01 OTTOBRE  2009

IL TEMPO

1 OTTOBRE 2009

 

Una denuncia a Scandriglia (RI)

Cani torturati e droga, blitz della Forestale

Blitz della Forestale a Osteria Nuova, maltrattava cani, sorpreso con piantagione di marijuna.

 

Luca Giarrusso

 

Scandriglia (RI) - L'intervento degli agenti del corpo forestale di Poggio Moiano ha messo fine ad una lunga serie di angherie rivolte ai cani. L'uomo, G. V., un quarantenne disoccupato residente in località Montecalvo, Osteria Nuova di Scandriglia, da tempo teneva due cani legati in giardino. Un cucciolo di maremmano ed uno stupendo esemplare di pastore tedesco, lasciato per giorni senza cure, acqua e cibo, fino alla morte. I forestali lo hanno rinvenuto ancora incatenato ad un albero, disteso come stesse dormendo, visibilmente denutrito, occultato da un sottile strato di fogliame. A pochi metri dal corpo del cane sono state scoperte delle piante di canapa indiana. Intervenuti anche gli agenti della Stazione di Cottanello è subito scattata la perquisizione, la quale ha portato alla luce 9 piante di marijuana ed oltre 500 semi della stessa. L'uomo dovrà ora rispondere del reato di maltrattamento di animali e coltivazione di sostanze stupefacenti.


NOTIZIARIO ITALIANO

1 OTTOBRE 2009

 

11 cani in condizioni igieniche e di salute pessime, sequestrato canile

 

ALCAMO (TP) – Animali ancora sotto il torchio dei controlli e a Trapani è stato scoperto una sorta di canile che in realtà deteneva gli animali in condizioni al limite della sopravvivenza. I carabinieri di Alcamo hanno sequestrato un canile che ospitava 11 cani in pessime condizioni igienico - sanitarie. Gli esemplari, malnutriti, erano rinchiusi in piccole gabbie metalliche. Il responsabile della struttura è risultato essere C.A., 49 anni, ed è stato denunciato per abbandono di animali. Le indagini sono scattate dopo alcune segnalazioni da parte di associazioni animaliste che hanno portato alla scoperta della situazione di degrado e di sofferenza dei cani. Gli animali saranno adesso presi in cura dal servizio pubblico veterinario per poi cercare loro una sistemazione.


CODICI
1 OTTOBRE 2009
 
TARANTO CANILI: COMUNI DEBITORI E GESTORE MINACCIA DI DARSI FUOCO
 
 
Appendiamo dagli organi di stampa la notizia della disperata situazione in cui si trova un gestore di un canile di Taranto,in deficit a causa della mancata erogazione di fondi da parte dei comuni. Il canile, situato nella zona del fiume Tara, è al servizio di diverse amministrazioni comunali: Carosino, Monteiasi, Montemesola, San Giorgio, Roccaforzata, Massafra, Faggiano e Taranto. Tra 8 comuni solo uno è in regola con i pagamenti e da alcuni il gestore del canile di Lido Azzurro avanza circa 300 mila euro. Somme assurde che non pervenendo hanno portato al pignoramento in quanto il gestore  non riusciva a pagare i fornitori delle crocchette ed ora oltre 200 cani sono da smafare.

“Una situazione che sa dell’incredibile:secondo l’ultima legge Martini  i comuni sono tenuti a prendersi a carico anche nel caso di animali rinvenuti sul proprio Comune ma collocati in strutture che insistono su territorio non di sua competenza. Se collocati in altri Comuni o fuori Regione, il Comune dovrà informare del trasferimento il Servizio Veterinario ASL competente per territorio della struttura individuata e effettuare verifiche periodiche sullo stato di salute e benessere degli animali almeno una volta l’anno, e darne comunicazione al Consiglio comunale anche nel Rendiconto della gestione. Si ribadisce come l’affidamento del servizio e gestione dei cani randagi da parte dei Comuni debba tenere conto della loro natura di esseri senzienti.” – afferma la Resp Ambiente del CODICI. Pertanto il CODICI offre assistenza legale gratuita al gestore in questa battaglia e lo invita a mettere in mora i Comuni debitori.


CORRIERE DI RIETI

1 OTTOBRE 2009

 

Scandriglia (RI) - Sequestrata piantagione di canapa

Il cane è morto di stenti. Quarantenne denunciato alla Procura. Scoperta dalla forestale intervenuta per maltrattamenti di animale.

 

Paolo Giomi

 

SCANDRIGLIA (RI) - E’ stata la morte del pastore tedesco, tenuto in condizioni a dir poco pessime, privato di acqua e di cibo, legato al collo con una catena di un metro e mezzo, a permettere la scoperta di una vera e propria piantagione di marijuana, nascosta da un giardino praticamente incolto. Di certo non si aspettavano un ritrovamento del genere gli agenti del corpo forestale dello Stato, in un intervento congiunto dei comandi stazione di Poggio Moiano e Cottanello, intervenuti in località “Monte Calvo di Sotto”, territorio del Comune di Scandriglia. La segnalazione giunta alle sentinelle verdi parlava di un presunto caso di maltrattamento di animali, consumato da un quarantenne residente nel territorio all’interno della propria abitazione. Sospetto divenuto realtà quando gli uomini della forestale hanno visto il cane, un pastore tedesco, condannato ad una morte atroce. L’animale era infatti legato all’altezza del collo con una corta catena di metallo, un metro e mezzo circa, e tenuto senza acqua nè cibo. Una vera e propria agonia, terminata con la tragica, inevitabile morte. E proprio nel constatare il sopraggiunto decesso dell’animale le sentinelle verdi, a seguito di un’accurata ispezione del giardino della casa, incolto, senza il mino segno di cura, hanno scoperto una coltivazione di piante “sospette”. Che a seguito di un attento esame sono risultate appartenere alla specie “canapa indiana”, meglio conosciuta come marijuana. L’indagine è allora proseguita all’interno dell’abitazione, dove all’atto della perquisizione operata dagli agenti della forestale sono stati rinvenuti dei semi, circa cinquecento, appartenenti alla medesima specie vegetale. Le piante sono state estirpate dal terreno e poste sotto sequestro, così come i semi, e il quarantenne sabino titolare dell’abitazione e responsabile del decesso del cane è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Rieti e dovrà ora rispondere dei reati di maltrattamento di animali e coltivazione di sostanze stupefacenti. Per i quali, nel più grave dei casi, è prevista anche la reclusione.


Animalieanimali

1 OTTOBRE 2009

 

SULLA SPIAGGIA RESTI DI UN CANE UCCISO
Sospetti sul mondo delle lotte tra animali nel veneziano
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Un nuovo caso di maltrattamenti di animali e a farne le spese, questa volta, un cane, di tipo molosso, trovato morto sulla sabbia dello Scanno Cavallari, quasi certamente portato dal mare.
La bestia, in avanzato stato di decomposizione, aveva sicuramente subito maltrattamenti, come detto, e ha avuto una fine dura. Il muso era stretto da un laccio e c'era un vistoso foro nel cranio, causa sicura della sua morte. Gli elementi per un noir (la fantasia penserebbe subito a lotte clandestine di cani) sembrerebbero esserci tutti.
Tornando alla realtà, la vicenda ha inizio da una telefonata del veterinario dell'Ulss, che informa la polizia locale portovirese del fatto e subito una pattuglia, guidata dal vicecomandante Bressan, che ha con sé l'agente Fania Fanton, si reca allo Scanno Cavallari per accertare quanto segnalato e vede la carcassa di un cane di grossa taglia arenato sulla battigia, che reca chiari segni di morte violenta. Lo sbarco sullo scanno è reso possibile dall'azienda Tironi, che mette a disposizione degli agenti una barca e due uomini.
Gli agenti vedono subito che il cane, maschio e con probabilità molossoide, in avanzato stato di decomposizione, reca un foro nel cranio di circa 2 centimetri per 2 e mezzo, mentre il muso della bestia è stretto con un laccio. Al collo della cacassa solo un collare di cuoio, privo di indicazioni, né il cane reca tracce di microchip, per cui è quasi impossibile risalire al proprietario.
Il giorno dopo, l'ultimo atto della vicenda, con la presenza sempre del vicecomandante Bressan e dell'agente Fanton, è avvenuta la sepolture dell’animale dove è stato trovato (con i dovuti accorgimeni sanitari), poiché la carcassa non poteva essere trasportata in sicurezza.


IL TIRRENO

1 OTTOBRE 2009

 

Cani abbandonati in agonia «L Asl ha fatto il possibile»

 

GROSSETO. In riferimento all’articolo dal titolo “Cani in agonia, denuncia all’Asl”, pubblicato sul Tirreno, lunedì, una nota della Azienda sanitaria di Grosseto precisa alcuni aspetti della vicenda, che era stata segnalata dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa) di Grosseto.  «Già in precedenza, i veterinari del servizio di Prevenzione della Asl 9 avevano preso contatti per sensibilizzare i proprietari e gli attuali detentori dei cani sulla necessità di curare uno dei due animali, in condizioni di salute critiche in quanto probabilmente affetto da leismaniosi. Tra l’altro con non pochi problemi, data la particolare e nota situazione della famiglia. Purtroppo, ad oggi, non è stato possibile fare i prelievi e giungere una diagnosi precisa, per la difficoltà di ottenere dai detentori la collaborazione indispensabile per eseguire gli accertamenti clinici. Ciononostante, e in concomitanza con la pubblicazione della notizia, i veterinari della Asl 9, con l’ausilio delle Forze dell’ordine, hanno effettuato valutazioni cliniche sugli animali ed è stata inviata una relazione al sindaco di Roccalbegna. In particolare si raccomanda l’emanazione di un atto che obblighi la terapia, a cura dei detentori, per l’animale malato o il ricovero in un canile convenzionato, dove potrebbe essere curato. Chiarito questo la nota del Dipartimento di Prevenzione della Asl 9 riconosce come «essenziale la collaborazione che l’Enpa assicura per individuare situazioni in cui non c’è rispetto degli animali, agendo anche da filtro e selezionando le maggiori criticità», tuttavia precisa che «può verificarsi che la forte sensibilità con la quale i volontari dell’Enpa si avvicinano alle problematiche legate al benessere degli animali contrasti con le procedure di garanzia per i proprietari e, talvolta, per gli animali stessi (togliere un animale al legittimo proprietario e all’ambiente di vita è un provvedimento adottato come extrema ratio), che vanno rispettati dagli operatori dei servizi prevenzione».


PRIMO NUMERO

1 OTTOBRE 2009

 

Raid nell'allevamento di Castel di Sangro (AQ)

Gli ’Eco-terroristi’ liberano 130 visoni: pericolo per il Molise

Un gruppo animalista riesce a liberare dalle gabbie gli esemplari da pelliccia a Castel di Sangro durante un blitz notturno. Ma ora gli animali, abituati a vivere in cattività, fanno strage di galline e anatre tra Abruzzo e Molise. Avvistati anche a Vastogirardi e San Pietro Avellana. Gli agricoltori temono incursioni nei pollai, ma gli animali sono in gran parte destinati alla morte

 

Castel di Sangro (AQ)- Li chiamano “ecoterroristi”: un neologismo che indica una moderna forma di terrorismo a sostegno di cause ambientaliste, ecologiste oppure animaliste. Come il “Fronte per la liberazione degli animali” americano. Ma un esempio simile, sebbene assai meno celebre, si trova anche dalle nostre parti. Il gruppo infatti, formato da persone al momento senza identità e sulle cui tracce sono le forze dell’ordine, alcuni giorni fa ha liberato oltre un centinaio di visoni d’allevamento, il cui manto setoso e lucido è usato per le pellicce. E’ accaduto a Castel di Sangro, cittadina in provincia di L’Aquila che al Molise è molto vicina: poche decine i chilometri che la dividono da luoghi come Vastogirardi o San Pietro Avellana. Luoghi dove, per l’appunto, sono stati avvistati alcuni esemplari di visone.
Potrebbe essere una buona notizia per gli amanti degli animali, ma in realtà non lo è. I mustelidi infatti, che hanno sempre vissuto in cattività e costretti nelle gabbie, stanno creando seri problemi all’ecosistema naturale, tanto che numerosi agricoltori della zona hanno lamentato stragi di galline e anatre nelle campagne negli ultimi giorni, puntando il dito contro i visoni che, affamati e feroci, decimano i pollai con i loro denti aguzzi. Simili alle nutrie, si muovono agili risalendo il fiume Sangro e aggredendo animali domestici e selvatici. Un problema anche per il Molise, visto che i visoni hanno fatto la loro comparsa nella riserva naturale di Monte di Mezzo, tra San Pietro Avellana e Vastogirardi, dove vivono molte specie protette e dove si comincia a temere per le conseguenze della liberazione di massa.
Una liberazione che risale a diversi giorni fa, ma che è passata sotto silenzio in Abruzzo. Forse anche perché non è interesse dell’allevatore far esplodere il caso. Raffaele D’Amico, il proprietario dell’allevamento finito in più occasioni nel mirino della cronaca, anche nazionale (nel suo allevamento c’è stata una troupe di Striscia la Notizia più volte) e della giustizia, per presunti maltrattamenti ai danni degli animali (sul processo grava il rischio della prescrizione) ha inizialmente cercato di riacciuffare i visoni. Impresa difficile, per la verità, e anche poco utile dal punto di vista dell’allevatore, dal momento che gli ecoterroristi hanno staccato i cartellini identificativi, e con essi si sono perse le caratteristiche degli animali necessarie per gli accoppiamenti e la riproduzione.
«Gli animalisti ci avevano già provato altre volte» raccontano a Castel Di Sangro, dove il raid notturno ha fatto parlare, e parecchio. Gli autori del blitz sono entrati di notte, e hanno rotto i lucchetti delle gabbie, che si trovavano all’aperto. Non solo: hanno bruciato il laboratorio di conceria e rotto parecchie attrezzature mentre gli animali, pazzi dallo stordimento, si lanciano nella natura disperdendosi fra gli alberi. Circa 130, secondo una stima ufficiosa, i visoni liberati, che hanno preso poi diverse strade. Avvistati nei comuni limitrofi e nei boschi del parco nazionale dell’Abruzzo, si sono spinti fino al Molise risalendo il fiume Sangro. E facendo strage di polli, anatre e altri animali incrociati nel percorso. L’introduzione deliberata di questi animali ha comunque esiti disastrosi anche sulla specie nel complesso: i visoni americani, che sono quelli allevati in cattività, non sempre sono abituati a procacciarsi il cibo e difendere un proprio territorio. In pratica la maggior parte degli animali "liberati" muore entro due mesi dal rilascio, generalmente per fame o per ferite riportate da combattimenti con altri esemplari.


IL GIORNALE

1 OTTOBRE 2009

 

Uccide i genitori e il cane Poi agente si toglie la vita

 

Salerno - Tragedia familiare nel Salernitano. Si barrica in casa, uccide il padre, la madre, il cane e poi si toglie la vita. È accaduto in un’abitazione rurale di borgo San Lazzaro del comune di Serre (in provincia Salerno). L’omicida-suicida è Domenico Apicella, di 47 anni, che dopo aver ucciso i genitori e il cane si è tolto la vita. Sul posto i carabinieri per i rilievi.

L'intervento dei carabinieri Quando i carabinieri sono entrati nell’abitazione rurale si sono trovati di fronte ai tre corpi privi di vita riversi sul pavimento della cucina e del corridoio. Da una prima ricostruzione effettuata dai militari della compagnia di Eboli, diretti dal tenente colonnello Nobile Risi, Domenico Apicella, un assistente capo della polizia penitenziaria di Eboli, dall’aprile scorso era in convalescenza per uno stato ansioso e depressivo. Avrebbe imbracciato il fucile da caccia del padre, un calibro 16 regolarmente detenuto, e avrebbe prima ucciso nel cortile dell’abitazione il cane. Poi, una volta entrato nella casa, ha prima freddato il padre Cosimo, un pensionato di 71 anni e la madre Antonietta Impemba di 68 anni, anche lei pensionata: puntandosi l’arma all’addome ha posto fine alla propria esistenza. Sul posto i militari dell’arma stanno effettuando i rilievi mentre si è in attesa dell’arrivo del medico legale e del magistrato. 


ANSA

1 OTTOBRE 2009

 

Uccide genitori, il cane e si spara

Faceva parte della polizia penitenziaria di Eboli, era depresso

 

SALERNO - Un uomo di 47 anni si e' barricato in casa e ha ucciso il padre, la madre e il cane. Quindi si e' tolto la vita con lo stesso fucile. E' accaduto in un'abitazione rurale di borgo San Lazzaro del comune di Serre, nel Salernitano. Domenico Apicella era un assistente capo della polizia penitenziaria di Eboli, dall'aprile scorso era in convalescenza per uno stato ansioso e depressivo.


BIG HUNTER

1 OTTOBRE 2009

 

Precedenza agli animalisti nei canili. Federfauna ricorrerà contro l'ordinanza Martini

 

Federfauna ha annunciato che ricorrerà contro l'ordinanza Martini relativa al benessere animale all'interno dei canili pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 7 settembre, in quanto potrebbe “avere più ricadute negative in termini di costi ed obblighi per i proprietari di canili e per le Amministrazioni locali, che non positive per gli animali”. Dubbi vengono avanzati anche sull’obbligo dell'assistenza veterinaria ed sul coinvolgimento dei veterinari liberi professionisti “perché l’Ordinanza non specificherebbe nè i criteri di scelta, nè limiti e competenze di questa figura, nè la possibilità per le associazioni di categoria dei medici veterinari di intervenire nella definizione di queste”. Insomma gli unici a guadagnare spazi sarebbero gli animalisti. Federfauna ha incaricato il proprio ufficio legale di procedere alla redazione di un ricorso al Tar del Lazio per tentare di bloccare l'ordinanza, che tra le altre cose pone nuove pesanti limitazioni ai gestori delle strutture.


IL GIORNALE

1 OTTOBRE 2009

 

STRANIERI AGGREDISCONO POLIZIOTTI E GERMANI REALI

 

Genova - Viene scoperto mentre cerca di rubare un motorino in piazza Dante, a Genova, ma alla vista degli agenti del Commissariato Centro dà in escandescenze e comincia a sferrare calci e pugni ai poliziotti, ferendone uno. Protagonista dell’episodio è un marocchino di vent’anni che si trova in Italia senza fissa dimora e in attesa di regolarizzazione. Che adesso, forse non arriverà visto che per il ragazzo è scattato l’arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Inoltre è stato anche denunciato per tentato furto e danneggiamento aggravato. Ha invece 21 anni il sorpreso a prendere a pietrate un germano reale sul greto del Polcevera. L’animale è fuggito, ma poco dopo il ragazzo ha preso di mira due anatre selvatiche, ma questa volta è arrivata la polizia che l’ha segnalato per inosservanza della normativa sulla caccia.


LA GAZZETTA DI MANTOVA

1 OTTOBRE 2009

 

Sloggiare i piccioni: il Comune si affida a falco, reti e aghi

 

Vincenzo Corrado

 

Mantova - La lotta ai piccioni continua. Il Comune entro la fine dell’anno punta ad avere una mappa delle criticità per intervenire nei luoghi a rischio guano. Non solo mangime anticoncezionale e spuntoni: l’obiettivo è rendere la città inospitale ai colombi, riducendo i luoghi adatti alla nidificazione. Per ogni luogo a rischio guano, castello di san Giorgio compreso, sarà studiata una soluzione ad hoc.  Il nuovo progetto comunale si chiama ‘Percorsi integrati per il controllo della popolazione di piccioni’. Ma quali saranno in concreto gli interventi? Gli aghi sui cornicioni verranno sostituiti: quelli attuali non sono abbastanza rigidi. Spazio anche agli uccelli antagonisti: il falco pellegrino e il barbagianni saranno i nuovi avversari dei piccioni. Nuove reti verrano montate sui cornicioni: allo studio anche un piano per il castello di san Giorgio, uno dei punti ad alta concentrazione di colombi.  Ma il Comune, più che puntare su nuovi deterrenti, cerca di fare rete. Sia con le associazioni animaliste e ambientaliste che con altre città italiane. Sì, perchè nei prossimi mesi Mantova si confronterà con altre realtà in cui il problema del guano è stato risolto o quasi.  «Il mangime anticoncezionale in questi anni ha dato buoni risultati - spiega l’assessore allo sviluppo sostenibile Carlo Saletta - per ridurre ulteriormente il numero di piccioni presenti in città e per raggiungere una compatibilità nell’ambiente urbano, è necessario integrare gli interventi in corso con strategie che puntino a rendere la città inospitale ai volatili. Per prima cosa ridurremo i luoghi adatti alla sosta e alla nidificazione e le fonti alimentari, disponibili in gran numero in ambiente urbano».  Come a dire: i piccioni non si cacciano, ma si può puntare ad una convivenza pacifica. Il progetto prevede l’individuazione delle situazioni di maggiore criticità e la realizzazione di un abaco degli interventi. Ma non solo. Sul sito del Comune a breve apparirà una nuova sezione dedicata al problema dei piccioni, in cui i cittadini potranno segnalare le zone in cui intervenire.  Novità anche per il mangime anticoncezionale: oltre ad evitare la riproduzione, avrà anche un effetto curativo, nella speranza di ridurre le infezioni degli animali, potenzialmente pericolose anche per i cittadini.


LIBERO

1 OTTOBRE 2009

 

BERGAMO: CAMIONISTA NASCONDE 123 KG DI HASHISH TRA MANGIME ANIMALI, ARRESTATO

 

Milano - Ha nascosto nel suo carico di mangime per animali 123 chili di hashish, ma ad attenderlo alla frontiera c'erano i carabinieri di Bergamo che ieri pomeriggio a Claviere (Torino), hanno stretto le manette ai polsi di un romeno incensurato, D.T., 40 anni residente nel capoluogo piemontese, accusato di traffico internazionale di droga. Dopo il sequestro della scorsa settimana a Bergamo, 500 chili, i militari hanno ottenuto alcune notizie nell'ambiente dei consumatori di sostanze stupefacenti e sono riusciti a intercettare l'arrivo di altro carico in Italia. Al confine con la Francia, sulla strada statale 24 hanno atteso per poche ore l'arrivo del camion segnalato. Il mezzo e' stato bloccato appena entrato nel territorio italiano dal valico del Monginevro. Nel cassone e' stato trovato e sequestrato l'hashish, contenuto in quattro valigie artigianali di tela iuta, siglate con la scritta ''M8'', nascoste tra pacchi e scatole di mangime per gatti, forse per eludere eventuali controlli confondendo l'olfatto dei cani antidroga.


MARKET PRESS

1 OTTOBRE 2009

 

AL VIA LA CAMPAGNA "METTI AL SICURO IL TUO CANE"

 

Roma - Al via la campagna "Metti al sicuro il tuo cane" promossa dalla Regione Lazio in collaborazione con gli Ordini dei medici Veterinari delle provincie del Lazio. Per tutto il mese di ottobre l´iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare i proprietari a sottoporre i loro cani all´applicazione del microchip per l´iscrizione all´anagrafe canina. Testimonial del progetto è il calciatore Francesco Totti, già noto per il suo amore e impegno verso gli animali ed i cani in particolare. Attraverso agevolazioni procedurali ed economiche, la campagna "Metti al sicuro il tuo cane ha l´obiettivo di aiutare i cittadini a mettersi in regola con quanto già previsto dalla normativa nazionale. Il microcip per i cani è infatti un obbligo di legge. Il dispositivo elettronico tutela gli animali dall´abbandono e quindi dal randagismo rivelandosi decisivo, sia per il cane sia per il proprietario in caso di smarrimento. Nel mese di ottobre, in tutto il Lazio, presso i 43 ambulatori dei servizi veterinari delle Asl o presso uno dei 416 veterinari accreditati aderenti (entrambi gli elenchi sono presenti nella sezione "Focus On"su questo portale) i cittadini potranno iscrivere il proprio cane all´Anagrafe Canina regionale ad una tariffa ridotta e senza pagare la tassa regionale presso gli uffici postali. La tariffa promozionale, onnicomprensiva, è di 20,00 euro, e sarà valida dal 1 al 31 ottobre 2009. La tutela del benessere animale rappresenta una importante linea di intervento della Giunta Regionale, che a tale scopo ha istituito un "Osservatorio Regionale contro il randagismo" che coinvolge le istituzioni locali, i professionisti pubblici e privati e le associazioni animaliste. Tale organismo attraverso il controllo e il miglioramento delle condizioni dell´attività dei canili, il completamento delle sterilizzazioni e delle microcippature, ha l´obiettivo di ridurre e prevenire il fenomeno del randagismo. Per informazioni sulla campagna "Metti al sicuro il tuo cane" è possibile anche contattare il numero verde dell´Urp regionale 800. 012283. Il microchip è un piccolo dispositivo elettronico, applicato esclusivamente dai veterinari per via sottocutanea. E´ un sistema rapido, innocuo e indolore. Il microchip contiene un codice numerico di 15 cifre, registrato all´anagrafe canina, che consente di identificare il cane e risalire al proprietario in caso di abbandono, furto o smarrimento. L´anagrafe canina rappresenta lo strumento più idoneo per garantire i diritti e le responsabilità dei cittadini proprietari di cani. L´iscrizione all´anagrafe canina è un obbligo di legge (Legge Regionale 21 ottobre 1997 n. 34, D. G. R n. 920/2006, Ordinanza Ministeriale 6 Agosto 2008) per tutti i proprietari di cani; l´iscrizione degli animali deve essere effettuata entro i due mesi di vita o comunque entro trenta giorni dal possesso se l´animale ha più di due mesi . Nel Lazio sono già regolarmente iscritti più di 250. 000 animali. Fondamentale per tutelare il benessere animale e per contrastare l´abbandono, l´anagrafe canina permette di rintracciare in tempo reale il proprietario di un cane smarrito, attraverso la lettura immediata del Microchip inoculato.


NEWS FOOD

1 OTTOBRE 2009

 

Quando un cane è meglio di una pillola

Dottori animali: curano il cuore, stimolano la mente

"Gli animali domestici sono di grande importanza per le persone, e possono avere molteplici benefici fisici ed emotivi su bambini e adulti"

 

A volte, gli animali domestici sono meglio dei farmaci. Cani gatti e colleghi sono infatti capaci di difendere il cuore, stimolare l'attività fisica e spingere il cervello ad attivarsi. Tra i sostenitori di tale tesi, la professoressa Rebecca Johnston, professore della Missouri University Sinclair School of Nursing.Spiega la professoressa: "Gli animali domestici sono di grande importanza per le persone, soprattutto durante i periodi di congiuntura difficile, e possono avere molteplici benefici fisici ed emotivi su bambini e adulti".La studiosa cita ad esempio una ricerca del 2008 dove un gruppo di soggetti anziani (spinti a passeggiare all'aperto) aveva migliorato la mobilità del 28%, aumentato la velocità e rafforzato l'autostima Inoltre, in molti ospedali l'utilizzo di animali nelle terapie di guarigione (la cosi detta pet therapy) è ormai consuetudine. Ma le ricerche sui benefici degli animali sulla salute umana sono ancora poche e frammentarie. Per questo, la conferenza dell`International Society for Anthrozoology and Human-Animal Interaction, che si terrà a Kansas City dal 20 al 25 ottobre, vedrà riuniti numerosi esperti, intenti a definire meglio la questione.


CORRIERE DELLA SERA

1 OTTOBRE 2009

 

I consigli per chi ha un "vecchietto" in casa

 

Ecco alcuni consigli dei veterinari per migliorare la vita del proprio pet e, di conseguenza, garantirgli la possibilità di una maggiore longevità.

IL CIBO - Non nutrire troppo il cane: bisogna poter sentire le costole, senza vederle

I COMANDI - Insegna al tuo cane finché è cucciolo a obbedire ai comandi gestuali: quando comincerà a diventare sordo con l’età potrà capire quello che gli chiedi

I DENTI - Proteggi denti e gengive spazzolandoli regolarmente, per prevenire infezioni che possono danneggiare organi interni come cuore e reni

I LIVIDI - Non trascurare grumi o lividi negli animali più anziani. Il cancro si può curare molto bene, ma solo se riconosciuto in tempo

L'ARREDAMENTO - Se la vista del tuo animale è compromessa, lui può ancora orientarsi con l’olfatto. Però è sempre meglio non cambiare la disposizione dei mobili.


IL MESSAGGERO

1 OTTOBRE 2009

 

Addio unghie troppo lunghe e aguzze

 

SONIA PAGLIA

 

SCANNO (AQ) - Addio unghie troppo lunghe e aguzze. Anche i cervi hanno bisogno di cure estetiche quando non vivono tra le rocce. Aveva le unghie lunghissime, fin troppo sviluppate, superavano i quattro centimetri. Un’esistenza non di certo ideale per un giovane cervo, tanto da pregiudicarne la naturale destrezza nei movimenti. Ecco allora che un intervento chirurgico estetico raro, effettuato con delicatezza da mani esperte, prevedendo l’accorciamento e rimodellamento delle unghie che formano gli zoccoli, ha restituito all’ungulato la libertà di correre e inerpicarsi come gli altri suoi simili. E forse ora che si specchierà nel laghetto artificiale, dove si sta valutando l’idea di consentire la pesca “no killed”, noterà con piacere che sono spariti i difetti che lo facevano sentire inferiore agli altri esemplari. Probabilmente si tratta di Jerry, il cervo sequestrato a un allevatore di Villetta Barrea, poi custodito dall’ente Pnalm e successivamente trasportato insieme ad altri quattro ruminanti nell’oasi faunistica, Colle Rotondo di Scanno. Per il momento, il problema di Jerry che non mangia fieno ma preferisce pane, mangime speciale controllato e granturco, è risolto ma col passare del tempo ci vorrà di nuovo una “ritoccatina”. “Jerri è un cervo simpatico - afferma il consigliere Eustachio Gentile - quando gli portiamo da mangiare è il primo, seppur lentamente, che ci viene incontro spingendoti a rifornire la mangiatoia. Peccato che non gli piaccia il fieno, sicuramente ha gusti più raffinati. Tuttavia siamo soddisfatti di aver dato una nuova prospettiva a questi animali e poi c’è stata la conferma di come esista un turismo alternativo attraverso la valorizzazione ambientale e naturalistica».


IL GIORNALE

1 OTTOBRE 2009

 

TORNATORE, SGOZZARE TORI NON E' UN'AZIONE DA OSCAR

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Apprendo che Baarìa, l’ultimo film di Giuseppe Tornatore, è stato designato dall’Anica a rappresentare l’Italia nella corsa al premio Oscar. Sarà contento il regista, forse un po’ meno del botteghino, dove ci si aspettava maggior trionfo. Può darsi che un freno all’invasione delle sale cinematografiche sia anche dovuto a una scelta del regista duramente, e giustamente, stigmatizzata non solo dagli animalisti, ma anche da chi possiede un minimo di sensibilità nei confronti degli animali. La polemica riguarda la scena in cui un bovino viene crudelmente ammazzato con un punteruolo conficcato nella fronte, quindi sgozzato, ancora vivo. Mentre il sangue esce copioso, dai vasi recisi, viene raccolto per essere dato, come corroborante, a una donna incinta...
La Lav ha denunciato subito l’episodio ai media, mentre l’associazione dei consumatori Codici ha invitato la gente a disertare le sale cinematografiche dove il film viene proiettato. «Col film Baarìa siamo tornati di colpo indietro di 50 anni, quando per girare i western si uccidevano i cavalli facendoli realmente cadere da scenografici dirupi», denuncia Valentina Coppola, responsabile della sezione ambiente del Codici di fronte alla truculenta uccisione avvenuta per il film di Tornatore. E al di là della scelta di una ricostruzione realistica di quei tempi bui, nella fase di transizione dal fascismo al comunismo, quello che fa riflettere è, prima di tutto, se di queste scene violente ce ne sia proprio la necessità, specie in una pellicola visibile a ogni tipo di pubblico, senza alcun limite di età. Tornatore ha chiarito che la scena non poteva essere evitata. Sicuramente un virtuosismo artistico di incommensurabile valore. Lo stesso regista, in una conferenza a Firenze, ha affermato di aver tentato con gli effetti speciali, ma non funzionavano. Non si pretende che arruolasse Douglas Trumbull, il supervisore degli effetti speciali di capolavori quali 2001 Odissea nello Spazio, Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo e Blade Runner, ma era sufficiente un computer e uno che lo sapesse usare per «taroccare» la scena, ma renderla realistica. Evidentemente in Tunisia Tornatore non disponeva di questi raffinati mezzi. Aveva solo il punteruolo.
Il regista, nel suo delirio di ricostruzione della realtà più realista, ha invece preferito andare in un macello tunisino e filmare quel che si usava fare decenni fa per i grossi animali, prima che comparissero la pistola a proiettile captivo o l'elettrocuzione (scossa elettrica), metodi di stordimento ritenuti umanamente accettabili. «Tanto» ha detto «qui ne ammazzano così, diversi al giorno». Viene in mente la donna che compra la pelliccia di visone. «Tanto i visoni erano già morti». Intanto la scena è girata in Tunisia, lontano dalle severe leggi italiane.
Vuoi mostrare la dura realtà dei tempi senza effetti speciali? Bene, allora gira in Italia e prenditi le tue responsabilità, caro regista, altrimenti ti becchi giustamente gli epiteti che stanno girando sul Net circa il tuo operato. D’altronde, nel film, durante il racconto del passato al ragazzo, si vede improvvisamente la testa di un uomo spappolata da un colpo sparato a bruciapelo. Fiction o realtà? Effetti speciali o Tornatore ha pagato per rappresentare realisticamente la scena, girandola magari in Cina o in Algeria, dove qualcuno che per dieci euro spara o sgozza davvero (uomini), si trova a ogni angolo di strada? Qui gli effetti speciali hanno funzionato, almeno si spera, con i bovini no. Che strana regia.


CORRIERE DELLA SERA

1 OTTOBRE 2009

 

Taranto, adottate le pecore alla diossina

Gli allevatori dopo la prima strage: lasciatele vivere

 

«No alla mattanza delle pecore contaminate dalla diossina, si possono guarire o al limite adottare come i randagi». L’appello è stato lanciato ieri, mercoledì, dagli allevatori della provincia di Taranto che si oppongono con tutte le proprie forze contro la decisione delle autorità sanitarie di abbatte­re i 400 capi di bestiame dell’azienda zootecnica di un loro collega dove le analisi sui campioni di carne hanno evidenziato tracce significative di diossina.

Un’affollatissima assemblea di allevatori jonici ha animato la sala consiliare del comune di Fag­giano per avanzare le proposte da inviare alla Regione Puglia e alla Asl. Organizzati dal Tavolo Verde diretto dall’ex onorevole Paolo Rubino, i rappresentanti della categoria (1.794 aziende in tutto il comprensorio) hanno illustrato in quattro punti l’alternativa alla macellazione voluta dal Dipartimento d’Igiene: individuare fattorie didattiche sperimentali in cui curare gli animali contaminati, creare di una riserva protetta dove liberare i capi, affidare il bestiame ai proprietari con l’obbligo della non commercializzazione del prodotto e il relativo indennizzo per il mancato guadagno e infine avviare una campagna per l’adozione delle pecore come si fa per i randagi.

«Tutto tranne ammazzarle - è stato detto - perché saremo tutti a difenderle». Questo ed altro ancora la categoria porterà domani sul tavolo alla Regione Puglia. Le aziende chiederanno al governo centrale il riconoscimento legislativo per i risarcimenti alle imprese colpite dal danno così com’è stato fatto per i loro colleghi campani colpiti dall’emergenza diossina nel latte e mozzarelle di bufala.


CORRIERE FIORENTINO

1 OTTOBRE 2009

 

Quattro zampe Negli Usa i casi di Chanel (21 anni) e Max (26)
Cani e gatti, le lunghe vite Sempre più oltre i 15 anni

I veterinari: meno vitamine e minerali nel cibo

 

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

Alessandra Farkas

 

NEW YORK — Quando il mese scorso la graziosa bassotta a pelo lungo Chanel è morta a New York, all’età di 21 anni, il Guinness dei primati l’ha subito immortalata tra le sue pagine come «il cane più vecchio del mondo». Ma a strapparle il primato, e i riflettori dei media mondiali, ci sta già pensando Max, un mix terrier della Louisiana, vivo e vegeto nonostante i suoi 26 anni suonati che attendono ancora, tuttavia, la certificazione della giuria del Guinness.
Chanel e Max non sono soli. Ben prima di loro Granpa Rexs Allen, un gatto di razza Sphynx di Austin, in Texas, aveva scatenato il pandemonio transatlantico quando è spirato, nel 1998, alla veneranda età di 34 anni. Secondo vari studi condotti negli ultimi anni in Usa, non è più una rarità, oggi, trovare cani che campano fino a quindici anni e gatti che toccano la soglia, un tempo inarrivabile, dei venti.
I veterinari Usa parlano di vera e propria rivoluzione che ha completamente stravolto i tradizionali parametri di longevità canina e felina. «Chanel, Alex e Granpa Rexs Allen non sono più dei fenomeni da circo », teorizza la dottoressa Martha Smith, direttrice della Lega per la Difesa degli Animali di Boston, «l’aumento della longevità dei pets — spiega — è proporzionale a quello dei loro padroni»'.
Per calcolare l’età di un cane in rapporto alla nostra, un tempo si usava moltiplicare un anno canino per sette. Ma la formula si è rivelata inadeguata anche perché le specie di taglia media e piccola e gli incroci tendono a vivere più a lungo dei cani di taglia gigante o dall’ineccepibile pedigree. Eppure secondo gli addetti ai lavori la longevità degli animali domestici dipende soprattutto da noi.
«Le scelte che operiamo per loro determinano la qualità e durata della loro esistenza», dice il Dott. Richard T. Goldston, esperto di gerontologia veterinaria. «Invece di imbottire i nostri cuccioli di cibi ad alto contenuto di proteine, calcio e fosforo sarebbe meglio somministrar loro alimenti per cani adulti, che contengono dosi minori di vitamine e minerali ».
Le parole d’ordine: dieta ed esercizio. I veterinari da una costa all’altra dell’Atlantico concordano che cani e gatti snelli vivono in media due-tre anni in più di quelli sovrappeso. «È importante evitare accumuli adiposi, soprattutto nei cuccioli — spiega ancora la Smith —, bisogna dar loro almeno tre anni per raggiungere le dimensioni di adulti, senza metterne sotto stress lo scheletro e gli organi interni quali il cuore».
Quando Johnny Hoskins, co-autore insieme a Goldston di «Geriatrics and Gerontology of the Dog and Cat» ha iniziato la sua carriera di veterinario, molti anni fa, l’età media di un Dobermann oscillava dai sei ai nove anni. «Oggi persino questa razza arriva fino a 16 anni — afferma Hoskins — se si prevengono in tempo disfunzioni cardiache».
Anche questo ricercatore è convinto che l’aumento nelle aspettative di vita animale sia parallelo a quello degli esseri umani. «Ho letto nella rivista dei pensionati americani Aarp che oggi ci sono oltre 100.000 centenari soltanto negli States — spiega —. Se potessimo effettuare uno studio analogo tra gli animali, sono certo che troveremmo un’identica percentuale di ultraventenni».


IL GAZZETTINO

1 OTTOBRE 2009

 

PECOL (BL)

Sparita la volpe "Zorro" dopo avere morsicato una donna

 

Cortina d’Ampezzo (BL) -  Zorro, la volpe, è sparita. Sono tre giorni che Fiorella, l’amica che l’accudisce e la dà da mangiare, non la vede più. E si preoccupa. «In un primo momento ho pensato che fosse sazia. Lunedì sera l’ ho attesa invano, come anche la mattina. Anche al levar del sole si presentava sotto le finestre di casa per un saluto, per farmi sapere che c’era e che la sera sarebbe venuta a reclamare un pasto. Le due amiche, Fox e Wolf, invece le ho riviste puntualmente anche ieri sera, ma come si sa, loro a casa non entrano. Si fermano del prato adiacente. Temo per lei. Non vorrei che avesse fatto una brutta fine».I timori troverebbero un’ipotesi dal fatto che una vicina di casa, giovedì scorso, mentre si apprestava a stendere la biancheria, è stata morsa ad un polpaccio. «Una cosa leggera - dice - ma per precauzione sono andata al pronto soccorso dove mi hanno sottoposta a profilassi antitetanica e contro la rabbia». Forse aveva fame, ipotizza la donna. Ma Zorro da mangiare ne aveva più che a sufficienza. E poi di volpi lì attorno ce ne sono diverse. Sta di fatto che le ricerche continuano. Non è stata catturata, spiega la Polizia provinciale, le cui guardie erano salite a Pecol l’ultima volta il 23 settembre. «Dopo - assicurano - non essendoci state altre segnalazioni, non siamo più venuti. Essendo un maschio, potrebbe essersi reimpossessato liberamente del territorio». La vicenda delle volpi quasi domestiche ha fatto il giro d’Italia attraverso servizi giornalistici e televisivi. E ha fatalmente sollevato interrogativi sul rapporto fra animali selvatici e uomo.


SANREMO NEWS

1 OTTOBRE 2009

 

Sanremo (IM): lettrice "Recuperato il gattino di via Agosti

 

"Volevo tranquillizzare il lettore che ha lanciato l'appello per il gattino di via Agosti e gli amici degli animali che hanno letto l'appello. Il gattino è stato catturato verso sera ed è salvo. Verrà domani portato da una veterinario per un controllo e se del caso verrà curato".Lo scrive una nostra lettrice (che si firma ma preferisce mantenere l'anonimato) che prosegue: "La cattura è avvenuta dopo ore di appostamento da parte di volontari e anche persone abitanti nella via dove erano posteggiate le macchine sotto le quali si era nascosto. E' stato difficile acchiapparlo: ad un certo punto si era rifugiato anche nel motore di una macchina ma l'intervento ha avuto successo grazie soprattutto alla pazienza e all'abilità di una volontaria fornita di gabbietta-trappola. Resta il disappunto da parte di tutti (volontari e semplici cittadini) per il fatto che a livello istituzionale non vi sia chi ha l'obbligo e sia in grado di intervenire in casi di questo genere".


VARESE NEWS

1 OTTOBRE 2009

 

Contro gli esperimenti su animali, il 4 ottobre si commemora il "roditore ignoto"

Come ogni anno dal 2004, si ricorda la disattesa "risoluzione di san Francesco" che condizionava il rinnovo della convenzione tra comune e UnInsubria all'abbandono dell'impiego di animali nella ricerca

 

Domenica 4 OTTOBRE 2009 alle ore 16 torna la commemorazione animalista del "roditore ignoto" presso l'Università dell'Insubria di Busto Arsizio (viale Cadorna / angolo via Alberto da Giussano), organizzata dalla LAV e da varie associazioni e gruppi contro la pratica degli esperimenti su animali.

Il 29 luglio il sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli, e il rettore dell'Università dell'Insubria, Renzo Dionigi, hanno firmato la nuova convenzione per l'utilizzo, da parte dell'Università, dei locali comunali dei Molini Marzoli e della appena ristrutturata Villa Manara. Nonostante il Consiglio comunale avesse approvato, il 4 ottobre 2003, la "Risoluzione di San Francesco" contro lo svolgimento di esperimenti su animali in città, la nuova convenzione non contiene alcun vincolo di non-utilizzo di animali nella ricerca,come invece richiesto dalla LAV, invano, per sei lunghissimi anni.
La nuova convenzione prevede tuttavia la possibilità, per entrambi i firmatari (Comune e Università), di rescindere unilateralmente la convenzione. Quindi il Comune ha la possibilità e l'opportunità di chiedere all'Università di smettere di utilizzare animali e annullare la convenzione qualora l'Università non ottemperasse: obiettivo che epr gli animalisti si può raggiungere solo con la mobilitazione.
Aderiscono all'iniziativa:
AIDAA Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, Apertis Verbis, ASVEP ASsociazione culturale VEterinari di salute Pubblica, AVDA Associazione Veterinari per i Diritti degli Animali, AVI Associazione Vegetariana Italiana, Beppe Grillo Meetup Busto Arsizio, CEDA Comitato Europeo Difesa Animali, Centro di Documentazione Eco-Animalista Piemonte, Circolo Culturale Excalibur (Lonate Pozzolo), Collettivo Animalista (Arese), Emi (Fagnano Olona), Giovane Italia – Circolo di Busto Arsizio, Gruppo Bairo, LAC Lega per l'Abolizione della Caccia, Legambiente - Circolo di Busto Arsizio, Movimento Antispecista, LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli - Sezione Varese, Medici Internazionali LIMAV, Movimento vegetariano No alla caccia, OIPA Organizzazione Internazionale Protezione Animali, Oltre La Specie, PRC Partito della Rifondazione Comunista - Circolo di Busto Arsizio, Verdi - Circolo di Busto Arsizio, Vitadacani (Arese - Magnago), Vita Universale.


IL GAZZETTINO DI UDINE

1 OTTOBRE 2009

 

Brillante operazione anti-bracconaggio combinata con i carabinieri a San Leonardo porta alla denuncia di un uomo di San Giovanni
Uccellatore nella rete di agenti Federcaccia e Forestale

 

San Leonardo (UD) - E’ il tempo delle migrazioni degli uccelli e aumentano anche gli atti di bracconaggio. Ma l’azione di contrasto è sempre attiva e in questi giorni brilla l’operazione che gli agenti di vigilanza venatoria ambientale della Federazione Italiana della Caccia di Udine, unitamente a personale del Corpo forestale regionale e con il supporto della locale Stazione dei Carabinieri di San Leonardo, hann o portato a segno. Dopo una serie di appostamenti, gli agenti hanno sorpreso in flagranza di reato P.F., 47 anni di San Giovanni al Natisone intento a catturare uccelli con le reti.
L’impianto di cattura, in località S.Nicolò a confine tra il Comune di San Leonardo e quello di Stregna, poco distante dalla strada che conduce a Tribil, era costituito da una rete verticale "mist-net" e da richiami di merli e fringuelli.Al momento dell’intervento delle guardie l’uomo stava togliendo dalla rete alcuni esemplari di uccelli rimasti impigliati. Tra le specie catturate e successivamente ritrovate morte nell’impianto vi erano esemplari di pettirossi, cinciallegre, merli e un picchio muratore, una specie considerata particolarmente protetta dalla legislazione europea. All’interno dell’autovettura dell’uomo è stato ritrovato un’apparecchiatura, completa di autoparlante, che riproduce il richiamo di vari uccelli e una cassetta in legno con scomparti per il trasporto di avifauna.L’autore di tale attività illecita, dopo essere stato identificato, è stato deferito all’autorità giudiziaria per uccellagione, che prevede l’arresto fino ad un anno o l’ammenda da 774 a 2.065 euro e per maltrattamento di animali, reato punito dall’art. 544 ter del C.P. con l’arresto da 3 mesi ad 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro, la pena è aumentata della metà nell’ipotesi che il maltrattamento abbia cagionato la morte dell’animale. I richiami vivi sono stati affidati alle cure del Centro di riabilitazione della Provincia di Udine dato che le condizioni non hanno permesso la loro liberazione sul posto.“Con questa ulteriore operazione – spiega il coordinatore provinciale degli Agenti della Federcaccia Salvatore Salerno – l’attività di vigilanza sul territorio rimane sempre alta al fine di debellare o comunque ridurre al minimo questo tipo di pratica illegale”.


BIG HUNTER

30 SETTEMBRE 2009

 

Amiche di BigHunter, Barbara Campi: “il vero cacciatore salvaguardia la natura”

 

Barbara Campi è una cacciatrice di Finale ligure (SV), è diplomata e nella vita è una commerciante, una mamma e una moglie. Ha iniziato a cacciare anni fa, dopo aver acquistato il suo primo golden retriever e da allora non ha mai lasciato la caccia. Barbara ha accettato con entusiasmo il nostro invito a partecipare all'iniziativa Amiche di BigHunter regalandoci alcune sagge  considerazioni da cacciatrice navigata. La caccia è una passione e in quanto tale per Barbara deve essere praticata solo da “veri cacciatori”. L'arte venatoria può contribuire attivamente a risolvere i problemi legati alla fauna e agli ambienti. Barbara sintetizza  l'essenza di questo semplice concetto con una grande verità “un vero cacciatore è obbligato a salvaguardare la natura, poiché senza tale accortezza finirà col non cacciare più”. Ma il vero pericolo per la caccia, oltre ai problemi di tipo ambientale in senso stretto, sono le falsità che vengono diffuse e i preconcetti che finiscono per danneggiarla concretamente.

“Purtroppo troppi finti acculturati ne parlano male non conoscendola a fondo – spiega Barbara Campi – e proprio grazie a questi molti, la selezione della selvaggina sta andando a 'remengo'... salvaguardando gazze e gabbiani che stanno proliferando ovunque a scapito del ripopolamento”. 


MARKET PRESS

1 OTTOBRE 2009

 

CACCIA IN DEROGA A STORNO E TORTORA DAL COLLARE: CIA E CONFAGRICOLTURA PRESENTANO OPPOSIZIONE AL RICORSO D’URGENZA PRESENTATO AL TAR DELL’EMILIA-ROMAGNA DALLE ASSOCIAZIONI LAV, LAC ED ENPA “TROPPI DANNI E SOLO PARZIALMENTE RISARCITI, PERCHÉ TANTO ACCANIMENTO VERSO GLI AGRICOLTORI DA PARTE DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE?”

 

Caccia in deroga: Cia e Confagricoltura dell’Emilia-romagna impugnano l’arma della giurisprudenza e presentano opposizione al ricorso d’urgenza presentato al Tar (Tribunale amministrativo regionale) dell’Emilia-romagna dalle associazioni Lav (Lega anti vivisezione), Lac (Lega anti caccia) ed Enpa (Ente nazionale protezione animali). Il ricorso presentato dagli animalisti, infatti, è finalizzato all’ottenimento della sospensiva della Delibera della Giunta della Regione Emilia-romagna che regolamenta la caccia in deroga alla specie storno in alcuni comuni delle province (esclusa Piacenza) della regione ed alla specie tortora dal collare nelle province di Forlì-cesena, Ravenna e Rimini. “In considerazione degli ingenti danni che questi volatili arrecano alle coltivazioni e che solo parzialmente vengono risarciti – scrivono Cia e Confagricoltura - non si comprende l’accanimento di certe associazioni, che si definiscono ambientaliste, nel voler impedire un’attività di prelievo che può ridurre l’onere a carico degli agricoltori. Tale insistenza – proseguono Cia e Confagricoltura - è ancor più incomprensibile alla luce della sentenza del Consiglio di Stato che, in merito ad analogo ricorso presentato lo scorso anno, aveva confermato la correttezza dell’operato della nostra Regione”.


BIG HUNTER

1 OTTOBRE 2009

 

Cia e Coldiretti Emilia Romagna: incomprensibile l'accanimento contro le deroghe

 

Un nuovo intervento delle associazioni agricole Cia e Coldiretti di Emilia Romagna rinnova la l'impegno a favore delle deroghe a storno e tortora contro il ricorso di Lav, Lac ed Enpa al Tar che chiede la sospensione del provvedimento. Si tratta di una delibera emanata dal consiglio regionale che regolamenta la caccia in deroga in modo circoscritto ad alcuni territori: per lo storno solo in alcuni comuni delle province esclusa Piacenza e per la tortora dal collare nelle province di Forlì – Cesena, Ravenna e Rimini."In considerazione degli ingenti danni che questi volatili arrecano alle coltivazioni e che solo parzialmente vengono risarciti - scrivono Cia e Confagricoltura - non si comprende l'accanimento di certe associazioni, che si definiscono ambientaliste, nel voler impedire un'attività di prelievo che può ridurre l'onere a carico degli agricoltori. Tale insistenza - proseguono Cia e Confagricoltura - è ancor più incomprensibile alla luce della sentenza del Consiglio di Stato che, in merito ad analogo ricorso presentato lo scorso anno, aveva confermato la correttezza dell'operato della nostra Regione".


BIG HUNTER

1 OTTOBRE 2009

 

Lac contro la caccia ai cervi nel Cansiglio: “non permetteremo alle doppiette di violare un santuario della natura”

 

''Non permetteremo che le doppiette violino un santuario della natura vietato alla caccia da oltre 100 anni''. Con queste parole Andrea Zanoni, Presidente della Lac veneto si oppone alla ventilata intenzione di aprire la caccia al cervo nella foresta demaniale del Cansiglio.

“Con le elezioni regionali – spiega la sua tesi Zanoni -  alle porte questa concessione di sparare addirittura nella foresta demaniale del Cansiglio potrebbe diventare l'ennesima mossa di amministratori senza scrupoli per vedere accresciuti i propri pacchetti di voti. Abbiamo gia' allertato i nostri legali per impugnare al TAR eventuali delibere regionali o provinciali, a buon intenditor poche parole''.

Tralasciando il fatto che dalla Lega per l'Abolizione della Caccia non ci può certo aspettare una posizione moderata sull'apertura della caccia in qualsiasi luogo, Zanoni porta giustificazioni piuttosto vaghe, proponendo come risoluzione ai danni per il sovrannumero degli ungulati “metodi ecologici”e privilegiando le catture rispetto all'abbattimento.

“I cervi non sono il vero problema che è invece costituito dall'inadeguatezza di chi gestisce questi territori” sbotta Zanoni che poi spiega: ''personale impreparato, tecnici faunisti improvvisati, forestali obsoleti, operatori estemporanei ''fai da te'' a cui viene affidata l'informazione e l'educazione naturalistica - spiega Zanoni - sta portando al collasso anche una delle ultime aree naturali rimaste quasi intatte dopo il sacco edilizio e viario di questi ultimi 30 anni. Un approccio semplicistico e arretrato determina un unico rimedio, proposto in modo ripetitivo e morboso, cioè sparare e ammazzare sempre e comunque”.


BIG HUNTER

1 OTTOBRE 2009

 

Valle D'Aosta: stabiliti i tetti per la caccia al fagiano di monte e alla coturnice

 

Un decreto dello  scorso 28 settembre dell'Assessore all'Agricoltura e alle risorse naturali della Valle D'Aosta Giuseppe Isabellon ha stabilito i tetti di abbattimento del fagiano di monte e della coturnice per la stagione venatoria 2009 – 2010, sulla base dei censimenti condotti sulle specie.Il tetto di prelievo del fagiano di monte, o gallo forcello, è stabilito nella misura di 82 capi di sesso maschile, di cui un massimo di 9 nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Val Ferret”, un massimo di 3 nella ZPS “Mont Emilius e Mont Avic” e il restante nel territorio soggetto a caccia programmata.Il tetto di prelievo della coturnice è fissato nella misura di 28 esemplari. Il prelievo è vietato nelle Zone di Protezione Speciale e potrà essere effettuato solo nel territorio soggetto a caccia programmata (massimo 8 nel comprensorio alpino Alta Valle, massimo 12 in quello Media Valle e massimo 8 in quello Bassa Valle). 


LA SENTINELLA

1 OTTOBRE 2009

 

Barriere elettrificate per fermare i cinghiali

 

Amelio Ambrosi

 

TAVAGNASCO (TO). E’ emergenza cinghiali a Tavagnasco. Gli ungulati devastano pascoli ed alpeggi provocando ingenti danni a prati e colture sotto gli occhi impotenti dei proprietari dei fondi. L’amministrazione ha deciso di intervenire ed ha presentato lunedì alla popolazione, nella sede del Gruppo Alpini, un piano guardato con attenzione ed interesse dalla Provincia. Al punto che ha già promesso risorse. Il sindaco Giovanni Franchino, assieme all’assessore all’Agricoltura, Marco Girodo, ha illustrato le soluzioni individuate per arginare il fenomeno. «Il problema interessa tutta la provincia ma noi dobbiamo fare la nostra parte - ha esordito Franchino - anche perché gli animali si avvicinano sempre più ai centri abitati».  Il Comune farà da apripista adottando una serie di soluzioni che consentiranno di tutelare l’integrità dei tre alpeggi di sua proprietà: «I tecnici ci hanno proposto alcune tipologie di barriere. Per i Piani di Augiasso e Pianello, privi di alberi e sottobosco, la soluzione ottimale è la posa di barriere elettrificate alimentate da pannelli fotovoltaici. Per quanto concerne l’alpeggio dei Piani, invece, la vicinanza con il bosco rende impraticabile questa via. Si procederà alla posa di barriere in legno cui andrà ad aggiungersi una rete elettrosaldata posta sui primi 50 centimetri. E’ chiaro che non si potrà chiudere tutto, andranno garantiti punti di passaggio».  Per contenere i costi dell’operazione, Franchino ha annunciato un accordo già raggiunto con le squadre forestali della Regione che costruirebbero entro la primavera, tra i 500 e i mille pali utili alla posa delle barriere. Il legno per le staccionate verrebbe poi ricavato dalle piante in loco, con un notevole risparmio. «Abbiamo il supporto dell’assessore provinciale Marco Balagna, in quanto siamo il primo Comune a muoversi attraverso un’azione globale - ha evidenziato il sindaco -. I privati potranno verificare l’efficacia di queste misure e seguirci». «Cerchiamo soluzioni il più possibili definitive che richiederanno due o tre anni di lavoro ma l’importante è tutelare i nostri agricoltori» ha aggiunto l’assessore Girodo.  L’azione di tutela del paesaggio è volta ad un ambizioso piano di rilancio delle potenzialità agricole del territorio: «L’agricoltura ha ancora un ampio margine di sviluppo se le cose vengono impostate nel modo giusto - ha detto Giovanni Franchino -. Se c’è l’abbandono non ci sono prospettive, questo è certo».  Il Comune di Tavagnasco metterà a disposizione dei privati la progettazione e la materia prima per costruire le barriere. I proprietari da parte loro dovranno fornire la manodopera e attivare una rete di collaborazione attraverso forme di lavoro collettivo.


ASCA

1 OTTOBRE 2009

 

VENETO/CACCIA: LAC, NO A DOPPIETTE IN FORESTA DEMANIALE DEL CANSIGLIO

 

Roma - ''Vogliono riaprire la caccia addirittura nella foresta demaniale del Cansiglio'', lo denuncia Andrea Zanoni presidente della LAC (Lega per l'Abolizione della Caccia), sezione Triveneto che precisa: ''Non permetteremo che le doppiette violino un santuario della natura vietato alla caccia da oltre 100 anni''.''La mancanza della benche' minima conoscenza di quella che e' la 'biologia della conservazione' all'interno delle pubbliche amministrazioni coinvolte: personale impreparato, tecnici faunisti improvvisati, forestali obsoleti, operatori estemporanei ''fai da te'' a cui viene affidata l'informazione e l'educazione naturalistica - spiega Zanoni - sta portando al collasso anche una delle ultime aree naturali rimaste quasi intatte dopo il sacco edilizio e viario di questi ultimi 30 anni. Un approccio semplicistico e arretrato determina un unico rimedio, proposto in modo ripetitivo e morboso, cioe' sparare e ammazzare sempre e comunque.Vale la pena di ricordare che il Cervo e' una specie che si puo' regolarmente cacciare (Cf. art.18 L.157/92) da settembre a gennaio (5 mesi) su tutto il territorio delle province di Treviso, Belluno e Pordenone confinanti con il Cansiglio.Perche' dunque sparare all'interno del Cansiglio, unico fazzoletto di terra dove da 100 anni non si caccia e gli animali possono vivere in pace?''.''La Foresta del Cansiglio - ricorda l'esponente LAC - , che si voglia o no, e' un'area protetta visitata settimanalmente da migliaia di escursionisti che desiderano un ambiente 'pulito' sotto tutti i punti di vista.I cervi non sono il vero problema che e' invece costituito dall'inadeguatezza di chi gestisce questi territori.E' il caso, comunque, di sottolineare che la problematica dei danni e' un problema relativamente frequente per la gestione della fauna tanto nelle aree protette quanto fuori ed e' gia' stato affrontato tecnicamente in varie altre parti d'Italia e risolto mediante soluzioni valide ed accettabili da tutte le parti coinvolte.Come ad esempio i 'metodi ecologici.', che privilegiano le catture rispetto agli abbattimenti''.''Non permetteremo che le doppiette violino un santuario della natura vietato alla caccia da oltre 100 anni - conclude Zanoni -. Con le elezioni regionali alle porte questa concessione di sparare addirittura nella foresta demaniale del Cansiglio potrebbe diventare l'ennesima mossa di amministratori senza scrupoli per vedere accresciuti i propri pacchetti di voti. Abbiamo gia' allertato i nostri legali per impugnare al TAR eventuali delibere regionali o provinciali, a buon intenditor poche parole''.


IL TIRRENO

1 OTTOBRE 2009

 

La caccia come risorsa economica

 

SAMBUCA (FI). Intensa attività del Comune di Sambuca sui problemi della caccia e pesca, raccolta dei funghi, salvaguardia e riqualifcazione dell’ambiente.  Nei giorni scorsi il sindaco e una nutrita rappresentanza di cacciatori e pescatori residenti nel comune, si sono incontrati con l’assessore provinciale Rino Fragai. I temi sono stati quelli della presenza degli animali selvatici nel territorio e dei danni che recano sia al pubblico che ai privati.  E’ emersa la volontà di ricercare con la Provincia, associazioni venatorie ed associazioni economiche la possibilità di far diventare la caccia, specialmente quella di selezione, un business per la comunità Sambucana, con un ritorno economico alle attività commerciali presenti sul territorio.  Per quanto riguarda la pesca, c’è stato l’impegno dell’assessore provinciale a rivalutare questo sport specialmente in quei fiumi che anche nel periodo estivo hanno una quantità di acqua sufficiente per praticarlo.  Sul problema della raccolta dei prodotti del sottobosco e della differenza di normative tra le Regioni confinanti Toscana-Emilia, lavoreremo con la Comunità montana per verificare la possibilità di uniformare le normative con lo scopo di evitare le incongruenze esistenti. Il sindaco e l’assessore provinciale hanno, nei giorni successivi, visitato la caserma del Corpo forestale dell’Aquerino incontrando Raffaella Pettinà e alcuni operatori che svolgono il servizio nella foresta biogenetica.


IL TIRRENO

1 OTTOBRE 2009

 

Ristrutturare il mattatoio costa troppo

 

Filippo Bernardeschi

 

POMARANCE (PI). «L’amministrazione ha dichiarato che chiuderà il macello di Volterra entro la fine dell’anno». Lo annuncia Marco Veronesi, presidente di Apa - associazione provinciale allevatori - a pochi giorni di distanza dalla IV rassegna della pecora pomarancina. «Una brutta notizia per la maggior parte degli allevatori della Valdicecina - continua - i quali, in mancanza di alternative, perderanno un importante punto di riferimento e saranno costretti a compiere lunghi viaggi verso San Miniato, Massa Marittima o Cecina, con grave perdita economica e di qualità dei prodotti».  Il vecchio mattatoio volterrano si trova nei pressi del teatro romano. Motivo della temuta chiusura, informa Luigi Piccicuto di Coldiretti, i costi troppo alti di restauro: «I locali versano in condizioni di degrado. Senza una ristrutturazione verrà giudicato fuori norma secondo le direttive europee. Il Comune si è impegnato a prolungare l’attività, ma presto o tardi verrà chiuso, perché i lavori comporterebbero una spesa troppo grande». L’ultimo intervento di restyling risale a 10 anni fa. Da escludere il più alto costo di macellazione rispetto ad altri impianti: «Per un’animale si spendono circa 15 euro - prosegue Piccicuto - altrove è possibile un risparmio, ma altri soldi se ne vanno con il viaggio».  Auspicabile l’apertura di un nuovo impianto per la macellazione: «Meglio con annessa lavorazione delle carni, in modo da garantire la vendita attraverso filiera corta». Quello che preoccupa gli allevatori è soprattutto la perdita di qualità che subirebbero le carni in caso di lunghi viaggi: «La qualità ci consente di sopravvivere come piccole aziende. Possiedo un agriturismo a Cozzano - spiega l’allevatore - e la mancanza di un punto nella zona comporterebbe viaggi di 50/60 chilometri anziché 10. Gli animali ne soffrono e il prodotto finale ne risente».  L’assessore Nicola Fabiani ha già annunciato l’impegno per l’avvio di un dialogo con la regione. Nell’attesa si incrociano le dita: «Si avrà una via d’uscita se gli allevatori potranno vendere direttamente al consumatore finale la carne lavorata - conclude Veronesi - altrimenti sarà come fare un passo indietro. Ne risentirà l’intero settore zootecnico della Valdicecina».


LA PROVINCIA DI COMO

1 OTTOBRE 2009 

 

Emergenza brucellosi Occorre vaccinare i cani

 

PORLEZZA (CO) -  La riunione di aggiornamento organizzata dal Servizio provinciale veterinario nella sede della comunità montana Alpi Lepontine Meridionali ha consentito agli organizzatori di fare il punto sulla situazione dopo i noti fatti delle pecore affette da brucellosi, pascolanti sugli alpeggi della Val Cavargna. Alla riunione, oltre ai veterinari dell'Azienda sanitaria locale di Como erano presenti gli assessori provinciali alla caccia, Dario Bianchi, ed agricoltura, Ivano Polledrotti, ed i sindaci di alcuni Comuni della zona.
Le analisi condotte dai sanitari hanno appurato che anche i cani pastori addetti alla custodia queste pecore sono risultati colpiti dalla brucella. A questo punto ai sanitari dell'Asl è non rimasta che una strada da seguire: il controllo sanitario di tutti i cani, da caccia e non, che, nel periodo di soggiorno delle pecore in valle si sono trovati a circolare sui luoghi frequentati dalle greggi.
Questa forma preventiva servirà innanzitutto per evitare che in particolare i cani da caccia possano essere aggrediti da questo virus e, nel caso di soggetti già colpiti dal contagio, un'adeguata cura che li porti alla guarigione. Fino ad oggi i controlli hanno evidenziato l'assenza di casi di contagio
Prosegue nel frattempo la raccolta del sangue prelevato agli ungulati abbattuti nei due Comprensori di caccia Alpi Comasche e Prealpi Comasche. Dopo i prelievi, le fialette contenenti il sangue vengono inviati ai laboratori provinciali dell'Asl comasca per le analisi del caso. I presidenti dei Comitati di gestione hanno attivato in tal senso tutti i cacciatori di ungulati che praticano la loro attività in quelle zone.Mac.


LA ZAMPA.IT

1 OTTOBRE 2009

 

New York, a spasso con i cani invisibili

 

Guinzagli per cani fantasma. Domenica ne sono stati distribuiti 2000 a destra e a manca per le vie di New York. A riceverli sono stati altrettanti "agenti", come si definiscono i seguaci dell'«Improv Everywhere», già protagonisti per flash mob come quella della giornata senza pantaloni, della Stazione Centrale di New York congelata.

 

FOTO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&pm=1&IDmsezione=59&IDalbum=20992&tipo=FOTOGALLERY#mpos

 

 

            01 SETTEMBRE 2009
VIVISEZIONE - SPERIMENTAZIONE

 


 

Animalieanimali
1 OTTOBRE 2009
 
VOGLIONO CREARE MAIALI CON PATOLOGIE UMANE
Annuncio del Prof.Galli, protesta della Lav.
 
La LAV auspica che la Regione Lombardia non autorizzi il professor Cesare Galli alla creazione del “super pig”, maiale clonato portatore di malattie genetiche neurodegenerative umane, annunciato dal titolare dell’Avantea s.r.l. con lo scopo di studiare malattie come l’Alzheimer e la fibrosi cistica, perché tali studi sono già stati ritenuti infruttuosi e inapplicabili per i progressi della salute umana.Il Consorzio per l’incremento zootecnico (Ciz Research and Genetics), infatti, nel 2008 aveva tagliato i fondi al Laboratorio di “Tecnologie della Riproduzione”, progenitore dell’Avantea, proprio per la mancanza di interesse a proseguire la sperimentazione con animali clonati, visti gli scarsi progressi nello studio delle patologie umane.“Nonostante ciò, il professor Galli insiste a sperimentare in questa area di investigazione sterile, promettendo la creazione di maiali clonati in cui vengono indotte geneticamente malattie neurodegenerative – commenta Michela Kuan, biologa, responsabile LAV settore Vivisezione – e conducendo esperimenti che nascondono livelli di sofferenza inimmaginabili e scientificamente inutili”.I dati ottenuti, inoltre, sono inapplicabili alla specie umana, mentre sono numerose le lacune relative alle alterazioni genetiche e alla proteomica, il prodotto del codice genetico; carenze che dovrebbero essere colmate con investigazioni sui meccanismi dell’organismo umano invece di modificare un’altra specie per cercare di farla assomigliare a qualcosa che nemmeno si conosce.Il professor Galli, invece, giustifica il ricorso ai maiali adducendo alla non validità de l modello animale basato sul topo, viste le differenze anatomiche e fisiologiche tra la nostra specie e quella murina: un autogoal che ammette l’inutilità di tutta la sperimentazione animale.“Interessante questa affermazione, anche a fronte del fatto che il topo è l’animale più utilizzato nei laboratori del mondo, un business da 600 mila animali l’anno solo nel nostro territorio”, prosegue Michela Kuan.“La ricerca dovrebbe rappresentare un metodo di indagine chiaro e attendibile, mentre la realtà mostra evidenti contraddizioni offuscate da interessi economici e carriere”, conclude Michela Kuan.
 
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