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L'ARENA
6 MAGGIO 2011
Veleno ai gatti. Bimbi in pericolo
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Verona - PERICOLO SOTTO CASA. Tre gatti avvelenati con bocconi pieni di pesticida, trovati moribondi tutti nello stesso giardino condominiale in una via di Santa Lucia, dove di solito giocano i bambini. Il gesto, oltre ad essere un reato penale, poteva avere risvolti tragici: «Hanno usato pesticida o veleno per lumache», dice il veterinario Carlo Favalezza, che ora cerca di salvare i mici, «sostanze molto pericolose, guai se accidentalmente ingerite da un bimbo: l'effetto è immediato»
LA NAZIONE
6 MAGGIO 2011
Quarrata (PT), spari a un setter Ferito un altro cane
Paura al quagliodromo di Catena. Il secondo colpo ha sfiorato anche il padrone. L'inchiesta dei carabinieri
Giancarlo Zampini
Pistoia, 6 maggio 2011 - Ancora uno sparo ai danni di un cane. Dopo le fucilate al cocker nei pressi delle Grazie, il caso si ripete a Quarrata. E’ accaduto all’aspirante cacciatore Daniele D’Angelo, quando ha portato il proprio cane Pedro, uno splendido setter di soli 11 mesi, al quagliodromo: l’animale si è allontanato e nei pressi di una rimessa rurale gli hanno sparato ferendolo alle zampe anteriori.Una mattinata che Daniele D’Angelo, artigiano di Quarrata, non dimenticherà tanto facilmente, così come il suo cane rimasto impallinato e sotto choc. E’ accaduto mercoledì a Catena di Quarrata, racconta lo stesso D’Angelo, in presenza di altre persone: "Come altre volte ho portato il cucciolo al quagliodromo di Catena, senza fucile. Al mattino non si può sparare, è consentito solo il mercoledì pomeriggio e nei giorni di sabato e domenica in presenza di una guardia venatoria"."Ebbene - prosegue -, erano circa le 12 quando il cane si è allontanato fuori dall’impianto, è tornato dopo mezz’ora tremante ed impaurito. Si è allontanato di nuovo e fatti duecento metri ho sentito uno sparo ed il cane che guaiva: sono corso nella sua direzione, ma giunto ad una quarantina di metri da lui è arrivato un altro sparo che ha colpito il mio Pedro alle zampe anteriori. La reazione del cane è stata quella di scappare, infatti lo hanno ritrovato sanguinante nei pressi del negozio Baccotabacco di Catena. Sentito il secondo sparo, che mi poteva anche colpire, ho inveito contro l’autore che si trovava dietro una recinzione, un uomo fra i sessantacinque ed i settant’anni. Primo ho fatto le mie rimostranze, poi ho chiamato il 112 che hanno fatto intervenire i carabinieri di Quarrata".Intanto Daniele D’Angelo ha provveduto a fare denuncia e rivolgersi ad un legale. Riguardo Pedro, davvero un bel cucciolo, sta meglio, si muove bene, anche se è ancora sotto choc : "Nutro molti dubbi che possa liberarsi dalla paura dello sparo, conclude Daniele D’Angelo, non so se potrà diventare un cane da caccia, in caso contrario continuerà comunque a fare parte della mia famiglia".
MB NEWS
6 MAGGIO 2011
Lissone (MB), trovati alcuni testimoni. Si cerca chi ha trascinato il cane con l’auto
Un vero e proprio tam tam nella rete che ha portato a trovare diversi testimoni dello sconsiderato gesto di un uomo che, ieri in via Santa Margherita a Lissone, ha legato un pastore tedesco all'auto tirandolo per decine di metri. L'appello partito dall'Enpa e che ha trovato eco prima sul nostro giornale e poi in face book (più di 7000 persone hanno condiviso il link) sta servendo.Da un testimone oculare si è passati ad altri che sarebbero in grado di dare ulteriori elementi per l'identificazione dell'autore dello sconsiderato gesto. La denuncia sarà appoggiata anche dal Comitato Ugda, garante dei diritti degli animali.
Pare però che le informazioni intorno al momento del trascinamento non siano ancora abbastanza. L'Enpa e il Comitato continuano a sollecitare chiunque abbia assistito alla terrificante scena a entrare in contatto con loro. L'uomo che ha legato il proprio cane all'autovettura, una Fiat Punto color vinaccia-bordeaux, rischia non poco, spiegano quelli dell'Ugda: il reato è di tipo penale, e dopo gli ultimi inasprimenti voluti dal Governo in base a ciò che deciderà il giudice, il colpevole potrebbe essere rinchiuso in carcere per alcuni mesi e dover pagare una cifra considerevole. Nulla in confronto allo sdegno e alla rabbia provata dai nostri lettori, che nei commenti hanno ben esplicitato cosa farebbero loro a questo "animale". Secondo le ultime informazioni il pastore tedesco sembrerebbe stare bene: dall'Ugda raccontano che chi ha visto la scena in via Margherita, abbia sì visto un cane fortemente impaurito che con la coda tra le gambe cercava di non farsi tirare dall'auto, ma pare che l'auto andasse abbastanza piano da non avere leso in modo grave il quadrupede. L'ipotesi più accreditata è che lo scellerato padrone abbia ad un certo punto, dopo qualche decina di metri, deciso di mettere di nuovo a bordo dell'auto l'animale, forse proprio perché accortesi di essere stato notato da diverse persone che passavano nella trafficata via Margherita, angolo via Nazario Sauro a Lissone.
CORRIERE ADRIATICO
6 MAGGIO 2011
Cani maltrattati Caso in Tribunale
Macerata - Nuova udienza ieri per il processo che vede imputata Niedwiedzka Katarizina, 42 anni, che all’epoca dei fatti gestiva il canile Casa del cane Sara di Macerata. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero onorario Francesca D’Arienzo, la donna avrebbe detenuto nella struttura 171 cani in condizioni tali da procurare loro lesioni e sevizie insopportabili. Gli stessi animali, sempre secondo l’accusa, sarebbero stati tenuti in box di ridotte dimensioni e non coperti. Ieri il giudice Pecorari ha ammesso la costituzione di parte civile di tre associazioni animaliste, assistite dall’avvocato Francesca Risito.
CORRIERE ADRIATICO
6 MAGGIO 201
Il responsabile ora chiede i danni
Stella Pende a processo per il pezzo sul canile
Senigallia (AN) - Sotto accusa la nota giornalista Stella Pende per un articolo pubblicato su Panorama, riferito ad un canile di Ostra Vetere. Il processo si è aperto ieri nel Tribunale di Senigallia. A denunciarla per diffamazione a mezzo stampa un veterinario senigalliese, che esercita anche in città, titolare del canile finito sul giornale. L’articolo incriminato riferiva in merito al titolare: “è stato denunciato per maltrattamento di cani: molti si sono ammalati di alopecia e non pochi sono morti per denutrizione (avevano lo stomaco gonfio di acqua). Tranne sabato e domenica (perché nessuno si scomoda per farli almeno mangiare) ricevono manciate di mangime gettate per terra e, all'insegna della legge del più forte, ognuno s'arrangia per sfamarsi”.
Il voto dato alla struttura, che ospita circa 150 can i, è stato 1,5. L’inchiesta di Panorama, svolta su scala nazionale, dava un voto compreso tra 0 e 5 ai canili. Il processo si è aperto ieri ma sul banco degli imputati non c’era Stella Pende. La giornalista molto attesa non si è infatti presentata. Il processo è stato rinviato per ascoltare i testimoni dell’accusa e delle difesa e ricostruire così la vicenda, permettendo al giudice Francesca Giacquinto di capire se, in base alle condizioni in cui venivano tenuti gli animali, ci saranno gli estremi per condannare o assolvere l’imputata. Nelle prossime udienze verranno infatti ascoltate persone, in grado di riferire in merito allo stato della struttura e sul trattamento dei suoi ospiti a quattro zampe. Per l’accusa era presente il pubblico ministero Cinzia Servidei.
IL TIRRENO
6 MAGGIO 2011
Sparite decine di gatti, mistero alla Certosa
Pierluigi Ara
CALCI (PI). Spariscono i gatti uno dietro l’altro, addirittura due e tre alla volta. Portati via o avvelenati? È un mistero. Succede alla Certosa. La colonia felina, composta da una quarantina di mici, regolarmente costituita con tutti i crismi di legge, risulta fortemente ridimensionata. «Quasi dimezzata» tiene a precisare Elvira Bartoli, la quale con la collega Ginetta Stefanini cura le bestiole con somma cura.
La Bartoli lavora presso il celebre complesso monumentale da 27 anni. «Opero qui dal 1984 - tiene a sottolineare -, c’ero già al tempo in cui sovrintendeva alla visite guidate Aquilio». Aquilo è un personaggio mitico anche per la sua azione illuminata esplicata in tempo di guerra a favore dei rifugiati e nella salvaguardia delle opere d’arte. L’ultimo gatto che non fa più parte della colonia felina è Findus, un bell’esemplare, manto rossiccio, che aveva scelto di vivere qui rinunciando alla sua vecchia padrona. Sulla sparizione dei mici stanno indagando i vigili della polizia municipale. Una dettagliata denuncia è stata presentata al comando dei vigili urbani, guidato dal capitano Renato Sarno, che si è attivato al fine di far luce sul caso per certi aspetti piuttosto complesso. Fuffi, Cecchino, Rosina e compagni che male potevano, o possono fare visto e considerato che non recano disturbo a nessuno perché non ci sono vicini né orti o giardini e neppure abitazioni. «È davvero inspiegabile quanto sta avvenendo», commentano tutti coloro che abitualmente si recano alla Certosa: In fondo la colonia felina rappresenta anche un elemento di ornamento, un valore aggiunto». I turisti, prima e dopo avere ammirato affreschi, sculture e cimeli artistici, si sono abituati a vedere i gatti; li coccolano ricambiati nelle affettuose attenzioni. Lasciano perfino offerte. Tenere e mantenere i mici, dall’altra parte, comporta anche un costo non indifferente. Nessuna sovvenzione e nessun aiuto da parte di istituzioni o associazioni. Tutto si basa sul volontariato dei dipendenti della Certosa. «Per sottoporre a intervento chirurgico uno dei gatti - confida la Bartoli - ultimamente ci siamo messi le mani in tasca per pagare circa 300 euro». Rimane fitto il mistero della sparizione. Non siamo in Cina dove i fedeli amici dell’uomo costituiscono un piatto ricercato; neppure da queste parti rientra nei menù il gatto che in alcune località costituisce una pietanza da buongustaio. E allora? Mistero. Oltre la denuncia ufficiale sono stati informati l’Enpa, l’ente nazionale protezione animali, nella persona della presidente Maria Teresa Barghigiani e il dottor Marco Del Torto, responsabile Usl 5 di Pisa.
ALTO ADIGE
6 MAGGIO 2011
Trovato morto il cane di Mariel
BOLZANO. Alla fine il suo corpo è stato ritrovato, incastrato tra i sassi del Talvera, sotto il ponte giallo che si trova dietro la questura di Bolzano. Dior, il levriero afgano nero di Mariel Rudi, è morto annegato, così come la sua padrona che si era gettata tra le acque gelide del Talvera per tentare di salvargli la vita.
A notarlo sono stati alcuni passanti che hanno visto il corpicino del cane avvolto dall’acqua. Hanno avvisato i carabinieri poco dopo le 18. Sul posto sono giunti immediatamente gli uomini dell’Arma, così come i sommozzatori dei vigili del fuoco del corpo permanente di Bolzano, e i vigili urbani. I pompieri hanno avuto il compito di liberare il cane rimasto incastrato tra le pietre del torrente, mentre i vigili urbani hanno dovuto verificare l’identità dell’animale tramite il micro-chip sottocutaneo. Dopodiché il corpo di Dior è stato prelevato e portato via dal servizio veterinario. Intanto, anche ieri amici e familiari sono andati a portare un fiore o ad accendere una candelina sul luogo della disgrazia, poco prima di ponte Talvera, dove Mariel si è gettata nel fiume per tentare di salvare la vita al suo cucciolo in difficoltà. Sulla riva, ad attenderli, c’erano Kitty e Lady, gli altri due cani della 19enne. Ma hanno atteso invano, perché Mariel e Dior non hanno fatto più ritorno. Oggi, alle 9.25, verrà celebrata la messa in suffraggio in ricordo di Mariel, presso la chiesa parrocchiale San Domenico. Successivamente, alle 10.25, partendo dall’entrata principale del cimitero di Oltrisarco, mamma Donika, papà Zef, così come i nonni e gli zii, ma anche amici e parenti, diranno addio a Mariella, una giovane ragazza che è morta per il suo cane.
GEA PRESS
6 MAGGIO 2011
Venezia: combattimenti tra cani e cinghiali (foto)
Intervento dei Carabinieri. Un arresto e cinque denunciati a piede libero.
Ne avevamo parlato in recenti articoli di GeaPress. In Italia tutto era pronto per la ripresa dei combattimenti. Una legge poco efficace e la sorpresa, secondo indiscrezioni, del coinvolgimento di pregiudicati di più alto tenore criminale rispetto, ad esempio, alle inflazionate corse di cavalli clandestine. Non mafia, poi. O meglio, non più necessariamente un ambito mafioso.La ripresa dei combattimenti non avviene né a Palermo né a Napoli, città storiche del fenomeno. Bensì a Venezia. Addirittura cani contro cinghiali. Primo caso in Italia incuiI filmati sequestrati dai Carabinieri sono agghiaccianti e mostrano un cinghiale che combatte contro un dogo argentino. Uno dei nove cani sequestrati dai militari del Comando Stazione di Spinea (VE). Le indagini coordinate dalla Compagnia dei Carabinieri di Mestre, comandata dal Capitano Salvino Macli sono ancora in corso e, non è da escludere, che nei prossimi giorni possano esservi ulteriori sviluppi.A finire arrestato, intanto, è Luis Marchiori, pregiudicato con precedenti per traffico di stupefacenti. Conosciuto come un violento e più volte coinvolto in risse, aveva appena finito di scontare una condanna a quattro anni per traffico di droga. Venne arrestato in Austria con un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti provenienti dall’Olanda.I Carabinieri stavano indagando sulle base di segnalazioni provenienti dalla zona industriale di Spinea. Un capannone, posto per altri motivi sotto sequestro, tra via Ferraris e via della Costituzione. Erano pervenute delle segnalazioni di strani movimenti notturni. Partiti i sopralluoghi e gli appostamenti dei Carabinieri, veniva così fermato il pregiudicato per il quale scattava l’arresto a seguito del ritrovamento di una pistola con matricola abrasa, risultata poi anche rubata. Era in compagnia di altre cinque persone a bordo di due auto.Considerati i precedenti in un primo momento si è pensato che la sua presenza fosse dovuta allo spaccio di sostanze stupefacenti. Durante la perquisizione nel capannone, si erano però trovati cinque dogo argentino. Poi la perquisizione è proseguita a casa del pregiudicato e qui sono stati trovati prima altri tre cani e poi un quarto chiuso in una gabbia in un box auto. Nella casa, sotto il letto, droga e una telecamera. Sequestrati anche 3000 euro.I filmati contenuti nella telecamera mostrano più combattimenti tra cani e cinghiale. Il grosso suino si dibatteva in tutte le maniere cercando di sfuggire ai morsi dei cani. Cinque contro uno. In uno di questi incontri il cinghiale subiva, pure, l’amputazione di un orecchio. Il filmato ritraeva combattimenti che avevano ambientazioni diverse e sicuramente non corrispondenti al capannone dove era stato fermato il Marchiori. I Carabinieri sospettano, infatti, che quella fosse solo l’area dell’addestramento dei cani.La perquisizione continuava pertanto di nuovo nel capannone, questa volta con l’ausilio delle unità cinofile le quali, in breve tempo, individuavano il cinghiale (quello senza un orecchio) ed un maialino detenuti in un’area limitrofa. Purtroppo nessuna traccia di un altro cinghiale che pur si vedeva nei filmati. Tutti gli animali rinvenuti sono stati posti sotto sequestro. I nove cani sono stati trasferiti presso il canile di San Giuliano. Difficili le ricerche per trovare un posto che accogliesse subito il cinghiale ed il maialino, purtroppo per ora affidati ad uno dei cinque fermati.Quindi, cinque persone, tutte pregiudicate per altri reati, individuate e denunciate a piede libero per maltrattamento di animali. La legge contro i maltrattamenti non prevede arresto in flagranza di reato. Il Marchiori, invece, è stato tratto in arresto per il possesso dell’arma. Ai fini sempre dell’arresto quest’ultimo potrebbe risultare come organizzatore del combattimento. In questo caso vi è l’arresto (facoltativo) ma solo per gli organizzatori, promotori o per chi dirige i combattimenti e solo se con l’aggravante del coinvolgimento dei minori o la ripresa o registrazione dei combattimenti. Dopo un po’ di “se” potrebbe essere questo il caso del pregiudicato.
VEDI FOTO CANI SEQUESTRATI:
http://www.geapress.org/zoomafia/venezia-combattimenti-tra-cani-e-cinghiali-foto/14983
GEA PRESS
6 MAGGIO 2011
Perugia: è morta la femmina di capriolo trovata dalla Polizia Provinciale
A breve avrebbe dovuto partorire.
Non ce l’ha fatta la femmina di capriolo trovata nei giorni scorsi da una pattuglia della Polizia Provinciale dell’Altotevere, in località Celalba di San Giustino (PG). Il ritrovamento del capriolo aveva destato molta apprensione per il fatto che sarebbero mancati pochi giorni al parto. Sembrava che si fosse un pò ripresa e per questo si era disposto il trasferimento al CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di Formichella gestito dal Corpo Forestale dello Stato ha dichiarato a GeaPress Carmine Vitale , operatore forestale del CRAS.Qui, grazie agli esami compiuti in un centro clinico specializzato era risultato che l’animale aveva tutte le costole rotte, tranne una, oltre al fatto di non riuscire a muovere gli arti anteriori e difficoltà ad urinare. L’animale era stato probabilmente vittima di un incidente stradale e si presentava, quando le sono stati prestati i primi soccorsi, in un grave stato di disidratazione. Ad uccederla una crisi respiratoria mentre la si stava preparando al parto.La Forestale ricorda che i caprioli, più di altri ungulati, sono animali estremamente delicati e diffidenti. Buona norma, ad esempio, quando si ritrova in campagna un cucciolo di capriolo è allontanarsi immediatamente e sopratutto non toccarlo mai. Basta, infatti, il semplice odore dell’uomo per provocare l’abbandono del piccolo da parte della madre. Evidentemente avrà i suoi buoni motivi.
GEA PRESS
6 MAGGIO 2011
Provincia di Roma: task force per coesistenza uomo-lupo
Per il lupo quale tutela?
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La task force nasce in Lazio, voluta dalla Provincia di Roma ed avrà la sua base operativa nel Parco Naturale dei Monti Simbruini. Sedici esperti, una squadra speciale, sulle tracce dei lupi per “affrontare l’allarme lupi“, predatori per gli allevatori e prede per i bracconieri. Basterà una telefonata, o una e-mail, per attivarla.Il coordinatore della squadra è il capo vigilanza del Parco, nell’equipe alcuni Guardia Parco, agenti della Polizia Provinciale, biologi e tecnici, tutti con esperienza pluriennale nelle aree protette. La squadra “aiuterà allevatori e cittadini ad affrontare i predatori che sconfinano nelle aree protette“.Il 30 e 31 marzo scorso, nel Comune di Cervara, era stato tenuto il corso di formazione, organizzato dall’Ente, per “l’Applicazione Sperimentale di una Task Force per il Monitoraggio e la Gestione del Lupo nella Provincia di Roma”.Il progetto, “Monitoraggio e gestione del Lupo nella Provincia di Roma”, che era stato elaborato dal personale tecnico del Servizio Ambiente – Dipartimento 5 della Provincia di Roma, dall’ Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e dal Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, è stato presentato a Palazzo Valentini e si prefigge diversi compiti: la tutela della presenza del Lupo nella Provincia di Roma contro i rischi dell’estinzione della specie, combattere i fenomeni di bracconaggio, limitare i danni economici per gli allevatori.La Provincia di Roma, 4.190.377 abitanti (la più popolosa d’Italia), 5.352 chilometri quadrati, 121 Comuni e… circa 50 Lupi (sugli 800, stimati, che vivono in Italia), 43 lupi uccisi negli ultimi 10 anni (le morti ufficiali!).
Degli sparuti 50 Lupi solo il 10-15% sono itineranti (se la matematica non è un’opinione, sono in 5-7 individui a sconfinare), il resto dei Lupi sono stanziali. La presenza storica si concentra nei Monti Simbruini, Lucretili e Lepini, solo di recente c’è stata una ricolonizzazione (se di ricolonizzazione si può parlare visto che, in tutto, si parla di circa 50 individui!) sui Monti Ruffi, Prenestini e della Tolfa, sui Colli Albani e nella Riserva naturale di Monte Catillo. Un territorio immenso. Chi ha sconfinato? Chi ha colonizzato? I Lupi sono sempre solo 50!In media, ogni anno, la Provincia di Roma spende 112mila euro di indennizzi per animali uccisi.Nell’illustrare il progetto, l’Assessore provinciale alle Politiche dell’Agricoltura, Caccia e Pesca, Aurelio Lo Fazio, ha dichiarato: “Uno dei compiti principali sarà aiutare gli allevatori ad avere gli indennizzi. La burocrazia va semplificata, cercheremo di ridurre il tempo per avere il risarcimento. Oggi ci vogliono quasi dodici mesi“. Ma il Lupo?“La task force” – ha proseguito l’Assessore Lo Fazio – “offrirà un adeguato supporto alle amministrazioni locali, ai cittadini e agli allevatori attraverso una sinergia tra Amministrazione provinciale, Polizia provinciale, ASL, Corpo Forestale dello Stato ed Istituto Zooprofilattico per favorire la coesistenza tra uomo e Lupo sul territorio. L’attività sperimentale dalla Task Force sarà condotta fino al 31 luglio 2011 e la sua eventuale prosecuzione sarà decisa dopo un’opportuna valutazione dei risultati ottenuti. Per il progetto sono stati stanziati dalla Provincia di Roma 82mila euro“. E il Lupo?“I nuovi agenti speciali dovranno aiutare gli allevatori a prendere le precauzioni necessarie contro gli attacchi dei lupi: cani da guardia, recinzioni sicure e zone da evitare per i pascoli“. Scusate… il Lupo?Proprio alla fine arriva il contentino: “gli agenti potranno anche liberare e medicare i lupi feriti e intrappolati“! 50 Lupi contro 4milioni190mila377 umani: la partita è persa in partenza!
VIA EMILIA NET
6 MAGGIO 2011
Liberati dopo le cure 15 caprioli
Liberati, ieri, al parco dell'Adamello 15 caprioli curati al Pettirosso: per i presenti vedere gli animali tornare a correre e saltare nell'erba è stata una grande emozione, a cui Trc-Telemodena dedica un approfondimento che andrà in onda domani alle 21.30 e domenica alle 13 e alle 19.
di Cristina Bonfatti
Un vera emozione vedere gli animali uscire, all'inizio un po' spaesati, dalle gabbie, poi prendere confidenza con la novità, e alla fine cominciare a saltare tra l'erba alta e piano piano sparire nei boschi. Ieri, al parco dell'Adamello Brenta, in una zona protetta dell'alta Val Camonica, sono stati liberati 15 caprioli che erano stati curati presso il centro fauna selvatica Il Pettirosso, di Modena. Lì gli animali, tutti dotati di segnali di riconoscimento, troveranno una nuova e accogliente casa come il centinaio di loro predecessori partiti da Modena, e potranno essere studiati ma non cacciati. Gli enti locali bresciani, che con la Provincia di Modena hanno firmato un preciso accordo, sono ben contenti di accogliere i caprioli, rari in zona nonostante l'habitat sia ideale. Oltretutto l'area non presenta molte coltivazioni, quindi gli ungulati creano meno problemi che nel modenese. Il parco, in questo modo, può anche arricchire il patrimonio faunistico, che vanta già la presenza di un orso.
TRENTINO
6 MAGGIO 2011
Capriola investita al ponte di Assizzi
PERGINE (TN). Un altro ungulato vittima della strada. Una giovane capriola è stata investita e trovalta ieri mattina lungo la provinciale tra Levico e Pergine vicino al ponte di Assizzi. L’animale stava attraversando la carreggiata in direzione della valle proveniente dalla soprastante montagna. Un’auto in direzione di Pergine l’ha travolta ferendola gravemente. Fortunatamente nessun danno all’investitore, che ha saputo controllare la guida, e nemmeno all’auto. Soccorsa dai dirigenti della caccia perginesi che hanno avvertito anche i pompieri, l’animale è stato recuperato dagli operatori forestali del centro al Casteller di Trento. È la 10ª vittima di questi primi mesi dell’anno.
Caprioli e cervi sempre più spesso vengono travolti da auto in transito sulle strade. Gli ungulati si spostano rapidamente da un posto all’altro in cerca di cibo o di acqua e seguono passaggi tradizionali. Per questo sono vittime sulle “solite strade”.
LA PROVINCIA PAVESE
6 MAGGIO 2011
Investe e uccide un capriolo abbagliato dai fari
RIVANAZZANO (PV). Ancora un incidente provocato da un animale selvatico. E’ accaduto l’altra notte alle 2.45 a Rivanazzano, sulla ex strada statale del Penice, che in quel punto prende il nome di via Marconi. F.A.A., un quarantenne di Voghera, era al volante della sua Honda Civic, arrivava da Godiasco ed era diretto verso Salice. All’improvviso, alla luce dei fari, conducente ha visto un animale di media taglia: un capriolo era uscito da dietro un cespuglio e aveva attraversato la strada di corsa. F.A.A. ha provato a frenare, ma è stato inutile: il capriolo era troppo vicino e la Honda l’ha investito. L’animale è morto sul colpo, l’auto ha riportato danni, ma F.A.A. è rimasto illeso. Sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile di Voghera.
TRENTINO
6 MAGGIO 2011
«Caccia grossa» al capriolo dal Leno all’Eurospin
ROVERETO (TN). Dal Leno al parcheggio del supermercato Eurospin in Santa Maria per finire poi nel cortile di un’abitazione dove è stato catturato. «Caccia grossa» in centro storico dove era stato avvistato un capriolo. Una telefonata agli agenti della Forestale di Rovereto-Vallarsa segnalava la presenza di un ungulato nel greto del torrente. Subito gli agenti Matteo Campolongo e Silvio Nicolussi si sono messi sulle tracce dell’animale che, scovato tra la vegetazione, si è lanciato nel Leno. A questo punto i due forestali sono scesi nel torrente, ma il capriolo ha continuato la sua corsa fino al ponte su via I Armata per poi risalire lungo le sponde e infilarsi nel parcheggio dell’Eurospin. Ma nemmeno lì è stato braccato. Ha attraversato la strada, tra lo stupore dei passanti, fino a che con la collaborazione dei residenti è stato rinchiuso nel cortile di un’abitazione. A quel punto la cattura e quindi la consegna a Fabio Cagol del centro recupero fauna del Casteller dove il capriolo è stato portato per essere poi liberato.
GAZZETTA DI MODENA
6 MAGGIO 2011
SuperSilvia ha salvato Bambi
Provincia di Modena - SuperSilvia ha salvato Bambi. No, non è un nuovo cartone animato per bambini, è quello che è accaduto ieri a Saliceta lungo via Giardini. Ore 7,20, Silvia Vincis si sta recando al lavoro. Ai bordi della trafficata strada spunta un cerbiatto che rischia tra le auto in corsa. Silvia arresta l’auto e corre a recuperare l’animale che per fortuna riporta solo qualche “ammaccatura”. E qui la domanda è spontanea: come si ferma un cerbiatto impaurito?: «Prendendolo per le corna - se la ride Silvia - almeno io ho fatto così. L’ho trascianato sulla ciclabile, con una mano tenevo le corna con l’altra il cellulare per chiamara la Stradale». Gli agenti della Stradale sono arrivati immediatamente («persone fantastiche»: dice la protagonista), poi è stata chiamata l’associazione “Pettirosso” che si è presa cura dell’animale. «Una grande emozione - chiude Silvia - dispiace solo che nessun passante si sia fermato ad aiutarmi».
IL TIRRENO
6 MAGGIO 2011
Denunciato un bracconiere in cerca di cinghiali
FAUGLIA (PI). Un bracconiere è finito nei lacci della polizia provinciale nelle campagne di Fauglia. In località “I Poggetti” gli agenti all’imbrunire hanno sorpreso un uomo di 59 anni, residente a Fauglia: era appostato su di un albero, attrezzato con tavole sui rami. Imbracciava un fucile carico e diretto in basso, verso un punto del terreno in cui aveva sparso del cibo (pane e granoturco) come esca per attirare cinghiali, che avrebbe poi abbattuto. Preparandosi a sparare di notte, aveva con sé anche una torcia elettrica applicata sotto la canna del fucile, per illuminare al meglio la zona di operazione. Inoltre aveva caricato l’arma con munizioni vietate denominate terzarole: cartucce contenenti frammenti di piombo che, all’ingresso nel corpo dell’animale, si separano, trafiggendo la carne in più punti e garantendo - rispetto alle munizioni a palla unica - una capacità largamente superiore di uccisione immediata.
Il bracconiere è stato dunque denunciato a piede libero: fra l’altro non per un solo reato, ma per due. Primo, come descritto, l’impiego di mezzi proibiti (le terzarole e la fonte luminosa costituita dalla torcia elettrica), per il quale rischia un’ammenda fino a 1.500 euro. Secondo reato, l’attività venatoria in periodo di divieto generale (la caccia al cinghiale non è infatti al momento consentita), per la quale è previsto l’arresto (da 3 mesi a un anno) o un’ammenda da 900 a 2.500 euro. Il fucile e le altre attrezzature sequestrate.
IL CENTRO
6 MAGGIO 2011
Voleva portare un boa in piazza C’è anche il rischio commercio
COCULLO (AQ). «Siamo noi i primi a rispettare ambiente e animali». I serpari di Cocullo hanno il culto della natura, paragonabile a quello secolare per San Domenico. La cattura comincia a metà marzo poi, fino al giorno clou, i serpenti vengono tenuti in teche e monitorati da due erpetologi, Gianpaolo Montinaro ed Ernesto Filippi, che lavorano per l’amministrazione comunale. Gli esperti ne controllano lo stato di salute tramite esami e marchiature che consentono poi di seguirne la crescita una volta che gli animali saranno rilasciati. La regola ferrea della celebrazione di San Domenico, infatti, prevede che i serpenti siano lasciati liberi pochi giorni dopo la festa nello stesso punto in cui sono stati catturati. Questo monitoraggio consente appunto di preservare, attraverso la conoscenza, animali fondamentali per gli equilibri dell’ecosistema. «E con la nostra passione» dicono ancora i serpari «abbiamo impedito e stroncato anche commerci illegali». Non è raro infatti che in piazza a Cocullo i turisti chiedano di acquistare i serpenti e pare che fino a pochi anni fa qualcuno si presentasse in zona con serpenti esotici per poterli commerciare. E ieri è stato fermato un uomo che voleva arrivare a Cocullo con un boa. Ma fortunatamente qui ai serpenti vogliono davvero bene, controlli e sorveglianza non mancano e il rischio è stato sventato.
IL TIRRENO
6 MAGGIO 2011
Decollano i falchi anti-piccione
Sara Landi
GROSSETO. Ieri pomeriggio grandi e piccini tutti col naso all’insù in piazza Dante. Il gruppo dei Falconieri di Maremma ha portato in centro falchi e poiane per un primo volo dimostrativo.
Come già aveva anticipato Il Tirreno grazie a una convenzione tra l’associazione e il Comune i rapaci verranno utilizzati in modo incruento per contrastare le colonie di piccioni del centro storico, partendo dal Cassero. «Useremo i falchi per i voli diurni - spiega Gianluca Barone, responsabile del gruppo - mentre le poiane per quelli notturni perché sono in grado di volare anche al buio. L’obiettivo è creare uno stress ai piccioni e costringerli ad allontanarsi dai loro nidi abituali e un rapace che vola di notte è il massimo del panico per i piccioni». Un metodo dunque naturale che si basa su dinamiche comportamentali. «L’azione è di dissuasione - spiega ancora Barone - Dove c’è il predatore non c’è il piccione, è una legge di natura». E infatti non appena ieri pomeriggio il primo dei rapaci ha spiccato il volo dal braccio del suo falconiere qualche cambiamento “ai piani alti” si è registrato immediatamente con alcuni piccioni che prima si sono messi sul chi va là sui cornicioni per poi darsi alla fuga. Mentre falchi e poiane volteggiavano maestosi o tornavano dai loro addestratori con il richiamo della voce o di un pezzo di carne. Uno spettacolo insolito che non poteva non attirare la curiosità di chi era in piazza, soprattutto dei più piccoli che hanno fatto tante domande ai falconieri mentre qualcuno più temerario allungava le mani per toccarli, cosa che i rapaci però non gradiscono. «Ci siamo affidati ai Falconieri di Maremma per questo progetto innovativo - spiega l’assessore all’Ambiente Giuseppe Monaci in piazza ieri per assistere al volo dimostrativo - perché la loro filosofia è quella di riabilitare animali feriti che vengono messi in condizione di tornare a volare e a cacciare». Lo conferma Luca Bececco, presidente di “Progetto Migratoria”: «Un centro di recupero tradizionale nutre e cura il volatile ferito mentre un centro di riabilitazione come quello che vogliamo sta nascendo a Roselle rieduca funzionalmente l’animale e lo rimette in condizione di predare usando le antiche tecniche della falconeria come l’hacking». Il bird control praticato dai falconieri è un tipo di intervento mirato perché i voli vengono fatti laddove si registra la maggior densità di uccelli sgraditi da allontanare e rappresenta una novità assoluta per Grosseto. «E’ chiaro che in questi casi conta anche la frequenza e la ripetizione degli interventi - spiega l’assessore Monaci - e l’efficacia si potrà vedere solo nel tempo». Non a caso il progetto prevede una prima fase di voli diurni e notturni cui seguirà un nuovo censimento dei piccioni per verificare i risultati raggiunti.
UDINE 20.IT
6 MAGGIO 2011
Lignano Sabbiadoro: al Parco Zoo è nato un Leontopiteco testa dorata
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Lignano Sabbiadoro (Udine), Maggio 2011 – Il 30 marzo scorso al Parco Zoo Punta Verde di Lignano Sabbiadoro, dopo una gestazione di 130 giorni mamma Fabula ha dato alla luce un cucciolo di Leontopiteco testa dorata (Leontopithecus chrysomelas), piccola scimmia sudamericana che in natura vive nella foresta pluviale atlantica del Brasile (Mata atlantica) nel sud dello stato di Bahia; si tratta di una specie minacciata (come riporta la Red List dello IUCN).
“Una nascita per noi davvero straordinaria – afferma con grande entusiasmo il direttore del parco Maria Rodeano. Questo è il primo Leontopiteco testa dorata che nasce in Italia, presente in cattività solo nel nostro centro di conservazione. La straordinarietà di questa nuova nascita sta anche nell’età del padre, Rio, che è riuscito a procreare alla veneranda età di 18 anni (la loro vita media va dai 15 ai 20 anni), meritandosi i complimenti da parte del coordinatore europeo del programma di questa specie che quando ha ricevuto la notizia è rimasto senza parole. Questo per noi è motivo di particolare orgoglio – continua Maria – poiché conferma l’elevato standard di mantenimento degli animali del Parco. Merito anche ai keeper che quotidianamente curano con passione e amore tutti i nostri ospiti al fine di rendere la loro permanenza il più gradevole possibile. Insomma un vero e proprio successo che ci fa apprezzare ancora di più questo lavoro, non sempre facile”.I leontopiteci testa dorata, noti anche come scimmie leonine per la loro piccola criniera, appartengono alla famiglia dei callitricidi; pesano 600-700 grammi e misurano fino a 33 centimetri. La coda di oltre 40 centimentri li aiuta a mantenere l’equilibrio nei salti tra un ramo e l’altro degli alberi; inoltre, le dita molto lunghe permettono loro di aggrapparsi ai rami in modo molto sicuro anche nei salti più lunghi, senza incorrere nel pericolo di precipitare nel vuoto. I piccoli alla nascita e per le prime settimane di vita vengono trasportati sul dorso di entrambi i genitori; essi si aggrappano alla loro schiena circondando il loro collo con le braccia e cingendo la vita con le zampe posteriori e con la coda.“Questo cucciolo, di cui non conosciamo ancora il sesso, – sottolinea Maria Rodeano – sarà l’ambasciatore del Leontopiteco testa nera (Leontopithecus caissara), una specie a grave rischio di estinzione presente solo in natura e per il quale il Parco sta supportando da anni un progetto di conservazione in situ (Save the caissara). Un progetto che con orgoglio verrà presentato anche ai ricercatori brasiliani Alexandre e Camila, rispettivamente biologo e veterinaria che seguono le attività di ricerca direttamente sul campo e che a partire da domenica 8 maggio, e per tutta la settimana, saranno ospiti del Parco per incontrare tutte le persone che in questi anni hanno sostenuto il progetto contribuendo anche allo sviluppo sostenibile delle popolazioni presenti nella stessa zona di distribuzione del Caissara. Alexandre e Camila, assieme al dipartimento didattico della struttura lignanese, saranno inoltre presenti il 12 maggio presso la Scuola primaria di Lignano Sabbiadoro, per conoscere i 120 bambini delle classi III-IV e V che nel corso degli ultimi anni hanno partecipato al progetto di scuola integrata condotto dal Parco Zoo Punta Verde che aveva come tema la foresta atlantica del Brasile e i suoi abitanti”.In natura esistono quattro specie di leontopiteci, di queste solo 3 sono presenti in cattività e il Parco Zoo Punta Verde ospita 7 esemplari tra Leontopiteco testa dorata e dorato; entrambe le specie fanno parte del programma di conservazione delle specie minacciate nell’ambito degli zoo europei (EEP- European Endangered Species Programme) a cui il Parco aderisce da molti anni con queste ed altre numerose specie.
IL CENTRO
6 MAGGIO 2011
La iena avvistata e fotografata in città
L’AQUILA. Ancora vane le ricerche della iena che è stata avvistata più volte in questi giorni e anche fotografata. L’animale nella tarda mattinata di ieri è sfuggita alla cattura dopo l’ennesimo avvistamento. Sembra comunque certo che non è fuggita dal circo Togni.
Infatti la polizia ha contattato i responsabili del circo che è stato all’Aquila per diversi giorni fino al prima maggio ma essi hanno assicurato di non avere perso alcun animale. Un paio di giorni fa la iena, che dalla foto non sembrerebbe essere adulta, è stata notata da due giovani, una biologa e una ingegnere che l’hanno fotografata nei pressi di via dei Farnese. Ieri, verso le 12.30, qualcuno ha notato l’animale e ha chiamato il 113. Sul posto, nei pressi della galleria commerciale Meridiana, si sono portate forestale, due pattuglie della squadra volante, coordinate dal dirigente Paolo Pitzalis e l’accalappiacani della Asl. Ci si è disposti in modo da accerchiare la iena ma non è stata trovata. La segnalazione, comunque, è stata ritenuta attendibile. Infatti le ricerche sono proseguite per diverso tempo ma senza esito. La preoccupazione non è affatto infondata nel senso che il rischio che l’animale possa aggredire è ritenuto verosimile.
LA PROVINCIA DI LECCO
6 MAGGIO 2011
Mufloni Troppi? Nella Valassina
Giovanni Maccarrone
TRIANGOLO LARIANO (CO) La penisola lariana continua a far parlare di sé in contesti venatori: dopo la polemica sull'uso delle carabine nella caccia ai cinghiali, l'allarme sull'eccessiva diffusione dei mufloni.
«Al primo colpo d'occhio che ho dato all'articolo pubblicato venerdì 22 aprile, nella cronaca di Erba, ho avuto paura che ci fosse stata a Magreglio un'invasione barbarica, o, più modernamente aliena. Niente di tutto questo, per fortuna: si trattava solo di un'invasione di mufloni, mitissimi animali del genere Ovis, che tutto possono fare salvo creare scompiglio tra i residenti e i non residenti» - commenta Alberto Rizzi, presidente del Cac (Comprensorio alpino di caccia) Penisola Lariana - «Il parlare d'errore d'introduzione è un parere dato senza sapere che, prima d'inserire una specie, vi è da parte degli organi competenti (prima Infs, Istituto nazionale per la fauna slevatica, ed ora Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), uno studio approfondito e supportato da cognizioni e valutazioni scientifiche. Per me la loro introduzione ha prodotto un miglioramento dell'ambiente naturale per via del loro pascolamento, che migliora lo stato dei pascoli abbandonati dall'uomo e dagli ovini domestici e tiene a freno l'avanzare inesorabile del bosco, mantenendo una biodiversità del suolo e quindi un ecosistema variato». «L'amico Paolo Ceruti, vicesindaco di Magreglio, è una causa di ciò di cui si lamenta. Non tanto tempo fa, quando era sindaco, ha proibito con un editto comunale la caccia con l'uso della carabina, che è l'unico strumento permesso dalla legge sulla caccia per la selezione di questo animale. Altrimenti dovrebbe liberare, come detto nell'articolo, linci e lupi, un fatto di cui residenti e ospiti di questo ridente paese di montagna non sarebbero sicuramente entusiasti» - incalza Rizzi - «Il dire che nessuno fa niente non corrisponde a verità ed è un' offesa per gli organi provinciali, per i gestori del Cac e per tutti i cacciatori che si alzano alle 4 del mattino per censire e monitorare gli animali che sono presenti nei nostri boschi. Due anni fa, a causa del turismo, niente caccia, ora niente turismo a causa dei troppi mufloni... C'è qualcosa di strano in questa affermazione, se ci sono migliaia di persone che visitano i parchi. Noi, che li abbiamo in assoluta tranquillità, dovremmo eliminarli perché c'è una comunità che si spaventa? I danni agli agricoltori sono sempre stati pagati dall'amministrazione provinciale di Como, basta farne richiesta» Altro punto nel mirino, gli incidenti stradali. «Non li provocano i mufloni o gli altri mammiferi selvatici, li provocano gli uomini con il loro comportamento irresponsabile, quando viaggiano su moto od auto a cento ed oltre chilometri orari al posto dei cinquanta consentiti. Se si rispettasse il Codice della strada non ci sarebbero incidenti o sarebbero di lievissima entità» afferma il presidente del Cac, e conclude «Invece di lamentarci della loro presenza dovremmo averne maggior rispetto: la loro presenza è indice di un territorio naturale ancora integro. Quando vogliamo costruire seconde o terze case nei boschi dovremmo accettare di coabitare con chi è obbligato a sostare in quel luogo, non per il proprio gusto, ma perché è l'unica casa che ha».
LA PROVINCIA DI LECCO
6 MAGGIO 2011
Camosci in sostituzione dei mufloni
Resistenze fra gli amministratori Il vicesindaco di Lasnigo: «Sarebbe un errore che andrebbe ad aggiungersi all'altro»
Giovanni Cristiani
Provincia di Como - Ben venga l'eliminazione del muflone dalle aree nei territori di Barni e Lasnigo, ma senza inserire altri ungulati. Il fautore delle ordinanze contro la caccia con carabina Angelo Goglio respinge la responsabilità di essere, con i sindaci, colpevole dell'aumento dei capi negli ultimi anni nella «Sacca di Barni» e rinvia al mittente le accuse del dirigente Marco Testa, del servizio caccia dell'amministrazione provinciale.
«Se si toglie il muflone non capisco perché si debba inserire il camoscio, animale per nulla adatto alle nostre zone, si tolga il muflone e basta - afferma Goglio, cacciatore e consigliere comunale a Lasnigo -. Di certo non è colpa delle ordinanze emesse dai sindaci se la presenza del muflone è aumentata. Il dirigente del servizio caccia poteva ridurre la popolazione già l'anno dopo, cosa che non ha fatto. Mi risulta poi che i piani d'abbattimento non siano rispettati, se non parzialmente, questo forse vuol dire proprio che la nostra zona, con la sua vegetazione, non è adatta per la caccia di selezione». Goglio non ci sta alle accuse lanciate da Testa: «La Provincia non può scaricare le colpe su altri, deve intervenire prendendo provvedimenti straordinari. Il presidente del comitato caccia non può difendere sempre l'amministrazione provinciale anche quando è indifendibile, e i danni e gli incidenti con i mufloni sono sotto gli occhi di tutti e di certo sono molti più di quattro o cinque. Comunque hanno ammesso che è stato un errore inserire il muflone nell'area». L'assessore alla caccia della Provincia di Como Mario Colombo rimarca le colpe delle ordinanze: «Resta evidente che si trattò di un'ingerenza politica nell'attività di gestione faunistica di competenza della provincia, che deve essere svolta con competenza e continuità sull'intero territorio senza dover sottostare a locali umori politici o a infondati timori». Per Como si deve alle ordinanze l'eccessiva presenza di mufloni: «Quella stagione venatoria venne irrimediabilmente compromessa: i piani di abbattimento programmati per il muflone ed il cinghiale restarono infatti irrealizzati, cinque soli capi abbattuti nella ?Sacca di Barni? sui 14 previsti, con una percentuale di realizzazione crollata al 36 % rispetto al 100 % dell'anno precedente. La situazione critica che si è venuta a creare in quei comuni è in buona parte conseguenza della scelta degli amministratori locali, che oggi ci chiedono di fermare la diffusione dei mufloni». Per il dirigente Marco Testa solo nell'anno delle ordinanze non furono rispettati gli abbattimenti previsti: «Nel 2007 ? 2008 erano previsti undici abbattimenti e undici se ne sono concretizzati, nel 2008 ? 2009, l'anno delle ordinanze, su quattordici mufloni da cacciare ci si era fermati a cinque. Lo scorso anno la quota era trentadue e ci si è fermati a ventotto, comunque un'importante percentuale. La prossima stagione ne abbatteremo cinquanta. L'amministrazione fa un attento lavoro di monitoraggio e mi sembra faccia più danni di qualche muflone il taglio e il trasporto del legname intrapreso in quell'area. Anche più di cinquecento cinghiali».
IL TIRRENO
6 MAGGIO 2011
Canalis nuda per difendere gli animali
ROMA. Nuda e senza un filo di trucco Elisabetta Canalis posa per la nuova campagna pubblicitaria della associazione ambientalista PETA. «Penso sia il motivo più nobile per cui mi sono spogliata nella vita» ha dichiarato la Canalis, aggiungendo che le sue forti convinzioni a difesa degli animali risalgono all’infanzia: «restai scioccata da un documentario in cui veniva mostrata la maniera in cui venivano uccisi gli animaletti, fulminati, annegati, picchiati e pensai che mai e poi mai nella mia vita avrei indossato una pelliccia». A 32 anni, l’attrice da due anni fidanzata di George Clooney (che oggi festeggia i 50 anni) si è spogliata davanti a un semplice fondale di colore blu, mettendo in evidenza la bellezza naturale delle sue pose sensuali per attirare l’attenzione contro il commercio delle pelli animali. Protagonista insieme a lei nel video uno dei suoi cagnolini.
MARKET PRESS
6 MAGGIO 2011
IN VACANZA CON IL NOSTRO FEDELE AMICO IN 5 ALBERGHI IN ITALIA
Passeggiando con Fido al guinzaglio per le strade di Firenze o nella campagna toscana: alla Fattoria San Lorenzo un collare e un regalo speciale alla foto più simpatica; al Demidoff Country Resort aperitivo di benvenuto con snack “da cani”, al Brunelleschi giochi in camera a menu à la carte, al Green Park Resort passeggiate nella pineta dell’albergo. Scodinzolando tra le bellezze di Roma: croccantini o piatti dello chef dopo una passeggiatina con il padrone nel giardino interno dell’albergo. Pronti per le vacanze con Fido? Cerchiamo un albergo che accetti anche lui, il nostro amico animale! Ecco alcuni suggerimenti di hotels in Italia dove gli animali domestici sono benvenuti e spesso trovano qualche attenzione e coccola in più. 1. Fattoria San Lorenzo Tenuta Livia - Le Capanne - Il Pozzino - Via Aurelia Antica 50, Gr osseto, Tel. 0564/24116 - www.Fattoriasanlorenzo.it. In questa terra in provincia di Grosseto c’è molto da scoprire anche per i nostri amici animali: oltre alle spiagge di Punta Ala, il mare e la pineta di Principina, la suggestiva caletta di Cala Violina, Castiglione della Pescaia, e l’Argentario, con il suo bellissimo promontorio. C’è il parco naturale della Maremma, legata alla cultura dei butteri, e quello dei Monti dell’Uccellina, con cavalli allo stato brado e una natura emozionante. L’entroterra è disseminato di paesi e borghi, intatti e meravigliosi. I casali che costituiscono la Fattoria San Lorenzo con la loro struttura in mattoni ricordano i tempi antichi. La Fattoria San Lorenzo è un complesso che comprende varie strutture: La Villa, la Tenuta Livia, Le Capanne, il Pozzino e Il Lago. La Fattoria San Lorenzo ha sempre aperto le proprie porte ai clienti desiderosi di viaggiare con i propri animali e anche per questo 2011 dà la possibilità di ospitarli in maniera speciale per far vivere anche a loro una “Vacanza Bestiale”! Saranno loro offerti: ciotola, croccantini, giochi, cuscinone, un collare Fattoria San Lorenzo. Inoltre, un regalo speciale alla foto più bella e simpatica! Prezzo in bilocale standard per un minimo di 4 notti a partire da 352 euro. 2. Demidoff Country Resort – Via della Lupaia, 1556 – 50036, Pratolino, Firenze, Tel. 055/505641 - www.Hotel-demidoff.it . Il Demidoff Country Resort è una moderna struttura nata nel 1990, che gode di una posizione incantevole con vista sulle colline di Fiesole e Firenze ed è circondato da un parco privato di 16 ettari. Dopo un periodo di chiusura per ristrutturazione, la struttura ha riaperto i battenti e si presenta ai suoi ospiti con una nuova immagine e con un n uovo staff molto professionale. Le camere sono vaste, arredate in stile contemporaneo e dotate della più moderna tecnologia. Ampi saloni interni, ristorante con vista panoramica sulle colline circostanti dalle grandi vetrate. Al Demidoff Country Resort gli amici animali la “fanno da padroni”….All’arrivo saranno accolti con la consegna del Pet-kit: copertina per la nanna, ciotolina da viaggio e sacchettini igienici nel simpatico contenitore. Aperitivo di benvenuto da consumare in camera con deliziosi snack appositamente selezionati, Inoltre servizio assistenza, toelettatura e pasti personalizzati. Il pacchetto piccoli amici comprende: Due pernottamenti in camera doppia dotata di ampia terrazza con vista sulla vallata che domina Fiesole e Firenze, da condividere con il piccolo amico; Pet-kit; aperitivo anche per i piccoli amici; Cena presso il Ristorante 1556. Un’esperienza culinaria all’insegna della scoperta del territorio e i gusti di un tempo. Bevande incluse (La cena potrà essere servita in camera senza alcun supplemento); Due prime colazione al buffet presso il Ristorante Incollina; Ingresso al Parco di Villa Demidoff,un bellissimo parco in cui riscoprire il piacere di immergersi in una natura incantata, popolata da maestose statue. Libero accesso alla piscina interna riscaldata, all’area relax con tisane e frutta e alla sala fitness, Transfer per e dal centro di Firenze (orari disponibili presso la reception). Prezzo in camera doppia a partire da 170 euro. I piccoli amici non potranno accedere ai Ristoranti, in piscina e in palestra. 3. Hotel Brunelleschi – Piazza Santa Elisabetta 3 – 50122 Firenze – Tel. 055/27370 www.Hotelbrunelleschi.it L’hotel Brunelleschi di Firenze ha origine dal prezioso recupero delle storiche strutture della Torre Bizantina della “Pagliazza” e della Chiesa di “San Michele in Palchetto”. L’hotel è ubicato vicino alle più famose vie dello shopping e ai musei più noti di Firenze. Le camere sono elegantissime, sapientemente ristrutturate, alcune con vista spettacolare sul Duomo. L’intervento stilistico si ispira alle abitazioni rinascimentali dell’epoca del “Magnifico Lorenzo” e quelle ottocentesche di “Firenze Capitale” appena dopo l’unità d’Italia. All’hotel Brunelleschi potrete andare accompagnati dai vostri amici animali senza pagare alcun supplemento se non per il pet-set che comprende: tappetino, ciotola, croccantini, giochi a loro dedicati in camera. E, su richiesta e a pagamento, sarà possibile anche avere un menu stuzzicante e goloso dedicato a loro! Prezzo della junior suite executive a partire da 489 euro a notte inclusa prima colazione. 4. Green Park Resort, Via Delle Magnolie, 4, Tirrenia/pisa, Tel. 050/3 135711 www.Greenparkresort.com L’hotel Green Park Resort si trova nella pineta di Tirrenia, a pochissimi chilometri da Pisa. Fiore all’occhiello il centro benessere di 2000 metri quadri che offre attrezzature e trattamenti di altissimo livello. Le 148 camere, arredate in stile contemporaneo, con la massima cura dei dettagli e dei comfort, sono distribuite su cinque ville immerse in una lussureggiante vegetazione mediterranea. Nel parco, due belle piscine scoperte, due campi da tennis utilizzabili anche la sera con illuminazione artificiale, e un campo da minigolf. Assolutamente di rilievo la ristorazione, guidata dal giovane Executive Chef Luca Landi. Anche al Green Park Resort i nostri amici animali di piccola taglia sono coccolati e amati…..Oltre ad una passeggiata nei parchi circostanti l’albergo, gli saranno offerti infatti ciotola e croccantini per non perdere le buone abitudini…&hel lip; Prezzo della camera doppia Superior a partire da 129 euro. Scodinzolando tra le bellezze di Roma……… 5. Hotel Quirinale, Via Nazionale 7 – 00184 Roma - Tel. 06/4707 - www.Hotelquirinale.it Costruito alla fine dell’Ottocento, con pareti decorate, specchi, colonne e un corridoio segreto che collega l’albergo all’attiguo Teatro dell’Opera. Le camere si ispirano tutte allo stile Impero, veramente ampie, con pavimenti in parquet. Il Ristorante Rossinisi affaccia con una vetrata sul tranquillo e riservato giardino interno ricco di piante. L’ingresso principale ci porta sulla via Nazionale, piena di negozi alla moda. Qui i nostri amici animali di piccola taglia sono benvenuti, e nel giardino interno, accompagnati dai loro padroni, possono giocare e godere di una passeggiata all’aria aperta. Gli saranno offerti: cuccia, ciotola e croccantini e inoltre anche se no n esiste un menu a loro dedicato lo chef potrà preparare “a la carte” qualche piatto prelibato che gli farà leccare sicuramente i baffi! Costo della camera doppia a partire da 189,00 euro per camera, per notte: piccola colazione al buffet e tasse incluse. Supplemento piccoli amici 30 euro al giorno. La tassa di soggiorno di euro 3,00 per persona, per notte non è inclusa nella suddetta tariffa (…gli animali sono esenti…)
LA REPUBBLICA
6 MAGGIO 2011
Che cosa detrae dalle tasse chi possiede cani, gatti & co
Valeria Aloisio
Fisco e pet: il connubio è solo apparentemente azzardato. Si avvicinano infatti i termini per la dichiarazione dei redditi ed è bene ricordare anche i "diritti" dei proprietari di cani, gatti & Co. I contribuenti, spiega l'Agenzia delle entrate, possono beneficiare di una detrazione pari al 19 per cento delle spese veterinarie sostenute "per la cura dei loro animali (legalmente detenuti a scopi di compagnia o per la pratica sportiva) fino all'importo di 387,34 euro, limitatamente alla quota che eccede 129,11 euro". Per usufruire dell'agevolazione, bisogna presentare "idonea documentazione": fattura
del veterinario e scontrini della farmacia. Sempre con la dichiarazione dei redditi possiamo poi destinare una parte delle imposte alle associazioni che si occupano di animali. "È importante la detraibilità delle spese veterinarie e dei farmaci, ma anche il sostegno che si può dare con il 5x1000" commenta il direttore dell'Enpa Ilaria Ferri. "È una firma che non costa nulla e che invece per gli animali fa molto ".
IL GIORNALE
6 MAGGIO 2011
Un cane l’incursore più coraggioso: entra per primo nel covo di Osama
MANILA ALFANO
Venti minuti per cinque metri quadrati di bersaglio, nessun errore ammesso. E lui lo sa. La squadra ha provato e riprovato, ma lui ha il compito più difficile: aprire la strada ai soldati. Gli umani non ce l’hanno il suo fiuto, nè la sua vista. Forse neppure lo stesso sangue freddo.
Ad Abbottabad, contro Bin Laden, c’è anche il «Seal» a quattro zampe, in prima linea con agli altri 80 super soldati. Le autorità americane non vogliono svelare la sua identità, la sua razza, la sua storia. Tutto deve restare coperto da segreto militare, come per gli altri soldati. Eppure si sa che quella notte lui è stato determinante per l’operazione. Armato di speciale tuta impermeabile, con la webcam e l’altoparlante, per essere in costante ascolto con gli altri soldati, per garantire la visuale anc he agli altri. Lui per primo, gli altri dietro, lui a scovare trappole, gli altri con i fucili pronti all’assalto, lui a fiutare gli esplosivi interrati o applicati a porte e maniglie in meccanismi trappola, gli altri a bloccare i nemici. Pronto a tutto, pronto a tutto nel caso in cui Bin Laden si fosse nascosto in un rifugio sotto terra o dietro qualche parete. Lui come Remco, il cane che nel 2009 era riuscito ad ottenere la Silver Star, una delle onorificenze militari più prestigiose assegnate dalla Marina americana, per avere contribuito in modo determinante alla cattura di un ribelle. Sono 600 i cani che affiancano le truppe statunitensi impegnate in Afghanistan e in Irak. E’ lo stesso generale David Petraeus, comandante del contingente americano in Afghanistan che dice: «Le loro abilità durante un combattimento non possono essere replicate da un uomo o da una macchina». Indispensabili e insostituibili, salvatori di vite uma ne, impiegati nelle guerre da sempre. Come testimonia il libro I cani in guerra, di Giovanni Todaro, per Oasi Alberto Perdisa, basta sfogliarlo per rendersi conto che la storia dell’uomo è legata in modo indissolubile a quella del cane che lo ha sempre affiancato sacrificandosi per lui, nel bene e nel male, in pace e in guerra. Già nel 400 i cani venivano impiegati nelle operazioni belliche, così come succede oggi, con l’uso di unità cinofile specializzate in Irak, Afghanistan. Sfogli il libro e li ritrovi sentinelle in foto sbiadite in bianco e nero della prima guerra mondiale. Lui con le orecchie ritte, con il suo corpo ben esposto al nemico, capace di vedere un obiettivo, con il divieto assoluto di abbaiare, solo di mugugnare per avvertire il soldato accucciato in trincea. Guardi più indietro e trovi un cane che fa tenerezza, schiacciato dal peso della lettiga, dentro c’è un soldato ferito, da portare al ca mpo. Trovi le immagini dei 151 cani utilizzati dall’esercito statunitense nella seconda guerra mondiale addestrati a portare ordini, con i messaggi legati al collo, a nascondersi dal nemico, filare dritto al destinatario, vedere senza farsi scorgere, avanzare e sfruttare al massimo le coperture. C’è anche una foto del 1938 che fa commuovere: un cagnolone cicciottello, si intitola «La corsa contro il mostro d’acciaio». Lui che corre come un forsennato, il suo nemico è lì, grosso e spaventoso: è un carro armato. Lui non si ferma, addestrato per andare avanti, fino alla fine. Lo sapeva bene anche Napoleone Bonaparte che molti anni prima aveva detto: «Qui, signori, un cane ci insegna una lezione di umanità». |