1 LUGLIO 2009

IL MATTINO
1 LUGLIO 2009
 
Cani venduti come cavie ai laboratori di vivisezione tedeschi e svizzeri.
 
«Cani venduti come cavie ai laboratori di vivisezione tedeschi e svizzeri. Cuccioli, adulti, malati, storpi, poveri animali affidati senza coscienza nelle mani di aguzzini che speculano sulla pelle di esseri indifesi. Non fidatevi delle adozioni on-line, non date animali a gente che vi promette una sicura sistemazione lontano dal vostro territorio». Queste le raccomandazione di Bairo, l’associazione ( bairo.info ) che raccoglie e documenta tutto ciò che riguarda il traffico nei Paesi del Nord Europa di migliaia di cani destinati alla vivisezione. Contro i viaggi della disperazione è partita la petizione «Ti deporto a fare un giro» con cui l’Enpa chiede al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e al sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, di fermare definitivamente le finte adozioni e la deportazione all’estero degli animali domestici italiani. Per promuovere la raccolta di firme l’Enpa ha scelto lo strumento del web: il testo, pubblicato sul sito internet www.enpa.it/it/iniziative/deportazione/firma.html  può essere inoltrato alle istituzioni direttamente per via telematica oppure scaricato e diffuso per via cartacea. «La deportazione di animali è una piaga dolorosa che si protrae da molti anni e ha mietuto troppe vittime - spiegano all’Enpa -. La soluzione al problema non può più essere rinviata, come testimoniano le centinaia di adesioni raccolte nel giro di pochi giorni». In Italia il fenomeno è ancora poco conosciuto al grande pubblico ma non per questo meno allarmante. «Sono anni che furgoni, camion e perfino aerei trasportano gli animali domestici in Germania, ma anche in Svizzera, in Austria, e di lì negli altri Paesi del Nord Europa. Sono ormai migliaia gli animali raccolti in strada, nei canili o presso privati che non sanno più cosa farsene, rubati durante un’uscita da casa, cuccioli o adulti, anziani o malati al punto di non potere reggere il viaggio». Ed ecco come funziona il business. «A scadenze fisse, carichi di cani e gatti partono senza documenti da ogni regione d’Italia - continuano all’Enpa -. Cittadini stranieri li prendono in affido presso i canili e cittadini italiani collaborano con loro come prestanomi. Gli animali, adottati gratis nel nostro Paese, appena passato il confine diventano l’oggetto di un commercio assai vantaggioso: un meticcio qualunque frutta a chi lo consegna un guadagno di circa 400 euro, indipendentemente dall’età o dallo stato di salute». Eppure gli strumenti legislativi che vietano le ”deportazioni” ci sono, ma le circolari ministeriali, così come le normative europee, non vengono rispettate. «Alcuni Paesi mediterranei – conclude l’Enpa – hanno finalmente preso coscienza della gravità di questo fenomeno ed emanato disposizioni severe. Purtroppo, anche in questo campo, l’Italia è fanalino di coda».
IL MATTINO
1 LUGLIO 2009
 
Chi finge un’adozione e vende un animale all’estero ..
 
Chi finge un’adozione e vende un animale all’estero elude il Regolamento Europeo 998/2003 (art. 3 comma A). In Italia le deportazioni sono vietate dalla legge 281/1991 e conseguenti applicazioni regionali; dalla legge 189/2004; dalla circolare del ministero della Sanità 33/1993; e dalla circolare del ministero della Sanità 5/2001.

ANMVI OGGI
1 LUGLIO 2009
 
FALSE ADOZIONI DI CANI E GATTI ALL’ESTERO
 
Animali, cani e gatti specialmente, vengono esportati verso il Nord Europa e, attraverso un raggiro della Legge, alimentano un giro d'affari e il traffico della sperimentazione. "Questo commercio illecito- dichiara l'On. Gianni Mancuso - nascosto sotto la falsa facciata delle adozioni di animali all'estero, nasconde in realtà una speculazione sulla pelle dei poveri animali che passano di mano in mano sino in alcuni casi a diventare cavie per i laboratori del Nord Europa (Germania ed Austria in testa) in quei Paesi dove la legislazione non è così restrittiva come la nostra".L'On. Gianni Mancuso ha proposto al Governo un atto ispettivo "per dare un segnale forte all'esecutivo nazionale", affinché "certe malsane pratiche vengano fermate per sempre". Da anni, si legge nell'interrogazione, si assiste ad un rituale sotto che rischia di passare inosservato: camion, furgoni, alcune volte aerei, partono dal nostro Paese per località estere carichi di cani e gatti abbandonati ed in alcuni casi, anche sottratti ai legittimi proprietari".Adottati nel nostro Paese, gli animali " appena passato il confine diventano oggetto di un commercio assai vantaggioso: la merce è pressoché gratuita all'origine (il prezzo che in Germania si chiama "tassa di protezione animale" come quella dei canili pubblici, ed è presentata come rimborso spese) si arriva sino a 350-400 euro per un meticcio qualunque". Sulla questione l'Ente Nazionale Protezione Animali ha avviato una petizione. L'interrogante chiede al Governo di "adottare un regime di stretta sorveglianza", di "proporre l'affidamento dell'animale esclusivamente al soggetto interessato previa esibizione dei propri documenti" e di "adottare provvedimenti miranti l'accertamento della rintracciabilità del soggetto affidatario dell'animale".

L'ECO DEL CHISONE
1 LUGLIO 2009

 

Salviamo i gatti di via Grosso Campana

Piscina, dopo gli avvelenamenti

 

PISCINA (TO)  - In questi anni si è venuta a creare in via Grosso Campana una colonia di gatti. Per diverso tempo si è assistito alla proliferazione dei felini, alcuni dei quali sono stati abbandonati.Così, i residenti e qualche persona che se ne faceva carico, hanno accudito gli animali portando loro cibo e acqua.Ultimamente - la segnalazione ci viene da una nostra lettrice - le lamentele di qualche altro abitante della via erano all'ordine del giorno, per via del randagismo degli animali. «Sappiamo quanto il gatto sia un animale che ama molto scorrazzare liberamente, senza alcun senso della violazione della proprietà», sottolinea Danila Rossetto nel suo appello. Ed ecco che alcune persone hanno pensato bene di liberarsi del "disturbo": i gatti si aggirano per Piscina, morendo dopo atroci sofferenze tipiche dell'avvelenamento: «La decimazione è in atto e giornalmente assistiamo alla moria di questi animali», racconta la lettera.Molti residenti della zona possiedono gatti, occorre che facciano attenzione alle bestiole di loro appartenenza: «Vorrei che si intervenisse per porre fine a questa atrocità di persone che riescono a perpetrare violenze di questo genere sugli animali e a sopportare che muoiano in condizioni terribili», conclude.


Animalieanimali

1 LUGLIO 2009

 

ANCORA BOCCONI AVVELENATI A PORDENONE, MORTE DUE GATTINE

Il Comune presenta denuncia, Lav chiede misure straordinarie.

 

Nel 2008 le prime avvisaglie di insofferenza verso i gatti della colonia felina di vicolo Molinari, con varecchina ed ammoniaca nelle ciotole.
Oggi due gattine di proprietà morte avvelenate.
Il Comune di Pordenone, informato dell'accaduto ha proceduto con denuncia contro ignoti depositata presso la Questura e, in base all'Ordinanza ministeriale "Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati", procederà alla bonifica dell'area direttamente interessata dall' avvelenamento, prevedendone la segnalazione con apposita cartellonistica, nonché verranno intensificati i controlli da parte delle autorità preposte e assunte tutte le iniziative più opportune affinché episodi di tal fatta non abbiano a ripetersi.
Va sottolineato che l'Ordinanza prevede: l'obbligo per i Sindaci, ai quali siano pervenute segnalazioni di sospetti avvelenamenti, di disporre l'immediata apertura di un'indagine e provvedere ad attivare le iniziative necessarie alla bonifica dell'area interessata, nonché segnalare l'area con un'apposita cartellonistica.
L'obbligo, per il medico veterinario, di dare immediata comunicazione al Sindaco e al Servizio Veterinario della Azienda Sanitaria Locale competente per territorio qualora emetta diagnosi di sospetto avvelenamento sulla base di una sintomatologia conclamata o venga a conoscenza di un caso di avvelenamento di un animale domestico o selvatico.
In caso di morte dell'animale, poi, il medico veterinario dovrà anche inviarne le spoglie e ogni altro campione utile all'identificazione del veleno o della sostanza che ha causato il decesso, all'Istituto Zooprofilattico che dovrà compiere l'autopsia, effettuare analisi sui campioni e comunicarne gli esiti al medico veterinario, al sevizio veterinario della ASL competente e, nel caso in cui le analisi siano positive, all'autorità giudiziaria.Ma l'Ordinanza prevede precise responsabilità anche per il proprietario, che in caso di morte dell'animale deve darne comunicazione alle autorità competenti: i casi di avvelenamento, infatti, fino a oggi spesso non vengono segnalati, rendendo difficile determinare la reale tragicità del fenomeno e l'avvio di indagini per punire gli avvelenatori.
L'Ordinanza prevede inoltre una necessaria regolamentazione delle attività di derattizzazione e l'obbligo per i produttori di presidi medico-chirurgici, di prodotti fito-sanitari e di altre sostanze pericolose a uso domestico, civile e agricolo, di aggiungere al prodotto una sostanza amaricante, che lo renda sgradevole ai bambini e agli animali, per evitarne l'ingestione accidentale.
"Finalmente abbiamo a disposizione un nuovo importante strumento che istituisce sinergie indispensabili per contrastare il problema dei bocconi avvelenati, una pratica che, come testimoniano le numerosissime segnalazioni giunte alla LAV, è in continua e drammatica espansione - conclude Guido Iemmi LAV Pordenone- Riteniamo fondamentale, però, la trasformazione dell'Ordinanza Martini in legge, per sanzionare eventuali comportamenti omissivi e per accogliere ulteriori importanti misure per fermare gli avvelenatori quali: un modulo unico di segnalazione per i medici veterinari e avvisi pubblici da esporre nei punti vendita di sostanze con cui è possibile confezionare bocconi avvelenati e, relativamente alla caccia, altro ambito tipico di queste pratiche, l'interdizione dell'attività venatoria nelle zone colpite dal fenomeno"“ L' episodio oltre a configurare le fattispecie di reato di cui agli artt. 544 bis e 674 c.p., trova giusta e specifica collocazione nella recente ordinanza ministeriale ‘Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati’ datata 18/12/2008 a firma del Ministro Martini, la cui ratio è proprio quella di contrastare il fenomeno di uccisione di animali mediante l' utilizzo di esche o bocconi avvelenati (.) tenuto conto che la presenza di veleni e sostanze tossiche sul territorio (.) rappresenta un serio rischio per la popolazione umana e per l' ambiente (.)in particolare per i bambini" ha dichiarato l'avv. Michela De Marchi della LAV di Pordenone. Per segnalazioni di maltrattamento verso gli animali, chiamare 3204795023 o scrivere a [email protected]


Animalieanimali

1 LUGLIO 2009

 

UCCISO GATTO CON TRAPPOLA, RINVIATE A GIUDIZIO DUE PERSONE

Denuncia del 2007 da parte di una volontaria della Lav in provincia di Roma.

 

Bracciano, ridente paese in provincia di Roma: i signori R. sono stati rinviati a giudizio dal Dott. Pantaleo Polifemo, PM della Procura di Civitavecchia, e dovranno presentarsi tra pochi giorni presso la sezione di Bracciano con l’accusa di avere, in concorso tra loro, ucciso un gatto.
La vicenda ha inizio una domenica mattina di Agosto 2007, quando M. M, volontaria della LAV di Roma, rinviene non lontano da casa sua il cadavere del suo micio Silvestrino in un fosso profondo 5 metri, dove era stato gettato dopo essere stato ucciso da una trappola illegale a cappio metallico.
In seguito alla denuncia presentata da M. M., le indagini condotte dai Carabinieri di Bracciano, coordinati dal Comandante Francesco Leonardis, congiuntamente con il Corpo Forestale dello Stato, coordinate dal Comandante Salvatore Verzilli, portano al rinvenimento e successivo sequestro di 3 trappole “a nodo scorsoio o a cappio” - usate illegalmente per la caccia di piccoli animali – nel terreno dei signori R., non distante dalla zona di rinvenimento del cadavere.Le trappole rinvenute sono del tipo a nodo scorsoio o cappio o strozzo, che vengono barbaramente ed illegalmente utilizzate dai bracconieri per la caccia di piccoli animali (volpi, istrici, ecc…), e dai contadini e piccoli allevatori per proteggere orti e animali da cortile da animali selvatici indesiderati. Sono spesso realizzate “fai da te” con il cavo metallico dei freni delle biciclette. Trappole che provocano una morte lenta e dolorosissima: per soffocamento o per lacerazione delle viscere. Queste trappole, comunemente chiamate “lacci”, sono ancora, purtroppo, ampiamente diffuse in alcune zone rurali, in particolare nei dintorni del territorio di Bracciano e nelle campagne laziali. La LAV ricorda che la detenzione ed uso di queste trappole è vietato e punito dalla Legge quadro sull’attività venatoria 157/92.La LAV di Roma, che seguirà il procedimento giudiziario, ringrazia le Forze dell’Ordine per la disponibilità dimostrata nella vicenda in questione, e lancia un appello a tutti i cittadini: “anche questa vicenda, a prescindere dalla sua conclusione, conferma l’importanza di denunciare alle Autorità competenti qualsiasi notizia di maltrattamento su animali di cui si sia a conoscenza. ”La LAV ricorda che l’uccisione di un animale, per crudeltà o senza necessità, è punita con la reclusione da tre a diciotto mesi.


VARESE NEWS
1 LUGLIO 2009
 
APPARTAMENTO IN FIAMME, CAGNOLINA DA L'ALLARME
Ad incendiarsi un tegame lasciato sul fuoco: Milù dal balcone ha abbaiato attirando l'attenzione dei passanti, che hanno chiamato i vigili del fuoco
 
 
 
Inveruno (MI) - Paura nel centro storico di Inveruno: intorno alle 9 alcuni passanti hanno visto uscire fumo nero da un appartamento di Via Ospedale e hanno sentito un cane abbaiare insistentemente. I pompieri volontari sono giunti presto in luogo, muniti di autorespiratori e mediante l'uso d'una scala sono entrati nell'appartamento al primo piano. A incendiarsi, fortunatamente, solo un tegame lasciato sul fuoco dalla proprietaria che s'era recata a fare compere. L'unica occupante dell'abitazione, scossa per l'accaduto ma contenta di vedere i pompieri, era Milù, una meticcia rimasta in casa che s'è messa ad abbaiare dal balcone attirando l'attenzione dei passanti (foto Vigili del Fuoco Volontari di Inveruno). Il tempestivo intervento ha fatto si che l'incendio si limitasse alla sola pentola e che il fumo non intossicasse l'animale: la padrona sbadata, rientrata subito dopo, ha accarezzato risollevata la cagnetta scodinzolante.

LA ZAMPA.IT

1 LUGLIO 2009

 

Viareggio, gatto salvato dalle fiamme

 

Nell'inferno di fiamme che ha devastato la stazione di Viareggio e le zone limitrofe, i vigili del fuoco hanno tratto in salvo anche un gatto vivo nonostante le bruciature.

 

FOTO

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=18835&tipo=FOTOGALLERY


LA REPUBBLICA

1 LUGLIO 2009

 

Il Golden Retriver della Misericordia di Forte dei Marmi
ha "convinto" i soccorritori a scavare nelle macerie di una casa

La storia di Max e di Lorenzo Il cucciolo ha salvato il bambino

 

MAURIZIO BOLOGNI

 

VIAREGGIO (LU) - Leonardo ha otto anni, Max due. "Sono due "cuccioli", quando sarà il momento si incontreranno. Non ora però, è presto, le ferite bruciano, quelle del corpo e quelle dentro" dicono i volontari della Misericordia. Leonardo è un bambino strappato alle macerie, l'unico sopravvissuto di tre fratellini. Max è il suo salvatore, un Golden Retriver. "Quella notte, dopo lo scoppio di Viareggio, io e Max siamo subito corsi alla stazione" racconta il suo padrone, Giancarlo Zoppi, un volontario della Misericordia di Forte dei Marmi. "Max è giovane ma si è fatto già una grossa esperienza in Abruzzo, per quattro mesi abbiamo setacciato le rovine di Onna, Castelnuovo ed altri centri minori" raccontano i volontari della Misericordie versiliesi che lo hanno eletto loro mascotte. L'altra sera, alla stazione di Viareggio, Max si è messo al lavoro come un forsennato. Sotto le macerie ha scovato subito un cadavere carbonizzato. Poi ha preso a girare intorno al perimetro di una casa sventrata. Annusava. Dopo un po' ha cominciato ad abbaiare e a tirare fortissimo verso l'alto, voleva arrampicarsi su ciò che rimaneva del pavimento al primo piano di una casa squarciata. Lassù c'erano solo povere cose, nessun segno di vita, nessuna traccia di persone coperte dalla macerie.

"Ma Max non mollava - racconta Zoppi - . Allora i vigili del fuoco si sono arrampicati. E dietro un materasso hanno scoperto Leonardo, impaurito, ferito, ma vivo. Sì, Max e Leonardo diventeranno amici".


IL TIRRENO

1 LUGLIO 2009

 

Cani restano impigliati nei lacci dei bracconieri

 

VILLAFRANCA (MS). Il comitato dei cittadini di Merizzo, diretto da Dina Bassignani, Maria Rosa Trebali, Danilo Trebali e Grazia Landini, lamenta due episodi di presunto bracconaggio che hanno profondamente impressionato la piccola comunità villafranchese sulla strada che dal capoluogo conduce a Monti di Licciana.  Nei giorni scorsi infatti, in località Ronco, la signora Dina Bassignani ha smarrito un cane di grande pregio, di nome Buc, mentre si recava nei terreni di proprietà. Il giorno successivo i figli rinvenivano poco distante tracce dell’animale, presumibilmente rimasto bloccato in un laccio. Pochi giorni prima l’episodio si era ripetuto ed a subire lo stesso danno era stato il cane della signora Tatiana Borrini. «Fatto ancor più grave è che questi atti poco desiderosi - dice il comitato - si siano verificati vicino all’arteria stradale e non in un bosco, come spesso avviene».  I cittadini si riservano ora di percorrere le vie legali per fare luce sulla vicenda che ha visto coinvolti dei poveri animali.


IL TEMPO

1 LUGLIO 2009

 

Danneggiata da ignoti la rete fognaria della struttura di Colle Arpea: problemi e disagi

Canile, blitz notturno con le ruspe

Rieti Presentata una denuncia. Il titolare Leonardo Bordi: «Adesso basta.

 

Eliana Di Lorenzo

 

Rieti - Fogne danneggiate al canile di Colle Arpea. Nella notte tra lunedì e martedì ignoti sono entrati nella proprietà di Leonardo Bordi, titolare dell'azienda che gestisce il canile e con l' aiuto di un mezzo meccanico hanno divelto le fognature e danneggiandole irrimediabilmente. I segni sul terreno sono ben evidenti e lasciano pensare ad un'azione studiata a tavolino. L' amara scoperta è stata fatta dagli inservienti che prestano il loro servizio nel canile, che oltre al danno hanno trovato anche il liquame fuoriuscito dai tubi. «Non è la prima volta che accade una cosa simile – racconta Leonardo Bordi titolare del canile - Capita spesso che ignoti compiano atti vandalici sulla mia proprietà. Ho più volte denunciato la situazione, ma nessuno ha mai fatto niente». A parlare è un Bordi esasperato che ha sporto denuncia alla Polizia e fatto intervenire i Vigili urbani: «Adesso ci troviamo col canile invaso dal liquame e siamo costretti a dover pulire tutto a mano e a non poter scaricare gli escrementi. Una situazione surreale, che di certo non fa bene nemmeno agli animali». I cani ospitati nella struttura di Colle Arpea sono poco più di 200 e ora dovranno fare i conti con questo ulteriore disagio. «Sono veramente scoraggiato – continua Bordi – Ciò che mi stupisce di più è il fatto che nonostante le molteplici denunce nessuno si interessi alla mia situazione e io mi trovo a dover combattere contro mulini al vento».


LA ZAMPA.IT

1 LUGLIO 2009

 

Torna a casa una bassotta smarrita e sfruttata per mendicare

 

Torino - Costanza, una bassotta di 14 anni, smarrita dal suo proprietario, era usata per mendicare. L’Organizzazione internazionale per la protezione animali è intervenuta ed è riuscita a farla ritornare a casa. È accaduto nei giorni scorsi a Torino a una cagnolina affidata dal canile ad una nomade. Sono state le guardie zoofile dell’Oipa a effettuare il controllo insieme ad una pattuglia della Polizia Municipale. Per due volte sono intervenute poichè, dopo la prima, il cane, rientrato al canile di Via Germagnano, invece di essere restituito ai proprietari individuabili attraverso il tatuaggio sull'orecchio, è stato riaffidato alla nomade. Alla fine, però, è stato rintracciato il proprietario che ha spiegato di averlo perso e di aver riempito la zona di cartelli con la foto e la descrizione dell’animale.


IL GAZZETTINO

1 LUGLIO 2009

 

Una cinquantina di animali, anche esotici, vittime di uno sfratto esecutivo: il caso risolto dal proprietario, il conte Lucheschi

Cani e gatti "sotto sequestro"

 

Elisa Giraud

 

Colle Umberto (TV) - Come nei più classici dei romanzi che narrano le vicissitudini di nobili casate, anche la nobiltà contemporanea ha il suo bel fardello di grattacapi. Succede al conte Lucheschi che, pare, abbia qualche problema con l’inquilina di una delle case coloniche che fanno parte della tenuta di Villa Lucheschi. Sembra che da qualche tempo, anni ormai, non fosse una fittavola modello in quanto non pagava regolarmente l’affitto. Ora, dopo anni di carte bollate, pare che il tribunale abbia emesso lo sfratto esecutivo, ma quando l’inquilina ha lasciato la residenza non si è portata via tutti gli animali di sua proprietà che sono stati posti sotto sequestro amministrativo così come la mobilia. Gli animali non sarebbero pochi: molti cani, una cinquantina di gatti di razza e diversi esemplari esotici di pappagallini, un furetto, un degu (una specie di roditore originario del Cile) e qualche cincillà che ora sono stati dati in custodia al conte. Per motivi igienico-sanitari, sono stati trasferiti in spazi idonei in attesa del dissequestro che permetterà di procedere con gli affidamenti. Al di là della passione per gli animali della signora in questione, qualcuno sospetta che non li tenesse solo per compagnia, ma che li detenesse a scopo commerciale; trovare nella casa cinquanta gatti di razza ha sollevato più di un dubbio che non fosse solo per amore felino. Se il commercio fosse legale o no, anche questo al momento non si può dire. Della vicenda dello sfratto se ne stanno occupando le autorità competenti, ufficiale giudiziario, comune, Uls, ma da tempo diverse segnalazioni sono giunte anche all’Enpa che per ora, date le circostanze, non può intervenire, ma ha avuto rassicurazioni che gli animali stanno bene. Mentre altri enti si occupano dell’ormai ex inquilina che, sempre secondo i ben informati, avrebbe trovato una sistemazione di fortuna dormendo nella sua auto. Come nei più classici dei romanzi storici, è probabile che l’epilogo non sia un ‘e vissero felici e contenti’ ma si tratti piuttosto di una drammatica storia senza lieto fine.


BIG HUNTER

1 LUGLIO 2009

 

Federfauna: i cani abbandonati non sono quelli venduti dai negozi

 

Federfauna critica la posizione di una nota associazione animalista (non citata), secondo cui si sarebbe registrato un consistente numero di nuovi arrivi, 1700, in 100 canili italiani nel mese di giugno imputabile agli abbandoni di cani acquistati con troppa superficialità dagli italiani nei negozi.

L'associazione che rappresenta i commercianti e le associazioni di allevatori ricorda le numerose campagne contro l'acquisto dei cuccioli nei negozi partita da questo inverno, a cui risponde con alcuni dati raccolti tramite un sondaggio effettuato in tre canili rappresentativi di nord, centro e sud Italia. 

Numeri che secondo Federfauna smentiscono le tesi anti pet shop. Su un totale di 775 cani, solo 54 sarebbero infatti cani di razza e tutti di taglia medio grande, mentre il 90 per cento dei cani venduti nei negozi secondo Federfauna è costituito da animali di razza e di taglia medio piccola.

Inoltre è da considerare che di quei 54 cani di razza, ben 24 sono pittbull e 12 cani provengono da sequestri. Al contrario i “Pet Shop” secondo Federfauna contribuiscono a diminuire il fenomeno grazie  alle procedure di identificazione del proprietario tramite microchip  “già da anni – ricorda l'associazione - i numerosi negozi seri che vendono cuccioli, soprattutto se provenienti dall’estero, li cedono ai loro clienti, già corredati di microchip e ne segnalano la cessione alle autorità competenti”.


LIBERO
1 LUGLIO 2009
 
A Gardaland arrivano  tre lumache giganti
 

Provincia di Verona - Nuovi ospiti per l’acquario di Gardaland: sono infatti arrivate tre Lumache Giganti di mare, altresì dette Melo melo. I tre animali oltre a essere belle esteticamente possono diventare anche preziose perché sono in gradi di produrre perle. Originarie dei mari del sud della Cina, le lumache producono di tanto in tanto perle che possono raggiungere quotazioni dai 7.000 agli oltre 40.000 euro l’una.

 “La lumaca crea la perla attorno a qualunque tipo di oggetto esterno penetri il suo guscio – riferisce Sabrina Repetto, Curator di Gardaland SEA LIFE Aquarium - la più grande mai rinvenuta aveva le dimensioni di una pallina da golf!”.

Le tre spettacolari neo-arrivate a Gardaland misurano circa 20-50 volte le comuni lumache che incontriamo nei nostri giardini, ovvero misurano dai 18 ai 20 cm. E si nutrono di cozze, gamberi e piccoli pezzi di pesce. Una di loro è posta in una zona attigua alla Vasca Oceanica a lei appositamente riservata ed adeguatamente protetta dagli squali; le altre due, invece, sono state poste in una “rock pool” per essere più visibili agli ospiti.  “Ovviamente solo pochissime le lumache che producono perle. Non osiamo sperare che proprio le nostre siano fra queste” ha detto Sabrina Repetto.

“Con le quotazioni che possono raggiungere dobbiamo comunque essere particolarmente attenti; qualcuno, infatti, nella speranza di poter trovare il “tesoro nascosto”, potrebbe cercare di sottrarle. Ecco perché i nostri tre splendidi esemplari sono custoditi in vasche ben protette e attentamente sorvegliate.


LA ZAMPA.IT

1 LUGLIO 2009

 

Namibia e la caccia alle foche, è polemica

 

Si è aperta la stagione della caccia ai cuccioli di foca sulla costa atlantica della Namibia, mentre gli animalisti della sudafricana Seal Alert sono impegnati nella raccolta dei milioni di dollari necessari per rilevare la società australiana che ne acquista le pellicce. Il ministero della Pesca ha inoltre reso noto che il numero di cuccioli di foca che potranno essere uccisi in questa stagione è di circa 85 mila. I piccoli animali sono uccisi a colpi di bastone, per non rovinarne le pelli. 

In un video si vedono le popolazioni locali intente a bastonare gruppi di foche impaurite e senza la possibilità di difendersi

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?pm=2&IDmsezione=59&IDalbum=18885&tipo=#videompos


GALILEO

1 LUGLIO 2009

 

Avorio, sulle tracce delle partite illegali

Una nuova tecnica ha permesso di identificare la provenienza dell'avorio del più grande sequestro degli ultimi 20 anni. Su Scientific American, l'articolo del biologo che ha messo a punto il test

 

A venti anni dal bando internazionale del commercio dell'avorio della Cites (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora, vedi Galileo), il traffico illegale è in aumento. Le ultime stime, riportate in un articolo sul numero di luglio di Scientific American, parlano di 38.000 elefanti uccisi in Africa annualmente dal bracconaggio per soddisfare la richiesta da parte dei paesi dell'Est, soprattutto Cina e Giappone.Ma se fino a poco tempo fa non era possibile identificare i paese di provenienza della partite sequestrate - e, di conseguenza, delle maggiori attività di bracconaggio -, una tecnica forense basata sul Dna è ora riuscita a rintracciare l'origine di una delle più grandi partite illegali degli ultimi venti anni. Si tratta di dieci tonnellate, sequestrate nel 2006: tutto questo avorio proviene da un'unica piccola area ai confini tra Tanzania e Mozambico.Il test, messo a punto nel 2006 dal biologo Samuel Wasser dell'Università di Washington, è molto simile a quello usato in criminologia ed è in grado di identificare con univocità la zona di provenienza dell'esemplare ucciso, in quanto individua le mutazioni del Dna tipiche di ciascuna popolazione. “Conoscere dove sono stati uccisi gli elefanti”, scrive Wasser su Scientific American, è necessario per identificare quei paesi in cui le misure contro il traffico illegale di avorio sono eluse per poter esercitare pressioni sui governi affinché vengano rafforzate”.Secondo il ricercatore, infatti, i risultati dimostrano per la prima volta che i grandi carghi di avorio confiscati negli ultimi anni provengono da un'azione organizzata in grande, che ha preso di mira un'unica popolazione. Non si tratterebbe, quindi, del “raccolto” di piccoli gruppi di bracconieri isolati, ma di un'operazione coordinata da organizzazioni criminali che lasciano supporre la complicità delle istituzioni competenti e dei politici.


LIBERO

1 LUGLIO 2009

 

ROMA: MULTATI PERCHE' POSSESSORI DI UN CONIGLIO NANO

 

Roma - Il rischio di essere multati perche' possessori di un coniglio nano all'interno della propria abitazione non e' una possibilita' remota. E' successo ad una coppia di romani, associati del Codici, il Centro per i Diritti del Cittadino, che hanno ricevuto da parte della polizia municipale, una multa del valore di 100 euro. L'associazione nazionale di volontariato per la tutela dei consumatori, a nome delle organizzazioni che tutelano il coniglio nano, ha dunque fatto richiesta di audizione al Senato per cercare di risolvere la problematica che vedrebbe, se il regolamento venisse realmente applicato, sanzionare quasi un terzo delle famiglie italiane."E' un caso in cui la legge si dimostra anacronistica e lontana dalla realta'", dichiara Valentina Coppola responsabile nazionale del settore tutela animali di Codici. "In ogni negozio e' possibile acquistare conigli nani e relativi gadget ed accessori, le famiglie che vivono con un coniglio da appartamento sono innumerevoli e su internet si moltiplicano le communities di appassionati, ma per la legge italiana il coniglio e' valutato solo come animale da cortile e non come animale da affezione".Esiste una legge comunale che, riprendendo un vecchio regolamento del '46, sancisce che 'e' vietato far circolare nell'interno dell'abitato, senza speciale permesso dell'Autorita' comunale, animali di qualsiasi specie non attaccati ai veicoli e di lasciar vagare galline, oche, anitre ed altri animali da cortile. E' vietato inoltre nell'interno dell'abitato l'allevamento e la tenuta di detti animali ancorche' chiusi o recintati in appositi pollai o gabbie o conigliere'.


LA REPUBBLICA
1 LUGLIO 2009
 
"Meno tumori tra i vegetariani"
Lunga e sistematica ricerca in Gran Bretagna conferma le stime: chi evita la carne ha il 12% in meno di possibilità di ammalarsi, il 45% nel caso delle leucemie
 
ENRICO FRANCESCHINI
 
LONDRA - E' un diffuso luogo comune: mangiare più frutta e verdura fa bene alla salute. Ora una vasta ricerca rivela che non solo ciò è vero, ma chi fa una dieta vegetariana ha meno probabilità di ammalarsi di cancro rispetto a chi fa una dieta a base di carne. Non è la prima volta che un'affermazione di questo genere proviene dalla comunità scientifica internazionale: la novità, tuttavia, è che non c'era mai stato uno studio così ampio e prolungato nel tempo sulla questione. I risultati sono impressionanti: i vegetariani hanno il 45 per cento di probabilità in meno di ammalarsi di cancro del sangue e un 12 per cento in meno di ammalarsi di qualsiasi tipo di cancro, rispetto a coloro che fanno una dieta carnivora.
Pubblicato sul British Journal of Cancer e ripreso oggi con grande rilievo dalla stampa nazionale britannica, lo studio ha seguito lo stato di salute di 61 mila persone nel corso di 12 anni. "Ricerche precedenti avevano indicato che la carne può aumentare il rischio di cancro all'intestino, cosicché i nostri risultati sono apparsi plausibili da questo punto di vista", dice al quotidiano Guardian di Londra la dottoressa Naomi Allen, ricercatrice del Cancer Research della Oxford University e co-autrice del rapporto. "Ma non sappiamo perché il cancro del sangue ha un'incidenza più bassa nei vegetariani". La differenza, un 45 per cento di probabilità di ammalarsi in meno, è enorme, e riguarda sia la leucemia che altri tipi di cancro del sangue. Non solo, ma chi si nutre di verdura, frutta e pesce, evitando la carne, ha anche il 12 per cento di rischio in meno di ammalarsi di qualsiasi altro tipo di tumore, afferma la ricerca.
"Sono dati significativi", osserva la dottoressa Allen, "anche se vanno presi con un po' di cautela poiché si tratta del primo ampio studio di questo genere in materia. Abbiamo bisogno di farne altri e di saperne di più. Per esempio dobbiamo scoprire quale aspetto di una dieta a base di verdura, frutta e pesce protegge dal cancro. E dobbiamo stabilire quanto influisce positivamente una dieta vegetariana, così come quanto influisce negativamente una a base di carne". Lo studio fa parte di un progetto internazionale a lungo termine chiamato "European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition", che andrà avanti, ad Oxford e in altri centri di ricerca sul cancro. Altri studi hanno comunque già dimostrato che mangiare carne, o perlomeno mangiarne troppa, può essere nocivo. Non solo per la salute degli umani, tanto per cominciare, ma pure per quella del pianeta: l'anno scorso un rapporto della Commissione dell'Onu sul Cambiamento Climatico ha esortato a rinunciare alla carne almeno una volta alla settimana poiché la produzione di carne, ovvero gli allevamenti di bovini, produce da sola un quinto delle emissioni di gas nocivi. Un rapporto della World Cancer Research Fund, dua nni or sono, ha raccomandato di non mangiare più di 300 grammi di carne alla settimana a causa del rapporto tra una dieta altamente carnivora e il cancro all'intestino. E nel 2005 uno studio finanziato dal Medical Research Council britannico e dalla International Agency for Research on Cancer, ha riscontrato che mangiare due porzioni di carne al giorno, l'equivalente di un panino con la pancetta e di una bistecca, aumenta del 35 per cento il rischio di cancro all'intestino.
 

IL GAZZETTINO

1 LUGLIO 2009

 

Sul divieto ai cani in spiaggia si scatena l’opposizione

Ciubey: «Il Comune è assente e il turismo ne soffre»

 

Enea Fabris

 

Lignano Sabbiadoro (UD) -  Da tempo a Lignano si parla in più sedi di mettere a disposizione dei villeggianti che assieme ai loro cani raggiungono la località, un'area di spiaggia attrezzata per ospitare gli amici dell'uomo a quattrozampe. Ma fino ad oggi molto poco è stato fatto. Anzi, un’ordinanza comunale dei mesi scorsi vieta di recarsi con i cani anche nella spiaggia di Marina Punta Faro dove erano invece tollerati negli anni scorsi. In questi giorni l'argomento è ritornato di attualità dopo che il consigliere di minoranza Paolo Ciubey ha sollevato il problema, presentando al sindaco Silvano Delzotto un’interpellanza per conoscere cosa intenda fare l'Amministrazione comunale per soddisfare le esigenze di quella fascia di turisti che in vacanza non rinunciano ai loro cani. Secondo alcuni dati statistici forniti dall'Associazione italiana difesa animali e ambiente, si apprende che solo nel Nordest le famiglie di “vacanzieri con cani al seguito” sono circa 200mila.Una parte di queste senza dubbio raggiungeranno Lignano, ma spazi riservati ai loro animali, ne sono ben pochi per non dire nulla. La scorsa estate, in base alla richiesta avanzata dalla giornalista Licia Colò, presente a Lignano l'anno precedente in occasione del Premio Hemingway, il Comune aveva preso in concessione un tratto di spiaggia all'estremità Nord Est della penisola con lo scopo di adibirla, seppur a titolo sperimentale, come spiaggia per cani, ma la sua sistemazione era stata rimandata all'estate 2009.«Siamo ormai in luglio e nonostante sia stata messa a bilancio una certa cifra per la sua sistemazione - dice Ciubey - a tutt'oggi nulla è stato fatto, pur essendo tale area pubblicizzata in vari depliant come spiaggia riservata a ospitare gli amici dell'uomo a quattrozampe. Attualmente è priva di ogni servizio, sia per i cani, sia per i loro proprietari e la pulizia lascia pure a desiderare, questo - conclude Ciubey - non si sa se considerarlo un vanto, o una vergogna del Comune. Nella vicina spiaggia veneta invece hanno messo a disposizione dei cani un'ampia area ben attrezzata, separata dal settore attiguo con fioriere colorate a terra e boe in mare. Gli ombrelloni sono dotati di ferma guinzaglio, accanto un'apposita stradio per cani, ciottola per l'acqua e lo spazio riservato a queste bestiole è di circa 12 metri quadrati, ben superiore a quello consigliato dalle direttive Enpa (Ente protezione animali). Al loro ingresso viene controllato il possesso del microchip obbligatorio e il libretto vacinazioni in regola, infine vengono fornite informazioni sui veterinari reperibili in zona».


LA ZAMPA.IT

1 LUGLIO 2009

 

Cani, c'è chi pensa anche senza parole

I «quattrozampe» possiedono concetti simili ai nostri: una prova è la capacità di interpretare il linguaggio dei segni

 

ANGELO TARTARINI*

 

Robert Benchley, un noto umorista e scrittore americano, un giorno scrisse: «Ho conosciuto molti cani, soprattutto cuccioli, che manifestavano reazioni mentali anche stupide, ma quasi quanto quelle umane».
Come sappiamo, i cani manifestano affetto e molte possibilità interattive con l'uomo. Jack London le ha descritte superbamente. Se ne sono accorti anche alcuni psicologi, i quali, in alcuni casi, li utilizzano a scopi terapeutici con la «Pet therapy». Più di un secolo fa uscì un libro dal titolo «Animal Intelligence». Nonostante i tempi non fossero ancora maturi per affrontare un argomento come questo, l'autore, George Romanes, disse che gli animali potevano possedere livelli di coscienza elevati. Lo fece esprimendosi in termini di «coscienza». Si trattò di una vera rivoluzione.
Oggi diremmo che tutti i cani sono in grado di ragionare, analizzare fatti e problemi, di pianificare e comunicare con altri cani e anche con l'uomo. Diremmo anche che i cani, al pari di molte altre specie, non sono solo ripetitori di semplici riflessi condizionati, ma che riescono a modificare agevolmente il loro comportamento. In sostanza, manifestano una certa intelligenza adattiva, lavorativa ed ovviamente anche istintiva. A proposito dell'istintiva, sappiamo che nei cani esiste un’avversione ad accoppiarsi con i consanguinei. In sostanza, sanno raggiungere livelli abbastanza elevati di comprensione di se stessi e degli altri e si può fare un’infinità di esempi.Tutti conoscono il racconto di Ulisse, che torna dopo 20 anni a casa e il suo cane lo riconosce. Qui, Argo, tra tanti ricordi, ne ricostruisce uno importante, cioè quello di un uomo cui era affettivamente legato. Istantaneamente re-identifica quella figura. Non ha bisogno di riflettere e tanto meno di parlare. Si comporta come si comporterebbe qualsiasi umano che non fa uso della parola. Non solo crede a ciò che vede, ma va al di là del travestimento del padrone, dando prova di possedere la conoscenza vera. Rimane emotivamente colpito dall’immagine di Ulisse, immagine che non si era dilatata nello spazio e nel tempo. La mente di Argo, quindi quella di un cane, non è quella di un essere umano, ma si tratta pur sempre di una realtà sensibile e nostalgica.
In sostanza, perché si può parlare anche di mente animale? Secondo il filosofo americano Daniel Dennett, noi uomini siamo diventati creature popperiane e, al contrario di quelle skinneriane, siamo sufficientemente intelligenti da mettere in atto dei comportamenti, non più casuali, ma artefici di una continua riprogettazione culturale, con un’intelligenza che lavora su se stessa. Un processo simile può essere accaduto anche ai cani? In sostanza, il cane può fare consapevolmente uso di rappresentazioni mentali e di rielaborarle? Oppure, dal lato opposto, si può essere intelligenti anche senza esserne consapevoli o, se si vuole, esistono comportamenti inconsapevoli ma intelligenti, come quando guidiamo un’auto «in automatico»?
Anche se non è del tutto dimostrabile, i cani potrebbero possedere concetti più o meno simili ai nostri. Certo, noi uomini, più dei cani, ma non tanto di più delle scimmie antropomorfe, abbiamo la possibilità di acquisire modelli culturali più complessi, soprattutto grazie all'uso delle parole. Per noi sono simboli sonori che ci permettono di orientarci meglio nell’ambiente naturale e sociale, ma è solo il linguaggio che arricchisce le capacità cognitive e che ci fa riflettere sul pensiero? Oppure può anche un cane richiamare alla mente gli elementi di una soluzione, quando questi non forniscono alla sua memoria e alla sua esperienza un aiuto verbale?Se formuliamo retoricamente questa domanda è perché dimentichiamo il fatto che un individuo - animale o umano che sia - non deve necessariamente risolvere un problema attraverso l'istruzione linguistica. L'esercizio può essere diverso, come può essere diverso il simbolo che lo rappresenta, verbale per l'uomo e non verbale per il cane. Il significante può assumere caratteristiche come quelle dei segni. Non è un caso che un cane interpreti benissimo i segnali umani. In sostanza, può possedere il concetto del gatto, tutto suo e diverso dal nostro. Potrà soffermarcisi anche se più rudemente di quanto faccia un uomo, ma non si può dire che il cane sia totalmente privo del concetto del gatto.
Il cane non si chiederà mai chi siano i gatti, se siano animali o robot, ma avrà il concetto di un qualcosa che si caccia e uccide. Il cane ha le sue competenze mentali, una propria forma di coscienza riflessiva, in qualche modo simile, anche se non uguale, alla nostra.
Durante l’addomesticamento abbiamo sempre trattato il cane come animale speciale e l’abbiamo reso più «umano» rispetto agli altri animali domestici. Non è stato difficile, perché discende da mammiferi sociali. Molte testimonianze archeologiche hanno dimostrato che i cani sono stati fondamentali nelle trasformazioni culturali dell'uomo e - dice una studiosa come Susan McHugh - questo è avvenuto in un contesto in cui il cane è stato avvicinato, anche se in modo ambivalente, a una sorta di divino mitologico. La razza canina, infatti, ha finito per rappresentare le gerarchie umane e, nel caso degli esemplari di piccola taglia, per incarnare una sorta di bambino sostitutivo. Il cane bastardo, invece, si è trasformato nel simbolo dell'uomo cattivo o nello stimolo per fargli tirare fuori i sentimenti migliori.
C'è un epitaffio sulla tomba di un terranova del poeta George Gordon Byron. Dice: «Possedette la bellezza senza vanità, la forza senza insolenza, il coraggio senza ferocia e tutte le virtù dell'uomo senza i suoi vizi».
* psicologo evoluzionista, università di Parma


MARKET PRESS

1 LUGLIO 2009

 

ANCHE LE VACCHE SOFFRONO IL CALDO

 

L’intensificarsi della frequenza con cui le ondate di calore colpiscono le nostre latitudini ed in particolare l’Italia ha portato ad un sempre maggiore interesse verso lo studio degli effetti che queste provocano sulla salute dell’uomo e degli animali. Uno studio recente ha mostrato che negli Stati Uniti le perdite economiche nel settore zootecnico, dovute alle ondate di calore possono essere comprese fra 1. 69 e 2. 36 miliardi dollari. Alcune stime parlano di un costo economico totale per l’Europa per l’evento 2003 di circa 12 miliardi di Euro, in gran parte dovuto alle perdite in agricoltura, incluso il settore zootecnico, dovute alla siccità e alla lunga ondata di calore verificatasi in quell’anno (da giugno a settembre, con brevi interruzioni), una delle più lunghe ed intense mai verificatesi nel nostro Paese. In particolare, nel campo dell’agricoltura e della zootecnia è noto che le condizioni ambientali, come la concomitanza di alte temperature ed umidità per più giorni consecutivi, possono causare condizioni di stress per gli animali e avere un impatto negativo sulla loro riproduzione, produzione e salute. Nel nostro Paese, in cui il numero di allevamenti di bestiame, sia piccoli che grandi, e’ altissimo ed in cui la industria ad esso associata rappresenta una grossa fetta della economia nazionale, le perdite dovute a condizioni di disagio degli animali possono essere notevoli e, se questo e’ vero per tutti gli animali da allevamento, lo e’ ancor più per le vacche. L’istituto di Biometeorologia ha partecipato ad un progetto di ricerca voluto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, denominato Climanimal*, i cui risultati finali sono stati illustrati nel corso di un Convegno che si è tenuto oggi a Viterbo, presso il Centro Congressi Pianeta Benessere, nel corso del quale sono state consegnate le targhe di partecipazione agli Allevatori coinvolti. Il progetto Climanimal - coordinato dal Dip. To di Scienze Animali della Università della Tuscia e a cui partecipano esperti nel campo della salute, produzione e riproduzione di questi animali quali Aia (associazione Italiana Allevatori) e Anafi (Associazione Nazionale Allevatori Frisona Italiana) – ha lo scopo di individuare quali sono le zone sul territorio italiano in cui le condizioni termo-igrometriche possono essere rischiose per gli animali, ed in particolare per le vacche, durante la stagione estiva ed individuare eventuali strumenti di gestione delle situazioni di disagio e/o rischio dovuti a fattori climatici. Per far questo, l’Ibimet ha considerato la combinazione di due grandezze meteorologiche che sono la temperatura e la umidità dell’aria e ha ricostruito l’andamento del cosiddetto indice termoigrometrico o di disagio per 100 stazioni meteorologiche distribuite sul territorio nazionale per i mesi estivi, negli ultimi 30 anni. Nel caso in cui questo indice superi determinati valori di soglia, possiamo avere rischio Nullo, Minimo, Medio o Massimo. Il territorio italiano risulta quindi suddiviso in aree “bioclimaticamente omogenee’ e ciascuna zona e’ stata assegnata ad una determinata “classe” di appartenenza. Per ciascuna classe quindi e’ stato calcolato il numero di giorni in cui l’indice di disagio nelle estati a partire dal 1971 fino al 2006 incluso ha superato i diversi valori di soglia. Per le zone in classe elevata, ad esempio, e’ molto elevato il numero di giorni a rischio massimo, mentre le zone in classe bassa (classe 1 o 2) sono caratterizzate da un numero molto basso di giorni a rischio elevato. La pianura Padana, in cui si ha una altissima densità di allevamenti di bestiame e di caseifici, e’, ad esempio, in una classe per cui il numero di giorni a rischio medio e/o massimo e’ sufficientemente elevato. Dallo studio svolto all’Ibimet emerge inoltre una indicazione molto importante ovvero che il numero di giorni ad alto rischio che comportano quindi maggior disagio per il bestiame e’ significativamente aumentato nel corso degli ultimi anni, a partire dal 2001, rispetto al periodo precedente (1971-2000), segno, presumibilmente, di un clima che sta cambiando. Questo risultato e’, ai fini gestionali degli allevamenti, molto importante, in quanto indica come vi sia una alta probabilità che sia necessario adottare delle opportune contromisure, come, ad esempio, il raffrescamento delle stalle, una appropriata distribuzione di acqua e di mangime, operando sia sulla quantità che sulla qualità del mangime stesso, la necessita’ di tenere il bestiame all’interno delle stalle piuttosto che al pascolo. Ibimet ha anche curato per tutta la durata del progetto la messa in opera e il funzionamento di otto stazioni meteorologiche presso altrettante aziende agricole laziali, nonché la raccolta ed elaborazione dati meteorologici raccolti. Ha quindi valutato l´andamento dell´indice termoigrometrico nei mesi estivi presso le aziende. Sono attualmente in corso di elaborazione le analisi della correlazione fra tale indice e le prestazioni e lo stato di salute degli animali. Lo studio proseguirà nel corso dell´estate 2009, in modo da avere un quadro più completo delle correlazioni. .


IL GIORNALE

1 LUGLIO 2009

 

Passione Zoomarine Dove gli animali migliorano gli uomini

 

Cetacei e pinnipedi prima catturati in natura, poi imprigionati, denutriti e sottoposti a maltrattamenti per addestrarli a esercizi innaturali, così da appagare il sadismo del pubblico pagante. Questo è un sunto delle leggende inventate dagli ambientalisti o dagli animalisti più intransigenti in cerca di scandali facili riguardo a Zoomarine, il più grande parco acquatico del Centro-sud Italia, sul litorale di Torvaianica. Un luogo che in pochi anni ha già conquistato romani e turisti, in particolare i più piccoli, che qui vengono a trascorrere una giornata entusiasmante.
Tra preoccupazioni e divertimento siamo andati sul posto a controllare. E abbiamo constatato intanto che gli animali non sono stati catturati in natura ma sono nati in ambiente controllato da ben due generazioni, e il tipo di addestramento a cui sono sottoposti si avvale unicamente della gratificazione, in gergo «rinforzo positivo». Gli addestratori vivono in simbiosi con i cetacei e li convincono a giocare compiendo salti e tuffi, talvolta con la gratificazione di un pesciolino, ma molto più spesso con carezze, manifestazioni di affetto e cubetti di ghiaccio, usati a mo’ di zuccherini. Niente denutrizione, quindi.
Il sistema di cinque vasche di Zoomarine è il più grande d’Europa e contiene circa otto milioni di litri d’acqua, continuamente monitorata. Gli animali si sottopongono ai controlli veterinari preventivi in modo volontario: un tursiope può rimanere col ventre all’aria, in braccio al veterinario, anche per minuti interi, durante un prelievo o un’analisi, senza alcuna costrizione. I risultati medico-scientifici vengono condivisi con molte università italiane. Anche le vasche «personali» dei pinnipedi (foche e leoni marini) sono grandissime, considerando l’assenza di una specifica normativa in materia.
A Zoomarine i visitatori non si divertono soltanto ma vengono stimolati a formarsi una coscienza ecologista: durante la visita, ragazzi e adulti vengono edotti da un team di biologi sulla natura e i comportamenti di questi animali; ogni scuola che viene in visita pianta un albero e in questo modo sono stati piantumati circa 12mila, tra alberi e arbusti, in una zona altrimenti semidesertica. Inoltre la struttura, di proprietà di una società portoghese, dà lavoro a 300 italiani, versa ogni anno 8 milioni di euro in tasche italiane fra tasse, elettricità, sicurezza e forniture varie e ha sempre nuovi progetti: per il nuovo anno si prevede ad esempio l’apertura di un centro di recupero destinato agli animali spiaggiati che dovrebbe servire circa metà delle coste italiane. «Sono quarant’anni che mi occupo di delfini - dice il presidente di Zoomarine, il portoghese Roberto Lavia - e vorrei mettere la nostra esperienza e la nostra passione al servizio della natura e del Paese che ci ospita». Eppure, Zoomarine continua a subire un boicottaggio continuato, tramite impedimenti burocratici e manifestazioni pubbliche, con la complicità di alcuni media. Attualmente le sue finanze sono in perdita.
Zoomarine è a Torvaianica. È aperto a luglio tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 10 alle 18 i giorni feriali e dalle 10 alle 19 il sabato e ladomenica. Ad agosto sarà aperto tutti i giorni lunedì compreso dalle 10 alle 19. Il biglietto costa 25 euro per gli adulti e 18 per i bambini fino a 10 anni e per gli «over 65». Gratis i bambini fino a un metro. Informazioni www.zoomarine.it


LA ZAMPA.IT

1 LUGLIO 2009

 

L'Arca di Noè fra le ciminiere

Sicilia, così il «triangolo della morte» è diventato l'oasi più bella d'Italia

 

ROSELINA SALEMI

 

I contadini diventano rapidamente operai, le saline muoiono, l'oleodotto le attraversa. E, quasi trent'anni dopo arriva la Lipu con il suo caparbio progetto: prendere in gestione dalla Regione siciliana, assessorato Territorio e Ambiente, il poco che restava. Non erano in molti a crederci. Ma quando, dopo cinque anni, sono tornati i fenicotteri, la sterna maggiore, che trasloca dal Baltico tra agosto e settembre, hanno capito tutti che non era stato tempo perso.Il rapporto «Un'Oasi tra le ciminiere» elenca le piccole cifre della vittoria. I fraticelli, specie a rischio, sono passati da 25 a 90 coppie, segno che si sentono al sicuro; quest'anno sono nati tre pulcini di pollo sultano, scenografico uccello nero con le zampe e becco rosso fiamma, dal carattere diffidente (e a ragione: estinto negli anni ‘50 è stato reintrodotto grazie ad alcuni esemplari portati dalla Spagna), e il settembre scorso 280 aironi cenerini hanno dato spettacolo partendo in massa al tramonto.
Dietro gli strilli, i canti, i richiami, le acrobazie del falco pescatore c'è una burocrazia tortuosa. Che poi si traduce in livelli di salvaguardia. L'area delle Saline, dichiarata riserva, è stata riconosciuta dalla Comunità europea come Zona di Protezione Speciale e Sito di Interesse Comunitario, un territorio al quale si applica la Convenzione internazionale sulla diversità biologica. Naturalmente, il discoglosso dipinto (una rana-scultura che si trova soltanto in Sicilia, a Malta e nell'Africa magrebina) la tartaruga palustre, una nuova specie individuata nel 2004 e il rinofolo maggiore, un pipistrello, tutelato dalla Convenzione di Berna del 1986, non sanno niente di tutto ciò. Sanno che lì vivono in pace.Fuori, nel mondo degli umani, l'Oasi ex discarica è diventata un fiore all'occhiello: l'assessorato al Territorio e Ambiente del Comune di Priolo Gargallo, Beniamino Scarinci, annuncia uno stanziamento di 700 mila euro per la bonifica di altri cinque ettari, l'architetto Giuseppe Santoro ha realizzato il modellino in legno di un mulino, come quello che appare nel film di Olmi, e non dispera di trovare i fondi per realizzarlo davvero. Come se tutti si fossero passati parola. Come se il rimpianto per quel piccolo mondo antico avesse prodotto una spinta riparatrice: non a caso tre dei cinque capanni per il birdwatching sono stati finanziati dalla Erg, una delle aziende del polo industriale. La Guerra delle Saline continua, (la prossima riguarderà l' analisi dell'inquinamento) con meno rabbia, con più speranza, mentre i gabbiani, scettici, stanno a guardare.


LIBERO

1 LUGLIO 2009

 

Giuramento d'Ippocrate per i veterinari?

 

OSCAR GRAZIOLI

 

Il veterinario ama gli animali? Domanda retorica apparentemente e invece la risposta non è così scontata. Un'associazione animalista (ARCA 2000) lamenta che non esiste un reato di malasanità in campo veterinario. Ha interessato vari parlamentari e uno di loro, l'avvocato Cassinelli (PDL) ha risposto con una proposta di legge in cui si prevedono, per i veterinari, più o meno gli stessi obblighi che hanno i medici. Addirittura leggo che l'entomologo Giorgio Celli propone che i veterinari pronuncino il giuramento di Ippocrate, lo stesso dei medici "umani". Tra parentesi leggo che Celli voleva fare il veterinario ma ha cambiato idea per il timore di fare della vivisezione durante gli studi. Assicuro che in 5 anni di studi nell'ateneo di Parma non ho mai assistito o praticato alcuna forma di vivisezione. Neanche schiacciato un insetto. L'ARCA 2000 ha parzialmente ragione. In campo veterinario, a parte un codice deontologico di scarsa utilità, non esiste il reato di malpractice e la professione è poco regolamentata, con il risultato che pazienti e proprietari risultano poco tutelati da eventuali negligenze. A questa situazione stanno cercando di porre rimedio alcune associazioni di veterinari, tra le quali Assovet (www.assovet.it), che io stesso ho contribuito a fondare, che si impongono e autocertificano alcune regole di base che garantiscono professionalità e rigore morale. La stessa ANMVI, con altri percorsi, sta facendo analogo lavoro. Quando ARCA 2000 vorrà, Assovet è pronta a confrontarsi, sicura di trovare armonia d'intenti. Ben vengano dunque proposte per tutelare maggiormente pazienti e proprietari, se concordate con i veterinari, tenendo conto che se si vuole che il veterinario abbia gli stessi obblighi del medico "umano" si dovrebbe anche remunerarlo in pari misura. Il mese scorso ho fatto una visita a pagamento e ho speso 260 euro. Tempo impiegato: 15 minuti. Un'accurata visita veterinaria con terapia, costa in Italia 35 euro di media (compreso lo scandaloso 20% di IVA). Gradirei allora che anche i proprietari facessero il loro giuramento (di S. Francesco?) e che curassero al meglio i propri "bambini" (come spesso li chiamano) aprendo senza smorfie lo stesso portafoglio usato per Mercedes, Iphone e borsa di Prada ed evitando di chiedere la soppressione di animali divenuti anziani, scomodi e malati.E ora vorrei io una risposta a un dubbio che mi rode da tempo. I dentisti fanno il loro lavoro anche per guadagnare o solo perché amano i denti?


IL GAZZETTINO

1 LUGLIO 2009

 

CANEVA (PN) L’animale colpito con un’arma ad aria compressa è ancora vivo. Denuncia a Fiaschetti

Gatto preso a fucilate per la terza volta

 

Caneva (PN) - Abita a Fiaschetti, ha una famiglia, un figlio piccolo e un gatto. E qualche timore ben fondato, tanto da presentare denuncia ai carabinieri sia pure contro ignoti. Infatti la battaglia per difendere il suo gatto da una persona che abita nelle vicinza e che spara con carabina compressa, è cominciata lo scorso anno, ma ora comuncia ad avere dei risvolti preoccupanti. Per tre volte è andato dal veterinario con il fatto. La prima volta per un’operazione all’anca, dove era rimasto ferito. L’ultima volta qualche giorno fa: il pallino sparato contro l’animale è rimasto conficcato e non ancora rimosso. «Anche altri miei vicini di casa hanno dovuto soccorrere i loro animali, feriti allo stesso modo. E vorrei far presente che nonostante abbia denunciato il fatto alla locale stazione dei carabinieri, la situazione non è assolutamente cambiata», racconta. Insomma l’ignoto sparatore non si è minimamente spaventato. Ma quello che preoccupa ora il residente di Fiaschetti è ben altro: «Avendo un figlio piccolo che sta per cammimare, temo che seguendo il gatto, che si muove pocchissimo lontano dalle mura domestiche, possa trovarsi in pericolo», insomma nel mirino del fucile ad aria compressa. «Viste le visite mediche che ho già sostenuto per il gatto, dalla castrazione per evitare disturbi ai vicini alle cure per i diversi ferimenti, auspico che la decisione di rendere pubblica la storia serva da denuncia per evitare che simili episodi si ripetano in futuro». Anche di recente sono stati segnalati episodi di maltrattamenti nei confronti di animali in provincia diPordenone, tanto che la Lav ha deciso di mettere a disposizione i propri legali per sostenere i proprietari di cani e gatti nei processi contro chi h maltrattato i loro aninali. Inoltre gli aninalisti sono disponibili a conferenze di sensibilizzazione della popolazione nei paesi dove più spesso accadono episodi di questo tipo, come ad Azzano Decimo e Prata.


AREZZO NOTIZIE
1 LUGLIO 2009
 
Macellai: il presente è roseo, “ma servono nuove leve”
 
Arezzo - Oggi (mercoledì 1 luglio) il presidente nazionale di Federcarni Confcommercio Maurizio Arosio ospite presso l’Accademia del Gusto di Arezzo
“Il settore vive un momento felice. L’unica preoccupazione va al futuro: cerchiamo giovani che possano continuare la tradizione”. L’apprezzamento della gente e le sfide del mercato: “quando scoppiò il caso di mucca pazza, i nostri affari sono aumentati: la gente preferiva acquistare carne da chi offriva la sua faccia ai prodotti, anziché nei circuiti di vendita anonimi”
“I macellai di oggi sono molto diversi da quello di venti o trenta anni fa”. Parola di Maurizio Arosio, presidente nazionale di Federcarni Confcommercio, oggi (mercoledì 1 luglio) ad Arezzo per presenziare alla riunione dei macellai toscani. “Abbiamo seguito tutte le evoluzioni del mercato. Ci siamo adeguati alle nuove richieste e questo ci permette ora di essere una categoria forte e competitiva. I consumatori ci apprezzano e del resto hanno avuto più di una occasione per accertare la nostra professionalità. Quando scoppiò il caso di mucca pazza, i nostri affari sono aumentati: la gente preferiva acquistare carne da chi offriva la sua faccia ai prodotti, anziché nei circuiti di vendita anonimi”.
“Il nostro settore vive un momento felice – ha sottolineato il presidente dei macellai italiani salutando gli allievi del corso per operatori di macelleria, organizzato dalla Confcommercio di Arezzo con il finanziamento della Provincia - l’unica preoccupazione va al futuro: cerchiamo giovani come voi, che possano continuare la tradizione imparando un mestiere pieno di  sacrifici, ma anche ricco di opportunità e soddisfazioni”. Arosio è stato poi ospite d’onore al pranzo allestito proprio dagli apprendisti macellai presso l’Accademia del Gusto di Arezzo. Insieme a lui c’erano anche il vicesindaco Giuseppe Marconi, il presidente regionale di Confcommercio Franco Scortecci e quello provinciale Benito Butali, oltre al presidente dei macellai toscani Pier Luigi Sacchetti.
“Oggi il macellaio è diventato esperto anche nella preparazione delle carni – ha detto il presidente di Federcarni -  e con i “pronti a cuocere” ha risposto alle esigenze delle famiglie moderne di mangiare bene senza impiegare troppo tempo in cucina”. In effetti, se un tempo i banconi delle macellerie mettevano in bella vista solo bistecche, girelli, fettine e lunghe collane di salsicce, oggi sono tutte un trionfo di specialità gastronomiche pronte da mangiare: salse per crostini, sughi di carne, arrosti, sformati e verdure ripiene.
“La qualità? Non è solo questione di bontà del prodotto – ha spiegato il numero uno dei macellai - si costruisce con l’igiene, il trattamento e la preparazione accurata delle carni, la professionalità del nostro servizio e la capacità di scegliere cosa è meglio per i clienti”.

TERRA NEWS
1 LUGLIO 2009
 
Pesci mutanti a causa delle emissioni di CO2
 
MARE — L’anidride carbonica si dissolve nell’acqua e si trasforma in acido provocando le mutazioni genetiche. La preoccupante conferma viene da una ricerca californiana. — Mutazioni genetiche per i pesci dei nostri mari a causa dei gas serra. La realtà supera la fiction, fantascienza compresa. è la disarmante scoperta di un’equipe di scienziati dello Scripps Institution of Oceanography, capeggiati da David Checkley, presso l’università di San Diego in California. In effetti, la comunità scientifica era in attesa, oramai, di una prova del genere. Era dal 2004 che gli studiosi si interrogavano sugli effetti dell’acidificazione degli oceani. La CO2, infatti, si dissolve nell’acqua e si trasforma in acido carbonico, abbassando sensibilmente il livello naturale di pH del mare. L’acidificazione dipende direttamente dalle emissioni e non è legata al riscaldamento globale. Questo significa che per arginare il fenomeno bisogna regolare le emissioni a un livello anche più basso rispetto a quello che genera il surriscaldamento. Proprio nel 2004, la comunità oceanografica aveva dimostrato come l’acidificazione danneggiasse le barriere coralline. L’acido carbonico, infatti, scioglie il carbonato di calcio di cui sono fatti gli scheletri dei coralli e alcuni tipi di conchiglie. Ora, l’equipe del professor Checkley dimostra che l’acidificazione porta anche a una mutazione nelle razze dei pesci. Gli studiosi, infatti, da tempo stavano esaminando i pesci presenti in acque esposte ad alti livelli di gas. L’ipotesi era che i pesci avrebbero registrato mutazioni degli otoliti, le ossicine auricolari attraverso le quali le razze marine si orientano nel mare. Gli otoliti sono delle minuscole concrezioni di carbonato di calcio inglobate in una matrice gelatinosa, contenuta nell’endolinfa dell’orecchio interno. Era chiaro, quindi, che l’acidificazione marina avrebbe potuto intaccare gli otoliti nella fase di sviluppo del pesce, portando a una atrofia dell’organo e a un sottosviluppo dell’otolite stessa. L’osservazione scientifica, però, ha dimostrato un effetto diametralmente opposto. Un’ulteriore prova della difficoltà di prevedere tutti gli effetti possibili in uno scenario di degrado ambientale causato dall’uomo. I pesci in esame, infatti, hanno registrato uno sviluppo ipertrofico degli otoliti. Le conclusioni sono state pubblicate sull’ultimo numero della rivista americana Science e già hanno sollevato svariate polemiche. Alcuni settori economici temono che l’allarme possa imporre limiti alle emissioni ancora più severi, rispetto ai parametri previsti per arginare il riscaldamento globale. Lo studio della Scripps - sostengono i detrattori - non prova che i pesci mutanti siano a rischio estinzione: fin quando la scienza non dimostrerà che l’ipertrofia degli otoliti nelle specie ittiche attenta alla salute del mare non bisogna imporre nuove sanzioni, secondo le aziende responsabili di emissioni di CO2. In realtà, è un fatto che l’acidificazione stia facendo scomparire anche un particolare plancton e l’intera catena alimentare è pericolosamente in trasformazione. Mentre il principio di precauzione imporrebbe uno stop all’acidificazione del mare ha senso rischiare sulla salute della Terra?

LIBERO
1 LUGLIO 2009
 
Vacanze da cani Tutti in barca a vela
 
Arriva dogsonboard, il primo charter in barca a vela italiano dedicato a cani e padroni. Davvero un modo nuovo di andare in vacanza che farà scodinzolare di gioia i nostri amici a quattro zampe. L’idea nasce dall’esperienza di Silverio Scotti che, dopo anni di navigazione con il fidato Strallo, il cane italiano record per miglia navigate nel 2007, ha deciso di far scoprire il mondo della vela a tutti i cani appassionati di mare. D’altronde sono quasi inesistenti le spiagge libere che prevedono uno spazio attrezzato e riservato a fido. Ed ancora esigui, anche se in aumento, gli stabilimenti privati che accettano cani. Grazie a dogsonboard, invece, i cuccioli potranno salire nuovamente a bordo delle barche a vela. A bordo i migliori amici dell’uomo riceveranno subito una ciotola d’acqua e un pesce sfilettato. I tragitti non saranno mai lunghi per permettere al cucciolo di avere dei break. I cani saranno sempre accompagnati dal tender a terra ogni volta che ne sentiranno il bisogno. Le uscite fanno base a Ponza, Circeo, e dal Porto turistico di Roma per uscite quotidiane, per il fine settimana o per l'intera settimana; su richiesta si salpa anche in Sicilia, Toscana e Sardegna. Durante la navigazione sono previste mini-lezioni di vela per i padroni. E a terra, degustazioni dei prodotti tipici locali, sempre bordo mare e accompagnati dal proprio miglior amico. Per informazioni: www.dogsonboard.blogspot.com 

IL TIRRENO

1 LUGLIO 2009

 

Selvaggina sempre più folta e sempre più pericolosa

 

CASTIGLIONE (GR). Gli incidenti automobilistici provocati dall’attraversamento dei cinghiali sulle nostre strade sono un problema antico. Il frontale avvenuto ieri notte a Castiglione è solo uno dei tanti di una lunga serie accaduti negli anni. E purtroppo non sarà l’ultimo. Sempre più spesso infatti questi animali, che in Maremma si riproducono in gran quantità (ma succede anche per i caprioli, e qualche volpe), si spingono fino alle zone abitate in cerca di cibo. E attraversano strade anche molto trafficate. Per un cinghiale poi gli ostacoli non rappresentano un problema: sanno spiccare anche salti impressionanti, e per fermarli serve un intervento serio, come una recinzione molto robusta. Quello che è successo sulla provinciale delle Collacchie all’altezza di Casa Mora, non è un fatto isolato. Di casi analoghi se ne registrano tanti durante l’anno. Molti incidenti si riducono a gravi danni alle autovetture, considerando che un esemplare medio pesa sui 50-60 chili, e l’urto - oltre adi uccidere spesso l’animale - genera la necessità di riparazioni costose. Una delle auto coinvolte nello scontro dell’altra sera, la Clio della famiglia svizzera, è praticamente da rottamare. Mentre l’altra, la Toyota della famiglia romana, avrà bisogno di migliaia di euro per meccanico e pezzi di ricambio.


LA NUOVA FERRARA

1 LUGLIO 2009

 

In spiaggia è un'estate da cani

 

LIDO SPINA (FE). Quando si dice “vacanze bestiali” si pensa subito a qualcosa che è andato storto. Invece questa volta si parla proprio di andare in vacanza con gli animali. Come ogni anno, i possessori di animali, generalmente a quattro zampe, per lo più cani, si trovano ad affrontare il dubbio se dove si andrà il quadrupede sarà ben accolto. Per saperlo c’è un sito internet nuovo di zecca, vacanzebestiali.org, che è stato istituito dall’Enpa lo scorso 4 giugno e vi sono, suddivisi per regioni e per tipologie, tutti i luoghi vacanzieri dove si può stare con i propri animali. Lungo la costa comacchiese sono solo 4 gli stabilimenti balneari autorizzati ad accogliere i cani in spiaggia: due a Lido Spina, il Baia di Maui e il Trocadero, e due a Lido Estensi, il Vela e il Gabbiano. In questi stabilimenti si può andare in spiaggia con il proprio cane, ma attenzione, non gli si può far fare il bagno, però si troverà un’area delimitata, con ombrelloni e diversi servizi.  Al Gabbiano sono disponibili aree giochi per loro, in presenza del padrone, ed è d’obbligo il guinzaglio. Il padrone del cane deve avere con sè il libretto sanitario, da esibire in caso di controlli. Al Gabbiano ha un’area dedicata ai clienti con cani con 15 ombrelloni, mentre al Baia di Maui ve ne sono 40 e in più lo stabilimento offre la paletta per raccogliere le deiezioni. Per i cani esuberanti è meglio portare anche la museruola. Al Bagno Trocadero, inoltre, si può trovare un istruttore di agility e utilizzare una doccia riservata ai cani, ma è obbligatoria la sottoscrizione di un’assicurazione per eventuali danni nei confronti di terzi.  L’autorizzazione per l’area cani in spiaggia viene rilasciata dal Comune, non è costosa ma complessa sotto il profilo burocratico. Chi accoglie cani senza autorizzazione è passibile di multa, che viene estesa anche al padrone dell’animale.  I cani o altri quattro zampe sono ben accetti anche all’hotel “ La Bussola ” di Lido Nazioni, al ristorante “Locanda del Passo Pomposa” e ai camping Florenz di Lido Scacchi e Tre Moschettieri di Lido Pomposa.


LA NUOVA FERRARA

1 LUGLIO 2009

 

Da oggi a lunedì Circo di Praga spettacoli e visita allo zoo

 

LIDO NAZIONI (FE). E’ uno degli spettacoli che più affascinano i bambini, un appuntamento che d’estate va rinnovato almeno una volta: è il circo, quello straordinario evento che per una sera porta nel mondo magico di trapezzisti, giocolieri, domatori di belve feroci, clown e animali esotici. Tutto questo è anche il Circo di Praga, che stasera inizia la sua programmazione di spettacoli al Lido delle Nazioni, dove sosterà fino a lunedì prossimo in viale Unione Sovietica, di fronte all’Hotel delle Nazioni. Sotto il tendone la magia circense si rinnoverà ogni sera dalle 21.30, mentre al mattino, dalle 10 alle 13, è visitabile lo zoo (informazioni al 347-7727973).


LA NUOVA SARDEGNA

1 LUGLIO 2009

 

Sartiglia: un infarto ha stroncato Iorghi

 

ORISTANO. Le malelingue sono state messe a tacere. Le analisi tossicologiche sui campioni di sangue e di organi del cavallo morto in occasione dell’ultima Sartiglia hanno escluso la presenza di droghe e sostanze dopanti. Così si leva ogni dubbio su che cosa potesse aver originato la morte del cavallo avvenuta in via Mazzini.  L’animale si era accasciato all’uscita dal portico di Su Brocciu, mentre si apprestava ad esibirsi nella corsa delle pariglie assieme al cavaliere Alberto Carta che lo conduceva, e agli altri cavalli del terzetto. Iorghi Era stramazzato al suolo, dopo aver provato invano a rialzarsi.  Per sgombrare il campo dai dubbi, la Fondazione Sartiglia aveva deciso di sottoporre l’animale ad un’approfondita analisi di laboratorio. A stabilire che il cavallo non era dopato sono stati i tecnici di Unirelab. Soprattutto è stato accertato che Iorghi fu colpito da un infarto.  Unirelab è una società istituita dall’Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze Equine per offrire una serie di servizi tecnici e sanitari di elevata specializzazione, a beneficio del sistema ippico nazionale. Tra le altre cose si occupa del controllo delle sostanze proibite, con un laboratorio antidoping che per conto dell’Unire processa circa 35.000 campioni all’anno, e del servizio di anatomia patologica e medicina legale equina.   La Fondazione Sa Sartiglia, che attraverso la Commissione veterinaria è impegnata in un processo di controllo sui cavalli della Sartiglia, subito dopo l’incidente occorso a Iorghi aveva dato mandato alla Commissione composta dai Veterinari Giovanni Panichi, Antonello Bassu e Giuseppe Sedda di far eseguire le analisi sul cavallo per verificarne le cause della morte.   La Commissione si è rivolta alla Unirelab di Pomezia che ha effettuato i controlli necessari e ha escluso la presenza di sostanze dopanti e in particolare di antinfiammatori steroidei e non sterodei e di miorilassanti nel rene e nel fegato.


IL TIRRENO

1 LUGLIO 2009

 

Rischio strage per un cinghiale

 

Enrico Giovannelli

 

CASTIGLIONE (GR). Ancora terrore sula strada delle Collacchie, nel tratto che attraversa Castiglione. Poche ore dopo il drammatico incidente della mattina al bivio di Val delle Cannucce (un’anziana signora investita in bici mentre attraversava sulle strisce pedonali), in serata un altro schianto si è verificato un chilometro più in là.  Quasi davanti al campeggio Maremma Sans Souci, di fronte agli impianti di Casa Mora, due auto si sono scontrate frontalmente alle 23,30 di lunedì. E a innescare la carambola è stato l’attraversamento di un cinghiale.  Gravemente feriti due coniugi svizzeri, D.R. di 54 anni (trauma cranico) e la moglie B.A, di 56 (contusioni multiple), a bordo di una Renault Clio diretta verso Follonica: ma anche il figlio (frattura scomposta ad un braccio) e la fidanzata di quest’ultimo (probabile frattura alla clavicola), che viaggiavano con loro. L’altra auto invece, una Toyota LandCruise, aveva a bordo una famiglia romana, pure quattro persone: contusioni per tutti, con il figlio che potrebbe aver riportato la frattura di un braccio e il padre un forte trauma toracico. Il guidatore della Toyota ha reagito d’istinto quando davanti alla sua auto è sbucato un cinghiale di una cinquantina di chili, uscito da un campo laterale, che voleva attraversare la strada. Una brusca sterzata verso sinistra - dopo aver colpito l’animale che si è accasciato morto sulla banchina laterale - e l’urto è stato inevitabile: la Clio che sopraggiungeva dalla parte opposta non ha potuto fare niente. In quel punto il tratto di strada è un lungo rettilineo, dove di solito è anche posizionato l’autovelox. La velocità della jeep e della Clio non era elevata, ma lo schianto ha ridotto a un ammasso di rottami la Renault , mentre alla Toyota è stata divelta la ruota anteriore sinistra, prima che il fuoristrada terminasse la sua corsa nel campo vicino, dopo aver attraversato tutta la carreggiata appoggiandosi a cavallo della fossetta laterale. Immediati i soccorsi. Sul posto tre ambulanze: della Croce Rossa di Castiglione, della Misericordia di Buriano e una arrivata da Grosseto. E poi i vigili del fuoco, sempra da Grosseto, che hanno dovuto lavorare a lungo per estrarre prima i coniugi svizzeri dall’abitacolo della Clio e poi i passaeggeri incastrati nella jeep. Anche i volontari della protezione civile hanno partecipato all’intervento. Il traffico è rimasto prima rallentato, poi per quasi un’ora interrotto. I feriti sono stati tutti ricoverati all’ospedale di Grosseto per ulteriori accertamenti.


LA PROVINCIA DI LECCO

1 LUGLIO 2009

 

Dai cani da salvataggio, una zampa sul lago

 

BULCIAGO (LC) - Qualora, sfidando le correnti non sempre amichevoli del Lario e mentre cercate di guadagnare la riva, vi piombasse addosso un grosso cane, non sarà il top della iella. Partono da Bulciago, ma pattugliano la costa da Valmadrera a Mandello: i cani da lavoro di Claudio Cazzaniga  reduci, come s'è già scritto, da brevetti e successi internazionali  aderiscono a «Lario Rescue».
Danno una mano, anzi una zampa all' associazione «che  come ricorda lo stesso Cazzaniga - nasce dalla passione per il lago. Reduci da diverse esperienze, si sta compattando un gruppo di persone provenienti da vari settori per costruire qualcosa di importante. Si sta amalgamando una squadra di oltre venti volontari tutti molto qualificati: istruttori di sub, bagnini, persone con esperienza di soccorso col 118, istruttori di nuoto». Cazzaniga partecipa come «responsabile del gruppo cinofilo, che andremo a mettere in piedi e come bagnino: tra gli scopi primari del gruppo c'è fornire assistenza alle manifestazioni che si svolgono sul lago, dalla traversata Onno-Mandello, al triathlon di Bellagio e di Lecco. La sede operativa è la darsena Falk a Mandello». Qui i generosi cani  per lo più Terranova e Retrievers - bulciaghesi saranno presenti per tutta l'estate con gli addestratori, soprattutto il sabato e la domenica «anche se, per quest'anno  rimarca Cazzaniga - non formalmente, proprio perché siamo nuovi ed è necessaria una fase di rodaggio. Comunque, abbiamo già fornito un servizio d'appoggio per le riprese televisive del programma di Italia 1 «Cupido» e partecipato in "trasferta" a Livigno ad un altro evento. Non solo. Effettuiamo, al bisogno, il recupero delle imbarcazioni: già due gli interventi a Limonta e sull'Adda»


ANSA AMBIENTE

1 LUGLIO 2009

 

ARRIVA LA LINEA DI SOLARI PER FIDO IN VACANZA

 

MILANO - Chi parte per le vacanze con il proprio animale domestico d'ora in poi potra' avvalersi di una risorsa in piu' per la cura e il benessere dei fidati amici a quattro zampe. Sugli scaffali di farmacie e pet-shop arriva infatti una linea di solari studiati per salvaguardare l'epidermide di cani e gatti. Si tratta di una crema dermatologica e di uno spray da vaporizzare sul manto, dalla composizione schermante del tutto simile a quella che caratterizza le lozioni per gli esseri umani. I prodotti, una novita' nel loro genere, sono stati realizzati dai ricercatori dalla casa farmaceutica Bayer per rispondere alle esigenze sanitarie dei tanti animali che con l'uomo condividono sempre piu' spesso stile di vita e luoghi frequentati. Difficilmente si pensa che il sole possa loro fare male, ma l'esposizione prolungata ha invece effetti nocivi. Al mare come in citta', anche cani e gatti si scottano e rischiano di sviluppare dermatiti o, peggio, tumori.
 

torna alla pagina iniziale [email protected] torna all'archivio della rassegna stampa