CORRIERE DI MAREMMA
3 SETTEMBRE 2009
Affitta cani e cavalli per fare sesso
Maremmano incastrato da annunci trabocchetto pubblicati su internet. Allevatore scoperto sul web, animalisti pronti alla denuncia.
GROSSETO - Cani, cavalli e persino pecore. In affitto per fare sesso. La proposta di un allevatore maremmano è stata scoperta su internet - attraverso un abile trabocchetto - dall’Aidaa (Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente), il cui presidente Lorenzo Croce si dice adesso pronto alla denuncia. Un’azione che deve forzatamente aggirare l’ostacolo: “Perché la zoofilia - dice Croce - in Italia non è reato, ma agiremo per maltrattamento di animali e per presunte irregolarità fiscali, visto che non credo che l’allevatore emetta regolari fatture al momento dell’affitto degli animali per uso pornografico”. Il 13 agosto la webmaster dell’associazione ha pubblicato in rete sei annunci “civetta” con i quali si offriva sesso con animali. Tra le 7mila risposte giunte in quattro giorni anche quella dell’allevatore, con cui l’Aidaa ha iniziato la “contrattazione” per fargli scoprire le carte. Sono emersi particolari, costi degli affitti e altri elementi piccanti.
LIBERO
3 SETTEMBRE 2009
ROMA: GIOCO DELLA PIGNATTA CON CONIGLIO VIVO, DENUNCIATO PARROCO
Roma - Polemiche a Palestrina dopo il cruento epilogo della festa di Santa Rosalia, che si celebra il 30 agosto nel comune della provincia di Roma. Il tradizionale gioco della ''pignatta'', infatti, e' stato organizzato inserendo all'interno di una bisaccia da abbattere con il bastone un coniglio vivo. Ed ecco che adulti e bambini hanno cominciato a scagliare il legno sull'animale. Il sacco pero' si e' aperto sotto i colpi ricevuti e il coniglio ferito e insanguinato e' caduto a terra dove sarebbe stato ulteriormente colpito dalla folla se una ragazza non l'avesse raccolto e portato da un veterinario che ha provveduto a salvarlo. Il fatto e' stato riportato dall'associazione di tutela degli animali AmiCOniglio alla sezione ambiente del Codici che ha provveduto a sporgere denuncia contro il parroco della chiesa di Santa Rosalia, nonche' il sindaco di Palestrina per il reato di maltrattamento che prevede, laddove ci siano spettacoli di sevizie su animali, la reclusione fino a quattro mesi e la multa fino a 15.000 euro.''Questa estate e' stata funestata da mattanze di animali ad opera di religiosi. Ricordiamo il caso del sacerdote della parrocchia di San Bartolomeo di Sori (Ge) che, lo scorso luglio ha collaborato all'uccisione di due cuccioli di cinghiale con spranghe e bastoni''. E' quanto dichiara Valentina Coppola, responsabile ambiente del Codici.''In questi casi - clonclude Coppola -il reato e' ancor piu' significativo proprio perche' commesso da uomini di chiesa che dovrebbero rappresentare esempio di pieta' e carita' cristiana. Chiediamo che anche la giustizia ecclesiastica prenda provvedimenti perche' un tale comportamento mortifica anche la chiesa ed allontana i fedeli. I sindaci, dal canto loro, sappiano che durante sagre, feste di paese e mercati, hanno il dovere di vigilare affinche' tali reati non avvengano''.
IL TIRRENO 3 SETTEMBRE 2009
Un tetto per i mici di Buti
BUTI (PI). Un gesto grave a Buti, un altro atto di violenza contro gli animali: un gatto è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. Il micio faceva parte di una colonia felina di venti esemplari, gestita a proprie spese dalla signora Antonietta, che si prodiga con dedizione affinché i suoi piccoli amici abbiano tutto il necessario per vivere dignitosamente. Cibo e tanto amore è la ricetta di Antonietta. «È una volontaria attivissima - spiegano le associazioni Dav e Lav che la sostengono - dopo aver affrontato vari problemi, ha dovuto trasferire le povere bestiole, già scosse da vari episodi di abbandono e maltrattamento, all’interno di una piccola area di proprietà da rendere libera entro la fine del mese». […] IN TOSCANA 3 SETTEMBRE 2009
Animali, crescono tratta e abbandono domestico
Simona Bellocci
FIRENZE- Pesci ornamento tenuti dentro bicchieri da vino in un ristorante del centro storico di Firenze, cani deceduti per fame, rinchiusi sui balconi dai padroni e ancora gatti gettati dalla finestra per sacrifici rituali: questi sono solo alcuni dei casi di maltrattamento nei confronti di animali avvenuti nel capoluogo toscano tra il 2008 ed il 2009, un fenomeno che ha visto un “crudele” incremento rispetto all’anno precedente del + 3.6%. Secondo i dati del rapporto Enpa di Firenze le principali vittime di abbandono e maltrattamento sono stati i cani (59%), seguiti dai gatti (29%). Una vera e propria piaga che d’estate diventa ancora più devastante. E se diminuiscono, seppur minimamente, gli abbandoni degli animali domestici sulle arterie autostradali della provincia - dove vengono lasciati al proprio destino soprattutto cani di grossa taglia - e in città - dove vengono invece abbandonati per lo più i gatti - si è riscontrata in maniera incisiva e preoccupante la crescita del fenomeno di abbandono di animali tra le mura domestiche. Secondo il Rapporto Enpa - Ente Nazionale Protezione Animali - ne sarebbero causa gli stili di vita sempre più frenetici delle persone, le occasioni di viaggi last-minute, i week end al mare. Così, gli animali ritenuti d’impiccio, vengono abbandonati a loro stessi e al motto “se la caveranno” vengono segregati sui balconi, vittime di afa e fame. Ma non finisce qui: in crescita infatti anche il mercato della tratta dei cuccioli di animali domestici. Secondo quanto denuncia l’Enpa sono numerosi i commercianti e gli allevatori di cani e gatti che acquisterebbero dal mercato nero cuccioli provenienti dai Paesi dell’Est a costi irrisori (20-30 euro), per poi rivenderli a prezzi che variano dai 500 ai 1000 euro. Una tratta che coinvolgerebbe soprattutto Ungheria, Romania, Bulgaria e Slovenia e che troverebbe in Firenze il crocevia del traffico nord – sud per la vendita dei cuccioli. Circa il 70% di questi piccoli animali è vittima di gravi patologie virali, verificate tra le cause maggiori di decesso – sostiene la Guardia Zoofila di Firenze –patologie che colpiscono i cuccioli sottratti alla madre prima della fine dell’allattamento e che rimarrebbero rinchiusi per ore in furgoni fino alla distribuzione ai commercianti, che solitamente avverrebbe nelle piazzole di sosta autostradali di Barberino, Calenzano e Valdarno. Una vera e propria piaga che si associa ai fenomeni ormai largamente conosciuti di abbandono e maltrattamento, ai quali si aggiunge anche il bracconaggio ai danni in particolar modo di daini e cervi, un fenomeno che le guardie zoofile stanno cercando di arginare con l’intensificazione dei propri servizi di vigilanza e di controllo sull’attività venatoria e il bracconaggio notturno. NUOVO SOLDO 3 SETTEMBRE 2009
Pulcini gettati vivi nei tritacarne: i Vegan e gli animalisti lo denunciano da anni, inascoltati
E’ ora di attualità la terribile vicenda posta alla luce da animalisti USA – con servizio apposito ed opportuno stavolta sulle reti Rai – su un fenomeno che i siti Vegan e gli animalisti denunciano da anni, inascoltati, nell’indifferenza più generale: pulcini maschi di galline ovaiole che vengono scartati ogni giorno da allevatori perché giudicati inutili e gettati sistematicamente nella spazzatura, per poi finire VIVI in giganteschi tritacarne. Quale lo scopo di tutto ciò? Ancora una volta la ‘necessità sistemica’ che tutto quadri nell’ottica del risparmio e della produzione, perché di quei pulcini si fanno poi farine da destinare probabilmente all’alimentazione animale: troppo costoso lenire quei dolori atroci di esserini indifesi che vengono macinati vivi, tra strepiti e cinguettii disperati. Pensate, pensate davvero a cosa possa voler dire per un essere senziente in termini di dolore, finire la propria vita in quel modo straziante: parliamo di milioni di esserini. MILIONI, DIO!Un giorno Madre Natura si vendicherà finalmente di tutto lo scempio al quale la sottoponiamo ogni istante?E’ possibile, ed ogni fine ipotizzabile sarà sempre impari rispetto a tutta la sofferenza che Le abbiamo inferto e continuiamo a perpetrarLe giorno dopo giorno. VERGOGNATI UOMO! IL TIRRENO 3 SETTEMBRE 2009
Cane randagio tiene in scacco un paese
MONTE AMIATA (SI). Sempre più frequentemente il comprensorio montano e collinare deve confrontarsi con animali inselvatichiti, in modo particolare cani che vengono abbandonati, e non, che diventano aggressivi nel loro continuo cercare il cibo diventando predatori al pari dei lupi. Da circa 5 mesi, una cagna randagia si aggira attorno a Col del Rosso, vicino a Pescina di Seggiano, provocando allarme fra gli abitanti che a questo punto desiderano che l’animale sia catturato e portato in un canile, ma che dopo vari tentativi, non sanno a chi rivolgersi. Una decina di famiglie, infatti, abitano nella piccola borgata ed hanno ormai paura di questa cagna che più volte si è avventata contro persone, che però, conoscendo l’animale, hanno avuto la prontezza di mettersi al riparo. «Gli abitanti si sono rivolti all’Amministrazione comunale - racconta il figlio di una signora che solo saltuariamente frequenta il posto - è stata contattata anche l’Asl, ma non c’è stato nulla da fare». Nei cinque mesi trascorsi la cagna ha avuto anche il tempo di dare alla luce diversi cuccioli, che però sono spariti, forse soppressi da animali più grandi. E il timore è che altri cuccioli vengano a popolare il luogo. Si teme la cagna randagia anche perché sempre affamata e ridotta allo stremo, sta diventando giorno dopo giorno sempre più pericolosa. Si ripresenta, insomma, anche a Seggiano, la questione randagismo che non è certamente problema di poco conto per tutta la montagna e non solo. Si rinnova la questione della sorveglianza degli animali che se non curati o addirittura abbandonati, diventano pericolosi per animali e persone. E è fresca, ad esempio, la notizia che alcuni cani di razza maremmana a guardia di pecore sulle pendici del Monte Labbro, rappresentano un pericolo per chi passa a piedi, ma anche per gli automobilisti che improvvisamente se li trovano davanti o che vengono inseguiti a lungo dai cani che difendono il gregge in questa maniera. Per non parlare poi degli escrementi di cane, che costellano anche le strade principali di alcuni paesi dell’Amiata, dove sono in corso vere e proprie campagne in nome del decoro per educare i padroni distratti o menefreghisti, che ignorano palette e sacchetti. E adesso la segnalazione che arriva da Col del Rosso ripropone ancora una volta il problema: un cane abbandonato dal padrone di cui nessuno si vuol far carico, e che mette in crisi la vita quotidiana di un’intera comunità. NUOVO SOLDO 3 SETTEMBRE 2009
L’ultima trovata dell’assessore regionale all’agricoltura: Vietare la caccia dove è già vietata
Il neo assessore all’Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia, On. Michele Cimino, esordisce con un’incredibile decreto che porta la data del 31 agosto con il quale, per eludere le decisioni dei giudici del TAR di Palermo, che lo scorso luglio avevano sospeso alcune parti del calendario venatorio, vieta la caccia dove è già vietata almeno dal 1977! Infatti, si legge nel decreto dell’On. Cimino che l’attività venatoria è inibita in parchi, riserve naturali, oasi, aree del demanio forestale e nei terreni agricoli recintati! Il TAR di Palermo con le ordinanze n. 730/09, 731/09, 732/09, accogliendo il ricorso della LAV presentato insieme a ENPA, Legambiente, MAN e WWF, aveva imposto all’Assessore di proibire l’attività venatoria nelle “rotte migratorie”: aree dove si concentra il “passo” degli uccelli migratori. Questo avrebbe determinato il divieto di caccia per esempio in tutte le isole minori siciliane, in tutte le zone umide ed in tutta la fascia costiera della regione per almeno mezzo chilometro dalla battigia. Un intervento di grande utilità per la fauna selvatica ma chiaramente svantaggiosa per il popolo delle doppiette. Così in loro soccorso ecco arrivare, con un tempismo da primato, il decreto truffa che stabilisce che quelle rotte migratorie coincidono con aree già interdette alla caccia (parchi, riserve, aree protette, etc…). Si tratta, quindi, di un palese quanto grave ed illegittimo aggiramento della chiarissima indicazione della magistratura. Per di più, in alcune ZPS (Zone di Protezione Speciale) come per es. Ustica e Pantelleria, il medesimo decreto autorizza la caccia fin dal prossimo 20 settembre in aperta violazione dei decreti del Ministero dell’Ambiente che in tali aree, vietano ogni attività di caccia fino al primo ottobre. La LAV, nel preannunciare urgenti ed inevitabili azioni legali, attende trepidante un altro simile lungimirante decreto magari per vietare la caccia alle specie protette soprattutto negli asili nido! La LAV, infine chiede alle Autorità competenti di organizzare adeguati servizi di controllo e prevenzione, affinché venga garantito il rispetto del divieto di caccia fino al primo ottobre in tutte le 29 ZPS siciliane (isole Pelagie, isole Egadi, isole Eolie, isola di Ustica, isola di Pantelleria, Piana di Gela, Saline di Siracusa, etc…) . Sul sito web www.lavsicilia.it è on line il “VADEMECUM CACCIA 2009″ ove sono disponibili, anche per le Forze di Polizia, tutte le normative ed i prontuari delle relative sanzioni in materia di caccia e tutela della fauna LA REPUBBLICA 3 SETTEMBRE 2009
A Sasso Marconi anche il cane più donare sangue E' nato un Centro trasfusionale veterinario: una vera e propria banca del plasma
Francesco Saverio Intorcia
Sasso Marconi (BO) - I requisiti per il donatore di sangue sono rigidi: dev’essere sano, di taglia media o grande, pesare almeno 20 chilogrammi, avere un’e tà compresa fra quindici mesi e 9 anni, trovarsi in regola con vaccini e profilassi. E, gentilmente, abbaiare. A Sasso Marconi nasce il Centro Trasfusionale Veterinario, una banca del plasma per Fido. L’ha realizzata Renato Magliulo, specialista in etologia applicata e benessere animale. Bolognese, 50 anni, ex bersagliere, ha incentrato studi e attività professionale sulle trasfusioni di sangue canino: qualche tempo fa ha venduto l’ambulatorio che aveva in città e s’è dedicato interamente a questo progetto, messo in piedi a giugno ma finora impantanato nell’iter burocratico. Il Ctv, questa la sigla, opererà nella struttura della Clinica veterinaria dell’orologio.Magliulo già nel 2001 aveva aderito al progetto della Emoteca Veterinaria Felsinea a San Lazzaro, prima banca pubblica di sangue animale in Italia. Finora, però, tutti gli operatori erano stati scoraggiati dalle incertezze normative. Dopo un lungo silenzio, il Ministero della Salute è intervenuto nel 2007 dettando linee guida alle Regioni sulle trasfusioni, ora consentite solo con sangue intero (non emoderivati) e solo per cavalli, cani e gatti. Per i felini, però, l’operazione è complicata: tenere buono un gatto con l’ago in vena per 8-12 minuti, il tempo del prelievo, richiede l’uso di sedativi. Al momento il Ctv opererà solo su cani, e di buona indole. "Ho richiesto tutte le autorizzazioni — dice Magliulo —, il mio centro si propone di operare nel rispetto della nuova normativa e, soprattutto, del benessere del cane. Non facciamo donare un animale che non è psicologicamente idoneo. Il sangue sarà a disposizione di tutti i veterinari che ne faranno richiesta, al contrario dei centri universitari che di solito lo raccolgono solo ad uso interno, per i propri pazienti. E presto apriremo anche ai gatti". Il primo a provare i nuovi macchinari è stato il suo cane Plauto, un meticcio nato a Sarsina (proprio la città del commediografo latino), donatore come il suo proprietario: "Qualche anno fa ha salvato la vita al Dogo argentino di un mio collega. Gli animali conoscono l’altruismo, se i padroni se ne fanno interpreti". I gruppi sanguigni canini sono circa venti, di cui sette identificati: il più particolare, nel gioco di compatibilità, si chiama DEA 1.1, neanche fosse un software per Windows. La trasfusione serve in caso di ferimenti, ma anche per curare malattie croniche e rimediare all’avvelenamento da esche per topi. Prima del prelievo il cane effettua gratuitamente gli esami di rito, poi i maschi idonei donano ogni tre mesi, le femmine due volte l’anno. Esattamente come i padroni, che quasi sempre sono donatori anche loro. E se per i bipedi la ricompensa è la merendina col succo di frutta, ai cani tocca una dose supplementare di mangime. Il Centro fornirà a Fido una tesserina con foto e gli garantirà premi-fedeltà: una medaglietta alla decima donazione, una coccarda alla ventesima. Per i più bravi, razione doppia di biscotti. E la chiamano vita da cani. PRIMA DA NOI 3 SETTEMBRE 2009
Pineta, «le 39 anatre uccise dal botulino di tipo C»
PESCARA. «E’ stato senza alcun dubbio la tossina del botulino di tipo C a uccidere i 39 esemplari di anatra all’interno del laghetto del comparto 3 del Parco D’Avalos». Lo hanno confermato le indagini diagnostiche effettuate sulle carcasse dei primi anatidi morti e dell’animale preso vivo, ma già colpito dal germe, indagini effettuate dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo.
ANMVI OGGI
3 SETTEMBRE 2009
WEST NILE: QUATTRO CAVALLI MORTI E TRE CASI UMANI
I focolai di West Nile Disease sono otto: due in provincia di Reggio Emilia, due in quella di Modena, due in quella di Mantova e due in provincia di Ferrara. Quattro i cavalli morti, tre i casi umani di sindrome neurologica causata dal virus della West Nile confermati il 31 agosto dal Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. Si tratta di due uomini residenti in provincia di Ferrara e di una donna residente in provincia di Mantova. Questo l'aggiornamento dell'ultimo bollettino del Cesme.Sono già in atto tutte le misure di sorveglianza e controllo previste dal Piano regionale di sorveglianza integrata medico-veterinaria, predisposto nel 2008 in collegamento con il ministero della Salute e il Centro di referenza nazionale per le malattie esotiche, e aggiornato nel 2009 grazie all'esperienza dello scorso anno: nell'agosto 2008 infatti si era registrata la presenza del virus West Nile in alcune province dell'Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia, tutte in prossimità del fiume Po e del suo delta. Nel 2008 si erano inoltre verificati in Emilia-Romagna tre casi di malattia umana in forma invasiva, due in provincia di Ferrara e uno in provincia di Bologna, nessuno letale ma in due casi con complicanze importanti protrattesi per lungo tempo. Il primo caso di WNV in Europa, nel corso di questo anno, è stato confermato in un cavallo il 29 luglio 2009, a nord di Correggio, una cittadina che dista 60 km da Ferrara, luogo dove ha avuto inizio l'epidemia del 2008, che ha colpito complessivamente una settantina di cavalli e sei esseri umani. Dopo questa epidemia il WNV è stato dichiarato endemico in Italia. All'inizio di questo anno la Fort Dodge Animal Health ha lanciato sul mercato il primo vaccino per equini contro il WNV autorizzato in Europa, vaccino che è attualmente disponibile in Italia.Anche quest'anno sono state adottate misure riguardo alla raccolta di sangue e alla donazione di organi e tessuti: dal 1° agosto, in accordo con i relativi Centri nazionali e con le Regioni Veneto e Lombardia, tutte le unità di sangue e gli organi raccolti nelle province di Ferrara, Rovigo e Mantova vengono analizzati in modo da escludere la presenza del virus e garantire la massima sicurezza del sangue da trasfondere e dei trapianti.
LA REPUBBLICA
3 SETTEMBRE 2009
ANIMALI, AL BIOPARCO ARRIVATI COCCODRILLI NANI AFRICANI
Roma - Al Rettilario del Bioparco sono arrivati cinque piccoli di coccodrillo appartenenti alla specie Osteolaemus tetraspis, o "Coccodrillo nano africano", dal caratteristico muso 'all'insu'. Gli animali misurano 20 cm e da adulti potranno raggiungere una lunghezza tra il 1,5 m ed i 2m. Provengono dallo Zoo di Lipsia, in Germania, dove sono nati un anno fa. Lo staff zoologico del Rettilario li ha inseriti in grandi teche per poi unirli al gruppo di rettili presenti nel vascone centrale della struttura. Il cibo preferito di questi animali sono gamberetti e cozze.
ANSA AMBIENTE
3 SETTEMBRE 2009
PITONE ALBINO TROVATO AL LAGO DI GARDA, CATTURATO
VERONA - Un pitone albino lungo circa un metro e mezzo e' stato trovato lungo il lago di Garda da alcuni passanti che hanno subito lanciato l'allarme. E' successo questa mattina presto a Bardolino, dove e' intervenuta una motovedetta della Guardia di Finanza che ha catturato il rettile e lo ha portato negli uffici del Comune a disposizione del veterinario. I pochi passanti e turisti che nelle prime ore di questa mattina camminavano sulla riva del lago hanno notato il grosso rettile e, spaventati, hanno agitato le braccia per attirare l'attenzione dell'equipaggio di una motovedetta della Guardia di Finanza in servizio di controllo che stava passando in quel momento. I finanzieri sono subito intervenuti e hanno catturato il pitone albino, che si pensa sia stato abbandonato dal suo proprietario il quale, viste le dimensioni raggiunte dal rettile, potrebbe aver deciso di disfarsene.
APCOM
3 SETTEMBRE 2009
Medicina tradizionale cinese minaccia la sopravvivenza tigri
La Cina autorizza commercializzazione prodotti medici
Roma - L'Amministrazione forestale cinese ha autorizzato due anni fa la commercializzazione su scala industriale di una serie di prodtti tipici della medicina tradizionale cinese prodotti utilizzando pelle di tigre e di leopardo. La notizia - sinora tenuta sotto riserbo da Pechino - è stata data dall'associazione "Trafic" che denuncia come la cosa metta seriamente a repentaglio la sopravvivenza delle ultimi tigri del pianeta. Secondo quanto rilevano gli ambientalisti la minaccia è generalizzata e non riguarda soltanto le relativamente poche tigri ancora presenti in Cina ma, aprendo un'opportunità di mercato per cacciatori e bracconieri, anche le tigri indiane. In Cina vivono non più di 30, 40 tigri in libertà (mentre altre 5000 sono presenti in allevamenti). In India le tigri invece erano, al febbraio scorso, 1411 contro le 3642 del 2002 e le circa 40.000 di un secolo fa.
IL SECOLO XIX 3 SETTEMBRE 2009
Caccia, conto alla rovescia schierate seimila doppiette
Giorgio Bracco
CONTO ALLA ROVESCIA per l'avvio della stagione venatoria. Sono circa 6 mila i cacciatori (di cui poco meno di 4 mila per i piumati e 2 mila per il cinghiale) che si apprestano ad aprire il fuoco su uccelli e ungulati presenti sul territorio, dalla costa al profondo entroterra imperiese.
BIG HUNTER
3 SETTEMBRE 2009
Caccia Brescia, Sen. Carrara: "trentamila cacciatori privati di un sacrosanto diritto"
Riceviamo e pubblichiamo la seguente dichiarazione del Senatore Valerio Carrara in merito alla sospensiva del Tar di Brescia sulla preapertura della caccia.
" Apprendo con stupore della sospensiva riguardante la preapertura della caccia nella Provincia di Brescia. Trentamila cacciatori vengono privati di un loro sacrosanto diritto, mentre in altre regioni e Province di altro colore politico ciò è regolarmente concesso.La Caccia deve essere tutelata in ogni sua forma ed avere pari dignità in ogni Regione e Provincia del nostro Paese.Attendo con estremo interesse l'esito di questa vicenda per portarla come esempio agli organi competenti, ai vertici del mio partito,e se necessario in Parlamento.Mi congratulo con l'efficenza del Tar di Brescia, che in tempi strettissimi è giunta ad una prima conclusione, sospendendo la delibera dell'amministrazione provinciale di Brescia che concedeva la preapertura ad quattro specie, tortora, merlo, cornacchia ,cornacchia nera, con la limitazione da appostamento fisso e limitata nelle giornate di caccia.Tutto ciò per un presunto "declino", della consistenza della specie,e nonostante il pronunciamento di ISPRA, che è come noto è l'unico organo competente ad esprimere parere in materia.Auspico che tale efficienza nei giudizi sia trasferibile a tutti i livelli di giurisdizione,consentendo lo smaltimento dei processi pendenti e che fanno si che alcuni cittadini siano tuttora carcerati in attesa di giudizio."
BIG HUNTER
3 SETTEMBRE 2009
Genova: caccia a 10.800 cinghiali
10 mila e ottocento cinghiali da abbattere solo nella provincia di Genova, è la risposta contenuta nelle integrazioni provinciali al Calendario Faunistico venatorio sull'emergenza ungulati degli ultimi mesi. Gli amministratori hanno deciso di aumentare di 2.300 unità i capi da abbattere rispetto alla scorsa stagione. Oltre alle squadre di cinghialai, la caccia sarà effettuata anche in battuta singola, ma solo dai cacciatori adeguamente formati ed abilitati dai rispettivi Atc di appartenenza.
La provincia ha distinto i capi da prelevare nei due Atc genovesi: 5.800 gli abbattimenti previsti a Genova Ponente e 5.000 a Genova Levante. Il termine delle battute è fissato per il 20 dicembre ma si continuerà nel caso in cui l'obiettivo a quella data non sarà stato raggiunto. “Questa scelta è stata adottata – spiega l'Assessore Renata Briano – per evitare i rischi di squilibrio, con un unico contingente per tutto il territorio, nei prelievi come è accaduto lo scorso anno quando il tetto previsto è stato raggiunto con abbattimenti molto più numerosi nel Ponente rispetto al Levante dove si sono aggravati i danni agricoli nella stagione successiva”.Altre novità riguardano la lepre, che sarà cacciabile fino al 29 novembre il mercoledì, il sabato e la domenica nall'Atc 1 Ponente e in due giornate a scelta tra quelle sopra indicate nell'Atc 2 Levante fino al 22 novembre e la pernice rossa, cacciabile in entrambi gli ambiti il mercoledì e la domenica fino al 22 novembre, compilando un'apposita scheda di abbattimento secondo le modalità previste dagli Atc. Per entrambe le specie i cacciatori non dovranno superare i 4 capi in tutta la stagione. Per quanto riguarda le specie migratorie non ci sono variazioni rilevanti rispetto agli anni scorsi.
BIG HUNTER
3 SETTEMBRE 2009
Bologna: altro territorio sottratto alla caccia
La Provincia di Bologna ha accolto la richiesta del comune di San Lazzaro di Savena di inserire il proprio territorio e le frazioni a nord della via Emilia di Olmatello e Mura San Carlo tra le aree interdette alla caccia. Una richiesta che risponderebbe per lo più ad esigenze turistiche. La zona è infatti molto frequentata grazie alle strutture agrituristiche e alla presenza di una pista ciclabile. La motivazione ufficiale è quella di garantire un'adeguato livello di sicurezza per i cittadini.“Si tratta - ha dichiarato il vice sindaco e assessore alla Qualità ambientale Giorgio Archetti – di un ulteriore tassello posto alla difesa dell’ambiente e a tutela del territorio in quanto questo provvedimento rende del tutto omogenea un’area già ricompresa tra il Parco dei Gessi e Calanchi dell’Abbadessa e altre zone di ripopolamento e di rifugio”.
LA ZAMPA.IT 3 SETTEMBRE 2009
Trentino, ritornano le aquile Censite almeno dieci coppie, pari al 2% della popolazione italiana
IL GIORNALE
3 SETTEMBRE 2009
FIAMME IN CALIFORNIA, SI RISCHIA UNA STRAGE
OSCAR GRAZIOLI
Mentre la Rspca (la potente Protezione animali) britannica divulga la notizia che centinaia di animali esotici sono illegalmente detenuti da cittadini inglesi, nei pressi di Los Angeles si assiste a uno strano esodo forzato. Decine di camion, furgoni e altri mezzi di locomozione, sono stati reclutati per spostare leoni, tigri, puma, lupi, orsi e struzzi che rischiano di finire arrosto nel grande incendio che sta devastando i dintorni della città californiana, oppure annegati dalle tonnellate d'acqua che gli aerei cisterna scaricano sulle colline adiacenti al luogo in cui sorge il Wildlife Waystation, l'ennesimo «santuario» dove, assieme agli animali di cui sopra, sono ospitate numerose altre specie, zebre, iene, lama, alpaca, procioni e compagnia bella. Due vigili del fuoco hanno già perso la vita nella lotta alle fiamme.
Le guardie forestali americane hanno avvisato la sovrintendente dello zoo, Martine Collette, che se il fuoco dovesse avanzare e arrivare alla Waystation, probabilmente del giardino zoologico non rimarrebbe altro che fumo «e un gigantesco arrosto» ha aggiunto sarcastico un vecchio guardaboschi volontario, impegnato nell'operazione di spegnimento. Collette si lamenta del fatto che il dipartimento antincendio non è in grado di fare alcuna previsione su quanto tempo avrà a disposizione per mettere in salvo gli animali. «Mi hanno solo detto che è veramente un brutto incendio e che, se il vento ci si mette di mezzo, i nostri sforzi potrebbero essere inutili». Intanto sono stati reclutati tutti i pesanti mezzi motorizzati a disposizione, in grado di trasportare le gabbie in cui vengono chiusi gli animali, soprattutto quelli più pericolosi, come leoni, tigri e puma. Gli animali stessi non facilitano certo le operazioni di salvataggio. Vedono all'orizzonte le fiamme e fiutano, con l'olfatto sviluppato, l'odore acre del fumo. Sentono che il loro più ancestrale e temibile nemico si sta avvicinando e cresce il nervosismo perché se nella savana, si può fuggire, qui ci sono palizzate, reti metalliche e lucchetti a sbarrare impietosamente qualunque via di fuga. Gli struzzi, che normalmente possono essere trasportati a gruppi, devono essere caricati nelle gabbie uno per uno. Troppo nervosi, troppo stress. Il luogo di destinazione è in parte lo zoo di Los Angeles, che si spera rimanga fuori dall'azione del fuoco, in parte altri «santuari» che di santo per gli animali hanno ben poco, se non la generosità di accoglierli in questa emergenza in attesa di affrontare la prossima. Nel frattempo i responsabili di un altro zoo, a poche miglia dalla Waystation, il Roar Foundation Shambala Preserve, hanno deciso di attendere gli eventi. «Abbiamo 64 grossi felini - dichiara Chris Galluci - tra leopardi, leoni e tigri. Per il momento loro sono tranquilli e noi facciamo finta di esserlo. Se andiamo in panico noi, ci vanno anche loro. D'altronde, evacuarli sarebbe un incubo logistico». Ha ragione Mr. Gallucci. Forse era meglio lasciarli nelle loro savane a combattere il fuoco con l'atavica arma che ben conoscono: la fuga. LA REPUBBLICA 3 SETTEMBRE 2009
La guerra del sushi Allarme per l'eccesso di acquisti di tonno rosso in Giappone. "Va consumato solo dove viene pescato". Se si continua così la specie rischia l'estinzione
ANTONIO CIANCIULLO
Il panda, le balene, la tigre della Tasmania, il rinoceronte, la foca monaca. E il tonno. Sì, il tonno potrebbe essere il primo animale a rivestire un doppio e inusuale ruolo: comune a tavola, dopo la sua trasformazione in pietanza, raro in natura. Se la proposta avanzata dal Principato di Monaco e condivisa da molti paesi europei verrà approvata, il tonno rosso del Mediterraneo sarà la prima specie largamente commercializzata a finire nell'elenco delle forme di vita protette perché in via di estinzione. Si deciderà a marzo a Doha, alla riunione della Cites, la convenzione di Washington che ha già definito una lista di 5 mila specie animali e 28 mila vegetali da tutelare, vietandone l'esportazione, perché stanno sparendo dal pianeta. La battaglia è incerta, ma il partito favorevole all'inserimento del tonno nella lista rossa sta guadagnando consensi. Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Austria, Polonia hanno già aderito alla proposta del Principato. Gli Stati Uniti non hanno preso una posizione perché aspettano la conclusione dell'iter di consultazione avviato tra biologi, pescatori e ambientalisti, ma dai commenti fatti circolare non sembrano contestare la base scientifica della richiesta di tutela. La soglia considerata critica è il 20%: quando l'80% della popolazione di una specie è già sparito scatta l'inserimento nella convenzione di Washington. E il tonno rosso, secondo gli ultimi dati, si trova sostanzialmente in questa situazione. La specie è divisa in due popolazioni: quella atlantica negli ultimi 38 anni ha subito una diminuzione dell'82,4 per cento, mentre quella mediterranea tra il 1957 e il 2007 ha avuto un declino del 74,2 per cento. "Il collasso del tonno mediterraneo è iniziato dopo ma ha avuto un andamento più veloce", spiega Alessandro Giannì, responsabile della campagna mare di Greenpeace. "Molti esperti ritengono che, in mancanza di seri provvedimenti, nell'arco di cinque anni si arriverà a quota 90 per cento: avremo fatto fuori nove tonni su dieci. Già oggi il mercato delle esportazioni, monopolizzato dal Giappone che compra tra l'80 e il 90 per cento di quello che viene venduto all'estero, si regge solo con il trucco dell'allevamento. I tonni vengono presi in mare, fatti ingrassare in grandi gabbie e venduti come prodotti di allevamento, al di fuori delle quote stabilite dall'Unione europea. E' per questo che gli stock continuano a diminuire: preleviamo più di quello che è consentito, anche perché negli ultimi anni, mentre la pressione della pesca europea diminuiva, aumentava quella della pesca africana".
SAVONA NEWS
3 SETTEMBRE 2009
Genova: acquario, nuovo cucciolo di pinguino di Magellano
Genova - Nella grande vasca subantartica dell’Acquario di Genova il nuovo piccolo di pinguino di Magellano, nato nella notte tra il 24 e il 25 luglio scorso, inizia ad uscire dal nido.
Il pubblico può vederlo nei pressi del nido in alcuni momenti della giornata, osservare i suoi primi passi e il sottile piumaggio grigio di questa prima fase di vita. Per conoscere il sesso del piccolo, è necessario aspettare il test del DNA che verrà effettuato sulle prime piume che il piccolo perderà. Viene cibato dai genitori e presto inizierà lo svezzamento con un’integrazione del cibo somministrato dal personale acquariologico fino alla completa sostituzione del cibo dato dal padre e dalla madre. L'animale raggiungerà l’indipendenza in un periodo variabile tra le 9 e le 17 settimane, e anche la peluria grigia verrà ben presto sostituita dal caratteristico piumaggio bianco e nero degli adulti. Intorno ai 3 mesi di vita, il piccolo farà la prima muta, passando dal piumaggio grigio alle piume impermeabili che gli consentiranno l’ingresso in acqua. In questa fase di muta, potrà essere necessario spostarlo in una vasca curatoriale non visibile al pubblico per abituarlo gradualmente al contatto con l’acqua, al nuoto, all’uscita dall’acqua stessa e alla termoregolazione. La vasca espositiva, che oltre ai pinguini di Magellano ospita diversi esemplari di pinguino di papua, è visibile da due livelli e consente al pubblico di immergersi idealmente nel mondo dei pinguini e di poterli osservare durante la loro permanenza sulle rocce, nel loro agile e veloce movimento subacqueo e nei balzi e guizzi per uscire dall’acqua. A.P.
TARGATO CN
3 SETTEMBRE 2009
Racconigi (CN): domenica primo volo per una giovane cicogna
Racconigi (CN) - Domenica alle 16, al Centro Cicogne ed Anatidi di Racconigi, verrà liberata una piccola cicogna bianca nata questa primavera, probabilmente sui comignoli del Castello di Racconigi. L’animale era stato segnalato in difficoltà da uno dei guardiani del parco di Racconigi, lungo la strada che collega il Castello all’Oasi di Cascina Stramiano. Pronto l’intervento degli operatori del Centro Cicogne ed Anatidi che hanno soccorso il volatile, ferito non in modo grave, ma profondamente debilitato. L’animale è stato reidratato e nutrito. Ora la giovane cicogna sta bene e verrà liberata così che possa aggregarsi ad altre cicogne selvatiche per compiere la migrazione verso sud. Si chiama cicogna Guidonia, ma sul suo nome avranno l'ultima parola i bambini.
LA NUOVA VENEZIA 3 SETTEMBRE 2009
Invasione di grosse nutrie in centro
Marta Camerotto
CEGGIA (VE). Allarme roditori nel Piavon. Lungo il canale che attraversa il centro di Ceggia in questi giorni sono stati avvistati numerosi topi e soprattutto delle mega-nutrie. Martedì sera è toccato ad un pensionato fare il brutto incontro. Stava passeggiando sulla passerella, vicino alla mura del canale verso via Ugo Foscolo quando vede avvicinarsi un animale. Sembrava a prima vista un cane di mezza taglia. Quando si è avvicinato l’uomo si è accorto si trattava di un animale peloso e troppo grande per essere un topo. Nello stesso tratto, ma anche lungo l’argine del canale, sono state viste altre nutrie di varie dimensioni. La causa di questa presenza potrebbe essere imputata alla mancata manutenzione degli argini stessi dove l’erba cresce alta e rigogliosa. I grossi animali che pur essendo innocui, martedì sera, attorno alle 23, hanno attirato l’attenzione dei passanti e dei residenti che sono scesi in strada, alcuni anche in pigiama, e lungo le rive del canale per guardare esterrefatti il grande movimento d’acqua generato dai tuffi e dalle nuotate delle nutrie. «Era da tempo che non vedevamo delle nutrie così grosse in questo tratto di canale - dicono alcuni residenti - quest’anno ne abbiamo viste diverse in pochi giorni. Temiamo la loro presenza soprattutto per motivi di salute». Si pensa abbiano una tana proprio in centro paese. «Si vedono soprattutto sull’argine, - continuano altri - sotto le erbacce, in mezzo all’acqua. Vicino ai due ponti e lungo il tratto di via Piavon che porta a Stretti». Insomma l’allarme è lanciato. Ora si spera in un intervento mirato per controllarne la loro riproduzione che potrebbe compromettere la stabilità degli argini.
CORRIERE DI AREZZO
3 SETTEMBRE 2009
Il gatto matusalemme vive qui Briciola, un miao lungo 25 anni.
Lo straordinario primato di una micetta.
PERGINE VALDARNO (AR) - Se i gatti generalmente hanno sette vite, questo qui li doppia tutti. Si chiama Briciola, è una siamese dell'Isola di Mali, e se oltre al dono della longevità avesse anche la capacità di soffiare sulle candeline della torta, ne spengerebbe 25. Sì, un quarto di secolo di vita. Se si tratta di un primato mondiale, di un record da guinness dei primati, questo deve essere ancora appurato. Ciò che più importa al signor Roberto Ruscica, che vive la sua vita di pensionato tra Pergine, Badia Agnano e Firenze, è che il suo micione sia ogni giorno lì, accanto a lui, da venticinque anni. Col suo manto bianco, le striature nocciola e il musetto nero a dispetto dell'età, Briciola sembra sfidare le leggi della natura. A casa del signor Ruscica il siamese capitò come trovatello. “Accadde a Firenze in via Canova. Era il lontano 1985”. Fu subito amore a prima vista. Come in un film di Walt Disney la gattina seguì la figlia del signor Roberto. Era malridotta. Per due giorni dormì in poltrona. “La portammo dal veterinario Linari - racconta Ruscica - e ci disse che aveva un anno circa. Le facemmo tutti i vaccini. Da allora è sempre rimasta con noi”. Di fronte agli scettici, il signor Roberto mostra serenamente i libretti e i certificati che attestano la veneranda età del gatto. Ma qual'è l’elisir di lunga vita di Briciola? Mistero. L'alimentazione è apperentemente normale: scatolette e poche crocchette. Forse tutto risiede nel rapporto speciale tra padrone e micia. “Sono inseparabili” dicono in Valdarno. Certo, gli acciacchi ci sono. “Beh, l'età si fa sentire e Briciola soffre di cataratta e ha l’artrosi alle zampe posteriori”, dice il padrone. Venticinque anni. Un traguardo straordinario. Corrispondono, dicono i veterinari, a 140 anni di un uomo. Auguri Briciola. Che il tuo miagolio duri ancora a lungo.
Animalieanimali 3 SETTEMBRE 2009
REGIONE SICILIANA VIETA LA CACCIA LADDOVE E' GIA' VIETATA! La Lav critica il Decreto del 31 agosto
A poche ore dall’inizio della nuova stagione venatoria il neo assessore all’Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia, On. Michele Cimino, esordisce con un’incredibile decreto che porta la data del 31 agosto (sic!) con il quale, per eludere le decisioni dei giudici del TAR di Palermo, che lo scorso luglio avevano sospeso alcune parti del calendario venatorio, vieta la caccia dove è già vietata almeno dal 1977!
SAVONA NEWS
3 SETTEMBRE 2009
Desta perplessità il Piano Venatorio 2009/2010 presentato dall’assessore provinciale Bracco ma predisposto dagli uffici prima dell’insediamento della Giunta Vaccarezza.
Savona - Se la matematica non è un’opinione, la Protezione Animali di Savona non comprende come mai, se i censimenti di cinghiali, caprioli e daini, svolti dagli stessi cacciatori e coordinati dall’Università di Genova, hanno dato risultati inferiori allo scorso anno, i capi abbattibili quest’anno siano stati aumentati (1.000 cinghiali e 300 caprioli in più, oltre a 52 daini). In effetti l’ultima parte dell’inverno è stata rigida e nevosa e moltissimi piccoli di capriolo e cinghiale sono morti, mentre alcune femmine hanno ritardato e ridotto il parto di qualche mese.
Una programmazione conforme alle leggi quadro nazionale e regionale sulla caccia, avrebbe dovuto quindi giungere ad una riduzione degli abbattimenti; è un principio cardine della corretta gestione della fauna selvatica che, se violato, pro-duce nelle specie cacciate pericolosi squilibri di sesso ed età; e fornisce ottimi elementi per impugnare la delibera di fronte al TAR Liguria e chiederne la sospen-siva ed il successivo annullamento, opzione che l’ENPA savonese sta valutando in questi giorni.Piena condivisione invece dell’ENPA alla richiesta rivolta dall’assessore alle Forze dell’Ordine, di controllo dei ristoranti (che l’associazione chiede di estendere anche alle sagre) per combattere il vergognoso commercio sotto banco della carne di cinghiale e capriolo; un business enorme che coinvolge interessi incredibili, contro il quale sarebbe utile microchippare (in modo da renderne rintracciabile la carne) e liberare i cinghiali catturati dalle gabbie disposte dalla Provincia nelle zone soggette a danni alle coltivazioni.
GREEN REPORT
3 SETTEMBRE 2009
Continua la strage di rinoceronti nei parchi del Sudafrica
LIVORNO. Secondo un comunicato del South Africa national parks (SanParks), l'organismo che gestisce i grandi parchi nazionali del Sudafrica, in agosto nel parco nazionale Kruger sono stati uccisi 7 rinoceronti bianchi (ceratotherium simum).Il SanParks spiega in un comunicato che «I corpi dei sette rinoceronti sono stati scoperti, ma senza i corni. Sei presunti bracconieri sono stati arrestati e cinque armi sono state sequestrate».In tutto, dall'inizio del 2009, i bracconieri avrebbero ucciso 33 di questi grandi e ormai rari erbivori.Il fenomeno, spinto dalla forte richiesta asiatica dei proibitissimi corni di rinoceronte che vengono usati nella medicina tradizionale e come afrodisiaco, sembra in forte crescita, probabilmente anche a causa della crisi economica: dal 2000 al 2007 in Sudafrica sono stati uccisi 120 rinoceronti, dal gennaio 2008 al luglio 2009 erano già 134 i rinoceronti vittime dei cacciatori di frodo.A luglio Iucn, Traffic e lo Standing committee of the convention on international trade in endangered species avevano già lanciato l'allarme: «Nei soli Sudafrica e Zimbabwe, almeno 162 rinoceronti sono stati illegalmente uccisi nel 2008 ed altri 62 sono stati abbattuti durante i primi 6 mesi del 2009».Il bracconaggio rappresenta non solo un pericolo per questi animali ed in genere per la biodiversità sempre più confinata nei grandi parchi nazionali, ma anche per l'economia del Paese, visto che il turismo legato ai grandi mammiferi è una voce importante delle entrate economiche sudafricane.Per Susan Lieberman, direttrice del programma specie del Wwf international «I rinoceronti sono in una situazione disperata. Questo è il peggior bracconaggio di rinoceronti che abbiamo visto in tanti anni ed è fondamentale che i governi si muovano ed agiscano per fermare questa minaccia mortale per i rinoceronti in tutto il mondo. E' tempo di un giro di vite sugli elementi criminali organizzati responsabili di questo commercio, e per una più vasta assistenza ai Paesi interessati per accrescere I loro sforzi».Gli ambientalisti chiedono al Sudafrica di incrementare l'applicazione della legge focalizzando l'attenzione sulle importanti sfide della salvaguardia e chiedono una nuova moratoria internazionale sulla vendita deio corni di rinoceronte e di rafforzare il quadro del controllo sui safari di caccia grossa al rinoceronte bianco, con il limite di un solo rinoceronte all'anno per cacciatore.Intanto in Sudafrica i bracconieri diventano sempre più audaci, arrivando addirittura a rapinare a mano armata i negozi all'interno di parchi nazionali come quello di Addo che espongoino corna di rinoceronti.
Secondo Traffic ed Iucn «Il commercio illegale di corni di rinoceronte destinati all'Asia sta provocando il massacro, con la crescente evidenza del coinvolgimento di cittadini vietnamiti, thailandesi e cinesi nell'approvvigionamento e trasporto illegali di corni di rinoceronte fuori dall'Africa».Secondo gli ambientalisti esiste addirittura una prova evidentissima di questo sporco traffico: «I media locali in Sud Africa hanno presentato un filmato che prova la complicità del personale dell'ambasciata del Vietnam in Sud Africa nel procurare illegalmente corni di rinoceronte. Fino a 5 anni fa il Vietnam non era una destinazione importante per il commercio illegale di corni di rinoceronte. In quel Paese le indagini in corso hanno scoperto le prove evidenti che i corni di rinoceronte sono correntemente utilizzati per usi medicinali che ampliano ulteriormente l'ambito di utilizzo dei corni di rinoceronte descritti nella letteratura tradizionale, incluso ora l'uso delle sostanze per trattare una vasta gamma di malattie pericolose e mortali, compreso il cancro».Peccato che la cheratina del corno di rinoceronte non faccia miracoli: ma la superstizione e la tradizione miracolistica stanno mettendo sempre più in pericolo questi grandi erbivori inclusi nell'appendice I della Trade in endangered species che vieta qualsiasi commercio internazionale di parti di rinoceronte.
IL GAZZETTINO
3 SETTEMBRE 2009
Scatta la campagna dopo i 24 casi
Vaccini antirabbia fino alla Pontebbana
Colpiti anche tassi, cani e caprioli
Udine - Durante questa prima settimana di settembre è programmata la terza campagna di vaccinazione orale delle volpi per la prevenzione della rabbia silvestre. Sono 24 i casi di rabbia diagnosticati in undici comuni della provincia di Udine secondo i dati aggiornati al 31 agosto. L’elenco, disponibile in rete sul sito dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, segnala tra i comuni colpiti: Resia (7 volpi, un tasso), Resiutta (1 volpe, un capriolo), Venzone (2 volpi), Lusevera (1 volpe), Moggio (un tasso), Gemona (una volpe), Buja (una volpe), Majano (4 volpi), Artegna (1 volpe), Osoppo (un cane), San Daniele (2 volpi).«Il piano di intervento sarà esteso a sud ovest fino al Tagliamento e, a sud, fino al limite della linea ferroviaria Venezia -Udine - precisa l’Istituto zooprofilattico - Inoltre saranno interessati all’operazione anche i comuni della provincia di Pordenone che insistono lungo il Tagliamento (Vito d’Asio, Pinzano al Tagliamento, Spilimbergo, S.Giorgio della Richinvelda, S.Martino al Tagliamento e Valvasone)». «Ci troviamo in una situazione paradossale - denuncia il presidente regionale di Federcaccia, Paolo Viezzi - : almeno da due anni come riserve di caccia e cacciatori chiedevamo di esercitare il prelievo di volpi, dato il loro numero considerevole, ma la Provincia ha concesso solo autorizzazioni parziali, limitate, e su presupposti non aderenti alla realtà».Viezzi chiarisce meglio: «Ad esempio si metteva in relazione la possibilità dell’abbattimento delle volpi con i problemi registrati dagli agricoltori ai loro allevamenti quando la consistenza della volpe va al di là della presenza di essi».«È stato un errore gravissimo e l’aumento consistente della volpe ha favorito la proliferazione della rabbia» afferma. Ma la malattia non è trasmissibile a tutti i mammiferi? «Vero, ma storicamente l’animale legato alla presenza di focolai significativi e pericolosi di rabbia è la volpe e almeno da tre anni non ne è consentito il prelievo». «La rabbia è una malattia mortale - ricorda il presidente della Federcaccia - e non bisogna badare alle motivazioni ideologiche per la sua prevenzione, occorre essere lungimiranti». «Le volpi sono molte tanto che si possono vedere lungo le strade, sebbene si tratti di un animale schivo» riferisce. E segnala un ultimo episodio preoccupante: «Ieri tra Pocenia e Muzzana è stata investita e recuperata una volpe che è stata sottoposta ad analisi». Sarebbero dolori se l’epidemia avanzasse ancora sul territorio fino a località così a sud e c’è da sperare quindi che il test sia negativo.E la stagione venatoria? Nelle zone raggiunte dal focolaio epidemico impossibile condurre i cani al seguito. Una recente ordinanza emessa dall’Azienda sanitaria del Medio Friuli pareva inserire in un passaggio addirittura la proibizione dell’esercizio venatorio ma è stato assodato che si trattava di un errore formale e il testo è stato riformulato. Intanto si sta organizzando a San Daniele un convegno sulla rabbia silvestre aperto alla popolazione e ai cacciatori al quale parteciperanno numerosi amministratori locali dei paesi interessati dalla problematica.
SANREMO NEWS
3 SETTEMBRE 2009
Vallecrosia (IM): bilancio di un anno della spiaggia per animali
CARLO ALESSI
Vallecrosia (IM) - Ad un anno dalla sua inaugurazione, avvenuta nell’agosto 2008, l’amministrazione comunale di Vallecrosia formula un bilancio, più che positivo, del servizio offerto dalla spiaggia riservata agli animali di affezione e dei meticolosi controlli effettuati dal corpo di polizia municipale su tutto il territorio comunale relativamente all’anagrafe ed alla igiene ambientale canina.
La spiaggia si trova nella zona del depuratore consortile al confine col comune di Camporosso, è rigorosamente recintata con una staccionata alta circa un metro e copre una superficie di circa 1.200 mq. Tale area, completamente attrezzata, è dotata di doccette per lavare gli animali, di dispensatori di palette ecologiche per la raccolta delle deiezioni canine, di cestini per la raccolta delle stesse e di contenitori per i rifiuti in generale. Nell’ambito della stessa gli animali sono liberi di scorrazzare e fare il bagno senza disturbare nessuno. Voluta e fatta realizzare dall’ex consigliere Pier Luigi Conte, anche in considerazione della presenza dell’elevato numero di cani da compagnia e da guardia, la spiaggia in questione è una delle poche insieme a quella del comune di Ventimiglia situata alla foce del Roia, presenti sul nostro territorio.L’assessore alla polizia locale sig. Gianfranco Peretti asserisce: “Il corpo dei vigili urbani è impegnato in un servizio di accurato controllo per quanto concerne l’anagrafe canina, la pulizia e l’igiene dei marciapiedi e delle aree pubbliche in genere, il disturbo della quiete pubblica e la presenza di cani vaganti incustoditi. Il servizio svolto è considerato positivamente sia dagli utenti controllati che dai cittadini”. |
VIVISEZIONE ASCA 3 SETTEMBRE 2009
SALUTE: CUORE, UOMINI E SERPENTI UN FILO GENETICO LI UNISCE
Roma - Ci fanno paura e spesso ci ripugnano, ma non sono cosi' diversi da noi. Il cuore dei rettili ha in comune con quello degli uomini un fattore genetico identificato ora dai ricercatori del Gladstone Institute of Cardiovascular Disease (GICD) di San Francisco California (Usa). La ricerca pubblicata su Nature mostra come una specifica proteina sia coinvolta nella formazione del cuore di tartarughe, serpenti ed esseri umani. L'evoluzione ha fatto il resto. Volatili e mammiferi, uomini compresi, hanno sviluppato quattro camere cardiache per separare il flusso del sangue destinato ai polmoni e al resto del corpo, essenziale per gli animali a sangue caldo. I rettili, animali a sangue freddo, hanno mantenuto il muscolo cardiaco suddiviso in tre camere. Il gene chiave della ''parentela biologico'' e' invece uno, si chiama TBX5 ed e' implicato in forme di cardiopatie congenite alle quali i ricercatori sperano di trovare presto una terapia genetica. TISCALI NOTIZIE 3 SETTEMBRE 2009
Ci sono alternative alle cavie da laboratorio?
Attualmente esistono tre alternative all'utilizzo degli animali da laboratorio: gli studi in vitro sulle cellule animali o umane, il microdosing - cioè la somministrazione a volontari umani di dosi ridotte dei farmaci da sperimentare - e gli studi in silico, ovvero la simulazione informatica del funzionamento dei tessuti da studiare. Due agenzie governative americane - il National Institute of Health e l'Environmental Protection Agency - stanno muovendo i primi passi proprio in questa direzione: l'obiettivo è quello di mettere a punto una strumentazione robotica che analizzi centinaia di migliaia di sostanze chimiche contemporaneamente valutandone l'impatto con le cellule viventi. Secondo i ricercatori, il robot-cavia potrà effettuare fino a 10mila test al giorno.C'è ancora da aspettare. Una cosa è certa, però: lo studio di nuove forme di sperimentazione non animale richiederà ancora molto tempo. Nel frattempo gli scienziati si impegnano a rassicurare l'opinione pubblica: la ricerca - giurano - segue ovunque rigide disposizioni legislative destinate a ridurre al minimo indispensabile il numero degli animali da sacrificare.
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