03 AGOSTO  2009

IL SECOLO XIX
3 AGOSTO 2009
 
Cinghialetti uccisi, il parroco: «Sono estraneo ai fatti»
 
 
Don Marco Fazio e il suo diniego (foto Pambianchi)
 
Provincia di Genova - Contestazioni di un gruppo di animalisti davanti alla chiesa di San Bartolomeo, sulle alture di Sori, contro la mattanza di due cinghiali. Sulla vicenda indaga la magistratura che ha indagato cinque persone, tra cui don Marco Fazio, accusato di aver partecipato all’uccisione degli animali. Ieri pomeriggio gli animalisti, vestiti di nero e con striscioni sui cui campeggiava la scritta “Quinto comandamento: non uccidere”, hanno atteso l’arrivo in parrocchia di don Fazio. Al suo arrivo, poco prima delle 16, il parroco ha visto i manifestanti ed è fuggito. Alle 18,30, durante la messa nella chiesa di Sussisa, gli animalisti hanno contestato in silenzio il sacerdote. Don Marco, al termine della cerimonia, si è rivolto ai contestatori-fedeli dicendo di essere estraneo ai fatti.

LA PROVINCIA DI VARESE

3 AGOSTO 2009

 

Anziano cade in una scarpata I soccorsi chiamati da un cane

 

BESANO (VA) -  Se è ancora vivo, lo deve a un cane. Un bel pastore tedesco che, quando lo ha visto cadere nel vuoto e rimanere immobile contro la roccia, non ha smesso un attimo di abbaiare per chiamare aiuto.
Dante Bianchi, classe 1933, sta lottando per la vita nell’ospedale di Gravedona. Domenica pomeriggio, probabilmente poco prima delle 16, è scivolato mentre percorreva a piedi via Sciarè, la strada sterrata immersa tra gli alberi che costeggia a mezza quota il monte Orsa. Aveva piovuto da poco, e probabilmente è stato proprio il terreno reso viscido dall’acqua a tradirlo. Bianchi conosce ben quel sentiero: chissà quanto volte l’ha percorso, visto che abita in via Papa Giovanni XXIII, a breve distanza da dove è franato rovinosamente. Eppure la lunga esperienza non è bastata a preservarlo dal capitombolo che potrebbe costargli la vita. Ma non è escluso che sia scivolato a causa di un malore o per un attimo di confusione mentale.Dopo aver perso l’equilibrio, Bianchi ha compiuto un volo di almeno una decina di metri. Sfortunatamente, ha colpito violentemente una roccia con il viso, riportando un trauma cranico gravissimo. Il corpo è poi finito nel torrente, ma questa volta il destino gli è stato amico: se il volto fosse finito sott’acqua, sarebbe senz’altro morto affogato. Nessuno ha visto il sinistro di cui è stato vittima Bianchi. Per questo il 76enne ha rischiato di spirare da solo, dopo una lunga e silenziosa agonia. A salvarlo è stato un cane lupo che, abbaiando furiosamente, ha attirato l’attenzione del proprio padrone che abita in una villetta proprio in via Scerè. L’uomo ha voluto capire che cosa avesse allarmato il suo cane e, aggirandosi nei dintorni, ha visto Bianchi esanime sul fondo della scarpata. Subito è partita la macchina dei soccorsi, rallentata però dalle condizioni impervie della zona immersa nel bosco dove è accaduto l’incidente. Sul posto sono intervenuti il 118, i vigili del fuoco con il nucleo speleo-alpino-fluviale e i carabinieri di Porto Ceresio.Una volta intubato, Bianchi è stato issato a braccia sul sentiero. Non è stato semplice: il 76enne è di corporatura molto robusta e l’erta nel punto dove è l’anziano crollato è molto scoscesa. Una volta sulla stradicciola, è stato con trasportato l’automedica fino al prato di via Bellotti, dove ad attendere il ferito c’era l’eliambulanza. In condizioni gravissime e in stato di incoscienza (il caso è stato classificato come codice rosso), Bianchi è stato quindi portato all’ospedale di Gravedona (Como), il più vicino tra quelli dotati di un reparto rianimazione.


LA GAZZETTA DI PARMA

3 AGOSTO 2009

 

La denuncia di Aidaa: "Rapiti 26mila cani di razza nel 2008"

 

Sono 26mila i cani di razza rapiti lo scorso anno, per un lucroso giro di affari che sfiora i 40 milioni di euro. Si tratta di cani prevalentemente da caccia e da tartufo,ma non mancano i cani di razza pregiata specialmente se di piccole dimensioni. Lo rende noto con un comunicato l’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), che tra l'altro gestisce il "Tribunale degli animali" di Parma.
Il fenomeno dei rapimenti di cani è noto, ma molto spesso ci si è soffermati sui cani rapiti nei parchi cittadini, specialmente se di grossa taglia, destinati ai combattimenti o al torbido mercato della vivisezione e della sperimentazione animale fuori dai confini nazionali. Questi dati si riferiscono invece ad un mercato parallelo prevalentemente di cani da caccia di razze particolari e ai cani di razze piccole e pregiate.
Le razze predilette dai rapitori - precisa l’Aidaa - sono, in particolare per quanto riguarda i cani da tartufo, i pointer, il Kurzaar, il bracco ungherese e alcune razze da cerca e riporto come lo Springer Spainel e il Cocker Spainel Inglese. Per i cani da caccia le razze predilette sono quelle del Segugio Maremmano e tutti i cani delle razze setter e bracco.
«Il mercato parallelo dei cuccioli di cane rapiti è tutt'altro che da sottovalutare, specialmente per quanto riguarda le regioni del centro Italia dove ogni anno sono migliaia i cani rapiti da cuccioli per essere poi immessi clandestinamente nel mercato dei cani di razza - dice Lorenzo Croce, presidente di Aidaa -. Dalle denunce e dalle segnalazioni che abbiamo ricevuto e dall’analisi delle denunce presentate alle forze dell’ordine le zone maggiormente interessate a questo fenomeno sono la Toscana, l’Umbria e la zona dell’Appennino emiliano per quanto riguarda i cani da caccia, invece per i cani di razze pregiate di piccola taglia che comunque non superano il 10% del totale dei casi riscontrati, le zone interessate da questi rapimenti sono le tre regioni del nord Italia. I cani una volta rapiti, vengono avviati al mercato parallelo sia in Italia che nei paesi esteri. Si stima - conclude Croce - che complessivamente questo mercato alimenti un giro di affari di quasi 40 milioni di euro tutti ovviamente esentasse».


IL GIORNALE
3 AGOSTO 2009
 
PAPERA A ZONZO PER LA CITTA' SALVATA DALLA POLIZIA
SPAVENTO Un uomo ha trovato il pennuto nel panico a causa del traffico e ha avvisato gli agenti
 
Milano - Una papera a Milano. No, non è la novella sposa del giovane «Papero» milanista, Pato. E nemmeno l’ennesimo capitombolo di «Paperone» Dida. Roba già vista. Qui parliamo di pennuti veri, in carne, ossa e piume.
Il povero volatile ha deciso di farsi una passeggiata in giro per la città. Una serata diversa dal solito bagno in qualche stagno fuori porta. Vuoi mettere infatti l’ebbrezza di farsi una «vasca» nella Milano by night? Altro che il laghetto di Parco Sempione. Solo che la paperella non ha calcolato una variabile tipicamente meneghina: il traffico.
Arrivata in via Pecchi, una traversa di viale Abruzzi, verso le 22 è andata in crisi. Il via vai delle auto, i clacson, le luci. Così ha cominciato a starnazzare spaventata. Fortuna vuole che un passante l’abbia sentita e si sia preoccupato per lei. L’uomo, un quarantenne residente nella zona, non ha esitato a chiamare addirittura la polizia.
L’emergenza «papera» è scattata subito. La volante Adriatica è giunta sul posto in un battibaleno. La povera paperella però non si è fidata dei suoi soccorritori. Ha cominciato così a infilarsi sotto le auto posteggiate, facendo letteralmente impazzire gli agenti. La beffa è arrivata quando si è rifugiata persino sotto la macchina della polizia. Qui però è arrivata la trovata geniale: mentre uno sposta l’auto, l’altro cattura l’animale. Il piano ha funzionato e il pennuto è stato recuperato. La papera è stata poi affidata all’Ente protezione animali sana e salva. Per la serie: tutto è bene quel che finisce bene.

LA NUOVA VENEZIA
3 AGOSTO 2009
 
Nuove casette per gli uccelli
 
MARCON (VE). L’idea è originale non solo perché sfrutta le capacità degli artisti locali, ma anche perché sensibilizza gli abitanti alla cura per gli animali e in particolare - nel caso dell’Oasi di Gaggio - delle specie di uccelli. Ieri mattina è stato, infatti, inaugurato quello che è stato chiamato «il sentiero degli artisti», percorso già esistente all’interno dell’area naturalistica, dove sono state installate ben 13 casette per uccellini decorate dagli artisti per l’appunto. Una giuria si è riunita dopo aver lanciato l’iniziativa, ed ha scelto le più meritevoli. Altre 11 invece faranno parte di un catalogo realizzato ad hoc. Tutte le opere, in ogni caso, verranno esposte all’interno Centro commerciale Valecenter nonché al Centro culturale De Andrè.  L’iniziativa di ieri mattina rientra all’interno del progetto «Oasi arte e natura» curato da Marilisa Brocca. Dopo il taglio del nastro con le autorità, il sentiero con tanto di casette sarà aperto al pubblico a partire dal mese di settembre.

IL SECOLO XIX
3 AGOSTO 2009
 
Niente mare per Fido, spiagge spezzine vietate ai cani
In Liguria sono otto quelle che ammettono gli animali, sul nostro litorale neanche una
I turisti costretti a cercare località più accoglienti. Zarrelli: «Ci abbiamo provato, ma tutti i sindaci si sono tirati indietro»
 
Provincia di La Spezia - Tutte le spiagge spezzine sono vietate ai cani: nemmeno una, accetta bagnanti col quattro zampe al seguito. Anzi: agli ingressi, campeggiano grosse scritte in cui si diffidano le famiglie a portare dentro qualsiasi tipo di animale. E questo accade in una regione "animalista": visto che la Liguria, con le sue otto spiagge aperte ai cani, sulle sole 27 in Italia, è decisamente un buon esempio. Gridano allo scandalo, gli spezzini (e i turisti) proprietari di cani: e chiedono che i sindaci del territorio facciano un bell'esame di coscienza, imitando quanto avviene ai Bagni Baia Verde di Ospedaletti, ai Bagni Capo Mele di Laigueglia, alla Vedetta di Alassio, al Bau Bau Village di Albisola, ad Andora, a Punta Vagno, a Vesima di Genova, e sulla spiaggia comunale di Pietra Ligure a Savona. «Siamo venuti a Lerici, convinti che ci fosse almeno una spiaggia aperta anche ai cani - raccontano due signori emiliani - da noi, ce ne sono, anche con servizi. Invece qui non è possibile. Siamo costretti ad andarcene, dovremmo tenere il cane chiuso tutto il giorno in casa». Analoghe segnalazioni arrivano dalla costa sarzanese, e dalla riviera: «Possibile che non ci sia una sola spiaggia aperta anche ai cani, con tutte quelle che avete?», chiedono i turisti. In Italia abbiamo ottomila chilometri di costa: a Roma ha aperto il bau village, una spiaggia ad hoc sulle rive del Tevere. E i ministeri della Salute e del Turismo hanno diffuso una guida sulle strutture che in vacanza accettano gli animali. Ebbene: in tutto lo spezzino, non ne risulta una: malgrado la Liguria sia seconda con otto spiagge, seguita dalla Toscana, terza, con quattro spiagge e le Marche con due. Abruzzo, Lazio e Veneto hanno, invece, solo una spiaggia a testa dedicata accessibile ai cani. All\'Emilia Romagna spetta anche il record di organizzazione degli spazi, spesso attrezzati con ombrelloni, docce e piscine appositamente pensate per fido e punti per munirsi di sacchetto e paletta. (Info sul sito www.vacanzebestiali.org). «Non possiamo fare un bagno con il cane, se non emigrando verso altre zone - accusano i proprietari di cani -è una situazione vergognosa». E Antonietta Zarrelli, dirigente dell'ufficio tutela, ammette di aver "provato invano, dal 2000 ad oggi, a trovare un sindaco che destinasse un pezzo di spiaggia anche ai bagnanti col cane". «Purtroppo non ci sono riuscita - spiega -è un controsenso, perché molti turisti se ne vanno, c'è comunque un flusso turistico che non accontentiamo. Un cane, ben condotto, non è un problema per nessuno: anzi, ha un ruolo importante, affettivo e sociale, anche nell'educazione dei più giovani, ed è una grande compagnia per molti anziani. Dispiace, quando mi chiedono informazioni, ammettere che qui non si possono fare vacanze al mare col cane. E poi è chiaro che rifiutando i cani si favorisce l'abbandono». Di ordinanze favorevoli, non se ne sono viste: di ordinanze ulteriormente restrittive, sì. E' il caso di Lerici, che dalla scorsa estate ha bandito i cani anche dalle scogliere e dalle zone adiacenti agli arenili. Mentre a Spezia, si multa chi gira con lo scottex per pulire, richiedendo una paletta rigida: e si multa se non si tiene a guinzaglio corto il cane, come toccato all'anziana che aveva lasciato un attimo il barboncino, per giocarci a pallina. Cento euro. Tutti segnali che provocano forte scontento, fra coloro che amano gli animali, e rifiutano di sentirsi "persone non desiderate".

IL SECOLO XIX
3 AGOSTO 2009
 
Incubo gabbiani per gli abitanti di via Marconi
I volatili stazionano sulla gru del cantiere del grand hotel
Da mesi i residenti costretti a convivere con
il rumore e il guano degli animali. Ora chiedono che vengano messi i dissuasori
 
Elena Romanato
 
Alassio (SV). «Una situazione esasperante, insostenibile. Non ce la facciamo più. Di giorno il guano e di notte il rumore dei gabbiani».
Gli abitanti di via Marconi, una delle vie centrali di Alassio non sanno più a che santo rivolgersi.
Da quando i cantieri del Grand Hotel, sul quale si è abbattuta una bufera giudiziaria, sono chiusi i gabbiano ha scelto come casa la gru che ha il braccio che si affaccia su via Marconi. Risultato i volatili sporcano la via sottostante, compresi balconi delle abitazioni, auto e marciapiedi senza risparmiare i passanti. Gli abitanti di via Marconi chiedono che la via venga pulita e che il braccio della gru venga spostato sul cantiere oppure vengano messi dei dissuasori per i volatili sul braccio della gru. Ma non sanno più a chi rivolgersi.
«Da otto anni il c'è questo cantiere che ormai è in stato di semi abbandono - dice Gianluca stalla- ora è tutto fermo ma gli operai vengono verso le 7 del mattino. Azionano la gru per pochi minuti e poi vanno via. Quella gru è tutta arrugginita. I gabbiani ci stanno tutto il giorno e sporcano sotto. Ho una Mini nera, l'altro giorno era completamente coperta dal guano. L'ho fatta lavare ma non riuscivo più a farla venire pulita. E non è la prima volta. Un giorno ho fermato il sindaco Melgrati per strada. Mi ha detto che ci avrebbe pensato lui ma siamo sempre nella stessa situazione».
Una situazione che peggiora durante l'estate quando i cassonetti dei rifiuti che si trovano nella via traboccano e i gabbiani trovano il cibo.
«C'è anche quel problema dei cassonetti - afferma Graziella Berretta - ma c'è anche la notte. Non si dorme. Alle quattro, le cinque del mattino i gabbiani iniziano a fare versi assordanti. Quando smettono arrivano gli operai che azionano la gru per un po' di minuti e poi vanno via, lasciandola sempre col braccio sulla strada. Non si capisce più niente. Tutti i giorni devo pulire il terrazzo dal guano di quelle bestiacce. Ci siamo rivolti personalmente al sindaco, all'Asl , ai Vigili urbani. basterebbe mettere qualcosa sul braccio della gru che impedisca agli animali di posarsi. Vorrei vedere se sirassero il braccio verso i bagni, dall'altra parte, che cosa succederebbe».
Il problema si era già presentato in precedenza ed era stato temporaneamente risolto. «In effetti ci eravamo lamentati con gli operai - dicono all'agenzia immobiliare Baia del Sole - e loro hanno provveduto a spostare il braccio della gru in modo che non causasse tutti questi problemi.Eravamo tutti soddisfatti. Poi forse il vento lo ha spostato di nuovo o durante le manovre per mettere in moto la gru gli operai non pensano a metterla in modo che i gabbiani non sporchino sotto».

IL TEMPO
3 AGOSTO 2009
 
Con il nuovo Codice della Strada entra in vigore l'obbligo di soccorrere gli animali feriti coinvolti in incidenti stradale.
Gli automobilisti che non rispettano tale normativa sono passibili di multa fino a 1.500 euro
 
Per questo motivo per tutto il mese di agosto l'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente mette a disposizione un servizio gratuito telefonico per aiutare gli automobilisti ad individuare il pronto soccorso veterinario più vicino al luogo del sinistro. Tutti i giorni - dalle ore 9 alle 20 - è possibile chiedere informazioni relative ai pronto soccorso veterinari aperti chiamando il 392/6552051. «Il nuovo Codice della Strada impone di soccorrere gli animali coinvolti in sinistri stradali - ci dice Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa - però pensiamo che ben pochi automobilisti partano con in tasca l'elenco dei veterinari aperti nel mese di agosto. Per questo motivo abbiamo deciso di fornire con una semplice telefonata, le informazioni relative ai pronto soccorso veterinari aperti. Sarebbe auspicabile - continua Croce - che ogni automobilista che si mette in viaggio per le vacanze, prima di partire provvedesse ad avere in tasca un elenco aggiornato dei pronto soccorso veterinari aperti sul tragitto che intende percorrere. Qualora questo non fosse possibile, noi siamo a disposizione per cercare di aiutare l'automobilista a prestare soccorso all'animale ferito nel minor tempo possibile».

SUPEREVA NOTIZIE
3 AGOSTO 2009
 
Storia dei gatti di Roma
La presenza del gatto dalla Roma antica ai giorni nostri”
 
Il primo rinvenimento di un gatto è avvenuto, sotto forma di scheletro, accanto a quello del suo probabile padrone, in una tomba di Cipro datata tra gli anni 8300 e 8000 a.C.La presenza del gatto in Italia è testimoniata dal ritrovamento di monete del 500 a.C. in cui i fondatori di importanti colonie come Taras e Rhegion (le attuali Taranto e Reggio Calabria) erano raffigurati con un gatto.Da qui giunsero alla Roma Imperiale, ed il gatto domestico ebbe la definitiva affermazione e consacrazione.Nella Roma Antica il gatto rappresentava un compagno di vita terrena ed anche in quella oltre la morte. In questo periodo storico molteplici sono i nomi propri o i cognomi con etimologia derivante dalla parola “gatto”: Felicula, Felicla (gattina o micina), Cattus, Cattulus (gatto, gattino).Alcuni reparti dell’esercito romano sugli scudi recavano come simbolo gatti di colori differenti.I Greci identificavano la dea Bastet con la loro dea Artemide, anch’essa protettrice di partorienti e fanciulli e Signora degli Animali.L’introduzione nell’Impero Romano del culto di Bastet, poi identificata con la dea Iside, rafforzò nei romani il culto del gatto sacro.In ogni città infatti vi era un tempio dedicato alla dea, detto Serapeum.A Roma venne istituito un tempio che sorgeva dove oggi si trova la chiesa di Santo Stefano del Cacco, nel rione Pigna, qui venne rinvenuta la piccola statua della gatta che ancora oggi si può ammirare su un cornicione di Palazzo Grazioli, in Via della Gatta.Nel Medioevo il gatto venne associato agli eretici, alle streghe e ai demoni, quindi per molto tempo il gatto venne bruciato sul rogo delle streghe, sacrificato nei riti e torturato.Il gatto nero fu segnalato nel 1233 da Papa Gregorio IX come la reincarnazione di Satana e più tardi, nel 1484, Papa Innocenzo VIII scomunicò tutti i gatti e decretò che fossero bruciati tutti quelli trovati insieme alle streghe.Solo nel Rinascimento il gatto domestico venne rivalutato dalla Chiesa tanto che il cardinale Richelieu lasciò parte della propria eredità ai suoi gatti.Il gatto riacquistò il suo posto nel mondo e divenne l’ornamento dei salotti; dame ed ammiratori si facevano ritrarre nei quadri in loro compagnia ed alla morte del gatto costruivano tombe con relative iscrizioni o sonetti.Alla fine dell’Ottocento si è talmente appassionati di questo felino un tempo maltrattato, che si organizzano le prime mostre ed esposizioni feline, si cominciano a stabilire gli standard delle diverse razze.Il gatto ha iniziato ad essere amato come nel suo lontano passato, non è più considerato sacro come allora, ma è prima di tutto rispettato.Nel Novecento i gatti di Roma furono alimentati a spese del Comune con razioni di trippa, ma in seguito l’insufficienza delle risorse suggerì dei tagli al bilancio da qui il detto “Nun c’è trippa pé gatti!”. Oggi a Roma i gatti sono amati ed accuditi in colonie feline dalle “gattare”, che ogni giorno impiegano tempo e passione per portare cibo e cure agli animali.

POSITANO NEWS
3 AGOSTO 2009
 
AD AMALFI I CANI BAY WATCH
 

Amalfi (SA) - Il più giovane si chiama Massi ed è un Terranova. Il più longevo è un Labrador al quale i suoi addestratori hanno dato il nome Romeo. Sono i cani bagnino, o per meglio dire gli amici a quattro zampe impiegati nel salvamento in mare. Due straordinari esemplari, entrambi di colore nero, che per tutta la giornata di venerdì hanno pattugliato lo specchio di mare che bagna la Costiera Amalfitana, da Maiori a Positano, a bordo di un gommone della guardia costiera di Amalfi. I due cani addestrati presso la Sics, sezione italiana cani salvamento, fanno parte del gruppo Medservice di Paestum, e il loro impiego anche in Costa d’Amalfi, in giornate prestabilite, rientra in una iniziativa per la sicurezza in mare promossa dalla sede regionale delle capitanerie di porto. Al guinzaglio dei conduttori Vito e Stefano, i due cani bagnino, sono stati a bordo del gommone dell’ufficio locale marittimo che ha pattugliato la costa fermandosi nelle zone in cui era presente il maggiore concentramento di bagnanti

La collaborazione con le capitanerie di proto proseguirà anche nei prossimi giorni quando i cani di salvamento, che operano sulle coste del Cilento con pattugliamenti a terra e via mare, faranno nuovamente tappa lungo la Costiera. Massi e Romeo, che hanno attratto l’attenzione dei numerosi bambini che erano a mare, sono stati protagonisti anche di qualche azione dimostrativa anche se per fortuna non vi è stata necessità di intervento. I due esemplari di cani bagnino, denominati «Angeli a 4 zampe» provengono da Capaccio dove qualche tempo fa furono protagonisti del salvataggio di una ragazza che stava annegando nello specchio di mare in località Laura Di Paestum. Nella stessa giornata di venerdì, la capitaneria di Porto di Amalfi ha effettuato un corso di prevenzione in mare a ragazzi di età compresa tra i 13 e i 18 anni. Si tratta di giovani che aderiscono al campo scuola della P.A. Millenium di Amalfi, la locale sezione Anpas della Protezione Civile. Le lezioni, pratiche e teoriche hanno riguardato non solo l’addestramento al salvataggio ma anche la tutela dell’ambiente marino dall’inquinamento.


Animalieanimali

3 AGOSTO 2009

 

IMPALLINATE DEROGHE CACCIA IN VENETO
Zanoni: “Evitata una strage di uccelli protetti ed utili all’agricoltura grazie anche al nostro costante impegno per la legalità.”

 

Il Consiglio Regionale del Veneto ha rinviato alla competente Commissione consiliare il testo di legge che avrebbe consentito la caccia in deroga ad 11 specie di uccelli protetti: storno, fringuello, prispolone, pispola, piviere dorato, frosone, gabbiano reale, cormorano, tortora dal collare, verdone e peppola.
Si tratta di una sonora bocciatura della legge, voluta dall’assessore Donazzan e dall’europarlamentare Berlato, perché di fatto non vi saranno i tempi tecnici per una ripresentazione in Consiglio utili alla sua entrata in vigore per la stagione venatoria che partirà il prossimo settembre. “Grazie alle migliaia di emendamenti dell’opposizione – ha commentato Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto – ai quali abbiamo contribuito anche noi, e grazie ai recenti pronunciamenti della Commissione Europea, arrivati dopo i nostri esposti a Bruxelles contro la caccia in deroga del Veneto, ieri il consiglio Regionale del Veneto ha mandato in archivio la caccia in deroga. E’ la prima volta dal 2002 che in Veneto non viene approvata la leggina estiva ammazza - uccelli insettivori.
Ora vigileremo pronti ad impugnare al TAR del Veneto ogni eventuale delibera che la Giunta Regionale approverà per tentare di far rientrare dalla finestra la vergogna veneta della caccia agli uccelli insettivori utili all’agricoltura.Questa nostra battaglia di legalità ha lo scopo di evitare il massacro di un utilissimo patrimonio naturale protetto di tutti i cittadini e di evitare pesanti condanne da parte della Corte di Giustizia Europea per le violazioni alla Direttiva comunitaria “Uccelli".
L'unico rammarico sta nel fatto che l'opposizione si sia finalmente svegliata contro questa vergogna solo ora alla vigilia delle elezioni regionali".


Animalieanimali

3 AGOSTO 2009

 

79ENNE SPARA E FERISCE IL PITBULL DEL NIPOTE. CARABINIERI LO DENUNCIANO

E' successo ad Aprilia, Latina

 

Un uomo di 79 anni (D.S. le sue iniziali), residente in via Fossignano, ha sparato dei colpi d'arma da fuoco all'indirizzo di un cane che a suo dire stava infastidendo i due cani di sua proprietà. Si scopre, solo dopo il ferimento, che si trattava del pitbull nano del nipote che risiede vicino casa dell'anziano. Del caso se ne sono occupati immediatamente i carabinieri che sono stati allertati dai vicini che hanno udito gli spari e hanno preso provvedimenti seri per tutelare la pubblica incolumità. Il 79enne a quanto pare ha problemi di vista. Si è affacciato alla finestra e ha visto il pitbull avvicinarsi ai suoi due cagnolini, in giardino. Ha perso subito la calma ha imbracciato il fucile e ha sparato senza pensarci due volte. Uno dei colpi ha colpito il cane alla schiena, fortunatamente senza ucciderlo. Sul posto, subito dopo i carabinieri, è giunto anche il nipote dell'uomo che ha fatto ragionare il nonno, spiegandogli che il cane era suo. I militari hanno denunciato il 79enne per esplosione di colpi di arma da fuoco in un luogo abitato e lungo una pubblica via, nonché per maltrattamenti di animali. Il fucile, calibro 12, marca Bernardelli, è stato sequestrato insieme ad altre due pistole Beretta. Tutte le armi erano detenute legalmente.


Animalieanimali

3 AGOSTO 2009

 

SIGILLI A CASCINA TRSFORMATA IN MACELLO ISLAMICO ILLEGALE

Macellazione abusiva e inquinamento ambientale: è finito nei guai un 58enne cittadino ghanese in provincia di Brescia.

 

A portare alla denuncia a piede libero e al sequestro di 500 chili di carni, di 70 di pesce essiccato e di 5 capre destinate alla macellazione sono state le indagini condotte dai Carabinieri di Roccafranca che negli anni scorsi erano già intervenuti più di una volta a stroncare un fenomeno piuttosto diffuso tra gli immigrati che in questo modo puntano a risparmiare e ad assolvere ai precetti della loro religione.
L’operazione è scattata con i carabinieri di Rudiano intervenuti con il supporto dei tecnici del servizio veterinario di Rovato e della Polizia locale di Roccafranca in una cascina della campagna di Roccafranca che era stata trasformata in una macelleria islamica abusiva.
Sequestrate le carni e le capre hanno preso il via le ispezioni dei tecnici dell’Asl sulle carni e sui pesci, sugli ambienti dove venivano conservati e sui rifiuti di macellazione scaricati in un canale irriguo di fianco al cascinale
Il macellaio abusivo è stato denunciato a piede libero per avere violato la legge Ronchi, che vieta nel modo più assoluto lo smaltimento nei corsi d’acqua di resti animali. A suo carico ci saranno inoltre pesanti sanzioni amministrative per avere violato la normativa sanitaria.
Il sequestro, preceduto da altri analoghi negli scorsi anni, ripropone il problema della mancanza di un macello che consenta di rispettare le prescrizioni islamiche, evitando che gli immigrati ricorrano a macellazioni di questo genere pericolose per tutti. Il sequestro delle carni, macellate in violazione delle norme igieniche per tutela della salute dei consumatori e dello stesso allevamento, non ha potuto evitare lo smaltimento, inevitabilmente abusivo, dei residui di macellazione finti nel canale che fiancheggia la cascina e da lì nei campi.


Animalieanimali

3 AGOSTO 2009

 

A FAENZA COMUNE TRASFERISCE CONIGLI ABBANDONANDOLI A SE' STESSI

Lav diffida l'Amministrazione locale ad intervenire.

 

La LAV ha diffidato il Comune di Faenza (Ravenna) a provvedere alla sterilizzazione e alla vaccinazione, in accordo con le associazioni animaliste, dei conigli catturati nel Parco Bucci a gennaio 2009 e tuttora detenuti in un vecchio deposito agricolo comunale, in condizioni tali da non garantire loro salute e benessere.
L’Associazione ha diffidato inoltre l’Amministrazione a disporre l’immediato trasferimento di una parte dei conigli sterilizzati presso il Parco Bucci, e ad impegnarsi affinché gli ulteriori animali siano rapidamente trasferiti presso aree o strutture idonee a garantirne il benessere e la salute.
La LAV, infine, ha chiesto a AUSL e Corpo Forestale dello Stato di monitorare lo spostamento degli animali e il loro stato di salute, e alla Procura di Ravenna di valutare se dai comportamenti di inerzia e di inattività dell’Amministrazione cittadina nei confronti della situazione, anche in considerazione dell’irragionevole lasso di tempo trascorso dal trasferimento dei conigli, non siamo ravvisabili responsabilità penali ai sensi e per gli effetti del reato di omissioni d’atti d’ufficio ex art 328, comma 2, C.P.
Gli animali fanno parte di una colonia che si era creata nell’area del Parco Bucci dove, oltre ai conigli, vivono anatre, cigni e uccelli acquatici. Qui i conigli, non sterilizzati e senza predatori diretti, si sono riprodotti, aumentando di numero, incrementato ulteriormente dai continui abbandoni di conigli “domestici” da parte dei cittadini.
Per gestire la colonia, quindi, il Comune di Faenza (RA) ha stipulato nel 2007 una convenzione con l’associazione “La collina dei conigli”, al termine della quale, però, ha stabilito la cattura (effettuata indiscriminatamente tra animali interi e animali sterilizzati e con metodi particolarmente cruenti nel gennaio scorso), e il trasferimento presso un deposito agricolo di proprietà comunale, di circa 20 metri quadri.
Qui gli animali sono stati abbandonati a sé stessi, rinchiusi praticamente al buio perenne; senza divisioni tra maschi e femmine, il ché ha favorito ulteriormente l’aumento di numero; senza possibilità di dividere gli animali non sterilizzati dagli altri né di distinguere aree per la somministrazione del cibo da quelle di deiezione; senza sufficiente circolo d’aria e con una temperatura che, nelle ore più calde della giornata, diventa intollerabile.
“Sin dal primo momento alla cura e al mantenimento degli animali hanno provveduto cittadini e volontari delle associazioni, somministrando cibo e acqua, curando gli animali feriti o malati, sterilizzandone alcuni: tutto senza alcun contributo economico da parte del Comune di Faenza, pur responsabile in toto degli animali”, commenta Roberto Bennati, vicepresidente della LAV.
Le amministrazioni locali, infatti, hanno tra le loro funzioni quella di promuovere la tutela degli animali che vivono sul loro territorio, di sostenere iniziative in tal senso promosse da associazioni animaliste locali operanti sul territorio e, in particolare, di gestire gli interventi specialistici atti al contenimento ed alla gestione delle specie animali domestici in libertà, principalmente a seguito di abbandoni degli stessi da parte di privati, anche ai sensi della Legge Regionale n. 5/2005.
“Gli attivisti LAV di Bologna hanno scattato numerose foto, da cui risulta che il benessere dei conigli è compromesso, con grave pericolo per la salute e l’incolumità degli animali, soprattutto per il rischio concreto di diffusione di epidemie – aggiunge l’avv. Martina Granatiero della sede LAV di Bologna – nonostante le continue richieste all’attenzione dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Faenza però, non sono state prese misure concrete nell’interesse di questi animali e, anzi, la situazione continua inesorabilmente a peggiorare visti i numerosi cuccioli nati prima che l’intervento di alcuni volontari portasse alla separazione dei maschi e delle femmine”.
“Tali condizioni comportano numerose violazioni dell’attuale normativa a tutela degli animali, inasprita dall’entrata in vigore della Legge 189/2004 che, inserendo gli articoli 544 bis e ss. nel Codice penale, ha creato nuove fattispecie di reato a danno di animali, per aumentarne la loro sostanziale ed effettiva tutela”, prosegue Roberto Bennati.
“Numerose sentenze hanno inoltre stabilito che non è necessario causare all’animale lesioni fisiche intenzionali, per configurare il reato di maltrattamento, ma è sufficiente causare sofferenze di carattere ambientale, comportamentale, etologico o logistico, comunque capaci di produrre un danno agli animali in quanto esseri senzienti” conclude Bennati.


Animalieanimali

3 AGOSTO 2009

 

SALVATAGGIO IN MARE, PROVINCIA DI ROMA ASSOLDA CANI

Collaborazione fra assessorato al Turismo e Scuola Cani di salvataggio Tirreno

 

I cani, si sa, sono i migliori amici dell’uomo e anche in un periodo dell’anno come questo, in cui afa e caldo ci debilitano, l’aiuto di questi animali risulta essere prezioso, anche quando andiamo al mare. Con il progetto “Mare sicuro”, presentato a Palazzo Valentini, quaranta unità cinofile saranno dislocate lungo le coste della Provincia di Roma per soccorrere chi si trova in difficoltà. L’idea nasce dalla collaborazione dell’assessorato al Turismo con la Scuola Cani di salvataggio Tirreno ed è stata presentata dall’assessore Patrizia Prestipino e dal presidente della scuola Roberto Gasbarri. Ogni unità cinofila è composta da un cane addestrato al salvataggio e da un operatore. La coppia svolgerà l’attività di sorveglianza e salvataggio in collaborazione con la Guardia costiera, da oggi fino al 30 agosto, lungo le spiagge di Nettuno, Civitavecchia e Sant’Agostino, soprattutto dove non ci sono stabilimenti. Le unità cinofile pattuglieranno le zone sia via terra, sia via mare e sono in grado di trainare a riva fino a tre persone contemporaneamente. “Ogni week end le nostre spiagge sono funestate da lutti, da annegamenti, da ansie molto forti – dice Prestipino - che rendono le nostre vacanze meno serene. Da qui nasce questo progetto, con cui verranno pattugliate soprattutto le spiagge libere intorno ad Anzio, Nettuno e Civitavecchia che sono le più affollate. L’assessorato al Turismo ha voluto avviare questo progetto per far godere il mare in maggiore sicurezza e serenità. È un progetto pilota – conclude - e se andrà bene lo potenzieremo il prossimo anno”. I cani che verranno utilizzati saranno quelli di razza labrador, terranova e golden retriever.
“Si tratta di razze adatte al lavoro in acqua, tanto che centinaia di anni fa – spiega Gasbarri – erano usati sui velieri che partivano per l’America. Proprio in questi giorni stiamo vedendo che c’è assoluto bisogno di maggior sicurezza nelle spiagge. Insegniamo al cane e al suo conduttore, che sarà sempre lo stesso per tutta la vita, a salvare la gente in difficoltà in acqua, e a trainarla a riva. Il cane potrà aiutare sia l’operatore durante le operazioni di traino della persona, ma potrà anche andare spontaneamente da chi chiede aiuto portando un salvagente. Il cane da salvataggio – assicura – svolge anche un compito di prevenzione perché attrae soprattutto l’attenzione dei bambini, e quindi ha più visibilità”.


BIG HUNTER
3 AGOSTO 2009
 
Toscana: polemiche del Wwf sulla caccia di selezione
 
E' ancora una volta un'associazione ambientalista a mettere in discussione una pratica ritenuta necessaria dalle istituzioni provinciali e regionali di tutta Italia: la caccia di selezione.
Lo si apprende in particolar modo dalle parole di Guido Scoccianti, responsabile del Settore Caccia di Wwf Toscana “E’ evidente – dice - che una tale attività, al di là degli effetti sulla fauna selvatica (sia sulle specie oggetto di prelievo che sulle altre, per la possibilità di abbattimento anche di specie non consentite), comporta anche gravi rischi per la sicurezza delle persone, cacciatori e non cacciatori. Il WWF da tempo chiede una serie di provvedimenti che avrebbero insieme un benefico effetto sulla tutela della fauna e sulla sicurezza dei cittadini, cacciatori compresi”. Fra questi, Wwf chiede il divieto di cacciare prima dell’alba e dopo il tramonto (attualmente la caccia agli ungulati è permessa un'ora prima dell'alba e fino ad un’ora dopo il tramonto) e “il divieto di cacciare in altre situazioni di scarsa visibilità”. Inoltre Wwf vorrebbe “l'attivazione da parte delle Province di specifiche e obbligatorie attività di sensibilizzazione e di formazione dei cacciatori e  l'introduzione di specifiche e rigide norme comportamentali per le cacce più pericolose e in particolare per la caccia al cinghiale, la chiusura delle cacce in periodo estivo, l'esclusione dalla caccia delle aree maggiormente interessate dalle attività turistiche e agrituristiche, maggiori controlli sull’idoneità fisica di chi chiede di ottenere la licenza di caccia”. Sul rischio di incolumità per le persone, non possiamo che ricordare a questi ambientalisti che i  selecontrollori non sono certo dei cacciatori improvvisati, ma che – forse il wwf non ne è a conoscenza – per avere l'abilitazione a questo tipo di pratica venatoria, oltre ad essere sottoposti ai rigorosi dettami della legge per l'ordinaria licenza di caccia, occorre seguire appositi corsi ed esami organizzati proprio dalle istituzioni, che ricorrono all'aiuto e alla competenza dei cacciatori per risolvere i problemi legati alla gestione degli ungulati. Altrettanto non possiamo dire rispetto all'educazione ambientale dei normali cittadini che, improvvisati escursionisti della domenica, spesso corrono rischi mortali, in montagna, al lago, sui fiumi, per incompetenza e faciloneria. Gli incidenti di caccia esistono, così come esiste ed esisterà sempre un margine di errore umano in ogni sua attività. Wwf parla di 4 morti di caccia nella scorsa annata. Nessuna di queste morti, a quanto ci risulta è imputabile alla caccia di selezione estiva e in nessun caso, comunque si è trattato di escusionisti.

BIG HUNTER
3 AGOSTO 2009
 
Dati (Libera Caccia): “la Regione Toscana penalizza i cacciatori, mobiliteremo i nostri associati”
 
“Mi pare che la Regione Toscana continui a perseguire delle politiche che penalizzano oltremisura l’attività venatoria” Così interviene Sisto Dati, Consigliere provinciale (Lucca) e vicepresidente nazionale di Libera Caccia- sull'ultima riunione della Regione con le associazioni venatorie. Due in particolare gli aspetti criticati dal consigliere ”Il primo riguarda una posizione veramente sbagliata nell’ambito della gestione della specie , in particolare per il piano di abbattimento dei cinghiali” dice il consigliere. “Questi animali – spiega poi - stanno proliferando e causando danni che alla luce delle normative vigenti non è nemmeno chiaro chi debba poi provvedere alla rifusione degli stessi. Perché i cittadini devono pagare i danni dei cinghiali , nel raggio previsto dei 200 metri dalla riserva di caccia, anche se hanno ottemperato ai dettami della gestione della specie?” si chiede Dati. Per quanto riguarda il secondo aspetto “che va a svantaggio della serena attività dei cacciatori toscani è quello – dice - legato alla timbratura del tesserino venatorio per le specie migratorie. Da una timbratura quotidiana si dovrebbe passare a due con complicazioni enormi”.Secondo Dati la Regione dimostra di “diffidare dei cacciatori”appesantendo una serie di adempimenti burocratici già complicati.“Su questi argomenti – conclude il consigliere provinciale - mobiliteremo i nostri associati e anche il resto dei cacciatori toscani. Vogliamo poter cacciare senza altri ostacoli , visto che da tempo , in tutti i modi , si vuole penalizzare la libera caccia dei cittadini toscani”.

BIG HUNTER
3 AGOSTO 2009
 
Peste suina: in provincia di Sassari riapre la caccia dopo 4 anni
 
Si tornerà a cacciare nella zona di Monte Acuto e Goceano, territori della provincia di Sassari interessate quattro anni fa dalla diffusione di peste suina tra i cinghiali, che ne aveva decretato l'inevitabile inibizione alla caccia per quattro comuni: Bultei, Anela, Pattada e Nughedu San Nicolò, dove la caccia era permessa tramite speciali permessi autorizzati dall'Asl locale. Nella nuova delimitazione della zona di alto rischio per il suino domestico, per la Asl di Sassari è stato individuato ora un solo comune, quello di Benettutti, dove nello scorso anno sono stati registrati 4 focolai di peste suina africana. ''Si tratta di un traguardo importante -ha detto il responsabile del Servizio di Sanita' animale dell'Asl sassarese, Francesco Sgarangella- frutto di una sinergia tra piu' enti e ha visto la collaborazione dei cacciatori. Naturalmente non si deve abbassare la guardia nei confronti delle peste suina africana ancora presente nella nostra isola; pertanto continuera' il monitoraggio di routine con la consegna di campioni di sangue da parte dei cacciatori''.

BASILICATA NET.

3 AGOSTO 2009

 

RILASCIATI FALCHI GRILLAI SULLA MURGIA MATERANA

 

Matera - Il 4 agosto sul Belvedere della Murgia materana alle ore 12,00 è previsto un nuovo rilascio in natura di 12 falchi grillai affidati alle cure del CRR Centro Recupero Rapaci della Riserva Naturale di San Giuliano. Lo rende noto, in un comunicato stampa, il responsabile del Centro, Matteo Visceglia. All’evento parteciperanno alcuni bambini del Centro Ludico di Grassano. Il valore naturalistico del momento della liberazione di animali selvatici e il particolare significato educativo ad esso connesso permetteranno ai giovanissimi di avere un contatto diretto con il piccolo falco cittadino che anche a Grassano comincia ad essere conosciuto ed osservato nel suo territorio. “L’attività di educazione ambientale e di conoscenza dei rapaci presenti in Basilicata – afferma Visceglia - è una delle principali finalità del Centro e serve a far conoscere ai visitatori, e ai bambini in particolare, quali sono le altre specie che frequentemente ci vengono affidate e quali i motivi del loro ritrovamento. Vengono inoltre spiegate le problematiche legate alla loro tutela e conservazione nei rispettivi habitat ed in particolare vengono illustrate le principali iniziative che sono al momento adottate per garantire un futuro a specie diventate ormai rare in altre parti d’Italia. Di particolare interesse sarà anche la possibilità offerta ai disabili motori di poter osservare le voliere di degenza che ospitano alcuni rapaci non più reinseribili in natura e che vengono utilizzati per scopi educativi e per studi scientifici. L’attivazione di un percorso adatto anche alle carrozzine è infatti prossimo all’apertura insieme ad una nuova area didattica e picnic attrezzata fruibile da tutti e situate all’esterno del Museo Naturalistico, anch’esso di imminente apertura. I temi della salvaguardia e protezione della natura spiegati ed illustrati con esempi pratici e fatti concreti crediamo siano un metodo particolarmente coinvolgente e l’unica strada da percorrere per salvare ciò che oggi in Basilicata rappresenta un qualcosa di tipico ed irripetibile nel quadro della Biodiversità regionale, ancora poco studiata e conosciuta”.


ECO DI BIELLA

3 AGOSTO 2009

 

Cinghiali, scatta la tolleranza zero

Proposta della Provincia: più facile sparare ai porcastri

 

Provincia di Biella - Tolleranza zero. E, soprattutto, un appello ad armarsi contro i cinghiali. «Il controllo ora si farà con il fucile». Quando si dice la chiarezza! E’ infatti questo il tono della proposta firmata dagli assessori provinciali Guido Dellarovere e Pier Giorgio Fava, rispettivamente all’agricoltura e alla caccia. Visti i risultati del passato, si legge nel documento, si volta pagina e si passa alle maniere forti. Evviva! I cinghiali sono una calamità, quindi vanno abbattuti. Senza remore. Armandosi. Di fucile, ma anche di un nuovo spirito non burocratico. Morale? Sparare a un cinghiale potrebbe diventare molto facile, se verrà accolta dal Tavolo tecnico  di controllo della specie la proposta dei due assessori-cacciatori. A un contadino danneggiato basterà infatti avere un amico tra i cento e passa “fucilieri” specializzati (si chiamano sele-controllori) e il gioco sarà presto fatto. Costui (o costei) potrà entrare nel podere infestato e sparare a volontà per sterminare più porcastri possibile. Prima solo l’agricoltore proprietario del fondo poteva giocare al tiro al bersaglio. Il che non avveniva quasi mai, visto che raramente un agricoltore è anche cacciatore. Dellarovere,  assessore-cacciatore, non scherza: «I danni ogni anno sono reali. La proposta dimostra la nostra volontà di fare sul serio. In passato le battute hanno dato risultati insufficienti, a fronte dei guai che questi animali continuano a creare al mondo dell’agricoltura e a singoli privati». Sulle novità normative, Dellarovere spiega: «Solo gruppi selezionati e autorizzati di cacciatori potranno sparare ai cinghiali, certo con maggiore facilità d’azione rispetto a prima, alla luce però di consolidate qualità professionali. Non ci sarà nessuna corsa ad armarsi per sparare in libertà. Le leggi in materia sono chiare».
Nel Biellese tutti i soggetti che ruotano intorno al mondo della caccia, istituzionali e non, sostengono  che i cinghiali siano stati immessi dai cacciatori. Cioè: da alcuni cacciatori, che così si sono creati un passatempo a buon mercato davanti alla porta di casa. Da qui allegre battute in compagnia, domenicali e non. Spesso anche di frodo. «Se si eliminasse la caccia, si eliminerebbe il problema dei cinghiali...» dice provocatoriamente Gianfranco Fasanino, dell’Associazione contadini. Che aggiunge: «Bene comunque le novità che prevedono più abbattimenti. I cinghiali, però, mi sembrano molto abili nel non farsi prendere, a giudicare dai risultati». Esatto. Come spiega l’altro assessore-cacciatore Fava: «Negli ultimi tre giorni abbiamo organizzato tre battute. Risultato? Non è stato preso neanche un cinghiale». Però! Nel Biellese ci sono alcune migliaia di cacciatori, che sparano in pianura, in montagna o fuori provincia. Di cinghiali non esiste un censimento, ma secondo gli addetti ai lavori sarebbero diverse migliaia. Durante ogni anno di caccia vengono abbattuti dai mille ai millecinquecento esemplari (ufficialmente), senza che questo risultato abbia riscontri o effetti positivi: meno incidenti stradali e meno colture rovinate. Segno che la proliferazione prosegue, pare allegramente. «Fermare la caccia al cinghiale? E che soluzione sarebbe?» s’interroga ancora Fava, che però ammette: «La proposta vuole cambiare direzione nella lotta ai cinghiali, però mi rendo conto che non potrà eliminare il fenomeno. Speriamo non risulti solo un palliativo». Già, speriamo. Le battute degli “spara-tutto” sono aperte durante tutto l’arco dell’anno. La stagione della caccia, invece, nel Biellese, dovrebbe essere dichiarata aperta dalla terza domenica di settembre. L’eterna lotta tra gli uomini e gli animali proseguirà, insomma. Per ora pare abbiano la meglio i cinghiali, per altro disarmati.


IL MESSAGGERO

3 AGOSTO 2009

 

L'invasione dei pitoni della Birmania
Paura in Florida, gli Usa corrono ai ripari

 

NEW YORK (3 agosto) - Un’immensa, selvaggia palude, coperta di una fitta vegetazione, abitata da un’infinità di animali. Le Everglades sono state dichiarate ”patrimonio mondiale dell’umanità” dall’Unesco trent’anni fa, e sono oggi una delle mete più popolari dei turisti che visitano la Florida. Ma non sono particolarmente accoglienti, tant’è che le autorità sconsigliano vivamente di visitarle da soli, e raccomandano di avventurarvisi preferibilmente a bordo degli hovercraft, le speciali chiatte che scivolano su un cuscino d’aria.
A rendere pericolose queste paludi, la cui estensione supera i 10 mila chilometri quadrati, non sono solo i serpenti a sonagli, gli alligatori, le pantere e le piante velenose: da una ventina d’anni vi si è ambientato anche un altro animale predatore, il pericolosissimo pitone della Birmania.
E’ giusto chiedersi come mai un animale caratteristico del sud-est asiatico sia finito nel sud degli Stati Uniti. Se lo sono chiesto anche i legislatori americani, che si ritrovano a dover affrontare l’invasione di specie non indigene, che causano crescenti danni all’ecosistema. Come fecero in Australia i primi coloni nel Settecento, quando portarono con sè i conigli come animali da cortile, causando nei decenni uno dei più gravi e documentati danni ambientali man mano che i conigli si moltiplicavano diventando milioni e milioni, lo stesso fanno oggi coloro che importano abusivamente specie estranee, o che le importano legalmente ma poi le abbandonano. E’ proprio quello che è successo in Florida: tanta gente si è presa in casa uno di questi serpenti, ma a un certo punto non ha più voluto occuparsi di un essere vivente che cresceva a dismisura, con una fame da lupo, e ha pensato bene di abbandonarlo nelle paludi, forse nella convinzione di fare qualcosa di umanitario. Invece, negli anni, i pitoni hanno cominciato a riprodursi - a ogni covata depongono oltre 80 uova - e ora si calcola che le Everglades siano popolate da qualcosa come 100-150 mila pitoni della Birmania. E sono animali affamati: mangiano alligatori e daini, rospi e fenicotteri, cinghiali e pellicani, opossum e tartarughe. Lunghi fino a 6 metri, pesanti oltre cento chili, grossi fino a 70 centimentri nel punto più largo del loro corpo, i pitoni sono anche agili e veloci. Un nemico micidiale. Che sta scombussolando l’equilibrio ambientale di quest’area che gli americani hanno finora saputo difendere e mantenere selvaggia, nonostante sia a meno di un’ora di automobile dalla metropoli di Miami.Il senatore Bill Nelson, che da tempo si batteva per rendere illegale l’importazione di certe specie, ha ammonito: «Questi animali amano l’umido e il caldo, e si muovono veloci. Se non li fermiamo, presto si adatteranno in tutti gli Stati del sud». Il tentativo di controllarne l’espansione è dunque cominciato. Lo Stato ha assunto una squadra di sette esperti di serpenti pericolosi, e sta anche addestrando decine di volontari, mentre va disponendo nelle paludi speciali trappole e sensori che diano l’allarme. Il personale deve cercare di anestetizzare gli animali, e portarli in centri dove verranno studiati, ma ha anche il permesso di abbatterli: «Mi spezza il cuore doverli uccidere - ha detto lo specialista Jeff Fobb -. Questa è la parte più brutta del mio lavoro. Ma dobbiamo proteggere la natura indigena. Questi sono predatori che divorano tutto quello che trovano sul loro cammino».E sul loro cammino possono anche trovare umani. Almeno dieci persone sono state uccise negli ultimi anni da pitoni in cerca di facili prede. Una bambina di due anni è stata strangolata da un pitone poche settimane fa, prima che il padre potesse liberarla accoltellando l’animale. In questo caso, il pitone era tenuto in casa, in una gabbia di vetro, come un animale domestico. Il padre della bambina lo aveva comprato quando era ancora un piccolo serpente grazioso. Poi è diventato un gigante lungo tre metri. E una notte è riuscito a forzare il coperchio che chiudeva la gabbia e a scivolarne fuori.Il problema delle specie estranee non è limitato ai pitoni. Negli Stati Uniti si combatte contro un fungo che sta decimando le popolazioni dei pipistrelli nelle grotte del nord-est (i pipistrelli saranno anche brutti, ma ci sono amici e sono indipensabili per la salute dell’ambiente,
come anche noi italiani stiamo imparando). Da dove e come sia arrivato questo fungo killer, ancora non è chiaro. Nella baia di Chesapeake, le nutrie stanno distruggendo migliaia di ettari di terreno, privando le specie indigene del loro sostentamento. Le nutrie argentine furono importate negli Usa da produttori di pellicce, e poi lasciate libere quando il business fallì. Le carpe introdotte alla fine dell’Ottocento nei Grandi Laghi sono diventate dominanti, e danneggiano la vegetazione che dovrebbe nutrire gli uccelli e gli altri pesci. Lo snakehead fish (pesce con la testa a serpente) è arrivato negli Usa come pesce d’acquario, ma (come i pitoni) è stato spesso abbandonato dai proprietari, e con la sua voracità sta anch’esso diventando un problema in vari fiumi e laghi. La lista è lunga, grazie alla ignoranza, all’avidità, all’indifferenza della gente. «Quello stupido serpente è scappato dalla gabbia e a ucciso la mia bambina», ha pianto il padre della piccola strozzata dal pitone, mentre tentava una tardiva e inutile telefonata al Pronto Intervento. «Stupido? - ha reagito incredula la telefonista -. Stupido? chi?».


NEWS FOOD

3 AGOSTO 2009

 

Vietato regalare animali…

Se non di animalisti!

 

Quanti sono stati bambini prima del 2003, ricorderanno che al Luna Park o alle tante sagre di paese che dovunque in Italia, ravvivano il periodo estivo, non poteva mancare il chiosco con i pesci rossi. Bisognava lanciare la pallina e, se si "faceva canestro" nelle piccole bocce, si vinceva il pesciolino rosso. Certo, mamma e papà dovevano poi comprare anche la vaschetta e il mangime, ma i bambini erano tanto contenti.
Quel pesciolino rosso, del valore affettivo immenso e commerciale di pochi centesimi, insegnava tra l'altro, ai bambini, le prime responsabilità nel detenere un animale vivo.
Mamma diceva: "devi pensarci tu al tuo animale!..." e se, purtroppo, come a volte accadeva, il pesciolino moriva dopo qualche tempo, il bambino imparava comunque, in maniera soft ma dal vero, cos'è la morte: evento sicuramente spiacevole ma facente parte della vita reale.
Evento al quale oggi, davanti a una TV dove non molto differiscono le immagini crude trasmesse dai telegiornali da quelle altrettanto crude ma irreali di film e cartoni animati, i nostri figli spesso non riescono a dare il giusto peso. Ma gli animalisti hanno detto ugualmente che ciò è crudele per il pesce e, con le loro spinte ideologiche, hanno fatto si che il Legislatore promulgasse il 6 febbraio 2003, un Accordo Stato Regioni sul "benessere degli animali da compagnia e pet therapy" che, all'articolo 7, con il titolo per l'appunto di: "Programmi di informazione e di educazione", evidenzia la necessità di scoraggiare il dono di animali da compagnia, come premio, ricompensa o omaggio.
Come riescono oggi gli animalisti a riproporsi con la stessa faccia, ad insistere perché le persone adottino gratis i randagi nei canili o gli animali sequestrati a qualche imprenditore? Come fa qualcuno di loro a spingere perché, addirittura, vengano dati incentivi economici a chi riceve un animale da compagnia "in omaggio"? Forse, in un futuro non troppo lontano, oltre agli ormai innumerevoli gadget, vorranno vendere loro anche le vaschette e i mangimi!...


GREEN REPORT

3 AGOSTO 2009

 

Dove ci sono popolazioni umane vulnerabili diminuisce la fauna selvatica

Affrontare le priorità del commercio di carne di animali selvatici, dei mezzi di sussistenza le questioni attinenti alla sicurezza alimentare in Africa

 

Richard Thomas, di Traffic*

 

GLAND (Svizzera). Il commercio di carne di animali selvatici è una cosa che provoca forti emozioni più di qualsiasi altro aspetto del commercio delle specie selvatiche; la maggior parte delle persone arretrano davanti ad immagini di mani o di teste rotte di grandi scimmie, che hanno uno sguardo fin troppo umano.Eppure, più di 34 milioni di persone che vivono Bacino africano del Congo dipendono dalla fauna selvatica come  loro significativa e diretta fonte di proteine. Più di un milione di tonnellate di carne di animali selvatici vengono consumate ogni anno nella sola Repubblica democratica del Congo da solo.In questa regione la produzione alimentare agricola non è aumentata significativamente nel corso degli ultimi 40 anni, facendo in modo che molte società rurali dipendono ancora dalle risorse faunistiche.
Tra la maggior parte dei cacciatori sono molto popolari i duikers (piccole antilopi) e i primati - si stima che un  minimo da 3.000 a 6.000 grandi scimmie vengano uccise ogni anno per il commercio - ma nel complesso 42 specie di mammiferi di interesse di conservazioni stico internazionali sono stati individuati come interessate dal commercio africano di carne di animali selvatici, e le estinzioni locali di leopardi, gatto dorato africano (nella foto) ed elefanti sono state causate dall'eccessivo prelievo.Molti ritengono che i livelli insostenibili di commercio di carne di animali selvatici rappresentino la più immediata minaccia per la fauna selvatica del Bacino del Congo nel corso dei prossimi 5 a 25 anni. Molte specie sono state cacciate fino a raggiungere livelli pericolosamente bassi, con tassi di prelievo molte volte superiori alle percentuali sostenibili.Chiaramente, questa crisi della salvaguardia deve essere affrontata, ma in un modo razionale e logico.Nel quadro del suo sostegno ai governi centrali africani e alla loro missione di progettare e attuare strategie nazionali di carne di animali selvatici, Traffic ha analizzato le dinamiche del commercio di carne di animali selvatici in alcuni Paesi della regione, individuando così le priorità fondamentali e le lacune per l'intera sub-regione centro-africana.Traffic ha prodotto anche alcune ricerche generali a livello regionale per rispondere ad alcune domande fondamentali, come: quali livelli naturali di produzione di carne di animali selvatici sono possibili e in quali circostanze? Quali impatti hanno le modalità di utilizzo dei terreni incidono sulla produttività della selvaggina da carne? Dove si effettua il commercio di carne di animali selvatici? Ed anche, perché vengono mangiati?
Il consumo di carne di animali selvatici aumenta significativamente con l'aumento del reddito personale, in tutta l'Africa centrale questo cibo è considerato sempre di più come un prodotto di lusso. Per questo, lo sviluppo della zootecnia per fornire il fabbisogno di proteine non può soddisfare la domanda di carne di animali selvatici.C'è anche un significativo rapporto tra la produzione di carne di animali selvatici e la densità di popolazione, il consumo pro capite aumenta quando più la popolazione si sposta nei centri urbani, la tendenza attuale all'urbanizzazione in tutta l'Africa centrale può far scattare un grande aumento del consumo di carne di animali selvatici.Attraverso la comprensione delle dinamiche e delle forze del mercato che guidano il commercio di carne di animali selvatici, Traffic si attende di essere in grado di contribuire a sviluppare soluzioni per evitare questa crisi sempre più incombente. Se Traffic avrà successo o no sarà evidente nei  prossimi 5 - 25 anni, quando la crisi arriverà al suo culmine.Gran parte del lavoro di Traffic sulla carne di animali selvatici è stato avviato grazie al finanziamento previsto dal Bmz, il ministero federale tedesco per la Cooperazione economica e lo sviluppo.

*Traffic é il network di sorveglianza del commercio della fauna e della flora selvatiche. La sua missione è quella di assicurare che il commercio non minacci la conservazione della natura.


AREZZO NOTIZIE

3 AGOSTO 2009

 

Lettera aperta agli amici del cane da ferma

 

Cari amici del cane da ferma,

ho motivo di credere, per le cose che voglio dire,  che in tutti voi prevarrà il grande senso di responsabilità che  ha sempre caratterizzato i cacciatori con la passione del cane da ferma.Come cacciatore che da oltre quarantacinque  anni pratica la caccia con il cane da ferma,  voglio manifestare il mio completo dissenso per come da troppo tempo le scelte venatorie nella nostra provincia ed in  modo particolare nell’ ATC del casentino, sono orientate a penalizzare i cacciatori appassionati a questo tipo di caccia. Infatti,  anche nelle ultime scelte a livello regionale e provinciale,  non si intravedono segnali per il conseguimento di soluzioni a tutela di questa attività venatoria particolarmente viva nelle nostra cultura locale.Come noto si è voluto concentrare l’ attenzione solo sul cinghiale, una scelta sulla quale non voglio  fare commenti, abbiamo grande rispetto per i nostri amici “cinghialai”, ma penso che sia arrivato il momento di riflettere su alcune questioni come  l’aumento rilevante del numero dei cinghiali ed il grosso problema dei danni alle produzioni agricole  che dal 2005 al 2007 –  come rileva la Cia Toscana - sono aumentati del 70%  con risarcimenti di oltre 2 milioni di euro negli ultimi anni.Vorrei  ricordare  che anche i cacciatori con il cane da ferma  pagano la tassa regionale e pertanto ritengo onesto che si debba porre attenzione anche alle loro giuste rivendicazioni. In primo luogo occorre ripensare a tutte le scelte relative ai ripopolamenti che sono diventate oggetto di prese in giro: cacciatori costretti a sparare a polli più o meno colorati neppure degni di essere presi in considerazione dai nostri cani.Io penso che non possiamo più essere presi  in giro da Regione, Provincia e Atc, dobbiamo tutti insieme  ribadire forte e chiaro che vogliamo risposte concrete:
- caccia eco-compatibile per non continuare ad immettere selvaggina, allevata in cattività  causa di  danni ecologici, genetici e sanitari;
- tempi di caccia e di specie, allineamento agli altri Paesi dell’Europa mediterranea;
- miglioramento ambientale del territorio attraverso la salvaguardia degli habitat faunistici   
 ( dove la fauna nasce e si riproduce);
-  salvaguardia dei luoghi accoglienti per la migratoria;
- progetti di ripopolamento di fagiani, lepri e starne in accordo con gli operatori agricoli, per i quali occorre prevedere dei contributi se vorranno essere parte attiva dei progetti;

Dunque, mi rivolgo a tutti Voi, perché penso sia giunto il momento di dare vita ad un Associazione “AMICI DEL CANE DA FERMA”  per continuare ad essere gratificati ed orgogliosi di essere cacciatori.
In attesa delle vostre proposte vi saluto cordialmente. Angelo Pietrini


SPOLETO CITY

3 AGOSTO 2009

 

CANI E BIMBI: TRAGEDIE FRUTTO DELL'IGNORANZA COMPLICE LO STATO

 

Tragedie come quella di Acireale (Catania) dove un bimbo e' stato ucciso da cani che se lo erano trovato dentro la loro gabbia dove custodivano la cucciolata, sono il frutto della diffusa ignoranza, complice lo Stato. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza coi cani sa che avvicinarsi alla cucciolata, se non si ha una estrema confidenza coi cani in questione, e' pericoloso. Ma il problema e', per l'appunto quel "chiunque abbia un minimo di dimestichezza coi cani" che, non solo non e' uno status diffuso, ma e' ostacolato dalle istituzioni e, di conseguenza, dalla cultura diffusa.
Per bilanciare il comprensibile stato emotivo per la morte di questo ragazzo, e' bene ricordare che alcuni giorni fa, a Venaria (Torino) una violenza sessuale e' stata sventata grazie alla presenza di un cane che, in casa con la padrona aggredita, ha messo in fuga l'uomo che vi si era introdotto con un sotterfugio.
Bilanciamento fondamentale per capire che i cani, essendo animali domestici, sono quello che i padroni vogliono e che, conosciuti e rispettati nelle loro abitudini di base, sono anche meglio degli umani (il tasso standard di fedelta' di una cane, per esempio, non ha paragoni tra gli umani).
Se decidiamo che i cani sono utili alla nostra vita e non intendiamo bandirli ma organizzarci per meglio vivere con loro.... bisogna farlo. Altrimenti tragedie come quella di Acireale non ci devono stupire piu' di tanto.
La cultura e la pratica cinofila molto spesso non sono all'ordine del giorno del nostro apprendimento e della nostra quotidianita' urbana. Fortunati i bimbi che sono cresciuti con cani in famiglia, ma non altrettanto per gli altri che, attirati dalla innata curiosita' verso gli esseri viventi, agiscono in modo imprudente e pericoloso: la consapevolezza di chi e cosa sia un cane non e' un fatto innato ma di cultura e di informazione. Per quanto siano sempe di piu' le famiglie che cercano di armonizzare i propri figli in questo rapporto, purtroppo non e' altrettanto per l'organizzazione sociale e urbana in cui si vive. Ci sono ovviamente le eccezioni, ma sono troppo poche e perle da portare ad esempio. Si pensi all'odissea che bisogna affrontare per viaggiare in treno o in aereo con un cane, praticamente impossibile se non per percorsi brevi e con enormi sacrifici di padrone e animale. Si pensi all'assenza di aree cani nei giardini urbani. Si pensi all'assenza di programmi scolastici che informino e facciano fare pratica sul mondo degli animali domestici. Un elenco lungo di carenze che porta ad una sola conclusione: la colpa delle tragedie e' nostra e dello Stato.
Il legislatore e il governante, pur lodando le recenti iniziative che sono state prese per far conoscere cio' che gia' oggi viene offerto nell'ambito della mobilita' (http://www.turistia4zampe.it), non puo' limitarsi a questo. Deve andare oltre partendo dal presupposto che i cani fanno parte delle famiglie di milioni di italiani e non sono soprammobili od oggetti.

tratto da "le iniziative dell'ADUC"


NOTIZIARIO ITALIANO

3 AGOSTO 2009

 

Allarme tartarughe spiaggiate

 

VENEZIA – Sono tartarughe marine della specie Caretta- Caretta, stanno ripopolando le coste dell'Adriatico. Un bene? Certamente. Ma questi rettili hanno molte difficoltà, soprattutto nelle zone sabbiose dei lidi veneti. Il fenomeno dello spiaggiamento è sempre più frequente. Un esemplare è stato trovato morto sul litorale del lido. A Pellestrina invece 2 tartarughe sono state salvate da esperti. Probabilmente la colpa è del caldo e anche della larghezza delle spiagge da attraversare. I poveri animali, stremati dalla fatica, muoiono disidratati. Chiunque dovesse avvistarle in difficoltà può o cercare di aiutarle a tornare in acqua o contattare degli esperti.


GUIDA VIAGGI

3 AGOSTO 2009

 

Il 68% degli agriturismi amico degli animali a quattro zampe

Secondo una ricerca di www.agriturismo.it

 

Secondo un'indagine di www.agriturismo.it nel 68% delle strutture agrituristiche cani, gatti e altri animali sono benvenuti, e possono godere del giusto relax insieme ai loro padroni. Una buona notizia per i sei milioni di cani e altrettanti gatti che, secondo il Rapporto Italia di Eurispes (2008), vivono nelle nostre case. La ricerca è stata effettuata su un campione composto da circa 1.200 agriturismi diffusi su tutto il territorio italiano. Le regioni più ospitali nei confronti dei quattro zampe sono la Liguria (77% delle strutture) seguita a breve distanza dalle Marche (76%) e dall’Emilia Romagna (76%). Fanalino di coda della classifica il Molise, dove soltanto il 37% delle strutture è aperta anche agli animali domestici.
"Il nostro obiettivo è offrire su www.agriturismo.it una informazione completa, garantendo accuratamente la qualità delle strutture che presentiamo sul sito”, spiega Veronica Mariani, amministratore delegato di Premiaweb, l’editore che cura il sito. L'informazione sulle strutture che accolgono cani e gatti e su come viaggiare in loro compagnia è un elemento fondamentale per aiutare i padroni a non prendere decisioni sbagliate. "Abbiamo pubblicato sul nostro sito un vademecum con consigli specifici da seguire quando si porta un animale in vacanza. Sono presenti consigli per affrontare il viaggio, informazioni utili per la cura della salute dell'animale, ed anche indicazioni più specifiche legate alle caratteristiche proprie delle strutture agrituristiche, un ambiente in cui i nostri non sono quasi mai gli unici animali presenti". Per stilare i consigli www.agriturismo.it si è rivolto direttamente agli operatori che sono presenti nel proprio sito.


MAREMMA NEWS

3 AGOSTO 2009

 

A Castiglione due spiaggie riservate ai cani

Una è nel capoluogo e l’altra a Punta Ala

 

Castiglione della Pescaia (GR): Sono ben due le spiagge che il Comune di Castiglione della Pescaia da anni dedica a chi vuole trascorre le vacanze con i propri animali. Un tratto di litorale si trova alle porte di Castiglione della Pescaia, arrivando da sud, tra il Campeggio Internazionale Etruria e il confine con il Comune di Grosseto.

L’altra è a Punta Ala, in località Il Piastrone, tra Casetta Civinini e lo stabilimento balneare Il Quadrifoglio.
“Possiamo considerarlo un primato, una particolare attenzione che il nostro Comune rivolge da diversi anni a questo tipo di necessità. Un’iniziativa con cui l’amministrazione comunale esprime rispetto e comprensione per chi vuole tenere con sé i propri compagni facilitando appunto questo proposito” – afferma David Bulleri, consigliere con la delega all’Ambiente. C’è da ricordare che le spiagge non sono dedicate solo ai cani ma a tutti gli animali da affezione (a patto che naturalmente amino la spiaggia…).
Entrambe le spiagge sono segnalate e sottoposte a determinate regole di comportamento. Eventuali deiezioni degli animali devono infatti essere immediatamente rimosse a cura degli accompagnatori e gettate negli appositi contenitori di rifiuti. I cani non devono essere mai lasciati incustoditi e liberi di vagare, non devono arrecare disturbo né manifestare aggressività verso gli altri soggetti.
I servizi di disinfestazione, disinfezione e pulizia vengono effettuati a cura del Comune attraverso la Società Multiservizi srl più volte alla settimana.

IL CENTRO

3 AGOSTO 2009

 

Morbo mucca pazza Abbattuti tre vitelli Allerta in Valtrigno

 

TRIVENTO (CB). Non bastava l’influenza suina a turbare le vacanze: a Trivento torna dopo 5 anni l’incubo della mucca pazza. Una nota dell’Istituto zooprofilattico di Torino, centro di riferimento per l’“encefalopatia spongiforme”, ha confermato che il bovino abbattuto la scorsa settimana nella vallata del Trigno aveva la “Bse”. L’animale, nato nel 1998, proveniva da un allevamento del sud ed era solo in transito in Molise. I controlli sono stati eseguiti dai carabinieri del Nas di Campobasso. I militari hanno avviato accertamenti su 30 bovini e abbattuto altri due animali a contatto con la mucca malata. Prima della macellazione i due capi di bestiame sono stati sottoposti a prelievi ematici e i campioni inviati nei laboratori di analisi. I risultati dovrebbero essere diffusi nelle prossime ore.  Il sindaco di Trivento, Gianfranco Mazzei , ha disposto una serie di severe misure cautelari: divieto d ingresso di altri animali nella stalla che ha ospitato il bovino abbattuto e divieto di conferimento in altre aziende del latte proveniente da quella stalla. Le autorità sanitarie del servizio veterinario dell’Asrem rassicurano la popolazione della Vallata. «Nessun rischio per gli allevamenti dei comuni vicini: né molisani, né abruzzesi». Ma nonostante gli esperti cerchino di spegnere gli allarmismi, la popolazione è preoccupata.


CORRIERE DELLE ALPI

3 AGOSTO 2009

 

In novemila per seguire le gare

 

FELTRE (BL). Oltre 6 mila paganti che diventano 9 mila persone in totale venute ad assistere alle quattro gare nell’arco del week-end. A spanne sono queste le cifre del Palio 2009.  Le comunica con grande soddisfazione il direttore amministrativo Dino Cossalter, che in attesa dei dati definitivi traccia un bilancio positivo: «E’ stata un’edizione molto bella, con un finale appassionante», commenta. «Per il futuro spero che la manifestazione diventi sempre più grande, ma servono finanziamenti e sponsor per crescere. Quest’anno abbiamo avuto qualche intoppo, ma è normale in un meccanismo complesso come il palio e abbiamo saputo risolverlo. Non ci sono stati nemmeno particolari problemi con gli animalisti, che comunque sono calati di numero rispetto al 2008, anche grazie agli accorgimenti all’avanguardia per la sicurezza dei cavalli che adottiamo con controlli accuratissimi da parte della commissione veterinaria. Perché teniamo alla salute degli animali». Gli fa eco il presidente del palio Sergio Maccagnan: «Sono soddisfatto dell’esito della manifestazione che si è svolta in piena regolarità», dice.  «In più, la vetrina di Sky - con un dispiegamento di venti operatori su “channel 3” per una lunga diretta - è stata un passaggio importante per la visibilità non solo del palio, ma dell’intera città di Feltre verso una dimensione internazionale. Il mio mandato alla guida del Palio è terminato, sono a disposizione per continuare ma la decisione spetterà al consiglio. Comunque in vista del prossimo anno sono in cantiere collaborazioni con sponsor prestigiosi per crescere ancora. La strada è quella giusta».


LA ZAMPA.IT

3 AGOSTO 2009

 

La spettacolare migrazione degli gnu in Kenya

 

VIDEO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=19685&tipo=VIDEO


TISCALI ANIMALI

3 AGOSTO 2009

 

Stop a frustini e altri "aiuti": cambiano le regole del Palio

 

Oscar Grazioli

 

Beh, finalmente una buona notizia. Grazie alla pressione dei media, delle associazioni animaliste e della gente comune, appena sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la relativa ordinanza, diventerà illegale oltre il 50% dei palii che utilizzano equidi (cavalli, asini e muli) e che, fino a oggi, si sono svolti in totale spregio non solo delle leggi sul benessere animale, ma del buon senso comune. 

Come noto, un po’ in tutta Italia, spesso con la scusa di onorare il santo di turno o rievocare una tradizione passata nell’oblio del tempo, si organizzano corse di cavalli che non tengono minimamente conto della morfologia del’animale, del terreno sul quale corre, del fatto che dietro la gara ci sono vertiginosi giri di scommesse clandestine con tanto di cavalli e fantini dopati e compagnia bella.

Inoltre le misure di sicurezza per gli spettatori sono spesso ridicole e non è la prima volta che qualcuno si fa molto male o addirittura ci lascia la pelle. Quelli che ci hanno lasciato sicuramente molte pelli in questi palii spaccaossa sono i cavalli. Purosangue giovani, ma già vecchi per la pista, vengono impiegati su terreni ripidi in ascesa o in discesa, quando non sull’asfalto di un torrido paese della Sicilia o della Sardegna.

In queste “gare” ai cavalli ne succedono di tutti i colori: arrivano letteralmente ripieni di sostanze eccitanti e antidolorifici, così come i cavalieri ( non riesco neanche a definirli fantini), e sono obbligati a correre, magari di notte, su terreni fatti di sanpietrini o con buche segazampe. Se “si spaccano” chissenefrega: una pistolettata in testa e avanti un altro.

Anche i palii maggiori (Ferrara, Feltre ad esempio) hanno avuto una serie di orrori che abbiamo dovuto digerire nelle immagini televisive: ricordo il cavallo “spaccato” di Ferrara cercare pateticamente di avanzare con le sole zampe anteriori. Un vero strazio. La madre di tutti i palii, ovvero la città di Siena, se non altro ha investito parecchio sulle barriere di sicurezza e sulla pista, escludendo peraltro i purosangue dalla corsa. E i risultati si vedono.

Fortemente voluta da sottosegretario Francesca Martini, questa ordinanza prevede il divieto di correre, al di fuori delle piste autorizzate da UNIRE e FISE; per cavalli inferiori ai quattro anni di età e contempla due commissioni con parere vincolante in una delle quali un veterinario e un tecnico specializzato nell’analisi dei terreni danno l’OK. Altrimenti tutti a casa.

Vietati anche frustini e altri “aiuti” che possano causare sofferenza ai cavalli, se usati in modo troppo esuberante. Dulcis in fundo, prelievi antidoping a cavalli e cavalieri, prima e dopo la gara. Continueranno le corse clandestine, ma i palii spaccaoossa in onore del santo del paese hanno il tempo contato.


LA NUOVA VENEZIA

3 AGOSTO 2009

 

In 20 mila a Maerne La Fiera degli uccelli conferma il successo

 

Alessandro Ragazzo

 

MAERNE (VE). Il caldo africano e il primo weekend di agosto, non hanno tenuto lontano il grande pubblico dalla 44ª edizione della Fiera degli uccelli di Maerne. Già dalle prime ore della giornata, il centro cittadino è stato preso d’assalto da visitatori e curiosi e alla fine gli organizzatori hanno contato olre ventimila presenze, in linea con gli altri anni e con la presenza di molti nuovi espositori.  La manifestazione, organizzata da Maernefiere in collaborazione, tra gli altri del Comune di Martellago e della Banca di Santo Stefano, continua ad attirare migliaia di persone, grazie anche all’ampia offerta proposta. Centinaia di espositori, molti provenienti da fuori Veneto, concorsi e stand, hanno completato la cornice di uno degli eventi ornitologici più rinomati del territorio. Per grandi e piccini ce n’era davvero per tutti i gusti: dai canarini ai fringuelli, dai tordi alle quaglie, dalle allodole agli struzzi, ma anche pappagalli, cicogne, rapaci notturni. Ma non solo. Anche quest’anno non mancavano i cuccioli, i cavalli, gli asinelli. Alla scuola materna Isaacs, poi, si potevano ammirare i rettili esotici, come le iguane, i serpenti e i ragni. Insomma, una festa a tutto tondo, per la gioia di grandi e piccini, perché la Fiera degli uccelli si è dimostrata, ancora una volta, un appuntamento con un’ampia partecipazione di famiglie. Solo qualche problema per il caldo, con temperature quasi tropicali, e una bimba che si era smarrita in tarda mattinata, ma subito dopo ritrovata. Al pomeriggio, è andata invece in scena la rassegna cinofila, con la sfilata dei cani di piccola e di grossa taglia. «Anche quest’anno è stato un successo - dice il sindaco di Martellago Giovanni Brunello - e siamo molto soddisfatti. Il segreto del successo? Rispetto alle altre fiere, quella di Maerne ha una cura degli animali superiore». Molto seguiti anche i tradizionali concorsi a premi. Questi i vincitori. Per la categoria merli: Lino Simeoni (Montebelluna), per i tordi: Bruno Bariviera (Santa Lucia di Piave), per i sasselli: Lino Pettenon (Istrana), per le quaglie: Mattia Menegale (Santa Maria di Sala), per i fringuelli: Claudio Pettenon (Trevignano di Montebelluna), per le allodole: Livio Pettenon, per le tordine: Zaverio Tumiotto (Motta di Livenza). La gara del chioccolo al naturale è andata ad Agostino Barbiero, mentre quella con gli strumenti è stata vinta da Michele e Giorgio Rizzo.


LIBERO

3 AGOSTO 2009

 

Costa troppo mantenerla  Pakistan "dona" tigre bianca

 

La tigre delle nevi siberiana, importata il mese scorso dal nipote dell'ex premier pachistano Nawaz Sharif ha creato grande imbarazzo alla famiglia. L’animale, infatti, era stato sistemato in un grande capannone climatizzato che consumava quantità vertiginose di elettricità in un paese nel quale la penuria di energia e i black-out sono all'ordine del giorno, suscitatando non poche proteste popolari. Suleiman Sharif, figlio del popolare governatore della provincia del Punjab, Shahbaz Sharif, fratello dell'ex premier deposto da Pervez Musharraf in un golpe nel 1999, aveva importato l'esotico animale, classificato fra le specie in via d'estinzione, dal Canada, ottenendo un permesso speciale. Ma l'ambiente creato per l'animale, un enorme habitat climatizzato e freddo in un capannone di un'impresa della famiglia Sharif nel Punjab, ha subito destato scandalo e il capriccio del figlio del governatore è diventato bersaglio dei media locali. Alla fine l'imbarazzo ha avuto la meglio: “Il disprezzo delle regole internazionali da parte di suo figlio e il fatto che questi avesse acquistato e importato a peso d'oro un animale minacciato d'estinzione non è piaciuto al governatore Shahbaz Sharif”, scrive l'influente quotidiano Dawn. Risultato: il raro e feroce animale alla fine è stato donato al governo della Provincia frontaliera del Nord-Ovest (Nwfp), vicino al confine afghano, dove le montagne assicurano un clima più fresco e il freddo d'inverno.


LA GAZZETTA DI REGGIO

3 AGOSTO 2009

 

Vezzano, una grossa vipera davanti alla porta di casa

 

Domenico Amidati

 

VEZZANO (PR). Una vipera sulla porta di casa morsica un cane. E’ accaduto sabato a Paderna davanti alla casa della famiglia di Vincenzo Rozzi, dove una vipera - lunga 62 centimetri - ha morsicato al muso di Viola, un dobermann di 5 anni.  All’abbaiare rabbioso dell’animale sono subito accorsi i proprietari, Vincenzo Rozzi si è quindi armato di un bastone ed è riuscito ad uccidere il rettile. Poi le attenzioni sono state rivolte al cane ferito che presentava rossore al muso, sotto la gola. Dopo le prime medicazioni è stato subito portato in una clinica di Cavriago dove il cane è stato medicato e tenuto in osservazione per circa due ore poi è stato dimesso e riportato a Paderna.  Il pericoloso rettile, una volta ucciso, è poi stato messo in un grosso vaso di vetro immerso nell’alcol a disposizione del veterinario e dei vigili provinciali prontamente avvertiti. E così come ogni estate ritorna il pericolo vipere, una ragione in più per tener pulito dalle erbacce i propri cortili e in particolare aver cura dei ricci, perché questi animali sono i più acerrimi nemici delle vipere.


MESSAGGERO VENETO

3 AGOSTO 2009

 

Cibo e pillola ai piccioni, solo due incaricati autorizzati

 

Rosalba Tello

 

Udine - Qualcuno, mentre si aggirano all’alba tra le strade e le piazze di Udine spargendo chicchi di grano, li apostrofa: «Ma non sa che è vietato dare da mangiare ai piccioni?». E invece questi due pazienti personaggi, Dario Vanon volontario del Codacons e Mara Bolgan vicepresidente dell’associazione Amico Gatto, sono gli unici veri incaricati a distribuire mangime ai piccioni; cibo “saporito” però mescolato a un antifecondativo che serve a evitare il proliferare di questi uccelli. «Ma dobbiamo imparare a conviverci – spiega Bolgan –, sono così bistrattati eppure anche loro hanno diritto di cittadinanza. Certo, danno alcuni problemi e allora si cerca di arginarli». E poi sono animali intelligenti: si spostano per continuare i banchetti negli orari in cui sanno che c’è cibo a disposizione. Quando Dario arriva alle prime ore del mattino, per esempio, gli svolazzano intorno ancor prima di scendere dall’auto: «Sono simpatici, mi riconoscono», spiega il pensionato, che ha deciso di destinare una parte del suo tempo libero a questa insolita mansione conferitogli dal Comune attraverso una convenzione sottoscritta con il Codacons di Udine. Ogni giorno, per circa un’ora, Dario e Mara danno ai piccioni le dosi prescritte, circa mezzo chilo per ogni 50 colombi, nelle aree assegnate a ciascuno: a Dario spettano le vie Gorizia, San Daniele, della Cisterna, Bertaldia, di Mezzo, Largo dei Cappuccini, via Joppi, piazzale D’Annunzio; a Mara invece le vie della Roggia, Caccia, Cossettini, Mantova, piazza XX Settembre, la zona del teatro. «Bisogna però controllare che lo mangino – spiega Dario –, altrimenti il mangime va raccolto per evitare che qualche altro animale lo ingoi». In primavera i piccioni sono circa 280, poi dopo la distribuzione semestrale del mangime antifecondativo il numero cala, anche se agli stanziali spesso se ne aggiungono altri attratti dall’opportunità di cibo. Quelli che per esempio infastidiscono gli avventori dei bar di piazza Matteotti sarebbero una novità, comunica Idanna Fresch, referente del Comune del servizio di distribuzione di mangime antifecondativo per colombi. «Se però sono lì c’è un motivo; i piccioni si fermano dove trovano cibo o per nidificare, qualcuno quindi in quella piazza dà loro da mangiare. Ricordiamo che i due nostri incaricati sono le uniche due persone autorizzate a distribuire mangime e che nel centro storico è vietato dar da mangiare ai piccioni». La Fresch informa che da quando si è iniziata la fornitura del mangime medicamentoso i piccioni sono notevolmente diminuiti, ma persistono «un paio di anziani, non gestibili, già multati e reticenti: dare da mangiare ai piccioni non è un’opera di bene, vi sono apposite ordinanze che autorizzano solo i nostri incaricati a cibarli».


LA NUOVA VENEZIA

3 AGOSTO 2009

 

Tartaruga «spiaggia» al Lido

 

LIDO (VE). Un nuovo caso di spiaggiamento di tartaruga al Lido, con intervento della Protezione Civile per tentare di salvare l’animale. Domenica pomeriggio è stata segnalato dai numerosi bagnanti la presenza di un esemplare di tartaruga marina agli Alberoni, in difficoltà dopo aver smarrito la zona d’acqua consueta ed essersi spiaggiata sull’Arenile, come già avvenuto nei mesi passati per altri esemplari simili tra Lido e Pellestrina. Subito allertati i vertici del WWF locale, è stato richiesto l’immediato intervento della Protezione Civile dell’isola di Pellestrina che, in tarda serata, stava ancora lavorando per cercare di salvare l’animale, con comunque pochissime possibilità, date le condizioni che si erano subito presentate come gravi. Le tartarughe marine figurano nell’elenco degli animali protetti e, ultimamente, sono stati purtroppo numerosi i casi nell’alto Adriatico di spiaggiamento e di morte degli animali a causa di scontri con le barche o di rifiuti gettati in mare. Il WWF locale nella serata di ieri ha fatto sapere che manderà un addetto a controllare la situazione. (ma.to.)


TRENTINO

3 AGOSTO 2009

 

Anziano turista salvato dal fiuto di Cody

 

SARNONICO (TN). Si è conclusa bene, attorno alle 8 di ieri mattina, la brutta avventura di Marcello Simoncini, il settantanovenne di Ancona che sabato sera s’era perso nei boschi attorno a Sarnonico. L’uomo è stato ritrovato ieri mattina, in stato confusionale, ma in buona salute.  Il merito del lieto fine va all’infallibile fiuto di Cody, lo splendido esemplare di golden retriever di Alessandro Dalvit, responsabile delle Unità cinofile della Scuola Provinciale cani da ricerca e catastrofe. Ieri mattina, dopo aver annusato alcuni effetti personali dell’anziano, ha ripreso le ricerche e, poco dopo essere sceso dall’auto del suo addestratore, ha raggiunto quasi a colpo sicuro il settantanovenne marchigiano. L’uomo era arrivato con la molgie nel centro noneso a metà pomeriggio, per trascorrere qualche giorno all’albergo Miramonti e stare vicino al figlio e alla nuora, ospiti a Cavareno. Sceso dal bus, il turista s’era subito allontanato, ma i famigliari non s’erano preoccupati dato che l’uomo conosce la zona. Alle 21, però, hanno lanciato l’allarme. In meno di mezz’ora, gli uomini dei vigili del fuoco di Sarnonico, Fondo e Cavareno, insieme a quelli della Protezione Civile e alle unità cinofile, appunto, hanno iniziato le ricerche. Hanno battuto soprattutto prati e frutteti perché, secondo quando riferito dalla moglie e del figlio, i problemi di cuore di cui soffre l’anziano gli avrebbero impedito di muoversi su zone ripide e impervie. Le ricerche, partite alle 22, sono andate avanti senza esito fino alle 2.30 circa per riprendere alle prime luci dell’alba. Dalvit e il fido Cody (che a L’Aquila aveva permesso il ritrovamento di 15 corpi sotto le macerie) si sono diretti verso Ronzone e lì, in zona, è avvenuto il ritrovamento. «Era senza scarpe - spiega Dalvit - perché forse le aveva lasciate nella baita dove ha trascorso la notte, e seppur confuso era in buone condizioni di salute». È stato poi trasferito all’ospedale di Cles per i controlli di rito.

 

torna alla pagina iniziale [email protected] torna all'archivio della rassegna stampa