02 AGOSTO 2011
BRESCIA OGGI
2 AGOSTO 2011
 
Cane morto su marciapiede Raffica di chiamate ai vigili
SAN BARTOLOMEO. L'animale è stato travolto da un'auto
Impossibile per ora risalire al proprietario Non aveva il tatuaggio e era senza microchip
 
un cane randagio catturato da un accalappiacani
 
Brescia - Morto sulla strada senza essere soccorso. Forse - ma si tratta per ora solo di ipotesi - abbandonato da chi è partito per le vacanze e poi travolto da un'auto mentre vagava per il quartiere San Bartolomeo.
Si tratta di un cane di mezza taglia, ucciso quasi certamente tra la serata di lunedì e le prime ore di ieri mattina, quando è stato notato da chi camminava sul marciapiede. Subito è stata chiamata la centrale dei vigili urbani ed è stata segnalata la situazione. I vigili, verificata la notizia (anche perché sono state numerose le segnalazioni arrivate in centrale in pochi minuti), hanno avvisato il Settore ambiente ed ecologia. Una ditta specializzata, subito contattata, ha provveduto al recupero della carcassa dell'animale, che verrà smaltita. Invano si è cercato nel corso della mattinata di risalire al proprietario del cane: impresa non facile per la mancanza di tatuaggi visibili o del microchip, obbligatorio.
IL CANE potrebbe essere stato abbandonato, ma non è escluso che sia scappato volontariamente. Fino a ieri sera, però, alcun proprietario ha contattato la centrale dei vigili urbani, cosa che fa diventare la seconda ipotesi meno attendibile.
L'ANIMALE in fuga avrebbe potuto provocare la caduta dei passanti o causare incidenti stradali. Se si notano cani che gironzolano per i quartieri della città bisogna avvisare subito i vigili urbani (030-45001) o il «112» o il «113». Se l'animale è ferito verrà recuperato e curato da un veterinario; o portato al canile comunale da un accalappiacani. Rispetto alle scorse estati finora si registra in città una diminuzione degli abbandoni di animali.
Forse perché la crisi ha spinto molti bresciani a rinunciare alle vacanze?

ASAPS
2 AGOSTO 2011
 
Trieste
Due cani abbandonati sul raccordo RA13 salvati dalla Polizia Stradale
Per bloccarli e salvarli gli agenti hanno usato la cordella metrica come guinzaglio
Un cucciolo agitatissimo è stato “sedato” con una bistecca offerta dal conducente di un camper
 
L’agente scelto Angelo Bonvino con uno dei due cani salvati
 
(ASAPS), 2 agosto 2011 – Una “tranquilla” domenica di esodo estivo. Sul raccordo RA13, cioè l’autostrada che dalla A/4 porta verso Trieste e la Slovenia, sono migliaia i veicoli in coda per raggiungere le mete turistiche, quelle sulle coste della Slovenia e della Croazia. Proprio in previsione dell’intenso traffico, e dei problemi che si possono verificare in queste giornate “calde” non solo dal punto di vista delle temperature, la Sezione della Polizia Stradale ha deciso di “mettere in campo”, oltre alla normale pattuglia, anche un’altra in moto. Verso le 8.30 del mattino arriva la segnalazione di due cani randagi che corrono tra le carreggiate mettendo a repentaglio la loro sicurezza e quella degli automobilisti. Le pattuglie rispondono alla chiamata e si dirigono verso il luogo in cui sono stati visti i due animali. Giunti sul posto i poliziotti trovano i colleghi della Polizia di Frontiera sulla corsia opposta, che gli indicano il punto esatto dove si nascondono gli animali. Uno è di taglia grande ed è immobile, terrorizzato sotto il guard-rai, l’altro, invece, è più piccolo, e scorazza da una corsia all’altra abbaiando contro i veicoli. L’autostrada viene chiusa in entrambi i sensi di marcia, per recuperare le due bestie ed evitare incidenti. Il cane più grande viene tratto in salvo subito, mentre il più piccolo non si riesce a bloccare. Gli agenti cercano di fermarlo, me è impossibile, lui scappa dappertutto. Alla fine uno degli agenti in moto, ingegnandosi con i mezzi a sua disposizione, riesce a bloccarlo usando la cordella metrica, quella solitamente usata per le misurazioni negli incidenti, come guinzaglio di fortuna. Per una volta la cordella è servita per salvare una vita, anche se di un cagnolino impaurito abbandonato sull’autostrada.
Una volta al sicuro tra le braccia dell’agente, l’animale ha continuato a dimenarsi e a mordere, sino a quando un signore è uscito da un camper con una bistecca alla milanese che ha funzionato perfettamente come “calmante”. Gli automobilisti fermi in coda, visto il prodigarsi delle forze dell’ordine per salvare i due animali, hanno applaudito e fatto i complimenti ai poliziotti.

IL PICCOLO
2 AGOSTO 2011
 
Rodeo per salvare due cani abbandonati in autostrada
 
di Maddalena Rebecca
 
Provincia di Trieste - Una fettina di carne impanata usata come esca e una cordicella metrica, di quelle impiegate in genere per i rilievi stradali, adoperata a mo’ di collare. Sono le ingegnose accortezze che hanno permesso agli agenti di Polstrada e Polterra di mettere in salvo due cani avvistati l’altro giorno sul raccordo autostradale, tra Santa Croce e l’area di servizio Benvenuti. Un intervento provvidenziale, visti i pericoli a cui la presenza degli animali sulle carreggiate stava esponendo i tanti veicoli in viaggio in quel momento, concluso tra gli applausi degli automobilisti stessi. Intercettare la coppia di meticci - forse abbandonati strada facendo da qualche turista o forse semplicemente sfuggiti al controllo di padroni durante una sosta all’autogrill -, non è stato affatto semplice. Il primo, di grossa taglia, si era rintanato sotto le lamiere del guardrail centrale. Il secondo, un batuffolo bianco e nero ancora più impaurito, correva a zig zag sull’asfalto. Per riuscire a raggiungerli, quindi, è stato necessario bloccare la circolazione in entrambi i sensi di marcia e chiudere per alcuni minuti un tratto del raccordo. Tutto è accaduto domenica mattina, giornata già critica sul fronte traffico visto l’esodo di vacanzieri. Attorno alle 8.30 nella sala operativa della Stradale hanno iniziato ad arrivare le segnalazioni di alcuni automobilisti. «Venite subito, ci sono due cani che corrono in mezzo alla strada e costringono le auto a brusche manovre in corsa per dribblarli». Immediatamente le pattuglie, a bordo di un’auto e due moto, si sono messe sulle tracce degli “intrusi” a quattro zampe, percorrendo più volte il tratto tra Sistiana e Prosecco. Per riuscire ad individuarli, però, è stata fondamentale la collaborazione dei colleghi della Polterra di Opicina che, viaggiando in direzione opposta, hanno notato gli animali tremanti sotto il guardrail al km 7+400, poco dopo Santa Croce. L’ avvistamento ha fatto così scattare la seconda fase del piano. Uno degli agenti motorizzati, dopo aver percorso in contromano la corsia d’emergenza, si è sistemato al centro delle carreggiate, fermando poco alla volta il traffico, in perfetto stile “safety bike”, mentre la pattuglia a bordo della macchina ha eseguito la stessa operazione sulle corsie opposte. A quel punto è iniziato da parte dei colleghi il lento avvicinamento verso il rifugio dei due cani. Quello di grossa taglia, apparso subito mansueto e collaborativo, si è lasciato prendere senza fare tante storie. Ben diverso, invece, il comportamento del meticcio più piccolo che, non conoscendo le intenzioni degli uomini in divisa, si è lanciato subito in una fuga disperata, insinuandosi tra le ruote e i carrelli tenda dei mezzi in sosta. Nemmeno una volta raggiunto e “acciuffato” da uno dei poliziotti, il cagnolino ha abbassato le difese: al contrario ha iniziato a ringhiare e a mordere ripetutamente l’agente. Per placarlo c’è voluta l’intuizione di un camperista che, dopo aver assistito alla scena, ha estratto dal frigo una cotoletta e l’ha infilata tra i denti del cucciolo. La gradita merenda ha consentito finalmente al poliziotto di prendere in braccio il cane, troppo concentrato sul cibo per continuare a fare il duro, e ad allontanarlo dalla strada grazie ad un guinzaglio di fortuna: una cordicella metrica arrotolata attorno al collo. Il tutto tra gli applausi degli automobilisti- spettatori, lieti di poter riprendere il viaggio verso le località d’oltreconfine. Più breve, invece, il tragitto fatto dai due cani, poi trasferiti nel canile di via Orsera.

GEA PRESS
2 AGOSTO 2011
 
Genova – la casa canile (video Carabinieri)
Oggi verranno microchippati i cani. Per il futuro non più di dieci animali.
 
Una storia di degrado particolarmente rilevante, questo secondo il Capitano Pierantonio Breda, che dirige il Comando Compagnia di San Martino (GE). Oltre 40 cani chiusi in una casa colonica di Montoggio, nell’entroterra ligure ed una antecedente prescrizione amministrativa emessa in altro Comune della provincia di Genova, proprio dove prima risiedeva la coppia.Lui ultrasessantenne e lei con meno di quarant’anni. Qualche giorno addietro avevano ricevuto la visita di un parente, che si è poi sentito male. Viene così avvisato il 118 che, giunto nei luoghi, informava i Carabinieri di una situazione quantomeno strana. Dodici cani meticci abbaiavano all’unisono, riferirono gli operatori sanitari.I Carabinieri della Stazione di Montoggio dispongono così un controllo congiunto ai veterinari dell’ASL 3 di Genova, ed hanno così trovato molto altro. I primi tre cani rinvenuti, erano all’interno della macchina dell’uomo, che non ha saputo fornire alcuna spiegazione del perchè di quella sistemazione. Tutta la casa era inoltre stipata di cani, più o meno divisi in varie stanze. I Carabinieri avrebbero accertato che quei cani non uscivano mai. Locali poco areati ed escrementi accumulati in terra. Più di 40 animali tra le mura domestiche.Forse un’amore distorto nato, probabilmente, dall’incapacità di separarsi dalle cucciolate derivate dalle due o tre iniziali coppie di cani. Gli inquirenti, infatti, sarebbero poco propensi a credere alla versione fornita dalla coppia. Ovvero che gli animali erano tutti randagi raccolti dalla strada e soccorsi per vari motivi.Oggi i Veterinari ASL andranno a microchippare i cani, ancora tutti in possesso della coppia, sebbene, nei prossimi giorni, si tenterà di sistemarli in luogo idoneo. Alla coppia, probabilmente, sarà vietato di tenere più di dieci cani. L’intervento è stato effettuato dal Comando Stazione dei Carabinieri di Montoggio, coordinati dal Comando Compagnia di San Martino.
VEDI VIDEO:
http://www.geapress.org/il-maltrattamento-e-la-sua-legge/genova-%E2%80%93-la-casa-canile-video-carabinieri/17956
IL TIRRENO
2 AGOSTO 2011
 
Tartaruga resta impigliata nelle reti e muore
 
PORTOFERRAIO (LI). E’ rimasta impigliata nelle reti a tramaglio di un pescatore. Un epidosio accidentale che è costato la vita a esemplare di Dermochelys coriacea, la così detta tartaruga “liuto”, decisamente rara nelle acque dell’Arcipelago dove da anni non se ne avvistava una. L’animale ha tentato di liberarsi dalla rete consumando l’ossigeno a disposizione e finendo per morire per asfissiva, almeno secondo le prime ipotesi di chi ha soccorso la tartaruga. Quando il pescatore che l’ha trovata nella rete, nelle acque antistanti la rada di Portoferraio, ha contattato la Capitaneria l’animale - circa 140 chili di peso per un metro e mezzo di lunghezza - era ormai in fin di vita. I tentativi di salvarla, una volta trasportata a riva nei pressi delle banchine delle forze dell’ordine alla Linguella, sono stati inutili. Sul posto, oltre alla Capitaneria, sono intervenuti anche gli uomini del Corpo forestale dello Stato e il titolare dell’Acquario dell’Elba (nonché consigliere del Parco) Yuri Tiberto. Insieme all’Icram, all’Arpat e al Corpo forestale sarà valutata l’ipotesi di conservare l’esemplare - dopo i controlli di rito - per esporlo nel museo dell’isola di Montecristo. Un suggerimento arrivato dallo stesso Tiberto che spesso collabora con la forestale per aiutare animali in difficoltà. Tra questi anche le tartarughe. Due grossi esemplari di Caretta Caretta, soccorsi dalla forestale e affidati a Tiberto per le cure, saranno ad esempio liberati nei prossimi giorni.

LA NAZIONE
2 AGOSTO 2011
 
Rischia di annegare nei liquami Cavallo salvato dai pompieri
L'intervento è durato un'ora e mezza. A segnalare la presenza del cavallo in difficoltà è stato lo stesso padrone dell'animale
 
Perugia - Stava annegando nei liquami, ma grazie a un intervento durato piu' di un'ora è stato salvato dai vigili del fuoco. Il protagonista della vicenda? Un cavallo. Il fatto è avvenuto a Citta' di castello, in località Fiume, dove l'animale era rimasto intrappolato all'interno di un'area adibita a concimaia. Non riusciva a liberarsi e stava annegando nel liquame.A segnalare la presenza del cavallo in difficoltà è stato lo stesso padrone dell'animale. I vigili del fuoco del Distaccamento tifernate, alle 7 di ieri mattina, sono dunque arrivati a Fiume per eseguire il delicato intervento di salvataggio durato oltre un'ora e mezza. I pompieri hanno proceduto prima ad imbracare l'animale, operazione non molto semplice vista la situazione, e con delle funi sono riusciti a tirarlo in salvo restituendolo al suo padrone in buone condizioni.

CORRIERE DI AREZZO
2 AGOSTO 2011
 
Cavallo salvato dai vigili del fuoco.
L’animale era caduto all’interno di una concimaia.
 
Città di Castello (PG) - I vigili del fuoco di Città di Castello hanno salvato da una morte atroce per soffocamento un cavallo. L’allarme al distaccamento tifernate è arrivato alle 6,45 e proveniva da vocabolo Cantonella di Fiume, dove un cavallo uscito dalla sua stalla era finito in una “concimaia” piena di letame e vi stava letteralmente annegando. L’equino si era impantanato e non aveva nessun supporto sotto le gambe e quindi non riusciva a risalire. Anzi stava sempre più affogando. I vigili del fuoco si sono calati all’interno della “concimaia” e sono riusciti ad imbracare l’animale con una speciale fascia che lo ha cinto sotto l’addome, quindi con delle corde collegate ad un trattore, è stato sollevato. L’animale, sentitosi quasi in salvo, ha dato delle sgambate riuscendo ad uscire dall’invaso dove aveva rischiato di morire. L’animale è rimasto leggermente ferito e impaurito, ma le cure immediate cui è stato sottoposto dal proprietario sono state efficaci e quindi è tornato in piedi a distanza di sicurezza dalla pericolosa “concimaia”.

CORRIERE DELL'UMBRIA
2 AGOSTO 2011
 
Col cane guida non si entra dal dottore.
Protesta del presidente provinciale dell’associazione “privi della vista e ipovedenti”.
 
PERUGIA - Va dal medico di base per una ricetta e torna a casa con l’amaro in bocca. Ottavio Dorillo, presidente provinciale dell’Anpvi onlus (Associazione nazionale privi della vista e ipovedenti, sede di Perugia) ritiene che “moralmente non si può prendere bene” il fatto che un medico chieda di lasciare fuori il cane a un ipovedente, che proprio grazie a quell’animale riesce a godere di maggiore autonomia. Il commento prende le mosse da un episodio capitato al presidente stesso. Proprio Dorillo, infatti, ieri si è recato in un ambulatorio di Madonna Alta per avere una ricetta, che tra l’altro non era per lui, ma per la compagna. Si può dire, quindi, che stava facendo un favore ad altri. Per arrivare in quello studio si è servito del bastone e del cane guida. “In questo periodo gli accompagnatori scarseggiano, mentre il cane, come si sa, non va mai in ferie”, dice. E’ quindi arrivato allo studio in orario ambulatoriale. Dapprima non ricordava dove fosse l’ingresso ma una donna è stata cortese e gli ha suonato il campanello. Pare che in sala d’aspetto non ci fosse nessuno. “Il cane non può entrare”, ha detto il medico, in base al racconto di Dorillo, affacciandosi dallo studio. “Ho fatto l’impegnativa restando in piedi accanto al cane”, dice quindi Dorillo. “Ma non capisco perché, se c’è un cane guida, autonomia del non vedente, deve essere il medico a porre limitazioni a questa autonomia. Mica ero andato lì per far visitare il cane. E, quando sono andato via, il dottore non ha pensato ad aprirmi la porta e ho avuto un po’ di difficoltà. Credo che cambieremo medico”.

IL TEMPO
2 AGOSTO 2011
 
Comune Campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cani
Ciotole nei bar per aiutare fido
VITERBO Comune di Viterbo: il miglior amico del cane.
 
Azzurra Martini
 
Oltre trenta ciotole per cani sono state distribuite nei bar di Viterbo grazie a una iniziativa dell'assessore Massimo Fattorini, condivisa dal consigliere comunale delegato agli animali Francesco Simoncini, per sostenere gli amici a quattro zampe nel rispetto del decoro urbano, ma anche con l'aspirazione di ampliare la comunità di persone sensibili alla tutela degli animali. «L'esercente – ha spiegato Fattorini - non deve far altro che mettere fuori dal proprio esercizio pubblico la ciotola con dell'acqua fresca e provvedere al suo ritiro prima di chiudere la propria attività al termine dell'orario di lavoro. Un piccolo gesto che contribuisce al benessere dei nostri amici, soprattutto in questi mesi caldi e assolati. L'amministrazione comunale sta inoltre lavorando sul progetto del nuovo canile. C'è ancora da fare, ma la realizzazione della nuova struttura è tra i nostri programmi. Questo gesto dà continuità a quanto fatto con la Festa dell'Amicizia a quattro zampe organizzata dal consigliere Simoncini a Prato Giardino».
IL NUOVO MOLISE
2 AGOSTO 2011
 
Fino ad un anno di reclusione per chi abbandona un animale
 
CAMPOBASSO – L’abbandono di un animale, oltre ad essere un atto ripugnante per chiunque possieda sensibilità è anche un reato contravvenzionale. A disciplinarlo è l’art. 727 C.P., sostituito dalla L. 189/o4, che ne ha interamente riscritto il contenuto. Esso, al comma I, dispone che: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da € 1.000 a € 10.000.” Il bene giuridico protetto dalla norma è la salute, la dignità e la vita di tutti gli animali, con particolar riguardo a quelli domestici o con abitudini di cattività, che, vissuti insieme all’uomo dalla nascita o per gran parte dell’esistenza hanno perduto, o mai acquisito, la autosufficienza tipica di quelli vissuti in libertà, non avendo potuto apprendere le cautele di sopravvivenza e gli istinti degli altri esemplari liberi. Di talché essi sono da considerarsi alla stregua di persone incapaci poiché non in grado di districarsi nella realtà esterna, diversa da quella domestica. Nel pronunciarsi di recente sul caso di un uomo che, avendo smarrito il suo cane, non ne aveva denunciato la scomparsa, la Cassazione ha evidenziato che la condotta punita dall’art. 727 non deve necessariamente consistere in un atto intenzionalmente rivolto al distacco dal proprio animale così da liberarsene, ma anche nell’omissione, per trascuratezza, di quelle cure e premure cui è obbligato chiunque abbia un animale: l’uomo, infatti, pur non avendo materialmente provocato l’allontanamento del cane, aveva poi tenuto un atteggiamento di indifferenza ed inerzia incompatibile con tali doveri. Viene così offerta un’interpretazione del concetto di abbandono che va aldilà del significato letterale del termine: abbandonare un animale è non solo provocarne dolosamente il definitivo distacco ma anche agire con trascuratezza e disinteresse nei suoi confronti, ad esempio non adoperandosi per ritrovarlo qualora si smarrisca, consapevoli del suo essere senza difese.Dott.ssa Alessandra D’Ottavio

CITTA' OGGI WEB

2 AGOSTO 2011

 

Capriolo finisce nel Canale Industriale e muore annegato

 

Turbigo (MI) - L’ultima volta il capriolo finito nel canale Industriale a Turbigo era stato salvato. Ed è stato sempre così negli ultimi anni. Questa mattina purtroppo la storia non ha avuto un lieto fine. Un altro capriolo è finito nel canale Industriale, sempre all’altezza di via Fermi nella zona della centrale Castelli.
Ha fatto un volo di una ventina di metri e, probabilmente esausto, è morto annegato. E’ accaduto verso le 6.30 quando sono giunti sul posto i vigili del fuoco volontari di Inveruno e il reparto fluviale. L’animale ormai morto é stato recuperato dai vigili del fuoco con un gancio.


CRONACA QUI
2 AGOSTO 2011
 
Serpente piomba su un'auto in corsa: dopo lo spavento il filmino (video)
 
In viaggio con un serpente. Una coppia americana che viaggiava su una superstrada, si è trovata improvvisamente un rettile sul cofano. L'animale, lungo presumibilmente più di un metro, nonostante l'alta velocità, sembra divertirsi e non voler scendere. La scena è stata ripresa dal telefonino del passeggero che ha filmato il serpente mentre si agita sul vetro.
VIDEO
http://milano.cronacaqui.it/cronaca/16964_serpente-piomba-su-unauto-in-corsa-dopo-lo-spavento-il-filmino-video.html?pag=1

IL GAZZETTINO
2 AGOSTO 2011
 
I cinque muli dell’Ana tornano a fare la naja con 120 allievi Alpini
 
Fulvio Fioretti
 
VITTORIO VENETO (TV) - I muli del reparto Salmerie della sezione Ana di Vittorio Veneto torneranno a fare l’esperienza del servizio militare della naja breve: Iso, Iroso, Mila, Marna, Orio e Reno (nella foto a una sfilata), saranno infatti “ospiti” da donai a venerdì prossimi della caserma Salsa-D’Angelo di Belluno, dove si trova il 7. Alpini e dove 120 allievi stanno concludendo la loro mini-naja di 15 giorni.Con i muli vittoriesi ci saranno anche una decina di penne nere, i conducenti e gli altri addetti del reparto Salmerie con il presidente Angelo Biz. Nei tre giorni di naja, per 8 ore al giorno, 4 al mattino e 4 al pomeriggio, Giovanni Salvador e Graziano De Biasi illustreranno l’operatività dei muli, ormai fuori servizio da un paio di decenni, e la loro utilità.  Oltre ai ragazzi parteciperanno alle lezioni anche gli alpini di stanza a Belluno: anche loro non hanno mai avuto a che fare con gli animali che hanno fatto la storia militare e vissuto con alpini e artiglieri da montagna episodi epici.Venerdì alla cerimonia di conclusione del breve periodo di naja e alla consegna dei cappelli, i muli delle Salmerie saranno schierati insieme ai reparti in armi. “Dopo l’esperienza a San Candido con il 6. Alpini dello scorso anno, chi hanno voluto ancora protagonisti con i giovani che provano il brivido, breve, del servizio militare in caserma – dice il presidente Angelo Biz – e abbiamo risposto con il solito entusiasmo. Tra l’altro per Iso e Iroso è un ritorno nella caserma che li ha visti prestare il servizio militare fino agli anni ‘90”. 
LA ZAMPA.IT
2 AGOSTO 2011
 
La dedizione del cane da pastore nella montagna dei lupi cacciatori
 
CARLO GRANDE
 
Torino - Matteo partirà sabato all'alba per salire a Pietra Lunga, tra Valle Varaita e Valle di Blins: il nome deriva dal dio-sole dei celti Belenus. Avrà con sé capre, pecore e cani da guardia: tra loro ci sarà Briciola, bellissimo pastore abruzzese, un monumento alla dedizione. La sua famiglia sono il padrone e le pecore; le difende contro tutto e tutti, lecca l'orecchio di Matteo e lui gli dice: «Adesso vai dalle bestie», corre in mezzo a loro, guai a chi si avvicina.
I cani da pastore sono cani da guardia, non da compagnia. Tenere presente. Come noi giornalisti: «watch-dog» del potere, non roba da salotto. Giusto? Briciola rischia, ringhia, lavora in squadra (da soli si è perduti) con altri due, a volte abbaia e spinge una bestia, le vola addosso. «E' bravissimo - dice Matteo - gli metto il collare chiodato per i lupi, ma se lo attaccano in quattro?». Se escono dalla nebbia? Se, se... Matteo viene da Pra Fouchier, gioiello di Blins, meridiane e pani di segale (alle valli piemontesi Chantal Crovi e l'editore Artezin hanno appena dedicato bellissime guide). Matteo ha fatto per oltre trent'anni il guardiano della diga di Pontechianale, ora è in pensione, ci penseranno le macchine... Il figlio Cristiano guarda le mucche, lavora sodo. «Con loro si impara: lassù bisogna tenere gli occhi aperti, ci sono sempre più lupi, dice Matteo. Giusto conviverci, ma nel mio mestiere si rischia grosso; ai giovani non conviene più. Il veterinario mi rimborsa i capi, vuole vedere la carcassa. E se una bestia finisce dove non la trovo?»
Quest'inverno ha visto i resti di un camoscio in mezzo al lago ghiacciato: l'avevano circondato - gli indiani hanno imparato da loro - hanno lasciato solo ciuffi di peli. «Tritano le ossa, le trovi nelle feci e capisci che non sono cani selvatici - dice -. I cuccioloni sono i più pericolosi, l'adulto ammazza e mangia, loro azzannano per giocare: ho trovato una pecora sbudellata, era ancora viva. Agghiacciante. Credimi, sono stato male».
Per una volta pensiamo a lui, ai cani da guardia. A Matteo e Briciola che saliranno alle grange più alte e torneranno a settembre. Sono loro la salvezza della montagna. Anche il lupo, ovvio, non è un capro espiatorio da impallinare. Servirebbero più finanziamenti per uomini e imprese, ma finiscono altrove, sempre agli stessi: speculazioni, sprechi, evasione fiscale. Mille rivoli, che scorrono soprattutto in pianura.

COMUNICATI.NET
2 AGOSTO 2011
 
Comunicato LAV. SCONTI AI BRACCONIERI ORSI E LUPI, SALDI DI FINE STAGIONE. DECRETO LEGISLATIVO PRESTIGIACOMO INTRODUCE NORME DANNOSE PER LA FAUNA SELVATICA, SNATURATA LA DIRETTIVA EUROPEA. LAV:....
 

SCONTI AI BRACCONIERI: ORSI E LUPI, SALDI DI FINE STAGIONE. DECRETO LEGISLATIVO PRESTIGIACOMO INTRODUCE NORME DANNOSE PER LA FAUNA SELVATICA, SNATURATA LA DIRETTIVA EUROPEA LAV: CI AUGURIAMO CHE MEMBRI DEL GOVERNO E PARLAMENTARI PROPONGANO MODIFICHE SOSTANZIALI E CHE LA GIURISPRUDENZA FACCIA PREVALERE NORME DETERRENTI VIGENTI “Un provvedimento pericoloso e dannoso per la protezione della fauna selvatica, che, snaturando una Direttiva europea, non prevede sanzioni dissuasive ed efficaci e crea seri problemi di raccordo con altre normative vigenti, con il rischio si giunga ad una depenalizzazione occulta del reato di uccisione di animali previsto dall’art.544bis del Codice penale per alcune specie, come l’orso e il lupo”: questo il commento della LAV alla notizia della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di ieri (G.U. n.177 del 1 agosto 2011) del Decreto Legislativo di “Attuazione delle direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, nonché della direttiva 2009/123/CE, che modifica la direttiva 2005/35/CE, relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni”. Il provvedimento entrerà in vigore il 16 agosto prossimo. Il Decreto, infatti, istituendo l’articolo 727-bis del Codice penale introduce delle sanzioni contravvenzionali per chi, fuori dai casi consentiti dalla legge, “uccide, cattura o detiene esemplari appartenenti ad una specie animale selvatica protetta”; sanzioni inferiori a quelle previste dalla normativa vigente. Tale Decreto costituisce un drammatico passo indietro nella tutela della fauna selvatica, firmato, incredibilmente, dal Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che, anziché mantenere i propositi annunciati in seguito all’appello della LAV del maggio scorso, proprio in relazione allo Schema di Decreto Legislativo, che di fatto prevede sconti ai bracconieri, ha proposto un testo se possibile peggiorato, che introduce anche la non applicazione della, pur modesta, sanzione quando si uccide una quantità di animali definita “trascurabile”. Questo perché il Decreto prevede che le sanzioni siano applicate “salvo i casi in cui l’azione riguardi una quantità trascurabile di tali esemplari e abbia un impatto trascurabile sullo stato di conservazione della specie”, rendendo impunibile l’uccisione di un animale protetto, se ciò non mette in pericolo la conservazione della specie. “Come si può ritenere l’uccisione di un animale trascurabile e quantificarla? Oltre che inutile, questo decreto è moralmente inaccettabile perché rende la morte degli animali un mero fatto quantitativo e crea diversa tutela per gli animali – prosegue la LAV – L’uccisione di un animale domestico è giustamente punita anche se si tratta di un solo animale e con sanzioni più severe, perché l’uccisione di un animale selvatico protetto ha rilevanza penale solo se mette in pericolo la sopravvivenza della specie?” Il Decreto ha, inoltre, istituito l’articolo 733-bis  “Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto” che punisce “chiunque, fuori dai casi consentiti, distrugge un habitat all’interno di un sito protetto o comunque lo deteriora compromettendone lo stato di conservazione”, prevedendo l’arresto fino a diciotto mesi e l’ammenda non inferiore a 3.000 euro. “Pene dal valore deterrente praticamente nullo per speculatori, ecomafiosi e i loro complici dai colletti bianchi – insiste la LAV – Sono oltre 15 anni che magistratura, forze dell’ordine e addetti ai lavori chiedono a viva voce, inutilmente, l’istituzione dei “Delitti contro l’Ambiente” all’interno del Codice penale.” L’inefficacia delle pene previste dall’articolo 733-bis risulta ancora più stridente se la sanzione viene paragonata ad altre previste dal Codice penale: è paradossale, ad esempio, che chi danneggia un edificio pubblico, magari con graffiti, rischia di più, in virtù dell’articolo 635 del Codice penale, ovvero la reclusione da sei mesi a tre anni.“Ci auguriamo che la Giurisprudenza riequilibri questo grave attacco alla fauna selvatica facendo prevalere il reato di uccisione di animale previsto dall’articolo 544 bis del Codice penale e che membri del Governo e parlamentari si rendano protagonisti immediatamente di proposte di modifica”. “La LAV tenterà tutte le strade, compresa quella del ricorso in sede europea, per far in modo che lo spirito e gli obiettivi della direttiva di Bruxelles non vengano calpestati da questo provvedimento-scempio. La direttiva 2008/99 infatti all’articolo 5 intima agli Stati membri di “adottate le misure necessarie per assicurare che i reati siano puniti con sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive”. I bracconieri, grazie al Ministro Prestigiacomo e ai relatori alla Camera Molteni (Lega Nord) e Tortoli (Pdl), ottengono il risultato contrario a quello voluto da Bruxelles”, conclude l’Associazione. 2 agosto 2011 


ADN KRONOS
2 AGOSTO 2011
 
Nel bellunese ricompare l'orso, immortalato da un filmato
Belluno -  E' lo stesso giovane esemplare avvistato a fine giugno nel comune di Ospitale di Cadore.
 
 
Belluno, 2 ago. (Adnkronos) - Per farsi immortalare dalle ''foto-trappole'' installate dalla Polizia provinciale di Belluno, questa volta l'orso ha scelto la tarda serata. Il filmato e le immagini hanno ''catturato'' l'animale gia' a meta' luglio: e' lo stesso giovane esemplare, circa due anni di età, che era stato avvistato a fine giugno nei pressi del comprensorio del Bosco Nero, in comune di Ospitale di Cadore (Belluno), alla ricerca di cibo. Dieci secondi in cui l'orso osserva guardingo la zona, forse attirato dal rumore della video-camera notturna. Poi decide di sottrarsi all'occhio indiscreto dell'obiettivo ad infrarossi e di cercare altre zone dove poter trovare qualcosa da mangiare.Ancora non sono arrivati i risultati delle analisi dei reperti biologici rinvenuti sul posto per identificare con precisione l'eta' e le eventuali ''parentele'' con gli orsi gia' recentemente comparsi sul territorio bellunese (da Dino a Cesare).

LA ZAMPA.IT
2 AGOSTO 2011
 
Canada, con il caldo gli orsi scendono in città
E' cresciuto il rischio aggressioni per i cittadini
 
Toronto - In Canada questa sarà ricordata come l'estate dell'orso. E non per un alternativo calendario cinese ma perchè con l'alzarsi delle temperature questi animali hanno cambiato le loro abitudini. Secondo "Parks Canada", l'ente che si occupa dei parchi canadesi, durante l'estate in genere preferiscono trascorrere il loro tempo nei boschi e dove abbondano piante e cibo. Ma a causa del caldo quest'anno sono scesi a valle e hanno cominciato a frequentare parchi e giardini residenziali, alla ricerca di cibo nei bidoni della spazzatura.
E' accaduto così che orsi bruni e grizzly, la specie più aggressiva, spingendosi verso i centri abitati hanno cominciato sempre più spesso anche ad attaccare gli umani, facendo registrare almeno una vittima nell'ultimo mese e diversi feriti gravi. E nei parchi per legge š ora diventato obbligatorio portare lo spray anti-orso, pena una multa di ben 25 mila dollari.
Fino al 15 settembre i visitatori che vogliono camminare o attraversare in bicicletta il percorso del Lago Minnesota nel Parco Nazionale di Banff devono viaggiare in gruppi di minimo 4 persone e almeno uno deve avere con sè lo spray.
Una residente della città di Vancouver Nord, Michelle Foster, ha raccontato all'emittente televisiva CTV di aver visto un orso nel suo giardino, e che il suo cane è riuscito a rifugiarsi in casa prima di essere sbranato. I responsabili dei parchi hanno stilato un vademecum di cinque consigli per evitare gli attacchi, perchè - assicurano - l'orso non attacca se non provocato. Ma di sicuro non è facile non strillare, non fare movimenti improvvisi o darsi alla fuga se ci si trova di fronte un enorme orso bruno e poi parlargli con calma per fargli capire di essere persone e non prede.

IL RESTO DEL CARLINO
2 AGOSTO 2011
 
'Non discriminiamo i turisti che hanno i cani al seguito'
Gli albergatori ospitano  turisti che portano con sé i propri animali
 
Urbino - "Noi albergatori ci diamo da fare per ospitare nelle nostre strutture i turisti con i loro animali, ma poi io e il mio cane siamo stati cacciati dal concerto che si teneva nel cortile d’onore di Palazzo Ducale". Giulio Lonzi, titolare dell’Hotel Raffaello in centro storico, ha scritto al Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla per raccontare la disavventura vissuta qualche sera fa. "Ricevo messaggi in cui lei invita tutte le strutture turistiche ad accettare gli animali domestici, con varie iniziative tipo Le.I.D.A. Lega italiana per la difesa degli animali, Turisti a 4 zampe, ecc. ma il nostro sforzo di albergatori viene annullato se i musei e le attrazioni principali delle nostre città bandiscono l’ingresso agli animali - scrive Lonzi -. Il 26 luglio scorso, mi sono visto vietare l’ingresso al cortile esterno del Palazzo Ducale di Urbino, perché io ero con la il mio cane Liz, benché non ci sia l’apposito cartello all’ingresso. Ho spiegato che sarei subito uscito, giusto il tempo di far vedere il cortile esterno illuminato di notte alla mia compagna, ma l’usciere mi ha invitato a legare la mia Liz col guinzaglio fuori e lontano dall’ingresso".
L’albergatore vuole ora parlarne anche con la Soprintendente Garibaldi e chiede al Ministro di far agevolare l’ingresso agli animali «come avviene in altri musei Europei ad esempio, la Reggia di Versailles, il Kunstmuseum di Basilea, il Castello di Bardi, le Grotte di Villanova, la Pinacoteca di Jesi, la Rocca di Gradara, ecc. dove in alcuni casi, viene rilasciato il set per rimuovere, in caso, i rifiuti organici lasciati dai nostri fedeli compagni. Non chiedo che si possa accedere alle sale dove si espongono le opere, ma domando che venga permesso l’ingresso in tutte quelle zone aperte come cortili e giardini, dove anche i nostri amici a quattro zampe possano accompagnarci in piacevoli escursioni.

IL TIRRENO
2 AGOSTO 2011
 
Abbattuto un altro cavallo
 
PISTOIA. La Giostra dell’Orso 2011 va in archivio lasciandosi alle spalle un altro cavallo morto. La sorte della povera Sopran Ginestra, la cavallina del Cervo Bianco abbattuta alla vigilia della Giostra dopo essersi gravemente infortunata gravemente durante le prove, era stata infatti anticipata da Fayritea, una femmina baia del Leon d’Oro.
Il veterinario del rione ha dovuto praticarle l’eutanasia il 22 luglio, per non prolungare le sofferenze prodotte da una violenta colica addominale. La sera stessa Fayritea avrebbe dovuto prender parte alle prove della Giostra.
A diffondere la notizia, ieri pomeriggio, è stato lo stesso presidente del Leon d’Oro, Adelmo Reali, con un breve comunicato. «Nei giorni immediatamente precedenti allo svolgimento della Giostra dell’Orso - si legge nella nota - un cavallo facente parte della rosa degli esemplari prescelti per rappresentare il nostro rione è stato soppresso dal competente veterinario, a seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il cavallo, irrimediabilmente malato, non ha dunque partecipato ad alcuna fase della Giostra dell’Orso. Il suo abbattimento è apparso essere l’unica strada per alleviare il dolore dell’animale, la cui morte è per noi motivo di dolore e afflizione, ponendoci di fronte all’impossibilità di prestare cure idonee a guarirlo».
Ma perché la morte della cavallina è stata resa nota solo ieri? «Nei giorni successivi - spiega lo stesso Adelmo Reali - incalzavano gli impegni della Giostra, le prove e poi la gara. D’altro canto il cavallo era di proprietà del rione, non si era assolutamente infortunato, come invece è successo al Cervo. È stato un evento triste ma senza alcun aspetto oscuro. E proprio perché non abbiamo nulla da nascondere, mi sono deciso a renderlo pubblico, visto anche il clima creato in questi giorni da chi non vuole la Giostra».
Il riferimento è ovviamente alle pesanti critiche piovute sull’organizzazione della manifestazione dopo l’abbattimento della cavalla del Cervo Bianco, infortunatasi durante le prove, e il muro di silenzio che per due giorni ha avvolto l’episodio. Le critiche sono arrivate da parte di diverse associazioni animaliste, che hanno chiesto a più riprese al Comune e al Comitato della Giostra di abolire le sfide con i cavalli.
Ma non è detto che il comunicato del Leon d’Oro basti a fugare le perplessità che questo secondo abbattimento farà nascere. Al momento non c’è nessun obbligo, da parte dei rioni, di comunicare gli abbattimenti dei loro animali: ma è anche vero che la Giostra vive grazie alle sovvenzioni pubbliche e sono in molti a chiedere, proprio per questo, una maggiore trasparenza nella vita interna dei rioni stessi.

AGI
2 AGOSTO 2011
 
TURISMO: PROVINCIA PERUGIA, ANIMALI PALII NON SONO MALTRATTATI
 
Perugia - "Il pregiudizio di qualsiasi natura esso sia non deve mai influire sulla valutazione di eventi culturali e rievocazioni storiche che rappresentano le radici e una fonte di ricchezza del popolo umbro". Lo ha affermato l'assessore provinciale alla cultura, Donatella Porzi, dopo la definitiva estromissione dalla lista di 'Patrimonio d'Italia' delle giostre e palii umbri che si corrono con cavalli, asini e altri animali. "La passione e il movimento turistico che animano 'La Quintana', la 'Corsa dell'Anello', i 'Giochi de le Porte', la 'Festa d'Autunno', 'Gaite', 'Calendimaggio', il 'Palio di Montefalco' e altre manifestazioni storiche sono dati che probabilmente il ministro del Turismo Brambilla, per una scarsa conoscenza dell'Umbria, ha totalmente ignorato". Per Porzi "i contradaioli o quintanari assicurano un benessere agli animali impegnati nelle corse di altissimo livello: vietando e vigilando sul doping prima durante e dopo le corse, investendo su stalle e servizi veterinari per tutto l'anno e contribuendo con puro volontariato ad allenare, curare e amare questi animali tutti i giorni, anche a Natale e Ferragosto. Gli animali delle giostre non sono strumento, ma protagonisti amati, rispettati e invocati. Sia i cavalli che gli asini 'da corsa' sono sollecitati esclusivamente con dei frustini omologati per le gare internazionali e olimpiche dell'ippica.Il ministro - conclude Porzi - deve conoscere queste realta' prima di dare un giudizio che non risponde al rispetto degli animali e ai flussi turistici registrati".

2 DUE RIGHE
2 AGOSTO 2011
 
Patrimoni culturali d’Italia: ecco perché la Quintana di Foligno (PG) è fuori
 
Luca Bolli
 
Da pochi giorni sono state insignite di un importante riconoscimento ben 34 manifestazioni culturali della nostra bella Italia. Questo brand, che prende il nome semplice ma evocativo di “Patrimonio d’Italia”, include tutte quelle eccellenze italiane che prevedono, tra le altre cose, la sopravvivenza e la rivalutazione delle qualità folcloristiche migliori del paese. Il riconoscimento è stato suddiviso in quattro categorie che prevedono la determinazione dei criteri di tradizione, arte e cultura, stile e creatività, incanto dei luoghi. In questo nuovo “marchio”, che include eventi distribuiti piuttosto equamente tra nord, centro e sud, rientrano due manifestazioni umbre: la Corsa dei Ceri di Gubbio (15 maggio di ogni anno) e “Coloriamo i Cieli” di Castiglione del Lago (a cavallo tra aprile e maggio) mentre è stata esclusa, a sorpresa, la Quintana di Foligno. Questa mancanza ha fatto alzare da più parti voci polemiche e discordanti di chi, per motivi diversi, ritiene corretta o controproducente la presa di posizione del Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla: “non potranno diventare patrimonio d'Italia, in nessun caso, le manifestazioni in cui si cagiona la morte di un animale - ha commentato il ministro - perchè non c'e' nulla di culturale nella morte di un animale”. Non si è fatta attendere la risposta del sindaco di Foligno, Nando Mismetti che ha attaccato la Brambilla in quanto “non tiene conto che la Quintana e' patrimonio della nostra città, valorizza le nostre tradizioni, promuove in maniera positiva l'immagine del territorio locale e dello stesso Paese. Va quindi – conclude – rispettata e tutelata”.La posizione, va ricordato, esclude anche un evento storico come il Palio di Siena, forse tra gli avvenimenti di maggior rilievo a livello nazionale e non solo. È questo un indizio della drasticità delle decisioni prese dal ministro che, a quanto pare, non fa sconti sotto il profilo ambientalista e animalista. Il rifiuto di includere la Quintana tra i patrimoni d’Italia potrà forse avere ripercussioni sulla visibilità della manifestazione, ma va altresì rammentato a tutti come si possa essere arrivati a tale conclusione: è ancora fresca, infatti, l’eco della tragedia avvenuta nell’ultima edizione del concorso estivo folignate, quando un cavallo è stato trafitto all’addome dal sostegno ligneo di una bandierina che delimitava il percorso. Lo scorso anno altri due cavalli erano rimasti vittime di incidenti (dalle pesantissime conseguenze) i quali, certamente, non possono considerarsi in linea con i criteri che dettano la candidatura al riconoscimento di “Patrimonio d’Italia”: capacità di mantenere vivo il folclore del proprio territorio, adeguando le rappresentazioni tradizionali al mutamento dei tempi, nel rispetto degli animali e dell'ambiente e incentivando la partecipazione di turisti e visitatori.Ecco le 34 manifestazioni premiate con il riconoscimento "Patrimonio d'Italia per la tradizione": Fiera di Sant'Orso di Aosta, Presepe della Marineria di Cesenatico, Ferrara Balloons, Festival Regata storica di Venezia, Regate delle Lucie: Trofeo "Arnaldo Mondonico Alla Memoria", Il Perdon de Barbana di Grado, La festa di Santa Candida di Ventotene, Infiorata di Genzano, Battaglia di Fiori di Ventimiglia, Il cavallo di Fuoco di Ripatransone, La 'Ndocciata di Agnone, Processione delle Macchine di Vercelli, Sagra del Mandorlo in fiore di Agrigento, Sagra del Cannolo di Piana degli Albanesi, Bravio delle Botti di Montepulciano, Sagra del Lunghino e Palio della Ruzzola di Pereta, Coloriamo i cieli di Castiglion del Lago, Sagra dei Talami di Orsogna, La Macchina di Santa Rosa di Viterbo, I Candelieri di Sassari, Festa dei Ceri di Gubbio, Festa dei Gigli di Nola, Il Carnevale di Putignano, La Partita a scacchi a personaggi viventi di Marostica, Festival Paleariza - Musica nel mondo dalla Calabria Greca Palio di Lodi - Cursa dei cavai, Parata Storica dei Turchi di Potenza, Roumiage de Setembre.

VIRGILIO NOTIZIE
2 AGOSTO 2011
 
Ambiente/ Prestigiacomo: Nessuno sconto su tutela specie protette
Non c'è nessun alleggerimento di sanzioni per i bracconieri
 
Roma - "Sono assolutamente prive di fondamento le critiche al decreto legislativo che recepisce la direttiva UE sulla tutela penale dell'ambiente" perchè "nessun allentamento delle tutele degli animali protetti è previsto nel testo" nè vi è alcun "alleggerimento di pene per i bracconieri". Così come "appare fuori luogo poi il riferimento ad animali come gli orsi o i lupi che continuano a godere di una tutela di carattere speciale, prevista dalla normativa sulla caccia che resta pienamente in vigore e non è stata modificata dal provvedimento". Lo ha affermato, in una nota, il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. "Il decreto legislativo - ha sottolineato il ministro- ha semmai ampliato le tutele prevedendo sanzioni penali per tutte quelle specie che, pur essendo riconosciute come protette nell'ambito di direttive europee, non erano esplicitamente indicate nella nostra normativa sulla caccia che riguarda solo alcune specie di mammiferi e uccelli. "Siamo quindi in presenza - ha concluso Prestigiacomo- non di una riduzione della difesa degli animali ma di un incremento della protezione che non può non emergere ad una lettura attenta del testo normativo e che recepisce in pieno le indicazioni delle commissioni parlamentari".

IL GAZZETTINO
2 AGOSTO 2011
 
Siamo abituati a vedere il gatto come un animale pressocché perfetto...
 
Siamo abituati a vedere il gatto come un animale pressocché perfetto, capace di affrontare e superare ogni difficoltà in virtù di una capacità di adattamento affinata in millenni di esperienza naturale. Tuttavia anche Micio, per quanto ben integrato, oggi vive in un ambiente che non è più quello naturale per il quale si è adattato. E così le sue esigenze cambiano.Come tutti gli animali omeotermi (con una temperatura corporea costante e indipendente da quella esterna), i gatti devono contrastare gli effetti di eccessivo riscaldamento o raffreddamento derivati dalle temperature esterne troppo calde o troppo fredde. Per molti versi i gatti rispondono alle situazioni climatiche sfavorevoli proprio come gli esseri umani, cercando il fresco quando la temperatura esterna è troppo alta rispetto a quella corporea e viceversa. Se il felino aumenta la respirazione, tiene la lingua fuori e ha i polpastrelli umidi, significa che sta soffrendo molto il caldo, ma bisogna evitare di arrivare a questi livelli. Anche i gatti sudano attraverso le ghiandole «sudoripare» che nel gatto sono limitate solo ai polpastrelli, l'unica parte del corpo a sudare. Non c'è da meravigliarsi che con il caldo il felino in miniatura rallenti la sua attività: in questo modo evita l'aumento della temperatura corporea provocata dall'accelerazione del metabolismo.I gatti anziani e malati sono quelli che più soffrono l'aumento della temperatura. Per loro occorre un supplemento di attenzione. La percezione che un gatto può avere del caldo e del freddo non è legata solamente all'appartenenza a una razza più o meno adatta a un particolare clima, ma anche alle sue condizioni di salute. Così un gatto indebolito dall'età avanzata o da una malattia soffrirà di più sia il caldo che il freddo, visto che il suo metabolismo risulterà rallentato. Durante la stagione calda sarà sufficiente garantirgli acqua fresca e un posto al riparo dall'afa. I volontari dell'Enpa ricordano che durante i quattro sabati del mese di agosto, nel punto vendita Mikey mouse di viale Tricesimo si terrà la raccolta di cibo per gattini.
LA ZAMPA.IT
2 AGOSTO 2011
 
Venti siti per salvare i mammiferi marini
Ricercatori messicani hanno studiato le varie specie in aree di 10mila kmq
 
Roma - Un team di studiosi messicani ha pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) una mappa che identifica i venti siti essenziali per salvare i mammiferi marini.
Lo studio ha identificato quindi le zone cruciali per le 129 popolazioni mondiali di mammiferi marini. Esse sono essenziali all'equilibrio dell'ecosistema acquatico ma, come ha spiegato Sandra Pompa dell'Università nazionale autonoma del Messico, il loro habitat è messo sempre più gravemente a rischio dalle attività umane: il traffico commerciale, l'inquinamento e il supersfruttamento delle risorse del mare.Per individuare le aree vitali per i mammiferi gli scienziati messicani hanno suddiviso gli oceani in aree di 10mila kmq ed esaminato le popolazioni che vivono in ciascuna di esse. Hanno così individuato nove principali aree oceaniche di conservazione, ognuna delle quali contiene un gran numero di diverse popolazioni (fino a 108).
Esse si trovano vicino alle coste della California, a quelle orientali del Canada, al Perù, all'Argentina, all'Africa nord-occidentale, al Sudafrica, al Giappone, all'Australia e alla Nuova Zelanda.
Messe in luce anche undici zone più ridotte, che sono le uniche dove vivono determinate specie. Tra queste figurano le Hawaii, le Galapagos, ma anche il Lago Baikal (Siberia) e alcuni dei maggiori fiumi del mondo, come il Rio delle Amazzoni, il Gange o lo Ynagtze.

QUOTIDIANO DEL NORD
2 AGOSTO 2011
 
Danni all'agricoltura: abbattere lupi? Fusignani (Parco vena del gesso romagnola): decisione folle
 
Riolo terme (RA) - «Aboliamo la Commissione Agricoltura visto che i suoi costi sono sicuramente maggiori di quelli procurati dal lupo». Questa è la provocazione che il presidente del parco regionale della Vena del gesso romagnola Eugenio Fusignani si sente di fare a seguito della decisione della Commissione agricoltura della Camera di aprire la possibilità di abbattere i lupi, nel caso in cui questi animali dovessero rappresentare un pericolo per le attività agricole. «Armare le doppiette non è la risposta giusta né quella più efficace per risolvere un problema che tutto sommato è stimabile, a livello nazionale (fonte Enpa) in 50mila euro. Bisogna invece dare risposte continuative semmai cercando un sistema di garanzie e tutele economiche per gli agricoltori e allevatori che hanno subito danni accertati dai lupi».La proposta bipartisan della Commissione agricoltura che potrebbe trasformarsi in legge «è completamente senza logica, anacronistica e dannosa per tutti. In tutto il mondo si stanno attuando politiche ed azioni di ripopolamento dei lupi ed in Italia, invece, assistiamo a queste follie. Il lupo - continua Fusignani - è un chiaro sintomo di salubrità di un territorio ed un habitat. Abbatterlo creerebbe ancora più danni di quelli che esso stesso produce, essendo un predatore fondamentale nella selezione naturale faunistica».Per il presidente del parco la popolazione dei lupi nel nostro territorio è stimabile in 5 elementi, compresi i cuccioli, ed i pochissimi danni causati assicura Fusignani «sono stati sempre e continueranno ad essere risarciti al 100% agli agricoltori ed allevatori».Infine sempre per il presidente Fusignani «il lupo anche per il Parco regionale della vena del gesso potrebbe rappresentare un possibile e nuovo valore aggiunto capace di aiutare l'economia del turismo naturalista e non solo. Abbatterlo sarebbe invece , lo ribadisco con ferma determinazione, una follia senza nessun criterio logico».

ALTO ADIGE
2 AGOSTO 2011
 
L’esperto: «È la prima volta che viene attaccato un bovino»
 
ULTIMO (BZ). L’orso che attacca un bovino ma per le nostre zone è una novità. «In effetti è la prima volta, in Alto Adige, che un vitello viene attaccato e ucciso da un orso - conferma Giorgio Carmignola dell’Ufficio provinciale caccia e pesca - finora le segnalazioni ricevute riguardavano animali già morti, magari perché caduti in un dirupo mentre erano inseguiti dal plantigrado». Per quanto riguarda questo primo scorcio di stagione, l’entità dei danni causati dall’orso in Trentino e in alto Adige, ha fatto segnare una significativa inversione di tendenza rispetto allo scorso anno. Il mese di giugno si è chiuso infatti con un 60% di danni in meno rispetto al 2010. Il dibattito attorno alla presenza dell’orso sulle montagne del Trentino-Alto Adige continua comunque ad essere molto acceso, con le associazioni di allevatori che certo non vedono di buon occhio il ritorno dell’animale.

ALTO ADIGE
2 AGOSTO 2011
 
Vitello mangiato da un orso in Val d’Ultimo
 
ULTIMO (BZ). Un pasto a base di carne di vitello. L’orso nella notte tra sabato e domenica è comparso all’Alpe di Klapfberg, in Val d’Ultimo, predando un giovane bovino e scomparendo poi senza lasciare altre tracce.
 L’attacco del plantigrado ha interessato un vitello di sei mesi di età e cento chili di peso. L’episodio è avvenuto nella notte tra sabato e domenica sull’Alpe di Klapfberg, in Val d’ultimo, a 2200 metri di quota, sopra l’abitato di Santa Gertrude. Da almeno tre anni, la zona della Val d’Ultimo e di Passo Palade, fino a Tesimo e anche a quote più basse, è interessata stabilmente dalla presenza del plantigrado. Si tratta di un’area piuttosto vasta di alto valore ambientale, non molto antropizzata e confinante con la zona di presenza dell’animale in Trentino. Ovvio quindi che la specie, in fase di espansione visto il successo del progetto di reintroduzione operato in Trentino, l’abbia rapidamente ricolonizzata. Del resto, si tratta semplicemente di un ritorno. L’ultimo orso dell’Alto Adige fu abbattuto infatti proprio in Val d’Ultimo nel 1930. Che non si tratti dell’unico esemplare presente in zona, parrebbe confermato dal fatto che sabato, un altro orso era stato avvistato e segnalato nei pressi di Tesimo. L’atto predatorio in Val d’Ultimo è stato scoperto dal pastore che all’alba di domenica, come ogni giorno, è salito in quota per accudire la mandria trovando un primo vitello leggermente ferito e un secondo predato e mangiato. Sul posto è stato subito inviato Martin Trafojer, guardia forestale dell’Ufficio provinciale Caccia e Pesca che ha confermato che effettivamente si trattava di un episodio di predazione riconducibile all’orso. Il pastore sarà quindi risarcito dalla Provincia. «Per quanto riguarda i danni come spiega Giorgio Carmignola, vicedirettore dell’Ufficio Caccia e Pesca della Provincia - la situazione in Alto Adige è molto tranquilla. Abbiamo avuto solo due o tre casi di animali predati dagli orsi, più qualche alveare danneggiato». Sono comunque rari gli attacchi dell’orso ai bovini al pascolo, e questo è il primo caso registrato in provincia di Bolzano.

CORRIERE ADRIATICO
2 AGOSTO 2011
 
Strage di pecore, è allarme lupi
Un allevatore: “Me ne hanno uccise 60”. Asur: “Pericolo fondato”
 
Marco Spadola
 
Pergola (PU) -  Un allevamento dimezzato o quasi. Di 200 capi di ovini da latte, Francesco Bussu di Osteria del Piano, si ritrova oggi con circa 140 pecore. Dello sterminio sono accusati i lupi. Un’aggressione continua dai primi di aprile. “Non so più dove sbattere la testa – sottolinea disperato l’allevatore – sono davvero stanco, così non è più possibile andare avanti. Qui si continua a proteggere il lupo ma non noi allevatori che di questo passo saltiamo economicamente. L’ho detto qualche ora fa anche alla Forestale, servono provvedimenti urgentissimi. In questi mesi ho subito aggressioni continue. I lupi colpiscono sia di giorno che di notte. Sono costretto a tenere le mie pecore al chiuso ma d’estate ovviamente andrebbe evitato. Mi hanno rovinato il gregge. Ho subito dei danni enormi che si ripercuoteranno negli anni. Una pecora rende per 4-5 anni. Come mai per i danni da cinghiale e da volpe si fanno le battute, mentre nei confronti del lupo non si sta facendo niente? Io non posso continuare a stare alle dipendenze dei lupi. Senza ombra di dubbio ad attaccare è più di un lupo. Arrivano addirittura a un centinaio di metri dalla mia abitazione. Si sono abbassati troppo in questi anni. Il pericolo è molto serio. Chiedo a chi di dovere che faccia immediatamente qualcosa per l’abbattimento. Economicamente è una situazione che non si riesce più a sostenere. Io – conclude l’allevatore – pago 36 euro più Iva a capo per lo smaltimento e anche se la Regione mi risarcirà i danni, questi sotto ogni punto di vista rimarranno enormi”.Bussu si è rivolto più di una volta al servizio veterinario dell’Asur della zona 3 di Fano. “Ci sono tutti gli elementi – spiega il responsabile del servizio di sanità animale, Valerio Smilari – che fanno sospettare di aggressioni da parte di lupi, ossia le lesioni, il fatto che le aziende che hanno subito questi attacchi sono isolate e, infine, perché non sono stati segnalati smarrimenti di cani pericolosi. Una delle zone più colpite è proprio quella di Osteria del Piano. Da gennaio abbiamo contato più di una decina di segnalazioni, alcune anche a Fontecorniale. Alcune aggressioni sono avvenute anche in pieno giorno. Abbiamo comunicato il problema anche al Corpo forestale dello Stato. Le istituzioni non possono lasciare un pastore da solo. Anche lo smaltimento della carcassa è a carico del pastore, mentre l’indennizzo, inoltrando domanda alla Regione, è di 110 euro per una pecora di più di 30 chili”.
 
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