04 AGOSTO  2009

IL RESTO DEL CARLINO

4 AGOSTO 2009

 

I carabinieri indagano su tre casi di avvelenamento di cani nella zona di Castel Raniero

 

Castel Raniero (RA) - I CARABINIERI della compagnia faentina stanno indagando in seguito ad una denuncia presentata dal proprietario di un cane morto per un probabile avvelenamento. L’episodio si è verificato sulle colline vicine a Castel Raniero, in via Rio Biscia. Anche un solo avvelenamento di animali rappresenta un gesto barbaro e incivile; ma in quella zona gli avvelenamenti potrebbero essere stati addirittura tre.
LA FAMIGLIA del cane meticcio ha chiamato un medico veterinario al mattino, dopo aver trovato il proprio animale riverso a terra nel box, all’interno del recinto dell’abitazione. Come prescrive la legge, dopo avere riscontrato il decesso dell’animale, il professionista ha segnalato il fatto all’Ausl che per legge deve inviare eventuali reperti organici all’Istituto zooprofilattico di competenza, nel nostro caso Lugo, per le analisi. I risultati potrebbero essere resi noti tra oltre un mese. Il laboratorio cercherà di capire se, come sembra probabile, siano stati utilizzati prodotti anticrittogamici, facilmente reperibili in campagna, o altre sostanze in grado di uccidere. In una casa vicina a quella dell’ultimo episodio un secondo cane è stato sicuramente ucciso nelle ultime settimane da qualche boccone avvelenato, e si ha notizia della ‘scomparsa’ di un altro cane, nelle medesima zona: i proprietari ritengono che possa essersi allontanato e sia morto dopo avere ingoiato un boccone. Qualche anno fa, nella medesima area ci furono altri casi di cani morti avvelenati.


IL TIRRENO

4 AGOSTO 2009

 

Massarosa, sparano a una gatta Il proprietario: nessuno indaga

 

MASSAROSA (LU). È rientrato a Bozzano a mezzanotte e ha trovato Shila, la sua gattina gravemente ferita: qualcuno le aveva sparato con un fucile da caccia a pallini. Roberto Branconi ha voluto raccontare la storia di cui è triste protagonista la sua micina. «Non solo per questioni etiche, ma anche perché - confida - mi spaventa l’idea che qualcuno usi il fucile da caccia in un centro abitato come Bozzano, dove le case distanti l’una dall’altra solo 4 0 5 metri».  «Qualche giorno fa - ripercorre la vicenda - sono rientrato a mezzanotte e non riuscivo a trovare la gatta: si era nascosta, come fanno gli animali feriti. L’ho portata dal veterinario e ho scoperto che qualcuno le aveva sparato». E a quanto pare da vicino: secondo il medico a non più di 4 o 5 metri di distanza. «Ho denunciato il fatto ai carabinieri - continua Branconi, con un pizzico di polemica -, ma nessuno mi ha saputo di chi ha sparato.  Eppure si tratta di un reato penale che meriterebbe un’indagine e la ricerca del colpevole. Mi chiedo cosa sarebbe successo se fosse passato un ragazzo? Ma soprattutto perché non fare un controllo tra i detentori di fucile che vivono vicino a casa mia?»


SAVONA NEWS

4 AGOSTO 2009

 

Noli: indagini sugli antianimalisti della colonia felina

 

Noli (SV) - A Noli, in via Fiumara 33, c'è qualcuno che non sopporta la presenza della locale colonia felina libera e butta via cibo e ripari posizionati dagli Animalisti; nelle scorse sono stati uccisi tre giovani gattini, seguiti nei giorni scorsi da una femmina adulta, probabilmente avvelenata, mentre i superstiti sono divenuti spaventati ed inavvicinabili. Guardie Zoofile della Protezione Animali e Vigili Urbani stanno procedendo agli accertamenti per denunciare i colpevoli. La colonia, ora dimezzata, era costituita da 8 animali, quasi tutti sterilizzati a cura dei Volontari dell'associazione.L'ENPA ricorda che l'articolo 8 della legge regionale 23 del 2000, elaborato e proposto proprio dalla sezione savonese, detta norme precise un materia: "I gatti che vivono in stato di libertà sul territorio sono protetti ed è fatto divieto a chiunque di maltrattarli o di allontanarli dal loro habitat.", "La somministrazione di cibo e cura delle colonie feline da parte degli zoofili non può essere impedita", "E' vietato a chiunque ostacolare l'attività di gestione di una colonia o asportare o danneggiare gli oggetti impiegati"; e prevede per i trasgressori sanzioni fino a 516 euro.


IL GAZZETTINO

4 AGOSTO 2009

 

La Procura sequestra ottanta gatti

Gli Amici della terra: «Erano segregati»

 

Udine - Un'ottantina di gatti che erano tenuti segregati in un'abitazione del centro di Udine in condizioni molto precarie, tali da configurare il reato di maltrattamento, sono stati sequestrati ieri su disposizione della Procura del capoluogo friulano.Gli animali, alcuni dei quali molto giovani - secondo quanto reso noto dalla presidente degli Amici della Terra di Udine, Gabriella Giaquinta - vivevano rinchiusi in piccole gabbie in una laterale di viale da Vinci, nell’abitazione di G.T., udinese.La situazione era stata segnalata agli Amici della Terra nella primavera dello scorso anno. «Per un certo periodo, con la collaborazione del Comune e dell'Azienda sanitaria - ha ricordato la Giaquinta - abbiamo potuto occuparci del caso, fornendo assistenza alla signora e occupandoci della sterilizzazione di 43 animali. Poi la donna, mal consigliata da un legale, ci ha chiuso le porte costringendoci a denunciare la situazione, nel settembre scorso, alla Procura della Repubblica».I gatti sono stati presi in consegna ieri mattina dal personale dell'Azienda per i servizi sanitari n. 4, i cui veterinari, nel canile di via Lumignacco stanno provvedendo ai controlli ed alle cure necessarie, in attesa di una loro collocazione pressi terzi.


MESSAGGERO VENETO

4 AGOSTO 2009

 

La proprietaria farà di tutto per riaverli

 

L’avvocato Un amore per gli animali che non è stato capito, nè condiviso. Così spiega il sequestro e la consegna all’Azienda sanitaria degli oltre 60 gatti che teneva in casa la signora Gloria Tomat, che ieri mattina era molto provata ed è stata anche accompagnata per una visita al pronto soccorso. La donna fa presente come la vicenda in questione duri da oltre un anno e abbia generato almeno tre procedimenti penali sempre per gli stessi fatti. Ora intende impugnare il provvedimento davanti al Tribunale di Udine, chiedendo l’immediata restituzione degli animali. «I processi traggono origine da tutta una serie di esposti sottoscritti da vicini della signora Tomat – commenta l’avvocato che tutela la donna, Giorgio Weil – che non sempre sembrano animati dalla sola volontà di tutelare gli animali ovvero evitare i disturbi da questi ultimi arrecati. La signora, poi, lamenta l’intervento di sedicenti organizzazioni animaliste, interessate a conseguire il possesso dei gatti, se non altro per i vantaggi economici (contribuzioni pubbliche e private) che comporta». La signora Tomat – informa ancora il legale – sta valutando la possibilità di agire in giudizio nei confronti dei vicini e dei rappresentanti delle associazioni animaliste che hanno ispirato la presente e altre iniziative giudiziarie nei suoi confronti e tiene soprattutto a precisare che chiunque avrà ricevuto in adozione i gatti sequestrati, dovrà, se sarà disposto l’annullamento del provvedimento di sequestro, restituirli. E questo anche a distanza di tempo – precisa l’avvocato Weil – con conseguente nuovo trauma per gli animali. La signora che teneva in casa la sessantina di gatti oggetto di sequestro invita pertanto, attraverso il suo avvocato, «nell’interesse degli stessi animali, ad astenersi dall’adottarli presso gattili pubblici o privati, dove fossero eventualmente custoditi».


LA NAZIONE
4 AGOSTO 2009
 
Fucili, cartucce e trappole per animali In manette due fratelli bracconieri
Oltre ai due arrestati, altre tre persone sono indagate per bracconaggio. All'interno del casolare dei due fratelli sono state trovate e sequestrate due pistole con silenziatori, una decina di fucili e centinaia di cartucce. Sotto sequestro anche trofei imbalsamati, tra cui alcune teste di lupo
 
 
Pistoia - In manette due fratelli e tre persone sono indagate. E' questo il bilancio di un'operazione antibracconaggio condotta dagli agenti della questura e da quelli della polizia provinciale di Pistoia intervenuti in pieno giorno con circa 15 uomini. A darne notizia gli agenti della questura questa mattina.Nelle colline di Pescia, all'interno del casolare dei due fratelli bracconieri, sono stati sequestrate due pistole con silenziatori (alcune delle armi non erano in regola), una decina di fucili e centinaia di cartucce. Sotto sequestro anche trofei imbalsamati tra cui alcune teste di lupo oltre a materiali per la cattura di animali selvatici come lacci, corde, trappole, arpioni, tiranti in acciaio. Gli agenti hanno anche trovato una bomba a mano, che è stata fatta brillare sul posto dagli artificieri. I due fratelli arrestati rischiano fino a otto anni di condanna.

IL MEZZOGIORNO.NET

4 AGOSTO 2009

 

CASERTA, OPERAZIONE ANTIBRACCONAGGIO NELLA TERRA DEI MAZZONI

 

Caserta - Operazione antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato nelle campagne tra Carinola e Cancello Arnone in Provincia di Caserta. L’operazione antibracconaggio è stata posta in essere dal personale dei Comandi Stazione di Castelvolturno e Roccamonfina nelle campagne comprese fra i Comuni di Carinola e Cancello Arnone. Alle prime luci dell’alba del 1 agosto c.a. il personale del Corpo Forestale dello Stato ha sorpreso n. 02 bracconieri che con l’ausilio di richiamo elettroacustico abbattevano quaglie. Sia le armi utilizzate che il richiamo elettroacustico sono state sequestrate.
I predetti bracconieri, risultati essere un noto professionista della Provincia di Napoli ed un appartenente ad un Corpo di Polizia sussidiaria, abbattevano senza rispetto fauna selvatica in periodo di divieto generale di caccia, posto che il calendario venatorio prevede l’apertura della caccia nel mese di settembre.
Le predette azioni venivano effettuate in un periodo, quello attuale, in cui la fauna deve essere particolarmente tutelata in quanto è ancora in riproduzione ed attenta a difendere il nido e la prole.
L’operazione di contrasto antibracconaggio è scaturita da servizi finalizzati alla protezione della fauna ed al rispetto delle norme venatorie in tutta l’area dei Mazzoni e della Provincia di Caserta, ove da sempre la pratica del bracconaggio crea gravi e rilevanti problemi alla fauna migratoria e malcontento nell’opinione pubblica.
Pertanto, con l’avvicinarsi dell’apertura dell’annata venatoria, verranno intensificati i controlli da parte del personale appartenente al Corpo Forestale dello Stato


LA REPUBBLICA
4 AGOSTO 2009
 
ANIMALI, ZOOMARINE "ADOTTA" PELLICANI MALTRATTATI DA CIRCO
 
Torvaianica (RM) - Zoomarine, riferisce una nota, "dà il benvenuto a una nuova specie animale, un gruppo di pregiati pellicani bianchi che da domani diventeranno ospiti del parco divertimenti di Torvaianica. Gli uccelli, imponenti esemplari che possono misurare fino 170 cm e superare di apertura alare i 220 cm, sono stati sottoposti a sequestro da parte del Corpo Forestale dello Stato in un circo temporaneamente di passaggio a Pistoia per maltrattamenti e così affidati a Zoomarine".

LIBERO
4 AGOSTO 2009
 
ROMA: ZOOMARINE ACCOGLIE PELLICANI BIANCHI SEQUESTRATI PER MALTRATTAMENTI DA CFS
 
Roma - Zoomarine da' il benvenuto ad una nuova specie animale, un gruppo di pregiati pellicani bianchi che da domani diventeranno ospiti permanenti del parco divertimenti di Torvaianica, a Roma. Gli uccelli, imponenti esemplari che di apertura alare possono superare i 140 cm, sono stati sequestrati per maltrattamenti in un circo temporaneamente di passaggio a Pistoia da parte del Corpo Forestale dello Stato e cosi' affidati al parco. Lo comunica in una nota la direzione del parco Zoomarine.In vista dell'arrivo dei pellicani, spiega la nota, la direzione del parco ha gia' predisposto l'allestimento di una recinzione ad hoc in uno dei laghetti interni al parco, idonea ad ospitare gli animali ed un sistema adeguato di illuminazione. Il protocollo prevede che i pellicani, dal momento del loro arrivo, vengano sottoposti ad un periodo di quarantena, ovvero un lasso di tempo sufficiente a verificare che gli animali siano in buona salute. Gia' da domani il pubblico potra' ammirarli nella loro caratteristica imponenza e nel loro candore. Per assicurare la salute del gruppo di volatili la direzione di Zoomarine ha gia' mobilitato lo staff di biologi, veterinari e addestratori del parco che avvieranno anche tutte le procedure mediche necessarie.

SAVONA NEWS
4 AGOSTO 2009
 
Lettera di un soccorritore: 'Salvate il gabbiano Rayan'
 
CARLO ALESSI
 
"Queste poche righe per descrivere quanto, la macchina burocratica e l’indifferenza, regnino incontrastate nel malcostume quotidiano. Martedì mattina, incamminandomi all’interno del porto turistico di Diano Marina, notavo, lungo la rampa di alaggio per le imbarcazioni, la sagoma di un gabbiano sdraiato su di un fianco. Una volta avvicinatomi prendevo coscienza del fatto che l’animale gravava in pessime condizioni fino al punto di non curarsi nemmeno di essere maneggiato".
Lo scrive un nostro lettore che si firma 'Un soccorritore di una pubblica assistenza del 118 di Imperia' che prosegue: "Il tutto era, secondo la ricostruzione fatta dai responsabili del porto, frutto di una disavventura provocata da un esca artificiale, ingaggiata dal volatile per errore. Era stato liberato dagli ami che avevano vincolato il becco ad un arto inferiore, ma nonostante il repentino salvataggio, il pennuto sembrava avere sofferto molto per questo trauma e non avendo le capacità di ripresa di un adulto, la sua livrea indica una giovane età, le sue condizioni si sono aggravate con il passare del tempo, incapace di bere e alimentarsi.
Constatate le precarie condizioni, attraverso la gentile e sempre pronta collaborazione della Delegazione della Guardia Costiera di Diano Marina, ci siamo messi in contatto con gli enti preposti in caso di specifica necessità. La situazione ha messo in luce un problema già noto, inerente le responsabilità circa l’intervento nei confronti del volatile in difficoltà. Una serie di telefonate, le solite a cui siamo già abituati nella nostra quotidianità, nelle quali si veniva invitati a chiamare un altro numero ed un altro ancora. La trafila di chiamate ha interessato tutti gli uffici territoriali i quali a scarica barile si sono rimpallati la competenza. Alla fine si evinceva che lo sfortunato pennuto non rientrava tra le specie salvaguardabili e che l’unica certezza proveniva da chi sarebbe stato preposto al ritiro del corpo senza vita,una volta che lo sventurato avesse esalato l’ultimo respiro.
A parte il fatto che non tutti ci arrestiamo al primo problema, per non parlare poi di prestare attenzione ad espressioni in materia di diritto, sentenziate pericolosamente da uffici che ancora una volta dimostrano di non voler provvedere ai propri doveri dichiarando cose false, il sottoscritto si è trovato dinnanzi alla scelta di voltare lo sguardo o intraprendere il soccorso a proprio carico.
Dopo un ora di inutili chiamate il pennuto veniva gentilmente accolto presso lo studio medico veterinario di Diano Marina del dott.Ruvolo, incaricato in forma privata, a mio carico, di ricoverare in osservazione il pennuto. Intendo sorvolare sulle dichiarazioni fasulle ricevute dagli enti in questione ma a seguito di questo comprendo chiaramente la matrice dell’indifferenza comune, che risiede nella reticenza di chi spesso si allerta per questo genere di interventi. Mi interrogo, allora, sull’utilità di tali enti che si fregiano di una funzione specifica e che vivono di contributi proprio in ragione di un servizio che non intendono erogare. In ultimo, una lezione anche a coloro che passano, osservano e tirano innanzi. Questa forma di indifferenza verso la specie animale, da tanti considerata minore, è sinonimo di grave insensibilità e porta irrimediabilmente ad altrettanti atteggiamenti di indifferenza anche per la propria specie".

CORRIERE DI RAGUSA

4 AGOSTO 2009

 

Ispica (RG): denunciato per omessa custodia il padrone del cane inferocito

Ispica (RG): pitbull semina il terrore in contrada Passi, catturato

La Polizia municipale non ne ha fatto menzione, ma non è escluso che il pitbull catturato sia stato l’inferocito cane che, la scorsa settimana, ha aggredito un anziano

 

Ispica (RG) - Un pibull inferocito ha seminato il panico, spinto in modo probabile dai morsi della fame, introducendosi nella residenza estiva di una famiglia ispicese, sita in contrada Passi. La Polizia municipale ha proceduto a far catturare il cane, giudicato pericoloso per l’incolumità dei cittadini, dagli accalappiacani della cooperativa Maya. È stato già rintracciato il padrone della bestia, che dovrà ora rispondere del reato di omessa custodia e malgoverno di animali.
Si tratta di V.G., residente a Pozzallo. L’uomo, però, si trova in Germania per motivi di lavoro. Pertanto, prima di partire, ha affidato il cane alle «cure» della madre, G.A.. Quest’ultima aveva confinato il cane nella residenza estiva di contrada Passi. Il reato è stato infatti contestato alla donna.
La Polizia municipale non ne ha fatto menzione, ma non è escluso che il pitbull catturato sia stato l’inferocito cane che, la scorsa settimana, ha aggredito un anziano, proprio in contrada Passi mordendogli una gamba.
L´uomo, 60 anni, ispicese, è stato ferito dalla bestia per fortuna in modo non grave. Si è trattato di una ferita lacero contusa, hanno decretato i sanitari del pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Modica, i quali hanno dimesso il pensionato subito dopo la visita medica.
L’uomo è stato aggredito mentre adagiava i sacchetti dei rifiuti nei cassonetti. In preda al panico, si è messo ad urlare, mettendo in fuga il cane. I residenti hanno soccorso il malcapitato, denunciando poi agli inquirenti quanti siano numerosi i randagi che si aggirano sulla zona balneare ispicese.
Il pitbull in questione non era però un randagio. E questo aggrava la situazione a dismisura poiché dimostra che, dietro la ferocia di ogni cane, si nasconde quasi sempre l’incuria dell’uomo.
La bestia catturata, secondo quanto ha reso noto la Polizia municipale, viveva in cattività (malnutrito tanto da diventare aggressivo)
e sprovvisto del microchip segnalatore, come decreta la legge.
Il cane pesava oltre cinquanta chili. S’è liberato da una catena che lo costringeva legato, in modo probabile spinto dai morsi della fame.
Il pittbull s’è introdotto nell’abitazione di contrada Passi forse il giorno stesso della fuga. I residenti, terrorizzati dalla furia del cane, hanno contattato i Vigili urbani. Sul posto si sono subito recati gli ispettori Giovanni Barone e Giovanni Scribano, i quali, rendendosi conto della situazione in tutta la sua gravità, hanno richiesto l’intervento della cooperativa Maya. Il cane è stato catturato dopo non poche difficoltà.
La responsabile della custodia del cane è stata appunto ora convocata presso il comando della Polizia municipale per contestarle il reato di omessa custodia e malgoverno di animali.
«Eravamo certi che – ha spiegato Giorgio Basile comandante della Polizia municipale – il cane avesse un proprietario e che fosse tenuto in cattività presso un’abitazione privata, dalla quale è poi fuggito. Inoltre, avevamo già ricevuto diverse segnalazioni sul luogo in cui l’animale si trovava custodito e sulle condizioni gravose che era costretto a sopportare e che l’hanno certamente incattivito»
Domenica, intanto, sulla provinciale 67, dove si estende il litorale di santa Maria del Focallo e Marina Marza, due cani randagi sono stati travolti e uccisi, in momenti diversi, da auto in corsa. I responsabili di tale crudeltà hanno abbandonato le bestie sull’asfalto.
Altri automobilisti, più tardi, hanno spostato i corpi dei due randagi sul margine della carreggiata, ma abbandonandoli sempre sul ciglio della strada. La coscienza tardiva di alcuni passanti ha fatto in modo che, quanto accaduto, fosse segnalato alle autorità competenti.


ITALIA NOTIZIE

4 AGOSTO 2009

 

Teresa: il cane sull’autobus

 

Veronica Ferlito

 

Catania - In questi giorni siamo rimasti straniti ma al contempo compiaciuti per la simpatica storia di Casper, così denominato il gattone londinese che si diletta da tempo a visitare le strade di Londra a bordo dell’autobus numero “3”; ogni giorno, dopo un giretto di circa un’ora e non meno, ritorna a casa godendo di relax al sole e della frescura nel suo terrazzo dove trova ristoro.

Un simpatico appiglio questo per rievocare le memorie di una straordinaria cagnetta di nome Teresa, meticcia nera di media taglia che si aggirava per le strade della città di Catania fino a pochi anni fa ed era solita, usare i mezzi urbani e in modo assolutamente specifico faceva uso degli autobus di linea urbana dell’AMT, viaggiando esclusivamente sula linea del “431” che inspiegabilmente riconosceva tra tutte le vetture in circolazione per la città; non sbagliava mai, con passo celere e deciso, con occhi astuti ma buoni, bloccava la linea del “431” in qualunque posto essa si trovasse, piazzandosi nel bel mezzo della carreggiata; gli autisti dell’AMT (Azienda Municipale Trasporti), ormai l’avevano adottata; felicemente e senza batter ciglio, l’accoglievano a bordo, conoscendo le sue abitudini e la sua consueta meta: la rimessa di Via Plebiscito dove oggi, a distanza di anni, giace Teresa nella sua tomba che l’Azienda ha per lei realizzato proprio in ricordo della sua temerarietà e del suo coraggio;  a lei non e’ difficile dedicare spesso un fiore e un ricordo; viveva dentro l’autorimessa, veniva coccolata, accolta come in una grande famiglia, le veniva dedicato sempre attenzione e affetto; gli autobus e i rispettivi conducenti erano diventati compagni inseparabili per lei ed in modo particolare la linea del “431” da cui Teresa mai si distaccava nei suoi  spostamenti urbani; era capace di prendere anche le coincidenze; in qualsiasi luogo della città si trovasse, Piazza Cavour, Via Etnea, Piazza Europa, Via Umberto ecc…, bloccava sempre con la stessa strategia le vetture in circolazione affinchè la portassero alla fermata del “431”; incredibile ma vero!

La nera cagnetta catanese di cui oggi vivono i posteri, figli e parenti alla lontana, tutti cani trovatelli e di strada che come Teresa sfidono la sorte per le vie della città siciliana alla ricerca di mezzi per sopravvivere e di calore ed affetto da parte della loro gente dal cuore buono; Teresa è stata fortunata nel trovare ciò  e si spera che questa simpatica vicenda di cui è possibile rivivere solo il ricordo, possa lasciare un messaggio a tutti coloro che come gli autisti dell’AMT di Catania hanno destinato la loro sensibilità fino allo spegnimento della nostra amica Teresa.


CORRIERE DELLA SERA

4 AGOSTO 2009

 

E il cane morì in attesa di giudizio

Maltrattamenti, padrone condannato: a vuoto i tentativi di restituirgli l'animale

 

Luigi Ferrarella

 

MILANO - Giudici, pm, avvocati, ufficiali giu­diziari, veterinari, funzionari dell’Asl: una legione di inquilini (a vario tito­lo) del Palazzo di giustizia impegnata a ottemperare a un provvedimento giudiziario un poco inconsueto, come un «decreto di restituzione» di cane sottoposto a sequestro, e parecchio difficile da eseguire se non si sa più dov’è finito il cane. Era un bel boxer, a pelo fulvo e di grossa taglia, inopinata­mente legato dal suo padrone con il guinzaglio al volante di un’auto e lì la­sciato un giorno di giugno di due anni fa. Dal verbale dei vigili era scaturita, per il padrone, un’accusa di maltratta­menti d’animale, per aver lasciato il ca­ne in auto «in condizioni incompatibi­li con la sua natura e pertanto produt­tive di gravi sofferenze». Il pm chiede un decreto penale di condanna, il giu­dice lo emette, l’imputato è condanna­to a pagare una ammenda di 1.750 eu­ro e nella sentenza il giudice «ordina il dissequestro e la restituzione al­l’avente diritto di quanto al verbale di sequestro in data 25 giugno 2007», e cioè la riconsegna del boxer al suo pa­drone. Facile a dirsi. Comincia la gio­stra degli ufficiali giudiziari: il padro­ne non si trova più, gli ufficiali vanno dal primo avvocato e il legale rifiuta la notifica, perché nel frattempo il clien­te ha cambiato avvocato. Vanno allora da quest’altro, ma anche lui la rifiuta perché nemmeno sapeva di essere sta­to nominato. Finalmente si trova a chi notificare, ma non si più cosa notifica­re: perché il cane non si sa più dove sia finito. Fin quando le ricerche del­l’Asl lo trovano. Ma postumo: «Si pre­cisa che il bene sequestrato e da resti­tuire al legittimo proprietario risulta essere deceduto il 6 marzo 2009 pres­so il canile municipale»


IL TIRRENO

4 AGOSTO 2009

 

L'incolumità dei ciuchini sta a cuore a tutti

 

S. MARIA A MONTE (PI). La raccolta porta a porta con gli asini trova spazio sugli organi di stampa già da tempo, d’altronde S. Maria a Monte è il primo comune in Toscana (e il secondo in Italia) ad adottarla. Si tratta di una scommessa, ma non per questo deve essere stroncata fin dalla partenza.  In questi giorni si è parlato di rischio sporcizia, dell’incolumità degli animali e naturalmente di costi.  «Per quanto riguarda l’igiene - sottolinea il Pd di S. Maria a Monte - le prime uscite non hanno evidenziato niente d’allarmante. Le voci fuori dal coro hanno spesso usato frasi ipotetiche: “Qualora gli asini dovessero...”; “Nel caso che...”. Ebbene, diamogli il tempo d’abituarsi, fermo restando che se ciò dovesse accadere, il tutto verrà rimosso immediatamente. Nel mondo girano milioni di quadrupedi tra cavalli, cani... e quasi sempre i problemi fisiologici vengono risolti, specialmente dove lavorano a sostegno dell’uomo con persone al seguito».  In merito ai pericoli per gli animali stessi, il consigliere Lucchesi ne ha sollevati alcuni. A suo dire, vi sarebbero problemi di ferraggio e deambulazione dei nuovi spazzini sulle strade del centro storico. La replica del Pd: «Se Lucchesi avesse ragione, l’Università di Pisa avrebbe appoggiato l’iniziativa? Inoltre: crediamo davvero che il centro ippico di S. Maria a Monte non sappia ovviare ai problemi di presa sul terreno? E se all’amministrazione comunale non stesse a cuore la salvaguardia degli animali, avrebbe scelto sei esemplari di una razza in via d’estinzione?»  Ai costi ha fatto riferimento Caroti (Partito repubblicano). «Per correttezza d’informazione - ribatte il Pd - avrebbe dovuto parlare anche dei risparmi quando il sistema andrà a regime. Ogni volta che si introduce un cambiamento, esistono spese iniziali da sostenere: una famiglia, per esempio, intenzionata a risparmiare sull’energia elettrica deve essere disposta a investire in lampadine a basso consumo (più costose delle tradizionali) per una bolletta meno onerosa fatturazione dopo fatturazione. Non serve a niente spaventare con liste di costi senza rimarcare l’obiettivo finale: così facendo - conclude la replica il Pd di S. Maria a Monte - non ci si rende conto del risparmio e dei reinvestimenti possibili. L’economicità dei ciuchi permetterà di potenziare la raccolta porta a porta in altre frazioni, per non parlare dei ritorni di vario genere che potrebbero verificarsi».


LIBERO
4 AGOSTO 2009
 
Pescatori inglesi in lutto Morta la mega carpa Benson
 
L'hanno uccisa delle noccioline non tostate. Così è morta Benson, la carpa più grossa del Cambridgeshire e dell'Inghilterra intera. I pescatori del luogo sono in lutto: Benson, coi suoi 29 chili, era quanto un bambino, e dal 1995 viveva nei laghi Bluebell (un complesso per la pesca sportiva) nei pressi di Peterborough. Era pescata e ributtata in acqua dopo un bacio sulla fronte e la foto di rito. A ucciderla sembra siano state alcune noccioline non tostate, che i pesci non sono in grado di digerire, gettate in acqua da qualche frequentatore dei laghi. La notizia è su tutta la stampa (vista anche il clima estivo nelle notizie) e sulle tv. Ora è stata congelata, in attesa di essere imbalsamata ed essere esposta. «Era un pesce popolare tra la gente - dice Tony Bridgefoot - I pescatori l'avevano adottata, c'erano quelli che la pescavano ogni due-tre giorni, e quelli che per sei-sette anni ci provavano senza riuscirci». Bridgefoot ha detto che si sospetta che le noccioline fresche abbiano ucciso il pesce, visto che ne sono state trovate su una riva: «Per noi questa morte è una catastrofe».

VIRGILIO NOTIZIE
4 AGOSTO 2009
 
Svizzera/ Animalisti rubano ceneri madre top manager Novartis
E appiccano fuoco al suo casino di caccia in Austria
 
Un macabro attacco contro gli esperimenti sugli animali: la casa farmaceutica Novartis ha attribuito oggi a dei gruppi di animalisti britannici il furto delle ceneri della madre dell'amministratore delegato di Novartis, Daniel Vasella, e l'incendio del suo casino di caccia nel Tirolo. "Non abbiamo dubbi che siano gli stessi autori", ha detto un portavoce della Novartis, Satoshi Sugimoto, secondo cui dietro questi attacchi ci sarebbe un'associazione con sede in Gran Bretagna: la Stop Huntington Animal Cruelty (Shac), che ha fatto della lotta contro il laboratorio britannico Huntington Life Sciences, (Hls) specializzato in test sugli animali, il suo principale obiettivo. Hls ha compiuto esperimenti su animali per Novartis, che però sostiene ora di non aver più avuto a che fare con questa società da anni. L'ultimo assalto risale a ieri, quando il casino di caccia di Vasella nella località austriaca di Bach ha subito gravi danni per un incendio doloso, di cui però non sono ancora noti gli autori. Appena una settimana fa, l'urna che conteneva le ceneri della madre di Vasella, morta nel 2001, sono state sottratte nella città di Chur, mentre sulla lapide è apparsa una scritta rossa: "Lasciate subito Hls". Il gruppo britannico però ha negato ogni addebito: "Non è vero", ha detto la responsabile di Shac Debbie Vincent. Vincent ha sostenuto che è possibile che si tratti dell'azione di un "antivivisezionista" isolato, ma non dell'associazione, che si limita a manifestare pacificamente.

LIBERO
4 AGOSTO 2009
 
FARMACEUTICA: IN FIAMME LA VILLA DEL PATRON DI NOVARTIS IN TIROLO, POLIZIA INDAGA
 
Berna - Incendiata la villa del numero uno di Novartis, Daniel Vasella, nel Tirolo austriaco. Non si e' trattato di un incidente, ma di un atto di vandalismo su cui sta indagando la polizia, che non ha ancora indizi concreti sugli autori e sul movente. "Stiamo indagando in tutte le direzioni e seguiamo anche la pista dell'organizzazione animalista Shac", ha affermato all'Ats Walter Pupp, alto funzionario delle forze dell'ordine tirolesi. La Shac (Stop Huntingdon Animal Cruelty), associazione animalista anti-vivisezione, e' fortemente sospettata di aver profanato, la settimana scorsa, la tomba dei genitori di Vasella al cimitero di Coira. L'associazione inglese si batte per la chiusura in Gran Bretagna dell'Huntingdon Life Science (Hls), il piu' grande laboratorio di vivisezione in Europa: ha preso ultimamente di mira i colossi farmaceutici GlaxoSmithKline e Novartis appunto. La multinazionale, dal canto suo, sostiene di non far piu' capo da anni all'Hls. A Bach, dove si trova la casa delle vacanze del Ceo (Chief executive officer) di Novartis - un fabbricato adibito anche a padiglione di caccia, con garage, celle frigorifere e un locale in cui sono raccolti trofei venatori - la Shac non era finora conosciuta: nell'intero Tirolo non sono segnalate azioni dell'organizzazione, ha precisato Pupp. Ma, secondo quanto dichiarato oggi al quotidiano 'Blick' da un portavoce di Novartis, la societa' non ha alcun dubbio che in Austria sia operativo lo stesso gruppo di persone che ha gia' preso di mira Vasella e colpito a Coira e in altri luoghi. Si temono ora altri raid di 'ecovandali' anche a Risch, il comune di residenza di Vasella nel canton Zugo. Tanto che il sindaco Maria Wyss-Stuber ha chiesto anche la collaborazione della popolazione, invitando i cittadini a tenere gli occhi aperti. Anche il gruppo Novartis ha predisposto misure concrete, rafforzando la sicurezza del personale, secondo quanto riferito da un addetto stampa. Nelle ultime settimane diversi collaboratori dell'azienda sono stati vittime di atti di vandalismo: ad alcuni impiegati, ad esempio, e' stata bruciata l'automobile. In Francia, inoltre, un centro sportivo della casa farmaceutica e' stato danneggiato da un incendio doloso.

MESSAGGERO VENETO

4 AGOSTO 2009

 

Armi, ex sindaco indagato

 

VAJONT (PN). A Vajont sta facendo scalpore la notizia dell’indagine per bracconaggio e detenzione di armi ed esplosivi che ha coinvolto l’ex sindaco e attuale capogruppo di minoranza Delfino Zoldan: l’operazione a carico del sessantunenne è stata eseguita all’alba di venerdì scorso e ha portato all’individuazione di Zoldan e di altri tre residenti di Claut (il venticinquenne Claudio Giordani assieme ai fratelli F.L., 45 anni, e S.L di 48). Il gruppo era dedito, secondo l’accusa, a gravi atti di bracconaggio in Valcellina. La perquisizione nell’abitazione di Zoldan, situata in via San Bartolomeo, è stata disposta dai carabinieri del comando provinciale e dagli agenti della vigilanza ittico-venatoria della Provincia di Pordenone. Per l’occasione sono state utilizzate anche unità cinofile con cani addestrati alla ricerca di esplosivi e un elicottero dell’Arma. Alla fine sono saltati fuori proiettili e armi non convenzionali, fucili con matricole abrase, trofei di animali protetti e persino due detonatori. Il coinvolgimento di Zoldan potrebbe quindi avere effetti rilevanti anche nell’attuale assetto del consiglio comunale di Vajont: l’ex sindaco guida infatti uno dei due gruppi di opposizione assieme a Gaetano Mauro, Luigino Casagrande, Francesco Barzan e Lavinia Corona. Se il diretto interessato non scegliesse la via delle dimissioni volontarie sino a un definitivo chiarimento dell’accaduto, potrebbero essere gli stessi colleghi di minoranza a sollevare la questione in assemblea. Per il momento invece tutto tace da parte dell’amministrazione del sindaco Felice Manarin. L’indagato è stato sindaco di Vajont per due mandati sino al 1993: fu allora che un patteggiamento gli impedì di ricandidarsi per alcuni anni a causa della sospensione dai pubblici uffici. Nell’aprile 2006 Zoldan si è ripresentato agli elettori, ottenendo il seggio di minoranza.


NOTIZIARIO ITALIANO

4 AGOSTO 2009

 

CAGNOLINA RITROVATA A MELBO GRAZIE AL MICROCHIP

Muffy torna a casa dopo 9 anni

 

Ecco una bella storia con lieto fine, di quelle che ci piace raccontarvi: Muffy era scomparso nove anni fa. La famiglia Rushby, che vive a Brisbane, in Australia, dopo averlo cercato dappertutto, aveva perso ogni speranza di poter riabbracciare il piccolo amico di casa. Ma come dice il proverbio, “la speranza e’ l’ultima a morire“. Infatti, dopo nove anni Muffy e’ tornato a casa. Una vicenda di quelle per cui i produttori cinematografici sarebbero certamente disponibili a pagare cifre enormi pur di riportare sullo schermo, così come nel 1943, il regista Fred M. Wilcox fece con il film cult di tutti i tempi “Torna a casa Lassie”, interpretato dall’allora undicenne Elizabeth Taylor, nella sua prima pellicola per la MGM L'avventura di Lassie, sullo schermo, un successo destinato a durare fino a quando ci saranno un bambino, un cane ed il legame speciale che, solo loro, riescono a creare.

Questa volta la storia - reale e non cinematografica - si svolge in Australia ed inizia nel 2000, quando la piccola Chloe Rushby, che vive con la famiglia a Gold Coast, una tranquilla città sul mare nel Queensland, riceve in regalo per il suo ottavo compleanno un cucciolo femmina, Muffy. Ed avrà il suo lieto fine, la prossima settimana, allorchè la cagnolina e la sua padroncina, ormai diciassettenne, si ritroveranno felici e potranno abbandonarsi a lacrime, guaiti e leccatine. A riferirla è una benemerita Associazione di assistenza agli animali di Victoria, l'RSPCA, che trova Muffy, sola, in un cortile di una casa abbandonata e che deve essere abbattuta, a Melbourne.  La cagnolina Muffy viene trovata dal Rspca dopo una chiamata anonima, mentre dorme su un pezzo di cartone, con malattie della cute e col  pelo tutto arruffato.  Un microchip sul collo con un indirizzo chiarisce subito che non si tratta di un randagio qualunque. Quindi la telefonata ai proprietari, increduli. "Quando l'associazione comincia a descriverla, comprendiamo subito che si tratta proprio di Muffy. Per nove anni siamo stati convinti di averla persa per sempre e che fosse impossibile riabbracciala ed averla ancora con noi. Eravamo stati colti da disperazione, poi da sofferta rassegnazione. Era come aver perso un familiare ed averla di nuovo tra noi è la cosa più bella che ci potesse capitare", dichiara, felice e commossa, la madre della piccola Rushby.
"La cosa sorprendente è che i suoi primi proprietari le avevano inserito un microchip già nove anni fa quando questa pratica non era molto diffusa ed è altrettanto incredibile che sia stata trovata a 2.000 chilometri da casa", spiega il portavoce di Rspca, Tim Pilgrim. "Consigliamo dunque alla gente di fare inserire un microchip nei loro animali domestici, in modo da poter avere altre storie a lieto fine come questa". Pilgrim ritiene che Muffy sia rimasta nella casa a Melbourne, ove è stata trovata, per circa un anno, ma nessuno sa dove e con chi sia stata negli anni precedenti.
Un finale lieto e strappalacrime! Ciò che è accaduto, anche di terribile, in questi lunghissimi nove anni, però, resterà custodito nella mente di Muffy, unica a conoscere i segreti del viaggio, di oltre tremila chilometri, dalla mite Gold Coast alle strade della metropoli Melbourne. La storia di Muffy ne ricorda tante altre, tutte incredibili e commoventi, ma è molto simile a quella  recentissima dell’husky siberiano Moon, che, smarrita durante un viaggio in automobile, riesce a trovar la via di casa dopo aver percorso 120 chilometri, attraversando il deserto del Nevada e superando due catene montuose.

LIBERO

4 AGOSTO 2009

 

Australia, Muffy torna a casa La cagnolina scappò 9 anni fa

 

Finalmente Muffy è tornata a casa, tra le braccia dei suoi padroncini. Dopo nove lunghi anni di 'latitanza', la cagnolina australiana è stata infatti riconsegnata alla sua famiglia. La famiglia Rushby di Brisbane, in Australia, la scorsa settimana non credeva alle proprie orecchie quando ha ricevuto la telefonata che annunciava il ritrovamento della cagnetta, avvenuto a quasi 2 mila chilometri di distanza dalla casa natale. Urla di gioia e commozione. E adesso tante lacrime, nel poter riabbracciare quella palla di pelo ricciolo, un po' tutto pelle e ossa per la lunga permanenza lontana da casa e dalle cure di chi le vuole bene. "Quando l'associazione ha cominciato a descriverla, ho capito subito che si trattava di Muffy. Non potevo crederci, dopo nove anni credevo di averla persa per sempre", ha dichiarato la madre della piccola Chloe Rushby, proprietaria della cagnetta.Secondo quanto si è appreso, Muffy ha trascorso gli ultimi due anni nel cortile di una casa a Melbourne. Come sia arrivata lì è un mistero, che non verrà mai svelato. A ritrovarla sono stati i veterinari dell'ente protezione animali australiana che stavano indagando su un caso di maltrattamenti di animali (Rspca). Il cane non è in buone condizioni: è magro e con malattie della pelle dovute alle punture di insetti. Ma la sua famiglia non vede l’ora di riabbracciarla e di tornare a prendersene cura. È stato il microchip che i Rushby aveva inserito nell’animale, anche se ai tempi non era ancora obbligatorio, a permettere di identificare il quattrozampe e di rintracciare i proprietari. "È una storia sorprendente", spiega Tim Pilgrim portavoce della Rspca. Muffy verrà portata a casa, nella sua vecchia casa sulla Gold Coast, la prossima settimana.  Un finale hollywoodiano, appunto. La trama, però, resterà custodita nella mente di Muffy, unica a conoscere i segreti del viaggio, di oltre 3.000 chilometri, dalla mite Gold Coast alle fredde strade di Melbourne.


PRIMONUMERO

4 AGOSTO 2009

 

OSPITALITA' CANI E GATTI: AGRITURISMI IN MOLISE ULTIMI IN ITALIA

 

Molise. Il Molise è ultimo in Italia in fatto di ospitalità nei confronti di gatti e cani, con appena il 37 per cento delle strutture aperte anche agli animali domestici. È quanto emerge da una indagine di www.agriturismo.it su un campione composto da circa 1.200 agriturismi diffusi su tutto il territorio italiano. In Italia gli agriturismi che ospitamo cani, gatti e altri animali rappresentano il 68%. Le regioni più ospitali sono la Liguria (77% delle strutture), seguita a breve distanza dalle Marche (76%) e dall’Emilia-Romagna (74%).


LA ZAMPA.IT

4 AGOSTO 2009

 

L'uomo che cura l'anima con i delfini

Porta i "pazienti" a giocare con i mammiferi marini. "Bastano venti minuti per trovare la gioia di vivere"

 

Flavia Amabile

 


Quanto costa il sorriso di un bambino disabile? E quello di una signora intristita dalla solitudine? Il prezzo è lo stesso, due taniche di benzina. Non ci sono differenze nel curare i mali dell’animo per Raffaele Aiello, 42 anni, capitano di lungo corso specializzato in meteorologia e oceanografia, che usa il golfo di Salerno come una riserva di felicità per chiunque ne abbia bisogno. Non chiede nulla per sé, basta rifornire la strana macchina alata di combustibile e si può partire per un’avventura capace di dare a un bimbo senza gambe la voglia di vivere. Ci si può librare in aria, allontanare da navi portacontainer, tonnare, pescherecci, motoscafi, per prendere le distanze dal mondo e andare ad accarezzare delfini e salutare tartarughe, seguire le meduse e ascoltare il silenzio. Tutto è iniziato sei anni fa. Era novembre. Raffaele seguiva un cucciolo di delfina da alcuni giorni, cercandola all’interno della macchia scura del banco di delfini a pelo d’acqua. Lei era sempre attaccata alla mamma, ancora incerta come ogni piccola, ma anche curiosa. Lui continuava a ronzarle intorno a bordo di uno strano apparecchio, un gommone volante: ali da deltaplano su un tender di barca. Raffaele era ai comandi, accanto a lui sedeva un fotografo. Dovevano scattare alcune immagini nel golfo di Salerno. Quando il fotografo vide la cucciola di delfino non ebbe dubbi: «Dai, fermiamoci», disse.
Un gommone volante è uno strano velivolo, più strutturato di un deltaplano, più maneggevole di un elicottero. Raffaele annuì: «Aspetta, ora faccio il “volo del fenicottero”». Spense il motore e iniziò a planare come un gabbiano sulle correnti d’aria fino a fermarsi dolcemente sull’acqua, per non spaventare i delfini bianchi, gli stenella, i più giocherelloni fra i cetacei. Il banco non scappò. Le femmine, deputate dalla natura al controllo territoriale, addirittura si avvicinarono. E lei, la cuccioletta, spuntò da dietro alla sua mamma e si avvicinò alla prua. Forse la scambiò per un compagno di giochi e la accarezzò, ben contenta di trovarla morbida e bagnata quanto il suo muso. Raffaele rimase in silenzio, mentre il fotografo scattava come impazzito. La piccola delfina era dal suo lato, Raffaele non ci pensò due volte: d’istinto tese la mano verso di lei. Le restituì la carezza.

L’amica Peggy
Sono passati sei anni, la delfinotta è cresciuta, Raffaele le ha anche trovato un nome, Peggy. «Da allora, ogni volta che ammaro, è la prima a venirmi a salutare - racconta - sempre però dopo aver fatto un giro intorno alle ziette, le delfine del banco, come per chiedere il loro permesso». Quando lo ottiene sale con le pinnette sulla «macchina» e si fa accarezzare. Restano lì per un po’ nel silenzio del mare, cullati dalle onde, mentre anche gli altri delfini si affollano intorno incuriositi, pronti a farsi fare una carezza. «Quando è il momento di andare via - prosegue Raffaele - accendo il motore, rimango ancora qualche secondo, poi accelero piano e faccio un giro sul banco ancora a pelo d’acqua, come per ringraziarli».
Se non ci fossero le foto uno stenterebbe a immaginare che dei delfini se ne vadano in giro indisturbati, tranquilli tra Positano e Palinuro. «Ormai ho avviato un censimento. In zona vi saranno una sessantina di esemplari. Una ventina di stenella, bianchi e più estroversi. Gli altri sono i furone, più aggressivi. Ma incontro anche squali, mante, raie, meduse dagli strani colori e tartarughe», precisa Raffaele.
Un acquario nel suo ambiente naturale, a stare a sentire lui. E siccome gli acquari vanno visitati, ha avuto un’idea: portare disabili a bordo del suo gommone volante per una seduta di psicoterapia tra cielo e mare. Ha iniziato fermando i suoi “pazienti” per strada quando li incontra. «Scusa, ti va di volare?», chiede.
Ne ha convinti a decine così: giovani senza braccia e senza gambe, ragazzi autistici. Il passaparola ha fatto il resto, ora lo chiamano le associazioni per prenotare un volo. Qualcuno arriva anche attraverso il suo sito www.flyingdolphintherapy.com, come dire la delfinoterapia in volo. O si fanno avanti da soli quando lo vedono su una spiaggia con il suo gommone volante. E non è detto che siano disabili, Raffaele porta chiunque abbia bisogno di starsene per un po’ fuori dal mondo.
La prima seduta in genere è breve: si resta in aria per una ventina di minuti, lui e il bambino perché sul gommone volante c’è spazio soltanto per due. «Raffaele quanto vuoi?», gli chiedono i genitori dei ragazzi. «Niente» risponde Raffaele. Allora, la volta successiva, chi decide di volare ancora, arriva carico di taniche di benzina per pagare almeno il carburante.


Animalieanimali

4 AGOSTO 2009

 

E' SCONTRO SU DEROGHE CACCIA IN LOMBARDIA
Approvata legge regionale catture richiami vivi. Manca numero legale per l'altra sulle specie.

 

L’ultima seduta del Consiglio Regionale della Lombardia, prima della pausa estiva, si è conclusa con la mancata approvazione della proposta di legge regionale per inserire nel prossimo calendario venatorio, in deroga alla Direttiva 409/79/CEE per la tutela degli uccelli selvatici, alcune specie di uccelli protetti in tutta Europa (Storno, Fringuello, Peppola, Pispola, Prispolone, Verdone, Frosone, Tordella).
Sulla cosiddetta “caccia in deroga” (provvedimento di carattere straordinario che può essere adottato dagli Stati membri a seguito di gravi e motivate situazioni di tutela della sicurezza pubblica e dell’ambiente) ci sono già stati numerosi pronunciamenti da parte della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato e di alcuni TAR, che hanno definitivamente chiarito l’illegittimità del ricorso alle leggi regionali per consentire l’esercizio delle deroghe, tra l’altro adottate ogni anno come regime ordinario di caccia venendo meno il carattere di eccezionalità.
Persino il Presidente Roberto Formigoni lo scorso dicembre, prendeva formalmente posizione con una specifica Delibera di Giunta, confermando la illegittimità delle leggi lombarde in materia e invitando espressamente i consiglieri regionali a evitare qualunque ulteriore atto legislativo sulla caccia “in deroga”.Anche la LAV audita presso la commissione consiliare referente, aveva provveduto a chiarire le gravi illegalità che l’approvazione delle PdL sulla caccia in deroga, avrebbe causato, in termini di danni per le uccisioni illegittime (oltre 1 milione di animali) e di responsabilità dei soggetti coinvolti.
La LAV aveva depositato, inoltre, una diffida specifica rivolta ai consiglieri coinvolti, corredata da un dossier tecnico-giuridico di approfondimento sull’illegittimità assoluta delle PdL in esame, che avrebbero esposto l’Italia a nuove censure e sanzioni da parte della Commissione Europea, e sottolineava i gravi abusi che sarebbero derivati dall’approvazione di un legge identica a quella già oggetto di censura da parte del Tar Lazio (Legge regionale Lombardia n.24/2008 sulle deroghe per la stagione venatoria 2008/2009) attualmente al vaglio della Corte Costituzionale.
Nonostante ciò, il Consiglio Regionale ieri ha proseguito i lavori nel tentativo di approvare l’ennesima legge illegittima.
Tuttavia grazie al forte e strutturato ostruzionismo dei Verdi e in particolare del Consigliere Carlo Monguzzi, dopo una lunga giornata di scontro in Aula, in tarda serata è venuto a mancare il numero legale per consentire il proseguimento dei lavori. La seduta si è quindi conclusa con la mancata approvazione della legge su caccia “in deroga”, rinviata a settembre.
Nella giornata di ieri, purtroppo gli estremisti filo-venatori sono comunque riusciti ad approvare una nuova legge che consente di catturare decine di migliaia di uccelli (Allodola, Cesena, Merlo, Tordo Bottaccio, Tordo Sassello) che saranno regalati ai cacciatori come “richiami vivi”.
I “richiami vivi”, sono utilizzati nella caccia di appostamento fisso e tenuti rinchiusi in piccole gabbiette come “richiamo” per attirare altri animali della stessa specie e consentire al cacciatore di turno di “godere della bellezza della natura” ammazzando gli ignari volatili attirati dalle strida dei propri simili.


ROMAGNA OGGI

4 AGOSTO 2009

 

Portico: attacco dei lupi, 16 pecore sbranate

 

PORTICO (FC) - Una decina di raid dei lupi nelle aziende agricole dell'alto Appennino. E' quanti ne sono stati contati nell'ultimo mese, nella zona tra Tredozio e Portico. L'ultimo in ordine di tempo è l'attacco ad un gregge di 42 pecore dentro un recinto molto vicino al paese di Portico. I lupi ne hanno sbranate 16, entrando nel recinto, nonostante la rete alta un metro e mezzo, probabilmente da un buco. Non si tratta dell'azione di un animale solitario, ma di un branco.

Le pecore sono state ritrovate sgozzate oppure addentate alle interiora, alcune lontane dal luogo dell'attacco, impigliate tra i rovi e gli arbusti. Anche il servizio veterinario dell'Ausl è intervenuto sul posto. Altri attacchi recenti dei lupi sono stati registrati nell'area di Tredozio. Anche in questi casi il branco si è spinto a pochissimi chilometri dal centro abitato.


POSITANO NEWS

4 AGOSTO 2009

 

POSITANO (SA) VIETA DI VENDERE ANIMALI IN PIAZZA. UNA SCELTA DI CIVILTA'

 

Positano (SA) - Un divieto particolare parte da Positano in costiera amalfitana, il divieto di vendere animali in piazza, una scelta che riteniamo giusta, anche se i bambini rimangono incantati quando vedono gli animali nelle fiere,  nella maggior parte dei casi questi animali subiscono dei maltrattamenti. Questa ordinanza è una scelta di civiltà da prendere come esempio per la costa d' Amalfi e Sorrento che Positanonews condivide, essendo da sempre a difesa degli animali e dei nostri amici a quattro zampe.

Di seguito riportiamo il dispositivo dell'ordinanza numero 25 del Comune 

ORDINANZA N. 25 del 23/07/09
IL SINDACO
Ravvisata la necessità di emanare disposizioni, al fine di tutelare gli animali oggetto di maltrattamento, di utilizzo improprio e d’incuria, nel rispetto delle normative vigenti in materia, che prevedono non solo sanzioni amministrative a carico dei responsabili, ma anche l’applicazione della sanzione accessoria della confisca dell’animale e del suo successivo affidamento a persona diversa dal proprietario;
Vista la Legge 14/08/1991 n. 281 “ Legge quadro in materia di animali di affezione e di prevenzione al randagismo”;
Vista la Legge 02/12/1998 n. 434 “ Finanziamento degli interventi in materia di animali di affezione e per la prevenzione del randagismo” (correlata alla L. 281/91);
Vista l’Ordinanza del 21/12/2001 del Ministero della Salute “ Misure cautelari per la tutela dei cani e dei gatti domestici” (correlata alla L. 281/91)
Viste le norme contro il maltrattamento degli animali previste dal Codice penale e dalla legge 20 luglio 2004, n. 189
Visto il T.U.L.P.S art. 70;
Visto il T.U.E.L. emanato con D. L. gvo . n. 267/2000 all’art. 54;
Vista la Legge 07.08.1990 n. 241;
Vista la Legge del 24/11/1981 n. 689 all’art. 11 e seguenti;
Visto lo Statuto Comunale;
Al fine di tutelare la vita e la salute degli animali, nonché la salute pubblica dalla vendita di eventuali animali malati.
ORDINA
1. Per il rispetto e la tutela degli animali e della salute pubblica è vietata la vendita di animali in fiere, sagre e mercati ambulanti, nonché su qualsiasi area pubblica in forma itinerante.
2. Per il rispetto e la tutela degli animali e della salute pubblica è vietato, in tutto il territorio comunale, offrire animali di qualsiasi specie come premio di vincite di gare e giochi di qualsiasi natura o quale omaggio a scopo pubblicitario.
Per le violazioni di cui sopra ai sensi dell’art. 7 bis del D.Lgs n.267/2000 è prevista una sanzione di Euro 200,00.
La conciliazione in via breve potrà avvenire, a norma dell’art. 16 della Legge 24/11/1981 n. 689 versando la somma indicata nel Verbale di contestazione entro 60 giorni dalla data dell’avvenuta contestazione o notificazione.
La Polizia Municipale attraverso i suoi Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria e gli altri Organi, preposti per legge o regolamento alla vigilanza zoofila, sono incaricati di osservare e fare osservare correttamente la presente ordinanza e di applicare le relative sanzioni.
A norma dell’art. 3 c. 4 della Legge 07.08.1990 n. 241, si avverte che, avverso la presente Ordinanza, chiunque vi abbia interesse potrà ricorrere al TAR della Campania Sezione di Salerno, per eccesso di potere, per incompetenza o per violazione di legge, entro 60 gg. dalla pubblicazione e notificazione.
A norma dell’art. 8 della L. 241/90, si rende noto che il responsabile del procedimento è l’Ufficio Polizia Municipale, nella persona del Comandante sig. Ciro Guida.
Dalla residenza Municipale, 23/07/09
per assenza del Sindaco
IL VICESINDACO - Gaetano Marrone


IL NUOVO

4 AGOSTO 2009

 

Kamciatka: orso sbrana donna

L'animale e' fuggito, sono in corso battute per catturarlo

 

MOSCA - Una donna e'stata sbranata da un orso a Palana,nel distretto di Koriakski, nella Kamciatka, penisola del Pacifico nell'Estremo Oriente russo. Il corpo smembrato della povera donna e' stato trovato dalla polizia nei pressi del campo sportivo con accanto l'enorme orso. Gli agenti hanno fatto fuoco contro l'animale, ma non sono riusciti a ucciderlo. L'orso e' scappato nei boschi e adesso sono in corso vaste battute per localizzarlo e catturarlo. Dall'inizio dell'anno sono stati gia' uccisi tre orsi.


CORRIERE ADRIATICO
4 AGOSTO 2009

 

Oltre a curiosi e cultori della disciplina si è cimentato anche il titolare con il suo boxer

Salti, passaggi nei tunnel e slalom I cani danno spettacolo al “Tropical”

 

Ancona Lo scorso week end lo stabilimento balneare Tropical di Palombina Nuova ha ospitato decine di cani. Sotto la guida dell’istruttore di agility dog, Francesco Boari, si sono cimentati in salti, tubi e slalom. L’AnconAgility ha organizzato infatti due lezioni gratuite specifiche per cani e padroni alle prime armi direttamente sulla spiaggia. La manifestazione si è aperta con la ormai consueta e sempre richiesta dimostrazione degli allievi e dello stesso istruttore, che si è esibito sia con la veterana delle gare nazionali Batìda, neo promossa in terzo brevetto, sia con una cuccioletta di 7 mesi, Creamy, già perfettamente addestrata dallo stesso Francesco Boari a compiere un intero percorso di agility. Si sono fatti notare poi Maria Luisa Rossetti con Pepe Nero, border collie, Roberta Gabbianelli con Maggie, Beagle, Patrizia Fattoretti con Otto, bassotto, e Federica Archibugi con Brenda, Rottweiler che a dispetto dei luoghi comuni sui cani aggressivi ha stupìto tutti dimostrando un perfetto addestramento e ispirando molta simpatia tra il pubblico. Terminata l’esibizione della squadra, sono entrati in campo i protagonisti della serata: i binomi al loro primo approccio con questo divertente sport. Circa 40 i cani che hanno partecipato alle due serate di lezioni tenute da Francesco Boari. Cani di diverse razze: dai piccoli pincher, maltesi, barboncini ai più grandi come i golden retriever, labrador, pastore tedesco, boxer e tanti meticci di media misura. Anche il titolare dello stabilimento, Claudio Fiorini Granieri, si è cimentato alle lezioni con il suo boxer di nome Leo.


CORRIERE FIORENTINO

4 AGOSTO 2009

 

«C’è un pitone». Caccia aperta a Grassina (FI)

Il pitone di Grassina, avvistato dieci giorni fa nel campo della famiglia Morgini, è la nuova celebrità in paese. Tutti lo cercano ma nessuno lo trova. A strisciare per ora, solo la paura

 

Lisa Baracchi

 

Grassina (FI) - Lo cercano i vigili del fuoco, la forestale, gli esperti. Lo cercano anche pattuglie di ragazzi su e giù lungo gli argini dei torrenti Ema e Grassina nei boschi e negli orti sopra la «Pescaia», dove la strada porta a San Gersolè. Il pitone di Grassina, avvistato dieci giorni fa nel campo della famiglia Morgini, è la nuova celebrità in paese. Se si può essere pronti a vedere cani e gatti abbandonati dai vacanzieri, serpenti così no, non succede spesso. Mentre lava i piatti la signora Adriana Morgini ne offre subito una descrizione: «E’ lungo più di due metri, è di colore marrone chiaro con delle striature bianche sulla schiena; la coda è tutta ad anelli. Ed ha almeno dieci centimetri di diametro». Sua figlia Tatiana racconta la storia che tutti sanno a memoria: «Quella mattina, intorno alle 10, abbiamo mandato Valerio che ci aiuta a tenere l’orto, a vedere se le pesche erano mature. Quell’enorme serpente strisciava piano. Lui è tornato con il cuore in gola e abbiamo dovuto dirlo in giro perché se lo vedeva la ragazza che va a dare da mangiare alle galline si poteva spaventare a morte. E se entra in qualche casa?».

ALLA RICERCA DEL PITONE - Il pitone da allora però non è stato più visto, si è dileguato dentro il fieno, mentre ha iniziato a strisciare nelle case della gente il terrore di incontrarlo: «Ma no. Basta prenderlo per il collo», dice un signore in via Pian di Grassina. «Ma se salta dagli alberi piglia prima al collo te - gli risponde il vicino - e con tutte le nutrie e i topi che ci sono, di fame non muore». Alla Casa del Popolo c’è chi ha già ordinato una borsa, chi una cintura. Gilberto Tozzi, il direttore del centro di scienze naturali di Prato è stato consultato: «Potrebbe trattarsi non di un pitone, ma di un boa italico — spiega — ovvero della natrice dal collare: è un animale che può diventare anche molto grosso, ma è una biscia d’acqua, non pericolosa».


ADN KRONOS

4 AGOSTO 2009

 

Web: Cts, partita campagna avvistamenti cetacei

 

Roma - Nasce la nuova sezione de 'LaZampa.it' dedicata agli avvistamenti di cetacei e tartarughe marine. L'iniziativa e' del Centro turistico studentesco e giovanile. Dal mese di luglio, all'indirizzo www.cts.it/chilavvisto, oltre a conoscere le news relative alle specie animali dei nostri mari, e' possibile aggiornare la mappa interattiva degli avvistamenti 2009 in Italia e chiedere informazioni agli esperti. Gia' il Veliero dei Delfini nel 2008, la campagna Cts di monitoraggio della biodiversita' marina, dopo aver concluso la sua navigazione di 1.380 miglia in 22 tappe e 45 giorni, come spiega una nota, ha segnato l'anno scorso un trend positivo di avvistamenti diretti in mare di cetacei. Durante la navigazione dal 26 giugno al 7 agosto 2008 sono stati osservati infatti 160 delfini, oltre un terzo in piu' rispetto ai 94 avvistati durante la navigazione del 2007. Ben 32 il numero degli avvistamenti, spalmati in maniera omogenea durante le 22 tappe effettuate dal Veliero. E' stata segnalata, in modo particolare, la presenza dei capodogli tra l'Arcipelago Ponziano e il Parco del Circeo, oltre a 3 gruppi consistenti di stenelle. Il primo nella zona di mare compresa tra Porto Santo Stefano e l'isola della Maddalena (circa 30-40 individui) e altri due gruppi di circa 20 esemplari al largo di Marina di Camerota e Ventotene. Oltre a tursiopi, tartarughe marine e l'avvistamento di un gruppo di 6-8 individui di delfini comuni (Delphinus delphis) a 10 miglia sud di Capo Carbonara in Sardegna.


GIORNALE DI VICENZA

4 AGOSTO 2009

 

Due aree per i cani dove i più "grandi" cacciano via i piccoli

 

Vicenza - Nell'area "sgambettatura" vige la legge della giungla? Forse, ma di sicuro dovrebbe prevalere il buonsenso.
Da qualche tempo a Campo Marzo, nell'ambito del più complesso piano di rivitalizzazione dello spazio verde, sono state collocate le reti delimitano due aree entro le quali i padroni possono far zampettare i loro amici a quattro zampe senza guinzaglio e liberi di socializzare con i loro simili.
I due recinti, uno adiacente al parco giochi e uno sul lato del parco più vicino a viale Eretenio, sebbene non siano ancora stati inaugurati sono già molto frequentati dagli animali e dai loro padroni.
La piantumazione da parte del Comune è avvenuta a metà del mese di luglio
E, subito, è sorto un problema, ovvero quello di far convivere animali di diverse taglie.
Alcuni padroni di cagnetti hanno, infatti, lamentato di essere stati invitati neanche troppo cortesemente ad allontanarsi dalla padrona di un quadrupede di taglia grande, che avrebbe sostenuto che quell'area (quella di viale Eretenio) era riservata solo agli animali più imponenti.
Alla domanda dei padroni delle bestioline, la polizia locale non ha però saputo rispondere, visto che non essendo ancora state inaugurate ufficialmente le aree non è nemmeno stato emesso un regolamento.
«Quando le due aree saranno aperte - spiega Matteo Quero, consulente del Comune che sta gratuitamente curando il progetto - saranno apposti dei regolamenti, ma non ci sarà una destinazione precisa, perché una prescrizione simile non esiste in nessuna città d'Italia. Le zone sgambettatura saranno aree autogestite, nelle quali il comportamento dei cani sarà esclusivamente sotto la responsabilità dei padroni».
«Stiamo solamente valutando - prosegue il consulente - se, viste le dimensioni più ridotte del recinto, si possa "consigliare" a chi ha cani di piccola taglia di utilizzare preferibilmente quello vicino al parco giochi, ma non si può imporre nulla e chi prova a farlo commette un abuso. Come non dimostra civiltà chi prende dalle cassettine decine di palettine di carta, che vengono ricollocate ogni giorno e finiscono subito».M.E.B.


LIBERO

4 AGOSTO 2009

 

Mare pulito, balene e delfini tornano nel Mediterraneo

 

Il Mediterraneo è più pulito, e sta ritrovando la biodiversità. Questo il parere di Mike Ridell, presidente e fondatore della riserva nazionale marittima nel Mediterraneo occidentale, nonché coordinatore del progetto Delphis 2009. L’iniezione d’ottimismo è arrivata dopo l'operazione della scorsa settimana che ha permesso di contare i cetacei e lo stato del mare, lungo le coste italiane e francesi fino a Malta e al Marocco. “Abbiamo trovato numerose colonie di tartarughe marine, gruppi di delfini al largo, moltissimi banchi di pesci-luna”, ha dichiarato Ridell a Le Parisien, “tutte le specie di cetacei sono stati osservati al largo, balene, globicefali, delfini, rorquals (balene di Minke), cachalots, indicatori della salute marina, e tutti hanno risposto presente in gran numero, abbiamo potuto constatare che queste specie si moltiplicano e questo è il segno di una biodiversità ritrovata”. Oggi si stima a 3.000 il numero delle balene comuni nel Mediterraneo, a 30.000 quello dei delfini, la specie più diffusa, secondo l'associazione Sos Grand Bleu che ricorda che la densità del traffico marittimo continua ad essere fatale alle balene. Dati confortanti, che arrivano all'indomani di un rapporto dell'Unione mondiale della conservazione della natura secondo il quale nel complesso, quasi un quinto dei mammiferi, cetacei, pesci di acqua dolce, anfibi, uccelli, pesci cartilaginei, granchi e gamberi, libellule, rettili che abitano nel Mediterraneo è minacciato dal pericolo di estinzione, mentre l'1% è già scomparso. Secondo una classificazione del pericolo, il 5% risulta fortemente a rischio estinzione, il 7% a rischio e il 7% vulnerabile.


IL MATTINO

4 AGOSTO 2009

 

Sempre più numerose le tartarughe spiaggiate sui litorali del Veneto

 

Venezia. Sempre più numerose le tartarughe spiaggiate sui litorali del Veneto: il culmine dell’estate fa aumentare gli avvistamenti di questi rettili che finiscono in riva al mare, ma solo per pochi di essi è possibile fare qualcosa. Gli ultimi avvistamenti sono avvenuti al Lido di Venezia e a Pellestrina: quattro tartarughe caretta caretta, di cui una morta, sono state notate dai bagnanti che hanno avvertito la Capitaneria di porto e i responsabili del Centro studi cetacei e tartarughe marine. «Aumentano gli avvistamenti - spiega Giampaolo Rallo, a nome del Centro - perché vi sono più turisti in questo periodo ed è aumentata la sensibilità ambientalista». L’estate coincide con la stagione migratoria in cui le tartarughe marine risalgono la corrente litoranea in senso antiorario: dalla Dalmazia raggiungono l’Istria e il golfo di Trieste e da qui sfiorano Venezia, per poi tornare al punto di partenza. In pochi casi gli animali spiaggiati, ancora vivi, vengono soccorsi e curati, prima di essere riconsegnati al mare. «Ci capita, purtroppo non frequentemente di portarli alla facoltà di veterinaria dell’Università di Padova - conferma Rallo - dove esiste un centro che si occupa delle tartarughe marine». Non sempre, sottolinea però l’esperto, gli spiaggiamenti avvengono per cause naturali. «In alcuni casi finiscono nelle reti a strascico o in quelle fisse - racconta - e i pescatori le ributtano in mare».


IL GAZZETTINO

4 AGOSTO 2009

 

Recuperate otto tartarughe marine

 

CHIOGGIA (VE) - Il ritrovamento della tartaruga marina da parte di un peschereccio è l’ultimo di una serie di episodi che hanno portato la Guardia Costiera al recupero di un eccezionale numero di esemplari di tartarughe marine in difficoltà di età compresa tra i 2 e i 4 anni. Gli otto esemplari di caretta Caretta sono stati affidati alle cure del museo civico di storia naturale di Jesolo. Il direttore Roberto Basso ha già avviato una serie di accertamenti sanitari sullo stato fisico degli esemplari i quali, al momento del ritrovamento, risultavano visibilmente debilitati e quasi interamente ricoprti da colonie di balani, parassiti conosciuti anche come "dente di cane".


LA NUOVA VENEZIA

4 AGOSTO 2009

 

Chioggia, soccorse 8 tartarughe ricoperte di colonie di balani

 

CHIOGGIA (VE). Otto tartarughe marine, della specie Caretta Caretta, sono state soccorse, negli ultimi giorni, nelle acque di Chioggia. L’estate coincide con la stagione migratoria in cui le tartarughe marine risalgono la corrente litoranea in senso antiorario: dalla Dalmazia raggiungono l’Istria e il golfo di Trieste e da qui sfiorano Venezia, per poi tornare al punto di partenza.L’ultimo episodio riguarda un esemplare segnalato da un peschereccio, ma la guardia costiera è intervenuta in varie occasioni per prestare aiuto a questi animali in difficoltà. Si tratta di individui tra i 2 e i 4 anni di vita, quindi molto giovani, quasi interamente ricoperti da cospicue colonie di balani.  I balani sono dei crostacei, detti anche «denti di cane», che si attaccano a scogli, palafitte o anche, come in questo caso, ad altri animali, di cui sono «commensali», ovvero si nutrono di ciò che capita a tiro del loro ospite. Nel caso delle tartarughe trovate a Chioggia i balani erano presenti lungo tutto il carapace, negli occhi e perfino dentro il becco, tre tartarughe ne avevano perfino nelle narici, cosa che ostacolava la respirazione. Le tartarughe, grazie alla collaborazione del Wwf, sono state affidate al Museo civico di storia naturale di Jesolo, diretto dal dottor Roberto Basso, dove vengono curati in attesa di poter essere reinseriti nel loro ambiente naturale. Intanto anche al Lido e a Pelestrina sono stati avvistati altri 4 esemplari.


BORSA ITALIANA
4 AGOSTO 2009
 
Enel: con CTS per proteggere le tartarughe marine
 
ROMA - Enel, la piu' grande azienda dell'energia italiana, e la seconda in Europa per capacita' installata, ha deciso di scendere in campo in aiuto delle tartarughe marine dando il proprio sostegno al progetto Tartafriends: un'iniziativa promossa dal settore conservazione natura del CTS, associazione da anni impegnata nella salvaguardia di questi animali a rischio di estinzione e protetti a livello nazionale e internazionale. Enel, informa una nota, dara' il suo sostegno alle attivita' svolte dai centri recupero tartarughe marine del CTS, istituiti nel 2004 grazie ad un progetto Life Natura finanziato dalla Commissione Europea. Baricentro delle attivita' sara' Brancaleone (Reggio Calabria), una localita' della costa ionica dove sorge un importante Centro di recupero divenuto una struttura di riferimento per il recupero e la cura di questi animali in Calabria. Tartafriends si focalizza non solo sul recupero e la riabilitazione degli animali ma anche sulla protezione durante il periodo riproduttivo. Grazie ad un servizio di pronto intervento tartarughe, assicurato dalla centrale operativa di Europ Assistance, si potranno fare segnalazioni 24 ore su 24 di animali in difficolta' per richiedere l'intervento di personale specializzato. "Siamo lieti di dare il nostro sostegno questa iniziativa - ha commentato Piero Gnudi, presidente di Enel - . E' un progetto che rientra nel piu' ampio impegno di Enel a favore dell'ambiente in Italia come all'estero". "Nei prossimi anni la pressione sulle tartarughe marine, in tutti gli stadi del loro ciclo vitale e' destinata a crescere, indipendentemente dai vari scenari suggeriti per lo sviluppo futuro dei paesi del Mediterraneo", dichiara Stefano Di Marco, vicepresidente nazionale CTS. Infatti, "la crescente urbanizzazione delle coste e il disturbo dovuto al turismo sottraggono aree vitali per la riproduzione". Ma "la minaccia principale per la specie, tra quelle indotte dalle attivita' umane, e' imputabile alle catture accidentali di pesca. Gli animali possono morire subito, per asfissia o uccisione intenzionale, o anche dopo esser stati rilasciati in mare a causa di fattori quali lo stress da cattura o i danni causati dagli attrezzi da pesca (ami da pescespada). Reti abbandonate e buste di plastica - conclude - possono anche diventare delle trappole mortali se gli animali vi restano impigliati con conseguente impossibilita' di movimento. Per questo e' importante assicurare un efficiente sistema di recupero e cura lungo le nostre coste".

IL GAZZETTINO

4 AGOSTO 2009

 

A Maerne (VE) organizzatori soddisfatti dell’andamento della 44. edizione, nonostante la crisi

Fiera Uccelli, presenze recuperate

 

Martellago (VE) - Va in archivio con un bilancio lusinghiero la 44. Fiera degli Uccelli. A confortare gli organizzatori in primis il dato clou, le presenze: recuperato, nonostante la giornata torrida, il lieve calo del 2008 e domenica i visitatori si sono riassestati sullo zoccolo dei 20mila. Soddisfazione anche per i numeri sempre più ragguardevoli nella quantità ma anche qualità e varietà di soggetti esposti, che confermano la kermesse come una delle più quotate in Italia e anche delle meglio tenute (i controlli dei Nas hanno trovato pressoché tutto in regola). Solo per citarne alcuni, 8-9mila uccelli di ogni specie, 160 tra cavalli, asini e muli, 400 espositori, almeno, tra animali e banchi vari. Venditori che in vero, per la maggior parte (idem i negozianti di Maerne rimasti aperti) hanno lamentato affari scarsi, ma anche la Fiera può poco contro la crisi e la sua funzione, di portare gente, l’ha svolta. Inoltre, è filato quasi tutto liscio, a parte tre bimbi smarriti ma subito ritrovati e una bambina di 9 anni di Mestre morsa a un braccio da un pony e condotta, per cure e controlli, al pronto soccorso di Mirano (al pomeriggio comunque era già stata dimessa). «Un’edizione positiva per presenze, più dell’anno scorso, numero e qualità di animali e attrazioni. Peccato per il problema aviaria che da due anni sta penalizzando gli animali da cortile, ma per contro c’è stato un successone per la mostra equina», gongola il sindaco e presidente del Maernefiere Brunello, che per l’edizione del 45ennale ha già in mente un mega rodeo. «Ringrazio tutti i volontari del Maernefiere (da ieri di nuovo al lavoro per smontare, ndr) che si prodigano per far crescere questa tradizione del paese – conclude Brunello -, chi abita nell’area dove si fa la fiera, sempre disponibili (solo due i veicoli, e dello stesso proprietario, che gli agenti hanno dovuto rimuovere perché lasciati in via Canaletto nonostante i divieti, ndr) e la protezione civile, la polizia locale e i carabinieri per l’ottimo servizio d’ordine svolto».


LA NUOVA VENEZIA

4 AGOSTO 2009

 

Famiglia di cigni in spiaggia a Jesolo

 

JESOLO (VE). Prima i delfini, poi le tartarughe e adesso anche i cigni in riva al mare. L’estate degli animali sulla spiaggia di Jesolo. Nei giorni scorsi all’altezza di piazza Drago un’intera famiglia di cigni, papà, mamma e piccoli (nella foto), si è avvicinata al pontile dove è stata accolta da una folla di bagnanti che hanno scattato fotografie e giocato in mare vicino ai volatili. Una scena indimenticabile, soprattutto per i più piccoli che hanno assistito alla meravigliosa visita dei cigni arrivati da Cortellazzo e dalla zona Ovest probabilmente in cerca di cibo. I volontari della guardia costiera ausiliaria, con il loro capo Mauro Barbieri, hanno invece trovato in mare un’altra tartaruga del genere Caretta Caretta che pare sia tornata davvero a popolare i nostri mari. Si tratta infatti dell’ennesimo ritrovamento in poche settimane che si unisce a quelle trovate e tratte in salvo dalla capitaneria di porto jesolana nel corso dei controlli in mare aperto dove spesso di smarriscono le tartarughe. Il mare di Jesolo, dunque, torna ad essere popolato dei suoi animali e se non ce ne sono più, ci pensa qualcuno a portarli. La Shark Expo, un mese fa, aveva gettato in mare degli squali gattucci da 60 centimetri, destando il panico tra i bagnanti. Era in realtà una specie originaria di questo mare, totalmente innocua e quasi in via d’estinzione.


IL PICCOLO DI TRIESTE

4 AGOSTO 2009

 

Cuccioli selvatici: non prenderli in braccio o nutrirli

 

In questo periodo dell’anno può capitare abbastanza facilmente, soprattutto in zone boscose poco frequentate, di incontrare esemplari di cuccioli di capriolo, volpe o altri animali selvatici, che appaiono non ancora svezzati, apparentemente abbandonati e in difficoltà. Piuttosto spesso è capitato che cittadini si siano presentati agli uffici del Corpo forestale regionale portando con sè, in contenitori di varie misure o peggio ancora in braccio, questi esemplari, raccolti nel corso di passeggiate all’aria aperta, e nutriti. Va sottolineato che tale comportamento però, seppure in perfetta buona fede, può essere scorretto o addirittura nocivo: è abitudine della madre, infatti, per provvedere al proprio sostentamento, lasciare momentaneamente il cucciolo in luogo appartato in quanto non è in grado di seguirla ed eventualmente sfuggire eventuali aggressori. I cuccioli selvatici infatti nascono senza odore e, nel caso del capriolo, con macchie bianche sul pelo che aiutano la mimetizzazione nella vegetazione: se ci avviciniamo all’animale, rischiamo di lasciare, nell’erba alta, una comoda traccia per i predatori, come la volpe ad esempio. Il personale del corpo forestale regionale, in questi casi, raccomanda innanzitutto di non avvicinarsi al cucciolo, anzi di allontanarsi lentamente, assolutamente senza toccarlo, anche se rimane a terra e sembra privo di sensi: la madre non riconosce il proprio figlio qualora porti traccia di odore umano e lo abbandona. Solamente in caso di evidente ferita, sorvegliare a debita distanza e chiedere l’intervento della Forestale o della Vigilanza ittico-venatoria provinciale; se poi è necessario intervenire per motivi di emergenza, limitarsi alle manovre strettamente necessarie e possibilmente coprire il muso dell’animale con un panno scuro affichè resti più calmo. In ogni caso la Forestale raccomanda di non tentare di nutrirlo con somministrazione di latte vaccino che, anche se diluito, può provocare seri disturbi; i Centri di recupero della fauna dispongono del latte idoneo. In caso di necessità, qualora non si sia in grado di contattare la più vicina stazione forestale o la polizia provinciale, rivolgersi alla sala operativa della Protezione civile regionale (numero verde 800-500-300) che provvederà a contattare il personale idoneo.


IL TIRRENO

4 AGOSTO 2009

 

Per chi ama i cani due spiagge riservate

 

CASTIGLIONE (GR). Sono ben due le spiagge che il Comune di Castiglione della Pescaia da anni dedica a chi vuole trascorre le vacanze con i propri animali.  Un tratto di litorale si trova alle porte di Castiglione della Pescaia, arrivando da sud, tra il campeggio Internazionale Etruria e il confine con il Comune di Grosseto. L’altra è a Punta Ala, in località Il Piastrone, tra Casetta Civinini e lo stabilimento balneare Il Quadrifoglio.  «Possiamo considerarlo un primato, una particolare attenzione che il nostro Comune rivolge da diversi anni a questo tipo di necessità. Un’iniziativa con cui l’amministrazione comunale esprime rispetto e comprensione per chi vuole tenere con sé i propri compagni» afferma David Bulleri, consigliere con la delega all’Ambiente. C’è da ricordare che le spiagge non sono dedicate solo ai cani ma a tutti gli animali da affezione (a patto che amino la spiaggia...).  Entrambe le spiagge sono segnalate e sottoposte a determinate regole di comportamento. Eventuali deiezioni degli animali devono infatti essere immediatamente rimosse a cura degli accompagnatori e gettate negli appositi contenitori di rifiuti. I cani non devono essere mai lasciati incustoditi e liberi di vagare, non devono arrecare disturbo né manifestare aggressività verso gli altri soggetti.  I servizi di disinfestazione, disinfezione e pulizia vengono effettuati a cura del Comune attraverso la Multiservizi più volte alla settimana.


MESSAGGERO VENETO

4 AGOSTO 2009

 

Al bar c'è anche un angolo ristoro per cani e gatti

 

Rosario Padovano

 

LIGNANO (UD). L’invenzione è di quelle che non passano inosservate. Una piccola oasi per i cani e i gatti, per dare loro la possibilità di abbeverarsi e trovare un po’ di refrigerio in queste giornate caratterizzate dal grande caldo al culmine di un’intensa passeggiata con il loro padrone. Tutti soffrono le alte temperature ma spesso ci si dimentica degli amici a 4 zampe. E così la titolare del Bar Pashà, Sabrina Pignat, ha inventato la cosiddetta “Oasi Pet”, posta all’esterno del proprio esercizio pubblico, in viale Venezia, all’inizio della romantica passeggiata nel centro di Sabbiadoro. In sostanza in un piccolo spazio sono state ricavate due vasche colme d’acqua per permettere al cane, o al gatto, di bere o di sciacquarsi. Sono almeno un centinaio al giorno gli animali domestici che “usufruiscono” assieme ai loro padroni di questo servizio. «A dire il vero già l’anno scorso un’idea simile la ebbe Federico Beltrame che lavorava da noi - ha raccontato Sabrina Pignat, moglie di un socio del Kursaal, Riccardo Badolato – la gente era ormai abituata a questo genere di servizio. Così abbiamo pensato di riproporlo, per la soddisfazione di tutti». L’ “Oasi Pet” è comoda anche per il padrone che può concedersi una pausa. Lasciando momentaneamente il cane legato al palo di ferro che sostiene l’insegna, può andarsi a prendere un caffè oppure una bevanda fresca. «Con nostro stupore – ha aggiunto la Badolato – abbiamo scoperto che da quest’anno anche i proprietari dei gatti sfruttano questo servizio. Io personalmente amo gli animali. Soffrono il caldo come noi, era giusto dare loro la possibilità di abbeverarsi o farli rinfrescare con questo caldo». Nelle sale interne del Pascià c’è anche un angolo dedicato ai bambini, con disponibilità di fogli in formato A4 e pennarelli per i loro disegni.


MERATE ONLINE

4 AGOSTO 2009

 

Lecco: i Vvf liberano un falco selvatico alla ``Sda``

 

Lecco - Intrusione alquanto insolita nel pomeriggio di martedì 4 agosto in un capannone dell’azienda Sda Express Courier (gruppo Poste italiane) di Lecco, in Viale Brodolini. I vigili del fuoco sono intervenuti per liberare un falco che si era intrufolato in un capannone attraverso una finestra aperta. L’animale, spaventato per essersi ritrovato improvvisamente rinchiuso, è andato a ripararsi vicino al tetto dello stabile e questo ha reso possibile la sua cattura da parte dei Vvf, che sono intervenuti con una scala mobile gettandogli un panno addosso per tranquillizzarlo. Portato all’esterno dell’edificio, è stato immediatamente liberato ed è volato via verso al sua libertà.

 

 

 

            04 AGOSTO  2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 

AFFARI ITALIANI

4 AGOSTO 2009

 

Aids, ora arriva dai gorilla

Scoperto un nuovo ceppo del virus in una donna del Camerun di 65 anni: si contrarrebbe consumando carne dell'animale o entrandovi in contatto

 

Una recente scoperta potrebbe aprire nuovi scenari sul virus Hiv. L'Aids si evolve ancora e un ceppo del virus è stato adesso individuato anche nei gorillla. Secondo i ricercatori della Foundation for Aids Research il virus portebbe trasmettersi dall'animale all'uomo.

Gli scienziati hanno individuato la variante in una donna del Camerun di 65 anni e ritengono che il nuovo ceppo sia strettamente correlato a un virus riscontrato nei gorilla. La donna potrebbe aver contratto il virus attraverso rapporti sessuali con un cacciatore di gorilla, oppure consumando la carne del primate o comunque entrandovi in contatto.

E' la prima volta che si scopre che i gorilla sono una possibile fonte di contagio di Hiv, finora ritenuto trasmesso solo dagli scimpanzè. Secondo quanto spiegato sulla rivista Nature Medicine, il ceppo scoperto è un virus dell'Aids nuovo che deriva direttamente da un virus dell'immunodeficienza delle scimmie (Simian Immunodeficiency Virus - SIV) dei gorilla, indipendente dai virus noti degli scimpanzè. La scoperta è importante in quanto indica che questi salti di specie sono continui da scimmie a uomo e potrebbero continuare a far circolare nuovi ceppi virali di Hiv. A condurre l'analisi del nuovo virus è stata l'equipe di David Robertson, della University of Manchester. Secondo gli esperti, la donna non può essersi infettata mediante contatto diretto con scimmie ma si ipotizza che si sia infettata attraverso un altro individuo che può avere mangiato la carne di gorilla. Questa scoperta indica che l'evoluzione dell'Hiv è in corso senza tregua ma non c'è ragione di pensare che questo nuovo virus non sia curabile con i normali farmaci antiretrovirali. Semmai, concludono gli autori, il problema potrebbe essere che che, essendo questo virus piuttosto diverso da HIV-1, potrebbe non essere diagnosticabile usando i test diagnostici convenzionali e quindi potrebbe diffondersi 'di nascostò ad altri individui.


VIRGILIO NOTIZIE
4 AGOSTO 2009
 
Il cane domestico non sarebbe originario dell'Asia Orientale
Altrettanta diversità genetica anche in quelli africani
 
Il cane potrebbe non essere stato addomesticato nell'Asia Orientale, come comunemente si ritiene: è la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori dopo aver analizzato il Dna dei cani originari dell'Africa, risultato altrettanto diversificato. Lo studio, pubblicato dalla rivista scientifica Pnas, non mette in dubbio l'origine ultima del cane domestico - discendente del lupo grigio eurasiatico - ma solo le circostanze della sua domesticazione, avvenuta 15mila anni fa e della quale si sa ancora molto poco. Il motivo per cui l'Asia Orientale viene ritenuta culla del cane domestico è appunto la maggior diversità genetica delle razze presenti nella zona: un effetto, secondo i ricercatori, dovuto però alle caratteristiche degli studi fin quei condotti e che riguardavano una maggior percentuale di cani da strada (più ibridi che non quelli di razza) rispetto a quelli svolti in altre regioni.

APCOM
4 AGOSTO 2009
 
Epilessia, scoperta cura genica nei topi
Speranze per la lotta alla malattia nell'uomo

Roma - Nuove speranze nella lotta contro l'epilessia, dopo che i ricercatori sono riusciti a prevenire la trasmissione genetica della malattia da una generazione all'altra: al momento tuttavia la terapia genica funziona solo nei topi di laboratorio, e resta da vedere se il metodo sarà efficace anche sugli esseri umani. Come riporta il quotidiano britannico The Independent, i ricercatori dell'Università di Leeds hanno scoperto che il gene responsabile della trasmissione della malattia nei topi è l'Atp(12A)3, che regola i livelli di sodio e potassio nelle cellule cerebrali. Una generazione allevata in modo da presentare anche una versione normale del gene non ha trasmesso il disturbo a quella successiva, dimostrando che il gene sano è in grado di annullare gli effetti dell'allele difettoso. La versione umana del gene presenta una struttura molto simile a quella del topo, e sono iniziati gli studi del Dna di alcuni pazienti per appurare se siano presenti dei difetti: sebbene l'epilessia possa avere cause diverse - per esempio, una lesione cerebrale - si pensa che la mancata regolazione del livello di sodio e potassio abbia un ruolo fondamentale nella maggior parte dei casi della malattia.

IL GIORNO
04/08/09

SPUNTANO NUOVI DENTI CREATI DALLE STAMINALI

Nella bocca di topolini sono spuntati denti nuovi a partire da una ‘gemma dentaria’ creata in provetta e trapiantata nella loro mascella. E’ quanto hanno fatto alcuni esperti giapponesi che da anni si occupano di questo tipo di esperimenti di bioingegneria, guidati da Tokashi Tsuji, dell’Università di Tokio, che qualche anno fa aveva creato un dente in laboratorio poi impiantato nella bocca di topi. Ma questo nuovo lavoro, pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze ‘PNAS’, è un ulteriore passo avnti: gli scienziati hanno creato denti nuovi direttamente nella bocca dei topolini, impiantando soltanto la gemma (l’embrione) del dente nell’osso mandibolare. Questa gemma ha fatto poi il resto crescendo e formando denti nuovi.


ANSA
4 AGOSTO 2009
 
UNA GEMMA DI LABORATORIO FA RINASCERE UN DENTE
 
ROMA - La bioingegneria di organi e tessuti prende corpo assumendo questa volta la forma di un dente: è quello spuntato nella bocca di topolini a partire da una 'gemma dentaria' (il 'seme' da cui cresce il dente) creata in provetta e trapiantata nella loro mascella. I denti cresciuti a partire da questi 'semini' sono risultati del tutto analoghi a denti naturali. Il traguardo, che fa ora sperare in una nuova possibilità di cura fino ad ora solo ipotizzata, si deve a un gruppo di esperti giapponesi che da anni si occupano di questo tipo di esperimenti di bioingegneria, guidati da Takashi Tsuji, dell'Università di Tokio, che già due anni fa aveva creato un dente in laboratorio poi impiantato nella bocca di topi. Ma questo nuovo lavoro, pubblicato sulla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze 'PNAS', rappresenta un ulteriore passo avanti della bioingegneria: gli scienziati nipponici hanno superato se stessi perché hanno creato denti nuovi direttamente nella bocca dei topolini, impiantando soltanto la gemma (l"embrioné) del dente nell'osso mandibolare. Questa gemma è cresciuta naturalmente e, come succede nella bocca di un bambino quando gli crescono i dentini, ha formato denti nuovi. E' solo di due anni fa l'annuncio, sulla rivista Nature Methods, della stessa squadra di ricercatori giapponesi, di aver creato il primo dente in provetta e di averlo poi impiantato con successo nella bocca di topolini. In questo lavoro il dente era stato realizzato con un procedimento di coltura in tre dimensioni, a partire da due soli tipi di cellule staminali, una cellula mesenchimale e una epiteliale, prese dalla gemma dentale di incisivi prelevati da embrioni di topolino. Nel nuovo lavoro gli esperti hanno fatto di meglio, hanno ricreato in laboratorio la gemma del dente e poi hanno impiantato questa direttamente nella bocca dei topi.I denti che sono cresciuti in bocca a partire da queste gemme sono risultati del tutto identici a normalissimi denti naturali: hanno la struttura corretta, la giusta durezza dei tessuti mineralizzati adatta per la masticazione e rispondono agli stimoli dannosi come lo stress meccanico e il dolore. Inoltre l'espressione genica, ovvero l'attività dei geni, della gemma impiantata è esattamente comparabile all'espressione dei geni di un dentino in crescita durante il normale sviluppo dei denti. "Proponiamo questa tecnologia come un modello per future terapie di ricambio di organi - spiegano gli autori del lavoro sulle pagine di PNAS. Questo studio rappresenta un sostanziale avanzamento e enfatizza le potenzialità della sostituzione di organi usando la bioingegneria in future terapie rigenerative" capaci di far ricrescere organi nuovi direttamente nel corpo umano, a partire da una 'gemma', un seme fatto di staminali o altre cellule.

GALILEO

4 AGOSTO 2009

 

Una staminale e il topo fu

È possibile generare un animale a partire da cellule adulte che riacquistano le caratteristiche delle embrionali. Lo dimostrano tre studi diversi

 

Federica Fratini

 

Riprodurre da normali cellule un intero topo, in buona salute e anche capace di generare cuccioli sani, da oggi è  possibile. Non semplice, ma possibile. Lo dimostrano tre lavori usciti a staffetta su Nature  e Stem Cell, nei quali lo stesso esperimento viene descritto da tre diversi gruppi di ricerca. Le percentuali di successo sono state diverse, ma il confronto tra i lavori rivela importanti informazioni sulla possibilità delle cellule di ritornare a comportarsi come cellule staminali embrionali, una volta “riprogrammate”. Sono passati appena tre anni da quando Shinya Yamanaka ha ottenuto nei laboratori dell’Università di Kyoto (Giappone) le prime cellule pluripotenti indotte (iPS, qui lo studio, vedi anche Galileo), attraverso la scoperta dei quattro geni (Oct4, Sox2, Klf4, c-Myc) capaci di riportare una cellula adulta differenziata, come quelle della pelle o dei muscoli, in una capace di rigenerare qualsiasi tessuto, in maniera simile alle cellule staminali embrionale. Da allora, tutti i ricercatori del campo si sono interrogati sulle effettive potenzialità di queste iPS di essere riprogrammate, fino a poter produrre un intero essere vivente sano e fecondo. I tre laboratori sono arrivati in maniera indipendente a questo traguardo e nell’ultimissimo lavoro, pubblicato su Nature da Kristin Baldwin dello Scripps Research Institute, in California, la percentuale di successo (numero di nati sani su numero di blastocisti impiantate) è stata del 13 per cento, paragonabile a quella ottenuta utilizzando cellule totipotenti embrionali.

Non tutte le cellule trattate con i quattro geni “di Yamanaka” si trasformano, infatti, in modo corretto: è necessario selezionare quelle che mostrano, sulla superficie, le proteine specifiche delle cellule embrionali. A questo punto, per poter proseguire nel tentativo di generare un animale, i ricercatori sono ricorsi a una tecnica complessa in cui le cellule riprogrammate sono inserite in una sorta di involucro biologico. Questo è formato a partire da due cellule embrionali ed è capace di originare la placenta e le altre cellule necessarie allo sviluppo. Le iPS, infatti, non sono in grado di produrre da sole il materiale di supporto, mentre sono interamente responsabili della formazione del corpo dei cuccioli (le analisi hanno dimostrato che tutto il loro materiale genetico proviene dalle iPS).

Nel primo dei tre studi, uscito su Stem Cell a firma di Shaorong Gao dell’Istituto Nazionale di Scienze Biologiche di Pechino (Cina), il tasso di successo è stato dell'1,1 per cento (2 nati su 187 tentativi); già nel secondo, pubblicato su Nature sempre da parte di due gruppi cinesi - quello di Qi Zhou dell’ Istituto di Zoologia di Pechino e di Fanyi Zeng dell’università Jiao Tong di Shanghai - il tasso è salito al 3,6 per cento (22 su 624).La maggior parte delle linee di iPS ottenute, sebbene selezionate opportunamente, non portano comunque alla formazione di embrioni o generano topolini che muoiono precocemente. Quelli che sopravvivono, però, sono fertili e generano prole a sua volta feconda. Il maggior successo dell'ultimo lavoro sembra dipendere dal trattamento delle cellule con acido valproico (noto per migliorare l’efficienza della riprogrammazione e inibire la proliferazione delle cellule non completamente trasformate) e da un meccanismo che impedisce l'espressione dei quattro geni durante la gestazione: “La nostra ipotesi”, scrive Baldwin “è che la produzione di questi fattori durante lo sviluppo possa causare l’alta percentuale di malformazioni e morte precoce osservata”. È bene sottolineare che quanto osservato per i topi non è direttamente applicabile agli esseri umani. “Non è detto che le cellule umane si comportino come quelle murine, ma approfondire queste conoscenze aiuterà a capire anche le differenze tra cellule staminali embrionali e  indotte umane”, ha spiegato Zhou, che ha aggiunto: “La riprogrammazione cellulare è molto promettente ma non può sostituire lo studio sulle cellule embrionali. I due campi di ricerca non sono alternativi e non si escludono a vicenda”.

Riferimento: doi:10.1038/nature08310

 

 

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