FANO INFORMA
2 APRILE 2010
Cagnolina bruciata viva, è salva
Monte Grimano Terme (Pesaro Urbino)- Si chiama Sissy ed ha 3 anni la cagnolina sopravissuta nonostante le bruciature causate dal fuoco. Bruciature al ventre e nella pelle causate da ignoti che le hanno appiccato il fuoco addosso qualche settimana fa.A denunciare questa agghiacciante storia l'associazione ambientale Lupus in Fabula.
I volontari del "Piccolo rifugio" di Sassofeltro hanno già sporto denuncia contro ignoti [...]
IL GAZZETTINO
2 APRILE 2010
Mucca fugge verso l’A4: abbattuta a pistolettate
CESSALTO (TV) - La fuga dalla stalla è finita con due colpi di pistola nei pressi dell’autostrada in territorio di Cessalto, ai confini di Noventa di Piave. Protagonista, suo malgrado, della vicenda, una mucca scappata mercoledì notte dall’azienda agricola De Nardi di Campodipietra, frazione di Salgareda. L’hanno trovata ieri mattina mentre, impazzita, aveva già sfondato la recinzione dell’A4, all’altezza del chilometro 33 in direzione Venezia, e stava cercando di scavalcare il guardrail con il rischio di finire in mezzo alla carreggiata. Inutili i tentativi del proprietario e del veterinario di calmarla e di avvicinarsi per riuscire a spararle una dose di anestetico. Di qui la decisione di abbatterla, ieri mattina attorno alle nove e mezza: a mirare all’animale con la semiautomatica d’ordinanza, una Beretta 92 FS, è stato un agente della Polstrada di San Donà. Una decisione presa a malincuore ma con l’unica preoccupazione di tutelare la circolazione veicolare lungo la Trieste-Venezia, una delle arterie a pagamento più trafficate del Nord d’Italia.
IL GAZZETTINO
2 APRILE 2010
Momenti di apprensione ieri mattina tra Salgareda
Gianandrea Rorato
CESSALTO (TV) - Momenti di apprensione ieri mattina tra Salgareda, Cessalto e Noventa di Piave, vicino all’autostrada A4 Trieste-Venezia. Paura infatti per un bovino impazzito, fuggito all’alba da una stalla di Campodipietra, frazione di Salgareda. L’animale si è allontanato senza che i proprietari avessero avuto il tempo di poter far nulla: immediatamente sono stati allertati i soccorsi. Sul posto una squadra dei vigili del fuoco di Motta con una pattuglia dei carabinieri; con loro anche i veterinari dell’Usl 9, la Polstrada di San Donà di Piave e un agente della polizia municipale di Salgareda. Tra l’altro, per cercare il bovino impazzito, ieri si era pure alzato in volo un elicottero. L’animale era stato individuato dapprima ad Arzeri, territorio comunale di Salgareda. Poi ha raggiunto l’autostrada A4 che in quel particolare tratto, appena dopo Salgareda, in 500 metri attraversa tre comuni, ossia Cessalto, Noventa di Piave e San Donà. Le forze dell’ordine hanno cercato di catturare l’animale con le buone, anche se non c’è stato nulla da fare. Il problema è sorto quando il bovino si stava avvicinando troppo all’autostrada, in quel tratto tristemente nota perché teatro di numerosi incidenti stradali, tra cui quello apocalittico del 10 agosto 2008, con sette morti. Aveva rotto la recinzione e stava puntando al guard rail. Da qui la decisione della Polstrada di San Donà, che ha soppresso con due colpi d’arma da fuoco l’animale, dal momento che era difficile avvicinare la mucca a distanza sufficiente affinchè il veterinario potesse sparare l’anestetico.
MESSAGGERO VENETO UDINE
2 APRILE 2010
A Pasqua salviamo gli agnelli
UDINE - Le principali associazioni animaliste regionali, in occasione della Pasqua, invitano i cittadini a preferire un menù alternativo, così da evitare l'uccisione di migliaia di animali, tra ovini, caprini e soprattutto agnelli, sacrificati in nome della tradizione. «Nei giorni che precedono la Pasqua - ricorda la Lega Anti Vivisezione in una nota - si verifica un forte incremento della macellazione di ovini e caprini, agnelli. Pensiamo alla sofferenza di questi animali, trasportati e macellati per un consumo di cui non vi è alcuna reale necessità e che, contraddittoriamente, aumenta proprio durante le feste religiose di Pasqua e di Natale. In modo analogo - aggiunge Roberto Bennati, vicepresidente della Lav - possiamo evitare tante sofferenze a 39,5 milioni di galline ancora allevate nelle gabbie di batteria in Italia, preferendo sempre le uova di galline allevate in libertà in vendita nei supermercati: una scelta semplice, ma di rilevante importanza per il benessere di una grandissimo numero di animali».
RIVIERA 24
2 APRILE 2010
A Ventimiglia sequestrati cuccioli di Maltesi, Beagle e Chow Chow troppo piccoli per esser venduti
Ma. Gu. (da "La Stampa")
Ventimiglia (IM) - I 21 cuccioli sono stati sequestrati e affidati dal servizio veterinario della Asl alle cure di una struttura di Imperia. Per ora sono in quarantena, per valutare le loro condizioni di salute
Ventuno cuccioli di Maltesi, Beagle e Chow Chow troppo piccoli per essere venduti sono stati intercettati dagli uomini della Forestale di Imperia alla barriera autostradale di Ventimiglia, in un gruppo di 100 cani destinati ai negozi di animali della Spagna. Il carico proveniva dalla Slovacchia. Documenti falsi attestavano una età fasulla dei cuccioli, per consentire il trasporto. Il veterinario della Asl non si è lasciato ingannare da quanto riportato sui passaporti e, controllando la dentatura dei piccoli, ha scoperto che avevano un mese. I 21 cuccioli sono stati sequestrati e affidati dal servizio veterinario della Asl alle cure di una struttura di Imperia. Per ora sono in quarantena, per valutare le loro condizioni di salute.
SANEWMO NEWS
2 APRILE 2010
Ventimiglia: fermati 21 cuccioli, erano troppo piccoli
CARLO ALESSI
VENTIMIGLIA (IM) - Il Corpo Forestale dello Stato di Imperia ha intercettato sull’autostrada all’altezza di Ventimiglia, 21 cuccioli di Beagle, Maltesi, e Chow Chow che erano troppo piccoli rispetto alla Legge, per essere venduti. I 21 cuccioli si trovavano tra i circa 100 cani, che erano in viaggio verso i negozi di animali della Spagna.Non si trattava di un carico illegale, anzi i cagnolini erano sistemati con cura, ma quei 21 cuccioli dovevano ancora essere vicino alla madre, in Slovacchia dove erano nati. E’ stato il veterinario dell’Asl ad accorgersene, nella notte tra mercoledì e ieri, nonostante i documenti (falsi) attestavano un’altra età per i piccoli (circa un mese). I cuccioli sono ora in quarantena, per valutare le loro condizioni di salute mentre gli altri hanno proseguito il viaggio verso la Spagna.
IL SECOLO XIX
2 APRILE 2010
Bloccato furgone con cento cuccioli di cane
VENTIMIGLIA (IM) - Oltre cento cani, che viaggiavano a bordo di un furgone bloccato al casello autostradale di Ventimiglia, sono stati sottratti al traffico clandestino di animali provenienti dall`Est europeo. Ad intervenire sono stati gli agenti del Comando Provinciale di Imperia del Corpo forestale dello Stato, su disposizioni del Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali (NIRDA) di Roma. Dai controlli effettuati in collaborazione col personale veterinario è risultato che 21 cuccioli, poi sequestrati, avevano tutti meno di due mesi di vita, un`età che per legge non ne consente la commercializzazione e che appariva sensibilmente inferiore a quella dichiarata nei passaporti. Un cucciolo di razza chow-chow era addirittura sprovvisto del microchip identificativo. I cani di varie razze, che nonostante tutto viaggiavano all`interno del furgone in condizioni dignitose, provenivano dalla Slovacchia ed erano diretti a diverse località della Spagna dove sarebbero stati immessi sul mercato. Sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Sanremo i due autisti, entrambi di nazionalità slovacca, per utilizzo di falsa documentazione e per presunto maltrattamento degli animali, distaccati precocemente dalle cure materne. I cuccioli sequestrati sono stati affidati a un rifugio per cani convenzionato con il Comune di Imperia. Sono tuttora in corso accertamenti sanitari da parte del personale veterinario locale per stabilire lo stato di salute degli animali. Il Corpo forestale dello Stato, in una nota, raccomanda a chiunque volesse acquistare un cucciolo di controllare con particolare attenzione che abbia una provenienza certificata e un`età idonea alla vendita.
ASCA
2 APRILE 2010
ANIMALI: ENPA, IN LIGURIA NUOVO SEQUESTRO CUCCIOLI DALL'EST
Roma - ''L'Enpa palude alla professionalita' e alla tempestivita' grazie alle quali il Corpo Forestale dello Stato e' intervenuto, ancora una volta, a difesa dei diritti degli animaliCuccioli dall'est. In Liguria nuovo sequestro''. Lo dichiara Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Ente per la Protezione Animali in merito all'operazione con cui il Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato al casello autostradale di Ventimiglia (Savona) oltre 100 cuccioli rinchiusi in un furgone.''Il sequestro Ventimiglia - prosegue Rocchi - e' solo l'ultimo di una lunghissima serie e dimostra quanto sia urgente stroncare questi traffici illeciti. Torno a sollecitare il Parlamento italiano affinche' approvi la legge di ratifica della Convenzione di Strasburgo, uno mezzo essenziale per potenziare gli strumenti repressivi previsti dal nostro ordinamento. L'iter legislativo, completato quattro mesi fa, necessita ormai solo dell'approvazione finale''.
LA NAZIONE
2 APRILE 2010
Esche killer, strage di cani Cinque animali uccisi
Un fenomeno che sta purtroppo dilagando: un fenomeno che non riguarda solo gli ultimi mesi ma che va avanti ormai da anni. La Forestale si sta occupando delle indagini
IRENE PUCCIONI
Empoli (FI) - Strage di cani e gatti avvelenati a Castelfiorentino. L’odioso e criminale fenomeno si sta verificando con numeri preoccupanti nella periferia sud ovest del borgo valdelsano tra via del Pantano e via dei Praticelli. Nel raggio di appena duecento metri, da febbraio ad oggi, sono deceduti cinque cani e un gatto, e molti altri hanno accusato sintomi da avvelenamento.«Perdere un animale che da una decina di anni è entrato a far parte della famiglia è doloroso, ma sapere che qualcuno lo ha voluto intenzionalmente uccidere è davvero insopportabile», commenta Tania Veracini, la padroncina di “Pippo”, un bellissimo incrocio tra un pastore maremmano e un pastore tedesco, vittima nel mese di febbraio della famigerata “polpetta al veleno”.Il ‘modus operandi’ dell’autore di questa carneficina è infallibile: esche e bocconi tossici vengono lasciati accanto alle cucce delle povere ignare bestiole o lanciate oltre la rete dei recinti delle abitazioni dove gli animali scorrazzano liberamente. Una volta ingerito il boccone, l’animale comincia ad accusare malori e spesso la corsa dal veterinario non serve a niente.«Anche loro, i veterinari, hanno delle responsabilità — sottolinea Veracini — Davanti ad un animale deceduto per avvelenamento i medici dovrebbero darne segnalazione alle autorità competenti, ma la maggior parte delle volte non lo fanno. Nel caso del mio Pippo è stata addirittura data una diagnosi che escludeva la morte da avvelenamento. Mi è stato detto che era morto per un improvviso arresto cardiaco, una specie di infarto. So che non è così. Così come non sono morti per cause naturali tutti gli altri animali. In tutti questi casi c’è la mano di una persona malvagia e senza scrupoli».Ma c’è di più. «Questo fenomeno nel quartiere dove abito si è intensificato negli ultimi mesi, ma va avanti ormai da anni — aggiunge Veracini — e non si sa quanti altri cani e gatti abbiano fatto questa brutta fine. Soltanto a me, nel recente passato, sono morti un altro cane ed un gatto, sempre per avvelenamento». Nel quartiere castellano la paura dei padroni per i propri fedeli amici a quattro zampe cresce. E’ già partita una segnalazione agli uomini del corpo forestale che stanno indagando per risalire all’autore di questi crimini contro gli animali.
IL PICCOLO
2 APRILE 2010
Ai cani bocconi avvelenati
ALESSANDRIA - Torna l’incubo dei bocconi avvelenati. Ma quello che generalmente è considerato un fenomeno da campagna (con i cacciatori spesso messi sotto accusa) si trasforma stavolta in un problema cittadino.È successo nella notte tra martedì e mercoledì. Almeno quattro casi registrati ufficialmente, nella zona tra il liceo scientifico Galilei, l’Inps e l’Aci, un triangolo che include anche corso Felice Cavallotti e le sue aiuole. Che, evidentemente, la sera sono una delle mete preferite per chi vuole portare a spasso il proprio animale.Tra le vittime, il cocker spaniel di Alberto Giacobbe: «Il cane - ha detto il ragazzo mercoledì pomeriggio si è salvato per miracolo, grazie all’intervento dei veterinari. Ora sta meglio; dovrà rimanere in clinica sotto osservazione, ma spero che venga presto dimesso». Pare che abbia ingerito un boccone contenente stricnica e lumachina, potenti veleni. «Quando sono arrivato alla clinica Marengo - ha spiegato Giacobbe - mi hanno detto che il mio cane non era il primo, quella sera, ad essere stato avvelenato. Tutti i cani provenivano dalla stessa zona della città. È chiaro, a questo punto, che c’è qualcuno a cui i nostri animali danno fastidio. O che, semplicemente, si diverte con brutalità di questo genere».
GUIDE SUPER EVA
2 APRILE 2010
Spot TV contro l'abbandono
Con l'avvicinarsi dell'estate cominciano le campagne contro l'abbandono dei cani.
Non so voi, ma a me piacciono molto le pubblicità progresso.I seguenti Spot TV hanno avuto sorti diverse. Il primo e’ trasmesso, mentre il secondo e’ stato censurato.
Chi abbandona gli animali HA le mani sporche del loro sangue.
Riesco a capire le ragioni di chi ha deciso che questo spot non poteva essere trasmesso, ma di certo non le condivido. Trovo che esprima benissimo un concetto che dovrebbe essere chiarissimo: se abbandoni il tuo cane e’ come se l’avessi ucciso con le tue mani. Le scene un po’ Shakespeariane con il protagonista novello Lady Macbeth per me sono molto evocative.E se lo spettatore dovesse trovarle sgradevoli, pazienza. Del resto a me non fa certo piacere vedere filmati di bambini che muoiono di fame o malattie, ma non chiederei che non vengano trasmessi. Non e’ nascondendo le verità che si risolvono i problemi.
VIDEO
http://guide.supereva.it/cani/interventi/2010/04/spot-tv-contro-labbandono
TRENTINO
2 APRILE 2010
Il decalogo del buon vicino di casa con cane
ROMA. Dieci regole per ridurre le liti legate alla presenza di animali in condominio, suggerite dall’associazione Aidaa, che sottolinea come anche quest’anno si stanno moltiplicando le segnalazioni all’associazione “per le presunte marachelle compiute dai cani in casa”. L’associazione ha ricevuto anche in questi ultimi giorni, con l’arrivo della bella stagione, molte segnalazioni di beghe condominiali, per la convivenza talvolta difficile tra i cani, i loro proprietari e i vicini di casa. «Questo piccolo decalogo - sottolinea Lorenzo Croce, presidente nazionale Aidaa - nasce dall’esperienza delle decine di migliaia di consulenze date ogni anno dal tribunale. Se rispettato, ridurrebbe di almeno il 50% le liti condominiali legate alla presenza degli animali in condominio, e soprattutto darebbe meno da fare agli amministratori di condominio». Regola numero 1 è “portare sempre il cane al guinzaglio corto (mt. 1,50) e con la museruola al seguito quando si attraversano o si sosta negli spazi comuni e nel giardino condominiale”, e anche quando si prende l’ascensore (n. 2). La regola numero 4 invita a “raccogliere sempre e con gli appositi sacchettini le deiezioni dei propri cani”, mentre la 6 chiede di non “lasciare in giro negli spazi comuni ciotole contenenti cibo o acqua per il proprio cane”. Se poi il cane abbaia in casa negli orari del riposo (regola numero 7) “provvedere ad insonorizzare la zona dove vive il cane”. Infine “portare il cane a passeggio almeno due volte al giorno” (n. 9) ed “evitare di lasciare solo in appartamento il proprio cane per più di sei-sette ore al giorno”.
PARCKS
2 APRILE 2010
Salvato un Lupo avvelenato in Provincia di Parma
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Reno, il lupo salvato in provincia di Parma
Provincia di Parma - Reno, così è stato chiamato un giovane maschio di Lupo di circa un anno di età trovato agonizzante nei pressi dell'abitato di Reno nel comune di Tizzano in Provincia di Parma a seguito di avvelenamento.Il pronto intervento del Dott. Mario Andreani, medico veterinario incaricato dalla Provincia di Parma, coadiuvato dal personale del Corpo Forestale dello Stato e dal personale del Centro Recupero Animali Selvatici del Parco Regionale Boschi di Carrega, ha permesso di salvare il lupo da morte certa, anche grazie alla collaborazione e agli esami specialistici della Clinica Veterinaria San Francesco di Langhirano.Dopo una breve convalescenza presso le strutture del Centro Recupero Animali Selvatici Boschi di Carrega (Sala Baganza- PR), diretto dalla Direttrice del Parco Dott.sa Margherita Corradi e autorizzato alla detenzione della specie Lupo dalla Provincia di Parma, l'animale è stato reimmesso in natura. Il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, che gestisce un progetto di monitoraggio della presenza dei branchi locali di Lupo direttamente finanziato dalla Commissione Europea attraverso lo strumento finanziario Life plus, ha prontamente messo a disposizione un radio-collare GPS-GSM di ultimissima generazione attraverso il quale è ora possibile monitorare a distanza gli spostamenti in natura del giovane lupo.Il piccolo radio-collare è infatti dotato di un ricevitore GPS che ad intervalli regolari è in grado di inviare ad un centro di smistamento internazionale (Svezia) messaggi (sms) contenenti le localizzazioni del lupo. Il centro di smistamento a sua volta provvede ad inoltrare in automatico, via e-mail, le localizzazioni del lupo alla posta elettronica dell'ufficio conservazione del Parco nazionale.Dal giorno del suo inserimento in natura lo staff del Progetto Life EX-TRA del Parco nazionale provvede alla trasformazione dei dati contenuti nei messaggi inviati dal radio-collare ed al plottaggio delle localizzazioni sulla cartografia digitale del proprio Sistema Informativo Territoriale e conseguentemente all'invio delle informazioni ai componenti il gruppo di lavoro coinvolto nell'operazione di rilascio e monitoraggio dell'animale, costituito dagli staff tecnici del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano e del Parco Regionale Boschi di Carrega.In questo primo periodo il radio-collare è stato programmato per localizzare la posizione dell'animale ad intervalli regolari di quattro ore (n. 6 localizzazioni al giorno). Nel febbraio del 2004, sempre in provincia di Parma, una analoga situazione aveva portato a radiomarcare un giovane maschio (M15) che dopo il rilascio in natura intraprese una lunga dispersione che lo portò a valicare alcuni mesi dopo il suo rilascio il confine italo-francese nei pressi del Colle di Tenda in provincia di Cuneo.
IL GAZZETTINO
2 APRILE 2010
LA DISAVVENTURA
«Era enorme: mai e poi mai sarei entrata dentro casa»
Mauro Favaro
TREVISO - Ha aperto la serranda del garage per prendere l’auto e si è trovata faccia a faccia con una nutria enorme. La disavventura è capitata l’altro ieri a una ragazza trentenne che da un po’ di tempo ha preso in affitto un appartamento a Quinto, al civico 17 di via Boiago. Proprio lì, verso le dieci di mattina, c’è stato l’incontro ravvicinato con l’animale che, probabilmente spaventato, invece di scappare verso la campagna ha imboccato le scale che portano dentro casa. «Quando ha acceso la macchina la nutria è scappata salendo la scala interna. Subito però non si capiva che animale fosse e così la ragazza ha chiamato me e i vigili del fuoco -racconta la padrona di casa- Io di certo non avevo il coraggio di entrare, ma i pompieri sono arrivati subito e ci hanno messo pochi minuti a catturarla con una rete». Dal canto suo la nutria ha continuato a girare all’interno dell’abitazione fino a quando non è stata catturata e poi consegnata al guardiacaccia della Provincia. «Si è trattato di un evento raro, una cosa che qui non era mai capitata -conclude la donna- Vicino c’è una fabbrica e un pezzo della pista ciclopedonale Treviso-Ostiglia: non ci sono corsi d’acqua e non sappiamo proprio come abbia fatto ad arrivare fin qui».
IL GAZZETTINO
2 APRILE 2010
NUTRIE
Paolo Calia
TREVISO - Sono un centinaio ma, nel giro di qualche anno, il loro numero aumenterà notevolmente. Vivono lungo l’asta del Sile e ovunque ci sia un corso d’acqua sufficientemente grande da ospitarle. Rappresentano la nuova emergenza ambientale da affrontare in tempi brevi. Si tratta delle nutrie, piccoli castori di origine sudamericana ma allevati per anni in tutta Europa per via della loro pelliccia, che da qualche anno stanno invadendo il nord Italia e la Marca. Nei comuni attorno a Treviso il problema è noto da mesi. La loro proliferazione ha provocato diversi disagi: in qualche caso, come a San Biagio, ha indebolito le sponde di alcuni canali; in altri ha iniziato a mutare radicalmente l’habitat circostante. «La nutria è un animale pacifico e pacioso -spiega Francesco Mezzavilla, zoologo che ha condotto un censimento di questo animali per conto del Parco del Sile- non è pericoloso anche se le sue dimensioni (arrivano a pesare anche dieci chili e superare il mezzo metro di lunghezza, ndr) possono impressionare. Nell’area del Parco ce ne sono un centinaio, non un numero esorbitante ma sicuramente sono in una fase di incremento. La nutria però rappresenta un problema: può portare malattie ma soprattutto è pericolosa per l’ambiente. Si nutre di piante acquatiche: un alto numero di nutrie può provocare grossi danni. In alcuni canali tra Lughignano e Casale sono scomparse le ninfee, divorate proprio dalle nutrie. Inoltre, essendo un animale anche di grosse dimensioni, quando si muove sulle sponde, si appoggia a delle piattaforme che possono benissimo essere nidi di uccelli. In questo modo vengono danneggiati o distrutti». Il problema nutria è arrivato anche alle porte di Treviso, come ha potuto notare la casalinga di via Boiago che l’altro giorno s’è trovata un grosso esemplare praticamente in cucina. Mezzavilla, dopo aver concluso la sua ricerca, ha esposto il problema ai dirigenti del Parco che ora dovranno trovare una soluzione. «Sono animali che si riproducono facilmente -osserva- anche ogni tre o quattro mesi». Di conseguenza occorre intervenire presto se non si vuole che l’intero ecosistema del Sile venga pesantemente modificato. Prima di prendere qualsiasi decisione però il Parco deve attendere disposizione dall’Istituto di Fauna Selvatica, l’unico ente autorizzato a decidere come muoversi. La soluzione più semplice, anche se costosa, è quella di catturare alcuni esemplari e trasferirli da altre parti e poi avviare una campagna di sterilizzazione. «Ad ogni modo – conclude Mezzavilla – non bisogna avere paura. La nutria è un animale pacifico: un enorme topone, ma tranquillo».
MATTINO DI PADOVA
2 APRILE 2010
Piccioni nel mirino Multe fino a 500 euro per chi offre il grano
Enrico Albertini
Padova come Venezia: è guerra ai piccioni. O meglio, per non incorrere nelle ire di animalisti più o meno convinti, battaglia contro chi ai piccioni dà del cibo, favorendone il proliferare. Un atto che da oggi potrà costare anche 500 euro. A dirlo è un’ordinanza del sindaco Flavio Zanonato, datata 1º aprile. Uno «scherzo» in piena regola, che toccherà il portafoglio di chi «getta volontariamente sul suolo pubblico granaglie, scarti ed avanzi di cibo in siti accessibili ai piccioni». Ma non solo: la stessa sanzione graverà anche sulle spalle di chi vende mangime per piccioni in strutture ambulanti o meno. Il pugno di ferro riguarda solo il centro storico, in particolare «le piazze, le vie e le aree attigue alla basilica di Sant’Antonio». Dare del mangime ai piccioni è un’abitudine diffusa non solo fra i turisti ma anche fra i residenti. In questo modo, però, si altera il normale ciclo della natura, contribuendo al richiamo di esemplari anche dalle zone vicine con un «aumento esponenziale e innaturale» del numero dei piccioni. Sempre nel testo dell’ordinanza vengono ricordate anche le motivazioni del provvedimento. Nelle zone descritte, infatti, «la quantità di piccioni presenti ha assunto livelli tali da destare preoccupazione sia per il potenziale pericolo igienico-sanitario rappresentato dal possibile rischio di trasmissione all’uomo di malattie, sia per il danno agli edifici, ai monumenti e al grave pregiudizio del decoro urbano». Non si tratta del primo caso di sovraffollamento di specie animali in città: qualche anno fa si verificò lo stesso problema con le anatre della Specola. Animali coccolati dai turisti e dai passanti, tanto da riprodursi a dismisura. In quel caso si intervenne con misure di limitazione, la stessa campagna che si combatte in provincia contro il proliferare spaventoso di nutrie, che con le loro gallerie minano argini e ponti.
LA GAZZETTA DI MODENA
2 APRILE 2010
Camaleonte e rettile abbandonati Stavano crescendo troppo
Modena - Un camaleonte e un rettile la cui specie è ancora da identificare sono stati consegnati nei giorni scorsi dal loro proprietario, un cittadino di Bologna, al Centro fauna selvatica “Il Pettirosso” di Modena. Il camaleonte, un esemplare adulto originario dello Yemen, è lungo circa 25 cm, mentre il rettile (forse del Messico), è lungo oltre 50 centimetri con la prospettiva di arrivare a oltre un metro e mezzo, motivo che, secondo i volontari del Centro, avrebbe convinto il proprietario a liberarsi dei due animali esotici. Risulta che fossero entrambi detenuti legalmente. Dell’episodio è stato informato il Corpo forestale per eventuali verifiche sulla base della normativa sulla fauna esotica. «La rinuncia dei proprietari di animali esotici sta diventando un problema a livello nazionale - dice Piero Milani, responsabile del centro - Anche a Modena sono aumentate le consegne al centro soprattutto di furetti, conigli nani ma anche iguane e pitoni da parte di proprietari quasi sempre pentiti di averli acquistati, probabilmente con troppa superficialità”.
IL CENTRO
2 APRILE 2010
Funerale d oro al gatto, il no del vescovo
TERAMO. «A tutto c’è un limite». Il vescovo di Teramo, Michele Seccia , non aggiunge altro per esprimere il suo pensiero sul caso dell’anziana vedova che ha speso ben 12mila euro per il funerale del proprio amato gatto Filippo. Una frase secca, scarna, quella del capo della diocesi teramana, ma che sintetizza perfettamente l’idea che la ispira. La Chiesa rispetta le opinioni e i sentimenti di tutti, ma certe manifestazioni oltrepassano il limite. L’anziana vedova, che risiede tra Roseto e Silvi, non ha tralasciato alcun dettaglio. Da un’agenzia di pompe funebri ha acquistato la piccola bara bianca e la lapide con inciso il nome dell’animale, Filippo. Ha persino allestito la camera ardente nella propria abitazione, con tanto di fiori, e come si fa con i congiunti più cari si è presa cura fino all’ultimo del corpo del felino, assicurandogli una minuziosa toelettatura del manto. Non solo: per Filippo e altri due gatti, l’anziana donna ha anche aperto un libretto postale. La cerimonia di commiato e la sepoltura in una piccola area acquistata allo scopo hanno completato il rito. La profusione di dettagli, cure e soldi, visto che il conto finale ha sfiorato i 12mila euro, compreso il servizio fotografico, non può che essere considerata un eccesso dal massimo rappresentante della Chiesa locale che proprio in questi giorni celebra la morte e resurrezione di Cristo.
LA STAMPA
2 APRILE 2010
Olanda. Blitz Greenpeace contro commercio carne balena
Attivisti incatenati ad ancora nave giapponese
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Amsterdam - Greenpeace ha impedito la consegna di un carico di carne di balena diretto in Giappone bloccando la partenza di una nave dal porto di Rotterdam. I 15 attivisti (sette, secondo la polizia) dell'organizzazione ecologista si sono incatenati all'ancora di un cargo giapponese. Il blitz si è concluso solo quando la Compagnia NYK Line ha scaricato sette container contenenti la carne di quindici balene, proveniente dall'Islanda, assieme al Giappone uno dei pochi paesi a non vietare la caccia a questi cetacei, a rischio estinzione, e il commercio della loro carne.
LA CITTA' DI SALERNO
2 APRILE 2010
Cucciolo di balena rinvenuto a S. Teresa
Diletta Turco
Provincia di Salerno - E’ stato avvistato intorno alle 7:30, da alcuni cittadini che passeggiavano sul lungomare nel tratto della spiaggia di Santa Teresa, il cucciolo di balena trovato senza vita dagli uomini della Guardia Costiera di Salerno. «Un fenomeno davvero eccezionale - commenta Ernesto Maffia, capitano di vascello della Capitaneria - Più frequenti, infatti, i ritrovamenti di carcasse di delfini, capodogli, tartarughe caretta caretta». Il cucciolo rinvenuto ieri, lungo circa 4 metri e di 300 chili di peso, appartiene alla famiglia delle "balene comuni". Il corpo dell’animale, stando alla prime analisi effettuate dai tecnici dell’Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno, non presente ferite. Dato che esclude, di fatto, una morte legata ad un urto con barche e pescherecci. «Sicuramente - continua Maffia - il cucciolo si è allontanato dalla propria madre, giá nei pressi delle acque del Tirreno». Il corpo del balenottero, infatti, non è in stato di decomposizione. La morte, dicono i veterinari dell’Asl di Salerno accorsi sul posto, risale al massimo ad una settimana fa. Poi le correnti marine lo hanno fatto arrivare a Salerno. Il balenottero si trova ora presso il mercato ittico comunale dove i veterinari dell’Asl e dell’Istituto zooprofilattico hanno iniziato l’esame autoptico per stabilire con certezza le cause della morte. Al vaglio, al momento, l’ipotesi dello smarrimento dell’animale ancora non in grado di procurarsi da solo il cibo, o l’ingestione accidentale di materiale tossico.
IL PICCOLO DI TRIESTE 2 APRILE 2010
«Missione pinguini» in Sudafrica per l’assessore De Anna e Paoletti
di MADDALENA REBECCA
Trieste - Cosa ci fanno un assessore regionale e un presidente camerale in tenuta casual - gilet sportivo e giacchetta gialla antivento - sulla terrazza della suggestiva spiaggia sudafricana di Boulders? Semplice, vanno ”a caccia” di pinguini. Una caccia solo figurata, naturalmente, che punta non a far la pelle ai buffi animaletti bianchi e neri, bensì a regalare a due di loro un viaggio premio con destinazione finale l’Acquario di Trieste. Già, perché tra una stretta di mano e un pranzo di lavoro con imprenditori e autorità locali, Elio De Anna e Antonio Paoletti, impegnati nei giorni scorsi a preparare il terreno alla trasferta in Sudafrica di un gruppo di aziende del Friuli Venezia Giulia, hanno trovato il tempo anche di progettare, e mettere in cantiere, un’altra missione: la ”missione pinguini”, appunto. L’idea è quella di riuscire a ”rapirne” un paio, da scegliere possibilmente tra i più socievoli e divertenti, e di trasferirli in città per colmare il vuoto lasciato dalla morte di Pulcinella, l’ultimo esemplare ad aver nuotato nelle vasche del molo Pescheria. «Abbiamo già avviato i contatti con il responsabile dell’Acquario per vedere se esistono le condizioni per un ritorno dei pinguini sudafricani a Trieste - spiega il presidente camerale Paoletti -. Vedesse come sono carini! Riaverli tra noi sarebbe un risultato importante e, soprattutto, un buon auspicio per l’avvio del del Parco del mare, visto che nel logo del progetto compare proprio l’indimenticato pinguino Marco. Usare uno di quegli animali come mascotte e non averne qui nemmeno uno in carne e ossa, sarebbe un vero peccato». Ancora più entusiasta all’idea di realizzare fino in fondo la ”missione pinguini” è l’assessore regionale allo Sport, da sempre affezionato alla specie. «Quei pinguini li conosco già da tempo, perché ho iniziato a frequentare il Sudafrica per impegni legati al rugby nel 1973 - precisa Elio De Anna -. Tra l’altro a farmeli scoprire era stata proprio la curiosità suscitata dai racconti che mi arrivavano da Trieste, dove si parlava tanto di questa coppia di esemplari presenti all’Acquario. I pinguini sudafricani - continua De Anna sfoggiando insospettabili competenza da etologo - vivono in maniera stanziale nella ”False bay”, chiamata così perché ingannò i navigatori che, superandola, credevano di essere già arrivati nell’Oceano indiano, e sono noti per essere animali monogami e fedeli al compagno per tutta la vita. Riportarli a Trieste non sarà facile, visto che le norme che regolano il trasporto internazionale sono estremamente rigorose. Ma la speranza c’è e noi faremo di tutto per alimentarla. In questo modo - conclude - contiamo di fare la gioia di tutti, compresi i ,pinguini che, sono sicuro, nelle vasche dell’Acquario si troveranno benissimo».
TG COM
2 APRILE 2010
Negli zoo è boom di nascite
Anche per gli animali è... primavera!
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Con l'arrivo della bella stagione, in natura è tempo di cuccioli e coppie in amore. Il boom di piccoli riguarda in particolare i mammiferi. ''E' importante che i cuccioli nascano nel periodo dell'abbondanza'' spiega Fulvio Fraticelli, direttore scientifico del Bioparco di Roma. Dai gorilla ai piccoli "Dumbo".
Tanti animali sono in attesa della cicogna. Una panoramica di alcuni zoo nel mondo dove sono avvenute le ultime nascite.
VIDEO
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo478151.shtml
ANSA
2 APRILE 2010
Baby animali attrazioni week-end Pasqua
Da poco nati una giraffa a Roma e un cammello bianco in Abruzzo
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ROMA - La baby giraffa del Bioparco a Roma e il cammello bebe' 'bianco' del Safari Park in Abruzzo attrazioni per il week-end di Pasqua. La baby giraffa nata il 22 marzo scorso sta conquistando la stabilita' sulle sue lunghe zampe, di almeno un metro. A prendersi cura di lei e' mamma Carroll, di 18 anni. Il cammello, nato il 16 marzo scorso e gia' battezzato con il nome 'Claudio', e' accompagnato da mamma Buda, di circa 12 anni e papa' Saddam di nove anni. Due occasioni per una gita.
IL PAESE NUOVO
2 APRILE 2010
A SAN CATALDO SALVATA DAI PESCATORI UNA TARTARUGA MARINA
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Lecce (Salento) – Nella mattinata di mercoledì è stata salvata da alcuni pescatori una tartaruga marina della specie Caretta caretta rimasta impigliata nelle reti nel mare di San Cataldo.Una volta issata la tartaruga a bordo, gli uomini hanno contattato la Guardia Costiera di San Cataldo che, a sua volta, ha contattato i responsabili del Museo di Calimera che hanno immediatamente sconsigliato di rimettere la tartaruga in acqua poiché, essendo rimasta impigliata nelle reti, quasi certamente era andata incontro ad un'apnea forzata e all'inspirazione di acqua.In attesa che l'animale fosse trasferito a Calimera i suoi salvatori lo hanno portato nella pescheria "La rizzara", di cui sono proprietari, provvedendo a tenerlo costantemente bagnato e provando a nutrirlo.
Purtroppo, "Rizzara" come è stato ribattezzato l'animale, misura una lunghezza totale di 95 cm e un peso di 63 kg e ciò ne ha reso molto difficile il trasporto. Ciò ha reso complicato l'intervento delle forze dell'ordine per trasportare l'animale finché non è intervenuta Simona Potenza dell'Osservatorio faunistico a provvedere al prelevamento dell'animale e al suo trasferimento presso il Centro di primo soccorso di Calimera.Si tratta di un problema, questo del trasporto degli animali feriti, tristemente noto: il trasporto della fauna non è ancora stato affidato a nessuno. “Di volta in volta, sta alla disponibilità dell'interlocutore, degli agenti, dell'ente in questione. Inutile dirlo, questo crea sofferenze agli animali, innumerevoli difficoltà allo staff, perplessità e frustrazione in tutti coloro che soccorrono gli animali con l'intento di aiutarli” commentano i responsabili del Museo di Calimera che continuano - “Solitamente risolviamo il problema intervenendo in prima persona noi dello staff, come privati cittadini, dato che l'Osservatorio non può effettuare il recupero e trasporto degli animali non essendo né preposto, né attrezzato, né finanziato per questa procedura. Tuttavia, in questo caso, le dimensioni eccezionali dell'animale hanno reso difficile reperire un mezzo che fosse idoneo al trasporto. Si auspica, perciò, che la Regione legiferi al più presto in merito alla questione nell'interesse di tutti gli Enti coinvolti, ma soprattutto e prima di tutto nell'interesse degli animali”.Al momento Rizzara è ricoverata presso il Centro di primo soccorso, ha ricevuto le cure del caso ed è stata sottoposta ad esami clinici e prove di galleggiamento mirate a verificare lo stato dei polmoni. Non appena le condizioni cliniche lo permetteranno sarà trasferita presso la Stazione Zoologica "Anton Dohrn" per affrontare il periodo di lunga degenza e riabilitazione in attesa di tornare nei mari del Salento.
IL CITTADINO
2 APRILE 2010
La presenza di questi simpatici animali viene segnalata nelle aree boschive comprese tra Maleo, Pizzighettone e Cavacurta
Nella Bassa riappare lo scoiattolo rosso
I roditori si diffondono spontaneamente nel Parco Adda Sud
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Laura Gozzini
Provincia di Lodi - Lo scoiattolo rosso è tornato. Imbattersi nel simpatico animale dalla lunga coda e il petto bianco era diventato nel Lodigiano un miraggio, non più da qualche tempo entro i confini agricoli e boschivi del Parco Adda Sud, lungo il basso corso dell’Adda che volge alla foce del Po. Qui, nel territorio protetto dei comuni di Maleo, Cavacurta e il vicino Pizzighettone in particolare, gli scoiattoli hanno fatto lentamente ritorno, e non è raro avvistarli mentre saltellano da un ramo all’altro degli alberi oppure indugiano al primo sole sull’erba dei prati.Ma se incontrarli rappresenta per molti una vera sorpresa, più sorprendente ancora è il racconto di come ha avuto luogo il loro ripopolamento: non un intervento dell’uomo ha infatti permesso allo scoiattolo rosso di ricolonizzare gli antichi territori ma la loro diffusione spontanea. Al termine di un viaggio affascinante che è il direttore del Parco Riccardo Groppalli a narrare: «Il numero di scoiattoli rossi è cresciuto lungo tutto l’Appennino piacentino e da lì, seguendo i corsi d’acqua e le zone boscate, diversi soggetti sono giunti dapprima sino al Po e quindi all’Adda».Lasciati liberi di muoversi i roditori non faticano affatto a rimpossessarsi dei vecchi luoghi, prosegue Groppalli, e una volta arrivati fermarvisi diventa per loro piuttosto naturale. E ciò a dispetto di un ambiente come quello rivierasco più ricco di saliceti che non di noccioli - dei cui frutti gli scoiattoli sono voraci consumatori -, oltre che di una presenza in campo ingombrante e a dir poco minacciosa: quella dello scoiattolo grigio, cugino americano del fulvo di casa che a questo ha rubato il posto insediandosi in pianura e sino a quote non troppo elevate. Come sia successo non è facile dire con certezza, forse per la suprema legge di natura, quella del più forte: «Non sappiamo esattamente per quale motivo lo scoiattolo americano abbia preso il sopravvento - spiega Groppalli -, di certo però il suo ingresso ha sottratto risorse alimentari allo scoiattolo nostrano. Non va scordato inoltre che le introduzioni di specie da altri luoghi non sono mai indolore». E qui la responsabilità è interamente attribuibile all’uomo: «In Liguria, per l’esattezza a Nervi, esisteva un parco abitato da una piccola popolazione di scoiattoli americani e gli edifici attorno facevano da barriera mantenendo il loro numero stabile - esemplifica il direttore del Parco Adda Sud - poi qualcuno li ha immessi in natura e a quel punto non c’è stato più niente da fare. Controllarne la diffusione è diventato impossibile». Lo stesso è successo nel Lodigiano, tanto che oggi in un ipotetico derby grigio-rossi sarebbero questi ultimi a perdere. Non resta che contare sul segnale positivo di ripresa.
TISCALI ANIMALI
2 APRILE 2010
Pennuti da record: volo non stop dall'Australia a Taiwan in sei giorni
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Un voltapietre (foto Corbis)
02 aprile 2010. In una delle più grandi imprese migratorie al mondo, quattro piccoli uccelli rivieraschi hanno volato non stop dal sud dell'Australia a Taiwan in poco più di sei giorni. Nel viaggio seguito da ornitologi australiani grazie all'inanellamento con un minuscolo congegno di geolocazione, i voltapietre arenari avevano percorso in quella tappa 7.600 km a una velocità media di 50-55 km/ora.
E' stato il primo ciclo di migrazione monitorato di voltapietre (Arenaria interpres), un piccolo ma robusto uccello cosmopolita di 22-24 cm, che si ciba di molluschi e insetti trovati ribaltando con il becco le pietre sul bagnasciuga. Trascorre l'inverno australe lungo la costa sudest dell' Australia e in Nuova Zelanda e poi vola verso nord per nidificare in nord Europa e in Siberia passando per Taiwan, in un viaggio di andata e ritorno di 25mila chilometri.
Finora era possibile seguire i voltapietre solo da parte di osservatori a terra essendo troppo piccoli per portare trasmettitori satellitari, ma gli ornitologi Ken Gosbell e Clive Milton si sono procurati dei geolocatori di 1,1 grammi che hanno attaccato alle zampe di sei esemplari, riuscendo poi a ricatturarne quattro. Dopo la nidificazione, tre sono tornati per la stessa rotta lungo l'Asia orientale, ma il quarto ha volato verso est fino alle isole Aleutine a sud dell'Alaska e le Gilbert nel Pacifico, per tornare al punto di partenza dopo aver percorso in tutto 27mila chilometri.
"Finora non conoscevamo in dettaglio le loro rotte di migrazione", ha detto Gosbell. "I dati raccolti sono di importanza critica per la conservazione della specie. Conoscere i loro luoghi di alimentazione durante la migrazione fa parte degli sforzi internazionali per proteggere le specie e conservare le zone umide da cui dipendono", ha aggiunto.
BIG HUNTER
2 APRILE 2010
Toscana: novità per la beccaccia
Dai lavori del recente convegno realizzato dalla Provincia di Firenze sulle novità per la caccia toscana, emerge un sostanziale cambiamento nella gestione degli Atc, responsabilizzati nelle loro funzioni ma rafforzati nelle loro potezialità, grazie anche ad una maggiore certezza delle entrate con stanziamenti previsti entro il 31 gennaio per il bilancio preventivo. Novità specifiche riguardano la beccaccia. E' stato stabilito infatti che per cacciarla bisognerà obbligatoriamente essere iscritti all'atc di riferimento, ogni cacciatore dovrà infatti annotare dopo l'abbattimento ogni capo di selvaggina stanziale e di beccaccia sul tesserino venatorio, in corrispondenza della data della giornata di caccia e dell'Atc. Nell'articolo 7 bis si legge inoltre “Le province nell'ambito del calendario venatorio provinciale possono decidere che la caccia alla beccaccia avvenga esclusivamente in forma vagante e con l'ausilio del cane da ferma o da cerca”.
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AGI
2 APRILE 2010
Gli esperti: efficace come quelli tradionali ma senza effetti collaterali
Ecco l'ANTINFIAMMATORIO '100 VOLTE PIU' SICURO'
Londra, 2 apr. - Un nuovo farmaco antinfiammatorio sviluppato dall'Universita' canadese McMaster ha mostrato buoni risultati senza produrre gli effetti collaterali tipici di quelli usati normalmente, come l'aspirina e l'ibuprofene. Lo afferma uno studio pubblicato dal 'British Journal of Pharmacology' che mette a confronto i comuni antinfiammatori con l'Atb 346, un derivato del naprossene che rilascia solfuro di idrogeno, una sostanza che in piccole quantita' protegge lo stomaco dalle ulcere. Per esaminare l'efficacia del farmaco, i ricercatori l'hanno testato su cavie sane e con artrite e altre infiammazioni. Il risultato e' stato che il naprossene modificato riesce a ridurre le infiammazioni quanto i farmaci tradizionali, ma con una protezione 100 volte superiore per l'apparato gastrico, dove non ha causato alcun danno. Usato su cavie che avevano ulcere preesistenti, simili a quelle causate dall'uso prolungato dei Fans, l'Abt 346 ha migliorato il recupero dalle lesioni. "Ho lavorato per 20 anni con gli antinfiammatori - ha spiegato al sito 'ScienceDaily' John Wallace, che ha guidato lo studio - e questo farmaco sembra essere perfetto fino a questo momento, ha dato risultati eccezionali su tutti i modelli su cui lo abbiamo usato".
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