06 GENNAIO 2010

IL TIRRENO LIVORNO

6 GENNAIO 2010

 

CERCASI NOTIZIE.

 

Pregiamo vivamente le persone che hanno assistito domenica 27 all’investimento di una canina pastore tedesco nei pressi di Guasticce (LI), di dare notizie. Vorremmo sapere perlomeno se è morta o è ancora viva. Tel. 0586 501512. 


GIORNAL
6 GENNAIO 2010
 
Animali domestici invenduti in discarica o inceneriti
Che fine fanno le migliaia di cuccioli importati clandestinamente e rimasti invenduti dopo il periodo natalizio?
 
Due sono le soluzioni riservati alle centinaia di migliaia di cuccioli importati ogni anno in Italia prevalentemente dai paesi dell'Est: i migliori , quelli più sani , circa il 30% delle cucciolate sono destinati a rimanere sul mercato almeno altri cinque o sei mesi (fino ad un anno per le razze di piccola e piccolissima taglia) per poi essere destinati  ai laboratori di  sperimentazione animale pubblici e privati.
La seconda soluzione che riguarda il restante 70% dei cuccioli  prevede la morte procurata o indotta.
"E' un vero e proprio genocidio degli animali quello che ogni anno viene effettuato in Italia tra i mesi di febbraio e marzo e che a differenza di molti altri reati contro gli animali passa inosservato semplicemente perchè ufficialmente questi animali non esistono e quindi a meno che vengano colti in flagranza di reato coloro che li uccidono e li smaltiscono il fenomeno passa del tutto inosservato. “E' l'AIDAA  a denunciare questo terribile fatto che dopo le note vicende portate alla luce da Striscia la Notizia sui canili abusivi di Quattordio e Solero ci deve far riflettere.
"Consegneremo  nomi e cognomi dei presunti responsabili alle Procure della Repubblica di Roma, Milano, Torino, Bari, Reggio Calabria e Catania-  dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI ED AMBIENTE- il giro dell'importazione clandestina di cuccioli di cane è sicuramente un fenomeno molto ampio rispetto al numero di animali che ogni anno vengono rintracciati e sequestrati alle frontiere, in particolare per quanto riguarda i cani importati clandestinamente si tratta di animali molto spesso malati e non vaccinati  alla fine detinati ad una vera e propria mattanza."Il nostro invito è che chiunque sia in possesso di informazioni che riguardano queste pratiche faccia denuncia alle forze dell'ordine o in via subordinata, anche anonimamente,  segnalino al nostro indirizzo di posta elettronica [email protected]  in modo da poter intervenire.

VIRGILIO NOTIZIE
6 GENNAIO 2010
 
Palermo,scoperto mattatoio clandestino e decine carcasse animali
Nei locali fatiscenti resti di animali squartati e immondizia
 
Palermo - Un magazzino adibito a mattatoio clandestino. Nei locali fatiscnti le carcasse di animali squartati accanto ad ogni tipo di immondizie e rifiuti. E' il quadro che si è presentato aglo occhi dei poliziotti della sezione "Investigativa" del Commissariato P.S. "Oreto-stazione", di Palermo, quanto hanno fatto irruzione dei locali nel quartiere Ballarò. Nel mattatoio clandestino c'erano le carcasse di una ottantina di animali squartati e pronti per essere macellati ed immessi nel commercio convivevano con ogni tipo di immondizie e rifiuti. Già da qualche tempo i poliziotti sospettavano che in Cortile Giosafat, nei pressi di un magazzino apparentemente abbandonato, si realizzasse una attività illecita. I cumuli di immondizie, ogni giorno sempre più visibili e tali da deturpare oltre modo la zona e rendere l'aria irrespirabile per centinaia di metri, male si conciliavano infatti con un insolito andirivieni di individui che sembrava far capo alla fatiscente struttura. Ieri pomeriggio i poliziotti ritenevano così di accedere nella struttura attraverso una porta in metallo assicurata con un lucchetto in acciaio che, forse per essere nascosta agli occhi dei curiosi, era stata coperta da una colonna di spazzatura. Scardinato l'infisso gli agenti avevano accesso ad una vasta area, anch'essa caratterizzata dalla presenza di rifiuti maleodoranti. All'interno un centinaio circa di carcasse di animali era infatti appeso a ganci di fortuna applicati alle pareti. A poca distanza le pelli degli animali già squartati ed i coltelli usati per scannare le bestie, alcuni dei quali addirittura nascosti dentro sacchetti di spazzatura. In un angolo del grosso ambiente venivano rinvenuti anche alcuni timbri chiaramente falsi che sarebbero serviti per apporre false certificazioni sulle carni. Le pareti del 'mattatoio' erano coperte da schizzi di sangue come in un film dell'orrore. Le carcasse degli animali, circa 80 tra agnelli ed agnelloni, per un totale di 900 kg di carne, su indicazione dell'Autorità Giudiziaria venivano immediatamente distrutte. Sono in corso per l'identificazione del proprietario del magazzino o comunque di colui che ne avesse la disponibilità. Gli investigatori stanno cercando di individuare quali e quanti macellai si approvvigionassero al locale per procurarsi le carni da destinare alla vendita. E' infatti chiaro agli agenti che il locale fungesse da mattatoio clandestino o comunque fosse adibito alla giacenza delle carni in una fase di premacellazione, viziando così la filiera che dall'allevamento degli animali porta alla loro vendita sui banconi delle macellerie.

SICILIA TODAY
6 GENNAIO 2010
 
Palermo, scoperto mattatoio clandestino: carcasse di animali squartati accanto a immondizie e rifiuti
 
PALERMO - I cumuli di immondizie in Cortile Giosafat, nel quartiere di Ballarò, l'aria irrespirabile attraevano da tempo un insolito andirivieni di persone che si recavano in un magazzino apparentemente abbandonato.Tanto insolito da destare più di un sospetto nei poliziotti della sezione “Investigativa” del Commissariato “Oreto-stazione”, che hanno eseguito un blitz ieri pomeriggio nella struttura apparentemente abbandonata. Gli agenti sono entrati nella struttura attraverso una porta in metallo assicurata con un lucchetto in acciaio che, forse per essere nascosta agli occhi dei curiosi, era stata coperta da una colonna di spazzatura. Inquietante lo scenario offertosi agli agenti intervenuti: le carcasse di una ottantina di animali squartati e pronti per essere macellati ed immessi nel commercio convivevano con ogni tipo di immondizie e rifiuti. Si trattava dunque di un malcelato mattatoio clandestino.Seguendo il cattivo odore i poliziotti giungevano dinanzi ad un’altra porta, questa in legno, con una maniglia in acciaio che permetteva loro di raggiungere una zona adibita a cella frigorifera e da cui proveniva il puzzo.All’interno ancora un centinaio circa di carcasse di animali era appeso a ganci di fortuna applicati alle pareti. A poca distanza le pelli degli animali già squartati ed i coltelli usati per scannare le bestie, alcuni dei quali addirittura nascosti dentro sacchetti di spazzatura.In un angolo del grosso ambiente venivano rinvenuti anche alcuni timbri chiaramente falsi che sarebbero serviti per apporre false certificazioni sulle carni.Il tutto circondato da pareti schizzate di sangue.In considerazione del cattivo stato di conservazione, immediata scattava la segnalazione degli agenti al “Nopa” dei Vigili Urbani ed ai veterinari del Comune.Le carcasse degli animali, circa 80 tra agnelli ed agnelloni, per un totale di 900 kg di carne, sono state immediatamente distrutte.Febbrili indagini da parte degli agenti sono in corso per pervenire all’identificazione del proprietario del magazzino o comunque di colui che ne avesse la disponibilità.Allo stesso tempo, si cercherà di capire quali e quanti macellai si approvvigionassero al locale per procurarsi le carni da destinare alla vendita.E’ infatti chiaro agli agenti che il locale fungesse da mattatoio clandestino o comunque fosse adibito alla giacenza delle carni in una fase di premacellazione, viziando così la filiera che dall’allevamento degli animali porta alla loro vendita sui banconi delle macellerie.

AGI
6 GENNAIO 2010
 
SICUREZZA ALIMENTARE: CARNE E RIFIUTI, MATTATOIO ABUSIVO A PALERMO
 
Palermo - Un blitz dei poliziotti della sezione "Investigativa" del commissariato Oreto-Stazione ha consentito di scoprire a Palermo un mattatoio clandestino, dove le carcasse di una ottantina di animali squartati e pronti per essere macellati ed immessi nel commercio dividevano lo spazio con i rifiuti. Gia' da qualche tempo i poliziotti sospettavano che in Cortile Giosafat, nelrione Ballaro', nei pressi di un magazzino apparentemente abbandonato, si realizzasse una attivita' illecita. I cumuli di immondizie, ogni giorno sempre piu' visibili e tali da rendere l'aria irrespirabile per centinaia di metri, non si conciliavano con un insolito via vai di individui nella fatiscente struttura. La porta in metallo era assicurata con un lucchetto in acciaio e, forse per nasconderla agli occhi dei curiosi, era stata coperta da una colonna di spazzatura. Scardinato l'infisso, gli agenti sono entrati nella vasta area, anche questa coperta da immondizia.
Seguendo il cattivo odore i poliziotti sono arrivati a una cella frigorifera . All'interno un centinaio di carcasse di animali appesi a ganci di fortuna applicati alle pareti. A poca distanza le pelli e i coltelli usati per scannare le bestie, alcuni dei quali nascosti dentro sacchetti di spazzatura. In un angolo anche alcuni timbri chiaramente falsi che sarebbero serviti per apporre false certificazioni sulle carni. Il tutto circondato da pareti schizzate di sangue. E' cosi' scattata la segnalazione degli agenti al "Nopa" dei vigili urbani e ai veterinari del Comune. Le carcasse degli animali, circa 80 tra agnelli ed agnelloni, per un totale di 900 chili di carne, su indicazione dell'autorita' giudiziaria sono state distrutte.Indagini sono in corso per identificare il proprietario del magazzino e capire quali e quanti macellai si approvvigionavano al locale per procurarsi le carni da destinare alla vendita.

IL PICCOLO

6 GENNAIO 2010

 

Macellati 500 suini in undici mesi

 

CORMONS (GO) -  Un ampliamento del macello comunale con la realizzazione di una sala di trasformazione, l’istituzione di un punto vendita e la digitalizzazione della pesa pubblica. Questi i progetti della giunta Patat per lo sviluppo di un sito che si appresta a festeggiare il traguardo delle 500 macellazioni in appena un anno di attività. Dopo anni di chiusura e vari tentativi di riapertura, il maceello di via Corona ha ripreso la sua attività undici mesi fa grazie a undici norcini che hanno costituito una cooperativa. E i risultati non sono mancati. «Siamo molto contenti dell’interesse degli operatori del settore per il nostro macello – spiega l’assessore al Commercio cormonese Giorgio Cattarin –, gli allevatori che portano qui a macellare il proprio maiale provengono da tutta la regione: abbiamo utenti che giungono non solo dalla provincia di Gorizia, ma anche da Udine e Trieste. Fra qualche giorno festeggeremo questo traguardo delle 500 macellazioni, un numero importante se si considera che siamo attivi dal febbraio 2009. Ora vogliamo ingrandire il sito e potenziare l’attività». E così spazio all’area di trasformazione e al punto vendita. «Oggi nel macello comunale si può solo ammazzare l’animale e dividerlo in parti – conferma Cattarin –, vogliamo invece realizzare uno spazio dove il maiale possa essere poi lavorato, in modo che si possa uscire dalla struttura con il salame o il cotechino già tra le proprie mani». «Un altro obiettivo - aggiunge Catatrin - è quello di creare anche un punto vendita. La cooperativa che opera nel macello di via Corona, infatti, si sta muovendo bene e i sette norcini impegnati nella cooperativa stanno lavorando con grande alacrità». Un ultimo obiettivo è la sostituzione della pesa pubblica oggi analogica con quella digitale. «Vorremmo farla diventare a gettone – conclude Cattarin – senza cioè che vi sia bisogno di un custode: in questo modo si velocizzano i tempi dell’operazione e aumentano le comodità degli utenti. Per realizzare tutti questi progetti però servono molti capitali: la spesa è ingente. A questo proposito stiamo coinvolgendo quindi anche la Camera di commercio nel progetto per ottenere i necessari finanziamenti. Nonostante la crisi, infatti, il macello di Cormons sta dando risultati più che positivi e vogliamo che il nostro centro migliori ulteriormente, diventando un punto di riferimento per la lavorazione dei prodotti nostrani per l’intera regione».


L'UNIONE SARDA
6 GENNAIO 2010
 
Uccide due cani, arrestato Assalivano il suo gregge
In manette un pastore di Siurgus Donigala. L'uomo ha usato il fucile calibro 12. Domani sarà processato
 
Siurgus Donigala (CA) - Un pastore di Siurgus Donigala, Bruno Laconi, 42 anni, è stato arrestato dai carabinieri. Col suo fucile calibro 12 ha ucciso due cani maremmani, di un suo compaesano. Due colpi alla testa ed i due animali sono rimasti stecchito. Il motivo? I due cani avrebbero più volte assalito il suo gregge, disperdendolo nelle campagne. Domani il processo.

AGI
6 GENNAIO 2010
 
UCCIDE A FUCILATE DUE CANI, ARRESTATO UN ALLEVATORE
 
Cagliari - Ha ucciso due pastori maremmani a fucilate perche' minacciavano il suo gregge. E' successo a Siurgus Donigala. Bruno Laconi, 45 anni, che ha abbattuto i due cani con un fucile calibro 12 davanti al loro padrone e' stato arrestato dai carabinieri. I militari lo hanno rintracciato e bloccato in seguito alla denuncia del proprietario degli animali. L'allevatore e' stato accompagnato in caserma a disposizione in attesa del processo per direttissima in programma domani.

IL GIORNO
6 GENNAIO 2010
 
Strage di pettirossi La Lipu denuncia: «Troppi bracconieri»
 
BRESCIA - DA OTTOBRE alla vigilia di Natale i volontari della Lipu, Lega italiana protezione uccelli, sono intervenuti nelle valli del Bresciano, per contrastare il rituale bracconaggio autunnale a danno di specie insettivore migratorie, individuando e rimuovendo oltre 2.000 fra trappole ad archetto e tagliole a scatto d’acciaio, e 114 reti per l’uccellagione. Lo rende noto la stessa Lipu in una nota, dove denuncia che «centinaia tra pettirossi, capinere, cince ed altri uccelli sono stati trovati morti o agonizzanti, ed altrettanti gli uccelli sono stati liberati dalle gabbiette da richiamo». Secondo l’associazione il bracconaggio «è ancora particolarmente diffuso dal lago d’Idro al lago di Garda», così come «nell’area della conca panoramica di Zone, a monte del lago d’Iseo, dove le trappole erano piazzate sul ‘Sentiero didattico della riserva regionale della Piramidi di Zone”». A Lumezzane val Trompia il maggior numero di reti sequestrato. La Lipu riconosce comunque che «l’attuale situazione non è più paragonabile a quella dei primi anni: allora le trappole erano visibili in quasi tutti i paesi e borgate delle valli», e la pratica della caccia di frodo «era considerata una tradizione lecita in nome delle usanze locali, risalenti al periodo barbarico». Ora, invece, «è ben diverso», sottolineano gli animalisti. Infatti, assicura la Lipu, «le grandi tese di trappole per catture a scopo commerciale sono scomparse e nelle fiere autunnali non sono più offerti uccellini arrostiti», anche se «alcuni ristoratori continuano a ricettare le prede».

IL MESSAGGERO
6 GENNAIO 2010
 
Un’ordinanza per l’abbattimento di settecento capi di pollame ..
 
MOIRA DI MARIO

Pomezia (RM) - Un’ordinanza per l’abbattimento di settecento capi di pollame è stata firmata ieri dall’assessore al Personale del Comune di Pomezia, Edgardo Cennachi, a cui, in assenza del sindaco Enrico De Fusco, i veterinari della Asl Rm H avevano chiesto di intervenire dopo l’esito positivo al virus H7 (uno di quelli che provocano l’influenza aviaria, senza però trasmissione all’uomo, ndr) di alcune galline, in un famoso allevamento della città.
«Bisogna sottolineare - chiariscono dall’azienda sanitaria - che questo tipo di virus non ha nulla a che vedere con l’H5N1 che provoca influenza aviaria con trasmissione all’uomo. L’H7 non si trasmette all’uomo, né se si entra in contatto con gli animali malati, né se si mangia la loro carne o, in questo caso, le loro uova». Dunque nessun allarmismo anche perché lo stesso titolare dell’allevamento non sapeva della positività dei suoi polli alla malattia.
Secondo quanto hanno potuto verificare i veterinari della Asl, si tratterrebbe infatti di una partita di animali che l’azienda di Pomezia aveva acquistato da un allevatore di Perugia, il quale a sua volta li aveva comprati in Emilia Romagna. Le verifiche sui polli erano scattate alcuni giorni fa, durante i controlli di routine che puntualmente la Asl Rm H svolge in tutti gli allevamenti e le aziende agricole del litorale e dei Castelli Romani. I veterinari hanno prelevato dei campioni di sangue da alcune galline, poi risultate positive al virus. «Nessun animale è morto a causa dell’H7 - concludono dalla Asl - ma la normativa europea impone l’abbattimento di tutti i capi presenti nell’allevamento e nelle sue vicinanze. Nel pollaio ce ne sono 400 venuti in contatto con i 300 che invece erano accanto».

IL MESSAGGERO
6 GENNAIO 2010
 
Sarà affidato ad un gruppo di cacciatori selezionati ...
 
Provincia di Roma - Sarà affidato ad un gruppo di cacciatori selezionati il compito di abbattere una parte dei cinghiali diventati troppo numerosi nel Parco dei Castelli Romani. L’Ente sovra comunale infatti, per arginare la presenza degli animali, ha istituito un corso di “selecontrollori” destinato a cacciatori esperti. Il corso, che prenderà il via nelle prossime settimane, dopo l’autorizzazione della Regione, durerà tre o quattro mesi ed avrà come obiettivo quello di istruire una quindicina di cacciatori d’esperienza sulle modalità di abbattimento dei cinghiali e sugli aspetti normativi e giuridici.
L’iniziativa si è resa necessaria per il proliferare degli animali che si avvicinano sempre di più alle abitazioni e possono costituire un pericolo per residenti e frequentatori del Parco.

IL GAZZETTINO
6 GENNAIO 2010
 
Vigili del fuoco impegnati ieri pomeriggio per il recupero di un cavallo morto ..
 
Lorena Levorato
 
Pionca (PD) - Vigili del fuoco impegnati ieri pomeriggio per il recupero di un cavallo morto in un campo di via Madonna Pellegrina, a Pionca, e per il salvataggio un altro impantanato nel fango. L’allarme è scattato poco dopo le 15 sulla base di una segnalazione giunta al centralino deel comando provinciale di Padova da dove sono partiti due automezzi.Giunti in via Madonna Pellegrina, dove da qualche tempo esiste un allevamento, insieme ad una squadra delle guardie zoofile di Padova, il proprietario dei cavalli in un primo momento si è opposto impedendo ai vigili del fuoco e alle guardie di entrare nell’appezzamento.A quel punto è stato richiesto l’intervento di una pattuglia dei carabinieri della vicina stazione di Pionca che hanno permesso l’intervento.I vigili del fuoco hanno lavorato circa un paio d’ore per recuperare l’animale morto e per trarre in salvo un secondo cavallo, quasi sommerso dal fango. Secondo i primi accertamenti compiuti dalle guardie zoofile, il cavallo sarebbe morto di stenti perché denutrito, oltre al freddo patito in questi gironi. Pessime le condizioni anche dell’esemplare recuperato.Nell’area adibita ad allevamento, in custodia all’attuale proprietario del terreno, dove ci sono altri quattro puledri, non ci sarebbe nessuna struttura dove poterli ricoverare: esiste solo una tettoia all’aperto.La precaria situazione dei cavalli è nota anche all’amministrazione che più volte ha invitato il proprietario ad adottare provvedimenti per migliorare le condizioni di vita degli animali. L’ultimo sopralluogo in ordine di tempo, alcuni gironi fa, quando i vigili municipali si sono recati in via Madonna Pellegrina per una verifica. Puntualmente disattesa.Compiute le loro verifiche, le guardie zoofile hanno chiesto il sequestro degli esemplari trovati nell’allevamento e i militari dell’Arma di Pionca hanno denunciato il custode dei cavalli per maltrattamento di animali.

LA GAZZETTA DI MODENA

6 GENNAIO 2010

 

Castelnuovo (MO) Gatto salvato dopo tre giorni

 

CASTELNUOVO (MO). Da tre giorni chi percorreva la ciclabile di via Nizzola sentiva un miagolio disperato. La questione l’hanno risolta ieri alle 11 i vigili del fuoco di Vignola, quando hanno tratto in salvo con una gabbia un gattino che era rimasto “prigioniero” su una pianta. Dove si era presumibilmente rifugiato per sfuggire ad un cane. Non riusciva più a scendere. Sul posto, allertanti dai residenti, sono arrivati prima i volontari della protezione animali. Per salire sull’albero e superare il fossato del depuratore si è reso necessario l’utilizzo di due scale dei pompieri che hanno consegnato il gatto ai volontari.


MATTINO DI PADOVA

6 GENNAIO 2010

 

Salvate nel pantano quattro cavalle in fin di vita

 

Cristina Salvato

 

VIGONZA (PD). Guardie zoofile e vigili del fuoco sono dovuti intervenire in forze ieri pomeriggio per salvare quattro cavalle da un destino orribile: affamate, ferite, in condizioni pietose, erano custodite in un terreno nelle campagne vigontine.  Una era addirittura bloccata fino a metà zampa dentro una pozza di fango; a fianco giaceva la carcassa di un’altra cavalla, morta forse da alcuni giorni. Sono state ricoverate in un maneggio, dove saranno rifocillate e curate. Per loro l’incubo è finito, ma nel giro di tre mesi sono ben due gli animali che sono morti tra gli stenti.  Appena avuta la segnalazione che nel terreno in questione era morto un cavallo, le guardie zoofile della Lac (Lega per l’abolizione della caccia del Veneto) sono intervenute assieme ai carabinieri. Davanti ai loro occhi una scena quasi infernale: quattro cavalle magrissime e ferite nel pantano, sotto le intemperie. Una di loro era immersa dentro alla fanghiglia, probabilmente da tempo: abbastanza vicina alla mangiatoia per alimentarsi, non era comunque in grado di liberarsi dalla morsa che le avvolgeva le zampe. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco, che per ore hanno scavato con il badile il fango tutto intorno, ridandole la libertà. Non c’era purtroppo nulla da fare per la quinta cavalla, la cui carcassa in decomposizione giaceva accanto. I tecnici dell’Istituto zooprofilattico dovranno chiarire le cause della morte.  Messi in sicurezza gli animali, adesso si dovrà accertare le responsabilità umane: le cavalle, tutte con un passato da trottatrici, erano state ricoverate in quel terreno dal loro proprietario, che però circa un anno fa è stato sfrattato. L’ufficiale giudiziario aveva consentito agli animali di rimanere, affidandoli a un custode. Sarà forse lui a rispondere, se risultasse inottemperante ai suoi doveri, e potrebbe essere persino imputabile penalmente del reato di maltrattamento di animali. Domani l’intera documentazione dovrebbe venire depositata in Procura.


MESSAGGERO VENETO UDINE

6 GENNAIO 2010

 

Capriolo affamato si avventura in via Cernaia

 

Udine - Infreddolito e affamato un capriolo ha cercato rifugio nel giardino di una villetta di via della Cernaia. E successo ieri pomeriggio, intorno le 16, sotto gli occhi attoniti dei proprietari dell’abitazione che quando hanno visto l’animale non riuscivano a darsi una spiegazione. Anche perché il capriolo, un esemplare giovane, forse nel tentativo di saltare il recinto per scappare si era ferito al muso e perdeva sangue. Sul posto anche il consigliere comunale Claudio Galluzzo (Pd), delegato di quartiere a Cussignacco, che ha subito allertato la Guardia forestale per tentare di portare in salvo la bestia. Un’operazione impossibile visto che il tentativo di catturare il capriolo è fallito. L’animale, infatti, nonostante le ferite è riuscito a saltare il recinto e a dileguarsi lungo via Marsala. La “caccia” è proseguita per oltre un’ora anche nei giardini vicini. Tutto inutile perché l’animale ha fatto perdere le sue tracce. Secondo Galluzzo, l’animale potrebbe essere arrivato in via della Cernaia dalla campagna seguendo l’ex ferrovia e inoltrandosi, poi, nell’area dismessa dell’ex Safau visto che l’abitazione su un lato confina con alcuni capannoni. «A Udine sud – fa notare il consigliere comunale – i cittadini hanno già segnalato la presenza dei caprioli nell’area dismessa dell’ex acciaieria Safau ecco perché ritengo che possa essere giunto da quel luogo». La presenza del capriolo in una zona residenziale abbastanza vicino al centro città è stata descritta come un fatto eccezionale dai residenti. In effetti, a Cussignacco e in altri quartieri vicini, nei mesi scorsi, è stata notata la presenza della volpe, ma non certo quella dei caprioli. Il freddo e la neve, comunque, costringono gli animali ad avvicinarsi alle case. È successo anche a Trieste dove, l’altro giorno, un piccolo branco di lupi ha sbranato una capra e quattro pecore che vivevano all’interno di un recinto posto a pochi metri dalla strada che collega Basovizza a Lipizza. L’incursione è avvenuta di notte e solo il giorno seguente i proprietari delle pecore e della capra si sono accorti dell’uccisione delle bestie.


IL GAZZETTINO DI PADOVA
6 GENNAIO 2010
 
Il cigno del Buzzaccarini morto per una gastroenterite
 
Padova - È stata un’infezione ad uccidere il cigno del boschetto dei frati, due giorni prima del Natale. Una banale gastroenterite, causata dal germe colstridium, normalmente presente nella flora batterica sia dell’uomo che degli animali. Questo l’esito dell’autopsia, che esclude definitivamente il decesso dell’animale per fame o per freddo.L’infezione è stata probabilmente causata da una forte proliferazione del germe nell’intestino, che moltiplicandosi velocemente può liberare tossine, in grado di procurare lesioni mortali e di entrare in circolo nel sangue. Questo germe può però generare malattie letali sono in particolari circostanze: i testi di scienze citano tra questi anche un improvviso cambio di dieta e condizioni ambientali avverse. Nuove teorie, certamente non dimostrabili con l’autopsia, ma che fanno nascere nuove domande, e così ancora ci si chiede se non si poteva fare qualcosa per salvare la vita del cigno.Intanto nel parco Buzzaccarini gli altri animali sembrano godere di buona salute. La compagna del cigno, che pure risulta non aver contratto l’infezione, continua a rifugiarsi nel luogo dove è morto l’animale, e sembra che talvolta rifiuti il cibo che le viene offerto. Il Comune sta così valutando se acquistare un nuovo cigno maschio, per dare un po’ di compagnia all’inconsolabile "vedova".

IL MATTINO DI PADOVA

6 GENNAIO 2010

 

Ucciso da gastroenterite

 

MONSELICE (PD). Gastroenterite provocata da clostridium, un batterio che alligna nell’intestino. E’ questo il responso dell’autopsia effettuata dal servizio zooprofilattico dell’Uls 17 sulla carcassa del cigno di Parco Buzzaccarini. L’ha riferito il sindaco Francesco Lunghi, che dopo il clamore suscitato dal caso ha voluto andare a fondo della questione. Il responsabile della morte dell’animale sarebbe quindi un batterio che ha prodotto una serie di ulcerazioni intestinali. Insomma a uccidere il cigno non sarebbero stati, direttamente, il freddo o la fame. C’è da dire però che questo tipo di germe è presente normalmente nella flora intestinale, sia degli uomini che degli animali. In condizioni normali non necessariamente porta a infezioni. Il discorso può cambiare in determinate circostanze, come un repentino cambio di dieta o condizioni climatiche avverse. Quando ciò si verifica, il germe può generare delle tossine che entrano in circolo nel sangue, causando lesioni a livello degli organi. Insomma, non si può escludere che condizioni difficili, come un’alimentazione non adeguata o l’improvviso cambiamento del clima con la nevicata, abbiano indebolito e fatto ammalare il cigno. Rimane in ogni caso una situazione da rivedere la sistemazione degli animali al Bosco dei Frati. Saranno pure animali selvatici, ma un posto per ripararsi e un’alimentazione controllata non potrebbero che far loro bene. Il sindaco ora ha assicurato che prenderà a cuore la questione. «Gestirà il Comune l’alimentazione degli animali - anticipa Lunghi - e ringrazio chi l’ha fatto finora. Forse verrà rivista anche la formula di gestione». Nel frattempo pare che la femmina rimasta senza compagno sia inconsolabile: continua a tornare nel luogo dove è stata ritrovata la carcassa del maschio.


IL TIRRENO

6 GENNAIO 2010

 

SMARRIMENTO

 

PIOMBINO (LI). «La notte di Capodanno il mio cane Skipper, è scappato dalla sua cuccia in località San Rocco a Piombino. È un meticcio bianco a pelo raso con macchie marroni tipo dalmata in tutto il corpo. Ha un collare verde ed ha il tatuaggio». «Chiunque l’avesse visto, o sa dov’è è pregato di telefonare a qualunque ora ai seguenti numeri: 0565/224493 - 349/0586591». «Ringrazio tutti per l’aiuto» Francesca.

 

http://persietrovati.blogspot.com/2010/01/piombino-li-smarrito-cane-meticcio.html


MATTINO DI PADOVA

6 GENNAIO 2010

 

SMARRIMENTO

 

Si chiama Mario ed è un bel gatto soriano tigrato e si è perso il giorno di Santo Stefano in via Scardeone nel quartiere Forcellini. Mario ha 14 anni, occhi verdi, pizzetto bianco. Chi lo vede può chiamare Massimo ai numeri: 340.9776611 o 339.3246801.

 

http://persietrovati.blogspot.com/2010/01/padova-smarrito-gatto-soriano-maschio.html


IL TIRRENO LUCCA

6 GENNAIO 2010

 

SMARRITI TROVATI

 

È stato smarrito a Rughi un cucciolo di beagle, nero beige e bianco, porta collare di cuoio beige con bussolina. Tel. 329 0177972 - 349 5808128.  

http://persietrovati.blogspot.com/2010/01/lucca-smarrito-cane-beagle-maschio.html

 

Smarrito da sabato ad Altopascio un cane grande, bianco, chiamatp “Muriac”. Chiamare il 338 2331964.  

http://persietrovati.blogspot.com/2010/01/altopascio-lu-smarrito-cane-meticcio.html

 

Argo, boxer di 6 anni, si è perso. Chiamare al 333-5234946.  

http://persietrovati.blogspot.com/2010/01/lucca-smarrito-cane-boxer-maschio.html

 

Trovato a Marlia un barboncino femmina, grigio scuro, collare giallo antipulci. Tel. 0583 309619.

http://persietrovati.blogspot.com/2010/01/lucca-trovato-cane-barboncino-femmina.html


TARGATO CN
6 GENNAIO 2010
 
Toselli (PdL): "Abbattere i lupi se necessario"
 
 
Provincia di Cuneo - Vista la rapida espansione del lupo nelle vallate cuneesi, la Regione deve mettere in atto politiche di contenimento, arrivando anche all’abbattimento dei capi eccedenti”. Lo propone Pietro Francesco Toselli, con un’interrogazione indirizzata alla Giunta Bresso, dopo le ultime segnalazioni relative a carcasse di selvatici, sbranati da un branco di lupi, in alta Valle Maira.
Oggi sono i cervi e caprioli a venire cacciati e questo rientra in un certo senso nella norma della natura – dice Toselli – ma da quest’estate torneranno a essere a rischio le greggi e persino i vitelli al pascolo nelle grange alpine. Già lo scorso anno si sono registrati numerosi casi di depradazione, segnalati da allevatori preoccupati per l’impossibilità di svolgere con tranquillità il loro lavoro”.
Toselli sottolinea che l’abbattimento dei lupi “non è più un tabù, dal momento che anche in Svezia si è deciso di procedere in tal senso, visto l’aumento eccessivo dei branchi. Finora ci è sempre stato risposto che l’Unione Europea considerava protetti i lupi e quindi non ne consentiva la caccia. Ma perché i lupi svedesi possono essere abbattuti e quelli italiani no? Visto che si sono spesi migliaia di euro per studiare il reinsediamento del lupo nel nostro territorio, credo che ora sia venuto il momento di promuovere piani selettivi volti al contenimento di questo animale. Ho già detto che tra il lavoro di pastori e margari e l’esistenza del lupo mi schiero senz’altro dalla parte dei primi, che con la loro faticosa attività contribuiscono a mantenere vivo il territorio alpino, a salvaguardare pascoli e boschi, concorrendo all’equilibrio idrogeologico e naturale”.

IL PICCOLO

6 GENNAIO 2010

 

Il lupo sul Carso triestino dopo 90 anni «Ma oggi non è pericoloso per l'uomo»

 

di SILVIO MARANZANA

 

Trieste - Da oltre due anni stazionano nei boschi tra Divaccia e Roditti dove anche nei mesi scorsi sono state trovate carcasse di cinghiali e caprioli vittime di attacchi. Sono i lupi del branco da cui molto probabilmente si sono staccati, allontanandosi di poco più di una decina di chilometri da quello che è il loro habitat, gli esemplari che nelle notti scorse hanno colpito nella campagna tra Basovizza e Lipizza, in comune di Trieste, sbranando quattro pecore e una capra. «Significa che dovremo riabituarci a convivere con i lupi - commenta Nicola Bressi, naturalista e zoologo triestino - ma poco male perché oggi i lupi non sono affatto pericolosi per l’uomo come negli anni Venti del secolo scorso allorché furono uccisi gli ultimi esemplari sul Carso. Non sono più abituati alla carne umana perché non trovano più cadaveri di persone vittime di stenti, di epidemie o di assalti briganteschi - spiega un po’ cinicamente - e non la gradiscono più. Erano questi i loro obiettivi assieme ai pastori che però si vestivano di pelli di pecora e di pecora puzzavano. Ma oggi in tutta Europa non esiste nemmeno un solo caso di una persona assalita da un lupo». La ricomparsa del lupo sul Carso triestino dopo quasi una novantina d’anni potrebbe avere due sole conseguenze: quella di spingere i cinghiali ancora più verso il centro cittadino e in numero maggiore di quanto non avviene già oggi essendo essi in assoluto una delle prede preferite, e quella di far crescere il prezzo del latte di produzione locale perché gli allevatori locali dovranno prendere adeguate contromisure per il loro bestiame. Il lupo infatti, ancor più intelligente del cane, riesce anche a trovare brevi tratti di recinzione privi di elettrificazione esattamente come ha fatto sulla strada oltre Basovizza. Come spiega Bressi, il branco di Divaccia si è probabilmente formato dai piccoli gruppi isolati di lupi che da decenni vivono attorno al Monte Nevoso giunti ancor prima dal massiccio del Velebit, in Croazia. Ma il fatto rivoluzionario nella geografia animale è che in tempi recentissimi c’è stata una sorta di saldatura tra il lupo balcanico (ramo di cui evidentemente fa parte anche quello di Basovizza) e il lupo apenninico. È notizia del 2009 infatti il ritrovamento di un cadavere di lupo balcanico a Vardena, ai confini tra Trentino e Alto Adige. Sull’altro versante il lupo apenninico è risalito fino alla Liguria, è espatriato in Francia ed è rientrato in Italia attraverso la Svizzera e la Lombardia. Tra Trentino e Lombardia il presumibile contatto. Sono infatti animali che tranquillamente per cacciare fanno una decina di chilometri in una notte, mentre in una settimana sono stati osservati spostarsi anche di cento chilometri. In Croazia i lupi venivano considerati nocivi ed erano cacciati fino al 1994. Dal 1995 sono protetti e oggi si stima che solo sul territorio croato i lupi siano presenti in un numero compreso tra 160 e 220 esemplari, suddivisi in una cinquantina di piccoli branchi. A Trieste in anni recenti è ricomparso anche lo sciacallo, piccolo lupo di colore rossastro che popola il deserto del Sahara, risalito dalla pianura anatolica fino a Gropada. Ma cosa devono fare i triestini se hanno la sventura di imbattersi in un lupo? «Essere felici di un avvistamento così eccezionale e, se possibile, fotografarlo perché tanto non rischiano nulla», sostiene Bressi.


SAVONA NEWES
6 GENNAIO 2010
 
Celle (SV): giovane sparviere recuperato dall'Enpa ai Piani
 
 
CELLE (SV) - Un giovane sparviere, in difficoltà al Piani di Celle Ligure è stato inutilmente soccorso dai volontari della Protezione Animali savonese.
Uccello rapace di medie dimensioni (vive nei boschi fino a 15 anni, ha abitudini crepuscolari e si ciba di piccoli uccelli e mammiferi) era caduto a terra, probabilmente dopo aver urtato un cavo aereo; è stato raccolto da alcuni passanti ma il contatto con le persone è per questa specie troppo traumatico ed è morto, letteralmente di spavento, poco prima che i volontari dell'ENPA arrivassero. In caso di ritrovamento di animali selvatici ed in attesa dei soccorsi, l'associazione raccomanda di introdurli in capaci scatole di cartone aerate e tenerli riparati da urti e rumori e da persone comprensibilmente curiose. Il corpo dell'animale è stato consegnato per la conservazione all'Università di Genova.E a proposito di animali selvatici, destano perplessità le dichiarazioni dell'assessore provinciale Guarnieri, secondo cui la rimozione di una frana sulla strada finalese di Cornei sarebbe ritardata dalla burocrazia regionale per la vicina presenza di un SIC (sito di importanza comunitaria); è pur vero che la zona è protetta per l'esistenza di nidi del raro gufo reale, ma la recente legge regionale di tutela di queste aree (LR 28/2009, articolo 8) consente deroghe per le manutenzioni straordinarie, come l'intervento urgente per riaprire una strada che, con una corretta progettazione e procedura, richiede tempi molto brevi.

LA NUOVA FERRARA

6 GENNAIO 2010

 

Strage di piccioni in corso Guercino

 

CENTO (FE). Sono state rinvenute ieri mattina alcune decine di piccioni agonizzanti ed altri morti sul selciato e sotto i portici di Corso Guercino. L’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) di Cento si dice preoccupato, non solo per il fatto in sè, che si è stranamente verificato solo in quella zona. «Nonostante i cittadini, già verso le 9,30, avessero avvisato la polizia municipale - ha detto la presidente dell’associazione animalista Barbara Vignoli - non è stato richiesto dagli organi competenti l’intervento dell’Asl perché fosse prelevato un campione, portato all’Istituto zooprofilattico di Ferrara e sottoposto ad esame che ne definisse la causa della morte». Solo dopo la segnalazione pervenuta ad Enpa centese, la Vignoli ha avvisato il veterinario dell’Asl, peraltro ancora all’oscuro della situazione. «Purtroppo - prosegue la Vignoli - essendo ormai l’orario di chiusura dell’Istituto, non poteva più recapitare un campione in data odierna, ma non mancherà l’occasione visto che, si presume ci siano altri decessi». Alcune carcasse sono state raccolte dal selciato e poste nei cassonetti, ma non si sa quanti altri piccioni possano esserci nelle stesse condizioni. «Sono ancora ignote - conclude la Vignoli - le cause che hanno provocato questa strage».


IL CENTRO

6 GENNAIO 2010

 

Cani adottati dalle detenute

 

L’AQUILA - Dal carcere di Rebibbia arriva una soluzione per alcuni cani abbandonati all’Aquila, dopo il terremoto del 6 aprile. Gli animali sono stati «adottati» dalle detenute nell’ambito di uno specifico progetto. Il caso è approdato su Striscia la notizia , con un servizio realizzato nel corso di una visita della senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati, sottosegretario alla Giustizia.  La signora Casellati è entrata nel carcere capitolino accompagnata dall’inviato di Striscia, Gimmy Ghione . «Si tratta di un’importante opera di formazione e aggregazione», ha commentato il sottosegretario, «che un domani può allargare gli orizzonti. Un insegnamento che il carcere può dare: si sconta la pena ma nello stesso tempo si prepara ad una vita speriamo migliore».  Nel servizio, Ghione parla con le detenute, a proposito di questi bei cani provenienti dall’Aquila. Ce n’è uno che assomiglia particolarmente a Willy, il cane simbolo del programma di Antonio Ricci .  «Da parte nostra», ha proseguito il sottosegretario, «c’è l’augurio affinché uscite da qui le detenute possano trasformare questa passione in un vero e proprio lavoro. Si intravede, infatti, una possibile fonte di guadagno». E il piccolo canile è stato realizzato nell’orto del carcere. Prosegue l’impegno delle associazioni di volontariato, nate all’indomani del sisma per occuparsi della sorte dei tanti animali domestici dispersi a seguito della tragedia. Una mobilitazione importante è stata portata avanti per i felini, dall’associazione «99 gatti Aq» che ha realizzato una serie di bacheche - stile «Chi l’ha visto?» - per aiutare i padroni a ritrovare il prorpio gatto smarrito nelle varie aree del centro storico, parzialmente abbandonato. Da qui la scelta di partecipare attivamente al mercatino natalizio alla Villa Comunale, per distribuire lo speciale calendario dell’associazione aquilana, coordinata dalle giovani Paola Strinati e Valeria Brizzi .


IL TIRRENO

6 GENNAIO 2010

 

I gatti delle suore

 

SORANO (GR). Altra zona e altro allevamento unico nel suo genere; in quanto a “rarità animali”, la provincia di Grosseto non smette mai di stupire. Il monastero Janua Coeli sorge a qualche chilometro da uno dei più antichi borghi medievali, Cerreto del Sorano. Qui una comunità claustrale di monache carmelitane seguaci dell’antica osservanza ha dato vita a uno straordinario allevamento di gatti appartenenti alla razza dei Maine Coon. Si chiama “Tribù del deserto”, nome all’apparenza contraddittorio per evocare un senso sia di moltitudine che di ascesi, silenzio e solitudine. Tutto «nasce dall’amore per la natura, coltivato da persone che portano l’amore nel cuore», spiegano le religiose. E in effetti vari gatti di questa razza (qualche nome: Cool Man, Carol, Belle e Salsa) vengono allevati dalle monache secondo una sorta di protocollo sacrale. «Le mamme vengono fatte riposare almeno un anno dall’ultimo parto, in modo che possano rimettersi in perfetta salute. E fin da cuccioli i gatti non vengono allevati in gabbia ma lasciati liberi e a contatto fra loro». L’obiettivo è quello di ottenere Maine Coon di altissima qualità e pregio, attraverso una selezione mirata e rispettosa dei ritmi naturali dei gatti. Il risultato non tradisce: sono «mici sereni, dal carattere gioioso e facilmente inseribili nelle future famiglie adottive». La particolare attenzione riposta nella salute dei gatti e nella loro crescita serena, insieme alla straordinaria bellezza dei felini, è la caratteristica peculiare dell’allevamento Tribù del Deserto, curato in prima persona dalle monache che hanno anche un piccolo punto vendita a Sovana. E non solo. Il brillante gruppo di religiose si è creato un piccolo store in rete, cliccabile nel link “La bottega del monastero”.


CORRIERE ADRIATICO
6 GENNAIO 2010
 
Nel mirino della magistratura un uomo residente a Gagliole
Costruisce un box per cani e cavalli e adesso rischia quattro processi
 
Gagliole (MC) -  L’amore per i cavalli ed i cani rischia di costare quattro processi ed una condanna a 4 anni e 100.000 euro di multa ad un gagliolese di 41 anni. Oltre, purtroppo, ad un cavallo che forse non riuscirà a superare l’invernata. E’ l’incredibile storia di G.R., ora assistito dall’avvocato Mauro Riccioni, che si ritrova, insieme ad uno zio ottantenne, con ben quattro denunce sulle spalle. Tutto è cominciato quando l’uomo, dopo una vita trascorsa a lavorare in Inghilterra, ha deciso di rientrare in Italia e trasferirsi nel casolare del suo parente. Insieme ai lavori alla casa costruì un box in legno amovibile di circa 20 mq, appoggiato su un basamento in cemento. Tutto regolare? Neanche per sogno. L’uomo, infatti, aveva ignorato che l’opera era stata realizzata in una zona sottoposta a vincolo ambientale e, quindi, non era in possesso delle dovute autorizzazioni.
Da qui la prima denuncia per abuso edilizio. All’interno del box, al momento del sequestro, erano ospitati alcuni cani, ma con l’arrivo dell’inverno, l’uomo, commettendo forse un’ennesima ingenuità, ricoverò lì anche un cavallo. Immediata la seconda denuncia, questa volta per violazione dei sigilli, seguita subito da una terza denuncia perchè, in qualità di custode del bene sequestrato, G.R. non aveva agito secondo la legge. Ma non è finita, con la quarta denuncia che è arrivata solo poche settimane più tardi, cioè alla scadenza di novanta giorni dall’ingiunzione al ripristino originario dei luoghi. L’accusa, in questo caso, è di inosservanza dei doveri imposti dalla pubblica amministrazione. Si annuncia, dunque, una lunga battaglia giudiziaria. Come se non bastasse, però, all’orizzonte c’è una nuova beffa. Il cavallo, infatti, rimasto senza stalla rischia di non riuscire a superare l’invernata.

TRENTINO

6 GENNAIO 2010

 

Io nel presepio ci sto benissimo

 

Buona Befana a tutti, sono l’Asino di Scurelle (TN), cioè quel somaro che compare nel presepe allestito nella piazza del paese, là dietro nella capanna, assieme al mio collega Bue. Sono l’asino delle polemiche perché so benissimo che nelle redazioni dei giornali in questi giorni piovono lettere di protesta spedite dagli animalisti contro il nostro presepe in cui compaiono anche animali imbalsamati, anzi impagliati se vogliamo essere precisi, comprese pecore e agnellini.  Fin qui tutto bene, se non fosse che gira voce su internet che a Scurelle sarebbero disposti ad ammazzare cani e gatti pur di arricchire il nostro presepio e renderlo il più realistico possibile. Così scrivo al giornale Trentino per raccontare la verità sulla mia storia a beneficio di quei lettori che vogliono farsi un’idea sul caso.  Era l’autunno del 2004 quando avevo ormai concluso la mia carriera di asino ruspante, insomma ero morto, pronto a diventare salami in una macelleria della Valsugana. In quei giorni si presentò Ivo Tomaselli - che per chi non lo sapesse è quel signore che dopo aver appreso l’arte in quel di Tesero è divenuto l’anima del presepe di Scurelle - e chiese gentilmente se poteva acquistare, invece di bistecche e salami, la pelle mia e del Bue per metterle accanto al Bambino. Tanto piacque l’idea che le nostre due pellacce vennero cedute a titolo gratuito e finirono cucite attorno a due sagome di polistirolo per mano di un professionista della zona. Giunsi nel presepio a lavoro terminato quando pecore e agnelli erano già presenti, quindi mi devo fidare di quello che mi hanno detto e ora ripeto a voi lettori: è stato così anche per loro, nessuno è morto a causa del presepio.  Ma sarei un Asino - di nome e di fatto - se chiudessi qui la questione, facendo finta che la presenza mia e dei miei colleghi animali nella piazza del paese non suscitasse sentimenti controversi: c’è chi ci osserva con grande ammirazione perché “sembriamo veri” ed è triste constatare che sono le stesse persone che gli animali veri non li guardano nemmeno di striscio; c’è chi ci mette il bambino accanto per scattare una fotografia ed è triste constatare che sono gli stessi che raccomandano ai figli di tenersi alla larga da noi bestie, almeno finché siamo in vita; c’è infine chi ci guarda con tristezza vedendoci per quello che siamo - pelle cucita - considerandoci degni di miglior fine. Ora voglio esagerare, mi saprete perdonare, ma pensateci un attimo: che sarebbe successo se invece dell’asino fosse finito impagliato il pastore? Scusate la provocazione ma c’è chi ci considera al pari delle persone: forse esagerano, non sta a me dirlo perché sono solo un povero asino ignorante, il discorso si fa complicato e mi fermo qui. In fondo volevo solo raccontare la mia storia. (testo raccolto da Andrea Selva) - dell'Asino di Scurelle


WALL STREET

6 GENNAIO 2010

 

Scontro tra baleniera Giappone ed ecologisti, distrutto Ady Gil

Tratto in salvo l'equipaggio, ma il trimarano sta affondando

 

Sidney (Australia) - Un trimarano ultra-rapido utilizzato dagli ecologisti australiani per inseguire le baleniere giapponesi è stato distrutto in seguito a uno scontro con i pescatori nell'Antartico. Lo hanno denunciato gli ambientalisti. I sei membri dell'equipaggio dell'Ady Gil sono stati soccorsi e sono usciti indenni dall'imbarcazione a vela (analoga al catamarano, ma con tre scafi): lo ha indicato in una nota Sea Shepherd, un'associazione che si occupa della difesa degli animali marini. "Sembra che l'Ady Gil stia affondando e le possibilità di recuperarlo sono molto labili", ha aggiunto Sea Shepherd, che ha definito "non provocata" l'aggressione delle baleniere giapponesi e sostiene di averla ripresa in un filmato. "Lo Shonan Maru numero 2 si è improvvisamente messo in movimento e ha deliberatamente colpito l'Ady Gil sfondando otto piedi (2,4 metri) di prua", ha aggiunto il testo. L'Ady Gil è un trimarano futuristico nero in carbonio e kevlar che può raggiungere i 93 chilometri orari. Doveva servire a ostacolare l'avanzata dei pescatori giapponesi con operazioni di disturbo. Prima di oggi, l'equipaggio dell'Ady Gil aveva lanciato bombolette maleodoranti contro la baleniera nipponica. "Le baleniere giapponesi si sono macchiate di un'escalation molto violenta del conflitto", ha dichiarato Paul Watson, responsabile della campagna condotta annualmente dall'associazione Sea Shepherd. La distruzione dell'Ady Gil rappresenta "una perdita sostanziale per la nostra organizzazione", ha affermato Watson, che ha quantificato la perdita economica in circa due milioni di dollari. I giapponesi hanno accusato a loro volta i militanti di Sea Shepherd (Pastore dei mari), cinque neozelandesi e un olandese, di aver tentato di ostacolare le eliche della loro barca con una fune e di aver utilizzato un "indicatore laser verde" in direzione dell'equipaggio. Sotto la copertura della ricerca scientifica, il Giappone aggira la moratoria internazionale sulla caccia alle balene in vigore dal 1986, scatenando in particolare l'ira di Australia e Nuova Zelanda.


IL RIFORMISTA
6 GENNAIO 2010
 
Balene/ Scontro nave giapponese-ecologisti, distrutto Ady Gil
Tratto in salvo l'equipaggio
 
 
Sidney (Australia) - Il trimarano ultra-rapido a forma di balena, utilizzato dagli ecologisti australiani per inseguire le baleniere giapponesi, è stato distrutto in seguito a uno scontro con i pescatori nelle acque gelide del mar Antartico. I sei membri dell'equipaggio dell'Ady Gil sono stati soccorsi e sono usciti indenni dall'imbarcazione a vela (analoga al catamarano, ma con tre scafi): lo ha indicato in una nota Sea Shepherd, associazione che si occupa della difesa degli animali marini. Sea Shepherd ha definito "non provocata" l'aggressione delle baleniere giapponesi. "Lo Shonan Maru numero 2 si è improvvisamente messo in movimento e ha deliberatamente colpito l'Ady Gil sfondando otto piedi (2,4 metri) di prua", ha aggiunto il testo. L'Ady Gil è un trimarano avveniristico nero in carbonio e kevlar che può raggiungere i 93 chilometri orari. Doveva servire a ostacolare l'avanzata dei pescatori giapponesi con operazioni di disturbo. Prima di oggi, l'equipaggio dell'Ady Gil aveva lanciato bombolette maleodoranti contro la baleniera nipponica. "Le baleniere giapponesi si sono macchiate di un'escalation molto violenta del conflitto", ha dichiarato Paul Watson, responsabile della campagna condotta annualmente dall'associazione Sea Shepherd. La distruzione dell'Ady Gil rappresenta "una perdita sostanziosa per la nostra organizzazione", ha affermato Watson, che ha quantificato la perdita economica in circa due milioni di dollari. I giapponesi hanno accusato a loro volta i militanti di Sea Shepherd (Pastore dei mari), cinque neozelandesi e un olandese, di aver tentato di ostacolare le eliche della loro barca con una fune e di aver utilizzato un "indicatore laser verde" in direzione dell'equipaggio. Con il pretesto della ricerca scientifica, il Giappone aggira ogni anno la moratoria internazionale sulla caccia alle balene in vigore dal 1986, scatenando in particolare l'ira di Australia e Nuova Zelanda. La carne di balena viene consumata nei ristorante nipponici.

LA ZAMPA.IT
6 GENNAIO 2010
 
Il vulcano minaccia i gorilla in Congo
 
Non trova pace il vulcano Nyamulagira, nella repubblica democratica del Congo: nonostante ci sia già stata un'eruzione domenica dal cratere continua a scorrere lava minacciando la popolazione della città di Goma che si trova a 25 chilometri. Le autorità hanno avvisato i cittadini di lavare accuratamente cibo e verdure dal momento che potrebbero essere stati contaminati da sostanze chimiche dopo l'eruzione. Si teme anche per la fauna selvatica: il Virunga National Park è infatti l'habitat di 200 dei 700 gorilla di montagna rimasti nel mondo. Il governo sta monitorando la situazione con l'aiuto di elicotteri delle Nazioni Unite.
 
VIDEO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=23260&tipo=VIDEO

LA ZAMPA.IT
6 GENNAIO 2010
 
Gli animali fra ghiaccio e neve in Europa
 
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=23263&tipo=FOTOGALLERY

IL MATTINO
6 GENNAIO 2010
 
Immaginate la sorpresa di un bambino nel veder uscire, dalla calza della Befana, la testa di un cucciolo ..
 
Michele Colangelo
 
Immaginate la sorpresa di un bambino nel veder uscire, dalla calza della Befana, la testa di un cucciolo invece dei soliti dolciumi. Ma un animale domestico, al contrario di peluche e bambole di pezza, comporta grandi responsabilità. E allora perché non regalare ai più piccoli una festa dell’Epifania alternativa interamente dedicata al mondo degli amici a 4 zampe? L’appuntamento è alla Città della Scienza dove, dalle 10 alle 19 di oggi, sarà possibile partecipare alla giornata con gli animali, nove ore di full-immersion nell’universo dei piccoli animali da compagnia per capirne le caratteristiche e le necessità. L’evento è organizzato dall’associazione interdisciplinare coterapie, una onlus specializzata nell'attuazione di progetti e attività assistite con animali meglio conosciute come pet therapy. Gran parte della giornata si concentrerà proprio sul contatto diretto uomo-animale, con numerosi laboratori dove i più piccoli potranno interagire con diverse specie, dai più comuni ai più insoliti, imparando le regole per non spaventarli e non recare loro danni. Accudendoli, anche se per poco tempo, i bambini impareranno così a non avere paura e a relazionarsi con loro in modo corretto. Conigli, cincillà, cavie peruviane, criceti si lasceranno accarezzare dai visitatori in cambio però di una bella dose di informazioni, dalle abitudini comportamentali a quelle alimentari. L'obiettivo dell'Aico infatti è riuscire ad imprimere nelle persone che hanno o avranno un animale domestico una sorta di database su tutto ciò che lo riguarda, in modo da poter soddisfare ogni sua esigenza. Negli ultimi anni infatti il numero di piccoli animali che frequentano le nostre case è in continua ascesa: uccelli, roditori, conigli, oltre che cani e gatti, ci fanno abitualmente compagnia e spesso accade che, credendo di conoscerli alla perfezione, si trascurino particolari importanti della loro natura. A tale argomento sarà destinato il corner informativo, in programma dalle 12,30 alle 13,30: «Quale animale scegliere per la propria famiglia?», in cui un'equipe di esperti assisterà le famiglie nella scelta del «pet» da portare a casa rispondendo a tutte le domande e le curiosità specifiche. Non poteva mancare poi uno spazio dedicato all'animale domestico per eccellenza nonché il migliore amico dell'uomo: il cane. Alle 15,30 sarà possibile confrontarsi con uno specialista che illustrerà quali sono i metodi per educare in modo corretto e non coercitivo questi animali che, grazie a un processo co-evolutivo, sono diventati i compagni ideali per le famiglie. Per chi poi fosse interessato a saperne di più sul tecniche della pet therapy, alle 16,30 avrà inizio un seminario gratuito sulle attività con gli animali e i benefici che ne derivano. Nel frattempo i bambini potranno partecipare a laboratori di pittura e disegno creativo sul tema animali all'interno dell'Officina dei Piccoli. Infine un veterinario professionista darà risposta ad qualsiasi interrogativo che riguardi la salute dei nostri amici a quattro zampe.

IL GAZZETTINO
6 GENNAIO 2010
 
Sfilano i mici-campioni
 
PADOVA - In cinquecento si contendono il titolo di Best of Best: cinquecento gatti portati da trecento espositori provenienti da Austria, Italia, Spagna e Svizzera. Saranno i protagonisti, sabato e domenica prossimo alla Fiera, di due edizioni della tradizionale Esposizione Internazionale del gatto di razza pregiata, che nella città del Santo si svolge puntualmente da 28 anni, sempre organizzata dall’allevatrice veronese Costanza Daragiati, sotto l’egida della Federazione Internazionale Felina e dell’Associazione Nazionale Felina Italiana, con la collaborazione di Padovafiere, del Movimento Azzurro e di Royal Canin. Nella due giorni che apre le manifestazioni annuali di Padovafiere, il pubblico potrà avvicinare esemplari bellissimi, tra cui i campioni del mondo 2009 Giufrans Oklahoma, persiana crema tabby di Francesco Spadafora da Firenze, e Felix coon Picasso jw, maine coon bianco di Corinna Polin da Villorba (Tv). E - solo domenica - il campione del mondo 2008 The dark Nutella jw, siamese seal point di Nadia Turini da Cecina (Li) Con loro saliranno sul palco esponenti di moltissime razze tra le quali: persiani, esotici, ragdoll (detti "bambola di pezza"), sacri di birmania, maine coon (i mici più grandi in assoluto), norvegesi delle foreste (dalle zampine palmate), bengal, british shorthair, devon rex (delle miniere inglesi), certosini (i gatti dei monaci francesi del Medioevo), blu di Russia (che la zarina Elisabetta allevata nel Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo), somali, orientali, siamesi.Tutti mici di razza purissima che si contenderanno coccarde, coppe, ma soprattutto i punteggi per la graduatoria internazionale.
Come vuole il regolamento della Federazione Felina Internazionale, a decretare le qualità estetiche e di “personalità” dei gatti saranno dei giudici internazionali: l’austriaca Helga Kriz, il polacco Albert Kursowski e gli italiani Fabio Brambilla, Gianfranco Mantovani e Mario Ottino.Nella sola giornata di sabato, in Fiera si terrà il Raduno della razza Sacro di Birmania, organizzato dall’Associazione Italiana Amatori Gatto Sacri di Birmania.Oltre ai mici, all’esposizione internazionale in Fiera saranno in mostra tanti prodotti per alimentazione, cura, bellezza e “tempo libero” dei gatti e di altri piccoli animali.

IL TIRRENO

6 GENNAIO 2010

 

A spasso con il cane in spiaggia: ora si può

 

FOLLONICA (GR). Passeggiare con il proprio cane sulla spiaggia? Ora è possibile senza più rischiare multe.  Un’ordinanza del Comune di Follonica sospende, infatti, temporaneamente il divieto di circolazione sull’arenile degli amici a quattro zampe.  «Ai cani accompagnati dal proprietario o da altro detentore è consentito l’accesso a tutte le aree pubbliche e di uso pubblico, compresi i giardini, i parchi e le spiagge». Questo stabilisce la legge regionale dell’ottobre 2009.  Preso atto di questa nuova normativa il comune di Follonica ha dovuto armonizzare l’ordinanza del maggio 2009, dove appunto si vietava l’accesso a qualunque tipo di animale sull’arenile, alla normativa, sospendendo così, sino all’inizio della stagione balneare 2010, il divieto però ai soli cani. In inverno, quando la spiaggia torna ad essere soltanto dei follonichesi, passeggiare con il proprio amico a quattro zampe, in riva al mare, non è più un sogno impossibile: adesso è possibile, basta, chiaramente, seguire delle norme, di buona educazione più che altro.  La normativa regionale impone, infatti, oltre che l’adozione del guinzaglio e della museruola, il rispetto delle norme igieniche da perseguire attraverso il possesso, da parte del responsabile di strumenti idonei alla rimozione delle deiezioni del cane, oltre che l’obbligo di raccogliere le deiezioni solide degli stessi in tutti gli spazi pubblici. Pena una sanzione che può andare dai cento ai mille euro.  I controlli da parte delle forze dell’ordine garantiranno che queste regole siano rispettate anche sulla spiaggia, così come avviene ogni giorno nelle strade e nei parchi cittadini.  Bene è sottolinearlo che, a volte, chi porta a spasso il proprio amico a quattro zampe non fa caso alle norme, soprattutto per quanto riguarda le feci, spesso non raccolte, ‘ricordi’ che imbrattano la città, rendendola meno piacevole, e che non sono altro che il simbolo del mancoto rispetto della cosa comune.


LA ZAMPA.IT
6 GENNAIO 2010
 
Scoperta nuova specie di granchio "a pois"
 
Un biologo marino taiwanese ha annunciato di aver trovato una nuova specie di granchio colorato come una "fragola a pois". Il ritrovamento è avvenuto sulla spiaggia di Pingtung, a sud di Taiwan.
 
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=23257&tipo=FOTOGAL

IL GAZZETTINO DI BELLUNO
6 GENNAIO 2010
 
Ritrovato un altro animale, i casi salgono a quaranta
 
Provincia di Belluno - Un altro tasso, vittima della rabbia, è stato ritrovato a Olantreghe di Castellavazzo. Continua la moria di animali selvatici colpiti dal virus della rabbia, saliti con i ritrovamenti d’inizio anno a 40: 35 volpi, 2 tassi, 2 cani e 1 asino. Hanno dato esito positivo le analisi sulle carcasse di volpi ritrovate dal 30 dicembre a Sovramonte, San Pietro, Longarone, Cortina d’Ampezzo e Sappada. Dati incoraggianti giungono dall’Unità di progetto per l’igiene animale e sicurezza alimentare della Regione Veneto, che conferma la conclusione della prima fase di vaccinazione orale delle volpi, cui seguirà, in primavera, la distribuzione a terra di altri bocconi con il vaccino che immunizzerà i piccoli carnivori, veicolo dell’infezione silvestre.

IL GAZZETTINO DI VENEZIA
6 GENNAIO 2010
 
ASL 13
Tavolette antirabbica dal cielo Il vaccino sganciato dall’aereo
 
Provincia di Venezia - Dal cielo piovono anche in Riviera le tavolette antirabbica. Il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl 13 informa che è in corso in tutta la Riviera del Brenta la distribuzione con mezzi aerei del vaccino contro la rabbia per gli animali selvatici. Una misura resa necessaria dall’aumento della presenza di questi animali, volpi in particolare nelle campagne del veneziano. Le tavolette saranno distribuite a Dolo, Martellago, Mira, Mirano, Noale, Pianiga, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzé, Spinea con mezzi aerei. Il vaccino e’ contenuto in tavolette (esche) delle dimensioni di 4x4 cm. Le tavolette non vanno toccate altrimenti non saranno più assunte dalle volpi. Le tavolette integre non costituiscono pericolo per la popolazione, ma in caso di contatto accidentale del contenuto liquido delle tavolette con la pelle è necessario lavarsi accuratamente con abbondante acqua e sapone. In caso di contatto con mucose sciacquare immediatamente con acqua e contattare telefonicamente un medico del Servizio Igiene e Sanità Pubblica (0415133422).
 
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