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IL GIORNO
3 AGOSTO 2010
Spara a un cane Denunciato operaio per armi illegali e violenze su animali
BORGHETTO LODIGIANO (LO) - È STATO DENUNCIATO per maltrattamenti su animali e detenzione illegale di armi da fuoco Q.C., 32enne residente a Borghetto. Le indagini sono partite dopo il ritrovamento, nei giorni scorsi, di un cane ferito da alcuni colpi di arma da fuoco. Subito alcuni volontari si sono attivati riuscendo a salvare la vita dell’animale. Poi, dopo le cure, si sono immediatamente rivolti ai carabinieri per cercare di identificare chi avesse commesso l’ignobile gesto nei confronti di un cane indifeso. Gli uomini dell’Arma hanno passato al setaccio l’intera zona, e dopo aver individuato il possibile responsabile, si sono presentati alla porta del 32enne con un mandato di perquisizione.
NELL’ABITAZIONE di Borghetto i carabinieri hanno ritrovato una carabina detenuta illegalmente. I primi rilievi hanno dato piena compatibilità tra i proiettili che avevano ferito il cane e quelli dell’arma del 32enne. L’uomo, che comunque si è dichiarato estraneo ai fatti, ora dovrà rispondere di maltrattamenti su animali e detenzione illegale di arma da fuoco. Piena soddisfazione per l’operato dei carabinieri è stato espresso anche dai volontari di un’associazione animalista che hanno salvato la vita del cane ferito.
IL CITTADINO
3 AGOSTO 2010
Monza, allevamento sequestrato:animali al buio in stalla fatiscente
Monza - Teneva una cinquantina di animali in locali fatiscenti, al buio, senza areazione, in un posto maleodorante. Maiali, capre e anche bovini che facevano parte di uno pseudoallevamento nel quale sono dovuti intervenire le forze dell'ordine. All'origine della vicenda che vede indagato il 76enne cinisellese E.P. c'è un'ordinanza dell'Asl che gli intimava di sistemare la struttura dove accoglieva gli animali (che si trova in un'area al confine tra Monza, Cinisello e Muggiò) proprio perchè il luogo non era del tutto idoneo a ospitarli. Quando agenti e militari sono riusciti ad accedere alla stalla, però, si sono trovati di fronte a una situazione incredibile: erano presenti 32 suini (nonostante l'uomo non avesse la possibilità di tenerli), 16 capre, 8 bovini. Gli animali venivano tenuti al buio: i maiali, ad esempio, proprio in seguito alle condizioni in cui erano costretti a vivere, erano ciechi. Alcuni animali, tre maiali e un bovino, sono morti e su di loro sarebbero stati trovati anche segni di percosse. A circa un paio di mesi dal blitz la Procura ha stabilito che gli animali, nel frattempo messi in una azienda agricola di Muggiò, vengano restituiti al proprietario, ma solo se verrà garantita loro una sistemazione adeguata.
MERATE ONLINE
3 AGOSTO 2010
Merate (LC): inquietante episodio in Via San Vincenzo. Un gatto ''impallinato''. Ma sembra che non si tratti di un caso isolato
Egr. Direttore,
è estate, e con l’estate si ripresenta il noto e vergognoso fenomeno dell’abbandono di animali domestici. Ma è di un altro tipo di violenza perpetrato sugli stessi che vorrei parlare. La mia famiglia risiede a Merate, in una traversa di via San Vincenzo, zona ospedale. Ai primi di giugno il nostro gatto, Ariel, è scomparso. Dopo una settimana, quando ormai disperavamo di ritrovarlo, Ariel è riuscito a tornare a casa sua e, sinceramente, ancora non ci capacitiamo di come ciò sia stato possibile viste le condizioni in cui versava: ferito, denutrito, disidratato. Portato immediatamente dal veterinario abbiamo appreso, con costernazione, che gli avevano sparato. Il tipo di ferita – colpo alla guancia con mandibola fracassata – ed il fatto che nonostante ciò sia sopravvissuto fanno pensare all’uso di un’arma ad aria compressa. Esattamente negli stessi giorni sono scomparsi altri due gatti abitanti in zona, poi, purtroppo, ritrovati morti. Dato il tempo trascorso non è stato possibile accertare la causa della morte, ma la concomitanza temporale gioca nel senso di una causa comune. A prescindere dal fatto che l’autore sia un adulto o un ragazzino – in ogni caso siamo indubbiamente in presenza di personalità con caratteri di psicopaticità che dovrebbe destare preoccupazione – non è nostra intenzione, con questa lettera, stigmatizzare un atto tanto vigliacco che si commenta da solo. No, ciò che ci preme è sottolineare che non siamo in presenza di atti solo moralmente censurabili ma di atti sanzionati penalmente perseguibili. Denuncia che non esiteremo a presentare qualora, esercitando un’attenta azione di vigilanza sul territorio, dovessero concretizzarsi elementi tali da permettere l’individuazione del colpevole con l’eventuale reiterarsi di comportamenti analoghi nella zona ove abitiamo. Ariel, dopo l’operazione per la ricostruzione della mandibola, si sta lentamente riprendendo. Confidando nella pubblicazione della presente, si porgono cordiali saluti. F.B.
Un atto deplorevole quello segnalato dalla famiglia Brescia e che, purtroppo, sembra proprio non essere un caso isolato. Oltre ad Ariel e ai due gatti morti che, presumibilmente, potrebbero avere subito un trattamento simile ma con un esito peggiore, un altro felino è stato impallinato sempre a Merate nella zona che corre tra Via Cornaggia e Via Emilio Bianchi. La scorsa settimana infatti residente è dovuto intervenire per soccorrere un gatto ferito, che forse incapace ormai di muoversi si era rifugiato in un fossato a lato della strada. Avvicinato l'animale ormai stremato con del cibo l'uomo con non poca difficoltà lo ha raccolto e portato dal veterinario. "Purtroppo è un fenomeno che spesso si verifica nelle campagne e per il quale è difficile rinvenire il colpevole" ha raccontato "Stavo passeggiando diretto verso il lago di Sartirana quando poco distante dal cimitero mi sono addentrato in un appezzamento di terra per scattare alcune fotografie. Mi sono abbassato per immortalare dei papaveri e ho sentito un miagolio. Quando mi sono avvicinato al fossato ho visto un gatto. Impaurito ha alzato il pelo mostrandomi i denti. Ho visto che erano ferito e che stava sanguinando. Con il cellulare ho chiamato subito mia figlia che è arrivata con del cibo, una coperta e dei guanti. La gatta dapprima diffidente forse perchè non aveva più le forze ha preso il cibo e mentre mangiava siamo riusciti a catturarla con la coperta e a portarla da un veterinario che l'ha medicata dicendoci che la ferita era riconducibile probabilmente a dei pallini sparati da un'arma ad aria compressa".
Come dicevamo questi episodi ravvicinati nel tempo e nei luoghi farebbero pensare alla mano della stessa persona, forse disturbata dalla presenza dei felini che passeggiano da un giardino all'altro. Difficile però senza testimoni ed elementi certi di identificazione riuscire a risalire all'autore di questo spregevole gesto. S.V.
LA NUOVA VENEZIA
3 AGOSTO 2010
Cani avvelenati e rapiti, l'ombra del racket
Stefano Zadro
PORTOGRUARO (VE). Cani avvelenati, o drogati e rapiti; per i migliori amici dell’uomo e per i rispettivi padroni questo è un brutto periodo. Negli ultimi mesi si sono registrati vari terribili episodi contro cani indifesi. Tanta è l’indignazione e la rabbia di chi si è visto il proprio animale rapito o addirittura ucciso. Solo un paio di settimane fa, in via Giotto, un esemplare di dalmata è stato ritrovato dal padrone privo di vita. Gli esami hanno confermato che la morte è sopraggiunta per avvelenamento. Diverse settimane prima un altro cagnolino era stato ucciso con le medesime modalità, in via Ronchi, in zona Santa Rita. Dove, andando indietro di un mese ancora, si era registrato un altro caso simile. Tutti i padroni assicurano che i loro cani non davano fastidio né creavano problemi, cosa che comunque non giustificherebbe un’azione tanto vigliacca e disumana. Il caso più eclatante, fortunatamente concluso in maniera positiva, è avvenuto sempre in via Giotto, poco più di un mese fa. «Ero in ferie lontano da casa - racconta Michele Marzin - quando mi chiamano per dire che i miei due cani, madre e figlia, incroci tra leonbergher e pastore del Caucaso, erano scomparsi. Il cancello del giardino era stato forzato, era chiaro che li avevano rapiti». Le forze dell’ordine hanno spiegato che alcune bande di malviventi rapiscono cani di razza per fare cucciolate da rivendere a caro prezzo. I cani di Michele sono di grossa taglia, possono arrivare a pesare oltre 50 chili, quindi i rapitori si erano evidentemente ben attrezzati. «Dopo un paio di giorni - prosegue Michele - la più piccola dei due è tornata. Era stata drogata, era completamente confusa. Forse è stata liberata perché non del colore tipico della razza. Ho messo annunci in giro per ritrovare anche la madre, una signora mi ha detto di averla vista a Milano. Dopo qualche giorno mi sono ritrovato il cane in giardino, era in condizioni pietose, ma viva. Forse chi l’ha presa ha capito che poteva essere scoperto».
IL TIRRENO
3 AGOSTO 2010
Denunciato per aver sparato a un cane
FIVIZZANO (MS). Si prospettano guai giudiziari per il 75enne di Signano che nei giorni scorsi si era reso protagonista di una brutta vicenda: aveva ucciso a fucilate il cane di proprietà di un vicino, perché secondo lui l’animale gli avrebbe sgozzato due galline. Carabinieri e agenti del Corpo Forestale, a seguito del grave episodio, hanno provveduto a eseguire le opportune indagini che avrebbero portato al sequestro del fucile e alcune munizioni che erano in possesso del pensionato, con la conseguente denuncia di porto abusivo di arma da fuoco. I militari avrebbero infatti appurato che l’uomo era privo dei regolari permessi per poter detenere arma e cartucce. Pare sia stata anche appurata la responsabilità del pensionato per l’uccisione della povera bestiola e per questo i carabinieri lo avrebbero denunciato anche per questo reato. L’uomo ora dovrà spiegare al giudice perché deteneva un fucile e relative munizioni, ma soprattutto perché ha freddato il cane, un meticcio di taglia media. Di fatto però il motivo per il quale il pensionato ha compiuto tale gesto è già noto: il cane, durante un’incursione nel pollaio, gli aveva fatto fuori due galline. Per questo avrebbe deciso di porre in atto la vendetta: ha attirato il cane in una trappola per poi sparargli a sangue freddo. Una volta individuato il cane (l’animale era appunto di razza meticcia), di proprietà di un vicino e ritenendolo l’autore dell’uccisione delle sue galline, l’anziano ha escogitato di lasciare degli animali morti all’interno di un piccolo recinto, al fine di attirarvi il cane. Preparata la trappola è cominciata l’attesa finché il cane non è caduto nel tranello. Una volta all’interno del recinto, con nessuna possibilità di scappare, per il cane non c’è stata via di scampo: è arrivato il pensionato che dopo aver preso la mira ha esploso alcuni colpi di fucile che hanno raggiunto l’animale, uccidendolo.
LA PROVINCIA PAVESE
3 AGOSTO 2010
Garlasco, multato per il gatto finito in trappola
GARLASCO (PV). Un gatto in gabbia costa caro a Ivo Pignatti. L’80enne vigevanese gestore della cascina Prevosta, dove sorge la fonte dalle presunte virtù curative, è stato multato: 500 euro per maltrattamento di animali. Il decreto penale è stato emesso dal giudice Stefano Vitelli su richiesta del pm Silvia Baglivo. Il 22 aprile i volontari dell’Associazione italiani difesa animali e ambiente (Aidaa) avevano segnalato che, nella stessa cascina della fonte, Pignatti teneva «un gatto chiuso in gabbia in condizioni di grave sofferenza». Il micio era stato prelevato e trasferito al gattile di Vigevano. Pignatti ha ricevuto ieri la notifica del decreto penale. «Farò ricorso al giudice di pace - dice -. Questa vicenda, più che assurda, è ridicola. Siamo davvero nell’Italia di don Camillo e Peppone. Devo pagare per un gatto finito per caso in una gabbia sistemata per catturare un animale che mi mangiava le uova. Il gatto era rimasto poche ore nella gabbia. Lo avrei liberato, ma non avevo potuto farlo subito perchè, quella mattina, ero stato ospite di una trasmissione televisiva. Proprio quel giorno, però, sono arrivati gli animalisti ed è scoppiato il putiferio». Lorenzo Croce, presidente dell’Aidaa parla di «pena lieve, ma condanna che rimane come un precedente importante, monito a coloro che maltrattano gli animali». «Ma quali maltrattamenti? Il gatto dormiva tranquillo dopo aver mangiato le uova», conclude Pignatti mostrando le lettere di chi dice di essere guarito dopo aver bevuto alla sua fonte.
IL TIRRENO
3 AGOSTO 2010
SMARRITO CANE.
LIVORNO - Smarrito il 31 luglio alla Rosa vicino alla Coop, un cane Pincher Toy, piccola taglia, peso 1.5 Kg, colore marrone chiaro di 1 anno e mezzo. Tel. 347 0758334 - 347 2991271.
http://persietrovati.blogspot.com/2010/08/livorno-smarrito-cane-pinscher-maschio.html
IL SECOLO XIX
3 AGOSTO 2010
I piccioni? Sani come pesci
Il comune non potrà fare nuove catture
Le analisi escludono rischi e malattie per l'uomo. L'Enpa: «Si sapeva, uccisioni gratuite»
Dario Freccero
Savona. I piccioni cittadini sono sani come pesci: non hanno malattie, non portano particolari batteri, non rappresentano insomma quella minaccia igienico-sanitaria che temevano tanti cittadini e per cui gli amministratori comunali avevano disposto catture ed esami.
È questo il responso delle analisi che il Comune ha fatto eseguire nei mesi scorsi dopo la campagna di uccisione di ben mille esemplari voluta in particolare dall'ex assessore alla qualità urbana Livio Di Tullio per monitorare la situazione sanitaria ma al tempo stesso per ridurre il loro numero complessivo. Ora dall'Istituto zooprofilattico è arrivato al servizio veterinario dell'Asl e al Comune l'atteso responso che esclude rischi per l'uomo e se da una parte fa tirare un sospiro di sollievo, dall'altro è destinato ad accendere le polemiche di chi riteneva ingiustificata l'operazione (Enpa). La sostanza è infatti che dall'esame dei piccioni prelevati non è emerso un reale motivo per temerli: non significa che il loro alto numero non porti sporcizia e degrado (basta vedere il guano delle zone dove nidificano) ma nulla che possa giustificare un allarme sanitario. «È emerso che non hanno particolari problemi - conferma Marco Lovesio, direttore della Sanità animale dell'Asl2 - i dati precisi ora non li ho ma la sostanza è che dalle analisi, per fortuna, non sono emerse anomalie di rilievo». Per Palazzo Sisto, in realtà, la notizia è solo mezza positiva. Perchéè inutile nascondere che uno degli obiettivi di queste catture era sì verificarne la salute ma al tempo stesso ridurne il numero soprattutto in quelle zone della città, a cominciare da piazza Saffi, dove la concentrazione di volatili è ben al di sopra del tollerabile. E una speranza, per quanto non confessabile, era che l'esito del test potesse giustificare nuove catture e quindi un altro drastico abbattimento della popolazione di volatili. «Che i nostri piccioni non portino malattie per l'uomo sono ben contento di saperlo e penso sia una notizia molto positiva per tutti i cittadini - replica l'ex assessore Di Tullio - per saperlo non potevamo far altro che verificarlo come abbiamo fatto. Teniamo conto che queste verifiche sono state fatte perché i dati parlavano e parlano di una popolazione cittadina ben al di sopra del tollerabile e soprattutto per le tante segnalazioni preoccupate dei cittadini. A questo punto non sarò più io a deciderlo ma penso che il Comune dovrà solo preoccuparsi di che strada scegliere per ridurre la riproduttività degli stessi volatili». «Si è dimostrato quello che noi ripetiamo da mesi: è stata un'azione di crudeltà gratuita - tuona Gianni Buzzi dell'Enpa - tra l'altro abbiamo buttato dalla finestra 10 mila euro di denaro pubblico, soldi che potevano essere usati per cominciare la campagna di sterilizzazione che se fatta nel modo corretto da ottimi risultati. E aggiungo che a Genova si è fatta una campagna simile di verifica sanitaria ma senza bisogno di uccidere i piccioni: prendendoli e poi liberandoli»
GEA PRESS
3 AGOSTO 2010
Inchiesta del TG1 sul mondo delle corse clandestine di cavalli a Palermo
Intervista a GeaPress e il video del servizio.
GEAPRESS – Ieri sera il TG1 ha mandato in onda, nella edizione delle 20.00, una inchiesta condotta dall’inviata Roberta Badaloni, sul mondo delle corse clandestine di cavalli a Palermo. La giornalista, accompagnata da Giovanni Guadagna di GeaPress, ha documentato le corse dei cavalli che si svolgevano in particolare, tra il Foro Umberto I (Foro Italico) e via Messina Marine. Si tratta di zone di Palermo ancora caratterizzate da molte stalle con numerosi cavalli. Lanciati in folle corsa, sia al trotto che al galoppo, nel traffico cittadino della domenica mattina e fino a tarda ora. La zona, infatti, è segnalata anche per le competizioni notturne.Scene impossibili per un paese civile, ma molto comuni nella città di Palermo così come in molti centri del sud Italia. Per un maggiore approfondimento su questo fenomeno si può vedere il documentario Horses from Hell realizzato da GeaPress.All’arroganza mafiosa, infatti, si aggiunge la beffa del Codice della Strada che punisce blandamente le competizioni non autorizzate con i cavalli e per nulla vieta lo sfrecciare di calessi da corsa nel traffico cittadino (vedi articolo GeaPress).“Coincidendo i luoghi – ha dichiarato Giovanni Guadagna di GeaPress – pensavamo alla battuta di Johnny Stecchino sul traffico di Palermo, ma era appena un attimo perchè subito si veniva superati dall’ennesimo calesse a tutta corsa“.Alle più usuali (per un paese incivile) scene di calessi da corsa, si aggiungevano le performance di incredibili cowboys metropolitani che al galoppo, seguiti sempre dagli immancabili motorini, lanciavano il cavallo tra i palazzi della città. Un fenomeno ormai degenerato nonostante i frequenti interventi delle Forze dell’Ordine ai danni delle corse clandestine. Il riferimento di legge specifico, valido solo per le dimostrate competizioni tra più calessi, non è tanto l’inutile Codice della Strada, quanto le disposizioni contro il maltrattamento di animali (legge 189/04). Premesso che anche queste nulla o quasi possono contro lo sfrecciare di un calesse da corsa in città, si deve purtroppo precisare come in fase di contestazione del reato relativo alla competizione non autorizzata, se il consulente veterinario non certifica che il cavallo ha rischiato per la sua incolumità fisica, nulla si potrà fare.Le stalle documentate dal TG1, poi, sono poco più che dei loculi per cavalli. L’animale rimane rinchiuso in luoghi ristretti, bui e malsani. In parecchi casi si tratta degli stessi cavalli che, al traino di una carrozza, accolgono i turisti nei luoghi storici della città ed al porto in particolare quando attraccano le navi da crociera.L’unica maniera per risolvere il fenomeno è solo considerare che non siamo più in una Italia agro pastorale che necessitava, come prevede il Codice della Strada, dei veicoli a trazione animali. Questi nella realtà del 2010 equivalgono ai calessi da corsa dei fantini di mafia.
VIDEO
http://www.geapress.org/zoomafia/inchiesta-del-tg1-sul-mondo-delle-corse-clandestine-di-cavalli-a-palermo/3025
VARESE NEWS
3 AGOSTO 2010
«Non è uccidendo il siluro che risolviamo i mali delle nostre acque»
Un intervento del presidente del Gruppo Siluro Romagna critica l'atteggiamento di diffidenza nei confronti del grande pesce che ha trovato casa nei nostri laghi e fiumi
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Siluri nel lago di Varese, tanto che la Provincia ha attivato un programma di contenimento. Siluri nei laghi minori, dove da settimane i pescatori si cimentano in battute notturne. Da molti descritto come un animale pericoloso per la fauna ittica autoctona, quella che tradizionalmente vive nei nostri laghi, in tanti la pensano diversamente. Proprio come gli aderenti al Gruppo Siluro Italia, che hanno chiesto un'intervista per esporre il loro punto di vista, anche alla luce delle critiche espresse in seguito alla pubblicazione su varesenews di servizi che hanno trattato l'argomento “siluro”.
Risponde a nome del GSI, Alberto Fantini, presidente del Gruppo Siluro Romagna
Cos'è è il Gruppo Siluro Italia?
«Il GSI è ad oggi il punto di riferimento nazionale, sia per le più alte competenze tecniche di divulgazione e informazione sulla pesca al Siluro, sia per tutte le attività di tutela ambientale (anti bracconaggio, inquinamento e “mala gestione”) che gravitano attorno al moderno Cat Fishing. Siamo organizzati in sedi territoriali per regioni e provincie, con un consiglio nazionale, composto dai vari rappresentati, che si riunisce periodicamente. Nello specifico il Silur Angel Team è la sede periferica che interessa la provincia di Varese». Quali sono le attività? «Il GSI è attivo su ogni campo correlato al Siluro, spaziando dai progetti scientifici a tema in collaborazione con un Istituto di fama mondiale, fino allo studio legale dedicato dove far convogliare segnalazioni e denunce sui mali delle nostre acque». Cosa intende per “mali delle nostre acque”? «Esistono diverse problematiche legate alle "nostre" acque interne, non necessariamente sempre correlate tra loro. Si va dal bracconaggio all'inquinamento, dalla scarsità di controlli alla mala gestione». Come intendete risolvere questi problemi? «Sono stati creati canali di dialogo con gli enti provinciali che hanno accettato il nostro contributo per la segnalazione di reati ambientali come per esempio il bracconaggio, con conseguente formazione di personale volontario a Guardie Ecologiche; sono stati inoltre effettuati studi e ricerche scientifiche per valutare l'effettivo impatto di specie alloctone sui nostri ecosistemi, dimostrando con dati certi che la rarefazione delle specie ittiche nei nostri fiumi e laghi è attribuibile all'inquinamento in primis, ed al prelievo massiccio e senza controlli in secondo luogo; e che non è facendo piazza pulita con gli elettrostorditori per poi reimmettere quintali di avannotti di specie "nobili" ed autoctone che si ridarà la vita alle nostre acque; soprattutto perché quegli avannotti andranno in gran parte a morire, a causa dell'inquinamento elevato».Quindi c'è una vera e propria collaborazione con enti statali? «Sì, a seguito delle manifestazioni organizzate dal GSI nel nord est, dove il bracconaggio è presente in maniera importante, con bande organizzate attrezzate di tutto punto, che prelevano illecitamente quantità rilevanti di pesce per poi rivenderlo, e che hanno creato un vero e proprio mercato nero del pesce, una vera minaccia sotto tutti gli aspetti, ed è stato istituito un accordo con i comuni interessati. Con orgoglio posso dire che grazie alla nostra attività abbiamo portato la nostra voce a Roma, sotto forma di interrogazione parlamentare in materia di alloctoni e gestione delle acque, la quale sotto alcuni aspetti è ancora regolamentata da regi decreti incongruenti con i tempi correnti. E' stato inoltre allestito un tavolo di lavoro con la FIPSAS, dove abbiamo potuto mettere a disposizione il know how accumulato in questi anni sulle specie alloctone per una migliore interpretazione della pesca sportiva, sempre più indirizzata verso un futuro ecosostenibile. Con il dialogo e l'attività dei nostri iscritti sul territorio, quindi a conoscenza delle realtà più disparate, abbiamo raggiunto i traguardi che ho descritto». Parla di bracconaggio come una minaccia non solo ambientale, perché? «Il bracconaggio non è solo un pericolo secondario, che lascia povere di pesce le acque, ma un vero problema sanitario; considerando lo stato di inquinamento delle acque acque fluviali del Nord Italia, un pesce come il siluro, che vive anche decine di anni ed è al vertice della catena alimentare, accumula nel proprio organismo quantità di inquinanti tali da renderlo seriamente pericoloso qualora lo si mangi. Nei nostri studi abbiamo fatto analizzare la carne di esemplari prelevati in diversi areali del nord Italia, riscontrando quantità di metalli pesanti ed altri inquinanti di molto superiori al limite fissato dalla legge per l'alimentazione umana. In questo caso non si parla solo di siluro come si può credere, ma anche di lucci, lucioperca e, seppur in quantità minori, di tutti gli altri organismi che vivono nel medesimo habitat». E chi trae dalla pesca il proprio sostentamento? «La pesca professionale è un argomento difficile, non perché l'Italia è uno degli ultimi paesi dell'Unione Europea a permettere ancora la pesca professionale in acque interne, ma per una questione di mentalità; non è semplice spiegare che gli effetti a lungo termine di un'alimentazione, anche saltuaria, costituita da pesce contaminato possono essere cancerogeni. Altrettanto difficile è comprendere che l'acqua limpida non è necessariamente pulita ed esente da sostanze inquinanti». Anche per la nostra Provincia avete riscontrato queste problematiche? «La Provincia di Varese ha una varietà di corsi d'acqua e bacini invidiabili, salvo eccezioni anche il tasso di inquinamento è contenuto; ma a volte alcune iniziative hanno suscitato delle reazioni da parte nostra; è vero, possiamo considerare il siluro una specie aliena in un habitat ristretto e non contaminato, ma non è eradicandolo con costosi progetti basati su dati pacificamente discutibili che si risolve il problema. Ha fatto inoltre scalpore come un pesce alloctono al pari del siluro, sia stato oggetto di interesse da parte degli amministratori provinciali, tanto da regolamentarne in termini restrittivi la pesca sportiva per preservarne quella professionale». Quale consiglio quindi, data l'esperienza in materia di alloctoni? «Il GSI non si permette di dare consigli, bensì è a favore del dialogo e della condivisione dei dati scientifici che abbiamo accumulato negli anni, per evitare il ripetersi di delle mattanze con gli elettrostorditori e lo spreco di risorse con ripopolamenti mal ponderati». Per saperne di più: www.grupposiluro.it , oppure contattare [email protected]
IL CITTADINO
3 AGOSTO 2010
Bertonico (LO) Il rapace sbatte contro l’autopompa, salvato dai vigili del fuoco
Gulf, l’esplosione della ciminiera fa “impazzire” un gufo del bosco
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Paola Arensi
Bertonico (LO) - Esplode la ciminiera e un gufetto “impazzito” si schianta contro l’autopompa. Il suono delle sirene che, venerdì sera, ha anticipato l’esplosione della storica ciminiera della ex Sarni-Gulf di Bertonico, ha avvertito gli uomini, ma “non la natura”. Alle 19.30 sono partiti i tre fischi e immediatamente dopo, fortissima, c’è stata l’esplosione: prima la luce, poi il suono, infine il crollo e la torre, alta 120 metri, caduta a terra per poi sbriciolarsi al suolo e sprigionare un’enorme nuvola di polvere. In quegli stessi istanti gli animali selvatici che abitano l’area se la sono vista brutta. Innumerevoli i leprotti che, terrorizzati per il boato, si sono dati alla fuga prendendo le più svariate direzioni e decisi a mettersi in salvo senza sapere che, rumore a parte, nessuno gli avrebbe fatto del male. Ad avere la peggio è stato un rapace novello grosso una spanna che pisolava su uno dei pochi alberi vicini alla torre. L’animale è saltato fuori dal verde e ha iniziato a volare in modo sfrenato e scomposto. È stato proprio il suo frenetico volo, sommato all’inesperienza dell’età, che lo ha fatto schiantare poco distante contro un’autopompa dei vigili del fuoco del comando provinciale di Lodi. Pompieri che in quel momento stavano presidiando l’area insieme alla Croce rossa italiana e altri mezzi, dove c’era anche l’assessore all’ambiente della provincia di Lodi Elena Maiocchi oltre alle autorità locali. La scena, da un lato comica ma allo stesso tempo capace di intenerire chiunque, ha scatenato una gara di solidarietà. I soccorritori presenti hanno preso in mano e accarezzato il gufetto per tranquillizzarlo e scattare qualche fotografia insieme a lui. Questo fino a quando l’esemplare si è ripreso e un vigile del fuoco ha potuto liberarlo nell’area della centrale Sorgenia dove l’animale, stranito per l’insolita avventura, è volato via, ma lo ha fatto ancora un po’ intimorito per ciò che gli stava succedendo intorno.
IL TIRRENO
3 AGOSTO 2010
Vola via la civetta del castello
PIOMBINO (LI). Dopo un periodo di cure presso il Castello di Piombino, ieri pomeriggio dalle mura della fortezza è stata liberata una civetta recuperata 10 giorni fa nel centro storico, ora in grado di volare e cercarsi il cibo. Il ritrovamento è stato effettuato dal Servizio recupero animali feriti del Wwf, coordinato da Giovanni Bottausci, con il supporto della provincia di Livorno, dell’assessorato allo sviluppo rurale, caccia e pesca, e sotto la supervisione del Cruma Lipu Livorno (resp. dott. Renato Ceccherelli). L’assessore all’ambiente del Comune Marco Chiarei, dopo le procedure di inanellamento del rapace notturno a cura del Wwf, ha provveduto al rilascio del simpatico e curioso rapace notturno che veglia sopra le nostri notti e svolge una funzione ecologica di controllo di fauna selvatica.
LA GAZZETTA DI MODENA
3 AGOSTO 2010
Cirillo, il caimano trovato nel laghetto
MARANELLO (MO). Si chiama Cirillo. E’ un piccolo caimano sudamericano (in foto), un rettile non neonato ma neppure adulto. Lo hanno trovato sul bordo di un laghetto artificiale a Torre Maina due pescatori di Formigine e ora dopo la brutta avventura si sta riposando al Pettirosso, centro modenese specializzato nella cura di animali selvatici. «Abbiamo scelto il nome Cirillo pensando a Crocodile Dundee - spiega Pierio Milani, responsabile del Pettiroso - sta bene anche se è magro. Purtroppo questo non è l’unico ritrovamento di fauna selvatica protetta nel Modenese. Solo pochi giorni ci siamo fatto carico di un pitone che era illegalmente detenuto da un modenese. E spesso, come nel caso di Cirillo, i proprietari li comperano cuccioli e poi li mollano, anche se è vietato dalla legge». Cirillo è spuntato dal nulla tra il fango della sponda di un laghetto artificiale a Torre Maina di Maranello sabato sera. Nei paraggi, stava pescando Sauro Panari, pensionato 59enne di Formigine. «Ero in compagnia di un amico. Stavo pescando, quando lo sguardo mi è caduto su quel piccolo rettile. Sulle prime credevo fosse un giocattolo, poi avvicinandomi l’ho visto muoversi. Allora ho chiamato il mio amico e gli ho detto di prendere un retino da pesci. E così lo abbiamo catturato», conclude Panari, pescatore per passione da 30 anni. Ora al Pettirosso Cirillo è curato in attesa di una sistemazione.
TRENTINO
3 AGOSTO 2010
Gli animali diventano cittadini e l'uomo non fa più paura
ROVERETO (TN). Non c’è proprio da meravigliarsi se i cieli della città sono popolati di specie di uccelli che fino a poco tempo era impossibile individuare tra le case. Addirittura impensabile che si spingessero fino ad un bar in centro, come il falco che si è portato via un piccione. «Anche qui, come altrove d’altro canto, assistiamo ad un fenomeno di urbanizzazione di animali: predatori, ad esempio, che dalla montagna si spostano e riescono a convivere anche con gli esseri umani. Perché hanno capito che con l’uomo c’è da avere meno paura» come afferma il direttore del museo civico Franco Finotti. Così come il falco, sono sempre più le cornacchie e i corvi che volteggiano sopra i condomini e si spingono a cacciare le prede nei parchi e nei giardini. Come ormai c’è da abituarsi alla presenza di colonie di caprioli nelle campagne attorno alla città tanto da arrivare sempre più frequentemente nei cortili delle case. Ci sono dinamiche che cambiano: gli animali si avvicinano all’uomo perché sanno che possono trovare cibo. Ma ci sono animali che invece si allontanano dalle città, mentre la loro presenza sarebbe importante per la caccia agli insetti tra i quali la zanzara tigre. Come i pipistrelli che si vedono raramente, se non in alcune zone, volteggiare sotto i lampioni. «Eppure questi animali tanto disprezzati sono utilissimi - afferma Finotti - Per questo sono favorevole al bat-box (le casette per i pipistrelli ndr) in modo da far rientrare questi cacciatori notturni».
TRENTINO
3 AGOSTO 2010
Un falco va a caccia di piccioni al bar
Giancarlo Rudari
ROVERETO (TN). Non capita tutti i giorni di trovarsi ad un paio di metri di distanza da un falco. Soprattutto se si è seduti ad un tavolino del bar in centro. Eppure è successo l’altra sera, tra lo stupore dei clienti, al bar Antares in vicolo Parolari: un falco plana sotto il gazebo, agguanta un piccione che stava beccando le briciole e spicca il volo con la preda tra gli artigli. La scena è stata seguita da Gianfranco Micheloni del bar Antares e da un gruppo clienti seduti per l’aperitivo. «Eravamo qui a chiacchierare quando ad un certo punto - racconta Micheloni - sentiamo un rumore di sedie. Ci siamo girati e abbiamo visto che a poca distanza da noi c’era un falco sotto un tavolino che teneva tra le zampe qualcosa che si muoveva. In un primo momento non avevamo capito che si trattava di un piccione. Ed è stato quando qualcuno di noi si è spostato un poco più avanti ha notato l’animale che cercava di liberarsi tra gli artigli. Tanta fatica sprecata visto che il rapace non mollava la preda». Il falco è rimasto immobile per qualche secondo fissando costantemente i clienti del bar che seguivano la scena. Poi si è alzato in volo con il piccione ben stretto tra le zampe, è passato sotto il tunnel del primo condominio tra vicolo Parolari e via Fontana e quindi è sparito con la sua preda che, facile immaginare, se la sarà divorata chissà dove. Magari anche nelle vicinanze del bar, o in qualche parco della città considerata la presenza di rapaci anche nelle zone urbanizzate. «Non ci credevamo nemmeno noi - racconta ancora stupito Micheloni - non avrei mai immaginato che un rapace potesse arrivare a tanto. Magari volteggiare in cielo anche sopra il centro, quello sì, si è visto ancora. Ma spingersi fino sotto i tavolini di un bar con la gente a poca distanza non pensavo proprio che un falco avesse questo coraggio. Da dove sia arrivato non lo so, forse dal giardino del museo qui a fianco o della scuola musicale».
IL CITTADINO
3 AGOSTO 2010
Seveso, Nikita s'infila nel wc
Boa recuperato nelle tubature ![]()
Cristina Marzorati
Seveso (MB) - Per molti è una sciocca leggenda metropolitana, per chi invece ha una vera e propria repulsione per i rettili, è l'incubo che si avvera: nella mattinata di martedì scorso un boa constrictor è entrato nel wc del suo padrone, infilandosi poi negli scarichi fognari del condominio. Non siamo a New York, dove affascina l'idea che ci possano essere dei coccodrilli nelle fogne, ma a Baruccana in via Rosmini dove al massimo si corre il rischio d'incrociare una piccola biscia. Non è più così dalle 8 di martedì 3 agosto. M.V., trentaduenne, a quell'ora chiama il suo veterinario di Limbiate per recuperare Nikita. Non si tratta della spia resa immortale dal regista francese Luc Besson, ma di un boa constrictor femmina lungo quasi due metri, acquistato dal baruccanese quando raggiungeva al massimo i venti centimetri. In mattinata è uscito dalla teca, forse era affamato, è entrato silenzioso in bagno e via a un tuffo fuori programma nella tazza del wc. Fortunatamente il padrone l'ha notato, ma non è riuscito ad acciuffarlo per tempo e da qui l'animale ha iniziato il viaggio nelle tubature. Subito è partita la richiesta d'aiuto al veterinario, che a ruota ha chiesto il supporto alla Polizia Provinciale, tra le diverse competenze ha anche il recupero di animali. Di primo acchito si è deciso di smontare la tazza, ma Nikita era già lontana, infilata nei tubi alla ricerca di chissà che cosa e soprattutto sin dove sarebbe potuta arrivare? Ad aiutare il team di recupero è intervenuta poi la “Polloni Spurghi” di Meda. Armati di telecamera, i tecnici sono riusciti a raggiungere il serpente, che forse attratto dalla luce dell'occhio elettronico, si è bloccato all'altezza del box. Qui finiscono le tubature “private”, prima di connettersi alla rete fognaria pubblica. Nikita è stata presa per la coda dal trentaduenne, ma per sfilarla dal tubo ci è voluta oltre mezz'ora, perché l'animale si è irrigidito. Il rettile si è fatto convincere, e catturare, tornando nella sua teca nella palazzina di via Rosmini, per la tranquillità dei vicini di casa che hanno seguito con apprensione le fasi di recupero. A Baruccana a supporto del lavoro di Polizia Provinciale, impresa di spurghi e veterinario sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Seregno.
Animalieanimali
3 AGOSTO 2010
GUARDIE ECO-ZOOFILE LIDA E WWF RECUPERANO UNA TARTARUGA DI TERRA
Grazie alle segnalazioni di due ragazze molto sensibili alla natura ed all’ambiente i volontari delle Associazioni LIDA e WWF hanno provveduto a prestare le prime cure anche ad un secondo animale, un magnifico esemplare di ghiandaia marina.
Dopo qualche giorno di osservazione è stata trasferita al Centro Recupero Fauna Selvatica di Catania un giovane esemplare di tartaruga di terra affidato ai nuclei di vigilanza di LIDA e WWF. Le tartarughe sono rettili prettamente vegetariani che vivono in un habitat tipicamente mediterraneo caratterizzati da inverni miti ed estati aride con temperature elevate. La Testudo hermanni corre purtroppo un serio rischio d’estinzione per fattori diversi quali l’agricoltura meccanizzata e l’uso di pesticidi, il traffico automobilistico, gli incendi, la cattura illegale. Come tutti i rettili del genere Testudo è inserita nella Red List delle specie minacciate di estinzione ed è protetta dalla Convenzione di Berna ed inclusa nella CITES per cui è assolutamente vietato il prelievo in natura ed è regolamentato l’allevamento ed il commercio degli esemplari in cattività.
Nei giorni scorsi è stata consegnata alle guardie giurate anche un giovane esemplare di ghiandaia marina (Coracias garrulus) recuperato da una ragazza nissena nelle campagne della periferia cittadina. Anche il volatile sarà trasferito nei prossimi giorni al Centro di recupero di Catania. La ghiandaia marina è uno degli uccelli più vistosi che si riproducono in Europa. Ha le dimensioni di un piccolo corvo ma con colori assai più evidenti: verde, azzurro, marrone e nero. Dopo aver trascorso l’inverno in Africa centrale e meridionale, raggiunge le regioni dell’Europa meridionale ed orientale per nidificare. L’esemplare recuperato era probabilmente diretto verso la Riserva Naturale del Biviere di Gela e presentava delle lesioni al piumaggio di un’ala e della coda. La popolazione italiana di questo esemplare appare in netto decremento (300-500 coppie concentrate in Sicilia e Sardegna) con nidificazioni quasi del tutto solitarie. I principali fattori limitanti sono costituiti dalle modifiche apportate agli habitat idonei e soprattutto dalla trasformazione delle pratiche agricole indirizzate verso le monocolture. Inoltre per queste specie insettivore e migratrici risulta determinante l’uso dei pesticidi nelle zone di svernamento a sud del Sahara. La specie è inserita dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura nella categoria di minaccia NT-Near Threatened (quasi a rischio).
GIORNALE NISSENO
3 AGOSTO 2010
LIDA e WWF recuperano una tartaruga e un esemplare di ghiandaia marina
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Catania - Grazie alle segnalazioni di due ragazze i volontari delle Associazioni LIDA e WWF hanno provveduto a prestare le prime cure a due specie animali che purtroppo corrono il rischio di scomparire dall’ambiente naturale, una tartaruga di terra e un esemplare di ghiandaia marina. Dopo qualche giorno di osservazione è stata trasferita al Centro Recupero Fauna Selvatica di Catania un giovane esemplare di tartaruga di terra affidato ai nuclei di vigilanza di LIDA e WWF. Le tartarughe sono rettili prettamente vegetariani che vivono in un habitat tipicamente mediterraneo caratterizzati da inverni miti ed estati aride con temperature elevate. La Testudo hermanni corre purtroppo un serio rischio d’estinzione per fattori diversi quali l’agricoltura meccanizzata e l’uso di pesticidi, il traffico automobilistico, gli incendi, la cattura illegale. Nei giorni scorsi è stata consegnata alle guardie giurate anche un giovane esemplare di ghiandaia marina recuperato da una ragazza nissena nelle campagne della periferia cittadina. Anche il volatile sarà trasferito nei prossimi giorni al Centro di recupero di Catania. La ghiandaia marina è uno degli uccelli più vistosi che si riproducono in Europa. Ha le dimensioni di un piccolo corvo ma con colori assai più evidenti: verde, azzurro, marrone e nero. Dopo aver trascorso l’inverno in Africa centrale e meridionale, raggiunge le regioni dell’Europa meridionale ed orientale per nidificare. L’esemplare recuperato era probabilmente diretto verso la Riserva Naturale del Biviere di Gela e presentava delle lesioni al piumaggio di un’ala e della coda.
L'ARENA
3 AGOSTO 2010
ARCOLE (VR). Interrogazione alla Camera del sindaco Giovanna Negro
Emergenza nutrie Al via gli abbattimenti
Danni a colture e argini, intervento necessario
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Arcole (VR) - Quello delle nutrie è un problema che rischia di trasformarsi in emergenza e per il quale il Comune di Arcole ha deciso di correre ai ripari. Sono diversi infatti, gli smottamenti che si sono verificati negli ultimi mesi, in prossimità degli argini dei corsi d’acqua a causa delle nutrie. Sono numerosi pure i cedimenti dell’asfalto lungo i cigli stradali.
Per non parlare dei disagi segnalati dai residenti, che si trovano spesso a convivere con vere e proprie colonie di questi roditori e dagli agricoltori, che hanno le loro produzioni danneggiate. Così sarà messa in atto una vera e propria «task force», tra Comune, assessorato provinciale alla caccia, Ambito territoriale di caccia, Consorzio di bonifica e Coldiretti, per regolare il numero delle nutrie nella zona, attraverso un programma di abbattimento controllato dalle guardie provinciali. Negli ultimi anni il numero delle nutrie, che non sono animali autoctoni, è cresciuto significativamente nell’est e nel basso veronese, tanto da diventare una vera piaga per cittadini e agricoltori. Un tema che interessa anche altre zone d’Italia e per il quale il sindaco di Arcole, Giovanna Negro, ha già presentato un’interrogazione in Parlamento per chiedere di non sottovalutare il problema. Anche perché, oltre ai disagi e ai danni che il roditore provoca, recenti studi hanno dimostrato che l’animale contribuisce alla diffusione della leptospirosi, una malattia infettiva pericolosa. Le guardie provinciali, coadiuvate eventualmente da personale esperto e munito di porto d’armi, provvederanno nelle prossime settimane all’abbattimento di un certo numero di nutrie. Le squadre saranno autorizzate dalla Provincia e saranno composte di almeno tre persone. Dopo l’abbattimento, le guardie provvederanno anche alla sepoltura delle carcasse. È previsto anche l’utilizzo di gabbie per la cattura e la possibilità di intervenire di notte.«Si tratta di un intervento necessario», commenta il sindaco Negro, «Le nutrie stanno diventando una piaga per il nostro territorio, perché compromettono la sicurezza delle strade e i corsi dei fiumi e danneggiano le produzioni agricole».
ECOO
3 AGOSTO 2010
Animali: nato cucciolo di delfino al Parco Oltremare di Riccione
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Riccione - In questi ultimi mesi le riserve naturali, i parchi e gli acquari ci stanno riservando un mucchio di belle novità. Dopo la nascita dello splendido “zonkey” americano, ora tocca alla nostrana Riccione spalancare le sue porte (o meglio dire, acque!) ad un nuovo nato. Stavolta si tratta di uno dolcissimo cetaceo: un delfino! Curiosa la dinamica della nascita, e ora ve la raccontiamo.
l cucciolo di delfino è nato al Parco Oltremare di Riccione il giorno 2 luglio, nell’ambito dei festeggiamenti per l’arrivo del Capodanno d’Estate, da Blue, tursiope (Tursiops truncatus) ospite della Laguna, l’area dedicata appunto ai cetacei ospiti nel parco acquatico. Il piccolo delfino appena nato è un maschio e alla nascita era lungo ben 115 cm per 16 Kg di peso. Naturalmente, come si vede anche dalle immagini, gode di ottima salute. E’ bello e vivace, come dire: gli manca soltanto la parola (anche se in realtà grazie al traduttore ora si può interpretare il linguaggio dei delfini)!
Dopo un mese dal parto, il cucciolo ha raggiunto i 131 cm e ha quasi raddoppiato il suo peso, arrivando a superare i 30 kg. La mamma delfino è nata al delfinario di Rimini 13 anni fa, e si trova attualmente ospite nel Parco Oltremeare grazie al Programma Europeo per le Specie Minacciate coordinato dall’associazione Europea di Zoo e Acquari (EAZA), che porta avanti ottimi progetti per la cooperazione tra strutture ai fini della riproduzione, conservazione e tutela di questi splendidi animali.
FOTO
http://www.ecoo.it/articolo/animali-nato-cucciolo-di-delfino-al-parco-oltremare-di-riccione/4767/
BERGAMO NEWS
3 AGOSTO 2010
Il caso - Una legge contro l’”ostruzionismo” alla caccia che sta facendo molto discutere. "Confido che questa proposta sia controfirmata da numerosi colleghi e dagli alleati della Lega".
Carrara: "Multa di 1500 euro a chi disturba i cacciatori"
Il senatore bergamasco Valerio Carrara ha presentato un disegno di legge che ha come obiettivo multare con 1500 euro chiunque disturbi un cacciatore all’opera. Una legge contro l’”ostruzionismo” alla caccia che sta facendo molto discutere: “Sarò il primo firmatario di questa proposta che confido sia controfirmata da numerosi colleghi e dagli alleati della Lega. Sarà uno strumento per capire chi sta veramente dalla parte dei cacciatori. L’obiettivo è quello di evitare l’accerchiamento da parte degli ambientalisti durante le battute di caccia che ledono la dignità e i diritti del cittadino-cacciatore perché le associazioni disturbano e fanno scappare gli animali”.
Il senatore bergamasco non è solo. A suo dire, questa singolare battaglia, trova sostenitori in tutta la Lombardia. La caccia per lui è come una crociata. L’anno scorso aveva presentato un emendamento alla Legge Comunitaria (soppresso dalla commissione Agricoltura della Camera) che permetteva l’allungamento della stagione venatoria tra il primo di settembre e il 31 gennaio. Il presidente nazionale del partito ecologista, Angelo Bonelli, commenta stupito: “Siamo a dir poco allibiti nell’apprendere che il senatore Valerio Carrara (Pdl) ha annunciato l’intenzione di presentare un disegno di legge per l’istituzione in Italia del reato di ostruzionismo agli atti di caccia. Troppo spesso nelle campagne si verificano prepotenze da parte dei cacciatori, che, non rispettando la legge, – ha continuato Bonelli – sparano a pochi metri da strade ed abitazioni, mettendo a repentaglio l’incolumità di famiglie con bambini o amanti della natura e provocando incidenti che sfociano in tragedie. A ciò si aggiungano i diffusissimi episodi di bracconaggio, che provocano danni ingenti alla fauna selvatica italiana”.
GEA PRESS
3 AGOSTO 2010
Misure anti inquinamento: se devi andare a caccia inquina pure
Incredibile emendamento approvato dalla Regione Piemonte
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GEAPRESS – Se un Comune decide di interdire nel proprio territorio la circolazione stradale per proteggere dall’inquinamento i cittadini, da oggi non potrà non tenere conto della “ importante attività quale quella venatoria”.Il virgolettato rappresenta il pensiero del Presidente della Commissione Caccia e Pesca della Regione Piemonte Gian Luca Vignale (Pdl) e di chi gli ha approvato l’emendamento. Il Consiglio Regionale piemontese ha infatti deciso, peraltro in sede di bilancio, di approvare la proposta Vignale che consentirà, previa esibizione del tesserino di caccia, di circolare in barba alle disposizioni anti inquinamento.Alla stregua di un’ambulanza in piena emergenza o di un’ autobotte dei Vigili del Fuoco che corre a spegnere un incendio, in Piemonte si potranno evitare i divieti di circolazione anti inquinamento emanati dai Comuni, se si deve andare a sparare degli animali.
CORRIERE ADRIATICO
3 AGOSTO 2010
Sono stati quasi 150 gli investimenti. I tratti più pericolosi
L’insidia animali sulle strade un piano per evitare incidenti
Macerata Le strade provinciali 78 “Picena”, 209 “Valnerina”, 361 “Septempedana”, ma anche la statale 77 “Val di Chienti” sono le arterie viarie del Maceratese a maggiore incidenza di incidenti stradali causati da animali selvatici. Secondo una statistica predisposta dal settore Ambiente della Provincia sulla base dei rapporti della Polizia provinciale, sono stati 148 gli episodi di “impatto” tra autoveicoli e animali che, soprattutto di notte, invadono le carreggiate. In 57 casi l’animale “responsabile” è stato il cinghiale, ma a provocare gli incidenti sono stati anche caprioli (49 casi), istrici (27), tassi (7), volpi (6).
La statistica ha evidenziato che gli incidenti stradali non accadono durante lo stesso periodo dell’anno per tutte le specie di animali coinvolti. Dal riepilogo annuale, emerge che i picchi nel periodo in cui gli incidenti sono più numerosi è quello agosto-settembre-ottobre e il mese di febbraio per il cinghiale, mentre per il capriolo è la primavera (aprile-maggio), nonché il mese di agosto e il pieno inverno (dicembre-gennaio). Per l’istrice invece i dati indicano dei picchi durante il periodo invernale (gennaio-febbraio-marzo). “Il periodo di maggiore rischio per il cinghiale è quello autunnale in quanto – spiega il comandante della Polizia provinciale, Alberto Storani – la notevole risorsa alimentare localizzata in aree lontane dai luoghi di rimessa, quali mais e ghiande, li spinge a muoversi di più, mentre per il capriolo la maggiore incidenza primaverile è da addebitarsi sempre alla risorsa alimentare disponibile che in questo periodo sono i germogli e alcune particolari colture quali ad esempio l’orzo”. In riferimento alla viabilità, ben 17 incidenti, tutti con cinghiali e caprioli, si sono verificati nel tratto della strada 78 compreso tra Campanelle di S. Ginesio e Sarnano e soprattutto in prossimità di Pian di Pieca. Lungo la strada 361, i tratti maggiormente interessati sono stati quello tra Passo di Treia e Taccoli di San Severino (6 incidenti) e quello tra Selvalagli di Gagliole e Castelraimondo (5). Altre 5 incidenti hanno avuto come teatro il tratto della Valnerina tra Campo di Giove e la galleria prima di Visso. Lungo la statale 77 “Val di Chienti” incidenti provocati da fauna selvatica si sono verificati sia nei tratti di superstrada Piediripa-Sforzacosta (4) e Tolentino Est -Tolentino Ovest (5), sia nel tratto di viabilità ordinaria tra Polverina e Muccia (3). La Provincia si sta attivando per potenziare gli interventi di messa in sicurezza delle proprie strade attraverso l’installazione di opportuna segnaletica, ma anche con la posa in opera di paletti catarifrangenti antiselvaggina.
GEA PRESS
3 AGOSTO 2010
Mentre in Spagna si vota contro la corrida in Italia l’On.le Ermete Realacci (PD) guida la cordata pro Palio di Siena et simila.
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GEAPRESS – Con una Proposta di Legge presentata dall’On.le Ermete Realacci (PD), lo Stato dovrebbe finanziare il Palio di Siena ed altre omologabili manifestazioni. Per il Presidente Onorario di Legambiente il “famosissimo Palio di Siena” è una delle manifestazioni che sviluppa socialmente ed economicamente l’intera nazione!Con buona pace dei cavalli morti e feriti, l’On.le Realacci, eletto in Toscana, ritorna pertanto a parlare di Palio di Siena dopo avere smentito nel recente passato il suo interessamento per l’emendamento, purtroppo approvato, che ha previsto l’esclusione delle manifestazioni storiche con uso di animali dal campo di applicazione della legge sul maltrattamento di animali. In altri termini mentre la Spagna vota contro la corrida in Italia si esclude che un cavallo morto al Palio sia stato maltrattato, sia con dolo che con colpa. In effetti potrebbe anche essersi suicidato.La Proposta di Legge n. 3461 a firma Realacci più altri 104 bipartisan Deputati, prevede tra l’altro l’istituzione di un Albo Nazionale comprensivo di Palio di Siena, Giostra della Quintana ed altri giochi storici. Tale Albo potrebbe suonare in armonia con il molto simile elenco con il quale le Regioni potrebbero premiare i palii dall’esclusione della legge maltrattamento, grazie all’emendamento smentito da Realacci.Nessun collegamento è però dovuto. Infatti per l’Onorevole Realacci, promotore di altra proposta in favore dello zoo di Roma e dell’Acquario di Genova, l’Albo dovrà servire a finanziare i palii, le giostre ed altri giochi storici. I soldi dovrebbero provenire, tra l’altro, dal lotto e dalle lotterie nazionali. In tal maniera si costituirebbe un apposito Fondo che servirà a coprire i costi di attuazione della Proposta n. 3461 la quale prevede finanche la deducibilità delle donazioni in favore degli enti che gestiscono palii e giostre, come quello di Siena e della Quintana.Sarà poi il Fondo a sostenere, promuovere e valorizzare giochi e palii storici perchè strumento (secondo Realacci) per la valorizzazione e la conservazione, anche all’estero, del patrimonio storico-culturale italiano.La Proposta di Legge Realacci, seguita quasi a ruota dalla quasi identica titolazione di un’altra PdL questa volta a firma dell’On.le Paola Goisis (Lega), trova l’autorevole firma dell’On.le Gabriella Carlucci (Pdl) già nota per avere annullato, in totale sordina, la Proposta di Legge per un circo senza animali (vedi articolo GeaPress).Coma a dire, dal PD, al Pdl (finiani compresi) alla Lega, tutti uniti per finanziare il Palio di Siena!
BLITZ QUOTIDIANO
3 AGOSTO 2010
India: stop alla benedizione induista con gli elefanti
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Il governo del Tamil Nadu ha intenzione di proibire l’uso di elefanti per la tradizionale “benedizione” dei fedeli all’ingresso dei templi induisti. Si tratta di una vecchia consuetudine molto radicata nel Sud dell’India dove i pachidermi, simboleggianti il dio Ganesh, sfiorano il capo del credente con la proboscide in cambio di un’offerta. Lo riferisce oggi l’agenzia Pti citando una circolare emanata da un dipartimento che si occupa di affari religiosi.Le autorità hanno chiesto ai gestori dei templi di cessare la pratica religiosa che comporta problemi sanitari e che costituisce una “tortura” per gli animali addestrati a eseguire la benedizione. In seguito alle denunce di associazioni di protezione di animali, nell’India meridionale sono stati creati “centri di relax” per gli elefanti utilizzati per lunghe ore e senza adeguata alimentazione nell’edilizia, agricoltura e nelle cerimionie religiose.
YAHOO NOTIZIE
3 AGOSTO 2010
Piatti pronti ad hoc anche per i musulmani
Pierre Martinet, industriale francese leader nel settore delle insalate confezionate, si butta nel segmento halal: quello dei prodotti alimentari che rispettano le procedure per l'uccisione degli animali previste dalle norme islamiche. La nuova gamma, chiamata «Le ricette di Nurdan» dal cognome della moglie turca di Martinet, riguarda specialità a base di carne di maiale, come i croissant al prosciutto, preparate sotto il controllo della moschea di Lione.Questi prodotti sono già commercializzati dalla grande distribuzione con il marchio Martinet, ma saranno venduti anche attraverso il private label (marchio del distributore) e senza marca.
L'industriale francese osserva che oggi i musulmani rappresentano circa il 10% della popolazione transalpina e che sette su dieci vogliono consumare halal.Martinet, con il passare degli anni, ha messo in piedi un impero industriale che gli permette di essere il numero uno nelle insalate con 43 mila tonnellate prodotte all'anno, vendute essenzialmente nella grande distribuzione, che rappresentano il 92% dei 103,5 milioni di euro di giro d'affari dell'azienda. In ambito internazionale si registra una forte crescita: dopo un incremento del 25% dei volumi di vendita, Martinet si è dato l'obiettivo di conseguire un +50% quest'anno. Per arrivarci, la società ha rafforzato le équipe commerciali soprattutto in Spagna, Italia e Belgio, dove i suoi prodotti si trovano sugli scaffali delle più grandi insegne locali della distribuzione.Oggi il catalogo Martinet conta 380 prodotti, ma ogni anno se ne aggiungono da 10 a 15. Ed è in arrivo una gamma di insalate biologiche per accontentare i cultori dell'alimentazione naturale.
FINANZIA IN CHIARO
3 AGOSTO 2010
LA MACELLAZIONE ISLAMICA: UN RITO BARBARICO NEL CUORE DELL’EUROPA
Riccardo Ianniciello
La mucca, pungolata con bastoni dalla punta in ferro, è spinta nella gabbia girevole e con una leva fatta capovolgere: in questa posizione, con la testa rivolta verso la Mecca, l’animale è sgozzato.
Una lenta agonia lo porterà alla morte.
Fin qui avete visto ma non udito: un acutissimo muggito, un urlo invade il grande macello e, andando ben oltre, attraverso le finestre, giunge alle abitazioni, penetra nei campi.
Non ci troviamo – come qualcuno può pensare – in un paese mussulmano, non siamo in Algeria, ma a Milano, a Bologna, oppure a Trento, siamo a Parigi o a Lione, nel cuore dell’Europa, in pieno ventunesimo secolo. Ci si chiede come sia possibile permettere questo rito crudele nel nostro paese, in evidente contrasto con le normative europee che regolano la pratica della macellazione e prevedono lo stordimento dell’animale prima del dissanguamento. Un rito, quello islamico che viola apertamente anche gli Art. 544 e 727 del codice penale, che contemplano sanzioni amministrative e penali per chiunque causa sofferenze gratuite agli animali Nei pressi di Trento, durante la Pasqua (2010) alcuni mussulmani sono stati denunciati perché sorpresi a sgozzare pecore in un vigneto. Ci chiediamo: perché questi signori sono stati denunciati e non quelli che praticano lo stesso rito nel chiuso di un macello comunale, a poca distanza? Qual è la differenza? Non ci troviamo di fronte alla stessa barbara pratica? Le risposte alle domande poste sono da ricercarsi nel denaro. Il denaro delle numerose comunità mussulmane presenti nel nostro paese ha comprato il silenzio delle amministrazioni locali, ha chiuso occhi, tappato bocche e orecchie, permettendo il rito della macellazione islamica. Così, come nel caso dei mussulmani denunciati perché sorpresi a sgozzare pecore in un campo: si tratta dello stesso rituale, ma non “istituzionalizzato” dal denaro. In Francia, Brigitte Bardot si sta battendo per mettere fine all’illegale macellazione rituale islamica, ma il suo accorato appello rimane inascoltato. Sarkozy e la sua consorte Carla Bruni, ai quali l’attrice aveva indirizzato alcune lettere, non l’hanno degnata neppure di una risposta, suscitando la sua indignazione. Mi meraviglio che la Bardot abbia tributato alla coppia una sensibilità che difficilmente poteva appartenere a due personaggi accomunati dall’interesse morboso per gli aspetti più effimeri ed edonistici della vita. “Il livello di civiltà di un popolo si misura dal rispetto che esso nutre per gli animali”.
BLOGOSFERE
3 AGOSTO 2010
Dopo il polpo veggente, il polpo “idraulico” che svuota il suo acquario!
Nei giorni dei mondiali, andava molto di moda il polpo Paul. Ne hanno parlato giornali e blog e, naturalmente, c'è chi ha scritto la sua bella voce in Wikipedia. Da qui apprendiamo che, agli inizi della sua carriera di indovino, per gli europei del 2008, Paul non era ancora così preciso e qualche volta sbagliava! Con sollievo veniamo anche informati che, non solo pare che non sia destinato alla padella (come molti maligni pronosticavano, ma forse non erano veggenti come lui!), ma anche che in futuro non gli saranno più richieste previsioni. Il presidente iraniano Ahmadinejad, pare abbia citato il polpo Paul come esempio delle superstizioni dell'Occidente.Apprendiamo che un altro polpo, in un acquario della California, usando più propriamente la sua intelligenza e curiosità di polpo e soprattutto i suoi tentacoli, è riuscito ad aprire il rubinetto della vasca in cui viveva!Quando poi alla mattina gli addetti hanno trovato il pavimento della struttura allagato da 700 litri di acqua, lui era lì tranquillo che nuotava in quella poca che era rimasta nell'acquario!C'è una categoria che accomuna i bambini che osservano gli animali agli etologi: essi vedono molti comportamenti animali dettati non solo dalla necessità (ricerca di cibo, marcatura del territorio, difesa, fuga ecc.), ma dalla curiosità, che è poi sinonimo di intelligenza. I bambini, perché non hanno difficoltà a individuare analogie tra il proprio comportamento e quello del gatto (di fronte a una scatolone vuoto, che cosa c'è di più interessante che entrarci dentro?); gli etologi perché, come i bambini, nella loro ricerca sono spesso spinti da una genuina curiosità.
YAHOO NOTIZIE
3 AGOSTO 2010
La Pet Therapy in aiuto alla riabilitazione spinale
Il cane è il miglior amico dell’uomo e nell' Unità Spinale Unipolaredell'ospedale Niguarda di Milano lo è ancora di più, visto che questi animali sono da tempo un prezioso ausilio per i ricoverati. La Pet Therapy è una terapia che, attraverso l’interazione tra l’uomo e il cane, permette di stimolare il miglioramento delle funzioni fisiche, sociali, emotive e cognitive del paziente mieloleso. La terapia di divide in diverse fasi e prevede una serie di consulti con gli specialisti, ore di palestra con esperti in fisioterapia, e bellissimi momenti con cani ben addestrati. Il lavoro che questi affettuosi “quattro zampe” (le razze più adatte sono i Terranova e i Retriever) eseguono è veramente incredibile. Oltre alla “Pet”, infatti, si va diffondendo anche la “Dog Therapy”, nella quale il cane affianca il soggetto con disabilità nella vita quotidiana ed è in grado di svolgere molte preziose attività: aprire e chiudere le porte, portare oggetti, accendere e spegnere le luci, o altro ancora. Corsi per operatori L’Unità Spinale Unipolare, in collaborazione con l’AUS Niguarda ONLUS, è sede d’esame per il corso di operatori di Pet Therapy. La sede del corso è presso il Centro Polifunzionale d’Emergenza (di Bresso) della Croce Rossa Italiana. Tratto da: Il Giornale di Niguarda
ANSA
3 AGOSTO 2010
Castiglione della Pescaia amplia le spiagge per i cani
E veterinario le indica per bagni salutari a cavallo campione
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (GROSSETO) - Piu' spiagge per gli animali a Castiglione della Pescaia: quelle per i cani sono passate da 80 a 200 metri.
La localita' interessata e' Piastrone, a Punta Ala. La decisione e' stata presa dal Comune. I cani dovranno comunque essere dotati di museruole e guinzaglio. Non solo ferie, pero'. In questi giorni un cavallo, campione della corsa, sta trascorrendo al Piastrone la convalescenza: il veterinario gli ha prescritto un periodo di bagni di acqua salata.
CASERTA NEWS
3 AGOSTO 2010
Cane di quartiere: arriva il riconoscimento della Asl Bn1
Benevento - La richiesta del Comune di Benevento di riconoscimento di due cani di quartiere è stata accolta favorevolmente dalla Asl Bn1.
"Il cane di quartiere – ha spiegato l'assessore all'Ambiente, Enrico Castiello - è stato istituito con delibera della Giunta comunale del 3 luglio 2009. In seguito, il sig. Gerardo Tretola, residente in via Nuzzolo, ha chiesto il riconoscimento di due cani di razza meticcia, dotati, poi, regolarmente di microchip. Woolf e Upa, questi i loro nomi, durante il periodo di osservazione non hanno manifestato alcun comportamento aggressivo e hanno superato brillantemente il loro esame. Finalmente – ha concluso l'assessore - giunge il riconoscimento che documenta la bontà dei due quadrupedi e che riconosce loro ufficialmente lo status di cani di quartiere. Ringrazio il sig. Tretola per la sensibilità mostrata e spero che molti concittadini vorranno seguire il suo esempio".
VARESE NEWS
3 AGOSTO 2010
Pitbull azzanna un cane e la sua padrona
Il fatto è accaduto questa mattina (martedì) in una zona centrale. Il cane è scappato dall'appartamento mentre il padrone era via e ha seminato il panico. L'intervento degli agenti del commissariato per fermarlo
BUSTO ARSIZIO (VA) - Momenti di paura questa mattina, martedì, tra via Guerrazzi e piazza Plebiscito (nella foto il palazzo teatro dell'aggressione, ndr) a Busto Arsizio quando un pitbull lasciato incustodito all'interno di un appartamento di un palazzo è riuscito ad uscire dallo stesso, probabilmente perchè il padrone non aveva chiuso bene il portone, e ad azzannare un cagnolino di piccola taglia e la sua padrona che, proprio in quel momento, stavano salendo le scale. Il pitbull ha morso prima il cagnolino alla giugulare e subito dopo il braccio della signora che cercava disperatamente di dividerli. Fortunatamente sia la signora che il cagnolino non hanno riportato gravi conseguenze ma sarebbe potuta finire molto peggio.
Il pittbull, subito dopo, è scappato in strada dove ha cominciato ad inseguire le auto in passaggio sulla strada ma è stato fermato grazie alla chiamata di un condomino che ha avvisato il commissariato di Busto Arsizio, i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale giunti sul posto in pochi minuti. Proprio un agente del commissariato di via Candiani è riuscito a calmare la bestia che, innervosito, non si è lasciato prendere con docilità. Tutto si è concluso in maniera tutto sommato positiva anche se lo spavento per gli abitanti della zona e per i passanti non è stato poco. Il pitbull è stato poi trasferito al canile Dog's Ground di Somma Lombardo mentre la donna è stata soccorsa da un'ambulanza del 118 e trasportata in ospedale a Busto Arsizio. Il cagnolino aggredito è ora tra le mani amorevoli dei veterinari che hanno medicato le ferite riportate, giudicate guaribili in 10 giorni.Gli agenti sono riusciti anche a contattare il padrone dell'animale responsabile dell'aggressione che verrà denunciato per omessa custodia.
VIRGILIO NOTIZIE
3 AGOSTO 2010
Gb/ Latte mucca clonata finisce nei negozi, Fsa apre inchiesta
I prodotti di animali clonati sono vietati
Roma - La Food Standard Agency (Fsa), l'agenzia governativa che controlla gli standard alimentari in Gran Bretagna, ha aperto una inchiesta dopo la denuncia che del latte prodotto da una mucca clonata era stato messo in vendita nei negozi illegalmente. La notizia era stata rivelata ieri dal Daily Mail, che oggi scrive che sono addirittura 100 le mucche discendenti da cloni che pascolano nelle fattorie della verde Inghilterra. La vicenda ha rilanciato nel Paese il dibattito sugli animali clonati, in particolare sugli aspetti etici e sull'affidabilità dei prodotti da essi derivati. La Fsa è subito scesa in campo per ribadire il divieto che carne e latte derivati da animali clonati entrino nella catena alimentare perché al momento non si conoscono ancora gli effetti sulla salute umana. Ma, sottolinrea il Daily Mail, sarà sempre più difficile esercitare un controllo efficace visto il numero di esemplari, tutti discendenti di Dundee Paradise, il primo clone di mucca nato in una fattoria dello Shropshire nel dicembre 2006.
ASCA
3 AGOSTO 2010
TOSCANA/CACCIA: COLDIRETTI E FEDERCACCIA, SI' A CONTROLLO CINGHIALI
Firenze - Coldiretti e Federcaccia a fianco della Provincia di Firenze nella delibera sul controllo e la gestione dei cinghiali contro la quale gli animalisti hanno fatto ricorso al Tar.
''Le recenti modifiche introdotte nella legge regionale in materia di caccia - si legge in una nota congiunta delle due associazioni - consentono alle Province di esercitare il controllo e la gestione dei cinghiali e degli altri ungulati per far fronte all'emergenza che si e' creata negli ultimi anni in Toscana. E' significativo il dato degli incidenti stradali provocati dall'attraversamento di animali selvatici: i sinistri denunciati, spesso con conseguenze gravi per automobilisti e motociclisti, sono passati da 188 nel 2001 a 478 del 2008! Le Amministrazioni provinciali, sia pure con alcuni ritardi, hanno iniziato ad approvare gli atti di propria competenza ed a realizzare gli interventi di controllo. Subito pero' e' scattata la reazione di chi si oppone alle nuove disposizioni e cerca di bloccarne l'applicazione a colpi di carta bollata. Alcune associazioni di protezione degli animali hanno presentato ricorso al Tar contro la delibera adottata dalla Provincia di Firenze, una delle prime ad aver recepito le novita' in materia venatoria. Sollevando questioni di legittimita' costituzionale, il ricorso punta ad ottenere la sospensiva e, di conseguenza, a bloccare il sistema di controllo messo a punto dalla Regione. Una decisione contro cui si alza la voce cacciatori e agricoltori''. Coldiretti Toscana e Federcaccia, hanno deciso di scendere in campo per opporsi al ricorso ''e difendere una legge, fortemente voluta e considerata strumento efficace per la corretta gestione del patrimonio faunistico e ambientale; per garantire alle imprese agricole la possibilita' di svolgere la propria attivita'; per salvaguardare la biodiversita'; per tutelare l'incolumita' stessa delle persone che percorrono le strade toscane''.
ANSA
3 AGOSTO 2010
Censimento dei mari: 230 mila le specie
Mediterraneo, quarto per biodiversita', il piu' a rischio
Ci sono voluti dieci anni e ancora la ricerca e' ben lontana dall'essere finita, ma il primo censimento di tutte le specie di animali che vivono nei mari del mondo ha dato una prima, impressionante cifra: secondo il Census of marine Life (Coml), un progetto che ha visto impegnati 360 ricercatori di tutto il mondo, sono 230mila le diverse specie distribuite nelle 25 aree studiate, di cui solo un decimo sono state catalogate. Il Mediterraneo e' al quarto posto per biodiversita', ma purtroppo secondo gli esperti è anche quello piu' a rischio di perdere questa ricchezza. I risultati definitivi della ricerca verranno presentati il 4 ottobre in una grande conferenza a Londra, ma intanto il Coml ha reso noti i primi risultati con una serie di articoli pubblicati da Plos One. Le aree piu' ricche di biodiversita' sono risultate essere il Giappone e l'Australia, entrambe con circa 33mila specie, seguite dalla Cina (22mila) e dal Mediterraneo, in cui fra crostacei, pesci e alghe vivono 17mila specie animali. Al quinto posto, tra le 25 aree censite, c'e' il golfo del Messico, martoriato dalla marea nera, in cui vivono 15mila specie. "Nel Mediterraneo siamo riusciti a studiare sia le specie costiere che quelle abissali - spiega Roberto Danovaro del Politecnico delle Marche - e sono venute fuori molte sorprese. Per quanto riguarda gli abissi, ad esempio, zone che pensavamo prive di vita hanno mostrato 3500 specie, ma il 70% e' ancora da scoprire. Questo è un motivo in più per difendere gli abissi, ad esempio dalle trivellazioni, perché non possiamo permetterci di perdere ciò che ancora non conosciamo". Dai dati mondiali i 're dei mari' sembrano essere i crostacei, che sono il 19% di tutte le specie trovate, seguite dai molluschi (17%), pesci (12%), alghe e protozoi, ciascuno con il 10%.La categoria 'altri vertebrati', che contiene mammiferi marini, tartarughe, uccelli marini, conta solo per il 2%. Il pesce più 'cosmopolita' è un pesce vipera, che vive nel 25% della zone studiate, mentre le specie che si possono trovare in più zone sono le alghe e gli uccelli marini, che compiono viaggi di migliaia di chilometri. Per quanto riguarda il Mediterraneo, il 7% delle specie che lo abitano sono stanziali, e non si trovano da altre parti, una percentuale superata solo dall'Antartide con il 15%."Purtroppo il Mediterraneo è risultato il mare più a rischio di perdere la propria biodiversità - continua Danovaro - a causa della presenza dell'uomo e dei cambiamenti climatici. Si pensi che è la parte del mondo con più rotte marine commerciali, e solo in Adriatico ci sono 100 pozzi per l' estrazione del metano".Il progetto, partito nel 2000, ha ora una grossa difficoltà, quella dei finanziamenti: "Questa prima parte e' stata finanziata da una fondazione americana - spiega l'esperto - che però ora si dedicherà ad altro. Alcuni paesi, come la Francia, si stanno muovendo per continuare il progetto, speriamo che anche l'Italia faccia al sua parte". E che sia urgente continuare il censimento dei mari lo dimostrano anche le cifre raccolte dagli scienziati in questi dieci anni: confrontando i dati con quelli storici è emerso infatti che alcune popolazioni hanno subito diminuzioni fino al 90%, e potrebbero presto sparire.
FOTO
http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2010/08/03/visualizza_new.html_1877954543.html
LA PROVINCIA DI COMO
3 AGOSTO 2010
Sorpresa, dagli abissi emerge il polpo viola
Scoperte 11 nuove specie di animali nelle acque dell'isola canadese di Terranova
Marco Cambiaghi
Il mare, gli oceani in particolare, con le loro enormi profondità - dopo che le terre emerse sono sempre più oggetto di ogni tipo di esplorazione (ormai lo si può fare comodamente anche da casa, grazie a Googlemaps) - sono sempre più spesso luogo di importanti scoperte di nuove specie animali. Meno di un mese fa, la spedizione Mareco nell'ambito dell'operazione internazionale Census of Marine Life, in corso da alcuni anni con lo scopo di censire gli animali marini in gran parte sconosciuti, aveva individuato alcune nuove importanti specie giudicate l'anello di congiunzione tra vertebrati e invertebrati. In questi giorni, simili notizie arrivano anche dalla spedizione (ancora in corso) di un team di ricercatori canadesi e spagnoli, al largo dell'isola di Terranova (in Canada, ndr). Grazie all'uso di un robot teleguidato, che si è recato fino alla profondità di 3.000 metri, dove le acque sono particolarmente fredde e l'ambiente è stato definito "alieno" dagli stessi ricercatori, pare siano state osservate 11 nuove specie animali, sebbene ancora da confermare. Spugne a forma di tulipano, esili stelle di mare, organismi che sembrano piumati e persino un polpo viola (in foto). Ellen Kenchington, del Bedford Institute of Oceanography, ad Halifax, mentre osservava le immagini del robottino comparire sul suo computer, ha affermato: «È stato davvero spettacolare. Quello che vediamo sta realmente cambiando la nostra percezione della biodiversità rintracciabile a quelle profondità: stiamo osservando nuove specie nelle acque più profonde». «Trovare un così grande numero di specie nuove o rare in una sola missione è davvero eccitante», ha scritto in un messaggio Andrew Cogswell, il ricercatore responsabile della spedizione. La Kenchington ha inoltre affermato che queste scoperte saranno anche utili affinché chi si occupa di pesca capisca l'importanza dell'ecosistema sottostante. In ogni caso, a breve termineranno i 20 giorni di spedizione e si avranno maggiori informazioni a riguardo.
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LA STAMPA
3 AGOSTO 2010
Grassi o magri? Il peso è gia"scritto"nel cervello del feto
Alcune caratteristiche rendono più vulnerabili ai chili di troppo
Perché due persone possono mangiare tutti i giorni piatti di pasta, patate fritte e dolci, e una accumula chili mentre l’altra resta “sottile”? Questa domanda ha arrovellato a lungo gli scienziati, ma un nuovo studio condotto da ricercatori della Yale School of Medicine (Usa) offre oggi su Pnas una spiegazione semplice e disarmante: il peso è “impostato” prima della nascita nel cervello del feto in via di sviluppo.
Il team guidato da Tamas Horvath ha analizzato la questione studiando alcuni specifici gruppi di ratti. Questi animali sono stati allevati in modo che la loro vulnerabilità all’obesità indotta dalla dieta fosse nota, prima ancora che venissero sottoposti a una dieta ipercalorica. Ebbene, gli animali che poi sono diventati obesi presentavano già differenze significative rispetto agli altri, localizzate dagli autori proprio nell’area del cervello che regola l’alimentazione. In pratica, i neuroni che dovrebbero segnalare quando le calorie sono sufficienti, e quando iniziare a bruciarle, in questi animali sono molto più “pigri”, perché inibiti da altre cellule. Nei ratti “magri” nonostante le abbuffate, invece, i neuroni che segnalano la sazietà sono molto più attivi e pronti a dire al resto del cervello e ai tessuti periferici che è stato ingurgitato abbastanza cibo. «Sembra che questo cablaggio di base del cervello - spiega il ricercatore - sia un elemento determinante per la vulnerabilità a sviluppare l’obesità ». Insomma, secondo gli autori lo studio mostra che a fare la differenza tra grassi e magri non sia tanto la volontà personale, quanto piuttosto «i collegamenti che emergono nel nostro cervello durante lo sviluppo». Connessioni che, secondo gli scienziati, potrebbero rendere anche più difficile, per qualcuno, riuscire a liberarsi dei chili di troppo, una volta accumulati. |