05 NOVEMBRE  2009

L'ARENA GIORNALE DI VERONA

5 NOVEMBRE 2009

 

SELVA DI PROGNO (VR). La scelta dell’eutanasia per il capriolo investito ha scatenato dure critiche

Bambi, iniezione letale «Non c’era alternativa»
Il veterinario: «Impossibile pensare di operarlo, troppo debilitato» La famiglia che l’ha soccorso denuncia: «L’avremmo curato noi

 

 

Selva di Progno (VR) - Bambi Fortunato, a dispetto del suo nome, non ha avuto la fortuna di sopravvivere allo stress e ai traumi causati dall’inseguimento dei segugi e dal conseguente impatto contro un’auto. Ieri il capriolo maschio di circa tre anni, che da sabato teneva in apprensione l’intera frazione di Campofontana, è stato soppresso con un’iniezione letale. «Era troppo debilitato per pensare di sottoporlo a un’operazione», rivela il veterinario Matteo Trevisani.
I cani di un bracconiere, che lo avevano stanato dal bosco e lo stavano inseguendo lungo i prati, lo avevano indirizzato verso la strada provinciale dove Maria Gaiga non ha potuto evitare l’impatto, nonostante procedesse a bassa velocità. La bestiola le si è parata davanti all’improvviso uscendo da una curva e rimediando la frattura scomposta della zampa posteriore sinistra.
«Quello era il trauma più evidente, assieme alla rottura dei legamenti e la zampa andava amputata», aggiunge il veterinario, «ma l’animale aveva evidenti difficoltà respiratorie, che non gli avrebbero permesso di sopportare l’anestesia, una lesione all’occhio sinistro e un’altra allo zoccolo della zampa posteriore destra, con un’infezione già avviata. Impensabile poterlo rimettere in piedi solo su due zampe», ribatte il veterinario, che ha proceduto all’eutanasia.
Chi non si dà per vinta è la mamma di Fabio, il bambino di 8 anni che da solo ha tenuto testa ai cacciatori per tre ore accarezzando sull’asfalto il capriolo in attesa che arrivassero i soccorsi: «La ricostruzione della zampa si poteva fare. Mentre assistevamo il capriolo sul ciglio della strada un veterinario che si era fermato ci aveva assicurato che si poteva intervenire anche senza amputare, certo non si può aspettare quattro giorni prima di decidere cosa fare», denuncia. Lei stessa ha adottato un gattino finito sotto le ruote di un’auto: «È privo dell’uso di entrambi gli arti posteriori, ma con due zampe cammina e vive con noi da anni. Avremmo dovuto ucciderlo perché disabile?», si chiede.
Alla scuola elementare Don Milani, di San Bonifacio, frequentata da Fabio, si sono mobilitati tutti, appendendo in classe la pagina de L’Arena con la storia di Bambi Fortunato e sostenendo con il loro tifo la battaglia del compagno di classe e del suo amico a quattro zampe.
«Lo avremmo tenuto volentieri anche disabile nella nostra azienda», aggiunge Maria Gaiga, che a Campofontana ospita lama, daini, pecore e altri animali in una fattoria didattica frequentata da numerose scolaresche e da gruppi di ragazzi in campi organizzati dal Wwf. «Ci dispiace questa fine, perché ci eravamo tutti affezionati e le tre ore passate all’addiaccio per difenderlo dai cani e dai bracconieri che lo cercavano ci hanno commossi. La speranza è che questa storia serva da esempio e aiuti i nostri bambini a crescere con spirito e ideali di rispetto della natura e delle regole».
È quello che si augura anche l’assessore provinciale alla caccia Luca Coletto: «È stato un gesto incivile: i bracconieri danneggiano il patrimonio dello Stato, gli sforzi dell’amministrazione provinciale per difenderlo e incrementarlo e degli stessi cacciatori che vedono vanificato il loro lavoro per il ripopolamento e la gestione della caccia», denuncia. Maggiori controlli? «Ci sono 37 agenti che servono il settore faunistico, l’ecologia e il settore ittico. Ci avvaliamo anche di una settantina di volontari, ma con questi numeri è impossibile prevedere dove sarà il “prossimo colpo in banca”, perché il bracconaggio è proprio una rapina al patrimonio di tutti», denuncia Coletto, che assicura: «Se il capriolo fosse stato curabile la Provincia si sarebbe fatta carico della sua reintroduzione in natura».


MATTINO DI PADOVA
5 NOVEMBRE 2009
 
Salvati due cani bastonati e torturati
 
CITTADELLA (PD). Picchiato e gettato in coma, come se fosse spazzatura, in un fossato.  Dopo il ritrovamento di Giuly, cane pastore brutalmente malmenato e recuperato in via Galvanelle a San Giorgio in Bosco, ora è toccato a Freud: il meticcio, di un paio d’anni circa, è stato soccorso da una coppia di giovani nella frazione di Santa Maria, a Cittadella.  Giuly era stato avvistato i primi giorni di agosto vagante e in pessime condizioni. Aveva un profondo taglio in testa, ferite lungo tutta la schiena e zoppicava.  Il suo corpo ferito era pieno di mosche e larve. Recuperato da volontarie della zona, grazie alla sensibilità della persona che lo ha segnalato, ora Giuly, dopo mesi di cure, ha trovato una nuova famiglia ad Abano Terme che lo ha adottato e l’adora.  Freud invece si trova all’ambulatorio veterinario di Simone Agostini, a San Giorgio in Bosco: è stato bastonato selvaggiamente; la testa piegata su un lato, occhi sbarrati, zampe paralizzate. «Chiunque sia stato - la denuncia dei volontari - si ritenga orgoglioso e fiero della sua miserabile azione, tanto nessuno lo punirà grazie all’indifferenza e all’omertà della maggior parte delle persone, grazie ai sindaci, ai vigili, ai carabinieri, all’Usl che non si attivano per far rispettare almeno quelle poche leggi vigenti come l’obbligatorietà del microchip. Quale di queste istituzioni effettua i controlli e sanziona chi non è in regola?» Freud dovrà subire un intervento chirurgico: i colpi inferti gli hanno provocato la rottura della mandibola; le botte in testa gli hanno causato lesioni neurologiche ma con un po’ di tempo dovrebbe tornare normale.[...]

LIBERO
5 NOVEMBRE 2009
 
CAMPOBASSO: CORPO FORESTALE TROVA E SALVA OTTO CUCCIOLI DI CANE ABBANDONATI
 
Campobasso - Gli agenti del Corpo Forestale di Bojano (Campobasso) hanno salvato da morte certa otto cuccioli di cane. Il ritrovamento e' avvenuto in localita' 'Pitti', in una radura a margine di una strada comunale. Tutti in buono stato di salute, i cuccioli stipati in una scatola di cartone, sono stati affidati al servizio veterinario del Comune di Bojano. Dopo il ritrovamento i forestali hanno denunciato il fatto alla Procura della Repubblica di Campobasso e avviato le indagini per risalire all'autore dell'abbandono che prevede fino a un anno di detenzione o l'ammenda fino a 10mila euro.

L'UNIONE SARDA
5 NOVEMBRE 2009
 
Solanas (CA): cane avvelenato, ordinanza del sindaco
 
Troppo cani ammazzati dalle esche avvelenate a Solanas.Il sindaco di Sinnai Sandro Serreli, su segnalazione della Polizia municipale ne prende atto e firma una ordinanza che si pone come obiettivo la fine di questa incredibile strage.Le sche sono state seminate a "Sa suergia", "Su niu de s’achili", a "Su runcu su maistu e a S’acqua mala". In questo località è ora imposto ai proprietari l’uso del guinzaglio e della museruola per i cani. L’ordinanza è esecutiva con l’obiettivo di porre un freno a questo fenomeno decisamente inquietante che ha spinto gli stessi vigili urbani di Sinnai ad effettuare gli accertamenti di legge. Si spera in questo modo di risalire alle persone che hanno seminato le esche avvelenate. Un fenomeno che in passato ha interessato anche altre località del territorio comunale di Sinnai. Le denunce sono state presentare nei giorni scorsi negli Uffici del Corpo di polizia municipale: diverse le persone che hanno denunciato la morte di cani con evidenti segni di avvelenamento. «La Polizia locale-dice il vigile urbano Franco Orrù-in queste ore è impegnata a diffondere con qualsiasi mezzo quanto sta avvenendo a Solanas e le disposizione dell’ordinanza sindacale. Lo sta facendo anche con l’affissione nelle zone interessate di avvisi e attraverso l’informazione con i mezzi di stampa».

LA SENTINELLA

5 NOVEMBRE 2009

 

L'Asl non soccorre i cani

 

Amelio Ambrosi

 

QUINCINETTO (TO). Prova rabbia e indignazione Silvia Villata, residente a Quincinetto, per l’odissea che l’ha vista protagonista assieme all’amica Anny Vigna, mentre percorreva, in bicicletta, la strada provinciale che da Lessolo sale verso Baio Dora. Tutto avviene nel tardo pomeriggio di sabato 31 ottobre. Le due donne stanno rincasando quando notano un cane.  L’animale è accucciato e sofferente ai bordi della strada. Immediatamente si fermano per soccorrerlo.  Ma la loro volontà di aiutare la povera bestiola deve fare i conti con un groviglio di difficoltà al limite dell’assurdo, come spesso avviene nel nostro paese.  «Il cane era ferito probabilmente a causa dell’attacco di un cinghiale - racconta Silvia Villata -. Ho subito telefonato al servizio veterinario dell’Asl di Ivrea. Ho composto il numero del centralino e sono rimasta sconcertata per la risposta che ho ricevuto».  «Subito mi hanno detto che non potevano fare nulla - aggiunge Villata -. Poi, nel corso di una seconda chiamata, hanno spiegato che avrebbero inviato un veterinario ma solo a mie spese. Una cosa assurda, non tanto per una questione economica ma perchè di fatto significherebbe che non esiste una rete pubblica a sostegno degli animali senza che il privato cittadino non intervenga direttamente per coprire le spese di pronto intervento veterinario».  La signora Villata si rivolge allora ai carabinieri che le consigliano di chiamare l’Asl. Cosa che lei aveva però già fatto senza risultato. Le forze dell’ordine hanno quindi provveduto a chiamare il canile di Caluso.  «Sul posto è intervenuto Luciano Sardino, responsabile del canile, che ha soccorso il cane - prosegue Silvia Villata -. Dopo due ore di attesa e telefonate al centralino dell’Asl siamo così riuscite a metterlo al sicuro. E di questo ringrazio l’impegno di Sardino, ma non posso tacere la mia indignazione per la vicenda».  «Da più parti giungono appelli a soccorrere gli animali - conclude Silvia Villata - ma poi ho personalmente riscontrato un oggettivo menefreghismo da parte delle strutture preposte che dovrebbero fornire un servizio a riguardo. Un atteggiamento che non incentiva certo i cittadini ad aiutare».  La storia ha avuto comunque un lieto fine. Il cane, un incrocio dalmata, è stato medicato e restituito al legittimo proprietario grazie alla lettura del microchip. L’Asl di Ivrea, da noi contattata, farà luce sulla vicenda nei prossimi giorni chiarendo quali sono le corrette procedure che un cittadino deve seguire di fronte a simili emergenze.


IL TIRRENO

5 NOVEMBRE 2009

 

Collari elettrici, assolto venditore

 

LUCCA. Vendere collari elettrici antiabbaio e altri tipi di collari destinati all’addestramento dei cani da caccia non costituisce reato. Almeno stando alla sentenza del giudice monocratico Valentino Pezzuti che ha assolto il titolare di un negozio di San Concordio specializzato nella vendita di prodotti per animali. Il commerciante nel luglio 2007 venne denunciato per maltrattamento di animali in seguito ad un controllo nel suo esercizio di via Nottolini effettuato da una pattuglia della polizia municipale su delega della procura della Repubblica. Un intervento scaturito in seguito dell’entrata in vigore della legge 189 del 2004 che prevedeva sanzioni nei confronti di tutto ciò che impedisce al cane di essere in condizioni etologiche compatibili con la sua natura. Con una sentenza della Cassazione (terza sezione penale, presidente De Maio) che affermava come l’utilizzo di collari elettrici antiabbaio costituisse maltrattamento di animali.  I FATTI  La pattuglia della polizia municipale in quell’estate di due anni fa entrò nel negozio e gli agenti, in borghese, chiesero di poter acquistare dei collari per impedire ai cani di abbaiare. Ma al momento di pagare le guardie municipali si qualificarono. Ed effettuarono il sequestro di una ventina di collari che funzionavano con un carica batteria del tipo usato per i cellulari con due elettrodi che vengono posti a contatto con la pelle del cane. In quel modo l’animale, ogni volta che abbaia, riceve una scarica elettrica che lo costringe in breve tempo a smettere. Assieme al collare i vigili urbani sequestrarono anche il «wash dog», un altro sistema elettrico destinato a far capire all’animale che non deve abbaiare più. Un apparecchio che si applica, soprattutto d’inverno, sulla cuccia. Ogni volta che la bestia abbaia le vibrazioni permettono all’acqua gelata di uscire e bagnare il cane. Che in quel modo pian piano eviterà di abbaiare.  LA SENTENZA  Occorrerà attendere sessanta giorni per conoscere le motivazioni del giudice. Certo è che a far pendere la bilancia della Giustizia verso l’assoluzione potrebbe anche essere la sospensiva del Tar riguardo alla normativa che vietava la vendita dei collari per animali nei negozi. Sospensiva ottenuta in seguito ad un ricorso presentato dalle tre aziende italiane produttrici dei collari elettrici.  Nel corso dell’udienza il commerciante di San Concordio - difeso dagli avvocati Antonio Bana di Milano e Paolo Mei di Lucca - ha portato come prova a sua difesa l’utilizzo dei collari elettrici antiabbaio da parte dell’unità cinofile di polizia e guardia di finanza. Quegli strumenti infatti sarebbero stati usati, come dimostrerebbero le ricevute, anche dagli istruttori dei cani antidroga delle forze di polizia.


Animalieanimali

5 NOVEMBRE 2009

 

TRAFFICO ILLECITO CANI DALL'EST, 12 A GIUDIZIO
Bologna, dopo inchiesta della Guardia di Finanza, coinvolti allevatori, commercianti e veterinari di cui uno Asl.

 

Dodici rinviati a giudizio dal Gup di Bologna Bruno Giangiacomo per un traffico di cuccioli di cane da paesi dell'est Europa, pagati poche decine di euro e rivenduti in Italia con falsi documenti per presentarli come animali nati, cresciuti e selezionati in Italia. Le accuse vanno dal maltrattamento di animali, alla frode in commercio, truffa e, solo per sette, all'associazione per delinquere.
I rinviati a giudizio sono un commerciante di animali di Casalecchio di Reno (Bologna), sua moglie, due dipendenti, tre veterinari (uno dei quali dell'Ausl di Bologna) e alcuni allevatori. Per altri tre imputati gli atti sono stati inviati a Milano per competenza territoriale. Uno degli indagati originali ha fatto l'abbreviato ed è stato assolto, una cittadina slovacca ha patteggiato una anno e sei mesi di pena.
Il commerciante nel febbraio scorso era già stato condannato per una vicenda analoga. Si sono costituite parti civili l'Enci (Ente nazionale cinofilia italiana, la Federfauna, L'Aaci, Associazione Allevatori Cinotecnici Italiani.
L'inchiesta era stata condotta dal Pm Giuseppe Di Giorgio e dalla la guardia di Finanza di Bologna. L'indagine era partita dagli esposti presentati da privati cittadini, in seguito all'acquisto compiuto in numerosi negozi e allevamenti, di cuccioli di cane che si ammalavano o morivano pochi giorni dopo.
Le Fiamme Gialle hanno così scoperto l'esistenza dell'organizzazione che importava illecitamente in Italia migliaia di cuccioli di cane di razze pregiate e facilmente commercializzabili da Russia e Romania.
Gli animali venivano raccolti in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, quindi entravano in Italia dai valichi con l'Austria e la Slovenia e in seguito venivano smistati in centinaia di allevamenti e negozi del nord Italia. I cuccioli venivano poi 'bonificati', cioé fatti passare come nati e cresciuti in strutture italiane. I cani erano infatti provvisti di microchip e certificato di vaccinazione antirabbica contraffatti.
L'operazione consentiva di far lievitare il prezzo dei cuccioli, che venivano acquistati all'estero per 65 euro e poi rivenduti sul mercato nazionale a circa mille. Con questo sistema, secondo le indagini della Guardia di Finanza, tra 2002 e 2007, sarebbero arrivati oltre 70mila cuccioli, per un volume d'affari di oltre 70 milioni di euro.


GAZZETTA DI MODENA

5 NOVEMBRE 2009

 

La tratta dei cuccioli dell Est

 

BOLOGNA. Cuccioli di cane in arrivo dai paesi dell’Est Europa, pagati poche decine di euro e rivenduti in Italia con falsi documenti per presentarli come animali nati, cresciuti e selezionati in Italia. Per questo traffico illecito sono state rinviate a giudizioni dodici persone. Le accuse vanno dal maltrattamento di animali alla truffa e, solo per sette, all’associazione per delinquere. A processo finiranno un commerciante di animali di Casalecchio di Reno, sua moglie, due dipendenti, tre veterinari (uno dei quali dell’Ausl di Bologna) e alcuni allevatori. La posizione di altri tre è stata stralciata e inviata a Milano per competenza territoriale, un’altra persona è stato assolto con rito abbreviatp e una cittadina slovacca ha patteggiato un anno e sei mesi di pena. Si sono costituite parti civili diverse associazioni animaliste.  L’indagine partì quando diverse persone raccontarono di avevano comprato in diversi negozi e allevamenti cuccioli che si ammalavano o morivano in pochi giorni.  Le Fiamme gialle hanno così scoperto che gli animali, da Russia e Romania, venivano raccolti in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, entravano in Italia dai valichi con l’Austria e la Slovenia e venivano smistati negli allevamenti e negozi del nord Italia. I cuccioli venivano poi “bonificati”, cioè fatti passare come nati e cresciuti in strutture italiane grazie a microchip e certificati contraffatti. Il prezzo, naturalmente, lievitava: pagavano i cuccioli 65 euro e li rivendevano a mille. Con questo sistema, dal 2002 al 2007, avrebbero fatto affari per oltre 70 milioni di euro.


SESTO POTERE

5 NOVEMBRE 2009

 

Torino, uccide il cane che ha aggredito la moglie, l'Enpa lo denuncia

 

Torino - La Sezione Enpa di Torino denuncerà per uccisione di animali un uomo che Alcuni giorni fa, a Torino, ha sparato e Ucciso Il suo Che Dopo canna l'animale ha aggredito sua moglie. Secondo Quanto Reso noto da organi di stampa, la donna Stava accarezzando il cane Quando l'animale, Che già in passato avrebbe manifestato Comportamenti aggressivi, si è avventato contro Il suo avambraccio sinistro. Alle richieste di aiuto della moglie, l'uomo, impresario di pompe funebri e titolare di regolare Porto d'Armi, è entrato in casa, ha imbracciato la pistola e freddato l'animale con un colpo alla testa. Oltre alla denuncia per uccisione di animali, l'Enpa intende anche costituirsi parte civile nel processo Che Seguirà. "Ci troviamo in Presenza dell'ennesimo episodio assurdo di cui  Vittima è un animale", commenta Giovanni Pallotti, responsabile della sezione Enpa di Torino. "Vorrei sapere - Prosegue Pallotti - se è vero Che già in passato il bastone Aveva manifestato Problemi comportamentali e se il proprietario SI SIA mai Rivolto ai servizi veterinari, come previsto dall'ordinanza Martini". "Il mio sospetto - conclude Pallotti - E che ci troviamo in presenza, ancora una volta, di un grave comportamento omissivo Le Conseguenze CUI, fatali per l'animale, avrebbero potuto causare una tragedia ancora più grande. A questo punto Sarà l'Autorità giudiziaria una tariffa chiarezza su tutta la Vicenda ea contestare ed eventuali ipotesi di reato "


ANMVI OGGI
5 NOVEMBRE 2009
 
TUTELA DELLE FOCHE, PUBBLICATO IL REGOLAMENTO UE
 
Entrerà in vigore il 20 novembre il Regolamento (CE) n. 1007/2009 sul commercio dei prodotti derivati dalla foca. L'arrivo sul mercato Ue sarà consentito solo ai prodotti della tradizionale caccia, legata a motivi di sussistenza, praticata dalle popolazione degli Inuit che abitano in Alaska, Canada, Groenlandia e Russia. Al di fuori di questa eccezione, con il Regolamento 1007/2009 si uniformano in Europa le norme che proibiscono il commercio di questi prodotti derivati dalle foche in modo da evitare frammentazione e distorsione del mercato europeo. Il principio che ispira il Legislatore comunitario è di " ristabilire la fiducia dei consumatori, garantendo nel contempo che le preoccupazioni relative al benessere degli animali siano tenute pienamente in considerazione. Poiché le preoccupazioni dei cittadini e dei consumatori riguardano anche l'uccisione e la scuoiatura delle foche in quanto tali, è altresì necessario adottare misure intese a ridurre la domanda che porta alla commercializzazione dei prodotti derivati dalla foca e, di conseguenza, la domanda economica che stimola la caccia delle foche a fini commerciali". Benché l'uccisione e la scuoiatura delle foche "potrebbero in teoria avvenire evitando dolore, angoscia, paura o altre forme di sofferenza inutili, considerate le condizioni in cui si svolge la caccia alle foche, una verifica e un controllo uniformi del rispetto dei requisiti in materia di benessere degli animali da parte dei cacciatori non sono fattibili nella pratica o sono perlomeno molto difficili da attuare in modo efficace, come concluso dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare il 6 dicembre 2007.Gli Stati membri dovranno stabilire le sanzioni da applicare in caso di violazione e notificarle alla Commissione entro il 20 agosto 2010.

IL SANNITA

5 NOVEMBRE 2009

 

Lipu, ritrovato uccello ferito nel corridoio ecologico del fiume Calore

 

 

Mirabella Eclano (AV) - La LIPU sannita opera un salvataggio di grande importanza per la conservazione della natura in Italia: un tarabuso (Botaurus stellaris), uno degli uccelli più rari d’Italia, è stato soccorso dai volontari dell’associazione.
Il volatile è stato ritrovato ferito nel comune di Mirabella Eclano, il cui territorio si trova nell’ambito della valle del fiume Calore a cavallo tra le province di Avellino e Benevento. Due fratelli, Raimondo e Emiddio Guarino, dopo aver raccolto in un terreno agricolo l’animale sanguinante, hanno telefonato al Corpo Forestale dello Stato che a sua volta ha allertato la LIPU di Benevento. Nel giro di pochissimo tempo è stata organizzata una staffetta tra i volontari della sezione beneventana della LIPU che ha visto impegnati il responsabile locale, Marcello Stefanucci, insieme alle volontarie Chiara Caporaso e Serena Iele, i quali sono andati a prelevare il tarabuso a Mirabella Eclano, e Giuseppe Iovino che li aspettava a Benevento per partire subito alla volta di Casacalenda, in provincia di Campobasso, al fine di ricoverarlo presso il Centro Recupero Fauna Selvatica (CRFS) gestito dalla LIPU.
Il tarabuso ha risposto bene alle prime cure e al CRFS LIPU sono abbastanza fiduciosi per una sua guarigione che lo porterà di nuovo ad essere libero.Il tarabuso è davvero uno degli uccelli più rari d’Italia, infatti nel nostro Paese sono censite solo 50-70 coppie nidificanti. Appartiene alla famiglia degli Ardeidi (aironi) ed è il più schivo e solitario di questo gruppo di uccelli. Vive come tutti gli aironi presso le zone umide ma il suo habitat prediletto è il canneto, nel quale si mimetizza sia per il suo piumaggio di colore marrone striato sia per la particolare posizione che assume: immobile con il collo allungato e il becco all’insù.
In autunno vi sono esemplari di tarabuso che si spostano per cercare dei siti dove trascorrere l’inverno. In questa loro ricerca si muovono attraverso una rete di zone umide che offrono loro la possibilità di fermarsi e di rifocillarsi per riprendere le energie del lungo viaggio migratorio.
Il tarabuso ritrovato nel territorio comunale di Mirabella Eclano è probabilmente un esemplare sceso più a sud dai siti di nidificazione italiani (Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Umbria) o da altri Paesi europei, e stava percorrendo la valle del fiume Calore alla ricerca di un sito di svernamento. Questo ritrovamento dimostra ancora una volta l’importanza del fiume Calore come corridoio ecologico, garanzia di flussi biologici, e in quest’ottica va tutelato evitando l’urbanizzazione delle aree limitrofe, come peraltro già sanciscono il Piano Territoriale regionale (PTR) della Campania e il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Benevento, Piani, purtroppo, non sempre rispettati dai Comuni.


IL SECOLO XIX

5 NOVEMBRE 2009

 

Rivolta anti caccia: «Etica? Sparano dalle case»

La rabbia degli ambientalisti

Un mare di critiche allo "spot"della Provincia per
i cacciatori. «Considerano "strumenti" i loro cani, è rispetto per gli animali?»

 

Savona. Non era difficile prevederlo e infatti è successo: lo "spot" pro caccia dei vertici della Provincia ha fatto indignare tanti animalisti ma anche cittadini "neutrali" che hanno visto nelle parole del presidente Vaccarezza e dell'assessore Livio Bracco («dovremmo ringraziare i cacciatori per ciò che fanno, sono gli unici veri ambientalisti») una provocazione inaccettabile.
Ieri sul sito internet del giornale l'articolo sulla caccia è stato tra i più letti e commentati in assoluto. Ed i commenti, inutile sottolinearlo, erano pressoché tutti di critica nei confronti dell'iniziativa (uno spot per la caccia per presentare una messa in favore dei cacciatori: si svolgerà domani alle 15 al Santuario di Savona).
Le accuse sono state le più varie: da quelle soft («ma in Provincia non hanno niente da fare?») a quelle più piccate («ringraziare i cacciatori? Sì, per averci privato dei boschi») a quelle di vera e propria ostilità: con insulti (il più leggero, "criminali"), rabbia e tante espressioni di rammarico per la "disumanità dell'uomo".
Tra le reazioni dure ce ne sono state anche di cittadini non finora apertamente contrari alle doppiette. Per esempio il signor Davide G., che abita sopra Albenga, ha scritto: «Premetto che non sono un animalista ma abito in un bellissimo posto nell'entroterra di Albenga, dove ogni mercoledì e domenica veniamo assaliti da queste orde di cinghialisti tutti convinti di poter fare gli affari loro e senza curarsi di quello che c'è intorno - recita il suo testo - Mi riferisco a fuoristrada che passano davanti a casa a tutta velocità a spari con immancabile pioggia di pallini sui tetti. Ho due bambini di 6 e 9 anni che amano giocare fuori ma in questi giorni non si può. È normale?».
E un'altra savonese: «I cacciatori sono talmenti pieni di rispetto ed etica che per manifestarlo imbracciano i fucili: sono disgustata» ha scritto Alessandra M. F. «Una messa? Non riesco ad immaginare Gesù Cristo con un fucile in mano che uccide animali» dice Antonella D. P. «Ho fatto fatica a finire di leggere l'articolo per le aberranti parole - prosegue Isabella B. - Amano cosi l'ambiente che considerano i cani, i loro migliori amici, solo "strumenti". Lo sport è un'altra cosa, e mi sento offesa da chi mi dice che dovrei ringraziare i cacciatori». «Perchè non fate un'inchiesta su questo tema: un tempo nei boschi del savonese c'erano rarissimi cinghiali e nessun capriolo o daino, ora sono migliaia e creano danni - ha concluso Ignazio N. - la causa di questo enorme aumento è nota: sono animali immessi dall'uomo per gratificare la lobby dei cacciatori. Ma di questo sui giornali non si parla, si discute sempre solo degli effetti, i danni. Considerarli benefattori e salvatori della patria mi sembra davvero troppo».


Animalieanimali

5 NOVEMBRE 2009

 

BRACCONIERI CON LICENZA DENUNCIATI, CACCIAVANO SPECIE PROTETTE
Azione del Corpo Forestale dello Stato.

 

Uccelli migratori protetti nel mirino di cacciatori disonesti. Gli uomini della Forestale appartenenti alle stazioni di Ceppeto e di Borgo San Lorenzo hanno intensificato i controlli sull'attività venatoria, effettuando in particolare verifiche sui cacciatori dediti alla caccia alla selvaggina migratoria. I Forestali hanno battuto palmo a palmo la zona dell'Olmo nel comune di Pontassieve, dove si riscontra tradizionalmente una massiccia presenza di cacciatori. I controlli hanno portato all'accertamento di diverse irregolarità di natura amministrativa, come la mancata segnalazione sul tesserino della giornata di caccia. Ma in particolare sono state elevate due denunce penali per l'abbattimento e la detenzione di uccelli protetti, come il Frosone (appartenente alla famiglia dei fringillidi) e Codirosso. Due cacciatori poco rispettosi delle regole sono stati "sorpresi" ad occultare animali protetti. I due uccidevano la selvaggina, la raccoglievano e poi la nascondevano nelle tasche delle proprie giubbe. Per loro è scattata la segnalazione all' Autorità Giudiziaria e il sequestro dei fucili e della selvaggina. "Nonostante i controlli e l'informazione a tappeto che sull'argomento è stata realizzata fanno sapere gli uomini del Corpo Forestale dello Stato dalle prime settimane di attività venatoria pare proprio di oter affermare che quest'anno ci sia stata una recrudescenza degli illeciti venatori. Nonostante i rischi a cui vanno incontri molti cacciatori che si ostinano ad abbattere selvaggina protetta". Per i due cacciatori sorpresi con selvaggina protetta nelle tasche adesso potrebbe scattare il provvedimento di sospensione o ritiro della licenza.


Animalieanimali

5 NOVEMBRE 2009

 

ASSOCIAZIONI CHIEDONO SEQUESTRO DEGLI ANIMALI SELVATICI PRIMA CHE SIANO ABBATTUTI
Dopo nuova decisione della Giunta regionale del Veneto a seguito di bocciatura del Tar.

 

Le maggiori associazioni animaliste ed ambientaliste nazionali - ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE, LIPU e WWF - hanno depositato oggi, presso la Procura della Repubblica di Venezia e di altre province del Veneto, la richiesta di sequestro preventivo di storni, fringuelli, peppole e pispole che potrebbero essere abbattuti in seguito alla nuova delibera della Regione Veneto che ne consente la caccia in deroga.Nonostante la sospensione da parte del TAR Veneto del provvedimento regionale approvato il 6 ottobre scorso, che consentiva lo sterminio di centinaia di migliaia di uccelli migratori protetti dalle norme europee - sospensione avvenuta riconoscendo la fondatezza delle argomentazioni delle associazioni proponenti il ricorso - la Giunta Galan ha ritenuto di approvare con estrema urgenza un’altra delibera, sostanzialmente identica a quella precedente, garantendo così ai cacciatori il tanto agognato sterminio di piccoli uccelli migratori e l’impunità per una forma di caccia anacronistica e distruttiva, illegittimamente autorizzata in violazione delle leggi europee e italiane. Le associazioni, quindi, oltre ad avere immediatamente impugnato al TAR il nuovo atto, si sono rivolte anche alla Magistratura penale, depositando una denuncia contro tutti quei cacciatori che dovessero essere sorpresi ad abbattere le specie di uccelli comprese nella delibera attualmente sospesa dal TAR del Veneto.La denuncia ha lo scopo di chiedere anche il sequestro preventivo di tutti gli storni, fringuelli, peppole e pispole, facendoli rientrare nell'ambito di tutela loro destinato dalla legge nazionale e dalle direttive europee, per impedire il loro abbattimento illegittimo.“La Giunta Regionale del Veneto, arrivata oramai agli sgoccioli del mandato, non perde occasione per dimostrarsi più sensibile alle richieste provenienti dalle frange più estremiste del mondo venatorio che al rispetto delle leggi e dei pronunciamenti dei Tribunali – commentano unite le associazioni – un comportamento che ora chiediamo alla Magistratura penale di censurare definitivamente, impedendo così la sottrazione illegittima di patrimonio indisponibile dello Stato che si verificherebbe se si desse attuazione alla nuova delibera regionale”.


IL CACCIATORE
5 NOVEMBRE 2009
 
Benessere animale, prevalga in buon senso
 
“Il benessere animale ha bisogno di normative certe ma anche di buon senso”: con queste parole Marco Ciarafoni, presidente del Csaa (Centro sportivo e delle attività per l’ambiente), l’associazione nazionale che pone da sempre al centro della propria ‘mission’ il rapporto uomo – cane, commenta le linee guida del disegno di legge di ratifica della Convenzione di Strasburgo sul benessere animale, recentemente approvato dal Consiglio di Ministri e sul quale è già in corso l’iter parlamentare.“Condividiamo buona parte dei contenuti del provvedimento in esame – continua Marco Ciarafoni – ma segnaliamo la presenza di alcune norme che rischiano di compromettere la salute stessa degli animali. Mi riferisco in particolar modo al divieto assoluto di tagliare la coda ai cani. Esistono alcune razze infatti, che per l’attività che svolgono necessitano della recisione parziale della coda per evitare all’animale gravi patologie, sofferenze o dolorose mutilazioni forzate in età adulta, dovute proprio alle particolari caratteristiche psicologiche e comportamentali di quelle razze di cani. L’amputazione, che oggi avviene a cura di un medico veterinario nella prima settimana di vita, quando la percezione sensoriale del dolore è praticamente nulla, non è dunque un atto crudele e tantomeno conseguenza di una scelta estetica ma una necessità per tutelare il benessere del cane stesso e salvaguardare un patrimonio zootecnico, frutto dell’impegno responsabile e coscienzioso di centinaia e centinaia di allevatori italiani la cui opera è apprezzata in tutto il mondo”.“Ci auguriamo – conclude il presidente nazionale del Csaa – che le Commissioni Giustizia ed Affari Esteri della Camera che stanno esaminando il provvedimento, prendano il tempo necessario per approfondire il tema evitando fughe in avanti di stampa ideologico e che il governo integri il disegno di legge con emendamenti concertati con gli enti e le associazioni del settore che, pure per delega dello Stato, si occupano della tenuta dei Libri genealogici delle razze canine. Il Csaa, naturalmente, è disponibile ad offrire la massima collaborazione per giungere alla definizione di un testo equilibrato e rispettoso delle norme europee. In tutta questa vicenda è però inquietante il silenzio del Ministro delle Politiche Agricole che finora si è occupato della cinofilia italiana solo per aver voluto imporre decisioni discutibili e di parte”.

BIG HUNTER
5 NOVEMBRE 2009
 
Aumentano le polemiche attorno alla Messa di Sant'Uberto. Vescovo Lupi “i cacciatori sono persone”
 
“I cacciatori sono persone e credo che per loro si possa celebrare una Messa” così è intervenuto il Vescovo di Savona Vittorio Lupi, attaccato semplicemente perchè celebrerà la tradizionale messa di Sant'Uberto (Santo protettore dei cacciatori), in programma domani pomeriggio alle 15 a Savona.
L'evento è oggetto di numerose polemiche scoppiate in seguito alla presa di posizione del presidente della provincia Angelo Vaccarezza, che si è impegnato pubblicamente per restituire dignità alla caccia e rivalutare la figura del cacciatore appoggiando la serie di manifestazioni che accompagnano l'appuntamento religioso.
Le accuse sono giunte in particolar modo dall'Enpa di Savona, associazione che sembra aver fatto della battaglia alla caccia la propria missione. “Ribadisco – ha precisato Lupi - che i cacciatori sono persone ed è giusto che anche a loro venga offerta la possibilità di confrontarsi con la parola di Dio.  Il Vescovo ha poi aggiunto “Io non sono un cacciatore, ma forse questa attività in certi casi è necessaria. Mi hanno spiegato che in certe situazioni i cinghiali fanno grossi danni alle coltivazioni e quindi, forse, occorre accettare che, in questi casi, la caccia sia una delle vie per risolvere il problema”.
Anche il quotidiano locale Il Ponente ha preso le distanze dall'iniziativa pubblicando oggi un articolo che stigmatizza l'appoggio alla caccia dell'amministrazione e l'atteggiamento benevolo del vescovo.
L'articolo della giornalista Valeria Rossi, riprende alcune lettere inviate dai lettori per esaltare un clima di indignazione che francamente non riusciamo a comprendere. “Fa bene al cuore rendersi conto che cose come la “benedizione dei cacciatori” non vengono apprezzate  (o ignorate) da tutti  i cittadini, ma che esiste ancora qualcuno che ha a cuore la vita degli animali (o che, semplicemente, HA un cuore)” scrive la giornalista che, alcune righe più sotto sottolineando la necessità di preservare la libertà d'opinione al di là di proprie riserve ideologiche, dice di aver dato spazio ad un comunicato di Forza Nuova – Ndr: movimento di derivazione fascista -  sull'argomento crocefisso a scuola, ma confessa di aver avuto invece una certa riluttanza nel pubblicare la notizia della “benedizione dei cacciatori”. Non si tratta di fascismo, è un'altra cosa, molto più pesante, che fa male: “perché uno – citiamo le parole della giornalista - continua poi a pensare come si possa “benedire” l’uccisione di esseri viventi, senzienti, esseri che provano dolore e soprattutto che non hanno mai fatto male a nessuno”. Posizioni forse un po' troppo puerili e del tutto lontane dall'idea di “giornalismo”, che crediamo ledano il diritto di normali cittadini e minaccino il loro legittimo posto nella società. L'articolo prosegue con la pubblicazione di alcune lettere che esprimono un viscerale sentimento anticaccia, forse anche molto poco cristiano. Ne citiamo alcune: “Non riesco ad immaginare Gesù Cristo con un fucile in mano che si sollazza ad uccidere le creature create da Suo Padre”, "difficile credere nella sincerità di chi predica l’Amore e la Misericordia ma si dimostra poi così incredibilmente insensibile nei confronti del massacro gratuito e reiterato di milioni di esseri viventi e senzienti", o ancora si suggerisce al Vescovo di predicare "...l’invito alla carità cristiana, trasformando in aiuti all’umanità sofferente il tempo, le armi e le munizioni usati per uccidere animali indifesi”.Non siamo forse le persone più adatte a parlare di religione, ma ci risulta che la dieta di cattolici e cristiani non contempli scelte di vita vegetariana. Basterebbe ricordarsi dell'agnello sacrificale che finisce sulle nostre ricche tavole nei giorni della Pasqua o del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
BIG HUNTER
5 NOVEMBRE 2009
 
Maria Cristina Caretta intervistata da Fare Ambiente: ignoranza ed emotività pesano sulla caccia italiana
 
La presidente della Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane, Maria Cristina Caretta, intervistata da Alfonso Maria Fimiani, dirigente nazionale di Fare Ambiente – Movimento ecologista europeo, dipinge un quadro piuttosto preoccupante rispetto alla percezione della caccia nel nostro Paese: “il problema caccia in Italia viene affrontato con troppa emotività e con poca razionalità” osserva la Caretta sollecitata dai dati portati da Fimiani: nella nostra Penisola i vegetariani rappresentano non più del 10 per cento della popolazione, gli onnivori sono, si presume almeno l'80 per cento del totale ma la stragrande maggioranza di questi si dichiara anticaccia. Secondo il presidente di Confavi l'Italia da questo punto di vista è un'anomalia europea, “per effetto di decenni di disinformazione - osserva Caretta - e di approccio demagogico del tema, l'attività venatoria viene dipinta come un'attività negativa, più portata a distruggere che a gestire e quindi a conservare il patrimonio faunistico”. A questo si aggiunge un'ipocrisia di fondo “molti di coloro che inorridiscono all'idea di uccidere un animale selvatico, rimangono indifferenti all'idea di vedere ucciso un animale da allevamento, quasi come se un animale allevato avesse meno diritto di vivere di un animale selvatico”.Anche se poi finora i referendum hanno finora detto il contrario: “dimostrazione inequivocabile – ricorda Maria Cristina Caretta - che alla stragrande maggioranza dell'opinione pubblica interessa solamente che questa attività primordiale venga esercitata nel rispetto delle normative vigenti e senza danneggiare il patrimonio faunistico ed ambientale”.Questione ben diversa è per la figura del bracconiere “chi non conosce, o chi é in malafede, é portato a confondere il cacciatore con il bracconiere, non sapendo o facendo finta di non sapere che il bracconiere é il peggior nemico del cacciatore perché con la sua azione criminale il bracconiere infanga l'immagine del cacciatore”.A questo clima di caccia alle streghe, la Caretta attribuisce in parte la diminuzione del popolo dei cacciatori:  “considerando che l'attività venatoria in Italia é normata dalla legge più restrittiva d'Europa, molti dei cacciatori che praticavano la loro attività nel nostro Paese, hanno preferito spostarsi per cacciare in altri paesi d'Europa, dove il rispetto e la considerazione che si ha per la caccia e per i cacciatori é notevolmente migliore rispetto a quella riservata a questa attività nel nostro Paese. Ma la causa principale che ha portato al dimezzamento dei cacciatori in Italia é stato l'attacco sferrato dagli animal-ambientalisti direttamente al vivaio del mondo venatorio, impedendo di fatto il ricambio generazionale del mondo venatorio”. Fenomeno che avviene in particolare nelle scuole “dove i bambini sono sottoposti a continui pressioni psicologiche ad opera di insegnanti prevenuti ed ideologicamente orientati, ha fatto si che le giovani generazioni fossero condizionate negativamente nei confronti dell'attività venatoria e di chi la pratica”.La battaglia della caccia deve essere combattuta soprattutto sul piano mediatico e comunicativo. “Le associazioni venatorie – sostiene Maria Cristina Caretta - hanno responsabilità gravissime nel non avere saputo investire le loro risorse, umane e finanziarie, per creare un giusto rapporto con i mezzi di informazione”.Mentre alcune associazioni ambientaliste, più vicine ai movimenti europei hanno un rapporto propositivo con la caccia (Fare Ambiente in primis) trovando con essa un percorso comune nella lotta al degrado ambientale, per altre, non è così. “A certi presunti ambientalisti – osserva la presidente di Confavi - non interessa la conservazione del patrimonio faunistico ed ambientale. A loro non interessa regolamentare la caccia: la voglio semplicemente abolire”.La Caretta ha poi toccato uno dei punti più dibattuti da tempo dalla caccia italiana, quello della riforma della legge sulla caccia.  “La 157/92 – ricorda la Maria Cristina Caretta - era stata preparata in previsione che gli anticaccia vincessero la consultazione referendaria del 1990, prevedendo dei contenuti fortemente penalizzanti per il mondo venatorio italiano”. Motivo per cui, sostiene Caretta, In Italia si ha la legge sulla caccia più restrittiva d'Europa.Riguardo alle modifiche in Parlamento, il testo relazionato dal Senatore Orsi per la Caretta ha in parte accolto la proposta dall''On. Sergio Berlato, supportata lo scorso anno da una petizione popolare promossa dalla stessa Confavi ed in seguito, ha avuto la sottoscrizione della quasi totalità delle associazioni venatorie italiane, di gran parte del mondo agricolo e della parte “intelligente” del mondo ambientalista (FareAmbiente, Ambiente e/è Vita, Wilderness ed altre ancora.
“Ecco perché ci attendiamo che il Parlamento approvi presto queste modifiche alla 157/92, - osserva il Presidente di Confavi - perché su queste modifiche abbiamo potuto registrare la significativa convergenza di tutti quei mondi che sono quotidianamente chiamati a gestire il patrimonio faunistico ed ambientale, nell'interesse dell'intera collettività”.
BIG HUNTER
5 NOVEMBRE 2009
 
Caccia, Veneto: gli animalisti chiedono il sequestro preventivo di storni, fringuelli, peppole e pispole
 
Continua la bagarre mediatica e legale degli animalisti nei confronti della giunta Galan e della legge sulla caccia in deroga, affermata con una nuova delibera dopo una prima invalidazione del Tar. La nuova mossa di Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf, oltre all'immancabile ricorso al Tar, è quella di chiedere, attraverso un apposito atto depositato presso la Procura della Repubblica di Venezia e di altre province del Veneto, il sequestro preventivo di storni, fringuelli, peppole e pispole che potrebbero essere abbattuti.  Ne dà notizia l'Enpa specificando che la nuova delibera è “sostanzialmente identica a quella precedente”, e garantisce ai cacciatori “l’impunità per una forma di caccia anacronistica e distruttiva ed illegittimamente autorizzata”.In sostanza le associazioni animaliste, ritenendo illegittima la delibera approvata dalla giunta, denunciano tutti i cacciatori “che dovessero essere sorpresi ad abbattere le specie di uccelli comprese nella delibera attualmente sospesa dal Tar del Veneto” e sperano in questo modo di ottenere il sequestro preventivo delle specie oggetto della delibera, facendoli rientrare nell'ambito di tutela sancito dalla legge naazionale e dalle direttive europee. 
“La Giunta Regionale del Veneto, arrivata oramai agli sgoccioli del mandato, non perde occasione per dimostrarsi più sensibile alle richieste provenienti dalle frange più estremiste del mondo venatorio che al rispetto delle leggi e dei pronunciamenti dei Tribunali – commentano unite le associazioni – un comportamento che ora chiediamo alla Magistratura penale di censurare definitivamente.”
BIG HUNTER
5 NOVEMBRE 2009
 
Siena: agricoltori chiedono nuove misure contro i cinghiali
 
Molti i provvedimenti adottati per limitare il numero dei cinghiali sul territorio senese, pochi i risultati. E' quanto denuncia il presidente dell'Unione Provinciale Agricoltori di Siena, Alessandro Cinughi de Pazzi, durante l'incontro conoscitivo sul tema con il prefetto Maria Gerarda Pantalone. Le ingenti perdite dei raccolti non sono però imputabili al solo cinghiale, a devastare le colture si aggiungono caprioli e cervi. "I nostri agricoltori - spiega il Presidente, Alessandro Cinughi de Pazzi - chiedono incentivi e non aiuti: il settore ha dato ampia prova di volersi misurare con il mercato, anche mentre la speculazione picchia duramente sui comparti nodali come quello dei cereali".I fondi attualmente disponibili per risarcire i danni alle imprese agricole - spiegano all'Unione Provinciale Agricoltori di Siena - non bastano per coprire gli ingenti danni causati dalla presenza di questi animali. Per cui - suggeriscono all'Unione Provinciale Agricoltori - una soluzione adeguata potrebbe essere quella di autorizzare gli abbattimenti alle stesse aziende agricole.

BLITZ QUOTIDIANO
5 NOVEMBRE 2009
 
Corrida, in Colombia si fa con i nani toreri
"Tintin e i suoi nani toreri" sta facendo il giro della Colombia: il toro non viene ammazzato e la gente si diverte
 
Agli animalisti piace perché i tori non vengono uccisi e agli spettatori perché si divertono. Lo show si chiama “Tintin e i suoi nani toreri”: i matador non sono quelli tradizionali, ma nani, cioè uomini piccoli e simpatici che prendono in giro i tori piuttosto che ammazzarli. In Colombia il gruppo è ricercatissimo, soprattutto per eventi particolari e feste patronali.
 
FOTO
http://www.blitzquotidiano.it/photogallery/corrida-in-colombia-si-fa-con-i-nani-toreri-141662/

SESTO POTERE

5 NOVEMBRE 2009

 

Brescia, sequestrati dalla Forestale 21 rettili in appartamento

 

Brescia - Ventuno rettili lunghi fino a due metri e mezzo - fra cui alcuni boa constrictor, pitoni reali, pitoni moluri, un'iguana e un drago pogona - sono stati sequestrati dagli uomini del Comando Provinciale di Brescia del Corpo forestale dello Stato durante una perquisizione disposta dalla Procura di Brescia in un'abitazione privata nel comune di Adro (BS). L'operazione, scattata a seguito di un'intensa attività investigativa di contrasto al commercio illegale di animali tutelati dalla Convenzione di Washington ha consentito agli uomini della Forestale, coadiuvati da un veterinario della ASL, di rilevare le precarie condizioni igieniche in cui i rettili erano tenuti, oltre che l'inadeguatezza degli spazi e delle temperature delle teche in cui i rettili erano sistemati. E' ancora al vaglio degli inquirenti la documentazione relativa al regolare possesso degli animali, nel frattempo la custodia degli stessi è stata affidata provvisoriamente all'attuale proprietario. L'uomo, che vive nell'appartamento anche con due cani e un gatto, è stato segnalato ai servizi sociali per la presenza, nella stessa abitazione, della figlia di 14 mesi. La vicinanza dell'immobile al centro cittadino ha inoltre destato preoccupazione per una eventuale fuga accidentale dei serpenti, nonostante le specie sequestrate siano escluse dall'elenco di quelle pericolose per l'uomo dall'attuale normativa. Questa di Brescia è solo l'ultima delle tante operazioni della Forestale che ha riguardato il sequestro o il ritrovamento di rettili, a volte molto pericolosi per l'uomo, come i due serpenti a sonagli catturati dagli uomini della CITES alcune settimane fa alle porte di Roma.


COMUNICATO ENPA
5 NOVEMBRE 2009
 
ANIMALI, SEQUESTRATI RETTILI AD ADRO. L’ENPA: “NUMEROSI GLI ITALIANI CHE ALLEVANO SERPENTI”
 
“Il sequestro di Adro – commenta la Protezione Animali – è solo la punta di un iceberg: sono numerosi gli italiani che allevano e detengono rettili in condizioni precarie,costringendoli a vivere in un ambiente inadatto alla loro specie”. “Tra l’altro – aggiunge l’Enpa – molto spesso si tratta di animali che richiedono un’attenzione particolare da parte del proprietario: un conto è accudire un cane o un gatto, un altro è gestire un boa o un pitone”. Dopo l’intervento con cui ieri gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno rinvenuto e sequestrato alcune decine di serpenti all’interno di un’abitazione di Adro - un comune di 6mila abitanti in provincia di Brescia – l’Enpa lancia l’allarme sugli allevamenti “fai da te”. La “moda” di possedere rettili”, vera e propria tendenza del momento, è diffusa in tutto il Paese, a Nord come a Sud, ed è trasversale a tutte le categorie sociali. Dall’appassionato, organizzatore di esposizioni di rettili, che vive a Bologna in compagnia di molte decine di serpenti – alcuni in vendita – a un noto negoziante di Roma che si è ritirato a vita privata insieme a numerose tartarughe (in vendita), coccodrilli e Boa; dal giovane palermitano che vive con un Boa proveniente dal Ghana a un geometra di Treviso che vive insieme a un Boa, particolarmente mordace e aggressivo, acquistato durante una mostra di rettili. Non manca in questo singolare elenco neanche uno studente di Reggio Calabria che trascorre le sue giornate in compagnia di libri e pitoni reali. “Non vi è città, paese o contrada italiana – spiega Giovanni Guadagna, responsabile Ufficio Cattività di Enpa - che non abbia, nascosto tra le mura domestiche, qualche rettile destinato alla riproduzione o, spesso, alla vendita via internet”. Ciò che infatti spinge gli italiani ad aprire le loro case a questi animali non è solo la passione ma anche la prospettiva di un lauto guadagno. L’allevatore di Adro, l’uomo smascherato dal Corpo Forestale dello Stato, vendeva un pitone di tre metri (“più o meno sano”) e dal peso di 10 kg al prezzo di 200 euro mentre chiedeva il doppio (450 euro) per un pitone che, a Salerno, è quotato a 800 euro. Il record spetta a Fiumicino (Roma) dove un boa di sei chili è in vendita a 3mila euro. Queste cifre rivelano un mercato enorme che sfugge a controlli fiscali ma, sopratutto, sanitari: sono infatti gli stessi allevatori a dare rassicurazioni sulla salute degli animali che, è bene ricordarlo, trascorrono tutta la loro vita prigionieri di piccole di vetro. Molti “appassionati”, inoltre, allevano conigli, ratti e piccoli uccelli da servire vivi per il pasto dei rettili. “Perchè stupirsi di questo commercio – conclude Guadagna – quando lungo le strade italiane si rinvengono sempre più spesso grosse iguane ed enormi serpenti? Si tratta di una prassi molto comune seguita da chi, stanco di tenere un animale impegnativo o impossibilitato a mantenerlo, se ne libera come un giocattolo che ha assolto le sue funzioni. Giova appena ricordare che molti dei serpenti allevati, sebbene non velenosi, uccidono avvinghiandosi con le loro spire attorno alla preda, anche di grosse dimensioni. Ce ne sarebbe abbastanza per vietarne la vendita ed evitare così di ritrovarsi, come successo la scorsa estate vicino Padova, un pitone di un metro e mezzo saltare fuori dal water di casa.”

CORRIERE ADRIATICO

5 NOVEMBRE 2009

 

L’udienza ieri dal Giudice di pace
Ingiurie e minacce per il passaggio di Niko

 

Petriolo (MC) Questa volta il pastore tedesco Niko non c’entra niente. Ma la vicenda è sempre frutto di quei cattivi rapporti di vicinato che, seppur indirettamente, hanno costretto il cane di Petriolo (salito anche agli onori dei media nazionali) a restare incatenato dall’alba al tramonto - su disposizione del giudice - per permettere ai vicini di casa di usufruire di una servitù di passaggio. Gli stessi vicini, infatti, avevano detto di essere impauriti dalla presenza del cane, che non gli avrebbe permesso di esercitare un loro diritto. Ieri davanti al Giudice di pace di Macerata era imputata Maria Grazia Calamita, mamma della padrona di Nico, che secondo l’accusa avrebbe ingiuriato e minacciato i vicini Mario e Walter Luchetti, che di notte volevano passare sulla loro servitù e per questo dovevano chiedere all’imputata di aprire il cancello di casa. Accuse che la donna, difesa dall’avvocato Bruno Mandrelli, respinge con forza. Mario e Walter Luchetti si sono invece costituiti parte civile con l’avvocato di fiducia Sandro Giustozzi. Per quanto riguarda invece la posizione di Niko, l’avvocato Mandrelli sta cercando una soluzione affinchè l’animale possa tornare finalmente in libertà.


CORRIERE DELLA SERA
5 NOVEMBRE 2009
 
L’iniziativa del ministero del Welfare alla Fiera di Verona
Cavalli come cani e gatti  Il decalogo del benessere
Dall’acqua fresca ai box: un codice per tutelarli sul modello di quello già in vigore in Gran Bretagna
 
Il mitico Varenne, una carriera al top nelle corse ippiche e un presente da stallone. E' l'ospite d'onore di Fieracavalli (Lapresse)
 
 
ROMA — Dopo cani e gatti, l’attenzione si sposta sul cavallo. Impegnato, e sfruttato, in manifestazioni equestri, riabilitazione, corse ippiche, giochi, palii. Mezzo di trasporto in molte città, come Roma dove ancora non è stata risolta la polemica ricorrente sulle «botticelle», tuttora in giro per le vie del centro malgrado il progetto di spostarle lungo itinerari più salubri per la salute dei quadrupedi. Il noble animal diventa finalmente un soggetto di diritti attraverso una serie di iniziative istituzionali in parte presentate a Fieracavalli, edizione numero 111, in svolgimento a Verona fino all’8 novembre. Per la prima volta il ministero del Welfare partecipa come partner per lanciare una serie di iniziative che troveranno la massima espressione nella legge quadro proposta dal sottosegretario al Welfare, Francesca Martini.
È già pronto un Codice per gli equini che si ispira a quello inglese, dove per tradizione sono molto più avanti di noi. «Esistono i livelli essenziali di assistenza per l’uomo, cioè l’elenco delle cure di base che devono essere assicu­rate ai cittadini. Ebbene vogliamo che anche i cavalli abbiano i loro Lea», ne spiega le finalità la Martini. Un decalogo di raccomandazioni per garantire il benessere e prevenire il maltrattamento. Ad esempio, scodella dell’acqua sempre piena e pulita, cibo di buona qualità, non ammuf­fito, box con pavimento antisdrucciolo e scolo dell’acqua, convogli per il trasferimento dotati di certi servizi e non inferiori a determinate misure, addestramento secondo orari «sindacali», spazi per l’attività fisica, standard sui finimenti.
Il codice sarà uno degli allegati alla legge quadro. «È un settore in espansione. I cavalli devono avere la cittadinanza ed essere trattati con dignità. In Italia siamo molto indietro. Sono in contatto con la Federazione sport equestri perché si impegnino a non macellarli una volta conclusa la carriera», dice la Martini.
Fieracavalli-International Horse festival è la principale rassegna internazionale nel panorama equestre, e si presenta come un «catalizzatore di interesse» non solo per gli appassionati, ma soprattutto per i giovani che «si si riconoscono in un nuovo modo di concepire la vita». L’obiettivo è fare cultura. Tra gli ospiti d’onore, il leggendario Varenne, campione dei campioni, figlio di Waikikiki Braech, l’indimenticabile trottatore che con Giampaolo Minnucci è entrato nella storia dell’ippica mondiale. Oggi è in pensione e ha intrapreso la carriera di riproduttore.
Il ministero ha nella Fiera uno spazio espositivo per presentare i provvedimenti già approvati. Innanzitutto l’ordinanza sui palii e i tornei storici, con regole severe per il rispetto della sicurezza della salute del cavallo (superficie del percorso, obbligo della presenza di veterinari). Poi il decreto che istituisce il primo centro di riferimento nazionale per la terapia assistita con animali (sede a Montecchio Precalcino, provincia di Vicenza). «È un’ottima iniziativa perché serve a valorizzare la riabilitazione di qualità, le tecniche efficaci», commenta con favore Assunta Papa, responsabile sanitario del Centro di riabilitazione equestre Tina De Marco, che si occupa di disabilità fisiche. Infine la Carta etica, un docu­mento sul quale si sta raccogliendo il consenso dei grandi cavalieri, già firmato da Gianluca Bormioli.

IL TIRRENO

5 NOVEMBRE 2009

 

«Aiuto, c è una pantera sul tetto» Ma è solo un grande gatto nero

 

LIVORNO. Si aggira con passo felino e sguardo tenebroso sul tetto dell’Asa.  Il pelo nero, le movenze sinuose e inquietanti. Non c’è dubbio: bisogna dare l’allarme. A chiamare il 112, martedì alle 14, è un avvocato che abita sugli Scali della Dogana d’acqua: «Presto venite, c’è una pantera sul tetto».  Di fronte a una segnalazione del genere, non c’è tempo da perdere. La macchina del pronto intervento si mette immediatamente in moto e nel giro di pochissimi minuti sul tetto dell’Asa ci sono una decina di persone tra.  Sugli Scali della Dogana d’Acqua arrivano carabinieri del Nucleo operativo radiomobile, vigili del fuoco e agenti della polizia provinciale. Tutti attenti a non far scappare la pantera nera che, di solito, popola la giungla africana e non i tetti delle città.  I primi a salire sul tetto sono i vigili del fuoco con l’aiuto dell’autoscala. Lo scopo è catturare l’animale per evitare che crei panico per le strade della città, o peggio ancora, nelle case dei cittadini del Pontino. Ma una volta saliti in alto, cosa si scopre? Che in realtà l’esotica panterona altro non è che un gatto nero di notevoli dimensioni, del tutto innocuo.  L’allarme dunque rientra e carabinieri, poliziotti e vigili del fuoco tornano nelle rispettive caserme, senza pantera.


IL CITTADINO

5 NOVEMBRE 2009

 

I piccioni fanno crollare calcinacci dal campanile 

 

Paullo (MI) - Piccioni in amore, e la tegola precipita dal campanile. È successo qualche giorno fa: una signora stava camminando in pieno giorno sul marciapiede che costeggia il lato est della chiesa quando qualcosa dal campanile è precipitato a poche decine di centimetri da lei. Sfiorata la tragedia in via Dante, a Paullo, a seguito della caduta accidentale di una tegola del campanile della parrocchiale dei Santi Quirico e Giulitta, situata nella piazza centrale. Secondo quanto riporta il parroco, don Sandro Bozzarelli, non c’erano stati segnali preventivi di cedimento dell’edificio, una costruzione in stile romanico con mattoni a vista e dell’altezza di 35 metri, prima del fatto di qualche giorno fa, quando la signora, del tutto illesa ma molto agitata, si è rivolta ai responsabili dell’edificio per raccontare l’accaduto. «Abbiamo un’assicurazione, ma per fortuna il peggio è stato evitato» spiega ancora il parroco. Secondo i rilevamenti effettuati sul campanile e in corso nei giorni 15, 16 e 17 ottobre, sembra si sia trattato di uno scivolamento dovuto ai piccioni, animali che, in determinati periodi della loro vita, sono soliti costruire nidi lungo tegole e grondaie, spostando quanto trovano sul luogo prescelto. «Siamo intervenuti subito - continua don Sandro -, abbiamo transennato via Dante per tre giorni e chiamato una ditta perché risolvesse il problema. Col tempo probabilmente ci saremmo comunque accorti degli smottamenti, e l’intervento della gru, che ci è costata 1.080 euro al giorno, sarebbe stato inevitabile. Mi è spiaciuto solo che a farne le spese sia stata quella signora che, ad ogni modo, se l’è cavata solo con uno spavento»


ANSA AMBIENTE
5 NOVEMBRE 2009
 
SQUALI BIANCHI SOCIEVOLI, SCOPERTO PUNTO INCONTRO
 
LONDRA - I grandi squali bianchi non vagano per gli oceani senza meta, ma seguono delle rotte ben precise. E' quanto ha scoperto uno studio scientifico durato 10 anni, che ha seguito i movimenti di 179 esemplari del Pacifico. Gli studiosi hanno appreso che gli animali presi in esame non solo dividono il loro tempo tra la California e le Hawaii, ma s'incontrano a meta' strada per riprodursi, cibarsi, o semplicemente ''stare insieme''. La fotografia scattata agli squali dagli esperti del National Park Service, ricerca pubblicata sul Proceedings of the Royal Society B, sfata il mito dei pescecani animali solitari. Tanto che per sottolineare la scoperta gli scienziati hanno deciso di soprannominare la zona d'incontro ''white shark cafe'''. Ovvero il bar degli squali bianchi. ''Quello che abbiamo appreso - ha detto al Times Scot Anderson - e' che non vagano per i mari senza scopo, ma anzi sono predatori molto selettivi''. L'agenda dello squalo del pacifico prevede allora una permanenza in California da agosto a dicembre - e in questo lasso di tempo il suo itinerario tipo include anche una puntatina nella baia di San Francisco, non di rado passando sotto il Golden Gate - mentre la primavera e l'estate sono dedicate alle acque delle Hawaii. Senza dimenticare un salto al 'bar' per uno spuntino, un'avventura galante, quattro 'chiacchiere' con gli amici.

SIRACUSA NET
5 NOVEMBRE 2009
 
Palazzolo: Donna Fa Sbranare Vicino Dai Cani, Omicidio Scoperto Dopo 2 Anni
 
 
Palazzolo (SR) - Una vicenda archiviata ed erroneamente chiarita, che si riapre a distanza di quasi due anni con risvolti da film giallo.La morte di un uomo, avvenuta all’inizio del 2008 a Palazzolo, dovuta – come si delineò dalle prime costruzioni della vicenda - ad una tragica fatalità.
Il corpo esanime di Calleri Giuseppe, classe 1926 - rinvenuto il 6 febbraio 2008, all’interno di un terreno agricolo non recintato nel Comune palazzolese – presentava la frattura della scatola cranica e le gambe parzialmente divorate da cani: si pensava che il Calleri, scappando da un branco di cani randagi, fosse rovinato su delle pietre cadute da un muretto a secco presente vicino al luogo di rinvenimento del cadavere. In realtà, fu commesso un delitto.Infatti, alcuni fatti successivi all’archiviazione della vicenda e segnalati dalla Stazione C.C. di Palazzolo inducevano, la Procura di Siracusa a riaprire le indagini, che si indirizzavano adesso su Caligiore Maria, proprietaria del terreno sul quale era stato rinvenuto il cadavere del Calleri ed allevatrice di cani che, in diverse occasioni, avevano manifestato un’elevata aggressività nei confronti dei vicini e dei passanti.Le analisi del caso, coordinate dalla Procura e svolte dalla stessa Stazione C.C., culminavano poi con l’interrogatorio dell’indagata davanti al PM, nel corso del quale la Caligiore confessava l’omicidio, descrivendone persino movente e modalità.L’assassina avrebbe commesso il reato in conseguenza di antichi rancori mai sopiti tra lei e la vittima. La circostanza che ha portato la Caligiore ad uccidere l’uomo si sarebbe presentata nel momento in cui quest’ultimo, subito prima di essere ucciso, era intento a raccogliere cicoria selvatica nel terreno della sua carnefice.
Diversi colpi di pietra alla nuca e contestualmente l’attacco aggressivo dei cani di Maria Caligiore. Così è morto Giuseppe Calleri.L’indagata veniva quindi dichiarata in stato di fermo e accompagnata presso il carcere femminile di Catania.

JULIE NEWS
5 NOVEMBRE 2009
 

Siracusa: lui le ruba la cicoria, lei lo fa sbranare dai cani

 
SIRACUSA - Maria Caligiore, 41 anni, di Siracusa, è stata arrestata questa mattina come responsabile, rea confessa, dell'omicidio di Giuseppe Calieri, 82 anni, avvenuta circa un anno e mezzo fa. All'epoca si pensò che Calieri fosse stato sbranato da un branco di cani selvatici, ma non tutto combaciava. Allora gli inquirenti decisero di indagare sulla Caligiore, proprietaria del campo in cui l'uomo era stato trovato morto.
Oggi la donna è stata portata in Procura e ha confessato. La situazione tra i due era tesa da tempo, per vari problemi. Uno di questi era che l'uomo aveva l'abitudine di andare a prendersi la cicoria nel campo della donna. Una volta la Caligiore lo aggredì, colpendolo alla testa con un sasso, stordendolo; dopo di che gli aizzò contro dei cani che lei aveva e che erano alquanto aggressivi. I cani, probabilmente anche eccitati dall'odore di sangue, aggredirono e sbranarono l'uomo.
Maria Caligiore è stata arrestata e trasferita nel carcere femminile di piazza Lanza, a Catania.

LIBERO
5 NOVEMBRE 2009
 
SIRACUSA: ALLEVATRICE DI CANI CONFESSA DI AVER UCCISO ANZIANO
 
Siracusa - A Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, i carabinieri hanno arrestato una donna, Maria Caligiore, proprietaria del terreno dove nel febbraio del 2008 e' stato ritrovato il cadavere dell'82enne Giuseppe Calleri. La donna, messa alle strette dagli inquirenti ha confessato l'omicidio dell'anziano, trovato con il cranio fracassato e le gambe divorate dai cani. La donna, interrogata dal pm, ha confessato il delitto descrivendone il movente: avrebbe ucciso il pensionato per antichi rancori mai sopiti, colpendolo alla nuca con una pietra e facendolo poi sbranare dai suoi cani.

IL TEMPO

5 NOVEMBRE 2009

 

Suini malati, scatta l'emergenza tra gli allevatori

CECCANO Dopo quella legata all'inquinamento del Sacco, un'altra emergenza rischia di colpire duramente la cittadina fabraterna e, in particolare, i suoi allevatori.

 

CECCANO (FR) - Nella città fabraterna, infatti, i responsabili della Regione Lazio hanno riscontrato la presenza di un focolaio di una malattia vescicolare da enterovirus dei suini. Proprio per fronteggiare tale focolaio, che ha coinvolto anche molti altri paesi del comprensorio ed è arrivato fino a Prossedi, sono state delimitate due aree d'emergenza: una zona di protezione, entro tre chilometri di raggio del focolaio, e una zona di sorveglianza, entro dieci chilometri di raggio dal focolaio. In particolare nella zona di protezione è vietata la circolazione e il trasporto delle specie sensibili sulle strade pubbliche e private, i mezzi e le attrezzature utilizzati nella zona di protezione per il trasporto di suini o di altri animali non possono uscire da aziende ubicate nella zona di protezione, dalla zona di protezione stessa, né da un macello, se non sono puliti e disinfettati conformemente alle procedure stabilite dal Servizio Veterinario della Asl competente. Inoltre i suini non possono uscire dall'azienda in cui si trovano durante i ventuno giorni successivi al completamento delle operazioni di pulizia e di disinfezione preliminari dell'azienda infetta. M.P.


LA ZAMPA.IT

5 NOVEMBRE 2009

 

Un'Arca di Noè per salvare il Dna di 10.000 animali

 

LOS ANGELES - Per preservare il patrimonio genetico di 10.000 animali il loro Dna sarà conservata in una moderna "Arca di Noè". Il progetto battezzato "10k Genome Project", scrive il sito web dello spagnolo Abc, richiederà un investimento di 34 milioni di euro e prevede di trascrivere la sequenza del codice genetico di 10 mila esemplari di specie diverse di vertebrati (un esemplare di ogni famiglia di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci) ovvero un sesto di tutte le specie animali. Presentata sul Journal of Heredity, l’idea sarà portata avanti da un consorzio mondiale di ricercatori formato già da oltre 68 ricercatori. Il coordinatore è l’ingegnere biomolecolare David Haussler dell’università della California. Con migliaia di sequenze di Dna di animali diversi sarà possibile mettere a confronto una specie con l’altra e vedere come l’evoluzione ha proceduto modificando via via il Dna nel corso di 600 milioni di anni.


LA ZAMPA.IT

5 NOVEMBRE 2009

 

Influenza A, negli Usa un gatto è stato colpito dal virus

Primo caso di salto di specie, guarito con gli antibiotici

 

WASHINGTON - Un gatto è stato colpito dal virus dell’influenza A/H1N1, il primo caso di salto di specie nei felini: lo hanno reso noto le autorità sanitarie dello stato americano dello Iowa.
Due dei tre membri della famiglia proprietaria del gatto - rimasto anonimo per volontà del padrone - hanno mostrato i sintomi dell’influenza prima che il felino si ammalasse: le autorità sottolineano come il salto di specie si sia già verificato lo scorso anno in Europa con il virus H5N1. Sia il gatto che i suoi padroni sono perfettamente guariti con la somministrazione di antibiotici: il rischio che il virus possa trasmettersi dai gatti ad altri felini o ad esseri umani non appare elevato; il Dipartimento della Sanità statunitense ha al contrario avvertito che è possibile per gli esseri umani infettare determinati animali.


CORRIERE DELLA SERA
5 NOVEMBRE 2009
 
L’influenza A e la confusione in tv
 
ALDO GRASSO
 
Ma «sta suina», «sta pandemia», «sta influenza » è pericolosa o possiamo stare tranquilli? È normale che ci siano dei morti? Se ogni giorno, in ogni programma radio o televisivo, ci si occupa della «swine flu» c’è un rischio letale o ci troviamo di fronte solo a una psicosi colletti­va? Quando l’influenza sarà finita bisognerà fare qualche discorso di comunicazione. È vero che il viceministro Ferruccio Fazio (è nato a Garessio, dalle mie parti, ho innata simpatia nei suoi confronti) tranquillizza la popolazione ma se tutte le sere i tg aprono con l’emergenza febbre c’è poco da stare tranquilli. Chi sbaglia Fazio o Minzolini? Come se non bastasse, non c’è conduttore che non ci spieghi come comportarci; persino i programmi sportivi riferiscono che i nostri calciatori hanno chiesto di vaccinarsi, manco fossero in prima linea a presidiare gli ambulatori. Tutta colpa di Topo Gigio, l’avevo scritto. Se una campagna di informazione, rivolta soprattutto ai più giovani, sceglie come testimonial un reperto della tv delle origini che nessuno conosce, significa che la confusione fra i ministri è grande. Già uno che viene presentato in tv con il titolo di «viceministro » deve combattere con seri problemi di immagine: per dire, Michela Vittoria Brambilla è ministro e lui, con tutti quegli incarichi universitari e quel prestigio internazionale, è solo vice? Ci si mette anche il Servizio pubblico a remargli contro, intervistando un personaggio creato da Emilio Fede (è stato, tra l’altro, ospite di Elsa Di Gati a «Cominciamo bene»), il virologo Fabrizio Pregliasco, un habitué del video. Intendiamoci, Pregliasco dice cose di buon senso ma, accademicamente, dobbiamo credere più a un professore ordinario (Fazio) o a un ricercatore (Pregliasco)? Tutta colpa di Topo Gigio. Non di Gigio personalmente, ma di chi usa i topi per combattere i maiali.

MESSAGGERO VENETO

5 NOVEMBRE 2009

 

Rabbia silvestre, nuove contromisure

 

SPILIMBERGO (PN). Presto la vaccinazione obbligatoria dei cani, quale azione di prevenzione della diffusione della rabbia silvestre, potrebbe essere estesa anche a tutto il territorio comunale di Spilimbergo. A darne conferma, è il sindaco Renzo Francesconi. Un problema, manifestatosi nello spilimberghese in seguito a due casi di volpi infette (la terza è di pochi giorni fa), verificatisi nei giorni scorsi nel comune di Travesio. Da ciò la decisione del direttore dell’Ass, Nicola Delli Quadri, di emanare una specifica ordinanza, che contiene le misure di prevenzione da adottare al fine di contenere l’infezione. L’ordinanza, prevede che su tutto il territorio della provincia, l’impiego di cani nella pratica venatoria sia consentito solo con animali vaccinati contro la rabbia da almeno 21 giorni e da non più di 11 mesi. Inoltre, nel comune di Travesio è proibita la caccia con i cani, anche se vaccinati, per un periodo di 60 giorni successivi all’ultimo caso di rabbia: analogo procedimento è stato adottato dai comuni di Meduno, Tramonti di Sotto, Castelnovo del Friuli, Pinzano al Tagliamento e Sequals, dov’è stata resa obbligatoria la vaccinazione antirabbica precontagio dei cani e degli animali che si trovino esposti a rischio di contagio dell'infezione di rabbia. «Trattandosi di comuni contermini – sottolinea il sindaco di Spilimbergo – mi sono rivolto all’Ass prima e quindi alla Direzione centrale salute e protezione civile per richiedere che si valuti la possibilità di estendere l’ordinanza al territorio comunale di Spilimbergo». Un’azione preventiva che trova l’appoggio dei cacciatori della zona, come sottolineato dal direttore della Riserva di caccia di Spilimbergo Graziano Ponzi, il quale lancia un’accusa: «Verificato che l’infezione della rabbia silvestre era già stata individuata in provincia di Udine nel 2008 riteniamo che il Dipartimento di prevenzione dei servizi sanitari regionali abbia mantenuto un comportamento di cauta attesa degli eventi, non valutando attentamente il propagarsi dell'epidemia. L’ordinanza prevede divieti solo nella pratica venatoria e non considera che i problemi possono derivare anche da qualunque cane che viene condotto per una passeggiata in campagna».


ANSA AMBIENTE
5 NOVEMBRE 2009
 
SQUALI BIANCHI SOCIEVOLI, SCOPERTO PUNTO INCONTRO
 
LONDRA - I grandi squali bianchi non vagano per gli oceani senza meta, ma seguono delle rotte ben precise. E' quanto ha scoperto uno studio scientifico durato 10 anni, che ha seguito i movimenti di 179 esemplari del Pacifico. Gli studiosi hanno appreso che gli animali presi in esame non solo dividono il loro tempo tra la California e le Hawaii, ma s'incontrano a meta' strada per riprodursi, cibarsi, o semplicemente ''stare insieme''. La fotografia scattata agli squali dagli esperti del National Park Service, ricerca pubblicata sul Proceedings of the Royal Society B, sfata il mito dei pescecani animali solitari. Tanto che per sottolineare la scoperta gli scienziati hanno deciso di soprannominare la zona d'incontro ''white shark cafe'''. Ovvero il bar degli squali bianchi. ''Quello che abbiamo appreso - ha detto al Times Scot Anderson - e' che non vagano per i mari senza scopo, ma anzi sono predatori molto selettivi''. L'agenda dello squalo del pacifico prevede allora una permanenza in California da agosto a dicembre - e in questo lasso di tempo il suo itinerario tipo include anche una puntatina nella baia di San Francisco, non di rado passando sotto il Golden Gate - mentre la primavera e l'estate sono dedicate alle acque delle Hawaii. Senza dimenticare un salto al 'bar' per uno spuntino, un'avventura galante, quattro 'chiacchiere' con gli amici.

 

 

 

            05 NOVEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 

VARESE NEWS
5 NOVEMBRE 2009
 
Lo stress a volte serve: aiuta a superare le difficoltà
 
Se siete depressi, non vi lamentate: il vostro stato d'animo è uno dei "trucchi" escogitati dall'evoluzione per assicurare la sopravvivenza dei più adatti.Lo afferma sul periodico specializzato "Psychological Review" il dottor Paul Andrews della Virginia Commonwealth University. La depressione è presente non soltanto nell'uomo, ma anche negli individui e le specie animali, e agisce come un fattore di adattamento. In altre parole, si è sviluppata perché chi la prova risulta più idoneo, per selezione naturale, ad adattarsi a situazioni sfavorevoli rispetto a coloro che ne sono immuni.Nella lotta per l'esistenza, i depressi hanno insomma maggiori possibilità di farcela di chi bada di meno a ciò che gli succede. Il ricercatore offre anche una conferma biologica. Nel cervello umano (e in quello dei topi) è presente una molecola chiamata "recettore 5HT1A". Serve come porta d'ingresso per la serotonina, un agente neurochimico che funziona da antidepressivo. In esperimenti fatti sui topi, si è scoperto che gli esemplari che ne avevano un'alta concentrazione, e quindi erano meno depressi, facevano più fatica ad adattarsi a situazioni di stress dei topi che - se fossero stati esseri umani - si sarebbero chiusi in se stessi a piangere sulle loro disgrazie.

ASCA
5 NOVEMBRE 2009
 
RICERCA: IL COMUNE DI ROMA SCENDE IN CAMPO PER TELETHON
 
Roma - ''Ringrazio il sindaco Alemanno per il suo impegno la sua dedizione che va al di la' del ruolo: un impegno vero, sentito, profondo. Del resto quando si mobilita poi una grande metropoli come Roma, qualunque obiettivo diventa possibile, anche il mostro delle malattie genetiche diventa un nemico battibile''. Con queste parole il Presidente di Telethon, Luca Cordero di Montezemolo, e' intervenuto questa mattina in Campidoglio, l'occasione, la firma del Protocollo tra il Campidoglio e Telethon che prevede una serie di iniziative congiunte a sostegno della ricerca sulle malattie genetiche.Roma dunque e' scesa in campo al fianco di Telethon con le 61 mila persone che lavorano per il Campidoglio, chiamate a rispondere all'appello di Telethon, oltre ai romani, come ha spiegato il Sindaco Gianni Alemanno, sottolineando che ''dobbiamo contagiare le persone per far si' che la citta' si mobiliti'' per sostenere la ricerca contro le malattie genetiche. A siglare, in Aula Giulio Cesare, il Protocollo il Sindaco Alemanno e il presidente di Telethon Montezemolo, dinanzi, al Presidente del consiglio capitolino Marco Pomarici e all'all'assesore alle politiche sociali Sveva Belviso, e ai testimonial di eccezione: i fratelli Carlo ed Enrico Vanzina, Ninetto Davoli, Giancarlo Fisichella, Giovanni Malago', Massimo Ghini, Lorenzo Flaherty, Max Giusti, Pino Wilson, Livia Azzariti. Presenti alla cerimonia, oltre alla moglie del sindaco, Isabella Rauti, anche Marco Ferrazza, un giovane romano di 15 anni affetto sin dalla nascita da atrofia muscolare spinale. Ed e' stato Marco il protagonista della cerimonia anche attraverso un ''corto'' sulla sua storia ''Il Campione'' e, dopo essersi rivolto a lui, Montezemolo ha spiegato alla platea che e' un dovere per chi e' privilegiato impegnarsi entusiasticamente per la ricerca. E il Presidente Montezemolo ha ricordato come a Roma Telethon, in 20 anni, di attivita' ha finanziato 358 ricercatori di eccellenza in oltre 20 istituti e centri con un totale di 33 milioni di euro. Attualmente hanno un finanziamento attivo 67 ricercatori per oltre 10 milioni di euro. Del resto, come spiegato dal presidente del consiglio capitolino, Marco Pomarici ''Roma e' sempre stata una citta' in prima file nelle grandi battaglie e' quindi un onore ospitare la firma di questo protocollo di intesa che assicura la costante vicinanza delle istituzioni verso il vostro impegno quotidiano'' Per Alemanno ''questo protocollo puo' essere un modello per le altre citta'. Quando c'e' la maratona Telethon anche la citta', con la sua macchina organizzativa si mobilita. Partiamo dai nostri dipendenti che, anche se Brunetta non sara' contento, sono 61mila: un esercito che mettiamo in moto. Questo mostro e' battibile, dipende da noi''. Il sindaco ha sottolineato inoltre che il Comune dara' un riconoscimento a un ricercatore come segno di riconoscenza per la ricerca.

XAGENA 2009
 
Sulfamidici e Nitrofurantoina associati a rischio di difetti alla nascita
 
Uno studio di ampie dimensioni ha esaminato l’effetto degli antibatterici impiegati durante la gravidanza e ha trovato un legame tra farmaci per le infezioni del tratto urinario e difetti alla nascita.
Dallo studio è emerso che le donne che hanno dato alla luce neonati con difetti alla nascita presentavano una più alta probabilità, rispetto alle donne che hanno partorito neonati sani, di aver assunto nel corso della gravidanza due specifici tipi di antibatterici, i sulfamidici o la Nitrofurantoina ( Furadantin ).
Lo studio ha riguardato più di 13.000 donne, i cui figli erano nati con difetti alla nascita, e poco meno di 5.000 donne con figli sani.
Durante test su animali nel periodo di gravidanza, i sulfamidici sono risultati associati a reazioni avverse, come anencefalia, problemi di cuore, e accorciamento degli arti, mentre la Nitrofurantoina a disturbi cardiaci e a palatoschisi.
L’aumento del rischio di difetti alla nascita con sulfamidici e Nitrofurantoina è stato pari a 2-3 volte.
Fonte: Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine, 2009

XAGENA 2009
 
Il vaccino anti-HPV Gardasil potrebbe aver indotto sclerosi laterale amiotrofica ad esito fatale in due ragazze
 
Secondo i Ricercatori dell’University of California San Francisco ( UCSF ) negli Stati Uniti, Gardasil potrebbe aver avuto un ruolo in due casi fatali di sclerosi laterale amiotrofica.
Gardasil è un vaccino che previene l’infezione da parte di 4 sierotipi di papillomavirus ( HPV ); 2 di questi causano il 70% di tutti i tumori della cervice, mentre altri 2 sono responsabili di quasi il 90% dei condilomi genitali.I casi documentati dall’ALS Center dell’UCSF riguardano due giovani donne, di 17 e 20 anni.
Entrambe le ragazze hanno riportato sintomi di sclerosi laterale amiotrofica pochi mesi dopo aver ricevuto una dose di Gardasil.La ragazza di 17 anni aveva ricevuto la terza dose del vaccino anti-HPV.
La ragazza di 20 anni ha presentato manifestazioni neurologiche entro 4 mesi dalla prima somministrazione di Gardasil.Le ragazze sono morte dopo circa 2 anni per la progressione della malattia.
Secondo i Ricercatori dell’ALS Center è sospetta la relazione tra somministrazione di Gardasil e insorgenza precoce della sclerosi laterale amiotrofica.
All’esame autoptico è emerso che la colonna vertebrale di entrambe le ragazze era gravemente infiammata, e non sempre questo è tipico della sclerosi laterale amiotrofica.
Fonte: WebMD, 2009

XAGENA 2009
 
Reazioni psichiatriche da inibitori di pompa protonica
 
Gli inibitori di pompa protonica, che comprendono Esomeprazolo, Omeprazolo, Rabeprazolo, Pantoprazolo e Lansoprazolo, sono farmaci usati per il trattamento di ulcera peptica, reflusso gastroesofageo, esofagite da reflusso, gastrite e profilassi dell’ulcera gastrointestinale.Sebbene siano generalmente considerati farmaci ben tollerati e con profilo di sicurezza favorevole, gli inibitori di pompa protonica sono stati recentemente associati a gravi sintomi psichiatrici, quali agitazione, confusione mentale, depressione, ansia e allucinazioni, soprattutto nei pazienti anziani con alterata funzionalità epatica o renale.
Gli eventi avversi da inibitori di pompa protonica a carico del sistema nervoso centrale sono reversibili alla sospensione della terapia.
Fonte: Reazioni – AIFA, 2009

XAGENA 2009
 
Fotosensibilizzazione e fenomeni d’ipersensibilità cutanea con l’uso cutaneo di Ketoprofene, un’antinfiammatorio
 
Da un’analisi dei dati contenuti nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza è emerso un segnale di allarme relativo a casi di fenomeni di ipersensibilità cutanea e fotosensibilizzazione, talvolta anche gravi, conseguenti all’uso di medicinali a base di Ketoprofene per uso cutaneo. Tali reazioni si sono verificate soprattutto durante i mesi primaverili ed estivi, lasciando quindi ipotizzare come l’esposizione alla luce solare possa avere un effetto sensibilizzante sulla cute trattata con questo farmaco. Per questo motivo l’Agenzia Italiana del Farmaco ha concordato con le aziende farmaceutiche produttrici di medicinali a base di Ketoprofene per uso cutaneo la distribuzione di una Nota Informativa Importante per comunicare il rischio di fenomeni di fotosensibilizzazione conseguente all’uso di questi medicinali. Il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e il Foglio Illustrativo di questi medicinali sono stati modificati per rinforzare le avvertenze già presenti e relative al divieto di esposizione alla luce solare ( anche quando il cielo è velato ), compreso il solarium, durante il trattamento e nelle 2 settimane successive all’interruzione.
Sulle confezioni saranno anche inseriti un adeguato pittogramma e il relativo warning box per richiamare l’attenzione del paziente sul rischio associato all’esposizione solare, compreso il solarium.
I medicinali contenenti il principio attivo Ketoprofene per uso cutaneo sono i seguenti: Artrosilene gel e schiuma, Fastum gel, Flexen gel, Ibifen gel e soluzione cutanea, Hiruflog gel, Keplat cerotto medicato, Ketofarm gel, Ketoprofene Almus gel, Ketoprofene Eurogenerici gel, Ketoprofene Ratiopharm gel, Ketoprofene Sandoz crema, Ketoprofene Teva gel, Lasoartro crema, Lasonil gel, Liotondol gel, Orudis gel.
Fonte: AIFA, 2009

XAGENA 2009
 
Possibile danno epatico Orlistat: revisione della Food and Drug Administration
 
Alli, il cui principio attivo è Orlistat, è il primo farmaco per la riduzione del peso corporeo ad essere venduto senza prescrizione medica.
La statunitense FDA ( Food and Drug Administration ) sta ora indagando sul rischio di danno epatico causato da Orlistat.L’inglese MHRA ( Medicines and Healthcare products Regulatory Agency ) ha ricevuto 31 segnalazioni di effetti indesiderati associati ad Orlistat sin dall’aprile 2009 quando Alli è stato lanciato in Gran Bretagna.
Non è attualmente noto se queste reazioni avverse siano da attribuire ad Alli o a Xenical, il farmaco di prescrizione. Sia Alli che Xenical contengono Orlistat.Riferice il Daily Mail che dal lancio di Xenical in Gran Bretagna nel 2001, 24 persone che stavano assumendo questo antiobesità sono morte.
Una persona è deceduta per insufficienza epatica, altre morti erano dovute ad infarto miocardico, infiammazione della cistifellea, insufficienza multi-organo e trombosi polmonare.
L’MHRA ha ricevuto 1.252 segnalazioni di potenziali effetti indesiderati tra i pazienti trattati con Orlistat.Agli inizi del 2009, uno studio ha trovato che Orlistat, nei pazienti affetti da steatosi epatica non-alcolica, non solo non aiuta ad abbassare il peso corporeo, ma non riduce i livelli degli enzimi epatici e non migliora la resistenza all’insulina.Nel 2006, Public Citizen chiese all’FDA di far ritirare dal mercato Xenical, perché uno studio, compiuto in collaborazione con i Ricercatori della Case Western Reserve University School of Medicine su modelli animali, aveva dimostrato che Orlistat era associato a cambiamenti precancerosi a livello del tratto intestinale. Inoltre, Public Citizen ha scoperto 28 casi di cancro al seno tra i pazienti che stavano assumendo Xenical.
Fonte: FDA, 2009
 
torna alla pagina iniziale [email protected] torna all'archivio della rassegna stampa