8 LUGLIO  2009

IL SECOLO XIX

8 LUGLIO 2009

 

Ucciso piccolo di pochi chili: «si spara ovunque»

 

Provincia di Savona - La protesta dell'Enpa non riguarda soltanto la caccia al capriolo. L'organizzazione per la protezione degli animali contesta la caccia al cinghiale indiscriminata contro animali adulti e piccoli come mezzo per porre un freno alla incursioni degli animali nelle colture dell'entroterra.
«Un cinghialetto di pochi chili ucciso e la madre ferita andata a morire in modo atroce chissà dove - dichiara l'Enpa - sono il risultato dell'ennesima battuta di caccia condotta dalla solita squadra locale di cinghialisti a Rocchetta di Cairo».
Gli animalisti chiedono alla Provincia che vengano adottate misure alternative per impedire che i cinghiali invadano le coltivazioni. Come costituire in zone e boschi lontani dalle colture depositi di cibo costantemente riforniti in modo che gli ungulati possano sfamarsi senza scendere vicino ai centri abitati.
«Il caso del piccolo cinghiale ucciso - prosegue l'Enpa - riguarda una zona di scarsissime coltivazioni, facilmente tutelabili dai danni degli ungulati con reti o "pastori elettrici" che possono essere forniti dagli Ambiti di caccia. È stata percorsa alcune mattine fa, in piena stagione turistica e di passeggiate, nei boschi coperti da fogliame, da cacciatori armati di potenti fucili e senza alcuna adeguata informazione preventiva. L'Enpa spera che la fortuna continui a proteggere escursionisti e cercatori di funghi e che prima o poi non ci scappi il morto».


IL SECOLO XIX

8 LUGLIO 2009

 

Cucciolo di breton salvato sulla a10

recuperato dalla polizia è al canile di monte contessa

 

Provincia di Savona - Correva puntando Savona in contromano in autostrada. Veloce e scattante come solo un fuori classe della sua razza, razza da caccia. Decine di persone, temendo per la sua vita, hanno chiesto aiuto alla società Autostrade e alla polizia stradale. La mobilitazione, ieri mattina alle 8, è scattata per un cucciolo di Breton che, chi sa come (forse smarrendosi durante una battuta o un addestramento di caccia, appunto), si è ritrovato sull'A10, nel tratto tra Pegli e Voltri. Percorreva l'autostrada al contrario, rischiando di morire ma anche di provocare gravi incidenti nel traffico dell'ora di punta.
Per fortuna (e per bravura) una pattuglia della polizia stradale di Sampierdarena è riuscita a intercettare il cucciolo sotto la galleria Pallavicini e a toglierlo dalla strada. L'animale, decisamente spaventato, si è lasciato aiutare dai poliziotti che lo hanno caricato in macchina e sono partiti alla volta di uno studio veterinario di Sampierdarena per farlo visitare e cercare traccia dei suoi padroni attraverso il microchip. Ma il cane, un esemplare giovane e in ottima salute, non ha alcun segno di riconoscimento né tatuato né elettrico. E non è chiaro se sia fuggito o se sia stato abbandonato. In serata è stato affidato al canile municipale di Monte Contessa dove i proprietari possono andare a reclamarlo. [...]


LA REPUBBLICA ROMA

8 LUGLIO 2009

 

Lasciano il cane in auto. Multati

 

Roma - È rimasto da solo chiuso nell'auto dei suoi proprietari per oltre un'ora sotto il sole caldo di luglio. È stato un pomeriggio difficile per Tommy uno yorkshire, lasciato in una Micra nera parcheggiata in piazza Sabaudia mentre i suoi padroni erano dal medico per una visita.
Il cagnolino ha però attirato l'attenzione di una cittadina della zona che, preoccupata per le sue condizioni, ha allertato il gruppo dei soccorritori sanitari della protezione civile del VI Municipio che, giunti sul posto, hanno oscurato i vetri dell'auto e contattato i vigili urbani.L'arrivo della polizia municipale è coinciso con il ritorno dei padroni di Tommy, una coppia con figlio che abitano a Montesacro. I coniugi si sono scusati, ma questo non è servito per risparmiargli ad una multa di 166 euro.I soccorritori hanno immediatamente dato dell'acqua fresca al piccolo Tommy e si sono tranquillizzati sulle sue condizioni visto che nonostante tutto il cane era "arzillo".


IL GIORNALE
8 LUGLIO 2009
 
CON IL SUO ABBAIARE EVITO' UNA TRAGEDIA, DE LILLO PREMIA LA CAGNOLINA GISA
L'assessore comunale ha consegnato una targa ai padroni della trovatella che riuscì a limitare i danni nel corso del rogo della palazzina vicino al Pantheon
 
Jacopo Granzotto
 
Roma - Una targa di riconoscimento per aver impedito, con il suo abbaiare, che il rogo scoppiato lo scorso 25 giugno in un palazzo di via della Maddalena a due passi dal Pantheon si trasformasse in tragedia. A premiare la cagnolina Gisa è stato ieri l'assessore capitolino all'Ambiente Fabio De Lillo. «Grazie al suo pronto intervento - aveva detto De Lillo annunciando il premio - il padrone ha potuto avvertire i Vigili del Fuoco evitando una catastrofe. Ancora una volta gli animali dimostrano di avere capacità sensitive superiori a quelle dell'uomo. Capacità che, come in questo caso, possono rivelarsi fondamentali per salvare vite umane». Alla cerimonia oltre a De Lillo c'erano anche il direttore dell'Ufficio Tutela e Benessere Animali, Bruno Cignini, e i due proprietari della cagnolina Ugo Merlo e Graziella Vecchiarelli.
«Sono particolarmente contento di dare questo premio simbolico alla nostra amica Gisa - ha proseguito De Lillo -. Una cagnolina che lo scorso ottobre era stata abbandonata, in pessime condizioni, sulla Cassia. I coniugi Merlo l'hanno raccolta per strada e si sono presi cura di lei. Lo scorso 25 giugno il suo pronto intervento ha evitato conseguenze ben più drammatiche in occasione dell'incendio divampato nella palazzina di piazza della Maddalena, dove Gisa ormai è diventata una beniamina. La sua storia può essere esemplare per sensibilizzare i cittadini su due tematiche importantissime: il vergognoso fenomeno dell'abbandono dei cani, che puntualmente si acuisce con l'arrivo della stagione estiva, e l'incremento delle adozioni».
Bruno Cignini, direttore dell'Ufficio Tutela e Benessere degli Animali ha sottolineato «l'importanza dell'aumento delle adozioni all'interno dei canili super affollati».

CORRIERE DELL'UMBRIA
8 LUGLIO 2009
 
Scoppia lo scandalo dello zoo La società: “Respingiamo le accuse”.
La Lav all’attacco della Città della Domenica
 
PERUGIA - Scoppia il caso Città della Domenica. La Lega antivivisezione (Lav) spara a zero sulla gestione del parco e in particolare dello zoo, dopo il video-denuncia di un’emittente tv locale finito su youtube. “Ci riserviamo . ersordisce Carlo Guidi, responsabile del rettilario - di intraprendere azioni legali. Posso dire che la Città della Domenica è strutturata sotto il profilo dell’assistenza agli animali: per quello che riguarda il ‘benessere’ c'è Paolo Massini, veterinario presente tutti i giorni assieme ai guardiani. Si vuole giocare sugli equivoci: nella mangiatoia vuota delle zebre inquadrata nel video viene data la razione giornaliera di integratori, e lì non viene mai messa l'acqua. L'abbeveratoio è da un'altra parte. E così tutto il resto. Per metà si tratta di ignoranza e forse per l'altra metà di malafede. Sul fatto della sicurezza e dell'anticendio, sono attivi impianti di nuova generazione. Quelli ripresi sono vecchi bocchettoni degli anni 50 completamente inservibili. C'è comunque l'ingegner Claudio Cicogna che vigila quotidianamente su questo”.

GIORNAL

8 LUGLIO 2009

 

 

Il Sindaco animalista scrive al collega

 

Provincia di Alessandria - Da amico ad amico, da collega a collega. Il Sindaco di Castelnuovo Scrivia (AL), Gianni Tagliani, scrive al neo eletto primo cittadino di Novi Ligure, non solo per congratularsi per il secondo mandato amministrativo, ma soprattutto per rivolgergli un appello. Da animalista convinto Tagliani, dopo aver vietato nel suo paese ogni forma di attività con animali e dopo aver appreso della presenza di un circo a Novi, non ce l'ha fatta a trattenersi. Ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta che vale oggi per la città di Robbiano, ma che potrebbe essere estesa ad ogni centro della provincia di Alessandria che, ospitando un circo, appoggi indirettamente l'utilizzo di bestie per scopi ludici.
"Ho sempre detestato l’utilizzo degli animali. Si, utilizzo. Immagina un elefante – seppur nato in cattività (è la giustificazione dei circensi) – che passa la sua vita su un carro bestiame in giro per l’Europa".
E poi: "Mi sono scontrato in varie occasioni con chi fa questo mestiere utilizzando gli animali: i circensi trovano che tutto ciò sia naturale e normale per gli animali. Almeno, così affermano quando li si accusa di maltrattare gli animali. La loro esplicita ipocrisia nel negare gli evidenti maltrattamenti e prevaricazioni nei confronti degli animali che tengono prigionieri, non impedisce a chi è un minimo sensibile di vedere la cruda realtà, dietro una facciata di lustrini e divertimento. Per stravolgere completamente l'istinto di un animale, si deve necessariamente ricorrere alla violenza: per far alzare alternativamente le zampe ad un orso si ricorre a piastre e pungoli elettrici (nel passato a braci ardenti), per fa "sorridere" un pony lo si punge ripetutamente sul muso con uno spillone, in modo che durante lo spettacolo si ricordi il dolore ed esegua l'esercizio".
L'apprello finale: "Faccio appello alla tua sensibilità e a quella dei novesi affinché ci si possa confrontare considerando che gli animali selvatici sono fatti per vivere liberi, hanno tutto il diritto di vivere la loro vita in libertà nella loro terra d'origine, non hanno commesso alcun crimine che giustifichi la loro prigionia a vita, il loro maltrattamento, e la loro umiliazione durante gli spettacoli. Alcuni circhi hanno scelto di non utilizzare più gli animali: gli australiani "Flyng Fruit", i canadesi "Cirque du soleil", i francesi "Les Colporteurs", gli americani "Minimus", "Nuage", "Hiccup" e molti altri, valorizzando al meglio la bravura dei giocolieri, trapezisti, clown, comici, mimi, contorsionisti. Questa è la direzione da seguire, l'unica civile. E sono i circhi che in tutto il mondo vivono di spettatori coltivando un successo in crescendo. I nostri circhi vivono di sovvenzioni statali regalando i biglietti nelle scuole, nei luna park e nelle piscine. Tutto ciò può essere fermato solo grazie alla crescita di una sensibilità e di una attenzione che, ne sono convinto, ti appartengano".


SESTO POTERE
8 LUGLIO 2009
 
Elefante a bordo di un rimorchio per pubblicizzare il circo Togni. Interviene la Polstrada
 
Crotone - Questa mattina una pattuglia della Polizia Stradale di Crotone ha fermato e bloccato un rimorchio che trasportava per le vie cittadine un elefante indiano, un’assurda “trovata” pubblicitaria deata dai circensi del Lidia Togni per promuovere i loro spettacoli nel centro calabrese. Già nei giorni passati la sezione Enpa di Crotone era intervenuta presso le autorità sanitarie, il Sindaco e il Corpo Forestale dello Stato affinché riconsiderassero le autorizzazioni all’attendamento del Lidia Togni in una zona che, secondo la Protezione Animali, è inadatta a ospitare il tendone. In mattinata numerosi cittadini hanno contattato la sezione locale dell’Enpa segnalando, scandalizzati, la “trovata” pubblicitaria dei circensi, che non è sfuggito neanche alla Polizia Stradale. Gli agenti, gia impiegati in altri controlli, prima hanno fermato il rimorchio, poi lo hanno scortato presso il circo, dove sono in corso controlli e verifiche per accertare se il mezzo fosse autorizzato a circolare e comminare eventuali sanzioni. “Questo episodio – ha commentato il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi – dimostra ancora una volta la insensibilità del mondo circense e l’assoluta noncuranza del comune sentire dei cittadini nonché del benessere degli animali. Ci domandiamo infatti quale possa essere stato in questa stagione e con questo clima il piacere dell’elefante,trasportato nella indecorosa maniera che viene segnalata”. “Desidero ringraziare – prosegue Carla Rocchi – il comandante della Polizia Stradale di Crotone e i suoi uomini che sono intervenuti con tempestività e, al tempo stesso, grande sensibilità, a tutela del benessere dell’animale, della sensibilità dei cittadini e del principio di legalità. Mi compiaccio col dirigente superiore, Dottor Roberto Sgalla, direttore del servizio di Polizia Stradale, per la grande professionalità degli uomini al suo comando”.

AGI
8 LUGLIO 2009
 
ANIMALI: POLSTRADA CROTONE BLOCCA CAMION CIRCO CON ELEFANTE
 
Crotone - Una pattuglia della Polizia Stradale di Crotone ha fermato e bloccato, stamani, un rimorchio che trasportava per le vie cittadine un elefante indiano. Si sarebbe trattato, secondo quanto sostiene in una nota l'Enpa, di "un'assurda trovata pubblicitaria ideata dai circensi del Lidia Togni per promuovere i loro spettacoli nel centro calabrese. Gia' nei giorni passati la sezione Enpa di Crotone - si evidenzia nella nota - era intervenuta presso le autorita' sanitarie, il Sindaco e il Corpo Forestale dello Stato affinche' riconsiderassero le autorizzazioni all'attendamento del Lidia Togni in una zona che, secondo la Protezione Animali, e' inadatta a ospitare il tendone. In mattinata numerosi cittadini hanno contattato la sezione locale dell'Enpa segnalando, scandalizzati, la "trovata" pubblicitaria dei circensi, che non e' sfuggito neanche alla Polizia Stradale.Gli agenti, gia' impiegati in altri controlli, prima hanno fermato il rimorchio, poi lo hanno scortato presso il circo, dove sono in corso controlli e verifiche per accertare se il mezzo fosse autorizzato a circolare e comminare eventuali sanzioni". "Questo episodio - ha commentato il presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi - dimostra ancora una volta la insensibilita' del mondo circense e l'assoluta noncuranza del comune sentire dei cittadini nonche' del benessere degli animali. Ci domandiamo infatti quale possa essere stato in questa stagione e con questo clima il piacere dell'elefante,trasportato nella indecorosa maniera che viene segnalata. Desidero ringraziare - prosegue Carla Rocchi - il comandante della Polizia Stradale di Crotone e i suoi uomini che sono intervenuti con tempestivita' e, al tempo stesso, grande sensibilita', a tutela del benessere dell'animale, della sensibilita' dei cittadini e del principio di legalita'. Mi compiaccio col dirigente superiore, dottor Roberto Sgalla, direttore del servizio di Polizia Stradale, per la grande professionalita' degli uomini al suo comando".

LIBERO
8 LUGLIO 2009
 
ANIMALI: GIAMMANCO (PDL), CIRCO TOGNI LI MALTRATTA
 
Roma - "La spregiudicata trovata pubblicitaria del circo Togni, al di la' delle precisazioni e delle smentite di circostanza, dimostra ancora una volta quanto poco rispetto e attenzione abbiano i circhi nei confronti degli animali". E' quanto afferma la parlamentare del Pdl, Gabriella Giammanco, che aggiunge: "un elefante chiuso in una gabbia e portato in giro per la citta' di Crotone e' un anti-spot per il mondo circense, recludere, esibire e soffocare la vera natura di un animale esotico e' un'indubbia forma di maltrattamento".

CORRIERE FIORENTINO

8 LUGLIO 2009

 

La storia Gli animali saranno addestrati per ippoterapia, salto ostacoli, dressage. Ne saranno recuperati 150 l'anno

I purosangue salvati: dal macello al cinema

Una fantina apre il primo centro per ex cavalli da corsa

 

ROMA — È nato in Italia il primo centro di recupero e ricollocamento al lavoro per cavalli da corsa a fine carriera. Non certo creato dalle istituzioni, bensì da una onlus che si chiama Relived Horses, e a inventarla nessun mecenate, ma un ex fantino donna capace di mettere in riga parecchi colleghi, oggi stuntgirl al cinema, di nome Jacqueline Freda. Il modello è Usa.
Quando infatti, nel 2003, si scopre che Ferdinand ha incontrato la sua fine in un mattatoio giapponese, l'America inorridisce. Cavallo dell'anno 1997, vincitore del Kentucky Derby e della Breeder's Cup Classic, è stato venduto ai nipponici come riproduttore e liquidato senza complimenti per il suo scarso tasso di fertilità.
La vicenda, nell'ippica d'oltreoceano, smuove le coscienze riguardo il destino dei cavalli adatti alla pista per sei anni al massimo, quindi dismessi. Nasce così il Ferdinand Fee, un centro di raccolta fondi che parte dagli stessi proprietari e allevatori, per andare a sostenere una quantità progetti di recupero e riaffidamento, mentre studi legali intraprendono battaglie per modificare le leggi a tutela dei quadrupedi e ottenere che ne sia vietata la macellazione.
In Italia tutto questo sarebbe avveniristico se non fosse che Jacqueline Freda, nel 1995 Frusta d'Oro nazionale della categoria Fantini Professionisti nelle corse in piano — la prima volta al mondo che una donna vince un campionato assoluto contro gli uomini — nel 2001 si ritira dall'agonismo e si chiede cosa fare del suo glorioso King of Roses. «Per le corse era finito, ma per tutto il resto era giovane», racconta Jacqueline, 45 anni (suo padre Riccardo Freda è stato regista del filone storico avventuroso). «L'ho rieducato al lavoro per il cinema, si è dimostrato bravissimo. I purosangue sono di una duttilità straordinaria, ho deciso di intraprendere qualcosa di serio per aiutare gli altri».
Relived Horses (l’indirizzo è [email protected]) verrà presentato il 26 luglio presso la Tenuta Santa Barbara di Bracciano e si propone di recuperare 150 cavalli l'anno, ricollocandoli presso centri di ippoterapia, circoli di salto ostacoli, dressage, endurance. E ancora attraverso lo spettacolo, che la Freda non intende certo abbandonare. Anzi, fra i sostenitori della onlus figurano Giulio Pampiglione, Roberto Vecchioni i registi Alberto Sironi e Alessandro D'Alatri, il grande campione Raimondo D'Inzeo, Kaspar Capparoni, «uno dei pochissimi interpreti italiani capaci di montare bene a cavallo», afferma la Freda, che sottolinea il profondo divario con il cinema anglosassone. «Tutti gli attori inglesi o americani, a differenza dei nostri, hanno dimestichezza con i cavalli e gli animali. Ho lavorato come stunt sui set di film come 'Le Crociate' o 'Casanova' e ho visto in azione Orlando Bloom, Jeremy Irons, Heath Ledger, Sienna Miller. Lei montava proprio King of Roses e un giorno venne a trovarla il fidanzato, Jude Law. Lo trovo con la testa infilata sotto la pancia del mio cavallo, gli osservava i muscoli dell’avambraccio. Gli ho detto: 'Per favore, togliti di lì. Costi troppo, se ti dà un calcio chi ti ripaga?'. Fantastico però. Per trascinare i nostri divi vicino a un cavallo ci vuole il carro attrezzi».
Tornando a Relived Horses, i purosangue verranno dati in affidamento con la sottoscrizione di un contratto, ma rimarranno a vita di proprietà della onlus: «Effettueremo controlli senza preavviso per verificarne le buone condizioni. Prendere un cavallo significa assumersi una grande responsabilità ». Per equitazione, trotto e galoppo oggi nascono da noi 10.000 cavalli l'anno, e nell'ufficialità — ovvero senza tener conto delle macellazioni clandestine — ne vengono uccisi a scopo alimentare 170.000.
Affido e controlli Sui cavalli dati in affido la onlus effettuerà controlli senza preavviso per verificarne le buone condizioni Ex fantina
Jacqueline Freda sul set. La fantina si è ritirata dalle piste nel 2001, ora fa solo la stuntgirl. In Italia ha vinto anche la Frusta d'Oro nel campionato assoluto contro i fantini uomini. Ha «riciclato» al cinema il suo cavallo King of Roses Margherita d’Amico


Animalieanimali

8 LUGLIO 2009

 

GIBBONE SEQUESTRATO, CHE FINE HA FATTO?
Tre domande dopo il caso di Milano. Attendiamo le risposte.

 

Ne abbiamo scritto anche noi, giorni fa, di quel gibbone dalle mani bianche, una scimmia tipica delle foreste tropicali del sudest asiatico e in serio pericolo di estinzione, trovato “casualmente per strada” in quel di Milano.
Non avendo più avuto alcuna notizia, poi notizie discordanti e le richieste e affermazioni dell’illegale detentore che avrebbe fatto di tutto per potere continuare a tenerselo a casa ci domandiamo quale fine abbia fatto questo animale? La Polizia di Stato lo ha sequestrato e ha assicurato il rispetto delle norme nazionali ed internazionali in materia? La nostra giustizia ha garantito che chi ne ha molto probabilmente favorito il prelievo in natura con l’uccisione dei suoi genitori, questo è il metodo con cui si catturano ancora oggi illegalmente i piccoli dalla Birmania al Borneo, ed il suo ingresso illegale nel nostro Paese, favorendone poi la commercializzazione e detenendolo illegalmente perché oltre ad una specie particolarmente protetta di cui è vietata la detenzione ed il commercio si tratta anche di un animale giudicato pericoloso dalle nostre norme in materia venisse adeguatamente controllato?
Ancora oggi il commercio illegale di questi animali, di questi rari primati, così come quello di scimpanzé, gorilla, bertucce e colobi continua a rappresentare una seria minaccia per la loro conservazione e spesso chi nei nostri Paesi occidentali è chiamato a rappresentare lo Stato e a fare rispettare le Leggi si dimentica che commerciare questi animali è un reato come trafficare armi o droga, e che con la nostra indifferenza e spesso con la semplicistica considerazione che si tratta di un “animaletto” non ci rendiamo conto che siamo noi che stiamo spogliando gli habitat naturali delle sue ricchezze, di animali che dovrebbero vivere liberi nei loro ambienti e non schiavi di uomini senza scrupoli che per il solo piacere di possederli li condannano ad una vita in prigionia e senza futuro, condannando così all’estinzione migliaia di specie con il loro commercio illegale.Licia Colò


VIRGILIO NOTZIE
8 LUGLIO 2009
 
Sardegna/ Martini: dopo episodio Oristano norme su corse cavalli
Predisposta ordinanza: disciplina manifestazioni fuori ippodromi
 
Norme precise per disciplinare le manifestazioni pubbliche e private nelle quali vengono utilizzati i cavalli. E' quanto ha deciso il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, dopo il tragico episodio accaduto lunedì scorso in provincia di Oristano nel quale un fantino ha perso la vita ed un altro è rimasto gravemente ferito durante lo svolgimento di una tradizionale corsa di cavalli. Il sottosegretario ha predisposto una ordinanza che disciplina le manifestazioni pubbliche o private nelle quali vengono utilizzati equidi, che si svolgono al di fuori degli ippodromi ufficialmente autorizzati. Il provvedimento è volto a tutelare la salute e la sicurezza di persone ed animali attraverso l'assunzione di misure di prevenzione che evitino il ripetersi di eventi come quello accaduto in provincia di Oristano. L'ordinanza sarà presentata mercoledì 15 luglio alle 11.30 presso l'auditorium di Lungotevere Ripa 1 a Roma.

IL GAZZETTINO
8 LUGLIO 2009

 

Atti vandalici contro il bio parco di Natalino Comin

 

Montebelluna (TV) -  Atto vandalici nei giorni scorsi nei confronti del bio parco di Natalino Comin che in questi giorni in via Gazie è in fase di ultimazione. Nel laghetto sono state gettate delle tartarughine brasiliane che si possono acquistare tranquillamente nelle fiere paesane sempre più frequenti in questo periodo della stagione. "Queste tartarughe - spiega Comin - sono molto voraci e attaccano tutti quegli animali che non sono in grado di difendersi. Fortuna ha voluto che mi accorgessi della cosa e subito abbiamo predisposto un intervento mirato che ha sicuramente limitato i danni salvando i girini e gli avanotti. Da diversi giorni stiamo cercando di risanare lo stagno che proprio in questo periodo è stato visitato da uccelli che prima d'ora nel montebellunese non si fermavano". "Il bio parco indubbiamente sta crescendo e sta assumendo una grande importanza sopprattutto a livello educativo. Con l'aiuto di vari volontari siamo riusciti a realizzare una specie di isola felice che nei prossimi mesi diventerà un luogo didattico di grandissima importanza. Purtroppo non mancano quei personaggi che fanno di tutto per rovinare il lavoro di volontari che vogliono tutelare l'ambiente, la fauna e la flora dei nostri luoghi. Questi personaggi che comprano ad un euro le tartarughe alle fiere vanno condannati".


GIORNALE DI CALABRIA
8 LUGLIO 2009
 
Catanzaro, liberati in Sila 15 uccelli rapaci
 
CATANZARO. Il Cras (Centro Recupero Animali Selvatici) dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro ed l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato hanno provveduto alla liberazione di 15 rapaci nei cieli delle aree protette della Sila. Sono stati reintrodotti tre esemplari di gheppi, tre civette, tre barbagianni e sei allocchi ( tre a forma rossa e tre a forma grigia). “La liberazione dei rapaci - spiega in una nota il Cfs - è finalizzata alla reintroduzione di alcune specie animali per ristabilire l’equilibrio biologico e salvaguardare la catena alimentare nei territori del Parco Nazionale e delle Riserve Naturali Biogenetiche della Sila catanzarese. I volatili, giunti in cattive condizioni di salute presso il Centro di Recupero gestito dalla Provincia di Catanzaro con sede nel Parco della Biodiversità Mediterranea, grazie alle attente e premurose cure del veteriario Fabio Castagna, hanno potuto rimettersi in forza e riacquistare la libertà”. Soddisfazione è stata espressa dal Capo dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Catanzaro, Nicola Cucci, il quale ha evidenziato “la concreta e positiva sinergia che si è instaurata tra il Corpo Forestale dello Stato e l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro nel campo della tutela e valorizzazione della biodiversità animale e vegetale”.

LA NUOVA VENEZIA
8 LUGLIO 2009
 
Caccia ad altre 11 specie
 
VENEZIA. La Quarta commissione - Agricoltura, caccia, pesca - del Consiglio regionale, ha approvato con i voti di Pdl (astenuto Bond) e Lega Nord, (contrari Pd, Idv e Verdi), il testo di legge per la caccia in deroga. In particolare il consigliere dei Verdi Bettin, si è opposto «ad una nuova strage di uccelli in deroga alle leggi nazionali ed europee, che rappresenta l’ennesima concessione alla lobby, sempre meno numerosa ma sempre più potente».  Il provvedimento ripropone, in vista dell’apertura della stagione venatoria - in programma l’11 settembre - la possibilità da parte dei cacciatori di abbattere capi di specie avicole vietate dalla direttiva Cee (79/409 del 1979). Il testo licenziato dalla commissione, unificazione di due progetti presentati, dalla Giunta e dalla Lega. Il primo prevede che nella stagione 2009-2010 in Veneto si possano cacciare lo storno, il fringuello, la peppola, la pispola e il prispolone mentre il secondo aggiunge piviere dorato, frosone, gabbiano reale, cormorano, tortora dal collare e verdone. Il testo prevede anche il tetto massimo di capi abbattibili da ciascun cacciatore per ogni giornata e per l’intera stagione. La parola definitiva sulla legge passa ora all’aula del Consiglio che la prenderà in esame in una delle sedute che verranno convocate prima della pausa estiva. La commissione prima di licenziare il testo aveva incontrato i rappresentanti delle Province venete e delle organizzazioni venatorie che, pur d’accordo con la proposta di caccia in deroga, avevano suggerito ai legislatori regionali di prendere in considerazione la possibilità di abbattere animali nocivi non volatili come nutrie e cinghiali, sollecitando l’approvazione della legge che regionalizza l’Istituto per la fauna selvatica. Decisamente contraria la posizione degli ambientalisti e, in particolare, del rappresentante di settore della Lav che ha sottolineato i numerosi pronunciamenti del Tar del Lazio, del Consiglio di Stato e della Corte Costituzionale nei confronti della normativa nazionale e regionale di recepimento della direttiva Cee in materia di fauna selvatica, ricordando la censura della Consulta nei confronti della Lombardia per aver scelto lo scorso anno, lo strumento della legge, anziché della deliberazione amministrativa per regolamentare la caccia in deroga.

ALTO ADIGE
8 LUGLIO 2009
 
Installazione con pulcini d'artista
 
Provincia di Bolzano - I polli ruspanti arrivati a Fortezza nell’ambito della mostra interregionale 2009 «Labirinto:: Libertà» si sono riprodotti. Nel forte asburgico sono sgusciati quattro pulcini. Una chioccia della razza «Altsteirer» ha covato le uova.  Dopo il «parto» la madre e i suoi pulcini stanno molto bene. «Abbiamo messo le uova di tutte le quattro razze di polli presenti al forte nel nido di questa chioccia. Da nuove uova sono sgusciati quattro pulcini, una media del tutto normale», dice il custode della mostra, Stefan Assner. Johann Tappeiner, il contadino ecologico della Val Senales che aveva messo a disposizione i polli ruspanti, parla di un piccolo miracolo. Tappeiner: «Questi polli sono animali molto sensibili e intelligenti. Ci siamo aspettati che le galline, stressate dal trasferimento da Senales a Fortezza, non facessero più uova. Per questo motivo sono molto sorpreso. Sembra che al forte tiri un buon vento». «Probabilmente il successo è dovuto alla cura affettuosa di tutti noi», aggiunge Stefanie Prieth dello staff della mostra interregionale. I polli fanno parte dell’installazione d’arte «Frei - Land - Hühner» («polli ruspanti») dell’artista e curatore Paul Thuile. L’opera dimostra come i polli ruspanti si possono muovere nel loro ambiente come i loro progenitori. L’uomo ha addomesticato la gallina 3400 anni fa, ed oggi questa specie è fatta oggetto di un allevamento di massa industriale. Il pollo ruspante, al contrario dell’esemplare industriale, non solo favorisce la biodiversità, ma fornisce all’uomo prodotti indubbiamente più naturali. Labirinto:: Libertà fino a settembre: tutti i giorni 10-19. Ottobre: tutti i giorni 9-17. Ingresso libero Informazioni: Tel. 0472-458038 E-mail: info lab09.net www.lab09.net

IL GIORNALE
8 LUGLIO 2009
 
PAMPLONA, NEL SECONDO ENCIERRO IL PRIMO INCORNATO DEI SANFERMINES
 
Marco Zucchetti
 
BUON SANGUE NON MENTE. Sono i tori tradizionalmente più pericolosi. Quelli dell’allevamento andaluso di Cebada Gago, il secondo più presente nella storia delle celebrazioni di San Fermin con 23 partecipazioni, sono i tori con all’attivo il maggior numero di incornati: 38 prima dell’encierro di stamattina, con una media di 1,65 incornati a encierro. Un record che sale oggi a 39, grazie a un ragazzo ferito ad un gluteo sul rettilineo dell’Estafeta. Salgono così a 15 le partecipazioni di Cebada Gago con almeno un incornato.
SCIVOLONI. Il secondo encierro dei Sanfermines 2009, regolarmente al via alle 8 di stamattina, si è corso in 2’35”, solo lievemente più lento di quello inaugurale di ieri. Una corsa caratterizzata dalle numerose cadute che hanno visto la mandria sfaldarsi, ricompattarsi e infine dividersi in due corpi distinti. Inizio subito emozionante, con un manzo che provoca la caduta di un toro nero già nella Cuesta di Santo Domingo. Con quello che gli esperti chiamano “spirito gregario”, gli animali si ricompattano e giungono insieme all’Ayuntamiento e alla curva di Mercaderes, dove un altro scivolone coinvolge due tori. Ed è da questo punto in poi che il pericolo si fa costante. Sul rettilineo della Estafeta, in una giornata non particolarmente affollata, la mandria si spacca: davanti 4 manzi e un toro solitario, dietro 5 tori e un manzo. Situazione difficile, in cui i corridori devono raddoppiare l’attenzione. Soprattutto nel gruppo di coda gli episodi non mancano, anche perché l’ennesima caduta provoca irritazione in un toro ritardatario, pronto però a rincorrere la mandria. Così, in una corsa molto emozionante in cui le probabilità di ferite sono state alte, il coraggio si è mischiato alla fortuna e i tori – nonostante le molte occasioni di far male – hanno preferito filare diritti verso l’arena.
PER UN PELO. Il replay della televisione “Cuatro” (diretta internet ogni mattina dalle 7.15 su www.cuatro.com/sanfermines) mostra tutti gli episodi più interessanti: dall’incosciente che si ferma proprio all’esterno della curva Mercaderes (uno dei punti più pericolosi, dove i tori sono propensi ad allargare per la forza centrifuga) e viene investito da un corridore che però sfugge alla mandria, al ragazzo vestito di azzurro che alla curva Telefonica vede il corno di un toro sfiorargli il fegato strappandogli la maglietta. Tragedia mancata per questione di centimetri. Altro episodio interessante, nella sua stupidità, è quello di un corridore che – una volta scivolato un toro in calle Estafeta – gli si avvicina e lo colpisce ripetutamente sulla schiena. Un comportamento assurdo e vietatissimo: non solo per una questione di rispetto dell’animale, ma soprattutto perché i colpi possono distrarre il toro dalla mandria e provocarne la furia. E se il toro carica la folla assiepata ai lati della strada… beh, inevitabilmente i sanitari avranno molto da suturare e disinfettare. Ultimo fermo immagine per due valorosi e fortunati che al termine dell’Estafeta vengono avvicinati da un toro che appoggia loro le corna alla schiena: un’angolazione e una potenza differenti e ci sarebbero stati due incornati in più e due fortunati in meno.
IL BILANCIO SANITARIO. Quello che “Cuatro” non mostra è invece l’unico incornato dell’encierro (e primo di questi Sanfermines), di cui dà invece notizia il “Diario de Navarra” nella sua edizione online. Colpa probabilmente della frattura della mandria avvenuta nell’Estafeta, dato che il ragazzo è stato incornato ad un gluteo proprio in quel tratto. Sono stati trasportati in ospedale altri due contusi: uno per un trauma maxillo-facciale, l’altro per ferite ad un ginocchio. LE STATISTICHE. L’encierro di oggi è il 47° nella classifica dei più veloci e fa in modo che la tradizione di Cebada Gago (27 incornati nelle ultime 17 apparizioni) non subisca inversioni di tendenza. Nella classifica giornaliera, invece, quello odierno è stato l’ottavo più veloce corso di mercoledì.
IL PROGRAMMA. Dopo la deludente corrida di ieri, oggi si attendono migliori spettacoli da parte della triade composta da Antonio Barrera, Francisco Marco e Sergio Aguilar, che affronteranno i tori di Cebada Gago che hanno da poco concluso l’encierro. Domani mattina toccherà invece ai tori dell’allevamento El Ventorrillo di Toledo.

IL GAZZETTINO UDINE

8 LUGLIO 2009

 

Troppe volpi, più di una ogni chilometro quadro. Si valuta una campagna di abbattimento

 

Provincia di Udine - La prima volpe scoperta rabbida, nell’ottobre scorso, graffiò e morsicò un anziano che fortunatamente, dopo essere stato sottoposto alla profilassi dalle autorità sanitarie, è ormai fuori pericolo.  Dopo la ricomparsa della rabbia in regione è stata intensificata la sorveglianza a ogni livello. Anche i bovini che vanno al pascolo vengono vaccinati. E i gatti? «Tutti i mammiferi possono contrarre la malattia, compresi i pipistrelli - risponde Oreste Battilana, veterinario dell’Ass 4 - Per i gatti il contagio è difficile perchè non si lasciano toccare».Nel territorio del Medio Friuli sono stati registrati tre casi di rabbia silvestre. In linea d’aria la città ormai non è molto lontana, c’è il rischio che gli animali infetti scendano ancora più verso la pianura? «Se lo sapessi sarei un mago...C’è anche la possibilità che con il caldo tornino verso la montagna» fa notare. Quali segnali devono mettere in allarme? «Ci vengono segnalate anche le volpi morte al lato della strada che analizziamo ma quasi certamente sono state investite. È difficile dire. In ottobre, ad esempio, a Prepotto c’era una volpe che dormiva con le galline, a fianco di una gallina morta, e di fronte a questo comportamento anomalo eravamo certi che fosse infetta mentre le analisi hanno dimostrato che così non era. Certe forme sono quasi impercettibili» ricorda il veterinario.«Il grosso problema è che le volpi sono troppe. Dovrebbero essere 0,28-0,30 per chilometro quadrato invece sono più di una» rileva.A livello regionale si sta studiando la possibilità di consentire un abbattimento selettivo per diminuirne il numero ma è una misura da valutare con attenzione perchè presenta vantaggi e svantaggi.
Intanto, per il posizionamento delle esche per la vaccinazione, prezioso l’aiuto dei cacciatori.


CORRIERE FIORENTINO

8 LUGLIO 2009

 

Trovati sei bambi nel parco della villa

 

Firenze - Sei caprioli, che erano entrati nel parco di una villa di Firenze, in via Aretina, sono stati catturati ieri mattina dagli agenti della polizia provinciale e dal personale dell’ufficio caccia della provincia di Firenze.
Per catturarli sono state impiegate delle reti. I caprioli (due cuccioli, tre maschi e una femmina) sono stati sistemati in cassette di legno, per essere trasportati in condizioni di massima sicurezza in un’area protetta di 170 ettari, in zona Pratolino, dove sono stati rimessi in libertà, assieme ad altri animali.


LEGGO

8 LUGLIO 2009

 

Sei caprioli che erano entrati nel parco di una villa ..

 

Firenze - Sei caprioli che erano entrati nel parco di una villa (in via Aretina, nei pressi del Girone) sono stati catturati ieri dagli agenti della Polizia Provinciale e dal personale dell’Ufficio Caccia della Provincia. La cattura è avvenuta tramite l’uso di reti. I caprioli (2 cuccioli, 3 maschi e 1 femmina) sono stati successivamente “incassettati” all’interno di apposite strutture in legno che hanno permesso il loro trasferimento in condizioni di massima sicurezza. Subito dopo gli animali, in perfetto stato di salute, sono stati rimessi in libertà in un parco di 170 ettari, un’area protetta (oasi di protezione) in zona Pratolino, dove vivranno insieme ad altri membri della stessa specie e saranno tutelati dall’Amministrazione.


ANMVI OGGI

8 LUGLIO 2009

 

VIA LA BLACK LIST ANCHE DALLE POLIZZE

 

L'eliminazione della black list "non giustifica più l'attuale differenziazione dei premi assicurativi a copertura dei danni provocati dai cani". La Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha scritto all'ANIA, l'Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici invitando le compagnie ad uniformarsi alla vigente normativa. L'Ordinanza 3 marzo 2009 sulla tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani ha infatti eliminato l'elenco delle razze canine potenzialmente pericolose, per "l'impossibilità di determinare scientificamente la correlazione tra il rischio di aggressività di un cane e l'appartenenza ad una razza o ai suoi incroci".Di conseguenza, decade anche il riferimento al maggior grado di rischio che le compagnie assicurative considerano nella definizione dei premi assicurativi. All'ANIA si chiede quindi di che "tutte le compagnie assicuratrici vengano informate su quanto previsto dalla normativa vigente e, nel calcolo dei premi assicurativi concernenti il rinnovo o la stipula di nuovi contratti, non siano più adottati criteri discriminatori in base alla razza canina".La nota della Direzione ministeriale fa seguito a segnalazioni di "difficoltà oggettive per coloro che intendano stipulare polizze assicurative per cani appartenenti ad una delle razze ricomprese nella lista della precedente ordinanza. In tali casi infatti le compagnie assicurative prevedono ancora premi più elevati".

http://www.anmvioggi.it/files/LA%20NOTA%20DELLA%20DGSAFV_3.PDF


ANMVI OGGI

8 LUGLIO 2009

 

TRAFFICO CUCCIOLI, SANZIONI IN RATIFICA CONVENZIONE

 

Il traffico illegale dei cuccioli è un problema che il Ministero della salute ha affrontato insieme al Ministro degli esteri e sul quale "vi è stata una intensa discussione in seno al Governo italiano". Tuttavia il problema "oltrepassa i confini nazionale e richiede un forte intervento da parte dell'Unione europea". L'ha dichiarato il Sottosegretario Francesca Martini in visita ieri a Londra alla alla manifestazione internazionale del Kennel Club in rappresentanza del Governo italiano. "In ogni caso - ha aggiunto- nella legge di ratifica della Convenzione sulla protezione degli animali da compagnia, in lavorazione, saranno previste sanzioni penali per commercio illegale di cuccioli".Il Sottosegretario al Welfare Francesca Martini ha anche annunciato che verrà presentato, entro breve tempo, al Parlamento italiano un disegno di legge contenente le previsioni precedenti ed ulteriori previsioni per garantire il benessere animale. In particolare saranno stabilite disposizioni relativamente ai requisiti strutturali e gestionali dei rifugi, addestramenti, allevamento, commercio, attività di toelettatura, all'impiego di animali nello spettacolo, agli interventi sanitari di pronto soccorso, ai cimiteri per animali nonché agevolazioni fiscali per chi adotta un cane.


ANIMALIEANIMALI

8 LUGLIO 2009

 

STERILIZZAZIONI, IL COMUNE DI LADISPOLI AIUTA PER QUELLE DEI CANI

Iniziativa con la Asl Roma F.

 

"Con l'arrivo dell'estate sono iniziati gli abbandoni estivi dei cani sulle strade italiane. Un fenomeno che l'amministrazione di Ladispoli intende fronteggiare in modo concreto grazie alla collaborazione della Regione Lazio". A parlare è il sindaco Crescenzo Paliotta che ha annunciato come il comune abbia deciso di avviare un progetto di lotta al randagismo in sinergia con Azienda sanitaria locale Rm F ed i medici veterinari di Ladispoli, grazie al quale i cittadini residenti possessori di uno o più cani possano accedere al servizio di sterilizzazione chirurgica del proprio animale. "L'abbandono di un cane, abituato a vivere in una casa - prosegue il sindaco Paliotta - è un vero e proprio crimine, una piaga, come il randagismo che spesso ne è conseguenza. Questa iniziativa è volta soprattutto alla prevenzione del fenomeno randagismo e nel contempo vuole aiutare i proprietari a meglio tutelare i loro animali da affezione. La sterilizzazione di cani costituisce la più importante arma di cui si dispone nella lotta al randagismo ed al sovra popolamento di canili in tutta Italia. Grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio oltre ai cani randagi che, su segnalazione alla Polizia municipale verranno catturati ed ospitati in canili pubblici, si potranno sterilizzare più di centocinquanta cani legalmente detenuti da persone appartenenti alle fasce socialmente deboli ed in possesso di un apposito ticket rilasciato dal Comune". Il Servizio veterinario della Asl Rm F assicurerà la prestazione gratuita per i proprietari residenti aventi diritto all'erogazione di prestazioni veterinarie e titolari di una situazione economica e patrimoniale, determinata mediante l'indicatore della situazione economica equivalente pari ad un massimo di euro 12.900. Ogni proprietario potrà sterilizzare al massimo due cani. I medici veterinari libero professionisti di Ladispoli aderenti al progetto assicureranno: Prestazione gratuita per i proprietari residenti aventi diritto all'erogazione di prestazioni veterinarie e titolari di una situazione economica e patrimoniale, determinata mediante l'indicatore della situazione economica equivalente pari ad un massimo di euro 8.500,00. Pagamento di una quota minima (25%) da parte dei proprietari aventi diritto all'erogazione di prestazioni aventi una situazione economica e patrimoniale, determinata mediante l'indicatore della situazione economica equivalente pari ad un massimo di euro 12.900. Ogni proprietario potrà sterilizzare al massimo due cani. I cittadini interessati al progetto possono ottenere ulteriori informazioni leggendo il sito del Comune www.comune.ladispoli.roma.it, telefonando al Comune di Ladispoli Ufficio Tutela Animali 06.99231212, 06.99231326 oppure recandosi presso gli uffici comunali tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 12.
da www.trcgiornale.it


ANSA AMBIENTE

8 LUGLIO 2009

 

MARTINI, ABBANDONO E' REATO,IN ARRIVO GUIDA VACANZE

 

ROMA - ''Abbandonare o maltrattare un animale e in particolare un cane che e' animale d'affezione, e' un reato punibile con l'arresto da 3 mesi ad un anno''. A ricordare le sanzioni previste dalla legge italiana e' il sottosegretario alla Salute Francesca Martini intervenuta oggi a Uno Mattina per presentare un filmato realizzato per contrastare il fenomeno dell'abbandono e del conseguente randagismo. E proprio per aiutare le famiglie a vivere in armonia con i propri amici a quattro zampe anche il periodo delle vacanze sabato sara' presentata una apposita guida realizzata in collaborazione con il Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. ''Alla base del rapporto uomo-animale - ha ricordato Martini - ci deve essere il principio di responsabilita'''. Di qui la spinta a realizzare il film che verra' trasmesso nelle scuole ''con l'obiettivo - ribadisce il sottosegretario - di stimolare il processo di educazione e il dibattito soprattutto tra i giovani'', affinche' siano consapevoli di cosa vuol dire accogliere in casa un animale. ''L'abbandono - conclude - mette in condizione disumana l'animale e crea uno choc nel bambino che si trova ad assistere alla scena. Non solo: mette a rischio l'incolumita' pubblica dando origine a incidenti stradali e randagismo''


IL VELINO

8 LUGLIO 2009

 

Roma, domani apre a Ponte Milvio l'oasi dei cani

 

Roma - Domani giovedì 9 luglio prende il via, il nuovo progetto “Villa Bau Village-Tvb Roma”. L’iniziativa nasce dalla volontà di offrire i servizi necessari alla corretta convivenza e al reciproco rispetto fra l’uomo e gli animali in un contesto del tutto speciale e creato ad hoc: una spiaggia per lo svago dei cani e dei loro proprietari, un parco attrezzato e sicuro per i cittadini comprensivo di spazi recintati per il gioco dei cani e campi di agility dog. In occasione dell’inaugurazione prevista alle ore 18,00 sarà presente la consigliera comunale del Pd Monica Cirinnà già delegata del sindaco Walter Veltroni all’Ufficio diritti animali. “Qualche anno fa – rammenta la consigliera Cirinnà - insieme a un gruppo di amanti dei cani avevo sognato, per quelli romani, una ‘spiaggia cittadina’ dove passare qualche ora nel periodo estivo. Con tanto lavoro, insieme alla Regione Lazio e grazie anche all’impegno del presidente del Municipio XX Gianni Giacomini, questo sogno è diventato realtà”.

“Nulla sarebbe stato possibile – prosegue Cirinnà - senza l’Associazione che gestirà la struttura. Ma si sa ormai da anni che le migliori iniziative sono proprio quelle che nascono dalla spinta comune del mondo delle onlus”. L’area che aprirà i battenti domani sera si estende per oltre due ettari ed è compresa tra Ponte Milvio e il Viadotto Di Corso Francia. Nel nuovo spazio si concentreranno da mattina a sera attività ricreative, educative, terapeutica e di spettacolo per i cani e i loro amici umani. “Lo spazio che si inaugurerà domani per gli amici a quattro zampe – conclude Cirinnà – darà accesso alla prima spiaggia per cani realizzata in una città italiana e sarà un vero e proprio polo cinofilo al centro della città di Roma sulle sponde del fiume Tevere, a Ponte Milvio”.


IL MESSAGGERO

8 LUGLIO 2009

 

Afghanistan, l'ultima "arma" dei Marines? Il mulo, bestia da soma intelligente

 

Anna Guaita

 

NEW YORK (8 luglio) - Gli americani hanno speso centinaia di milioni di dollari per fornire armi sofisticate ed efficienti ai loro soldati in Afghanistan. E tuttavia, l’ultimo strumento offerto ai Marines impegnati nella nuova offensiva nel tormentato Paese asiatico è vecchio di circa 6 mila anni. La nuova ”arma” ha quattro gambe, due orecchie lunghe, un vero caratteraccio e una grande abilità di percorrere sentieri scoscesi, portando sulle spalle un peso fino a 150 chili. I Marines riscoprono l’asino, e il suo fratellastro, il mulo. Insomma, riscoprono i meriti delle bestie da soma. E per meglio usarle, vanno anche a scuola di ”uso e trattamento di asini e muli”, a Pickel Meadow , una delle basi più recondite degli Stati Uniti, nella Sierra Nevada, in California.
La guerra afghana, in gran parte dimenticata negli anni più virulenti della guerra in Iraq, è diventata di nuovo centrale per la Casa Bianca. Barack Obama ha promesso che ritirerà del tutto i soldati Usa dall’Iraq entro il 2010, e che recupererà il tempo perduto in Afghanistan, non solo sconfiggendo per la seconda volta i talebani, ma questa volta rimanendo nel territorio e cercando di conquistare la fiducia e la collaborazione dei locali. E’ effettivamente opinione degli esperti di strategia militare, che l’errore compiuto in Afghanistan dopo la vittoria del dicembre del 2001, sia stato di non lasciare le forze alleate sul posto abbastanza a lungo per aiutare il Paese a costruire una società civile autosufficiente. I talebani hanno pian piano fatto ritorno, e ora si combatte aspramente per respingerli nuovamente. Da vari giorni gli americani sono impegnati in una controffensiva nella valle del fiume Helmand, dove sono arrivati oltre 8 mila Marines. La missione - la più massiccia operazione aviotrasportata dai tempi della guerra in Vietnam - non è solo di sconfiggere i talebani, ma anche di mantenere nei vari villaggi della zona sia i Marines che un folto gruppo di civili specializzati in ricostruzione.
Contemporaneamente si combatte in altre zone ricadute nelle mani dei talebani. Nel nord-ovest, gli uomini della nostra Folgore sono impegnati insieme a spagnoli e americani a strappare la regione di Bala Murgab ai guerriglieri integralisti. La manovra si svolge in accordo con i tedeschi e gli afghani che invece operano nella regione confinante di Ghowrmach.
E’ un’estate dura questa in Afghanistan. Il numero dei morti sta salendo - 7 americani e due britannici nel fine settimana - e si prevede che andrà aumentando prima che si possa dichiarare vittoria. Il modello a cui si guarda è la controffensiva lanciata in Iraq nel 2007, la cosiddetta ”surge”, che è stata molto sanguinosa all’inizio, ma ha poi portato alla pacificazione delle aree più ostili e alla possibilità per gli americani di ritirare le truppe.
In questo drammatico panorama, l’umile asino sembra una componente del tutto trascurabile. Eppure non deve passare inosservato: «I talebani sono uomini di montagna -
spiega il sergente Tyler McDaniel al Los Angeles Times -. E si muovono più veloci di noi. Gli animali da soma sono un modo per aumentare la nostra forza». Difatti neanche la più robusta e sofisticata jeep può arrancare fra le vette afghane, dove non ci sono strade e spesso neanche sentieri, e dove l’aria è rarefatta. Ma asini e muli hanno dimostato attraverso i secoli di poter dare aiuto prezioso in simili situazioni. Gli americani stessi li hanno usati in molte delle loro guerre. Tuttavia li avevano ”messi in pensione” dopo la guerra di Corea, nel 1953. Per l’appunto, li hanno riscoperti proprio grazie all’Afghanistan. Ma non adesso, con la guerra contro i talebani, bensì negli anni Ottanta, quando i precursori dei talebani, i mujaheddin, lottavano contro gli invasori sovietici. In quegli anni, gli americani - nella logica della Guerra Fredda contro l’Urss - aiutarono i mujaheddin, non solo rifornendoli di armi, ma anche mandando loro centinaia di muli.
Adesso che sono gli americani a trovarsi a combattere contro i figli e i nipoti dei mujaheddin, i generali si sono ricordati di quanto le bestie da soma si fossero dimostrate utili venti anni fa. E hanno mandato i loro Marines a scuola. Per due settimane, ogni recluta deve andare al Marine Corps Mountain Warfare Training Center, in California, e addestrarsi a gestire le bestie da soma. I più fortunati si ritroveranno ad avere assegnato un mulo, un animale più intelligente e paziente. Tuttavia i soldati non sottovalutano i testardi asini, perché ne hanno imparato a conoscere l’astuzia: l’asino può infatti diventare anche un animale da guardia, e ”avvertire” il pericolo molto prima degli umani. Quindi non solo si porterà sul groppone rifornimenti, acqua, e tutto l’occorrente per un piccolo ospedale da campo, ma se dovesse fermarsi di colpo, rizzando le orecchie e annusando l’aria con evidente allarme, potrebbe rivelarsi doppiamente utile.
I Marines del Campo Pickel Meadow imparano l’arte di caricare una bestia in modo che il peso sia ben distribuito e che l’animale possa portarlo senza soffrirne. Imparano a tenere le redini nel modo corretto e a dare gli ordini. E scoprono velocemente anche i segreti per andare d’accordo con le loro bestie. E il primo segreto è di non trattarli male: «Dovete parlare a un asino con una voce dolce come se stesse parlando alla donna che amate» raccomanda il sergente Chad Giles. Alcuni dei soldati ricorrono a un piccolo trucco: prima di iniziare le loro scarpinate su per le vette della Sierra Nevada, si infilano nel sacco qualche mela a spicchi, per condividerle con l’asino e farselo amico.
Alla Base di Pickel Meadow ci sono 5 asini e 24 muli, ma gli animali usati ”in loco” verranno acquistati direttamente dagli afgani: ogni capo costerà circa 5 dollari. Una vera inezia, ma preziosa: «E’ certo un modo primitivo di trasportare armi e materiale - ammette il sergente Joe Neal -. Ma funziona».


IL SECOLO XIX

8 LUGLIO 2009

 

I cinghiali di casa nel parco della gavoglio

 

Provincia di Genova - UN COLPO secco sparato con la pistola, direttamente all'interno del gabbione, in cui (per sua sventura) è finito il cinghiale lunedì notte. A spiegare modalità e motivazioni rispetto a questa apparentemente crudele decisione è lo stesso Piero Fossati, assessore provinciale che da oltre tre mesi a ingaggiato la sua personalissima battaglia con i bestioni: «Catturarli con i gabbiani e sopprimerli con un colpo ravvicinato utilizzando una pistola non è affatto più crudele che prenderli e portarli al macello - dice - Il problema è che bisogna rendersi conto che questi animali non possono stare in città. Prima di scegliere la strada della soppressione le abbiamo tentate tutte». Tra l'altro si è scoperto, con un sopralluogo compiuto dagli stessi tecnici provinciali, che nel cuore della città esiste una vera e propria "riserva abusiva", dove gli animali vivono allo stato brado e soprattutto prolificano. Si tratta del grande parco dell'ex caserma Gavoglio, di proprietà del comune di Genova da circa due anni: «È un'area molto vasta che parte dal Lagaccio e arriva fin sotto via Bari - dice Fossati - Nessuno c'era più stato a fare controlli e quando abbiamo perlustrato la zona, abbiamo trovato una quindicina di capi, ma anche quattro femmine, due incinte». Intanto, a corredo dell'articolo dal titolo "Caccia ai cinghiali , decisi a fermare le prossime battute" pubblicato lunedì, per errore è stata pubblicata una fotografia che ritraeva due tecnici del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo impegnati nell'attività di monitoraggio scientifico del cinghiale. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori.


MILANO WEB
8 LUGLIO 2009

"TERME DI FIDO", IL CENTRO BENESSERE PER CANI

 

Pessano con Bornago (MI) - Da 3 anni a Pessano con Bornago, alle porte di Milano, i cani hanno trovato il proprio ‘centro relax’. Sì, avete capito bene: esiste un centro di benessere e riabilitazione proprio per i vostri fedeli amici a 4 zampe. Si chiama “Le terme di Fido” ed è una struttura aperta da Daniele Costanzo, istruttore cinofilo specializzato in fisioterapia per animali attraverso dei corsi seguiti all’estero, perché in Italia la sua è una professione non ancora riconosciuta.“Ho deciso di aprire questo posto” – afferma Daniele – “perché il mio cane aveva avuto bisogno di alcuni trattamenti e avevo faticato molto a trovare strutture adeguate, così ho pensato di aprire questo centro per offrire un servizio completo a quanti ne avessere necessità”. Le proposte delle “Terme di Fido” vanno dalle terapie riabilitative alla toelettatura alle pratiche educative. All’interno della riabilitazione, le sedute di shiatsu per favorire il "relax muscolare" sono utili dopo traumi e incidenti.
Ogni seduta costa 30 euro. Per ottenere effetti antinfiammatori e combattere artrosi e problemi neurologici, invece, è possibile sottoporre il proprio animale, dopo l'opportuna 'anamnes'i, a sedute di agopuntura a 50 euro ognuna. Per favorire la riabilitazione motoria del ‘paziente’, poi, ideale anche l’idroterapia, con cicli di sedute da 30 euro l’una. A seguire i cani sono professionisti specializzati affiancati al veterinario della struttura o dal proprio veterinario ‘di fiducia’, specialmente per animali che escono da operazioni importanti chirurgiche e lunghi ricoveri. Per chi invece vuole adattare il cane "al guinzaglio" o abituarlo a un comportamento più ‘posato’, ecco i corsi di educazione. I corsi ‘base’ prevedono fino a 10 lezioni (35 euro l’una), mentre i corsi ‘avanzati’ sono quelli di agility, freestyle e freesbee (25 euro a lezione), che favoriscono l’attività fisica dell’animale, ma anche una giocosa interazione tra cane e padrone.
Per i più vanitosi, infine, ecco la toelettatura: shampoo, bagno, tosatura, stripping e persino la preparazione adeguata per i cani da esposizione. I prezzi vanno dai 15 euro per un cane di piccola taglia (un pincher o un bassotto), ai 100 euro per un cane di taglia grande o ‘da concorso di bellezza’. “Questo lavoro è estremamente gratificante per noi che amiamo i cani” – dichiara Daniele – “Riuscire, con le cure, a far camminare cani tetraplegici dà una gioia enorme, così come vedere di nuovo felici cani depressi perché…ebbene sì, anche i cani soffrono di depressione. Quando non mangiano e stanno tutto il giorno fermi, in alcuni casi possono essere proprio depressi: la cura migliore è dedicare loro tempo e affetto, sempre indispensabili”.
Le “Terme di Fido” si trova in via Grandi 42/44 a Pessano con Bornago (Milano): è aperto dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 19.30. I trattamenti si svolgono "individualmente" e "su appuntamento" (tel. 02.95745296)


TISCALI ANIMALI

8 LUGLIO 2009

 

Se Fido viene in vacanza con noi è meglio proteggerlo dal sole

 

Anche gli amici a quattro zampe sono sensibili all'eccessiva esposizione solare e pure loro possono rimediare scottature, dermatiti e veri e propri tumori alla pelle. Ma non pensiamo di proteggerli con i nostri prodotti solari: gli animali hanno una cute diversa dalla nostra e le creme che noi usiamo potrebbero essere inadeguate.

Creme e lozioni da cani - Per questo esistono trattamenti solari appositi per uso veterinario come creme dermatologiche per la protezione della cute e lozioni spray per proteggere il mantello.
I consigli del veterinario - L'utilizzo di questi prodotti non deve comunque incoraggiare la prolungata permanenza al sole che dovrebbe sempre avvenire nelle ore meno calde della giornata. I veterinari suggeriscono che è meglio prevenire le patologie causate dall'eccessiva esposizione solare, che possono interessare il mantello e la cute degli animali, provocando arrossamenti, scottature e persino tumori alla pelle non dissimili da quelli umani, conferma il dottor Angelo Sagrada, responsabile della Divisione Animali da Compagnia di Bayer Animal Health.
Una inea specifica - Il maggior coinvolgimento degli animali domestici nella nostra vita li porta a frequentare luoghi e vivere situazioni che normalmente non vivrebbero, esponendoli anche ai nostri stessi rischi, come l'esagerata esposizione ai raggi solari, una problematica finora poco conosciuta e quindi spesso trascurata. Sul mercato mancavano prodotti specifici: il pH del cane (circa 7,5) è diverso da quello dell'uomo (5,5). Per questo, da qualche anno, esistono linee di prodotti studiate per rispondere a queste esigenze, prevenendo l'insorgenza di danni più o meno gravi alla salute dei nostri animali.

I rischi - L'eccessiva esposizione ai raggi solari, soprattutto alle radiazioni ultraviolette (UV-A e UV-B), può provocare negli animali domestici, in particolare in quelli a pelo corto e cute chiara, arrossamenti e lesioni cutanee del tutto simili a quelle umane, conferma la dottoressa Luisa Cornegliani, medico veterinario, diplomata Ecvd (European College of Veterinary Dermatology).

Attenzione a muso e orecchie - Le zone più colpite sono quelle meno protette dal pelo, come la regione intorno al muso, le orecchie, le palpebre che potrebbero arrossarsi, ma anche subire modificazioni strutturali con la comparsa di vere e proprie dermatiti.
Le razze più delicate - Nei casi di prolungate esposizioni, si sono riscontrate anche lesioni più gravi, vere e proprie trasformazioni neoplastiche causate dalla penetrazione prolungata dei raggi ultravioletti, in particolare gli UV-B, che sono in grado di alterare la struttura del dna cellulare. Non a caso sono riportati in letteratura diversi casi di dermatite solare che possono degenerare nel tumore squamocellulare, soprattutto nei cani Dalmata e Bull Terrier e nei gatti bianchi a pelo raso.
Complicanze - L'esposizione solare può provocare anche peggioramenti di molte malattie autoimmuni, come lupus cutaneo, dermatomiosite. Gli animali in terapia con particolari antibiotici devono evitare l'esposizione ai raggi solari che potrebbe indurre una violenta reazione dermatologica di foto-tossicità. La prolungata esposizione ai raggi UV-A e UV-B può alterare anche l'azione delle cellule di Langherhans, modificando la produzione di citochine e indebolendo il sistema immunitario: la conseguenza potrebbe essere una diminuita protezione verso agenti infettivi virali e l'aumentato rischio di comparsa dei tumori cutanei.


IL PICCOLO

8 LUGLIO 2009

 

All'ospedale dei selvatici

 

Valenza (AL) - Eccoci all’ospedale degli animali selvatici. Detto in sintesi, si capisce. Con parole giuste è il Centro di recupero della fauna selvatica del Piemonte orientale, ovvero uno dei servizi interni al Parco del Po. In tutta la regione di strutture come questa ce ne sono quattro, e qui fa riferimento, per motivi di vicinanza, anche parte della provincia di Pavia.Periferia di Valenza. Villa Groppella s’impone a fianco, di là i capannoni della zona industriale. Carlo Carbonero lavora qui, non da solo. Lui è il responsabile della vigilanza (una sorta di capo dei guardaparco) e del Centro di recupero, una struttura che dipende dalla Provincia. In soldoni funziona che qui si portano gli animali selvatici feriti, ma anche i piccoli rimasti senza mamma, li si cura con un’unica finalità: rilasciarli nel loro habitat, ovvero nel territorio del Pparco del Po.«In questi giorni gli esemplari che curiamo sono una quarantina - racconta Carbonero - Ci sono molti piccoli uccelli, caduti dai nidi, dalle civette ai gufi, dagli allocchi agli assioli. E poi, in questo periodo, abbiamo in cura quattro volpi, una delle quali è finita nella gabbia per le nutrie, un’altra, molto piccola, è rimasta sola dopo che la madre fu investita da un’auto. E poi abbiamo due cuccioli di caprioli».Da ieri c’è un ospite in più Da ieri mattina, c’è un ospite in più. Mentre Carlo racconta, i vigili provinciali Franco Caruso e Damana Schiavi portano una civetta. L’hanno recuperata a Gaggina, frazione di Montaldo. «L’aveva in casa una signora, necessita di cure». Carlo compila una scheda e rilascia una sorta di ricevuta. «L’animale, comunque, è in buona salute. In pochi giorni sarà lasciato libero». Meno fortunata una poiana, costretta nella gabbia: «Le hanno strappato le penne: dobbiamo tenerla in cattività, il recupero è lento». Nella voliera vicina, una taccola nera che «è stata portata qui da Alessandria». Più in là un rondone e un cuculo. In una teca all’interno dell’edificio, invece, si nasconde un biacco, l’unico rettile - al momento - in custodia al centro. Le cure sono prestate da due veterinari esperti di animali selvatici, la dottoressa Elena Ghelfi e il dottor Nieddu. Carlo e altri due collaboratori si preoccupano della pulizia e del cibo


Animalieanimali

8 LUGLIO 2009

 

IN CONSIGLIO VENETO CI RIPROVANO CON LA CACCIA IN DEROGA!

La LAV: provvedimenti illegittimi che non devono essere approvati.

 

Si è tenuta ieri mattina, presso la quarta Commissione consiliare del Veneto, l’audizione delle associazioni ambientaliste, relativamente a due Progetti di Legge regionali sulla caccia in deroga.
Le cosiddette “deroghe” consentono ai cacciatori di uccidere, in casi eccezionali e sotto stretta sorveglianza, limitate quantità di uccelli migratori protetti dalla Direttiva comunitaria. Da alcuni anni le regioni, Veneto e Lombardia in testa, abusano di questo strumento al punto da aver introdotto un regime di ordinaria cacciabilità delle specie protette, reiterato di anno in anno con nuove leggi regionali.
A fronte di tali prese di posizione chiaramente filo-venatorie, la LAV e le altre associazioni di tutela degli animali, nel corso degli anni hanno ottenuto numerosi pronunciamenti da parte della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato e di alcuni TAR, che hanno definitivamente chiarito l’illegittimità del ricorso alle leggi regionali per consentire l’esercizio delle deroghe. E, nonostante ciò, la regione Veneto vuole ora far approvare ben due leggi regionali sul tema.In corso di audizione, Massimo Vitturi, responsabile LAV del settore caccia e fauna selvatica, ha chiarito che se le leggi in discussione dovessero essere approvate, i numerosi profili d’illegittimità sulle quali si basano e di cui sono stati preventivamente resi edotti i Consiglieri regionali, potrebbero configurare il delitto di abuso in atti d’ufficio, come sentenziato dal pronunciamento n.1467/90 della Corte di Cassazione.“La disamina della LAV non è stata per nulla gradita dai Consiglieri di maggioranza presenti in Commissione – dichiara Massimo Vitturi – tanto che uno di loro ha dato in escandescenze abbandonando l’aula, un comportamento che non mi sarei mai aspettato da un rappresentante dei cittadini veneti!”
Evidentemente le inappellabili motivazioni elaborate dall’Ufficio Legale della LAV, che denunciano chiaramente l’illegittimità della caccia in deroga, sono state comprese in tutta la loro portata dai consiglieri regionali più vicini ai cacciatori.Se la legge veneta dovesse essere approvata, i cacciatori, che a parole dichiarano di essere i primi amanti degli animali e dell’ambiente, potrebbero uccidere quasi un milione di uccelli migratori protetti dalla direttiva comunitaria e dalla giurisprudenza nazionale, il tutto in nome del loro sanguinario passatempo al quale il 75% dei cittadini italiani si dichiara contrario.


ANSA AMBIENTE

8 LUGLIO 2009

 

PRESIDENTE FAI A LOIERO, BENE TUTELA TARTARUGHE

 

CATANZARO - ''Non puo' immaginare con quanta soddisfazione le scrivo questa lettera. Non per lamentarmi, come spesso succede, ma per complimentarmi con lei e la sua Giunta, specificatamente nella persona dell'assessore all'Ambiente Silvio Greco''. E' quanto scrive il presidente del Fai, il Fondo ambiente italiano, Giulia Maria Mozzoni Crespi, in una lettera inviata al presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero. ''Siete riusciti - aggiunge - a portare a compimento la firma del Protocollo di intesa congiunto tra Regione Calabria, Ministero per l'Ambiente e tutela del mare, Universita', enti e altre autorita' preposte e associazioni ambientaliste, creando cosi' l'istituzione della Rete regionale per la conservazione delle tartarughe marine Caretta caretta, specie a rischio di estinzione tutelata dalla Comunita' Europea''. ''Tra il 70 e il 90% delle nidificazioni in tutta Italia di questa specie - afferma ancora il presidente del Fai - avvengono sulle coste del mar Jonio. Con grande competenza, superando personalismi e interessi di parte, il professor Silvio Greco e' riuscito a portare a compimento il Protocollo d'intesa e per questo il Fai gli e'grato. Sono sicura che il documento sottoscritto sara' alla base di una serie di azioni che promuoveranno maggior rispetto e amore per i doni che la natura ha dato alla vostra meravigliosa terra''.


AGI

8 LUGLIO 2009

 

AMBIENTE: LIBERATI IN SILA 15 UCCELLI RAPACI

 

Catanzaro - Il Cras (Centro Recupero Animali Selvatici) dell' Amministrazione Provinciale di Catanzaro ed l'Ufficio Territoriale per la Biodiversita' del Corpo Forestale dello Stato hanno provveduto alla liberazione di 15 rapaci nei cieli delle aree protette della Sila. Sono stati reintrodotti tre esemplari di gheppi, tre civette, tre barbagianni e sei allocchi ( tre a forma rossa e tre a forma grigia). "La liberazione dei rapaci - spiega in una nota il Cfs - e' finalizzata alla reintroduzione di alcune specie animali per ristabilire l'equilibrio biologico e salvaguardare la catena alimentare nei territori del Parco Nazionale e delle Riserve Naturali Biogenetiche della Sila catanzarese. I volatili, giunti in cattive condizioni di salute presso il Centro di Recupero gestito dalla Provincia di Catanzaro con sede nel Parco della Biodiversita' Mediterranea, grazie alle attente e premurose cure del veteriario Fabio Castagna, hanno potuto rimettersi in forza e riacquistare la liberta'". Soddisfazione e' stata espressa dal Capo dell'Ufficio Territoriale per la Biodiversita' di Catanzaro, Nicola Cucci, il quale ha evidenziato "la concreta e positiva sinergia che si e' instaurata tra il Corpo Forestale dello Stato e l'Amministrazione Provinciale di Catanzaro nel campo della tutela e valorizzazione della biodiversita' animale e vegetale".


IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA

8 LUGLIO 2009

 

Uccelli rapaci liberati nella Sila Catanzarese

La reintroduzione dei rapaci è finalizzata alle attività mirate alla salvaguardia della catena alimentare nei territori delle aree protette

 

Provincia di Catanzaro - Quindici uccelli rapaci sono stati liberati in alcune aree del Parco nazionale della Sila nell’ambito delle attività di collaborazione instaurate tra il Centro recupero animali selvatici (Cras) della Provincia di Catanzaro e l’Ufficio territoriale per la biodiversità del Corpo forestale dello Stato. I volatili – tre gheppi, tre civette, tre barbagianni e sei allocchi – erano giunti in cattive condizioni di salute nel centro catanzarese dove sono stati curati e si sono potuti ristabilire. La reintroduzione dei rapaci è finalizzata alle attività mirate alla salvaguardia della catena alimentare nei territori delle aree protette e delle riserve naturali biogenetiche della Sila catanzarese. L’iniziativa, riferisce un comunicato del Corpo forestale dello Stato, ai inserisce nel quadro attività di promozione ambientale e di azione didattica e educativa avviate dal Parco della Biodiversità Mediterranea di Catanzaro e dal Centro Visite «Antonio Garcea» di Monaco di Villaggio Mancuso.  


CORRIERE ADRIATICO

8 LUGLIO 2009

 

Caccia ai cinghiali, nuove regole “La Regione protegge il territorio”

 

Fabriano (AN) -  Eliminare i cinghiali in zone dove la superfice boschiva sia inferiore al 70 per cento; riportare la caccia al cinghiale a pura e semplice attività venatoria; introduzione della rotazione nell’assegnazione delle zone per le squadre di cacciatori. Tre risposte concrete della Regione alle richieste del Comitato spontaneo di coltivatori e allevatori delle zone limitrofe al parco regionale che si erano rivolti, tramite la portavoce Patrizia Balducci, al governatore Spacca e all’assessore Petrini, chiedendo di introdurre nuove regole per per evitare la pasturazione dei cinghiali da parte delle squadre di cacciatori, che porta a concentrare i selvatici in aree agricole con danni sempre più rilevanti.“Andiamo verso la completa eradicazione del cinghiale nelle zone dove la superficie a bosco è inferiore al 70% - dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura e Caccia Paolo Petrini -. Con un’ulteriore convinzione: che quella al cinghiale debba ritornare ad essere una disciplina venatoria e nient’altro”. E quel “nient’altro” pesa come un macigno su ciò che è oggi. Ma non solo, il calendario venatorio appena varato estende la caccia al cinghiale per tre giorni prima dell’apertura (in ottobre) e tre giorni (gennaio) dopo la chiusura della stagione. Iniziativa che ridurrà il problema.
“La Regione Marche ha ben presente i problemi causati dai cinghiali alle colture e all’incolumità delle persone, - prosegue Petrini -, così come presta attenzione a chi finora si è fatto carico della caccia di questi ungulati in alcune zone individuate dalle Province, alle quali, del resto, è devoluta tale materia”. . Conoscendo i problemi, l’assessore dice che “bisognerà innanzitutto riportare questi animali all’interno del loro habitat naturale, le foreste e i boschi, prevenendo l’avvicinamento ai siti antropizzati e ai campi coltivati, attraverso una gestione oculata delle zone di caccia. Sono già all’esame della Terza commissione consiliare alcune modifiche alla legge regionale n. 7 del 95, per aggiornarla in base alle mutate condizioni del territorio e delle situazioni di squilibrio faunistico che si stanno verificando. Solo dopo la modifica di tale legge - conclude - sarà possibile redigere il regolamento, che tenga conto delle legittime esigenze di tutti”.


IL GAZZETTINO

8 LUGLIO 2009

 

Cane crea problemi al traffico, ma anche alla Municipale

 

Latisana (UD) - Un pastore maremmano, sfuggito al proprietario, blocca il traffico sulla statale, viene recuperato da un volontario della sicurezza latisanese ma il comando della municipale chiarisce che l’intervento è stato eseguito in veste di semplice cittadino. Il cane di grossa taglia, disorientato ed impaurito, con il suo continuo zig-zag da una parte all’altra di via Sottopovolo aveva costretto diversi automobilisti a manovre assai azzardate per tentare di schivare l’animale. Un gruppo di passanti è alla fine intervenuto e così il cane è stato imbragato da un volontario della sicurezza latisanese e condotto temporaneamente presso un’ abitazione privata di via Sabbionera. Ieri l’animale, dotato di microchip, è stato recuperato dal leggittimo proprietario che ora rischia, in base all’ordinanza del sindaco, una multa di 50 euro per omessa custodia. Sull’episodio il comandante Stefano Blaseotto ha voluto precisare che il volontario della sicurezza che ha provveduto a bloccare l’animale non era in servizio. In questi casi infatti sono previste delle procedure che scattano sia per la valutazione dello stato di salute del cane che per l’individuazione dell’eventuale proprietario.Un chiarimento per evitare, considerato il clima caldo che si respira in tema di volontari della sicurezza, ogni possibile equivoco sulla delicata materia.


VARESE NEWS

8 LUGLIO 2009

 

ORSI IN SVIZZERA, COSA FARE IN CASO DI PERICOLO

Niente rifiuti organici fuori dalle case e regole di comportamento in situazioni di emergenza: l'Ufficio federale dell'ambiente rielabora la "Strategia Orso", il regolamento per la gestione di questo animale in Svizzera

 

Negli ultimi anni sono stati diversi i casi di migrazione di orsi in Svizzera. L'ultimo dei quali si trova ora nella Valle Poschiavo. La gestione dell'animale è disciplinata dalla "Strategia Orso", applicata dal 2006. Sulla base delle esperienze acquisite con gli orsi negli anni recenti, l'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) ha rielaborato detta strategia completandola con nuove regole. Esse stabiliscono come mettere a verbale e valutare il comportamento degli orsi, in particolare di quelli problematici. Particolare attenzione è rivolta alla gestione dei rifiuti nei territori frequentati dagli orsi.

La ricerca di cibo in prossimità delle case da parte degli orsi è infatti una delle più frequenti cause di incidente con l'uomo. Per questo motivo la gestione dei rifiuti assume un'importanza particolare. Fra l'altro elenca importanti regole comportamentali volte a prevenire conflitti con il plantigrado. È essenziale rendere il più difficile possibile l'accessibilità dell'orso ai rifiuti organici al fine di togliergli ogni opportunità di abituarsi alle potenziali fonti di alimentazione presenti nei centri abitati. 

Gli orsi in Svizzera
Nel corso degli anni recenti sono entrati in Svizzera diversi orsi. Il primo a farvi ritorno dopo un secolo di assenza è stato, nel 2005, l'orso JJ2 "Lumpaz", un discendente dell'orsa Jurka e dell'orso José. Di JJ2 si sono tuttavia perse le tracce dal 2005. Il fratello JJ1 "Bruno" fu abbattuto nel 2006 in Baviera. Nell'autunno 2007, JJ3, un altro orso della stessa famiglia, girovagò per la regione di Lenzerheide. Il suo comportamento fu sin dall'inizio problematico e per tale ragione venne dotato di un collare radiotrasmittente. Inoltre, fu oggetto di diversi interventi di dissuasione che non ebbero tuttavia alcun effetto. JJ3 fu abbattuto nell'aprile 2008 poiché era diventato un fattore di rischio per la popolazione della regione.

Jurka, la madre della cucciolata, è rinchiusa da tempo in un recinto in Italia, proprio a causa del fatto che né l'uomo né i centri abitati le incutono paura.  Era stata cibata dall'uomo e aveva pertanto perso ogni timore nei suoi confronti. È lecito supporre che il comportamento problematico dei suoi cuccioli sia frutto dei suoi insegnamenti.

L'orso JJ5, che soggiorna attualmente nella Valle di Poschiavo, è anch'esso figlio di Jurka. Tuttavia, non sappiamo ancora se ha lo stesso comportamento problematico della madre, ma sarà dotato al più presto di un collare radiotrasmittente che permetterà di seguirne i movimenti al fine di stabilire in qualsiasi momento il suo luogo di soggiorno e di pianificare al meglio eventuali misure.

Nel 2007 la Svizzerà ha dato ospitalità anche all'orso MJ4, figlio dell'orsa Maja e dell'orso José. Il giovane orso ha avuto un comportamento assolutamente ineccepibile e non è quasi mai stato avvistato. È probabile che si trovi tuttora a girovagare nel territorio di confine fra l'Italia, la Germania e la Svizzera.


IL GAZZETTINO

8 LUGLIO 2009

 

Moria di vongole "bevarasse", il settore si mobilita per fronteggiare la crisi

 

Chioggia (VE) -  Una situazione difficile quella che sta vivendo il settore della pesca della vongola di mare, la “bevarassa”. Forse il più difficile di tutta la vicenda di questo mestiere. Tre mesi di fermo, dopo quelli obbligatori ed uno volontario, per trovare, alle prime uscite di luglio, una situazione disastrosa. Le vongole falcidiate da una moria, le cui cause apparirebbero esterne e quindi, magari involontariamente, provocate, che ha ridotto gli stock del 90 per cento. Alcune aree, segnatamente quelle a nord di Venezia, appaiono addirittura sterili, vuote di prodotto. Ieri in un incontro con l’assessore regionale alla pesca, Isi Coppola, i due Cogevo, Consorzi gestione vongole di Chioggia e di Venezia, in tutto 200 imbarcazioni da cui traggono il vitto più di 600 famiglie, s’è fatto il punto della situazione.“Prima del fermo iniziato ad aprile – riassume Paolo Tiozzo, presidente del Cogevo di Chioggia - avevamo elaborato un progetto per valorizzare al massimo l’aspetto organizzativo della nostra categoria: uniformità per i punti di sbarco, monitoraggi a mare, banca dati per una gestione utile ed oculata dell’attività. Ora questo progetto che la Regione s’impegna di sostenere non basta più. Nell’immediato non sappiamo neppure cosa fare. Prolungare il fermo per aspettare che cresca il prodotto che non c’è? Una scelta improponibile a lavoratori che da tre mesi non portano a casa soldi”.L’assessore Coppola ha garantito che la Regione seguirà col massimo di attenzione la vicenda destinando alla soluzione le risorse disponibili. Nei prossimi giorni, queste le decisioni assunte dalle due presidenze dei Cogevo, ci sarà una riunione congiunta dei due consorzi ed allargata alle organizzazioni di categoria e alla ricerca. “Si tratta di percorrere una strada che francamente non siamo in grado di determinare in questo momento. Abbiamo bisogno – conclude Paolo Tiozzo - della collaborazione di quanti sono in grado di sostenere un settore che pure ha saputo darsi un’organizzazione esemplare”. All’incontro verranno invitate anche le rappresentanze sindacali. “Il panorama che si apre sui prossimi mesi e soprattutto per il periodo dell’autunno-inverno è quanto meno preoccupante. Occorre quindi una forte assunzione di responsabilità a livello di territorio, regionale ed anche nazionale. Se servirà portare la questione su tavoli di vertice non c’è dubbio che lo faremo. Qui si tratta di difendere non solo il presente ma il futuro nostro e delle nostre famiglie”.


TIO.CH

8 LUGLIO 2009

 

TICINO
Aumentano i cinghiali, e con essi il malcontento
Forte incremento dei capi cacciati nel 2008 e 2009. Cresce l'apprensione di chi abita in prossimità dei boschi: "Orti e giardini devastati".

 

LUGANO - Il Ticino, per la sua stessa natura, è un habitat ideale per i cinghiali. Questo animale selvatico è sempre più presente sui monti e nelle foreste del Cantone. Ne sono ben consci gli abitanti delle zone limitrofe ai territori in cui i branchi di cinghiali, che lamentano danni alle colture e agli orti.

Il rapporto - Il recente Rapporto della stagione venatoria 2008/2009 e delle ricerche sulla selvaggina, stilato dall'Ufficio della caccia e della pesca del Dipartimento del territorio, parla chiaro. L'evoluzione dei danni riguardo gli ungulati (cervo e cinghiale) è in aumento nel 2008 (1722 abbattimenti, contro i 1018 del 2007). Sebbene sia il cervo l'animale che crea più danni alle colture, i cinghiali sono maggiormente percepiti dalla popolazione come un problema. Forse perché i cinghiali tendono maggiormente ad avvicinarsi alle case, rispetto ad altre specie selvatiche.

La testimonianza - Christian Zocchi abita sui monti di Mezzovico. I cinghiali, per lui, sono un grosso problema. "La situazione è sensibilmente mutata: la popolazione dei cinghiali è aumentata, se non raddoppiata". Zocchi ci porta nel giardino e nell'orto della sua abitazione, che recano le tracce della devastazione operata dai cinghiali. "Questi animali scendono all’imbrunire per cibarsi di radici, tuberi o bulbi" Profonde buche, scavate dalle zanne dei cinghiali, costellano il prato.

I danni - Zocchi non è il solo a cui questi branchi di animali, in cerca di cibo, hanno distrutto il giardino. Altri lettori hanno segnalato situazioni analoghe, in cui i cinghiali hanno rivoltato il terreno coltivato, cibandosi dei semi appena piantati. Un danno economico, oltre al dispiacere di veder vanificate ore di lavoro. “Parlando di costi" dichiara sempre Zocchi "rimettere in sesto un prato come si deve è sempre una spesa che si aggira intorno al migliaio di franchi, tra materiale ed ore di lavoro”. Nel 2006 i danni causati alle coltivazioni dagli ungulati (non solo dai cinghiali, dunque) erano quantificabili in 250.000 franchi.

Le contromisure – I cittadini, come rimedio alle devastazioni apportate dai cinghiali nelle loro proprietà, adottano spesso come rimedio la posa di recinzioni metalliche. Cosa viene fatto invece, a livello cantonale, per tenere sotto controllo i cinghiali? Ulteriori informazioni assunte presso l'Ufficio caccia e pesca dichiara che non sono in programma battute di caccia straordinarie, e la situazione viene regolata attraverso i canali classici della caccia stagionale e degli interventi mirati. "Il 2008 ha visto un aumento dei capi abbattuti, ed in parte è dovuto alle abbondanti nevicate, che hanno agevolato la caccia invernale. Al di fuori del periodo di caccia, vengono assegnati dei permessi che vanno a classificarsi sotto guardiacampicoltura".

Guardiacampicoltura - I livelli di caccia sono tre: la caccia alta in settembre, quella in dicembre e gennaio, e la guardiacampicoltura. Di cosa si tratta? Sono interventi mirati, effettuati in presenza di danni, ripetuti tutto l'anno da parte dei cinghiali. Dopo segnalazione di forti danni, l'Ufficio caccia e pesca dà mandato ad un cacciatore di controllare quell'area da postazione fissa, e per qualche sera si apposta. In caso di arrivo di cinghiali, il cacciatore è autorizzato a sparare. La situazione, nel primo semestre del 2009, vede un gran numero di abbattimenti addebitabili alla guardiacampicoltura. Malgrado l'alto numero di catture dell'inverno, la presenza del cinghiale è sentita, tanto che il numero delle catture è in forte crescita. Le segnalazioni, nell'ultimo periodo, sono cresciute specialmente nel Luganese. Fenomeno spiegabile con quanto sta succedendo ultimamente nella vicina Italia.

Caccia in Italia - In provincia di Como sono state organizzate recentemente delle battute straordinarie, per cercare di tenere sotto controllo il numero di capi. Non si puo' escludere che qualche gruppo di cinghiali possa passare in territorio ticinese, in fuga dai cacciatori italiani.

Vicino alle case - I cinghiali sono sempre più insidiosi? Christian Zocchi, che ormai convive quotidianamente con questi animali, dà un paio di consigli. "Il cinghiale è un animale selvatico, quindi di norma alla vista dell’uomo tende a scappare. L’unica cosa che non si deve mai e poi mai fare, è tentare di avvicinare un piccolo, perché al 90% la madre si trova nei paraggi. Una carica di un cinghiale non è assolutamente piacevole". Dall'Ufficio caccia e pesca, per contro, si tende a minimizzare la presenza degli animali nei dintorni delle case. Questa è perlopiù giustificata con la ricerca di cibo, e non si tratta di un mutamento di abitudine di questa specie, di solito abbastanza timorosa dell'uomo.

 

 

            8 LUGLIO  2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 

MARKET PRESS
8 LUGLIO 2009
 
STUDIO IDENTIFICA UN NUOVO GENE DEL DIABETE E IL SUO "INTERRUTTORE"
 
Bruxelles, 8 luglio 2009 - Alcuni scienziati finanziati dall´Unione europea hanno identificato un gene associato con un aumentato rischio di sviluppare il diabete e un "gene saltante" che ne disturba l´attività e che favorisce la riduzione della malattia. I risultati, pubblicati nella rivista Public Library of Science (Plos) Genetics, hanno ricevuto il sostegno dell´Unione europea nell´ambito del progetto Eugene2 ("European network on functional genomics of type 2 diabetes"), finanziato in riferimento all´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). Nel mondo ci sono attualmente circa 230 milioni di persone affette da diabete di tipo 2. Il rischio di sviluppare questa patologia è in parte riconducibile allo stile di vita (ad esempio, al regime alimentare seguito) e in parte al patrimonio genetico. Per quanto riguarda questo secondo fattore, negli ultimi anni gli scienziati hanno identificato una serie di geni che influiscono sulla predisposizione di un soggetto a sviluppare il diabete di tipo 2. In questo recente studio alcuni scienziati tedeschi sono riusciti ad individuare in un gene - denominato Zfp69 - il fattore di rischio per lo sviluppo del diabete nei topi. Inoltre, l´omologo gene umano - Znf642 - si è dimostrato particolarmente attivo negli individui sovrappeso affetti da diabete. Secondo quanto affermato dai ricercatori, il gene Zfp69 codifica una proteina che sembra interferire con il deposito di grassi nei tessuti adiposi, aumentando la deposizione di grasso nel fegato. "I dati in nostro possesso suggeriscono che il prodotto proteico del gene, che aumenta il rischio negli individui obesi, accresce il deposito di grassi nelle cellule adipose," ha spiegato il primo autore dello studio, il dottor Stephan Scherneck del dipartimento di farmacologia presso l´Istituto tedesco per la nutrizione umana (Dife). "Di conseguenza, il grasso in eccesso si accumula nel fegato, contribuendo allo sviluppo del diabete". Gli scienziati hanno inoltre messo a confronto due specie di topi: la prima presentava problemi relativi al metabolismo del grasso e del glucosio e sviluppava il diabete in tempi rapidi, mentre la seconda pur essendo affetta da obesità era meno predisposta al diabete. La differenza tra le due specie era costituita dalla presenza di un cosiddetto "gene saltante" (altrimenti detto trasposone) del gene Zfp69 nei topi non affetti da diabete. I trasposoni sono segmenti di Dna di piccole dimensioni in grado di "saltare" all´interno del genoma. In questo caso, il trasposone è effettivamente in grado di "spegnere" il gene, riducendo il rischio per l´animale di sviluppare il diabete. "A questo proposito abbiamo scoperto un meccanismo finora mai descritto legato all´ereditarietà di diabete e obesità," ha affermato Hans-georg Joost, direttore scientifico di Dlfe, per quanto concerne il trasposone. "Questo trasposone è piuttosto attivo ed è in grado di ´spegnere´ pressoché completamente il gene Zfp69. Abbiamo rilevato dati che suggeriscono che lo stesso è attivo anche in altri geni dei topi. Poiché il genoma umano è ricco di questo tipo di frammenti, è abbastanza probabile che rivestano un ruolo ancora più importante di quanto finora ritenuto". I ricercatori suggeriscono che - in futuro - gli studi dovrebbero prestare maggiore attenzione non solo ai geni, bensì anche ai trasposoni siti in prossimità degli stessi. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto tedesco di nutrizione umana Potsdam-rehbruecke (Dife) http://www. Dife. De/ Plos Genetics: http://www. Icsu. Org/ Eugene2: http://www. Bmj. Com/ .
 
 

 

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