08 GENNAIO 2010

IL TIRRENO
8 GENNAIO 2010
 
Gatti presi a bastonate
 
CALCI (PI). Barbarie contro i gatti. Smilzina e Smilzo sono stati selvaggiamente picchiati. Se non sono morti, ma è un vero miracolo. Anche il veterinario, chiamato in tutta fretta, si mostra sorpreso e perfino incredulo. Fatto è che sono sopravvisuti a quella che per loro deve essere stata una terribile esperienza. «Li hanno presi a bastonate tanto è vero che adesso si reggono in piedi tra mille sofferenze», dice Francesco Paffetti, pensionato ex ferroviere, che si è preso cura delle bestiole.  L’accanimento deve essere stato tale che Smilzo e Smilzina mostrano i segni inconfondibili delle percosse subite. Si muovono claudicanti e appaiono ancora in evidente stato di choc. Non si fanno avvicinare, diffidenti e sospettosi. Solitamente socievoli e di compagnia, si comportano da piccoli selvaggi, ancora visibilmente terrorizzati. «Ma come si fa a prendersela con animali indifesi, amici dell’uomo», si chiede e chiede Paffetti il quale ha affidato al figlio Fabio e alla moglie i due mici che debbono avere patito le pene dell’inferno, come denota il loro sguardo molto triste. Sempre nelle acque... territoriali di via Ruschi, nel centro del paese, dove Smilzo e Smilzina sono stati raccolti e soccorsi, una terribile avventura qualche mese fa ebbe a vivere Musina, gatta simpatica e di indole buona, ugualmente sfortunata. Venne trovata con un cappio stretto attorno al collo, dopo avere strappato il filo che la teneva prigioniera. Fu sul punto di morire soffocata. Solo per un caso non andò incontro a una fine atroce. Grazie al provvidenziale intervento del dottor Angelo Petroni, medico specialista degli animali, riuscì a salvarsi e poi gradualmente si è ripresa. Adesso il nuovo, inquietante episodio contro Smilzo e Smilzina.

CITY

8 GENNAIO 2010

 

Uccide due cani, condannato a 1 anno

 

Provincia di Cagliari - Arrestato mercoledì dai Carabinieri con l’accusa di aver ucciso a fucilate due cani che assalivano il suo gregge, un pastore 43enne di Siurgus Donigala (Cagliari), è stato condannato a 1 anno di carcere, con la condizionale. La sentenza emessa in base alla nuova legge che ha aggravato le pene per l’uccisione di animali.


LA NUOVA SARDEGNA
8 GENNAIO 2010
 
Un anno per avere ucciso i cani maremmani
 
CAGLIARI. Ha ucciso due pastori maremmani a fucilate perchè disturbavano il suo gregge, ieri l’allevatore Bruno Laconi (44 anni) di Siurgus Donigala ha patteggiato la pena davanti al giudice Ornella Anedda: un anno di carcere e duecento euro di ammenda, risultato dello sconto ottenuto dal suo difensore, l’avvocato Carlo Monaldi. Laconi, che si è presentato nell’aula delle direttissime in manette e fra due carabinieri, era accusato di porto illegale di arma da fuoco e uccisione di animali: per la prima imputazione il giudice gli ha inflitto dieci mesi e dieci giorni, altri quaranta giorni come aumento in continuazione per aver ucciso i cani.  L’allevatore ha confessato ai carabinieri dopo l’arresto di aver imbracciato il fucile, detenuto legalmente ma col permesso di porto scaduto, quando si è accorto che i cani del vicino di podere, a Pranu Arigau, stavano disperdendo il gregge. Sembra che non fosse la prima volta. Questa la sua ricostruzione dei fatti: «Mi sono appostato dietro un muretto a secco piuttosto basso ma non li ho visti subito - ha detto al giudice - d’un tratto uno dei due cani si è avventato contro di me e gli ho sparato alla testa. L’altro, anzichè scappare, ha cercato di aggredirmi a sua volta e ho dovuto ucciderlo». Il racconto del pastore non sembra aver convinto il giudice. Perchè se il reato legato all’arma era conclamato, la tesi dell’aggressione avrebbe potuto attenuare la sua posizione. Così non è stato: per il giudice, Laconi si è armato con l’intenzione di liberarsi dei due maremmani. Ora si potrebbe aprire un capitolo-bis legato al risarcimento: la decisione spetta ai proprietari dei cani.

TRANI WEB

8 GENNAIO 2010

 

Salvati cinque cuccioli di cane abbandonati in un cassonetto
Polizia municipale impegnata in un insolito intervento a lieto fine

 

Trani (BT) - Il 5 gennaio due agenti di polizia municipale di Trani, durante l’espletamento del proprio servizio teso al controllo del territorio cittadino, sono stati allertati da alcuni cittadini per dei mugolii provenienti da un cassonetto della nettezza urbana ubicato in una zona centrale della città.
Prontamente intervenuti, gli agenti si sono trovati davanti ad una delle più sconcertanti e tristi scoperte: all’interno del bidone vi erano cinque cuccioli di cane (di cui 4 femmine ed un maschio) chiusi in una busta di plastica. Gli agenti hanno coscienziosamente e amorevolmente recuperato la busta con il suo contenuto e portata all'attenzione di un veterinario di Trani, Francesco Ventura. Dopo aver visitato i cuccioli, il veterinario aveva dato loro non più di 24 ore di vita a causa delle condizioni in cui versavano, infreddoliti e denutriti. L’unico rimedio non poteva che essere l'allattamento artificiale, vista la tenerissima età dei cuccioli.
Grazie ad un amico del veterinario, Angelo (di nome e di fatto) si è trovata la soluzione. L’uomo ha una femmina di razza Dogue de Bordeux (per intenderci la razza di Tequila, il cane-attore della nota serie televisiva Tequila e Bonetti) diventata mamma da poco. Si è così pensato di mettere a balia i cuccioli dalla neo mamma.
I due agenti, grazie al parere favorevole ed alla disponibilità e sensibilità del comandante Antonio Modugno, hanno potuto accompagnare prontamente i cuccioli dalla nuova mamma a Trinitapoli. La neo mamma, nonostante i suoi cinque cuccioli, appena ha visto gli orfanelli non ha esitato un attimo ad allattare gli ultimi arrivati salvandoli da sicura morte.


LA NAZIONE
8 GENNAIO 2010
 
La storia di San Silvestro Il miracolo per Sissi
Capodanno di solidarietà per un veterinario e i proprietari di tre animali che hanno rinunciato al veglione per aiutare un pastore tedesco a cui era stato dato una polpetta avvelenata. Rischiava di morire ma è stato salvato da una trasfusione la notte del 31 dicembre
 
Alberto Celata
 
Grosseto - Una corsa contro il tempo nella notte di San Silvestro, per salvare Sissi, un pastore tedesco femmina di quattro anni, che deve la sua vita al veterinario e ai suoi amici a quattro zampe. Si perché determinante per salvare la vita di Sissi è stata la donazione di sangue di uno dei tre cani che il veterinario, la dottoressa Sabrina Giannini, aveva mobilitato per strappare alla morte questo povero animale vittima di una polpetta avvelenata.
A raccontare l’episodio è il padrone di Sissi, Alfredo Tognoni, a cui brillano ancora gli occhi nel ricordare la prontezza e l’abnegazione di questo medico. "Il 21 dicembre scorso, mia moglie aveva visto il nostro cane mangiare qualcosa davanti al cancello del nostro giardino. Qualche ora dopo, Sissi incominciò a manifestare alcuni sintomi e infatti, misurandole la febbre, costatammo che la temperatura era piuttosto elevata. Preoccupati, telefonammo subito al nostro veterinario. Dopo la visita emerse che il cane era affetto da un’infezione all’utero e il giorno successivo fu immediatamente operato". Ma l’animale aveva effettivamente ingerito una polpetta e infatti dieci giorni dopo Sissi incomincia a manifestare chiari sintomi di avvelenamento.
"All’ora di pranzo del 31 dicembre - prosegue nel suo racconto Tognoni - Sissi incomincia a stare male di nuovo, e allora avverto il veterinario, che raggiungo telefonicamente, mentre era dal parrucchiere in vista dell’ormai imminente veglione di San Silvestro. Dalla visita emerge chiaramente che il cane è stato avvelenato e del resto il tipo di veleno che le è stato somministrato agisce dopo una decina di giorni". Effettuate le necessarie terapie anti-veleno, Tognoni riporta a casa il cane, le cui condizioni intorno alle 19,30 sono stazionarie. Poi improvvisamente alle 20 l’animale perde i sensi. 
Intanto in casa Tognoni ci sono sedici persone pronte a festeggiare l’ultimo dell’anno, mentre il veterinario sta arrivando a un agriturismo di Castiglione della Pescaia, dove insieme alla famiglia e ad alcuni amici ha deciso di trascorrere la notte del 31. Ma Sissi rischia di morire, così la dottoressa Giannini lascia marito e figli e corre in ambulatorio. Al tempo stesso chiama a raccolta i padroni di Asia e Norr, due labrador, e di Matteo, un pastore tedesco, tre cani donatori. E grazie al pronto intervento e al sangue di Norr, verso le 23,30 Sissi è finalmente fuori pericolo. "Non so come ringraziare sia la dottoressa Giannini che queste persone che non conoscevo - dice Tognoni - ma che nel nome della solidarietà per i cani, non hanno esitato a lasciare tutto e a venire in soccorso di Sissi e questo nonostante fosse l’ultimo dell’anno".

QUOTIDIANO.NET
8 GENNAIO 2010
 
S.Silvestro: miracolo per Sissi
 
"Una cosa è certa, presto anche Sissi diventerà donatore di sangue, perché io e la mia famiglia non dimenticheremo mai la solidarietà espressa dai padroni dei tre cani, che, in barba al fatto che fosse la notte dell’ultimo dell’anno, hanno dimostrato una disponibilità unica". Non ha parole per esprimere, la propria gratitudine Alfredo Tognoni, il padrone di Sissi, un pastore femmina di quattro anni che la notte di San Silvestro ha rischiato di morire per una polpetta avvelenata. Ma la solidarietà ha sconfitto la cattiveria più stupida. Servizio di Alberto Celata, foto Aprili
 
FOTO
http://multimedia.quotidianonet.ilsole24ore.com/?tipo=photo&media=13955

LEGGO
8 GENNAIO 2010
 
LA BASSOTTINA SI PERDE E VA AGLI OGGETTI SMARRITI
 
Druse è il nome del piccolo bassotto dello Schleswig-Holstein in Germania protagonista di un’insolita storia che ha appassionato l’intera nazione. La cagnolina, che si era smarrita la domenica durante il ritorno da una battuta di caccia, si è diretta da sola all’ufficio degli oggetti smarriti della cittadina di Flensburgo. Il padrone ha subito attivato le ricerche, che inizialmente si sono rilevate fallimentari. Il lunedì mattina gli addetti all’ufficio degli oggetti smarriti si sono visti comparire il bassotto poco prima dell’apertura. Probabilmente la cagnolina ha aspettato caparbiamente che qualcuno per primo aprisse la porta scorrevole dell’ingresso posteriore e poi si è diretta in un angoletto aspettando che qualcuno la notasse. Non è possibile stabilire se il cane sia giunto in quell’ufficio grazie al suo fiuto o semplicemente perché è stato il primo edificio da lui incontrato in modo del tutto casuale. L’impiegato che lo ha notato ha avvertito subito l’ufficio oggetti smarriti dove casualmente si era recato un altro cacciatore che ha riconosciuto la piccola Druse che l’ ha subito riportata al legittimo padrone.

EXCITE
8 GENNAIO 2010
 
Germania, la storia della bassottina Druse
 
Domenica sera durante una battuta di caccia, in Germania, la bassottina Druse ha perso il suo padrone. Dopo aver girato per ore nei boschi dello Schleswig-Holstein, stanca e affamata la cagnolina ha raggiunto da sola la struttura che ospita la sezione oggetti smarriti della Frisia settentrionale, nella cittadina di Flensburgo.Come raccontato dal quotidiano Flensburger Tageblatt, la bassottina ha atteso il primo cliente e con lui è entrata nell'edificio. Una volta giunta all'interno della struttura la piccola Druse si è diretta all'ascensore ed ha aspettato che qualcuno si accorgesse di lei.Dopo non molto tempo un impiegato ha notato la bassottina ed ha avvisato l'ufficio oggetti smarriti. Il caso ha voluto che proprio in quel momento nella struttura ci fosse un cacciatore, amico del padrone della piccola Druse, che ha ricosciuto la cagnolina e l'ha riconsegnata al proprietario.Chissà se è stata intelligenza o fiuto, rimane il fatto che la storia di Druse ha appassionato il Paese. Ogni tanto un bel lieto fine fa proprio piacere.

IL GAZZETTINO
8 GENNAIO 2010
 
Vacanze coi gatti chiusi in casa e i vicini chiamano i pompieri
 
MANIAGO (PN) - Li sentivano miagolare e graffiare la porta. La padrona di casa da qualche giorno era in vacanza e i vicini di casa, nella convinzione che i suoi due gatti avessero bisogno di aiuto, hanno chiamato i cigili del fuoco. È successo ieri negli alloggi Ater di via Umberto I. I pompieri di Maniago da una finestra hanno verificato che gli animali avevano cibo e acqua in abbondanza. Probabilmente si erano stufati di restare chiusi in casa e cercavano di attirare l’attenzione. La proprietaria sarebbe rientrata nel pomeriggio e non c’è stato bisogno di aprire "forzatamente" la porta per far uscire gli animali.

ABITARE ROMA
8 GENNAIO 2010
 
Canili abusivi sotto sequestro ma i cani sono ancora nelle strutture
Augusto Santori (PDL): "Servono più fondi per lotta a randagismo e canili abusivi"
 
Infinita sembra essere la storia che riguarda la situazione dei più grandi canili presenti a Roma.Poco più di un mese fa, vi avevamo segnalato che il 24 novembre era stato occupato il canile della Muratella in via della Magliana 856, di fronte alla Fermata Muratella del Trenino che porta a Fiumicino dai lavoratori del centro stesso per mancanza di fondi. (http://www.abitarearoma.net/index.php?doc=articolo&id_articolo=15478 )Il 28 ottobre 2009 invece era stato posto sotto sequestro, da parte del XV Gruppo della Polizia Municipale, il canile abusivo trovato in via Newton dall’Ufficio Tutela e Benessere degli animali del Comune di Roma e dal consigliere del PDL del Municipio XV Augusto Santori. (http://www.abitarearoma.net/index.php?doc=articolo&id_articolo=15478 )“Ad oggi - come infatti dichiara in una nota Augusto Santori, consigliere del PDL del Municipio XV - a Muratella hanno raggiunto quota cento i cani randagi che vengano a dipanarsi dalla Valle Lupara fino a Collina Alitalia, mentre i canili abusivi posti sotto sequestro dalla Polizia Municipale, e in particolare quello di via Newton, vengono dati in uso a chi aveva finora abusivamente condotto la struttura, di fatto non reprimendo il fenomeno”“Ho avuto modo di scrivere una nota all´Assessore De Lillo e al Dipartimento X - prosegue Santori - per evidenziare la necessità di procedere repentinamente ad ospitare perlomeno i randagi che si trovano nei pressi delle abitazioni di Altamira ma, ad oggi, nulla è stato fatto se non un utile, ma non risolutiva, campagna di sensibilizzazione operata dal Comune di Roma”.“Il canile abusivo di Via Newton – continua Santori - invece, nonostante la consapevolezza di Ufficio Tutela Animali e di ASL della gravità della situazione, giace ancora nelle stesse condizioni: con quasi 50 cani ospitati in strutture fatiscenti e in condizioni igienico-sanitarie precarie, con una recinzione che permette ai cani di poter uscire in orari notturni e minacciare la quiete e la sicurezza dei cittadini della Borgata Petrelli e della colonia felina ivi situata. Inoltre, occorre considerare che il possessore dei cani in questione gestisce abusivamente anche un´altra struttura in zona Parco dei Medici nonché all’interno della propria abitazione”.“E´ evidente che ASL e Comune – conclude il Consigliere del PDL del Municipio XV - anche per quel che concerne i servizi sociali, dovranno ripensare l´impegno nei confronti di queste questioni, provvedendo rapidamente a stanziare nuovi fondi per una loro prossima definitiva risoluzione”.

MESSAGGERO VENETO
8 GENNAIO 2010
 
Nel 2009 aumento del 5% di cani e gatti abbandonati
 
Elisa Michellut
 
Provincia di Udine - Sono quasi il 5% in più, rispetto al 2008, i cani trovati vaganti sul territorio della provincia di Udine durante l’anno appena trascorso, che ha fatto registrare anche un preoccupante aumento nel numero dei mici abbandonati, soprattutto cucciolate indesiderate. Nel 2009, i cani accolti nel canile municipale di via Lumignacco, gestito dall’Ass 4 Medio Friuli, sono stati in tutto 838, per un totale di 37 cani in più rispetto al 2008. La buona notizia, l’unica, è che il 60% di questi animali, grazie al microchip, un congegno elettronico, che deve essere inserito sotto la cute dell’animale entro i primi tre mesi di vita, è già stato restituito al legittimo proprietario, mentre i restanti quattro zampe, la maggior parte dei quali abbandonati o scappati di casa, verranno assegnati ad alcune strutture convenzionate, in quanto sprovvisti di microchip. In meno di una settimana, inoltre, dal 31 dicembre scorso ad oggi, soltanto nel territorio dell’Ass4, a causa dei botti di fine anno, sono stati recuperati 19 cani, e, di questi, 9 sono ritornati a casa, sempre grazie al microchip, mentre gli altri 10 sono ancora dietro le sbarre del canile municipale. «Purtroppo rispetto all’anno scorso - spiega Stefano Brisinello, responsabile del canile dell’Ass 4 - abbiamo registrato un sensibile aumento per quanto concerne gli animali trovati vaganti sul territorio. Quest’anno, rispetto al 2008, sono entrate più cucciolate ma il dato positivo è che sono aumentati i cani provvisti di microchip e questo anche grazie alla nuova normativa, che impone l’obbligo del congegno elettronico. Indubbiamente - precisa Brisinello - la vaccinazione obbligatoria contro la rabbia ha giocato a nostro favore, perché ci ha permesso di individuare gli animali cui non era stato applicato il congegno elettronico». Per quanto concerne la situazione dei mici, molti dei quali hanno trovato la morte dopo essere stati abbandonati, a pochi giorni di vita, fuori dalle strutture cittadine, adibite a ricovero per animali, i responsabili dell’Ass 4 fanno sapere che, durante il 2009, sono stati circa 180 i gatti ricoverati nella struttura, un dato in linea con l’anno scorso. E purtroppo anche il 2009 non ha mancato di allinearsi alla triste tradizione in base alla quale tutti gli anni, nella notte di San Silvestro, si registra un’impennata nel numero dei quattro zampe, che, impauriti dal rumore provocato dai fuochi d’artificio, scappano di casa. Per quanto riguarda la provincia di Udine, tutti coloro che stanno ancora cercando il proprio pet, possono rivolgersi al canile di via Lumignacco, dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 12. Chiunque abbia smarrito il proprio animale, in ogni caso, deve rivolgersi alla propria Ass di riferimento per ottenere informazioni sull’effettiva cattura del quattro zampe ed eventualmente l’Azienda sanitaria potrà fornire orari e recapiti telefonici di un’eventuale struttura convenzionata, all’interno della quale l’animale potrebbe trovarsi.

CORRIERE ADRIATICO
8 GENNAIO 2010
 
Trovato il cane scomparso
 
Mogliano (MC) - Hanno tirato un sopiro di sollievo i padroni di King, il cane scomparso la notte di San Silvestro dopo essere fuggito di casa, impaurito dai botti di fine anno. L’animale un dogo canario tigrato scuro di taglia grande e dal carattere socievole, è stato trovato nella giornata di ieri. Gli stessi padroni avevano diffuso la foto dell’animale invitando chiunque avesse visto il cane ad avvertirli. E per fortuna ieri King è potuto tornare a casa. Tutto è bene quel che finisce bene.
 
http://persietrovati.blogspot.com/2010/01/mogliano-mc-smarrito-cane-dogo-canario.html

IL TIRRENO
8 GENNAIO 2010
 
RITROVAMENTO
 
GATTO DISPERSO Un “norvegese” disperato Un gatto maschio castrato razza norvegese colore grigio chiaro con coda mozza è stato ritrovato il 3 gennaio scorso in località Usella (Vaiano PO). E’ un animale bellissimo, buono e disperato. Chi lo avesse perso può contattare l’Oasi Felina “La Bogaia”: 340 3905176 - 347 3584023.
http://persietrovati.blogspot.com/2010/01/vaiano-po-trovato-gatto-norvegese.html

MESSAGGERO VENETO
8 GENNAIO 2010
 
Botti e petardi, un inferno in casa
 
Chiara Benotti
 
PORCIA (PN). San Silvestro vissuto da inferno: blindato in casa sotto l’assedio di botti e petardi, in via Zuccolo a Porcia. Tanto che è scattato l’esposto al sindaco purliliese, il 5 gennaio. «I giardini di via Zuccolo a Capodanno erano un campo di battaglia – è stato il bollettino dopo la festa sofferta – Rumore assordante per buona parte della notte con una pioggia di candelotti e petardi sparati contro le case: paccottiglia cinese sicuramente vietata». Laura Daneluz è l’animalista purliliese che ha presentato l'esposto al primo cittadino Stefano Turchet, dopo la segnalazione al comando dei vigili urbani e ai carabinieri. La denuncia contro ignoti servirebbe a poco, per mettere fine alla “guerra” dei botti. «I giochi pirici sparati per due ore in via Zuccolo a Porcia posizionati nelle aiuole e lungo la recinzione della mia casa, non avevano niente a che fare con i normali botti di fine anno – recita l’esposto firmato Daneluz – Non sono nemmeno stata in grado di uscire dalla porta perchè i candelotti arrivavano direttamente in giardino, accompagnati da scoppi assordanti». Capodanno da incubo per la famiglia e gli animali domestici terrorizzati dai mortaretti sparati per salutare il 2010. «Per i miei animali è stato un supplizio – ha denunciato Daneluz – Per me uno stress, di cui ho risentito tutta la notte». A Pordenone è stato vietato l’uso di qualsiasi petardo o mortaretto sull’intero territorio comunale, prima di Natale. A Porcia numerosi cittadini reclamano lo stesso provvedimento. In vista del Carnevale 2010, è meglio tutelare la quiete e salute pubblica dei residenti e degli animali. «La mattina del primo gennaio – ha riepilogato Daneluz – ho raccolto tutto il materiale sparato nel mio giardino e l’ho portato al comando della polizia municipale. Sono stata indirizzata dai vigili direttamente ai carabinieri, dopodichè ho deciso di presentare un esposto per mettere fine al supplizio dei giochi pirici. Sono un pericolo per tutti».

ITALIA INFORMAZIONE
8 GENNAIO 2010
 
Anche i cani soffrono di tic nervosi
 
Anche Fido ha il tic. Gli scienziati della University of Massachusetts Medical School, della Cummings School of Veterinary Medicine della Tufts University e del Broad Institute del Massachusetts Institute of Technology (Usa) hanno identificato un gene nel cromosoma 7 dei cani, associato al rischio di disturbi compulsivo-ossessivi nei nostri amici a quattro zampe, soprattutto Dobermann e Bull Terrier. Come ricorda la rivista 'Molecular Psychiatry', questo disturbo affligge sia gli uomini (circa il 2% della popolazione mondiale), sia i quadrupedi, manifestandosi con comportamenti ripetitivi fino all'ossessione: gesti, tic e azioni che si eseguono senza controllo, più e più volte al giorno. Ma questa scoperta potrebbe portare a nuove soluzioni sia per la forma canina che per quella umana, dato che secondo gli esperti potrebbero esserci degli aspetti in comune fra esse.Il team di scienziati ha raccolto per oltre un decennio campioni di sangue di cani di razza Dobermann, sani o affetti da questa grave sindrome. Analizzandoli e individuando nel cromosoma 7 la possibile anomalia, cioè il gene Cdh2, gli esperti hanno poi notato che questa sequenza di Dna 'sospetta' era molto più presente nei quattrozampe malati che in quelli sani, fino al 60% nei primi contro il 22% degli altri.E' la prima volta che la ricerca riesce a individuare una regione genetica associata al disturbo ossessivo-compulsivo dei cani. E il Cdh2 appare particolarmente interessante poiché legato allo sviluppo del sistema nervoso centrale, proprio nel momento in cui vengono create reti nervose essenziali nel cervello. Tutto cio' avviene anche nell'uomo ed ecco perché gli scienziati sono convinti che questo gene potrebbe essere coinvolto nel disturbo compulsivo-ossessivo umano, anche nelle forme che si manifestano in persone affette da autismo. "Il modo in cui questo problema si manifesta e gli elementi simili nella risposta ai trattamento farmacologici in uomini e cani -sottolinea Edward Ginns, uno dei ricercatori- ci suggerisce che potrebbero essere coinvolti meccanismi simili. Speriamo che questo studio ci traghetti verso una migliore comprensione della biologia di questa malattia e faciliti lo sviluppo di test genetici in grado di portare a terapie precoci o anche alla prevenzione di questi disturbi".

LA ZAMPA.IT
8 GENNAIO 2010
 
Anche gli animali sanno comportarsi da eroi
 
LONDRA - Non solo gli esseri umani sanno comportarsi da eroi. Secondo una nuova ricerca, anche i delfini, le scimmie, i pipistrelli e persino le formiche sono pronti a rischiare la propria vita per salvare un loro simile. Secondo quanto riportato dalla rivista scientifica Communicative and Integrative Biology, Elise Nowabahari, una studiosa dell’Università di Parigi, ha osservato come i delfini corrano in aiuto dei loro simili rimasti intrappolati e feriti, sollevandoli in superficie affinchè riescano a respirare. Le scimmie invece non ci pensano due volte a scagliarsi contro un predatore per proteggere le femmine più vulnerabili e i cuccioli, mentre le femmine dei pipistrelli da frutta aiutano le loro simili a dare alla luce i piccoli. All’interno di una colonia di formiche invece, ogni componente corre in soccorso dell’altro se questo si trova in trappola o nelle grinfie di un predatore, ma la stessa solidarietà e coraggio non vengono dimostrati nel caso di formiche appartenenti ad un’altra colonia. «Con molta probabilità sottovalutiamo il livello con cui gli animali allo stato brado corrono in soccorso dei loro simili», conclude la ricercatrice.

LEGGO

8 GENNAIO 2010

 

Cinque cavalli abbandonati nel fango, uno è morto

 

PIONCA (PD) - Cinque cavalli abbandonati nel fango, uno è morto. Storia di maltrattamenti quella di via Madonna Pellegrina a Pionca. Qui, martedì scorso, le guardie della Lac hanno chiesto l’intervento dei vigili del fuoco per aiutare alcuni cavalli intrappolati nel fango. Il custode degli animali, presente sul posto, si è rifiutato di esibire le generalità alle guardie Lac le quali hanno richiesto l’intervento dei carabinieri. Le guardie erano accompagnate da operatori dell’istituto zooprofilattico di Legnaro per eseguire l’autopsia del cavallo rinvenuto morto. I vigili del fuoco hanno lavorato circa tre ore, con due automezzi, per liberare gli animali, uno dei quali quasi sommerso dal fango. I cavalli sono stati posti sotto sequestro e ora aspettano un’adozione.[…]


IL MATTINO DI PADOVA
8 GENNAIO 2010
 
Salva un altra cavalla moribonda
 
Cristina Salvato
 
VIGONZA (PD). Dovrebbe essere convalidato a breve il sequestro delle 4 cavalle trovate martedì da guardie zoofile e carabinieri, denutrite e malate, in un terreno di Pionca, e affidate a un maneggio dove vengono curate.  Soltanto dopo la conferma del loro sequestro, le guardie zoofile della Lac potranno avviare la ricerca di una sistemazione permanente. Un paio di persone si sarebbero già mostrate disponibili a ospitarle. In Procura sono stati depositati gli atti, 30 pagine di certificati, dichiarazioni, ma soprattutto foto, che più di tante parole testimoniano lo stato pietoso dei cavalli immersi nel fango e lasciati senza cibo. Lentamente le loro condizioni migliorano, le ferite procurate contro lo steccato, cercando di brucare l’erba all’esterno, sono state disinfettate, si stanno riabituando piano piano ad alimentarsi, perché il rischio ora è la torsione dell’intestino, che significa morte certa.  E intanto spunta un’altra cavalla, salvata sempre dalla Lac, che con quelle di Vigonza ha condiviso la gloria delle competizioni sportive e anche, purtroppo, il misero destino.  Le guardie l’hanno trovata in un maneggio dell’Alta Padovana, affamata e denutrita. Stella del trotto, con una promettente «carriera», ha la sfortuna di ferirsi a una zampa e la sua attività agonistica termina a un anno e mezzo. Viene quindi ricoverata in un maneggio, ma il tempo passa e finisce che ci si dimentica di lei, la retta non viene più pagata e lei non viene più sfamata. Adesso che di anni ne ha 5, il suo destino potrebbe finalmente cambiare: le guardie l’hanno sequestrata e accompagnata in un maneggio, dove nei primi tempi non ha fatto che mangiare, dalla grande fame accumulata.  Lei, come le 4 cavalle di Vigonza, era stata impiegata nelle corse al trotto. Questo rende difficile un inserimento in un contesto diverso: sono cavalli che non sono adatti alle passeggiate o ad essere cavalcati e difficilmente possono essere impiegati, nonostante la loro docilità, nella pet therapy o nell’ippoterapia, a meno che non vengano educate a lungo. Per loro ci vuole qualcuno dall’amore incondizionato, che sappia volerle per quello che sono: degli splendidi e dolcissimi animali.

BRESCIA OGGI
8 GENNAIO 2010
 
Duemila trappole e 114 reti: il bilancio d'autunno della Lipu
LOTTA AL BRACCONAGGIO. I numeri della 24esima campagna partita a ottobre nel Bresciano
«Il problema si è ridimensionato grazie ai controlli e alle condanne»
 
 
Provincia di Brescia - Per il ventiquattresimo anno consecutivo, dall'ottobre scorso alla vigilia di Natale, i volontari della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) coordinati da Piergiorgio Candela hanno lavorato nel Bresciano per contrastare il consueto bracconaggio autunnale ai danni dei piccoli e protetti, oltre che preziosi, uccelli insettivori migratori. I risultati della campagna? «Sono stati individuati e rimossi oltre duemila pezzi tra archetti e tagliole in acciaio per uccelli (i sempre più diffusi sep) e 114 reti illegali - spiega la Lipu -; centinaia di pettirossi, capinere, cince e altri volatili insettivori sono stati trovati morti o agonizzanti, e altrettanti esemplari vivi sono stati liberati da luride gabbiette da richiamo».
«Il bracconaggio è ancora particolarmente diffuso dal lago d'Idro al Garda - sottolinea l'associazione nel tradizionale bilancio di fine anno -, e un'altra storica area interessata è la conca di Zone, a monte del lago d'Iseo: qui le trappole sono state trovate anche a pochi metri dal sentiero didattico della Riserva regionale delle Piramidi e nei sottostanti uliveti di Marone. Nella stazione sciistica di Montecampione, in Valcamonica, reti e trappole erano invece posizionate lungo il Percorso natura che si snoda tra boschi e pinete circostanti le palazzine, mentre il maggior numero di reti è stato sequestrato a Lumezzane».
La Lipu spiega però che l'attuale situazione «non è più paragonabile a quella dei primi anni: allora gli archetti con i pettirossi agonizzanti erano ben visibili in quasi tutti i paesi delle valli; e questa pratica, incivile e illegale, era considerata un'abitudine lecita in nome delle usanze locali. Ora è ben diverso - sottolinea la nota dell'associazione -: le grandi tese di trappole a scopo commerciale sono scomparse, e nelle fiere autunnali non sono più offerti volatili arrostiti. Anche se alcuni ristoratori continuano a ricettare le prede rischiando severe sanzioni sia penali sia amministrative; come coloro che catturano nel giardino di casa per lo spiedo casalingo a base di pettirossi».
«Questi risultati - conclude la Lipu - sono stati ottenuti anche per l'impegno del corpo forestale dello Stato e della polizia provinciale, e per le severe condanne inflitte dalla magistratura ai numerosi bracconieri denunciati».

AGI
8 GENNAIO 2010
 
CACCIA NEL PARCO NAZIONALE GARGANO, 2 DENUNCE DEL CORPO FORESTALE
 
Foggia - Due presunti bracconieri sono stati sorpresi dagli uomini del Corpo Forestale in localita' "Ginestra Murrato" nel Parco Nazionale del Gargano. Si tratta didue persone di Peschici (Fg), che sono state denunciate con le accuse di introduzione di armi e munizioni in area Parco. I forestali li hanno scoperti e bloccati prima che cominciassero a cacciare.

TELE RADIO ERRE
8 GENNAIO 2010
 
Bracconaggio nel Parco del Gargano, due denunciati
 
Foggia - Sono stati sorpresi in località "Ginestra Murrato" nel Parco Nazionale del Gargano due bracconieri di Peschici. Gli uomini del Comando stazione forestale di Umbra, infatti, hanno denunciato i due uomini rispettivamente di 55 e 58 anni per introduzione di armi e munizioni in area Parco. I forestali li hanno scoperti e bloccati con tempestività sul nascere della loro azione venatoria. Sono sempre più intensi i controlli che il Corpo forestale esercita in Puglia.

CORRIERE VENETO
8 GENNAIO 2010
 
L'ambiente e il delta del po
Caccia e pesca, 400 interventi contro il bracconaggio
Fermati alcuni pescatori che usavano la corrente. Preso di mira il Parco del Delta
 
Nicola Chiarini
 
ROVIGO – Sono stati quasi quattrocento gli interventi antibracconaggio messi in atto dalla Polizia provinciale, con particolare attenzione al Delta del Po dove, all’interno del Parco, si concentrano il grosso delle attività di caccia e pesca. Non a caso, trentacinque dei settantuno verbali per irregolarità venatorie sono stati compilati in questo comprensorio. I bracconieri, in larga parte, arriverebbero da fuori Polesine, dato che sono stati trentuno i residenti in provincia colti a compiere violazioni, soprattutto nell’ambito di operazioni mirate che hanno portato al sequestro di trecentoquarantotto cartucce e quattrocentottantanove stampi fuori dalle norme. Nel complesso, sono sedici i cacciatori successivamente segnalati all’autorità giudiziaria per violazioni di natura penale e che, dunque, non possono pensare di cavarsela con una semplice sanzione amministrativa. Sul fronte del bracconaggio ittico, sono state accertate novantatre violazioni che vanno dalla semplice irregolarità della licenza all’impiego di imbarcazioni non in regola, fino all’utilizzo di strumentazioni e tecniche non rispettose delle leggi in materia ambientale. Tra le infrazioni più gravi, l’impiego della corrente elettrica da parte di un gruppo organizzato di pescatori di frodo. In questo contesto sono state sequestrate tra cui due natanti a motore, due eco scandagli, ventidue canne da pesca, oltre a diverse reti e motopompe. Per quanto riguarda il pescato, il sequestro più grosso riguarda ancora la coltivazione di mitili: ben trecentoventi chili di vongole. Il lavoro della Polizia provinciale, che può contare su un organico di tredici agenti di cui nove distaccati nel Delta del Po, ha spesso cooperato con altri corpi di sicurezza. Nel corso di operazioni congiunte coi Carabinieri sono state rilevate e denunciate attività di discarica abusiva e difforme smaltimento di rifiuti speciali mentre su segnalazione di associazioni di protezione animali sono stati segnalate alcune persone per maltrattamenti. La collaborazione delle guardie volontarie, invece, è stata fondamentale per il censimento dell’avifauna e il recupero di esemplari feriti o in difficoltà. Un bilancio di cui si dice soddisfatto l’assessore provinciale Claudio Bellan che, però, si mostra decisamente meno entusiasta dell’ultimo decreto in materia, con cui la Regione dà semaforo verde alle aziende faunistico venatorie per aumentare i giorni di caccia nelle zone a protezione speciale (Zps). «Una cosa assurda – sottolinea Bellan – la volontà manifestata era di diminuire la pressione venatoria nelle Zps da tre a due giorni, così invece si potrà cacciare quattro giorni la settimana. In pratica in valle si potrà andare a caccia scegliendo oltre che tra il sabato e la domenica, fra il mercoledì e giovedì. Abbiamo già interessato la nostra avvocatura per verificare la possibilità di sospendere il decreto».

BIG HUNTER
8 GENNAIO 2010
 
Arianna Cipriani: la caccia, “una passione di cui non potrei mai fare a meno”
 
Arianna Cipriani vive a Montemurlo, in provincia di Prato, ha 31 anni ed è impiegata in un ufficio commerciale. Già protagonista di un'intervista su questo portale insieme alle amiche Catia Santopadre e Lara Leporatti, ci spiega meglio la sua passione, nata come quasi sempre accade dall'esempio paterno e cresciuta sempre più tanto che, dice “non ne potrei fare a meno per nulla al mondo”. “Vedo la caccia come una bellissima opportunità di vivere momenti magici in simbiosi con il bosco – spiega Arianna -. Personalmente amo le passeggiate, gli animali e tutto quello che la natura mi lascia scoprire ogni volta che m'immergo in essa”. L'autunno con i suoi mille colori caldi, “una bellissima abetaia appena abbandonata da un temporale autunnale che lascia trasparire l'odore dell'umido misto al legno”,  oppure ancora “una distesa autunnale di foglie variopinte che ti dipingono il cuore di felicità, un raggio di sole mattutino che attraversa delicatamente il ramo di un albero...”. Sono queste le cose che Arianna si porta nel cuore, a caccia, come nella vita, un prezioso bagaglio da conservare negli occhi e portare con sé ogni giorno. La natura per Arianna è “un bellissimo regalo che qualcuno ci ha generosamente fatto e che vale la pena di essere vissuto in tutto e per tutto”.
Arianna, che ama soprattutto uscire alla beccaccia in compagnia del suo setter inglese, ricorda la che la caccia è fondamentale per la cura ambientale, permettendo ad esempio di poter operare sul contenimento delle specie in sovrannumero, responsabili di gravi danni intra – specifici. Per dare modo alla caccia di sopravvivere nel migliore dei modi è necessaria più unione tra i cacciatori “penso che dovremmo avere un pò più di rispetto l'uno per l'altro e non stare sempre a discutere o a creare stupide invidie – spiega Arianna - . Dovremmo lavorare meglio per essere più uniti, o meno disuniti, come spesso accade. Sono sicura che se ci impegnassimo un pò di più in questo, potremmo riuscire ad affrontare e respingere molti attacchi che arrivano (sempre più numerosi) da quella parte di società anti-caccia. La divisione, troppo frequentemente, risiede tra noi cacciatori /cacciatrici e questo non aiuta affatto a sconfiggere il vero nemico, anzi lo fortifica rendendolo più attivo che mai”.
BIG HUNTER
8 GENNAIO 2010
 
A Piacenza si parte con la caccia al daino
 
Nella provincia di Piacenza prende il via in questi giorni la caccia al daino, permessa in virtù del della forte densità della specie sul territorio dal primo gennaio negli Atc 7 (nella frazione di Farini), 9 (tra Bobbio e Marsaglia) e 10 (nell'area tra Ottone e Zerba). Le disposizioni in realtà non sono ancora effettive, per i primi due Atc si aspetta ancora la formale autorizzazione, mentre per l'Atc 10 si tratta ancora di definire le pratiche necessarie.“Era ora - ha dichiarato con soddisfazione l’ex Dirigente del servizio di Tutela faunistica Celestino Poggioli - visto che i censimenti parlano chiaro. Da tre anni siamo in una situazione di soprannumero per daini e caprioli”. “E poi va detto chiaramente - ha aggiunto Poggioli - se da noi la presenza di questi animali non è alta come nelle province di Reggio e Modena, è a causa del bracconaggio. Dare il via al prelievo significa anche regolare una situazione illegale e combattere il bracconaggio”.

LA PROVINCIA PAVESE
8 GENNAIO 2010
 
Il vigile ha portato via oche e galline
 
Stefano Romano
 
SANTA CRISTINA (PV). «Hanno portato via tutte le anatre, le oche e le galline. E mi hanno detto che è stato il vigile»: la telefonata è arrivata in Spagna dove i padroni di casa si erano trasferiti per lavoro.  La vicenda, denunciata formalmente nei giorni scorsi ai carabinieri di Corteolona, ha creato qualche comprensibile imbarazzo in Comune dove il sindaco Elio Grossi, dopo i primi tentativi di mediazione, ha avviato nei confronti dell’agente di polizia locale le procedure previste in questi casi dalle norme amministrative. «E’ iniziato tutto nel mese di agosto - racconta Barbara Reale che con il marito Denis Bonvini in quelle settimane era in Spagna per lavoro -. A Santa Cristina avevamo affidato gli animali da cortile ad un amico che si occupava di nutrirli e accudirli all’interno della proprietà, cintata e chiusa con cancello e lucchetto. Un giorno il nostro amico ci ha chiamato dicendoci che tutti gli animali erano stati portati via. E aggiungendo che gli avevano detto che era stato il vigile insieme ad altre persone. Ovviamente, dalla Spagna, abbiamo chiamato il sindaco chiedendogli cosa fosse successo: abbiamo ottenuto solo risposte evasive e quindi gli abbiamo fatto scrivere dal nostro legale. Niente lo stesso: non abbiamo ricevuto risposte chiare». Al ritorno dal soggiorno in Spagna per lavoro, i contatti con il Comune sono diventati diretti: «Non è successo niente anche in questo caso - aggiunge Barbara Reale -. Non ci hanno restituito gli animali, non ci hanno detto perchè siano stati portati via entrando nella proprietà dopo aver forzato il lucchetto. Così abbiamo deciso di sporgere denuncia ai carabinieri per vedere se almeno in questo modo riusciremo a capire».  Gli animali che sarebbero spariti dall’orto, per inquadrare bene la vicenda, non sono pochi: 52 germani, quattro oche grandi, due oche piccole, sei galli e 14 galline.  «Animali che alleviamo per passione e non per macellarli - spiega Barbara Reale -. Abbiamo regalato uova a tutto il paese e, quando abbiamo dovuto trasferirci momentaneamente all’estero, ci siamo accordati con un amico perchè li accudisse. Quello che non si riesce a capire è con quale autorità siano entrati nella nostra proprietà e abbiano portato via tutti gli animali».  Alla domanda il sindaco replica con qualche imbarazzo: «Su tutta la vicenda c’è in corso un’indagine e quindi non posso entrare nei dettagli - allarga le braccia Elio Grossi -. Posso dire che nei confronti del dipendente comunale è stato avviato un procedimento amministrativo, ma si tratta semplicemente di un atto dovuto, in attesa che gli inquirenti si esprimano».  Ma perchè gli animali sarebbero stati portati via? «Al Comune è stato riferito che esistevano delle segnalazioni su come gli animali erano accuditi - risponde il sindaco Grossi -. Un intervento, nel senso di un controllo, era quantomeno dovuto. Sulle modalità di questo intervento, ripeto, saranno gli inquirenti ad esprimersi». -

IL TIRRENO
8 GENNAIO 2010
 
Quando tagliare il maiale diventa un arte
 
Marco Benesperi
 
AGLIANA (PT). Un appuntamento a cui partecipano ogni anno centinaia di persone, e non solo dalla Piana. Torna domenica, in piazza don Orazio Ceccarelli alla Ferruccia di Agliana, la sagra dell’arte norcina. È l’ottava edizione della mostra invernale, organizzata anche in questa occasione dal Comune nell’ambito delle iniziative di AgliaNatale.  La sentita manifestazione culinaria, in programma dalle 9 alle 19, è allestita grazie al notevole impegno profuso da alcuni enti molto attivi e presenti sul territorio locale, si tratta dell’associazione Feste rurali di Ferruccia, della Vacchereccia di San Michele, del gruppo giovani di San Michele e del Carnevale aglianese, il tutto con la supervisione dell’associazione “L’Agorà”. L’intera manifestazione di AgliaNatale è stata, invece, organizzata con successo dall’amministrazione comunale in collaborazione con la stessa Agorà.  La mostra dell’arte norcina prevede anche la possibilità di assistere a tutta la procedura che parte dalla lavorazione e si conclude con la degustazione dei tipici prodotti suini. I promotori riferiscono che «a partire dalla prima mattina iniziamo a tagliare in varie parti i suini che abbiamo portato in piazza, lo cuciniamo e lo vendiamo ai presenti. Ricaviamo sicuramente qualcosa di buono da tutto ciò che fa parte di questi animali, dalla schiacciata all’arista, dalle salsicce ai migliacci, il vecchio motto popolare “del maiale non si butta via niente” è ancora molto attuale! Durante la giornata ci saranno anche intrattenimenti di vario genere e non mancherà musica allegra e coinvolgente».  Dopo il notevole successo riscosso negli anni passati, nonostante le condizioni atmosferiche spesso sfavorevoli, gli organizzatori si augurano di ottenere anche quest’anno ampi consensi e invitano tutti a partecipare.  Va ricordato che il primo anno la manifestazione fu realizzata in piazza Gramsci a San Piero, l’anno successivo al “Verdi” mentre a partire dal 2005 sempre in piazza don Ceccarelli alla Ferruccia. La simpatica festa ha senza dubbio lo scopo di portare avanti nel tempo l’importante tradizione popolare legata all’uccisione del maiale. Gli organizzatori ricordano anche un aneddoto: «qualche anno fa le presenze alla manifestazione furono così tante che a metà giornata non avevamo più niente da offrire ai partecipanti, così nele ultime edizioni ci siamo attrezzati molto meglio».

LA REPUBBLICA PARMA
8 GENNAIO 2010
 
DIVIETO CAVALLO PESTO, LA RABBIA DEI MACELLAI
Dopo il dibattito sul progetto di legge che vieterebbe la macellazione dei cavalli il presidente del Gruppo Macellerie Equine di Parma, Giorgio Benassi, scrive una lettera ai Parlamentari di Parma e alla stampa.
 
 
Parma - “Con la presente mi rivolgo a Voi a nome delle numerose  aziende che operano nel settore della vendita al dettaglio di carne equina nella provincia di Parma per sollecitare un vostro intervento in merito alla proposta di legge dell’On. Paola Frassinetti avente ad oggetto “Norme per la Tutela degli equini e loro riconoscimento come animali d’affezione “.Pur non avendo ancora avuta la possibilità di visionare dettagliatamente il testo di questa proposta di legge, i suoi contenuti, così come anticipato dagli organi di informazione sia locali sia nazionali, preoccupano fortemente la nostra categoria per il collegato rischio chiusura dell’intera filiera legata alla preparazione e vendita della carne equina.Stiamo parlando di centina di famiglie del nostro territorio fra imprenditori e lavoratori dipendenti che trovano il loro sostentamento in questa attività secolare, che riconosce la nostra provincia come uno dei luoghi in Italia in cui la cultura alimentare legata alla carne equina è più radicata, detenendo il primato di consumo pro-capite di carne equina, seguita da Bari e Cagliari.E’ per noi fonte di grande soddisfazione il sostegno che registriamo quotidianamente nelle nostre botteghe da parte della clientela  e le prese di posizione pubbliche contro questa proposta di legge evidenziate sugli organi locali di stampa e sui forum in Internet.Riteniamo impensabile che si possano cancellare con un singolo provvedimento centinaia di anni di cultura alimentare e un intero settore produttivo e commerciale per motivazioni che non trovano fondamento né nell’ambito dell’etica né in quello  sanitario.Confido, a nome delle aziende che rappresento, in un Vostro impegno in sede parlamentare al fine di bloccare la proposta di legge e salvare in questo modo un intero mondo imprenditoriale profondamente  legato alla nostra cultura parmense”.

Animalieanimali

8 GENNAIO 2010

 

SCOPERTO DA PS MATTATOIO CLANDESTINO, DECINE LE CARCASSE DI ANIMALI
Nei locali fatiscenti resti di animali squartati e immondizia.

 

Un magazzino adibito a mattatoio clandestino. Nei locali fatiscenti le carcasse di animali squartati accanto ad ogni tipo di immondizie e rifiuti. E' il quadro che si è presentato aglo occhi dei poliziotti della sezione "Investigativa" del Commissariato P.S. "Oreto-stazione", di Palermo, quanto hanno fatto irruzione dei locali nel quartiere Ballarò. Nel mattatoio clandestino c'erano le carcasse di una ottantina di animali squartati e pronti per essere macellati ed immessi nel commercio, mescolati ad ogni tipo di immondizie e rifiuti. Già da qualche tempo i poliziotti sospettavano che in Cortile Giosafat, nei pressi di un magazzino apparentemente abbandonato, si realizzasse una attività illecita anche a causa del forte odore che ne emanava. Ieri pomeriggio i poliziotti sono entrati nella struttura. All'interno un centinaio circa di carcasse di animali era appeso a ganci di fortuna applicati alle pareti. A poca distanza le pelli degli animali già squartati ed i coltelli usati per scannare le bestie. Sono in corso per l'identificazione del proprietario del magazzino o comunque di colui che ne avesse la disponibilità. Gli investigatori stanno cercando di individuare quali e quanti macellai si approvvigionassero al locale per procurarsi le carni da destinare alla vendita. E' infatti chiaro agli agenti che il locale fungeva da mattatoio clandestino o comunque fosse adibito alla giacenza delle carni in una fase di premacellazione, viziando così la filiera che dall'allevamento degli animali porta alla loro vendita sui banconi delle macellerie.


IL CENTRO
8 GENNAIO 2010
 
I vandali al mattatoio
 
PESCARA. Vandali in azione nel mattatoio comunale di Pescara, in via Raiale. Nella notte tra mercoledì e giovedì, forzata una finestra, sono entrati nella struttura e hanno rotto mobili e gettato a terra tutti i documenti che hanno trovato negli uffici.  Il raid nel mattatoio è stato realizzato prima delle 4.30 di ieri. A quell’ora i dipendenti sono entrati nella struttura per cominciare le macellazioni e hanno trovato a terra i vetri in frantumi della finestra utilizzata dagli ignoti per entrare nei locali.  Una volta all’interno i vandali si sono diretti negli uffici amministrativi e li hanno messi a soqquadro. Non sono invece stati toccati i locali tecnici né le celle frigorifere, dove sono custoditi gli animali in attesa di lavorazione e le carni già macellate.  Secondo il vicesindaco del Comune di Pescara, Berardino Fiorilli , non si sarebbe trattato di semplice vandalismo: «Forse pensavano di trovare soldi, non c’erano neanche spiccioli e hanno scatenato la propria rabbia».

IL TIRRENO
8 GENNAIO 2010
 
Tre asini in fuga da Borgano catturati a Vinci
 
VINCI (FI). Sono usciti dal loro recinto di Borgano (Lamporecchio) e sono andati a farsi una passeggiata di 7 km, che si è conclusa Vinci, dove si sono concessi anche un giro turistico in piazza, prima di farsi prendere sulla via Lamporecchiana tra i sorrisi divertiti della gente. Protagonisti tre asini.  A dare l’allarme è stata la polizia municipale di Lamporecchio che ha avvertito dell’insolita fuga i colleghi di Vinci. Una volta individuati, dopo un breve pedinamento i tre fuggitivi sono stati “acciuffati” dai vigili urbani supportati dagli uomini della Vab di Vinci, che insieme ai carabinieri hanno atteso l’arrivo del proprietario, che si è presentato poco dopo e ha riportato a casa gli animali.

CORRIERE ADRIATICO
8 GENNAIO 2010
 
Carabinieri mobilitati per l’emergenza
Un gregge di pecore invade le vie del centro
 
Sant’Elpidio a Mare (FM) -  Questa sì che è Città Medioevo, le pecore a spasso per il centro non si vedevano da decenni. E’ quanto capitato un paio di notti fa per la fuga di un gregge di oltre 300 animali (“Francamente non le ho mai contate” , dice un pastore) da un casolare di due allevatori sardi lungo Strada Galilea. Le pecore si sono impaurite per la presenza di alcuni cani randagi. Hanno iniziato, in massa - altrimenti che pecore sarebbero? - a premere contro la recinzione fino a creare un varco. Da lì, il caos. Alcune sono risalite dalle parti del cimitero, molte altre hanno puntato con decisione verso viale Roma e il centro. L’episodio ha mobilitato i carabinieri, sia gli uomini del Nucleo radiomobile che quelli della locale stazione, tempestati di telefonate da parte degli automobilisti. Si sono messi all’opera per cercare di riportare la situazione alla normalità allertando gli allevatori. Il difficile non è stato rimettere insieme le pecore, ma riportarle all’ovile. Per riuscirci senza bloccare il traffico i pastori hanno utilizzato, scortati dall’Arma, una stradina di campagna che gli ha consentito di raggiungere il terreno abbandonato dagli ovini. Muniti di fischietti sono riusciti a risolvere presto l’inghippo. “Eravamo andati via - racconta un pastore - verso le 22.30 e le pecore hanno sfondato il recinto intorno alle 23.15. Viviamo sulla Mezzina, ma siamo subito corsi in paese”. Unico inconveniente, gli escrementi che hanno tappezzato le strade elpidiensi. E costretto a turni straordinari di pulizie.

LIBERO
8 GENNAIO 2010
 
ABRUZZO TROVA CERVO DAVANTI A CASA
VILLETTA BARREA PRESA D'ASSALTO DAI CERVI
 
Villetta Barrea (AQ) - Stava passeggiando nel giardino di casa, a Villetta Barrea, paese a circa 1.000 metri di altitudine nel cuore del Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm), quando si è trovato di fronte un cervo che stava tranquillamente pascolando davanti alla porta della sua abitazione.
L'uomo ha cercato di farlo allontanare, ma l'animale per niente intimorito dalla sua presenza, se l'è presa con calma e solo dopo aver finito di brucare l'erba si è allontanato da dove era venuto. È l'ultimo episodio che sta creando non poca preoccupazione tra i residenti di Villetta Barrea, da qualche giorno preso d'assalto dai cervi. Una preoccupazione che si sta via via ampliando, soprattutto anche per i suoi effetti: molte sono state infatti le segnalazioni ricevute sia dagli agricoltori della zona sia dai residenti in paese che hanno lamentato numerosi danni alle colture ma anche alle strutture ed ai recinti delle case.
Tre anni fa, sempre a Villetta Barrea, tre cerve avevano partorito altrettanti piccoli nei pressi del lungofiume, vicino alla strada, nascoste tra l'erba alta. Nell'ottobre 2008, invece, le guardie del parco avevano sequestrato al proprietario di un maneggio un cerbiatto che, rimasto orfano di madre, viveva con i cavalli: l'uomo lo nutriva dandogli fino a cinque litri di latte al giorno.

NOTIZIARIO ITALIANO
8 GENNAIO 2010
 
10 cuccioli di panda in arrivo a Shanghai
Arrivano nello zoo della metropoli dalla provincia di Sichuan
 
SHANGAI- Dieci piccoli di panda, nati dopo il grande terremoto che lo scorso anno ha colpito il sudovest della Cina, saranno portati a Shangai per essere esposti alla World Expo' del prossimo anno. Lo ha reso noto il vicedirettore dell'amministrazione forestale di Shangai, Cai Youming, nel corso di una conferenza stampa. I cuccioli, provengono dal Wolong giant panda reserve center di Sichuan e arrivano oggi allo zoo di Shanghai.
Lo zoo, che ha già tre panda giganti più vecchi - ha spiegato un rappresentante della struttura - ha rimesso a nuovo la gabbia dedicata a questi animali per accogliere i nuovi arrivati, allestendo anche una zona all'aperto e indoor con uno scivolo, un'area per camminare e una collinetta erbosa per il relax. I cuccioli, cinque maschi e cinque femmine, vivranno in due zoo della citta' per un anno fino alla fine del 2010, ha detto Youming. Tutti i 10 panda sono nati a partire da luglio 2008 nel centro di allevamento di Wolong nella provincia sud-occidentale di Sichuan che a maggio dello scorso anno e' stata colpita da un terremoto di magnitudo 8,0 che ha causato la morte di circa 87.000 persone.
''I panda, scortati da due dei loro allevatori di Wolong, con un aereo privato saranno trasferiti all'aeroporto Hongqiao di Shanghai'', ha aggiunto Youming spiegando che l'Expo', a causa della mancanza di spazi adeguati, non e' il luogo ideale per i piccoli.
Durante il loro soggiorno in citta', ai cuccioli sara' portato da Shangai e dalle province vicine del bambu' che e' il loro cibo preferito. In Cina ci sono attualmente circa 290 panda giganti allevati in cattivita' e quasi 1.600 vivono allo stato selvatico: piu' di tre quarti di questi si trovano nella provincia di Sichuan.
FOTO
http://www.notiziarioitaliano.it/italia/mondo/28458/10-cuccioli-di-panda-in-arrivo-a-shanghai.html

MESSAGGERO VENETO
8 GENNAIO 2010
 
Quattrozampe sulla neve, occhio alle gastroenteriti
 
Le rigide temperature invernali, registrate nelle ultime settimane, hanno fatto aumentare, rispetto agli anni passati, i casi di animali, che sono dovuti ricorrere, al rientro dalle vacanze sulla neve, alle cure del veterinario per patologie legate al freddo. Per la maggior parte dei casi, si è trattato di quattro zampe che, abituati a trascorrere molte ore all’interno di luoghi riscaldati, non sono riusciti a mantenere la temperatura corporea a un livello adeguato e questo ha provocato malattie gastroenteriche, respiratorie e dolori articolari. «E’ opportuno esporre gli animali gradatamente alle basse temperature perché la loro termoregolazione non è immediata - spiega Franca Colombo, medico veterinario -. Per quanto riguarda gli animali, che vivono all’aperto, è bene mettere a loro disposizione una cuccia calda per ripararsi dal freddo e dall’umidità». Tra le patologie più diffuse, nel periodo invernale, ci sono sicuramente i problemi gastrointestinali. Capita spesso, infatti, che i cani, dopo aver ingerito grossi quantitativi di neve, manifestino vomito o diarrea. Dopo le passeggiate sulla neve, inoltre, se non abituati, i pets possono presentare lesioni o piccole lacerazioni alle zampe. «Il consiglio - aggiunge Colombo - è di togliere i residui di neve dai polpastrelli dopo la passeggiata e di spazzolare il pelo, una volta a casa. E’ sconsigliato, inoltre, lasciare saltellare in mezzo alla neve alcune razze, come i bassotti, in quanto ciò può provocare loro problemi alla colonna vertebrale». Attenzione anche all’ipotermia, un abbassamento della temperatura corporea, che può condurre alla morte tramite il rallentamento ed in seguito l’arresto delle funzioni vitali. Le cause sono l’esposizione prolungata a una temperatura molto bassa oppure una caduta accidentale nell’acqua ghiacciata.

MESSAGGERO VENETO
8 GENNAIO 2010
 
Pet in vacanza con il passaporto
 
Sempre più udinesi scelgono di portare in vacanza il loro pet, anche grazie all’aumento delle strutture ricettive, che consentono l’accesso ai nostri amici a quattro zampe. A testimonianza di ciò, lo scorso mese di dicembre, nelle due settimane a cavallo tra Natale e Capodanno, decine di persone si sono rivolte all’Azienda sanitaria al fine di ottenere il passaporto per il beniamino di casa. Il notevole incremento degli “animali viaggiatori”, all’interno del territorio europeo, ha infatti reso necessario garantire un livello di sicurezza adeguato e, per questo motivo, l’Unione Europea ha deciso che gli animali, prima di fare le valigie, debbano munirsi di un regolare documento, che li identifichi e certifichi il loro stato di salute. Dal 1° luglio 2004, è entrato in vigore un vero e proprio passaporto per cani, gatti e furetti, che viene rilasciato dai veterinari delle Aziende sanitarie locali, in osservanza al regolamento comunitario 998 del 2003. Il documento ha una forma standard ed ogni pagina deve riportare il numero di passaporto, i dati del proprietario, la descrizione dell’animale e la sua identificazione tramite microchip o tatuaggio. Il passaporto europeo, il cui costo è di 8,50 euro, sostituisce il vecchio certificato, che veniva rilasciato dal veterinario, e per richiederlo, è possibile rivolgersi al canile sanitario di via Lumignacco, tutti i martedì e i venerdì, dalle 10 alle 12.

IL TIRRENO
8 GENNAIO 2010
 
Alle Piagge creiamo uno spazio aperto solo ai cani
 
Pisa - Abito alle Piagge e vorrei far presente al vicesindaco Paolo Ghezzi un problema che abbiamo noi proprietari di cani della zona.  Portare i nostri animali a passeggiare non è poi così semplice, soprattutto per chi ne possiede di taglie grosse.  Il viale e i giardini lungo l’Arno, o il camminamento sull’argine, sono sempre pieni di bambini o di persone che corrono; non è quindi facile camminare con un cane in mezzo a loro.  Pensavo quindi che non sarebbe male creare uno sgambatoio: genitori e sportivi starebbero tranquilli, i proprietari dei cani pure...  Lungo il viale delle Piagge, di verde ce ne è tanto, recintarne un pezzetto per farci correre i cani non sottrarrebbe niente a nessuno, credo.  In alternativa, c’è del terreno incolto fra via Mariscoglio e via Puglia, vicino all’asilo costruito da poco: se fosse comunale, si potrebbe usare quello.  Sperando che il mio suggerimento possa essere utile, ringrazio dell’attenzione. - Anna Buoncristiani

IL GAZZETTINO DI ROVIGO
8 GENNAIO 2010
 
La richiesta del Wwf era arrivata con perfetta coincidenza. Gli ambientalisti, testimoni dell'ennesima giornata di "ordinaria follia"..
 
Provincia di Rovigo - La richiesta del Wwf era arrivata con perfetta coincidenza. Gli ambientalisti, testimoni dell'ennesima giornata di "ordinaria follia" venatoria con impiego di richiami elettroacustici vietati in diverse zone del Delta - 59 segnalazione agli organi competenti - avevano sollecitato la Provincia a dar conto di ciò che fa per garantire un livello di vigilanza se non esaustivo almeno rispondente ai compiti istituzionali dell'ente.Ieri con tempismo involontario, visto che il resoconto è stato elaborato con anticipo prima della fine dell'anno, la Polizia provinciale ha reso noto i dati sulla propria attività nel corso del 2009. Un panorama che non si limita all'attività venatoria ma comprende anche la sorveglianza sulla pesca e non esclude forme di vigilanza che si estendono a settori produttivi come nel caso degli agriturismi, delle strutture turistiche, di carattere ambientale, di controllo sulla circolazione e di rappresentanza istituzionale.«La Polizia provinciale comprende un organico di 13 vigili di cui nove nel reparto operativo Delta e quattro in quello di Rovigo - ha spiegato la comandante Monica Attolini - E' prevista una operatività di 12 ore giornaliere dalle 7 alle 19 sette giorni su sette. Oltre ai servizi notturni in periodo di caccia aperta».Nel 2009 la Polizia di Palazzo Celio ha effettuato 240 servizi di vigilanza venatoria, tre interforze nel Delta, sei nel corso della preapertura, cinque verso appostamenti temporanei, nove per coordinare la vigilanza volontaria, tre per l'addestramento cani, altrettanti per le gare cinofile, 13 in aziende faunistiche vallive e tre in aziende terriere. Nel novero vi è anche la verifica di un appostamento fisso individuale e soprattutto sono stati effettuati 14 servizi anti bracconaggio. Non moltissimi per la verità, tanto che le critiche degli animalisti si concentrano proprio su questo aspetto. Tuttavia la vastità del territorio, l'intensità dell'attività di caccia e l'esiguità del numero di agenti rimangono scogli insuperabili.Sempre in tema caccia, l'attività è proseguita con sei servizi di assistenza alla cattura lepri e due servizi lungo il Po alla ricerca di appostamenti di caccia. Quattro le azioni per il recupero di stampi in periodi di divieto, e un totale di 55 operazioni effettuate a bordo di natanti anche in appoggio e collaborazione con altri corpi. Quattro infine i servizi di controllo della circolazione stradale e di rispetto del Codice della strada.«L'attività del nostro settore si è estesa su tutto il territorio - ha aggiunto Attolini - Parco e oasi comprese insieme a Zrc, aziende faunistico venatorie vallive e terriere, agrituristiche, appostamenti fissi e campi di addestramento cani. Vi rientra anched un'intesna attività di coordinamento della vigilanza volontaria, di censimenti di avifauna, di chiamate al centralino per il numero verde e di recuopero di fauna ferita o in difficoltà». Interessanti come sempre i risultati sull'attività di repressione di reati e violazioni. Ben 71 i verbali per violazioni sulla caccia dei quali 31 a residenti in provincia di Rovigo. Undici sono stati elevati nel Ro1, 25 nel Ro2 e 35 nel Ro3. Tra le tipologie di violazioni più diffuse spiccano le omesse annotazioni sui tesserini, e l'utilizzo di munizioni nonn regolamentari come l'impiego di piombo nelle Zps. Vanno anche conteggiati il sequestro di 13 capi di fauna selvatica abbattuta, di 348 cartucce e di 489 stampi di anatidi. La vigilanza volontaria ha fatto la sua parte con 11 verbali di accertamento della Federcaccia. Altri 10 verbali sono stati effettuati dalla Forestale. Infine i controlli sulla pesca hanno portato alla luce 93 violazioni, 41 in zona ciprinicola e 52 in area salmastra. Tra i sequestri ci sono anche 320 chilogrammi di vongole, due natanti, due ecoscadagli per ricercare il pesce e 22 canne da pesca oltre a motopompe e reti.

TISCALI ANIMALI
8 GENNAIO 2010
 
Giappone incomprensibile: pulmini per i cani e razzi per le balene
 
OSCAR GRAZIOLI
 
08 gennaio 2010. Non so se qualcuno di voi sia mai stato in Giappone. Personalmente è una nazione che manca dal mio carnet di viaggi, ma ho conosciuto diversi giapponesi in Italia e soprattutto ho una parente stretta che in Giappone ha lavorato per molto tempo e in anni diversi. A differenza di altri paesi orientali, quali la Cina ad esempio, il rispetto per la persona e i suoi diritti, pur in una cultura completamente diversa da quella europea, è un aspetto fondamentale della vita di società di relazione. Un banale esempio: questa mia parente si trovava un giorno a Tokyo nella platea di un teatro durante la prova di un’opera lirica. Aveva un gran torcicollo le scappò qualche smorfia di dolore. Improvvisamente si sentì due mani che le massaggiavano sapientemente le spalle. Quasi le sfuggì un urlo. Era il signore seduto dietro che, finito il benefico massaggio, chinò la testa in segno di rispetto e le augurò buona giornata.
Il rispetto dei giapponesi per gli animali - Anche nei confronti degli animali, la tradizione nipponica è all’opposto rispetto a quella cinese. Una fattoria di orsi rinchiusi a vita per la raccolta della bile sarebbe inconcepibile per i giapponesi. Sempre questa mia parente vide una volta in centro a Osaka un pulmino con una dozzina di cani, tutti seduti sul seggiolino in silenzio e in perfetto ordine. Dopo aver chiesto a una collega del posto venne a sapere che erano cani di anziani senza automobile: li stavano trasportando dal veterinario e li avrebbero poi riconsegnati ai loro padroni. Non c’è bisogno del film con Hachiko e Gere per capire che il rispetto dei giapponesi non si limita all’altrui persona ma si estende anche al cane soprattutto al gatto, animale quasi adorato in quel lontano paese.
Ma il Giappone uccide 1200 balene all'anno - Alla luce di queste considerazioni risulta quasi incomprensibile come il Giappone possa uccidere 1200 balene ogni anno, strafregrandosene altamente (assieme ad altri due civilissimi paesi, quali Norvegia e Islanda) di tutti gli accordi internazionali sulla protezione di questi monumenti del mare. Ovviamente la balla (e i giapponesi non sono molto inclini a raccontare balle) degli esperimenti scientifici è ridicola. Ormai siamo arrivati agli scontri diretti, allo speronamento delle navi degli ambientalisti e alla crisi diplomatica con Australia e Nuova Zelanda che giustamente difendono i diritti degli “eco-pirati” della Sea Shepard, semidistrutta dalla collisione con la nave nipponica Shonan Maru 2. Addirittura i ministri del Giappone hanno fatto sapere che sarà intensificata l’opera di dissuasione nei confronti degli ambientalisti che difendono le balene, costo di rovinare le relazioni diplomatiche con numerose nazioni.
Capisco che “pecunia non olet” e che il dio denaro abbia un notevole ascendente in tutte le parti del mondo, ma pensare al pulmino con i cani degli anziani e ai missili sparati sui grandi cetacei, stride come faceva un tempo il gesso sulle lavagne.

LA GAZZETTA DI REGGIO
8 GENNAIO 2010
 
Minacce animaliste, indagano 2 pm
 
Tiziano Soresina
 
Reggio Emilia - La famiglia Maramotti e la sua azienda (Max Mara) che da un anno è concretamente nel mirino di minacce e attentati di matrice animalista, ma anche l’ultimo inquietante episodio del rogo appiccato al ristorante «Radhouse Grill» che è stato rivendicato dall’Elf (l’Earth liberation front che ha agito, due volte, anche contro il negozio Zoolandia di Montecchio).  Un «quadro» che preoccupa non poco gli investigatori ed ora i due sostituti procuratori - Marco Imperato e Katia Marino - che separatamente stavano seguendo alcuni episodi tramite la Digos e l’Arma, lavoreranno in sinergìa per contrastare quello che sembra più un piano articolato (con diverse «sigle» animaliste in campo) piuttosto che atti dimostrativi scollegati.  Da quanto «filtra» è impressionante l’escalation di minacce e danneggiamenti subiti dalla famiglia Maramotti nel 2009 e a più riprese denunciati agli inquirenti tramite l’avvocato Roberto Sutich. Nello scorso febbraio è stata casuale la scoperta di frasi diffamatorie e minacciose su Internet («firmati» dagli animalisti dell’Aip): nel mirino della polizia postale un sito il cui dominio è stato registrato a Londra (da qui la difficoltà ad oscurarlo).  Ma era solo l’inizio, perché poi sarebbero arrivati nei mesi successivi anche i danneggiamenti - in Italia ed all’estero - ad alcuni negozi Max Mara (l’ultimo è di metà dicembre in una città lombarda), con persino il responsabile della comunicazione (Giorgio Guidotti) della casa di moda raggiunto da «attacchi» animalisti sul Web. Infine i clamorosi danneggiamenti contro le abitazioni dei tre fratelli Maramotti - ad Albinea imbrattate con vernice ed olio esausto le case di Luigi e Ignazio, lancio di vernice a Reggio contro la casa della sorella Maria Ludovica - che sono avvenuti il 30 settembre, ma rivendicati dall’Animal liberation front (Alf) solo il 16 novembre. Perché questi atti animalisti contro i Maramoti? «I tre fratelli, vertici aziendali del Max Mara Fashion Group - viene scandito nella rivendicazione dell’Alf - torturano ed uccidono animali per i profitti della loro azienda di moda. Contro le pellicce nessun compromesso, azione diretta». Atti intimidatori che ora la procura sta affrontando con un’azione più coordinata.

ANSA
8 GENNAIO 2010
 
Animali: allarme tarantole a Sydney
Hanno invaso i giardini e le case della citta'
 
 
SYDNEY - Sydney e' invasa da ragni velenosi. A lanciare l'allarme e' il Sydney Morning Herald.
Il quotidiano spiega che il funnel web, un tipo di tarantola il cui morso e' potenzialmente mortale, nelle ultime settimane ha invaso i giardini e le case della citta'. Secondo Rex Gilroy, che gestisce una hotline sui ragni velenosi, e' probabile che l'innalzamento della temperatura abbia fatto aumentare la popolazione delle tarantole.

VIRGILIO NOTIZIE
8 GENNAIO 2010
 
Animali:allarme tarantole a Sydney, caldo le fa moltiplicare
Hanno invaso i giardini e le case della citta'
 
SYDNEY- Sydney e' invasa da ragni velenosi. A lanciare l'allarme e' il Sydney Morning Herald. Il quotidiano spiega che il funnel web, un tipo di tarantola il cui morso e' potenzialmente mortale, nelle ultime settimane ha invaso i giardini e le case della citta'. Secondo Rex Gilroy, che gestisce una hotline sui ragni velenosi, e' probabile che l'innalzamento della temperatura abbia fatto aumentare la popolazione delle tarantole. Le persone in cerca di lavoro nel mese erano 2.079.000, cioe' 313.000 in piu' rispetto ad un anno prima e 30.000 in piu' rispetto ad ottobre. Per l'Istat a novembre gli occupati erano 22.876.000 con un tasso di occupazione del 57,1% (-0,1% su ottobre e -1,1 su novembre 2008). Le persone senza lavoro sono aumentate: 2.079.000 unita' (+30.000 su ottobre e +313.000 su novembre 2008). Il numero degli inattivi tra 15 e 64 anni e' stabile (+0,1%) su ottobre 2009; e' aumentato dell'1,8% (+269.000 unita') su novembre 2008. A patire la crisi sono soprattutto i giovani: tra 15 e 24 anni la disoccupazione è 26,5%, superiore a 3 volte quello complessivo dell'8,3% registrato nel periodo.

TISCALI ANIMALI

8 GENNAIO 2010

 

L'anno della tigre inizia da un filmato

 

08 gennaio 2010.  Per la prima volta dopo cinque anni di monitoraggio, immagini di una tigre femmina e dei suoi cuccioli sono state "catturate" dalle "camera-trap" del Wwf, cioè le speciali videocamere a raggi infrarossi nascoste nella giungla di Sumatra, permettendo ai ricercatori uno sguardo sui comportamenti del felino.

Le immagini riprendono le tigri mentre annusano incuriosite l'attrezzatura video. Sono solo 400 circa le tigri di Sumatra che si stima sopravvivano ancora allo stato selvatico, ricorda il Wwf, minacciate dal bracconaggio e dalla distruzione del loro habitat. Agli inizi del ventesimo secolo la tigre a Sumatra era invece molto diffusa, e solo negli anni Ottanta erano stimati circa 1.000 esemplari.

"Quando questi cuccioli saranno abbastanza adulti da lasciare la madre, il che accadrà presto, dovranno trovare un proprio territorio - commenta Ian Kosasih, direttore del Programma Foreste del WWF Indonesia - Dove andranno? Con un habitat così ristretto a causa della distruzione delle foreste circostanti, sarà difficile per le tigri non imbattersi nelle persone e questo incontro sarà pericoloso sia per le tigri che per le persone stesse".

Attraverso questa prova scientifica chiara della presenza della tigre nell'area, il WWF chiede il riconoscimento ufficiale di corridoio ecologico protetto per l'area compresa tra le due riserve naturali. Il video delle tigri arriva proprio alla vigilia dell'inaugurazione, da parte dell'Onu, dell'Anno Internazionale della Biodiversità prevista per l'11 gennaio, mentre il Wwf si prepara a lanciare il 14 febbraio, in coincidenza con l'inizio dell'Anno della Tigre nel calendario cinese, una campagna dedicata proprio a questo animale.

Il prossimo settembre il Summit sulla Tigre vedrà riuniti i capi di Stato a Vladivostok, in Russia, con la presidenza del primo ministro Vladimir Putin e la partecipazione degli altri partner pubblici e privati della cosiddetta "Global Tiger Initiative", di cui fa parte anche la Banca Mondiale.

 

VIDEO

http://animali.tiscali.it/articoli/news/2010/01/tigri-sumatra-video-wwf-12345.html


IL PICCOLO TRIESTE
8 GENNAIO 2010
 
I branchi si incontrano, nascono i superlupi
 
di CLAUDIO ERNÈ
 
Provincia di Trieste - I lupi che hanno sbranato pochi giorni fa una capretta e quattro pecore a Basovizza costituiscono l’avanguardia di un gruppo che si sta avvicinando dai Balcani all’arco alpino. Un altro gruppo di lupi, dopo aver risalito l’Appennino, sta invece percorrendo in questo periodo le Alpi da Ovest diretto verso Est. «In qualche località posta fra Trento e Trieste a breve scadenza questi due gruppi sono destinati a incontrarsi, mettendo fine a una separazione vecchia di qualche centinaio di anni». Lo afferma il professor Paolo Zucca, etologo e docente alle Università di Trieste e di Teramo. L’incontro tra i due gruppi avrà come prima conseguenza la nascita di alcuni superlupetti che riuniranno in sé le migliori caratteristiche dei due gruppi che si stanno avvicinando l’uno all’altro e colonizzano territori privi di competitori a quattro zampe. Oggi il vero, implacabile nemico del lupo, è l’uomo che usa come ”mercenari” o ”contractors” i cani da pastore. «Il superlupetto nato dall’incontro, dato ormai per scontato, tra i due gruppi sarà un animale che riunisce in sé le migliori caratteristiche dei due gruppi» conferma Paolo Zucca e cita la legge genetica che i biologi chiamano ”lussureggiamento”. In sintesi i figli di gruppi di animali della stessa specie che sono stati separati per lunghi o lunghissimi periodi costituendo due sottogruppi autonomi, hanno caratteristiche migliori rispetto a quelle dei genitori. «Va aggiunto - spiega ancora Paolo Zucca- che i lupi hanno cambiato strategia e struttura sociale. Fino a un secolo fa un branco era composto anche da quaranta individui. Oggi invece gli specialisti ritengono che questa struttura non esista più e che i gruppi siano composti al massimo di tre, quattro o cinque esemplari. Un maschio e una femmina dominanti e alcuni cuccioloni che prima o poi si renderanno autonomi. A Basovizza con buona probabilità una simile ”pattuglia” ha sbranato la capretta e le pecore». Paolo Zucca ha lavorato tempo addietro al ”Wolf Science Center Konrad Lorenz” di Grunau, nei pressi di Salisburgo. Lì ha avuto modo di osservare l’enorme difficoltà di comprensione tra lupetti da poco svezzati e la cagna cui erano stati affidati per l’allattamento. I cuccioli, per sollecitare quella che credevano fosse la madre a fornire loro del cibo, esercitavano una certa pressione col capo sulla bocca della cagna. Scopo chiarissimo quello di indurla a rigurgitare. Invece la cagna, come tutte le femmine di questa specie, non capiva il messaggio, perché nessun cane rigurgita il cibo per i suoi cuccioli. «La cagna impazziva per questo messaggio che non riusciva a decrittare; non capiva nemmeno perché i cuccioli si comportassero tutti in questo strano modo. Quando manifestava la sua grande sofferenza, doveva venire allontanata da quelli che riteneva i suoi figli. I nostri cani in secoli e secoli di vita con l’uomo hanno perso quanto di lupo era rimasto in loro. Agiscono in modo diverso, parlano lingue diverse».

IL TIRRENO
8 GENNAIO 2010
 
Nuovi ospiti in spiaggia Sono arrivate le nutrie
 
VIAREGGIO (LU). Ospiti inattesi sulle spiagge. Come documentano le foto, un gruppetto di nutrie (forse attirate dal lavarone) ha cominciato a frequentare gli arenili. Una novità che da un lato suscita simpatia, dall’altro però merita una riflessione per questioni igienico-sanitarie. È probabile, infatti, che gli animali siano attirati dai rifiuti e dalle carcasse di qualche bestiola.  In questi giorni di maltempo, in cui è infuriato il dibattito sulla tenuta di fossi e canali e sui possibili motivi di indebolimento degli argini, le nutrie hanno avuto un posto decisamente scomodo. In sostanza, alcuni propongono di ridurre in maniera violenta la loro presenza, perché quando costruiscono le tane praticano dei grossi buchi all’interno degli argini. «Bisogna abbatterle», si dice. Dall’altra parte, però, è difficile credere che con uno sterminio di massa si riducano le esondazioni. Anzi, l’uomo farebbe meglio a guardarsi in casa (in questo caso, il rispetto dell’ambiente e del territorio) anziché invocare “soluzioni finali” di una specie animale.

LA DEA DELLA CACCIA

8 GENNAIO 2010

 

LEPRI ULTRA CONTAGIOSE NEL FERRARESE: ALLARME PER I CACCIATORI

 

Questa volta dovrà essere il cacciatore a scappare davanti alla lepre. La tularemia, infatti, una grave patologia infettiva che interessa la cute, i linfonodi e perfino il sangue, con gravi evoluzioni su tutti gli organi, è stata rilevata su due lepri nel ferrarese, e, quel che è peggio, è trasmissibile all’uomo per il solo contatto. Nel caso in cui la trasmissione avvenga per ingestione, la patologia sarà tifo-simile, polmonare invece se contratta tramite inalazione.Secondo l’Informazione di San Marino “l’infezione è stata diagnosticata in due lepri importate dall’Ungheria e della Romania”. “La polizia provinciale - si legge nell’articolo del 7 gennaio- unitamente al centro di referenza nazionale per la tularemia, ha lanciato ai cacciatori l’invito a prestare grande attenzione, e, a coloro che maneggino lepri morte (e anche micromammiferi), a fare attenzione ed utilizzare guanti e mascherina”. In caso di anomalie di comportamento o alterazioni anatomopatologiche è importante consegnare le lepri alle sezioni di Ferrara dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia-Romagna. “Si tratta di un’infezione acuta e molto contagiosa - termina l’articolo - per cui la guardia deve essere alta anche sul Titano”.


IL GAZZETTINO
8 GENNAIO 2010
 
Terza volpe morta per la rabbia
La carcassa dell’animale aggredito dal tremendo virus ritrovata a Sovramonte
 
SOVRAMONTE (BL) - Nuovo caso di rabbia silvestre nel territorio dell’Ulss 2. Il 30 dicembre è stata ritrovata una volpe morta, in località Aune di Sovramonte, risultata positiva al test. Si tratta del terzo caso di positività, dopo quelli individuati il 30 novembre e il 7 dicembre, sempre nel Sovramontino. Prosegue intanto la campagna vaccinale antirabbica ad opera dell’Ulss 2. Ad oggi sono circa 2.800 i cani sottoposti a vaccinazione, dai veterinari pubblici, su un totale presunto di 10mila distribuiti nei 18 Comuni. Contemporaneamente è stata verificata la situazione anagrafica di ciascun animale ed è stato applicato il microchip al cane eventualmente non ancora anagrafato. In questi giorni sono in corso le vaccinazioni a Lamon, Lentiai e Sedico.

ANMVI OGGI
8 GENNAIO 2010
 
RABBIA E TURISMO, LIMITAZIONI PER I CANI NON VACCINATI
 
Fermo restando l'obbligatorietà della vaccinazione precontagio prevista dall'Ordinanza ministeriale del 26 novembre 2009, la Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha diffuso una nota di precisazioni per i cani non vaccinati, giunti nei territori a rischio di diffusione della rabbia al seguito di proprietari turisti. La nota, diramata alla vigilia di Natale, stabilisce alcune limitazioni per la circolazione di questi animali, i quali possono essere condotti esclusivamente in ambito urbano e limitatamente per il tempo necessario alle esigenze fisiologiche ed etologiche, se tenuti al guinzaglio o con altri mezzi contenitivi ritenuti efficaci. I proprietari, appena possibile, dovranno comunque recarsi presso una struttura veterinaria, pubblica e privata, per sottoporre a vaccinazione precontagio il proprio animale.

CORRIERE DELLE ALPI
8 GENNAIO 2010
 
L'Usl annuncia i controlli per individuare i cani non iscritti all anagrafe
 
Laura Milano
 
FELTRE (BL). C’è tempo fino al 31 gennaio per vaccinare obbligatoriamente i cani contro la rabbia. A fine mese l’Usl farà dei controlli incrociati per ipotizzare quanti casi sono sfuggiti alla profilassi, coinvolgendo i singoli comuni nel monitoraggio. Al momento i veterinari del pubblico hanno vaccinato 2800 cani iscritti all’anagrafe.  La previsione del dipartimento di prevenzione dell’Usl 2 è quella di arrivare, su quasi undicimila cani iscritti all’anagrafe, ad una copertura vaccinale di seimila animali trattati negli ambulatori pubblici e di altri quattromila in quelli privati. Finora la risposta dei proprietari è positiva, conferma il direttore del dipartimento Luigi Cazzola. Ma ci sono alcuni fattori che possono incidere sull’andamento della campagna non solo dal punto di vista burocratico, che sarebbe davvero il meno, quanto sul piano della prevenzione della malattia. Il primo è la mancata denuncia di decesso del proprio cane, il secondo, ben più grave, è la mancata iscrizione dell’animale all’anagrafe. Cosa che può comportare la non osservanza, da parte dei padroni, all’obbligo della vaccinazione con il rischio potenziale di focolai epidemici. «Al momento ci basiamo sul calcolo statistico», spiega il direttore Luigi Cazzola. «A fine campagna faremo dei controlli incrociati fra servizio pubblico e professionisti privati per verificare se l’obiettivo della profilassi è stato raggiunto, coinvolgendo successivamente gli enti pubblici in un’azione di controllo sui rispettivi territori di competenza per identificare casi di non osservanza all’ordinanza o di semirandagismo».  La volpe trovata morta il 30 dicembre a Malga Zuccona nel territorio comunale di Sovramonte e risultata positiva al test di laboratorio per la rabbia ha messo in allarme l’Usl. D’altra parte si è trattato del terzo caso di positività dopo quelli individuati il 30 novembre e il 7 dicembre, sempre nel Sovramontino. Così è partita la campagna.  Contemporaneamente alla vaccinazione è stata verificata la situazione anagrafica di ciascun animale e il veterinario pubblico ha provveduto seduta stante ad applicare il microchip al cane, eventualmente non ancora inserito all’anagrafe. Nel comune di Feltre l’attività vaccinale si è svolta prevalentemente nell’ambulatorio di borgo Ruga, in altri comuni sono già state effettuate sedute di massa, con giornate dedicate alla vaccinazione antirabbica in sedi individuate in accordo con le amministrazioni.  L’Usl 2 è già intervenuta a Sovramonte, Fonzaso, Arsiè, Cesiomaggiore, San Gregorio, Sospirolo, mentre sono in corso in questi giorni le vaccinazioni a Lamon, Lentiai e Sedico. Il termine ultimo per completare le operazioni di vaccinazione è stato fissato dalla Regione per il 31 gennaio 2010. L’Usl ritiene che per quella data i servizi sanitari saranno stati in grado di vaccinare oltre seimila cani. A questi si dovrebbero aggiungere circa quattromila cani vaccinati dai professionisti privati.

IL GAZZETTINO
8 GENNAIO 2010
 
«Esche antirabbia non toccatele con le mani»
 
ROMANO D’EZZELINO (VI) - Anche il Comune di Romano d’Ezzelino è interessato dalla distribuzione, con mezzi aerei, di esche vaccinali contro la rabbia per gli animali selvatici, ad esempio le volpi. In particolare il territorio interessato è quello dell’areale del Grappa.Le esche - informa un comunicato del municipio - si presentano come tavolette somiglianti a biscottini per cani, dentro le quali vi è una fialetta con il vaccino. Le tavolette non vanno toccate altrimenti non saranno più assunte dalle volpi. Se vengono rinvenute esche intatte nei giardini privati, si invita a spostare le stesse in luoghi accessibili ad animali selvatici, non spezzandole e non toccandole con le mani. Le tavolette integre non sono pericolose ma, in caso di contatto accidentale della pelle col contenuto liquido, occorre lavarsi con acqua e sapone. In caso di contatto del liquido vaccinale con le mucose (occhi, naso, bocca) occorre sciacquare con acqua e contattare un medico del Servizio Igiene e Sanità. Gli animali domestici vanno tenuti lontani dalle zone di distribuzione delle esche. Per necessità (per le persone chiedendo del Pronto soccorso o del Servizio Igiene; per gli animali del servizio veterinario) chiamare il centralino dell’ospedale, 0424 888111.

OGGI TREVISO
8 GENNAIO 2010
 
RABBIA SILVESTRE, NESSUN ALLARMISMO MA OCCORRE VACCINARE I CANI
Nell'Ulss 9 saranno 50 mila i cani da sottoporre e profilassi obbligatoria, pena il pagamento di multe salate
 
Treviso - Sono circa 50 mila, di cui 35.000 regolarmente censiti, i cani da vaccinare nel territorio dell’ Ulss 9 per prevenire la diffusione della rabbia silvestre. La prevenzione vaccinale si rende è resa necessaria e obbligatoria dopo la comparsa di nuovi casi nelle volpi, in due cani e in un asino del vicino territorio della provincia di Belluno a partire da metà novembre 2009. L’obiettivo è la piena immunizzazione degli animali entro gennaio.Lo scorso 24 novembre un’ordinanza regionale che ha reso obbligatoria la vaccinazione antirabbica per i cani e la vaccinazione facoltativa per gatti e furetti. La rabbia è una malattia virale trasmissibile che colpisce animali selvatici, domestici e l’uomo. Già prima della comparsa dei sintomi il virus della rabbia è presente nella saliva dell’animale infetto e si può trasmettere all’uomo attraverso la morsicatura, la leccatura di pelle non integra o con le mucose.Un animale con la rabbia può avere modificazioni del comportamento, ad esempio i selvatici possono perdere la naturale diffidenza verso l’uomo e diventare aggressivi. Si possono osservare difficoltà nei movimenti, paralisi e infine morte. Data l’elevata letalità che la caratterizza, la rabbia rappresenta una malattia a notevole impatto sociale, poiché non esiste terapia dopo la comparsa dei sintomi.La prevenzione su base vaccinale, sia pre-esposizione che post-esposizione, ha dunque un ruolo determinante per la gestione della malattia negli animali e nell’ uomo. In caso di morsicatura è necessario lavare la ferita con acqua e sapone abbondanti per almeno 15 minuti e recarsi al pronto soccorso per ricevere le cure adeguate.Si devono vaccinare gli animali domestici e segnalare al veterinario ogni comportamento anomalo o inusuale osservato negli animali da compagnia. In questa fase la Regione Veneto e il ministero della Salute hanno disposto per le zone a rischio il divieto di condurre cani, anche se vaccinati, nelle zone agro-silvo-pastorali, compresi l’esercizio venatorio e le operazioni connesse. Per l’Azienda Ulss di Treviso le zone rientrano nei Comuni di Cimadolmo, Fontanelle, Mansuè, Ormelle, Portobuffolè.Il servizio veterinario pubblico si avvarrà dell’appoggio dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Treviso e del contributo dei liberi professionisti presenti nel territorio. E’ possibile vaccinare il proprio cane rivolgendosi ai veterinari pubblici (con un contributo di 5 euro), nei punti messi a disposizione dai Comuni, ai veterinari liberi professionisti in convenzione (con un contributo calmierato di 20 euro) e ai veterinari in libera professione (con un contributo calmierato di 30 euro).Il vaccino, sicuro e con rarissimi effetti collaterali, sarà effettuato anche sugli animali non ancora iscritti all’anagrafe canina. Questi ultimi saranno vaccinabili, comunque, previa identificazione mediante l’apposizione di un microchip sottocutaneo, e inseriti nella banca dati regionale, presso tutti i punti vaccinali dell’azienda nonché negli ambulatori dei medici veterinari convenzionati con l’anagrafe canina; il contributo che sarà necessario versare in questo caso sarà di 13,26 euro presso i veterinari dell’Ulss e 16 euro presso le strutture convenzionate.“Pur senza scatenare inutili allarmismi – dichiara Pier Paolo Faronato, direttore sanitario dell’ Ulss 9 –, la concreta possibilità che questa malattia, riapparsa dopo molti anni, colpisca uomini e animali domestici richiede un’azione capillare ed efficace per contrastarne la diffusione, anche per evitare che si irradi verso altre zone del paese dove sarebbe quasi impossibile controllarla.In questa direzione la collaborazione con i medici veterinari di libera professione rappresenta un momento prezioso di sinergia nella lotta alle malattie infettive e di opportunità per ottemperare a uno sforzo così impegnativo in così breve tempo”.

CORRIERE DELLE ALPI
8 GENNAIO 2010
 
Era meglio prevenire
 
Ettore Libanora
 
Rabbia silvestre. Ci sono delle responsabilità? Si, e anche gravi. Come responsabile unico, nella precedente epizoozia di rabbia silvestre del 1979, per aver predisposto tutti i programmi sanitari di prevenzione e di eradicazione di questa malattia in Provincia di Belluno, credo di avere titolo ed esperienza per intervenire e giudicare in che modo si stia affrontando oggi questo problema, come peraltro richiedono i miei stessi ex collaboratori.  Senza ombra di dubbio affermo che ci sono delle gravissime responsabilità da parte dell’assessorato regionale competente, come pure delle strutture sanitarie locali. L’assessore regionale dice che la rabbia è un problema “serissimo” ma, proprio per questo, mi chiedo perché non è intervenuto prima. Non si poteva e non si doveva, nel modo più assoluto, ignorare che questa malattia, già da molto tempo (ottobre 2008), si stava pericolosamente diffondendo nella vicina regione del Friuli Venezia Giulia. Immediatamente, al manifestarsi dei primi episodi in quella Regione, era necessario intervenire per preparare il territorio ed organizzare tutti i mezzi di prevenzione. Queste sono le gravi responsabilità: la mancata azione preventiva che, in questi casi, è fondamentale.  Noi intervenimmo con quasi due anni di anticipo nella programmazione dei piani di lotta. Chi di competenza non poteva e non doveva ignorare, oggi come allora, che gli animali selvatici non hanno frontiere e sicuramente sarebbero arrivati anche da noi.  C’era tutto il tempo necessario e le condizioni favorevoli ma, purtroppo, nulla è stato fatto fino al manifestarsi del primo episodio di malattia. Questi ritardi non trovano e non possono trovare attenuanti o giustificazioni: spiace rilevarlo ma è una evidente dimostrazione di mancata tempestività e di palese inefficienza. Non si è voluto fare buon uso dell’esperienza passata come invece stanno facendo Trento e Bolzano che, capita la situazione, stanno da tempo intervenendo nel loro territorio.  Oggi che, fortunatamente, si può disporre anche di vaccino antirabbico con virus vivo attenuato c’era tutto il tempo necessario per preparare il territorio, senza eccessive spese, in quanto i cacciatori avrebbero messo in atto, in regime di volontariato, come lodevolmente hanno dato prova nel passato, la collocazione delle esche vaccinali nei luoghi mirati, senza dispersione. Tentando oggi di rimediare agli errori commessi, si stanno eseguendo interventi estremamente dispendiosi, inopportuni e di dubbia efficacia in questo periodo.  Non attendemmo certamente, allora, le sollecitazioni del Ministero per predisporre i piani di intervento; era nostro compito primario intervenire a difesa della salute dei cittadini e del patrimonio faunistico.  Nella precedente infezione del 1978, seppur con sostegni e presidi limitati (il vaccino vivo allora non era disponibile), proprio per aver preparato il territorio con largo anticipo, abbiamo limitato l’infezione a pochi casi, tutti circoscritti ai selvatici, senza alcun problema per l’uomo e gli animali domestici, lasciando poi la regione indenne per ben trent’anni. La propagazione della malattia, inoltre, è stata bloccata, immediatamente e direttamente, nel luogo di insorgenza (distanza massima fra focolai 17 Km).  La situazione oggi è palesemente sfuggita a ogni controllo ed è facile ipotizzare le conseguenze che ne deriveranno. Per rendersene conto basta osservare la rapida propagazione dell’infezione che, in meno di due mesi, ha coinvolto il territorio di ben 19 comuni, con già 40 animali riscontrati infetti. Per chi è interessato ho a disposizione gli atti del lavoro svolto in provincia di Belluno, pubblicati in occasione del Convegno sulla Rabbia silvestre, organizzato a Saint Vincent nel 1981.  E già che ci siamo devo ugualmente segnalare, per l’ennesima volta, un’altra inefficienza del medesimo assessorato che riguarda la profilassi antivarroa nel settore apistico. Anche quest’anno le api stanno morendo in forma massiccia e mai, dico mai, i servizi veterinari regionali e locali sono intervenuti nei controlli e nella sorveglianza dei piani di profilassi, nonostante ciò sia previsto all’art. 3 della legge regionale nº 23 del 1994 e dal Regolamento di Polizia Veterinaria nº320 dell’8 febbraio 1954.  Anche in questo settore sarebbe il caso di intervenire e in tempi rapidi, tentando di recuperare il tempo perduto.

CORRIERE DELLE ALPI
8 GENNAIO 2010
 
Vio: «Basta allarmismi»
 
BELLUNO. «Non si può creare del panico in questo modo. Quando è comparsa la rabbia, nessuno ha detto che sarebbe stata una cosa semplice debellarla, ma stiamo facendo tutti gli sforzi possibili per contenerne la diffusione. In Austria ci sono volute sei tornate di vaccinazioni tra gli animali selvatici prima di uscirne, noi abbiamo finito la settimana scorsa la prima vaccinazione aerea».  Il responsabile dell’unità veneta di sanità animale, Piero Vio, si scaglia contro chi, a suo dire, «fa ingiustificato allarmismo e per questo è passibile di denuncia. Le volpi morte sono quelle in cui il virus era allo stadio avanzato o che non sono state raggiunte dal vaccino. Come abbiamo spiegato, servono 20 giorni prima che si crei la copertura vaccinale. E poi i metodi usati 30 anni fa, non sono gli stessi di oggi».  «E’ statistico che in un’epidemia di rabbia il 70% delle volpi sia destinato a morire: non c’è nulla di strano che i numeri salgano. Anche perchè sopra i 1000 metri le esche non sono state buttate», interviene il direttore del servizio di prevenzione dell’Usl 1, Giovanni Battista Benedetti.  Intanto lunedì si riunirà l’unità di crisi per fare il punto della situazione. «In quell’occasione vedremo anche come stanno procedendo le cose e il risvolto sul territorio della campagna di vaccinazione», precisa Vio. Ieri alla lista delle 42 volpi morte se ne sono aggiunte altre due, trovate a Lorenzago e Ospitale. «Sono sempre le solite zone, per fortuna, il nostro intento è di limitare il più possibile i focolai».
 

 

            08 GENNAIO 2010
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

NEWS FOOD

8 GENNAIO 2010

 

Una ricerca dell'ospedale Hotel-Dieu, diretta dal dottor Lebel e pubblicata dal "FASEB Journal"

La vitamina C blocca l'invecchiamento

Rallenta la degenerazione cellulare ed aiuta contro diverse malattie

 

Lasciate stare filtri alchemici o patti con il diavolo. Per invertire (o quantomeno fermare) il processo d'invecchiamento bastano la vitamina C e la vitamina E. Questa è la prospettiva di una ricerca dell'ospedale Hotel-Dieu (sezione Quebec Cancer Research Centre) diretta dal dottor Michel Lebel e pubblicata da "Federation of American Societies for Experimental Biology (FASEB) Journal". Lebel e colleghi sono in lotta contro la Sindrome di Werner. Tale malattia genetica si manifesta generalmente dai 20 anni in poi. Provoca l'invecchiamento (e la conseguente) decadenza precoce del paziente, che raramente raggiunge i 50 anni: infarto e tumore le cause più frequenti di decesso. I ricercatori hanno ricreato tale patologia in laboratorio, tramite topi alterati per simularne le condizioni: gli animali erano sovrappeso ed afflitti (in diversa misura) da diabete, cancro e malattie cardiache. Dopo la terapia a base di vitamina C, questi sono tornati sani e hanno goduto di una vita normale. Al contrario, i roditori sani in partenza non hanno ricevuto benefici dalle dosi di vitamina. Secondo il team canadese, la vitamina C potrebbe essere cosi utile contro diverse malattie, tra cui ictus, diabete e diverse forme di tumore. Spiega il dottor Lebel: "La vitamina C potrebbe avere un impatto maggiormente positivo per gli esseri umani in quanto, a differenza di topi o altri animali, il nostro organismo non produce la vitamina C. Riteniamo che dovrebbero essere fatti più studi su altri tipi di malattie riguardanti l'invecchiamento precoce per vedere se la vitamina C potrebbe avere un impatto positivo su queste".


FARMACIA.IT

8 GENNAIO 2010

 

CONTRO L’ALZHEIMER UN AIUTO ARRIVA DAI CELLULARI

 

Basta demonizzare l’uso del telefonino. Secondo un gruppo di ricercatori del Florida Alzheimer's Disease Research Center della University of South, infatti, parlare al cellulare aiuterebbe a prevenire l’Alzheimer.Gli scienziati sarebbero giunti alla conclusione analizzando l’influenza delle onde elettromagnetiche su 96 topi di laboratorio, la maggior parte di questi modificati geneticamente per sviluppare il morbo di Alzheimer. Gli animali sono stati sottoposti alle onde proprio per verificare l’incidenza del morbo.
I topi sono stati irradiati con frequenze di 918-megaHerz di frequenza per 7/9 mesi, un’ora due volte al giorno. Ed è stata questa frequente irradiazione e la reazione dei topi che ha consentito di scoprire un rallentamento dei parametri che indicano lo sviluppo del morbo. La causa di questi miglioramenti – ad oggi non ancora chiarita – potrebbe essere addebitata all’effetto delle onde di migliorare la circolazione nel sangue nel cervello (e incrementare il suo metabolismo).


LE SCIENZE

8 GENNAIO 2010

 

Nuove prospettive terapeutiche

Un cocktail di nutrienti per combattere l'Alzheimer

Nel modello animale, la miscela ha dimostrato di poter favorire l'incremento del numero di spine dendritiche, che formano una sinapsi quando contattano un altro neurone

 

Negli stadi precoci della malattia di Alzheimer, i pazienti tipicamente subiscono una consistente perdita delle connessioni neuronali necessarie per la memoria e l’elaborazione delle informazioni.Ora una combinazione di nutrienti sviluppata dal MIT ha mostrato la potenzialità di migliorare la memoria nei pazienti affetti dalla patologia, grazie alla stimolazione della crescita di nuove sinapsi. "Se si riuscisse effettivamente a incrementare il numero di sinapsi aumentandone la produzione, si potrebbe evitare in qualche misura la perdita di capacità cognitive”, ha spiegato Richard Wurtman, neuroscienziato del MIT che firma un articolo di resoconto sulla ricerca sull’ultimo numero della rivista Alzheimer's and Dementia.
Com’è noto, attualmente non esiste alcuna cura per l’Alzheimer, sebbene alcuni farmaci, come gli inibitori della colinesterasi, che aumentano i livelli di acetilcolina – un neurotrasmettitore importante per l’apprendimento e la memoria – possano rallentarne la progressione. L’idea di partenza di è stata invece quella di aggredire la causa primaria della malattia, le sinapsi. I ricercatori hanno così elaborato un cocktail dietetico di tre sostanze: uridina, colina e DHA, tutte presenti nel latte materno, insieme con vitamina B, fosfolipidi e antiossidanti.
Nello studio sul modello animale, infatti, Wurtman ha mostrato che questi nutrienti incrementano il numero di spine dendritiche, che formano una sinapsi quando contattano un altro neurone.Nello studio clinico successivo, effettuato su 225 pazienti con una forma lieve di Alzheimer, è stato fato loro assumere il cocktail o un placebo per 12 settimane. Rispetto al controllo, i soggetti trattati hanno dimostrato un significativo miglioramento nei test di memoria verbale basati sulla Wechsler Memory Scale, con risultati migliori nei casi meno gravi della patologia.


LA ZAMPA.IT
8 GENNAIO 2010
 
Scoperto il gene dei tic nervosi e disturbi ossessivi dei cani
 
 

Tic nervosi e disordini ossesivi sono fenomeni che interessano anche i nostri amici a quattro zampe, ma ora sembra che gli esperti abbiano fatto un passo avanti nello studio di questi comportamenti. Gli scienziati della University of Massachusetts Medical School, della Cummings School of Veterinary Medicine della Tufts University e del Broad Institute del Massachusetts Institute of Technology (Usa) hanno identificato un gene nel cromosoma 7 dei cani associato al rischio di disturbi compulsivo-ossessivi nei nostri amici a quattro zampe, soprattutto Dobermann e Bull Terrier.
Come ricorda la rivista ’Molecular Psychiatry’, questo disturbo affligge sia gli uomini (circa il 2% della popolazione mondiale), sia i quadrupedi, manifestandosi con comportamenti ripetitivi fino all’ossessione: gesti, tic e azioni che si eseguono senza controllo, più e più volte al giorno. Ma questa scoperta potrebbe portare a nuove soluzioni sia per la forma canina che per quella umana, dato che secondo gli esperti potrebbero esserci degli aspetti in comune fra esse. Il team di scienziati ha raccolto per oltre un decennio campioni di sangue di cani di razza Dobermann, sani o affetti da questa grave sindrome. Analizzandoli e individuando nel cromosoma 7 la possibile anomalia, cioè il gene Cdh2, gli esperti hanno poi notato che questa sequenza di Dna "sospetta" era molto più presente nei quattrozampe malati che in quelli sani, fino al 60% nei primi contro il 22% degli altri. È la prima volta che la ricerca riesce a individuare una regione genetica associata al disturbo ossessivo-compulsivo dei cani. E il Cdh2 appare particolarmente interessante poichè legato allo sviluppo del sistema nervoso centrale, proprio nel momento in cui vengono create reti nervose essenziali nel cervello. Tutto ciò avviene anche nell’uomo ed ecco perchè gli scienziati sono convinti che questo gene potrebbe essere coinvolto nel disturbo compulsivo-ossessivo umano, anche nelle forme che si manifestano in persone affette da autismo. «Il modo in cui questo problema si manifesta e gli elementi simili nella risposta ai trattamento farmacologici in uomini e cani -sottolinea Edward Ginns, uno dei ricercatori- ci suggerisce che potrebbero essere coinvolti meccanismi simili. Speriamo che questo studio ci traghetti verso una migliore comprensione della biologia di questa malattia e faciliti lo sviluppo di test genetici in grado di portare a terapie precoci o anche alla prevenzione di questi disturbi».

ITALIA INFORMAZIONE
8 GENNAIO 2010
 
Anche i cani soffrono di tic nervosi
 
Anche Fido ha il tic. Gli scienziati della University of Massachusetts Medical School, della Cummings School of Veterinary Medicine della Tufts University e del Broad Institute del Massachusetts Institute of Technology (Usa) hanno identificato un gene nel cromosoma 7 dei cani, associato al rischio di disturbi compulsivo-ossessivi nei nostri amici a quattro zampe, soprattutto Dobermann e Bull Terrier. Come ricorda la rivista 'Molecular Psychiatry', questo disturbo affligge sia gli uomini (circa il 2% della popolazione mondiale), sia i quadrupedi, manifestandosi con comportamenti ripetitivi fino all'ossessione: gesti, tic e azioni che si eseguono senza controllo, più e più volte al giorno. Ma questa scoperta potrebbe portare a nuove soluzioni sia per la forma canina che per quella umana, dato che secondo gli esperti potrebbero esserci degli aspetti in comune fra esse.Il team di scienziati ha raccolto per oltre un decennio campioni di sangue di cani di razza Dobermann, sani o affetti da questa grave sindrome. Analizzandoli e individuando nel cromosoma 7 la possibile anomalia, cioè il gene Cdh2, gli esperti hanno poi notato che questa sequenza di Dna 'sospetta' era molto più presente nei quattrozampe malati che in quelli sani, fino al 60% nei primi contro il 22% degli altri.E' la prima volta che la ricerca riesce a individuare una regione genetica associata al disturbo ossessivo-compulsivo dei cani. E il Cdh2 appare particolarmente interessante poiché legato allo sviluppo del sistema nervoso centrale, proprio nel momento in cui vengono create reti nervose essenziali nel cervello. Tutto cio' avviene anche nell'uomo ed ecco perché gli scienziati sono convinti che questo gene potrebbe essere coinvolto nel disturbo compulsivo-ossessivo umano, anche nelle forme che si manifestano in persone affette da autismo. "Il modo in cui questo problema si manifesta e gli elementi simili nella risposta ai trattamento farmacologici in uomini e cani -sottolinea Edward Ginns, uno dei ricercatori- ci suggerisce che potrebbero essere coinvolti meccanismi simili. Speriamo che questo studio ci traghetti verso una migliore comprensione della biologia di questa malattia e faciliti lo sviluppo di test genetici in grado di portare a terapie precoci o anche alla prevenzione di questi disturbi".
 
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