07 SETTEMBRE  2009

VIDEOCOMUNICAZIONI

7 SETTEMBRE 2009

 

LIBERATI 100 CARDELLINI TENUTI IN GABBIA DAI BRACCONIERI AL MERCATO DI SCAMPIA

 

Napoli - Circa 110 uccelli, tutti esemplari di fauna protetta, tra cui numerosi cardellini, sono stati sequestrati dalla polizia municipale di Napoli nel corso due operazioni condotte al mercato di via Brecce Sant’Erasmo e in via Roma verso Scampia. Alcuni uccelli, come hanno accertato i vigili che hanno operato in collaborazione con gli uomini della Guardia Zoofila Ambientale, erano in pessime condizioni di salute. Gli investigatori hanno trovato anche delle tortore bianche. Oltre agli uccelli, che sono liberati nel parco del comando della polizia municipale in via de Giaxa, i vigili hanno sequestrato anche diverse gabbie. Tre i bracconieri fermati e denunciati per reati previsti dalla legge 157/92, detenzione e commercio di fauna protetta. Questa legge prevede che le specie come frosoni, cardellini, zigolo delle nevi, possono essere commercializzati dopo che sia stato dimostrato che la loro nascita è avvenuta in cattività, in un allevamento riconosciuto a livello internazionale. Per garantirlo deve essere applicato, entro dieci giorni dalla nascita dell’uccello, su una zampa un anello inamovibile. Il diametro dell’anello, che varia a seconda della specie, deve essere riconosciuto a livello internazionale

 

VIDEO

http://www.videocomunicazioni.com/cronaca/liberati-100-cardellini-tenuti-in-gabbia-dai-bracconieri-al-mercato-di-scampia.html


IL MATTINO

7 SETTEMBRE 2009

 

Blitz della municipale al mercato di via Brecce Sant'Erasmo e a Secondigliano

 

Secondigliano (NA) - Blitz della municipale al mercato di via Brecce Sant'Erasmo e a Secondigliano, in via Roma verso Scampia. Sono stati sequestrati centodieci volatili di varie specie, tra cui tortore bianche che i boss della zona utilizzavano in occasione dei matrimoni per poi lasciarle morire senza più averne cura. L'operazione dei vigili urbani, alla quale hanno collaborato gli uomini della guardia zoofila ambientale, ha consentito di fermare la vendita abusiva di questa fauna protetta. Cardellini, canarini, verdoni e fringillidi di diverse specie erano stipati in gabbie e tenuti in pessime condizioni. Gli agenti li hanno affidati al parco nazionale degli uccelli di Licola. Due persone sono state denunciate per il reato di maltrattamenti ad animali.


SICILIA INFORMAZIONI

7 SETTEMBRE 2009

 

Orrore al Palio dei Berberi di Calascibetta, due cavalli feriti gravemente

 

Calascibetta (EN) - Dopo la denuncia di sevizie ad animali perpetrate nel corso della festa patronale di Butera, la Lav, Lega Anti Vivisezione, denuncia come anche il “Palio dei Berberi” di Calascibetta (Enna) si sia tinto del sangue di animali inermi. Nel corso del Palio di domenica sera, due dei cavalli finalisti, tra gli oltre 20 animali in gara, hanno subito gravissimi incidenti. Durante la loro corsa all’impazzata i due cavalli hanno sfondato il traguardo e investito in pieno una rudimentale quanto pericolosa staccionata di pali di legno e nastri di plastica, dopo avere disarcionato i fantini. L’impatto è stato devastante: una cavalla è rimasta letteralmente sventrata, con ogni probabilità da uno dei paletti, mentre l’altro cavallo si è ferito gravemente alla zampa anteriore e l’emorragia di sangue gli è stata tamponata fasciandola con la t-shirt del fantino. Testimoni diretti della vicenda, con tanto di fotografie e filmati, sono stati due animalisti della Lav Siciliana che da anni seguono e indagano sulle corse di cavalli nell’Isola. Secondo i due testimoni la cavalla sventrata sarebbe stata trascinata velocemente su un veicolo furgonato, che si è dileguato velocemente, tra urla e risse di fantini e allevatori, verso destinazione ignota, senza che un veterinario sia intervenuto né che le Forze dell’Ordine abbiano accertato tutti i fatti e le prove del reato di maltrattamento e sevizie di animali. I due animalisti sarebbero inoltre stati minacciati più volte e strattonati nel tentativo di sottrargli le videocamere.  «Quello del Palio dei Berberi – si legge in una nota della Lav - si è rivelato uno spettacolo vergognoso e sanguinario, nonché un’altra tragedia annunciata: sin dal 2005, infatti, la Lav aveva denunciato che il palio di Calascibetta era pericolosissimo e si sarebbe trasformato in una mattanza per gli animali». Carlo Aprile, responsabile regionale Lav del settore “palii e feste sadiche”, ricorda come «La Lav avesse chiesto al Prefetto di Enna di vietare il Palio, un appello che adesso gli animalisti ripropongono al nuovo Prefetto, visto che gli organi deputati localmente alla sicurezza pubblica ed al benessere degli animali – Comune e Servizi Veterinari – hanno tranquillamente autorizzato la corsa. E’ inconcepibile – prosegue Aprile - che Sindaco, Commissione di Vigilanza sui Pubblici Spettacoli, ASL e Forze dell’Ordine abbiano potuto autorizzare e far svolgere una corsa di cavalli che elude anche i minimi parametri di sicurezza pubblica e di benessere per gli animali: non vi era un’ambulanza veterinaria per equini; il tracciato della gara era grossolanamente delimitato solo dai paletti di legno e dai nastri bicolore di plastica, assolutamente non in grado di garantire la sicurezza e l’incolumità dei fantini, dei cavalieri e degli cavalli, nonché delle persone che assistevano alla manifestazione; inoltre non erano state poste le necessarie paratie per attutire eventuali impatti o cadute».«La Lav – conclude la nota - si riserva di mettere in atto le opportune azioni legali al fine di individuare i responsabili di queste torture. Chiederemo pertanto alla Magistratura di avviare un’indagine penale per accertare gli estremi di reato di cui agli articoli 544-bis, 544-ter, 544-quater, 544-quinquies e 727 del Codice penale (maltrattamento o uccisione di animali, spettacoli o manifestazioni vietati, competizioni non autorizzate e scommesse clandestine)».


VIVI ENNA

7 SETTEMBRE 2009

 

Orrore al palio di Calascibetta: cavallo sfonda traguardo investe staccionata e si squarcia il torace

 

Calascibetta (EN) - Anche il “Palio dei Berberi” di Calascibetta si tinge di sangue: ieri due finalisti degli oltre 20 cavalli in gara corrono all’impazzata, sfondano il traguardo e investono in pieno una rudimentale quanto pericolosa staccionata di pali di legno e nastri di plastica, disarcionano i fantini e proseguono la corsa in una strada tra le auto parcheggiate. L’impatto è devastante: una cavalla, sventrata forse da uno dei paletti, si squarcia il torace con una ferita estesa da cui si versa una vera e propria cascata di sangue! Il secondo cavallo si ferisce gravemente alla zampa anteriore e l’emorragia di sangue viene tamponata fasciandola con la t-shirt del fantino!
Due animalisti della LAV Sicilia che da anni seguono e indagano le corse di cavalli nell’Isola, Carlo Aprile ed Ennio Bonfanti, riescono a documentare tutto con un video ed alcune immagini pubblicate sul sito www.lavsicilia.it. La cavalla sventrata viene trascinata, in fretta e furia, su un veicolo furgonato che si dilegua velocemente, tra urla e risse di fantini e allevatori, verso destinazione ignota, senza che né un veterinario intervenga per cercare di salvarla dalla emorragia né le Forze dell’Ordine accertino prima tutti i fatti e le prove del reato di maltrattamento e sevizie di animali. I due animalisti vengono minacciati più volte e strattonati per sottrargli le videocamere. Della cavalla sventrata non si hanno notizie: molto probabilmente sarà morta per via della forte emorragia.
“Quello del Palio dei Berberi si è rivelato, quindi, uno spettacolo vergognoso e sanguinario, un’altra tragedia annunciata: sin dal 2005, infatti, la LAV aveva denunciato che il palio di Calascibetta era pericolosissimo e si sarebbe trasformato in una mattanza per gli animali” dichiara Carlo Aprile, responsabile regionale LAV del settore “palii e feste sadiche”. “La LAV aveva anche chiesto al Prefetto di Enna di vietarlo, appello che adesso gli animalisti ripropongono al nuovo Prefetto visto che
gli organi deputati localmente alla sicurezza pubblica ed al benessere degli animali – Comune e Servizi Veterinari – hanno tranquillamente autorizzato la corsa. E’ inconcepibile – prosegue Aprile - che Sindaco, Commissione di Vigilanza sui Pubblici Spettacoli, ASL e Forze dell’Ordine abbiano potuto autorizzare e far svolgere una corsa di cavalli che elude anche i minimi parametri di sicurezza pubblica e di benessere per gli animali: non vi era un’ambulanza veterinaria per equini; il tracciato della gara era grossolanamente delimitato solo dai paletti di legno e dai nastri bicolore di plastica, assolutamente non in grado di garantire la sicurezza e l’incolumità dei fantini, dei cavalieri e degli equidi, nonché delle persone che assistevano alla manifestazione (infatti durante la corsa di ieri sera stesso, in un paio di casi, i cavalli hanno travolto uno spettatore e fatto cadere dei fantini); non erano state poste nemmeno una delle necessarie paratie per attutire eventuali impatti o cadute, ecc”.
“In Sicilia le corse di cavalli ed i palii paesani sono una vera emergenza, sia sotto l’aspetto della legalità sia sotto l’aspetto della tutela degli animali – ha dichiarato Marcella Porpora, Coordinatrice Regionale LAV Sicilia - In questi anni a Palermo, Trapani, Caltanissetta, Catania e Siracusa i Prefetti hanno emesso provvedimenti di bando delle corse di cavalli in occasione di feste paesane proprio per ragioni di pubblica sicurezza ed infiltrazioni mafiose e per contrastare il maltrattamento degli animali sfruttati in tali competizioni che, per loro stessa natura, sono inconciliabili con il benessere fisco ed etologico degli animali, come dimostrato da quanto successo a Calascibetta. L’appello che rivolgiamo al Prefetto di Enna è quello vietare finalmente, in tutta la provincia, i palii con cavalli nelle feste paesane.”
La LAV si riserva di mettere in atto le opportune azioni legali al fine di individuare i responsabili di queste torture. Chiederemo pertanto alla Magistratura di avviare un’indagine penale per accertare gli estremi di reato di cui agli articoli 544-bis, 544-ter, 544-quater, 544-quinquies e 727 del Codice penale (maltrattamento o uccisione di animali, spettacoli o manifestazioni vietati, competizioni non autorizzate e scommesse clandestine).
Già durante le prime corse del palio dei Berberi di ieri pomeriggio si erano verificati altri episodi che confermavano l’assoluta pericolosità della corsa ed i maltrattamenti subiti dagli animali: cavalli, imbizzarriti per lo stress e le condizioni di trattamento, hanno disarcionato i fantini facendoli sobbalzare dalla sella; uso smodato di frustini o percosse con le mani per incitare al galoppo, tafferugli tra fantini e scuderie, ecc.


SICILIA INFORMAZIONI

7 SETTEMBRE 2009

 

La denuncia della Lav: "Cavalla con torace squarciato nel Palio dei Berberi di Calascibetta"

 

Calascibetta (EN) - Una cavalla che ha partecipato al "Palio dei Berberi" di Calascibetta (Enna) ieri ha sfondato il traguardo e investito in pieno una rudimentale staccionata di pali di legno e nastri di plastica, disarcionando il fantino, e squarciandosi il torace con una estesa ferita. Lo denuncia la Lav. "Un altro cavallo si è ferito alla zampa anteriore - prosegue -. L'emorragia di sangue è stata tamponata con la t-shirt del fantino. "La cavalla sventrata è stata trascinata, in fretta e furia, su un furgone - afferma una nota della Lav - che si è dileguato velocemente, tra urla e risse di fantini e allevatori, verso destinazione ignota, senza che né un veterinario sia intervenuto per cercare di salvarla dalla emorragia". "In Sicilia le corse di cavalli ed i palii paesani sono una vera emergenza, sia sotto l'aspetto della legalità sia sotto l'aspetto della tutela degli animali - dice Marcella Porpora, Coordinatrice Regionale Lav Sicilia - In questi anni a Palermo, Trapani, Caltanissetta, Catania e Siracusa i Prefetti hanno emesso provvedimenti di bando delle corse di cavalli in occasione di feste paesane proprio per ragioni di pubblica sicurezza ed infiltrazioni mafiose e per contrastare il maltrattamento degli animali sfruttati in tali competizioni".


AGI

7 SETTEMBRE 2009

 

ANIMALI: DUE CAVALLI FERITI A PALIO NELL'ENNESE, UNO SVENTRATO

 

Palermo - Due degli oltre 20 cavalli in gara al "Palio dei Berberi" di Calascibetta (Enna) hanno sfondato il e dopo aver travolto una rudimentale staccionata di pali di legno e nastri di plastica, hanno disarcionato i fantini e sono finiti contro alcune auto in sosta. Una cavalla, sventrata forse da uno dei paletti, ha subito una vasta ferita al torace mentre l'altro animale si e' ferito a una zampa anteriore. La scena e' stata documentata in video da due animalisti della Lav Sicilia, Carlo Aprile ed Ennio Bonfanti. La cavalla sventrata e' stata trascinata su un veicolo furgonato che si e' dileguato tra il clamore di fantini e allevatori. I due animalisti sono stati minacciati e strattonati. "Quello del Palio dei Berberi si e' rivelato, quindi, uno spettacolo vergognoso e sanguinario, un'altra tragedia annunciata: sin dal 2005, infatti, la Lav aveva denunciato che il palio di Calascibetta era pericolosissimo e si sarebbe trasformato in una mattanza per gli animali" dice Carlo Aprile, responsabile regionale LAV del settore "Palii e feste sadiche". La Lav aveva chiesto al Prefetto di Enna di vietare il Palio, autorizzato da Comune e Servizi Veterinari nonostante irregolarita' quali l'assenza di un'ambulanza veterinaria, la delimitazione insicura del tracciato di gara e la mancanza di paratie per attutire eventuali impatti o cadute. La Lav sollecita la magistratura ad avviare un'indagine per maltrattamento o uccisione di animali, spettacoli o manifestazioni vietati, competizioni non autorizzate e scommesse clandestine.


IL GAZZETTINO

7 SETTEMBRE 2009

 

Lascia il cane in auto al sole: la bestiola allo stremo è stata salvata dai passanti

 

Rina Barnabò

 

Domegge di Cadore (BL) - Mezzogiorno movimentato a Domegge di Cadore. Un cane lasciato all’interno di un’auto parcheggiata sotto il sole ha presto suscitato una piccola mobilitazione popolare. All’interno della vettura targata Venezia, è stato notato un segugio visibilmente accaldato, nonostante un finestrino laterale socchiuso, evidentemente insufficiente a garantire un’adeguata ventilazione. Vane le ricerche del proprietario, effettuate in tutti gli esercizi del paese. Sulla vettura è stata subito collocata una coperta per cercare di mitigare l’effetto del sole. Dopo avere atteso invano il ritorno del proprietario, sono stati allertati i vigili del fuoco, che hanno poi provveduto all’apertura dell’auto. Il cane è stato subito bagnato e fatto bere. Poco dopo è sopraggiunto il padrone dell’animale, in paese per motivi di lavoro, visibilmente stupito e a dire il vero dispiaciuto per quanto accaduto. Fatto sta che la povera bestiola è rimasta per oltre due ore all’interno dell’autovettura, dove sono stati registrati 38 gradi. Probabilmente più che di un vero e proprio caso di maltrattamento l’episodio si configura come una colpevole leggerezza. Chissà che questa spiacevole vicenda faccia riflettere i molti proprietari di animali da compagnia. Anche in montagna, con il clima più fresco di questi giorni, un’auto lasciata per ore sotto il sole potrebbe rivelarsi una trappola mortale o quantomeno un ambito di sofferenza per i nostri amici a quattro zampe.


LA GAZZETTA DI MANTOVA

7 SETTEMBRE 2009

 

Spara ai piccioni: preso

 

Mariana Mantovana (MN) - Sono state le guardie zoofile a sentire gli spari, provenienti da una corte agricola, mentre battevano la campagna attorno a Mariana Mantovana. Un bracconiere? Non c’è voluto molto per sciogliere l’interrogativo: dieci minuti dopo le guardie Anpana, l’Associazione nazionale protezione animali e ambiente, hanno trovato un piccione morto sul terreno della corte agricola. E poco più in là un uomo con il fucile. «Sono qui per dare una mano ad un amico - ha raccontato l’uomo, un cacciatore bresciano di 60 anni - l’azienda agricola è infestata dai piccioni e pensavo di farne fuori qualcuno». Il fatto è che la stagione della caccia aprirà soltanto tra due settimane e per di più il piccione non è compreso tra le specie a cui si può sparare. Risultato: il cacciatore verrà denunciato per il reato di ‘caccia in periodo vietato’, cosa che potrebbe costargli la pena dell’arresto da tre mesi e un anno e un’ammenda dai 900 ai 2.500 euro. Non è tutto: dovrà anche rinunciare, almeno per il momento, al suo fucile, un Beretta calibro 20 semiautomatico che è stato sequestrato.  La vicenda è accaduta attorno alle dieci del mattino di ieri in una corte agricola non distante dall’abitato di Mariana. Quando le guardie hanno trovato il piccione impallinato hanno telefonato alle guardie della Provincia per sapere se nella zona era stato autorizzato un piano di abbattimento dei piccioni, unica forma possibile con cui si può cacciare questa specie. I guardacaccia provinciali hanno raggiunto il posto e operato assieme ai volontari dell’Anpana.  Il cacciatore, dopo aver inutilmente cercato di giustificarsi, non ha potuto fare altro che consegnare il fucile. Le guardie hanno sequestrato

anche il piccione morto, prova del reato.


NOTIZIARI ITALIANO
7 SETTEMBRE 2009
 
Uccide la moglie e si toglie la vita
 
LABARO (RM) - Ha ucciso la moglie a coltellate e si è suicidato. Luigi Scacchioli, 40 anni, si è ucciso la notte scorsa intorno all'1 e 30 dopo aver assassinato la moglie, Tatiana Donceva, di 32 anni moldava, al termine di una lite. La tragedia è accaduta nella loro casa in via Arta Terme, al Labaro.
Scacchioli ha accoltellato più volte la moglie all'addome, l'ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco. Poi si è gettato nel vuoto insieme al cagnolino dell moglie e si è schiantato su un auto parcheggiata.
La donna, ricoverata in ospedale in codice rosso al Sant'Andrea, è morta dopo alcune ore.
L'allarme è stato dato da alcuni vicini svegliati dalle urla. Gli inquilini hanno poi raccontato che le liti tra i due coniugi erano molto frequenti. Alla base di tutto ci sarebbe la gelosia.

LEGGO

7 SETTEMBRE 2009

 

Aumentano gli abbandoni dei cani

 

Georgia Passuello

 

VERONA - Aumentano gli abbandoni dei cani. E tra le cause, in questo periodo, ci sono anche le sagre estive. Feste rionali o comunali estive con stand e fuochi d’artificio conclusivi causano in molti casi la fuga dei cani dai cortili, o per quelli randagi l’esodo da comune a comune. Sono circa 100 i cani abbandonati ogni mese tra i quali il 50% scappa durante le sagre estive, spiegano dal servizio veterinario. «Sono per lo più cani che sono fuggiti da casa per via di forti rumori come i fuochi artificiali o i clacson delle automobili – spiega Andrea Pagan de’ Paganis, responsabile sanitario del canile sanitario veronese – esemplari che sono restituiti in breve termine ai rispettivi padroni». Anche se in alcuni casi i quattrozampe finiscono sotto le auto. Il restante 50% dei cani in attesa di una nuova casa, infine, resta in canile dove viene vaccinato e , se necessario, sverminato.
«Abbiamo potuto constatare una controtendenza nelle adozioni – continua Pagan de’ Paganis – durante quest’anno sono aumentate del 10% le famiglie che hanno scelto di dare una seconda casa a cani meticci rispetto a quelle che hanno comprato cuccioli di razza in allevamento». In complesso da gennaio ad oggi il numero dei cani abbandonati è aumentato. «Non sussistono più differenze tra i mesi estivi e quelli invernali – prosegue il veterinario - sono circa 100 i cani abbandonati ogni mese a differenza dei 60 degli anni scorsi nei mesi invernali». Un aumento forse determinato dalla crisi economica. «Presumiamo che sia dovuto a ciò – conclude Pagan de’ Paganis – anche perché con tutte le campagne d’informazione al riguardo questo aumento non si potrebbe spiegare diversamente».


LA NAZIONE EMPOLI

7 SETTEMBRE 2009

 

Sono uscito fuori con il cane a guinzaglio e sono stato assal...

 

Empoli (FI) - «SONO uscito fuori con il cane a guinzaglio e sono stato assalito da uno dei rotwailer dei vicini. Ho fatto appena in tempo a toglierli il beagle dalla bocca: il rottwailer che è entrato sulle scale di casa gli ha azzannato una zampa. Ora devo portarlo dal veterinario». La segnalazione del fatto avvenuto poco prima delle 15 di ieri proviene di un uomo di 55 anni, che abita in via Cesare Pavese a Montelupo Fiorentino. «Non è la prima volta che capita e ho chiamato prima i carabinieri, che da Empoli mi hanno passato a Signa, poi la polizia senza che nessuno si sia venuto a controllare quanto stava accadendo. Non usciamo più volentieri di casa — aggiunge — perchè spesso ci troviamo uno dei 4-5 rotwailer che si avvicinano troppo. Abbiamo paura. Andrò in caserma per segnalare l’ennnesimo fatto pericoloso». A FUCECCHIO, attimi di paura sempre per colpa di due cani randagi di grossa taglia, avvistati in via Sottovalle e al Parco Corsini. Sul posto la polizia municipale che ha chiamato di rinforzo una pattuglia dei carabinieri per cercare di avvicinare in sicurezza gli animali piuttosto nervosi. Si è resa necessaria un’opera paziente e cauta, quella dei militari dell’Arma e dei colleghi della PM anche per non far fuggire i due cani che sarebbe stato difficile rintracciare. Alla fine sono stati i carabinieri che improvvisati due lacci con cinghie hanno immobilizzato gli animali consegnandoli al servizio veterinario dell’Asl.


AGI

7 SETTEMBRE 2009

 

CANI IN MASSERIA ABBANDONATA A OSTUNI, INTERVENTO DEI FORESTALI

 

Brindisi - Sono stati sequestrati 26 cani meticci dagli uomini del comando stazione forestale di Ostuni (BR). Gli animali sono stati rinvenuti in una masseria abbandonata in localita' Cantagallo, nelle campagne di Carovigno. Il sequestro e' avvenuto perche' i cani erano tenuti senza autorizzazione, in cattive condizioni igienico- sanitarie, ammassati all'interno di un recinto di fortuna. Sono in corso le indagini da parte dei forestali per identificare i proprietari degli unici quattro cani di cui e' stato rinvenuto il microchip. Intanto gli animali sono stati ricoverati presso il canile di Carovigno e sottoposti alle giuste cure, mentre i veterinari della Asl di Ostuni hanno provveduto ad inserire i microchip ai restanti cani.


TRCB RADIO

7 SETTEMBRE 2009

 

Carovigno (BR): scoperto canile abusivo

 

Un canile abusivo è stato scoperto e posto sotto sequestro questa mattina dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato in Contrada Cantagallo in agro di Carovigno, a circa un chilometro da Santa Sabina. All'interno della struttura, che versava in condizioni igienico-sanitarie del tutto precarie, erano stati rinchiusi in alcuni fabbricati comunicanti, circa 30 cani, probabilmente provenienti anche da altre strutture simili. Di supporto agli uomini della Forestale, attirati sul posto anche da alcune segnalazioni di privati cittadini, gli operatori dell'Asl che si sono subito adoperati per recuperare i cani presenti all'interno della struttura abusiva e verificarne la reale provenienza. Ora si indaga per risalire innanzitutto all'identità dei gestori del canile abusivo e per verificare se i proprietari del terreno fossero o meno al corrente della presenza del canile posto sotto sequestro.


NUOVA SOCIETA’

7 SETTEMBRE 2009

 

In Bolivia mai più circhi con animali

 

Evo Morales, presidente della Bolivia, ha firmato la prima legge al mondo che impedisce l'uso di ogni tipo di animale, sia domestico sia selvatico, nei circhi itineranti. La legge è la diretta conseguenza delle battaglie portate avanti dell'associazione animalista Animal Defenders International, che ha mostrato nei suoi video autoprodotti gli spazi ristretti in cui sono costretti animali, anche di grossa taglia e selvaggi quali leoni e orsi, e le vessazioni e maltrattamenti a cui sono sottoposti per "allenarli" per i numeri con i domatori e gli acrobati.
C'erano stati dei precedenti a questa legge in diversi altri Paesi: Croazia, Singapore, Austria, Israele e Costa Rica hanno già da qualche tempo bandito gli animali selvaggi dagli spettacoli circensi, ma non quelli domestici, quali cani e gatti, sottoposti anch'essi a sfruttamento, maltrattamento e situazioni innaturali. In Bolivia il divieto riguarda tutti gli animali, senza nessuna eccezione.
I circhi boliviani avranno tempo fino alla prossima estate per adeguarsi alla nuova norma, che prevederà spettacoli solo con esseri umani, come avviene in circhi acclamati in tutto il mondo, come le Cirque du Soleil: parallelamente si decideranno le sanzioni per chi non si adeguerà al divieto, ormai tassativo.


ANMVI OGGI

7 SETTEMBRE 2009

 

SEQUESTRO VICTOR: COME STANNO GLI ANIMALI?

 

Dopo il sequestro di 82 volatili avvenuto presso il Circo Victor Paolo Selleri, Presidente della SIVAE (Società Italiana Veterinari Animali Esotici) esprime forte preoccupazione per il loro stato di salute: "Sono animali molto difficili da gestire- dichiara Selleri- solo veterinari esperti sono in grado di garantirne lo stato di salute".La SIVAE ha chiesto all'ANMVI di sollecitare il Ministero della Salute ad attivarsi per la salvaguardia di questi animali."Sono stati sequestrati animali che dai controlli fatti erano in buona condizione di salute- continua il Presidente della Sivae- e sono stati portati dove? A chi sono stati affidati? Non voglio intervenire nel merito del sequestro per gli aspetti legali o normativi che non discuto in questa occasione, ma sarebbe assurdo se in nome del " benessere animale" questi volatili che stavano benissimo fossero stati portati in strutture dove potrebbero stare nettamente peggio dovendo anche gestire una situazione di grave stress dovuta al trasferimento! Chi controlla questo? Le notizie che siamo riusciti a raccogliere sono molto preoccupanti e se l'informazione pervenutaci è corretta, probabilmente un animale è già deceduto. Quanti ne devono morire ancora perchè si intervenga?"


ADN KRONOS
7 SETTEMBRE 2009
 
Cina, arriva il pesce pappagallo tatuato. Ma gli animalisti insorgono
 
 
Roma - Una nuova mania in Cina fa imbufalire gli animalisti della Repubblica Popolare. In un negozio di animali di Chengdu, capitale della provincia del Sichuan, nel sud-ovest della Cina, il proprietario ha infatti iniziato a tatuare - tramite laser - simboli e immagini sulle scaglie dei pesci pappagallo: si va dall'ideogramma che vuol dire 'fortuna' a quello della 'felicità' fino a fiori e arcobaleni.

I piccoli animali, della stessa specie protagonista del cartoon Disney 'Alla ricerca di Nemo', vengono disposti in una macchina per i tatuaggi da cui escono con le immagini permanentemente incise sulla loro pelle. Il proprietario del negozio ha spiegato: "La maggior parte dei pesci tatuati sono pesci pappagallo, perché hanno un alto livello di sopravvivenza". Ma i sostenitori dei diritti degli animali insorgono: "E' una pratica crudele e artificiale - ha detto l'esperto marino Zhang Zhicheng - per ogni pesce che sopravvive, ci sono dozzine di creature che muoiono negli incidenti con il laser".


Animalieanimali

7 SETTEMBRE 2009

 

AVORIO, 5.000 EURO AL CHILO, TORNA LA CACCIA
Per 15 anni, grazie alle pressioni e agli aiuti internazionali, il mercato delle zanne sembrava finito. Nuovo allarme di scienziati e ambientalisti.

 

È l´Estremo Oriente il cuore del nuovo mercato. A Pechino il prezzo dell´avorio in cinque anni è cresciuto di quasi 25 volte. A marzo la polizia vietnamita intercetta un cargo tanzaniano con a bordo oltre sei tonnellate d´avorio. È il più importante sequestro di zanne d´elefante dal 1989, anno in cui sei paesi africani aderirono alla Cites (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate) e il traffico illegale cominciò a diminuire. Ma la confisca vietnamita è anche la conferma dei peggiori presentimenti dei biologi. Ossia che dopo una relativa moratoria, durata una quindicina d´anni, l´abbattimento degli elefanti è ripreso con più vigore di prima, e che dal 2005 a oggi il loro massacro avrebbe raggiunto picchi di mortalità finora mai eguagliati.
Nel 1983, in Tanzania, lo zoologo Samuel Wasser fece una raccapricciante scoperta. Sul greto di un torrente in secca trovò disposti uno vicino all´altro due crani di elefante, il primo di una femmina adulta, l´altro di un cucciolo: «Per attirare la madre, i bracconieri hanno prima abbattuto il piccolo. Quando l´elefantessa s´è avvicinata, hanno ucciso anche lei e le hanno strappato le zanne» gli spiegò una guardia forestale. Un metodo utilizzato sempre più spesso dai bracconieri. Bastano poche cifre per misurare le dimensioni dello sterminio: se nel 1970 si contavano in Africa due milioni e mezzo di elefanti selvatici, oggi ne sono rimasti, sì e no, 250mila. Solo tra il 1979 e 1989 ne sono stati ammazzati 700mila.
L´inclusione dell´elefante tra le specie minacciate mise in crisi bruscamente questo mercato. Ma col passare degli anni altre nazioni africane denunciarono le regole della Convenzione sul commercio d´avorio, mentre i fondi stanziati dall´Occidente per il controllo del bracconaggio subirono un improvviso arresto. Così la situazione tornò presto come prima. C´è tuttavia una differenza. Oggi, gli scienziati sono in grado di fare la cartografia di tutte le popolazioni di elefanti presenti sul continente grazie al Dna estratto dalle loro feci, individuando il luogo dove reti criminali ben organizzate hanno compiuto la mattanza. Tra il 2005 e il 2006 sono state sequestrate 25 tonnellate di avorio, solo il 10% del totale del contrabbando in un anno. Ma è stato un primo campanello d´allarme, al quale ne sono seguiti altri. Nel 2007 di tonnellate d´avorio provenienti dall´Africa ne furono sequestrate 29, tutte in paesi dell´Estremo Oriente. Se nel 2004 il prezzo all´ingrosso dell´avorio era di 200 euro al chilo, oggi in Cina è venduto al dettaglio anche a 4700 euro al chilo. Calcolando che ogni elefante fornisce una media di 6,6 chili di avorio, si evince che ogni anno si uccidono circa 38.000 elefanti.
Si dice che l´elefante sia una creatura intelligentissima, e che pratichi complesse cerimonie funebri accarezzando le ossa e le zanne del parente defunto. Assieme ai delfini e a pochi primati, è l´unico animale in grado di riconoscersi allo specchio. Eppure l´uomo non ne ha mai avuto pietà.


IL GRECALE

7 SETTEMBRE 2009

 

Il pollo, protagonista indiscusso a Castellana Grotte

 

Castellana Grotte (BA) - Si terrà nei prossimi giorni di lunedì 7 e martedì 8, a Castellana Grotte, una delle più antiche sagre della Puglia dove il pollo sarà il protagonista indiscusso. Un momento per degustare le carni del pollo la cui storia si perde nella notte dei tempi: i piatti saranno sapientemente preparati dalle macellerie presenti a Castellana,  dove, tra l’altro saranno allestite vetrine per rappresentare fatti e personaggi di vita locale. “Si tratta di una manifestazione molto consolidata e sentita dal territorio” dichiara Vito Rubino, Presidente della Confcommercio e organizzatore dell’evento. “L’anno scorso in un solo weekend abbiamo registrato punte di 18 mila partecipanti: un grande successo per questo bellissimo angolo della Puglia. Siamo lieti di avere al nostro fianco un partner come Amadori. Un particolare ringraziamento va all'Amministrazione del Comune di Castellana e la BCC Credito Cooperativo Cassa Rurale di Castellana Grotte per la loro collaborazione.”Amadori - da oltre 40 anni presente nelle case degli italiani con i suoi prodotti realizzati con carne al 100% italiana - non poteva mancare in questo contesto: sarà infatti possibile gustare nelle macellerie il famoso Pollo Campese, pollo allevato all’aperto. Inoltre a tutti i partecipanti saranno distribuiti gratuitamente i ricettari Amadori per poter preparare anche a casa il gustoso Campese Il Gruppo Amadori è l’unica azienda in Italia ad allevare i polli all’aperto ed è presente proprio sul territorio pugliese con circa 60 allevamenti ubicati nell’area Nord Ovest della provincia di Foggia. La scelta del luogo è stata dettata principalmente dalle condizioni climatiche, particolarmente favorevoli a questo tipo di allevamento, grazie al suo clima temperato, con inverno mite ed estate calda e secca. Anche la conformazione del territorio è adatta alla costruzione di ampi cortili recintati in cui i polli possono muoversi liberamente. La disponibilità di spazio è di circa 30.000 mq per singolo allevamento. Il Campese - a differenza dei polli allevati negli allevamenti convenzionali - ha la possibilità di razzolare liberamente all’aria e questo favorisce lo sviluppo della muscolatura che darà origine a una carne più soda e consistente. Inoltre, vivendo almeno il 50% di vita all’aperto, gli animali hanno anche la possibilità di mangiare quanto trovano nella terra apportando così ulteriori proteine oltre a quelle che ingeriscono attraverso il mangime. Il pollo allevato all’aperto ha un ciclo di produzione minimo di 56 giorni, contrariamente a quanto avviene per gli allevamenti convenzionali dove il ciclo di vita è di circa 30 giorni. Ciò significa che prima dei 56 giorni di vita non può essere macellato: una differenza che incide notevolmente sulla qualità finale del prodotto. Il Campese, inoltre, è selezionato tra razze particolari, che si caratterizzano per cosce più lunghe e affusolate e carne più soda. La dieta è a base di cereali (almeno il 70%), prevalentemente grano, mais e orzo, oltre a soia e oli vegetali. La carne del pollo assume pertanto un profumo più caratteristico. In cucina ha un’ottima resa di cottura e grande versatilità e si adatta particolarmente a soddisfare i consumatori che preferiscono una carne più soda e consistente, come quella dei polli cucinati dalla nonna. Per salvaguardare il benessere dell’animale, l’allevatore deve rispettare una serie di regole tra cui il monitoraggio costante della temperatura -  che cambia durante il ciclo  - all’alimentazione, così come alla finestratura  - ampia in modo da consentire sempre una giusta quantità di ossigeno all’interno del box.


TISCALI ANIMALI

7 SETTEMBRE 2009

 

Dal filetto di panda al carpaccio di balenottera, quando la golosità uccide una specie

 

Oscar Grazioli

 

07 settembre 2009. Facciamo questa ipotesi. Dovete andare a pranzo con una persona importante. Problemi di affari e vi interessa fare bella figura perché questo incontro potrebbe aprivi strade insperati per nuovi e gratificanti business. Vi accomodate nel miglior tavolo prenotato e sapete che il cuoco di quel ristorante ha lavorato un po’ in tutto il mondo e spesso riserva specialità esotiche particolarmente gradite dalla clientela. Alla persona che ospitate interessano molto i soldi: di ambiente, animali e roba simile gliene frega il giusto, ovvero niente. 

Quando il cameriere vi porta il menu si abbassa e vi sussurra guardando in giro di sottecchi: “Oggi abbiamo una vera rarità. Lo dico a lei perché la conosco bene. Filetto di Panda!”. L’affarista che è con voi a pranzo si lascia andare: “Fantastico, mai sentito. Sono proprio curioso”. Cosa fareste? Potreste dire al cameriere che forse non vi conosce bene e che vi porti una caprese. L’altro faccia quel che vuole. Oppure che non vi conosce per niente e siete incredulo di fronte a una simile proposta, tanto da penare a una denuncia. Poi vi alzate, lasciate il commensale alla sua curiosità culinaria e ve ne andate sbattendo la porta. Addio business, ma certi principi sono sacri e inviolabili.
Non credo accettereste la specialità gastronomica, altrimenti non sareste qui a leggere la sezione “animali” del portale di Tiscali, o magari mi sbaglio. Gli affari prima di tutto. Me lo direte voi se ne avete voglia. E se la specialità fosse un carpaccio di balenottera? Magari ci si potrebbe pensare, prima di rifiutare sdegnosamente come per il Panda. In fondo se vi recate in Norvegia, Islanda o Giappone, lo trovate anche nei menu di ristorantini a buon mercato, dove è vietato servire alcolici ma il carpaccio di balenottera non manca mai. E una costoletta di orso? Bah, ce ne sono tanti… poi appena ne vedono uno gli sparano.
Vegetariani a parte, per i quali non si pone il problema, sono certo, come mi è capitato recentemente durante una cena, che qualcuno si informerà se quel filetto di tonno è di sicura provenienza dal tonno rosso, il più pregiato. “Altrimenti è uguale al tonno in scatola” mi diceva ridendo un commensale. Fra lo stupore di quasi tutti ho rifiutato il piatto a base di tonno rigorosamente rosso, spiegando semplicemente che, pur non essendo vegetariano, osservo comunque alcuni princìpi, come quello di non mangiare carni di animali in pericolo d’estinzione.
Secondo gli ultimi dati il tonno rosso è scomparso per l’80% e per lui sta scattando l’inserimento nella convenzione di Washington tra le specie in via d’estinzione. D’accordo che non è bello e dolce come un Panda, ma non abbiamo il diritto di estinguerlo per le nostre papille gustative. Un semplice gesto al ristorante può essere un grande gesto nella vita. Anche se gli altri ridono.
BIG HUNTER

7 SETTEMBRE 2009

 

Anche i cani donano il sangue. Nasce il Centro trasfusionale di Sasso Marconi

 

Una banca del sangue per cani. Questa l'idea realizzata a Sasso Marconi da Renato Magliulo, specialista in etologia applicata e benessere animale che ha dedicato gran parte della sua attività professionale sulle trasfusioni di sangue canino. I cani ammessi al prelievo devono essere sani, di taglia media o grande, pesare almeno 20 kg, essere in regola con vaccini e profilassi ed avere un'età compresa fra i quindici mesi e i 9 anni. Il Centro trasfusionale Veterinario è stato reso possibile a livello normativo a partire dal 2007, quando il Ministero della Salute è intervenuto dettando alle Regioni le linee guida sulle trasfusioni animali, consentite per il momento solo per cavalli, cani e gatti."Ho richiesto tutte le autorizzazioni — dice Magliulo —, il mio centro si propone di operare nel rispetto della nuova normativa e, soprattutto, del benessere del cane. Non facciamo donare un animale che non è psicologicamente idoneo. Il sangue sarà a disposizione di tutti i veterinari che ne faranno richiesta, al contrario dei centri universitari che di solito lo raccolgono solo ad uso interno, per i propri pazienti. E presto apriremo anche ai gatti".


LA ZAMPA.IT

7 SETTEMBRE 2009

 

Lella non c'è più, vivere di ricordi o prendere un altro cane?

 

 


LaZampa.it è nata da una mia idea il 3 giugno 2006, ma in verità tutto ebbe origine nel giugno 1992 quando ho avuto la fortuna di incontrare una meticcia di qualche grammo che entrò a far parte della mia vita e mi insegnò che cosa voleva dire amare un animale. Il 4 settembre Lella (nella foto quando aveva 15 anni), o “palla di pelo e simpatia" così come amavo descriverla agli amici, mi ha salutato per l'ultima volta ed è andata, almeno così amo credere, a far compagnia alla mia adorata nonna mancata nei mesi scorsi.
Non ho mai avuto un cane prima di Lella e con lei ho imparato cosa vuol dire essere amati incondizionatamente da un essere vivente che non può parlarti ma che ha centinaia di modi per dimostrartelo. Con Lella ho trascorso diciassette anni, metà della mia vita, quella metà che si ricorda perché si è già grandi. In poco tempo è diventata il tesoro della nostra famiglia e, come ripete in questi giorni mio padre, «non ha mai imparato a mordere» perché la sua natura era legata all'amore che dava e riceveva.
Come potete immaginare è una cagnolina a cui sono legati migliaia di ricordi: miracolata perché quando aveva circa 6 mesi di vita ingoiò un ago da lana, di quelli lunghi e spessi, ma che le ha attraversato l'intestino senza danni e senza operazione; ha superato le tante crisi epilettiche che le hanno condizionato la vita per qualche anno; è tornata a casa percorrendo due chilometri da sola quella volta che era inavvertitamente sfuggita al nostro controllo.
Lella ha vissuto in simbiosi con la mia crescita: coricata al mio fianco quando studiavo all'università, mi seguiva qualunque luogo della casa io fossi, si sedeva sul balcone in attesa del mio arrivo dal lavoro, coricata ai piedi del mio letto quando avevo la febbre e sotto il mio braccio quando dormivo la notte.
Potrei andare avanti a raccontare migliaia di episodi, di ricordi. Ma ora non c'è più. In questi giorni a chi mi chiede come mi sento rispondo che «mi sento come un vecchio che vive nei ricordi e talvolta sorride e scoppia a piangere guardando un vecchio film».
In questi giorni penso a cosa farò nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. E non riesco a sciogliere un dubbio: lasciare intatto quel ricordo così perfetto e fortunato con il mio cane ed evitare un altro strappo così doloroso o ricominciare una nuova amicizia a "sei zampe"?
Sono convinto che tanti dei 120mila lettori che mensilmente seguono LaZampa.it hanno vissuto la mia stessa esperienza e vorrei lanciarvi questo invito a raccontare nello spazio commenti qui di seguito le vostre storie d'amore a "sei zampe" e la decisione presa dopo la tragica perdita.
Un caro saluto
Fulvio Cerutti


IL TIRRENO

7 SETTEMBRE 2009

 

Fido salvato dai vigili del fuoco

 

CASTELFIORENTINO (FI). Un cane da caccia che ieri ha rischiato grosso. Ma che è stato salvato dai vigili del fuoco di Petrazzi prima che le fiamme lo avvolgessero. E’ successo ieri verso l’una in un terreno in via Samminiatese a Dogana. Forse un mozzicone di sigaretta accesa gettata vicino ad una sterpaglia, anche se le cause dell’incendio sono ancora da accertare. E le fiamme che in pochi minuti hanno lambito la baracca, che è stata semidistrutta, dove, oltre al cane, c’erano anche alcuni piccioni.  Sono bastati pochi minuti ai vigili del fuoco di Petrazzi per domare le fiamme che hanno completamente distrutto la cuccia del cane, e liberarlo dalla baracca. La struttura agricola che si trova vicina ad un orto, lontana dalle abitazioni, ospitava in quel momento un cane e alcuni piccioni.  I vigili del fuoco hanno spento in poche decine di minuti le fiamme, e hanno messo in salvo gli animali. Ad accorgersi che l’incendio, dalla sterpaglia si stava propagando verso la baracca, è stata una donna che ieri all’ora di pranzo era uscita per fare una passeggiata. Ha avvertito subito i vigili del fuoco che hanno così salvato gli animali.


VIRGILIO NOTIZIE

7 SETTEMBRE 2009

 

Animali/ Gatto cade da finestra, "tribunale animali" condanna colf

A camera conciliazione di Aidaa Milano: risarcimento di 1700 euro

 

La domestica di una coppia di anziani coniugi milanesi è stata condannata oggi al pagamento di un risarcimento di 1.700 euro per aver causato la morte del gatto di famiglia. Lo ha stabilito la camera di conciliazione del "tribunale degli animali" dell'Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente. E' quanto racconta la stessa associazione animalista che spiega che la vicenda è accaduta la sera di ferragosto a Bormio (Sondrio). La coppia aveva deciso di fare una passeggiata in centro, lasciando in casa "Pivello", il loro gatto europeo di 11 anni che, sofferente di epilessia, li aveva seguiti in vacanza in montagna insieme con l'inseparabile colf che da oltre 20 anni lavora presso di loro. Visto il caldo, la domestica aveva deciso di lasciare aperte le finestre della cucina dell'appartamento al quarto piano di un palazzo residenziale, e poi era uscita dimenticandosi del gatto. Pochi minuti e la donna, accortasi della dimenticanza, era rientrata per chiudere le finestre, ma ormai era troppo tardi: il felino era nel frattempo salito sul davanzale e in preda ad un attacco epilettico era precipitato morendo sul colpo. Distrutti dal dolore, i padroni di casa si sono quindi rivolti al "tribunale degli animali" di Aidaa di Milano che, dopo aver sentito le loro ragioni e quelle della colf, ha deciso la condanna al pagamento di quasi due mensilità di stipendio come risarcimento morale per la fatale distrazione. Soddisfatti della "condanna" e di fronte alle lacrime della domestica "pentita", i coniugi hanno deciso però di perdonare la colf, rinunciando al risarcimento. Il "tribunale degli animali"è una camera di conciliazione privata gratuita nata presso l'Aidaa a Parma nel 2008 e che oggi conta su 14 sedi in tutta Italia e circa 120 avvocati volontari.


LA GAZZETTE DI MODENA

7 SETTEMBRE 2009

 

Allevatore a processo per i maltrattamenti a segugi in custodia

 

SAN PROSPERO (MO). Nel gennaio 2007 la Guardia di finanza aveva affidato a un allevamento di cani di San Prospero 82 segugi italiani di razza sequestrati a Bernardo Tarchiani, allevatore di Sansepolcro (Arezzo).  Tarchiani ha cercato più volte di constatare di persona lo stato di mantenimento dei suoi pregiati cani ma tra mille difficoltà non è riuscito a farlo a suo avviso in modo soddisfacente.  E solo recentemente, dopo il dissequestro ordinato dal giudice, gli sono stati restituiti 39 dei cani iniziali. Degli altri 43 non si hanno notizie. L’allevatore ha forti sospetti che siano morti.  Non solo: essendo nel gruppo numerose femmine gravide, il numero dei possibili capi mancanti (cuccioli compresi) ammonterebbe a 60 circa.  Per questo motivo è iniziato al Tribunale di Modena un processo tra le due parti. La prossima udienza si terrà il 29 settembre.  Il sequestro è avvenuto per motivi legati ai controlli finanziari e fiscali delle «fiamme gialle» aretine. Per questo motivo i cani erano solo in custodia giudiziale presso l’allevamento della Bassa.  Eppure, fanno notare i legali di Tarchiani (gli avvocati Eraldo Stefani di Firenze e Livia Braca di Perugia), le condizioni di custodia hanno prodotto un grosso danno.  I cani erano infatti stati portati anche a concorsi locali e nazionali: uno di questi, Alpino, aveva vinto una gara internazionale di bellezza.  Tuttavia, a un primo, difficoltoso controllo erano risultati in pessime condizioni. E dopo la recente consegna dei cani in affido, Tarchiani ha denunciato l’allevatore modenese.


CORRIERE DI MAREMMA

7 SETTEMBRE 2009

 

Il caso - “Stragi di ovini, allarme nel Senese”.

Coldiretti scende in campo in difesa degli allevatori che subisocno danni. “Razzie di agnelli e di pecore causate da lupi e cani selvatici”.

 

Siena - Bilancio negativo per la stagione estiva che si sta per concludere della pastorizia senese. Fausto Ligas, presidente di Coldiretti Siena denuncia che "è esponenziale l'aumento di stragi di ovini, per opera di cani selvatici e, molto probabilmente, di numerosi branchi di lupi. L'ipotesi più conclamata - prosegue Ligas - è che i lupi dall'Amiata scendano in Val d'Orcia e nella zona delle Crete per fare razzie di agnelli e pecore". Le segnalazioni di attacchi arrivano da tutta la provincia, anche dai comuni della Val di Merse. Perdita economica Alle ingenti perdite di capi che gli allevatori subiscono, si sommano gli onerosi costi sanitari e di smaltimento delle carcasse azzannate e uccise. Ligas infatti, spiega che "per ogni capo abbattuto dai feroci attacchi di cani selvatici o lupi affamati, l'allevatore deve sostenere un costo di oltre sessanta euro per lo smaltimento. In altre parole, se alla perdita dell'animale si sommano i costi che seguono la denuncia dell'abbattimento, si capisce bene come il settore dell'allevamento ovino della provincia sia a rischio crisi". In aumento Quantificare il numero di ovini uccisi ogni settimana è molto difficile perché, come svela Ligas "non tutti gli allevatori denunciano di aver subito stragi di pecore" e le ragioni "sono solo economiche - svela Ligas, che spiega - nella mia azienda, in una sola settimana, oltre a perdere quattro pecore ho dovuto sostenere un costo di oltre 240 euro per il loro smaltimento". Nonostante il danno materiale e la spesa monetaria, Ligas come Presidente di Coldiretti Siena invita tutti gli allevatori a "denunciare sempre e comunque, perché questa situazione necessita di una soluzione in tempi brevi, per scongiurare le continue stragi di animali e stanziare un indennizzo agli allevatori per i danni subiti". Secondo Ligas "è inconcepibile che oltre a perdere gli animali allevati, gli agricoltori perdano anche risorse monetarie per denunciare e smaltire i capi abbattuti. Pastorizia in crisi È opinione diffusa tra gli allevatori che se il ripopolamento del lupo viene accolto come un arricchimento della fauna selvatica tipica del luogo d'origine, questo non può assolutamente portare al dissesto economico di piccole e medie aziende locali. La pastorizia non è solo la principale fonte di reddito di molte aziende agricole senesi, è anche un volàno per l'economia dell'intera area, realizzando prodotti tipici di altissima qualità, basti pensare al pecorino di Pienza, noto in tutto il mondo. Equilibrio Secondo Giampiero Marotta Direttore di Coldiretti Siena, "occorre stabilire un giusto rapporto tra territorio e fauna selvatica (cinghiali, caprioli, cervi, lupi, nutri, piccioni, tortore). I selvatici devono essere presenti sul territorio nella giusta misura e nella giusta densità, senza stravolgere, né creare problemi agli allevamenti e alle colture delle imprese agricole". Soluzioni "Per lo smaltimento delle carcasse degli animali, alcune soluzioni potrebbero essere già state individuate dall'Amministrazione Provinciale di Siena - dichiara Marotta, che sottolinea - la necessità di ridurre drasticamente ed immediatamente gli attacchi alle greggi, oggi troppo frequenti, individuando innanzitutto la tipologia degli animali responsabili e attuando soluzioni definitive. Le aziende agricole chiedono forte attenzione alle problematiche del settore, tanto più in un periodo di crisi economica e finanziaria come quello che stiamo vivendo, in cui è importante e vitale ridurre le perdite e i danni". A questo proposito Marotta evidenzia che "l'assessore provinciale Betti, in un recente incontro ha garantito un interessamento immediato, al fine di risolvere le problematiche, non più sopportabili, dei danni da animali predatori".


Animalieanimali

7 SETTEMBRE 2009

 

OLANDA CHIEDE SORVEGLIANZA SATELLITARE SU TRASPORTO ANIMALI

Oggi al consiglio dei Ministri a Bruxelles

 

Ricorrere alla sorveglianza satellitare e alla sua banca dati per sanzionare coloro che non rispettano le regole europee sul benessere degli animali durante il trasporto. E' quanto proporrà la delegazione olandese, pggi a Bruxelles, in occasione del consiglio dei ministri dell'agricoltura dell'Ue dedicato quasi essenzialmente agli interventi per uscire alla grave crisi che ha colpito il settore del latte.
Sul trasporto degli animali l'Aja ha presentato un breve testo al Consiglio Ue in cui sottolinea che i commercianti olandesi sono responsabili di molte esportazioni di animali vivi con una tendenza all'aumento per le lunghe distanze.
Le autorità olandesi ammettono però di "incontrare difficoltà" a sanzionare chi non rispetta la normativa europea sul benessere degli animali nonostante le notifiche di carenze che l'Aja riceve dalle autorità di controllo degli altri Stati membri. E questo - sostiene l'Aja - per le difficoltà di riunire prove sicure sulla base degli strumenti attualmente a disposizione. Il sistema di navigazione satellitare fornirebbe invece dati certi permettendo alle autorità di controllo di agire efficacemente.


Animalieanimali

7 SETTEMBRE 2009

 

FESTA PATRONALE A MOLFETTA, PRIMA VOLTA SENZA CAVALLI

Lo ha deciso il Comitato Feste Patronali, di concerto con l’Amministrazione comunale, la Polizia municipale e il servizio veterinario dell’Asl Ba. Il luogo non è adatto.

 

Rosanna Buzzerio

 

Per il primo anno nella storia della festa della Madonna dei Martiri - a memoria dei più anziani - non si terrà la tradizionale fiera degli animali.A comunicarlo con grande rammarico è il Comitato Feste Patronali che spiega che alla base di questa decisione «c’è la sicurezza delle persone e degli animali stessi. Il luogo deputato per la fiera del bestiame, la zona antistante l’Ospedaletto dei Crociati, non ha vie di fuga e gli spazi non sono idonei per ospitare equidi».
La decisione è stata presa, dopo che il Comitato Feste Patronali ha sentito il parere dell’Amministrazione comunale, della Polizia municipale e del servizio veterinario dell’Asl Ba. Inoltre, l’esperienza non proprio positiva dell’anno scorso ha fatto sì che il Comitato prendesse questa decisione così drastica.
Non poca la delusione si leggerà sui visi dei tanti bambini e non solo, per cui la fiera del bestiame era una occasione per vedere animali che non sono usuali per la città come asini e cavalli (non è detto che non sia un bene per le bestie stesse visto gli spazi ristretti, che hanno creato non poche situazioni di pericolo per i visitatori gli anni passati), mentre rimarranno papere, oche, conigli, criceti, fino a qualche anno fa anche le mucche e i mitici pulcini. Chi non ha mai comprato un pulcino alla fiera?
Il Comitato feste patronali si augura che per l’edizione 2010 il Comune possa trovare uno spazio idoneo per la fiera del bestiame: «un posto che salvaguardi sia le persone che gli equidi».
Forse, anche questo è un segno dei tempi.


REUTERS

7 SETTEMBRE 2009

 

Australia, uomo trova pitone di tre metri nel water

 

SYDNEY - Un uomo australiano controllerà adeguatamente la prossima volta che andrà in bagno, dopo aver scoperto un pitone grande due volte più di lui nella tazza del water.Chris Peberdy, che come lavoro si occupa proprio di catturare serpenti, è stato infatti chiamato in una casa in Virginia, zona rurale vicino a Darwin, nell'Australia settentrionale, dopo che il proprietario ha scoperto un pitone tappeto di tre metri nel water."Non è inusuale trovare serpenti di queste dimensioni nei tropici ma, generalmente, non nel bagno", ha detto Peberdy a Reuters."Deve essere risalito dalle fognature. Stava girovagando per la casa di notte, per poi tornare nel water di giorno".Peberdy, che gestisce la società che si occupa di catturare serpenti Snake N.T., con sede proprio a Darwin, ha detto che i proprietari delle tenute della zona rispettano i serpenti, per cui il pitone non è stato toccato e l'uomo ha utilizzato un altro bagno in attesa che l'animale fosse portato via.Catturare il pitone non è stato facile. L'operazione è stata svolta in quattro tempi da Peberdy, il quale, alla fine, ha catturato il pitone che, in ogni caso, non è velenoso, dal momento che uccide le sue prede per soffocamento."Era raccolto intorno ai tubi così strettamente che non riuscivo a muoverlo. Alla fine, però, sono riuscito a prenderlo", ha detto l'uomo, che cattura, solitamente, fino a 1000 serpenti l'anno.Il pitone, una volta catturato, è stato rilasciato nella boscaglia a circa 2,5 chilometri dalla casa.Peberdy, per sicurezza, ha però fornito alcuni consigli agli abitanti della zona: "Tenete abbassata la tavoletta e controllate sempre prima di sedervi!".


MESSAGGERO VENETO

7 SETTEMBRE 2009

 

Avvistato un orso a malga Tartoi

 

Gino Grillo

 

FORNI DI SOPRA (UD) -  La vallata dell’alto Tagliamento ha un orso stanziale. Ormai è accertato che un giovane esemplare di orso si è accasato nella vallata della Carnia dato che gli avvistamenti, diretti o indiretti, si succedono con regolarità. I più recenti vedono l’orso a Forni di Sopra, dove sul Monte Tiarfin, ai confini con il Cadore, più in quota della Casera Tartoi, il plantigrado è stato avvistato da alcuni cacciatori all’alba di sabato mentre si aggirava fra le mughete. Altri avvistamenti sono testimoniati, all’imbrunire, nei pressi della statale 52 Carnica fra l’abitato di Forni di Sotto e località San Antonio. Recenti tracce sono state denunciate ad Ampezzo, dove l’altra settimana il plantigrado è entrato nel recinto di una azienda agricola e ha divorato una pecora maschio in località Navais. Presumibilmente si tratta, secondo alcuni esperti forestali, dello stesso esemplare che da qualche mese ha posto la sua dimora fra queste vallate. Una zona che per l’orso si presenta ideale, almeno durante l’estate. D’inverno verosimilmente la zona più in quota, di alta montagna, non gli sarebbe adatta per scarsità di cibo, ma, visto che questi animali possono percorrere in una nottata anche 50 chilometri, tanto ampio sarebbe il suo areale, durante i mesi freddi potrebbe svernare nelle zone più a valle. A metà luglio l’orso, un giovane esemplare, un maschio di 3 – 4 anni, del peso di circa un centinaio di chilogrammi è stato più volte avvistato nella zona di Enemonzo, non distante dal Caseificio Val Tagliamento. Precedentemente lo stesso esemplare sarebbe stato avvistato a Forni di Sotto, nei pressi della zona industriale. Negli anni passati si sono avute notizie di passaggi: orme nei prati e nei campi, avvistamenti da parte di turisti, nella zona dei Forni Savorgnani e in Casera Neveade ai confini fra Ampezzo e Forni di Sotto. Più recenti sono le avvisaglie di predazioni, di galline a Forni di Sopra ad inizio estate, e di agnelli ad Enemonzo e ora, nella valle di Ampezzo. L’abbandono da parte dell’uomo dell’agricoltura e la quantità di cibo della vallata, anche grazie alla presenza umana, farebbero di questo territorio un habitat ideale per la presenza di questo animale che è rientrato dopo quasi un secolo dalla notizia dell’abbattimento nei pianori fra la Carnia e il Cadore agli inizi del secolo scorso.


BIG HUNTER

7 SETTEMBRE 2009

 

Wwf Abruzzo: la Regione faccia rispettare le leggi ai cacciatori

 

Dopo il pronunciamento del Tar contro il calendario venatorio regionale (sospeso per quel che riguarda l'apertura alla quaglia e il termine per la beccaccia al 31 gennaio), Wwf denuncia una situazione di caos in tutta l'organizzazione venatoria a partire dall'assessorato regionale, fino a quelli provinciali e agli Atc. In particolare l'associazione ambientalista se la prende ora con la Provincia di Teramo che in questi giorni ha approvato la preapertura al colombaccio, sconsigliata pare dall'Ispra per l'assenza di dati effettivi sulla specie. Anche se Wwf ha specificato che non farà in tempo a tentare il ricorso per i tempi tecnici troppo brevi. WWF ha inoltre scritto alla regione Abruzzo e agli altri enti segnalando tramite una dettagliata cartografia le aree dove è stata accertata scientificamente la presenza della rarissima Lepre italica affinchè tali aree vengano perimetrate e portate a conoscenza dei cacciatori, auspicando che in questi territori venga chiusa la caccia alla Lepre europea per la facilità di confonderla con la specie protetta.

Si richiedono poi specifici controlli per far rispettare il divieto della caccia al cinghiale in braccata nelle aree in cui è presente l'orso e si ribadisce l'obbligo da parte dei cacciatori di compilare i tesserini venatori indicando le specie abbattute, così come stabilito dalla Commissione Europea per il monitoraggio delle specie.
“Auspichiamo – scrive Dante Caserta, Wwf - che tali strumenti di programmazione e gestione siano costituiti in primis con l'obiettivo di tutelare le specie e non per avallare in maniera formale scelte filo-venatorie. Il WWF da anni promuove ricerche e produce dati sulla fauna abruzzese con rigore scientifico pubblicando su riviste scientifiche internazionali con prestigiosi comitati di redazione super-partes. Per questo il WWF, come sempre, farà delle proposte costruttive sperando di non dover constatare nuovamente l'atteggiamento di chiusura finora tenuto dall'Assessorato regionale.”

BIG HUNTER
7 SETTEMBRE 2009
 
Caccia, Veneto. Legambiente contro la Regione sulle politiche venatorie
 
I cacciatori veneti restano in attesa di sapere se e come potranno cacciare alcune specie in deroga. Sappiamo che la discussione sulla nuova proposta approvata dalla Commissione (per sei specie) e iscritta nell'ordine del giorno delle ultime tre sedute non è stata ancora affrontata ma che la giunta ha intenzione di approvare il provvedimento con un'apposita delibera per non incappare nella trappola dei 6 mila emendamenti dei Verdi, il tutto prima dell'inizio della stagione venatoria. Legambiente intanto ne approfitta per ricordare che il Veneto è già sotto inchiesta alla Corte di giustizia Europea per i provvedimenti delle scorse stagioni, non sufficientemente motivati secondo i parametri imposti dalle direttive comunitarie.
L'associazione ambientalista se la prende anche contro il calendario venatorio   in quanto conterebbe “palesi violazioni alla normativa nazionale e comunitaria, specie in materia di limitazione alla caccia nelle Zps (Zone di protezione speciale), tutela delle specie in estinzione, addestramento cani e via dicendo”. In particolare Legambiente si esprime contro le aperture di questi giorni “Ben 8 giornate di caccia in più in settembre, rispetto all’apertura generale prevista per legge per la terza domenica di settembre” sulle quali l'Ispra avrebbe espresso parere in gran parte negativo, così come sui roccoli.

IL CACCIATORE

7 SETTEMBRE 2009

 

Veneto: le proteste di Legambiente

Legambiente Veneto si pone in aperta polemica nei confronti della Regione Veneto in merito alle politiche che regolano la stagione venatoria 2009/2010, soprattutto per ciò che riguarda la caccia in deroga: secondo gli ambientalisti non viene rispettata la normativa nazionale e comunitaria

 

Rovigo – L’apertura ufficiale della stagione venatoria è fissata per il 20 settembre, ma il calendario regionale 2009/2010 ha consentito che i primi spari si siano potuti anticipare in alcune date che rientrano nella cosiddetta preapertura.
Legambiente Veneto diffonde a tal proposito alcuni dati relativi alla passata stagione di caccia e fa il punto della situazione sulla legittimità a cacciare alcune specie, riportando che l’Ispra (Istituto superiore per la Ricerca e la Protezione ambientale) aveva espresso parere in gran parte negativo sull’anticipo di stagione.
“Ben 8 giornate di caccia in più in settembre, rispetto all’apertura generale prevista per legge per la terza domenica di settembre” si legge nella nota, ovvero: i cacciatori cominceranno a praticare la loro attività a stagione turistica ancora in corso, invadendo campi e colture ancora in atto, con tutte le conseguenze del caso, sia in termini di danni alle colture che di rischio per la sicurezza pubblica. Solo lo scorso anno, infatti, l’attività venatoria, ritenuta un sport, ha fatto ben 44 morti ed 84 feriti (umani).
“La prossima stagione venatoria in Veneto si apre, purtroppo, sotto l’incombere delle prossime elezioni regionali, che si terranno nel 2010, ed allora ecco la gara a livello politico per accaparrarsi i voti dei cacciatori, concedendo quanto più possibile in barba a leggi o regolamenti, in una dissennata politica sparatutto di totale asservimento alla lobby dei cacciatori. – sostengono da Legambiente, e proseguono – Il calendario venatorio 2009/2010, emanato in luglio dalla Giunta regionale, contenente come al solito palesi violazioni alla normativa nazionale e comunitaria, specie in materia di limitazione alla caccia nelle Zps (Zone di protezione speciale), tutela delle specie in estinzione, addestramento cani e via dicendo”.
Gli ambientalisti ricordano poi che è vigente dal 2007 il nuovo Piano faunistico venatorio, che, secondo quanto affermano “priva i cittadini del diritto alla biodiversità ed alla conservazione dell’ambiente, poiché ha aperto alla caccia aree importantissime e da tutelare, al solo scopo di dare nuove vittime ai fucili dei cacciatori”. La polemica di Legambiente si estende anche alla preapertura della stagione venatoria: “Stessa cosa possiamo dire per la caccia in deroga, sinora effettuata grazie a leggine regionali ad hoc, con il Veneto già sotto inchiesta della Corte di giustizia europea per queste illegittimità che permettono la caccia per “fini ludici” di specie protette senza alcuna seria motivazione, e che quest’anno vuole essere riproposta includendo fra le specie cacciabili uccelli utili all’agricoltura, poiché insettivori, come la Pispola ed il Prispolone, o piccoli uccelli canori come il Verdone ed il Fringuello”.
Conclude la nota di Legambiente, informando: “Vale appena la pena di notare che anche i roccoli, ovvero gli impianti di cattura utilizzati per rifornire gratuitamente i cacciatori di richiami vivi saranno attivati con il parere negativo dell’Ispra. In definitiva c’è poco da gioire della prossima apertura della caccia, considerato che, come al solito, le posizioni dell’assessore regionale competente, più che finalizzate alla tutela dell’ambiente sembrano interessate alla tutela dei cacciatori a discapito dei diritti dei cittadini”.http://www.rovigooggi.it


LA NUOVA VENEZIA

7 SETTEMBRE 2009

 

Ambientalisti con i fischietti contro l'anticipo della caccia

 

MIRA (VE). Manifestazione degli ambientalisti contro i cacciatori e contro l’anticipo della caccia, ieri, a Giare di Mira, a ridosso delle cavane e a Dogaletto. «La caccia partirà ufficialmente - spiega Francesco Vendramin, capogruppo dei Verdi a Mira - il 20 settembre in laguna. Ma nell’entroterra è prevista la caccia alla volpe, che vogliamo contrastare, come quella agli anatidi della zona lagunare. Per questo motivo abbiamo deciso di essere qui con fischietti, simbolicamente davanti alle cavane, che spesso sono il punto di partenza dei cacciatori che sono nel 90% dei casi anche cavanisti». Manifestazioni di protesta contro l’inizio della caccia ci saranno nei prossimi giorni. «Dal 20 in poi andremo direttamente con barche e fischietti di prima mattina in mezzo alla barena - dice Vendramin - per disturbare ogni fine settimana la stagione venatoria. Resta il fatto che chiediamo controlli continui anche alla polizia provinciale contro il bracconaggio». Episodi di bracconaggio si sono già verificati nelle scorse settimane a Forte Tron, a Ca’ Sabbioni e in laguna sud a ridosso della canaletta di Lova. Qui alcuni pescatori sono stati impallinati da bracconieri. Gli ambientalisti dell’associazione Vas hanno denunciato il ritrovamento di bossoli e carcasse di animali in cassa di colmata.


IL CENTRO

7 SETTEMBRE 2009

 

Caccia, apertura tra le polemiche

 

PESCARA. Si è inaugurata tra le polemiche la preapertura della caccia ieri in Abruzzo. Per il Verde Walter Capotale si è trattata di una «drammatica apertura», con «migliaia di merli, cornacchie, tortore e gazze sterminate da 16mila cacciatori, l’1% della popolazione regionale».  Tutto questo, dice il consigliere regionale «senza che vi sia stata una analisi scientifica delle popolazioni cacciabili, della loro consistenza e numero, delle loro zone di criticità»  Dalle doppiette si sono salvate al momento solo le quaglie, «grazie all’encomiabile sentenza del Tar che ha accolto il ricorso del Wwf Abruzzo» (la sentenza, contro la quale l’assessore all’Agricoltura Mauro Febbo ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato, cancella anche il posticipo della caccia alla beccaccia).  Caporale critica infine la Regione per la concessione della preapertura della caccia perché «il calendario venatorio abruzzese è stato approvato il 3 agosto 2009, senza la preventiva predisposizione di adeguati piani faunistico-venatori, come previsto dalla Legge quadro nazionale sulla caccia (157/92): in Abruzzo invece i piani faunistici provinciali sono tutti scaduti».  Alla preapertura della caccia è contrario tutto il mondo ambientalista. Nei giorni scorsi il Wwf nazionale aveva lanciato un appello alle Regioni: «Le preaperture all’attività venatoria non tutelano la biodiversità, le regioni ci ripensino».  L’associazione ambientalista ha ricordato che il periodo tra fine agosto e i primi di settembre è un momento molto delicato per gli animali selvatici perché corrisponde al termine della stagione riproduttiva quando gli animali sono molto vulnerabili. Per questo motivo la legge nazionale stabilisce l’apertura della caccia alla terza domenica di settembre. Intanto Febbo ha annunciato che presto verrà redatto il nuovo piano faunistico regionale scaduto da quattro anni.


DIRE

7 SETTEMBRE 2009

 

Adriatico, e le tartarughe finiscono azzannate dai 'denti di cane'

 

BOLOGNA - Tartarughe, che brutta estate! E' iniziato il 15 luglio, e nessuno immaginava le dimensioni che il fenomeno avrebbe assunto nei due mesi seguenti. La spiaggia romagnola è piena come al solito di turisti che nuotano, prendono il sole, passeggiano sulla battigia. Qualcuno si ferma, incuriosito da quello che a prima vista pare un rifiuto portato dalle onde, completamente incrostato di piccole conchiglie. Invece, sorpresa, il piccolo relitto spinto a riva dalla corrente è una tartaruga marina ancora viva seppure completamente esausta, una Caretta-Caretta, specie diffusa nel Mediterraneo ma protetta perché a rischio di estinzione. E le minuscole conchiglie che ne ricoprono non solo il guscio ma anche le pinne, la testa e la coda sono Balani, crostacei comunemente noti come 'denti di cane'. La tartaruga è ancora giovane, come testimonia la dimensione del guscio lungo circa 25 centimetri, non ha più di un anno. E' debole e disidratata. Dopo il primo ritrovamento tanti altri, tutti con le stesse caratteristiche: individui giovani completamente ricoperti dai crostacei che normalmente aderiscono solo al guscio, senza causare particolari problemi ai loro ospiti. Fino ad oggi la Fondazione Cetacea di Riccione, che dispone di un ospedale veterinario specializzato nel soccorso delle tartarughe marine, ha ricoverato 64 esemplari affetti dagli stessi sintomi.  "L'epidemia è esplosa non solo sulle coste romagnole, in provincia di Ravenna, Forlì, Rimini– spiega il dottor Marco Affronte, responsabile scientifico della Fondazione– ma anche nella zona nord delle Marche, nel ferrarese e sulle spiagge del veneto. In totale sono stati soccorsi circa 125 esemplari, che considerando la scarsa diffusione di questa specie sono un numero preoccupante. La nostra struttura, attrezzata per ospitare non più di 20 animali, è sovraccarica al punto che ci mancano le risorse economiche e organizzative per far fronte all'emergenza. Ci siamo rivolti ad altri centri veterinari in regione e abbiamo contattato per un consulto ricercatori di tutto il mondo, in Georgia, in Florida, in Spagna e a Dubai".


LA NUOVA VENEZIA

7 SETTEMBRE 2009

 

Trovati due scorpioni velenosi

 

SAN DONA’(VE). Due scorpioni ritrovati nel giro di pochi giorni nel Basso Piave, è di nuovo allarme animali pericolosi sul territorio. Lo lancia il Wwf, con il referente locale, il professor Claudio Caldo che è anche ai vertici dell’associazione Italia Nostra. I due scorpioni sono stati segnalati da alcuni passanti, uno nel centro della frazione di Caposile e l’altro nell’immediata periferia di Noventa. Stavano zampettando sul marciapiedi quando li hanno visti nitidamente e avvertito i volontari del Wwf. Dopo le vipere, le nutrie, rettili di vario genere, ora anche gli scorpioni, oltretutto velenosi, come hanno potuto appurare gli esperti del Wwf. «Erano specie provenienti da paesi caldi e lontani - spiega Caldo preoccupato - e questo significa che qualcuno li ha perduti o peggio ancora liberati. Noi li abbiamo subito recuperati con i nostri mezzi e con la massima accortezza, perché erano velenosi come ha successivamente comunicato il nostro centro analisi di Verona dove mandiamo tutti gli animali recuperati in questi frangenti». Il Wwf ora teme che qualcuno si diverta a liberare animali tropicali velenosi.


IL PICCOLO

7 SETTEMBRE 2009

 

ANIMALI

 

di CLAUDIO ERNÈ

 

Spari veri ai cinghiali, con proiettili calibro 7. E spari a salve all’interno del centrosinistra dove gli abbattimenti attuati dai guardacaccia della Provincia stanno suscitando numerose prese di posizione congiunte ad alcuni ”distinguo”. Non dissimile però la situazione nell’opposto schieramento politico, dove la palla avvelenata viene lanciata sia verso la Regione di centrodestra che ha autorizzato i cento abbattimenti, sia verso la Provincia di centrosinistra che li sta attuando in periferia con i propri uomini in divisa. Fuori del coro l’ex assessore di An Franco Bandelli che riferendosi agli spari parla di «sindrome da Far West» e dell’impossibilità di gestire «scene di caccia a Rozzol Melara». «Oggi si vuole chiudere con gli abbattimenti una porta rimasta aperta 15 anni. Tutti sapevano dei cinghiali ma non è stato fatto nulla. È indispensabile - dice Bandelli - trovare metodi più civili per controllarne l’espansione. Non si può solo pensare ai fucili: per gli spari effettuati a pochi metri dalle case, sono d’accordo con l’esposto di Marino Andolina. La legge va fatta rispettare». Molto diverse le parole del sindaco Roberto Dipiazza, cacciatore in attività e favorevole fino a ieri agli abbattimenti. «È scandaloso. Chi ha ucciso i cinghiali in questo modo e ha lasciato le loro carcasse nel bosco è fuori di testa. Dovremo disinfestare le aree dove i cinghiali sono stati lasciati putrefare e dovremo spendere altri soldi. Allora lasciamoli vivi o apriamo gli abbattimenti ai cacciatori che sanno come fare, togliendo loro le viscere in tempo reale, subito dopo l’abbattimento. È scandaloso il metodo adottato dalla Provincia. Quella carne, con le adeguate misure, poteva finire sui tavoli di qualche mensa. È roba di Dio, come i campi di grano e non si può trattarla in questo modo...» Fabio Omero punta il dito accusatore verso l’iniziativa di Marino Andolina che si è rivolto alla Procura denunciando che i guardiacaccia della Provincia sparano anche a pochi metri da case e strade. Il capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale si chiede retoricamente «dove fosse il consigliere Andolina di Rifondazione comunista, quando il Comune forava le uova dei gabbiani per limitarne la sovrapopolazione. Eppure il medico del Burlo avrebbe dovuto dimostrare la stessa sensibilità che oggi ha per i cinghiali anche per l’equilibrio psicofisico delle povere gabbianelle». Nella vicenda cinghiali entra in controsterzo anche Laura Famulari, presidente dell’Assemblea provinciale dei Democratici. Non attacca l’iniziativa di Andolina, ma difende a spada tratta la scelta della Provincia di dar voce alle armi. «Si sono valutate tutte le alternative e in una situazione di emergenza, purtroppo l’unica percorribile, è risultata quella degli abbattimenti». Il vicesindaco Gilberto Paris Lippi (An), che ha lasciato da quattro giorni la responsabilità dell’Ufficio zoologico al collega Michele Lo Bianco, sottolinea che il problema degli abbattimenti dei cinghiali è di pertinenza della Provincia. «Dopo aver emesso l’ordinanza che vieta di fornire cibo a questi animali, il compito del Comune si è esaurito. Posso però dire che in qualche modo capisco coloro che offrono da mangiare a una famiglia con i cuccioli. Molti vedono una mamma con i suoi piccoli e in qualche modo si commuovono». Maria Monteleone, capogruppo del Pd in Provincia, rimbrotta intanto il presidente dell’Enpa Gianfranco Urso. «Il piano di abbattimento non è sterminio né mattanza. Andiamoci piano con le parole. La Provincia non infierisce in modo gratuito e interviene su mandato della Regione». La battuta dei guardacaccia dalla Provincia ha suscitato reazioni pesanti anche all’interno dell’arcipelago verde. Maurizio Rozza, il maresciallo della Provincia fotografato su una pagina del Piccolo con una carabina in mano, è un esponente di questo schieramento, siede nel Consiglio comunale di Duino Aurisina e su di lui - candidato alle precedenti elezioni europee - aveva puntato Margherita Hack con una dichiarazione pubblica di appoggio. Eppure Rozza ha sparato e ucciso. «È il suo lavoro. Ho capito la sua sofferenza», afferma Giorgio Millo, segretario provinciale dei Verdi: «Ho stima di Maurizio, non credo che il nostro movimento per quanto sfilacciato a livello nazionale, possa prendere provvedimenti contro di lui. Ha dovuto sparare e non ha cercato soluzioni furbe per evitare di farlo». Anche il consigliere comunale verde Alfredo Racovelli è dello stesso parere. «Sei mesi fa avevo chiesto in Comune l’apertura di un tavolo di concertazione per affrontare il problema dei cinghiali in modo incruento. Mi è stato negato, preferendo dare voce alle armi. Nessuna polemica con Rozza, la sua storia di ambientalista lo mette al riparo da tutto. Ha salvato decine di animali, ha denunciato bracconieri, si è dato da fare.

 
 

 

            07 SETTEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE
 

TG COM

7 SETTEMBRE 2009

 

Il grasso è come il raffreddore

C'è un legame con l'adenovirus

 

Susanna Marcellini

 

Non solo mal di gola e naso che cola. L'adenovirus, un virus noto e altamente contagioso, sarebbe responsabile anche dei chili di troppo. Dunque l'obesità, sostengono i ricercatori statunitensi del Pennington Biomedical Research Centre, in Louisiana, si contrarrebbe esattamente come un comune e fastidioso raffreddore. Complici mani sporche e colpi di tosse, le vie più comuni attraverso le quali si fa strada l'adenovirus.

"Quando il virus raggiunge il tessuto cutaneo - spiega Dhurandhar - si replica, facendo più copie di se stesso. Il processo aumenta il numero di nuove cellule grasse, il che spiegherebbe perchè il tessuto adiposo cresce e perchè la gente ingrassa quando si infetta con questo virus". La prova arriva da un test di laboratorio condotto su topi e polli. Infettati con il virus sotto accusa, gli animali contagiati ingrassavano molto più rapidamente di quelli non infettati dall'adenovirus, e questo a parità di cibo ingurgitato. Secondo Nikhil Dhurandhar, a capo della ricerca "made in Usa", l'adenovirus entra nei polmoni e si propaga rapidamente nel corpo, spingendo le cellule adipose a moltiplicarsi, oltre a causare mal di gola.Se le prove di laboratorio sugli animali non lasciano spazio a dubbi, un nuovo capo d'accusa comproverebbe che anche per gli uomini l'adenovirus costituisce un nemico giurato della linea. Un test ha infatti dimostrato che un terzo delle persone "oversize" ha contratto il virus finito sul banco degli imputati, contro l'11% della gente in forma. L'aumento del peso, spiegano i ricercatori americani, può durare anche tre mesi prima che il corpo maturi resistenza al virus. E ci vorranno tra i 5 e i 10 anni, assicura Dhurandhar, prima di arrivare a un vaccino. E’ quindi inutile cercare di evitare il virus.C’e anche un’altra corrente di pensiero che ci arriva da  uno studio  dell'American Journal of Clinic Nutrition che  evidenzia uno stretto rapporto tra l‘aumento di peso e le frequentazioni specie in età scolastica. Sono stati invitati 130 bambini fra i 9 e i 15 anni a mangiare cià che volevano mentre erano in giro con coetanei che non conoscevano e poi altri di cui erano già amici. Con i secondi mangiavano di più, specialmente se gli amici erano sovrappeso. L’ideale sarebbe, come ci dicono i nutrizionisti, una vita sana e regolare.


PAGINE MEDICHE

7 SETTEMBRE 2009

 

Gli spuntini notturni? Dannosissimi per la dieta e la salute

 

Svuotare il frigo in preda a un raptus di golosità notturna è il nemico numero 1 della dieta.La studiosa Deanna Arble della Northwestern University ha, infatti, analizzato per la prima volta dal punto di vista scientifico quanto costano gli spuntini notturni in termini di salute e di chili in più. L’esperimento ha visto coinvolti due gruppi di topi che per sei settimane sono stati nutriti con una dieta ad alto contenuto calorico e di grassi ma in momenti differenti della giornata. In particolare, un gruppo si alimentavano di giorno e un altro, invece, di notte.Il risultato ha mostrato che i topi che mangiavano nelle ore nelle quali avrebbero dovuto dormire ingrassavano il doppio rispetto agli altri, a parità di cibo e di attività fisica.Ciò lascerebbe supporre, ha spiegato la ricercatrice sulla rivista Obesity, che la differenza la facciano le ore della giornata nelle quale si mangia: il ritmo cardiaco che regola le fasi di veglia e di sonno sarebbe, quindi, direttamente connesso con il metabolismo e ciò spiega perché mangiare di notte, soprattutto cibi ipercalorici e pieni di zuccheri, vanifica qualsiasi tentativo di dieta che si fa durante il giorno.


LA STAMPA

7 SETTEMBRE 2009

 

Una carenza di vitamina C può compromettere lo sviluppo mentale del nascituro

Meno neuroni e problemi di memoria

 

La Vitamina C è una tra i composti chimici più importanti per la salute umana, ma anche per quella del futuro bebè.  Secondo un recente studio, bassi livelli di questa vitamina possono compromettere lo sviluppo mentale dei neonati.  La ricerca, condotta su modelli animali, ha mostrato che i neonati della cavie aveva il 30% in meno di neuroni dell'ippocampo e significativi problemi di memoria spaziale. Secondo il dr. Jens Lykkesfeldt della Facoltà di Scienze della Vita presso l'Università di Copenhagen e coordinatore dello studio, al pari delle cavie gli esseri umani dipendono dal ricevere la vitamina C attraverso la dieta. Per questo motivo, secondo gli scienziati, una carenza vitaminica in gravidanza o durante l'allattamento al seno, può portare a uno sviluppo alterato del feto o del neonato poiché la vitamina C pare essere rilevante per l'attività cerebrale.Ulteriori test hanno evidenziato come i feti dei topi che non erano in grado di trasportare la vitamina C abbiano riportato gravi danni al cervello; gli stessi che sono collegati ai nati prematuri e che possono portate a sviluppare disabilità cognitive più avanti nella vita.  Vi sono infatti diverse testimonianze a prova del fatto che i bambini con difficoltà di apprendimento nei primi anni di vita, non abbiano beneficiato di sufficienti livelli di vitamina C. Questo fatto increscioso potrebbe essere prevenuto semplicemente offrendo degli integratori alle mamme in attesa e alle neomamme a rischio, ha poi suggerito Lykkesfeldt. Lo studio è stato pubblicato sul "American Journal of Clinical Nutrition".


ANSA

7 SETTEMBRE 2009

 

Animali: la musica li influenza

Studio Usa su reazioni alle canzoni sulle scimmie

 

(ANSA)- WASHINGTON - Se fatta appositamente per loro, la musica non solo piace agli animali, ma li influenza emotivamente, proprio come accade con gli uomini.E' la conclusione a cui sono arrivati Charles T.Snowden, psicologo della University of Wisconsin, e David Teie, violoncellista della National Symphony Orchestra, autori di uno studio in Usa sulle reazioni alla musica nelle scimmie Tamarin.I ricercatori vogliono estendere il programma ad altri mammiferi.La musica e' stata creata appositamente per gli animali.


 

torna alla pagina iniziale [email protected] torna all'archivio della rassegna stampa