AGI
3 OTTOBRE 2009
CAVALLO FERITO DA COLPO DI FUCILE A BRINDISI
Brindisi, 3 ott.- Ignoti hanno sparato ad un cavallo, custodito in un casolare di campagna. E' accaduto la scorsa notte alla periferia di Brindisi. I carabinieri, chiamati dal proprietario, un agricoltore del posto, hanno accertato che i malfattori hanno prima praticato un foro nella recinzione in lamiera, poi hanno esploso un colpo di fucile che ha ferito il cavallo. Indagini sono in corso per accertare il movente e identificare i responsabili.
LA PROVINCIA PAVESE
3 OTTOBRE 2009
Incidente per un cane, è grave
di Paolo Fizzarotti
BRESSANA (PV). Il cane è uscito all’improvviso dal cortile e gli ha tagliato la strada. Il motociclista ha tentato inutilmente di frenare, ma c’era troppo poco spazio: un istante dopo la moto ha investito il cane, il conducente ha perso l’equilibrio ed è caduto in modo rovinoso sull’asfalto. E’ questa, quasi certamente, la dinamica di un grave incidente stradale che si è verificato nel primo pomeriggio di ieri a Cà Bellotti, una minuscola frazione di Bressana Bottarone, sulla strada provinciale che da Bressana porta a Verrua. Il conducente della moto si chiama Giorgio Calvi, ha 40 anni e abita a Verrua. Ora è ricoverato nel reparto di rianimazione del San Matteo di Pavia, con prognosi riservata. Al pronto soccorso di Pavia i medici gli hanno riscontrato uno stato di politraumatismo, con varie fratture, e un grave trauma cranico. Il cane è morto sul colpo. «Saranno state le 14.30 - spiega una coppia di pensionati che abitano esattamente di fronte al luogo dell’incidente - Eravamo in casa quando abbiamo sentito una breve frenata e poi uno schianto fortissimo. Siamo usciti a vedere cos’era accaduto e abbiamo visto quel giovane per terra. La moto era di lato, mentre il cane era sull’asfalto, morto. Ci siamo avvicinati; il ferito sembrava privo di sensi e respirava male. Stavamo per tornare in casa per dare l’allarme, quando si è fermata un’auto: è stato l’automobilista a chiamare il 118». Sul posto in breve sono arrivati la Croce rossa di Casteggio, l’automedica di Pavia e una pattuglia della polizia stradale di Pavia. Calvi non respirava quasi più, il medico ha dovuto intubarlo sul posto per farlo respirare: poi il motociclista è stato trasportato a Pavia. La stradale ha appurato che il motociclista arrivava da Verrua ed era diretto verso Bressana. Sull’asfalto sono rimasti i segni di una frenata lunga un paio di metri e non di più: segno che il cane, un animale di grossa taglia, ha attraversato la strada davanti alla moto all’improvviso. A quanto sembra il cane appartiene a una famiglia che abita nel cortile vicino: lo si vedeva spesso lungo la provinciale. Giorgio Calvi non è sposato e vive con i genitori a Verrua. Il fratello ha un’azienda artigiana e lui lavora come operaio in una ditta della zona. Probabilmente ieri stava arrivando da casa sua. «Ci spiace molto, perchè lo conosciamo - spiega il pensionato - è il figlio di un mio coscritto. Questa strada, però, è molto pericolosa: il comune deve fare assolutamente qualcosa al più presto».
STABIA CHANNEL
3 OTTOBRE 2009
Castellammare (NA) - Strage di gatti. "Avvelenati dai residenti"
La denuncia arriva da Rosaria Boccaccini, presidente dell'Adda stabiese.
Dario Sautto
Castellammare di Stabia (NA) - "In memoria di tutti i gatti avvelenati e massacrati". Questo è il messaggio apposto sui manifesti a lutto che sono comparsi nelle strade di Castellammare di Stabia. Secondo l'associazione animalista Adda, tra via Marconi, via Sirico, via Plinio e via Bracco, in poche settimane sono stati ammazzati almeno 100 felini, tutti vaccinati, sterilizzati e con il microchip dell'azienda sanitaria, curati dai volontari stabiesi. "Qualche sera fa - racconta Rosaria Boccaccini, presidente dell'Adda stabiese - alcuni negozianti si sono accorti in tempo che nelle ciotole di acqua e cibo che erano state lasciate ai gatti, in realtà erano stati versati veleno ed acido. Questa è un'azione precisa e puntuale di persone, forse residenti, che vogliono fare piazza pulita dei randagi nei loro quartieri". Una situazione che è stata denunciata anche alle forze del'ordine che stanno verificando, nelle zone segnalate, se qualcuno abbia visto qualcosa. La presidente dell'ente denuncia ancora una volta il disinteresse delle istituzioni cittadine sull'argomento randagismo, nonostante la presenza sul solo territorio stabiese di 800 cani abbandonati. "Noi - prosegue Rosaria Boccaccini - continueremo la nostra battaglia contro il maltrattamento e l'uccisione di animali, ricordando che si tratta di reati gravi, oggi puniti con pene severissime". A quanto pare, nelle relazioni consegnate alle forze dell'ordine, c'è un immenso elenco di violenze subite dagli animali nelle strade stabiesi. Alcuni delinquenti si divertono a massacrare cani e gatti con pietre e calci, mentre ora qualcuno addirittura versa acido e creolina nelle ciotole lasciate per strada dai animalisti e cittadini per dissetare e sfamare gli animali. Intanto, in un clima tutt'altro che felice, domenica mattina nella cattedrale di Castellammare si terrà la consueta benedizione degli animali.
LIBERO NEWS
3 OTTOBRE 2009
Zac Efron spara 13 volte a un gatto. Padrona sotto choc
Un atto di una crudeltà inaudita che ancora non è stato commetato dal suo stesso autore. L'idolo delle adolescenti ha sparato con un fucile ad aria compressa a un povero micino. La bestiola è stata addormentata e operata per rimuovere i proiettili
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Il povero gatto Smokey, 9 anni, australiano, ha camminato a fatica fino al tappetino di ingresso della casa della sua padrona e poi si è lasciato cadere, con la testa sanguinante. La sua padrona lo stava cercando da tre giorni. Al gatto sono state sparate nella testolina ben 13 pallottole con un fucile ad aria compressa e l'autire di questa inaudita crudeltà a quanto pare è Cac Efron. Così racconta una fonte vicina alla padrona del micio. Lisa Robins, proprietaria della bestiola, è sotto choc: «Ho denunciato il fatto alla polizia che ha dichiarato che si tratta di una scioccante azione di crudeltà verso gli animali». La signora a poi aggiunto: «Sono sconvolta all'idea che Zac Efron abbia potuto tenere ferma la testolina del mio gatto per poi sparargli, per 13 volte di fila». Il sergente Jim Solvang ha fatto sapere che sono state estratte dal gatto, sedato e operato, 13 pallottole dal cranio e dal muso. «Efron e la sua troupe (in Australia sul set, ndr.) hanno commesso un atto di insensata crudeltà mostrando di non avere alcun rispetto per la vita degli animali lasciando il gatto sdraiato a terra credendo fosse morto». Le associazioni animaliste australiane chiedono che il ragazzo sia punito con la galera.
Efron, tuttavia, è accusato di questo inaudito crimine, ma mancano ancora le conferme ufficiali del suo staff e sorpattutto Zac non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito. Le sue fan sperano in una smentita di questa incresciosa vicenda.
LA GAZZETTA DI MANTOVA
3 OTTOBRE 2009
Stop ai bocconi avvelenati
Mattia Frignani
Suzzara (MN) - Vorrei attirare l’attenzione di tutti i lettori su un grave problema che periodicamente si presenta nelle nostre belle campagne: i bocconi avvelenati. Venerdi 1 ottobre, come tutte le mattine, passeggiavo nei campi intorno alla mia abitazione di S.Prospero di Suzzara quando ho notato che il cane aveva iniziato a scavare tra i resti del mais raccolto da qualche settimana. Memore di altre brutte esperienze passate (un cane salvato in extremis dal veterinario e un altro leggermente intossicato ma senza sintomi gravi, senza contare i diversi cani morti, tutti per avvelenamento, nella zona) mi sono precipitato a controllare e con orrore ho scoperto un boccone di carne avvelenata sepolto tra le foglie. Fortunatamente sono riuscito a evitare che lo toccasse e ora la polpetta è conservata in luogo sicuro pronta per essere portata alle autorità competenti per le analisi e la denuncia. Vorrei chiedere a chi predispone queste trappole perchè lo fa e soprattutto se abbia mai visto morire un cane per avvelenamento. Assicuro a tutti che è una scena straziante, tremori talmente forti che non gli consentono di restare in piedi, bava alla bocca, dolori atroci dovuti alle emorragie interne provocate dagli agenti tossici mescolati alla carne. Spesso si tratta di detergenti, insetticidi, topicidi, qualsiasi prodotto chimico a disposizione in casa (per maneggiare i veleni servono particolari autorizzazioni), che non fanno altro che prolungare l’agonia dei malcapitati animali. Vorrei chiedere a chi predispone queste trappole se ha mai pensato che i campi sono frequentati oltre che dai cani (in questa stagione molti cani da caccia) e dai loro padroni anche da persone che cercano un po’ di silenzio e pace, o magari qualche fungo o frutto selvatico. Molto spesso al pomeriggio si vedono bambini che passano un po’ di tempo con i nonni in mezzo al verde. Cosa succederebbe se uno di questi bambini toccasse i bocconi e poi inavvertitamente si portasse la mano alla bocca? E’ una possibilità tutt’altro che remota. Nei prossimi giorni inoltrerò le dovute segnalazioni alle autorità e, sperando che nessun altro debba fare questo genere di esperienze, invito chiunque si trovi in situazioni simili a fare altrettanto. Le nostre belle campagne non devono diventare un pericolo per tutti noi.
LA PROVINCIA PAVESE
3 OTTOBRE 2009
Lo trovano un mese dopo la morte
di Adriano Agatti
CHIGNOLO PO (PV). L’unica a vegliarlo con amore è stata Nerina, una cagnolina che è stata presa in custodia dal servizio veterinario dell’Asl. Natale Serra, un uomo che aveva 71 e abitava in località Casottina, è morto in solitudine: il suo corpo è stato ritrovato dopo un mese. Natale Serra era una persona conosciuta per il suo grande desiderio di solitudine. Nel 2001 aveva addirittura sepolto in cortile il corpo della moglie che era deceduta a seguito di una lunga malattia. Era stato denunciato per occultamento di cadavere ma era stato assolto dai giudici del tribunale di Pavia. Così il pensionato era rimasto solo nella vecchia casa che si trova in campagna al termine della discesa di via Casottina, alla periferia di Chignolo Po. Un’abitazione semi-abbandonata dove sembra non ci sia nemmeno il collegamento con l’energia elettrica. Natale Serra non voleva queste comodità. Viveva con la sua cagnolina alla quale voleva un gran bene. «L’abbiamo visto l’ultima volta circa un mese fa - spiegano i vicini che vivono a circa cinquanta metri dall’abitazione della tragedia - e così ci siamo insospettiti. Non sentivamo più il cane abbaiare e ci siamo resi conto che poteva essere successo qualcosa di molto grave. All’inizio abbiamo pensato che fosse andato da qualche parte a lavorare. Purtroppo la verità era un’altra». Giovedì sera i carabinieri della locale stazione sono andati in via Casottina e sono arrivati vicino alla vecchia abitazione di Natale Serra. Hanno subito sentito un odore terribile. I militari hanno chiamato più volte il padrone di casa ma non hanno ricevuto risposta. Si sono allontanati, impossibile resistere in quelle condizioni. Ieri mattina hanno avvisato il Procuratore della repubblica di Pavia e hanno ottenuto il permesso di sfondare la porta per capire cosa era successo in quell’abitazione. I militari sono entrati con le mascherine, sono saliti al piano superiore, hanno aperto la porta della camera da letto e si sono trovati di fronte uno spettacolo impressionante. Il corpo del padrone di casa era steso sul letto, a fianco c’era la cagnolina Nerina. I carabinieri hanno preso il povero animale, ridotto ad una scheletro, e l’hanno portato fuori. Poi un medico ha constatato il decesso.
GAZZETTA DI PARMA
3 OTTOBRE 2009
Boretto (RE): sequestrati cuccioli senza documenti
Boretto (RE) - Cinque cuccioli, privi di documentazione legale e veterinaria, sono stati sequestrati dalla Polizia municipale di Boretto. I cuccioli si trovavano a bordo dell'auto di quattro cittadini sloveni.
È accaduto giovedì a Boretto, durante un controllo della polizia municipale. Sono al momento in corso accertamenti per stabilire se gli animali siano stati usati per elemosine, cavie, vendite illegali o, addirittura, addestramenti finalizzati ai combattimenti tra cani. In attesa di dare una risposta a questi dubbi, gli agenti hanno avviato il “vincolo veterinario” degli animali.
LA GAZZETTA DI REGGIO
3 OTTOBRE 2009
Sequestrati cuccioli clandestini
BORETTO (RE). Viaggiavano su un furgone, trasportati da quattro cittadini sloveni che non hanno mostrato nessun documento di vaccinazione e che non hanno saputo fornire un minimo di spiegazione sul loro utilizzo e la loro destinazione. Si tratta di cinque cuccioli di cani scoperti durante un controllo stradale da una pattuglia della polizia municipale composta dagli agenti Salvatore Campochiaro e Annamaria Ribezzo e guidata dal comandante Davide Grazioli. I cinque cuccioli sono stati sequestrati e sottoposti a «vincolo veterinario» e consegnati al personale del canile che provvederà adesso a tutti i controlli sanitari e alle eventuali vaccinazioni. Intanto proseguono le indagini per capire da dove i cuccioli sono arrivati e soprattutto a chi erano destinati. Le cronache sono piene di episodi dove gli animali, in particolare i cuccioli, sono vittime di episodi violenti e illegali: da cavie per laboratori dove non ci si fa tanti scrupoli, all’uso «stradale» per chiedere elemosine e intenerire i passanti, fino alle vendite illegali, fatte sottocosto e senza nessuna garanzia veterinaria, sia per i cuccioli stessi che per altri animali con i quali possono venire a contatto e con rischi anche per l’uomo. «Sono in previsione - ha confermato il comandante Davide Grazioli - ulteriori controlli mirati a garantire soprattutto la condotta dei proprietari di cani, poichè i dati parlano di una preoccupante espansione delle violenze sugli animali e riteniamo sia necessario sensibilizzare al rispetto degli amici a quattro zampe».
CORRIERE DELLA SERA
3 OTTOBRE 2009
La legge dovrà passare alle Camere
Vietati gli interventi per abbellire i cani
Tratta di cuccioli, fino a 15 mesi di carcere. Sanzioni penali per operazioni «estetiche» a coda e orecchie
ROMA — Mai più cuccioli clandestini. La tratta di cani, gatti importati in Italia per vie illegali subisce un duro colpo dopo l’approvazione di una legge severa in Consiglio dei ministri. I trafficanti saranno puniti con pene severe, fino a quindici mesi di reclusione e anche più se gli animali hanno meno di otto mesi. È uno dei puntI fondamentali del provvedimento proposto dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, per recepire una vecchia Convenzione europea. Diventano penali altri reati ai danni dei più deboli. Abbandono, maltrattamento, taglio di coda e orecchie per fini estetici e in generale tutti gli interventi chirurgici che generano sofferenza, comprese l’asportazione di unghie e denti.
La legge dovrà essere esaminata da Camera e Senato ed essere votata entro Natale, come ha annunciato Frattini: «La Convenzione riguarda milioni di famiglie italiane. Solo negli ultimi undici mesi circa 70 mila cuccioli sono arrivati nel nostro Paese illegalmente. Un fenomeno di dimensioni inaccettabili ». Sanzioni per i negozianti che si prestano a vendere cuccioli senza certificato, rischi di vedersi ritirare la licenza per i trasportatori.
Il provvedimento si inserisce in un quadro di iniziative legislative a favore degli animali che acquistano diritti propri di tutti gli esseri «senzienti». È appena stata presentata una sorta di testo unico su iniziativa del sottosegretario al Welfare, Francesca Martini: «La ratifica della Convenzione firmata nel 1997 a Strasburgo è il risultato della collaborazione col ministero degli Esteri. Vengono introdotte importanti novità. In particolar modo, taglio di orecchie e coda diventano reati penali attraverso la modifica dell’articolo 544ter del Codice penale. Pene severe anche per chi porta in Italia cani o gatti non identificati e sprovvisti di certificazione».
L’Associazione nazionale medici veterinari (Anmvi) attendeva da tempo: «Il traffico illegale non sembra avere inflessioni e abbiamo difficoltà a fronteggiarlo perché è causa di gravi problemi sanitari». Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, Ente protezione animali descrive una realtà drammatica: «Le frontiere sono un colabrodo. I cuccioli importati con viaggi faticosi per ogni via muoiono o si ammalano. Sono accompagnati da falsa certificazione per essere venduti come provenienti da allevamenti italiani».
CORRIERE FIORENTINO
3 OTTOBRE 2009
Legge Tratta di cuccioli, fino a 15 mesi di carcere
Vietati gli interventi per abbellire i cani
Sanzioni penali per operazioni a coda e orecchie
Margherita De Bac
ROMA — Mai più cuccioli clandestini. La tratta di cani, gatti importati in Italia per vie illegali subisce un duro colpo dopo l’approvazione di una legge severa in Consiglio dei ministri. I trafficanti saranno puniti con pene severe, fino a quindici mesi di reclusione e anche più se gli animali hanno meno di otto mesi.
È uno dei punto fondamentali del provvedimento proposto dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, per recepire una vecchia Convenzione europea. Diventano penali altri reati ai danni dei più deboli. Abbandono, maltrattamento, taglio di coda e orecchie per fini estetici e in generale tutti gli interventi chirurgici che generano sofferenza, comprese l’asportazione di unghie e denti. La legge dovrà essere esaminata da Camera e Senato ed essere votata entro Natale, come ha annunciato Frattini: «La Convenzione riguarda milioni di famiglie italiane. Solo negli ultimi undici mesi circa 70 mila cuccioli sono arrivati nel nostro Paese illegalmente. Un fenomeno di dimensioni inaccettabili ». Sanzioni per i negozianti che si prestano a vendere cuccioli senza certificato, rischi di vedersi ritirare la licenza per i trasportatori. Il provvedimento si inserisce in un quadro di iniziative legislative a favore degli animali che acquistano diritti propri di tutti gli esseri «senzienti». È appena stata presentata una sorta di testo unico su iniziativa del sottosegretario al Welfare, Francesca Martini: «La ratifica della Convenzione firmata nel 1997 a Strasburgo è il risultato della collaborazione col ministero degli Esteri. Vengono introdotte importanti novità. In particolar modo, taglio di orecchie e coda diventano reati penali attraverso la modifica dell’articolo 544ter del Codice penale. Pene severe anche per chi porta in Italia cani o gatti non identificati e sprovvisti di certificazione». L’Associazione nazionale medici veterinari (Anmvi) attendeva da tempo: «Il traffico illegale non sembra avere inflessioni e abbiamo difficoltà a fronteggiarlo perché è causa di gravi problemi sanitari». Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, Ente protezione animali descrive una realtà drammatica: «Le frontiere sono un colabrodo. I cuccioli importati con viaggi faticosi per ogni via muoiono o si ammalano. Sono accompagnati da falsa certificazione per essere venduti come provenienti da allevamenti italiani».
LA PROVINCIA DI LECCO
3 OTTOBRE 2009
Traffico illegale di cani e gatti Via libera alle norme più severe
ROMA - Giro di vite al traffico illegale di cani e gatti. La pratica fuorilegge in Italia diventa reato punibile con una condanna fino a 13 mesi, pena che viene aumentata di un terzo se vittime del traffico sono cuccioli di meno di otto settimane di vita. Molta attenzione al trasporto illecito di cuccioli proveniente dall'est, un business di 300 milioni di euro l'anno. Saranno reato anche le mutilazioni come il taglio della coda, delle orecchie, e altre mutilazioni non motivate. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al ddl di ratifica della Convenzione di Strasburgo.
TG COM
3 OTTOBRE 2009
Animali, stop a interventi estetici
Punito chi taglia coda-orecchie a cani
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al ddl di ratifica parlamentare della Convenzione di Strasburgo, che introduce norme particolarmente severe a protezione degli animali d'affezione. La Convenzione, ha spiegato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, "introduce dei principi e delle sanzioni penali, in particolare il divieto di abbandono degli animali", e il no a interventi chirurgici o medici non curativi ma "estetici".Oltre al reato di traffico illegale, si introduce infatti quello del taglio della coda, delle orecchie, e di altre mutilazioni non motivate da esigenze terapeutiche. Infine sono previste sanzioni anche per chiunque introduce nel territorio nazionale cani e gatti non identificati e sprovvisti di certificazione sanitaria cosi' come previsto dalla normativa vigente.Soddisfatte le associazioni. ''Sarà un importantissimo strumento per reprimere il commercio criminale di animali, molti dei quali muoiono tra atroci sofferenze durante il loro trasferimento in Italia'', ha detto il presidente nazionale dell'Ente nazionale protezione animali (Enpa), Carla Rocchi. Secondo il presidente della Lega Antivivisezione, Gianluca Felicetti, in questo modo ''si stronca il vergognoso traffico dei cuccioli dall'Est, grande fonte di rischi sanitari come la reintroduzione della rabbia, maltrattamento di animali, evasione fiscale''.
CORRIERE DELLA SERA
3 OTTOBRE 2009
Animali spediti in scatola La Lav: chiudere l’azienda
Lo denuncia Striscia. Il titolare: siamo in regola
Andrea Alba
BASSANO DEL GRAPPA – Un appello alla Procura della Repubblica di Bassano, affinché interrompa l’attività di chi per lavoro spedisce «piccoli animali esotici vivi per posta, li sottopone a viaggi di durata indefinita, rinchiusi in pacchetti ermeticamente sigillati, senza possibilità di respirare, né indicazioni del contenuto sulla confezione ». A farlo è la Lega antivivisezione (Lav) che punta il dito contro un’azienda vicentina, pur precisando che è «in compagnia di altre»: il «mirino » è rivolto al negozio «Natura Viva» di Bassano del Grappa, specializzato nella vendita online di animali esotici, e finito l’altra sera all’interno del tg satirico Striscia la notizia di Canale 5. Dal negozio però respingono le accuse: «Le nostre spedizioni sono conformi alla legge, lo ha accertato nei giorni scorsi anche il Corpo Forestale». Gli ambientalisti segnalano le attività del negozio bassanese da oltre un anno e mezzo. L’azienda infatti, protagonista di un servizio tv andato in onda su «Striscia» nella serata del primo ottobre, già nel 2008 era stata oggetto di denuncia della Lav, depositata alla Procura della Repubblica di Bassano: con l’esposto si segnalava la pratica di spedire animali vivi. Nelle immagini di «Striscia» viene riportata un’intervista al Corpo Forestale che segnala come pratica illecita la spedizione di animali vivi, e successivamente un tentativo di intervista nel negozio bassanese, che finisce in un vivace battibecco per impedire di fare immagini, fra il negoziante Roberto Baccin e i giornalisti del tg satirico. Alla fine i giornalisti mostrano l’auto e la telecamera pesantemente danneggiate, e ne attribuiscono la responsabilità all’intervistato. «Natura Viva» è presente anche su internet, nel sito web vengono mostrati i tipi di animali che vengono venduti via posta: principalmente tartarughine e piccoli rettili. «Purtroppo 'Natura Viva' non è l’unica azienda a proporre questo tipo di vendita – commenta Nadia Masutti, responsabile Lav settore Animali esotici – il mercato dei piccoli animali esotici da compagnia, che ha preso recentemente una piega esponenziale in Italia, va arginato con fermezza: molte sono specie protette di cui è regolamentata o vietata la commercializzazione ». Secondo la Lav la vendita per posta è illegale: «E’ ricordato anche nel sito di Poste Italiane, e nel merito si è espressa anche l’Avda (Associazione Veterinaria per i Diritti Animali) secondo cui 'le eventuali conseguenze del trasporto vanno valutate in riferimento a quanto previsto dalla legge 189\04 che punisce i comportamenti che inducono sofferenza». Dal negozio bassanese respingono al mittente le accuse di Lav e «Striscia». «Ho trovato tre persone dentro la mia proprietà che filmavano e registravano, nonostante gli inviti non sono usciti e mi hanno aggredito – dichiara Baccin – Martedì gli agenti della Forestale di Milano hanno svolto un accertamento nel nostro negozio, non hanno rilevato nulla di irregolare nell’attività e nelle spedizioni e hanno fatto due verbali con cui lo attestano. Nessuna denuncia, nessun sequestro». Baccin ribadisce di operare secondo la legge: «La magistratura indaga da due anni, ma non ha trovato nulla perché è tutto in regola: da 15 anni spediamo gli animali secondo le normative del settore. I pacchetti non sono ermetici, o gli animali morirebbero, ma sono fatti secondo quanto previsto dall’azienda sanitaria locale. Se Striscia avesse fatto regolare richiesta, avrei autorizzato le immagini».
IL TIRRENO
3 OTTOBRE 2009
Tre dissequestri al Carapax
MASSA MARITTIMA (GR). Si avvicina il momento della sentenza del processo Carapax, per le presunte irregolarità nella detenzione degli animali di cui sarebbero stati autori i responsabili del centro, Donato Ballasina, Maria Joris Vandepitte e Donatella Pestelli. E nel frattempo, sono giunti i primi provvedimenti di dissequestro. Li ha firmati il giudice Giovanni Puliatti, davanti al quale si terranno altre due udienze: il 14 ottobre per ascoltare una testimonianza e il 23 per la discussione finale. Il primo provvedimento di dissequestro riguarda il locale adibito a sala riunioni e quindi di tutta la documentazione contenuta. Il secondo provvedimento riguarda invece le scatole contenenti i gusci dei rapaci: sono state liberate dal sequestro penale e dell’esecuzione è stato incaricato il corpo forestale dello stato. La forestale dovrà però verificare se ci siano gli estremi per un sequestro amministrativo. Il terzo provvedimento riguarda la terza vasca: perché, ha argomentato il giudice, le tartarughe che vi sono custodite sono oggetto di furto e non vi è motivo di mantenere i sigilli.
LA NUOVA FERRARA
3 OTTOBRE 2009
A Cento (FE) non si trovano veterinari per le urgenze
Caro direttore, scrivo per un gruppo di persone di Cento che giovedì 1 ottobre, alle ore 20.30 circa, ha assistito ad un incidente nel quale è stato investito un cane. Siamo molto indignati perché per trequarti d’ora abbiamo cercato un medico veterinario a Cento senza alcun successo. L’unico (che ringraziamo) è stato il dottor Gabriele Garuti di XII Morelli. Possibile che se viene investito o sta male un animale fuori orario di ambulatorio non esista nessun medico d’urgenza in una città come Cento? Comunque vogliamo far sapere che per ben trequarti d’ora abbiamo visto un cane in agonia, sperando di trovare un medico e che alcuni di loro hanno anche risposto alla nostra chiamata però impossibilitati di assistenza. A cosa serve il numero delle urgenze? Siamo amanti di tutti gli animali e riteniamo che queste cose non devono più succedere. Lettera firmata
IL CENTRO
3 OTTOBRE 2009
Visoni in fuga, ordine di cattura del Parco
Roberto Raschiatore
CASTEL DI SANGRO (AQ). Celeste Silvestro se l’è trovati in giardino e ha tentato di mandarli via a colpi di scopa. Alla guardia comunale hanno ucciso un’oca. Amico Di Vincenzo li ha visti fuggire via dopo un banchetto nel suo pollaio. Una ventina quelli morti sulla superstrada, travolti dalle auto, come segnalato da Roberto Marotta. I visoni liberati dall’allevamento di Castel di Sangro hanno fatto danni in un raggio di 30 chilometri, spingendosi fino nel Parco. UN VERO CASO. I 130 predatori che corrono sul sentiero della libertà sono diventati un caso. In tutto l’Alto Sangro e nei confinanti paesi del Molise. Un caso perché le loro scorribande in orti e pollai causano danni. Un caso perché si sono spinti anche nel Parco nazionale d’Abruzzo. Una segnalazione è arrivata persino da Opi. IL FATTO. I visoni neri dalla pregiata pelliccia sono stati liberati una settimana fa durante un blitz di un gruppo di animalisti. Gli ecologisti sono entrati di notte nell’allevamento di Castel di Sangro. Hanno fatto saltare i lucchetti delle gabbie e dopo avere staccato i cartellini identificativi hanno lasciato correre via i predatori. Hanno tentato di incendiare anche il laboratorio di conceria e hanno danneggiato alcune apparecchiature. Ben presto i mustelidi, conosciuti per la loro aggressività e voracità, hanno iniziato a fare danni. A Rionero Sannitico, Ateleta, Scontrone. I PROPRIETARI. Hanno pochissima voglia di parlare. Qualche anno fa finirono alla ribalta delle cronache per un altro blitz degli animalisti sfociato in un duro scontro, con nove feriti e strascichi giudiziari. Nell’allevamento nei pressi di un cavalcavia della superstrada 652 vengono selezionati circa 2mila visoni. Si trovano nelle gabbie disposte in 5 strutture. L’azienda è intestata a Francesco D’Amico . «Non c’è niente da dire», afferma il padre Raffaele , insegnante all’Istituto per l’agricoltura di Castel di Sangro e collaboratore del figlio, «ma una cosa scrivetela: odio gli animalisti. I visoni? In giro ce ne sono tanti, come è normale che sia da queste parti». LE TESTIMONIANZE. Sulla vicenda non sono state presentate denunce, neanche da parte di coloro che in questi giorni stanno subendo danni dai visoni in fuga. Gli assalti più frequenti a Rionero Sannitico, comune della provincia di Isernia a una manciata di chilometri da Castel di Sangro. Ne sanno qualcosa Celeste Silvestro o Amico Di Vincenzo . «Alla guardia comunale hanno ucciso anche un’oca», racconta il presidente della locale Associazione dei cacciatori, «sono terribili e gli avvistamenti si susseguono». Una donna ne ha trovati sette, otto nel giardino della propria abitazione e quando ha cercato di scacciarli i visoni hanno cominciato a mordere il bastone. Roberto Marotta aggiunge: «Una ventina sono stati trovati morti sulla superstrada. Ho sentito dire che nei prossimi giorni ci sarà una caccia al visone e la Forestale piazzerà una serie di bidoni con interiora di pollo per attirare i visoni e poterli catturare». Ma quella della cattura, per ora, sembra solo una leggenda metropolitana. Come spiega anche Mauro D’Andrea , comandante della stazione della Forestale di Forlì del Sannio. ECOSISTEMA A RISCHIO. Lo ha già evidenziato il professor Luigi Boitani , docente di Biologia animale e dell’uomo all’Università La Sapienza di Roma e consulente del Parco nazionale d’Abruzzo. Lo ribadisce Tiziana Altea , responsabile dell’Ufficio biodiversità della Forestale di Castel di Sangro: «E’ una specie molto aggressiva che può attaccare roditori, rettili e anfibi, turbando l’equilibrio dell’ecosistema. I mustelidi sono molto reattivi e hanno un metabolismo accelerato. Il problema è di chi ha compiuto questa oscenità. Si potrebbero catturare o pensare a interventi di sterilizzazione per evitare che si riproducano. Io stessa ne ho visto uno a San Pietro Avellana, sempre in Molise». I TIMORI DEL PARCO. Li mette in luce il presidente Giuseppe Rossi . «Ci sono segnalazioni nelle zone limitrofe al Parco e stiamo vagliando quella arrivata da Opi», afferma il responsabile del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, «vanno immediatamente fermati. Perché si tratta di una specie aliena che pone un problema delicatissimo nella zona protetta e non solo. Faremo delle verifiche e valuteremo gli interventi di controllo da adottare. I maggiori pericoli potrebbero esserci per la lontra, recentemente riavvistata. Non vorremmo che si verificasse ciò che sta accadendo con i cani randagi o rinselvatichiti, diventati più pericolosi dei lupi». -
IL TIRRENO
3 OTTOBRE 2009
Né carne né pesce, parola di chef
Claudio Bottinelli
CAPALBIO (GR). Cresce, anche in Italia, il popolo dei vegetariani e dei vegan. In particolare dei vegan, che non solo rifiutano di mangiare animali (pesci compresi), ma anche qualunque cibo che abbia origine animale, come uova, latte o formaggi. E lo fa per una precisa riflessione che rifiuta l’idea di uccidere o di sfruttare esseri viventi. L’Eurispes nel 2006 stimava i vegetariani in 6 milioni in Italia, in costante crescita. Anche i vegan sono sempre di più. Ma finora era per loro difficile poter andare al ristorante. Visto che i ristoranti italiani propongono oper lo più menù basati in gran parte su sughi, arrosti, stufati a base di carne; e per un vegan questo vuol dire non mangiare o limitarsi a patate fritte e insalata. Ecco dunque l’idea, lanciata dalla Lav e fatta propria dall’Ascom Confcommercio, di ristoranti che - segnalati da targhe adeguate - da oggi proporranno accanto al menù “classico” anche un menù alternativo in stile veg, che oltre a tutelare gli animali va anche incontro all’ambiente e all’economia globale, perché - fa notare chi pensa ‘vegan’ - l’allevamento porta gravi danni da inquinamento, causa deforestazione per la creazione di pascoli, offre un risultato in termini nutrizionali che è solo un decimo di quello che potremmo ottenere (e magari redistribuire nei Paesi colpiti dalla fame) se consumassimo direttamente i vegetali usati per far crescere gli animali. Il progetto si chiama “Veg+” e verrà lanciato in tutta Italia stamattina, partendo da Capalbio (ore 11.30, ristorante “Il Frantoio”) con una conferenza stampa nazionale cui seguirà una degustazione a buffet di cibi vegan. Non è un caso la scelta della località nella quale l’idea si concretizza per la prima volta in Italia: Capalbio infatti è stata negli ultimi quarant’anni protagonista di grandi momenti dell’ambientalismo e siè trovata più volte in prima linea nrl fronte del rispetto e della salvaguardia dell’ambiente. e della natura. Con il presidente Lav, Gianluca Felicetti, e il direttore Ascom Grosseto, Paolo Regina, testimonial della giornata saranno il presentatore Red Ronnie, Daniela Poggi, la nutrizionista Michela De Petris e il filosofo Tom Regan, uno dei pensatori che più hanno sviluppato negli ultimi decenni la teoria animalista. Sono già molti (più di venti solo nella provincia di Grosseto), i ristoranti che hanno aderito e proporranno anche un menù, quello veg, bene accetto anche a chi sta attento a quel che mangia, visto che i piatti sono assolutamente privi di colesterolo. Non bisogna pensare però che le ricette vegan si limitino a verdure, cotte o crude, e a poco più. Tutt’altro. Usando in modo adeguato cibi come il seitan e il tofu, ad esempio, si possono cucinare piatti da far venire l’acquolina in bocca. Le ricette vegan sono un’infinità, ma finora erano rimaste nel “segreto” delle cucine di pochi. Da oggi, con il progetto lanciato dalla Lav e promosso dall’Ascom Confcommercio, in molti ristoranti italiani sarà un’altra cosa. E accanto al menù di sempre ci sarà un menù vegan che oltretutto darà anche un valore turistico aggiunto e sicuramente gradito sul piano internazionale: qualcosa in più insomma che non potrà non attirare l’attenzione. Tutto parte da Capalbio. Stamani prima di mezzogiorno.
IL SECOLO XIX
3 OTTOBRE 2009
Domani l'apertura della caccia al cinghiale
La Spezia - Parte domani la caccia al cinghiale in tutta la Provincia con mille capi in più da abbattere, rispetto allo scorso anno. Visto il gran numero di ungulati la Provincia della Spezia ha portato infatti a 4.500 esemplari il limite massimo degli abbattimenti possibili. Sono quasi 2.200 i cacciatori spezzini, più o meno lo stesso numero dello scorso anno, sui 3.400 che hanno rinnovato la licenza, riuniti in 53 squadre, pronti a scendere in campo domattina per l'attesa apertura che inizierà alle 7,45 e si protrarrà sino alle 16,45. Giornate di caccia il mercoledì e la domenica. Tra le novità del calendario venatorio 2009-2010 la possibilità di cacciare il cinghiale anche nel mese di gennaio se il tetto dei 4.500 esemplari abbattuti non sarà stato raggiunto entro il 31 dicembre. Tutto il territorio provinciale è suddiviso come nel passato, in 6 distretti di caccia, 11 comprensori e 53 zone di caccia . Tra le novità del calendario annuale la possibilità, in via sperimentale, dell'effettuazione di braccate con l'unione di due squadre che cacciano in zone fisse confinanti per un numero massimo di tre nell'intera stagione. Per ogni comprensorio è stato fissato un numero massimo di capi da abbattere che non potrà essere superato. Questi i distretti: 1 con i comuni di Carro, Maissana e Varese Ligure, comprensori A e B; 2 con i comuni di Zignago, Sesta Godano, Rocchetta (zona Ovest) e Brugnato (zona Ovest) ed i comprensori C ed M; 3 con i comuni di Bonassola, Deiva Marina, Framura, Levanto, Carrodano, Borghetto, Pignone e Riomaggiore con i comprensori E ed F; 4 con i comuni di Rocchetta Vara (zona Est), Brugnato (zona Est), Calice, Beverino e Bolano, con i comprensori D ed H; 5 con i comuni di Riccò del Golfo, Follo, Vezzano Ligure, La Spezia e Portovenere ed il comprensorio G; 6 con i comuni di Santo Stefano, Arcola, Lerici, Sarzana, Ameglia, Castelnuovo e Ortonovo ed i comprensori I ed L. La composizione media di ogni squadra è di 35 cacciatori (il numero minimo previsto è di 20 con in più un massimo di 6 invitati) ma alcune arrivano a 70-80 elementi con un numero massimo di cacciatori inferiore a quello dello scorso anno, quando si era arrivati a registrarne anche 90. "Come sempre varare un calendario efficacenon è stato facile –spiega l'assessore provinciale alla caccia Giorgio Traversone- ma anche quest'anno ci siamo riusciti con un'attenta opera di mediazione e facendo prevalere il buonsenso là dove c'era aperta conflittualità per l'assegnazione delle zone di caccia».
IL GIORNALE DI VICENZA
3 OTTOBRE 2009
Caccia agli uccelli protetti In Regione c'è la delibera
IL CASO. Le "deroghe" per la stagione in corso inserite in un atto amministrativo. Il via libera è atteso per martedì
Legge bloccata dalla guerra Lega-Pdl, la Giunta ci prova con la "scorciatoia". Ma la Lac avverte: «Ricorriamo al Tar»
Vicenza. La caccia in deroga imbocca la scorciatoia, dopo essersi impantanata sulla strada maestra. Niente legge regionale, almeno per ora: avanti con delibera della Giunta veneta, che ammetterà di abbattere quattro specie protette in deroga rispetto ai limiti europei.
Il provvedimento è stato adottato in prima battuta dal governo Galan. Ora passerà in commissione, poi tornerà in Giunta per il via libera definitivo. Tutto avverrà martedì, in poche ore. Salvo intoppi - premessa d'obbligo - dal 7 ottobre pispola, peppola, fringuello e storno finiranno nel mirino dei cacciatori veneti e delle 20 mila doppiette vicentine. Ma le associazioni animaliste e ambientaliste sono in agguato: già minacciano di bloccare tutto con un ricorso al Tar. LA SCORCIATOIA. A differenza di quanto avvenuto ininterrottamente dal 2002 al 2008, non sarà una legge a consentire la caccia in deroga, bensì un atto amministrativo. La delibera di Giunta è la preannunciata "opzione-bis" che l'assessore alla Caccia Elena Donazzan aveva promesso al popolo delle doppiette nel caso di stallo della proposta legislativa in Consiglio regionale. E stallo, per usare un eufemismo, è stato: anche la settimana scorsa l'assemblea di Palazzo Ferro Fini non ha avuto i numeri - complici le assenze nel Pdl - per discutere della legge. Tutto questo dopo un'estate di guerra aperta tra Lega Nord e Pdl, partiti che, anche tra i cacciatori, pensano di giocarsi migliaia di voti per le prossime Regionali. QUATTRO SPECIE. Se in luglio il Carroccio proponeva di poter sparare a ben 11 specie mentre il Pdl si fermava a cinque, nelle settimane successive fu trovato un compromesso su una nuova proposta per sei specie cacciabili. Inutile. In Consiglio regionale quel compromesso non ha mai superato la prova del voto, nel senso che mai si è giunti a discutere la legge. Così, l'assessore Donazzan ora estrae dal cappello la delibera per poter cacciare 4 specie. IL RAMMARICO. «Non essere riusciti a varare la legge è una brutta pagina - riconosce Donazzan -. Finché abbiamo tenuto il tema venatorio su un piano trasversale e su contenuti "tecnici", non si sono stati problemi. Ma quando è diventato scontro politico ci siamo schiantati. Annusata l'aria, da qualche tempo ho pensato alla delibera, che si regge sulla legge quadro approvata nel 2007 e modificata l'anno scorso». OCCHIO AI RICORSI. «Non è certo colpa nostra se non si è arrivati alla legge», rilancia Roberto Ciambetti, capogruppo della Lega Nord. «La delibera è meglio di niente, ma dà meno garanzie della legge: crea incertezze per i cacciatori e per chi fa i controlli». E soprattutto, come riconosce la stessa Donazzan, «è impugnabile». In effetti si preannuncia battaglia. Gianfranco Bettin, leader dei Verdi in Regione, giudica la delibera «illegittima». Se la legge tornerà in Aula, è pronto a calare «migliaia di emendamenti»; se ci si limiterà alla delibera, «saranno le associazioni ambientaliste a fare ricorso». «I nostri legali - annuncia Andrea Zanoni, presidente della Lac - sono al lavoro per la stesura del ricorso al Tar». E la Lipu è sulla stessa linea. Ma la strada delle legge è davvero impercorribile? «Io non ho perso le speranze - afferma Ciambetti -. La Lega in aula sarebbe presente». «Anche il Pdl ci sarebbe - conclude Donazzan - ma ci sono pochissime possibilità che la legge passi. Ci vorrebbero dieci mesi. E a quel punto la stagione sarebbe chiusa e anche le elezioni regionali sarebbero passate».
BRESCIA OGGI
3 OTTOBRE 2009
Caccia, il Tar boccia i due giorni «extra»
LA SENTENZA. Nuova vittoria ambientalista, accolto il ricorso che chiedeva di bloccare la concessione di un periodo supplementare nei mesi di ottobre e novembre
Sala: «Calpestata la nostra tradizione venatoria» La Lac: «Un nuovo smacco per una politica dissennata»
Altra doccia fredda per i cacciatori bresciani. Ieri il Tar di Brescia, dopo lo stop alla pre apertura per tortora e merlo, ha bocciato un'altra decisione della giunta provinciale (legata a una deroga regionale alla legge nazionale): sospesi i due giorni alla settimana di caccia aggiuntiva alla fauna migratoria nei mesi di ottobre e novembre. Insomma, adesso si potrà sparare solo per tre giorni alla settimana anziché cinque. Lo stop arriva con una ordinanza che accoglie una istanza presentata ai giudici dalla Lega abolizione caccia (Lac). La motivazione cardine? «Il numero di giornate di caccia appare recessivo rispetto all'interesse alla conservazione delle specie cacciate che, dal parere dell'Ispra, appare minacciato, non esclusivamente ma indubbiamente anche dall'esercizio dell'attività venatoria». La vittoria degli ambientalisti diventa poi triplice se si considera anche l'ordinanza, sempre del Tar, per la maggior tutela dei valichi alpini (Maniva e Colle San Zeno) a cui la Provincia si è adeguata nei mesi scorsi vietando la vagante all'avifauna migratoria.
Durissimo il commento dell'assessore provinciale alla Caccia Alessandro Sala, mentre esultano le associazioni ambientaliste, Lac in testa. «Il provvedimento - ha dichiarato Sala - è di una gravità inaudita ed è motivo di indignazione per i cacciatori. Ineccepibile sotto il profilo formale, ha conseguenze che calpestano con indifferenza la tradizione venatoria e che risultano offensive nei confronti dei cacciatori bresciani». Per l'assessore il Tar non ha approfondito la documentazione presentata dalla Provincia, che dimostrava come le specie prese in esame non fossero in sofferenza: «Il Tar basa il suo giudizio esclusivamente sul parere negativo dell'Ispra, senza commentare i dati forniti da noi. A questo punto si dubita persino che siano stati letti». Scarno ma incisivo il commento della Lega abolizione caccia: «Un nuovo smacco per la politica dissennatamente filovenatoria della Provincia di Brescia, dal momento che il Tar ha tranquillamente fatte proprie le nostre motivazioni sulla minaccia alla fauna selvatica rappresentata dalla caccia. Una nuova vittoria che si tradurrà in una minore perdita di vite alate sacrificate sull'altare di un crudele e anacronistico passatempo».
QUI BRESCIA
3 OTTOBRE 2009
Stop del Tar alla caccia supplementare
Il Tar di Brescia ha bocciato una decisione della giunta provinciale sulla attività venatoria, sospendendo i due giorni di caccia aggiuntiva alla fauna migratoria nei mesi di ottobre e di novembre. La decisione arriva dopo quella di negare il via libera alla pre-apertura per le specie di tortora e merlo.
Con questa sentenza, che accoglie anche una istanza dei della Lega abolizione caccia, le doppiette potranno sparare solamente tre giorni alla settimana anziché cinque. La motivazione, si basa sul parere dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la Ricerca ambientale) che ha valutato eccessivo il numero di giornate di caccia rispetto all’interesse ed alla conservazione delle specie oggetto dell’attività venatoria. Per i cacciatori si tratta di una vera e propria doccia fredda che segue un’altra ordinanza del Tar che, nei mesi scorsi, ha vietato di fatto la caccia vagante all’avifauna migratoria, con la motivazione di una maggior tutela dei valichi alpini del Maniva e di Colle San Zeno. Per l’assessore provinciale Alessandro Sala si tratta di “un provvedimento che calpesta la tradizione venatoria e che risulta offensivo nei confronti dei cacciatori bresciani”, mentre esulta la Lav che parla di una “vittoria che si traduce in una minore perdita di vita alate sacrificate in nome di un anacronistico passatempo”
FUTURO PROSSIMO
3 OTTOBRE 2009
Gli speciali - 8 animali bionici - 5 - Pierre, Pinguino bionico
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Povero Pierre! E' un pinguino africano di 26 anni ospite dell'Accademia Californiana delle Scienze: ha perso le piume con la vecchiaia e rabbrividiva quando i suoi 19 compagni sguazzavano tranquillamente nell'acqua."Aveva freddo, si scuoteva di continuo" dichiara Pam Schaller, biologo dell'Accademia. La soluzione? Convertire una speciale muta da sub per missioni di profondità oceanica in una seconda pelle per Pierre: l'integrazione con uno speciale strato di velcro ha permesso il raggiungimento dell'obiettivo.
SAVONA NEWS
3 OTTOBRE 2009
Finale Ligure (SV): allarmante moria di germani reali e anatidi
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Finale ligura (SV) -Le guardie zoofile dell'Enpa di Savona indagano su una misteriosa moria di germani reali ed altri anatidi che si è verificata alla foce del torrente Sciusa a Finale Ligure. Insieme agli ispettori del Servizio Veterinario dell'ASL 2 le guardie zoofile hanno accertato la morte di almeno una ventina di animali, altri ancora vivi sono stati prelevati dai volontari dell'Enpa per essere curati. Prelevati alcuni corpi e campioni di acqua da
sottoporre ad analisi per accertare le cause della moria, che sembra da attribuirsi allo scarso deflusso del torrente ed al conseguente aumento di concentrazione di sostanze botuliniche, particolarmente velenose per i volatili. I volontari dell'Enpa, proprio in questi giorni, stanno soccorrendo numerosi gabbiani in diverse spiagge della provincia, segnalati da turisti e cittadini. "Il soccorso della fauna selvatica - ricorda l'Enpa - e' di competenza della Provincia ma fino ad oggi e' svolto esclusivamente con propri mezzi dalla Protezione Animali, che attende fiduciosa che la Giunta Vaccarezza destini al settore le indispensabili risorse economiche ed organizzative".
IL GIORNALE
3 OTTOBRE 2009
BAARIA PROTEZIONE ANIMALI CHIEDE IL SEQUESTRO
Dopo le polemiche per la scena dell’abbattimento del toro, su «Baarìa» piomba una denuncia. L’Ente nazionale per la protezione degli animali chiede «l’urgente sequestro di tutte le copie del film». L’Enpa chiede di vietare la proiezione «per impedire che il reato venga portato ad ulteriori conseguenze e per evitare che la scena continui a produrre inutile sgomento, gratuito ribrezzo e profondo raccapriccio anche ai bambini».
TEATRO NATURALE
3 OTTOBRE 2009
Agricoltori e ambientalisti, è scontro
Troppi danni e solo parzialmente risarciti, perché tanto accanimento verso gli agricoltori da parte delle associazioni ambientaliste? Cia e Confagricoltura presentano opposizione al ricorso Tar di Lav, Lac ed Enpa
Caccia in deroga: Cia e Confagricoltura dell’Emilia-Romagna impugnano l’arma della giurisprudenza e presentano opposizione al ricorso d’urgenza presentato al Tar (Tribunale amministrativo regionale) dell’Emilia-Romagna dalle associazioni Lav (Lega anti vivisezione), Lac (Lega anti caccia) ed Enpa (Ente nazionale protezione animali). Il ricorso presentato dagli animalisti, infatti, è finalizzato all’ottenimento della sospensiva della Delibera della Giunta della Regione Emilia-Romagna che regolamenta la caccia in deroga alla specie storno in alcuni comuni delle province (esclusa Piacenza) della regione ed alla specie tortora dal collare nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. “In considerazione degli ingenti danni che questi volatili arrecano alle coltivazioni e che solo parzialmente vengono risarciti – scrivono Cia e Confagricoltura - non si comprende l’accanimento di certe associazioni, che si definiscono ambientaliste, nel voler impedire un’attività di prelievo che può ridurre l’onere a carico degli agricoltori. Tale insistenza – proseguono Cia e Confagricoltura - è ancor più incomprensibile alla luce della sentenza del Consiglio di Stato che, in merito ad analogo ricorso presentato lo scorso anno, aveva confermato la correttezza dell’operato della nostra Regione”.
IL GAZZETTINO
3 OTTOBRE 2009
Treviso. Scarica di pallini in faccia: colpito da cacciatore nel giardino di casa
Vivaista centrato al volto mentre stava per tosare l'erba Il feritore aveva mirato ad un fagiano, mancandolo
TREVISO - Ustioni al viso di primo grado. Poteva andar meglio. Ma anche peggio a Renato Pavan, vivaista di 57 anni, residente con la moglie al numero 2 di via Aeroporto. L’uomo, domenica mattina, stava apprestandosi a tosare l’erba del giardino, quando è stato raggiunto al volto da una scarica di pallini. Intontito e col viso in fiamme, si è ritirato in casa. Poi è dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso dove i sanitari gli hanno diagnosticato 5 giorni di prognosi. La fucilata, sparata con una cartuccia calibro 5 da un cacciatore di 68 anni, proveniva dal campo di granoturco che si trova appena al di là della sede stradale. Il cacciatore ha tentato di comporre amichevolmente la vicenda recandosi dal vicino appena ha visto i lampeggianti della polizia sostare fuori della sua porta di casa. Ma negando di aver sparato ad altezza d’uomo, si è giocato la possibilità di un rapido perdono.I fatti risalgono a domenica mattina quando Renato Pavan è uscito nel giardinetto: «Dovevo ancora iniziare la tosatura e sono stato raggiunto da una nuvola di pallini sentendo il viso bruciare». Una brutta sensazione che il passare dei minuti non ha contribuito a migliorare.Di fronte alla polizia, il quadro degli eventi è emerso con una certa chiarezza: il cacciatore aveva mirato a un fagiano, mancandolo. E i pallini hanno fortuitamente raggiunto il vivaista al volto. «Ma non si tratta di un episodio isolato - interviene la moglie Eva - Siamo sempre sul chi vive perchè qui ci sono cacciatori ovunque. Un giorno ero vicino alla serra sul retro assieme ad alcuni clienti e solo la rete antigrandine ci ha salvati da un’altra scarica di pallini. I clienti se ne sono andati di corsa. È ora di finirla».Dal punto di vista tecnico, al di là della denuncia ai suoi danni che presto verrà formalizzata, il cacciatore ha commesso una serie di leggerezze che potrebbero costargli anche la licenza. Abitando oltre il campo, deve aver visto un fagiano e si è lasciato ingolosire seguendolo fino a quando non ha ritenuto di poterlo colpire. Per farlo ha utilizzato cartucce calibro 5 che contengono circa 800 pallini di piombo dal peso complessivo di 3 grammi: non sono in grado di produrre ferite significative, e questo va a suo vantaggio. Ma non può aver sparato a 100 metri di distanza dalle case più vicine, come prevede la legge e come ha detto e propria discolpa, perchè in tal caso i pallini non sarebbero mai giunti nel giardino dei Pavan. La "gittata" di un calibro 5 è molto inferiore e quindi è chiaro che quei limiti non li ha osservati. E questo, a qualcuno, dovrà spiegarlo.
AGI
3 OTTOBRE 2009
BRACCONIERI DENUNCIATI NEL COSENTINO, SEQUESTRATI FUCILI
Cosenza - La Guardia di Finanza del distaccamento di Sibari, a Cassano Ionio, compagnia istituita il primo agosto scorso, ha effettuato il sequestro di tre fucili da caccia calibro 12, due di marca Breda e uno di marca Benelli, 90 cartucce, 8 casse altoparlanti, 5 musicassette, 2 riproduttori di suoni e 2 autoradio. Inoltre ha denunciato a piede libero tre persone, dedite ad attivita' di bracconaggio, scoperte nelle campagne circostanti il fiume Raganello. I tre, appena scoperti, hanno anche cercato di nascondere le attrezzature utilizzate per la caccia di frodo.
SIBARI.NET
3 OTTOBRE 2009
Raganello: la Finanza coglie sul fatto tre bracconieri
Sibari (CS) - Primo risultato di servizio messo a segno dalla neo istituita Compagnia delle Fiamme Gialle di Sibari che ha effettuato il sequestro di tre fucili da caccia calibro 12, novanta cartucce, otto casse altoparlanti, cinque musicassette, due riproduttori di suoni e due autoradio, con la contestuale denuncia a piede libero di tre cacciatori dediti ad attività di bracconaggio. In particolare, i militari della Compagnia Sibarita, nell’ambito della costante e vigile presenza sul territorio, attratti da un inusuale e costante cinguettio e dal susseguirsi di colpi di fucile, riveniente dalle campagne antistanti il fiume Raganello, si sono addentrati nei campi ed hanno proceduto a un rastrellamento tra gli uliveti. Dove hanno rilevavato la presenza dei cacciatori intenti al massacro della selvaggina attratta dai richiami posizionati a debita distanza. Alla vista dei militari i cacciatori furtivamente hanno tentato invano di nascondere i richiami acustici elettromagnetici nella propria autovettura posta a breve distanza. Il tempestivo intervento dei militari, testimoni dell’attività di bracconaggio dei tre cacciatori, ha portato alla cpontestazione della flagranza di reato.
SESTO POTERE
3 OTTOBRE 2009
La buona notizia: salvati un gabbiano ferito e un ghiro in difficoltà
La Spezia - 3 settembre 2009 - Un piccolo di ghiro è stato recuperato, ieri, da due donne che percorrevano, in automobile, la strada che da Campiglia conduce al centro cittadino. L’animale, probabilmente caduto dal nido, è stato trovato, tremante ed infreddolito, ai margini della strada ed è subito apparso in difficoltà. Intenerite, le due donne non hanno quindi avuto esitazioni a prendersi cura del piccolo ghiro, portandolo personalmente al più vicino Comando Stazione del Corpo forestale dello Stato. Il personale del Comando Stazione Forestale della Spezia, con la collaborazione del Comando Stazione Forestale di Riomaggiore e della Polizia Provinciale, ha subito provveduto a prestare le prime cure all’animale, che già in giornata sarà portato al Centro W.W.F. di Ronchi di Massa.
Nella stessa giornata, personale del Comando Stazione Forestale della Spezia ha recuperato un gabbiano ferito in un’area limitrofa al Circolo Ufficiali della Marina Militare. L’animale è stato consegnato al personale della sezione faunistica della Polizia Provinciale che provvederà a consegnarlo all’Oasi W.W.F. di Ronchi di Massa.
AGI
3 OTTOBRE 2009
CACCIATORE FERITO NEL CHIETINO DURANTE BATTUTA AL CINGHIALE
Vasto (Chieti) - L'uomo, ferito alla schiena da un solo colpo di fucile, e' ricoverato in prognosi riservata all'ospedale di Pescara. I carabinieri di Torino di Sangro (Chieti), che indagano sull'episodio, hanno gia' acquisito la testimonianza degli altri cacciatori, residenti a Casalbordino e Torino di Sangro. Pare certo che si e' trattato di un incidente.
AGI
3 OTTOBRE 2009
CACCIATORE FERITO NEL CHIETINO DURANTE BATTUTA AL CINGHIALE
Vasto (Chieti) - E' stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all'ospedale di Pescara C.G., un uomo di 31 anni di Casalbordino (Chieti), ferito nella tarda mattinata di oggi durante una battuta di caccia al cinghiale, in localita' Colle Termine, a Torino di Sangro (Chieti).Secondo le prime testimonianze, l'uomo sarebbe stato raggiunto da uno o piu' colpi di fucile da altri cacciatori che, vedendo una sagoma muoversi dietro un cespuglio, credevano di aver individuato la preda. Non e' ancora ben chiaro, pero', se l'uomo sia finito per caso nella traiettoria dei colpi o se, effettivamente, sia stato scambiato per l'animale. Subito soccorso dai colleghi, C.G. e' stato trasportato con l'eliambulanza del 118 all'ospedale di Pescara dov'e' giunto poco dopo le 13. Sull'episodio indagano i carabinieri di Torino di Sangro e i colleghi della compagnia di Ortona (Chieti).
NEWSFOOD
3 OTTOBRE 2009
Allevato da Sheeren Thompson, per ora è solo un attrazione da fiera
Canada: ecco Poe, il cavallo gigante
E' alto 2,05 metri per 1.300 Kg. La padrona: "Vogliamo che i responsabili del Guinness vengano qui il prima possibile"
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Poe è un cavallo di razza Clyesdale che vive a Tupperville, cittadina di provincia nell'Ontario, in Canada.Ma Poe non è un cavallo comune: con i suoi 2,05 metri di altezza per 1.300 kg è un vero gigante e la proprietaria vuole che il Guinness dei primati lo riconosca come il cavallo più alto del mondo.
"Vogliamo che i responsabili del Guinness vengano qui il prima possibile. Sappiamo da un po che il nostro potrebbe essere il cavalo più alto del mondo, ma abbiamo bisogno della documentazione ufficiale da Londra" spiega la padrona, una giovane donna di nome Sheeren Thompson. Secondo Sheeren, per mantenersi in salute il cavallo ha bisogno di 4,5 chilogrammi di grano e beve circa 340 litri d'acqua. Una volta cavallo da soma, Poe (in attesa dell'esame del Guinness) campa facendo l'animale da esposizione nelle fiere locali, attirando numerosi visitatori, allo stesso tempo incuriositi ma un po' spaventati. Afferma la proprietaria: "E' molto popolare ma la sua stazza fa sì che le persone si tengano sempre a distanza di sicurezza da lui, anche se in realtà è un vero cucciolo e non farebbe male a nessuno".
CORRIERE DELLA SERA
3 OTTOBRE 2009
FAUNA SELVATICA
Avvistata una foca monaca nelle Pontine
Legambiente: emersa vicino alla barca di due pescatori vicino l'isolotto di Gavi. La specie è in via di estinzione
ROMA - Un esemplare di foca monaca, specie in via di estinzione, è stato avvistato più volte nell' isolotto Gavi nell'arcipelago pontino. Lo hanno riferito testimoni all'equipaggio della Goletta Verde nel Lazio, la campagna di Legambiente per il mare laziale. L'animale è emerso a 50 metri dalla barca di due pescatori, si è guardato attorno e poi si è immerso di nuovo, quando un gommone di turisti si è avvicinato per vederlo. Un sub di Roma ha confermato la notizia, raccontando di aver avvistato la foca monaca nella stessa zona, nei pressi delle Scoglietelle.
SPECIE PROTETTA - La foca monaca è una specie protetta, minacciata di estinzione. In tutto il Mediterraneo vivono circa 300 esemplari: 70 in Turchia; 120 nelle isole greche Sporadi e Ionie; 100 tra Algeria e Marocco. In Italia, secondo Legambiente, si può considerare estinta a partire dagli anni Ottanta, anche se un altro avvistamento è stato registrato solo poco più di tre mesi fa, lo scorso giugno, nei pressi dell'isola del Giglio. Dopo il 2000 altri avvistamenti sporadici sono inoltre stati registrati lungo le coste orientali della Sardegna, presso Montecristo, in Sicilia e nello Ionio. «È un episodio eccezionale - ha detto il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati - ma non significa che la foca monaca stia ripopolando i mari italiani. Questi avvistamenti sono probabilmente legati alla fase giovanile della dispersione: è il momento in cui si sperimentano nuovi areali, che possono risultare troppo affollati per le proprie abitudini e quindi non venire ulteriormente frequentati. Se si volesse favorire la presenza della specie sarebbe fondamentale proteggere quell'area marina».
GOLETTA VERDE -Goletta Verde è impegnata nella quarta campagna di iniziative che Legambiente dedica al Lazio. Partita da Ponza toccherà Ventotene, Formia, Gaeta, Sperlonga-Fondi, Nettuno, Anzio, Ostia, Fiumicino, Santa Marinella e Civitavecchia. I temi, oltre al no al nucleare e sì all’efficienza energetica e alle rinnovabili, più attenzione alla depurazione, lotta all’abusivismo edilizio, accessibilità al mare e meno porti, lotta ai cambiamenti climatici e all’erosione delle coste, anche valorizzazione delle aree protette e delle bellezze naturali per lo sviluppo del turismo sostenibile: questi i temi centrali della campagna che durerà un mese. «Vogliamo occuparci della salvaguardia delle coste - dice Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio- anche fuori dalla stagione balneare: riflettori puntati, dunque, su Montalto di Castro a rischio di una nuova folle scelta nucleare, ma anche sugli scarichi illegali alle foci dei fiumi, su abusivismo edilizio, portualità, accessi negati al mare. E poi educazione ambientale con le scuole che si svolgerà durante tutte le tappe sulle spiagge del litorale: laboratori gratuiti, con attività divulgative legate all’ambiente marino e costiero, per avvicinare i ragazzi alle bellezze, ma anche alle problematiche degli ambienti più peculiari della regione.”
ANSA
3 OTTOBRE 2009
Animali: foca monaca avvistata nell'Arcipelago pontino
Evento raro, e' una specie in via di estinzione
ROMA - Un esemplare di foca monaca, specie in via di estinzione, e' stato avvistato piu' volte nell' isolotto Gavi nell'arcipelago pontino. L'animale e' emerso a 50 metri dalla barca di due pescatori e poi si e' immerso di nuovo quando un gommone si e' avvicinato. Un sub ha confermato la notizia, raccontando di aver avvistato la foca nella stessa zona. La foca monaca e' una specie protetta, minacciata di estinzione. In tutto il Mediterraneo vivono circa 300 esemplari.
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