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L'UNIONE SARDA
2 NOVEMBRE 2010
Tempio, strage di cani da caccia: mutilati e uccisi a colpi di accetta
ANDREA BUSIA
TEMPIO (OT) - I poveri animali non hanno avuto alcuna possibilità di sfuggire all'atroce raid notturno condotto a colpi di accetta. Dentro le cucce del piccolo canile di Salvatore Casu c'erano 11 segugi di razza, animali addestrati per la caccia al cinghiale. Sono stati colpiti ripetutamente, senza alcuna pietà, soprattutto alla testa e al collo. I cani erano legati e per loro non c'è stato scampo. Quattro animali sono stati trovati morti dal proprietario, un segugio è stato soppresso dal veterinario quasi subito per evitare all'animale un inutile agonia. Gli altri sei cani di Salvatore Casu hanno sui loro corpi i segni terribili di un brutale trattamento. Di una violenza inspiegabile e cieca. I responsabili del massacro avvenuto in una piccola tenuta lungo la strada per Oschiri, hanno colpito selvaggiamente animali inermi che non potevano evitare i fendenti. Per i cani massacrati non era possibile neanche la fuga. Il bilancio dell'episodio è pesante. I cani uccisi appartenevano all'operaio Salvatore Casu (fratello del comandante della polizia municipale Franco) il valore degli animali abbattuti è ingente. Anche i segugi sopravvissuti alla mattanza nel canile privato hanno riportato ferite che ne hanno compromesso irrimediabilmente qualsiasi utilizzo, azzerando il loro valore nel fiorente mercato dei cani da caccia. Per il proprietario, però, c'è anche la pena di vedere cani di razza nutriti e curati quotidianamente, presi di mira con una ferocia inaudita. L'episodio avvenuto alle porte della città, in un terreno a ridosso della strada per Oschiri, appare per molti versi inspiegabile. Salvatore Casu è una persona stimata e benvoluta a Tempio. La parentela con il comandante della polizia municipale, non sembra essere un elemento di un qualche rilievo nella vicenda. Gli uomini del Commissariato di polizia di Tempio hanno sentito la vittima dell'atto intimidatorio e i suoi familiari. Tutti hanno commentato con stupore e sconcerto quando avvenuto nei giorni scorsi. Gli investigatori hanno chiesto al veterinario intervenuto nel piccolo canile, Giampiero Cannas, una valutazione tecnica sul massacro di cani. È evidente nell'operato dei responsabili della carneficina di animali, una feroce determinazione e la volontà di procurare un danno materiale al proprietario dei cani. Allo stesso tempo, però, c'è la consapevolezza di intimidire e spaventare la vittima con un gesto brutale ed efferato. L'episodio è ancora più grave se si tiene conto di un altro elemento, importante anche per gli investigatori. Salvatore Casu, come molti cacciatori, ha un rapporto del tutto particolare coi i suoi cani. Uccidere e mutilare animali trattati con tutte le attenzioni possibili, significa colpire con la massi ma durezza. La Procura di Tempio applicherà le nuove severe disposizioni che puniscono con anni di carcere il maltrattamento di animali.
NEW NOTIZIE
2 NOVEMBRE 2010
L’ultima frontiera del terrorismo: i cani kamikaze
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Di Marcello Accanto
A riportare la notizia è il Corriere della Sera in un articolo pubblicato sulla testata online. Il quotidiano di via Solferino cita come fonte Le Figaro, celebre giornale francese, che nei giorni scorsi ha reso pubblica una importante rivelazione: due anni fa, presso l'aeroporto internazionale diu Bagdad, furono ritrovati due esemplari di cani carichi di esplosivo. Si tratta di una nuova frontiera per il terrorismo islamico.
Alla luce di questa scioccante notizia, negli aeroporti bisognerà fare attenzione non soltanto ai pacchi bomba, ma anche agli animali tenuti nelle gabbie e pronti per essere imbarcati. Una nuova minaccia, dunque, per i voli di linea. Dopo aver scoperto l'esistenza di plichi esplosivi spediti dallo Yemen negli Stati Uniti, il quotidiano francese Le Figaro rivela anche che i terroristi hanno usato in passato cani kamikaze. L'episodio risale a due anni fa e riguarda due cani imbottiti di esplosivo, trovati morti nella zona merci dell'aeroporto di Bagdad. La notizia, prima di essere rivelata, è stata a lungo tenuta segreta. I due animali, rinchiusi in apposite gabbie per il trasporto aereo, sono stati trovati dall'esercito americano. Secondo le analisi fatte sui cadaveri dei cani, i loro corpi erano imbottiti di potente esplosivo collegato a un detonatore. Obiettivo dei terroristi: provocare una forte esplosione in volo, abbattendo di fatto l'aereo. Qualcosa però andò storto. Le Figaro rivela che i terroristi avevano cucito male le due povere bestie, nelle cui interiora era stato piazzato l'esplosivo, provocandone la morte prima del decollo. Dell'episodio erano stati subito allertati i servizi alleati degli Usa che avevano poi provveduto a diffondere le foto del sistema esplosivo dei due cani kamikaze anche tra i professionisti della sicurezza aerea. Un allarme specifico, prosegue il quotidiano francese, è stato redatto dall'Organizzazione dell'Aviazione civile internazionale di Montreal per tutti i paesi aderenti.
CORRIERE DELLA SERA
2 NOVEMBRE 2010
«Anche i cani kamikaze minacciano i voli di linea»
La rivelazione:due anni fa due rinvenuti due animali all'aeroporto di Bagdad. Erano pieni di esplosivo
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MILANO - Non sono solo i pacchi bomba a minacciare i voli di linea. Dopo la scoperta di plichi esplosivi inviati dallo Yemen e diretti negli States, Le Figaro rivela che i terroristi hanno usato in passato anche cani kamikaze. I servizi di intelligence occidentale hanno dato l'allarme discretamente su questo nuovo modus operandi del terrorismo islamico, si legge, e la vicenda di due cani imbottiti di esplosivo, ritrovati morti circa due anni fa nella zona merci dell'aeroporto di Bagdad, è stata a lungo tenuta segreta. I due cani, rinchiusi in gabbie speciali per il trasporto aereo degli animali e quindi pronti all'imbarco, sono stati rinvenuti dall'esercito americano e l'autopsia ha rivelato che erano pie ni di potente esplosivo collegato a un detonatore, prosegue il quotidiano francese. Avrebbero dovuto esplodere in volo, ma i terroristi avevano mal ricucito le due povere bestie che sono morte prima del decollo. I servizi alleati degli Usa sono stati immediatamente avvertiti e le foto del sistema esplosivo dei due cani kamikaze sono state diffuse anche tra i professionisti della sicurezza aerea. Un allarme specifico, indica inoltre il quotidiano francese, è stato redatto dall'Organizzazione dell'Aviazione civile internazionale di Montreal per tutti i paesi aderenti.
VIRGILIO NOTIZIE
2 NOVEMBRE 2010
Terrorismo/ La minaccia arriva da Baghdad: cani-bomba sugli aerei
I fatti risalgono a due anni fa
Roma - All'aeroporto di Baghdad sono stati trovati dei cani imbottiti di esplosivo. gli animali dovevano esere imbarcati su alcuni aerei. Lo rivela oggi il quotidiano Le Figaro che racconta come i cani - due - erano già stati chiusi nelle speciali gabbie adibite al trasporto nella stiva e stavano per essere caricati sugli aerei. L'esplosivo nascosto nelle loro finiture (o fatto assumere agli animali tramite supposte) era regolato da un timer programmato per farli saltare mentre gli aerei erano in volo. La vicenda, spiega sempre le Figaro citando fonti di intelligence occidentali, risale a circa due anni fa ma è stata sino ad oggi tenuta segreta.
GAZZETTA DI PARMA
2 NOVEMBRE 2010
Prendono a calci un gatto e mettono il video su YouTube: denunciati quattro ragazzi
Sarebbe stato identificato il ragazzo che un video su Yotube mostra mentre prende la rincorsa e ridendo colpisce con un violento calcio un gatto che, ferito, perde molto sangue tanto che l’aggressore dice agli amici «ormai è morto». I quattro ragazzi, tutti abitanti a Francofonte, paese del Siracusano, che all’epoca dei fatti non erano ancora maggiorenni, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica del Tribunale per i minorenni di Catania per maltrattamenti a animali. L’episodio risale a due anni fa e per loro non si applica la nuova normativa. I quattro hanno reso ampia confessione dicendosi «pentiti per l’accaduto» e di avere agito «per noia».
Il contenuto del filmato messo on line era stato cancellato alcune ore dopo ma un utente indignato l’aveva conservato e poi girato all’associazione 'Arcanimali' che ha presentato una denuncia sollecitando l’intervento della polizia postale per individuare il responsabile dell’episodio. Nel filmato si vedono alcuni ragazzi che parlano con una forte inflessione dialettale siciliana. Il più alto del gruppo corre e colpisce con violenza il gatto, di colore chiaro. L'animale 'vola' per diversi metri e un amico dell’aggressore commenta: «l'hai ucciso, è morto». Lui soddisfatto, continuando a ridere, si vanta: «gli ho rotto la schiena...». Un altro ragazzo lo blocca: «basta perde sangue, lo hai colpito alle zampe». E lui commenta «ormai è morto», mentre il gatto si accascia su un muro e lentamente si allontana.
TG COM
2 NOVEMBRE 2010
Calci a gatto, quattro denunciati
Siracusa, dopo un video su Youtube
Siracusa - I carabinieri di Augusta hanno identificato il ragazzo ripreso in un video su Youtube mentre prende la rincorsa e ridendo colpisce con un violento calcio un gatto. L'animale perde molto sangue e l'aggressore dice agli amici "ormai è morto". Il giovane è stato denunciato per maltrattamenti ad animali assieme a tre suoi amici, all'epoca minorenni, che hanno partecipato alla violenza. I ragazzi sono abitanti di Francofonte (Siracusa).Per incastrare i giovani, i carabinieri hanno utilizzato proprio il video su Youtube. I militari, infatti, hanno riconosciuto con certezza la località in cui si sono verificate le sevizie, risalendo in breve ai responsabili. I ragazzi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica del Tribunale per i minorenni di Catania per maltrattamenti a animali. L'episodio risale a due anni fa e per loro non si applica la nuova normativa. I quattro hanno reso ampia confessione dicendosi "pentiti per l'accaduto" e di avere agito "per noia".
GEA PRESS
2 NOVEMBRE 2010
Gatto di Francofonte: dall’Etna ribollente ai volti sbattuti su internet
GEAPRESS – Sono già noti i ragazzi che avrebbero preso a calci il gattino di Francofonte (SR). Il gruppetto di non meno di cinque persone, forse non tutti minorenni, avrebbe finanche risposto a chi per primo si era indignato dell’orrenda esibizione del volo del gatto. “Non avendo palloni …. si deve pur giocare“, avrebbero scritto nel gruppo creato e poi cancellato appena sono arrivate le prime avvisaglie di denuncia. Forse un po’ troppo somiglianti ad alcuni personaggi televisivi, ma certo non per questo condannabili. Ragazzi dei nostri giorni.Bravata o cos’altro? A differenza del giovane estone con problemi di alcool, che circa un anno fa si fece filmare mentre gettava un cane da un ponte, e della ragazzina bosniaca immortalata mentre gettava dei cuccioli di cane in un fiume (video inserito in un sito che pubbli cizzava materiale pornografico), nel caso di Francofonte c’è qualcosa che pecca in apparente stupidità. I ragazzi, infatti, avevano creato un loro gruppo, dal nome forse emblematico, ma che di per se non significa niente. Avevano rivendicato tutto, ironizzando pure contro chi per prima li aveva criticati.
Ci auguriamo che i Carabinieri arrivino a loro ed individuino esattamente le singole responsabilità.
Forse uno di loro è il figlio di un noto professionista della zona; se ne occuperà chi di dovere a prescindere da estrazioni sociali ed altre considerazioni su ceto ed educazione. Niente vendette, propositi belligeranti, o altre poco utili ispirazioni come quella di pregare per l’Etna di nuovo borbottante; come esternato in un commento su GeaPress (… non pubblicato). Francofonte non ha niente di diverso da tanti altri posti. Basti dire che molti commenti, se non suggerimenti, sono arrivati da altri ragazzi di Francofonte tra cui alcuni che si prodigano per gli animali. Sono loro ad averci inviato l’immagine della via dove è accaduto il misfatto. Siamo in pieno centro del paese, tra scuole ed abitazioni private.
A differenza dell’Estonia e della Bosnia, questa volta è tutto molto vicino, dentro i confini. Certo, devono essere giudicati per quello che hanno fatto e se poi le pene sono basse (multe ed impossibile reclusione) non è certo per colpa loro. Anzi.
Purtroppo è accaduto, come il gatto di Cortemilia (CN) preso a calci e pugni, messo a testa in già su appeso ad un albero e finito facendogli bere una bottiglia di liquore. Anche in quel caso erano minori ma non vi era nessun video. In questo caso hanno firmato tutto e rivendicato. Arrivano così più o meno tutti ai diciotto anni già preparati a mettersi nei guai. Senza neanche ipotizzare la possibilità di doversi ora difendere. E’ un problema, questo, che sicuramente esula dal singolo fattaccio. Per dirla con le parole di una signora che ha scritto a GeaPress “… da mamma mi sgomento a pensare che mio figlio possa ora o in futuro agire con tale superficialità…ne morirei di dolore“.
Sulla vicenda vedi articolo e video e aggiornamento.
LA SICILIA
2 NOVEMBRE 2010
Su Youtube va in onda la crudeltà
Su Youtube va in onda la crudeltà. Che c'è da stupirsi ormai. Quelli che un tempo, prima dell'avvento «liberatorio» di Internet, erano atti che sì venivano perpetrati ma nell'ombra e talvolta secretati per tutta una vita, oggi sfuggono a ogni freno inibitorio, a ogni senso di colpa. E' la fregola da comunicazione globale fine a se stessa da cui nessuno è escluso, nemmeno gli imbecilli irrecuperabili.
Il video è breve quanto sconvolgente, i protagonisti, ahimé, sono siciliani, di Francofonte. Scena prima: in un vicolo buio un ragazzo si avvicina a un gattino tendendo una mano verso l'animale come se volesse offrirgli del cibo. Che animo generoso! Il micio si avvicina prudente fin quasi a sfiorare quelle dita generose con il muso. Scena seconda: irrompe un secondo giovane e sferra un calcio violentissimo contro il gatto inerme, distratto dalla mano del suo «benefattore». La botta è tremenda, l'animale indifeso vola fin quasi in fondo al vicolo, fra le risate degli immondi protagonisti della squallida imboscata. «Ormai è morto», commenta uno, «gli ho spezzato la schiena», gongola l'altro. Un terzo disturbato mentale filma tutta la scena horror. Scena terza: mentre non si placano risatine e complimenti reciproci, il malcapitato gatto ricompare sul «set». Veloce e furbo come solo un felino sa essere, dribbla i suoi mancati carnefici e sparisce fra le imprecazioni dei tre che non avevano fatto i conti con le sette vite che ogni micio ha nel suo patrimonio genetico. Fortuna che Youtube talvolta si trasforma in un boomerang: lo specchio punisce la vanità di Narciso. Non sono poche le persone indignate che guardano il video e denunciano. Interviene la polizia postale, la cadenza dialettale dei protagonisti fa stringere il campo delle ricerche e, detto fatto, i mostri esibizionisti cadono nel sacco. Un suggerimento a chi dovrà decidere sulla punizione da affibbiare al terzetto: per un periodo non breve ripulire le lettiere dei gatti e gli escrementi dei cani in un centro di raccolta. Il tutto rigorosamente filmato e inserito su Youtube, naturalmente.
ROMA TODAY
2 NOVEMBRE 2010
Alessandrino, pitbull “abbandonato” uccide yorkshire e ferisce padrone
E' successo questa mattina in via del Pergolato. Una guardia giurata che passava di là ha estratto la pistola ed ha sparato al pitbull uccidendolo. Si cerca il proprietario del cane abbandonato
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ROMA - Una banale passeggiata con il proprio cane è finita male per il cane e poteva avere conseguenze peggiori per il padrone. Tutta colpa di un pitbull apparso all'improvviso in via del Pergolato, all'Alessandrino, davanti all'uomo e al proprio piccolo cane. Il cane era senza guinzaglio ed “abbandonato”.
I due cani hanno cominciato ad azzuffarsi ed il piccolo yorkshire ha avuto la peggio: è stato infatti ucciso dal pitbull. Il padrone invece è rimasto ferito ferito alle gambe e alle mani mentre tentava di separare i due cani: se la caverà con 10 giorni di prognosi. E' caccia al proprietario del pitbull che non aveva né collare né un tatuaggio di riconoscimento.
LA GAZZETTA DI MODENA
2 NOVEMBRE 2010
I miei maremmani azzannati alla gola
Alfonso Scibona
Modena - Due pastori maremmani aggrediti da un dogo argentino. E’ successo l’altro giorno in via San Pio X, nell’abitazione di Dina Mantovani. Risposte “superficiali” della proprietaria del cane aggressore e poca considerazione della polizia. «Non è la prima volta che questo cane gira lungo i nostri viali - dice la donna, preoccupata anche perché in cortile si trova spesso la nipotina di 14 mesi - ma l’altra sera è stata superata tutta la possibile sopportazione. Abbiamo aperto il cancello per un attimo ed il Dogo, che era nei paraggi, si è lanciato contro i miei due cani azzannandone uno alla gola. Ho chiamato un mio vicino e siamo riusciti a staccarli. Lui, è riuscito mettere un guinzaglio al cane mentre io portavo i miei due in garage». Ma è un cane conosciuto ? «Certo - ha continuato la Mantovani - gironzola spesso fuori dal suo cancello. Quando sono andata a riferire alla proprietaria quello che aveva fatto il suo animale mi ha detto che sono cose che capitano e che io, che ho dei cani, dovrei capirlo. Allora ho sport denuncia al commissariato ma anche lì, paradossalmente, hanno minimizzato, dicendo che hanno tanto da fare e, in quel particolare momento, che era giunta notizia di due minorenni che avevano perduto i documenti. Beh, spero proprio che non capiti più perché davvero lo sconcerto è tanto».
LA GAZZETTA DI PARMA
2 NOVEMBRE 2010
Stop al traffico di cuccioli
Ogni anno arrivano in Italia circa 200-300 mila cuccioli provenienti dall’Est Europa, introdotti illegalmente nel nostro Paese da mercenari senza scrupoli: spesso strappati alle loro madri prima che si concluda il periodo dello svezzamento, privi di certificati sanitari e documentazione di riconoscimento, sono costretti ad affrontare viaggi estenuanti in condizioni terribili.
Viaggi che per molti di questi sventurati piccolini si concludono con la morte. «Un mercato illegale da 300 milioni di euro l’anno - ha commentato Gianluca Felicetti, presidente nazionale della Lav - giocato sulla pelle dei quattro zampe e di ignare famiglie, sviluppatosi finora anche con gravi rischi sanitari in normali circuiti grazie a una rete di coperture, per la mancanza di una normativa efficace di contrasto». A due anni dalla presentazione della proposta di legge, nei giorni scorsi finalmente questa normativa è arrivata: la Camera dei deputati ha infatti approvato una norma che introduce pene severe contro il traffico illegale di animali da compagnia. «Il nuovo reato prevede la reclusione da 3 mesi ad un anno e la contestuale multa da 3 mila a 15 mila euro: sarà quindi perseguito chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, reiteratamente o tramite attività organizzate, introduce, trasporta, cede o riceve cani o gatti privi di sistemi di identificazione individuale e delle necessarie certificazioni sanitarie e non muniti, ove richiesto, di passaporto individuale - ha spiegato Ilaria Innocenti, responsabile nazionale settore cani e gatti della Lav. Un’aggravante è prevista se i cani o i gatti introdotti illecitamente sono cuccioli di età accertata inferiore a dodici settimane o provengono da zone, come i Paesi dell’Est, sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria per evitare la diffusione di patologie come la rabbia». La nuova legge inasprisce anche le pene per i reati di uccisione e maltrattamento di animali: nel primo caso, la reclusione prevista è «da 4 mesi a 2 anni» (contro i precedenti «da 3 a 18 mesi»), mentre nel secondo è «da 3 a 18 mesi» (contro i precedenti «da 3 mesi ad un anno»). Le sanzioni pecuniarie potranno oscillare «da 5mila a 30mila euro» (prima le multe previste erano «da 3mila a 15mila euro»). «Questa legge è un atto di civiltà perché, fra gli altri obiettivi, - ha proseguito Felicetti - rende praticabile quello dello scoraggiamento del mercato degli animali ed ora, per le nuove e più grandi responsabilità, impone allo Stato e alle Regioni autonome di rafforzare le polizie locali e nazionali nelle attività specializzate a reprimere i reati contro gli animali». Per il presidente Lav l’impegno maggiore sarà far applicare la legge in maniera piena ed efficace. «Altrettanto importante è che ogni cittadino faccia la sua parte per contribuire a stroncare questo squallido fenomeno giocato sulla pelle di animali in tenera età, evitando di "mercanteggiare" esseri viventi e denunciando eventuali trasgressori - ha concluso la Innocenti -. Adottare un cane o un gatto da un rifugio è sempre da preferire, per il bene dei tanti animali che rischiano di passare tutta la vita rinchiusi in un canile e per contribuire ad arginare il fenomeno del randagismo, purtroppo alimentato anche da quella sottocultura che tratta gli animali come merce».
CORRIERE ADRIATICO
2 NOVEMBRE 2010
Lupa travolta e uccisa
Sassocorvaro (PU) - Attenti al lupo. Ucciso, lungo la strada Fogliense a Case Nuove Provinciali di Sassocorvaro, un lupo femmina in età, quasi sicuramente, subadulta. Un signore, residente a Pesaro, mentre viaggiava con la propria utilitaria, in direzione mare- monte, giunto all’ altezza di Case Nuove Provinciali, ha urtato l’animale.
Il lupo dalla scarpata a monte si apprestava probabilmente ad attraversare la provinciale Fogliense, per abbeverarsi nel sottostante fiume Foglia e ha attraversato la sede stradale proprio quando sopraggiungeva l’utilitaria. Il conducente ha sentito distintamente l’urto senza vedere però l’animale che aveva sbattuto nella parte anteriore sinistra del mezzo. Per le ferite riportate dal forte urto l’animale poco dopo è deceduto. Per i rilievi di legge sono intervenuti una pattuglia della Polizia Stradale e un agente della Polizia Provinciale. Quest’ultimo ha preso in consegna la carcassa del canide che verrà sottoposta ad altri ed utili rilievi. Ennesima prova che il lupo, in provincia di Pesaro, tende ad allargare il proprio territorio spingendosi sempre più vicino ai centri urbani.
MATTINO DI PADOVA
2 NOVEMBRE 2010
«Sottovalutate le nuove norme sul maltrattamento degli animali»
MONSELICE (PD). Qualcuno ha fatto notare che se si volesse davvero imporre l’embargo ai fantini «stranieri», romagnoli o abruzzesi che siano, per par condicio bisognerebbe rispedire al mittente anche lo scacchista russo, il podista kenyota... ovvero a protagonisti delle altre prove della Giostra. In poche parole ci si troverebbe nella contradditoria situazione di chi da un lato spende un sacco di quattrini per promuovere all’estero un evento e dall’altro punta a ricacciare la stessa manifestazione ad una dimensione paesana. «Qualcuno dimentica - dice Giuliano Brunazzo, anema e core della contrada Torre (quella che quest’anno si è vista cancellare la vittoria) - che i fantini che arrivano da fuori si portano dietro anche pullman di sostenitori, gente che paga il biglietto e contribuisce a riempire gli spalti& raquo;. Brunazzo è colui che fece scoppiare lo scandalo dello sperone proibito, accorgendosi per primo del bubbone di scotch sullo stivale di Capiani. «Il problema è che quest’anno è stato pagato dazio all’inesperienza - aggiunge -. Le nuove norme per reprimere il maltrattamento agli animali sono state prese alla leggera. Per dirla tutta, bastava che i cavalieri squalificati prima della gara dichiarassero di aver trattato i cavalli con antinfiammatori e non sarebbe successo nulla... La lezione deve servire di regola. La Giostra deve crescere».
IL PAESE NUOVO
2 NOVEMBRE 2010
Tra i turisti del ponte anche cacciatori, armi e richiami sotto sequestro
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Lecce (Salento) – La polizia provinciale di Lecce nell'ultimo fine settimana ha sequestrato armi, munizioni, fauna selvatica abbattuta e richiami acustici vietati. Denunciati sette cacciatori.Proseguono i controlli sul territorio disposti dal comandante della polizia provinciale di Lecce, Antonio Arnò. L'obiettivo resta quello di prevenire e reprimere gli illeciti ambientali. Nel corso del lungo ponte festivo, tra i turisti in arrivo del Salento, anche numerosi cacciatori provenienti da altre regioni d’Italia hanno approfittato del clima mite e della macchia mediterranea, ricca di fauna migratoria e stanziale, per esercitare la caccia. Illecitamente.Durante la battuta nelle campagne di Neviano, Ugento, Presicce, Specchia, Tricase e Salve, gli agenti hanno sorpreso in flagranza di reato sette cacciatori, quattro dei quali in arrivo dalle province di Roma e Perugia, mentre esercitavano l’attività venatoria utilizzando quattro richiami acustici elettromagnetici per attrarre i tordi e per poi abbatterli. Due di loro, inoltre, si trovavano all’interno di “un'oasi di protezione”, all’interno, cioè, di una porzione di territorio vietata alla caccia al fine di consentire il ripopolamento delle diverse specie di uccelli migratori e stanziali.La fauna selvatica abbattuta, i fucili e le munizioni sono stati posti sotto sequestro, mentre i cacciatori sono stati tutti denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Lecce per esercizio dell’attività venatoria con mezzi vietati e abbattimento di fauna in oasi di protezione.Durante questi primi due mesi di attività venatoria, la polizia provinciale ha accertato e contestato cinque violazioni di carattere amministrativo per circa 700,00 euro che vanno a sommarsi ai circa 1.500,00 euro già comminati ad altri cacciatori dall'inizio dell'anno ad oggi. “I richiami acustici, spiega il comandante Arnò, rappresentano un serio danno alle specie migratorie. Vengono infatti richiamate in abbondanza, “tradite” dal suono monotono e ripetitivo, ed abbattute con eccessiva semplicità da persone con ben pochi scrupoli; spiace rilevare che sono sempre più numerosi coloro che, soprattutto provenienti da fuori Regione, fanno uso di apparecchiature illegittime per riempire il proprio carniere”.
Animalieanimali
2 NOVEMBRE 2010
ROSSO VEGLIARDO, A RICORDO DEL NOSTRO CANE CHE NON C'E' PIU'
Il cane di mio marito ci ha lasciato dopo 15 anni . Non pensavo si potesse soffrire oltre che per un abbraccio perduto anche per il ricordo di un buffo scodinzolio. Questo è il mio ricordo per "Pizzitacchio"
ROSSO VEGLIARDO
E di nuovo cambia aria il nostro cuore e la brezza sapida di vino ammostato se n'è già andata via, trascinandosi la dolcezza di uno spassoso scodinzolìo, il fremito di un festoso benvenuto, il solido patto fra una zampa e una mano nelle placide notti accucciate sul rosso Vegliardo sotto i nostri balconi. ANGELA BALDASSARRE SAN CHIRICO NUOVO (PZ)
IL TIRRENO
2 NOVEMBRE 2010
Fino al 31 marzo si può macellare i suini in casa
QUARRATA (PT). A partire da ieri primo novembre, è possibile macellare i suini in casa. Con un’ordinanza, il Comune ha dato il via libera alla macellazione domiciliare dei suini per il consumo privato ed esclusivo uso familiare delle carni. Il periodo per l’abbattimento dei capi durerà fino al 31 marzo 2011. Il numero massimo di animali macellabili è di due suini all’anno per nucleo familiare, aumentabile nel caso di famiglie particolarmente numerose o per altri giustificati motivi. La macellazione dovrà essere comunicata al Comune secondo il modello fornito dal servizio attività produttive.
IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA
2 NOVEMBRE 2010
Maiali importati illegalmente, chiuse le indagini della Procura della Repubblica
A giudizio due fratelli di San Giorgio Lucano ritenuti tra le menti dell'associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale
EMILIA MANCO
Matera - Si sono concluse le indagini della Procura della Repubblica di Matera in merito all’operazione condotta dalla Guardia di finanza, che circa due mesi fa portò all'arresto di 14 persone in diverse regioni d'Italia, tra cui i due fratelli Corrado di San Giorgio Lucano, ritenuti tra i principali responsabili di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale ed al commercio di capi di bestiame (suini) in violazione delle norme sanitarie.
Ora gli indagati, entro 20 giorni dalla notifica dell'avviso di conclusione delle indagini, hanno facoltà di presentare memorie, produrre documenti e depositare documentazione relativa alle investigazioni presso la segreteria del pubblico ministero, Rosanna Defraia. Gli indagati, i fratelli Gianni e Pasquale Corrado, Siegried Unterleitner e Francesco De Luca attualmente sono sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Il giorno del blitz, lo scorso mese di settembre, l'indagine era stata classificata come una vera e propria associazione a delinquere composta da allevatori, intermediari di commercio e veterinari del servizio pubblico che, falsificando documentazione sanitaria e fiscale, avevano come scopo principale l'importazione di animali vivi eludendo la normativa sanitaria ed evadendo completamente le imposte sulla successiva commercializzazione. A conclusione degli approfondimenti investigativi, disposti dalla Procura di Matera in ordine ad una vicenda che, già nel giugno del 2009, aveva portato alla denuncia di 17 persone, di cui una tratta in arresto, i finanzieri avevano eseguito, in varie regioni d'Italia, 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Matera. Le province interessate dall'operazione sono state quelle di Matera, Potenza, Cosenza, Salerno, Reggio Calabria e Bolzano. Attraverso alcune ditte individuali e società appositamente costituite e intestate a “teste di legno”, il sodalizio criminale, nel giro di circa un quinquennio, avrebbe illecitamente immesso sul mercato nazionale oltre 30mila suini provenienti dall'estero e realizzato un'evasione fiscale quantificabile in oltre 8 milioni di euro, perchè rimarchiati come capi italiani. Al fine di ostacolare gli eventuali accertamenti del fisco, gli indagati avrebbero distrutto o occultato tutta la documentazione contabile inerente il commercio di bestiame e omesso sistematicamente di presentare qualsivoglia tipo di dichiarazione ai fini fiscali. Nonostante l'assenza della contabilità, grazie all'incrocio dei dati esistenti nelle banche, dati concernenti le operazioni di acquisto intra comunitario, i finanzieri sono comunque riusciti a ricostruire il volume di bestiame movimentato ed a procedere alle relative contestazioni di natura fiscale. Dalle indagini è emerso, inoltre, che i personaggi chiave dell'organizzazione, per disporre delle garanzie necessarie per effettuare alcune operazioni di importazione, avevano utilizzato una serie di società di comodo, falsificandone i dati di bilancio e traendo in inganno alcuni istituti di credito al fine di ottenere fidejussioni in assenza di idonee garanzie patrimoniali. Scaduti i termini canonici dell'avviso di conclusioni indagini il pubblico ministero potrà avanzare la richiesta di rinvio a giudizio al Gup di Matera.
LA TRIBUNA DI TREVISO
2 NOVEMBRE 2010
Cervi da abbattere sì, ma a pagamento
Francesco Dal Mas
VITTORIO VENETO (TV). «In tempi di tagli di bilancio sarà opportuno che i cacciatori paghino il cervo che abbattono in Cansiglio». La proposta che farà sicuramente discutere è di un cacciatore, Michele De Bertolis, assessore alla cultura. 1500 i cervi da abbattere in 3 anni. Tra i 1.200 ed i 1.500 euro ogni cervo: questo, secondo De Bertolis, la quota che i cacciatori sarebbero disponibili a pagare ad ogni capo abbattuto. Per l’assessore, notoriamente appassionato di attività venatoria, che svolge anche all’estero, dall’Ungheria alla Croazia, accompagnandosi talvolta con l’europarlamentare Giancarlo Scottà, il prezzo è abbordabile, anzi conveniente, perché corrisponderebbe ad un quintale circa di carne e al caratteristico palco del cervo, anch’esso commerciabile e di s olito ben pagato. L’Ente Veneto Agricoltura, d’accordo con le Regioni Veneto e Friuli Venezia Guiulia, nonché con le Province di Treviso e Belluno, ha fissato un programma di 460 cervi da abbattere (o catturare) il prossimo anno, di cui ben 400 al di fuori della riserva dell’altopiano, quindi fra i Comuni di Vittorio Veneto, Fregona, Sarmede, Cordignano, oltre che in Alpago. Il timore degli iscritti alle diverse riserve di caccia è che l’affare se lo sbrighino tra le guardie forestali e provinciali. «Noi cacciatori ci mettiamo a disposizione e siamo pronti a tirar fuori qualcosa di tasca nostra, perché ci rendiamo ben conto che possiamo realizzare affari d’oro - ammette De Bertolis -, ancorché si tratti di una caccia di selezione, per cui non è la prima bestia che ti capita a tiro che tu puoi uccidere. E’ giusto, tuttavia, che, come paghiamo all’estero quanto abbattiamo, lo dobbiamo fare anche qui». E la somma da riscuotere dovrebbe essere lasciata ai Comuni, anzitutto per risarcire i danni degli animali ai contadini, e poi per fronteggiare i tagli della spesa corrente. «Mi basterebbero 150 cervi per evitare il ridimensionamento imposto alla spesa corrente dal governo» sospira l’assessore De Bertolis.
RETE 5 TV
2 NOVEMBRE 2010
Un orso a passeggio durante una festa
CIVITELLA ALFEDENA (AQ) – Ha festeggiato Halloween con una scorpacciata di mele. Un orso e' sceso in pieno centro abitato a Civitella Alfedena, nel Parco nazionale d'Abruzzo, e dopo aver attraversato il pub dove era in corso una festa, si e' diretto in un orto, distante solo qualche metro, di proprieta' di un dipendente del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
E' accaduto la scorsa notte e alcuni fortunati che si trovavano all'esterno del locale hanno visto l'orso attraversare in tutta tranquillita' la strada e poi abbassare la rete di recinzione dell'orto per entrare. Una volta dentro l'attenzione dell'orso e' stata catturata dalle mele che si trovavano a terra, finite le quali ha iniziato scuotere le piante per far cadere quelle più mature. Alle prime luci dell'alba, probabilmente sazio, e' andato via ripercorrendo a ritroso la s trada che porta alla Valdirose. Il dipendente del Parco, come gia' accaduto in precedenza, non chiedera' il ristoro del danno subito alla recinzione, ma ha promesso che domani stesso provvedera' a cogliere le ultime mele sugli alberi, visto che dall'inizio della raccolta e' riuscito a portarne a casa solo qualche chilo, utilizzato per fare la marmellata vanto della tradizione civitellese.
LA NUOVA FERRARA
2 NOVEMBRE 2010
Colombi, si cercano altre soluzioni
Margherita Goberti
Ferrara - Il problema-piccioni non è nuovo, anzi risale a diversi anni fa, quindi ancor prima dell’attuale amministrazione comunale; ma è ritornato alla ribalta la scorsa estate quando in seguito a segnalazioni da parte dei cittadini ed a controlli effettuati dall’Enpa, è scattata la denuncia per maltrattamento degli animali. Stiamo parlando di quelle numerosissime voliere autocatturanti posizionate sul nostro territorio, che dovrebbero servire a prendere questi uccelli per selezionare i malati da quelli sani, sterilizzare questi ultimi e liberarli poi in zone lontane dalla città. Ma questo sembra proprio che non si stia verificando, visto che ne sono stati trovati parecchi morti di fame e di sete ancora chiusi nei piccoli abitacoli. E ieri, a distanza di qualche mese, c’è stata una reazione online da parte degli animalisti di tutta Italia che informati del fatto hanno inviato e-mail al Comune di Ferrara, all’azienda Usl e al nostro giornale condannando questa situazione. «Purtroppo - ammette Laura Brunello, responsabile dell’associazione Animali Esotici e Conigli di Ferrara - l’utilizzo delle gabbie, dove i colombi entrano attirati dal cibo ma da dove non riescono più ad uscire, è ammesso soltanto quando vi è una eccessiva presenza di animali. Quello che non è ammissibile è farlo morire in modo così crudele». Oggi le voliere posizionate presso il Consorzio di via Marconi non ci sono più ma ne rimangono purtroppo tantissime sparse sul territorio. Laura Brunello ricorda inoltre di aver partecipato di recente ad una consulta in Comune proponendo di dare ai colombi un mangime anticoncezionale, usato in altre città con buoni risultati ma senza che la sua idea fosse accettata. La gestione di queste gabbie - prosegue - è stata affidata alla ditta bolognese L’Aquila che evidentemente non procede secondo il regolamento. Ci pare molto strano infine che si rifiuti la spesa di un mangime anticoncezionale e si spendano soldi per gli esami di controllo sullo stato di salute dei piccioni per la loro sterilizzazione, che sono molto più onerosi». Come lei altri rappresentanti delle associazioni animaliste concordano nel condannare l’uso delle gabbie ed a questo proposito hanno inviato a Massimo Vitturi, responsabile nazionale Fauna Selvaggia della Lav, la documentazione relativa, perché trovi una via legale per contrastare questo procedimento. Le proposte da parte degli animalisti per ovviare al problema sono diverse: isolare gli spazi dove nidificano i colombi con reti, creare un punto-cibo lontano dal centro storico per esempio nelle campagne dove alla selezione provvederà il ciclo naturale della vita e della morte e naturalmente utilizzare il mangime anticoncezionale. «Vorremmo conoscere i dati relativi al metodo delle gabbie - è il coro unanime delle associazioni - quanti colombi c’erano prima e quanti ce ne sono adesso e dove sono quelli con l’anellino della sterilizzazione nella zampa che nessuno ha mai visto. E a proposito della diceria che i piccioni portano malattie, siamo convinti che non rappresentino la calamità moderna e che uccidano più il fumo dei colombi». Interpellato a questo punto l’assessore alla sanità Chiara Sapigni, concorda nel ritenere questo argomento periodico e che la campagna contro i piccioni con l’uso della gabbia sia certamente da condannare specie se porta a questi esiti. «Ammetto che abbiamo incontrato molte difficoltà per individuare una ditta che proceda in modo più regolare rispetto a L’Aquila, non più ritenuta idonea ed adeguata a continua re. Abbiamo bocciato la proposta del mangime anticoncezionale perché si dovrebbe dare tutto l’anno e perché, oltre al costo elevato, potrebbe essere ingerito anche da altri uccelli per i quali non è prevista una selezione. Non possiamo infine coprire tutti i pertugi della città perché non sarebbe d’accordo la Soprintendenza e andrebbe a incidere moltissimo sul bilancio. Il problema come sempre deve essere demandato e risolto in massima parte dai veterinari dell’Asl che avevano già il compito di consultarsi con i colleghi delle altre città. Quindi dopo questa valanga e-mail li convocherò e sentirò come procedere».
GEA PRESS
2 NOVEMBRE 2010
Sardegna: a pesca di…tonnellate di corallo
GEAPRESS – Nel corso dei due ultimi meeting degli uffici della Convenzione di Washington (CITES) sul commercio di flora e fauna minacciata di estinzione, una vera e propria battaglia di comunicati si è svolta tra chi, dati alla mano, voleva difendere il mare, ovvero Stati Uniti e Cina, e l’Italia. Quest’ultima, suoi dati alla mano, sosteneva il prelievo, la lavorazione e il commercio di corallo.In effetti, a ben guardare i comunicati relativi all’ultimo meeting della Convenzione di Washington, tenutosi a Dubai nel marzo di quest’anno, i rappresentanti del nostro paese non erano molto in sintonia con il mare. Piuttosto con le associazioni si categoria delle ditte che lavorano il corallo. ‘Il Ministro Prestigiacomo ed il Sottosegretario agli Esteri Scotti - si legge in una nota dello scorso marzo – fino all’ul timo hanno lavorato in questa direzione con l’attenta presenza delle associazioni di categoria (Assocoral)‘.Le preoccupazioni era soprattutto rivolte alle ditte campane, le quali (non avendo più contingenti sufficienti in loco) si riforniscono altrove, tra cui la Sardegna.Nell’isola meta di vacanzieri da quindici giorni, vi sono trenta permessi di prelievo del corallo, sebbene poco più di venti operativi. Ogni pescatore può prelevare fino a due chili e mezzo al giorno (sempre che effettivamente sia controllato). La prima data comunicata per la fine del prelievo, era stata fissata al 15 ottobre, poi prorogata al 29, ed infine al 15 novembre. In Sardegna capita che il mare può essere mosso. A quanto pare non è un fenomeno solo sardo ….., ma la Giunta Regionale meteoropatica, decide per questo l’ulteriore rinvio. Grazie ai dati in loro possesso si possono tirare fuori dal mare parecchie centinaia di chili di corallo sardo. Solo l’anno scorso ne furono staccate due tonnellate!!
IL TIRRENO
2 NOVEMBRE 2010
SMARRIMENTO
A Pontedera (PI), zona Scolmatore, è stato smarrito Cross, cane springer spaniel bianco-marrone. Ha un collarino bianco e il tatuaggio 9EFS20. Telefonare al 328 4748102 (Fabio)
http://persietrovati.blogspot.com/2010/11/pontedera-pi-smarrito-cane-springer.html
GEA PRESS
2 NOVEMBRE 2010
Kenya – scontro a fuoco con i bracconieri
Morti e feriti in una guerra dimenticata che sta portando all'estinzione l'elefante africano.
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GEAPRESS – Tre bracconieri uccisi, quattro mitragliatrici illegalmente detenute poste sotto sequestro, cinque elefanti uccisi, avorio sequestrato ed una guardia del Kenya Wildlife Service ferita. E’ questo per ora il risultato di due diverse operazioni messe in atto in questi giorni ai danni del bracconaggio, finalizzato al commercio di avorio, in Kenya. Le autorità sospettano che il conto non sia ancora chiuso dal momento in cui vi sono fondati motivi per ritenere che alcuni bracconieri siano rimasti feriti nel corso del conflitto a fuoco.Le Guardie keniote, da quanto si è appreso, erano arrivate sul posto dove era stato ucciso un elefante. Hanno così atteso l’arrivo dei bracconieri i quali, però, hanno subito aperto il fuoco una volta accortisi che stavano per cadere nella rete della polizia.Le località coin volte sono entrambe in aree di Parco nazionale, quello di Meru ed il Tsavo National Park, entrambi molto famosi grazie alle centinaia di documentari naturalisti che vi sono stati girati.Il Kenia è un paese che ha già bandito ogni forma di caccia all’elefante schierandosi, nel corso dei meeting della Convenzione di Washington, contro ogni forma di legalizzazione di tali traffici. Purtroppo ha dovuto subire gli attacchi sia dei rappresentanti di altri stati africani che consentono la caccia (Sudafrica, Zambia e Zimbabwe in testa) ma anche le intrusioni dei bracconieri spesso legati ad organizzazioni con sede in altri paesi. Gli stessi bracconieri, in alcuni casi, sono stati individuati mentre sconfinavano.In venti anni la popolazione di elefanti africani è passata da due milioni di individui a meno di cinquecentomila. Nonostante ciò le autorità di alcuni stati continuano ad ottenere i permessi non solo per sparare agli elefanti ma anche per immettere nel mercato l’avorio sequestrato o proveniente dalle cosìddette cacce di selezione. E’ proprio questo commercio a formare i canali legali dove poi si mimetizza, tramite facili falsificazioni dei documenti, quello di contrabbando. L’avorio viene, poi, inviato nei mercati dell’estremo oriente, e spesso rivenduto sia a paesi medio orientali che occidentali. Nella sezione “esotici” e “caccia” di GeaPress, nonché utilizzando il motore di ricerca interno al sito, sono disponibili numerosi articoli relativi ai commerci illegali di avorio.
LA VOCE
2 NOVEMBRE 2010
Herpes virus sui cavalli da trotto, sequestrato l’ippodromo
TARANTO — C’è grande preoccupazione nel mondo dell’ippica tarantina per l’infezione di herpes che ha colpito tre cavalli da trotto che gareggiavano all’Ippodromo Paolo VI di Taranto. Gli animali sono già stati sottoposti a eutanasia assistita.La conferma sulla pericolosità dell’infezione arriverà tra oggi e domani dai laboratori dell’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, dove sono stati inviati i campioni encefalici prelevati sugli esemplari abbattuti. Intanto, ieri, il servizio veterinario dell’Asl di Taranto ha sequestrato la struttura disponendo il cordone sanitario. Questo significa divieto assoluto all’ingresso di nuovi animali nella struttura. Quelli presenti potranno invece gareggiare regolarmente. In caso di positività dell’esame, uno speciale organismo composto da membri dell’Istituto zooprofilattico di riferimento nazionale di Teramo, del Servizio sanitario regionale, dell’Unire e del Ministero della Salute, deciderà le misure, che saranno rapportate alla gravità del caso, e che possono arrivare fino alla sospensione di tutte le attività dell’ippodromo.La segretaria dell’Ordine dei medici veterinari della provincia di Taranto, Maria Rosaria Manfredonia, che si occupa proprio delle patologie equine, non esprime pareri, almeno per ora. «Meglio parlare quando ci saranno posizioni ufficiali perché ad avventurarsi in quelle ufficiose si rischia di creare solo allarmismo. Aspettiamo il parere delle parti – dichiara la dottoressa – prima di lanciare preoccupazioni che allo stato delle cose non hanno ancora un riscontro».Il dibattito però accende molto la categoria, anche con qualche polemica relativa alla mancanza di profilassi e alla cattiva educazione sanitaria degli allevatori. L’infezione da herpes, fanno sapere le fonti veterinarie, può essere combattuta con il vaccino, che purtroppo non è obbligatorio per i cavalli. «Tutto ciò che non è obbligatorio in Italia non viene applicato», affermano da tempo i veterinari. Affrontando l’emergenza in atto, c’è poi chi tira il freno invitando a guardare i numeri sull’incidenza dei contagi in Italia. Secondo costoro è sbagliato parlare di epidemia o di allarme sanitario con soli tre casi su circa cento esemplari da trotto presenti in tutta la provincia di Taranto.Il primo a rilevare i sintomi della malattia sui cavalli è stato il veterinario del centro ippico Paolo VI. La patologia, che ha un’evoluzione fulminea, si manifesta con i sintomi del raffreddore, che in poche ore si aggravano sino alla comparsa di segni nervosi. In questi casi il virus ha raggiunto il cervello provocando un indebolimento generalizzato dell’animale, che non riesce a mantenersi in piedi e si accascia entrando in uno stato vegetativo assimilabile al coma vigile dell’uomo.
ASCA
2 NOVEMBRE 2010
CACCIA: LAV, SONDAGGIO MINTURISMO CONFERMA CHE ITALIANI SONO CONTRARI
(ASCA) - Roma, 2 nov - Il recente sondaggio sulla caccia, commissionato dal Ministero del Turismo, conferma una volta di piu' che la stragrande maggioranza degli italiani e' contraria alla caccia. Una contrarieta' che si fonda su molteplici aspetti: l'inutile massacro di milioni di animali; i gravi rischi per l'incolumita' pubblica; l'alterazione degli equilibri ambientali. Lo afferma in una nota la LAV- Lega Anti Vivisezione facendo riferimento al sondaggio Ipsos, intitolato ''Gli italiani, il turismo, gli animali e la caccia'', secondo il quale l'88% degli italiani ritiene importante che la politica intervenga a tutela degli animali, domestici o selvatici, e il 77% crede che il nostro Paese debba adeguarsi a un piu' evoluto contesto europeo di tutela e rispetto nei loro confronti.
''La maggioranza contraria alla caccia, che emerge dal sondaggio del Ministro Brambilla, e' letteralmente schiacciante rispetto ai cacciatori, che rappresentano solamente l'1% della popolazione! - dichiara Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della LAV - In un Paese democratico la caccia sarebbe gia' stata abolita da tempo. Grazie a questo sondaggio anche le massime istituzioni nazionali hanno preso atto che il rispetto degli animali e dell'ambiente interessa la gran parte dei cittadini, e non e' appannaggio esclusivo delle associazioni animaliste ed ambientaliste. L'accresciuta sensibilita' nei confronti di questi temi deve necessariamente indurre l'esecutivo a tenere in debita considerazione le richieste della maggioranza degli italiani cominciando, ad esempio, dall'abolizione dell'art. 842 del Codice civile, che consente ai cacciatori, solamente se armati, di entrare nelle proprieta' private senza chiedere il permesso e senza che il legittimo proprietario li possa allontanare''. ''L'art.842 del Codice civile rappresenta una gravissima anomalia del nostro ordinamento democratico - prosegue la LAV - per l'abolizione del quale gia' nella scorsa legislatura era stato depositato un disegno di legge, sostenuto da una petizione della LAV che aveva consegnato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, quasi centomila firme, raccolte in pochi mesi''. L'abolizione dell'art.842 del Codice civile, oltre a ripristinare la tutela della proprieta' privata, costringerebbe i cacciatori ad appendere definitivamente i fucili al chiodo, avverte l'associazione.
ASCA
2 NOVEMBRE 2010
MALTEMPO: LAC, ZAIA CHIUDA SUBITO LA CACCIA IN TUTTO IL VENETO
Roma - La Lac, Lega per l'Abolizione della caccia-Sezione del Veneto, ''in considerazione delle gravi condizioni climatiche alle quali e' sottoposta tutta la regione, con precipitazioni ininterrotte da giorni, con interi paesi allagati e numerose frane'', chiede al presidente della regione, Luca Zaia, di ''chiudere immediatamente la caccia in tutta la Regione''. Le ragioni della richiesta, spiega la Lac sono due, ''la prima per salvaguardare la fauna ormai in grave difficolta' perche' stremata ed impossibilitata a muoversi da giorni per la ricerca del cibo, la seconda per evitare che gli addetti ai soccorsi oltre a seguire le migliaia di cittadini bisognosi di aiuto debbano intervenire il localita' impervie per soccorrere i cacciatori che si mettono nei guai''. La richiesta viene inoltrata, specifica la Lac, ''con il supporto della legge regionale sulla caccia, la 50 del 1993, che prevede, all'articolo 17 che il 'Il Presidente della Giunta regionale puo' ... vietare l'esercizio venatorio ...per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche'''.''Cacciare gli animali selvatici con queste condizioni e' come sparare sulla Croce Rossa, inoltre eventuali cacciatori che si mettessero nei guai andrebbero a sottrarre ulteriori forze agli addetti al pronto intervento gia' impegnatissimi nei soccorsi ai civili - ha dichiarato Andrea Zanoni presidente della Lac del Veneto- ecco perche' chiediamo al Governatore Zaia di chiudere subito la caccia in tutto il Veneto, vediamo se lo fara' con la stessa solerzia che ha approvato la caccia in deroga agli uccellini protetti oppure se fara' orecchie da mercante''.
CORRIERE DI MAREMMA
2 NOVEMBRE 2010
Ancora due pecore sbranate da i lupi.
Le carcasse degli animali sono state ritrovate in località Forcole.
ABBADIA SAN SALVATORE (SI) - Primo giorno di caccia al cinghiale con sorpresa per i componenti della squadra Il Ceppo di Abbadia San Salvatore, alcuni dei quali si sono imbattuti in due pecore sgozzate e dilaniate dai lupi. L'episodio è avvenuto in prossimità della località Forcole, tra il Comune di Abbadia San Salvatore e quello di Castiglione d'Orcia e più esattamente la frazione di Bagni San Filippo. I due animali privi di vita e con evidenti segni dello scempio subito (erano state azzannate alle mammelle) erano lì, sulla strada e accanto una donna, la moglie del proprietario, che ha un capannone nelle vicinanze, la quale piangeva disperata. Dagli inizi dell'anno, infatti, sono state sbranate dai lupi oltre cento pecore del loro gregge. Una enormità. Il resto ieri mattina era sparso nel bosco. I cacciatori hanno poi proseguito per la loro giornata di caccia. Del lupo nessuna traccia. Era comunque il primo giorno che battevano quella zona. Hanno invece fatto fuori, nonostante il disagio per il maltempo e la pioggia, sei cinghiali. Non è un sogno che i lupi, della cui presenza in Amiata e in Val d'Orcia c'è certezza, vengano avvistati in prossimità dei centri abitati, anche là dove non necessariamente vi è la presenza di un gregge. Negli ultimi anni si stanno verificando numerosi casi di predazione da parte di canidi a spese di specie domestiche. Il fenomeno è da attribuirsi in alcuni casi a cani, in altri casi a lupi (Canis lupus)
ASCA
2 NOVEMBRE 2010
AMBIENTE: WWF, SERVE PIU' IMPEGNO PER LA CONVIVENZA UOMO-ORSO
Roma - La conservazione di una specie animale come l'orso ha bisogno di impegni costanti e coordinati. Non ci si puo' fermare, recuperare specie a rischio e garantirgli un futuro necessita di decenni di impegno e questo non puo' venir meno proprio quando ci sono i primi risultati. E' quanto afferma il WWF in una nota precisando che domani, mercoledi' 3, in seduta straordinaria il Consiglio Provinciale di Trento sara' chiamato a discutere una mozione della Lega Nord per ottenere ''una revisione del progetto Life Ursus con ricognizione dei danni causati dalla presenza dell'orso in Trentino''.
Eppure, sottolinea l'associazione, proprio negli scorsi giorni e' formalmente partito un nuovo progetto Life nazionale, supportato dall'Unione Europea, per lo sviluppo di tutte quelle attivita' che possano favorire la coesistenza tra le attivita' umane e l'orso e facilitare quegli interventi di conservazione che possano scongiurare una progressiva rarefazione e la definitiva estinzione di questo animale unico e irrinunciabile, parte preziosa del nostro patrimonio di biodiversita'. '' Pochi giorni fa a Nagoya i Governi si sono impegnati in uno storico accordo per la tutela della biodiversita' assumendosi importanti obiettivi per il 2020. Questo accordo conferma il bisogno fondamentale di mettere al centro la conservazione della biodiversita' come elemento fondamentale della nostra economia e della nostra societa'. Ci auguriamo quindi che anche tutti gli enti e le istituzioni che hanno aderito al progetto life sull'orso mantengano alto il loro livello di interesse e riescano a promuovere azioni e interventi necessari ad una politica di conservazione del nostro patrimonio naturale'', ha detto Fulco Pratesi presidente onorario WWF Italia. Sulle Alpi per l'orso bruno serve confermare l'impegno promosso fin qui, migliorando le attivita' di prevenzione per favorire la coesistenza tra uomo e orso. I danni provocati in Trentino dall'orso risultano limitati, certamente non superiori a quelli causati dagli ungulati, ed in particolare dal cinghiale, specie questa introdotta abusivamente a scopo venatorio. Tali danni vengono integralmente e con puntualita' risarciti dalla Provincia. A giudizio del WWF oggi serve un impegno anche superiore a quanto finora fatto per la conservazione, e' necessaria un'azione seria e coordinata a livello nazionale e sopranazionale per scongiurare l'estinzione di questo animale e trarre beneficio dalle attivita' finora promosse, con un maggior coordinamento tra le varie istituzioni e gli Stati interessati, a tutela di una ricchezza faunistica che e' una ricchezza comune.
LA PROVINCIA PAVESE
2 NOVEMBRE 2010
Gregge salvato dalla piena del Po
Anna Mangiarotti
PIEVE ALBIGNOLA (PV). Un gregge di 400 pecore bloccato su un isolotto circondato dalle acque del Po, salite di livello per le forti piogge, alla confluenza con il torrente Riazzolo. Per portarle in salvo, i vigili del fuoco hanno lavorato ieri dal primo pomeriggio fino a notte fonda. Ieri sera si prevedeva che il salvataggio delle pecore si sarebbe concluso nella notte, nonostante le difficili condizioni del fiume, la pioggia battente e i problemi determinati dagli animali che, molto spaventati, cercavano di non farsi caricare sul canotto dei pompieri per essere portati a riva, da un certo punto in poi alla luce delle fotoelettriche. Il proprietario delle pecore è Renato Balduzzi, 46enne, originario di Bergamo: il gregge (i capi valgono circa 180mila euro) in autunno staziona stabilmente proprio sotto il ponte del Po dell’autostrada Milano-Serravalle, sulla sponda lomellina del fiume in località Cascinotto Mensa. Dice il pastore: «Siamo stati poco previdenti, non pensando che il Po potesse crescere molto di livello in così breve tempo. A custodire le pecore era un mio dipendente che stava a riva mentre il grosso degli animali, tutte pecore da carne pregiata, erano su un isolotto al di là del torrente Riazzolo che poco più avanti confluisce nel fiume Po». Quando il collaboratore ha avvertito del pericolo, dice Renato Balduzzi, «era troppo tardi: il livello era cresciuto in poche decine di minuti. Il Riazzolo, che solitamente è un facile guado, ha avuto un ritorno di acqua e l’intera area si è allagata». Spiega l’allevatore bergamasco: «Abbiamo tentato qualcosa con le nostre forze. Poi sono arrivati i vigili del fuoco con i canotti e un mezzo anfibio. Il loro lavoro è stato provvidenziale. Senza i po mpieri sarebbe stata un’ecatombe di animali, visto che l’isolotto dove il gregge pascolava è stato in breve quasi sommerso dall’acqua». Nelle prime ore del pomeriggio è cominciata dunque un ’operazione di trasbordo lunga e difficoltosa. Una squadra di pompieri e gli operai dell’allevatore hanno raggiunto l’isola nel tentativo, da ripetere spesso, di far salire sul canotto tre-quattro pecore per volta, in relazione alla loro stazza. Sulla sponda del Po, a circa trenta metri dall’isola, proprio sotto le arcate del ponte, altri pompieri trainavano il canotto a riva con l’uso di una fune. Prima delle pecore sono stati portati in salvo un cavallo e anche una muta di cani pastore. Calato il buio, l’operazione di salvataggio è proseguita sotto i riflettori dei gruppi elettrogeni dei pompieri sino a notte fonda, lottando contro il tempo prima che le acque del Po potessero salire ulteriore mente.
LA NUOVA FERRARA
2 NOVEMBRE 2010
Sarebbe in golena l'animale misterioso
Marcello Pulidori
COPPARO (FE). Vanni avanti le ricerche del cànide le cui impronte (larghe 10 centimetri) sono state rinvenute nei giorni scorsi nella zona di Coccanile e Brazzolo, dopo che per alcuni giorni segnalazioni avevano fatto pensare alla presenza di un grosso felino (l’ipotesi iniziale era quella di un puma). Gli esperti giunti dal Centro Tutela della fauna selvatica di Sasso Marconi (Bologna) hanno però escluso che possa trattarsi di un felino. Più verosimilmente le orme apparterrebbero ad una volpe o ad un cane di grossa taglia. I coadiutori della Provincia sono allertati. C’è da ricordare che la pioggia che sta cadendo sui terreni rende complicata la cattura dell’animale. A questo va aggiunto il fatto che col ritorno dell’ora solare, le ore di luce a disposizione si sono accorciate. Come confermavano gli stessi esp erti, se l’animale dovesse spostarsi verso la golena (ad esempio nella zona di Berra) questo sarebbe un ulteriore fattore di difficoltà nel rintracciare il cànide. Una circostanza che potrebbe, invece, giocare a favore di coloro che stanno cercando l’animale, sarebbe la presenza delle numerose gabbie per la cattura delle nutrie: si tratta di gabbie in acciaio, lunghe ognuna 1 metro e 20 centimetri e larghe 50 centimetri. Se questo grosso cànide dovesse restare impigliato in una di queste gabbie, diventerebbe meno ardua la sua cattura e il suo trasferimento nel centro specializzato di Sasso Marconi.
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ASCA
2 NOVEMBRE 2010
RICERCA: TELETHON, DIETA POVERA PROTEINE AIUTA MUSCOLO DISTROFICO
Roma - Poca carne: le cellule muscolari ringraziano. In uno studio finanziato da Telethon e pubblicato su Nature Medicine, Paolo Bonaldo dell'Universita' di Padova e Marco Sandri dell'Istituto veneto di medicina molecolare e dell'Universita' di Padova dimostrano come promuovendo la pulizia cellulare tramite una dieta povera di proteine o certi farmaci si possano migliorare le condizioni e la forza dei muscoli distrofici. Grazie a questo lavoro - che ha visto la collaborazione anche di altri ricercatori Telethon come Luciano Merlini dell'Universita' di Ferrara, Nadir Maraldi dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e Paolo Bernardi dell'Universita' di Padova - e' stato dimostrato per la prima volta che si possono migliorare i sintomi della miopatia di Bethlem e della distrofia muscolare di Ullrich controllando l'autofagia, il processo fisiologico che rimuove dalle cellule sostanze tossiche oppure porzioni cellulari danneggiate.
Queste due rare malattie genetiche sono dovute a un difetto nel collagene VI, la proteina responsabile dell'ancoraggio delle fibre muscolari alla loro struttura esterna di supporto, chiamata matrice. Come gia' dimostrato dagli stessi ricercatori nel 2008, tra le conseguenze patologiche del difetto genetico c'e' un'alterazione dei mitocondri, le ''centrali energetiche'' delle cellule: con la progressione della malattia i mitocondri difettosi si accumulano nelle cellule muscolari e le portano alla morte. I ricercatori Telethon hanno ora dimostrato che questi sintomi sono strettamente correlati a una inefficiente attivita' dell'autofagia sia nei topi distrofici sia nelle biopsie muscolari prelevate dai pazienti. Essi hanno inoltre osservato che grazie a una dieta povera di proteine o a un trattamento farmacologico si puo' promuovere la ''pulizia cellulare'' nei topi distrofici quanto basta per rimuovere i mitocondri difettosi e mantenere le fibre muscolari pulite dalle sostanze di scarto. Ottenendo cosi' un miglioramento significativo della salute dei muscoli, che nel modello animale si e' tradotto anche in un aumento della forza. |