IL RIFORMISTA 3 DICEMBRE 2009
ROMA: CANILE LAGER AL MANDRIONE SCOPERTO DALLA POLIZIA MUNICIPALE
Roma - E' stato un esposto delle guardie zoofile a permettere agli agenti del IX Gruppo della Polizia Municipale di Roma, diretto dal comandante Pietro Di Girolamo, di porre fine ai maltrattamenti che undici cani subivano da tempo. In via dell'Acqua Felice in un cortile di soli nove metri quadrati sono stati trovati otto animali che vivevano tra i loro escrementi in condizioni igieniche disastrose mentre altri tre si trovavano legati con solo mezzo metro di catena. Nei confronti dell'inquilino dell'appartamento, un italiano di 85 anni si e' proceduto ai sensi del Codice Penale per maltrattamento di animali. Un pitbull, sei meticci e quattro cuccioli di Jack Russell sono stati affidati ad un'associazione che si occupa degli animali abbandonati per essere custoditi presso il canile comunale della Muratella. Per un dobermann, invece, sono in corso accertamenti in quanto dotato di microchip.
RADIO RTM
3 DICEMBRE 2009
MALTRATTAMENTO ANIMALI – LA GUARDIA DI FINANZA SEQUESTRA A MODICA UN ALLEVAMENTO ABUSIVO DI CANI IN CONDIZIONI IGIENICHE DISASTROSE
Modica (RG) - La Guardia di Finanza di Ragusa, dopo gli episodi di cronaca degli ultimi tempi che hanno portato alla ribalta il fenomeno del randagismo che hanno causato la morte di un giovane modicano, ed al fine di tutelare gli animali da inutili maltrattamenti e salvaguardare questi ultimi da comportamenti oltremodo crudeli, hanno iniziato una serie di controlli in canili ed allevamenti al fine di verificare le modalità di gestione di alcune strutture usate per l’allevamento dei cani ed accertare che le condizioni di vita degli animali siano rispondenti alle normative vigenti e che gli animali non subiscano inutili violenze. A tale scopo, personale della tenenza Guardia di Finanza di Modica, coadiuvati da personale del servizio veterinario dell’asp nr. 7 di Ragusa, hanno effettuato una ispezione all’interno di una struttura adibita a canile ubicata in contrada frigintini - frazione di modica gestita da un soggetto totalmente sconosciuto al fisco. All’interno dell’area i finanzieri hanno rinvenuto nr. 49 cani di media taglia, che vivevano in pessime condizioni igienico-sanitarie, in totale promiscuità, tra escrementi di vario genere, avanzi di cibo avariato e liquami che venivano abusivamente scaricati in una vicina vasca di raccolta a cielo aperto, a perdere, ubicata nel terreno circostante. A seguito del controllo, il titolare del canile, e’ stato denunciato a piede libero alla locale Procura della Repubblica per maltrattamento di animali, esercizio abusivo dell’attività di allevamento cani in una struttura sprovvista di autorizzazioni sanitarie e smaltimento illecito di reflui mentre i cani, sottoposti a sequestro penale, su disposizione del medico veterinario dell’ Asp. nr. 7 di Ragusa intervenuto sul posto, sono stati lasciati temporaneamente in custodia giudiziale al titolare del canile in attesa di individuare una struttura autorizzata aventi condizioni igieniche più idonee e sicuramente meno crudeli.
ROMAGNA OGGI 3 DICEMBRE 2009
Forlì: Alani in stato d'abbandono, denunciato il padrone
FORLI' - I Carabinieri di Villafranca hanno denunciato per maltrattamento di animali un uomo che non si prendeva più cura dei suoi tre Alani. Uno di questi, un cucciolo di 6 mesi, è morto, mentre gli altri due, un cucciolo di circa sei mesi ed un adulto di 5 anni, sono stati sequestrati e portati al canile per esser sottoposti alle cure del caso. A chiedere l'intervento degli uomini dell'Arma sono stati i vicini di casa, che avevano notato gli animali in stato d'abbandono.Ai militari il padrone degli animali ha spiegato che stava attraversando un periodo difficile. Ora i cani si trovavano al canile comprensoriale di Forlì. Sono denutriti, ma fortunatamente non hanno lesioni gravi. Mentre il padrone rischia una pesante condanna. IL CENTRO 3 DICEMBRE 2009
Cane salva la stalla da un branco
AVEZZANO (AQ). Rottweiler da guardia attaccato da un branco di cani randagi durante la notte. Il cane ha cercato di difendere l’azienda del suo padrone, che si trova nella zona di via Trara, lottando contro i feroci incursori fino all’estremo delle forze. Ora è ferito gravemente. I cani rinselvatichiti e affamati lo hanno accerchiato e poi si sono scagliati contro di lui perché impediva loro l’accesso alla stalla, dove c’erano cavalli e ovini da sbranare. Per questo motivo i cani randagi lo hanno attaccato ripetutamente. Charlie, questo il nome del Rottweieler di 6 anni, ha tenuto testa al branco fino a farli desistere dall’assalto assassino agli animali dell’azienda. Alla fine, però, esausto e gravemente ferito, si è accasciato a terra privo di sensi. A trovarlo è stato ieri mattina il padrone. «Sono arrivato davanti al cancello del cortile», spiega il titolare dell’azienda di allevamento, Paride Di Muzio «e ho visto subito che Charlie era a terra. Ho capito che qualcosa di strano era accaduto. Mi sono avvicinato e l’ho trovato in un lago di sangue». E’ stato richiesto l’intervento di un veterinario che ha operato l’animale suturando decine di profonde ferite. «E’ il terzo cane che mi viene aggredito dai randagi», ha affermato Di Muzio «e sono stanco di questa situazione. Per il bene della popolazione e per l’incolumità pubblica è necessario risolvere il problema e catturare il branco di belve che sta devastando gli allevamenti di tutta la zona». Negli ultimi giorni si sono verificati diversi episodi del genere. E’ stato aggredito e ucciso anche un asino che era nella stalla, mentre delle capre sono state sbranate. A giugno l’Azienda sanitaria locale ha segnalato il problema del randagismo al Comune, che a sua volta ha chiesto al prefetto di avviare la procedura per catturare o abbattere il branco. L’ok, però, ancora non è arrivato. Il randagismo ad Avezzano non è più un problema circoscritto, ma riguarda sempre di più anche le zone rurali e costituisce un serio pericolo per l’incolumità pubblica soprattutto quando i cani formano dei veri e propri branchi. Si tratta di un fenomeno in crescita esponenziale: nella Marsica i cani randagi sarebbero un centinaio, e molti di essi vivono nella zona dell’ex zuccherificio. La maggior parte dei randagi si trova nelle periferie delle città. IL TIRRENO 3 DICEMBRE 2009
Calcio al cane e botte alla padrona
GROSSETO. Un calcio al cane che fa i bisogni e spintoni alla padrona tanto da mandarla in ospadale con un trauma cranico, problemi al rachide cervicale e uno stato ansioso per un totale di dieci giorni di prognosi. La vittima della presunta aggressione è una donna di 68 anni residente a Barbanella. L’aggressore, invece, di anni ne ha 69. La lite è avvenuta martedì mattina in via Telamonio, intorno alle 10.30. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, la signora era uscita di casa con il proprio cane, un animale di piccola taglia, per portarlo a fare una passeggiata al vicino parco Giotto. Arrivati in via Telamonio - ha spiegato la signora - il suo cane si sarebbe fermato per fare un bisogno lungo la strada. La donna, a questo punto, avrebbe aspettato che il cane terminasse per prendere una busta e pulire il marciapiede come consiglia il buongusto e obbliga il regolamento comunale. Prima che questa operazione terminasse sarebbe arrivato l’uomo. «Sudiciona», avrebbe detto alla donna che all’affronto avrebbe risposto con un’altra offesa innescando la reazione dell’uomo che ha a questo punto avrebbe colpito il cane con un calcio. Non è chiaro se i due si conoscessero già o se invece si tratta di due sconosciuti. Fatto sta che dalle reciproche offese e dal calcio con cui l’uomo avrebbe colpito il cane, è nato il parapiglia tra la padrona dell’animale e l’aggressore. Sarebbero volati spintoni e schiaffi tra i due, tanto che alcuni passanti hanno chiamato il 112. Ad avere la peggio, almeno dal referto del Misericordia, sarebbe stata la signora. In via Telamonio è arrivata una macchina del Radiomobile e un’ambulanza del 118. La donna è stata trasportata al Misericordia mentre i militari hanno cercato di ricostruire quello che era appena avvenuto. I medici dell’ospedale hanno riscontrato alla vittima un trauma cranico e problemi alla cervicale, oltre ad uno stato ansioso. La padrona del cane è stata dimessa intorno alle 21, dopo sette ore di accertamenti, con dieci giorni di prognosi. Adesso spetterà agli investigatori ricostruire passo passo quello che è successo in via Telamonio e verificare, le responsabilità dei due contendenti. LA REPUBBLICA 3 DICEMBRE 2009
Un centinaio di esemplari morti nel giro di pochi minuti nella zona del porto Barletta. strage di piccioni "Probabile avvelenamento"
CRISTINA NADOTTI
Barletta (BT) - L'immagine è quella apocalittica, un brutto presagio. Secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa, a Barletta un centinaio di piccioni sono morti improvvisamente, stroncati uno dopo l'altro, nel giro di pochi minuti, mentre erano in volo sulla zona che va dal porto alla città vecchia, fino a piazza Marina. Mancano ancora gli esami delle autorità veterinarie della Asl per accertare che cosa ha causato la morte improvvisa dei piccioni, ma intanto la gente, che si è trovata le strade piene di uccelli morti, teme un avvelenamento dell'aria o la presenza nel porto di qualche sostanza tossica, magari immagazzinata nei silos, che i volatili avrebbero potuto mangiare. Il comandante della Capitaneria di porto di Barletta, Giuseppe Stola, ha dichiarato all'Ansa: "Qualsiasi collegamento tra il decesso e l'attività portuale e quanto si trova nel porto, e questo per diversi ordini di motivi". Il responsabile del nucleo di polizia ambientale cittadino, Pino Cava, ha ipotizzato che gli uccelli potrebbero essere stati avvelenati all'esterno dell'area portuale Marco Gustin, ornitologo responsabile specie e ricerca della Lipu, premette che senza i risultati delle analisi sui piccioni morti ogni affermazione ha soltanto validità di ipotesi. "Intanto non dobbiamo immaginare che i piccioni si siano schiantati a terra tutti insieme contemporaneamente - dice l'esperto - perché se la causa del decesso è l'avvelenamento, la morte avviene in tempi diversi a seconda delle condizioni del soggetto". "Se davvero si tratta di un numero così elevato di esemplari - continua Gustin - l'avvelenamento mi sembra tuttavia la spiegazione più plausibile, perché anche in passato le morie di questo tipo sono poi state ricondotte a qualcosa che gli uccelli avevano ingerito". A Barletta, tuttavia, c'è stato chi nell'immediato ha parlato di un avvelenamento dell'aria. "Ripeto che senza i risultati delle analisi si possono fare soltanto ipotesi - osserva l'ornitologo - ma è un dato di fatto che i piccioni hanno un olfatto particolarmente sviluppato. Non si può del resto trascurare che i piccioni sono animali semidomestici e sono ormai troppi nelle nostre città. La gente dà loro da mangiare, cosa esecrabile perché questo aumenta ulteriormente la loro presenza, e sempre la gente cerca spesso di liberarsi di loro in tutti i modi: sono più propenso a pensare che l'avvelenamento sia causato dal cibo". LA GAZZETTA DI MANTOVA 3 DICEMBRE 2009
Multa al mendicante? No, il cane è di peluche
Mantova - Non tutti lo sanno: chiedere la carità in compagnia di un animale è vietato da una legge regionale e da un’ordinanza comunale. É in base a questo che ieri mattina un passante, un animalista, ha allertato la polizia locale: «C’è un mendicante sotto i portici di corso Libertà, vicino al supermercato Gs: ha un cagnolino, lo tiene in una scatola di scarpe...». Gli agenti sono andati a vedere, pronti a sloggiare il mendicante, e magari - come vuole la legge - a multarlo e a sequestrargli il cane. Ed ecco la sorpresa: il cane nella scatola c’era davvero, ma era di peluche. Nessun dubbio sul mendicante, un vero professionista. VIRGILIO NOTIZIE 3 DICEMBRE 2009
Anziana 92enne intesta patrimonio da 10mln a suo gatto Tommasino Ville, terreni e conti bancari andranno a chi si occuperà di lui
Una villa all'Olgiata, due appartamenti a Roma e Milano, conti correnti bancari e alcuni terreni in Calabria. Non è l'elenco dei beni sequestrati a una cosca mafiosa ma parte del lascito che Maria Assunta, classe 1917, senza figli, originaria di Potenza ma da decenni abitante a Roma, ha deciso di affidare a 'Tommasino', che non è suo figlio ma il suo amato gatto, trovato abbandonato appena nato vicino a un cassonetto dell'immondizia. Il testamento olografo della 92enne, del quale sono nominati esecutori testamentari gli avvocati Anna Orecchioni e Giacinto Canzona, parla chiaro: viene istituito un legato a favore della persona, fisica o giuridica, o dell'associazione animalista che sarà individuata dagli esecutori testamentari, che diventerà erede dell'ingente patrimonio con il perentorio onere di occuparsi del gatto Tommaso. Alla morte di questo, l'erede dovrà occuparsi degli altri animali abbandonati utilizzando un patrimonio stimabile intorno ai 10 milioni di euro. Intanto, Maria Assunta non ha nessuna intenzione di passare a miglior vita. Gode, fanno sapere i legali, di ottima salute.
BIG HUNTER
3 DICEMBRE 2009
Il Tar del Lazio sospende l'ordinanza Martini
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dall'ufficio legale di FederFauna, contro il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ed ha di fatto annullato, previa sospensione d'efficacia, l'Ordinanza recante misure per garantire la tutela e il benessere degli animali di affezione anche in applicazione degli artt. 55 e 56 del D.Lgs 12 aprile 2006 n. 163, firmata lo scorso 16 luglio dal Sottosegretario alla Salute Francesca Martini.Il provvedimento della Martini – come si legge nella sospensiva del Tar del Lazio – non sembra possedere i caratteri che giustificano il ricorso al potere di ordinanza contingibile ed urgente”, in quanto già nelle premesse della stessa si ribadisce tra gli obiettivi della sua emanazione l'attesa di intervenire in via legislativa.
FederFauna fa sapere che da subito aveva sottolineato che il provvedimento avrebbe avuto piu' effetti negativi in termini di costi ed obblighi per i proprietari dei canili e per le gia' in difficolta' Amministrazioni Locali, che non realmente positivi per gli animali, e che gli unici a guadagnare degli spazi, oltre a nuovi ulteriori privilegi, sarebbero stati solo gli animalisti.
ARTICOLI ONLINE
3 DICEMBRE 2009
IL TAR SOSPENDE L'ORDINANZA MARTINI!
E' ufficiale!: il TAR del Lazio ha accolto in toto il ricorso presentato dall'Avvocato Massimiliano Bacillieri, responsabile dell'ufficio legale di FederFauna, contro il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, per l'annullamento, previa sospensione d'efficacia, dell'Ordinanza recante misure per garantire la tutela e il benessere degli animali di affezione anche in applicazione degli artt. 55 e 56 del D.Lgs 12 aprile 2006 n. 163, firmata lo scorso 16 luglio da Francesca Martini. FederFauna, che aveva salutato l'emissione dell'ordinanza con un articolo intitolato: "ORDINANZA MARTINI SUI CANILI. PRO ANIMALI O PRO ANIMALISTI?", aveva sottolineato da subito che il provvedimento avrebbe avuto piu' effetti negativi in termini di costi ed obblighi per i proprietari dei canili e per le gia' in difficolta' Amministrazioni Locali, che non realmente positivi per gli animali, e che gli unici a guadagnare degli spazi, oltre a nuovi ulteriori privilegi, sarebbero stati solo gli animalisti.La pesantissima Ordinanza di sospensione, ottenuta con il ricorso presentato su richiesta di numerosi gestori o proprietari di canili, e' stata depositata in segreteria gia' ieri 02/12/09.FederFauna, gli imprenditori e anche i cani, ringraziano!... http://www.articolionline.net/2009/12/il-tar-sospende-lordinanza-martini.html ANMVI OGGI 3 DICEMBRE 2009
CANILI, TAR SOSPENDE ORDINANZA MARTINI
Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso presentato dall'Avvocato Massimiliano Bacillieri, responsabile dell'ufficio legale di FederFauna, contro il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, per l'annullamento, previa sospensione d'efficacia, dell'Ordinanza recante misure per garantire la tutela e il benessere degli animali di affezione anche in applicazione degli artt. 55 e 56 del D.Lgs 12 aprile 2006 n. 163, firmata lo scorso 16 luglio da Francesca Martini.Ne dà notizia oggi FederFauna. La sentenza è stata depositata il 2 dicembre. IL SECOLO XIX 3 DICEMBRE 2009
«Mia figlia aspettava il cagnolino in regalo:così ho perso 200 euro» Parla una delle vittime
«QUANDO mi hanno chiesto 700 euro per una "gabbietta areata speciale", ho capito che qualcosa non andava. Perché gliene avevo già spediti 200 per il biglietto aereo: in pochi giorni mi sono resa conto che il cagnolino che aspettavo per mia figlia, "via cielo", non sarebbe mai arrivato». Maria (il nome è di fantasia, ndr) è un'insegnante di 44 anni che vive in centro ed è caduta in una trappola on-line. Una truffa che le è costata 200 euro, ma che avrebbe potuto essere ben più onerosa: «Nella sfortuna, poteva andare peggio». CORRIERE ADRIATICO 3 DICEMBRE 2009
Risolto il mistero dei gatti scomparsi
FOSSOMBRONE (PU) - Il Corpo forestale dello Stato e i carabinieri hanno risolto “il mistero dei gatti scomparsi in pieno centro”. La soluzione del giallo, dopo ripetute proteste per la scomparsa di gatti, è stata individuata in una ingegnosa quanto efficace trappola. E subito si è scatenata la fantasia dei residenti del luogo per individuare il rapitore dei gatti e soprattutto lo scopo. I sospetti vanno dalla vendita ai cinesi (per loro il gatto è pietanza succulenta), alla vendita delle pelli e anche ai riti satanici. Chi più ne ha... http://sfoglia.corriereadriatico.it/Articolo?aId=926519 IL SECOLO XIX 3 DICEMBRE 2009
Minacciavano i commercianti con i pitbull: 2 anni in carcere
Albissola (SV) - Condannati per aver minacciato con i loro cani commercianti e baristi di Albissola Marina. IL GIORNALE 3 DICEMBRE 2009
ALEMANNO SPOSTA IL CIRCO ALL'EUR E SCONGIURA LA MARCIA DEGLI ELEFANTI
Andrea Cuomo
Non si farà la minacciata marcia su Roma dei circensi con leoni, elefanti e altri animali. Lo zelo del sindaco Gianni Alemanno ha annullato una manifestazione come Roma - che pure quanto a cortei non si fa mancare nulla - non ne ha mani viste. Dopo che il XVII municipio nei giorni scorsi ha negato infatti all’American Circus della famiglia Togni la storica location del tendone di piazzale Clodio, suscitando l’idea della marcia esotica, il sindaco ha trovato una nuova soluzione: l’esibizione si terrà all’Eur. «Alla fine il sindaco di Roma Gianni Alemanno - spiega Enis Togni - ha mantenuto la promessa fatta nei giorni scorsi e insieme al suo staff ha individuato una nuova area all’Eur, di fianco al Coni, che potesse ospitare il grande circo a tre piste della famiglia Togni in occasione delle festività natalizie. Noi circensi siamo abituati a fare salti mortali e stavolta insieme a noi li ha fatti anche lo staff di Alemanno. Ora cercheremo di ingranare la quinta della nostra macchina organizzativa per cercare di essere in tempo per esordire il prossimo 25 dicembre all’Eur». Animalieanimali 3 DICEMBRE 2009
CIRCHI IN STRADA CON ANIMALI, INTERVENGA MARONI
Nei giorni scorsi la LAV aveva rivolto al Ministro dell’Interno la richiesta di vigilare sul rispetto delle norme in merito alla detenzione e all'utilizzo degli animali dei circhi, in seguito alla minaccia, da parte dei circhi, di marciare nelle città con elefanti, tigri, cammelli e cavalli.Ora l’On. Gabriella Giammanco (PdL), componente delle Commissioni Istruzione e Cultura, Lavoro, della Camera dei Deputati, ha presentato al Ministro dell’Interno un’interrogazione affinché intervenga per impedire queste forme di protesta, intervenendo, laddove necessario, con l'aiuto delle forze dell'ordine. IL TIRRENO 3 DICEMBRE 2009
Via gli animali dal Circo Orfei
Francesco Turchi
LIMITE (FI). «Vogliamo un circo senza animali». Una frase piuttosto comune, uno slogan per molti. Che però assume un sapore particolare se viene pronunciato da un centinaio di ragazzi che frequentano la scuola media, che quando hanno visto arrivare la carovana di Amedeo Orfei a Empoli, hanno scritto una lettera «per riflettere sull’argomento e ricavare degli insegnamenti dalle risposte». Il documento firmato dalle tre classi della sezione B e dalla 2ª C della scuola media Fermi di Limite, è stato inviato anche al sindaco Enrico Sostegni e alla sua collega empolese Luciana Cappelli, parte in causa per il fatto che la carovana si è piazzata a Serravalle. Domenica peraltro c’era stato anche un presidio degli animalisti; ma ora il dibattito sul tema (spesso accompagnato da polemiche), si arricchisce di un nuovo contributo, che però ha la particolarità di essere firmato da adolescenti. «Lo sfruttamento degli animali - scrivono i ragazzi - si manifesta in diversi modi e uno di questi è il circo. Ma pensiamo anche agli zoo, agli acquari, agli allevamenti intensivi e a molte altre forme di violenza e mancanza di rispetto nei loro confronti». L’arrivo in città del circo Orfei ha fatto scattare la molla «perché nei suoi spettacoli utilizza animali addestrati ad assumere atteggiamenti umani, per loro innaturali». Quindi l’affondo: «Provi a mettersi lei nei loro panni: noi l’abbiamo già fatto e ci è sembrato una grande sofferenza stare in una gabbia o in un recinto, eseguire esercizi che non sono nelle loro doti naturali, essere ridicolizzati o usati come merce di guadagno personale. Secondo lei è troppo chiedere un circo senza animali? Per noi no, perché lo consideriamo un modo per rispettare la loro dignità e un’occasione per diventare una società più civile». Quindi il congedo: «Aspettiamo una risposta e la ringraziamo per averci dedicato il suo tempo. Per favore però, non ci dica che esistono altri problemi più importanti, perché noi lo sappiamo già e ce ne stiamo occupando». A spiegare com’è nata l’idea di scrivere questa lettera è la professoressa Prosperi: «Da tempo - spiega - insieme agli altri insegnanti, lavoriamo molto sul tema del rispetto verso qualsiasi essere vivente, attraverso una serie di iniziative e di incontri. I ragazzi hanno dimostrato di essere molto sensibili a questo tema e quando hanno visto arrivare a Empoli il circo Orfei hanno avuto l’idea di scrivere questa lettera, proprio per manifestare la loro contrarietà all’utilizzo degli animali in questi spettacoli. Hanno scritto questa lettera e l’hanno spedita anche ai sindaci interessati». SAVONA NEWS 3 DICEMBRE 2009
Savona: cani e gatti negli ospedali, l'Enpa scrive all'Asl
Savona - La protezione animali savonese ha richiesto al direttore dell’Asl2 di permettere che i “quattrozampe” facciano visita ai loro proprietari ricoverati presso gli ospedali di Savona, Cairo Montenotte, Pietra Ligure ed Albenga, come accade dal 1 dicembre al San Martino di Genova. LA ZAMPA.IT 3 DICEMBRE 2009
Pupetta morì in un pozzo, risarcito il danno affettivo ai proprietari
CALTANISSETTA - Il giudice di pace di Santa Caterina Villarmosa, Francesco Timpanelli, ha riconosciuto ai proprietari di un cane di razza meticcia di nome Pupetta il danno affettivo per la perdita dell'animale, dovuta alla responsabilità di altre persone, e il conseguente risarcimento. La vicenda risale al 2006 quando "Pupetta" si allontanò dalla cuccia che i suoi proprietari le avevano preparato nel loro terreno di campagna. GIORNALE DI VICENZA 3 DICEMBRE 2009
Fuoco nel deposito di uova Galline salvate dai pompieri ZANÈ (VI). L'incendio nell'azienda Fattorie Venete ha causato ingenti danni
Marita Dalla Via
Zanè (VI) - Danni per 100 mila euro alle strutture e 50 mila uova andate in fumo. IL TEMPO MOLISE 3 DICEMBRE 2009
Singolare intervento dei Vigili del Fuoco Cavallo cade in un pozzo e rimane ferito TERMOLI (CB) Salvato con l'utilizzo di una gru
Termoli (CB) - Protagonista del singolare episodio accaduto dopo le 20 di ieri l'altro un cavallo, molto probabilmente di proprietà di alcuni nomadi del posto. Il quadrupede stava girando libero con un altro cavallo più piccolo al seguito nei pressi dell'area di servizio Q8, situata tra Termoli e Campomarino, quando è finito nel pozzo rimanendo ferito. L'oscurità sembra abbia giocato un brutto scherzo all'animale, molto spaventato. Alcuni passanti si sono resi conto fortunatamente dell'accaduto ed hanno chiesto l'immediato intervento dei Vigili del Fuoco. I pompieri sono arrivati in una manciata di minuti sul posto rimboccandosi subito le maniche per cercare di alleviare il prima possibile le sofferenze del quadrupede. Il salvataggio del cavallo sin da subito si è dimostrato difficoltoso.La Squadra ha tentato inizialmente senza il supporto di mezzi meccanici di tirar fuori l'animale ma poi ha chiesto l'intervento di una gru arrivata nell'arco di breve tempo in zona. Il cavallo è stato imbracato e sollevato verso l'alto, fuori dal pozzo, molto profondo. Una volta all'esterno, è stato medicato da un veterinario che, nel frattempo, era giunto sul posto sempre su richiesta degli stessi Vigili del Fuoco. Il proprietario dei due cavalli con disperazione ha assistito all'intera quanto non facile operazione durata dalle 20.30 circa fino alla mezzanotte. Era quasi l'alba di ieri mattina quando la squadra ha potuto fare rientro in Caserma a Termoli ed il veterinario aveva concluso lo «screening» sul quadrupede, che si riprenderà nel giro di qualche giorno. Fortunatamente per lui non ha riportato lesioni di grave entità alle zampe. MYNEWS 3 DICEMBRE 2009
CAVALLO CADE IN UN POZZO DIETRO Q8 TRA TERMOLI E CAMPOMARINO. VIGILI DEL FUOCO SALVANO DALLA MORTE L'ANIMALE
TERMOLI (CB) - E' finito in un pozzo profondo numerosi metri rischiando la morte. Protagonista del singolare episodio accaduto dopo le 20 di questa sera, un cavallo. Il quadrupede stava girando libero dietro l'area di servizi Q8 situata tra Termoli e Campomarino quando è finito nel pozzo rimanendo ferito. IL TIRRENO 3 DICEMBRE 2009
Capriolo investito e ferito sulla via per Camaiore
LUCCA. È stato investito da un’auto che transitava sulla via per Camaiore un capriolo femmina uscito dai boschi lungo la strada. È successo l’altro pomeriggio verso le 17,30. L’auto proveniva dalla Freddana e non ha visto il capriolo che arrivava. Non ha fatto in tempo a fermarsi e l’ha investito. L’animale è rimasto sulla strada, con una zampa che sanguinava, per circa due ore. Il traffico ha subito rallentamenti. «Finché - racconta Mauro Sorbi, che abita nella zona - alle 19,15 è arrivato un mezzo della Provincia. È passato un tempo troppo lungo prima che il mezzo intervenisse per portare via l’animale». Ma il capriolo - anzi la capriola, una femmina di età sui sette mesi e di circa 25 chilogrammi di peso - ce l’ha fatta. È stata portata al centro di cura per gli animali di Ronco, dove si trova assistita dai veterinari. Ha riportato solo alcune lesioni non gravi alla zampa che sanguinava. IL MESSAGGERO 3 DICEMBRE 2009
Università della Tuscia, cani randagi fanno strage di conigli
VITERBO - Un centinaio di conigli di una particolare razza, il «Leprino Viterbese», selezionata dai ricercatori della facoltà di agraria dell'Università della Tuscia, sono stati sbranati dai cani all'interno dell'azienda agricola dell'ateneo. Al danno economico, valutato in circa 5mila euro, si aggiunge un più grave danno scientifico, in quanto gli esemplari di coniglio uccisi, sono stati selezionati e vengono allevati con una tecnica sperimentale messa a punto in anni di ricerca. L'ARENA GIORNALE DI VERONA 3 DICEMBRE 2009
SE SONO TROVATELLI, RIVOLGETEVI SUBITO AD UN VETERINARIO, O AD UN’ASSOCIAZIONE DEL SETTORE In costante aumento la presenza di animali domestici nelle famiglie italiane
Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita esponenziale di animali da affezione che vivono in famiglia e ancora più forte è stata la crescita del valore e dell’importanza del ruolo che essi hanno assunto all’interno delle nostre famiglie. LIBERO 3 DICEMBRE 2009
ANIMALI: SARDEGNA, PRESENTATA PDL BIPARTISAN PER TUTELA CANI E GATTI
Cagliari - Una legge bipartisan composta da undici articoli per tutelare cani e gatti. L'hanno presentata oggi a Cagliari, in Consiglio regionale della Sardegna, Simona Defrancisci (Pdl) e Pierluigi Caria (Pd), ma sottoscritta anche da Mario Diana e Mario Bruno, rispettivamente capogruppo del Pdl e del Pd.''La Regione Sardegna - hanno detto la De Francisci e Caria illustrando la proposta di legge-, nel rispetto dei principi sanciti dalla legge 14 agosto 1991, n. 281, e della normativa comunitaria in materia, promuove la protezione degli animali di affezione nel proprio territorio, favorisce e finanzia la costruzione e la ristrutturazione di canili e gattili gestiti da associazioni di volontariato iscritte nell'Albo Regionale del Volontariato aventi per statuto la finalita' della tutela degli animali da affezione''.Gli interventi dovranno avvenire nel pieno rispetto dell'ambiente, quindi, attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili e di materiali ecocompatibili. ''La Regione Sardegna - hanno proseguito illustrando la legge -, ferme restando le disposizioni penali in materia, vieta e sanziona ogni forma di maltrattamento in qualunque modo e con qualsiasi mezzo attuato nei confronti degli animali di affezione''. TRENTINO 3 DICEMBRE 2009
Denunciati i macellai islamici
Gianluca Marcolini
ARCO (TN). E’ scattata la denuncia per tre dei nove marocchini sorpresi, venerdì, nelle campagne di Pratosaiano mentre erano intenti a macellare, senza le necessarie autorizzazioni, alcuni montoni. I carabinieri hanno segnalato alla Magistratura anche il padrone degli animali. Non è la prima volta che si verificano episodi simili durante la festività islamica del Sacrificio. Macellazioni “abusive” erano state praticate anche lo scorso anno e sempre sul territorio arcense. Per questo motivo venerdì scorso i carabinieri del Nas, col supporto dell’azienda sanitaria, hanno messo sotto controllo le campagne di Arco, pronti ad intervenire in caso di necessità. E difatti così è successo. Alla precisa segnalazione di un cittadino della zona i militari, aiutati dagli agenti della Polizia locale del C9, sono entrati in azione giungendo nel bel mezzo delle operazioni di vendita e macellazione del bestiame. L’intervento delle forze dell’ordine ha permesso di bloccare l’uccisione di un montone ma nei pressi dell’improvvisato macello i carabinieri hanno poi trovato i resti e le pelli di altri sei capi. All’arrivo delle volanti qualcuno, nel gruppo di persone, ha provato a darsi alla fuga ma senza successo. Tutti sono stati fermati e identificati. Da quello che hanno potuto appurare gli uomini del Nas e quelli della Polizia del C9 nelle campagne di Pratosaiano, al momento del blitz, era in corso una vera e propria organizzazione finalizzata all’acquisto e alla macellazione, sul posto, di bestiame con l’obiettivo di consumarne le carni in occasione della festa del Sacrificio. Nei guai sono così finiti i gestori di tale organizzazione ovvero chi si occupava della compravendita e del successivo trattamento dei montoni. Denunciati, pertanto, tre cittadini di origini marocchina (ma residenti in Trentino) e l’allevatore, un altogardesano. Per loro l’accusa è di macellazione clandestina e maltrattamento di animali. Ogni capo veniva venduto a 250 euro. Da tempo i Nas sono impegnati nel fronteggiare l’abbattimento rituale di bestiame eseguito al di fuori delle strutture autorizzate: oltre alla violazione delle norme sanitarie c’è anche la crudeltà riservata agli animali, uccisi tra atroci sofferenze. - IL TIRRENO 3 DICEMBRE 2009
Macellazioni abusive, undici sotto inchiesta e carcasse ovunque
CASCINA (PI). Controlli in tutta la provincia di Pisa - e due situazioni irregolari scoperte a Fauglia e Cascina - dei carabinieri del Nas sulla macellazione rituale di animali che si è svolta in violazione delle norme igienico-sanitarie, al di fuori delle strutture autorizzate e senza adottare preventivamente lo stordimento. Undici le persone denunciate. Questo in seguito ai controlli effettuati in un allevamento di ovini e caprini di Fauglia e in una macelleria di Cascina accusati dei reati di macellazione clandestina e maltrattamento di animali. Sono stati denunciati un allevatore e nove extracomunitari, di nazionalità marocchina, che stavano prendendo parte alla procedura. Ulteriori sei capi animali sono stati sequestrati dal Nas in un altro allevamento di Cascina, il cui titolare aveva allestito un impianto di macellazione, non autorizzato. Animalieanimali 3 DICEMBRE 2009
FOCHE CONTRO DELFINI USA A DIFESA BASI NAVALI
Foche contro delfini: potrebbe essere questa la risposta della Russia alla decisione del Pentagono di schierare all'inizio del 2010 delfini e leoni marini a difesa dei sommergibili nucleari nella regione di Kitsap, nello Stato di Washington. Lo sostiene il quotidiano filogovernativo Izvestia, ricordando che si tratta di una pratica abbandonata dopo il crollo dell'Urss per carenza di fondi. "Vogliamo che i nostri animali lavorino come i leoni di mare americani", ha spiegato Ghennadi Matishov, direttore dell'istituto di biologia marina di Murmansk, nel nord della Russia. Secondo lo scienziato, i leoni marini usati negli Usa "piazzano mine su installazioni, filmano i fondali nemici e registrano le radiazioni". Un tempo, seguendo l'esempio americano, l'Urss aveva un delfinario speciale a Sebastopoli, in Crimea, per addestrare i suoi mammiferi da guerra a difesa della flotta del Mar Nero: i delfini stavano nella baia per segnalare eventuali intrusi e ucciderli, nel caso ricevessero ordine in tal senso. Non solo, secondo Izvestia erano dotati di un rostro per attaccare le navi nemiche ed erano in grado di annientare anche siluri sino a 120 metri di profondità. In teoria potevano anche essere lanciati da un elicottero. La decisione di estendere il programma per difendere le flotte del Pacifico e del mare del Nord fu vanificata dalla carenza di mezzi finanziari e dalla successiva caduta dell'Urss. IL TIRRENO 3 DICEMBRE 2009
Tartufo, un prezzo più basso per far cessare la strage di cani
Elisa Bigazzi
CASTELFIORENTINO (FI). «Abbassare il prezzo del tartufo in fiera: questa è l’unica soluzione possibile per evitare la strage di cani da tartufo che, nel mese di novembre, si ripete ogni anno». E’ questa la proposta di Luca Ammannati, tartufaio castellano. Sono decine gli animali avvelenati durante il periodo della raccolta dei tartufi. E sono in molti a pensare che la causa di tale fenomeno sia la guerra in corso fra tartufai. «Gli anni prossimi - dice Luca Ammannati - sarà sempre peggio se non si prendono provvedimenti. Ormai i tartufai non sono più soltanto amatori, dietro ci sono troppi interessi economici. E non è un caso se continuano ad aumentare i tesserini che vengono rilasciati per la ricerca del tartufo». «E’ una guerra fra poveri - continua Ammannati». Al tartufaio un chilo di tartufo viene pagato circa 2000/2500 euro, ma sul mercato un chilo è venduto da 3500 euro fino a 7000 euro o oltre, in base alla pregiatezza e rarità del tartufo stesso. «Un piatto di spaghetti al tartufo - prosegue Luca Ammannati - al ristorante è proposto anche a settanta euro. Credo che stiamo sfiorando l’esagerazione. Più sono alti i prezzi e più aumenteranno le rivalità fra tartufai, che si dedicano alla raccolta di questo tubero solo per interessi di tipo economico». «Purtroppo - interviene ancora Ammannati - a rimetterci sono i nostri cani, uccisi sempre più spesso con veleni che attaccano il sistema nervoso e provocano la morte dell’animale in meno di un minuto e in maniera orribile». «Penso inoltre - dice il tartufaio castellano - che anche fare dei controlli da parte delle forze dell’ordine sia piuttosto difficile. Le aree sono vaste ed è praticamente impossibile trovare il responsabile o, nella maggioranza dei casi, i responsabili di questi avvelenamenti». Ed ecco la soluzione che viene indicata da Ammannati. «Se il tartufo fosse venduto invece che a tremila euro minimo, a poche centinaia di euro, non ci sarebbero più cani avvelenati - spiega ancora - non ci sarebbero più pensionati che si dedicano alla ricerca tutto il giorno per arrotondare la pensione. Non ci sarebbe più chi si alza presto per andare nei boschi dalle 3 di mattina fino alle 7, prima di iniziare la giornata di lavoro». «Si è parlato anche di chiudere le riserve per qualche anno - continua Ammannati - ma sarebbe inutile. La soluzione è sperimentare almeno per un anno la vendita del tartufo a prezzi molto ridotti e il problema degli avvelenamenti sparirebbe». «Dopo una prima sperimentazione - dice il tartufaio castellano - chi di competenza dovrebbe stabilire un costo massimo per questo pregiato tubero, un prezzo al chilo che i venditori non possono in nessuna maniera superare». AGI 3 DICEMBRE 2009
BISTECCA HI-TECH: ZAIA, NO A MOSTRI ALIMENTARI
Roma - "Mi piacerebbe sapere come si possa semplicemente pensare di dar da mangiare alla gente un mostro alimentare creato in provetta. Eppure ci sono alcuni scienziati che si sono dati la pena di dedicare i loro studi e la loro intelligenza per creare la cosiddetta bistecca hi-tech, un miscuglio aberrante che nulla ha a che vedere con il naturale ciclo produttivo del bestiame".Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia che ha commentato la notizia della creazione di una 'novissima' bistecca da parte di alcuni ricercatori olandesi, che sarebbe stata fatta crescere in vitro da un tessuto, un muscolo di suino, immerso in una specie di brodo derivato dal sangue di feti animali. La commestibilita' di questa bistecca non sarebbe ancora stata testata."Noi non abbiamo nulla contro la scienza a servizio dell'uomo e dell'agricoltura, ma hanno ragione gli agricoltori e la Coldiretti a esprimere la loro indignazione per questi esperimenti di cui non si vede l'utilita', ne' per il settore zootecnico ne' tantomeno per i consumatori". "Ci vorrebbero far credere - ha detto il Ministro - che i consumatori saranno disposti a mangiare la bistecca hi-tech se avra' l'aspetto e il gusto della carne. Contro questo ci ribelliamo, e difendiamo il diritto dei cittadini di nutrirsi con i prodotti buoni dell'agricoltura vera e dei veri agricoltori. Tirare in ballo la difesa dell'ambiente, poi, per giustificare questi obbrobri della scienza e' un'assurdita'. E' l'agricoltura vera, radicata nel territorio, di cui si fa garante, che sola puo' tutelare il rapporto dell'uomo con la natura". VIRGILIO NOTIZIE 3 DICEMBRE 2009
Australia, polemiche su eliminazione dromedari Gli animali hanno invaso una comunita' aborigena creando terrore
SYDNEY - La decisione del governo del Territorio del Nord dell'Australia di eliminare 6.000 dromedari ha scatenato polemiche su scala internazionale. Gli animali hanno invaso una remota comunita' aborigena, terrorizzando i residenti e distruggendo le condutture dell'acqua e delle fognature.Ron Knight,ministro delle amministrazioni locali,che ha deciso l'uccisione degli animali,e' bersagliato dalle proteste,ma sostenuto dalle comunita' aborigene,preoccupate per l'inquinamento delle loro sorgenti d'acqua. ALTO ADIGE 3 DICEMBRE 2009
Esposizioni vive con i canarini e i conigli in fiera
BOLZANO. Non siamo a Pasqua, anzi siam quasi a Natale, eppure è il periodo dei conigli. A dire il vero, anche dei canarini, visto che a Bolzano ormai almeno una volta all’anno queste due specie animali viaggiano insieme. Torna infatti da domani la doppia esposizione, quella dei conigli organizzata dalla Federazione provinciale allevatori di conigli, e quella ornitologica, ovvero di canarini e altri volatili, oragnizzata dall’Associazione ornicoltori atesini. L’appuntamento sarà alla fiera di via Buozzi, da domani a domenica con orari quasi uguali: domani dalle 11 (inaugurazione) alle 18, dopodomani conigli dalle 8.30 alle 19 e canarini dalle 8.30 alle 17.30, domenica conigli dalle 8.30 alle 18 e canarini dalle 8.30 alle 17.30. Partendo dai conigli, l’appuntamento è con la classica esposizione - vendita del del coniglio riproduttore, nel corso della quale saranno presentati circa 400 conigli di varie razze. Tra l’altro dalle 8.30 di sabato sarà aperta anche la vendita dei conigli mentre domenica alle 16 ci sarà la premiazione del concorso per gli esemplari migliori. Passando ai volatili, quella di quest’anno sarà la 45ª edizione della mostra ornitologica, e vedrà la partecipazione di numerosi allevatori provenienti sia dall’Italia che dall’estero. Verranno esposti soggetti di diverse razze, dai canarini di diverse forme e colori a variopinti pappagalli con alcuni rari esemplari esotici. Grande novità, poi, per la prima volta l’associazione ha inserito nel contesto della mostra un’esposizione di colombi di razza italiana di varie grandezze e colori, soggetti molto particolari assolutamente da vedere; inoltre allevatori esperti daranno tutte le informazioni e risposte ai quesiti che i visitatori vorranno porre. Dunque un doppio appuntamento in fiera per tre giornate... animaliste. IL TIRRENO 3 DICEMBRE 2009
Il comitato per la Fiera degli Uccelli si trasforma in associazione
CHIESINA (PT). Il 2009 ha segnato una data importate per la tradizionale Fiera degli Uccelli. Il Comitato che per tanti anni ha gestito e organizzato la festa si è trasformato in una vera e propria associazione, una struttura che permetterà non solo una migliore organizzazione di tutti i soci iscritti ma anche una più proficua realizzazione degli eventi. Dopo un consiglio promotore dell’iniziativa si sono svolte le regolari elezioni degli organi previsti dallo statuto e Giovanni Boldrini è il nuovo presidente, Valeriano Ciampi il suo vice, Gianni di Vita il segretario e Vasco Nini il cassiere. Inoltre ci sono nove consiglieri: Paolo Tarabori, Vasco Pinochi, Osvaldo Pasquinelli, Giovanni Giannini, Aldo Benedetti, Michele Ciampi, Massimo Berti, Carlo Rosellini e Giancarlo Paganelli. Il nuovo consiglio ha promosso subito alcune iniziative e visto l’ottimo risultato della 29ª Fiera degli Uccelli, definita la “fiera dei record” per il numero delle gabbie in gara, per la grande presenza di banchi, per la straordinaria affluenza di circa 4mila visitatori, e per molto altro ancora, ha deciso di devolvere parte del ricavato: 600 euro sono andati alla Pubblica Assistenza per la costruzione della nuova sede, 200 euro alla realizzazione della luminaria nella piazza del paese e altri 200 euro per la ricerca sul cancro. Il nuovo consiglio sta inoltre progettando la Fiera del prossimo anno. Nel 2010 ricorrerà il trentennale, e la manifestazione abbraccerà agricoltura, artigianato, animali, ambiente e arte. Non a caso è stata coniata “La Fiera delle 5 A”. Una festa che si protrarrà per tutto il giorno di ferragosto e che coinvolgerà l’intero paese. L’associazione Fiera degli Uccelli Canori è aperta a tutti e si augura di poter instaurare dei rapporti di collaborazione anche con altre associazioni presenti sul territorio, per poter realizzare iniziative che possano essere attrattiva e promozione di Chiesina e delle sue tradizioni. IL GIORNALE 3 DICEMBRE 2009
I Verdi vogliono sottoporre i cacciatori al test antidroga
FABRIZIO GRAFFIONE
Controllati, tassati, certificati e, adesso, li si vuole pure mettere nel centro del mirino. A puntare contro di loro l'arma della burocrazia stavolta è stato il capogruppo dei Verdi Angelo Spanò che ha chiesto controlli antidroga a tappeto per chi imbraccia la doppietta nei boschi dell'entroterra. Non si tratta, per carità, di illazioni su presunti spacciatori. Ci mancherebbe. Ma soltanto di sguinzagliare i poliziotti provinciali, i vigili e le guardie venatorie che controllano le nostre piccole montagne e le nostre estese colline, un pochino come fanno carabinieri e agenti della stradale con gli automobilisti del sabato sera. BIG HUNTER 3 DICEMBRE 2009
I Verdi chiedono test antidroga per i cacciatori
Il partito dei Verdi, dopo le ripetute sconfitte elettorali a livello nazionale ed europeo e le lotte intestine degli ultimi tempi, è sempre più frammentato indebolito. Mentre in Europa i partiti ambientalisti portano avanti proposte concrete e razionali, da noi il Sole che Ride ha perso la sua credibilità radicandosi su posizioni vetuste, tra cui quella, allineata alla maggior parte delle associazioni animaliste italiane, che tende a demonizzare la caccia. Su queste idee continua la linea dei pochi rappresentanti ancora rimasti nelle varie amministrazioni comunali, provinciali e regionali.Ne è un lampante esempio la proposta di Angelo Spanò, capogruppo ambientalista alla Provincia di Genova di sottoporre i cacciatori a specifici controlli per determinare se fanno uso di alcool e droga. La richiesta prevederebbe l'impiego di agenti provinciali, di vigili e di guardie venatorie muniti degli apposti test eseguiti a tappeto sui luoghi di caccia. Spanò va anche oltre chiedendo che tutti i possessori di licenza venatoria vengano annualmente sottoposti a questi controlli e ad un esame per stabilire il loro stato di salute mentale."Per la droga - insiste Spanò - la presenza nel sangue di sostanze stupefacente dovrà comportare il ritiro definitivo della licenza di caccia e la confisca del fucile. Per l'alcol, se rilevato lo stato d'ebbrezza, si dovrà procedere alla sospensione definitiva della licenza di caccia per almeno sei mesi e alla confisca del fucile. Nel caso il limite sia superiore al doppio o sia stato reiterato lo stato di ebbrezza, si dovrà procedere alla sospensione definitiva della licenza". La richiesta suona ridicola e fortunatamente non è stata presa in considerazione dalla giunta. "Non esiste una legge che discrimina i cacciatori dagli altri cittadini. – ha risposto l'assessore Renata Briano -. Prendiamo la proposta di Spanò soltanto come una provocazione". "Se da un lato dobbiamo dare – ha aggiunto l'assessore Fossati - più risorse e mezzi alla polizia provinciale per i controlli, dall'altro i test antidroga e antialcol li dobbiamo fare a chi guida l'automobile e non a chi va a caccia. Sul certificato psicologico annuale per i cacciatori non posso che prenderlo come una delle tante battute scherzose dei Verdi". Insomma, i Verdi hanno fatto l'ennesimo autogol. BIG UNTER 3 DICEMBRE 2009
Veneto. Ennesimo stop alle deroghe. Zanoni “la caccia in deroga è illegale”
Che il destino delle deroghe del Veneto dopo quello che è successo in consiglio regionale non sarebbe stato spensierato, ce lo avevano detto l'assessore Donazzan, che già mesi fa si era detta disposta a intervenire sistematicamente con lo strumento della delibera di giunta – come poi ha fatto – e l'onorevole Sergio Berlato, il quale anche all'approvazione di quest'ultimo provvedimento (caccia in deroga a storno e peppola dal 25 novembre al 31 gennaio) è tornato a ribadire che data la situazione “più di così oggettivamente non si poteva fare”. Ma le continue interruzioni dovute all'accoglimento delle istanze anticaccia da parte del Tar (tre volte di seguito) hanno un tantino esasperato gli animi. Soprattutto dalla parte animalista, che alza progressivamente il tiro contro la caccia e la giunta veneta. Come annunciato Lac, Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf hanno infatti depositato alla Procura della Repubblica di Venezia una denuncia in merito alle tre delibere, ritenute illegittime.L'ennesimo stop, anche se la sentenza definitiva non è ancora stata emessa dal Tar ma rimandata al 17 dicembre, ha rinvigorito anche Zanoni che usa ormai termini sempre più concitati: "abbiamo salvato da un autentico massacro, per la terza volta consecutiva in meno di un mese, migliaia di peppole e storni. - esulta il presidente della Lac veneta - Spero che dopo questa terza bocciatura i cacciatori si rendano conto una volta per tutte che la caccia in deroga è illegale”. Zanoni insiste sul fatto che le deroghe sono previste dalla direttiva comunitaria solo in casi eccezionali e mai per la caccia, pertanto, secondo il rappresentante della Lac “serve urgentemente una legge che preveda di imputare i costi di queste delibere illegali direttamente ai loro promotori”. Il presidente della Lega per l'Abolizione della Caccia può obiettare sul metodo di applicazione del regime di deroga nel caso del Veneto ma occoorre anche ricodare che la Commissione Europea ha recentemente riconosciuto, per quanto riguarda lo storno, che un grosso contingente della popolazione europea nidifica stabilmente in Italia, suggerendo al nostro direttore generale Aldo Cosentino che chiedeva l'inserimento della specie tra quelle cacciabili, che le istanze italiane trovano già risposta nel lecito strumento delle deroghe. Anche se è dato di fatto che l'argomento è ben più complesso di così ed effettivamente sul nostro paese gravano alcuni (pochi) procedimenti di infrazione, una contraddizione che l'Europa dovrà affrontare lavorando ulteriormente sull'applicabilità effettiva dei principi espressi nella Direttiva Uccelli. BIG HUNTER 3 DICEMBRE 2009
Orsi intervistato da Fare Ambiente. Ambientalismo e caccia, una sinergia possibile
A seguito del convegno l'Ambientalismo e la Caccia che ha sancito l'appoggio di parte del mondo ambientalista alle istanze venatorie, Fare Ambiente ha intervistato il Senatore Franco Orsi sul futuro della riforma della 157. “Quando ci sono delle esigenze vere nella società - sottolinea il Senatore rispondendo a Federica Ricci, responsabile del settore giovani di Fare Ambiente - prima o poi la politica dà delle risposte. Per questo sono sempre stato fiducioso e adesso che una parte del mondo ambientalista cambia atteggiamento, ancor di più”. L'approvazione della legge è ancora lontana, l'iter della riforma sarà ancora relativamente lungo ed è ancora impossibile stabilire quanto – anche se la situazione potrebbe cambiare con il ritiro dei 1500 emendamenti di Della Seta - “Speriamo che questo tempo serva per affinare ulteriormente il testo ai fini del successivo iter presso la Camera dei deputati” dichiara Orsi che torna poi sui contenuti fondamentali del testo presentato. “Il filo conduttore della riforma – spiega - è adeguare la legge alle mutate condizioni faunistiche del paese, all'aumento delle aree protette ed alla drastica riduzione del numero dei cacciatori”. Mentre una legge altamente conservativa come quella del 1992 impedisce alla caccia di svolgere la propria funzione di riequilibrio. Con il nuovo testo "Si allenta qualche vincolo sul prelievo - dice Orsi - delle specie che si sono sviluppate in eccesso e che causano gravi danni all'agricoltura”. La norma sui 16 anni non fa più parte dell'iniziale proposta di Orsi, che in merito ha presentato un apposito emendamento per evitare, spiega, che la riforma fosse focalizzata solo su questo punto dall'opinione pubblica e percepita in modo negativo. Sull'argomento torna la responsabile del settore Giovani di Fare Ambiente, sottolineando un'idea condivisa, ossia che la caccia contribuirebbe a responsabilizzare le nuove generazioni, costruendo in loro un senso etico che le lega all'ambiente. “Molti credono che andare a caccia voglia dire sparare – spiega Orsi -. In realtà la caccia è una fruizione dell'ambiente ed un modo per conoscerlo. lo sparo c'é ma non è la caccia. Il paradosso è che i ragazzini di 12 anni sono autorizzati ad andare nei campi di tiro e nei poligoni ad esercitare l'attività di tiro sportivo e la cosa non suscita nessuna polemica. L'attività venatoria è un'attività sana ed educativa ed è parte della cultura rurale del nostro entroterra che dovremo difendere”. Si può certo fare di più anche sulla cultura ambientale dei cacciatori, sostiene il senatore.I limiti della 157 sono chiari riguardo alla questione dei danni della fauna selvatica. “I danni sono cresciuti in maniera geometrica – commenta sull'argomento il senatore Orsi - e si sono ridotti i soldi per indennizzarli; ricordo che i danni sono pagati con i tesserini dei cacciatori. Ma il problema non è solo di risorse se ci si limita ad indennizzare meglio i danni causati dall'eccessiva densità faunistica di talune specie non si arresta la loro esplosione demografica. Sugli ungulati la strada è quella di ridurre le popolazioni. Pensi che ormai quasi tutti i parchi hanno attivato il controllo faunistico per abbattere animali selvatici”. Il senatore è critico sulla candidatura del Partito Caccia Ambiente alle regionali “E' una sconfitta - spiega - se nasce un partito per difendere la propria passione. Per chi ha quella passione e per la politica. Si immagina lei un partito di ciclisti o di appassionati dell'arte o di commercianti?”. Una sinergia tra le associazioni agricole, ambientaliste e venatorie affinchè si lavori concretamente nella tutela dell'ecosistema attraverso la caccia è la direzione auspicata da Fare Ambiente e sottoscritta anche dal senatore “è difficile ma bisogna provarci” conclude. LA PROVINCIA PAVESE 3 DICEMBRE 2009
Garlasco, all'oasi naturale l'ombra dei bracconieri
Simona Bombonato
GARLASCO (PV). I bracconieri colpiscono ancora. Stavolta piazzando una quindicina di lacci a mezzo metro da terra tra le robinie dell’Oasi Lipu bosco del Vignolo. Una trappola mortale per cinghiali che la legge vieta in modo tassativo. Ma qualcuno l’ha utilizzata con l’aggravante di aver violato l’area naturalistica oltre la Bozzola. I cavi sono stati scoperti dalle guardie venatorie del Parco del Ticino e della Provincia durante un controllo. Solo un mese fa un altro episodio analogo, forse collegato al mercato illegale di animali da impagliare. In quel caso le guardie hanno rinvenuto una poiana impallinata in una Zona di ripopolamento e cattura nella periferia di Gropello, dove vige il divieto di caccia. Ora il ritrovamento dei lacci al Vignolo. «E’ un metodo pericoloso che non fa parte della caccia - ha precisato Pierfelice Begliossi, presidente e consigliere nazionale di Italcaccia - . I cavi uccidono per soffocamento dopo atroci sofferenze. Vi possono rimanere imbrigliati anche i cani. Chi fa queste cose è peggio dei bracconieri». Duro il giudizio di Legambiente per voce di Gianfranco Bernardinello, del circolo di Nicorvo: «La nostra posizione sulla caccia è scontata e la si sa - ha detto - . Quanto al bracconaggio invito i cacciatori a segnalare ogni episodio. Che siano in prima persona loro a denunciare, senza aspettare l’intervento delle guardie venatorie». La stagione della caccia continua fino a fine gennaio. Chiude l’8 dicembre solo la caccia alla lepre per consentirne la riproduzione. Solo per caso a Garlasco i lacci non hanno ucciso. «Erano posizionati per non dare scampo - ha aggiunto Begliossi - . I bracconieri li hanno assicurati ai rami più bassi delle robinie lungo i sentieri tracciati dai cinghiali. Non è un caso. Questa è gente del posto che conosce il territorio e pensa di farla franca». Il colpevole rischia una denuncia penale. Il Parco del Ticino e l’area faunistica della Provincia hanno già intensificato i controlli all’interno delle zone naturalistiche protette. CORRIERE DELLE ALPI 3 DICEMBRE 2009
Troppi cervi: la cura tra caccia e aree protette
Trento - Un tempo nel fondovalle i cervi vivevano nelle anse dei fiumi, popolati da lontre. Le lontre sono scomparse e i cervi si trovano nelle zone boscose in quota. I Parchi hanno avuto nelle Alpi, nel secondo dopoguerra, un ruolo fondamentale nella conservazione dell’ambiente e della fauna. Ma oggi «il loro ruolo cambia», ha detto ieri a Trento in un incontro al Museo di Scienze naturali, Luca Pedrotti. «I Parchi», ha detto Pedrotti, biologo, esperto di ungulati e Coordinatore Scientifico dello Stelvio, «furono dei capisaldi». Il Parco ha funzionato bene: «Oggi la densità di cervi è elevata ma anche problematica per l’ecosistema, in tutti i tre settori (trentino, alto-atesino e lombardo)». Cosa succede? I cervi trovano rifugio nel Parco e vi si concentrano. La popolazione nel settore trentino (Val di Sole, zona Parco e aree limitrofe) oscilla tra 2000 e 2700 individui. La densità media è elevata: circa 23 animali per chilometro quadrato (100 ettari) nel 2008. Il dato più alto nella storia del Parco. L’inverno scorso è stato molto nevoso, la mortalità è stata di circa 700 cervi nel settore trentino. «L’elevata densità causa una serie di impatti. Innanzitutto sul bosco: i cervi mangiano i germogli, azzerano o riducono fortemente la rinnovazione di larici e abeti rossi su ampie porzioni di bosco. Vediamo una semplificazione del bosco e una forte modifica del sottobosco. Questo ha un impatto negativo su gallo cedrone e gallo forcello». Vi sono poi interazioni con altre specie di ungulati: sfavorevoli per il capriolo ad esempio. La causa è, secondo le tesi dell’Ente, la competizione alimentare e nell’uso spaziale con il cervo. Anche il camoscio è in riduzione nel settore trentino del Parco (del 40% negli ultimi 15 anni), per cause in parte (non solo) legate alla densità del cervo. L’obiettivo del Piano di Gestione ora è ridurre della metà la popolazione di cervi dentro il parco, in parte con una dislocazione delle femmine e in parte con un programma di abbattimenti. La seconda azione sarà creare fuori dal Parco una rete di piccole zone di rispetto, prive di disturbo e senza caccia, inducendovi nuclei di femmine, che attirando i maschi spostino parte della popolazione, diminuendo la pressione altrove. Il sogno di aree protette dove la natura possa evolvere liberamente è tramontato. «E’ il momento di fare un passo avanti nella gestione delle aree protette. Dobbiamo pensare a una pianificazione globale, una conservazione graduata in tutto il territorio», conclude Luca Pedrotti. ANMVI OGGI 3 DICEMBRE 2009
L'epidemia animale? Falso allarme: cani e gatti non vengono contagiati
OSCAR GRAZIOLI
La possibilità che l'influenza si trasmetta dall'uomo agli animali è rarissima, anzi ci sono evidenze che ciò in genere non accada. Per quanto riguarda l'eventualità inversa, la trasmissione dagli animali all'uomo, è noto che vi sono alcune specie che funzionano da serbatoio dei virus influenzali e alcune altre che sporadicamente possono trasmettere ai bipedi questa malattia. I maiali e gli uccelli sono formidabili serbatoi dei virus influenzali ed è da lì che le grandi e luttuose epidemie influenzali del passato (spagnola, asiatica ecc.) hanno avuto origine.Dell'attuale influenza, la cosiddetta «suina» (che sarebbe più opportuno definire «messicana») si è parlato e scritto in tutte le salse (anche troppe) ma ben poco si è trattato della sua capacità, o meno, di colpire gli animali d'affezione. Visto però che, dalla lontana Cina, giungono notizie d'isolamento del virus nei cani, sarà bene fare chiarezza e tranquillizzare chi possiede cani gatti e compagnia sui possibili rischi di trasmissione. Prima che salti fuori qualche titolo allarmante sull'argomento, va detto che, se andiamo a cercare particelle del virus, le possiamo trovare praticamente in qualunque animale, dal rinoceronte all'armadillo, la qual cosa non vuol dire assolutamente nulla. Così, il ritrovamento, a Pechino, del virus H1N1 nei tamponi nasali di due cani affetti da sintomi respiratori non vuole assolutamente significare che il cane sia recettivo alla malattia, esattamente come il caso di un gatto trovato positivo qualche settimana fa in Iowa. Si tratta di isolamenti in provetta, su vetrini, su piastre, insomma roba da laboratorio che, con la natura, non ha nulla a che fare. In oriente hanno sterminato gli zibetti perché ritenuti portatori di quella malattia fantasma che è stata la Sars, ormai passata di moda, come un capo d'abbigliamento.In 13 paesi del mondo è stato isolato il virus H1N1 su diverse specie animali, dal gatto appunto, al furetto, dal cane al ghepardo, ma l'isolamento del virus in laboratorio non ha nulla a che fare con la sua capacità di far ammalare l'organismo. Se solo passiamo un dito sulla nostra scrivania e andiamo a isolare virus e batteri, ne troveremo una quantità insospettata e potremmo prevedere la nostra morte a breve. In realtà si tratta di agenti infettivi del tutto privi di significato oppure vinti, alle prime schermaglie, dal nostro sistema immunitario.I virus di tipo influenzale (Orthomyxovirus) sono strettamente legati ai mammiferi, quali l'uomo, il maiale e il cavallo, nonché agli uccelli selvatici e domestici, ma si possono ritrovare, quali ospiti transitori, su innumerevoli specie animali. Basta andarli a cercare. Non dovrà dunque preoccupare la notizia che in quello stato americano l'H1N1 sia stato isolato in un gatto, o che nel tale stato canadese, sia stato isolato nel tacchino o ancora che in Cina sia stato isolato nel cane. Per fortuna le barriere biologiche incontrate dai virus, da millenni adattati a determinate specie, sono tuttora le più efficaci nell' evitare epidemie disastrose. Certo, esiste la possibilità remota che la barriera sia sfondata, ma sarà bene non fasciarsi la testa prima che sia rotta. Quindi, se Silvestro emette uno starnuto, vedete di ragionare. Probabilmente gli ha dato fastidio il fumo della vostra sigaretta. Diverso se in appartamento tenete un maiale. In tal caso lo starnuto è sospetto. IL GAZZETTINO 3 DICEMBRE 2009
Il fronte di avanzamento della rabbia nel bellunese è di 100 chilometri l’anno
Provincia di Belluno - «Il fronte di avanzamento della rabbia nel bellunese è di 100 chilometri l’anno, contro i 50 di media annui di altri focolai» osservano allarmati dal centro padovano di referenza per la malattia.E’ questo uno dei fattori che, unito al rischio di movimentare selvatici rabidi, motiverebbe il rifiuto della Regione Veneto di accogliere la richiesta della Provincia di Belluno di non vietare l’impiego venatorio dei cani già vaccinati.«Misura sproporzionata – ribatte il coordinatore dei distretti venatori, Leandro Grones – considerando come in alcune aree del Friuli, dove il virus fece ricomparsa già un anno fa, l’attività venatoria è ancora permessa». Le misure “troppo restrettive”, stabilite dal provvedimento sanitario regionale, non sarebbero giustificate, secondo i cacciatori locali, perché cadrebbe nei mesi in cui naturalmente i maschi di volpe si movimentano per cercare le femmine. «I nostri cani, soprattutto quelli da ferma – incalza Grones – non aggraverebbero il naturale spostamento dei selvatici».Non aiuta però la causa dei 3500 bellunesi appassionati dell’attività venatoria, distribuiti in 67 riserve e 10 distretti, la conferma di altri sei animali vittime della rabbia, anche se nessuno dei gatti esaminati è risultato infetto. Hanno dato esito positivo, invece, le analisi sulla carcassa dell’asino e di altre 5 volpi.«L’infezione sembra rimanere confinata nella zona alta della provincia, per ora» precisano dall’istituto zooprofilattico veneto. Provengono dal Cadore e Zoldano, infatti, gli ultimi animali uccisi dal virus: un asino a San Pietro e cinque volpi, rinvenute, rispettivamente, a Forno di Zoldo, Lorenzago, San Nicolò, Vodo e Santo Stefano.Sembra sempre più importante, quindi, la vaccinazione orale dei selvatici. «Vaccinare i predatori, veicoli dell’infezione per gli animali domestici, creerà un cordone di soggetti immuni al contagio» spiega Gian Luigi Zanola, dirigente del canile sanitario di Belluno, escludendo invece l’abbattimento in massa delle volpi, che aprirebbe invece la via a nuovi soggetti infetti provenienti dal Friuli.Di pari importanza è la profilassi obbligatoria dei cani a tariffa agevolata di 5 euro, il cui avvio è previsto il 9 dicembre a Lozzo di Cadore. Nel frattempo si allungano le code al canile municipale del capoluogo e agli ambulatori privati, i cui telefoni sono costantemente occupati da proprietari di cani e gatti preoccupati dal diffondersi dell’epidemia. |
DAZEBO 3 DICEMBRE 2009
A/H1N1 RICERCATORI GIAPPONESI ATTACCANO IL VIRUS
ROMA - Un duro colpo per le case produttrici di Tamiflu e Relenza datato 3 dicembre 2009 è stato inferto dall'Università di Hokkaido, nel nord del Giappone, dove un gruppo di ricercatori ha appena scoperto un mix di sostanze che, combinate insieme, avrebbero la capacità di debellare il virus h1n1. Gli esperimenti, fino ad ora condotti soltanto sugli animali hanno evidenziato l'innalzamento del tasso di sopravvivenza nei soggetti colpiti da Influenza A. LA SOSTANZA sarebbe composta da fluidi di coltura ricavati dai ceppi di Aureobasidium che contengono betaglucani, dei polisaccaridi, e da uno speciale acido lattico. Questa soluzione sarebbe più efficace dei farmaci attualmente usati contro il virus come il Tamiflu e Relenza. L'equipe scientifica guidata dal Prof. Tadaaki Miyazaki, biologo molecolare dell'Università di Hokkaido, ha diviso i topi da laboratorio in due gruppi tutti infettati dallo stesso virus h1n1. Un gruppo è stato curato con Tamiflu e il secondo gruppo con la sostanza creata in laboratorio. Il gruppo curato con la sostanza creata in laboratorio avrebbe mostrato un tasso di sopravvivenza altamente superiore rispetto al gruppo di topi curato col Tamiflu che, invece, ha presentato una repentina perdita di peso con conseguente decesso. Dunque la novità è che questa combinazione individuata avrebbe un'alta capacità - ancora non del tutto spiegabile - di rafforzare le difese immunitarie dell'organismo contrariamente ai comuni farmaci antinfluenzali che si limitano a contrastare lo sviluppo del virus.
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