GEA PRESS
1 SETTEMBRE 2011
Sequestro cuccioli Udine: morto un Pincher, aveva appena un mese di vita
Altri quattro cuccioli erano morti durante il viaggio.
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E’ morto il più piccolo dei 170 cuccioli sequestrati nella notte fra lunedì e martedì dalla Polstrada di Amaro, in provincia di Udine. Era un Pincher ed aveva appena un mese di vita. Rifiutava il cibo. Per lui non c’è stato nulla da fare. A dirlo a GeaPress è lo stesso Ispettore Capo Sandro Bortolotti, Comandante della Polstrada di Amaro. L’Ispettore Bortolotti sottolinea, inoltre, come almeno una ventina di cuccioli in pessime condizioni sono ancora in vita solo grazie alle straordinarie cure prestate dai due veterinari della ASL di Tolmezzo prontamente intervenuti in piena notte a soccorrere i cuccioli. I veterinari sono rimasti per due giorni ad accudire gli animali, scongiurando il peggio.E il peggio era ciò che ci si aspettava viste le condizioni in cui versavano i cagnolini. Stipati a gruppi di 20 o 25 in gabbie larghe 1 metro e alte 30 centimetri. Così avevano viaggiato dalla Slovacchia all’interno del furgone, intercettato ad Udine dalla Polstrada. A guidare il furgone erano tre slovacchi, ora indagati in stato di libertà per maltrattamento di animali, uso di atti falsi, trasporti illegale di animali.Gli inquirenti, nel sottolineare le “disastrose” condizioni in cui viaggiavano gli animali, hanno ricostruito l’intero percorso del furgone. Il mezzo avrebbe dovuto scaricare la ‘merce viva’ a dei negozi di animali in Veneto, Piemonte, Lombardia e Liguria, poi 40 cuccioli avrebbero proseguito il loro folle viaggio fino in Spagna. Chissà quanti ne sarebbero giunti vivi. Infatti, già prima del fermo della Polstrada, erano morti almeno quattro cuccioli, prontamente eliminati, ma ancora risultanti dalla documentazione.I cuccioli appartengono in totale ad una ventina di razze diverse, per lo più cani di piccola taglia ma vi era anche un piccolo di Pastore Tedesco e uno di Rottweiler, secondo gli inquirenti frutto di una ordinazione specifica. Gli animali avevano al massimo due mesi di vita, ma nei passaporti falsificati risultavano avere 4 o 5 mesi. Per i piccoli sopravvissuti si è scatenata una “vera e propria gara di solidarietà” commentano alla Polstrada di Amaro. I cuccioli sono stati tutti affidati a dei volontari che sotto la guida dei due Veterinari di Tolmezzo ne stanno assicurando le cure adeguate. Portarli in un canile, avrebbe ridotto notevolmente le loro possibilità di sopravvivenza. L’affido è temporaneo, poiché i cuccioli essendo sotto sequestro sono, comunque, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.Ad essere sequestrato è stato anche il furgone. Ed è proprio il sequestro di mezzo e cuccioli, sottolineano alla Polstrada, il vero danno che si fa a questi trafficanti. Infatti, le pene dei reati ascritti quali il maltrattamento, come si sa, non costituiscono un grande deterrente.
LA NUOVA SARDEGNA
1 SETTEMBRE 2011
Stintino, bocconi al veleno per cinque gatti
Antonio Meloni
STINTINO (SS). Una strage di gatti ha funestato l’ultimo scorcio d’estate nell’ambiente dorato delle vacanze stintinesi. L’episodio risale ai giorni scorsi, in località Tanca Manna, dove sono stati trovati cinque gatti morti per la probabile ingestione di bocconi avvelenati.
L’ipotesi più verosimile, al vaglio dei carabinieri, è che gli animali siano stati avvelenati. Così, da qualche giorno, a Stintino, è scattata la caccia al presunto avvelenatore. Secondo gli elementi raccolti dagli specialisti dell’Asl (servizio di Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche), subito allertati dopo una deuncia contro ignoti presentata ai carabinieri, l’ipotesi è proprio quella che i gatti possano avere ingerito sostanze altamente tossiche. È probabile che qualcuno, forse infastidito dalla presenza degli animali, abbia sparso nella zona bocconi impregnati di metaldeide, un prodotto chimico impiegato come componente principale nei lumachicidi (la cui vendita è libera) e che si presenta sotto forma di granuli azzurro-verdastri. Al momento, è bene rimarcarlo, si tratta solo di ipotesi senza riscontri anche perchè a Stintino, almeno in tempi recenti, nessuno ricorda episodi del genere. La conferma, infatti, arriverà solo nei prossimi giorni quando i biologi dell’Istituto zooprofilattico di Sassari concluderanno le analisi su alcuni campioni prelevati dai gatti morti e trasmetteranno il rapporto all’Asl. «Nel caso in cui le analisi dovessero confermare che sono state utilizzate sostanze tossiche - ha spiegato ieri Antonio Fadda, dirigente del servizio Asl - provvederemo a fare una segnalazione alla procura della Repubblica». Intanto il sindaco di Stintino, Antonio Diana, d’intesa con il personale dell’Asl, ha già incaricato i vigili urbani di ripulire l’area da evetuali tracce di esche avvelenate e procedere a una successiva bonifica del terreno per evitare che altri animali, o bambini, possano entrare in contatto accidentalmente con sostanze letali. L’episodio si è verificato lo scorso fine settimana, la prima segnalazione era arrivata da un ambulatorio veterinario di Porto Torres, poi dalla Lida (Lega italiana degli animali) che aveva riferito di avvisi postati su Facebook relativi a un presunto avvelenamento di gatti. Sulla vicenda indagano i carabinieri della stazione di Stintino in seguito alla denuncia contro ignoti presentata dal padrone di uno dei gatti trovati morti. L’episodio ha scosso non poco il rilassato clima vacanziero dell’estate stintinese in questa fine agosto che non sembrava dovesse riservare brutte sorprese.
IL TIRRENO
1 SETTEMBRE 2011
Al Castello manca all’appello Briciola mentre Milly è sparita alle Fabbricciane
PIOMBINO (LI). Doppia emergenza per gatti scomparsi. Bello avvertire comunque tanto affetto per questi animali - più o meno trovatelli - tranquillamente presi a fucilate tutto l’anno in paesi così detti evolutissimi come la Svizzera. Anche se da un controllo dal veterinario al gatto Osvaldo - ospite al Castello - da una lastra è risultato “pieno di pallini”, segno che l’attività non dispiace neppure qui.
Nel caso scomparse, però ci sono le volontarie del Castello molto preoccupate perché dalla mattina di martedì manca all’appello in gattile Briciola: il bel gattone tigrato, di circa quattro anni - maschio, castrato - abbandonato ai Ghiaccioni poi “adottato” dagli abitanti e tanto caro a bambini delle elementari. Ormai “ospite” fisso del Castello, dopo che, finito sotto le ruote di qualche auto, qui è stato curato e adeguatamente accudito. Poi c’è la piombinese Silvia che da giorni sta cercando la sua gatta Milly. La micia è scomparsa la sera del 22 agosto rincorsa da un altro gatto nella zona delle Fabbricciane (vicino a zia Seconda): ha tredici anni ed è sterilizzata. La sua famiglia la cerca disperatamente, hanno messo volantini ovunque. Chiunque avesse notizie della gatta è pregato di contattare Silvia (339/1451552) oppure Lucrezia (338/9334424). Chi avesse informazioni su Briciola è davvero pregato di rivolgersi al Castello (dopo le 16,30, ogni giorno) oppure telefonare all’uffico animali del Comune tel. 0545 63356.
IL TIRRENO
1 SETTEMBRE 2011
La triste fine del purosangue morto a Figline
PRATO. Un cavallo di razza anglo-araba di 18 anni è morto ieri mattina a Figline, accanto a Villa Scarselli, nonostante l’intervento dei pompieri. Il cavallo era alloggiato nei box accanto alla villa, martedì sera è uscito e si è accasciato a terra. E’ stato trovato ieri mattina e la veterinaria ha chiesto l’intervento dei pompieri per fare un’impalcatura in modo da sollevarlo (steso a terra sarebbe morto comunque). L’impalcatura è stata realizzata, ma proprio in quel momento l’animale è morto. Si chiamava Furia, ma era marrone.
IL CITTADINO
1 SETTEMBRE 2011
Macello clandestino? Pezzi di animali in un campo: ora indaga l’Asl
Melegnano (MI) - Macabra scoperta nelle campagne a nord di Melegnano: ritrovati diversi sacchi con i resti di bovini od ovini. Nei giorni scorsi, infatti, i residenti della zona hanno notato la presenza di alcuni sacchi nei campi in fondo a viale Lazio. Immediato l’allarme agli agenti della polizia locale, che in compagnia dei tecnici dell’Asl sono prontamente accorsi in viale Lazio, dove hanno dovuto fare i conti con la macabra scoperta. All’interno dei sacchi c’erano infatti le viscere di diversi animali, sembra in particolare bovini od ovini. Gli esperti hanno quindi avviato le indagini del caso per far piena luce sul misterioso ritrovamento, che non sembra avere precedenti in città. In base a quanto ricostruito sinora, i resti degli animali erano stati abbandonati qualche giorno prima. I sacchi con le viscere potrebbero essere stati gettati casualmente da qualche auto in corsa lungo il cavalcavia della provinciale Binasca, strada densamente trafficata in tutte le ore della giornata, che non a caso si trova proprio in prossimità delle campagne dove sono stati ritrovati. Ma non è neppure escluso che, volendo disfarsene senza troppi problemi, qualcuno abbia scelto volutamente quella zona periferica di Melegnano, poco battuta, forse dopo una macellazione clandestina. Dopo il nulla osta da parte dei competenti uffici comunali, infine, i sacchi sono stati rimossi da una ditta lodigiana specializzata.
IL PICCOLO
1 SETTEMBRE 2011
I pompieri salvano un cane
VILLESSE (GO) - L’hanno lasciato lì all’interno dell’auto parcheggiata nel complesso commerciale di Ikea a Villesse. Protagonista, suo malgrado, un povero cane che è rimasto per parecchie ore dentro la macchina sotto il sole cocente. Qualcuno se n’è accorto e ha chiamato immediatamente i vigili del fuoco. Questi hanno immediatamente allertato i cinovigili della polizia provinciale. Assieme sono giunti a Villesse. I pompieri hanno aperto l’auto e così si sono potute prestare le cure al povero animale che era davvero in pessime condizioni, assetato e fiaccato dall’altissima temperatura all’interno dell’abitacolo.
CRONACA QUI
1 SETTEMBRE 2011
Torino: pitbull uccide un cane e si avventa sui passanti, fermato con un colpo di pistola
Un pitbull ha aggredito due cani, uccidendone uno. Poi si è avventato su alcuni passanti, ma prima che riuscisse ad azzannarli, sono intervenuti gli agenti della polizia municipale che gli hanno sparato un colpo di pistola. Ferito, è stato sedato da un veterinario. E' successo questa mattina poco prima delle 10 in via Buriasco a Torino, e le forze dell'ordine stanno cercando il proprietario dell'animale.
GEA PRESS
1 SETTEMBRE 2011
Varazze e l’ordinanza anti vivisezione impallinata: intervista a chi, 21 anni addietro, l’aveva redatta
Ancora nessuna novità sull’Ordinanza del Comune di Varazze (SV) impugnata dal TAR Liguria . Nulla dice il Sindaco di Varazze che si era complimentato, a detta dell’ENPA di Savona, per il via libera ai provvedimenti anti cinghiale, senza neanche sapere che di caccia in quella Ordinanza non si parlava.L’ENPA di Savona torna ora alla carica ed ha inviato al Sindaco una proposta di Regolamento comunale, sperando che almeno questa volta venga letta.Ma cosa era, in realtà, l’Ordinanza di Varazze? Era molto di più di una semplice, ormai comunissima, Ordinanza. Era la prima approvata in Italia, redatta, addirittura nel 1990 dall’Ing. Gianni Buzzi, attuale Vice Presidente dell’ENPA di Savona, assieme ad un team di legali esperti in diritto amministrativo. Negli anni successivi costituì l’ispirazione di centinaia di altri provvedimenti, molti dei quali ancora in vigore e, tra l’altro, usciti indenni dalle impugnative al TAR. Eppure il TAR Liguria ha esaminato solo ora il ricorso di Federcaccia, scardinando il provvedimento dal momento in cui sono state eliminate anche le sanzioni. Potevano fare paura pochi, almeno ora, spiccioli di verbale amministrativo? No, il problema era sul principio.Abbiamo intervistato lo stesso “papà” dell’Ordinanza al quale abbiamo chieso subito come mai il TAR Liguria ha motivato l’impugnativa rilevando (solo) che nelle premesse si ricordava dei poteri di Vigilanza che fino al 1979 erano prerogativa dell’ENPA ed ora, invece, dei Comuni.L’Ing. Buzzi non sa del perchè, ma ricorda come il riferimento al passaggio di consegne, fu inserito solo nelle premesse. Quasi un cenno di un fatto storico. Si poteva anche non scriverne, come del resto in molte altre Ordinanze identiche a quella ora impugnata. L’ Ing. Buzzi ricorda altresì alcune polemiche, molto piccate, che provennero allora dagli ambienti venatori. Quella più comune, ed anche grossolana, era sul fatto che il Comune, in tal maniera, avesse previsto sorte di nuovi reati venatori. Cosa non solo non vera ma anche impossibile a farsi. Non a caso, Ordinanze, Regolamenti comunali e tutte le Leggi regionali finora emanate in Italia, reprimono con sanzioni di natura amministrativa. L’Ing. Busi, però, queste vecchie critiche se le ricorda bene ed è già contento che nessuno, ora, abbia ripetuto simili sciocchezze.
ING. GIANNI BUZZI – I cacciatori avevano timore che non si potessero più fare esposizioni di cani da caccia e la polemica non si calmò neanche quando l’Ordinanza escluse dal divieto di esposizione di animali vivi, le mostre cinofile, zootecniche, feline colombofile e di uccelli. Ma cosa è una mostra di cani da caccia se non una mostra cinofila? Eravamo negli anni ’90, e questa fu la prima Ordinanza. Magari si poteva intervenire sulla caccia, ma non andammo da sprovveduti. L’Ordinanza fu redatta con la guida di Avvocati esperti in diritto amministrativo.
GEAPRESS – altre critiche?
ING. GIANNI BUZZI – Si, l’altro timore era sul divieto di catturare animali vivi, ma non l’avemo scritto per i cacciatori. Basti pensare alla vivisezione …
GEAPRESS – Allora non c’era neanche la legge sul randagismo …
ING. GIANNI BUZZI – Eravamo nel 1990, ma i cacciatori temevano che così si potesse vietare la caccia, senza sapere che una Ordinanza non può vietare disposizioni di legge superiori. Noi abbiamo dato per la prima volta dei parametri, delle misure minime di detenzione. Può sembrare brutto pensarle, ma fu la svolta, prima di allora non c’erano disposizioni comunali contro il maltrattamento. Il testo è stato la base per l’emissione di centinaia di altre ordinanze introdotte in centinaia di altri comuni. Per i trasgressori era prevista una sanzione amministrativa compresa tra centocinquantamila lire ed un milione. Sottolineo le “lire”, importo raddoppiato nel caso di abbandono. Quel ricorso è rimasto morto per 21 anni. I tempi elefantiaci della nostra giustizia.
GEAPRESS – Ed ora?
ING. GIANNI BUZZI – Invitiamo il Sindaco di Varazze ad accogliere la nostra proposta di Regolamento. E’ prevista la tutela della fauna minore, ed altre cose aggiornate ai nostri tempi. Sarebbe un adeguamento, forse l’unica cosa positiva del ricorso.
I cacciatori, speriamo, stiano tranquilli. Un’Ordinanza non può vietargli la caccia così come disciplinata dalla legge nazionale. E’ pur vero che questa volta nessuno ha mosso critiche. Forse anche questo un segnale dei tempi e ci fa piacere rilevarlo anche se si tratta di un’attività opinabile, come la caccia.
IL TIRRENO
1 SETTEMBRE 2011
La volpe rincorsa da “I Cavalieri”
SAN MINIATO (PI). Animalisti di nuovo sul piede di guerra? Soltanto da internet o anche sul posto? Perché non sono bastate le sagre a Staffoli (Santa Croce) delle pappardelle alla lepre e a La Serra (San Miniato) del “cunigliolo” fritto; ora ecco ora “un ghiotto appuntamento”, così si legge sulla locandina, per domenica prossima, 4 settembre: la caccia alla volpe!
L’animale è proverbialmente furbo, ma incalzato dai membri dell’associazione “I Cavalieri” non può avere scampo. Anche perché i cacciatori sono stimolati dal premio in palio: un prosciutto (tanto per gradire). Questo il cartellone della caccia alla volpe. «Dopo la pausa estiva riprende l’attività dell’associazione “I Cavalieri” di San Miniato, che presenta un ghiotto appuntamento: “La caccia alla volpe”, domenica 4 settembre. La giornata prevede tre importanti momenti: una passeggiata a cavallo, su strade sterrate nell’incontaminato paesaggio fra vallate e colline a sud di San Miniato. Un gioco tradizionale a cavallo, che appassiona sempre, dove si dimostrerà l’abilità dei cavalieri. Il cavaliere che catturerà la volpe verrà premiato con un prosciutto. Poi un gustoso pranzo con prodotti tipici, buon vino e tanta allegria. Un appuntamento da non mancare per tutti gli appassionati dei cavalli che cercano una giornata particolare. Per informazioni e prenotazioni telefonare a Dino 347 5976814 o a Mario 320 1890060. Quanto all’eccitante caccia, ecco i dettagli del programma: alle 8,30, ritrovo dei cavalieri e dei cavalli in via Paesante (Molino d’Egola, vicino al ponte); alle 9 partenza a cavallo per una passeggiata sulle stupende colline a sud di San Miniato; alle 11,30 inizia la caccia alla volpe, con l’inseguimento di un cavaliere mascherato da volpe.
LA NUOVA VENEZIA
1 SETTEMBRE 2011
Festival delle arti circensi al via da stasera all’Isola dell’Unione
CHIOGGIA (VE). Ritorna il circo a Chioggia, e questa volta all’Isola dell’Unione. Da questa sera fino all’11 settembre, infatti, il circo David Orfei animerà la città, offrendo un’opportunità attrattiva diversa dal solito. «Abbiamo scelto di concedere questo spazio, basandoci anche su eventi che si sono svolti in precedenza - ha spiegato l’assessore alle manifestazioni, Pierluca Donin - Questa è un’opportunità straordinaria per la posizione, però, in futuro, per il circo sarà trovata un’altra collocazione».
Questo sarà un vero festival: le attrazioni circensi saranno infatti in gara e sarà il pubblico a fare la giuria. Tra gli animali, ci sarà il cammello, la zebra, l’ippopotamo, il lama, il pappagallo, il cane dalmata e la foca. Per gli acrobati ci sarà il trapezista David, poi il funambolo Eric Niemen, la «verticalista» Elizabeth, una ragazza di soli 16 anni che darà sfoggio della sua bravura stando in equilibrio con le sole mani. Non mancherà il contorsionismo, con Vanessa, spazio anche ad un trio di ragazze che si esibiranno calandosi con dei tessuti. Per i più piccoli, ci sarà il giocoliere Igor Vasiliev e un finale con le foche, a cura di Danglar Rossante. L’ospite sarà Fausto Fanelli, già campione europeo, che porterà delle esibizioni di forza fisica, come i mattoni sulla schiena, la rottura del ferro, ed infine la prova più dura, il passaggio di una Jeep sopra il suo corpo. «Ringraziamo il Comune - ha detto l’organizzatore Lerry Rossante - abbiamo l’intenzione di far diventare questo festival un appuntamento fisso a Chioggia». Debutto questa sera alle 21.15. Poi fino all’11 settembre alle 17.30 e alle 21.15, tranne martedì e mercoledì.
ADN KRONOS
1 SETTEMBRE 2011
"Senz'acqua né cibo" Gli animali abbandonati dello zoo di Tripoli
Tripoli- La troupe della CNN (Guarda il video) ha ripreso gli animali, abbandonati senza mangiare e bere, per una settimana. Il custode: "Senza cure a causa del conflitto"
Tripoli - Senza acqua e cibo, in condizioni igieniche precarie, sotto un sole cocente che non fa sconti. E' in questa difficile situazione che vivono oggi gli animali dello zoo di Tripoli, abbandonati al loro destino non appena le truppe ribelli sono entrate nella capitale libica rovesciando un regime che durava da 42 anni. E' stato un ruggito udito in lontananza tra gli spari ad allertare una troupe della Cnn (Guarda il video) che ha deciso di verificare le condizioni degli animali, sebbene le porte del giardino zoologico fossero sbarrate e uno dei custodi avesse assicurato che il parco era in fase di ristrutturazione e non vi era rinchiuso nessun animale all'interno. Una volta entrati nello zoo i giornalisti americani hanno potuto constatare che nelle gabbie erano rinchiusi leoni, tartarughe giganti, orsi, iene, cervi, persino una tigre. Gli animali apparivano denutriti e inferociti per la mancanza di acqua e cibo. Durante la visita della Cnn, il custode dello zoo ha tentato di spiegare che a causa del conflitto scoppiato a Tripoli gli animali non erano stati accuditi per sette giorni consecutivi. Ora che la situazione sta lentamente tornando alla normalità nella capitale una decina dei circa 200 dipendenti dello zoo sono tornati al lavoro e hanno ricominciato a nutrire gli animali. Ma il cibo ancora scarseggia e animali come i leoni e le tigri che devono essere nutriti con una grande quantità di carne ogni giorno ricevono soltanto metà della razione di cui necessitano. "L'acqua e' il piu' pressante dei bisogni per questi animali - e' l'allarme lanciato dall'inviato della tv americana - sembra che senza aiuti, con queste temperature soffocanti, gli animali qui continueranno a soffrire". http://www.youtube.com/watch?v=iZoBpAFbGaY
AMANDO.IT
1 SETTEMBRE 2011
Mattanza dei delfini
Il cruento massacro dei delfini in Giappone, per fini culinari, è da condannare o è semplice usanza del popolo?
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Siete anche voi come me un’amante dei delfini? Animali stupendi, intelligenti, giocherelloni, chi non li ama?, direte voi. Beh, a dire il vero qualcuno c’è, ne è una prova la strage che si verifica con l’uccisione di ben 20.000 delfini nella baia di Taiji, vicino a Tokyo.
Ogni anno, periodicamente a settembre, attraverso una crudelissima mattanza, si raggiunge questa terribile quota da capogiro di esemplari morti.Nella baia prima citata, che si trova nel bellissimo Oceano Pacifico, si uccidono migliaia di delfini che abitudinariamente attraversano questa rotta migratoria in una delle più spettacolari transumanze marine mai viste, uno spettacolare passaggio di cetacei che, compatti, passano insieme per questi mari con rotta verso il sud. Purtroppo ad aspettarli trovano centinaia di uomini, che con un rumore assordante sbattono freneticamente i remi sull’acqua, creando frastuono e disorientando in questo modo i delfini, i quali cadono nelle reti, indifesi e senza possibilità alcuna di fuga. Ramponi e fiocine si abbattono inesorabilmente sui poveri corpi colorando di rosso le acque fino a un minuto prima calme e cristalline. La loro carne passa alla fase del macello e poi è venduta, spesso in modo illegale, come carne di balena, tanto amata dai giapponesi.Grazie al web e alla stampa, si sa, rispetto ad un tempo molte cose non restano più nascoste e questa tradizione barbara legata alla baia di Taiji ora è stata portata a conoscenza di tutto il mondo, perché la gente possa conoscere una crudeltà senza limiti, perpetrata ovviamente dalla mano dell’uomo a discapito di un animale indifeso. Un documentario si può trovare per il mondo, si chiama The Cove ed è stato girato da Louie Psihoyos, famoso fotografo del National Geographic, insieme a Richard O’ Barry, addestratore del famoso delfino protagonista del telefilm Flipper. Nell’equipe sono entrati a far parte anche Kirk Krack e la moglie, la famosa Mandy-Rae, campionessa mondiale (per otto volte!) di free diving. Questi quattro eroi hanno girato il film-documentario, grazie alla pazienza, alla perseveranza a immersioni al limite dell’umano, anche perché la zona in cui avviene la mattanza è super sorvegliata e riuscire a fare le riprese è stato degno dei migliori 007! Un film girato in forma assolutamente e totalmente clandestina, perché le leggi, che partono dal presidente di Taiji, per proteggere la cruenta tradizione sono molto chiare e dure sull’argomento.
Certo qualcuno potrebbe obiettare che il cibo è legato alla cultura, in effetti, ciò che per noi è normale mangiare, per un'altra cultura può ad esempio essere vietato, basti pensare alla carne di maiale, non permessa ai musulmani, o alla mucca vietata per la cultura induista, o ai cani consumati in tutta tranquillità in Cina, o ai serpenti ambiti in Tailandia!
Per noi alcuni dei sopra citati cibi, sarebbe davvero impossibile vederli come manicaretti nei nostri piatti, e lo stesso delfino a noi il solo pensiero di mangiarlo crea repulsione, poiché siamo troppo affezionati a questo animale. Ma certamente a pensarci bene, anche una mucca è sottoposta a un macello disumano, idem per un pollo o un tacchino, il destino umano non gli riserva nulla di “delicato”, certo, come dicevo prima la cultura e i preconcetti ad essa legati ci influenzano moltissimo! Qui la questione, oltre che etica e filosofica, è anche di coerenza, perché ovviamente, per chi ha visto una mattanza non è esattamente uno spettacolo edificante, ma non dimentichiamo che da noi, in Italia ogni anno avvengono decine di mattanze dei “poveri” tonni. E allora come la mettiamo, forse un tonno fa meno pena e dolcezza di un delfino? Molti di noi, per evitare crisi di coscienza e per evidenziare il proprio amore verso gli animali, decidono in modo radicale di diventare vegetariani, in questo modo possono allora davvero inorridirsi sia per la mattanza dei delfini sia per quella di qualsiasi altro animale!
LA ZAMPA.IT
1 SETTEMBRE 2011
Mattanza dei delfini in Giappone appello dell'Italia: fermatevi
Il Ministro Frattini ha fatto pervenire un monito ufficiale a Tokyo
Taiji (Giappone) Il governo italiano ha chiesto a quello giapponese di far cessare la mattanza annuale dei delfini che si tiene nel mese di settembre nella città di Taiji. A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri Franco Frattini che in un'intervista al Tg2 dove ha sottolineato la decisione di presentare una richiesta formale alle autorità nipponiche, tramite l'ambasciatore italiano a Tokyo.
Ogni anno, il mare della cittadina di Taiji si tinge di colore rosso, quello del sangue di migliaia di delfini uccisi a colpi di fiocina: il commercio della carne di delfino è una delle attività commerciali principali di tutta l'area. Per cinque anni è stato girato in segreto un film-documentario, "The Cove", che ha ripreso le atroci immagini del massacro degli animali spinti nella tonnara durante la loro migrazione verso sud, svelando le tecniche di uccisione e di cattura usate. Il 7 marzo 2010 il documentario ha vinto il Premio Oscar e le immagini delle acque tinte di rosso hanno fatto il giro del mondo. «L'opinione pubblica italiana vede con grande preoccupazione, con un sentimento di profonda tristezza queste immagini. L'opinione pubblica italiana avrebbe grande desiderio di un gesto giapponese che facesse cessare questa carneficina», ha commentato Frattini nella sua intervista, concludendo poi che «I nostri amici giapponesi hanno tanto sofferto. Risparmino le sofferenze ai delfini». Senza contare che nel documentario shock Louie Psihoyos ha mostrato gli alti tassi di mercurio presenti nella carne dei delfini e i loro effetti negativi per la salute. Non stupisce che per tutte queste ragioni il governo giapponese abbia bandito il film, non permettendone la diffusione. Oggi alcuni ambientalisti a Manila si sono dati appuntamento davanti all'ambasciata giapponese per protestare contro la mattanza. Il gesto del governo italiano probabilmente darà nuova forza e risonanza alla battaglia degli animalisti e degli amanti dei delfini che da anni cercano di fermarne la carneficina.
VIRGILIO NOTIZIE
1 SETTEMBRE 2011
Germania/ Acciuffata la mucca Yvonne, dopo 98 giorni di fuga
Contadino la becca vicino sua mandria e la fa entrare nel recinto
Roma - Novantotto giorni è durata la fuga per la libertà della mucca bavarese Yvonne. Il bovino scappato tre mesi fa al macello da un allevamento di Muehldorf am Inn, nel profondo sud della Germania, è stato ritrovato da un contadino mentre si confondeva tra i capi della sua mandria a Eigelsberg, vicino a Ampfing, Alta Baviera. L'allevatore, che ora riceverà un premio di 10mila euro offerto dal tabloid Bild, aveva notato la mucca martedì sera. Di solito controlla un prato dove lascia pascolare quattro giovani bovini e davanti al recinto si è trovato proprio lei: la primula rossa in cerca sì della salvezza, ma per la quale probabilmente l'istinto del gruppo è stato più forte. L'uomo - scrive il tabloid di Springer - ha aperto la recinzione e l'ha fatta entrare, beccarla è stato un gioco da ragazzi. Segugi, tori e vitellini-esca, cacciatori professionisti, niente e nessuno era riuscito finora ad acciuffare la mucca errante, con le buone o con le cattive. Oggi l'amministrazione di Muehldorf, che giorni fa aveva revocato la licenza di sparare all'animale, ritenuto un pericolo per gli automobilisti, e il rifugio Gut Aiderbichl a Deggendorf hanno confermato che si tratta della fuggiasca. "Abbiamo controllato il numero sulla piastrina all'orecchio, è proprio lei", ha dichiarato Hans Wintersteller della fattoria animalista che ha già comprato Yvonne per mille euro e che ora la aspetta assieme all'intera famiglia bovina per darle il benvenuto.
ADN KRONOS
1 SETTEMBRE 2011
Caccia ai gatti, ambasciata svizzera: ''Soppressione raramente utilizzata''
Roma - Ruth Theus Baldassare dell'ambasciata di Svizzera a Roma sul 'Corriere della Sera': ''La Svizzera dispone di una delle legislazioni per la protezione degli animali fra le più avanzate del mondo. Ogni anno oltre 10.000 esemplari vengono catturati, castrati o sterilizzati e poi liberati''
Roma - "La Svizzera dispone di una delle legislazioni per la protezione degli animali fra le più avanzate del mondo. La legislazione svizzera, caso più unico che raro, stabilisce esplicitamente che 'gli animali non sono cose'. Diversi atti legislativi specifici sono all'avanguardia nella protezione del benessere degli animali e disciplinano il comportamento dell'essere umano nei loro confronti". Lo scrive sul 'Corriere della Sera' Ruth Theus Baldassare dell'ambasciata di Svizzera a Roma in replica all'articolo 'Svizzera, animalisti sconfitti-Legittimo sparare ai gatti', relativo alla mozione depositata dal parlamentare Luc Barthassat presso il Parlamento Svizzero in materia di caccia del gatto domestico inselvatichito."Per quanto concerne la questione dei gatti domestici inselvatichiti - spiega - come intervento ordinario di controllo ed equilibrio, ogni anno, in Svizzera oltre 10.000 esemplari vengono catturati, castrati o sterilizzati e poi liberati, da parte delle organizzazioni per la protezione degli animali, d'intesa con le autorità. La misura della 'caccia' con la soppressione dell'animale è quindi una misura straordinaria e solo raramente utilizzata"."In ogni caso, essa soggiace a precise condizioni stabilite da ogni Cantone e, in pratica, soltanto i servizi di veterinaria o di guardiacaccia sono del caso autorizzati a intervenire", conclude.
LA VOCE
1 SETTEMBRE 2011
Tre gruppi che hanno scatenato l'ira di molti utenti
Gruppi Facebook incitano alla violenza sugli animali
Partite le segnalazioni alla polizia postale
Diego Luise
Hanno a dir poco dell'oltraggioso le pagine di Facebook che stanno attirando numerosi commenti indignati, insulti e minacce di denuncia. Create da ambigui personaggi in cerca di qualche brivido sulla rete, o probabilmente con una carenza di affetto che celano la loro identità sotto falsi nomi. Sta di fatto che la macchina di Facebook deve ancora mettersi in moto per oscurare questi tre gruppi che incitano alla violenza sugli animali. Nel dettaglio, le pagine create dal poco gusto di persone abominevoli, presentano titoli raccapriccianti: "Come, era gatto? Ottimo, meglio del coniglio!" o "Svizzera, legittimo sparare ai gatti. Organizzata sontuosa cena a Vicenza.", e il crudelissimo "Cani, grandi e piccini, sono da uccidere come i bambini". Ovviamente le richieste di chiudere i tre gruppi sono già state inoltrate ed è partita la segnalazione alla polizia postale. Come possono accadere questi incovenevoli? Internet con i social network sono degli strumenti, offrono un gran servizio gratuito a tutti coloro che ne fanno buon uso, ma come in ogni realtà, nascono dei problemi, forse per la voglia di evadere dagli schemi, forse per il bisogno estremo di attirare l'attenzione, forse per pura deviazione. La creazione di false identità, o di pagine che incitano alla violenza, come questi gruppi di Facebook, hanno fondamentalmente lo scopo di ricercare il feedback di utenti, immedesimandosi in situazioni atipiche, non temendo per la propria immagine, in quanto celata dalla registrazione sotto falso nome. La trasmissione di messaggi scritti inoltre, pone tutti sullo stesso piano, con la possibilità di ragionare a lungo prima di rispondere creando un mondo parallelo dove si ricercano forti reazioni.Gli utenti che hanno voluto commentare i gruppi in questione, ironia della procedura, hanno dovuto cliccare il tasto "Mi piace" per procedere con la loro disapprovazione spesso finita in (più che legittimi) insulti e minacce. In questi casi per arrecare un danno a queste persone prive di buon senso, la procedura da seguire è una sola: segnalare a chi di competenza le pagine, e ignorarli completamente. Un gioco stupido senza pubblico dura poco.
L'UNIONE SARDA
1 SETTEMBRE 2011
Colpito al cuore dal suo fucile Muore cacciatore cagliaritano
Sarebbe stato tradito da una telefonata al cellulare, l'ultimo gesto della sua vita, il cacciatore Maurizio Tasini, 40 anni, di Cagliari, morto questa mattina all'alba perché raggiunto dai colpi della propria doppietta al fianco sinistro mentre si trovava nelle campagne di Quartucciu.
Provincia di Cagliari - I carabinieri che sono giunti sul luogo dell'incidente hanno accertato che il fucile era privo di sicura, pronto per sparare contro le prede autorizzate per la prima giornata venatoria. Sotto il corpo dell'uomo, che è stato rimosso dopo l'autorizzazione del magistrato, è stato trovato il suo cellulare. Sarebbe stata un'ultima chiamata al telefonino a causare forse la disattenzione nel cacciatore, che ha poggiato sulla propria sinistra l'arma dalla quale sono partiti i due colpi risultati fatali. L’allarme è stato dato da alcuni cacciatori che, sentito il colpo, hanno trovato il cadavere e chiamato i carabinieri. Il magistrato ha disposto la perizia necroscopica. che verrà effettuata domani sera all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Monserrato, dove la salma è stata trasferita su disposizione del magistrato. Si tratta del primo incidente di caccia della stagione venatoria appena cominciata.
GEA PRESS
2 SETTEMBRE 2011
La pre-pre … apertura venatoria a suon di chiamaquaglie
Intervento delle Guardie LIDA di Potenza.
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Ieri preapertura della caccia. Le disposizioni europeee, oltre alla sbirlacca legge sulla caccia italiana, impedirebbero di uccidere specie ancora in riproduzione. Così non è stato. Anzi è andata ancor peggio visto che in Sardegna si è registrato subito il primo cacciatore morto dissanguato per un incidente di caccia. Un pò ovunque fucileria in azione grazie alle Regioni che hanno così risposto “a pressioni territoriali e politiche“. Ad averlo dichiarato, all’agenzia ANSA, è il Presidente Nazionale dell’Arcicaccia Osvaldo Veneziano.Ma perchè si deve sparare fin dal primo settembre invece che dalla terza domenica del mese? Semplicemente perchè le vecchie disposizioni sulla caccia (vecchie di decine di anni) prevedevano la caccia fin dalla fine agosto. Poi le cose si sono un minimo evolute ma il varco lasciato ai cacciatori, ovvero la possibilità di potere uccidere fin dal primo settembre, è divenuta (nella migliore delle ipotesi) la via dell’abuso. Quella, cioè, che Veneziano definisce la manipolazione delle “Regioni per aprire la caccia a specie non ancora mature, come quelle stanziali“. Forse, però, più che di manipolazione, converrebbe parlare di voluta funzionalità, visto che da un pezzo si è finito di credere nell’esistenza di un paese così gioioso, e forse immaturo, da non accorgersi quale era il vero desiderio di buona parte del mondo venatorio.Ora lo dicono anche i cacciatori. In Italia è possibile uccidere specie non mature, ovvero animali in fasi riproduttive o post riproduttive, come piccoli dell’anno se non adulti ancora con nido…La preapertura manipolata, forse, si è portata un altro vizietto, quello, cioè, di considerare come giorni di caccia, ovviamente illegale (questa volta senza ombra di dubbio), le giornate antecedenti alla preapertura. Specie nei luoghi di caccia migliore, per arrivare prima degli altri. Con il fucile o silenti. In Sicilia, dove in preapertura possono cacciare anche in non residenti, i Carabinieri hanno fermato il custode – cacciatore e noto esponente locale della categoria, di una Riserva privata di caccia. Impallinava i conigli e pure di notte.Poi ci sono gli uccelli. In Basilicata tra le specie cacciabili da ieri, vi sono anche Quaglia e Tortora, entrambe considerate (dalle disposzioni UE) come “SPEC 3″, ovvero non concentrate in Europa e con stato di conservazione sfavorevole. Andrebbero protette e di sicuro, nell’attesa …., almeno non inserite in pre preapertura. Della quaglia, però, il diffusissimo bracconaggio italiano, ne ha fatto pure uno strumento meccanico. Il “chimaquaglia”. Un riproduttore di canti, generalmente piazzato di notte, il cui compito è quello di attirare le povere quaglie e renderle così disponibili al fucile. Ovviamente …, in Italia i richiami in generale si possono pure vendere, basta non usarli. A scovarli, proprio in Basilicata, nelle campagne del Comune di Venosa, sono state le Guardie Ecozoofile della LIDA di Potenza. Registratori, musicassette, temporizzatori, altoparlanti, amplificatori, cavi di collegamento ed accumulatori al piombo. L’impianto è stato disattivato e consegnato al Corpo Forestale dello Stato per il sequestro giudiziario. Il fatto è avvenuto nella notte tra il 27 ed il 28 agosto. Senza richiami, ma appena tre giorni dopo, la quaglia si sarebbe potuta centrare per legge. Se a prendere le distante dalle preaperture, ora sono anche i cacciatori, dove finisce il bracconaggio ed inizia la legge?
GEA PRESS
1 SETTEMBRE 2011
Caccia – La preapertura federalista
Da nord a sud la fucileria a macchia di leopardo
Da oggi è caccia, sebbene in preapertura. Come se il “pre” significasse qualcosa. Il caos legiferativo derivante da assurde prerogative, come quella della tutela della fauna lasciata in mano (armata) delle regioni, rivela oggi uno spaccato che va ben oltre il mancato rispetto della legge. Questa imporrebbe l’apertura della stagione venatoria alla terza domenica di settembre, in un paese dove, se non l’amore per gli animali, regnasse almeno la logica.In una Regione, però, le frivolezze (a base di piombo) dei legislatori sono state fermate. In Campania stavano facendo il calendario venatorio senza l’obbligatorio piano faunistico, ed il ricorso al TAR del WWF li ha bloccati. Per il resto, con l’eccezione di Liguria, Molise e Piemonte, oltre alle province autonome di Trento e Bolzano, si sparerà un po’ ovunque secondo regole da fare invidia allo scombinato cappello di un mago.Caos sovrano, dunque. In Calabria i giorni previsti di preapertura saranno a scelta del cacciatore, a differenza della Basilicata. Occorrerà pertanto che i poveri animali che avranno la disgrazia di abitare in zone di confine si premuniscano di una cartomante che li illuminerà dei desideri cacciatori. E che dire della povera quaglia? Sempre in Calabria, sebbene non al primo settembre, è in preapertura. Ma se fa un voletto in Sicilia, il piombo dovrà attenderla solo a partire dal primo ottobre. E la Lombardia? Per favorire le provincie venatorie, Bergamo e soprattutto Brescia, ha già in precedenza disposto la caccia in deroga. In quale provincia si potrà sparare, allora, in preapertura? Ovviamente quella che di cacciatori ne ha di più (in Italia), ovvero Brescia.In preapertura, denunciano LIPU e WWF, si spara di fatto alla fauna nidificante, per non parlare poi delle specie cosiddette “SPEC 3″, denuncia la LIPU. Ovvero non concentrate in Europa e con stato di conservazione sfavorevole. Piombo pertanto a tortora, beccaccino, oltre alla già citata quaglia. La tortora, poverina, sarà possibile ucciderla anche nella provincia di Brescia, il che, considerata la nota insufficiente vigilanza, denuncia il Coordinamento Associazioni Animaliste e Ambientaliste di Brescia, la dice lunga sulla mancanza di buon senso e scientificità delle scelte filo-caccia dei locali politici. E che dire della Marzaiola, Piccolo grazioso anatide impallinabile in Friuli? C’è da sperare che si trasferisca in Veneto, mentre se andiamo in Toscana occorrerà che l’anatroccola si premunisca di una buona carta geografica prestando particolare attenzione ai confini provinciali. Lì, infatti, si potrà sparare a macchia di leopardo, da provincia a provincia. Ma la Toscana è un caso a parte (… tra i tanti). Il suo calendario in preapertura l’ha approvato appena poche ore addietro. Diritti del cittadino di ricorrere al TAR, insomma, gettati alle ortiche.Strane coincidenze. A Brescia, provincia con il più alto numero di cacciatori, si va in preapertura. La Toscana, regione con il più alto numero di cacciatori in Italia, si fa i furbi per eludere il TAR. Continuando così, in base ad una sorta di federalismo venatorio, si finirà come Malta, dove i cacciatori registrano la più alta densità al mondo. Con un solo deputato di differenza tra i due schieramenti politici, i cacciatori dettano …. legge. Lì si spara di notte e dai motoscafi. Eppure finanche Malta ha bloccato, come impone l’Europa, la caccia ad alcune specie derogabili e per quest’anno ha vietato la cattura con le reti. Da noi, anzi, solo in alcune regioni (quelle più filovenatorie) l’uccellagione è ammessa. Nelle altre è reato.
LA GAZZETTA DI REGGIO
1 SETTEMBRE 2011
LA FIDUCIA DEI GATTI SI HA CON IL RISPETTO
di OLGA PATTACINI
Aldo, il barista di Montecchio che mi coccola con caffè buonissimi e fantasiosi, ha due gatti: una coccolona che non si stancherebbe mai di farsi accarezzare e un altro che tollera il contatto solo per pochi minuti. Per quale motivo alcuni gatti, anche se presi da piccoli, tenuti in famiglia e trattati bene sono così “selvatici” e dopo due carezze, magari richieste da loro, reagiscono graffiando e mordendo? Tutti gli animali, come gli uomini, hanno differenze di carattere per cui – nell'ambito della stessa cucciolata – possiamo avere soggetti anche molto diversi. A questo dobbiamo aggiungere le differenze legate allo sviluppo: una madre rilassata e amichevole ha grande probabilità di crescere dei piccoli con una soglia di reattività più alta ai cambiamenti ambientali e una maggior predisposizione ad avere rapporti positivi con l'uomo, rispetto a una stressata e paurosa che insegnerà ai cuccioli a reagire al contatto fuggendo e graffiando. Anche lo svezzamento e il distacco precoce dalla madre possono influire negativamente sul carattere del gattino. La tolleranza al contatto inizia nella vita intrauterina, per cui è importante accarezzare la pancia della gatta gravida. Durante il cosiddetto periodo sensibile, che va dalla seconda all'ottava settimana di vita, il gattino è come una spugna e ha una grande capacità di elaborare gli stimoli esterni: un contatto amichevole con l'uomo darà facilmente inizio a un'amicizia duratura, anche se la socializzazione nel gatto è un processo in divenire e dura tutta la vita. Che cosa fare allora se il nostro gatto prima cerca e poi si ribella alle carezze? Innanzitutto non reagire violentemente ma imparare a leggere i messaggi che ci manda: se incomincia a muovere nervosamente la coda, ad appiattire le orecchie, a fare un brontolio sordo vuol dire che è stanco e va lasciato andare via, senza trattenerlo. La fiducia degli animali si conquista anche rispettando il loro bisogno di privacy. Veterinario Ausl
IL CENTRO
1 SETTEMBRE 2011
Orso mette in fuga dieci ragazzini a Scanno
Federico Cifani
SCANNO (AQ). Stavano giocando nei pressi del parcheggio coperto lungo viale degli Alpini quando, proprio sul piazzale, ha fatto capolino un orso. L’animale si è fermato per qualche istante davanti ai ragazzini, circa una decina dai 9 ai 14 anni, che hanno subito interrotto i giochi e si sono dati alla fuga. Spaventati dall’incontro inatteso, sono corsi dai genitori. Nel frattempo l’oso ha continuato a girare per il parcheggio. «È necessario passare dalle parole ai fatti e prevenire incontri di questo tipo», afferma il consigliere comunale Eustachio Gentile. «Per prima cosa bisogna prendere coscienza del fatto che gli orsi vengono in paese perché sono ghiotti di alimenti che non trovano più nel loro ambiente naturale, per questo è necessario individuare subito delle aree di alimentazione degli orsi al di fuori della zona abitate. Inoltre», continua il consigliere, «in queste aree devono essere anche liberati degli animali per le necessità dei carnivori e per non creare problemi di tipo sanitario». In queste settimane sono stati diversi gli incontri di questo tipo a Scanno. Solo la settimana scorsa l’orso ha fatto la sua comparsa in una piazzetta storica nel pieno centro del paese dove si tiene la cerimonia del Premio Scanno. Ora, questo nuovo episodio che sta facendo crescere la preoccupazione in pese e non solo. Infatti, la presenza degli orsi ha allarmato anche il centro di Bisegna. In questo caso il sindaco, Amedeo Di Lorenzo, ha allertato il prefetto dell’Aquila e vertici del parco per il problema di ordine pubblico chiedendo l’istituzione di servizi specifici di sorveglianza. Stessa situazione ad Opi dove un orso è stato avvistato qualche giorno fa davanti l’abitazione dell’operaio del parco nazionale, Diodato Paglia. Lo stesso che nel dicembre del 2009 fu aggredito da un orso all’interno del centro visita del parco a Pescasseroli. Intanto, il corpo forestale dello Stato con il coordinamento territoriale per l’ambiente, insieme alle guardie del parco, ha avviato una serie di pattugliamenti nei due comuni per seguire l’attività dei tre orsi che non sembrano temere la presenza umana. Orsi, che in termine tecnico sono diventati «confidenziali». In pratica, hanno sviluppato dei comportamenti che li rendono meno diffidenti e timorosi della presenza dell’uomo. Un fatto che li spinge ad avvicinarsi ai centri abitati magari proprio per sopperire alle difficoltà nel reperire del cibo nel loro ambiente naturale. Avvistamenti che riguardano anche la famigliola di orsi, mamma Gemma più i due cuccioli tra i 2 e i 4 anni.
LA REPUBBLICA
1 SETTEMBRE 2011
Un serpente a spasso per casa la grande paura di una famiglia bolognese
Attimi di paura, mercoledì sera, quando una famiglia del centro di Bologna si è trovata in casa un rettile originario del Sudamerica
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Bologna - Un serpente di 50 centimetri di lunghezza, tutto colorato con strisce nere, rosse e gialle. Se lo sono trovato nel salotto di casa, ieri sera intorno alle 21, i componenti di una famiglia bolognese che vive in centro storico. Il serpente, recuperato poco dopo con l'intervento dei vigili del fuoco e delle guardie zoofile, è stato successivamente identificato in un "falso corallo" (il nome scientifico è Anilius Scytale), specie che - ha poi fatto sapere l'Ente nazionale per la protezione degli animali - è diffusa in Sud America. Il "falso corallo", che assomiglia molto al vero serpente corallo (il Micrurus Fulvius, dotato di morso potenzialmente letale), è totalmente innocuo: non è velenoso e solitamente si nutre di lucertole e piccoli roditori.
Una volta catturato, il serpente è stato trasportato al centro di recupero fauna di Monte Adone. La famiglia bolognese, ripresasi dallo spavento, ha fatto denuncia ai carabinieri contro ignoti.
LA ZAMPA.IT
1 SETTEMBRE 2011
Una lince sale su un cactus per salvarsi
Il fotografo Curt Fonger ha catturato questa scena in Arizona (Usa) in cui una povera lince si è appollaiata sulla cima di un pungente Cactus gigante. Gesto estremo motivato per sfuggire a un leone di montagna che, dopo averla inseguita, è rimasto ad attenderla alla base della cactus.
FOTO
LA REPUBBLICA
1 SETTEMBRE 2011
"Ecco l'hamburger artificiale"ma per ora costa 250mila euro
Un team di studiosi olandesi sperimenta una carne "in vitro" prodotta a partire da cellule staminali di suini. Nelle intenzioni potrebbe sostituire gli allevamenti tradizionali contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra. Ma c'è ancora tanto lavoro da fare, per ora l'aspetto non è dei migliori...
CARNE croccante, saporita, stretta tra due fette di pane e accompagnata da insalata, pomodori e patatine. Nell'immaginario collettivo un hamburger si presenta più o meno così. Per molti un piatto alla base di una cena in stile British, alternativa alla classica dieta mediterranea. Bene, tra qualche mese tutto ciò potrebbe costare caro: la somma da sborsare si aggira intorno ai 250mila euro, circa 200mila sterline. E' il prezzo che i ricercatori dell'Università di Maastricht, in Olanda, prevedono per il primo hamburger prodotto interamente in laboratorio. Potrebbe sbarcare sulle tavole mondiali tra meno di sei mesi e si appresta, secondo quanto scrive Mark Post 1, capo del team di studiosi olandesi, sul News Scientist magazine, "a diventare l'unica scelta per i consumatori".
Ma l'aspetto non è dei migliori. La "carne in vitro" è prodotta a partire da cellule staminali di suini alimentate con siero proveniente dai feti dei cavalli. Le strisce di muscoli create sono poi attaccate a fasce di velcro che le allungano per garantirgli la stessa costituzione ed elasticità della carne vera. Al momento, però, gli esperimenti non sembrano dare i frutti sperati e la carne artificiale appare ben diversa da quella tradizionale derivata da un normale processo di allevamento e macellazione: il tessuto è lungo circa 2 centimetri e mezzo e largo meno di uno, è di colore biancastro e tutt'altro che croccante. "Il Dodici mesi per migliorare. L'obiettivo del professore è arrivare al primo hamburger creato in laboratorio al massimo tra un anno. Una volta avviata una linea di produzione stabile, infatti, i vantaggi potrebbero essere cospicui: a parte costi e tempistiche minori, il taglio degli allevamenti porterebbe a una diminuzione di miliardi di tonnellate di gas serra e un consumo di terra inferiore di quasi il 99 per cento. Per non parlare poi del fatto che l'aumento popolazione mondiale metterebbe a rischio la capacità delle fattorie di produrre una quantità di carne sufficiente per il fabbisogno delle persone, rischio potenzialmente evitabile proprio grazie allo sviluppo di un mercato artificiale di carne di vitello, suino, pollo e tacchino. Gusto misterioso. A parte l'aspetto, poco o nulla si sa del gusto della carne: regolamenti molto rigidi impediscono di consumare tessuti sviluppati artificialmente a partire da prodotti animali. Esperti dell'Università di Amsterdam auspicano di risolvere il problema creando un nutrimento sintetico, capace di garantire alle cellule staminali tutto ciò di cui hanno bisogno per crescere. Per Helen Ferrier, dell'Unione Nazionale degli allevatori inglesi, "l'allevamento tradizionale è sostenibile ed efficiente, in grado di soddisfare i bisogni della popolazione e offrire benefici all'ambiente, al paesaggio e all'economia rurale". Ma Post insiste: "Nulla fa sperare che le vecchie tecniche di allevamento possano sopravvivere nei prossimi anni". E intanto nel 2012 scade il premio di un milione di dollari offerto dalla Peta, associazione per il trattamento etico degli animali, al primo ricercatore che avesse immesso sul mercato carne artificiale. Resterà senza vincitore?
CORRIERE DELLA SERA
1 SETTEMBRE 2011
In dirittura d'arrivo il lavoro degli scienziati della Maastricht University
Salsicce e hamburger in provetta Le staminali contro la fame nel mondo
Entro sei mesi il primo wurstel in provetta. All'inizio sarà pallido e molliccio. «Ma miglioreremo colore e sapore»
LONDRA – La prima salsiccia in provetta sarà pronta entro sei mesi. Per ora l’aspetto non è dei più invitanti, pallida e molliccia, ma gli scienziati sono convinti che riusciranno presto a farla assomigliare a quella vera. E’ la rivoluzione che il mondo aspettava. Con l’arrivo della carne artificiale si potrebbe risolvere il problema della fame, ridurre in modo consistente l’inquinamento atmosferico e evitare inutili sofferenze agli animali.
ASPETTANDO L'HAMBURGER - Il prodotto è stato creato attraverso la coltivazione di migliaia di cellule staminali animali che sono stimolate a produrre tessuti muscolari. Il primo esperimento è stato fatto con i maiali ed entro un anno dovrebbe arrivare anche l'hamburger. Mentre la produzione di bistecche e filetti appare più complicata. Nei supermercati, comunque, la carne artificiale la troveremo solo in un futuro lontano: tra dieci o quindici anni. Il professor Mark Post della Maastricht University, che guida la ricerca, ha spiegato che per ora i costi sono esorbitanti: più di 220 mila euro per un hamburger. Ma una volta prodotta su scala industriale il prezzo potrebbe non essere diverso da quello che paghiamo oggi dal macellaio.
SENZA SANGUE, SAPORE INCERTO - Al momento il tessuto che è stato creato ha un aspetto grigio e molliccio: «Il colore – ha spiegato Post – è dovuto al fatto che non c’è presenza di sangue e molta poco mioglobina, la proteina che contiene il ferro. Ma stiamo cercando un modo per dare un aspetto rosso al prodotto». I grossi dubbi, però, sono sul sapore. Per ora nessuno ha assaggiato la salsiccia in vitro perché la legge vieta di consumare materiale creato in laboratorio da tessuti animali. Alcuni scienziati hanno assicurato che risolveranno il problema creando un nutrimento sintetico per le cellule staminali che darà il gusto della vera carne.
LOTTA ALLA FAME - L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha previsto che il consumo di carne raddoppierà entro il 2050. Un dato che, secondo il professor Post, «rende il nostro prodotto l’unica strada possibile per ridurre la mancanza di cibo visto il costante aumento della popolazione». Secondo alcuni ricercatori con 10 cellule di muscolo di maiale si potrebbero avere 50mila tonnellate di carne in due mesi. Se diremo addio alla fiorentina, dunque, sarà per una buona causa: sconfiggere la fame nel mondo.
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