IL GIORNALE
2 NOVEMBRE 2009
CANI DA CACCIA IN FONDO AL POZZO I POMPIERI LO SALVANO
L'episodio nei pressi di Assisi. L'animale abbaiava disperato a 15 metri di profondità, rischiando di annegare. Il pronto intervento dei vigili del fuoco ha consentito il lieto fine
Petrignano (PG) - Una storia a lieto fine, protagonista un cane da caccia. I pompieri l'hanno salvato a Petrignano di Assisi, dopo che era caduto in un pozzo profondo circa 15 metri. L'animale, soccorso da uomini specializzati nella tecnica Saf (Salvamento alpino fluviale), è apparso impaurito ma sta bene ed è stato riconsegnato al proprietario.
L'allarme è stato dato nel primo pomeriggio di una tranquilla domenica umbra. Un cacciatore ha sentito abbaiare il suo cane in modo strano ed ha scoperto che era caduto in un pozzo del diametro di circa un metro e mezzo, solo parzialmente coperto. L'animale si teneva faticosamente a galla ad una profondità di circa 15 metri. È scattata l'operazione di salvataggio con squadre di pompieri di Assisi e Perugia. Nel pozzo è stato calato con una fune un tronco d'albero al quale il cane si è subito aggrappato. Poi i pompieri si sono a loro volta calati nel pozzo ed hanno recuperato l'animale.
L'ARENA GIORNALE DI VERONA
2 NOVEMBRE 2009
SOS ANIMALI. Passeggiata in campagna a Bovolone. Poi gli spari..
Cavallo cade nel fosso Sollevato a braccia
L’animale spaventato ha disarcionato il cavaliere Salvato grazie a due squadre dei vigili del fuoco
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Cerea (VR) -Erano in due, usciti per una passeggiata a cavallo approfittando del tepore della prima domenica di novembre. Entrambi di Cerea ed entrambi in sella avevano scelto un percorso in mezzo ai campi, parallelo alla provinciale che collega i due comuni del Basso Veronese ma lontano dal traffico di veicoli. Una volta arrivati in località San Pierino di Bovolone, nelle vicinanze della Società tiro a volo «La Valle», si erano informati sull’orario in cui gli sportivi avrebbero iniziato ad esercitarsi al tiro al piattello. Questo per evitare che gli animali si spaventassero.
O non si sono capiti o qualcosa non è andato come da programma sta di fatto che verso le 11 gli spari hanno spaventato uno dei due cavalli che si è imbizzarrito, ha disarcionato il cavaliere e, terrorrizzato, è finito dentro uno dei canali utilizzati per l’irrigazione. In mezzo alla campagna. Da lì non sarebbe riuscito ad uscire: il fango sul fondo del fossato lo ha imprigionato creando un effetto ventosa tale da inibirgli qualsiasi movimento. Da lì non sarebbe più uscito, nonostante le sponde non fossero in cemento, se non fossero intervenute due squadre di vigili del fuoco di Verona (e in supporto anche i volontari di Bovolone) che lo hanno issato a braccia e riportato sul campo, dove ad attenderlo c’erano il suo proprietario e numerose altre persone arrivate a San Pierino. Una brutta avventura con un lieto fine grazie alla professionalità dei pompieri che hanno lavorato per oltre un’ora dapprima per imbragare l’animale, immerso nell’acqua e fango fino alla pancia, poi per cercare, senza strattoni, di sollevarlo di peso e portarlo in salvo. Non è stato possibile usare alcun mezzo meccanico (di solito per recuperare animali in difficoltà, come è già avvenuto altre volte soprattutto in montagna, l’imbragatura e la rete di protezione vengono assicurate ad un verricello sollevato poi da una gru) perchè a San Pierino il fossato è circondato da campi, niente asfalto o cemento e mancava quindi un punto d’appoggio: il mezzo pesante sarebbe sprofondato in mezzo al terreno (come, sempre ieri, è successo ad una mietitrebbia). I vigli del fuoco hanno fatto intervenire il veterinario in servizio all’Ulss: qualora il cavallo si fosse agitato, mettendo a repentaglio anche l’incolumità dei soccorritori soprattutto nella prima fase, sarebbe stato necessario sedarlo. L’animale è rimasto tranquillo, si è lasciato avvolgere dalle fasce e quando le due squadre hanno iniziato a sollevarlo «ha collaborato» cercando di spostarsi e di assecondare i movimenti di una catena umana che ha lavorato all’unisono per quasi un’ora. Sporco di fango ma vivo e soprattutto senza fratture o ferite, è stato fatto passeggiare all’aria anche per farlo calmare. E poco prima delle tredici, il sorriso del proprietario e le strette di mano ai vigili del fuoco, il salvataggio si è concluso. Nel migliore dei modi. TAM TAM 2 NOVEMBRE 2009
Strage di cani a Pantalla per bocconi avvelenati Il Sindaco ipotizza la chiusura della caccia con l'uso di cani per evitare ulteriori perdite
Pantalla (TO) - Come spesso negli anni precedenti con la riapertura della caccia, riprende la disputa fra cacciatori ed agricoltori o quella tra cacciatori che si contendono zone di caccia e come purtroppo è abitudine vigliacca a rimetterci sono i terzi: in questo caso i cani.
ANSA AMBIENTE
2 NOVEMBRE 2009
UCCIDE CANE CHE MORDE LA MOGLIE, L'ENPA LO DENUNCIA
TORINO - L'Enpa, l'Ente nazionale per la protezione animali, ha deciso di denunciare l'uomo che - alcuni giorni fa nel torinese - ha sparato e ucciso il suo cane pitbull. L'animale, che in passato aveva gia' manifestato comportamenti aggressivi, si era appena avventato contro la moglie. ''E' l'ennesimo episodio assurdo di cui e' vittima un animale'', afferma Giovanni Pallotti, responsabile della sezione Enpa di Torino. ''Vorrei sapere - aggiunge - se il proprietario si sia mai rivolto ai servizi veterinari per il comportamento del cane, come previsto dall'ordinanza Martini''. Il sospetto del responsabile Enpa ''e' che ci troviamo in presenza di un grave comportamento omissivo le cui conseguenze, fatali per l'animale, avrebbero potuto causare una tragedia ancora piu' grande''. Il proprietario del pitbull, un impresario funebre di 46 anni residente a Grugliasco, verra' denunciato per uccisione di animale, secondo le intenzioni dell'Enpa, che ha anche annunciato di volersi costituire parte civile nel processo che seguira'.
COMUNICATO ENPA
2 NOVEMBRE 2009
TORINO, UCCISE IL CANE CHE AVEVA MORSO LA MOGLIE. L’ENPA LO DENUNCIA
La Sezione Enpa di Torino denuncerà per uccisione di animali un uomo che alcuni giorni fa, a Torino, ha sparato e ucciso il suo cane dopo che l’animale ha aggredito sua moglie. Secondo quanto reso noto da organi di stampa, la donna stava accarezzando il cane quando l’animale, che già in passato avrebbe manifestato comportamenti aggressivi, si è avventato contro il suo avambraccio sinistro. Alle richieste di aiuto della moglie, l’uomo, impresario di pompe funebri e titolare di regolare porto d’armi, è entrato in casa, ha imbracciato la pistola e freddato l’animale con un colpo alla testa. Oltre alla denuncia per uccisione di animali, l’Enpa intende anche costituirsi parte civile nel processo che seguirà. “Ci troviamo in presenza dell’ennesimo episodio assurdo di cui è vittima un animale”, commenta Giovanni Pallotti, responsabile della sezione Enpa di Torino. “Vorrei sapere – prosegue Pallotti - se è vero che già in passato il cane aveva manifestato problemi comportamentali e se il proprietario si sia mai rivolto ai servizi veterinari, come previsto dall’ordinanza Martini”. “Il mio sospetto – conclude Pallotti – è che ci troviamo in presenza, ancora una volta, di un grave comportamento omissivo le cui conseguenze, fatali per l’animale, avrebbero potuto causare una tragedia ancora più grande. A questo punto sarà l’autorità giudiziaria a fare chiarezza su tutta la vicenda e a contestare eventuali ipotesi di reato”.
LA SICILIA
2 NOVEMBRE 2009
Cane investito a Serradifalco dopo i randagi avvelenati
Serradifalco (CL). Un cane morto è stato ritrovato ieri mattina in via Fratelli Miccichè. L'animale giaceva esanime in mezzo alla strada. Immediatamente alcuni abitanti della zona hanno provveduto ad allertare la polizia municipale che, tramite il facente funzione di responsabile di Pm Gaetano Carlo Butticè, s'è attivata per la rimozione della carcassa. Sul posto è giunto anche un veterinario per stabilire se il cane fosse morto per avvelenamento, oppure se fosse stato investito da qualche auto. L'esame al quale è stato sottoposto l'animale ha chiarito che sarebbe stato investito da un'auto. La Polizia municipale ha chiamato la ditta che si occupa della termodistruzione della carcassa che, oggi stesso, verrà distrutta.
Il caso del cane morto ieri non è che l'ennesimo di un fenomeno che, oltre a riguardare investimenti, riguarda soprattutto avvelenamenti. Diversi, in questi ultimi mesi, i cani che sono stati avvelenati in paese e nelle immediate periferie. Per altro, il facente funzione di comandante della Pm Butticè ha spiegato che il Comune ha ricevuto una comunicazione di massima allerta da parte della Regione che ha evidenziato come sia diffusa la preoccupante pratica dell'avvelenamento dei cani nei centri abitati. Una pratica alla quale non è facile opporsi e che ogni anno provoca non solo la morte di tanti cani, ma determina anche spese non indifferenti per i Comuni che sono poi chiamati a provvedere alla rimozione delle carcasse attraverso ditte specializzate che provvedono alla termodistruzione delle stesse. LA NUOVA SARDEGNA 2 NOVEMBRE 2009
PORTO CERVO (OT) Cane salvato dai vigili
Porto Cervo (OT) - Era precipitato in un crepaccio nella zona impervia di Cascioni, vicino a Porto Cervo. Il cane di Pietrino Codina, capo della compagnia di caccia Cupalcjata sembrava destinato a morire. A salvarlo sono stati i vigili del fuoco del distaccamento di Arzachena che hanno lavorato per oltre quattro ore. Hanno raggiunto il luogo impervio e si sono calati nel crepaccio. Alla fine sono riusciti a tirare fuori il cane in buono stato di salute e a salvarlo.
IL RESTO DEL CARLINO
2 NOVEMBRE 2009
"Sventato un rito satanico nella zona di Carpi"
Modena - Notte di Halloween ma di lavoro per i volontari delle ‘ronde del gatto nero'. Sono stati 71 gli interventi la scorsa notte degli oltre 400 volontari Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente, divisi in 137 gruppi che hanno controllato oltre 700 obiettivi sensibili su tutto il territorio nazionale. Secondo quanto comunicato dai volontari, è stato scoperto e interrotto anche un rito satanico nella zona di Carpi.
Gli interventi sono stati prevalentemente in Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Emilia, Veneto e Lazio. Nella maggior parte dei casi (58) si è trattato di falsi allarmi o di violazioni notturne in cimiteri compiute da singoli o gruppetti, intercettati dai volontari.
«In questi casi abbiamo rilevato le targhe delle auto che saranno fornite alle autorità locali. Sono 13 invece i casi dove sono stati individuati e messi in fuga gruppuscoli di persone che presumibilmente si apprestavano a compiere sacrifici o riti satanici», si legge in una nota dell’Aidaa che precisa: «I luoghi in cui si stavano celebrando riti erano sia cimiteri sia zone boschive. Quattro riti sono stati scoperti e interrotti nella zona del basso Varesotto, uno nei boschi di Castello dell’Acqua in provincia di Sondrio; tre presunti riti sono invece stati scoperti in Piemonte, due nella zona di Acqui e uno in Val Pellice. Due riti nella zona di Ciampino e lago di Bolsena, nel Lazio. Altri 2 casi sono stati intercettati nella zona di Narni, in Umbria. Un rito satanico è stato scoperto e interrotto rispettivamente nella zona di Lazise, in provincia di Verona, e nella zona di Carpi, in Emilia. Nel corso delle operazioni sono stati anche ritrovati e salvati 71 gatti neri, ora affidati ai volontari Aidaa».
GAZZETTA DI MODENA 2 NOVEMBRE 2009
Aidaa: satanisti messi in fuga la sera di Halloween
Carpi (MO) - I volontari dell’Associazione per la difesa dell’ambiente e degli animali (Aidaa) hanno messo in fuga, la sera di Halloween, un gruppo di sei persone che si aggirava intorno al cimitero di Carpi indossando giacche e maglie con simboli satanici. E’ la segnalazione che arriva dal presidente dell’Aidaa, Enzo Croce. L’associazione aveva mobilitato centinaia di volontari in varie regioni e province per controllare che, durante la cosiddetta “notte delle streghe” non venissero sottoposti a tortura gli animali, soprattutto i gatti neri particolarmente presi di mira da coloro che praticano riti satanici. «A Carpi riteniamo di avere bloccato quella che appariva a tutti gli effetti come una perlustrazione della zona - spiega Croce - I nostri volontari verso le 23.20 della sera di Halloween, mentre controllavano la zona, hanno individuato un pullmino bianco con a bordo sei persone che sono scese proprio davanti al cimitero e hanno iniziato ad aggirarsi lì intorno. Indossavano maglie e giubbotti che riportavano quelli che a distanza parevano proprio simboli satanici. Crediamo che stessero perlustrando la zona per preparare poi un vero e proprio rito satanico da svolgersi però in un’altra serata». A questo proposito Croce fa presente che i riti satanici, laddove avverranno, saranno con ogni probabilità celebrati questa notte, cioè la notte del 2 novembre, «perchè sera di plenilunio» spiega il presidente di Aidaa. «A maggior ragione non abbasseremo la guardia e anche stanotte saremo in allerta per controllare e smascherare questa gente». LA PROVINCIA DI VARESE 2 NOVEMBRE 2009
Ronde animaliste: auto sospette al Panperduto L'Aidaa ha controllato l'area per prevenire sacrifici di animali nella notte di Halloween
Somma Lombardo (VA) - Sono scesi in campo e hanno perlustrato i boschi e le aree periferiche del Verbano e del Basso Varesotto i volontari dell'Aidaa, l'associazione italiana difesa animali e ambiente. Per tutta la notte di Halloween, infatti, sono stati protagonisti, nel Varesotto come in altre parti d'Italia, delle ronde animaliste, contro i sacrifici degli animali ed in particolare dei gatti neri. 137 gruppi operativi, con 400 persone che hanno controllato oltre 700 obiettivi sensibili su tutto il territorio nazionale. «Decine dei quali ? ha sottolineato il presidente Lorenzo Croce ? proprio in provincia di Varese. Lungo la costa del Verbano e nei pressi dei boschi di Somma Lombardo, nell'area del Panperduto». Proprio lì dai volontari sono stati individuati e messi in fuga gruppuscoli di persone che forse si apprestavano a compiere sacrifici o riti esoterico-satanici. «Si è trattato di quattro distinti episodi ? chiarisce Croce ? che abbiamo intercettato nella zona della diga del Panperduto e nei pressi del canale Villoresi. I nostri volontari hanno intercettato gruppi di persone che dalle 23 all'una di notte sono arrivati in zona. Con auto tutte targate Milano delle quali abbiamo diversi numeri di targa che segnaleremo alle autorità competenti». Quali fossero le reali intenzioni di queste persone però non è chiaro. «Non appena hanno visto la luce delle nostre torce ? conferma Croce ? si sono dati alla fuga. Ed essendo la zona nota come base di ritrovo per pseudosatanisti non escludo che, anche in concomitanza con la notte di Halloween, lo scopo della presenza di queste persone in un'area isolata, possa essere stato poco chiaro. Del resto noi non abbiamo nemmeno fatto in tempo a chiedere spiegazioni ma è difficile pensare che quella fosse solo una gita fuori porta». Nessun problema in ogni caso per i gatti o altri animali. «Ha funzionato ? concludono dall'Aidaa ? la nostra opera di prevenzione».
LA ZAMPA.IT
2 NOVEMBRE 2009
Tunisia, due asini salvano donna sepolta viva per errore
I due animali si sono piantati davanti a tomba loro padrona nel cimitero
![]() Uno sperduto villaggio della Tunisia è stato teatro di una vicenda davvero curiosa: due asini salvano la vita alla loro padrona sepolta vita perchè ritenuta morta. Oggi il sito web della tv satellitare al Arabiya ne racconta i dettagli.Si tratta di una contadina del villaggio Warga della provincia di Sidi Bouzeid a 300 chilometri a sud della capitale, Tunisi. La donna, sposata e madre di due figli, senza avere dato sintomi di alcuna malattia era svenuta. I famigliari, non vedendola svegliare dal coma l’avevano ritenuta morta e «hanno quindi comprato il "Kifin"; lenzuolo bianco che, come vuole la tradizione musulmana, serve per avvolgere la salma. E dopo avere celebrato il funerale, la salma è stata sepolta nel vicino cimitero del villaggio. Ed è qui che entrano in scena «i due asini della defunta», come scrive al Arabiya. Il destino della presunta morta ha voluto che la donna, proprio nel giorno del suo svenimento, contrariamente al solito avesse lasciato gli animali a briglie sciolte. La sera, gli asini, «non vedendo arrivare la loro padrona si sono diretti verso il cimitero e si sono piantati davanti alla sua tomba», come racconta un’amica della signora sepolta viva. A quel punto, l’amica ha sentito delle «urle che provenivano da sottoterra» ed è andata a chiamare i familiari che hanno scavato di nuovo la terra per tirare fuori «la fortunata signora».
VIRGILIO NOTIZIE
2 NOVEMBRE 2009
Tunisia/ Due asini salvano donna sepolta viva per errore
Si sono piantati davanti a tomba loro padrona nel cimitero
Due asini che salvano la vita alla loro padrona sepolta vita perchè ritenuta morta. La curiosa vicenda, avvenuta nei giorni scorsi in uno sperduto villaggio della Tunisia, è raccontata oggi dal sito web della tv satellitare al Arabiya. Si tratta di una contadina del villaggio 'Warga' della provincia di Sidi Bouzeid a 300 chilometri a sud della capitale, Tunisi. La donna, sposata e madre di due figli, senza avere dato sintomi di alcuna malattia era svenuta. I famigliari, non vedendola svegliare dal coma l'avevano ritenuta morta e "hanno quindi comprato il 'Kifin'; lenzuolo bianco che, come vuole la tradizione musulmana, serve per avvolgere la salma. E dopo avere celebrato il funerale, la salma è stata sepolta nel vicino cimitero del villaggio. Ed è qui che entrano in scena "i due asini della defunta", come scrive al Arabiya. Il destino della presunta morta ha voluto che la donna, proprio nel giorno del suo svenimento, contrariamente al solito avesse lasciato gli animali a briglie sciolte. La sera, gli asini, "non vedendo arrivare la loro padrona si sono diretti verso il cimitero e si sono piantati davanti alla sua tomba", come racconta un'amica della signora sepolta viva. A quel punto, l'amica ha sentito delle "urle che provenivano da sottoterra" ed è andata a chiamare i familiari che hanno scavato di nuovo la terra per tirare fuori "la fortunata signora".
PRIMISSIMA OGGI
2 NOVEMBRE 2009
Hachiko: Una storia d'amore
Mai lavorare con i cani o con i bambini, affermano nel mondo del cinema. Ma Richard Gere non ha avuto dubbi ad accettare il ruolo di Parker Wilson nel remake di Hachiko. La storia di un cane, del suo padrone e di un amore incondizionato. "Non mi sono mai commosso tanto vedendo un film", ha dichiarato la star al Festival di Roma.
Parker Wilson (Gere) è un professore universitario che vive nel Connecticut e che trova un cane di razza Akita abbandonato e lo adotta, nonostante l'iniziale disapprovazione di sua moglie Cate (Allen). Tra loro nascerà un profondo legame, tanto che ogni giorno Hachi accompagna il docente alla stazione e lo aspetta al suo ritorno per dargli il benvenuto. Tra loro nascerà un profondo legame destinato a durare anche dopo l'improvvisa morte dell'uomo per un arresto cardiaco. Hachi non si stancherà mai di attendere il suo padrone scomparso, guadagnandosi l'affetto e la solidarietà di tutti gli abitanti del quartiere. Nel 1985 Lasse Hallström ci ha commosso con La mia vita a quattro zampe, ora con Hachiko: Una storia d'amore il regista svedese si è cimentato con il remake di un film giapponese, tratto da una storia vera. Hachiko Monogatari di Seijiro Kôyama del 1997 narra una vicenda, oramai famosa in tutto il mondo, del cane che negli anni '20, alla scomparsa del suo amatissimo padrone, lo attese fedelmente ogni giorno alla stazione per dieci lunghi anni. Richard Gere al Festival di Roma dove la pellicola è passata Fuori Concorso ha affermato: "Questo film insegna che cosa vuole dire amare. Ovvero donare amore senza aspettarsi nulla in cambio, relazione che spesso nei rapporti tra persone non esiste. Esiste solo un rapporto di scambio, è una transazione commerciale emotiva. Mentre il rapporto tra questo uomo e il cane è semplice, puro, spontaneo, come lo sguardo di un bambino. Bisognerebbe essere capaci di ritrovare quello sguardo, liberarci delle armature che ci siamo costruiti, che ci riparano ma ci limitano. Da adulti mettersi a nudo è difficile. Dovremmo tornare ad avere gli occhi aperti verso il mondo".
LA REPUBBLICA 2 NOVEMBRE 2009
CASALOTTI (RM), VENDEVA UCCELLI PROTETTI: DENUNCIATO NEGOZIANTE
Casalotti (RM) - Vendeva cardellini e fringuelli in minuscole gabbiette appese al muro come se fossero dei quadri. Dopo la segnalazione giunta alla sede dell'Enpa di Roma, le guardie zoofile, riferisce l'ente, hanno chiesto immediatamente il supporto degli uomini della polizia provinciale di Roma dello speciale nucleo di Villa Pamphili che si occupa di antibracconaggio. In un servizio congiunto, gli agenti della Provinciale e quelli dell'Enpa, hanno accertato che effettivamente all'interno del negozio in zona Casalotti, erano posti in vendita uccelli appartenenti a specie di fauna selvatica protetta. Gli uccelli sono stati sottoposti a sequestro giudiziario e affidati alle cure del centro recupero fauna selvatica di Roma. Per il negoziante è scattata la denuncia all'autorità giudiziaria e rischia l'arresto da due a sei mesi.
MARKET PRESS
2 NOVEMBRE 2009
ROMA: AL VIA LA CAMPAGNA PER L’ALLONTANAMENTO DEGLI STORNI
Roma - È iniziata lunedì scorso la campagna allontanamento storni promossa e finanziata dal Comune di Roma e dall’Ufficio Tutela e Benessere degli Animali. «Gli operatori sono intervenuti nella zona Lungotevere Tordinona, utilizzando la tecnica del distress call (grido di allarme) che permette di rimuovere i dormitori degli uccelli – spiega l’assessore all’Ambiente, con delega per la tutela degli animali, Fabio De Lillo - L’intervento, come da prassi è durato 3 giorni ed è terminato ieri pomeriggio, al tramonto». «Si tratta di un metodo che ha dato in assoluto i migliori risultati, nel pieno rispetto degli animali e dell’ambiente – conclude De Lillo - Consiste nel diffondere attraverso megafoni amplificati, all’interno del dormitorio, il particolare verso emesso in natura dagli storni che si trovano in situazioni di pericolo. La risposta del gruppo è immediata: gli storni abbandonano il posatoio e si allontanano dal luogo che hanno interpretato come pericoloso. Nei prossimi giorni è previsto il proseguimento della campagna di allontanamento degli storni con una serie di interventi mirati». La campagna quest’anno è iniziata il 26 ottobre, perfettamente in linea con i tempi previsti. Nel 2008 il primo intervento fu realizzato il 31 ottobre a piazzale della Radio, nel 2007 si iniziò il 27 ottobre nella zona Lungotevere Tordinona, mentre nel 2006 il primo intervento venne eseguito il 13 novembre a piazzale Clodio. Agli interventi partecipano operatori dell’Ama che si occupano della pulizia delle strade e operatori del Servizio Giardini che effettuano alcune potature strategiche. I cittadini che desiderano fare segnalazioni per la presenza degli storni possono telefonare al numero verde (800088211). .
AGI
2 NOVEMBRE 2009
AGRICOLTURA: E. ROMAGNA, DANNI DA STORNI PER 285MILA EURO
Bologna - Nel 2008 sui campi dell'Emilia Romagna gli storni hanno provocato danni per 285 mila euro, il 9,5% del totale de danni da animali selvatici che sono stati pari complessivamente a oltre 2,8 milioni di euro. Lo rende noto Coldiretti regionale, alla vigilia della decisione del Consiglio di Stato che domani, 3 novembre, dovrebbe pronunciarsi sulla possibilita' della caccia in deroga allo storno, volatile che in Italia - rileva la stessa Coldiretti - e' presente in milioni di esemplari e non e' certo a rischio estinzione. Anche se i danni da storno risultano in calo rispetto all'anno precedente, quando si raggiunse la cifra record di 437 mila euro, si tratta - commenta Coldiretti - di un importo di proporzioni disastrose per le aziende che si vedono decurtare il raccolto e il reddito da questi volatili i cui danni in alcune province, come quelle romagnole ad alta densita' frutticole, raggiungono proporzioni pari a quelle delle bibliche cavallette. Due sono i problemi principali per le imprese agricole: il primo e' la difficolta' di contenere la sempre piu' rapida diffusione di questi uccelli; il secondo e' la difficolta' ad ottenere i risarcimenti dagli enti pubblici, che hanno sempre tempi lunghissimi con importi che risarciscono i danni solo parzialmente. Questo avviene - si legge in una nota dell'organizzazione dei coltivatori - anche perche' manca una presa di coscienza chiara delle istituzioni, dei cacciatori e degli ambientalisti, della necessita' di affrontare concretamente il problema dei danni alle colture agricole.L'attuale situazione - sostiene Coldiretti - e' paradossale perche' se e' vero che mantenere sul territorio un numero di animali adeguatamente sostenibile e' interesse di tutta la collettivita', e' altrettanto vero che il loro sostentamento pesa oggi solo sulle aziende agricole che ne subiscono i danni in termini di colture distrutte e di redditi azzerati.
LA SENTINELLA 2 NOVEMBRE 2009
Il cigno lascia Montalto
MONTALTO DORA (TO). Una femmina di cigno reale, dell’età di oltre vent’anni, è stata recuperata a Montalto Dora dagli agenti faunistico-ambientali del Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Provincia. L’animale, dopo la morte di coloro che lo accudivano, rischiava di deperire. L’animale, dopo essere stato curato su segnalazione dei cittadini, è stato liberato nel laghetto del parco della Pellerina, a Torino. Un luogo che già ospita da tempo un cigno maschio, rimasto solo dopo la morte della compagna. La speranza degli agenti faunistico-ambientali è che ora possa costituirsi una nuova coppia, con un auspicabile successo riproduttivo.
LA ZAMPA.IT
2 NOVEMBRE 2009
Barcellona vota per dire addio alle corride del "Munumental"
Raccolte 180mila firme necessarie per l'iniziativa legislativa popolare per dire stop alla tauromachia
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MADRID - A Barcellona verrà deciso mercoledì 4 novembre il futuro della "Fiesta", celebrata da Ernest Hemingway e dal massimo poeta moderno spagnolo, Federico Garcia Lorca, con il lamento funebre "Alle cinque della sera" dedicato all’amico Ignacio Sanchez Mejias, ucciso da un toro infuriato durante una corrida. Il destino dei tori catalani è, dunque, tutto nelle mani del parlamento locale che voterà una legge di iniziativa popolare per l’abolizione dello spettacolo tradizionale spagnolo. Il momento della verità arriva a stagione terminata, lo scorso 27 settembre, con la consueta performance del famoso torero Josè Tomas applauditissimo e portato in trionfo a spalla attraverso la Puerta Grande al termine della sua esibizione. Nell’arena "La Monumental", gremita di sostenitori, la "fiesta" potrebbe essere ricordata come l’ultima nella storia cittadina. Risale infatti allo scorso maggio la raccolta, da parte dell’organizzazione "Plataforma Prou!" (Basta!), delle di 180mila firme necessarie per l’iniziativa legislativa popolare (Ilp) per dire stop alla tauromachia che verrà votata questa settimana al parlamento catalano.Per mettere al bando la corrida servono 68 voti. Contro la sua abolizione si sono schierati da subito i conservatori del Partito popolare che contano 14 seggi e che hanno annunciato una serie di emendamenti alla Ilp. Da ricordare, tra l’altro, che l’anno scorso per la prima volta dalla fine della dittatura franchista nel 1975, i popolari spagnoli avevano inserito la difesa della "fiesta" nel programma elettorale delle legislative del 9 marzo. A sostenere l’iniziativa sono invece gli indipendentisti di Erc (21 deputati) e i comunisti Icv (12 deputati). Occorrerà vedere dunque come si esprimeranno i 48 democristiani del CiU che hanno totale libertà di voto e i 37 socialisti catalani che hanno già presentato un emendamento. Tra i tanti difensori all’estero della corrida di Barcellona, anche il quotidiano americano "New York Times" e il britannico "Times". Ricordando che fino agli anni Sessanta era molto popolare e che il torero Tomas è visto «come un eroe, da un lato e come un diavolo dall’altro» il quotidiano britannico ipotizzava che l’avversione nei confronti della "fiesta" in Catalogna fosse una «invenzione dei nazionalisti». Dunque gli appassionati della tauromachia ammirano il torero e lo vedono come un salvatore, mentre chi è contrario alla corrida vede Tomas come »un elemento che rappresenta la barbarie«. Sottolineando che "La Monumental" è l’ultima "plaza de toros" attiva in Catalogna dopo la chiusura delle arene in quattro province della regione, il quotidiano di New York ha scritto invece che «negli ultimi tre decenni il calo di interesse tra i giovani catalani si è combinato con la pressione esercitata dai difensori dei diritti degli animali e dei nazionalisti catalani» per metter al bando lo spettacolo della corrida.
SUPERABILE 2 NOVEMBRE 2009
"Mancano i cani guida", la Toscana rilancia l'appello La Scuola cani guida di Scandicci (Firenze) e l'assessore regionale alle politiche sociali incalzano il Governo sulla carenza di fondi riservati ai non vedenti: "Lo stato è deficitario"
FIRENZE - I tempi di attesa di un non vedente per ricevere i cani guida sono troppo lunghi. A volte si devono attendere due anni. Inoltre, a livello nazionale le scuole cani guida non hanno i fondi sufficienti per attrezzare adeguatamente le loro strutture. Per questi motivi, la regione Toscana e la scuola cani guida fiorentina di Scandicci (che in questi giorni festeggia 80 anni) si appellano al Governo affinché fortifichi i fondi regionali per non creare forti disagi ai non vedenti. "In questo campo il governo è deficitario - ha detto Gianni Salvadori, assessore alle politiche sociali della regione Toscana - E' opportuno che lo Stato trovi urgenti soluzioni per dare risposte concrete ai non vedenti". La polemica non è nuova e venne sollevata anche qualche mese fa. Il sottosegretario alle Politiche Sociali, Eugenia Maria Roccella, venne interpellata da Redattore Sociale a tale proposito, ma a distanza di almeno tre mesi non ha ancora fornito nessuna risposta".
OGGI TREVISO
2 NOVEMBRE 2009
CACCIA, ANIMALISTI CONTRO LA REGIONE
Denunceranno la Giunta Galan per aver aggirato il decreto del Tar che bloccava la caccia ad uccelli protetti
Venezia - Sono indignate le associazioni contro la caccia per la contromossa della Giunta regionale che in seduta straordinaria ha emesso una delibera straordinaria per raggirare il decreto del Tar Veneto che bloccava la caccia agli uccelli insettivori protetti.Gli animalisti, però, non demordono e hanno pronta una denuncia alla Procura della Repubblica. “E’ stata calpestata la legalità per fare l’ennesimo regalo ai cacciatori dei piccoli uccelli migratori” ha detto Andrea Zanoni, presidente della Lac del Veneto.In pratica – denunciano Lac, Legambiente, Lav ed Enpa - Giunta Galan ha approvato una delibera fotocopia della precedente sulla caccia ai piccoli uccelli migratori, Pispole, Fringuelli, Peppole e Storni, protetti dalla legge statale e dalla Direttiva comunitaria 409/79/Cee, quali Il Tar del Veneto il giorno prima, lo scorso 29 ottobre, aveva stabilito che “sussiste il requisito dell’immediata gravità e irreparabilità del danno” bloccando la precedente delibera del 6 ottobre 2009 sulla “caccia in deroga”.Le modifiche apportate dalla Regione con la nuova delibera, approvata convocando una seduta straordinaria e di notte della Giunta – sostengono le associazioni - sono praticamente inesistenti visto che è stato modificato il carniere totale regionale ma non il carniere giornaliero di ogni singolo cacciatore che potrà continuare a cacciare come il giorno prima.“Viene così approvato il “Lodo Galan - bis” che conferisce ai cacciatori dei piccoli uccelli migratori protetti l’immunità dal reato di bracconaggio previsto dalla legge sulla caccia, la 157/92, per chi abbatte specie protette” sostengono gli attivisti che attaccano Galan di preoccuparsi più delle necessità dei cacciatori che dei problemi dei cittadini.Di persone cioè che hanno perso il posto di lavoro, di chi lo perderà a breve, degli imprenditori che pur di non chiudere la propria azienda stanno vendendo l’automobile e prosciugando i risparmi in banca per pagare i propri operai, e della gente che è costretta a rivolgersi alla Caritas per poter mangiare, e ancora dell’aria inquinata che ci avvelena tutti, dei piani cave e di risanamento delle acque che nessuno da anni approva a vantaggio di cavatori e inquinatori, del il piano regionale sui rifiuti.Andrea Zanoni presidente della Lac del Veneto ha dichiarato: “Quello utilizzato dalla Giunta Galan è un espediente di bassissimo profilo, sono ricorsi a mezzucci molto scorretti solo per conquistare qualche giorno in più di caccia agli uccelli protetti. Questo è un modo poco onorevole utilizzato per scavalcare le leggi, stupisce che un comportamento del genere venga attuato da una pubblica amministrazione che dovrebbe invece dare l’esempio nel rispetto rigoroso delle leggi.Speriamo che i cittadini veneti che dovranno pagare pesantissime sanzioni dell’Unione Europea per la violazione delle Direttive Comunitarie che tutelano la fauna selvatica, alle prossime elezioni regionali diano il loro contributo per mandare a casa il “soldato” Galan e tutti i suoi compari. Ora con i nostri legali stiamo valutando la possibilità di un esposto alla Procura della Repubblica per eventuali reati a carico della Giunta regionale per mancata ottemperanza alle decisioni del Tar.”Michele Bertucco presidente di Legambiente Veneto aggiunge: “La nuova delibera della Giunta regionale sulla caccia in deroga è una decisione scandalosa che si fa beffa del Tar e dell’Unione Europea e soprattutto per le dichiarazioni fatte in precedenza dall’europarlamentare Berlato sembra una decisione presa sotto dettatura della lobby dei cacciatori.”
BIG HUNTER
2 NOVEMBRE 2009
Caccia, Veneto: animalisti denunceranno la regione alla Procura della Repubblica
Non è affatto piaciuta alle associazioni animaliste venete la quasi immediata contromossa della giunta Galan che dopo la sospensione della caccia in deroga da parte del Tar ha emanato una nuova delibera, ristabilendo il diritto dei cacciatori al prelievo per le stesse specie ma modificandolo per le quantità concesse. Le associazioni Lac, Legambiente, Lav ed Enpa hanno annunciato che con ogni probabilità presenteranno una denuncia alla Procura della Repubblica per la mancata ottemperanza delle decisioni del Tar. “La Giunta Galan ha approvato una delibera fotocopia – sostengono le associazioni - della precedente sulla caccia ai piccoli uccelli migratori, Pispole, Fringuelli, Peppole e Storni, protetti dalla legge statale e dalla Direttiva comunitaria 409/79/Cee, quali Il Tar del Veneto il giorno prima, lo scorso 29 ottobre, aveva stabilito che “sussiste il requisito dell’immediata gravità e irreparabilità del danno” bloccando la precedente delibera del 6 ottobre 2009 sulla “caccia in deroga”.“Le modifiche apportate dalla Regione con la nuova delibera, approvata convocando una seduta straordinaria e di notte della Giunta – sostengono le associazioni - sono praticamente inesistenti visto che è stato modificato il carniere totale regionale ma non il carniere giornaliero di ogni singolo cacciatore che potrà continuare a cacciare come il giorno prima”.Particolarmente agguerrito è il presidente della Lac veneta Andrea Zanoni che ha definito la delibera della giunta un “espediente di bassissimo profilo”, spiegando che gli amministratori regionali “sono ricorsi a mezzucci molto scorretti per conquistare qualche giorno in più di caccia agli uccelli protetti”. Michele Bertucco, presidente di Legambiente Veneto ha aggiunto: “La nuova delibera della Giunta regionale sulla caccia in deroga è una decisione scandalosa che si fa beffa del Tar e dell’Unione Europea e soprattutto per le dichiarazioni fatte in precedenza dall’europarlamentare Berlato sembra una decisione presa sotto dettatura della lobby dei cacciatori.”
BIG HUNTER
2 NOVEMBRE 2009
Marche: ricorso animalista contro il Calendario Venatorio di Pesaro e Urbino
Si allunga la lista dei ricorsi al Tar per la stagione venatoria 2009 – 2010. Questa volta protagonisti del ricorso sono le associazioni Lupus in Fabula, Lac Marche e Vas, le quali chiedono l'annullamento previa sospensione del calendario venatorio della Provincia di Pesaro e Urbino, contestando presunte violazioni e mancate applicazioni della normativa vigente. Secondo quanto dichiarato da queste associazioni la Provincia si sarebbe sottratta ai numerosi inviti di confronto sulla regolamentazione della caccia, chiesti in virtù di un segnale di discontinuità con la precedente amministrazione guidata da Palmiro Ucchielli. Gli animalisti sostengono che al contrario il nuovo presidente Ricci abbia firmato un Calendario Venatorio Provinciale “che contiene gravi attacchi alla fauna selvatica e agli ambienti naturali in generale, come ad esempio il clamoroso prolungamento della caccia al capriolo nei mesi di febbraio, marzo e giugno” dicono gli animalisti.“Neanche Ucchielli aveva mai fatto tanto. - insistono le associazioni - Il ricorso è stato depositato presso il TAR delle Marche la settimana scorsa e già entro la terza settimana di novembre avrà luogo la prima discussione dell'istanza cautelare per la sospensione del provvedimento in itinere, la caccia in deroga allo storno”.
BIG HUNTER
2 NOVEMBRE 2009
Sondrio: peggiora la situazione della pernice bianca. Stop della caccia?
Secondo la relazione tecnica stilata dal Servizio caccia e pesca della Provincia di Sondrio sui piani di abbattimento, la situazione numerica della pernice bianca non è certo rassicurante, tanto che la specie sarebbe al contrario sempre più minacciata dal rischio di estinzione.
“La specie continua purtroppo a confermare le forti difficoltà già evidenziate negli scorsi anni – si legge nel testo della relazione -. Nell’ultima stagione su 80 capi abbattuti, solo 17 erano giovani a conferma dell’ulteriore grave peggioramento rispetto alla situazione degli anni precedenti. Questo dato non fa che dimostrare sempre più la grave criticità della pernice bianca, tale da non consentire a livello teorico, il proseguimento dell’attività di caccia e da rendere veramente reale il rischio di estinzione della specie in diverse località della provincia di Sondrio”.
IL PICCOLO TRIESTE 2 NOVEMBRE 2009
Cinghiali abbattuti, le carcasse vanno vendute per ripagare i danni che provocano
Provincia di Trieste - «Modificare gli orari di caccia e il calendario venatorio per la specie dei cinghiali e utilizzare le carcasse per la vendita delle carni, in modo da ottenere denaro utile per risarcire i danni provocati dagli animali ad agricoltori, proprietari di fondi ed automobilisti». A chiederlo è il consigliere regionale triestino del Pdl Maurizio Bucci assieme ai colleghi Alessandro Colautti, Luigi Cacitti, Daniele Galasso, Roberto Marin, Gaetano Valenti e Franco Dal Mas in un'interrogazione presentata all'assessore competente. «La presenza dei cinghiali si sta moltiplicando in maniera esponenziale - rileva il primo firmatario dell'interrogazione Maurizio Bucci - ed è un aumento che comporta un problema serio sia per i danni alle colture agricole che per l'incolumità delle persone». Per questo - prosegue l'esponente del Pdl - «è urgente intervenire». In quest'ottica «sarebbe opportuno, innanzi tutto, attivare un miglior coordinamento tra la Regione e le Province, al fine di gestire in maniera più efficace i piani di abbattimento e per modificare gli orari di caccia ed il calendario venatorio per la specie cinghiale, consentendo così ai cacciatori di prestare un servizio utile alla comunità intera». Secondo Bucci occorre « intervenire anche sotto il profilo igienico-sanitario tramite un'apposita convenzione con il servizio veterinario della Regione, affinché le carcasse dei cinghiali, una volta controllate, siano utilizzabili ai fini dell'alimentazione umana. In questo modo si potrebbe ricavare dalla vendita delle carni denaro utile per risarcire i danni fisici e materiali provocati dagli animali». LA NUOVA SARDEGNA 2 NOVEMBRE 2009
Ucciso durante la battuta al cinghiale
VIDDALBA (SS). La prima giornata di caccia grossa è stata funestata, nell’isola, dalla morte di un cacciatore, Antonello Oggiano, 52 anni, raggiunto al petto da una fucilata mentre stava battendo le campagne di Giuncana, una frazione sulle colline Tra Viddalba e Bortigiadas. Il mortale incidente è accaduto ieri mattina, poco dopo le 10 e 30, quando Franco Bianco, 60 anni di Giuncana, ha sparato convinto che stesse passando il cinghiale. Il tiratore uno della compagnia che attendevano il passaggio delle bestie in una una posta, avrebbe seguito con le canne del fucile un cinghiale che attraversava uno spiazzo. Un colpo verso l’animale, prima che questo si infilasse nella macchia mediterranea, seguito dall’urlo lancinate del compagno di caccia, colpito tra il petto e la spalla dal pallettone. Per Antonio Oggiano, immediatamente soccorso dagli amici di battuta, non c’è stato nulla da fare. L’ampia ferita lo ha dissanguato nel volgere di pochissimi minuti, e a nulla è valso l’arrivo sul posto della equipe del servizio 118 da Tempio, che aveva fatto alzare in volo anche l’elicottero di soccorso dei vigili del fuoco, per un trasferimento urgente del ferito. La battuta di caccia è stata immediatamente sospesa e sul posto sono arrivati, per le indagini del caso, i carabinieri della compagnia di Tempio mentre venivano informati i familiari della vittima. Stando alla prima ricostruzione dell’accaduto, durante la battuta di caccia, avviata di primo mattino, sarebbe sbucato dai cespugli un grosso cinghiale che, correndo all’impazzata, avrebbe attraversanto un campo prima di gettarsi tra la macchia mediterranea. Uno dei cacciatori appostati avrebbe sparato, senza rendersi conto che nel frattempo Antonio Oggiano, uno dei battitori, si era spostato sul viottolo, trovandosi tragicamente sulla linea di tiro. Franco Bianco, 60 anni, il pensionato che avrebbe sparato contro l’amico, è stato indagato per omicidio colposo, mentre la salma del carpentiere, ieri mattina, è stata trasferita alla facoltà di patologia medica di Sassari dove, nelle prossime ore, verràsottoposta a perizia necroscopica, un accertamento medico legale disposto dal magistrato che sta conducendo l’indagine sulla tragica vicenda. Ieri, nelle gole di La Multa si è riversata l’intera popolazione di Giungana, la frazione dove abitava la vittima e buona parte dei componenti la compagnia di caccia grossa. Il segugio di Antonio Oggiano, un cagnolino addestrato a seguire le tracce e stanare i cinghiali, è rimasto accucciato vicino al corpo senza vita del suo padrone. Gli amici della vittima, dopo aver messo il guinzaglio alla bestiola, hanno cercato di portarla via, ma il segugio si è gettato a terra, impietosendo tutti per il suo attaccamento al proprietario. IL TIRRENO 2 NOVEMBRE 2009
Caccia al cinghiale «Scelte sbagliate»
CASTAGNETO (LI). Un provvedimento definito «scellerato» - così viene definito da Amerigo Belà (Sinistra per Castagneto) -quello della Regione di vietare i foraggiamenti dei coinghiali. «Con questo provvedimento - dice Belà - ci siamo trovati, noi cacciatori a dover portare riparo sacrificando tempo libero e giornate di lavoro per scacciare i cinghiali dai campi o facendo degli abbattimenti là dove il cinghiale si è insediato in branchi numerosi con cuccioli al seguito. Dopo molte proteste è stato concesso, in deroga ed in modo sperimentale, di riattivare i foraggiamenti alla macchia in modo che i cinghiali trovando il cibo lontano dai campi non si spingano più in branchi lontano dal bosco. Speriamo che coloro che si troveranno nei prossimi anni a prendere decisioni al riguardo capiscano che vietando i foraggiamenti non si diminuisce il numero dei cinghiali ma al contrario si genera una “emergenza cinghiale” in maniera stabile; in questo caso non so se noi cacciatori saremo sempre disponibili a fronteggiare tale emergenza». Belà aggiunge: «Voglio pensare all’imminente apertura di questa bellissima caccia dove il cacciatore ed il cane si devono confrontare con un selvatico vero che, se cacciato nel suo ambiente naturale, cioè la macchia e non i campi, sa dare forti emozioni e chi avrà la fortuna di incontrarlo ne porterà sempre con sè il ricordo».
BIG HUNTER
2 NOVEMBRE 2009
Savona: Enpa, no a riserve di caccia, più territorio protetto
L'Enpa di Savona chiede più territorio protetto e si oppone fermamente all'ipotesi della costituzione di una nuova riserva di caccia in Valle Bormida, dove alcuni privati sembra siano intenzionati ad affittare i territori migliori dal punto di vista faunistico (così recita una nota di Enpa riportata da alcuni quotidiani locali), per dare vita ad un'azieda agrituristica venatoria, dove sarà permesso cacciare tutto l'anno cinghiali, caprioli, volpi, fagiani, pernici, lepri. “La vita di ogni animale – recita ancora la nota di Enpa – sarà messa in vendita per il divertimento degli 'sportivi cacciatori'”.A fronte di questa possibilità, che l'Enpa di Savona attribuisce ad un noto petroliere genovese già presente con riserve di caccia di Piana Crixia e Mioglia, la stessa associazione richiede invece che l'area, almeno in parte venga destinata a parco regionale.Sempre in tema di aree protette l'Enpa si associa alle preoccupazioni espresse dal Sindaco di Cairo Montenotte (SV) per l'area protetta dell'Adelasia, che potrebbe a breve rientrare tra i territori agro silvo pastorali. La Protezione animali savonese si dice però terrorizzata per la mancanza, tra le dichiarazioni del sindaco Fulvio Briano, di qualsiasi riferimento alla fauna selvatica che vive nei boschi della zona “l’acquisto effettuato da Regione, Provincia e Comuni non lascia molte speranze per la vasta e preziosa biodiversità che è riuscita a sopravvivere alla caccia fino ad oggi esercitatavi”.
Animalieanimali
2 NOVEMBRE 2009
RIAPERTA CACCIA A INSETTIVORI IN VENETO
La Giunta Regionale calpesta la sentenza del Tar. Pronto nuovo ricorso delle associazioni ambientaliste e animaliste, in cantiere una denuncia.
La Giunta Galan venerdì notte, in orario di chiusura degli uffici pubblici, si è addirittura riunita in seduta straordinaria, niente meno che presso il Genio Civile di Padova, per approvare una delibera fotocopia della precedente sulla caccia ai piccoli uccelli migratori, protetti dalla legge statale e dalla Direttiva Comunitaria 409/79/CEE, quali Pispole, Fringuelli, Peppole e Storni
La Giunta regionale così facendo ha calpestato le decisioni del TAR del Veneto che, proprio il giorno prima con Decreto cautelare n.986/2009 del 29/10/2009, aveva stabilito che “sussiste il requisito dell’immediata gravità e irreparabilità del danno” bloccando la precedente delibera del 6 ottobre 2009 sulla “caccia in deroga”. Le modifiche apportate rispetto alla precedente delibera sono praticamente inesistenti dal momento che è stato modificato il carniere totale regionale ma non il carniere giornaliero di ogni singolo cacciatore che potrà continuare a cacciare come il giorno prima. Viene così approvato il “Lodo Galan - bis” che conferisce ai cacciatori dei piccoli uccelli migratori protetti l’immunità dal reato di bracconaggio previsto dalla legge sulla caccia, la 157/92, per chi abbatte specie protette. In 15 anni di governatorato Galan mai prima d’ora in Veneto si era assistito ad un così solerte intervento in emergenza della giunta regionale come quello sulla caccia in deroga di venerdì notte. La Giunta regionale invece di affrontare i problemi urgenti dei cittadini come quelli delle migliaia di veneti che hanno perso il posto di lavoro, delle altre migliaia che stanno terminando il periodo di cassa integrazione per poi ritrovarsi disoccupati, degli imprenditori che pur di non chiudere la propria azienda stanno vendendo l’automobile e prosciugando i risparmi in banca per pagare i propri operai, della gente che alla quarta settimana è costretta a rivolgersi alla Caritas per poter mangiare, dell’aria inquinata che ci avvelena tutti, del piano di risanamento dell’aria regionale bocciato dall’Unione Europea e delle sanzioni multimilionarie che dal 2011 dovranno pagare i cittadini veneti, dei piani cave e di risanamento delle acque che nessuno da anni approva a vantaggio di cavatori ed inquinatori, del il piano regionale sui rifiuti, è solertissima nel riunirsi in emergenza per ridare il via libera a quello che nel resto d’Italia è considerato bracconaggio e sanzionato penalmente dalla legge. Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto ha dichiarato: “Quello utilizzato dalla Giunta Galan è un espediente di bassissimo profilo, sono ricorsi a mezzucci molto scorretti solo per conquistare qualche giorno in più di caccia agli uccelli protetti. Questo è un modo poco onorevole utilizzato per scavalcare le leggi, stupisce che un comportamento del genere venga attuato da una pubblica amministrazione che dovrebbe invece dare l’esempio nel rispetto rigoroso delle leggi. Speriamo che i cittadini veneti che dovranno pagare pesantissime sanzioni dell’Unione Europea per la violazione delle Direttive Comunitarie che tutelano la fauna selvatica, alle prossime elezioni regionali diano il loro contributo per mandare a casa il “soldato” Galan e tutti i suoi compari. Ora con i nostri legali stiamo valutando la possibilità di un esposto alla Procura della Repubblica per eventuali reati a carico della Giunta regionale per mancata ottemperanza alle decisioni del TAR.” Michele Bertucco presidente di Legambiente Veneto ha dichiarato: “La nuova delibera della Giunta regionale sulla caccia in deroga è una decisione scandalosa che si fa beffa del TAR e dell’Unione Europea e soprattutto per le dichiarazioni fatte in precedenza dall’europarlamentare Berlato sembra una decisione presa sotto dettatura della lobby dei cacciatori.” IL PICCOLO 2 NOVEMBRE 2009
Catarinfrangenti salva-animali
CORMONS (GO) - Il nome è ostico: «Sicurezza degli animali selvatici e georeferenziazione degli attraversamenti della rete viaria». Dietro questa denominazione altisonante si nasconde un progetto della Provincia molto concreto e che va nella direzione della riduzione degli incidenti stradali provocati dalla fauna selavatica. Il Piano ritorna prepotentemente d’attualità all’indomani del nostro servizio sulla strage (quotidiana) di animali selvatici sulle strade isontine: rospi e ricci le specie più colpite. «La Provincia - si legge nella relazione al Bilancio di previsione 2009-2011 - ha già censito le strade provinciali maggiormente pericolose. Con tale progetto si intende aggiornare i data base predisposti dall’Ufficio viabilità al fine di consentire la posa in opera di ”prismi catarinfrangenti” da posizionare lungo le strade in modo da riflettere la luce dei fari delle autovetture e segnalare all’animale il sopraggiungere del veicolo. L’intervento è già stato sperimentato in varie realtà: l’animale si blocca e, quindi, non è indotto ad attraversare la strada. Ciò riduce i pericoli per gli automobilisti». L’altro obiettivo che si pone la Provincia è la creazione di un’ulteriore banca dati per la «georeferenziazione» degli attraversamenti maggiormente a rischio. Tale soluzione consentirebbe di risolvere il problema. Quello degli animali in strada è un rischio reale, più volte segnalato sulle pagine di questo giornale. Con l’arrivo della bella stagione, aumentano gli «avvistamenti», per esempio, di cinghiali lungo le strade dell’Isontino e sulla linea ferroviaria Trieste-Udine. Con tutte le conseguenze facilmente prevedibili: frenate improvvise e rischi, tutt’altro che remoti, di incidenti. Il problema era stato sollevato a più riprese anche a Cormons e dalla municipalità di Mossa L’ente guidato da Enrico Gherghetta è, infatti, pronto a finanziare questo speciale capitolo di spesa: in una primissima fase, le risorse sono ridotte a settemila euro ma - in tempi brevi - il plaphond sarà irrobustito e corroborato con altri finanziamenti.
ANMVI OGGI
2 NOVEMBRE 2009
RATIFICA CONVENZIONE: ECCO ILTESTO DEL DDL
Il Ddl: "Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno" inizia domani l'iter in Commissione Affari Sociali. Relatore l'On Gianni Mancuso.Il disegno di legge sanziona condotte già vietate ma non sanzionate dalle ordinanze contingibili e urgenti concernenti la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani (divieto di interventi chirurgici non finalizzati a scopi curativi e non eseguiti con modalità certificate da un medico veterinario, con particolare riferimento alla recisione delle corde vocali, taglio delle orecchie e taglio della coda), prevedendo, in particolare, l'applicazione della sanzione penale della reclusione o della multa, attraverso la configurazione di tali condotte come condotta di maltrattamento punita ai sensi dell'articolo 544-ter del codice penale, rubricato « maltrattamento di animali ».Lo stesso disegno di legge prevede un'ulteriore sanzione penale non prevista nella nostra normativa, relativa alla condotta del traffico illegale di animali da compagnia. Sono previste, inoltre, sanzioni amministrative pecuniarie e accessorie per l'introduzione illecita nel territorio nazionale di animali da compagnia.
http://www.anmvioggi.it/files/DDL%20RATIFICA%20CONVENZIONE%20EUROPEA%20DI%20STRASBURGO.pdf
LA ZAMPA.IT
2 NOVEMBRE 2009
Il ghepardo e Bolt Il duo di sprinter sfila a Nairobi
Un cucciolo di ghepardo in onore dell'uomo più veloce del mondo. E' l'iniziativa del Kenyan Wildlife Service di Nairobi, che ha celebrato così lo sprinter medaglia d'oro agli ultimi Mondiali e Giochi Olimpici. Ecco alcune immagini dell'incontro
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=21854&tipo=FOTOGALLERY
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VARESE NEWS
2 NOVEMBRE 2009
Da Cassano agli Usa per vincere la cecità
La storia di Andrea Giani che fa il ricercatore alla Harvard Medical School: lavora con le nano tecnoclogie per curare malattie alla retina. "Studio qui perchè in Italia non ci sono risorse"
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Marco Giovannelli
Nano particelle e cellule staminali erano due termini quasi sconosciuti fino a pochi anni fa. Oggi rappresentano la frontiera della medicina e non c’è giorno che non venga pubblicato il risultato di qualche ricerca. Argomenti che sembrano lontani dal vissuto di ogni persona e che invece rivoluzioneranno la vita e soprattutto permetteranno di affrontare sofferenze e patologie con ben altre possibilità.
Per gli scettici basterebbe pensare alla scoperta della penicillina. Prima di allora si moriva per una polmonite. Uno dei centri più importanti al mondo per la ricerca scientifica è la Harvard Medical School a Boston. Da marzo, Andrea Giani è lì a studiare le retinopatie, ossia la prima causa di perdita della vista. Trent’anni, laureato in medicina a Milano, ha lavorato all’ospedale Sacco e aveva già aperto un proprio studio nella sua città a Cassano Magnago. Poi la passione per la ricerca lo ha spinto oltre oceano. «Quando il mio professore Giovanni Staurenghi mi ha chiesto di proseguire il suo lavoro non potevo dire di no. Era un’opportunità incredibile». E cosa fa qui? «Faccio ricerca sulle patologie retiniche con degenerazione maculare. Non posso fare il medico perché dovrei sostenere diversi esami. Il progetto comunque è quello di acquisire ulteriori competenze in materia e poi tornare in Italia. Mi dedico quindi alla ricerca di base in laboratorio sperimentando una terapia con le nano particelle in grado di ricostruire i vasi sanguigni malati e al tempo stesso provare un gene che induca le cellule malate a morire da sole».
E come mai qui ad Harvard?
«Questo è un centro di eccellenza. Il professor Staurenghi ha lavorato qui con Joan Miller che aveva scoperto la fotodinamica che era l’unica terapia prima che si scoprissero i farmaci anti V.E.G.F. che servono a fermare le patologie retiniche umide. Le terapie precedenti che andavano a bruciare le parti malate facevano veri disastri. Adesso almeno con i farmaci si blocca la degenerazione». E cosa c’entrano le nano particelle? «Oggi abbiamo tantissime conoscenze a livello medico, ma più si va nel dettaglio e più le cose diventano delicate. Questo vale molto per le cellule. Spesso, in caso di patologie, è come se stessimo sparando a un moscerino con un cannone. Magari lo prendi ma intanto fai altri bei disastri. Le nano particelle permettono di andare sempre più nel dettaglio evitando questi problemi». E le cellule staminali? «Queste sono un’altra “moda” della ricerca medica, ma hanno delle potenzialità enormi. Soprattutto in materia di retinopatia, che è una patologia degenerativa dove finora siamo stati in grado solo di bloccare l’avanzare della malattia, e nel caso della patologia secca non abbiamo proprio terapie. L’idea è quella di ricercare nelle staminali un'ulteriore risposta per curare».
E a che punto siamo?
«Due mesi fa su Nature è stata pubblicata una ricerca che dimostrava che le cellule staminali embrionali possono differenziarsi in fotorecettori e in cellule dell’epitelio pigmentato retinico. Una scoperta importante per curare le degenerazioni maculari e penso che lo stesso si possa provare con le staminali del liquido amniotico» Nasce da qui la collaborazione con il Biocell? «Si. È stato casuale perché loro sono arrivati qui a Boston proprio quando si inizia a ragionare su uno sviluppo della ricerca verso le staminali del liquido amniotico. Abbiamo così avuto degli incontri e poi si è partecipato a un bando di ricerca del ministero della sanità italiano che coinvolge il Policlinico di Milano, la Toma di Busto Arsizio e il Biocell qui a Boston. Tutti questi in collaborazione con la Harvard Medical School che cofinanzierà la ricerca. In questa prima fase vorremmo provare lo stesso protocollo sperimentato per le staminali embrionali per quelle del liquido amniotico, perché siamo convinti che queste siano più stabili e sicure. In un primo momento faremo sperimentazione sugli animali e se i risultati saranno soddisfacenti si potrà passare sugli uomini». E quali sono i tempi? «Ci sono segnali che fanno sperare che i risultati non siano lontani. Si parla di pochi anni». Come mai per fare ricerca spesso si deve andare all’estero? «È una questione di risorse economiche e di cultura. Tante cose da noi non si potrebbero fare. In Italia esistono solo tre, quattro centri di ricerca a livello degli Stati Uniti e ognuno di questi ha avviato pochi progetti. Basta pensare che solo a Boston ci sono tantissime università e ognuna di queste ha venti, trenta progetti finanziati. La ricerca con il modello animale, essenziale per fare passi avanti, costa tantissimo anche per la cura che bisogna avere verso gli animali stessi».Ci sono tanti italiani? «Non molti. Nel mio laboratorio ci sono solo io e poi tanti giapponesi e greci, qualche tedesco, coreano, irlandese e pochi americani». Dove vive e come si trova qui? «Condivido un appartamento in centro a Boston. La città è molto bella e mi sono ambientato subito. È una realtà aperta e multirazziale. In ospedale poi è facile perché c’è un grande rispetto. Mi manca un po’ la parte clinica perché qui posso esercitarla solo alla presenza di un medico statunitense, ma intanto sto facendo un’esperienza straordinaria». Ogni quanto tempo torna in Italia? «È previsto un paio di volte all’anno. Avevo anche aperto un mio studio a Cassano, ma ora ci lavora un collega. L’anno prossimo parteciperò comunque a due importanti convegni a Bruxelles e a Milano e sarà una buona occasione per passare da casa».
VIRGILIO NOTIZIE
2 NOVEMBRE 2009
Ripristinare i collegamenti nervosi dopo fratture a spina dorsale
Le cellule interessate possono essere stimolate a riprodursi
Da molti anni gli scienziati cercano di trovare un rimedio ai traumi alla spina dorsale che, interrompendo i collegamenti nervosi, provocano la paralisi irrimediabile degli arti. Finora i tentativi di rigenerare i fasci di nervi interrotti non hanno avuto successo, ma nuove speranze emergono da studi sulle cavie animali. Una ricerca del dottor Mark Tuszynski dell'università di San Diego in California ha mostrato che un complesso trattamento a base di diversi interventi è in grado di rigenerare i collegamenti interrotti nei topi anche a un anno di distanza dal trauma. In precedenza, parziali risultati erano stati ottenuti soltanto con interventi effettuati poco dopo la frattura spinale. "Le cellule interessate dai collegamenti non sono del tutto morte", ha detto il ricercatore, "e possono essere stimolate perché tornino a crescere e stabiliscano nuovi collegamenti". La ricerca è stata pubblicata sulla rivista "Neuron".
AGI
2 NOVEMBRE 2998
Anche a un anno di distanza dal trauma originale
RIUSCITA SU CAVIE RIGENERAZIONE MIDOLLO SPINALE
Los Angeles - Concluso con successo un esperimento di rigenerazione del midollo spinale sui topi di laboratorio, e ora i ricercatori della University of California, San Diego School of Medicine ritengono che si possa guarire la parte danneggiata, anche a un anno di distanza dal trauma originale. "Se si applica una combinazione di trattamenti, gli assoni (i lunghi filamenti nervosi nella colonna vertebrale) possono essere ripristinati e rigenerati", ha detto Mark Tuszynski, direttore del Center for Neural Repair di San Diego, autore dello studio pubblicato sulla rivista Neuron. "Un assone ferito gravemente non e' un assone morto". I traumi al midollo spinale hanno l'attenzione della ricerca medica da anni, ma finora i trattamenti sviluppati hanno avuto scarso successo. "Sono numerosi gli ostacoli alla rigenerazione degli assoni", ha spiegato Tuszynski. "Cicatrici, incapacita' di recupero dei neuroni adulti, fattori che inibiscono la crescita, infiammazioni estese: sono tutti fattori che contribuiscono a rendere difficile la rigenerazione di questo tipo di ferite". I ricercatori hanno allora utilizzato una combinazione di trattamenti, che comprende la creazione di 'toppe cellulari' sulla lesione, fattori di crescita neuronale e stimolazione nell'assone dei geni per la rigenerazione. "Anche nelle condizioni ideali di laboratorio e' difficile ottenere un risultato, ma siamo tuttavia riusciti a rigenerare parte delle lesioni croniche", ha detto Tuszynski. "I topi di laboratorio hanno recuperato parte del movimento, anche a 15 mesi di distanza dal trauma che li aveva paralizzati. Questa combinazione di trattamenti mostra un grande potenziale per la rigenerazione degli assoni e la cura dei traumi spinali", ha concluso.
ASCA
2 NOVEMBRE 2009
SALUTE: PATOLOGIE RENALI, CUORE PROTETTO GRAZIE AL CARBONE
Trovare nella calza della befana il carbone vero potrebbe far piacere a chi soffre di patologie renali, perché il minerale sarebbe in grado di proteggerne il cuore. È quanto emerge dallo studio presentato in occasione dell'American Society of Nephrology's Annual Meeting and Scientific Exposition tenutosi a San Diego, in California, dai ricercatori della Vanderbilt University di Nashville, in Tennessee (Usa), secondo cui il carbone potrebbe alleviare i disturbi cardiaci che spesso si riscontrano nei pazienti affetti da malattie renali.La ricerca è stata condotta su un gruppo di topi geneticamente predisposti allo sviluppo di malattie renali e dell'aterosclerosi ai quali è stato somministrato l'Ast-120, una forma di carbone attivo che si assume per via orale. Dai risultati è emerso che il trattamento ha contrastato le infiammazioni dei vasi sanguigni, determinando una riduzione drastica delle cardiopatie."Il nostro studio - spiega Valentina Kon, ricercatrice della Vanderbilt University - ha dimostrato che la somministrazione di carbone attivo per via orale può ridurre le lesioni aterosclerotiche nei topi affetti da disturbi renali e, inoltre, rappresenta un importante passo avanti per la ricerca contro le cardiopatie che vi sono associate". (ASCA)
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