3 LUGLIO  2009

Animalieanimali

3 LUGLIO 2009

 

CUCCIOLI SENZA ACQUA, DENUNCIATO COMMERCIANTE
Intervento in Sicilia dei Carabinieri,

 

 

 

I carabinieri di Ficarazzi, piccolo comune alle porte di Palermo, hanno segnalato ieri all`autorità giudiziaria un commerciante di 37 anni con l'accusa di "maltrattamento e abbandono di animali".
L`uomo, titolare di un noto esercizio commerciale per la vendita di animali sul corso principale del paese, aveva esposto al pubblico, in due gabbie in acciaio collocate sulla strada e sotto il sole cocente, quattro cuccioli di cane di 40 giorni circa insieme a 6 conigli di circa 2 mesi, in evidente stato di abbandono e incuria, privi di acqua da bere e visibilmente prostrati.
Sono stati due militari, impegnati in una pattuglia a piedi, ad accorgersi della situazione, che aveva luogo tra l`indifferenza generale dei passanti. Sul posto è intervenuto il personale del servizio veterinario dell`Ausl di Bagheria che verificava le condizioni degli animali, alcuni dei quali venivano rifocillati e assistiti in caserma per poi essere affidati all`esercente che provvedeva immediatamente a trasferirli in un luogo idoneo.


LA SICILIA

3 LUGLIO 2009

 

Animali maltrattati a ficarazzi   
Cani e conigli sotto il sole Cc denunciano rivenditore

 

Ficarazzi (PA).  Aveva sistemato in appositi contenitori alcuni cuccioli di cane sotto il sole cocente e senza acqua. Due cagnolini facevano fatica a respirare. La scena non è stata persa di vista da un passante che ha avvertito i carabinieri.
Per questo motivo un rivenditore di animali di Ficarazzi è stato denunciato. Il commerciante, che ha 37 anni, è stato segnalato all'autorità giudiziaria per maltrattamento e abbandono di animali. L'uomo esponeva al pubblico, in due gabbie di acciaio, collocate sulla strada, sotto il sole cocente di questi giorni, quattro cuccioli di cane, due di razza pastore tedesco e due setter inglesi e sei conigli. Erano tutti stremati. I carabinieri della compagnia di Bagheria e della locale stazione, dopo avere ricevuto la segnalazione, sono immediatamente intervenuti e, contestualmente, hanno avvertito i servizi veterinari dell'Ausl competente per territorio. I militari dell'Arma hanno provveduto a spostare temporaneamente gli animali dalle gabbie surriscaldate e poi hanno stilato i verbali di denuncia.
Gli animali, dopo l'intervento del servizio veterinario Asl di Bagheria, sono stati trasferiti in un altro posto. Il rivenditore, che per la prima volta viene segnalato per una vicenda del genere, ha annunciato un ricorso. Gli animali potrebbero finire in 'adozione'. 


IL GIORNO
03/07/09

Un giudice: <<Se è senza padroni quel gatto lo adotto io>>

Paola Zerboni

Pochi animali riescono a manifestare il loro umore attraverso le espressioni in modo tanto distinto quanto i gatti>>, diceva Konrad Lorenz, il fondatore dell'etologia. E anche gli occhi spaventati di un gatto, le sue pupille dilatate di paura, possono diventare l'immagine simbolo di una strage. Le foto di quel micio raccolto da una volontaria della Protezione civile fra le macerie della Viareggio distrutta  dall'esplosione, parla da sola. E racconta, a chi sa guardare oltre i pixel di un immagine digitale, la storia di una casa, di una famiglia, di una vita. Non è un paradosso se anche per quel anonimo gatto, scampato all'inferno, ma bruciato dal fuoco, si è già scatenata la gara di solidarietà fra gli amanti degli animali.

Il primo a farsi avanti, offrendo di pagare le spese veterinarie, è un magistrato della Corte dei Conti, ex volontario della Croce Rossa. Si chiama Andrea Russo, abita a Massa, ha 71 anni, ed è il presidente della Sezione giurisdizione e controllo della Magistratura contabile a Genova.
<<Amo glia animali - racconta - e ho sempre accolto in casa mia trovatelli di tutte le specie, cani gatti, uccelli selvatici feriti. Quando capitano sciagure di questa portata, nessuno pensa agli animali. Ovvio che gli umani sono la priorità: Ma non credo di far torto a nessuno se io offro la mia disponibilità ad adottare quel micio, sempre ammesso che sia rimasto senza padrone. E mi auguro che i suoi padroni siano ancora vivi, che lo abbiano riconosciuto e che trovino anche in lui la speranza e la forza di ricominciare da capo >>.

FOTO SIMBOLO DELLA STRAGE DI VIAREGGIO


TISCALI ANIMALI

3 LUGLIO 2009

 

Inghilterra: cani poliziotto lasciati in auto muoiono per il caldo

 

Sanno essere fedeli alla causa fino al sacrificio di sé proprio come i poliziotti a due zampe ma a volte non basta e capita che proprio i loro colleghi umani si scordino di loro. È andata così a due cani poliziotto inglesi che sono stati dimenticati in auto e sono morti a causa del gran caldo.
E' accaduto nel Nottinghamshire, nel centro dell'Inghilterra: mercoledì l'agente che aveva i due cani in consegna, e che era in servizio, li aveva lasciati nella sua auto in un parcheggio, sotto il sole cocente senza riflettere sul fatto che, in questi giorni, in Gran Bretagna si registrano temperature record.
I due pastori tedeschi sono stati trovati senza vita poco dopo, probabilmente per l'eccessiva disidratazione. Il poliziotto non è stato sospeso, ma è adesso a casa per un periodo di aspettativa.
"E' un tragico incidente - ha commentato il vice capo della polizia Peter Davies - diamo molto valore all'importante compito che i nostri cani poliziotto svolgono quotidianamente". Ma la Polizia inglese è ora sotto accusa. 


IL PICCOLO
3 LUGLIO 2009
 
Husky trovato morto avvelenato, si teme un sadico
 
Luigi Murciano
 
GRADISCA (GO) Un husky morto avvelenato. E un pitbull che ha rischiato di fare la stessa fine ma poi se l’è cavata. Entrambi gli episodi si sono verificati nello stesso complesso abitativo, il residence ex Spes alla periferia sud di Gradisca in borgo Basiol. E adesso nella zona i proprietari di cani sono in piena psicosi: chi è il “serial killer” che ha preso di mira i loro animali? Il primo caso di avvelenamento alcuni mesi or sono, sfortunato protagonista un pitbull che al mattino ha accusato forti dolori ed è stato curato con sintomi da intossicamento. Da allora per il timore che il vile gesto possa essere ripetuto i padroni lo tengono segregato in casa, limitandosi a qualche passeggiata per i bisogni o una boccata d’aria. Il secondo episodio, quello più grave, nei giorni scorsi: è costato la vita a un cucciolo di husky di non più di cinque mesi, trovato morto nel giardino di casa. Con sommo sconforto dei proprietari. Anche in questo caso, inequivocabile il responso del veterinario: avvelenamento. Difficile stabilire chi possa essersi macchiato di un simile comportamento. Inevitabile pensare ai rapporti di vicinato, anche se a dirla tutta nel complesso dell’ex Spes sono in molti a possedere dei cani. Sempre un residente della zona, proprietario di un labrador, nei giorni scorsi ha confidato di avere ricevuto una lettera anonima nella quale veniva accusato di non pulire i bisogni del proprio animale. Ma a fare capolino è anche un’altra soluzione, quella di un vero e proprio sadico seriale che nei mesi scorsi già aveva colpito con frequenza fra Monfalcone, Sagrado e un po’ in tutta la Sinistra Isonzo.

LEGGO

3 LUGLIO 2009

 

UOMO MORTO DA 4 GIORNI CANI VEGLIAVANO IL CORPO

 

Licata (AG) - I carabinieri di Licata (Agrigento) indagano sul decesso di un uomo di 44 anni, Filippo Volpe, trovato morto nella sua villetta, in contrada Pisciotto. Secondo il medico legale, la morte risalirebbe a domenica scorsa. A trovare il cadavere sono stati i militari dell'Arma andati a casa di Pisciotto in seguito alla segnalazione di un familiare, che non aveva sue notizie da giorni. Accanto all'uomo c'erano i suoi 5 cani che l'hanno vegliato per giorni.


BRESCIA OGGI

3 LUGLIO 2009

 

È un giallo la morte dei rottweiler

IL DRAMMA DI GAVARDO. Ieri mattina le analisi all'istituto Zooprofilattico sui due cani che hanno azzannato i quattro bambini di Nuvolento. Non avevano la rabbia
Prende corpo l'ipotesi che siano stati avvelenati Posto sotto sequestro il recinto da cui sono fuggiti

 

Franco Mondini

 

Provincia di Brescia - Un giallo e un mistero forse riconducibili ad un'unica mano. Da una parte l'improvvisa morte, nella serata di mercoledì, dei due rottweiler che a Gavardo in mattinata avevano azzannato quattro ragazzini che partecipavano al Grest, in località San Carlo. Dall'altra il perché della fuga dal recinto che li ospitava col rischio che potessero uccidere dei bambini.
Una tragedia sfiorata. Assaliti dai cani inferociti alcuni bambini che facevano merenda. Attimi di vero terrore per la comitiva composta da un centinaio di persone tra ragazzi e animatori guidati da don Rino Maffezzoni, partiti alle 9 dall'oratorio di Santa Maria della Neve.
LE INDAGINI vedono impegnati i carabinieri di Salò e Gavardo che ieri hanno sentito chi accompagnava i ragazzini di Nuvolento, i testimoni e la proprietaria dei cani, una commerciante 35enne che abita a Flero. Li aveva affidati al padre che dispone di un recinto nelle vicinanze dell'agriturismo del fratello della donna, teatro dell'aggressione.
Sempre ieri all'Istituto Zooprofilattico di Brescia sono iniziate le analisi che nel pomeriggio hanno stabilito, come confermato dal dottor Giorgio Varisco, che i cani non erano malati di rabbia. Saranno necessari alcuni giorni per sapere se siano stati avvelenati o l'eventuale altra causa del decesso.
Si ipotizza l'avvelenamento. Forse qualcuno ha cercato di sopprimerli e li ha fatti scappare? È una delle ipotesi investigative prese in esame dai carabinieri coordinati dal pm Francesco Piantoni. Per il momento i carabinieri non procedono sull'ipotesi avvelenamento dato che prima dovranno concludersi le analisi: oltretutto potrebbero procedere contro ignoti o persone identificate solo dopo la querela della proprietaria dei cani.
SIA LA DONNA, sia il padre sono stati denunciati per omessa custodia degli animali e per lesioni personali. Reati contestati in concorso.
La donna, che si è subito detta dispiaciuta per quanto accaduto, ha raccontato che i due cani non le hanno mai procurato problemi, neppure nel negozio dove lavora. Ha detto agli inquirenti di essere assicurata. I quattro bambini saranno risarciti delle ferite.
I carabinieri hanno sentito nuovamente anche il veterinario dell'Asl che mercoledì ha visitato i due cani prima di darli in custodia ai Vigili di Gavardo. Quando la sera la proprietaria si è recata al comando per riportarli a casa, li ha notati molto stanchi. Giunta a Flero si è accorta che erano morti.
Ieri mattina i carabinieri di Gavardo sono tornati al recinto, posto sotto sequestro dalla magistratura, per un'ispezione: da accertare la natura di quella breccia da dove i cani sono fuggiti. L'hanno aperta i due rottweiler o è stata praticata da qualcuno che li ha voluti far scappare? O da qualcuno che li ha avvelenati? Quesiti che attende risposta. 


IL GIORNALE

3 LUGLIO 2009

 

VIA VIGLIANI, RAPINATORE AZZANNATO DA CANE DURANTE FUGA

 

Milano - Due rapinatori di alcolici sono stati arrestati dalla polizia all'uscita dell'Esselunga di via Vigliani. Durante il tentativo di fuga uno dei due e' stato morsicato da un cane randagio che si trovava nei paraggi. E' successo ieri alle 20 circa. I due marocchini di 34 e 35 anni sono usciti dal supermercato senza pagare una bottiglia di vino Sangiovese e una di Gin. Dopo aver aggredito l'addetto alla sorveglianza sono stati bloccati e arrestati dagli agenti. L'arresto del 34enne e' stato facilitato dall'intervento di un cane, che improvvisatosi cane poliziotto ha azzannato il marocchino all'avambraccio mentre provava a scappare. L'uomo e' stato trasportato all'ospedale Fatebenefratelli per essere medicato.  


MESSAGGERO VENETO
3 LUGLIO 2009
 
Allarme cani abbandonati oltre 800 casi in un anno
 
Elisa Michellut
 
Una vera e propria emergenza, un fenomeno che tutti gli anni, con l'arrivo delle vacanze estive, si ripresenta in tutta la sua gravità. Ogni anno, in Italia, vengono abbandonati circa 135 mila animali, dei quali l'80%, muore in incidenti stradali, per malattia o di stenti. In Friuli Venezia Giulia, secondo i dati forniti dal Ministero della salute, sono circa 1650 i cani ospitati all'interno dei canili. L'Azienda sanitaria numero 4 Medio Friuli, che gestisce il canile comunale di Udine e che fa capo a sessantadue comuni della provincia, rende noto che, nel 2008, sono entrati nella struttura 801 cani trovati vaganti sul territorio, dei quali 419, tutti dotati di microchip, sono stati restituiti al legittimo proprietario. Per quanto riguarda, invece, i 362 animali, cui non era stato applicato il dispositivo, soltanto il 22% ha fatto rientro a casa mentre 292 cani sono stati assegnati ad alcune strutture convenzionate. «Tutti gli anni, in provincia di Udine - spiega Stefano Brisinello, medico veterinario e responsabile del canile dell'Ass 4 Medio Friuli - i picchi si registrano nel mese di gennaio, quando molti cani scappano di casa impauriti dai botti di fine anno, e in agosto, quando molta gente, purtroppo, decide di sbarazzarsi del proprio animale prima di partire per le ferie». Secondo il veterinario, negli ultimi anni, la media dei quattro zampe, che sono stati accolti nel canile municipale udinese, è stata di circa 800 esemplari all'anno. Intanto, proprio per contrastare il fenomeno dell'abbandono di animali, le Forze dell'Ordine, rendono noto che anche quest'estate opereranno costantemente sul territorio. «Chiunque trovi un animale abbandonato - spiega il tenente Fabio Pasquariello, Comandante del Nucleo Investigativo provinciale dell'Arma dei Carabinieri - può contattare qualsiasi numero di pronto intervento, che a sua volta contatterà il cinovigile di turno, una figura che dipende dall'Azienda Sanitaria e che ha il compito di portare l'animale in una struttura idonea ad accoglierlo. L'abbandono di animali è un reato a tutti gli effetti - ricorda il comandante - e dunque, qualora un cittadino sia testimone di un episodio di abbandono, ha il dovere di denunciarlo alle Forze dell'Ordine, fornendo, ove possibile, il numero di targa dell'automobile». Non va dimenticato, che abbandonare un animale è considerato un reato punito dalla legge 189 del 2004 con l'arresto fino ad un anno o ammenda da 1000 a 10.000 euro. «Un animale abbandonato può creare incidenti e rappresentare un pericolo anche per gli automobilisti - riferisce la Polstrada di Udine -. Presteremo la massima attenzione alle segnalazioni e, a tale proposito, invitiamo i cittadini a collaborare e a fornirci il maggior numero di informazioni a riguardo».

LA NUOVA VENEZIA
3 LUGLIO 2009
 
Cieca umiliata: scuse del Comune
 
Giacomo Piran
 
MIRA (VE). «Credo che non farò denuncia per l’umiliazione di cui sono stata vittima. Però voglio che questa cosa resti di esempio per tutte le persone in tutta Italia». Queste sono le parole di Graziella Zuccarato, professoressa in pensione e presidente provinciale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, che martedì è stata respinta dalla gelateria «Il Girasole» di Mira perché era entrata con il suo cane guida «Giove», un bel labrador senza cui non può muoversi. «Grazie al vostro giornale - spiega Graziella - il mio caso ha avuto rilevanza nazionale. Vorrei che queste vicende non dovessero accadere più. La legge che consente ai cani guida di entrare nei locali pubblici è del 1974 e dal 2006 prevede una sanzione pecuniaria. Invece di denunciare la titolare della gelateria sarebbe bello se lei facesse una donazione al centro per cani guida del Trineveneto». La donna ha ricevuto le scuse della titolare e una lettera aperta del sindaco di Mira, Michele Carpinetti, con le scuse a nome del comune di Mira e con l’invito durante il prossimo Consiglio comunale. «E’ un fatto di grave insensibilità - spiega il sindaco - ma voglio pensare, anzi sono certo, che non rappresenti Mira, i suoi cittadini e i suoi commercianti. Conosco bene la signora Graziella per la sua lunga attività di insegnante nella scuola media di Mira. L’ho invitata a partecipare al Consiglio comunale del 9 luglio. Mi piacerebbe che in quella occasione trovasse modo di scusarsi anche chi è stata la causa di questo grave gesto».

IL GAZZETTINO

3 LUGLIO 2009

 

La rivincita della non vedente respinta in gelateria
Scuse pubbliche e via libera ai cani-guida nel locale

 

Luisa Giantin

 

Mira (VE) - Non penso si tratti di intolleranza ma di ignoranza, che in certe occasioni è anche peggio». Graziella Zuccarato parla con voce calma e sicura di chi, purtroppo, a certi episodi c’è quasi abituato. L’altro ieri la donna, non vedente, che ha insegnato nelle scuole medie di Mira per 28 anni, si è sentita intimare di uscire dalla gelateria, Il Girasole di Mira, perché era accompagnata dal suo cane guida nonostante l’animale avesse tutte le carte in regola, dai simboli previsti dalla legge ai finimenti speciali, per entrare. La giovane cameriera non ha voluto sentire ragioni, neppure dopo che gli stessi clienti, presenti nella gelateria, avevano cercato di convincerla a far entrare il cane. Ieri dopo le scuse formali non solo della titolare della gelateria ma anche dalle due commesse presenti all’increscioso episodio, la signora Zuccarato ha chiesto e ottenuto che nella gelateria in questione venisse affisso il contrassegno che autorizza l’ingresso ai cani e che la titolare, oltre alle scuse inviasse una donazione alla scuola per cani guida di Padova dove Giove, lo spendido labrador messo alla porta, è stato addestrato. Giove, infatti presta la "vista" e tutti i suoi arguti sensi all’ex insegnante di Mira e può entrare a pieno titolo in tutti gli esercizi pubblici, come previsto dalla lege. Tant’è che Graziella che è anche presidente provinciale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti non si è fatta intimorire dai modi spicci della gelataia e ha preteso di essere servita lo stesso. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Michele Carpinetti e l’assessore alle Politiche sociali Margherita Gasparini e nel prossimo consiglio comunale del 9 luglio Gabrielle Zuccarato è stata ufficialmente invitata per le scuse formali da parte del primo cittadino e dall’amministrazione a nome della comunità mirese. «Si è trattato di un fatto di grave insensibilità, ma voglio pensare, anzi sono certo, che non rappresenti assolutamente Mira, i suoi cittadini e i suoi commercianti – ha commentato il sindaco Carpinetti - Conosco bene la signora Graziella per la sua lunga attività di insegnante nella scuola media di Mira, essendone stato anche allievo. Anche per questo, per riconoscere il suo prezioso lavoro di educatrice, oltre che per presentarle le scuse formali, l’ho invitata a partecipare al prossimo Consiglio comunale. Non voglio fare un processo alla giovane - ha spiegato il sindaco - che penso si sia resa conto con sofferenza della sua grave mancanza, ma mi piacerebbe che in quella occasione trovasse modo di scusarsi»


LA NUOVA SARDEGNA

3 LUGLIO 2009

 

Pecore ristrette

Per colpa del caldo le pecore selvatiche di Soay, che vivono a Hirta, isola dell'arcipelago scozzese di St Kilda, si sono ridotte di taglia: -5% in 24 anni. Lo studio pubblicato sulla rivista Science

 

Non bastava il rischio climatico, a colpi di uragani e alluvioni, né il fatto che le temperature in ascesa mettono in grave pericolo estinzione numerose specie animali; il riscaldamento globale, sempre più avvertito anche nei paesi del Nord prima caratterizzati da inverni rigidissimi, ha i suoi effetti diretti sugli animali, infatti modifica le loro dimensioni corporee. È quanto emerso in uno studio pubblicato sulla rivista Science sulle pecore selvatiche di Soay vivono a Hirta, isola dell'arcipelago Scozzese di St Kilda. Per colpa del caldo le pecore scozzesi di Soay si sono ridotte di taglia negli ultimi anni, spiega Tim Coulson del Imperial College di Londra: precisamente le dimensioni medie del loro corpo sono diminuite del 5% negli ultimi 24 anni.Si tratta di un'evidenza scientifica importante perché per la prima volta si vede come il riscaldamento globale sia così pervasivo addirittura da sovvertire le regole dell'evoluzione biologica, in base alle quali a questi animali è sempre convenuto essere di taglia grossa. In inverno in regioni dal clima proibitivo gli animali tendono ad aumentare di taglia perché questo gli dà un vantaggio evolutivo aiutandoli a superare la rigidità climatica. Eppure le pecore scozzesi, in barba alle regiole dell'evoluzione, hanno cominciato a diminuire di dimensioni. Adesso gli studiosi inglesi hanno sciolto il paradosso delle 'pecore ristrette'. Gli esperti hanno confrontato le dimensioni delle pecre negli ultimi 24 anni e, per alcuni esemplari anche il peso dell'agnellino dalla nascita al primo anno di vita, con i cambiamenti climatici e le temperature stagionali della loro isola.È emerso che quando le temperature invernali decrescono, in risposta ai cambiamenti climatici, il corpo delle pecore si riduce. Inoltre gli agnellini alla nascita hanno peso inferiore della media e non mettono su peso molto rapidamente nel primo anno di vita. "In passato solo le pecore grandi e sane e gli agnellini sani venivano portati al macello - spiega Coulson - ma adesso al seguito del cambiamento climatico globale erba e cibo sono disponibili per le pecore per quasi tutti i mesi dell'anno, le condizioni di sopravvivenza non sono più così impegnative e anche gli agnellini più deboli possono restare al sicuro, anche se il loro peso non è aumentato molto nei primi mesi di vita; anche gli agnelli più gracili e che crescono meno e meno in fretta possono farcela e questo significa che gli animali di dimensioni più piccole stanno diventando via via più prevalenti nella popolazione".Il cambiamento climatico contrasta quindi con forze evolutive importanti quali la selezione naturale.(Ansa)


ASCA

3 LUGLIO 2009

 

CACCIA: LEGAMBIENTE, DDL ORSI DANNO GRAVISSIMO PER LA NATURA

 

Roma - ''Sostenere la validita' del ddl Orsi, contro cui si e' ampiamente scagliata tutta l'opinione pubblica, vuol dire consentire una lunga lista di orrori. Il governo dica subito agli italiani se dovranno ricordare l'estate 2009 per la legalizzazione della peggior strage di animali selvatici che si ricordi''. Antonino Morabito, responsabile nazionale fauna di Legambiente, commenta cosi' le dichiarazioni del ministro Zaia che, ieri, nel corso dell'audizione in XIII Commissione Ambiente del Senato ha auspicato un rapido iter per l'approvazione del disegno di legge Orsi, quale base di partenza per la revisione della legge sulla caccia.''Il ministro ha per altro definito la 157/92 'una buona legge' - aggiunge Morabito -. Perche' scadere allora nella caccia selvaggia? Autorizzare la caccia nel mese di agosto tra ignari turisti o armare ragazzi di sedici anni? O ancora autorizzare i cacciatori a legare le civette vive per attrarre altri piccoli uccelli a cui sparare? Sarebbe un danno gravissimo per la natura, la sicurezza dei cittadini e il settore del turismo''.


IL GAZZETTINO

3 LUGLIO 2009

 

Cinghiale amico per risparmiare sulla raccolta differenziata

 

Gabriele Zanchin

Provincia di Treviso - Cinghiali per amici. Succede anche questo nella Pedemontana dove da qualche anno è scoppiata l’emergenza per questo tipo di animali. Una famiglia di Asolo ha “adottato” alcuni esemplari, tanto da farseli quasi amici e di... risparmiare anche sui rifiuti. Una storia fuori dal comune quella che propone la famiglia di Franco Forner che abita in mezzo ad un bosco dalle parti della Rocca. Da qualche mese i Forner hanno avuto incontri ravvicinati con due cinghiali:” Non abbiamo recinzioni, e si sono avvicinati-spiega Franco Forner-l’unica arma che abbiamo in casa io e mio figlio sono due fionde, sicuramente non adatte per la caccia. Allora abbiamo deciso di farceli amici. Come? Dando loro da mangiare, pezzi di pane e altro”. E così, con il passare del tempo è diventata quasi un’abitudine per gli animali selvatici soprattutto al calar del sole andare a cercare cibo a colpo sicuro. “Abbiamo visto che sono anche convenienti -spiega Franco- perché a volto porto anche rifiuti umidi e li mangiano, così risparmio sulla raccolta differenziata”. Fino a qualche tempo fa c’era un solo cinghiale che andava a trovare la famiglia, ora le cose sono cambiate. "In effetti prima veniva un esemplare adulto, ma da qualche tempo non lo vedo più. In compenso ne sono arrvati altri due piccoli ed abbiamo instaurato un rapporto amichevole con loro”. ”Io -conclude Forner- ho un piccolo orto e l’ho recintato. Per il resto non mi sembra che danneggino. Noi diamo da mangiare e loro lasciano stare tutto il resto; certo, magari fanno qualche buco sul terreno ma non è un gran problema”.


MARKET PRESS

3 LUGLIO 2009

 

FVG: RACCOMANDAZIONI FORESTALE PER INCONTRI CON CUCCIOLI

 

In queste ultime settimane diversi cittadini si sono presentati agli uffici del Corpo forestale regionale portando con sé, in contenitori di varie misure o peggio ancora in braccio, esemplari di cuccioli di capriolo o di altri animali selvatici, raccolti passeggiando nelle zone boschive o nei parchi naturali. Poiché questi piccoli appaiono non ancora svezzati, apparentemente abbandonati e in difficoltà, molte persone, animate da buone intenzioni, si sono avvicinate agli animali, li hanno raccolti e nutriti. Tale comportamento però, seppur in perfetta buona fede, è del tutto scorretto e nocivo: è abitudine della madre infatti, per provvedere al proprio sostentamento, lasciare momentaneamente il cucciolo in luogo appartato in quanto non è in grado di seguirla ed eventualmente sfuggire eventuali aggressori. Il personale del Corpo forestale regionale, in caso di fortuiti incontri con piccoli esemplari di fauna selvatica, raccomanda innanzitutto di non avvicinarsi al cucciolo, anzi di allontanarsi lentamente, assolutamente senza toccarlo, anche se rimane a terra e sembra privo di sensi: la madre infatti non riconosce il proprio figlio qualora porti traccia di odore umano e lo lascia morire di fame. Solamente in caso di evidente ferita, l´animale va sorvegliato a debita distanza e va chiesto l´intervento della Forestale o della Vigilanza Ittico-venatoria provinciale; se poi è necessario intervenire per motivi di emergenza, è il caso di limitarsi alle manovre strettamente necessarie e, possibilmente, coprire il muso dell´animale con un panno scuro affinché resti più calmo. In ogni caso la Forestale raccomanda di non tentare di nutrirlo con somministrazione di latte vaccino che, anche se diluito, è letale e condannerebbe il piccolo a morte lenta e dolorosa; i Centri di recupero della fauna dispongono del latte idoneo. In caso di necessità, qualora non si sia in grado di contattare la più vicina Stazione forestale o la Polizia provinciale, rivolgersi alla Sala operativa della Protezione civile regionale (numero verde 800 500 300), che provvederà a contattare il personale idoneo.


LA ZAMPA.IT

3 LUGLIO 2009

 

Giappone: Tashiro Island, è l'isola gatti

 

Tashiro Island è un'isola giapponese soprannominata «l'isola dei gatti». Qui i gatti sono dappertutto e per le strade non si vede nemmeno l'ombra di un cane. I gatti di tutti i colori e dimensioni vivono pacificamente al fianco dei pescatori e quest'isola - si dice - è stata anche una delle mete preferite di Ishinomori Shotarou, un famoso illustratore manga.

VIDEO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=18908&tipo=VIDEO


IL SECOLO XIX

3 LUGLIO 2009

 

Ladri di polli e non solo: dagli orti sparisce anche la verdura

Insolite ruberie in val di vara

 

MATTEO MARCELLO

 

Provincia di La Spezia - Ladri di galline, conigli e verdura in azione nella bassa Val di Vara, dove da diversi giorni si segnalano alcuni furti di animali, ma non solo.
Ad essere presi di mira infatti non sono solo pollai e conigliere, ma anche le coltivazioni dei contadini della zona, i cui terreni sembrano essere rientrati tra gli appetiti dei soliti ignoti, che non esitano a rubarne i raccolti.
L'ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato la scorsa notte: in una piccola cascina nella zona fluviale di Piana Battolla sono state rubate due galline e altrettanti conigli, con i ladri che, approfittando dell'assenza del padrone, hanno scavalcato le recinzioni e sono entrati nel pollaio, portando via gli animali. Furti d'altri tempi ma che si stanno riproponendo con più frequenza nell'ultimo periodo. La scorsa settimana la visita poco gradita dei ladri era toccata ad un paio di terreni agricoli e pollai nei pressi di Pian di Madrignano e lungo la Valdurasca, e a Pian di Follo nella zona agricola situata a ridosso del fiume Vara.
Anche in quest'ultima circostanza, tre polli e un coniglio sono stati fatti sparire dal serraglio di un contadino follese, con i ladri che oltre agli animali non si sono fatti mancare proprio nulla, rubando le uova appena deposte dalle galline e soprattutto le verdure, con il piccolo terreno adiacente al pollaio e coltivato a pomodori, insalata e zucchine letteralmente depredato dai briganti. Situazioni d'insofferenza dunque, in un territorio che mai, tranne in qualche caso sporadico, era stato oggetto di così frequenti incursioni dei ladri di animali, dei quali finora nessuno sembra essere riuscito ad individuarne l'identità.
«Se sono arrivati a rubare un paio di galline e la verdura - afferma ironicamente Corrado, contadino sessantenne di Pian di Madrignano - credo che questi ladri non se la passino molto bene».


NAPOLI.COM

3 LUGLIO 2009

 

Anche fido diventa velista

Charter e lezioni di vela con il migliore amico dell'uomo

 

E’ Iniziata  una nuova stagione per i migliori amici dell’uomo, i cuccioli a quattro zampe potranno salire nuovamente a bordo delle barche a vela.
Dall’esperienza di Silverio Scotti, classe ‘77, nasce un nuovo modo di andare in vacanza con i propri amici cani. Dopo anni di navigazione per l’Italia anche in solitaria con il fidato Strallo, il cane italiano record per miglia navigate nel 2007, Silverio Scotti ha deciso di far scoprire il mondo della vela a tutti i cani appassionati di mare.
Le uscite fanno base a Ponza, Circeo, e dal Porto turistico di Roma per uscite quotidiane, per il fine settimana o per l'intera settimana; su richiesta si salpa anche in Sicilia, Toscana e Sardegna.
Educazione e rispetto dell'ambiente, i valori portanti durante le uscite, i Clienti sono invitati a portare i sacchettini per il cane e a ridurre l'uso di plastiche.
A bordo i migliori amici dell’uomo riceveranno subito una ciotola d’acqua, ed un pesce  sfilettato. I tragitti non saranno mai lunghi per permettere al cucciolo di avere dei break. I cani saranno sempre accompagnati dal tender a terra ogni volta che ne sentiranno il bisogno.Con l’occasione mini-lezioni di vela per i padroni. E a terra, degustazioni dei prodotti tipici locali, sempre bordo mare e accompagnati dal proprio miglior amico.
Per ulteriori informazioni prenotazioni e materiale fotografico in alta risoluzione:Silverio Scotti  339 36 30232 oppure 338 7408884
[email protected]  [email protected]


ANMVI OGGI

3 LUGLIO 2009

 

TERAPIA DEL DOLORE, LINEE GUIDA PER I VETERINARI

 

Il Sottosegretario Francesca Martini ha chiarito oggi dalle colonne di Libero che l'Ordinanza sulla prescrizione semplificata dei farmaci contro il dolore severo si applica anche al campo veterinario. "Il Ministero del Welfare - scrive il Sottosegretario- ha di recente provveduto on una apposita ordinanza a rendere meno burocratica la prescrizione dei farmaci necessari contro il dolore severo e ha previsto, con ulteriori provvedimenti, finanziamenti per l'organizzazione territoriale". "Tali nuove regole- aggiunge- adottate in campo umano, si possono parimenti applicare al contesto animale per quanto riguarda il trattamento del dolore severo".Il chiarimento era stato sollecitato dall'Anmvi al Ministero della Salute, con la raccomandazione di tenere in considerazione i medici veterinari che non usano la ricetta Ssn, specie dopo alcune dichiarazioni di stampa sull'ipotesi di far utilizzare la ricetta Ssn per la prescrizione di questi medicinali "agevolati".Il Sottosegretario Martini aggiunge: "Reputo indispensabile intervenire sull'educazione continua e sulla formazione dei medici veterinari al fine di diffondere la cultura della terapia del dolore e acquisire conoscenze specifiche che permettano di applicare i protocolli adeguati e di comunicare ai proprietari la eventuale necessità di tali terapie. Ritengo poi fondamentale emanare urgentemente linee guida nazionali che divengano punto di riferimento per tutta la professione medico veterinaria". "Nei piccoli animali ad esempio- prosegue Francesca Martini- nel caso di dover porre fine alla sofferenza dell'animale mediante l'eutanasia, è corretta prassi far precedere la somministrazione del farmaco eutanasico da una anestesia profonda. Secondo diverse segnalazioni ricevute sembra invece che nel campo degli equidi tale protocollo non venga sempre applicato. E' indispensabile- conclude- intervenire affinchè si adottino protocolli operativi che garantiscano la tutela del benessere animale e rispettino la dignità dei cavalli ed evitino loro inutili sofferenze".


LIBERO

3 LUGLIO 2009

 

Italia fanalino di coda nella lotta al dolore

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Cari lettori, ve lo avevamo promesso e puntualmente iniziamo il nostro viaggio per riuscire (badate bene, non per tentare) a cambiare le cose stando dalla parte del benessere dei cavalli. In tanti, a parole, cavalcano questa parte ma nella pratica la calpestano. Noi vogliamo combattere l'ignoranza e la malafede che circonda questo mondo. Partendo dalla cura e dalla terapia del dolore, di cui solo qualche ipocrita moralista può contestare la validità, approfondiremo aspetti come quello lo sport senza doping. Compagni di battaglia saranno: la "guerriera" Francesca Martini, Sottosegretario alla Salute, il Direttore Vittorio Feltri, Oscar Grazioli, maestro della penna dedicata agli animali, Vittorio Garrone ed Andrea Paul Gross della Fise, Stefano Variasi di Unirelab, Maurizio Rosellini di Fieracavalli, esponenti del mondo dei veterinarie dell'industria farmaceutica. Obiettivo: creare una task force per cambiare la decadente attuale realtà. (Antonio Terraneo).Il dolore fisico è sempre stato un terribile compagno della vita umana. Per questo l'uomo, nei secoli, ha tentato di trovare un rimedio. Da Galeno a Paracelso l'oppio veniva consigliato come una panacea, creando peraltro numerosi tossicodipendenti celebri. D'altronde, calcolando che lavica media allora viaggiava attorno ai 25, il problema era irrilevante.Nel 1806, il chimico tedesco Serturner scopre quella che GayLussac chiamerà morfina e questo derivato dell'oppio, associato alla scoperta dell'ago ipodermico, cambierà la storia anche se, come tutte le eccellenti scoperte scientifiche, fiche, avrà come rovescio della medaglia l'uso improprio che porterà al problema della droga. Colpa dell'uomo, non certo della morfina.A noi però interessa l'utilizzo degli oppioidi e degli altri farmaci contro il dolore nei nostri animali che, non solo soffrono quanto e spesso più di noi, ma sono incapaci di avere coscienza del dolore e della sua possibile transitorietà. Perché se l'uomo si rende conto che il tal dolore è finalizzato alla guarigione, è momentaneo o comunque attenuabile, l'animale non può razionalizzare. Il dolore invade il loro organismo, incapace di capirne la causa, tanto che può essere interpretato come una punizione del proprietario; questo induce stress e depressione che ostacolano la guarigione.Vi sono poi specie animali o addirittura razze con soglie dolorifiche completamente diverse. Il cavallo è una delle specie domestiche tollera peggio il dolore. Ho avuto la fortuna, durante gli studi universitaria Parma, di avere come docente il Prof. Pezzoli e, considerato che era un valente chirurgo, di vedere numerosi cavalli di varie attitudini. I nevrili soggetti da corsa, rispetto a un pacifico cavallo da passeggio, hanno una soglia dolorifica molto più bassa, esattamente come accade che un cane Yorkshire guaisca come un disperato per una ferita da nulla, mentre un Pointer non "dice" nulla pur con un osso fratturato. Il dolore dunque va combattuto non solo per motivi etici, ma perché uomini e animali malati guariscono prima e meglio. Purtroppo l'uso dei farmaci antidolorifici, specie della morfina e suoi derivati, è tenuto in scarsa considerazione in campo umano. Siamo i penultimi utilizzatori di oppioidi a scopo terapeutico in Europa. Non abbiamo dati in campo veterinario, dove forse la situazione è paradossalmente migliore, perché gli stessi proprietari esigono che l'animale non soffra (talvolta preferiscono la morte) e perché il veterinario è forse più sensibile a questo aspetto di fronte a chi non può parlare. Nonostante questo c'è ancora molto da fare, soprattutto per quel che riguarda le troppo rigorose normative che riguardano l'uso degli antidolorifici in specie come il cavallo, dove ancora non v'è distinzione tra animale da compagnia o sportivo e animale da consumo alimentare. Sappiamo che il vice ministro Fazio e il sottosegretario Martini sono molto sensibili a queste problematiche e in loro confidiamo perché una legislazione meno burocratizzata e opprimente renda più agevole l'ottemperanza al dogma che lenire il dolore è un dovere imprescindibile del medico.


LA ZAMPA.IT

3 LUGLIO 2009

 

Ecco Cristiano Ronaldo, coccodrillo albino

 

E' nato da poco ma è già la celebrità del Sioux City Park nell'isola di Gran Canaria (Spagna). I bambini che visitano il parco naturale lo hanno soprannominato «Cristiano Ronaldo» come il famoso giocatore portoghese appena ingaggiato dal Real Madrid. Perché? Entrambi sono «bianchi» e rappresentano «la novità della stagione».

 

FOTO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=18928&tipo=FOTOGALLERY


IL GAZZETTINO
3 LUGLIO 2009
 
Cavallo morì senza cure, padre e figlio dal giudice
A portare in Tribunale i vittoriesi Nicolò e Sandro Varaschin è stato l’Enpa: avrebbero causato il decesso di un "arabo"
 
Tarzo (TV) - L’ente nazionale protezione animali chiede i danni a padre e figlio accusati di avere procurato la morte di un cavallo arabo. Si è aperto ieri in Tribunale a Conegliano, con l’udienza filtro davanti al giudice Angelo Mascolo, il procedimento a carico dei vittoriesi Nicolò e Sandro Varaschin, rispettivamente di 57 e 31 anni. I due sono accusati di avere portato alla morte, in concorso tra loro, un cavallo arabo di loro proprietà e del quale avevano il possesso in una località di Tarzo. A portare al decesso l’animale, che morì il 6 agosto 2007, sarebbero state secondo l’accusa formulata dalla Procura alcune omissioni da parte dei due Varaschin, che non avrebbero curato a dovere il cavallo, che presentava un taglio allo stinco e presentava, secondo gli accertamenti eseguiti, un’artrosi avanzata che gli avrebbe impedito non solo di muoversi sulle quattro zampe ma anche di alimentarsi e abbeverarsi. La salute dell’animale si sarebbe in pratica fatta via via più precaria fino al decesso.Il giorno dopo la scomparsa dell’animale il sindaco del paese firmò un’ordinanza che prescriveva a Sandro Varaschin di mettere in atto una serie di misure a tutela della salute degli altri equini che deteneva. Per il solo 31enne si è così giunti al rinvio a giudizio per non osservanza di provvedimento della pubblica autorità. Ieri, nel corso dell’udienza filtro, udito il pubblico ministero Giovanni Valmassoi il giudice ha rinviato il procedimento all’udienza del 12 ottobre, quando sarà con ogni probabilità celebrato il dibattimento, nel quale entrerà anche l’Enpa, l’ente per la protezione degli animali, che ieri si è costituita parte civile e perciò sarà rappresentata in aula da un suo legale durante la sfilata dei testimoni.
EMILIA NET
3 LUGLIO 2009
 
Mini rodeo in discarica
Rodeo in discarica, questa mattina, per catturare alcune pecore lasciate in zona a pascolare.
 
MODENA - Mini rodeo, durato quattro ore, questa mattina, quando la polizia municipale, assieme ai veterinari dell’Asl, gli operatori dell’Ufficio animali del Comune, e alcuni paratori, hanno cercato di catturare una sessantina tra pecore e agnelli che pascolavano nella discarica di via Caruso, a Modena. Alle fine 20 sono state prese e affidate ai servizi competenti. Il pastore, un 50enne di Pavullo, era già stato diffidato dal far pascolare gli animali in una zona decisamente poco adatta e persino privata. Ma l’uomo ha continuato lo stesso. Ora tutte le pecore dovranno essere sequestrate.

IL GAZZETTINO

3 LUGLIO 2009

 

Maltratta il proprio cane, clochard del posto finisce nei guai

 

Chioggia (VE) - Un cinquantenne chioggiotto senza fissa dimora e nullafacente è stato denunciato ieri sera dalla polizia di Chioggia per maltrattamento di animali. L’uomo infatti si trovava all’interno di un peschereccio ormeggiato in riva canal Lombardo, in compagnia del suo cane di razza cocker. Non avendo un posto dove dormire all’uomo e al suo quattro zampe era permesso dormire di tanto in tanto nell’imbarcazione di un amico. Forse in preda ai fumi dell’alcol, il cinquantenne ha improvvisamente cominciato a prendere a calci e pugni il proprio cocker, colpevole di chissà cosa. La scena è stata fortunatamente vista da una pattuglia della polizia di Chioggia che è subito intervenuta per separare l’uomo dall’animale. Portato in commissariato è stato nutrito dagli agenti che hanno poi provveduto a chiamare un veterinario. Dopo essere stato visitato l’animale è stato affidato alle cure e all’affetto dei volontari dell’associazione protezione animali di Chioggia. L’uomo invece è stato denunciato. Il cocker ora sta bene e, per dimenticare questa brutta esperienza, cerca una famiglia da cui essere adottato.


TARGATO CN

3 LUGLIO 2009

 

Fossano: si ribalta camion con vitelli, recuperati gli animali

 

Richy Garino

 

Provincia di Cuneo - Nella notte un camion adibito al trasporto di vitelli si è ribaltato sulla strada che da Fossano conduce a Levaldigi. Il conducente del mezzo è rimasto illeso. Alcuni animali sono morti, altri invece dalla paura sono scappati nei campi. I Vigili del Fuoco sono intervenuti per il recupero delle bestie che hanno vagato, pur senza generare pericoli, nei prati vicini al luogo dell'incidente.


TUSCIA WEB
3 LUGLIO 2009
 
Strage di pecore sull'aurelia
 
Strage di pecore sull'Aurelia nelle vicinanze del bivio per Pescia Romana. Ieri sera, mentre il gregge stava camminando lungo la strada è stato centrato in pieno da una station wagon che viaggiava in direzione Grosseto. Gli animali investiti sono finiti sotto l'auto, rimanendo incastrati. Una carneficina. Sarebbero una cinquantina le pecore morte. Sul posto, polizia stradale e carabinieri di Montalto di Castro. L'arteria è stata bloccata a più riprese per consentire i rilievi. Si cerca di capire, infatti, come mai il gregge si trovasse li in piena notte.

CORRIERE DELLE ALPI
3 LUGLIO 2009
 
Più soldi dal Comune per il Palio
 
FELTRE (BL). Un aumento sostanzioso del contributo che il Comune versa all’ente Palio. Le difficoltà a fare quadrare il bilancio della manifestazione, costretto a fare i conti con gli sponsor (soprattutto i piccoli) che hanno ridotto i loro contributi ha spinto i vertici della manifestazione ad appellarsi all’amministrazione comunale e il sindaco Gianvittore Vaccari ha raccolto la richiesta. Il primo cittadino ha assicurato «il massimo sostegno possibile al Palio che rappresenta un’occasione importante per comunicare a livello nazionale gli elementi fondanti di un’identità che appartiene a tutti i feltrini».  L’attuale contributo è fermo ai diecimila euro stabiliti anni fa. Questa sembrerebbe proprio la volta buona per ottenere un ritocco all’insù, anche se ancora il Comune non ha ufficializzato la cifra.  Nel frattempo prosegue l’attività promozionale. E’ stata infatti la delegazione del Palio di Feltre ad aprire la scorsa settimana il corteo delle Feste Vigiliane di Trento. Una presenza che ha dato lustro alla manifestazione e reso un servizio d’immagine importante al Palio in programma quest’anno dal 31 luglio al 2 agosto. I figuranti feltrini hanno preceduto infatti la sfilata degli armigeri e dei trentini, accompagnati dalla banda musicale. Alla sfilata hanno preso parte figuranti, sbandieratori e tamburini dei quattro quartieri. Domenica scorsa, invece il Palio di Feltre ha compiuto un’altra uscita promozionale a Castelfranco con uno spettacolo di sbandieratori e tamburini.  Dopo avere ufficializzato la terna di veterinari che compone la commissione (oltre al dottor Sponga ci saranno Mellini e Tulini) l’ente Palio ha fissato dei paletti più severi sulla gestione dei cavalli nei giorni pre gara. Gli animali arriveranno a Feltre con qualche giorno di anticipo e da quel momento verranno ospitati nella zona box nei pressi dell’anello di gara. Per assicurare la tranquillità dei cavalli, gli accessi all’area dei box sarà drasticamente limitata e tutte le persone autorizzate dovranno essere munite di un pass. Inoltre, dalle 20 alle 8 l’accesso non sarà comunque consentito. Nuove disposizioni anche per la gara: entro quindici minuti dalla chiamata tutti i cavalli dovranno essere all’interno del percorso, pena la squalifica. er una maggiore sicurezza, inoltre, dovranno essere segnalati, tramite fiocco rosso, i cavalli particolarmente focosi prima dell’entrata nell’anello di gara. Chi non rispetterà le norme incapperà in sanzioni. La firma è avvenuto mercoledì sera. Da una parte il presidente del Palio, Sergio Maccagnan e dall’altra il dottor Pierangelo Sponga. Hanno firmato anche i rappresentanti dei quattro quartieri.

http://www.ilcinofilo.it/NewsPopup.aspx?idmod=1&cid=22&id=142&idart=271
 
GLI ANIMALISTI INNEGGIANO ALLA SVIZZERA. GLI ANIMALI FORSE UN PO' MENO.
 
 
 
 
Il Codacons aveva presentato un ricorso al TAR del Lazio contro l'ordinanza 3 marzo 2009 in materia di "tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione dei cani" di Francesca Martini adducendo come motivazione una presunta assenza di azioni concrete contro le aggressioni.
La decisione del TAR è stata quella di respingere il ricorso.
Francesca Martini avrebbe dichiarato: "La decisione del Tar del Lazio e' un segno tangibile che abbiamo intrapreso la strada giusta, strada che peraltro la civile Svizzera ha fatto propria, ed e' di sostegno all'azione da me intrapresa".
Nella civile Svizzera, sembra che la legge federale non regolamenti espressamente l’eutanasia ma che un’Ordinanza imponga espressamente al detentore di un animale di prestare a questo le dovute cure e, nel caso non possa fare altrimenti, uccidere l’animale per evitargli inutili sofferenze.
Nella civile Svizzera sembra anche che, in base a modifiche apportate abbastanza di recente a varie norme, sia stato limitato a due mesi il tempo che intercorre tra il ritrovamento di un animale e la possibilità di affidarlo ad un nuovo proprietario, perciò, che il rifugio che accoglie un cane, trascorsi due mesi dal momento in cui gli è stato affidato, ne possa disporre liberamente secondo il principio di evitargli inutili sofferenze.
Inoltre, le recenti polemiche sulle deportazioni di meticci a scopo di commercio finalizzato alla vivisezione, indicherebbero proprio la civile Svizzera tra i Paesi destinatari.
Chi lo sa se la strada intrapresa non porti magari ad accogliere i suggerimenti dell’OIE, l’Organizzazione Internazionale per la Salute Animale, che indicherebbero quale soluzione più efficace, sicura, veloce ed economica per risolvere il problema randagismo, l'eutanasia degli animali affidandone la responsabilità alle Autorità locali?
Chi sa? Forse un giorno le adozioni dietro contributo verranno finalmente palesate in “vendite” e non più in “opere di carità” e pagheranno anche loro l’IVA e le tasse!.... Forse un giorno anche le “staffette del cuore” effettuate con mezzi di fortuna, dovranno adeguarsi alle leggi sui trasporti!... Forse un giorno non ci saranno più organizzazioni che hanno tutto l’interesse che un randagio permanga in canile per più tempo possibile!... Non è detto che incominciare a chiamare le cose con il loro nome sarebbe del tutto negativo per noi esseri umani!... Chi sa se gli animali ne sarebbero contenti?


 

 

            3 LUGLIO  2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE
 

ADUC SALUTE
3 LUGLIO 2009
 
U.E. - G.BRETAGNA
Nuova tecnica per monitorare le staminali tumorali
 
Un'equipe internazionale di ricercatori coordinata dal Sincrotrone Elettra di Trieste ha sviluppato un nuovo metodo per monitorare la crescita ed il movimento delle cellule. La tecnica, presentata alla stampa ieri a Londra nell'ambito della World Conference of Science Journalists, potrebbe facilitare la diagnosi dei tumori allo stadio iniziale, aiutare a determinare se un tumore si e' diffuso ad altri organi o servire ad osservare come cellule staminali impiantate riparano i tessuti.
Il sistema si basa su immagini tridimensionali simili alle scansioni Cat utilizzate in ospedale, ma con una risoluzione molto piu' alta. Le cellule vengono 'etichettate' con particelle d'oro che possono poi essere individuate da raggi X ultrasottili prodotti dal sincrotrone.
'Questo nuovo approccio permette ai ricercatori di monitorare la proliferazione e la migrazione delle cellule etichettate dentro ad un organo animale per un lungo periodo di tempo. Cio' significa che l'evoluzione dei tumori in un animale puo' essere osservata e descritta nei minimi dettagli riducendo il numero di animali necessari per uno studio rispetto alle tecniche tradizionali', ha dichiarato Ralf Hendrik Menk, uno dei ricercatori parte del team.

IL CENTRO
3 LUGLIO 2009
 
Trovato un pitone
 
PESCARA. Lungo oltre un metro, 3-4 centimetri di diametro, color senape chiaro: no, quel serpente acciambellato sul ciglio di via Mantini, traversa di via Raffaello, non appariva proprio una nostrana biscia troppo cresciuta. Così un passante, dopo aver osservato l’animale immobile, ma guardandosi bene dal toccarlo, ha chiamato i vigili del fuoco. La squadra ha rapidamente catturato il rettile, identificandolo come un pitone albino. E’ vivo, non è aggressivo e ha passato la notte in una scatola nella caserma dei vigili, che gli hanno trovato un angolo caldo, il clima migliore per questi animali esotici, in attesa di consegnarlo alla Forestale. Non si sa ovviamente se il pitone sia sfuggito al proprietario o se sia stato abbandonato.

IL TIRRENO
3 LUGLIO 2009
 
Grosseto, allarme lupi
 
ROCCALBEGNA (GR). Forse sono lupi. Forse sono solo cani inselvatichiti, ma non meno pericolosi. Certo è che talvolta si vedono, in branchi, anche di giorno. E di notte attaccano le greggi. Ad ogni assalto arrivano ad uccidere anche dieci-quindici pecore, terrorizzando le altre.  Un danno enorme per gli imprenditori grossetani che, con le pecore, ci vivono. Negli ultimi anni hanno chiuso decine di aziende, fiaccate dagli assalti, altre sono con l’acqua alla gola, ma è tutta l’economia che ruota attorno al latte ovino, sulle colline ai piedi dell’Amiata, che sta andando in crisi.  «C’è una proposta di legge ferma da mesi - dice Antonio Soro, allevatore che dopo tanti anni ha dovuto chiudere la sua azienda a Cana -. Permetterebbe di fare abbattimenti selezionati, darebbe qualche arma in più per combattere un fenomeno che, da un paio d’anni, è nuovamente esploso in tutta la sua drammaticità. Io da solo ho una causa aperta per danni con la Regione per quasi 300mila euro».  Soro, in sei-sette anni, ha perso 340 pecore. Nel 2002 una stima del perito Bardi parlava, allora, di danni per 3 milioni di euro. «I danni sono di due tipi: c’è la morte della pecora, ma c’è anche il danno indotto per la paura: le bestie smettono di fare latte».  Altri costi sono legati allo smaltimento degli animali morti: «Per due pecore si spendono anche 300 euro. Nessuno se lo può permettere, e molti preferiscono gettarle in un “borro” piuttosto che portarle all’inceneritore. Ma così perdono anche il diritto a chiedere i rimborsi».

IL TIRRENO
3 LUGLIO 2009
 
Allevatori in rivolta «Sono tornati i lupi ci fanno chiudere»
 
ROCCALBEGNA GR). Forse sono lupi. Forse sono solo cani inselvatichiti, ma non meno pericolosi. Certo è che talvolta si vedono, in branchi, anche di giorno. E di notte attaccano le greggi. Ad ogni assalto arrivano ad uccidere anche dieci-quindici pecore, terrorizzando le altre.  La legge della natura, si dirà. Ma anche un danno enorme per gli imprenditori che, con le pecore, ci vivono. Negli ultimi anni hanno chiuso decine di aziende, fiaccate dagli assalti, altre sono con l’acqua alla gola, ma è tutta l’economia che ruota attorno al latte ovino, sulle colline ai piedi dell’Amiata, che sta andando in crisi.  «C’è una proposta di legge ferma da mesi - dice Antonio Soro, allevatore che dopo tanti anni ha dovuto chiudere la sua azienda a Cana -. Permetterebbe di fare abbattimenti selezionati, darebbe qualche arma in più per combattere un fenomeno che, da un paio d’anni, è nuovamente esploso in tutta la sua drammaticità. Io da solo ho una causa aperta per danni con la Regione per quasi 300mila euro. Ci chiediamo tutti: a che punto siamo? Così si mette in ginocchio un’intera economia».  Soro, in sei-sette anni, ha perso 340 pecore. Nelle colline e nell’Amiata grossetano i capi uccisi sono parecchie migliaia.  Nel 2002 una stima del perito Bardi parlava, allora, di danni per 3 milioni di euro. «I danni sono di due tipi: c’è la morte della pecora, prima di tutto. E poi c’è il danno indotto per la paura: le bestie smettono di fare latte. Prima di un assalto mungevo 300 litri di latte al giorno poi, pur perdendo solo un capo o due, scendevo a 100. Impossibile da sostenere per un’azienda».  Altri costi sono legati allo smaltimento delle bestie morte: «Pur non avendo alcun rimborso, siamo chiamati a smaltire gli animali morti in impianti particolari. Per due pecore si spendono anche 300 euro. Nessuno se lo può permettere, al punto che molti preferiscono gettarle in un “borro” piuttosto che portarle all’inceneritore. Ma così perdono anche il diritto a chiedere i rimborsi. Insomma, temo che il fenomeno sia più ampio di quanto si pensi».  Ora la palla, come spesso accade, è passata nelle mani dei politici.  Soro, che all’inizio dell’anno ha raccolto 300 firme da altrettanti allevatori della zona, è riuscito anche ad incontrare il ministro Zaia: «Ci siamo stati a febbraio, ci ha promesso un interessamento. E in effetti adesso c’è una proposta di legge, che però non va avanti. Per questo chiediamo ai politici locali, della cosa si è interessata anche Monica Faenzi, di darci una mano. Il lupo va tutelato, siamo d’accordo, ma finché resta nel suo habitat: quando scende in branchi e uccide le nostre pecore, diventa un criminale. E come tale va trattato. Sempre che non si voglia uccidere un intero sistema economico».

MESSAGGERO VENETO
3 LUGLIO 2009
 
La Lav denuncia: è emergenza anche per criceti e conigli
 
“Abbandonate solo le città”, questo lo slogan scelto dalla Lega Anti Vivisezione per lanciare la campagna estiva 2009 contro l'abbandono degli animali. Testimonial dell'iniziativa, il famoso cantante e conduttore Paolo Belli, fondatore del gruppo musicale Ladri di biciclette, il quale, per l'occasione, ha inciso una canzone dal titolo "Una piccola bestia di razza di cane", che racconta la storia vera di un cane di quartiere, strappato al suo ambiente e ai suoi affetti, e portato in un canile. «Questo quattro zampe - spiega Barbara Novelli, volontaria della Lav udinese - è diventato un simbolo, una testimonianza di un'amicizia e di sentimenti di speranza trasformati in note. Paolo Belli l'ha inclusa nel suo ultimo album "20 Anni" e ha deciso di devolvere alla Lav i proventi ottenuti dalla vendita del cd. Per vedere il videoclip è possibile collegarsi al sito della nostra associazione (www.lav.it)». Nel ricordare come il fenomeno dell'abbandono interessi non soltanto cani e gatti ma anche altre tipologie di animali, i volontari dell'associazione animalista udinese, da sempre promotrice di importanti campagne di sensibilizzazione a difesa dei pets, ricordano ai cittadini che «il problema dell'abbandono riguarda anche tartarughe, conigli, criceti, pappagalli e tantissimi altri piccoli animali domestici. Purtroppo - aggiungono - solo per alcuno di loro ci sarà una conclusione felice, molti, invece, non riusciranno a sopravvivere alla vita di strada. Non ci stancheremo mai di ripetere che non bisogna acquistare o adottare un animale con leggerezza ma con la piena consapevolezza dell'impegno che comporta. Un animale è un essere vivente e come tale va trattato».

LA TRIBUNA DI TREVISO
3 LUGLIO 2009
 
Cani col microchip
Obiettivo eliminare il randagismo
 
CAPPELLA MAGGIORE (TV). Decolla oggi la giornata del microchip per dotare i cani randagi di riconoscimento. Un’iniziativa voluta dalla giunta di Mariarosa Barazza, dal comando di polizia locale e dal comitato Mondocane, per attuare una regolamentazione in materia di randagismo, che con l’estate si fa più pesante. Chi possiede un cane e non l’ha ancora munito di microchip può farlo oggi dalle 17 alle 20 davanti al municipio, dove verrà allestito un gazebo. Oggi saranno presenti un veterinario, che in futuro aprirà uno studio a Cappella, alcuni volontari del comitato Mondocane. L’iniziativa verrà replicata anche il 17 luglio, sempre dalle 17 alle 20. Il Comune intende con queste due giornate mappare i cani presenti sul territorio per evitare il fenomeno del randagismo, che obbliga le amministrazioni comunali a doversi rivolgere ai canili in caso di reperimento di animali senza schedatura. E in estate purtroppo il fenomeno dei cani abbandonati aumenta a causa dell’egoismo dei proprietari.

MESSAGGERO VENETO
3 LUGLIO 2009
 
Allo zoo, per vedere da vicino i piccoli lemuri
 
Lignano (UD) -  Al parco zoo Punta Verde di Lignano hanno preso il via gli “Incontri con i lemuri”, dedicati a tutti gli appassionati di scimmie, che, per tutta l'estate, avranno non soltanto la possibilità di effettuare visite guidate all'interno del reparto dei Lemuri, e vedere così da vicino questi splendidi esemplari dalla coda lunga ad anelli, ma anche di contribuire alla loro salvaguardia. Il prezzo del biglietto, infatti, sarà devoluto a favore di un progetto di ricerca condotto dal parco lignanese, in collaborazione con altri zoo italiani e con l'università di Pisa, nella riserva di Berenty, in Madagascar. «Quest'anno - spiega Maria Rodeano, direttore del Parco zoo - i visitatori potranno ammirare anche un cucciolo di lemure dalla coda ad anelli, che viene portato a spasso dalla sua mamma. Appena nate, queste scimmie - spiega il direttore - stanno aggrappate al petto della loro madre e, crescendo, cominciano a spostarsi sulla schiena. Una volta adulte, invece, iniziano ad esplorare il reparto». Gli incontri ravvicinati con i lemuri verranno effettuati tutti i lunedì, mercoledì, venerdì e domenica alle 10 e alle 11. I gruppi, composti da un massimo di otto persone, saranno accompagnati all'interno del reparto da un educatore della struttura, che spiegherà ai partecipanti le caratteristiche principali di queste scimmie. La visita, cui potranno prendere parte non soltanto gli adulti ma anche i bimbi, al di sopra dei cinque anni, ha un costo di 5 euro che, come detto, verranno interamente devoluti a progetti di conservazione. Secondo Maria Rodeano, gli zoo moderni non sono più semplici collezioni faunistiche generiche, ma sono ormai diventati importanti centri di conservazione delle specie. «Seppure in cattività - dice - gli animali vivono in un ambiente in cui le variazioni genetiche sono minime. Grande attenzione viene rivolta alla corretta e bilanciata alimentazione, che tiene conto anche delle fasi biologiche di ogni singola specie in funzione delle variazioni climatiche». Per informazioni visitare il sito www.parcozoopuntaverde.it.

CORRIERE DELLE ALPI
3 LUGLIO 2009
 
L'orso ricompare in Val Canzoi
 
CESIOMAGGIORE (BL). E’ giovane, in piena attività e per fortuna poco affamato. L’orso è ricomparso lasciando tracce inconfondibili in Valle di Canzoi e nella frazione di Cullogne. Ha fatto qualche danno, lasciato molte impronte, se l’è presa con conigliere e pollai, ma non ha ucciso nessun animale. L’incursione dell’esemplare che la Polizia provinciale ritiene piuttosto giovane e un po’ inesperto è avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì. Un passaggio che ha comunque destato la curiosità dei residenti. Il passaparola è stato rapido così come la segnalazione fatta alla polizia provinciale che ha eseguito dei sopralluoghi.  Difficile sapere se si tratta dell’orso Dino che a cavallo della fine di aprile e l’inizio di maggio scorrazzava tra la Valle di Seren e i territori di Sovramonte e Lamon. In ogni caso, l’animale che fece irruzione nel Feltrino un paio di mesi fa era certamente più affamato e uccise vari animali da cortile. Questa volta i residenti hanno notato qualche rumore sospetto nella notte ed hanno trovato le tracce del passaggio al mattino. Il plantigrado ha cominciato a muoversi dal Primiero. Probabilmente ha attraversato il Passo Finestra ed è entrato nel Feltrino scendendo lungo la Valle di Canzoi. Qui, verso le 3,30 ha fatto una prima tappa in località Pittol, a metà strada per l’Orsera, ha tentato di entrare in un pollaio e poi si è allontanato. Nei suoi movimenti ha perduto alcuni ciuffi di pelo che ieri sono stati presi in consegna da una biologa per le analisi che dovrebbero consentire di stabilire l’età dell’animale.  Successivamente l’orso ha lasciato la valle ed ha proseguito la sua marcia notturna verso i boschi nei pressi della frazione di Cullogne dove ci sono alcune abitazioni isolate. Qui ha ribaltato alcune conigliere e tentato di aprire dei pollai, ma l’operazione non è riuscita. Una circostanza che spinge la polizia provinciale ad ipotizzare che si tratti di un esemplare piuttosto giovane. Gli animali se la sono vista brutta ma nessuno ci ha rimesso le penne. Alla fine restano i danni alle reti, danneggiate dai denti e dagli artigli dell’orso che ha lasciato anche numerose impronte che sono rimaste ben visibili nel terreno fresco. Il luogo si trova a circa duecento metri in linea d’aria dal centro di Cullogne e comunque in una zona con strade asfaltate. Al termine ha abbandonato il campo e si è inoltrato nei boschi dirigendosi a nord verso il territorio di San Gregorio nelle Alpi. L’abitazione avvicinata dall’orso è abitata ma l’altra notte non c’era nessuno. Nessuno spavento quindi per gli abitanti della zona, quanto piuttosto una certa curiosità nella speranza di avvistare l’animale. La polizia provinciale che ha sempre monitorato gli spostamenti dei plantigradi nel territorio provinciale, sta tenendo d’occhio anche questo esemplare.

LA GAZZETTA DI MANTOVA
3 LUGLIO 2009
 
Parroco multato per il pollaio
Sul caso interviene anche la Lav
 
GAZOLDO (MN). Ha sollevato numerose perplessità, la notizia della condanna al pagamento di 103 euro ricevuta dal parroco don Amedeo Ghizzi in merito alla detenzione di un pollaio abusivo allestito nel cortile parrocchiale. L’interessato ieri ha preferito non rilasciare dichiarazioni, lasciando però trasparire una netta contrarietà all’attenzione suscitata, accennando ad ipotetici dissapori con l’ex sindaco. Il Comune aveva segnalato il caso alla Procura, a seguito delle numerose ordinanze emesse per riportare ad un numero più equo gli animali racchiusi nel recinto: una settantina nel 1999. Ben 29 le multe pervenute al sacerdote, unite alle vibranti proteste dei vicini esasperati dal continuo disturbo e miasmi provocati dal pollaio. I parrocchiani, stanchi di svegliarsi di primo mattino dal canto dei galli, si erano più volte rivolti al primo cittadino, senza però ottenere miglioramenti sostanziali. La Lega Anti Vivisezione di Mantova, afferma di essere intenzionata ad approfondire la vicenda, raccogliendo il materiale necessario, non escludendo poi di sottoporlo al proprio ufficio legale per valutare la possibilità di intraprendere iniziative a tutela degli animali, in considerazione anche del fatto che verso il religioso sarebbero stati mossi sospetti di strane sparizioni di gatti, sfociati in una denuncia nel 2001.

LA GAZZETTA DI MODENA
3 LUGLIO 2009
 
Catturate pecore nella discarica
 
Modena - Mini rodeo nella zona della discarica in via Caruso. Un gregge di una sessantina tra pecore e agnelli ha tenuto a lungo impegnati dieci vigili urbani quattro veterinari dell’Usl, due dipendenti dell’ufficio Diritti degli animali e dieci ‘paratori’, persone cioè specializzate nell’accudimento di bestiame.  Dalle 8,30, per quattro ore, il nutrito gruppo è stato impegnato nella cattura di venti pecore ed agnelli che da tempo un pastore, G.S. 50 anni di Pavullo, lascia pascolare nella discarica.  I tecnici hanno raggiunto il gregge e, non senza difficoltà, sono riusciti a catturare 17 pecore e tre agnelli che sono affidati ai servizi competenti. Da tempo le autorità avevano diffidato il pastore modenese dal far brucare gli animali in una zona non solo privata, ma anche poco adatta all’allevamento di bestiame. L’uomo però si è sempre rifiutato di eseguire l’ordinanza comunale. Nei prossimi giorni proseguirà la cattura delle pecore rimaste ancora in libertà, circa una quarantina di capi.

LA NUOVA FERRARA
3 LUGLIO 2009
 
Ritornano i cani da salvataggio
 
LIDO ESTENSI (FE). Torna, da domenica prossima e fino alla fine di agosto, come accade ormai da alcuni a questa parte, il servizio di salvataggio dei cani in spiaggia. A riportarlo è il gruppo di salvataggio Onda Azzurra.  Anche quest’anno, dalle 9 alle 18 con orario continuato, Onda Azzurra svolgerà servizio di salvataggio e sorveglianza nel tratto di spiaggia che confina con il canale Logonovo a Lido Estensi, uno dei tratti di mare più insidiosi e pericolosi della costa comacchiese. In servizio ci saranno 4 cani, tra i cui i generosi terranova, cani maggiormente votati al salvataggio in mare, insieme a labrador, golden retrivier e pastori tedeschi.  «Quest’anno - ha sottolineato il coordinatore dell’associazione, Emanuele Ardizzoni - i nostri cani sono dotati di un brevetto nazionale di salvataggio, riconosciuto dal ministero per le Politiche Agricole e Forestali. Inoltre, siamo presenti anche a Rosolina Mare (Ro) con tre unità cinofile. Quest’anno, poi, nel corso di qualche domenica, effettueremo anche la scuola di salvataggio per i cuccioli: ne abbiamo già alcuni che parteciperanno. Cominciamo la stagione estiva di sorveglianza e salvataggio dopo essere appena tornati da un raduno internazionale che si è tenuto a Luino, sul Lago Maggiore, dove abbiamo lavorato con un team inglese».  Gli anni scorsi gli uomini e i cani di Onda Azzurra sono stati protagonisti di decine di salvataggi di bagnanti in difficoltà, mostrando così sempre più la validità e l’indispensabilità del servizio. Il gruppo di salvataggio Onda Azzurra, oltre a tutte le domenica di luglio e agosto, probabilmente sarà attivo sul Logonovo anche la giornata di Ferragosto.

CORRIERE DEL TICINO
3 LUGLIO 2009
 
Nuove misure contro i bracconieri
NON SI FERMA LA CACCIA ILLEGALE NEI GRIGIONI
 
COIRA - Nuove misure contro il bracconaggio transfrontaliero sono state elaborate da un gruppo di sorveglianza composto da forze svizzere e italiane. Gli episodi di caccia illegale si susseguono infatti nonostante i divieti. L'ultimo ha avuto luogo recentemente lungo il confine nella regione del Parco nazionale dello Stelvio e del Parco nazionale svizzero. Come comunica la Polizia cantonale grigionese, i bracconieri hanno abbattuto un cervo, due camosci e un'aquila reale.
Il nuovo gruppo di intervento, composto da rappresentanti della Polizia cantonale, degli organi direttivi dei due parchi nazionali, del Corpo forestale dello Stato e della Polizia provinciale di Sondrio, intende utilizzare anche apparecchiture di rilevamento notturno di ultima generazione ed elicotteri per sorvegliare le aree interessate.
La Polizia invita inoltre la popolazione ad avvisare le autorità svizzere o italiane in caso di avvistamenti o sospetti di bracconaggio.
Oggi la caccia illegale è evoluta e non ha più più solo lo scopo di procurarsi del cibo, ma assume spesso le forme della crudeltà gratuita. I bracconieri hanno armi ad alta tecnologia, con le quali ottengono facilmente dei trofei. A volte usano anche le automobili per accecare la selvaggina con gli abbaglianti e colpirla più facilmente senza nemmeno scendere dai veicoli.

TICINO NEWS
3 LUGLIO 2009
 
Bracconieri sotto tiro
La polizia grigionese è sulle tracce dei caccatori di frodo
 
 
Un cervo, due camosci e un’aquila reale. Questo il recente bottino delle scorribande notturne di bracconieri. Che si fanno sempre più furbi e si attrezzano con armi all’avanguardia.
Capita un po’ dappertutto oramai, ma a darne notizia oggi è la polizia grigionese, che ha deciso di contrastare la caccia illegale elaborando un pacchetto di misure contro il bracconaggio. Tracce evidenti del passaggio dei cacciatori di frodo sono state lasciate lungo il confine nazionale del Parco italiano dello Stelvio e del parco nazionale svizzero.
Il gruppo di lavoro - composto da dalla polizia dei Grigioni, dal Corpo delle guardie di confine, dall’Ufficio caccia e la pesca, dagli organi direttivi dei due Parchi nazionali, dal Corpo forestale dello Stato e dalla polizia provinciale Sondrio - impiegheranno apparecchiature di rilevamento notturno di ultima generazione e di elicotteri. “Ciò tuttavia non può prescindere dalla collaborazione attiva della popolazione”, scrive la polizia grigionese. E chiede di informare su “eventi o fatti straordinari”, come ad esempio colpi di arma da fuoco fuori dai periodi autorizzati per la caccia, movimenti sospetti nei campi e nei boschi, ritrovamento di carcasse di selvaggina. Oggi il bracconaggio, osserva la polizia, ha assunto nuove forme. Insomma, le maggiori disponibilità finanziarie dei cacciatori di frodo, fanno sì che i trofei di caccia siano diventati oggetti di prestigio. E così, spesso, dopo aver abbattuto la preda, i bracconieri ne staccano la testa, lasciando sul posto la carcassa dell’animale.
Le armi impiegate sono di alta tecnologia, dotate di silenziatori, di dispositivi di rilevamenti notturni. E non mancano telefonini e ricetrasmittenti. Oggi anche le auto vengono impiegate nelle battute di caccia illegali: di notte la selvaggina viene accecata dalla luce degli abbaglianti e successivamente abbattuta senza scendere dalla macchina. “Non di rado - termina la polizia -, gli animali vengono solo feriti e lasciati morire”.

TICINO ONLINE
3 LUGLIO 2009
 
GRIGIONI
Bracconaggio: abbattuti un cervo, due camosci e un'aquila reale
 
COIRA - Anche nel Cantone dei Grigioni il bracconaggio è sempre di attualità. oco tempo addietro, dei bracconieri sono entrati in azione lungo il confine nazionale nella regione del Parco nazionale italiano dello Stelvio e del Parco nazionale svizzero. Nel corso delle loro scorribande sono stati abbattuti un cervo, due camosci e un’aquila reale. Le tracce lasciate dai bracconieri lasciano concludere ad azioni transfrontaliere.
Collaborazione italo-svizzero - Per questo motivo gli organismi preposti alla vigilanza di Italia e Svizzera hanno rafforzato gli sforzi comuni volti a fronteggiare questo fenomeno. Come scrive oggi la polizia cantonale grigionese "un gruppo di lavoro, composto da rappresentanti della Polizia cantonale dei Grigioni, del Corpo delle guardie di confine, dell’Ufficio per la caccia e la pesca, degli organi direttivi dei due Parchi nazionali, del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia provinciale Sondrio, ha elaborato un pacchetto di misure volte a disciplinare l’organizzazione ed il coordinamento tra i partner interessati". Nell’ambito del controllo della regione è previsto l’impiego di moderni ritrovati della tecnica, come apparecchiature di rilevamento notturno di ultima generazione e di elicotteri. La polizia cantonale spera che la popolazione collabori per combattere il bracconaggio, segnalando le infrazioni.
L'invito della polizia - La Polizia cantonale dei Grigioni invita a chiamare il 117 (dall’estero 0041 81 257 71 11) per eventi o fatti straordinari, ad esempio colpi di arma da fuoco fuori dai periodi autorizzati per la caccia, movimenti sospetti nei campi e nei boschi, ritrovamento di carcasse di selvaggina.In Italia, invece, si invita a prendere contatto con il Corpo Forestale dello Stato, numero diretto 06 47 47 615 (prefisso per chi chiama dall‘estero 0039). La Polizia cantonale ed il Corpo Forestale dello Stato informeranno immediatamente gli organi di sorveglianza della zona interessata.
La storia del bracconaggio - E’ passato oramai alla storia il periodo in cui, il bracconaggio serviva per procurasi del cibo. Ciò non di meno, esso non è tramontato, anzi oggi ha assunto nuove forme. Maggiori disponibilità finanziarie, fanno sì che i trofei di caccia siano divenuti oggetti di prestigio. I bracconieri, dopo aver abbattuto la preda, ne staccano la testa,  lasciando sul posto la carcassa dell’animale. Nuove anche le armi: moderne, di alta tecnologia, dotate di silenziatori, di dispositivi di rilevamenti notturni nonché cellulari e ricetrasmittenti. Anche le auto vengono impiegate nelle battute di caccia illegali: di notte la selvaggina viene accecata dalla luce degli abbaglianti e successivamente abbattuta senza scendere dalla macchina. Non di rado, gli animali vengono solo feriti e lasciati morire.

RADIO NEWS
3 LUGLIO 2009
 
COIRA
Collaborazione italo svizzera anti-bracconaggio
 
Dei bracconieri sono entrati in azione lungo il confine nella regione del Parco nazionale italiano dello Stelvio e del Parco nazionale svizzero. Nel corso delle loro scorribande sono stati abbattuti un cervo, due camosci e un’aquila reale. Le tracce lasciate dai bracconieri lasciano concludere ad azioni transfrontaliere. Per questo motivo è nata una collaborazione italo-svizzera da parte degli organismi preposti alla vigilanza di Italia e Svizzera con sforzi comuni volti a fronteggiare questo fenomeno. Un gruppo di lavoro composto da: rappresentanti della Polizia cantonale dei Grigioni, dal Corpo delle guardie di confine, dall’Ufficio per la caccia e la pesca, dagli organi direttivi dei due Parchi nazionali e dal Corpo Forestale dello Stato. Nell’ambito del controllo verranno impiegati elicotteri e moderne apparecchiature di ultima generazione come quelle per il rilevamento notturno. La polizia cantonale spera, inoltre, che la popolazione collabori per combattere il bracconaggio, segnalando le infrazioni.

BIG HUNTER
3 LUGLIO 2009
 
AMICHE DI BIG HUNTER: SI PARTE CON ILARIA RICCIARDI
 
Ilaria Ricciardi ha 30 anni, vive a San Pellegrino Terme (BG) è laureata in Economia e Commercio, lavora come responsabile amministrativa e commerciale ed è una cacciatrice. Ilaria è fra le prime appassionate  che ha aderito all'iniziativa Amiche di BigHunter, nata con l'intento di far conoscere il lato femminile della caccia. Una nuova sezione che andrà ad aggiungersi al variegato ventaglio di proposte informative e culturali di questo portale, che ci auguriamo possa crescere giorno dopo giorno raccogliendo idee, proposte e testimonianze dalle nostre colleghe in Artemide.
Vediamo chi è la cacciatrice Ilaria. Pratica la caccia in forma vagante con il suo Springer Spaniel inglese. Si è avvicinata all'arte venatoria grazie a suo padre, che le ha trasmesso questa passione fin dalla nascita.“Credo che la caccia sia criminalizzata perchè i cacciatori ed il mondo venatorio sono indeboliti da problemi interni e i media trovano facile attaccarli – confessa - In questo modo si riesce a spostare l'attenzione dai veri responsabili dei disastri ambientali”. Sulla caccia e sul suo ruolo nella società dimostra di avere le idee chiare: “Penso che l'attività venatoria debba fungere da collante tra la società moderna e quella tradizionale. Con il veloce progresso che la società attuale sta vivendo, un ritorno alle origini è davvero auspicabile”. Secondo questa intraprendente cacciatrice la caccia è un'occasione per tornare a far parte del mondo inteso come universo naturale che ci circonda: “Da troppo l'uomo cerca di imporre alla natura, i propri tempi, esageratamente accellerati. Quando si va a caccia il tempo si ferma - dice - L'uomo segue i ritmi del sole, della fauna, del proprio corpo, staccandosi dalle convenzioni che gli vengono imposte. Questa società ha voluto demonizzare la caccia senza capire che è il richiamo della natura che porta una persona a svolgere l'attività venatoria”.Ilaria mette l'accento sui valori che la caccia porta con sé, come quello della tradizione “quando il cacciatore vero compie i propri rituali quotidiani o ancora più, i propri rituali nei giorni che precedono l'apertura, non è solo lui a compierli, ma anche il padre, il nonno che glieli ha tramandati ed insegnati”.
“I media – prosegue -  hanno detto la loro e noi glielo abbiamo permesso”. “I bracconieri – aggiunge poi - hanno dato alla società un capro espiatorio per demonizzarla ulteriormente. Purtroppo, ritengo che il problema maggiore dei cacciatori siano i cacciatori stessi, le loro liti interne, le invidie. Invece di unirsi tra di loro, per un obiettivo comune elevato, si perdono in frivolezza ed interessi personali.  E questo avviene anche ai vertici delle associazioni venatorie stesse. Vedo sempre meno la voglia di tutelare i cacciatori e sempre più una politicizzazione dei vertici”.Il contributo di questa giovane testimone della caccia al femminile è una speranza per il futuro, lo dimostra l'atteggiamento propositivo con cui conclude il suo intervento “Quello che ci interessa – dice - è spiegare e far capire alle persone cosa è veramente l'arte venatoria. E questo lo dobbiamo fare tutti i giorni parlando con amici e conoscenti, invitandoli ad acccompagnarci per capire di cosa si tratta veramente, avvicinarli anche tramite l'amore verso i cani. Spiegare ai bambini che la caccia non è quella che vorrebbero far credere”. E chiude con un consiglio per tutti: “Alcuni di noi devono ricordarsi perchè amano la caccia” e ricordarlo agli altri. “Io ad esempio porto tutti i miei amici alle varie competizioni cinofile. Con la scusa di una mangiata in compagnia, cerco di mostrare la passione che brilla negli occhi dei cacciatori cinofili, che anche quella è caccia. Che la caccia non è solo un colpo di fucile. Ma che il colpo di fucile è solo la conclusione di un qualcosa di più elevato, di una preparazione giornaliera, di una passione inesauribile”.

BIG HUNTER
3 LUGLIO 2009
 
Donne a caccia: in Francia sono Associazione Nazionale. PRESTO LE “AMICHE” DI BIG HUNTER
 
La caccia è donna, sono sempre di più le donne che si avvicinano a questa meravigliosa attività e che la praticano con costanza e passione. Il mondo femminile può aggiungere nuove riflessioni e dare nuova linfa alle ragioni della caccia, proprio perchè intimamente connesso ad aspetti cruciali dei nostri tempi come l'educazione dei figli e il rispetto della natura. Ancora una volta un esempio concreto viene dalla vicina Francia dove le cacciatrici si sono organizzate costituendosi come associazione nazionale nell'ormai lontano 2000. Dalle dichiarazioni della presidente dell'Associazione Nazionale della Caccia al Femminile Martine Pion non si può che prendere atto della determinazione di queste ragazze amanti della caccia: “L'idea di questa associazione era già stata lanciata prima della parità dei sessi che abbiamo oggi, concetto che accettiamo solamente a metà, ma mancavano ancora le protagoniste, donne abbastanza determinate da creare ciò che abbiamo oggi”. “Sappiate – dice ancora - che le donne sono spesso più tenaci e perseveranti rispetto all'uomo, non siamo e non saremo mai un movimento femminista, siamo innanzitutto cacciatrici, proviamo le stesse emozioni nel percorrere pianure, boschi e paludi, di chiunque pratichi questa nobile passione”.Con un approccio del tutto innovativo l'associazione si propone alcuni obiettivi fondamentali come la creazione di una dinamica femminile all'interno del mondo della caccia, il sostegno delle istanze cinegetiche venatorie, la sensibilizzazione dell'opinione pubblica incentrata sul fatto che le donne sono forse per loro particolare natura più adatte a far comprendere ai non cacciatori ciò che rappresenta la caccia nel mondo rurale e a spiegare il valore sociale della caccia, cosa significa tutela del patrimonio naturale e, ovviamente, hanno una marcia in più per sensibilizzare l'opinione pubblica tramite i periodici al femminile. BigHunter, nel dare notizia di questa importante realtà della caccia d'Oltralpe, preannuncia una analoga iniziativa che sarà promossa e sostenuta tramite il portale. Invita perciò fin da ora tutti coloro che hanno a cuore la caccia a segnalare e raccomandare l'iniziativa presso tutte le rappresentanti del gentil sesso dedite all'arte venatoria. Non solo, BigHunter accoglierà fra le sue “Amiche”, e questa è la novità, anche tutte quelle mogli, fidanzate, amiche e  conoscenti che vedono in noi cacciatori una componente importante della società.

AGI
3 LUGLIO 2009
 
PARMIGIANO REGGIANO: FA BENE, ANCHE ALLE RONDINI - UNA RICERCA
 
Bologna - Più rondini nei prati della zona di produzione del Parmiggiano Reggiano. A testimoniare della salubrità del territorio: uno degli 'ingredienti segreti' della qualità del tipico formaggio emiliano-romagnolo. Da uno dei progetti di ricerca finanziati dalla Regione Emilia-Romagna, dedicato a 'Avifauna e Parmigiano-Reggiano', ha preso lo spunto il Convegno 'Il Parmigiano Reggiano fa bene alle rondini' che si è svolto questa mattina nell'Aula Giorgio Prodi nel Complesso di S. Giovanni in Monte a Bologna. "Nel territorio di produzione del Parmigiano Reggiano, le ricerche dimostrano che i parametri ambientali sono a posto", ha sottolineato l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni. "Rondini e altri uccelli selvatici sono ottime sentinelle ambientali capaci di testimoniare con la loro presenza la bontà e salubrità di un territorio. Per il Parmigiano Reggiano, un prodotto strettamente e da sempre legato al suo ambiente, questi animali - ha concluso Rabboni - sono un ulteriore elemento di conferma della qualità di un prodotto che, oltre alle doti riconosciute da consumatori e gastronomi di tutto il mondo, può ora vantare anche una reale e dimostrata capacità di salvaguardia della biodiversità naturale". Al Convegno - realizzato in collaborazione con le Province di Modena, Parma e Reggio Emilia, la Lipu (Lega italiana protezione uccelli) e il Consorzio del Parmigiano Reggiano - hanno partecipato, tra gli altri, Igino Morini del Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano, Elena D'Andrea e Danilo Mainardi, rispettivamente direttrice nazionale e presidente onorario della Lipu. Mainardi ha anche presentato il suo ultimo volume "L'intelligenza degli animali". I risultati del progetto "Avifauna e Parmigiano-Reggiano" dicono che un mosaico di colture costituito dall'alternanza di spazi aperti a prato, da boschetti e siepi favorisce la presenza di numerose altre specie, sia animali che vegetali, e che con gli interventi agroambientali, da tempo finanziati dalla Regione, si è dato un impulso positivo anche alla tutela della biodiversità. In particolare rondini e altre specie di uccelli selvatici trovano, nella pianura modenese, un habitat particolarmente ricco, tra distese a coltivazione di erba medica e prati stabili tipici della zona.

 

 

            3 LUGLIO  2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 

ADUC SALUTE
3 LUGLIO 2009
 
U.E. - G.BRETAGNA
Nuova tecnica per monitorare le staminali tumorali
 
Un'equipe internazionale di ricercatori coordinata dal Sincrotrone Elettra di Trieste ha sviluppato un nuovo metodo per monitorare la crescita ed il movimento delle cellule. La tecnica, presentata alla stampa ieri a Londra nell'ambito della World Conference of Science Journalists, potrebbe facilitare la diagnosi dei tumori allo stadio iniziale, aiutare a determinare se un tumore si e' diffuso ad altri organi o servire ad osservare come cellule staminali impiantate riparano i tessuti.
Il sistema si basa su immagini tridimensionali simili alle scansioni Cat utilizzate in ospedale, ma con una risoluzione molto piu' alta. Le cellule vengono 'etichettate' con particelle d'oro che possono poi essere individuate da raggi X ultrasottili prodotti dal sincrotrone.
'Questo nuovo approccio permette ai ricercatori di monitorare la proliferazione e la migrazione delle cellule etichettate dentro ad un organo animale per un lungo periodo di tempo. Cio' significa che l'evoluzione dei tumori in un animale puo' essere osservata e descritta nei minimi dettagli riducendo il numero di animali necessari per uno studio rispetto alle tecniche tradizionali', ha dichiarato Ralf Hendrik Menk, uno dei ricercatori parte del team.

BLOGO SFERE
3 LUGLIO 2009
 
Nanotubi contro il cancro
 
Di nanotubi di carbonio ne abbiamo già parlato in più occasioni, sempre applicati a tecnologie che possono migliorare la nostra vita quotidiana. Per la qualità della vita in sé, invece, non quella parte della vita direttamente collegata alla tecnologia, le nanotecnologie e in particolare i nanotubi possono fare molte cose. Abbiamo già detto dei nanomuscoli, e ora c'è anche la possibilità di applicare i nanotubi alla lotta contro i tumori.
James R. Baker, Jr., dell'
Università del Michigan descrive i suoi successi nel collegare una molecola singola di nanoparticelle note come dendrimeri con la superficie di un nanotubo. Il nanomateriale risultante è molto stabile, si disperde facilmente in acqua ed è biocompatibile.
I dendrimeri utilizzati dal gruppo di Baker funzionano come postini che recapitano i nanotubi specializzati per le cellule tumorali che hanno una grande affinità con i recettori dell'acido folico. Sebbene altri gruppi di ricerca sono in grado di specializzare i nanotubi verso le cellule tumorali, questo approccio presenta alcuni vantaggi, poiché i dendrimeri possono anche trasportare dei medicinali: in questo modo è possibile aggiungere ulteriori funzioni ai nanotubi senza dover sviluppare metodi nuovi e complessi per modificare i nanotubi.
Alex Biris e Vladimir P. Zharov dell'
Università dell'Arkansas a Little Rock, hanno descritto dei metodi per identificare, tracciare e distruggere le cellule tumorali in tempo reale con i nanotubi.
In un primo articolo, i ricercatori dimostrano di poter utilizzare la
spettroscopia Raman per tracciare i movimenti di un nanotubo all'interno di un essere vivente. Inoltre grazie a tale tecnica di rilevazione è possibile trovare un ampio spettro di nanoparticelle come cellule, batteri e anche virus. Per raccogliere i loro dati, come al solito, i ricercatori hanno iniettato nel sangue di un ratto delle cellule tumorali, che poi sono state rilevate e seguite utilizzando un nanotubo di carbonio.
Nel loro secondo lavoro, invece, sono riusciti a mostrare che, una volta rilevata e raggiunta la cellula tumorale, il nanotubo può riscaldarsi fino a distruggere completamente la cellula malata senza intaccare le altre.
Un bel risultato che, insieme alle
cure genetiche, potrebbe portare a una serie di nanofarmaci universali che potrebbero nettamente cambiare il destino della razza umana (sempre che prima non ci autodistruggeremo).
 

 

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