03 LUGLIO 2011
IL SECOLO XIX
3 LUGLIO 2011
 
Non solo il tasso pure un gattino
 

 

Savona - Un misto di rabbia per schiamazzi notturni e atti di vandalismo, ma anche una certa paura di ritorsioni. È il sentimento degli abitanti di Valleggia, che ora alzano la voce: dopo gli ultimi episodi di teppismo, chiedono più controlli e invocano persino l’installazione delle telecamere. Intanto proseguono le indagini sulla morte di un esemplare di tasso, ucciso dopo un’allucinante corrida nella quale era stato legato al paraurti di un’auto e trascinato per le vie della frazione. I carabinieri hanno ricevuto alcune segnalazioni, ancora tutte da verificare, che indicherebbero due ragazzi poco più che diciottenni come gli autori del gesto. Una, in particolare, è inquietante: la sera prima dell’episodio, un gruppo di giovani è stato visto giocare a “pallone” con il gatto di un abitante della zona.

http://adv.ilsole24ore.it/5/ilsecoloxix.ilsole24ore.com/08/ros/1697765021/VideoBox_180x150/OasDefault/default/empty.gif/34663264313736653465306566383730Un quartiere costruito a misura di famiglia, dove non mancano le aree verdi e i parcheggi, dove ci si conosce tutti e dove a scuola si può andare tranquillamente a piedi, dato che sia le elementari sia le medie sono state ricavate in mezzo alle case. Eppure alla sera sale la paura, l’escalation di bravate ha raggiunto il culmine nei giorni scorsi. «Da tre estati alla sera non si può più stare tranquilli – lamentano i residenti, chiedendo l’anonimato -. Ci sono gruppi di bulletti che girano per le vie del paese tenendo gli stereo delle auto a tutto volume, scorrazzano con le moto impennando e “smanettando”. E se qualcuno prova a protestare si ritrova bersaglio di insulti e atti di vandalismo». è capitato ad un pensionato che una sera dopo la mezzanotte aveva chiesto di fare meno baccano sotto alle sue finestre, qualche giorno dopo la risposta è stata un fitto lancio di uova contro le tapparelle.«Adesso abbiamo paura. Alcuni sfrecciano con macchine e moto in mezzo alle case, se un animale attraversa la strada viene preso di mira. Altri si divertono a fare testacoda sulla ghiaia con l’auto. E temiamo che succeda qualche incidente grave se ad attraversare la strada durante queste gimkane sia un bambino». «Non sappiamo più cosa fare – lamenta una mamma -. Anche solo andare nei giardini alla sera implica dover passare vicino a quelle bande, ti guardano di traverso, come se fossi tu ad essere “l’invasore”. Giocano a calcio tra le auto parcheggiate senza porsi il problema di tirar pallonate contro vetri e portiere. E guai a dire qualcosa: chi l’ha fatto si è trovato l’auto rigata, chi si affaccia a chiedere di smetterla viene preso di mira con i sassi contro le finestre».Carabinieri e polizia effettuano i consueti giri di pattuglia, ma è difficile presidiare il territorio 24 ore su 24. «Sappiamo che le forze dell’ordine non possono restare fisse qui – aggiungono gli abitanti -, ma purtroppo lo sanno anche i bulli. E se ne approfittano: aspettano il passaggio della pattuglia e poi ricominciano, sicuri di farla franca». Tempo fa la polizia municipale aveva anche organizzato un servizio apposito di prevenzione, al quale aveva preso parte lo stesso sindaco Alberto Ferrando, ma anche in quel caso i risultati erano stati modesti. «L’unica soluzione sarebbero le telecamere – chiedono i residenti -, almeno ci sarebbe una sorveglianza continua che costringerebbe quei gruppetti di teppistelli a cambiare aria. O a comportarsi come si deve»Intanto si muove anche la Consulta giovanile di Quiliano. Dopo l’episodio del tasso ucciso e trascinato da un’auto, il presidente Sergio Scarrone e il consigliere comunale delegato Stefania Druetti stanno pensando di organizzare una manifestazione in difesa dell’ambiente che porti in piazza anche gli abitanti: «Vogliamo dimostrare che i giovani di Quiliano e Valleggia non sono quelli – spiegano Scarrone e Druetti – e che siamo noi i primi ad isolare quelle persone e a volere una cittadina vivibile per tutti. Per questo abbiamo lanciato l’appello affinché chi sa parli. Gli autori dell’ultimo gesto sono giovanissimi, è possibile che i ragazzi della zona li conoscano e sarebbe il caso di contribuire alla loro identificazione».Un primo passo è stato fatto dopo le indagini della polizia, intervenuta nella notte fra martedì e mercoledì. Poi sono arrivate diverse offerte di “taglie” da cento euro che hanno portato ad alcune segnalazioni, che ora sono al vaglio dei carabinieri. E anche l’Enpa ha annunciato di volersi costituire parte civile nell’eventuale processo contro i responsabili.


IL GIORNO
3 LUGLIO 2011
 
Otto, eroe a quattro zampe salva micio lanciato in un dirupo
Il gattino è stato chiuso in un sacco di plastica e gettato in una scarpata da un’altezza di 20 metri. E’ stato salvato da un cane lupo a passeggio con la padrona
 
 
di Gabriela Garbellini
 
Vervio (SO) - Lo hanno chiuso in un sacco di plastica e gettato in una scarpata da un’altezza di 20 metri. Così, come fanno gli incivili quando desiderano sbarazzarsi di vecchi oggetti. O meglio sgraditi. Sarebbe dovuto morire in questo modo barbaro un piccolo gattino di pochi mesi. Almeno secondo l’autore (o gli autori) del crudele gesto, avvenuto nei giorni scorsi in quel di Vervio. Ma il micio non è morto. E’ stato salvato da un «angelo a quattrozampe»: un cane lupo a passeggio con la padrona Graziela Forzati, argentina (ma originaria della valle. Il padre è nato a Vervio), nota insegnante di tango.«All’improvviso il mio cane ha fiutato qualcosa - spiega Graziela -. Non mi ero accorta di nulla. Otto è rimasto incollato al guard-rail con la testa rivolta verso il basso. Guardava immobile nella scarpata verso il minuscolo sacchetto bianco. Non capivo. Poi con uno scatto fulmineo mi è sfuggito. Ha corso velocissimo e io dietro. Si è diretto dritto dritto verso il sacco. E’ stato lì che mi sono accorta che quel sacchetto si muoveva. Qualcosa dentro faceva dei pianti. Mi sono spaventata. Pensavo addirittura potesse essere un neonato. Abbiamo aperto era un micio, l’abbiamo chiamato Zac». Ora Otto e Zac sono diventati inseparabili.

IL RESTO DEL CARLINO
3 LUGLIO 2011
 
Palio, l'ira degli animalisti: «Basta ai massacri di cavalli»
Lo chiedono le associazioni ferraresi dopo la tragedia di Siena
 
Ferrara - Basta con le corse dei cavalli. Dopo la sciagura avvenuta durante le prove del Palio di Siena, dove è morto un cavallo ed è rimasto ferito seriamente il fantino, insorgono le associazioni animaliste ferraresi. «Tiffany, Estrada, Messi, - si legge da una nota inviata da A coda alta, Associazione portuense per la tutela degli animali, Avedev, Enpa, Gata, Lav, Lega Animalista di Copparo, Lega nazionale per la difesa del cane, Lipu e Oipa - sono i tre cavalli morti negli ultimi due mesi durante le gare di giostre o palii, rispettivamente a Ronciglione, Foligno e Siena. Che vanno ad aggiungersi a moltissimi cavalli, ma anche a tanti altri animali, che in questi anni hanno perso la vita per offrire alla specie umana divertimento od essere portatori di altri interessi. Basta! E' arrivato il momento di chiedere al sottosegretario alla Salute - che nel 2009 si è sforzata di dettare alcune norme a maggior tutela dei cavalli che corrono nelle rievocazioni storiche - di vietare queste anacronistiche gare, pagate con un prezzo insostenibile dalla vita stessa degli animali, che una nazione civile non può e non deve più tollerare».Quelle norme, chiosano le associazioni ferrarese, «si sono dimostrate insufficienti, perché fondamentalmente i circuiti (conformazione della pista, e non solo il fondo) dove si svolgono le gare sono inidonei e, quindi, rappresentano la vera fonte di pericolosità per gli animali». Inevitabile il ricordo al drammatico Palio del 2006 nella nostra città. «Basti pensare a Piazza Ariostea, - proseguono le associazioni - già giudicata da un qualificato tecnico-professionista non idonea e pericolosa, ma su cui sia l'Ente Palio che il Comune di Ferrara si ostinano a continuare a far correre i cavalli».Gli organizzatori ed i contradaioli «si prodigano a dire che nessuno come loro ama e cura i propri cavalli: si, amore e cure propedeutiche soprattutto alla vittoria nella gara, e non certo subordinate ai gravi rischi a cui comunque li sottopongono». Amare e rispettare gli animali, sottolineano ancora, vuol dire «evitare a loro qualsiasi tipo di rischio».Già i cavalli si fanno male nelle piste degli ippodromi, «ma farli correre su circuiti inidonei, piazze o strade che siano, equivale a giocare volutamente al massacro».
ADN KRONOS
3 LUGLIO 2011
 
Palio di Siena, è polemica dopo la morte di un cavallo. Enpa e Lav: ''Aboliamolo''
Roma - Fa discutere la morte del cavallo Messi nelle prove di venerdì. La presidente dell'ente per la protezione degli animali, Carla Rocchi: ''Se la sicurezza non può essere garantita, come dice il sindaco di Siena, non si può non trarne le dirette conseguenze''. Il palio di quest'anno vinto dalla contrada dell'Oca
 

 

Roma - E' polemica sul Palio di Siena (per la cronaca vinto quest'anno dall'Oca) dopo la morte, nelle prove di venerdì, del cavallo Messi della contrada della Chiocciola.

"Per ammissione dello stesso sindaco di Siena, non si può garantire la piena sicurezza per i cavalli del Palio: e allora, il Palio va abolito", chiede, sentita dall'Adnkronos, la presidente dell'Enpa, l'ente per la protezione degli animali, Carla Rocchi, antropologa e gia' parlamentare dei Verdi e poi della Margherita. "La dichiarazione del sindaco parla da sola", sottolinea ricordando la morte del cavallo 'Messi'.Per Rocchi, "se la sicurezza non può essere garantita, non si può non trarne le dirette conseguenze. Capisco la tradizione, capisco la funzione di coesione sociale della manifestazione, sono sicura che tutti a Siena facciano il possibile perché tutto vada per il meglio", premette.Ma "la morte dei cavalli, oramai a cadenza quasi 'regolare', getta fango sulla stessa citta' toscana, al di la' delle migliori intenzioni delle quali, lo ripeto, io non dubito. Proprio per questo - afferma la presidente dell'Enpa - il Palio di Siena va abolito, una volta per tutte".Sulla stessa linea anche la LAV. "Il Palio di Siena va abolito, perche' non può più parlarsi di incidentalità ma di regolarità nella morte dei cavalli, in media due ogni tre edizioni", afferma il presidente la Lega anti-vivisezione, Gianluca Felicetti."Il Palio ha una grande tradizione storica, che non e' fatta solo della corsa dei cavalli: puo' esistere anche se la corsa viene abolita", spiega.Felicetti chiede che "tutti si risparmino le solite tiritere e le dichiarazioni pronte per l'uso. Trovo scandaloso, poi, che il sindaco di Siena dichiari che il Palio e' una questione che riguarda solo la sua citta': fino a prova contraria, le normative sul maltrattamento e sulla uccisione degli animali sono nazionali e valgono per tutto il territorio italiano, Siena compresa. Anzi, Siena soprattutto visto che il suo 'esempio' viene seguito in altre decine e se non centinaia di Comuni che organizzano manifestazioni simili, con ancor minori controlli per la minore attenzione mediatica".Inoltre, annuncia il presidente della Lav, "chiederemo al Consiglio superiore della Magistratura di avocare le inchieste giudiziarie relative al Palio ad altra procura diversa da quella di Siena, perche' e' evidente a tutti che esiste una incompatibilita' ambientale: nessuno che viva a Siena - osserva Felicetti - puo' essere considerato indipendente in tema di Palio".


TG COM
3 LUGLIO 2011
 
Siena, la contrada dell'Oca vince il Palio
Ma dopo la morte di un cavallo nelle prove, il governo decide di non candidare la manifestazione a Patrimonio immateriale dell'Umanità dell'Unesco
 
La contrada dell'Oca ha vinto il Palio di Siena dedicato alla Madonna di Provenzano con il cavallo Mississippi montato da Giovanni Atzeni, detto "Tittia". Molte le cadute in Piazza del Campo per le nove contrade in lizza. Dopo la morte di uno dei cavalli in prova, tuttavia, il sottosegretario ai beni culturali, Francesco Giro, ha deciso di rinunciare alla candidatura del Palio a patrimonio immateriale dell'Umanità dell'Unesco.
Nei tre giri di Piazza del Campo vi sono state numerose cadute, tra cui quella più spettacolare del fantino del Bruco, Giuseppe Zedde detto "Gingillo", portato fuori dall'anello di tufo in barella e il cui cavallo "Lampante" ha proseguito "scosso" la corsa. Alla carriera hanno partecipato nove contrade, dopo la morte, sabato durante una delle prove, del cavallo "Messi" della Chiocciola. Ma se finora questo incidente, oltre alla morte di uno spettatore alla vigilia del Palio di Siena di agosto dello scorso anno, non hanno fermato la manifestazione, è il governo che sta pensando allo stop della tradizionale corsa. Dapprima il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, appassionata animalista, che ha dichiarato che in seguito alla morte del cavallo e ad altri episodi di crudeltà sugli animali "il Palio non si può più dichiarare intoccabile".
Poi il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro: "Il tragico episodio di sabato complica e rende praticamente impossibile l'avvio anche per il 2012 della procedura di candidatura Unesco nella lista dei beni immateriali" fa sapere.
Mentre la procura ha aperto un'inchiesta sulla morte del cavallo, il ministro Brambilla è intervenuta ancora ribadendo che sia stato "giusto", per il 2011, non candidare il Palio di Siena all'Unesco.
NOTIZIARIO ITALIANO
3 LUGLIO 2011
 
Il Ministro Brambilla: manifestazione "anacronistica"
Palio di Siena: morto il cavallo Messi, l’ira degli animalisti
 
SIENA – L’episodio della morte del cavallo della contrada della Chiocciola, che ha perso la vita, l’altro ieri, durante la quarta prova del Palio di Siena, ha suscitato notevole proteste e l'ira degli animalisti, che hanno invocato anche l'intervento della magistratura. Il cavallo Messi ha violentemente urtato contro uno steccato durante il percorso. L'animale, rimasto seriamente ferito, è stato trasportato immediatamente in clinica per essere curato, ma la corsa è risultata inutile.La causa della morte è stata probabilmente uno "choc cardiocircolatorio". Sulla questione del Palio è intervenuto il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla che ha definito la manifestazione del Palio "anacronistica” e da considerarsi "non più intoccabile".
E in riferimento ad una possibile candidatura della tradizionale manifestazione senese a diventare patrimonio dell'UNESCO ha sentenziato. "è stata una giusta decisione non candidarla a diventare patrimonio dell'Unesco. Una decisione che avrebbe legato l'immagine del nostro Paese alla morte violenta di un altro cavallo innocente. Non è questa l'Italia che vogliamo fare conoscere al mondo", ha concluso.
Il Palio di Siena è una competizione fra le contrade di Siena nella forma di una giostra equestre di origine medievale. La "Carriera", come viene tradizionalmente chiamata la corsa, si svolge normalmente due volte l'anno: il 2 luglio si corre il Palio di Provenzano (in onore della Madonna di Provenzano) e il 16 agosto il Palio dell'Assunta (in onore della Madonna Assunta). In occasione di avvenimenti eccezionali (come ad esempio nel 1969 la conquista della Luna da parte della missione Apollo 11) o di ricorrenze cittadine o nazionali ritenute rilevanti e pertinenti (ad es. il centenario dell'Unità d'Italia) la comunità senese può decidere di effettuare un Palio straordinario, tra maggio e settembre (l'ultimo si è tenuto nel 2000, per celebrare l'ingresso nel nuovo millennio).

LA NUOVA FERRARA
3 LUGLIO 2011
 
Il ministro: «Il Palio non è intoccabile»
‘Messi’ a maggio aveva corso per San Benedetto. Il dolore della contrada: «Era dolcissimo, le polemiche sono speculazioni»
 
FERRARA - Dal ministro del Turismo Brambilla al Codacons, passando per le associazioni animaliste. All’indomani della morte del cavallo ‘Messi’ durante le prove del Palio di Siena, tornano moltiplicate le proteste contro l’utilizzo di animali nelle manifestazioni in generale e dei cavalli nei Palii in particolare. «Il Palio non è intoccabile - ha dichiarato il ministro - credo che sia giunto il momento di sottoporre a un esame rigoroso il Palio di Siena e altre competizioni in cui creature viventi vengono sfruttate e rischiano la vita per il solo divertimento dell’uomo». Un messaggio che arriva dritto a Ferrara, dove peraltro il povero Messi aveva corso all’ultimo Palio per la contrada di San Benedetto, mentre in sella - per la ‘Chiocciola’ - c’era il fantino Antonio ‘Sgaibarre’ Villella, che sempre nel corso dell’ultima edizione aveva gareggiato in piazza Ariostea per i colori di Santa Maria in Vado.La triste sorte di Messi, dopo un periodo di relativa bonaccia, ha dunque rimesso in discussione la stessa sopravvivenza delle gare dei cavalli al Palio: il Codacons ha annunciato un esposto alla Magistratura per chiedere alle autorità competenti di vietare palii e gare che utilizzano animali. Un’iniziativa a cui si uniscono numerose associazioni animaliste ferraresi, che ricordano la scadenza, il 7 settembre, dell’ordinanza Martini sulle norme di sicurezza da adottare a tutela dei cavalli durante le rievocazioni storiche: un’occasione per rinnovarla introducendo un giro di vite definitivo: mai più Palii con gare dei cavalli.Una proposta irricevibile, per il presidente dell’Ente Palio di Ferrara, Vainer Merighi: «Sono rattristato per la morte del cavallo, ma sarebbe sbagliato desistere. Ricordo che a Ferrara le norme dell’ordinanza Martini erano state anticipate di cinque anni». Nel 2006 il Palio estense era stato funestato da una rovinosa caduta con la morte di due cavalli. Ma quell’episodio, sottolinea ancora Merighi, portò l’Ente a potenziare le misure di sicurezza: «Negli ultimi cinque anni, tra gare e prove, in piazza Ariostea hanno corso oltre cento cavalli e non è mai successo nulla». Due anni fa un’altra caduta (del fantino Zedde proprio in sella a Messi), per fortuna senza conseguenze, aveva gelato piazza Ariostea: «Le cadute possono succedere. Se nessuno si è fatto male, è la dimostrazione che la pista è sicura», ribatte il presidente. Il Palio «è una grande opportunità per tutti». E a chi suggerisce di trasferire la corsa dei cavalli all’Ippodromo risponde: «Non ha senso. Chi cura il Palio non è un organizzatore di gare ippiche. Il Palio è un’altra cosa, è una rievocazione storica e culturale e piazza Ariostea è la sua cornice naturale. Il Palio non è puro divertimento, è passione e rigore. E amore per gli animali. La gente del Palio rispetta i cavalli, li tratta bene, li coccola, e non si sente moralmente inferiore a chi pretende di avere verità assolute».Di certo suona sincero il dispiacere per la morte di Messi espresso da Lorenzo ‘Linus’ Linoso, presidente della contrada di S.Benedetto per la quale Messi aveva gareggiato a maggio: «Tutta la Contrada è addolorata, era un cavallo di una dolcezza infinita. Per noi i cavalli sono come animali domestici e sono trattati al meglio». E alle contestazioni risponde: «Si confonde la passione che si mette nel Palio con lo sfruttamento, mescolando tra loro cose che non c’entrano niente. Nessuno va a guardare i concorsi di salto o le gare di Polo, si preferisce scagliarsi contro persone come noi. Messi a Ferrara era stato trattato come un pascià, e sono convinto che la Chiocciola ha fatto altrettanto. In queste polemiche io vedo speculazione, frutto di disinformazione e superficialità. Gli animalisti dovrebbero venire tra le Contrade, vedere e verificare i sacrifici che si fanno per mantenere i cavalli, e mantenerli bene. Con questo principio, dopo la tragedia del Giro d’Italia, si dovrebbe proibire anche il ciclismo».

CORRIERE DI RAGUSA
3 LUGLIO 2011
 
Sequestrati 32 conigli selvatici frutto della battuta e 270 cartucce a pallini
Caccia abusiva, denunciati cinque bracconieri di Riesi
Sono stati gli uomini della Polizia Provinciale ad intervenire in contrada Mazzarronello
 
Ragusa - Cinque cacciatori di Riesi sono finiti nelle maglie tese della Polizia provinciale. Gli agenti guidati dal comandante Raffaele Falconieri sono stati sorpresi all´interno di un fondo agricolo in contrada Mazzarronelo, al confine tra i territori di Acate e Mazzarrone.
I bracconieri non hanno avuto modo di sfuggire al controllo. La Polizia provinciale ha provveduto a sequestrare i 32 conigli selvatici che erano stati abbattuti da poco. Inoltre hanno recuperato 270 cartucce a pallini ancora cariche e due batterie per l´alimentazione di fari per l´illuminazione notturna.
I cinque cacciatori riesini erano ben attrezzati. Infatti, durante la successiva perquisizione, gli agenti hanno ritrovato sedici trappole utili per la cattura dei conigli selvatici, un faro mobile ed altri quattro conigli selvatici che erano stati posti all´interno di un frigorifero per evitare che andassero a male Probabilmente, l´intenzione dei cacciatori era quella di stare fuori fino all´alba, in modo da portare a casa un bottino ben più consistente di quello che avevano già fatto.
I loro piani sono saltati nel momento in cui la Polizia provinciale ha individuato la loro zona d´azione ed è intervenuta bloccandone ogni via di fuga all´interno del fondo agricolo in cui si trovavano in quel momento.I cinque sono stati, quindi, identificati e tutto il materiale che avevano è stato posto sotto sequestro. Quindi, è scattata la denuncia per furto venatorio in concorso ed esercizio della caccia in un periodo di divieto generale.
Salgono così a dieci i bracconieri trovati con le armi imbracciate da parte della Polizia provinciale.
Il numero di conigli selvatici sequestrato è già altissimo. L´attenzione degli uomini del comandante Falconieri resta alta perché questo è considerato un periodo estremamente a rischio. I timori ed i sospetti hanno trovato puntualmente riscontro in questi giorni di controlli a tappeto nel territorio che, di norma, è quello più battuto dai cacciatori senza scrupoli.

LA ZAMPA.IT

3 LUGLIO 2011

 

Stop al banchetto leghista a base di carne di orso

Intervengono i Nas: «Manca il certificato d'importazione»

 

 

La carne di orso alla festa della Lega Nord in Trentino non si può mangiare, perchè i Nas dei carabinieri ne hanno bloccato la vendita. La causa risulta nel «mancato certificato d'importazione della carne» dalla Slovenia. A spiegare l'accaduto ai presenti, circa 200 persone a mezzogiorno, è il leghista Enzo Erminio Boso, già senatore e parlamentare europeo. «è Roma che ce li ha mandati - ha detto alla festa - e sono venuti da Vicenza». Fatto è che al momento le bistecche di orso alla brace e lo spezzatino di orso non possono finire dalle pentole ai piatti. L'Ente nazionale protezione animali aveva nei giorni scorsi chiesto l'intervento dei Nas.  "A Erminio Boso, che ama vantarsi della sua perizia culinaria e dei suoi illegali gusti alimentari, ma evidentemente non è altrettanto ferrato in materia di leggi e normative, vorremmo ricordare che lo Stato italiano ha il dovere sancito dalla Costituzione di tutelare l'ambiente e gli animali selvatici nonché di promuoverne la loro difesa", aveva detto l'Enpa: "Proprio per questo tutte le specie di fauna selvatica sono protette dalla legge 157/92. Infine vorremmo anche ricordare a Boso che gli orsi fanno parte delle specie particolarmente protette non solo in Italia ma anche in tutta Europa da direttive comunitarie e da accordi internazionali (protocollo europeo Pacobace)".
"Boso - aveva aggiunto l'Enpa - dovrebbe anzitutto chiarire la provenienza di quelle carni. Infatti se l'orso potrebbe essere stato ucciso 'con una schioppettata su Lagorai', come da lui stesso ipotizzato, allora ci troveremo in presenza di un gravissimo atto di bracconaggio, da perseguire in quanto tale. Erminio Boso lasci perdere banchetti macabri e fuori luogo - conclude Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Enpa - e prenda esempio dall`impegno profuso dal suo partito per tutelare concretamente gli animali, penso al sottosegretario Martini che tanto si spende a favore degli animali domestici o al consigliere Renzo Bossi che ha preso posizione contro la sperimentazione animale. Sono queste le iniziative che riflettono il reale sentire degli italiani".


IL GAZZETTINO
3 LUGLIO 2011
 
Cinquanta chili di carne di orso pronti per finire alla brace e cucinati in spezzatino
 
IMER (TRENTO) - Cinquanta chili di carne di orso pronti per finire alla brace e cucinati in spezzatino. A Imer, in Trentino, ultimi preparativi per la festa della Lega Nord Primiero che ha deciso di offrire carne di orso per protestare contro il progetto Life Ursus di reintroduzione dei plantigradi nella zona, fonte di paura e danni per gli abitanti. «La carne di orso proviene dalla Slovenia, è certificata dalla Comunità Europea ed è perfettamente legale», ha ribadito alla vigilia della manifestazione il senatore Sergio Divina, che ha quindi invitato anche il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. «Ha definito il nostro banchetto un "evento barbarico" - ha chiarito il parlamentare - peccando di scarsa conoscenza. L'aspettiamo per mangiare la carne di orso senza dover andare in Slovenia»Intanto, a una decina di chilometri da Imer, nella frazione di Zortea, località del Vanoi, nel comune di Canal San Bovo, in occasione della festa della trippa si è mangiato trippa di dromedario come «gesto di contrapposizione», portata da un magrebino che vive nel trevigiano, ha spiegato il presidente della Pro Loco, Marco Felici, in quanto, essendo il Vanoi storicamente terra di orsi, c'è grande rispetto per questi animali. «Andremo anche ad assaggiare il dromedario - ha detto Divina - se è carne che si può vendere e consumare in Italia ben venga anche questa iniziativa». «Quella di organizzare pranzi a base di orso mi sembra una forzatura, tanto più se come in questo caso la storia ha connotati politici», ha detto il sindaco di Asiago, Andrea Gios, che aveva già difeso l'orso Dino, ucciso poi in Slovenia lo scorso marzo.Le polemiche comunque non si placano: il ministro del Turismo, Michela Brambilla, ha chiesto al leader leghista Umberto Bossi di evitare «una provocazione che offende il sentimento di rispetto che gli italiani hanno verso gli animali». Una «manifestazione barbara» anche per Cristina Morelli, responsabile diritti degli animali dei Verdi.

CORRIERE DELLA SERA
3 LUGLIO 2011
 
l'EX SENATORE BOSO: «È ROMA CHE CE LI HA MANDATI»
Trentino, i Nas bloccano il banchetto con carne d'orso leghista
La causa risulta nel «mancato certificato d'importazione della carne» dalla Slovenia
 
Provincia di Trento - La carne di orso alla festa della Lega Nord in Trentino non si può mangiare, perchè i Nas dei carabinieri ne hanno bloccato la vendita. La causa risulta nel «mancato certificato d'importazione della carne» dalla Slovenia. A spiegare l'accaduto ai presenti, circa 200 persone a mezzogiorno, è il leghista Enzo Erminio Boso, già senatore e parlamentare europeo. «È Roma che ce li ha mandati - ha detto alla festa - e sono venuti da Vicenza». Fatto è che al momento le bistecche di orso alla brace e lo spezzatino di orso non possono finire dalle pentole ai piatti. La carne di orso alla festa della Lega Nord in Trentino non si può mangiare, perchè i Nas dei carabinieri ne hanno bloccato la vendita. La causa risulta nel «mancato certificato d'importazione della carne» dalla Slovenia. A spiegare l'accaduto ai presenti, circa 200 persone a mezzogiorno, è il leghista Enzo Erminio Boso, già senatore e parlamentare europeo. «È Roma che ce li ha mandati - ha detto alla festa - e sono venuti da Vicenza». Fatto è che al momento le bistecche di orso alla brace e lo spezzatino di orso non possono finire dalle pentole ai piatti.
GEA PRESS
3 LUGLIO 2011
 
Trento: Lega Nord e l’orso da 4 a 18 euro a pezzo (foto esclusive e menù) Sequestro ad Imer.
 
Doveva essere venduto 10 euro a porzione, lo spezzatino d’orso sequestrato stamani da due pattuglie del  Corpo Forestale dello Stato del Comando Provinciale di Vicenza guidate dal Comandante Isidoro Furlan, intervenute congiuntamente  al NAS dei Carabinieri di Trento. La carne, in totale 52 kg, era stata solo in parte cucinata ed a quanto pare era il pezzo forte della festa, considerata la delusione che si è venuta a creare subito dopo il sequestro.L’Orso a pezzetti proveniente da Lokev, in Slovenia, era finito a  Imer, in provincia di Trento, presso la festa della Lega, dove l’orso volevano proprio mangiarselo. Questo, forse, non sapendo che la carne  è  a rischio “trichina”, un parassita nematode che provoca gravi infiammazioni intestinali con emoragie, diarrea e vomito. Nel menù della festa, una fetta di carne d’orso ai ferri era prezzato dieci euro, mentre un panino all’orso, appena 4 euro. Non poteva mancare il piatto completo: 18 euro. Tutti, comunque, sono rimasti digiuni e delusiUn mistero come la carne fosse giunta nei banchi della Lega. Non solo era sprovvista di certificazione Cites (in pratica potrebbe essere stata commerciata in barba alle norme sulla protezione delle specie minacciate) ma anche relative alla documentazione UVAC. Si tratta, in questo caso, degli Uffici periferici veterinari, presso i punti frontalieri. Avrebbe dovuto essere denunciata adempiendo alle minimali norme di profilassi sanitaria, ma questo, evidentemente, potrebbe non essere avvenuto.Festa rovinata e delusione diffusa. Secondo indiscrezioni apprese da GeaPress, sarebbe stato rintracciato il fornitore sloveno, il quale avrebbe dichiarato che la documentazione Cites è in suo possesso, sebbene impossibilitato, oggi, ad inviarla. La carne, comunque, era stata accompagnata da fattura e per questo, in molti, sono convinti di potersela mangiare nei prossimo giorni.Intanto, alcuni campioni di carne sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie per accertamenti.
VEDI FOTOGALLERY:
http://www.geapress.org/ecovegetarismo/trento-lega-nord-e-lorso-da-4-a-18-euro-a-pezzo-foto-esclusive-e-menu/17050

TRENTINO
3 LUGLIO 2011
 
Nulla di diverso dal vitello
 
TRENTO. Nerio Giovanazzi, consigliere provinciale di Amministrare il Trentino e cacciatore di lunga data è infastidito.
Consigliere, spieghi come mai.
«Mentre il Paese non riesce ad uscire dalla crisi si alimentano scandali che non esistono».
Lei ama la caccia, è favorevole a questa iniziativa leghista?
«Come cacciatore non sono interessato alla questione. Quando sono intervenuto in materia di orsi ho proposto di catturare qualche esemplare per equilibrare l’ecosistema. Quella della Lega è una provocazione».
Che, secondo lei, cosa vuole dimostrare?
«Il fatto che ci sia un ente pubblico che non sa tutelarci. Si tratta di un animale che proviene dalla Slovenia, dove è considerato un piatto come gli altri, e verrà cucinato in modo legale.
Personalmente non vedo in questo nulla di diverso rispetto al cucinare la carne di vitello».

INFORMAZIONE.IT
3 LUGLIO 2011
 
Il sindaco di Verona sfida la Brambilla sugli animali
Mentre a Milano il ministro Michela Brambilla ha celebrato la coscienza degli animali, a Verona il primo cittadino è entrato nella gabbia delle tigri e ha difeso il circo.
 
Roma, 03/07/2011 Servizio di Circo.it - Nel giorno in cui i paladini della “coscienza degli animali” celebrano il loro rito propiziatorio, tentano di riscrivere la Genesi, e ci fanno sapere che “tutti siamo uguali davanti alla vita”, che “mucca, maiale, coniglio, devono avere le stesse tutele del cane o del gatto” (di cosa si nutrirà la specie umana non vegetariana, cioè il 99 per cento della popolazione?), a Verona il primo cittadino Flavio Tosi ha tenuto a lungo in braccio ed ha accarezzato un tigrotto rosa nato da pochi giorni (quattro bellissimi esemplari in tutto) al circo Americano della famiglia Togni. E’ una coincidenza che fa riflettere. Da una parte ci sono coloro che si autodefiniscono i garanti della coscienza degli animali, ma lo fanno in contrapposizione alla specie umana, in una sorta di conventio ad excludendum che raduna alcuni di quelli contano (politici, scrittori, scienziati…) ma lascia fuori gli altri: chissà se per costoro anche i circensi e gli allevatori, ad esempio, hanno una coscienza e sono uguali davanti alla vita, oppure se sono un po’ meno uguali e dunque meriterebbero di finire in mezzo alla strada o puniti in qualche modo.
Dall’altra c’è un sindaco che non teme di sfidare il vento che soffia alla moda e che sceglie di ergersi a garante degli animali ma allo stesso tempo anche di chi se ne prende cura e con gli animali vive e lavora da generazioni. Senza idolatrarli e senza maltrattarli. La gente del circo, insomma, ormai additata – grazie a campagne ossessive e aggressive come quelle capitanate dal ministro Brambilla – come torturatrice degli animali e che per il fatto di non poter contare su lobby e potentati vari, non riceve le attenzioni che la stampa dedica all’animalismo salottiero, e rischia di fare la fine delle minoranze etniche.
Flavio Tosi è un sindaco che sta in mezzo alla gente e forse anche per questo si trova a suo agio fra i caravan della gente del viaggio. Tredici anni fa, insieme a Umberto Bossi, tenne a battesimo il Circo della Padania, un circo vero. Oggi, da primo cittadino, non ha cambiato atteggiamento. “Si vede che questi animali sono tenuti con tutte le cure, che sono trattati come animali domestici, perché se non vivessero in ottime condizioni non potrebbero nascere esemplari in cattività”, ha commentato. Poi è entrato nella gabbia con una tigre, mentre Flavio Togni serviva il pasto a questi eleganti felini. E l’ammaestratore che ha conquistato il Clown d’Oro all’ultimo festival di Monte Carlo, ha commentato: “Si vede che ha coraggio. Le tigri lo sentono e per questo sono tranquille”. Coraggioso sì, il sindaco, visto che si è lanciato anche dal trapezio insieme agli artisti del circo Americano impegnati nelle prove e che ha dato da mangiare agli elefanti mettendogli praticamente le mani in bocca.
Attorniato dai giornalisti, a Flavio Tosi è stato anche chiesto: “E’ vero che la Lega ama il leon perché magna il teron? “Balle”, ha risposto l’ammaestratore per un giorno, Flavio Tosi, “solo stupidaggini che la Lega non solo non dice ma nemmeno pensa”. Il sindaco di Verona pensa invece che “il circo tradizionale è una ricchezza per l’arte, la cultura e la tradizione italiana, e merita assolutamente di continuare a vivere e di portare in giro questo genere di spettacolo, che permette anche ai bambini di vedere da vicino specie che altrimenti potrebbero ammirare solo sui libri o attraverso i documentari”. Concetti che ha ribadito anche qualche giorno fa incontrando il presidente dell’Accademia del Circo, Egidio Palmiri. Ad accompagnare nella visita al circo il sindaco di Verona, c’erano il vicepresidente dell’Ente Nazionale Circhi, Enis Togni (proprietario del circo Americano), Flavio Togni, il fratello Daniele e il segretario generale Enc, Luciano Giarola.
Su www.circo.it anche le fotografie del sindaco di Verona al circo Americano.

L'ARENA
3 LUGLIO 2011
 
La Lega? Tosi si allena con le tigri
FUORI PROGRAMMA. Ieri pomeriggio il primo cittadino è andato a sorpresa in visita al Circo Americano di Flavio Togni in Zai
Il sindaco: «Forse è più facile domare il nostro congresso» Nel 1997 arrivò in municipio con una tigre al guinzaglio
 
 
Enrico Giardini
 
Verona . Le tigri del Bengala e il trapezio fanno meno paura delle correnti della Lega? Pare di sì. In ogni caso, e questa ci mancava, debutta a Verona... il Circo Tosi. Avete letto bene: Flavio Tosi, sindaco di Verona, va a scuola per un giorno da Flavio Togni, «animal trainer», cioè addestratore di animali. Per i primi rudimenti ci sono Stefi, Sara, Ila e Adri, quattro tigrotte di 14 giorni, nate a Verona nell'area delle ex officine Adige, in Zai, concessa al Circo Togni per sei mesi all'anno, durante la pausa degli spettacoli.
Tosi, in maglietta bianca, accarezza i cuccioli sotto l'occhio vigile di mamma tigre. Poi via dentro la gabbia con Togni per un spettacolo con tre tigri adulte, due femmine e un maschio bianco, che i due Flavio fanno alzare sui piedistalli e danzare un po'. Hanno anche la frusta, i due addestratori, con cui tastano la bocca dei tre felini.
Non è un mistero che Tosi tenti di scalare anche la segreteria della Liga Veneta, di cui è presidente, tentando di spostarne l'asse verso Verona. Più facile allora addestrare tre tigri o domare un congresso della Lega? «Mah, forse è più facile domare il congresso », risponde il sindaco.
Il pensiero corre poi a quel giorno di quasi 15 anni fa quando Tosi, consigliere comunale, giunse in municipio con una tigre al guinzaglio, aiutato da un circense, per pubblicizzare il Circo padano. Ne venne fuori la leggenda del «leon che magna el teron» che Tosi, però, smentì: «Non ho mai pensato né detto una tale stupidaggine», spiega. «Fu un'invenzione dei mass media e ho querelato tutti quelli che mi attribuirono quella frase».
Flavio Togni promuove l'allievo: «Le tigri erano tranquillissime e ciò vuol dire che il sindaco comunica bene con loro. Se una persona comunica bene con gli animali, lo fa altrettanto con le persone».
Attorno alle gabbie, vicino a tigri, elefanti, cammelli e cavalli arabi, ci sono Enis Togni, il capostipite della dinastia di circensi a Verona da 63 anni con il Circo Americano, titolare dall'Accademia del Circo che ha sede in Zai, e Hans Supmaier, di Monaco di Baviera, «animal trainer». Assistono allo show i familiari dei circensi. Tosi si cimenta anche con il trapezio. Chissà che non gli serva imparare il triplo salto mortale.

IL GIORNALE
3 LUGLIO 2011
 
La rivincita degli animali «Stop agli allevamenti lager»
 
CRISTINA BASSI
 
Un cavallo viene frustato per farlo salire su un camion. Un vitello non riesce più a camminare: è rimasto chiuso in gabbia per troppo tempo. I polli in batteria non hanno neppure lo spazio per aprire le ali. Una mucca sbarra gli occhi, guarda la canna della pistola che le puntano alla testa. Inizia con un filmato che è un pugno allo stomaco la terza giornata nazionale del movimento «La Coscienza degli animali». In platea, fatta di volontari delle associazioni animaliste, in molti distolgono lo sguardo. Qualcuno non trattiene le lacrime. Il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, spiega le ragioni delle immagini choc: «Sono vegetariana fin da ragazzina, quando ho preso coscienza delle atrocità che si nascondono dietro la bistecca che arriva sulla nostra tavola. Non ho voluto essere complice di questi crimini un giorno di più. Il vegetarismo è una scelta personale che non si può certo imporre, ma è arrivato il momento che gli italiani siano informati sugli orrori che si verificano negli allevamenti intensivi».
Il ministro Brambilla si batte da anni per i diritti degli animali. «Di tutti gli animali, che hanno pari dignità - sottolinea -. Una mucca, un maiale, un coniglio o una tigre devono avere le stesse tutele del cane o del gatto di casa. Perché gli animali nascono uguali davanti alla vita ed è proprio la vita il loro primo diritto». Tra gli applausi e l’abbaiare dei cani in sala, la responsabile del Turismo si commuove. «Le condizioni in cui vengono allevati gli animali nel nostro paese - continua - mi danno una profonda sofferenza interiore. Quella che porto avanti è una battaglia di civiltà, apolitica e trasversale». Michela Vittoria Brambilla ha fondato «La Coscienza degli animali» insieme a Umberto Veronesi. I garanti del movimento sono volti noti, come quelli presenti ieri alla giornata organizzata all’Istituto dei ciechi di Milano. C’erano Margherita Hack, Susanna Tamaro, il teologo Luigi Lorenzetti, Franco Bergamaschi, fondatore di Erbolario, e l’avvocato svizzero e attivista animalista Antoine Goetschel. Hanno invece inviato un video messaggio Vittorio Feltri, Dacia Maraini, Franco Zeffirelli e Maurizio Costanzo. Ma sono più di 128 mila in un anno le sottoscrizioni arrivate sul sito «Lacoscienzadeglianimali.it», per aderire al manifesto del movimento. Che recita : «Il rispetto per la Vita è una delle grandi conquiste dell’uomo, è un segno di civiltà. E la Vita non è solo la “nostra” Vita, ma anche quella di tutto ciò che ci circonda. Chi rispetta la Vita deve rispettarne ogni forma. Chi è crudele con gli animali lo è anche con gli esseri umani. Gli animali hanno un elevato livello di consapevolezza, coscienza, sensibilità e molti di loro hanno la capacità di sviluppare sentimenti».
A Veronesi il compito di spiegare che mangiare carne non fa bene alla salute. «Esiste una stretta relazione tra il consumo di proteine animali e l’incidenza dei tumori all’intestino - afferma il luminare -. Tantomeno la carne ci permette di eccellere nello sport o nella scienza». E cita l’esempio di vegetariani celebri, da Carl Lewis, a Martina Navratilova, a Leonardo da Vinci, ad Einstein. «Chi ha visitato un allevamento o un macello - conclude Veronesi - sa che l’animale più crudele del pianeta è l’uomo». Feltri ha ricordato che questo è il periodo degli abbandoni. «Vedere come sono trattati gli animali negli allevamenti è sconvolgente - ha aggiunto -. Una crudeltà senza pari, che deve finire grazie all’impegno di tutti. Spero che i colleghi giornalisti trasmettano questi appelli a ritmo martellante, perché la gente prenda coscienza. La coscienza degli animali». L’astrofisica Margherita Hack è stata la più acclamata insieme al ministro Brambilla. «Sono vegetariana dalla nascita - ha detto - e sono la prova che si cresce bene anche senza mangiare carne». All’incontro si è parlato anche delle manifestazioni, come i palî, che sfruttano gli animali per divertimento, dei circhi che li sottopongono a torture fisiche e psicologiche, dei test su animali per la produzione di cosmetici. Le associazioni hanno riconosciuto al ministro l’impegno animalista, spesso controcorrente.

TERNI IN RETE
3 LUGLIO 2011
 
TERNI : I VIGILI DEL FUOCO SALVANO UNA CUCCIOLATA LUNGO LE SPONDE DEL CANALE RECENTINO
 
Un abitante della zona ha notato la presenza dei cuccioli e avvisato i pompieri I vigili del fuoco di Terni hanno tratto in salvo, oggi nel primo pomeriggio, 8 cani, due adulti e sei cuccioli, che si trovavano in difficoltà lungo le sponde del Canale di Recentino.I vigili erano stati allertati da una chiamata di un abitante della zona che aveva scorto la " famigliola " in mezzo alla vegetazione.
Non è stato possibile stabilire se i cani sono stati abbandonati lì oppure se si sono persi.Alla vista dei vigili i cani, impauriti, sono fuggiti. Per ritrovarli c'è voluta più di un'ora ma alla fine i pompieri sono riusciti a recuperarli tutti.La piccola odissea della cucciolata è finita tra le braccia di un'operatrice della Asl. I cani erano disidrati e affamati.

IL MATTINO
3 LUGLIO 2011
 
Cani addestrati per il salvataggio sulle spiagge
 
Luciana Mauro
 
PALINURO (SA). Cani addestrati per il salvataggio sulle spiagge. Si deve a Rambo, Kira e Flash, labrador retriever delle Unità Cinofile della Scuola Italiana Cani Salvataggio, la salvezza di due bambine napoletane, di una donna di 50 anni e di un ragazzo di 25, tutti riportati, ieri mattina, a riva dagli splendidi esemplari, a distanza di poche ore. Sono le 11,40 di ieri, nei pressi del lido «La Torre» di Palinuro. Il forte vento ed il mare mosso non sono alleti della macchina dei soccorsi. Ma ci sarà presto bisogno di aiuto. Due bambine napoletane, G.V. di 9 anni, e S.E. di 11, si gettano in acqua in modo imprudente e il vento le trasporta come giunchi a circa 120 metri dalla riva, a bordo del loro materassino gonfiabile. Rambo, Kira e Flash, i tre labrador retriever, appartenenti alla Sezione Tirreno della Scuola Italiana Cani Salvataggio e formati presso il Centro Addestramento Sics di Napoli, sono pronti a intervenire. Le bimbe lottano disperatamente con le correnti, ma il vento le allontana sempre di più. Urlano, chiedono aiuto, e sono presto avvistate tramite binocolo dagli operatori della Scuola Italiana Cani Salvataggio, presente sul posto con le tre unità cinofile operative. Due dei cani da salvataggio le raggiungeranno a nuoto, portandole in salvo . Una scena bellissima, che si ripeterà, sempre ieri, a meno di un’ora di distanza. Sone le 12.30 circa, quando una donna di 50 anni, completamente priva di forze, è abbandonata alla corrente a circa 150 metri dalla riva. Stavolta è l’intero trio di labrador delle unità cinofile a lanciarsi in acqua per raggiungerla e portarla in salvo, in extremis. L’addestramento perfetto dei tre cani, anche in questo caso eviterà la tragedia. Ma non finisce qui. Il primo sabato di luglio sarà faticoso per i labrador retriver dal fiuto eccezionale e dalle «zampe atletiche». Anche un ragazzo di 25 anni, nel primo pomeriggio, avrà bisogno di essere riportato a riva, evitando che le forti correnti e il mare alto lo inghiottino. E siamo a quattro salvataggi, un esordio encomiabile per i tre cani, fiore all’occhiello degli addestratori, che hanno informto tutti delle loro imprese e delle persone salvate agganciandole alle speciali imbragature galleggianti dei cani, che le hanno riportate a riva. Nei giorni scorsi, anche due turiste straniere sul lago di Molveno in Trentino ed un anziano signore sul litorale abruzzese di Pescara, hanno avuto la fortuna di trovare in spiaggia i fedeli amici, che le hanno salvate con grande tempestività.

TG COM
3 LUGLIO 2011
 
Padrone in overdose, due cani mordono i soccorritori
Aggressiva difesa, placata solo dai carabinieri
 
FIRENZE - Un pitbull e un pastore tedesco hanno protetto a morsi un 27enne tossicomane di Firenze, accasciato a terra per l’eccessiva quantità di droga assunta. Alcuni passanti, avvicinandosi per soccorrerlo, sono stati aggrediti dai suoi due cani che volevano così proteggere il loro padrone.Vedendo il 27enne per terra esamine, un’abitante della zona ha pensato bene di chiamare il 118. In attesa dei soccorsi però è stata azzannata sul sedere da uno dei due cani. Stesso trattamento per un sanitario che, arrivato sul posto in ambulanza, ha ricevuto un morso sulla schiena.L’aggressività dei due cani è stata placata solo grazie al’intervento dei carabinieri, che hanno dovuto legare i due animali per permettere ai soccorritori di dare le prime cure al loro proprietario e ai feriti.Portati tutti e tre in ospedale, hanno ricevuto le cure necessarie. La donna se la caverà in tre giorni, l’infermiere in sette, mentre il ragazzo in poche ore si è ripreso ed è stato dimesso.

ANSA
3 LUGLIO 2011
 
Fido in vacanza, i consigli del veterinario
Attenzione ai divieti sulle spiagge
 
ROMA - Perché Fido in vacanza non sia un problema arrivano i consigli dei veterinari sulle autostrade. Gli ambientalisti, invece, invitano a fare attenzione ai 'falsi divieti' di portare i cani in spiaggia. E per chi ama gli animali ci sono poi le 'istruzioni d'usò per i turisti che si imbattono in animali selvatici durante le escursioni all'aria aperta.
Ecco le iniziative e i consigli:
VETERINARI IN AUTOSTRADA - Un presidio veterinario in autostrada per gli animali da viaggio. E' 'Fido Park 2011', l'iniziativa estiva coordinata da AmicoPets, in collaborazione con l'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi). Fino al 4 settembre un medico veterinario sarà presente in tutte le aree di sosta allestite da Autogrill per l'accoglienza degli animali da viaggio. Per due ore, dalle 12,30 alle 14,30, per tutti i fine settimana estivi, Ferragosto compresi, i medici veterinari accoglieranno i proprietari in sosta con consigli utili a garantire il benessere dell'animale in viaggio e a svolgere attività di educazione e prevenzione. Saranno in particolare 15 aree di sosta lungo la rete autostradale nazionale per un totale di 44 medici veterinari. "C'é ancora molta necessità - sottolinea l'Anmvi - di informare sui rischi dell'esposizione al sole e al calore, su come prevenire cinetosi, stress da viaggio e sul rischio del lasciare l'animale in auto anche per pochissimo tempo".
FIDO IN SPIAGGIA, ATTENZIONE AI 'FALSI DIVIETI' - Per i proprietari dei cani in vacanza l'associazione Codici Ambiente invita poi a fare attenzione ai divieti di portare Fido in spiaggia, perché ci sono cartelli illegali. "I cartelli che prevedono tale divieto - sottolinea - devono recare sul retro il numero dell'ordinanza comunale di riferimento e la data di scadenza". Infatti, ricorda l'associazione, affinché i divieti siano regolamentari occorre che i comuni emettano un'ordinanza che preveda il divieto motivato e la sua estensione oraria. "Se vi viene chiesto di allontanarvi dalla spiaggia col vostro cane - spiega Valentina Coppola, responsabile nazionale del Codici Ambiente - assicuratevi che si abbia titolo di farlo, altrimenti ogni eventuale multa è impugnabile davanti al giudice di pace. I proprietari devono ricordare che è doveroso fare in modo che i propri animali non rechino disturbo".
LE REGOLE SE SI AVVISTANO CUCCIOLI DI ANIMALI SELVATICI - Sempre per le vacanze l'Ente nazionale protezione animali (Enpa) dà una serie di suggerimenti per i turisti che hanno la fortuna di avvistare cuccioli di animali selvatici. Innanzitutto mai essere impulsivi e prima di intervenire valutare attentamente la situazione: spesso i cuccioli non sono stati abbandonati, ma la madre può essere solo alla ricerca di cibo. In secondo luogo mai toccare il cucciolo, che viene riconosciuto dai genitori attraverso l'olfatto, e avvertire le autorità competenti. Comportamento diverso in caso di ritrovamento a terra di piccoli pipistrelli che vanno prelevati e messi in una scatolina forata, così come rondini, rondoni, balestrucci ed esemplari totalmente implumi o con gli occhi chiusi. Discorso ancora differente per i giovani volatili che, alla loro prima scoperta del mondo, possono sembrare solitari e spaesati anche se i genitori li osservano. Non intervenire, conclude l'Enpa, o nel caso di pericolo imminente spostare semplicemente il piccolo nell'arco di 15-20 metri, nascondendolo in una siepe.

TRENTINO
3 LUGLIO 2011
 
«Bracconiere» per il suocero
 
TRENTO. In casa aveva decine di trofei di caccia e anche animali imbalsamati, alcuni dei qual protetti. Dopo un controllo della forestale è stato denunciato per furto aggravato ma l’uomo della val dei Mocheni è stato assolto: erano tutti regali che gli aveva fatto nel corso dell’anno il suocero.
 
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Nei guai per i regali del suocero
 
TRENTO. Finisce nei guai a causa di un regalo del suocero. È successo ad un sessantenne della val dei Mocheni che si è trovato imputato in un processo per furto aggravato (ai danni del patrimonio naturalistico dello stato) per una serie di trofei e di animali imbalsamati che sono stati trovati nella sua abitazione dalla forestale. Ma il giudice lo ha assolto.
A suo favore, le foto che sono state mostrate durante il dibattimento dalla difesa che hanno dimostrato come gli animali imbalsamati fossero di proprietà del suocero.
 La vicenda inizia nel gennaio 2008 quando la polizia amministrativa fa un controllo di routine nell’abitazione dell’uomo. Con il porto d’armi e i fucili non ci sono problemi, ma gli agenti notano un numero importante di trofei e di animali imbalsamati. Soprattutto alcuni sono di esemplari che non sono cacciabili. È per questo che chiedono supporto agli agenti del corpo forestale. Durante il sopralluogo di quest’ultimi vengono catalogati una serie di animali che hanno subito un trattamento del tassidermista. In particolare vengono trovati due faine, cinque scoiattoli e due fringuelli, mentre una martora era stata impagliata. Si tratta in tutti questi casi di animali protetti e quindi non cacciabili. Inoltre nella casa sono stati trovati anche trofei imbalsamati e parti di animali di nove camosci, 17 caprioli, un cervo e una volpe. Secondo l’accusa si tratta in tutti i casi di animali che sono stato sottratti illecitamente al patrimonio indisponibile dello stato e questo perché nessuno aveva le certificazioni necessarie. Mancavano infatti le dichiarazioni dei tassidermisti o le forature che vengono praticate, per quanto riguarda i trofei, dalle associazioni di cacciatori.
Il fascicolo finisce quindi in procura e l’uomo viene rinviato a giudizio per furto aggravato. L’avvocato difensore, Claudio Tasin, però, è riuscito a dimostrare che il suo assistito non aveva commesso nessun illecito. Tutti gli animali, infatti, gli erano stato regalati dal suocero con il quale condivideva la passione per la caccia. E per dimostrarlo sono state portate in aula anche una serie di foto. Vere e proprie foto di famiglia dove venivano ritratti gli animali impagliati o imbalsamati assieme alla moglie dell’uomo ancora bambina. Immagini che hanno secondo il giudice hanno dimostrato che non era stato l’uomo a giudizio a cacciarla. E da qui l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Per la difesa c’è soddisfazione, ma sarebbe stata preferibile un’assoluzione perché il fatto non sussiste. Resta infatti il sospetto che a cacciare le specie protette potessero esser stato il suocero, cosa che in ogni caso non potrà essere provata. E soprattutto la legge sugli animali nei decenni scorsi era di versa da quella che c’è attualmente.

ILCENTRO
3 LUGLIO 2011
 
Cinghiali, riparte l’abbattimento
 
Walter Teti
 
BOLOGNANO (PE). Dopo alcuni mesi di stallo, riparte oggi la campagna di controllo della popolazione dei cinghiali, nella zona pedemontana della Maiella Morrone, maggiormente popolata da questi animali. Gli abbattimenti selettivi erano iniziati nel mese di aprile, sulla base di un programma concordato fra Provincia e Ambito territoriale di caccia provinciale, presieduto da Gianni Guardiani.
Per motivi burocratici, gli abbattimenti sono stati sospesi circa due mesi fa, durante i quali si sono registrati notevoli danni alle colture. Le segnalazioni e le proteste arrivate in Provincia da parte dei contivatori sono state all’ordine del giorno.
«Fino a ieri notte», afferma Ercolino Tofani, coltivatore di Musellaro di Bolognano, «sono stato impegnato a spaventare i cinghiali nei miei campi con le cariche dei fuochi pirotecnici». «Non possiamo lavorare per tutto l’anno», prosegue, «per poi non raccogliere niente e alimentare i cinghiali. Il numero di questi animali cresce spaventosamente e se non si interviene in modo razionale si rischia di non poter più realizzare coltivazioni».
Gli animali possono essere abbattuti soltanto al di fuori del territorio del Parco Maiella, perché comunque all’interno dell’area verde vincolata non si può circolare armati. Intanto, il sindaco di Bolognano Silvina Sarra ha autorizzato gli abbattimenti nel suo territorio.
«Per questo motivo», dice l’assessore provinciale alla caccia Mario Lattanzio, «stiamo trattando con il Parco per poter intervenire in qualche modo, magari con la cattura nelle gabbie, per non rendere vano il lavoro di riduzione della popolazione solo in una parte del territorio montano, visto che i cinghiali non hanno limiti territoriali di pascolo».
La massiccia presenza di questi an imali rende pericolosa anche la circolazione stradale. «Abbiamo realizzato una mappa dei luoghi di attraversamento dei cinghiali sulle strade», rivela Lattanzio, «e questi punti ora saranno segnalati agli automobilisti con apposita segnaletica. Il programma degli interventi prevede anche l’incremento della sicurezza per gli automobilisti». «Finalità che potrebbe essere raggiunta», conclude l’assessore provinciale Lattanzio, «con il posizionamento di led luminosi su questo tipo di segnali, in grado di spaventare i cinghiali e farli desistere dall’attraversare la strada».

LA PROVINCIA PAVESE
3 LUGLIO 2011
 
Ecco come si possono avvistare
 
Provincia di Pavia - Non è più molto difficile avvistare caprioli, almeno nell’alta valle Staffora. Il suggerimento che i cacciatori danno è sicuramente quello dell’orario. Perché difficilmente si possono avvistare gli animali in pieno giorno. I caprioli - ma anche cervi e daini - sono animali crepuscolari, che escono allo scoperto alle prime luci dell’alba e al tramonto. Per avvistarli è bene cercare al margine di un bosco, sulla radura. Quando si è avvistato un esemplare, poi, si può stare tranquilli che - tornando nello stesso posto - si potrà vedere nuovamente, perché i caprioli sono animali abitudinari, completamente diversi, ad esempio, dai cinghiali, che invece si spostano sempre. di Carlo E. Gariboldi wVarzi Dal mese di marzo si sono moltiplicati gli incidenti d’auto con animali. Quello più grave &egr ave; stato sulla strada provinciale tra Voghera e Rivanazzano: una potente Audi A6 è rimasta gravemente danneggiata investendo un cervo di più di 150 chili. «E’ la crescita delle popolazioni - aveva sentenziato il veterinario Maurizio Antoniazzi, -. I giovani maschi, per sfuggire alle gerarchie del branco scendono sempre più a valle». Fino al 1995 gli ungulati erano quasi del tutto scomparsi dai boschi dell’Oltrepo. Poi, per varie ragioni, hanno iniziato a moltiplicarsi e, da pochi anni, la Provincia di Pavia ha ammesso la caccia di selezione. Gli appassionati non mancano, nella zona, ma vengono anche da fuori. Uno dei più noti è certamente il calciatore del Milan Zlatan Ibrahimovic, che fa la caccia di selezioni nelle altane di una riserva privata. «Questa caccia è finalizzata a mantenere un rapporto equilibrato tra animali e habitat naturale»,spiegano Caterina Cavenago e Raffaella Geremia, le due tecni che che hanno stilato il piano di prelievo 2011-12 per la Provincia di Pavia. L’obiettivo dichiarato nel piano è mantenere un rapporto di 10 capi ogni cento ettari. Da quindici giorni la lunga e complicata stagione di caccia a capriolo e daino è iniziata. «Quest’anno saranno abbattuti 152 caprioli e 24 daini - dice Domenico Buscone, presidente dell’Ambito territoriale di caccia numero 5 Oltrepo sud - il triplo rispetto allo scorso anno». I cervi, per ora, non rappresentano un problema. Ci sono pochi avvistamenti, soprattutto nella zona di Romagnese, mentre i daini, in particolare nella valle Versa sono numerosi (almeno una cinquantina di capi). «Le aree di espansione del daino sono le stesse del capriolo - spiegano le esperte della Provincia - e creano una competizione sulle risorse disponibili, non sempre sufficienti in questo territorio». La popolazione stimata di caprioli è di almeno 1.196 capi (escludendo però la valle Scuropasso). «Anni fa vedere un capriolo a duecento metri dalle case era un fatto eccezionale - dice Gianluca Percivalle, guardacaccia dell’Atc 5 - oggi non è più così. La distribuzione non è uniforme, ma tra le colline di Bagnaria e Varzi ci sono almeno cinquecento animali». La caccia che oggi si fa è severamente regolata. Per poter essere ammessi all’albo dei cacciatori bisogna seguire diversi corsi, sostenere tre esami e fare diversi appostamenti, oltre a svolgere attività di miglioramento ambientale. «Quest’anno hanno presentato domanda 186 cacciatori - riprende Percivalle -. Sono tutti appassionati che si preparano per cinque sei mesi ad abbattere il capo loro assegnato: mesi di preparazione per un solo colpo. Si capisce che è una caccia particolare. Anche costosa, sia perché l’attrezzatura è particolare, la carabina costa da mille a diecimila euro, ma poi ci so no gli spostamenti, i pasti fuori e, per molti, le notti passate in albergo per svegliarsi all’alba». E chi sbaglia a cacciare, paga. Nel senso che ci sono sanzioni severe, che vanno fino alla sospensione della licenza per un anno.

LA VOCE
3 LUGLIO 2011
 
L'assessore al turismo e' indignato
Capraia, lo squalo terrorizza i bagnanti Si teme per la stagione turistica
 
Fiorella Espejo
 
Capraia (Livorno) - Lo squalo bianco avvisato al largo di Capraia da alcuni biologi del museo fiorentino della Specola ha creato un clima generale di tensione e terrore. I turisti evitano di fare il bagno, i subacquei non entrano in acqua e questo preoccupa l'assessore al turismo, Fabio Mazzei, dato che questa storia tende a compromettere la stagione turistica di Capraia. Lo sta già facendo. Mazzei si ritiene indignato perché è stata data una notizia senza i dovuti riscontri, anche perché il video che riprenderebbe lo squalo in questione, presenterebbe delle incongruenze: "In 25 anni di mare mai avuto incontri con uno squalo bianco, ma soltanto un paio di verdesche. Né ho mai sentito pescatori locali affermare di aver pescato un solo animale di tale specie. I pescatori, al massimo, hanno catturato esemplari di verdesca o squali-manzo. Affermare di aver avvistato uno squalo bianco a largo della nostra isola, senza i dovuti riscontri, è sicuramente, un grosso danno per la nostra già mal messa economia che mi riservo di tutelare in tutte le sedi legali, qualora non venissero date prove certe dell'avvistamento nell'isola".
La notizia non poteva non avere eco sul web e soprattutto su Facebook
dove un abitante del posto ha pubblicato una foto di un suo amico intento a mangiare uno squalo giocattolo. Commento: "Trovato lo squalo di Capraia! Era nel porto ed è stato catturato da un pescatore professionista".

TUTTO GRATIS
3 LUGLIO 2011
 
Amicizia tra animali diversi: l’alce e la marmotta
 
 
Parliamo oggi dellestrane relazioni tra gli animali all’interno di uno zoo americano.I guardiani dello zoo di Pocatello, nell’Idaho, si erano preoccupati, dopo aver notato che Shooter, un alce di quattro anni, faceva qualcosa di strano nel suo abbeveratoio. Il possente animale, temuto anche dal personale stesso del parco durante le pulizie nel recinto, cercava di armeggiare con il suo abbeveratoio con gli zoccoli prima e con la testa dopo, ma per via delle corna, l’animale aveva qualche difficoltà; sembrava che volesse immergere tutta la testa sott’acqua. Un comportamento davvero strano che ha fatto preoccupare i guardiani del parco non appena si sono resi conto che la grande alce aveva tirato fuori dall’abbeveratoio, tenendola con la mascella, una piccola marmotta. Fortunatamente quello che agli occhi dei presenti poteva essere un lauto pasto per il gigante animale, era solo un gesto di solidarietà nei confronti di un amico indifeso e in difficoltà, dopotutto non è la prima volta che gli animali si aiutano tra di loro, ricordate il caso dell’orango e il piccolo anatroccolo?Prima che il roditore, forse anche lui spaventato, potesse darsela a gambe tra i cespugli, l’alce si è accertato che fosse vivo e fuori pericolo, dandogli piccoli colpetti con la sua zampa. La scena è stata immortalata dal personale dello zoo. Nulla di sorprendente a detta degli esperti, secondo i quali un comportamento di questo genere, ossia di aiutare gli animali in difficoltà, sarebbe tipico di animali di questo tipo.

LA ZAMPA.IT

3 LUGLIO 2011

 

Allarme Lipu, il gallo cedrone è a rischio d'estinzione

Minaccia anche per altre specie senza un miglioramento dell'habitat

 

 

Sono il gallo cedrone, il fagiano di monte, l'astore di Sardegna e la balia dal collare
le specie di uccelli attualmente più minacciate dal rischio di estinzione. Secondo i dati di un recente studio effettuato dalla Lipu-BirdLife Italia per il Ministero dell'Ambiente, della tutela del Mare e del Territorio, la diminuzione della qualità ecologica delle foreste italiane reca danni alla biodiversità di questi uccelli. «Se non si migliorerà l'habitat - afferma Lipu in una nota - queste specie rischiano l'estinzione locale».
Il progetto presentato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli si pone l'obiettivo di valutare lo stato di conservazione dell'avifauna italiana e, in particolare, di raccogliere informazioni fornite da esperti per ciascuna delle specie analizzate. Si tratta, soprattutto, di indicare un "Valore di Riferimento Favorevole" sullo stato di conservazione della specie. Quest'ultimo sarà considerato soddisfacente se i dati relativi alla popolazione di una specie mostrano una persistenza a lungo termine e gli habitat utilizzati dalla specie sono considerati sufficienti per la sua sopravvivenza. Secondo i dati della Lipu, il gallo cedrone rischia di estinguersi a causa dei tagli boschivi estesi: è una specie forestale che necessita di vivere in presenza di ampie radure, con cespugli bassi che garantiscano la possibilità di nascondersi dai predatori.
Il bracconaggio e la mortalità causata dall'impatto contro cavi aerei, sono inoltre altri fattori che ne minacciano la sopravvivenza. Sedentario e attualmente classificato "in declino" nell'Ue, il fagiano di monte occupa foreste e brughiere, prati o steppe. Nel rapporto della Lipu al Ministero dell'Ambiente, le alterazioni ambientali, lo sfruttamento dei boschi non compatibile con le esigenze della specie e un'eccessiva pressione venatoria costituiscono le cause principali del calo della popolazione di questa specie.
Per quanto riguarda l'astore di Sardegna, la Lega Italiana Protezione Uccelli inserisce questa rara specie tra quelle considerate "in pericolo": sembra che la perdita e il degrado dell'habitat, a causa soprattutto di incendi, e la scarsità di informazioni impediscano lo sviluppo di programmi di conservazione.
Infine, la balia dal collare è classificata con uno stato di conservazione favorevole. Frequenti le osservazioni di questo esemplare da siti costieri, sia adriatici che tirrenici, fino allo Stretto di Messina. Questa specie di uccelli sembra preferire boschi soleggiati e tronchi di vecchi castagni per nidificare. Tuttavia, rileva la Lipu, l'abbandono dei castagneti a lungo termine e l'eccessivo sfruttamento delle foreste possono costituire elementi fortemente negativi per la balia dal collare. Una gestione più attenta dei boschi d'alto fusto potrebbe però aiutare a favorire la presenza delle specie di uccelli a rischio.
«L'importanza delle foreste per gli uccelli è indiscussa a livello globale: questo habitat - spiega Lipu in una nota - ospita il 70% delle specie. Su quasi 7mila uccelli "forestali", un migliaio risultano essere globalmente minacciati. Se da una parte la superficie forestale italiana aumenta (siamo a 10,6 milioni di ettari, il 34,7% del totale), la struttura dei boschi appare poco diversificata e, quindi, non idonea a ospitare gli uccelli».
Per Claudio Celada, direttore Conservazione Natura Lipu-BirdLife Italia, è fondamentale che «le aree protette e i siti ad alto tasso di biodiversità siano collegate dal punto di vista ecologico tra di loro e non finiscano per essere isole di natura, circondate da cemento e infrastrutture. Per arginare questo fenomeno - continua Celada in una nota - il ruolo della rete 'Natura 2000' è importante, a partire dalla creazione di 'Zone di protezione specialè delle foreste vetuste e delle porzioni ancora prive di disturbo per gli animali», conclude.


IL CENTRO
3 LUGLIO 2011
 
Un granchio raro scoperto nel cuore del Parco della costa
 
Daria De Laurentiis
 
SAN VITO (TE). Una rara specie animale è stata avvistata nel cuore della Costa dei trabocchi. La scoperta è di un veterinario, esperto in conservazione di specie ittiche e acquatiche, che ha documentato la presenza, in un corso d’acqua di San Vito, del granchio di fiume. Il raro crostaceo è un segno evidente della salute delle acque e dell’importanza di tutelare la biodiversità del futuro Parco.
È di dimensione medio-grandi, colore marrone-grigio e chele violacee. Essendo un granchio non può saperlo, ma il “Potamon fluvialis” (è il nome scientifico) scoperto nella Costa dei Trabocchi è destinato a diventare una mascotte e, forse, anche un motivo del contendere tra detrattori e sostenitori del Parco della Costa teatina.
A scovarlo è stato Alessio Arbuatti, giovane veterinario e collaboratore dell’università di Teramo. Per il ricercatore, che si occupa di conservazione delle specie ittiche ed acquatiche in via d’estinzione, la scoperta non può non essere strettamente collegata al futuro del Parco.
«Questa specie», racconta, «è uno dei principali bioindicatori ambientali della qualità dei corsi d’acqua dolce ed è in gravissimo rischio di estinzione in tutta Italia. La sua presenza nella Costa dei trabocchi significa che siamo davanti ad un ambiente incontaminato, da tutelare, e che esistono delle biodiversità importanti nel potenziale parco nazionale».
Il granchio d’acqua dolce scompare nei corsi d’acqua inquinati. Fino a poche decine di anni fa era piuttosto comune, oggi è molto raro. Vive in corsi d’acqua a corrente lenta, privi di inquinamento e ricchi di ossigeno. Rappresenta la biodiversità di una riserva naturale, la stessa alla qual e fanno riferimento sindaci e gruppi contrari al Parco della Costa teatina.
«Abbiamo chiesto uno studio scientifico al Ministero proprio alcune settimane fa», commenta Luigi Comini, assessore all’ambiente di San Vito, che sfilerà oggi alla manifestazione “No Parco”, «dal 1997, data di avvio dell’iter della riserva, non è mai stato fatto uno studio preliminare sulle biodiversità della Costa teatina e sul perchè queste zone dovrebbero essere comprese in un parco nazionale. Questa sarà la volta buona». Chissà che proprio il raro granchio non riesca a fornire l’elemento che manca a far decollare la riserva frentana.

LA ZAMPA.IT
3 LUGLIO 2011
 
Piccioni fisionomisti, si ricordano il volto delle persone
Una ricerca ha dimostrato che i piccioni riconoscono le persone anche se si cambiano i vestiti
 
Parigi - I piccioni non dimenticano un volto. Secondo uno studio presentato a Glasgow, alla conferenza annuale della Society for Experimental Biology, i piccioni che vivono in città e non sono mai stati catturati o addomesticati, sono in grado di riconoscere perfettamente singoli individui. E non si fanno confondere da un cambio d'abito.
Secondo la ricerca condotta dal team di Dalila Bovet dell'University of Paris Ouest Nanterre La Defense (Francia) i volatili si basano sulle caratteristiche facciali per distinguere le persone. Il team ha condotto il suo studio sui piccioni di un parco parigino. Due ricercatrici della stessa età, simili per colore della pelle e costituzione, ma che indossavano camici di colore diverso, hanno nutrito ripetutamente i volatili. Una delle due, durante il pasto, semplicemente li ignorava, mentre la seconda era ostile e li scacciava. L'esperimento è stato ripetuto più volte, e si è visto che i piccioni erano in grado di riconoscere la ricercatrice ostile, continuando a evitarla anche se lei aveva smesso di cacciarli via.
Neanche lo scambio di camici fra le due ha ingannato i piccioni, che hanno continuato a fidarsi solo della ricercatrice "buona". «è molto probabile che i piccioni abbiano riconosciuto le due studiose dal viso, dal momento che per il resto erano molto simili», conclude Bovet.
 

 

            03 LUGLIO 2011
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE


 
 
CORRIERE DELLA SERA
3 LUGLIO 2011
 
RICERCA
Abbronzatura «genetica»
L'idea: attivare la melanina agendo sui geni. Se funzionerà basterà spalmarsi di crema e aspettare  che il colorito cominci a farsi vedere
 
Mario Pappagallo
 
MILANO - Le persone che rischiano più facilmente i tumori della pelle sono quelle con carnagione chiara. Ma ciò non significa che tutti gli altri siano esenti dal pericolo: una certa cautela nell'esporsi al sole dell'estate è necessaria per tutti. «E fra queste cautele c'è un saggio uso delle creme solari», sottolinea Natale Cascinelli, già presidente del Gruppo melanomi dell'Organizzazione mondiale della sanità. «Evitano le scottature - spiega -. Se noi usiamo quelle ad alta protezione aboliamo il segnale dall'allarme rappresentato dalle scottature, quindi può accadere che, non scottandosi, si creda di potere restare sotto il sole per parecchie ore appena si arriva al mare, quando non si è ancora abbronzati. Ma in questo modo ci esponiamo al rischio degli effetti nocivi più gravi a lungo termine dei raggi ultravioletti sulla pelle, fra cui quelli che portano alla formazione dei tumori». Una buona notizia arriva però dagli studi americani sull’abbronzatura “genetica”. Come attivare la melanina agendo sui geni. Se funziona, niente più lettini solari o ore sulla sdraio in riva ala mare: basterà spalmarsi di crema e aspettare che la melanina cominci a farsi vedere. Questa ipotesi, forse non così lontana dalla realtà, è frutto degli studi di un gruppo di ricerca guidato da David Fisher del Massachusetts General Hospital. In un lavoro pubblicato dalla rivista Genes and Development il team del ricercatore statunitense, disattivando un particolare gene chiamato PDE-4D3, è riuscito a scurire la pelle degli animali sottoposti al test senza che fossero stati esposti al sole. La produzione di melanina è, in realtà, il rimedio naturale che il nostro organismo ha per difendersi dai danni provocati dalle radiazioni solari. Uno scudo contro la formazione di tumori della pelle. Si tratta di un processo regolato da numerosi geni tra cui PDE-4D3, che tramite un enzima blocca la produzione della melanina. L'idea di Fisher è stata quella di disattivare il gene per rimuovere il blocco. Lo studio sui topi ha dato risultati sorprendenti. Somministrando alcune molecole chimiche in grado di disattivare il gene PDE-4D3, i ricercatori americani sono riusciti ad ottenere dopo soli cinque giorni un sorprendente aumento della pigmentazione della pelle degli animali rispetto a quelli non trattati. Tutto ciò senza mai averli esposti direttamente alla luce solare o sotto lampade abbronzanti. Ora si dovrebbe passare all’uomo. «L'obiettivo primario è la prevenzione del cancro della pelle, dal momento che tutte le forme più comuni di queste neoplasie sono associate all'esposizione ai raggi ultravioletti» dice Fisher. La crema non c’è ancora, ma è stata aperta una strada che offre concrete prospettive. Tra cui quella di ottenere, in futuro, una tintarella perfetta e preventiva. Proteggendo cioè la pelle invece di metterla a rischio.
 
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