciati due turisti spagnoli per maltrattamento ed abbandono di animale
Verona - I Vigili di quartiere di Verona, su segnalazione di un cittadino, sono intervenuti ieri pomeriggio alle 14 in corso Venezia, per liberare un cane lasciato chiuso in auto sotto il sole. L’animale era stato infatti avvistato già dalle 10.30 all’interno di un furgone Volkswagen California di nazionalità spagnola. Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del fuoco per l’apertura del veicolo; l’operazione è stata però interrotta dall’arrivo dei proprietari dell'animale, due turisti spagnoli che si sono giustificati spiegando che si erano persi e non riuscivano più a trovare la loro auto. Per loro è scattata la denuncia per maltrattamento ed abbandono di animale.
RADIO NEWS
8 AGOSTO 2009
Cavallo abbandonato in centro città
NOVARA - In questo periodo l'abbandono degli animali da compagnia rappresenta una piaga stagionale. Molte le campagne in atto per sensibilizzare i cittadini a non tenere questo comportamento, che peraltro, da qualche anno, è diventato un reato. I cani sono gli animali più abbandonati in assoluto, insieme ai gatti. Certo però, nessuno poteva immaginare che, in pieno agosto, a Novara, venisse trovato un cavallo vagante per le strade della città. E' accaduto, ieri, in centro a Novara, dove l'animale è stato segnalato da alcune persone verso l’una di pomeriggio. Ad intervenire sul luogo del ritrovamento le guardie ecozoofile volontarie e gli uomini di una pattuglia della polizia municipale. Una volta sul posto, e rintracciato l'animale, hanno cercato di avvicinarlo: il cavallo appariva spaventato e dava segni di nervosismo ed è stato ricoverato in una stalla in attesa di risalire al proprietario.
LA ZAMPA.IT
8 AGOSTO 2009
Salvò la padrona: Diana, il cane più buono d'Italia
Riceverà il «premio fedeltà»
SILVIA GARBARINO
TORINO - Vita da cane in copertina. Diana, labrador incrociato con un pit bull, 4 anni a novembre, è una star del genere. Anche se della celebrità ne fa volentieri a meno. Troppi flash, taccuini che sventolano sotto il naso, per non parlare delle telecamere, le fanno rizzare il pelo e abbaiare a pieni polmoni. A un po’ della sua adorata privacy, però, dovrà rinunciare il 16 agosto quando sarà premiata insieme ad altri compagni coraggiosi a San Rocco di Camogli, spicchio adorabile della Liguria di Levante, dove da 48 edizioni si celebra la «fedeltà» del miglior amico dell’uomo.
Il 2 gennaio scorso Diana è diventata un’eroina proteggendo l’incolumità della sua padrona Marina Tripodi, operaia alla Pininfarina, moglie e madre di due figli, residente a Collegno. «Ero in casa e volevo stirare - ricorda con precisione la signora - mio figlio grande era via, il piccolo al computer in camera sua, Diana accucciata ai suoi piedi e guaiva. Mio marito convinse Alessandro ad uscire e io decisi di spostare l’asse da stiro in camera del ragazzo così tenevo compagnia al cane. Ma non feci in tempo ad entrare perché Diana mi saltò addosso e mi buttò per terra». Un attimo di pausa, poi ridendo aggiunge: «Subito le ho urlato dietro, le ho anche dato una scoppola sul sedere, non capivo quella sua reazione. Poi ho visto una grande nuvola di polvere venirmi incontro e mi è venuto freddo». Il soffitto della cameretta si era sbriciolato: mattoni, calcinacci, intonaco, tutto crollato sul pc dove sino a una manciata di attimi prima c’era il figlio e dove stava per entrare lei. «Mi ha salvato la vita, Diana - afferma orgogliosa Marina -. Ho anche capito perché da un giorno intero stava sul letto dei ragazzi e guardava fissa il soffitto. Aveva intuito cosa stava per accadere». E dire che il feeling fra padrona e cane non era stato immediato. «Io non volevo un cane in casa, mio figlio me l’ha portata e io l’ho sgridato. Però quando l’ho presa in braccio mi ha dato una serie di “bacetti” e... mi sono sciolta. Da allora è una della famiglia. Intoccabile». Il premio internazionale che Diana in carne ed ossa andrà a ricevere a Camogli è stato più celere della burocrazia amministrativa. «Ancora oggi quella stanza e un’altra adiacente sono inagibili - chiosa la Tripodi -. I lavori non sono potuti iniziare. A quanto pare non è colpa di nessuno se il soffitto è venuto giù.» Unica grande consolazione, lei e Diana sono vive per potersi arrabbiare e abbaiare.
MESSAGGERO VENETO
8 AGOSTO 2009
Non si creino registri di proscrizione
Pordenone - «Non esiste più, allo stato attuale, a livello nazionale, un elenco di cani geneticamente pericolosi, elenco che invece esisteva fino allo scorso anno. Questo per l’infondatezza scientifica di un tale elenco. La stessa sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, con la collaborazione delle maggiori associazioni e federazioni nazionali dei medici veterinari, ha determinato la cessazione di tale lista pre-configurata». Lo sostiene il medico veterinario Stefano Candotti, presidente regionale dell’Anmvi in merito all’ordinanza anti-cani pericolosi firmata dal sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello. Nella stessa, infatti, si fa riferimento a un registro dei cani pericolosi che deve essere ancora istuituito non essendo stato ancora emanato il regolamento all’ordinanza nazionale alla quale si è ispirato il primo cittadino. «Sulla base di ciò non può essere fatto un elenco preformato di cani pericolosi nemmeno a livello locale perchè si contrapporrebbe alle indicazioni nazionali. Tuttavia l’elenco di cui parla l’ordinanza del Comune di Pordenone – aggiunge – mi pare di poter interpretarlo come elenco concreto di cani che dimostrino nei fatti, comportamenti pericolosi o nocivi (problemi comportamentali, di dominanza, di insufficiente gestione da parte dei proprietari); elenco quindi che pare l’ordinanza voglia istituire sulla scorta degli episodi che si verificano e non sulla base di una lista preformata». Quanto ai contenuti dell’ordinanza, secondo Candotti ha «intenzioni assolutamente meritevoli, ma il problema di un elenco va chiarito bene se sia e rimanga l’elenco dei cani che dimostrano comportamenti aggressivi per cui porre riparo verificando problemi clinici comportamentali del soggetto oppure di inaffidabilità del proprietario; oppure se l’elenco rischi di diventare un “elenco di proscrizione” che cozzerebbe con la normativa nazionale». «Mi pare di cogliere l’intenzione di creare un elenco di soggetti (non di razze, a prescindere) pericolosi da non lasciare in mano a potenziali proprietari emotivamente, psicologicamente e penalmente non idonei o immaturi. Il che non fa una grinza. Molto buona è poi l’intenzione di creare, secondo gli indirizzi nazionali, il proprietario educato che si affianchi al cane educato».
LA PROVINCIA PAVESE
8 AGOSTO 2009
Contro l'abbandono dei cani il sindaco di Chignolo lancia una sua campagna
CHIGNOLO PO (PV). Il sindaco di Chignolo Po ha deciso di muoversi in prima persona per sensibilizzare le persone contro gli abbandoni dei cani. E lancia una vera e propria campagna che invita chi ha un cane a iscriverlo all’anagrafe canina «La legge regionale in materia del 1997 - ricorda il sindaco Antonio Bonati - obbliga tutti i cittadini che detengono un cane ad iscriverlo all’anagrafe canina per prevenirne l’abbandono degli animali. Le segnalazioni devono essere presentate anche in caso di smarrimento, cessione, morte. Quando c’è l’iscrizione gli uffici veterinari assegnano il numero identificativo (microchip) con indicato il numero assegnato che dovrà essere effettuato presso l’Ufficio veterinario dell’Asl di Pavia, telefono 0382.432858 oppure al proprio veterinario privato. Chi non lo fa rischia sanzioni».
GAZZETTA DI REGGIO
8 AGOSTO 2009
Olmo rinuncia al Palio degli Asini
Sandra Parmeggiani
GATTATICO (re). Si rompe la tradizione del Palio degli Asini alla Festa del Grano di Olmo. Dopo 25 edizioni, a sostituirlo martedì prossimo alle 21.30 sarà una gara di Polo sempre con asini. Ma perchè questo cambio di programma? Le voci e le indiscrezioni si rincorrono. Una «gola profonda» dell’organizzazione della tradizionale festa sostiene che i veterinari dell’Ausl di Montecchio hanno di fatto vietato il Palio accogliendo le proteste degli animalisti: gli asini venivano maltrattati e sottoposti ad una corsa per loro innaturale. L’Ausl avrebbe applicato la legge regionale numero 5 del 2005 che all’articolo 7 precisa (in merito a esposizioni, competizioni e spettacoli) che gli animali, sia cuccioli che adulti, non possono essere offerti in premio o vincita di giochi, o in omaggio in ambito di attività commerciali, giochi e spettacoli. Inoltre, lo svolgimento di gare con equini o altri animali, sono autorizzate dal Comune nel rispetto d’indicazioni tecniche della Regione, che prevedono in particolare il tipo di materiale per le piste da corsa ed i requisiti di sicurezza per persone ed animali. Ma l’Ausl non conferma e non smentisce il suo intervento. «Un atto di coraggio - lo definisce Stella Borghi dell’Enpa provinciale - se la legge regionale è stata applicata, ringrazio il servizio veterinario Ausl che l’ha fatto rispettare». Secondo un esponente di una Pro loco reggiana, la legge è puntigliosa ma giusta e punisce anche con sanzioni pecuniarie elevate chi non la rispetta. Afferma che in diverse manifestazioni che ha curato ha dovuto tenere in considerazione la normativa e rivedere alcune competizioni, in certi casi eliminandole dalla programmazione. Sulla questione Palio di Olmo ipotizza una teoria: se il divieto c’è stato potrebbe essere dettato dal fatto che gli asini non sono adatti a questa gara, ovvero una corsa che per un asino non è una pratica naturale. Da parte sua il presidente della Pro loco di Gattatico, Paolo Petrolini, nega ogni intervento dell’Ausl e sostiene semplicemente che alla festa di Olmo «serviva solo una ventata di rinnovamento». Questa novità sarebbe il Polo, classico sport a squadre inglese, dove due squadre composte da quattro giocatori in sella a cavalli e muniti di mazze cercano di vincere la partita segnando un punto a proprio favore ogni volta che si riesce a mandare la palla nella porta avversaria.
GAZZETTA DI REGGIO
8 AGOSTO 2009
Becchi: «Basta con l'abbattimento dei caprioli»
CASTELNOVO MONTI (RE). Basta con gli abbattimenti sistematici di caprioli. E’ questo il grido d’allarme dal presidente reggiano di Legambiente Massimo Becchi, che chiede, a nome dell’associazione, di entrare a far parte della consulta venatoria per avere più peso politico e decisionale. La provincia di Reggio, dati alla mano, è quella in cui viene abbattuto ogni anno il maggior numero di questi animali. «Partirà nei prossimi giorni - dichiara Becchi - l’ennesimo piano di abbattimento del capriolo, consistente nel ridurre la popolazione di 3.082 animali, che sommati a quelli prelevati nella stagione venatoria 2008-09 anche quest’anno vedono la nostra provincia ai vertici nazionali per abbattimento di questa specie con circa 11mila capi abbattuti. Se da un lato si evidenzia in alcune aree la necessità oggettiva di ridurre la popolazione dei caprioli dall’altro non va dimenticato che è praticamente impossibile portare la densità di questa specie dagli attuali valori 25,5 animali/km quadrato a quanto prevede il piano di 16-18 animali al chilometro quadrato, in quanto sarebbero necessari piani nei prossimi anni ben più consistenti degli attuali. Lo stesso parere dell’Ispra di Ozzano dell’ Emilia (l’ex istituto nazionale per la fauna selvatica) ritiene compatibile questo valore di densità per la nostra provincia, dove piuttosto si segnala invece una politica di contenimento della specie basato solo con l’abbattimento, senza, come in altre raltà, adottare misure di protezione della porzioni di territorio più danneggiate. Comunque vada questo piano di abbattimento porterà la popolazione di capriolo sui 21mila animali, ovvero con circa 8mila femmine si avranno il prossimo anno circa 13-14mila nuovi caprioli (il tasso di fecondità è di circa 1,7-1,8 nati per ogni fammina), arrivando ad una popolazione di 34-35mila animali. Per arrivare alle densità previste dal piano di faunisticio provinciale occorrerebbe abbattere ben di più degli 11mila previsti oggi con i due piani. «Certamente - continua il presidente Becchi, fornendo cifre a supporto della propria tesi - restano molte perplessità su questi piani, visto che il piano autunnale si è rivelato sbagliato e questo secondo nasce da una richiesta degli agricoltori. E’ infatti sempre più difficile capire quando la parte scientifica è vera e quanto è a servizio di meri interessi territoriali di una categoria rispetto all’altra. Certamente andrebbe perfezionato il sistema risarcitorio alle aziende agricole, oggi per molti aspetti inadeguato, anche perchè questo problema ci sarà sempre visto che 3mila caprioli su 24mila sono il 12,5%, ovvero tutti gli altri resteranno normalmente sul territorio. E’ necessario quindi rivedere tutti una serie di aspetti legata alla gestione della fauna selvatica, visto che il prelievo che partirà nei prossimi giorni riguarderà anche 532 daini e 35 mufloni, senza contare che i danni maggiori sono arrecati dal cinghiale. In una provincia in cui si assiste ad un incremento costante della superficie boscata è ovvio aspettarsi una maggiore diffusione delle fauna selvatica. Non dimentichiamoci inoltre che la situazione di molte specie faunistiche è stata generata anche grazie ai piani di prelievo molto modesti degli anni ’90 che, del tutto sbagliati, hanno sottistimato il problema. «Per un confronto più serio - conclude Becchi - Legambiente chiede di fare parte della consulta venatoria, altrimenti anche la nostra associazione promuoverà raccolte di firme per evitare io piani di prelievo e fa i complimenti al comandante dei vigili provinciali Alessandro Merlo, anche responsabile dell’unità operativa Caccia e Pesca della provincia per la decisione di convocare la prima riunione dell’Atc 4 montagna il giorno 12 agosto. Vista la delicata situazione di questo ambito di caccia, il più problematico da sempre, si chiede di spostarla a data più consona fuori dal periodo prettamente vacanziero, in modo da avere una partecipazione più sentita».
IL TIRRENO
8 AGOSTO 2009
Prove di tiro per 150 cacciatori
PISTOIA. Un piccolo esercito di 150 cacciatori a partire da settembre-ottobre potrà dedicarsi alla caccia selettiva a cinghiali e altri ungulati (daini, caprioli e così via) per diradarne le fila e ridurre così i danni che questi animali provocano continuamente alle aziende agricole delle colline e persino agli orti che gli appassionati amano coltivare in prossimità dei boschi. La Provincia e L’Ambito territoriale di caccia (Atc) numero 16, infatti, stanno per concludere il corso di abilitazione svolto dai due enti proprio per consentire ai cacciatori di collaborare nel controllo della fauna selvatica. La conclusione del corso prevede delle vere e proprie prove di tiro che, vista la chiusurua del poligono di tiro cittadino sulla Brana, verranno svolte nella zona di Lagoni, da martedì a giovedì 13 agosto, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19. Ovviamente tutta la zona sarà messa in sicurezza a cura della polizia provinciale e della polizia di Stato, per evitare che chiunque possa trovarsi incidentalmente nella zona delle prove di tiro. L’amministrazione provinciale ieri ha comunque diffuso la notizia proprio perché chi abita nella zona non si preoccupi degli spari. L’intervento messo in programma da Provincia ed Atc era stato a lungo richiesto dalle associazioni agricole e dai singoli operatori, proprio per i gravi danni che gli animali creano alle colture, alle recinzioni e in generale al patrimonio delle aziende interessate. Secondo l’Atc i danni che nel 2008 sono stati prodotti dagli ungulati hanno portato a richieste di risarcimento per circa centomila euro. Ma ovviamente non ci sono solo i danni materiali di cui tenere conto. Naturalmente - hanno tenuto a specificare l’assessore provinciale Rino Fragai, il presidente dell’Atc Moreno Mencarelli, il comandante della polizia provinciale Franco Monfardini e il vicequestore Mauro Ciavardini - l’attività di abbattimento mirato si svolgerà sotto il controllo dei due corpi di polizia e con la massima attenzione alla sicurezza per le persone e gli insediamenti abitativi. «Abbiamo chiesto e ottenuto la massima collaborazione da parte del prefetto - spiega l’assessore Rino Fragai - che ci consentirà di svolgere nel modo migliore questo intervento. Che comunque è e resta un’azione di tipo straordinario ed emergenziale. Finora la Provincia ha fatto fronte a questa situazione soprattutto con i risarcimenti. Abbiamo invece in programma di mettere a punto un piano organico di gestione della fauna per i prossimi anni e a questo proposito è già stato conferito un incarico per studiare i danni prodotti dagli ungulati all’attività agricola». Insomma, anche le parole del neoassessore Fragai sottolineano l’esigenza di un intervento meno saltuario e più organico della Provincia in materia di ungulati. I critici dell’amministrazione provinciale ne prenderanno probabilmente atto con soddisfazione.
LA NUOVA SARDEGNA
8 AGOSTO 2009
Sì l'ingresso ai cani, no ai bambini
PORTO CERVO (OT). Massimiliano Ossini, presentatore della trasmissione di Raiuno Sabato e domenica estate promette che parlerà della sua vacanza a Porto Cervo nelle prossime puntate. Non per decantarne le bellezze, ma per segnalare il suo martedì nero per un episodio che sembra incredibile ma che ha vissuto in prima persona con la famiglia. Già, perchè ha scoperto che al Coast Music Bar, uno dei locali che si affacciano sulla Piazzetta, è vietato l’ingresso non ai cani, ma ai bambini. «La politica del locale non li ammette», ha spiegato al presentatore il cameriere che ha bloccato Ossini, la moglie e due figli di quattro e cinque anni. Il conduttore televisivo non si è dato per vinto e si è rivolto persino alle forze dell’ordine che hanno confermato: i locali non possono selezionare i clienti.
LA TRIBUNA DI TREVISO
8 AGOSTO 2009
Treviso città aperta ai cani
Fiammetta Cupellaro
Treviso - Centro vietato ai cani: il Tar del Veneto accoglie il ricorso presentato dai Comitati e annulla la delibera di Ca’ Sugana. Motivo? Treviso è talmente pulita da non avere alcuna emergenza igienico-sanitaria che possa motivare la chiusura del centro agli amici a quattro zampe. Una battaglia legale costata 61 mila euro, tanto ha dovuto spendere il Comune per difendere la sua ordinanza. Una vicenda, quella del centro storico chiuso ai cani, che dopo cinque anni si può dire sia definitivamente chiusa. Era il 29 giugno 2004 quando Gentilini firmò l’ordinanza che scatenò una valanga di polemiche e proteste. La pubblicazione delle motivazioni che avevano portato i giudici del Tribunale Amministrativo del Veneto, prima a sospendere, poi ad annullare l’ordinanza fanno capire che non sarà possibile nemmeno riproporla in futuro. I Comitati che erano stati rappresentati dall’avvocato Fabio Capraro si sono detti soddisfatti. La sentenza infatti parla chiaro: il sindaco poteva adottare una simile ordinanza, ma solo se «giustificata da emergenze sanitarie o di igiene pubblica». Condizioni di cui a Treviso non ci sono tracce. Insomma, il centro storico trevigiano è talmente pulito e il rischio igienico sanitario lontano, che secondo i magistrati non c’è alcuna urgenza di vietare ai residenti di gironzolare con i propri cani. La salute pubblica non corre alcun rischio. I giudici della Terza Sezione lo scrivono nella sentenza: «Il provvedimento impugnato appare da un lato incogruamente motivato: impone un divieto limitandosi ad un generico richiamo a malattie pericolose per la salute pubblica senza riferimenti a situazioni di emergenza specifiche e localizzate nelle strade dove è imposto il divieto; dall’altro, risulta aver imposto un divieto assoluto, che non tiene neppure conto dei proprietari di cani che risiedono nelle zone interdette, per una situazione non imprevedibile e fronteggiabile con l’esercizio degli ordinari poteri di prevenzione, vigilanza e controllo di cui già dispone l’amministrazione». In pratica, secondo il Tar non serve chiudere le strade ai cani, ma semplicemente far rispettare ai proprietari il regolamento emanato dalla stessa giunta e che viene addirittura citato nell’ordinanza incriminata: quello di provvedere a raccogliere gli escrementi lasciata sulla strada dal proprio cane. Se una parte della vicenda è chiusa, rimangono ancora in piedi due aspetti economici: la difesa della propria ordinanza è costata a Ca’ Sugana, oltre 61 mila euro e l’eventuale richiesta di risarcimento da parte dell’unica proprietaria di cane che è stata multata mentre era in corso l’ordinanza. Una donna di 35 anni residente nella zona interdetta che era scesa a passeggio con il proprio amico a quattro zampe. La donna si era vista recapitare una contravvenzione di 51 euro. Scrivono sempre i giudici del Tar: «Il provvedimento ha prodotto effetti, seppure per un periodo limitato e non si può astrattamente escludere né la possibilità di una successiva richiesta di ristoro patrimoniale». Dunque potrebbe chiedere il risarcimento.
CORRIERE FIORENTINO
8 AGOSTO 2009
Il personaggio Daniel Vasella è finito nel mirino degli attivisti che lo accusano di avallare esperimenti su animali
Il manager dei farmaci perseguitato dagli animalisti
Casa a fuoco, rubate le ceneri della madre. «Ti distruggiamo»
DAL NOSTRO INVIATO
BERLINO — «Non è stata la tua settimana migliore, vero, Daniel? Be’, mettiti in testa questo: attaccheremo la tua vita privata ogni volta che sarà possibile farlo. Se pensi sia divertente uccidere animali nella tua foresta in Austria, la distruggeremo. Hai altri hobbies? Distruggeremo anche quelli. Distruggeremo la tua vita».
Di Daniel Vasella, numero uno del colosso farmaceutico Novartis, si sa praticamente tutto: parentele e passioni, interessi e manie. Nato nel 1953 a Friburgo e «cresciuto con quella riservatezza – raccontava al settimanale tedesco Focus – tipica di chi è educato in Svizzera», nel 1996 diventa amministratore dell’azienda nata dalla fusione di Sandoz (di proprietà dello zio di sua moglie) e Ciba-Geigy. E tutto, intorno a lui, cambia. «Forse – ammetterà in seguito - avevo sottovalutato quanto sarebbero diventati pubblici alcuni aspetti della mia esistenza». Talmente pubblici da trasformarlo in un target perfetto. Solo la settimana scorsa qualcuno si era introdotto nel cimitero di Coira, nel Canton Grigioni, profanando la tomba di famiglia e trafugando l’urna con le ceneri della madre. Nella notte tra domenica e lunedì il livello dello scontro si è alzato: alle 3.25 del mattino a Bach, nel Tirolo austriaco, un turista tedesco viene svegliato da un’es plosione. Si affaccia, afferra il telefono. «C’è uno chalet in fiamme, correte». Era il casino di caccia di Vasella. Una casa in legno dotata di celle frigorifere e una stanza per i trofei, con tanto di riserva privata da 4mila ettari. C’è voluta un’ora perché i 120 pompieri accorsi sul luogo riuscissero a spegnere il rogo. Vasella, nel frattempo, si era precipitato a Bach con il suo elicottero privato. Ed è stato da subito chiaro che non si trattava di un incendio doloso qualsiasi. Perché le tre lettere comparse sulla lapide di Coira sono tornate a galla quella notte, nelle pieghe della Rete. Su directaction.info, che raccoglie le rivendicazioni delle azioni compiute (anche in Italia) dai gruppi militanti animalisti. «Abbiamo concentrato 60 litri di benzina in due punti attorno alla casa. Non è la tua settimana, eh? Ricordati solo una cosa: avere a che fare con l’Hls significa avere a che fare con noi». Hls, vale a dire Huntingdon Life Sciences. Il più grande laboratorio d’Europa specializzato in test sugli animali. In una parola: vivisezione. C’era quella sigla, sulla tomba dei Vasella. « Drop Hls now », staccatevi subito dalla Hls. Nessuna firma, ma i sospetti sono subito corsi in direzione della Shac (Stop Huntingdon Animal Cruelty), l’associazione animalista inglese che da anni si batte per la chiusura del centro – cui a partire dagli anni ’80 sono stati contestati (tra sospensioni della licenza e rischi di bancarotta) casi di maltrattamento su cani e scimmie. La Shac è stata a sua volta al centro di un’operazione di polizia internazionale contro l’estremismo animalista; a gennaio, 7 dei fondatori sono stati ritenuti colpevoli di ricatto e condannati a pene tra i 4 e gli 11 anni. Sulla lapide, però, la sigla della Shac non c’era. E per quanto riguarda il rogo, ha smentito di esserne responsabile. In rete, la rivendicazione è firmata da un fantomatico Mfah Austria: « Militant forces against Huntingdon Life Science ». «Un gruppo sconosciuto nel nostro Paese», ha dichiarato la polizia. L’antiterrorismo si è già messo al lavoro. Nel mentre, la Novartis ha specificato di «non aver più affidato studi o altri lavori a Hls da anni», e ha rafforzato le misure di sicurezza per i dipendenti. Perché negli ultimi mesi, i segnali di avvertimento si erano moltiplicati: vetture date alle fiamme, telefonate notturne di minacce. Un vero e proprio «terrorismo psicologico», così lo definisce l’azienda. Che, va detto, non è nuova alle contestazioni: dallo scontro con Medici senza frontiere sulla causa intentata contro l’India, «colpevole» di permettere la produzione locale di farmaci generici anti Aids, alle polemiche sull’uso del Ritalin in età infantile. Mai, però, si era arrivati a questo livello. Daniel Vasella, ora, è l’obiettivo. L’ex bambino ammalato di tubercolosi, che è arrivato a guadagnare (nel 2008, dati Forbes) oltre 3.315.000 franchi svizzeri solo per il suo ruolo in Novartis. L’ex ragazzo che a 16 anni militava nell’associazione marxista-leninista Cercle Gracchus, e che oggi è consigliere della Bill & Melinda Gates Foundation ed è stato scelto dai lettori del Financial Times come uomo d’affari europeo più influente degli ultimi 25 anni. «Ritengo ancora giusti i valori di allora: libertà di pensiero, giustizia, parità dei diritti. Solo i dogmi li trovo ripugnanti». Chi ha appiccato il fuoco alla casa di Bach, sfortunatamente, non sembra dello stesso avviso. Gabriela Jacomella © RIPRODUZIONE RISERVATA Blitz La tenuta di Vasella, a Bach, nel Tirolo, è stata incendiata da militanti animalisti contrari agli esperimenti sulle cavie Sul sito ambientalista La rivendicazione sul web: «Ricordati: avere a che fare con i test su esseri viventi significa avere a che fare con noi»
GAZZETTA DI MANTOVA
8 AGOSTO 2009
Lav, sos animali
SUZZARA (MN). Appello della Lav per chi assiste all’abbandono di un animale. L’invito dei volontari è quello di prendere il numero di targa e di segnalarlo alle Forze dell’Ordine. Da un indagine risulta che gli animali più abbandonati risultano essere cani, gatti e tartarughe. I trasgressori rischiano multe fino a 10mila euro e l’arresto fino ad un anno.
AGI
8 AGOSTO 2009
DROGA: PESARO, CANE CURIOSO FA ARRESTARE SPACCIATORE
Pesaro, 8 ago. - La curiosita' di 'Lady', una labrador nera, e' costato caro ad uno spacciatore, gia' noto alle forze dell'ordine per questioni di droga. Il cane era a passeggio nel giardino sotto casa, come ogni giorno, con il suo padrone, un carabiniere della Compagnia di Pesaro. Una animata discussione in strada tra due giovani ha attirato l'attenzione di 'Lady', che ha portato il suo padrone fino ai due, che stavano litigando per una partita di eroina fasulla. I si allontanano, ma il militare ha fatto a tempo a chiamare i rinforzi. I carabinieri in borghese, coordinati dal tenente Emanuele Tamorri, arrivano in zona, fermano l'acquirente e lo trovano in possesso di 2 grammi di eroina; successivamente perquisiscono casa dell'altro litigante, S.C., di 25 anni, e trovano qualche siringa, tracce di eroina e 25 euro dello spaccio precedente.Per il giovane pesarese si sono aprono le porte del carcere, con l'accusa di spaccio di stupefacenti, mentre l'acquirente, un ventiquattrenne di Pesaro, e' stato segnalato alla prefettura.
IL GAZZETTINO DI TREVISO
8 AGOSTO 2009
ORDINANZA ANTICANI
Tutti i giudici hanno dato torto a Ca’ Sugana
Sergio Zanellato
TREVISO - La delibera è nata male ed è finita peggio. Di concreto resta solo il gran can can scatenato prima, durante e dopo la breve esistenza in vita del provvedimento gentiliniano. Che, però, ha provocato un notevole impoverimento delle casse del comune di Treviso. Il "decreto anti cani" è stato applicato infatti, una sola volta. L’unica vittima è stata la trevigiana Desia Lotto pescata dai vigili urbani mentre era a passeggio con i suoi due tenerissimi e vispi "bolognesi" in Piazza dei Signori. Erano le 11,30 del 15 luglio 2004: stava tenendo al guinzaglio le cagnoline Minoupitù e Luli. Niente di male se non fosse stata "inchiodata" in piena zona rossa, in una delle 13 vie e piazze del centro storico cittadino, interdette ai cani. Per incassare i 51,64 euro (per 2 più spese, pari a 116 euro) di quell’unica ammenda Treviso ha speso la bellezza di 61.224 euro. Pagando 15.306 euro per ognuno dei 4 ricorsi affidati ai legali e di volta in volta deliberati dalla Giunta cittadina. La crociata anti cani va così in archivio. Treviso ha perso ad ogni livello di Giustizia amministrativa. Senza arrendersi, è stata sconfitta prima al Tar di Venezia poi al Consiglio di Stato a Roma. In una prima tornata ha incassato la sconfitta nel corpo a corpo per impedire la "sospensiva" della delibera impugnata dagli avvocati Fabio Capraro & C. per conto di Anna Montagner, Nadia Masutti, Anna Mira, Sergio Costanzo Bosonieri. E così, di conseguenza, la delibera anti cani era finita sotto chiave negli archivi e non applicata. Ora è giunta la bocciatura definitiva. Infatti il Tar ha affrontato la materia trattata dall’ordinanza del sindaco Gentilini, stroncandola.E così, ora, i cani tornano in centro. Le porte le riapre il Tar, il Tribunale amministrativo regionale per il Veneto. E i padroni non rischiano più la multa che poteva spaziare dai 51,64 ai 516,45 euro. L’ordinanza n.48791 del 29 giugno 2004 voluta fortemente dall’allora sindaco Giancarlo Gentilini per garantire l’igiene pubblica per i marciapiedi del centro, è stata definitivamente cancellata. Dovranno conseguentemente essere tolti e finire in magazzino tutti i segnali di divieto disseminati a cordone sanitario intorno al centro storico.Il Tar - Angelo De Zotti, presidenti; Marco Buricelli, consigliere; Stefano Mielli, estensore - ha pronunciato la sentenza di annullamento accogliendo il ricorso proposto da Anna Montagner rappresentata e difesa dagli avvocati Fabio Capraro, Roberto Pomella e Renato Speranzoni. Il comune di Treviso era tutelato dall’avv. Luigi Garofalo di Venezia che eccepiva l’inammissibilità del ricorso e l’infondatezza. Nell’udienza pubblica dello scorso 18 giugno il Comune di Treviso "ha eccepito la sopravvenuta carenza di interesse al ricorso".I giudici hanno smantellato tutte le tesi difensive del Comune, compresa quella in cui l’ordinanza emanata costituisce esercizio di poteri ordinari in materia di igiene, salute e decorso urbano e non un’ordinanza contingibile ed urgente. Il Tar ha ribattuto che "la tesi non è condivisibile... in quanto dall’iter motivazionale a giustificazione del provvedimento sindacale appare esattamente il contrario: "per fronteggiare emergenze di carattere sanitario o relative all’igine pubblica". Inesistenti. "Pertanto l’ordinanza contingibile ed urgente non può essere utilizzata per soddisfare esigenze che siano invece prevedibili ed ordinarie". La terza sezione del Tar del Veneto ha infine condannato il comune di Treviso alla rifusione delle spese di lite a favore dei ricorrenti liquidabili in due mile euro per spese, diritti e onorari.
IL GIORNO
8 AGOSTO 2009
Un esercito di cacciatori pronto ad aprire il fuoco Tutte le novità venatorie
MAGDA BIGLIA
BRESCIA —UN ANTICIPO PER IL VIA al 3 settembre, misure concordate con le associazioni venatorie, allungamento dei giorni settimanali per l’addestramento dei cani nel periodo 20 agosto-13 settembre, possibilità di sparare a tutte le specie nelle maglie della legge, in attesa delle deroghe che verranno stabilite dalla Regione. Queste le novità del calendario venatorio 2009-2010 annunciate ieri in Provincia dal presidente Daniele Molgora e dall’assessore competente Alessandro Sala. «Nel rispetto delle norme, sulle quali si vigilerà, abbiamo tenuto conto della radicata tradizione nel nostro territorio e dell’importanza del settore armiero per la nostra economia», ha dichiarato il presidente.
PER L’ESERCITO delle 29.214 doppiette sono stati approntati dei fascicoletti con tutte le informazioni per la caccia vagante in pianura e nelle zone alpine, oltre che per l’appostamento fisso. Cambiano gli orari, l’arco temporale sia per il lavoro sui cani che per le specie da prendere. Per esempio dal 3 settembre in pianura, il giovedì e la domenica fino alle 13, si possono colpire le cornacchie, il merlo, la tortora. Sono 150 i cervi che sarà permesso abbattere; il fagiano si potrà cacciare senza distinzioni fra maschio e femmina e si potrà cacciare anche in gennaio la domenica con il cane da ferma e da riporto, ma nei luoghi turistici si comincerà più tardi con i cani.
CON LA NEVE sulle Alpi è consentito il prelievo venatorio e la zona speciale della starna nei comuni di Desenzano, Pozzolengo, Lonato è stata revocata assimilandola alle altre. Il martedì e il venerdì è sempre vietata la caccia. Sono 55 i giorni massimi di attività nell’intera stagione e relativamente alle specie varia la quantità di capi che si possono mettere nel carniere al giorno.
GENERALMENTE si possono sommare 60 punti nella stagione: la lepre ne ha dieci, il fagiano tre, la starna cinque. Il fantasma di quest’anno, secondo Sala, sarà la diabrotica, malattia del mais combattuta dai pesticidi, con problemi per la selvaggina e per i segugi. I capanni attivi saranno 24 su 27 autorizzati. Il numero dei seguaci di Diana, che hanno comunque anche un santo dalla loro parte, precisamente Sant’Umberto, è calato dagli anni Ottanta. Nel 1986 erano 48.499, nel ‘96 erano 32.370, nel 2006 29.907. Da quell’anno si sono mantenuti stabili sui 29 mila e rotti. «E sono in aumento fra i tesserati le donne col fucile», riferisce Sala. Il rinnovo della licenza costa 291,57 euro. Le quote di accesso agli ambiti territoriali sono di 25 euro per l’appostamento fisso, di 50 euro per la caccia vagante alla selvaggina migratoria, di 100 euro per la vagante alla selvaggina stanziale. Le quote di accesso ai comprensori alpini cambiano a seconda degli otto comprensori e del tipo di caccia, da un minimo di 25 euro per gli appostamenti fissi ad un massimo di 200 euro per gli ungulati nei comprensori C2 e C4.
PER CHI non rispetta le leggi, oltre alla multa, esiste il risarcimento del danno faunistico che arriva a mille euro per la coturnice, la pernice bianca e la lepre bianca, a duemila euro per gli ungulati, il gallo cedrone, il gallo forcello femmina. Da ricordare che il cacciatore sarebbe tenuto al recupero dei bossoli delle cartucce che, invece, spesso si trovano dispersi qua e là.
IL GAZZETTINO
8 AGOSTO 2009
L’assessore provinciale della Lega, Stefano Zannier (cacciatore) pronto a rilanciare il corpo ittico - venatorio
Tolleranza zero contro i bracconieri
«Controlli mirati e attenzione alla montagna». Dall’inizio dell’anno sedici denunce
Loris Del Frate
Pordenone - «Proprio perchè sono cacciatore sono ancora più incavolato che possano accadere fatti come quello di Cimolais dove un gruppo di bracconieri che non ha nulla a che vedere con la caccia regolare, può uccidere impunemente animali. Proprio per questo abbiamo deciso tolleranza zero alla caccia illegale nel Friuli Occidentale». Ha le idee chiare su questo fronte l’assessore Stefano Zannier, leghista, che in Provincia sovrintende agli assessorati di Caccia, Pesca e Sicurezza. Ma soprattutto ha alle sue dipendenze la squadra di agenti ittico - venatori, tutti con la qualifica di Ps, capitanati da Daniela Filippin. Gran parte del merito dell’operazione che nei giorni scorsi ha consentito di mettere fine a un vasto giro di bracconaggio (sono stati denunciati quattro cacciatori di frodo) è proprio degli agenti provinciali. In tutto diciotto uomini che operano su più fronti e che dall’inizio dell’anno hanno già deferito all’autorità giudiziaria ben 16 persone che a vario titolo si erano rese responsabili di atti che contrastano con le nome. Ma dove vuole arrivare il nuovo assessore? «A stabilire regole chiare: chi commette reati o utilizza sistemi che non sono leciti deve essere preso. Per questo abbiamo deciso di potenziare l’attività di controllo e di istituire anche nuovi sistemi che possano facilitare la sorveglianza. Del resto il territorio è grande e gli agenti non sono molti. Dobbiamo, quindi, utilizzare al meglio i nostri effettivi e per fare questo stiamo studiando a tavolino operazioni mirate». Scontato il fatto che le zone maggiormente a rischio sono quelle montane e pedemontane. Ed è proprio su queste aree che si concentrerà la sorveglianza. «Di più, però, - va avanti Zannier - è meglio non dire, altrimenti rischiamo di svelare troppe carte. Una cosa, però, mi sento di aggiungere: i bracconieri non hanno nulla a che fare con i cacciatori, sono delinquenti comuni. Anche per quanto riguarda l’ultima operazione dei quattro denunciati solo uno, anche con una parte marginale, poteva essere considerato cacciatore. Gli altri non avevano nulla a che fare. Con l’operazione dell’altro giorno, condotta con i carabinieri - va avanti l’assessore - abbiamo dimostrato che la vigilanza provinciale funziona e che le guardie della nostra Provincia vantano una preparazione professionale specifica e altamente qualificata. Per questo motivo il loro lavoro, lontano dai riflettori, dà frutti. Manterremo la guardia alta contro chi caccia al di fuori dalle regole creando un danno sia al patrimonio faunistico sia a chi esercita la caccia rispettando le norme». I 18 agenti che compongono la squadra di vigilanza operano su tutto il territorio, le riserve di caccia, aziende faunistico - venatorie e aree protette come il Parco delle Dolomiti Friulane. Diversi i reati che vengono individuati: vanno dalla caccia in periodo di divieto o con armi clandestine alla cattura di fauna selvatica con strumenti e mezzi vietati come lacci, reti e archetti. «L'attenzione è massima - conclude il comandante Daniela Filippin - in qualsiasi periodo dell'anno e da gennaio ad oggi abbiamo deferito all'autorità giudiziaria sedici persone».
ANSA
8 AGOSTO 2009
Animali: cani acuti come bimbi
Studio canadese, i border collie i piu' intelligenti
ROMA - Le capacita' mentali dei cani equivalgono a quelle di un bambino di 2-2,5 anni. Lo rivela uno studio canadese. Lo studio, condotto da un'esperta di comportamento dei cani, Stanley Coren, della University of British Columbia (Canada), rivela che i piu' intelligenti sarebbero i Border Collie, ossia una razza 'cugina' di quella del famoso Lassie. I cani conoscono qualcosa come 150 parole (i piu' acuti anche 250), sanno contare e possono imbrogliare deliberatamente.
CORRIERE DELLA SERA
8 AGOSTO 2009
Studio di un'esperta della University of British Columbia in Canada
I cani capiscono come i bambini di 2 anni
Possono imparare 165 parole, sono capaci di contare e di imbrogliare deliberatamente i loro simili e gli umani
MILANO - Chiunque ne abbia uno non stenterà a crederlo: le capacità mentali dei cani equivalgono a quelle di un bambino di 2-2,5 anni. Lo dimostra scientificamente uno studio condotto da un esperto di comportamento canino e autore di molti libri sul tema (tra cui «L'intelligenza dei cani»): Stanley Coren, della University of British Columbia di Vancouver, in Canada. I più intelligenti, almeno sul fronte delle capacità di apprendimento, sono secondo la ricerca i Border Collie, ossia una razza cugina di quella del famoso Lassie: sono i cani pastori per eccellenza, dotati di grande capacità di apprendimento e intelligenza.LA CLASSIFICA - Al secondo posto c'è sorprendentemente il barboncino e solo al terzo il pastore tedesco, nonostante le star della tv, come Rex. Quarta posizione per il Golden Retriever, cane da riporto proveniente dalla Gran Bretagna, quinta per il Dobermann, ritenuto erroneamente ad alto rischio follia per una presunta (ma del tutto falsa) compressione del cervello causata dalla scatola cranica, ma anzi così intelligente che venne impiegato come messaggero durante la prima guerra mondiale. Al sesto posto c'è il cane pastore delle Shetland, per diversi secoli usato nelle omonime isole per custodire e condurre i greggi di pecore. Infine Coren assegna il settimo posto al Labrador, cane da riporto originario dell'isola di Terranova. Verrebbe da dire che è stato dimenticato l'intelligentissimo "bastardino", ma probabilmente solo perché sarebbe difficile raggruppare tutti i meticci del mondo sotto un'unica categoria.
165 PAROLE - I cani conoscono qualcosa come 165 parole (i più intelligenti arrivano a 250), spiega Coren, sanno contare fino a 4-5 e conoscono le regole base dell'aritmetica. I nostri migliori amici godono poi di una formidabile intelligenza spaziale, sanno localizzare oggetti di interesse, evitare luoghi pericolosi, trovare la via più breve verso la cuccia, aprire un chiavistello. Infine possono imbrogliare deliberatamente altri cani e persino i padroni per ottenere qualcosa. «Hanno successo quasi quanto noi nell'arte dell'imbroglio» conclude lo studioso.
SIMILI A NOI - Nella ricerca, presentata alla convention annuale dell'American psychological association a Toronto, l'esperto spiega che ci sono vari tipi di intelligenza: quella istintiva che il cane possiede dalla nascita, quella "adattiva" che dipende dalla capacità di imparare dall'ambiente circostante e quella funzionale e di ubbidienza (l'equivalente dell'apprendimento scolastico). Coren ha eseguito una disamina dei risultati di centinaia di studi sul comportamento dei cani e ha tirato le somme sulla loro intelligenza, che non ha nulla da invidiare a quella dei primati non umani, cioè le scimmie, e nemmeno alla nostra. «Tutti siamo curiosi di sapere cosa pensa il nostro amico peloso - spiega Coren - e capire perché a volte hanno dei comportamenti stupidi e irrazionali. Non saranno Einstein, ma sono di sicuro molto più del previsto simili a noi».
IL GAZZETTINO
8 AGOSTO 2009
Inspiegabile morìa a Crosara, accertamenti dell’Usl. Si sospetta che qualche pianta acquatica deteriorandosi per il caldo abbia liberato tossine
Strage di uccelli nell’oasi, ipotesi di un’alga-killer
Ordinanza del Comune: vietato bagnarsi nelle acque del Brenta e dare cibo agli animali, ma la zona rimane aperta al pubblico
Marco Maria Polloniato
Nove (VI) - E' stata firmata dal sindaco di Nove Manuele Bozzetto, immediatamente dopo l'arrivo di una nota del Dipartimento di prevenzione dell'Usl 3,, un'ordinanza cautelativa e relativa all'area dell'Oasi Crosara, nell'area demaniale adiacente le rive del fiume Brenta. L'ordinanza prevede in particolare il divieto di balneazione, di somministrazione di cibo agli animali e l'abbandono di residui di cibo o di qualsiasi tipo di rifiuto.La misura è stata disposta in seguito agli accertamenti, ancora in corso, svolti dal Servizio veterinario dell'Usl 3 di Bassano, dopo che un notevole numero di volatili sono stati trovati morti nei pressi dell'area attrezzata a pic-nic sita in quartiere Crosara. Non sono ancora chiare le cause che hanno portato a questo strano fenomeno, per il momento sotto controllo e comunque nel recente passato riscontrato anche in altre zone della provincia di Vicenza (Val Chiampo).Come si legge nell'ordinanza “sono ancora in corso ulteriori esami presso il laboratorio di chimica per la rivelazione di eventuali sostanze tossiche, l'esito degli esami sarà disponibile non prima di quindici giorni” - e - “non sembrano necessari provvedimenti restrittivi di accesso all'Oasi Crosara”.L'ipotesi più accreditata al momento, essendo già scartata ogni tipo di particolare influenza aviaria, di pseudopeste o comunque peste degli anatidi, è quella che qualche alga che per il caldo potrebbe essere degenerata producendo tossine che hanno portato alla morte dei volatili.L'area rimane dunque aperta alla frequentazione dei residenti e di quanti vogliono trascorrere momenti di tranquillità immersi nel verde, purchè vengano rispettate le prescrizioni dell’ordinanza. La zona, grazie all'impegno dei volontari del quartiere, è diventata negli anni un ambiente a misura di famiglie con tavoli e spazi per grigliate, qualche altalena e campi da calcio e da pallavolo.Interpellato telefonicamente, il sindaco Bozzetto afferma con decisione che gli allarmismi sono inutili: “Non è possibile ancora fare delle ipotesi in merito a quanto è successo. In attesa degli esiti degli esami è stato doveroso da parte mia garantire alcune misure cautelari di concerto con il Dipartimento di Prevenzione dell'Usl, col quale siamo in costante contatto. Grazie all'appoggio dei volontari dell'area, inoltre, stiamo mantenendo sotto controllo anche la situazione dei volatili rimasti che, al momento, non sembrano soffrire di disturbi particolari.”
BRESCIA OGGI
8 AGOSTO 2009
Pesticidi nei campi la caccia in allarme
STAGIONE VENATORIA. L'uso degli antiparassitati per la lotta alla diabrotica che ha colpito il mais potrebbe avere ripercussioni negative sulla selvaggina
Fuoco dal 20 settembre, attesa per le specie in deroga Preapertura il 3 settembre per merli, tortore e cornacchie
Sergio Botta
Provincia di Brescia - «La stagione venatoria aprirà sotto i migliori auspici. Gli uffici coordinatori dal direttore Federico Pea sono pronti per attivare, sotto il profilo organizzativo, ogni forma di assistenza ai cacciatori, grazie al lavoro eseguito che ha coivolto le varie associazioni e il mondo agricolo». Alessandro Sala, riconfermato assessore provinciale alla Caccia, traccia un quadro ottimistico della prossima apertura della caccia, quando le doppiette entreranno in azione.
«Ci apprestiamo - ha proseguito - ad una stagione tranquilla. Le varie richieste sono state in buona parte accolte, pur nella difficoltà nel redigere un calendario venatorio articolato e complesso». SALA, nel corso della presentazione dell'apertura della caccia (si spara dal 20 settembre, ma è prevista una preapertura dal 3 per merli, tortore e cornacchie) ha distribuito il calendario venatorio ariticolato in tre segmenti: appostamento fisso, vagante in pianura, vagante in zona Alpi. Tre vademecun essenziali per i seguaci di Diana in cui si spiegano l'addestramento e l'allenamento dei cani, gli orari, le giornate di caccia, carniere e punteggio venatorio, disposizioni particolari, l'uso dei cani, periodi di caccia e specie cacciabili, disciplina del prelievo venatorio nelle zps (zone di protezione speciale). INOLTRE, la normativa sull'uso dei richiami vivi, le norme di carattere generale e di salvaguardia, il risaricimento danni. Le tre diverse pubblicazioni sono corredate da una cartina geografica della provincia in cui sono evidenziate, con colori diversi, le zone di divieto dell'esercizio venatorio e quelle a regime particolare. «Presentiamo il calendario venatorio - ha osservato Daniele Molgora, presidente della Provincia - in anticipo rispetto al passato, concordato con le associazioni che vogliono preparare l'attività. Da parte nostra c'è la massimo disponibilità per le specie cacciabili anche se per le deroghe siamo in attesa delle decisioni regionali (il Pirellone dovrà legiferare l'8 settembre, ndr).» Nel dettaglio la caccia agli ungulati (cervi, caprioli, camosci) negli 8 comprensori alpini bresciani aprirà il 16 agosto. L'assessore Sala ha osservato che è previsto l'abbattimento di 150 cervi («il numero esorbitante sta recando pesanti danni, unitamente a passeri e storni»), sottolineando che la Provincia nel 2008 ha risarcito per danni causati dalla fauna selvatica oltre 194 mila euro. E ora incombe un'altra minaccia: la diabrotica, un parassita che colpisce i campi di mais e che potrebbe anche avvelenare la selvaggina. Nelle scorse settimane da più parti è stato espresso questo pericolo a causa dei pesticidi impiegati per sconfiggere il parassita. Attenzione anche ai roccoli che per l'assessore Sala costituiscono un patrimonio da conservare e tramandare. «Ne sarà autorizzato un altro con la conseguenza che il numero salirà a 24. Infine grazie alla sensibilità di presidi, sindaci e parroci, che hanno ospitato la nostra mostra itinerante, è cresciuto l'interesse per la disciplina. La dimostrazione è l'aumento della partecipazione ai corsi promossi per ottenere l'abilitazione all'eservizio venatorio. In un anno i candidati risultati idonei sono passati da 410 a 495».
VIRGILIO NOTIZIE
8 AGOSTO 2009
Milano: lui non paga gli alimenti, lei gli rapisce il cane
Il presidente dell'Aidaa media tra i coniugi: tutto risolto
Lui non paga gli alimenti, lei gli rapisce il cane. Solo la minaccia di una denuncia per furto e rapimento di animale - e un assegno circolare con la somma degli alimenti degli ultimi tre mesi che il marito non le aveva pagato - ha convinto una signora quarantenne residente nel centro di Milano a riconsegnare il cane, un bellissimo esemplare di pechinese, grazie alla risolutiva mediazione del presidente dell'Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente, Lorenzo Croce. Erano oltre 3.500 di euro gli arretrati con il quale il marito proprietario del pechinese ha liquidato i tre mesi in sospeso degli alimenti che, per ripicca, non voleva pagare alla moglie. Tutto è cominciato giovedì mattina quando al telefono amico di Aidaa è giunta una richiesta di aiuto da parte di un sessantenne di Milano che accusava l'ex moglie di avergli rubato il pechinese entrando con le chiavi, di cui possedeva ancora una copia, nell'appartamento dell'ex marito nella zona di Piazza Cinque Giornate a Milano. Il cane, un bellissimo esemplare di pechinese di tre anni, gli era stato sottratto per vendetta dalla ex consorte, alla quale da tre mesi non pagava gli alimenti in quanto lei li avrebbe usati per "andare in vacanza con l'amante". Essendo chiusa la struttura del tribunale degli animali, il presidente Croce ha deciso di intervenire direttamente telefonando alla signora, la quale ha confermato di aver prelevato il cagnolino in quanto il marito non voleva pagare gli alimenti mentre a lei quei soldi servivano per andare in vacanza a Ibiza con il suo nuovo compagno, un ragazzo di 29 anni che l'avrebbe aiutata a rapire il cane. "Dopo una serie di contatti tra i due coniugi- spiega Croce - ai quali ho prospettato una serie di possibili soluzioni compresa la denuncia alla polizia a carico della moglie, nella giornata di venerdisiamo arrivati alla soluzione: l'uomo ha accettato di versare quanto pattuito e la moglie, anche a fronte della minaccia di una denuncia, ha accettato il compromesso". E così nel tardo pomeriggio di ieri il cane ha potuto riabbracciare il suo padrone mentre la signora, che ha comunque sempre trattato molto bene il cane, potrà dedicarsi ai preparativi della sua vacanza a Ibiza.
AGI
8 AGOSTO 2009
SONDRIO: LE PORTANO VIA 9 CONIGLI, RICORRE AL CAPO DELLO STATO
Sondrio - La polizia locale le ha portato via nove conigli di affezione e lei e' ricorsa addirittura che al presidente della Repubblica. Il responsabile nazionale dell'Associazione italiana animali e ambiente, Lorenzo Croce, ha presentato un 'ricorso straordinario' al capo dello Stato avverso all'ordinanza con la quale la Polizia locale di Sondrio ha provveduto allo sgombero degli animali dall'abitazione di una signora. Certamente a quei conigli la donna e' particolarmente affezionata visto che, lei sostiene, non li ospita per ingrassarli e metterli poi in pentola ma solo per avere compagnia.L'associazione animalista ha convocato per lunedi' prossimo, al bar della piscina comunale di via Merizzi a Sondrio, una conferenza stampa per illustrare i contenuti del ricorso e le proposte relative alla modifica del regolamento di Polizia municipale del capoluogo e subito dopo Ferragosto incontrera' anche il sindaco.
MILANO WEB
8 AGOSTO 2009
PET AIRWAYS: IL TUO ANIMALE VIAGGIA COME TE
Basta ai voli in stiva con i bagagli. Nasce, finalmente, la compagnia aerea per cani e gatti
Estate: tempo di vacanze e di viaggi. Ma quando partiamo in ferie che ne è dei nostri amici animali? Questo è un tema alquanto spinoso di cui molto si è discusso negli ultimi anni. Ma al di là della pratica barbara di abbandonare gli animali sul ciglio di una strada, sono moltissimi i padroni, che ogni estate si fanno in quattro per trovare una confortevole sistemazione per i propri animali domestici.
L'ideale sarebbe portarli con sè, ma non è sempre così facile; cani e gatti mal sopportano i viaggi lunghi e le condizioni cui devono sottostare, soprattutto per quanto riguarda i viaggi in aereo, non sono certo delle migliori. Ma tutto questo sta per finire grazie a Pet Airways, la nuova compagnia aerea americana i cui voli sono concepiti unicamente per il trasporto di animali. Fondata da Dan Wiesel e Alysa Binder, la compagnia a compiuto il suo viaggio inaugurale il 14 luglio 2009. I voli di Pet Airways servono, per il momento, soltanto gli aeroporti di New York, Washington, Chicago, Denver e Los Angeles, ma nei prossimi anni toccheranno moltissimi altri scali statunitensi oltre agli aeroporti canadesi di Toronto, Montréal e Vancouver. Viaggiando con Pet Airways i nostri amici a quattro zampe possono beneficiare innanzitutto di una sala d'aspetto tutta per loro, ed una volta imbarcati, sotto l'occhio vigile del veterinario Jef Werber, vengono sistemati in apposite cabine pressurizzate e illuminate anziché nella stiva come accade tradizionalmente. Gli animali vengono, inoltre, assistiti e controllati almeno ogni 15 minuti dal personale di bordo, ed una volta giunti a destinazione possono attendere, in un'altra sala d'aspetto, l'arrivo dei padroni. I velivoli di Pet Airways sono equipaggiati per il trasporto di massimo 50 "passeggeri" ed il viaggio ha un costo di circa 149 dollari (100 euro), con possibili variazioni a seconda della destinazione e della durata del volo. I padroni più "apprensivi" possono, inoltre, controllare costantemente lo stato dei propri animali domestici tramite l'apposito servizio 'Track Your Pet'. In definitiva una lodevole iniziativa, questa di Pet Airways, soprattutto considerato il fatto che le statistiche in merito al trasporto di animali in aereo sono a dir poco allarmanti. Pare, infatti, che fra il 2007 e il 2008 siano stati circa 30 gli animali morti durante un volo in aereo; fra le cause più frequenti mancanza di ossigeno e temperature troppo rigide. Non resta che augurarsi che Pet Airways si espanda anche in Europa o che qualche compagnia nostrana decida di imitarne l'esempio. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito della Compagnia.
IL GIORNALE
8 AGOSTO 2009
GAMBERI DI FIUME E BARRACUDA: COSI' LA LIGURIA DIVENTA TROPICALE
Il recordman Vittorio Innocente nelle vesti di documentarista segnala l’arrivo di specie di animali tipici di acque equatoriali
Provincia di Genova - Dopo l’incontro molto ravvicinato con i barracuda nel mare di Portofino, Vittorio Innocente, l’uomo dei record, è riuscito a scovare e riprendere il granchio nel proprio habitat naturale del fiume Vara. Per carità, gli animalisti possono stare più che tranquilli, Innocente, è armato solo di una macchina fotografica che sa usare con perizia e passione e soltanto con l’obiettivo va a caccia della fauna protetta nei luoghi ancora selvaggi immersi nella natura, disseminati in gran parte dell’Alta Val di Vara. Questa volta ha scelto di esplorare un lungo tratto del greto del torrente Gottero le cui sorgenti nascono dal monte Gottero (con i suoi 1.639 metri di quota è la cima più alta della provincia spezzina) nell’Appennino Ligure tra Liguria ed Emilia Romagna, a breve distanza dalla Toscana. La zona ispezionata per filmare e immortalare sott’acqua l’austropotamobius pallipes si trova nel territorio comunale di Sesta Godano a 760 metri d’altezza in zona di sito di interesse comunitario.
Il gambero di fiume, quello sopra era il suo nome scientifico, è un piccolo crostaceo, non facile da vedere, per questo raro e protetto. Raggiunge gli undici-dodici centimetri e può pesare anche fino a novanta grammi. Vive nei torrenti ad acque limpide e correnti molto ossigenate, a una temperatura di 15 gradi. Si nutre di alghe, vermi, insetti, ed è attivo soprattutto durante la notte. I suoi nemici: aironi, corvi, trote e naturalmente l’uomo. Essendo molto sensibile all’inquinamento, è un buon indicatore dello stato di salute delle acque. Una volta rintracciato dopo diversi appostamenti, Innocente è riuscito a sorprenderlo ed a documentare momenti di vita nel fondale del torrente. Ma non è tutto. Come anticipato sopra, esattamente un mese fa, nel mare di Portofino Vittorio Innocente, che oltre ad essere un grande appassionato del mondo marino è noto anche per i numerosi record di immersione in bicicletta sui fondali, ha fotografato un barracuda. Segno che la «tropicalizzazione» delle nostre acque va avanti riservando sempre nuove sorprese. «Nella mia immersione la temperatura era di 21,7 gradi, molto al di sopra delle media stagionale - aveva detto il 28 giugno scorso Innocente, interpellato sulla scoperta abbastanza clamorosa -. E anche in inverno, ormai, è da tempo il mare è più caldo, non mi succede più di trovare l'acqua a 12-13 gradi come qualche anno fa». Tra le altre specie «strane» che si incontrano nei nostri mari c’è, a detta di Innocente, la donzella pavonina, mentre il pesce luna, una specie bellissima che di solito passa nel mese di agosto, si incontra già da aprile. Si tratta di esemplari che, attraverso il canale di Suez arrivano nel Mediterraneo orientale e poi fino ai nostri mari. «Ho visto anche esemplari di sarago faraone, ma per lo più in Sicilia, vicino Cefalù», chiosa. E il barracuda, che ha una carne bianca e raffinata, diventa così protagonista dei menù mediterranei oltre che dei Paesi tropicali. Raggiungendo, - chi lo avrebbe detto qualche tempo fa?- anche il mar Ligure. L’aumento della temperatura del mare ha fatto sì che sia aumentata anche la mucillagine, dannosa per alcuni organismi marini.
LA NUOVA SARDEGNA
8 AGOSTO 2009
In incubatrice le 74 uova della caretta caretta
di Enrico Carta
ORISTANO. Proprio ieri, giornata nazionale di liberazione delle tartarughe, mentre 5 esemplari riconquistavano il largo dopo aver ricevuto cure adeguate in tutta l’Italia grazie al centro di recupero Cts, una ha ripreso il largo anche all’Asinara, le 74 uova deposte da una caretta caretta sulla spiaggia di Funtanazza sono state trasferite e messe al sicuro. L’habitat non era quello ideale. Lasciarle sotto la sabbia sarebbe stato come farle partecipare ad una roulette russa. Sarebbero rimaste lì, in balia di un clima che non si sa sino a che punto sarebbe stato favorevole e dei predatori. Siamo già ad agosto inoltrato e il caldo e il bel tempo potebbero a breve essere un ricordo. Settembre e il fresco che si porta dietro ormai incombono. Così, si è deciso di trasferire le 74 uova in una incubatrice nei locali del Cnr dell’Istituto ambientale marino costiero di Torregrande. Un posto sicuro costantemente monitorato dagli esperti, che riproduce l’habitat ideale nel quale le tartarughe caretta caretta si riproducono. Si spera così di riuscire a far schiudere il numero maggiore di uova dell’inattesa nidiata, alla quale alcuni ragazzi hanno assistito nei giorni scorsi nella spiaggia di Funtanazza, nella marina di Arbus. È lì che, qualche notte fa, una tartaruga marina ha scelto di deporre le uova, per poi riprendere la strada del mare. Le ha affidate al calore della sabbia, che avrebbe garantito loro la schiusa ed è stata, a suo modo, fortunata per il fatto che qualcuno abbia assistito all’evento. La spiaggia è molto frequentata e non si sa davvero che fine avrebbero fatto le uova. Per di più c’erano da fare i conti con il clima, che a fine agosto è spesso imprevedibile e potrebbe portare ad una diminuzione della temperatura. E quella della sabbia non farebbe eccezione. Subito si era messa in moto una rete di esperti, coordinata dalla Regione, che ha chiamato in causa l’Area Marina Protetta “Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre”, competente per il territorio di Arbus. Dapprima era stata recintata l’area, che poi era stata monitorata costantemente con un servizio di vigilanza. Ieri, gli esperti del Cnr arrivati da Napoli, hanno esaminato meglio la situazione e hanno preso la decisione. Le uova - il numero di 74 corrisponde ad una nidiata media. Ovviamente non tutte concluderanno il loro ciclo di sviluppo per poi schiudersi. Abitualmente resiste al clima e ai predatori solo una parte. Chissà che le cure speciali regalino qualche piccolo in più.
ADN KRONOS
8 AGOSTO 2009
A scuola non solo i padroni
Fido se ne va in barca a vela: arrivano i charter ad hoc per i cani
Roma - (Adnkronos) - Lezioni di vela speciali in compagnia del migliore amico a quattro zampe. L'iniziativa di 'dogs on board' prevede uscite partendo da Ponza, Circeo e Porto turistico di Roma. Su richiesta si salperà anche da Sicilia, Toscana e Sardegna
Roma - Anche Fido in barca a vela. E' questa l'iniziativa lanciata da Silverio Scotti che dopo anni di navigazione per l'Italia anche in solitaria con Strallo, il cane italiano record per miglia navigate nel 2007, ha deciso di far scoprire il mondo della vela a tutti i cani appassionati di mare.
Le uscite fanno base a Ponza, Circeo e Porto turistico di Roma ma su richiesta si salperà anche da Sicilia, Toscana e Sardegna. Educazione e rispetto dell'ambiente sono i valori portanti durante i viaggi in barca a vela, con tragitti che non saranno mai lunghi per permettere al cane di avere dei break. Gli animali saranno, inoltre, sempre accompagnati dal tender a terra ogni volta che ne sentiranno il bisogno e con l'occasione si terranno mini-lezioni di vela per i padroni. Una volta a terra, degustazioni dei prodotti tipici locali, sempre bordo mare e accompagnati dal proprio miglior amico. La scuola di vela d'altura 'dogs on board' rappresenta un nuovo modo di vivere ed imparare la vela in compagnia del più fidato degli amici, il proprio cane.
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