L'ARENA GIORNALE DI VERONA
1 APRILE 2010
CURE MANCATE. La piaga si era infettata e l’animale era deceduto
Non curò il cane ferito Condannato a 4 mesi
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Bardolino (VR) - Non picchiò il cane che da anni viveva in un giardino in località Bersaglio a Bardolino. Non lo prese a sprangate ma Attila si era ferito probabilmente correndo in campagna ma il proprietario, Lorenzo Boni, non si prese cura di lui. la ferita in piena estate peggiorò al punto che non fu possibile curarla, si infettò e la zampa posteriore, quando intervennero alcuni volontari della Lav che da qualche giorno avevano notato il cane sofferente, era in cancrena. Attila fu soppresso, morì soffrendo, perchè non poteva camminare e non riusciva a spostarsi per bere. Un processo per maltrattamenti in cui il comportamento omissivo del proprietario è stato ieri punito dal giudice Raffaele Ferraro con quattro mesi di reclusione. Il signor Boni (difeso da Roberto Canevaro) dovrà versare anche 5000 euro alla parte civile (la Lav tutelata dall’avvocato Manuela Pasetto) e rifondere le spese di costituzione. Un processo nel quale si sono alternate le versioni ma che ieri si è concluso con il riconoscimento di responsabilità penale anche per un’omissione: Attila morì perchè chi doveva prendersi cura di lui non lo fece.
IL TIRRENO
1 APRILE 2010
Uccide a fucilate il cane che gli aveva dilaniato nove conigli
CARRARA. Ha ucciso con due colpi di fucile un cane meticcio di taglia media. L’animale era entrato nella sua aia e aveva straziato nove conigli. Questo lo spettacolo che si sono trovati davanti i vigili intervenuti sul posto. Ieri in tribunale si è aperto il processo a carico di Giancarlo Ceccarelli (assistito dal legale Patriza Baccigalupi), sotto accusa proprio per aver ammazzato il cane di Ivano Bacci. La difesa si basa sul fatto che il cane era entrato nell’aia di casa, dove, poco distante dalle conigliere, si trovavano la nipotina e la moglie di Ceccarelli e che si stava avventando proprio sulla donna quando l’uomo ha esploso i colpi.
IL SECOLO XIX 1 APRILE 2010
Allarme cani avvelenati a Bragarina La padrona di alcuni animali lancia il sospetto che qualcuno stia cercando di ammazzare i cani del quartiere
La Spezia - A Bragarina, qualcuno tira bocconi avvelenati ai cani che abbaiano. E’ la sconcertante denuncia di Angela D’Ippolito che 5 anni fa ha visto morire il suo primo animale, un pastore tedesco, un mese fa la sua cagnetta meticcia “Penny” di un anno e mezzo e la settimana scorsa ha strappato alla morte in extremis il dogo argentino “Gaucho” di cinque anni, del peso di 40 chili che di giorno teneva in giardino. «Un mese fa quando è morta “Penny” il veterinario ha pensato ad una emorragia cerebrale –spiega Angela- ma ora, alla luce di quanto è accaduto a “Gaucho”, che è stato sicuramente avvelenato con qualche boccone per topi, sono sicura che anche “Penny” sia stata vittima di bocconi avvelenati. I miei cani davano fastidio forse perchè abbaiavano a chi passava vicino al giardino di casa mia in via Capraia. Pensi che per farmeli togliere qualcuno mi aveva denunciato per maltrattamenti e abbandono di animali ma gli accertamenti hanno dimostrato quanto io ami i miei cani. E’ vero, quando qualcuno passa lungo il giardino, o quando i bambini del vicinato li disturbano, i cani si mettevano a latrare, credo sia un fatto naturale e poi la sera li mettevo sempre in casa e quindi non abbaiavano più e non potevano disturbare nessuno. ”Gaucho” l’ho salvato per i capelli grazie alle cure che gli hanno praticato i veterinari della clinica “Haziel” di Santo Stefano che si sono accorti dell’avvelenamento: aveva fegato e reni interessati ed ora continuo a portarlo in clinica per continuare la terapia. Per fortuna presto mi trasferisco ai Colli e lì mi auguro di trovare vicini più comprensivi ed amichevoli».
ADN KRONOS
1 APRILE 2010
Caserta, legava muso dei cani con nastro adesivo per non farli abbaiare: denunciato
Caserta - Denunciato a piede libero per maltrattamento, un medico 62enne residente a Portico di Caserta
Caserta - Aveva legato con del nastro adesivo il muso dei suoi due dobermann per impedirgli di abbaiare durante la notte. Ad essere denunciato a piede libero per maltrattamento, un medico 62enne residente a Portico di Caserta. I carabinieri della stazione di Macerata Campania sono intervenuti dopo una segnalazione anonima pervenuta al 112, accertando, una volta sul posto, all'interno del cortile dell'abitazione dell'uomo, la presenza di due dobermann in catene, con il muso immobilizzato da nastro adesivo.Per i provvedimenti di competenza e' stato interessato anche il servizio veterinario del dipartimento di prevenzione dell'Asl di Caserta.
STABIA CHANNEL
1 APRILE 2010
Caserta - Cani legati con nastro adesivo
CASERTA - Aveva legato con del nastro adesivo il muso dei suoi due dobermann per impedirgli di abbaiare durante la notte.Ad essere denunciato a piede libero per maltrattamento dai carabinieri è stato un medico 62enne residente a Portico di Caserta.
"Siamo inorriditi-spiegano il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il rappresentante dell'associazione animalista "cani felici onlus" Raffaele Beneduce -  ma non meravigliati da questa ennesima atrocità.Purtroppo sempre più spesso gli abitanti della Campania dimostrano una crudeltà inaudita nei confronti degli animali come dimostrano gli ultimi casi della strage di cani massacrati con un'accetta a Castellammare o del divieto di sfamare i randagi ad opera del Sindaco di Monte di Procida.La nostra regione purtroppo ha oramai un triste primato di violenza contro gli animali".
CORRIERE DELLA SERA
1 APRILE 2010
Nel casertano: l'uomo, un medico di 62 anni, è stato denunciato per maltrattamento
Tappa la bocca ai cani con lo scotch
Immobilizza il muso di 2 dobermann. Abbaiavano Gli animalisti: «Un fatto inaudito e inumano»
CASERTA - Abbaiava troppo. Perciò ha deciso di tappargli la bocca. Con una museruola? No, con lo scotch. Questa la bizzarra trovata di un medico di 62 anni che per silenziare il dobermann che a suo dire latrava in modo eccessivo troppo ha usato addirittura il nastro adesivo. Accade a Portico di Caserta. L'uomo è stato denunciato dai carabinieri per maltrattamento di animali. La denuncia è partita da una segnalazione anonima al 112. I militari hanno accertato che l’uomo, per evitare che i due esemplari di dobermann che teneva in cortile legati, potessero abbaiare durante la notte, avevano immobilizzato loro il muso con del nastro adesivo. Della vicenda è stato interessato anche il dipartimento di prevenzione del servizio veterinario dell’Asl. «Un fatto di inaudito maltrattamento di animali. Come si può limitare la respirazione? La soddisfazione della sete? Come è possibile togliere ad un essere vivente la capacità di comunicare? Un comportamento contrario a tutte le leggi a difesa dei Diritti degli animali, e di ogni essere vivente». Così Walter Caporale, presidente nazionale dell’associazione Animalisti Italiani Onlus, commenta quanto accaduto a Portico di Caserta. «Ora il medico venga tenuto fino al processo con la bocca chiusa dall’adesivo affinchè gli si tolgano tutte le possibilità di difesa e tutte le possibilità di esprimere le attenuanti, semmai ce ne fossero», aggiunge Caporale.
LIBERO
1 APRILE 2010
CASERTA: LEGAVA MUSO DEI CANI CON NASTRO ADESIVO PER NON FARLI ABBAIARE, DENUNCIATO
Caserta - Aveva legato con del nastro adesivo il muso dei suoi due dobermann per impedirgli di abbaiare durante la notte. Ad essere denunciato a piede libero per maltrattamento, un medico 62enne residente a Portico di Caserta.I carabinieri della stazione di Macerata Campania sono intervenuti dopo una segnalazione anonima pervenuta al 112, accertando, una volta sul posto, all'interno del cortile dell'abitazione dell'uomo, la presenza di due dobermann in catene, con il muso immobilizzato da nastro adesivo.Per i provvedimenti di competenza e' stato interessato anche il servizio veterinario del dipartimento di prevenzione dell'Asl di Caserta.
ANSA AMBIENTE
1 APRILE 2010
IMMOBILIZZA MUSO DOBERMANN CON NASTRO ADESIVO, DENUNCIATO
CASERTA - Chiude la bocca ai cani con il nastro adesivo: un medico di 62 anni, di Portico di Caserta, comune poco distante da Caserta, e' stato denunciato dai carabinieri per maltrattamento di animali. La denuncia e' partita da una segnalazione anonima al 112. I militari hanno accertato che l'uomo, per evitare che i due esemplari di dobermann che teneva in cortile legati, potessero abbaiare durante la notte, avevano immobilizzato loro il muso con del nastro adesivo. Della vicenda e' stato interessato anche il dipartimento di prevenzione del servizio veterinario dell'Asl, per i provvedimenti del caso.
DISABILI.COM 1 APRILE 2010
IL CANE COME AUSILIO PER I DISABILI MOTORI U-dog, un’associazione per educare e addestrare i cani da lavoro
I cani non aiutano solo i disabili visivi e gli audiolesi, ma anche i disabili motori. Possono rappresentare l’ausilio fondamentale per il raggiungimento dell’autonomia del disabile fornendo un aiuto pratico per fare cose che risultano troppo faticose, possono mettere a disposizione i loro occhi, oppure il loro udito acuto.Oggi vi raccontiamo di U-dog, neonata associazione con sede a Compodoro, in provincia di Padova. Nata dalla collaborazione di due vicentini, Igor Facco (addestratore di professione) e Massimo Ricatti (tecnico cinofilo), U-dog si dedica alla formazione del cane da lavoro. Con questa locuzione si intendono i cani per non vedenti, i cani da assistenza per audiolesi e i cani protesi. VIDEO http://www.disabili.com/aiuto/20677-il-cane-come-ausilio-laiuto-ai-disabili-motori
IL GAZZETTINO
1 APRILE 2010
ALLARME IN VIA BOIAGO Trova nutria in casa: la catturano i pompieri
Treviso - Una nutria ha fatto prendere un enorme spavento a una signora anziana che se l’è trovata ai piedi delle scale di un condominio di via Boiago. L’allarme è scattato attorno alle 11. Il roditore, di notevoli dimensioni, ha impaurito anche altri condomini. Immediata la richiesta di intervento ai vigili del fuoco di Treviso che sono arrivati con una cesta per il trasporto in auto dei cani. I pompieri in un’ora di lavoro hanno recuperato con qualche preoccupazione la nutria che anni fa era considerato da animale da pelliccia (il castorino). L’animale se ne stava tranquillamente accucciato in un angolo dell’atrio condominiale. La nutria, più grossa di un coniglio, pesava circa 6 chili. I vigili del fuoco l’hanno poi affidata al personale della Provincia per la soppressione.
IL CITTADINO
1 APRILE 2010
Provincia di Lodi - Strage di tassi investiti a Borghetto, sotto accusa la nuova pista ciclabile
Provini della Lega: «Basterebbe creare dei varchi mettendo rampe o scalini di risalita». Sotto accusa anche i cartelli pubblicitari
Fra Graffignana e Borghetto un muro non lascia passare gli animali
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Andrea Bagatta
Provincia di Lodi - Sotto accusa la nuova pista ciclabile tra Borghetto e Graffignana per la strage di animali selvatici, in particolare tassi, travolti dalle auto. Le povere bestiole sono alla mercè del traffico a causa del muretto di contenimento.
Borghetto È a rischio di strage di animali la strada provinciale 125 da Graffignana a Borghetto: da quando è stata completata la ciclabile che corre parallela alla provinciale, con progetto della vecchia amministrazione provinciale e realizzazione sotto la nuova, sono già tre le carcasse di tassi investiti dalle auto, e analoga fine avrebbero fatto alcuni conigli selvatici.La causa di questa improvvisa impennata nelle morti di animali selvatici a causa delle auto è proprio da ricercare nei lavori accessori alla nuova ciclabile: in corrispondenza del vallone del Lambro, il declivio che da Borghetto va verso Graffignana, per evitare smottamenti dei terreni sopraelevati rispetto al livello della ciclabile e della provinciale, è stato realizzato un muro di contenimento alto quasi un metro e mezzo da terra, senza nessuna interruzione per qualche centinaio di metri.Così gli animali che abitano nella zona, area di ripopolamento e cattura dove è vietato cacciare, quando cercano di attraversare la strada provinciale 125 per proseguire nei campi si trovano di fronte una barriera insormontabile e cercano di tornare indietro, restando per molto tempo esposti al passaggio delle automobili sulla provinciale.Dopo il grido d’allarme lanciato da alcuni ciclisti e diversi residenti, qualche proposta concreta arriva da Massimo Provini, ex consigliere comunale responsabile degli enti locali per la sezione di Borghetto della Lega Nord. «Quel muro non deve essere un ostacolo per la discesa e la risalita della fauna dal vallone - spiega Provini -. Nella zona di ripopolamento ci sono lepri, conigli selvatici, fagiani, tassi e volpi e molti di loro sono già stati investiti dalle auto proprio perché non possono muoversi liberamente. Basterebbe creare dei varchi, mettendo delle rampe o degli scalini di risalita ogni tanto. Gli animali imparano in fretta. Inoltre, il muro è una barriera che proprio non ci vorrebbe in quella zona: perché qua e là non lo si abbassa creando delle panchine? Magari si potrebbe posizionare qualche cartellone informativo su flora e fauna, o con le indicazioni turistiche della zona. La ciclabile sarebbe ancora più fruibile».E anche migliore esteticamente, perché ora come ora, benché molto pratica, di fatto con i suoi cartelloni pubblicitari e il suo muro di contenimento ostruisce la vista del paesaggio tipico lodigiano sul vallone del Lambro e sulla campagna borghettina. «Sono stati predisposti almeno una decina di cartelloni pubblicitari in meno di un chilometro: se tutti saranno occupati, la vista della campagna sparirà - conclude Provini -. Se poi qua e là si posizionassero dei cespugli e degli arbusti, la ciclabile diventerebbe molto più fruibile. Sono lavori non troppo impegnativi con cui si potrebbero sanare le pecche di un’opera che rimane utilissima e avrebbero un impatto molto positivo».
BLOG SICILIA
1 APRILE 2010
La crudeltà della Pasqua…
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Si avvicina la Pasqua e si avvicina il sacrificio di milioni di innocenti piccoli agnellini.In Italia vengono macellati, ogni anno, circa 3 milioni e 300 mila agnellini di pochi mesi.
Più del 60% degli ovini macellati in Italia arrivano nelle nostre “tavole pasquali” a causa di una tradizione inutile, stupida, crudele.Giudicate voi stessi, tutti voi cristiani con una certa moralità e difensori del diritto alla vita di chiunque. Giudicate voi stessi se un simile massacro può essere giustificato a causa della nostra ingordigia, di un’etica deviata, falsa ed immorale.
VIDEO
http://palermo.blogsicilia.it/2010/04/la-crudelta-della-pasqua/
LA PROVINCIA DI LECCO
1 APRILE 2010
«Niente capretto grazie: poveretto strappato da cucciolo alla madre»
L'agnello arrosto sarà anche il piatto per antonomasia della Pasqua, ma c'è chi non ne vuol sapere di una tradizione che considera barbara e crudele. Stiamo parlando di un gruppo di persone che genericamente indichiamo come vegetariani, ma che sono qualcosa di più, nel senso che la loro posizione rimanda ad una concezione precisa della vita.
«Per come la vedo io se tu ami veramente qualcosa non lo mangi». Chi ci dice questo con grande gentilezza ma anche con determinazione è Gabriella Berini, una lecchese volontaria dell'Enpa e di altre associazioni animaliste ed in procinto di laurearsi in veterinaria. Vegetariana e veterinaria: le due cose non sono in contraddizione? «Tanto per cominciare devo dire che io ho già una laurea in lingue e svolgo la professione di interprete. La laurea in veterinaria l'ho voluta conseguire proprio perché amo gli animali e devo ammettere che è un vero sacrificio. Infatti devo soggiacere ad un punto di vista dettato soprattutto dal mercato che vede gli animali come degli oggetti da reddito con tutte le conseguenze del caso. Nonostante questo c'è un gruppo di studenti in veterinaria che è vegetariano e questo fa ben sperare per il futuro». Veniamo agli agnelli ed ai capretti che in questi giorni finiranno sulle nostre tavole. Perché è contraria a questa pratica? «Essendo vegetariana io gli animali non li ammazzerei mai, ma per quanto riguarda agnelli e capretti la situazione è ancora peggiore. Teniamo presente che si tratta di animali di 30/50 giorni che pesano tra i 10 ed i 14 chili. Vorrei che la gente pensasse all'istinto genitoriale di pecore o capre, che si vedono strappati i propri cuccioli dopo pochi giorni di vita. Sono animali che soffrono in modo terribile per un distacco violento; le madri piangono per tre giorni dopo che gli sono stati tolti i loro piccoli. Oscar Wilde diceva che la civiltà di un popolo si misura dal rispetto che ha per gli animali. Le conseguenze traetele voi». Perché secondo lei è sono ancora pochi quelli che si pongono questi problemi? «Innanzitutto perché manca informazione e conoscenza. Se le persone assistessero alla macellazione degli animali comincerebbero a porsi molte domande. Pensiamo a quello che succede spesso. La mattina i bambini delle scuole elementari vengono portati nelle fattorie didattiche per imparare a conoscere gli animali. Vedono le galline, le pecore, gli agnelli. La maestra spiega loro come vivono, cosa mangiano e via di questo passo. La sera gli stessi bambini tornano a casa e si trovano nel piatto l'agnellino che avevano ammirato la mattina. In tutto questo c'è qualcosa che non va, è evidente». Voi cosa riuscite a fare in questa situazione? «Noi siamo un gruppo di volontarie che cercano di dare il loro aiuto come possono. Ci occupiamo soprattutto di cani e gatti, ma ultimamente anche di asini e cavalli. Poi in questi giorni siamo riusciti a comprare proprio un piccolo capretto che un allevatore non aveva ancora venduto. Lo abbiamo salvato e ricollocato da un nostro amico. Ecco quel capretto vivo e vegeto, che crescerà felicemente, è il simbolo della nostra Pasqua».
IL PICCOLO
1 APRILE 2010
Troppi agnelli sui camion: fioccano le multe
Margherita Reguitti
GORIZIA - Sono serrati i controlli per il rispetto della legalità da parte della Polstrada di Gorizia. In particolare durante l'ultimo servizio realizzato in prossimità dell'ex valico di Sant'Andrea sono stati 42 i tir fermati. Nove le multe comminate per il mancato rispetto dei tempi di guida, regolati dal cronotachigrafo a bordo dei mezzi e per inefficienza dei mezzi. Le due pattuglie miste, composte da 5 poliziotti italiani e uno sloveno in servizio lungo il raccordo verso Villesse, hanno riscontrato il cattivo funzionamento dei freni e delle luci ma anche l'usura delle gomme che mettono a rischio la sicurezza sulle autostrade, soprattutto a pieno carico. Molte e diverse le nazionalità di camion controllati: oltre a sloveni, sicuramente il numero maggiore visto la vicinanza con l'ex confine, anche bulgari, polacchi, russi e rumeni. «Nell'arco degli ultimi 15 giorni - ricorda il comandante della Polstrada Gianluca Romiti - abbiamo intensificato i controlli sul trasporto di animali vivi verificando il rispetto delle condizioni di benessere animale». Nell'approssimarsi della Pasqua si intensifica il trasporto di agnelli, le cui carni sono la base di molti piatti lungo tutto lo stivale. «In 15 casi - prosegue Romiti - sono scattate le multe in quanto la densità dei capi trasportati eccedeva le disposizioni previste dal codice della strada. Ma non sono mancate le multe per la mancata disinfestazione e pulizia dei carri a trasporto concluso. Il rapporto di collaborazione con le forze di polizia slovene è una caratteristica dell'aree dell'ex confine - ricorda il vice questore Romiti -. Lo stesso servizio viene infatti realizzato sul territorio della vicina repubblica in direzione Lubiana. Si concretizza così - conclude Romiti - una salda collaborazione professionale e umana fondamentale per le caratteristiche di queste terre».
LIBERO
1 APRILE 2010
PASQUA: COLDIRETTI NELLE MARCHE SARA' CONSUMATO 1 MILIONE DI CHILI DI AGNELLO
Ancona - Un milione di chili di carne di agnello finira' sulle tavole dei marchigiani in occasione delle festivita' pasquali. Ad affermarlo e' la Coldiretti Marche nel sottolineare che la novita' di quest'anno e' rappresentata dal boom fatto registrare negli acquisti di carne certificata. Secondo i dati Coldiretti-Bovinmarche, l'Agnello della Marca, il marchio che identifica gli animali nati e allevati nei pascoli d'alta quota dell'Appennino centrale, ha incrementato del 30% le vendite. La carne, spiega la Coldiretti Marche, e' caratterizzata da un innovativo sigillo alimentare che non puo' essere strappato e che va cotto assieme al prodotto essendo composto di amido di mais. In questo modo, i consumatori possono portare in tavola agnello realmente 'made in Marche' evitando i rischi dei tarocchi', che possono provenire dall'estero. Se, ricorda Coldiretti, nelle Marche, si producono ogni anno 200mila agnelli, di cui la meta' in occasione delle festivita' pasquali, altrettanti vengono importati dai Paesi dell'Est europeo per essere venduti come italiani nonostante siano di qualita' inferiore rispetto alle produzioni nostrane. ''Cio' -sottolinea Coldiretti Marche- rappresenta un danno per gli allevatori marchigiani ma anche un inganno verso il cittadino consumatore che, credendo di comperare carne italiana, si porta a casa un prodotto non altrettanto buono. Da qui la necessita' di estendere, anche alla carne di agnello, l'obbligo di indicare la provenienza in etichetta al pari di quanto avviene per quella bovina e di pollo, ma si sta anche lavorando per far riconoscere una denominazione Igp-Indicazione geografica protetta per l'agnello dell'Italia Centrale''. Sul fronte dei prezzi, quelli pagati agli allevatori si sono mantenuti sui livelli dello scorso anno, circa 4 euro al chilogrammo, mentre quelli al consumo si aggirano tra i 10 e i 15 euro.
LA PROVINCIA DI LECCO
1 APRILE 2010
È Pasqua: in tavola l'agnello brianzolo Ma senza esagerare
Dal 1995 si è tornati all'allevamento di questa razza autoctona: «Ci teniamo, no a macellazioni scriteriate»
Gianfranco Colombo
Quando si avvicina la Pasqua scatta la corsa all'acquisto dell'agnello o del capretto, ingredienti fondamentali per quello che è il piatto tipico per eccellenza di questa festa. Sia sulle tavole delle nostre case sia su quelle dei ristoranti sono cambiate tante cose, ma i riti culinari della giornata di Pasqua esigono la presenza dell'agnello o del capretto a seconda dei gusti. Da qualche anno, poi, proprio nel nostro territorio, ha ripreso vigore l'allevamento della pecora brianzola, che viene allevata anche per la lana, ma soprattutto per le carni. Il latte delle pecore viene riservato solo agli agnelli le cui carni ovviamente acquistano in bontà.
«Lo sforzo degli allevatori - ci ha detto Pasquale Redaelli, presidente dell'Associazione della pecora brianzola - è quello di garantire una razza che si stava estinguendo». Ed in effetti quella della pecora brianzola è una delle tante storie legate all'abbandono di certi tipi di allevamento. Questa razza, in particolare, si stava estinguendo perché i pochi contadini che l'avevano la incrociavano con altre razze. Nel 1995 Pasquale Redaelli ed altri appassionati trovarono dei capi originali a Proserpio e da lì cominciarono un percorso di recupero di questa razza, aiutati in questo anche dalla Comunità Montana del Lario Orientale. Grazie a questi allevatori si è passati dai poco meno di cento capi del 1998 ai mille di oggi. La pecora brianzola, come abbiamo già detto, è un animale che si alleva soprattutto per la carne, ma anche di questi tempi in cui la richiesta del mercato è alta i nostri allevatori non rinunciano al raziocinio. «Noi teniamo molto a questa razza - ci dice ancora Pasquale Redaelli - ed anche per questo sappiamo rinunciare alle esagerate macellazioni di questi giorni. Si deve garantire questa nostra razza ovina anche educando la gente ad un consumo più equilibrato nel tempo. Inoltre la macellazione avviene dai due mesi in avanti ed anche questo è un fattore importante per la qualità delle carni. Infine prima di macellare selezioniamo i soggetti migliori che serviranno poi per la rimonta». Possiamo allora dire che per quanto riguarda la pecora brianzola non ci sarà, in questa Pasqua, una mattanza scriteriata, anche perché questi allevatori in quindici anni hanno contribuito a salvare questa razza autoctona che si andava perdendo. «Ci tengo a sottolineare ? conclude Redaelli ? che dal 7 aprile 2008 l'agnello brianzolo è stato inserito dalla Regione Lombardia tra i prodotti regionali tipici e da tempo è stato registrato il marchio della pecora brianzola. Se molti altri allevatori si convertissero alla nostra pecora potremmo aumentare ulteriormente il numero dei capi. Inoltre speriamo che anche i nostri ristoratori si rendano conto della bontà e della qualità di questi animali autoctoni, che rientrano perfettamente in quella filosofia della filiera corta che oggi è un punto di forza della ristorazione di qualità». IL DENARO 1 APRILE 2010
Che cosa comporta mangiare gli animali
Fabiana Gambardella
Se è vero che siamo quello che mangiamo, che lineamenti assume il volto dell'homo sapiens nell'era della tecnica e dell'allevamento intensivo degli animali? quali sono le fattezze del contemporaneo mangiatore di carne? Il cibo è cultura, identità, rappresenta la nostra storia, identifica il nostro abitare; il cibo è piacere, convivialità, rito, scandisce la quotidianità con le sue abitudini e i momenti di festa, la gioia condivisa.
CORRIERE DELEL ALPI
1 APRILE 2010
Nell'Aurich c erano tre capretti l Usl ha provveduto al recupero
FELTRE (BL). Erano tre capretti e non tre piccoli cani quelli che per due settimane hanno giaciuto morti nelle acque del torrente Aurich dentro una borsa di plastica. Una brutta storia alla quale ha messo la parola fine il servizio veterinario dell’Usl 2 intervenuto su segnalazione del sindaco Vaccari. Il primo cittadino e senatore ha letto la segnalazione fatta alla stampa martedì dalla signora Franca Scopel, che aveva notato la triste situazione mentre era a passeggio con il cane nei pressi della sua abitazione, e ha chiesto alla polizia locale, che fino ad allora non era stata interpellata di sollecitare l’Usl ad intervenire. I tre animali morti si trovavano a Villaga nelle acque del torrente Aurich da parecchi giorni. Il sindaco ha fatto attivare il protocollo in atto riguardo il contenimento del contagio della rabbia silvestre, che prevede, in caso di ritrovamento di carcasse di animali, che queste vengano trattate con particolare cautela e la loro raccolta spetta al personale incaricato, che di solito è la guardia provinciale o il servizio veterinario. Quest’ultimo ha comunicato al comando di polizia locale che gli animali in questione erano tre capretti morti e che l’affossamento delle carcasse era stata eseguita.
QUOTIDIANO DEL NORD
1 APRILE 2010
Moda, caso pellicce cane e gatto: in vigore nuove sanzioni
Roma - Entra oggi in vigore il Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n.47 (G.U. n.75 del 31/03/2010) in materia di “Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 1523/2007, che vieta la commercializzazione, l'importazione nella Comunità e l'esportazione fuori della Comunità di pellicce di cane e di gatto e di prodotti che le contengono”.In Italia, già dal 2004 con la Legge n.189 art. 2, è vietato “utilizzare cani e gatti per la produzione o il confezionamento di pelli, pellicce, capi di abbigliamento e articoli di pelletteria costituiti od ottenuti, in tutto o in parte, dalle pelli o dalle pellicce dei medesimi, nonché commercializzare o introdurre le stesse nel territorio nazionale”.A seguito dell’approvazione del Regolamento 1523/2007, il Governo italiano ha quindi integrato le disposizioni della Legge 189, prevedendo una sanzione penale anche per l’esportazione: chi, privato cittadino o azienda, dovesse essere coinvolto in tali attività sarà infatti punito con l'arresto da tre mesi ad un anno o con l'ammenda da 5.000 a 100.000 euro; oltre alla confisca e distruzione del materiale a proprie spese.Inoltre, il provvedimento integrativo delle disposizioni della Legge 189, nella piena attuazione del Regolamento comunitario, adegua le denominazioni precedentemente utilizzate per identificare le specie animali, sostituendo le parole “canis familiaris” con “canis lupus familiaris” (scientificamente corretta) e “felis catus” con “felis silvestris”; particolarmente significativa questa ultima modifica, in quanto la specie “felis silvestris” comprende numerose sottospecie (tra cui felis catus, noto come gatto domestico) andando quindi ad ampliare la tutela su un maggior numero di felini selvatici le cui popolazioni sono distribuite nei diversi continenti.“E’ giunto il momento di adottare un adeguato piano di controlli per stroncare il commercio di pellicce di cani e gatti che negli anni passati ha fortemente interessato il nostro Paese, come già denunciato dalla LAV – dichiara Simone Pavesi, responsabile LAV settore pellicce – Servono subito ispezioni su pellicce e abiti confezionati con inserti in pelliccia, provenienti in particolare da quei Paesi, come la Cina, che abitualmente usano pellicce di cani e gatti”.“Il peggiore segreto dell’industria della pellicceria” così si intitolava la campagna LAV che denunciava nel 2001 la strage di cani e gatti utilizzati per il confezionamento di inserti in pelliccia (in cappotti, giacche, scarpe, suole per scarpe e stivali); un mercato semi-clandestino che, grazie a diciture fuorvianti riportate sulle etichette di capi di abbigliamento, portava sul mercato europeo ed italiano abiti provenienti dalla sofferenza e la morte di almeno 2 milioni di cani e gatti all’anno. Animali allevati in Cina ed in altri paesi asiatici in condizioni spaventose, privati di ogni elementare diritto e uccisi con metodi di violenza inaudita. Tutto questo per soddisfare l’industria della pellicceria ed ingannare gli ignari consumatori.Grazie alla campagna della LAV, che commissionò investigazioni nei grandi magazzini italiani che, come venne documentato, vendevano capi di abbigliamento confezionati con inserti in pelliccia di cane, l’Italia è stato il primo Paese europeo a mettere al bando questo commercio. Prima con due Ordinanze Ministeriali, poi definitivamente con la legge 189 del 2004, l’Italia è stata il paese-guida nel porre fine a questo massacro ed ha consentito l’estensione del divieto a tutta l’Unione Europea con la successiva approvazione del Regolamento UE 1523 del 2007.
ANSA AMBIENTE
1 APRILE 2010
ANIMALI: LAV, AL VIA NUOVE SANZIONI SU PELLICCE CANI E GATTI
ROMA - Nuove sanzioni in arrivo per chi importa, esporta o commercializza pellicce di cani e gatti. La Lav, in una nota annuncia che oggi entra in vigore il decreto legge in materia di ''disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni comunitarie che vietano la commercializzazione, l'importazione nella Comunita' e l'esportazione fuori della Comunita' di pellicce di cane e di gatto e di prodotti che le contengono''. Il Governo italiano, recependo la direttiva comunitaria, ha introdotto una pena specifica per chi esporta questi prodotti.
''Chi, privato cittadino o azienda - si legge nella nota della Lav - dovesse essere coinvolto in tali attivita' sara' punito con l'arresto da tre mesi ad un anno o con l'ammenda da 5mila a 100mila euro, oltre alla confisca e distruzione del materiale a proprie spese''. La norma italiana, inoltre, adegua le denominazioni precedentemente utilizzate per identificare le specie animali, sostituendo le parole 'canis familiaris' con 'canis lupus familiaris' (scientificamente corretta) e 'felis catus' con 'felis silvestris', sostituzione questa particolarmente significativa poiche' comprende numerose sottospecie. ''E' il momento di adottare un adeguato piano di controlli per stroncare il commercio di pellicce di cani e gatti - ha detto Simone Pavesi, responsabile Lav settore pellicce - . Servono subito ispezioni su pellicce e abiti confezionati con inserti in pelliccia, provenienti in particolare da quei Paesi, come la Cina, che abitualmente usano pellicce di cani e gatti''.
QUOTIDIANO DEL NORD
1 APRILE 2010
Cresce il fenomeno delle rinunce di animali esotici
Modena - Un camaleonte e un altro rettile, probabilmente un cukaualla, tuttora da identificare con maggior precisione, sono stati consegnati nei giorni scorsi dal loro proprietario, un cittadino di Bologna, al Centro fauna selvatica Il Pettirosso di Modena.Il camaleonte, esemplare adulto originario dello Yemen, è lungo circa 25, mentre il cukaualla, una delle oltre 700 specie di rettili delle zone del deserto del Messico, è ancora un piccolo ma già lungo oltre 50 centimetri con la prospettiva di arrivare (qualora venisse confermata la specie) alla lunghezza di oltre un metro e mezzo, motivo che, secondo i volontari del Centro, avrebbe convinto il proprietario a liberarsi dei due animali esotici, secondo primi accertamenti detenuti legalmente.Dell'episodio, comunque, è già stato informato il Corpo forestale dello Stato per eventuali ulteriori verifiche sulla base della normativa Cites che regola il commercio e la detenzione di fauna esotica.«La rinuncia dei proprietari di animali esotici sta diventando un problema a livello nazionale» afferma Piero Milani, responsabile del Centro che opera sulla base di una convezione con la Provincia di Modena per il recupero e il salvataggio della fauna selvatica in difficoltà. «Anche a Modena negli ultimi anni - continua Milani - sono aumentate le consegne al Centro soprattutto di furetti, conigli nani ma anche iguane e pitoni da parte di proprietari quasi sempre pentiti di averli acquistati, probabilmente con troppa superficialità. Ovviamente è sempre meglio consegnarli a noi che abbandonarli, ma resta il problema di chi dovrà poi accudire questi animali mentre i Centri specializzati in fauna esotica in Italia, dove saranno trasferiti anche questi due rettili, sono ormai alla saturazione. E' una questione - spiega Milani - di cui si deve occupare il governo al quale ci siamo già rivolti presentando nei mesi scorsi un progetto al ministero dell'Ambiente».Per le segnalazioni e richieste di intervento sono attivi 24 ore su 24 alcuni numeri telefonici: 339 8183676-339 3535192 oppure è possibile chiamare anche il servizio 118.
AGI
1 APRILE 2010
ANIMALI ESOTICI: MODENA, CAMALEONTE E CUKAUALLA AL CENTROFAUNA
Modena - Un camaleonte e un altro rettile, probabilmente un cukaualla, tuttora da identificare con maggior precisione, sono stati consegnati nei giorni scorsi dal loro proprietario, un cittadino di Bologna, al Centro fauna selvatica 'Il Pettirosso' di Modena. Il camaleonte, esemplare adulto originario dello Yemen, e' lungo circa 25, mentre il cukaualla, una delle oltre 700 specie di rettili delle zone del deserto del Messico, e' ancora un piccolo ma gia' lungo oltre 50 centimetri con la prospettiva di arrivare (qualora venisse confermata la specie) alla lunghezza di oltre un metro e mezzo; motivo che, secondo i volontari del Centro, avrebbe convinto il proprietario a liberarsi dei due animali esotici, secondo primi accertamenti detenuti legalmente. Dell'episodio, comunque, e' gia' stato informato il Corpo forestale dello Stato per eventuali ulteriori verifiche sulla base della normativa Cites che regola il commercio e la detenzione di fauna esotica.
ANSA
1 APRILE 2010
Camaleonte e cukaualla troppo cresciuti, padrone li lascia
Al Centro Modena; crescono consegne di furetti, iguana, pitoni
MODENA - Un camaleonte e un rettile (dai primi riscontri, un cukaualla) sono stati consegnati dal proprietario al Centro Fauna 'Il Pettirosso' di Modena. Il camaleonte, un esemplare adulto, e' lungo circa 25 cm, mentre il cukaualla (una delle oltre 700 specie di rettili delle zone del deserto del Messico), e' piu' di 50 cm con la prospettiva di arrivare a oltre un metro e mezzo, motivo che, secondo i volontari del Centro, avrebbe convinto il proprietario a liberarsi dei due animali esotici. Intanto crescono le consegne al Centro di furetti, iguane e pitoni.
LA NUOVA VENEZIA
1 APRILE 2010
C è il circo, esposto alla polizia ambientale
LIDO (VE). L’associazione Vegetariana e l’associazione Animali in Città hanno presentato un esposto al Nucleo di Polizia ambientale del Comune in merito all’arrivo del circo al Lido. Nello specifico, sono tre gli aspetti che le due associazioni animaliste hanno voluto rimarcare: l’ennesima presenza di un circo sul territorio nonostante i numerosi documenti espressi anche dalla Municipalità contro i circhi che sfruttano gli animali per gli spettacoli; l’utilizzo dell’area verde accanto alla piscina di Cà Bianca e già oggetto di polemiche con il progetto Lido Village; e infine il fatto che il circo si verrebbe a trovare proprio a ridosso della scuola materna di Cà Bianca. «Oltre al solito discorso etico, riteniamo che ci siano anche problemi di sicurezza e di igiene - sostiene Cristina Romieri, delegata della associazione Vegetariana italiana - Il Gran Circo Martini avrà diversi animali al seguito, tanto che sono stati pubblicizzati perfino ippopotami e tigri, e che rimarrà fino al 12 aprile al Lido». L’area concessa è a fianco della Piscina municipale, già oggetto di contestazione e di relativo procedimento amministrativo per la manomissione fatta in più punti di un terreno soggetto a vincolo Palav. Ma soprattutto c’è la scuola materna con l’asilo. «Diversi genitori - continua Cristina Romieri - ci hanno espresso la propria preoccupazione sia per l’aspetto igienico che per la sicurezza. Chiediamo pertanto la verifica della legittimità della presenza del circo in quella zona, per quanto riguarda l’area concessa (sottoposta a vincolo ambientale), gli scarichi reflui e ogni altro aspetto igienico-sanitario, e infine per quanto riguarda il necessario piano di emergenza, stante la stretta vicinanza alle abitazioni».
DROGHE.ADUC
1 APRILE 2010
Il cacciatore che sceglie la vita
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La pubblicità della CPA
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La nostra versione
Di certo siamo abituati a vedere pubblicità shok contro la droga. Nonostante sia inefficace e talvolta controproducente -sì, e' vero, diversi studi hanno dimostrato che puo' indurre alcuni soggetti a drogarsi- la guerra alla droga si fa anche con lo spot pubblicitario.
Ma questa pubblicità dell'associazione Caccia Pesca Ambiente (Cpa) le batte tutte. E non parliamo della comicità del messaggio "Io scelgo la vita" che accompagna l'immagine di un cacciatore in mimetica che si appresta con il suo fucile a far fuori qualche animale per gioco (o per errore qualche passante o cacciatore). Ma parliamo dell'altra foto, quella ritraente una siringa usata che giace accanto al braccio inanimato di un tossicodipendente presumibilmente esanime. Non ci era mai capitato prima di vedere il tema della droga -che riguarda drammaticamente le vite di centinaia di migliaia di persone nel nostro Paese- utilizzato per farsi pubblicità. Se poi il tutto è fatto nel nome della vita da una lobby di cacciatori, che per divertimento impallinano la fauna selvatica, ci viene veramente da sorridere. E lo facciamo con una nostra versione della pubblicità.
VARESE NEWS
1 APRILE 2010
Il volo della poiana
Il grande rapace diurno curato per sei mesi al centro della Protezione animali di Bellinzona è tornato in libertà
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“Matro”, così è stato battezzato il grande rapace diurno curato per sei mesi al centro della Protezione animali di Bellinzona, è tornato in libertà. A fargli riprendere il volo è stato l’ispettore Claudio Caslani con il guardiacaccia Michele Pasci che l’aveva trovato in fin di vita ai piedi di una roccia dove aveva il nido.Il povero volatile, ferito ad un occhio, non era più stato in grado di cacciare e pertanto stava morendo esausto.Portato d’urgenza al centro veterinario Keller-Pedretti di Giubiasco, l’animale è stato operato e in seguito curato al rifugio di Gorduno-Gnosca dove ha trascorso l’inverno.Da qualche giorno, sensibile al richiamo della primavera, manifestava il desiderio di tornare alla libertà del cielo.
Si è librato a lungo sopra i viadotti della Biaschina poi, con un grido di gioia, ha puntato dritto al suo nido dove la femmina l’attendeva.
WALL STREET
1 APRILE 2010
Gb/ Caccia volpe, sostenitori si mobilitano in vista elezioni Pronti a sostenere candidati di entrambi partiti, se filo caccia
DA APCOM
Roma - I sostenitori della caccia alla volpe in Gran Bretagna non si danno per vinti e non si lasciano sfuggire l'occasione delle prossime elezioni per rilanciare la loro battaglia. L'associazione "Vote OK" ha annunciato che mobiliterà oltre 10mila sostenitori della caccia alla volpe, pronti ad appoggiare i candidati di qualsiasi schieramento politico purché favorevoli alla loro attività. Il "volantinaggio" - scrive il Guardian - sarà soprattutto a favore dei candidati conservatori. "Alle ultime elezioni nel 2005 - spiega Nicky Sadler, il coordinatore di Vote OK - eravamo impegnati in 60 distretti; ora lo siamo in oltre 140 distretti elettorali. E' un'enorme operazione logistica". Vote OK chiede l'abolizione della legge approvata nel 2004 dal governo laburista con la quale si vieta la caccia alla volpe: l'Hunting Act considera un crimine la caccia di mammiferi selvaggi con i cani. Il leader dei Conservatori, David Cameron, non ha mai esplicitamente sostenuto i cacciatori, e la ricca e potente lobby che sta alle loro spalle. Ha promesso però un nuovo voto, se dovesse in futuro guidare l'esecutivo, su un disegno di legge sulla caccia. Secondo la "Lega contro gli sport crudeli", dei 360 deputati laburisti solo uno sostiene la caccia alla volpe, mentre fra i conservatori 26 vorrebbero mantenere il divieto mentre 147 desidererebbero abolirlo. Fra i liberali solo 12 si oppongono al divieto.
LA ZAMPA.IT
1 APRILE 2010
Thailandia, la polizia arruola un macaco
Nel distretto di Saiburi arriva la scimmia poliziotto. Si chiama Santisuk e accompagna gli agenti per migliorare l'atteggiamento che la popolazione ha nei loro confronti.
La provincia di Yala è in prevalenza musulmana e gli agenti sono spesso oggetto di attacchi da parte di gruppi separatisti.
FOTO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=25418&tipo=FOTOGALLERY
SALERNO NOTIZIE
1 APRILE 2010
Salerno; ritrovato cucciolo balena presso spiaggia di Santa Teresa
SALERNO - Insolita scoperta quella effettuata questa mattina da alcuni cittadini lungo la spiaggia di S. Teresa del comune di Salerno. Ai loro occhi si è presentata la carcassa di un grosso mammifero marino. E’ stata quindi allertata la Sala Operativa della Guardia Costiera di Salerno, intervenuta prontamente con proprio personale sul posto. Trattasi di un giovane esemplare di balena comune, di circa 4 metri di lunghezza e circa 300 chilogrammi di peso. L’evento è considerato alquanto insolito per le coste salernitane, posto che dall’analisi degli eventi relativi agli spiaggiamenti di cetacei si fa riferimento in genere a quelli riguardanti delfini e tartarughe marine. Sul posto è stato richiesto, da parte dei militari, l’intervento del servizio veterinario dell’ASL, che ha provveduto ad accertarne il decesso, risalente a non più di una settimana. La carcassa dell’animale marino è stata già prelevata e trasportata presso una cella frigorifera del locale mercato ittico, all’uopo predisposta, per lo svolgimento della successiva autopsia.
ANSA AMBIENTE
1 APRILE 2010
ANIMALI: CARCASSA DI GIOVANE BALENA ARENATA A SALERNO
SALERNO - La carcassa di una giovane balena del peso di circa 300 chili e della lunghezza di circa quattro metri e' stata trovata da alcuni cittadini sulla spiaggia di Santa Teresa di Salerno, al centro della citta'. Si tratta di un evento insolito per i litorali della zona, dove fino ad oggi si erano registrati soltanto spiaggiamenti di delfini e di tartarughe marine. Sul posto si sono recati i militari della Guardia Costiera della capitaneria di porto di Salerno che hanno richiesto l'intervento dei medici del servizio veterinario dell'Asl che hanno accertato il decesso del cetaceo, che risalirebbe a circa una settimana fa. La carcassa dell'animale marino e' stata successivamente rimossa e trasportata in una cella frigorifera del mercato ittico del capoluogo, dove verranno effettuati tutti gli esami a cura dei veterinari dell'Istituto Zooprofilattico per il Mezzogiorno.
ADN KRONOS
1 APRILE 2010
Matera, salvato esemplare di 'Ciconia nigra'
Matera - (Adnkronos) - Era sulla Sp per Santeramo, con l'ala sinistra completamente tranciata, a causa, forse, dell'impatto con le linee elettriche aeree. La legge 157/92 e la Convenzione Internazionale di Washington (Cites) ne fanno una specie particolarmente protetta
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Matera - Il Corpo Forestale dello Stato del Comando provinciale di Matera ha salvato un esemplare di cicogna nera adulta ('Ciconia nigra'). Il volatile era stato ritrovato ferito da un cittadino sulla strada provinciale Matera-Santeramo, sul margine della carreggiata, con l'ala sinistra completamente tranciata, a causa, presumibilmente, dell'impatto con le linee elettriche aeree durante la migrazione. Gli uomini del Corpo Forestale hanno provveduto al trasferimento dell'esemplare al Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) della Provincia di Matera presso la Riserva Naturale di San Giuliano. La cicogna nera appartiene alla famiglia 'Ciconiidae', sverna in Africa e migra verso l'Europa a marzo. In Italia e' una specie poco frequente e poco visibile, sebbene negli ultimi anni alcune coppie abbiano preferito la Basilicata per nidificazione. La legge 157/92 e la Convenzione Internazionale di Washington (Cites) ne fanno una specie particolarmente protetta.
LA ZAMPA.IT 1 APRILE 2010
Nido di gabbiano sull'Altare della Patria a Roma
È scivolato dal luogo in cui era stato deposto sul marmo del Milite Ignoto, ed è finito sul muraglione esterno del monumento capitolino. Un uovo di gabbiano ha messo in ansia, oltre che i genitori del piccolo, anche i tecnici della sovrintendenza che hanno provveduto a recintare l'esigua area: ovvero l'uovo e mamma gabbiano che lo covava. Il Vittoriano è un luogo molto frequentato dai gabbiani perchè il bianco della pietra, abbagliante anche di notte perchè illuminato, ricorda loro il candore delle scogliere, l'habitat naturale di questo uccello marino.
FOTO http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=25392&tipo=FOTOGALLERY CITY 1 APRILE 2010
Padroni, cani e condominio: le regole per non litigare UN DECALOGO Nel 2009 ogni 12 minuti c’è stata una lite tra vicini di casa a causa di un animale domestico. Ma bastano poche facili regole per evitarle.
ROMA - Sapete quante richieste di consulenza e conciliazione per liti tra vicini sono arrivate l’anno scorso all’Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente)? Trentasettemila. Ovvero: una zuffa ogni 12 minuti, 103 battibecchi al giorno. La causa? Nel 70% dei casi, i cani. Eppure basterebbe adottare poche semplici regole per ridurre almeno del 50% - sono parole del presidente nazionale di Aidaa, Lorenzo Croce - le liti tra condomini legate alla presenza di un animale domestico. Prima regola: “Portare sempre il cane al guinzaglio corto (1,50 metri) e con la museruola al seguito quando si attraversano o si sosta negli spazi comuni, e nel giardino condominiale”. Facile no? La regola numero due estende la prima all’ascensore. La numero 4 invita a “raccogliere sempre e con gli appositi sacchettini le deiezioni dei propri cani”, la 6 a non “lasciare in giro negli spazi comuni ciotole contenenti cibo o acqua”. Se poi Fido abbaia in casa negli orari del riposo (n. 7), meglio “provvedere a insonorizzare la zona dove vive l’animale”. Infine “portare il cane a passeggio almeno due volte al giorno” (n. 9) ed “evitare di lasciare Fido solo in casa per più di sei-sette ore al giorno”.
IL CENTRO
1 APRILE 2010
Fa il funerale al gatto, spende 12mila euro
Antonella Formisani
TERAMO. Gatti o cani trattati come figli da amorevoli padroni. Ma l’affetto nei confronti del proprio animale da compagnia nel caso di un’anziana vedova residente sulla costa sud teramana è andato oltre. Il gatto della donna - che si chiamava Filippo - è morto, serenamente dopo una vita negli agi, e la donna ha voluto facilitare il trapasso nell’aldilà dei felini. Una volta spirato il soriano con cui aveva condiviso molti anni della sua vita, la vedova senza figli che abita fra Roseto e Silvi ha deciso di assicurargli un degno funerale. Non è stata una decisione estemporanea, dettata dal dolore per aver perso l’amato Filippo, che a differenza di quel che si dice dei gatti, le aveva assicurato il calore di una famiglia. La facoltosa signora, infatti, aveva tre gatti - due dei quali ancora in vita - e per ognuno ha da tempo aperto un libretto di risparmio con poco meno di 12mila euro ciascuno. Una somma destinata ad assicurar loro un funerale con i fiocchi. E forse mai a memoria d’uomo, un felino ha avuto simili onori funebri. La donna ha infatti chiamato un’impresa di pompe funebri e ha esposto la richiesta sui generis. Dall’altro capo del telefono certamente l’interlocutore sarà rimasto quantomeno stupito, ma ha subito assicurato un servizio funebre con tutti i crismi. Ha dunque fatto costruire a tempo di record una piccola bara a misura di gatto, con tanto di imbottitura di raso lucido e piccola copertina. Ha poi fatto una toeletta al defunto, come d’uopo in questi casi, lucidando il pelo fino all’inverosimile. Ha successivamente allestito una camera ardente, con tanto di ceri e tripudio di fiori, nel salone dell’abitazione dell’anziana, dove lei ha potuto trascorrere con l’amato Filippo le ultime ore prima del distacco dalle spoglie mortali. Peraltro un fotografo ha anche immortalato i momenti salienti della cerimonia funebre, ovviamente laica. Terminata la veglia funebre, la piccola bara è stata sigillata e il gatto è stato sepolto in un terreno attrezzato allo scopo. Non essendoci infatti nei paraggi dei cimiteri per animali in cui poter allestire una tomba a cui far visita nei momenti in cui la malinconia per il distacco si fa più forte, è stato utilizzato un terreno acquistato dalla signora stessa. La piccola bara è stata sotterrata e fra le zolle di terra è stata posata una lapide di marmo con tanto di fotografia impressa sulla ceramica, che ricorda che proprio lì è sepolto l’amato soriano Filippo. E accanto a Filippo, si spera il più tardi possibile, prenderanno posto gli altri due gatti, quando passeranno a miglior vita. E certamente i due libretti di risparmio a loro destinati, serviranno a garantire loro una degna sepoltura anche nel malaugurato caso la signora non ci sia più.
LEGGO 1 APRILE 2010
Con l’arrivo della primavera riparte ufficialmente la stagione dei ricci di mare
Pronti, via. Con l’arrivo della primavera riparte ufficialmente la stagione dei ricci di mare. Le bancarelle occasionali sbucano in ogni angolo della città, non solo sulla costa. In molti casi, però, i ricercati animali marini non vengono pescati nel rispetto della legge. I carabinieri in servizio sulla motovedetta CC 807 “Pezzuto” hanno scoperto con le mani tra gli scogli due sub sul litorale di Monopoli, deferiti entrambi all’autorità amministrativa. I due stavano prendendo ricci troppo piccoli per finire in tavola. Tutto il pescato è stato ributtato in mare. I carabinieri stanno intensificato i controlli del litorale per evitare brutte sorprese gastrointestinali agli appassionati del prelibato frutto dal colore rosso-arancio. Ricci e molluschi, infatti, vengono spesso prelevati in tratti particolarmente inquinati.
LA STAMPA
1 APRILE 2010
Per gli animali solo pesce da pesca sostenibile
L'annuncio di Mars Inc., il colosso del settore petcare
Mars Incorporated è la prima società mondiale ad annunciare il suo impegno a utilizzare esclusivamente prodotti ittici provenienti da pesca sostenibile entro il 2020.
In una grave situazione di limitata disponibilità di risorse ittiche a livello globale, Mars Incorporated, uno dei più grandi business al mondo che opera nel petcare, ha lavorato in collaborazione con il World Wildlife Fund (WWF) US per sviluppare il proprio impegno a utilizzare solo pesce proveniente da pesca sostenibile. L’Azienda intende raggiungere i seguenti obiettivi sull’intero portafoglio di prodotti petcare: • l’uso di risorse ittiche provenienti da attività di pesca e allevamento sostenibili al 100%; • la sostituzione totale del pesce proveniente da tradizionali attività di pesca in mare aperto con derivati di prodotti ittici e da acquacoltura sostenibili; • l’uso solo di prodotti completamente sostenibili e alternativi all’ingredientistica ittica marina. Fondamentale pietra miliare in questo percorso verso una totale sostenibilità sarà l’introduzione, entro la fine del 2010, del Certificato di Qualità accordato dal Marine Stewardship Council (MSC) su una selezione di prodotti Mars del portfolio Europeo Petfood. Quest’anno, la divisione Mars Petcare Europa inizierà a introdurre la certificazione MSC su una selezione di prodotti a base di pesce dei brand SHEBA® e WHISKAS® distribuiti in Europa, offrendo per la prima volta ai consumatori una scelta di prodotti per l’alimentazione degli animali da compagnia completamente sostenibile. “Con questo accordo siamo gli iniziatori di un nuovo corso nell’uso esclusivo di pesce approvvigionato in modo sostenibile. Essendo il più grande business petfood al mondo, siamo in una posizione che può portare a un reale cambiamento” afferma Pierre Laubies, Global President di Mars Petcare. “Siamo sicuri di poter essere un catalizzatore del cambiamento e lavorando con organizzazioni per la sostenibilità, come il WWF, speriamo di incoraggiare il resto dell’industria a seguirci.” SCHEDA Mars, Incorporated Mars, Incorporated è un'azienda multinazionale a proprietà familiare e a capitale privato fondata nel 1911 e occupa più di 65.000 "associati", in più di 230 località, inclusi 135 stabilimenti in 68 paesi nel mondo. Con il quartier generale a McLean, in Virginia (USA), è una delle più grandi aziende del food, con un fatturato annuo di oltre 28 miliardi di dollari annuali e opera in sei settori di business: Chocolate, Petcare, Wrigley Gum & Confections, Food, Drinks, e Symbioscience. L'azienda produce e commercializza una vasta gamma di prodotti con marchi tra i più conosciuti al mondo, tra cui: MARS®, M&M's® TWIX® , SUZI WAN®, PEDIGREE® e WHISKAS®. Mars Italia è la consociata Mars che commercializza alcuni dei marchi del gruppo sul territorio italiano. Con sede ad Assago Milanofiori (Mi), ha 230 associati e un fatturato di oltre 300 milioni di Euro (2009). World Wildlife Fund WWF è la principale organizzazione per la conservazione della natura, attiva in 100 paesi da circa mezzo secolo. Con il supporto di quasi 5 milioni di membri in tutto il mondo, WWF si dedica alla diffusione e alla condivisione di soluzioni scientifiche per preservare la biodiversità, per creare un mondo dove l'uomo possa vivere in armonia con la natura e per combattere il cambiamento climatico.
LA ZAMPA.IT
1 APRILE 2010
I vampiri della notte a caccia di zanzare
I pipistrelli arruolati contro l'emergenza estiva
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FRANCO GIUBILEI
Chi non li conosce non li ama, per usare un eufemismo: bruttarelli, imparentati coi vampiri per via di certa letteratura horror e per l’effettiva abitudine di alcune specie tropicali di succhiare il sangue, circondati da pregiudizi popolari come la leggenda per cui si attaccano ai capelli. E poi sono animali notturni, come tali avvolti da quell’alone di mistero che induce quantomeno a starne alla larga. Invece i pipistrelli nostrani sono i nemici peggiori delle zanzare. Di più, sono killer implacabili, capaci di divorarne a migliaia ogni notte. Ecco perché il Comune di Modena, impegnato tutte le estati a combattere la proliferazione della temuta zanzara tigre al pari di molte amministrazioni della Regione, ha deciso di arruolarli in una guerra che normalmente viene combattuta a colpi di insetticidi, che però inquinano le falde acquifere e ammazzano indiscriminatamente api, farfalle e lucciole. Ma non finisce qui, perché gli insetti che sopravvivono al trattamento rischiano di immunizzarsi rispetto ai prodotti chimici, rafforzandosi e diventando ancora più difficili da debellare. Allora si è pensato ai pipistrelli e su di loro si è costruita una campagna: il Comune sta installando in vari punti dei nidi o «bat box». Sono casette piatte, che vengono piazzate sui muri di cimiteri, scuole e dello stesso palazzo municipale. Finora ne sono state montate nei cimiteri delle frazioni di Baggiovara, San Damaso, Saliceto Panaro, alla scuola materna Saluzzo e a quella elementare di Saliceto Panaro, e poi in un ex fienile. Alla fine ne saranno dislocate una ventina, montate in zone non illuminate, il più possibile silenziose ed esposte a Sud, cioè le condizioni preferite dai pipistrelli per fare il nido, riprodursi e allevare i piccoli. La potenza di fuoco di questi animaletti contro gli insetti è notevole: esemplari di pipistrello sono stati pesati all’inizio e alla fine di una nottata di caccia, con il risultato che il loro peso era aumentato dal 25 al 50 per cento rispetto a quello iniziale. Significa, com’è stato calcolato dal Museo di storia naturale dell’Università di Firenze, che sono in grado di mangiare fra i 50 e i 10 mila insetti, a seconda delle dimensioni di questi ultimi. Applicato alle zanzare, il numero massimo dovrebbe aggirarsi fra le 1500 e le 2 mila. L’assessore all’Ambiente del Comune di Modena, Simona Arletti, spiega com’è nata l’idea di reclutare i pipistrelli contro la zanzara tigre: «Abbiamo cercato di capire cosa potevamo fare in più per sfruttare i predatori naturali, e così abbiamo pensato ai pipistrelli. Finora i controrimedi si sono basati sulla prevenzione, nel senso che viene raccomandato ai cittadini di eliminare i depositi di acqua stagnante, per esempio, e sulla disinfestazione. In questo modo invece non solo ampliamo le azioni di contrasto in modo naturale, ma tuteliamo la biodiversità». Arrivata in Italia dal Sud-Est asiatico viaggiando nella parte concava dei copertoni, la zanzara tigre si è moltiplicata, provocando la diffusione di un’epidemia come la Chikungunya, che nel 2007 contagiò 130 persone nel Ravennate e causò la morte di un anziano. Da allora all’inizio della primavera comincia la disinfestazione. Stavolta però c’è un alleato in più che non avvelena nessuno. Anche i cittadini sono invitati a farsi amici i pipistrelli: le casette sono in vendita a 25 euro l’una negli ipermercati.
GAZZETTA DI MODENA
1 APRILE 2010
Modenesi, adottate pipistrelli anti-zanzare
Stefano Luppi
MODENA - La lotta del Comune contro la zanzara tigre da quest’anno conta su un’arma in più, il piccolo pipistrello cittadino, un esserino lungo appena 4 centimetri, ma dal potenziale assolutamente letale contro il terribile insetto ronzante. I tecnici municipali installeranno infatti una ventina di nidi, i cosiddetti “bat-box”, sui muri di edifici pubblici come scuole - finora scelte le materne di via Saluzzo a Modena e le elementari di Saliceta - 11 cimiteri e altre strutture, in particolare la Barchessa di via Caduti sul lavoro dove dimorava il barbone Leo. Possibile si decida anche di trovare uno spazio all’esterno del Palazzo comunale e sarebbe una scelta simbolica per fare capire ai modenesi come il pipistrello sia utile e per nulla dannoso per la salute. Il progetto del Comune, si propone infatti di allargare questa sorta di «adozione» dei pipistrelli ai modenesi. Il Comune, infatti, invita i privati a contribuire a limitare i danni della zanzara, acquistando nei centri commerciali i bat-box dal costo di 25-30 euro, installando le strutture - sostanzialmente un pezzo di legno compensato di 40 x 60 centimetri da cui i pipistrelli che vi nidificano nei mesi caldi partono per le loro scorribande fameliche notturne. la necessità di ricorrere a questo escamotage è dovuto al fatto che i pipistrelli non sono animali da allevamento, nidificano dove trovano la collocazione ideale. «Oltre alle Saluzzo e a Saliceta, scuole dove sono stati fatti progetti didattici su questo tema - spiega la biologa Daniela Barbieri dell’ufficio dei diritti degli animali del Comune - stiamo pensando anche a una terza scuola in città e forse altri edifici pubblici. Non si possono scegliere gli alberi, a meno che non siano spogli, e i pali della luce probabilmente non sono idonei, ma invito anche i cittadini a mettere i nidi perché non ci sono problemi per la salute e sono leggende quelle che ricordano che i pipistrelli si attaccano ai capelli o fanno la pipì in testa. Raccomando tutti di mettere il nido a 3-4 metri di altezza in un luogo assolato e possibilmente non illuminato di notte e un po’ silenzioso di giorno: questi mammiferi usano il nido nei mesi caldi come base di partenza per le loro scorribande alla ricerca di insetti, tra cui appunto le zanzare: ne mangiano 1500-2000 al giorno». L’idea di utilizzare questo rimedio naturale contro la zanzara tigre è partito alcuni anni fa da un progetto dell’Università di Firenze e via via si sta diffondendo: «Ovviamente - continua Barbieri - non siamo certi che i pipistrelli sceglieranno i nidi, tra un paio di mesi faremo dunque dei controlli. Speriamo funzioni perché in questa maniera favoriamo anche la biodiversità e rassicuro tutti, il costo di questa operazione è di circa 400 euro».
IL GIORNALE
1 APRILE 2010
I ROSPI DELL'AQUILA HANNO PREVISTO IL SISMA
OSCAR GRAZIOLI
Forse anche i rospi troveranno una qualche forma di riabilitazione. Da sempre considerati, nell'immaginario collettivo, grandi «paciane» bavose, sguazzanti in mezzo alla melma e meritevoli di uno sguardo schifato (se non di un calcio ben assestato), potrebbero un giorno vendicarsi, facendosi assumere quali ospiti graditi e ricercati nei giardini, sui balconi e perfino negli appartamenti. Le ricerche sull'abilità degli animali di captare segni premonitori degli eventi sismici sono sempre naufragate nel dubbio e nel sospetto che molto vi sia di aneddotico e ben poco di scientifico. La credenza che gli animali possano prevedere i terremoti data da centinaia d'anni. Nel 373 a.C. gli storici scrivono che topi, serpenti e donnole abbandonarono in massa l'antica città greca di Alicia, proprio pochi giorni prima che un terremoto la colpisse. Infiniti sono poi gli aneddoti dei proprietari di animali. Il rumore delle catene a cui sono legate le vacche nella notte, i pesci che nuotano impazziti, i cani che ululano senza motivo. Ognuno vi racconterà la sua, compreso il sottoscritto che, quando capita una scossa, trova regolarmente i suoi gatti sbadigliare sul letto, incazzati con chi ha acceso la luce di notte, senza ragione.
LA REPUBBLICA
1 APRILE 2010
Le associazioni si mibilitano nella campagna per le parlamentari di maggio e sperano che i Conservatori tolgano il bando voluto dal governo laburista
Gb, i cacciatori stanno con Cameron"Via la legge che protegge le volpi"
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Dal nostro inviato CRISTINA NADOTTI
LONDRA - Al fianco di David Cameron, nella cavalcata verso Downing Street, galoppano i caccia-Tory. Nella campagna per le elezioni parlamentari, che si terrano con ogni probabilità il prossimo 6 maggio, sono scesi in campo in una vera e propria crociata i sostenitori della tradizionale caccia alla volpe, bandita in Gran Bretagna con una legge voluta dal governo laburista ed entrata in vigore nel febbraio 2005. Ora le associazioni della caccia con i segugi, una tradizione molto radicata in Gran Bretagna, si sono mobilitate per sostenere i Conservatori che, affermano, toglieranno di sicuro il bando al loro sport preferito.L'Hunting Act fu discusso, in mezzo a molte polemiche, soltanto nel 2004, ma il dibattito sulla crudeltà insita nella caccia alla volpe andava avanti da anni. Da una parte gli animalisti, paladini dei diritti di migliaia di povere volpi stanate, inseguite dai cavalieri e sbranate dalla muta di segugi, dall'altra i cacciatori, difensori di una delle attività tipiche dello "sportsman" britannico, immortalata in decine di opere d'arte e nobilitata dal godimento delle bellezze naturali.
Già prima del 2004 in molti circoli in Gran Bretagna e Irlanda alla volpe si era sostituito uno straccio impregnato di odore dell'animale e passato su un percorso, uno stratagemma che agli appassionati di cavalli e segugi (guai a lasciarsi scappare con un inglese la parola "dog", cioè cane, e non "hound" per uno dei principali elementi della caccia alla volpe) sembrava però un surrogato insipido. Le associazioni dei cacciatori sono arrivate fino alla Corte Europea per opporsi al bando, con motivazioni di carattere soprattutto economico. Ogni battuta di caccia ha infatti alle spalle un'organizzazione complessa e un mercato per l'allevamento di cavalli, l'abbigliamento e l'addestramento dei segugi, senza sottovalutare l'impatto sul turismo equestre, che attira in Gran Bretagna milioni di visitatori ogni anno.
Le difficoltà economiche sono alla base della mobilitazione dei cacciatori anche ora. Ieri l'Independent dedicava alla crociata delle associazioni la prima pagina del giornale, riferendo delle lettere mandate dai circoli di caccia ai loro affiliati, in cui si invita a votare per i candidati Tory perché se l'Hunting Ban non sarà abolito i circoli sono destinati a chiudere. Il sostegno però non ha fatto piacere a tutti e un candidato ha invitato i cacciatori a "non invadere il suo collegio elettorale come la cavalleria, lanciandosi al galoppo in città in perfetta tenuta di caccia".
Il leader David Cameron non si è espresso, ma proprio l'attenzione con cui ha cercato di costruire la sua immagine di conservatore attento all'ambiente fa dubitare che le speranze dei cacciatori siano fondate. Secondo gli osservatori, infatti, a sostenere la caccia alla volpe è rimasta una percentuale minima di votanti, seppure siano elettori con le migliori possibilità economiche. In effetti la cavalleria scesa in campo per Cameron non fa altro che alimentare il mito dei conservatori come il partito di Eton, la più prestigiosa scuola privata del Regno, un mito che l'avversario di Gordon Brown vuole sfatare.
GALILEO
1 APRILE 2010
La dieta per la migrazione
Alcuni uccelli migratori, durante il loro lungo viaggio stagionale, selezionano e mangiano in grandi quantità i frutti scuri, più ricchi di antiossidanti Molte bacche scure e pochi insetti. Ecco la dieta per una buona migrazione autunnale. Sembra infatti che alcuni uccelli migratori, durante i loro spostamenti annuali, modifichino la loro abituale alimentazione e si cibino prevalentemente di bacche ricche di antiossidanti. Lo mostra uno studio condotto da ricercatori della University of Rhode Island e presentato in occasione del 239esimo Meeting Nazionale della American Chemical Society. I risultati suggeriscono che la scelta di questa dieta sia un comportamento in grado di garantire agli uccelli migratori una migliore "forma fisica".Durante la migrazione autunnale, molti uccelli arrivano a consumare enormi quantità di bacche: alcuni di essi possono mangiarne l’equivalente di tre volte il proprio peso corporeo nel corso di una sola giornata. Recentemente, inoltre, i ricercatori hanno osservato la predilezione di alcuni uccelli migratori verso le bacche di colore scuro rispetto a frutti dalle tinte meno decise. Secondo gli studiosi, tale preferenza potrebbe dipendere dall’associazione di una pigmentazione più evidente del frutto con una maggiore presenza di antiossidanti. Finora, però, non era mai stato provata una correlazione tra la dieta seguita dagli uccelli e i livelli di sostanze antiossidanti nei cibi.
IL GAZZETTINO
1 APRILE 2010
Il Nucleo operativo del Radiomobile l’ha colto con le mani nel sacco, anzi... nell’insaccato
ROSSANO VENETO (VI) - Il Nucleo operativo del Radiomobile l’ha colto con le mani nel sacco, anzi... nell’insaccato. E’ successo martedì nella tarda mattinata ad un dipendente del salumificio "Montegrappa" di Rossano Veneto che è stato arrestato per furto aggravato e continuato.Già da tempo il titolare, B.S., 44 anni, di Rossano, aveva notato delle anomalie all’interno della sua azienda: i conti tra acquisti, lavorazione e produzione della carne suina e vendite non tornavano. I sospetti, sorti già dagli ultimi mesi dell’anno scorso, col passare dei giorni, si erano focalizzati su Luciano Miazzo, 50 anni, di Marostica, un operaio di rango, che ricopriva degli incarichi di responsabilità e che nutriva la piena fiducia da parte del titolare, tanto che quando B.S. si assentava era proprio lui, praticamente a farne le veci. Dopo dieci anni di attività all’interno del salumificio di via San Giuseppe titolare e dirigenti erano convinti di potersi fidare ciecamente.Ma i prosciutti continuavano a sparire e all’inizio di marzo B.S. ha deciso di sporgere denuncia ai Carabinieri.Dopo un’indagine di tipo classico fatta di osservazioni e verifiche (verrebbe da dire di... assaggi) durate una paio di settimane, il Nucleo operativo ha deciso di affondare i denti. Martedì mattina i militari hanno atteso il Miazzo all’uscita dal lavoro. Poco dopo le 12 l’operaio è uscito dallo stabilimento, a bordo della sua Bmw. I carabinieri, dopo un paio di chilometri, a Rosà, hanno fermato Luciano e gli hanno trovato in macchina 25 chilogrammi di carne ovvero un prosciutto, due coppe e un maialino disossato. L’uomo si è giustificato dicendo che si trattava di scarti e di materiale per animali. Ma non aveva di fronte salami. Gli uomini del Norm hanno effettuato una perquisizione in casa sua e hanno trovato conferma a tutti i sospetti: nel freezer il 44enne di Marostica aveva 120 kg. di carni e salumi, tutti prodotti sottratti nell’ultimo mese, al "Montegrappa" per un valore totale di 2.500 euro.Luciano Miazzo è stato arrestato in flagranza di reato ed è stato condotto al carcere di Vicenza. Le indagini proseguono alla ricerca di altri prosciutti scomparsi.
MESSAGGERO VENETO
1 APRILE 2010
Nuovo raid dell orso in un ovile
AMPEZZO (UD). Un altro raid dell’orso della Carnia, nella frazione di Voltois di Ampezzo dove il plantigrado ha sbranato una pecora e ferito lievemente altre due, creando scompiglio nel resto del allevamento. L’allevamento è composto da una quindicina di capi ospitati in una stalla di proprietà della Cooperativa Voltois, i cui soci sono i residenti nella frazione, sito a circa 300 metri dall’ abitato. Aumentano quindi le preoccupazioni circa gli indennizzi che la Regione ha stanziato, circa 7 mila euro, per i danni causati dai grandi predatori: oltre all’orso vengono pagati i danni dei lupi, riscontrati in Friuli di recente a Basovizza. Uno stanziamento ritenuto non congruo col mantenere attivo il progetto dell’orso nella nostra regione, e che si vorrebbe fosse rimpinguato. L’amministrazione regionale comunque oltre a pagare i danni cagionati ad allevatori e apicoltori, finanzia pure, al 90%, progetti di prevenzione dei danni mentre il corpo forestale dispone di alcuni reti elettriche, date in comodato, che scoraggiano le predazioni di questi animali. I moduli della richiesta danni possono essere richiesti alle stazioni forestali stesse. Stefano Filacorda dell’Università di Udine, che segue il progetto della reintroduzione dell’orso, rassicura sulla pericolosità dell’orso per l’uomo:«Questo animale ha ancora timore dell’essere umano: lo dimostra il fatto che quando si è avvicinato alle arnie a Cima Corso nei giorni scorsi, non appena ha visto l’uomo è fuggito». Naturalmente occorre comportarsi, in caso di incontro ravvicinato, con la dovuta cautela di qualsiasi incontro con animali selvaggi. Diversa invece, secondo il luminare, la faccenda per quanto riguarda le greggi. «Ritengo che l’orso continuerà a mietere vittime fra le pecore nella Valle del Tagliamento». Un comportamento dovuto al fatto che il bosco carnico non è ancora ricco di bacche e foglie, e l’orso è reduce dal letargo «e deve riprendere i chili che ha perso durante l’inverno». Generalmente gli orsi invecchiando, lo dimostra una ricca bibliografia, tendono a diminuire le loro mire predatrici, per adattarsi ad un sistema alimentare più vegetariano, «ma ancora per un paio di anni questo orso, se si fermerà in Carnia, tenterà ancora di aggredire le pecore».
ANMVI OGGI
1 APRILE 2010
ANMVI FRIULI CHIEDE ANTIRABBICA GRATUITA PER I LLPP
Il Presidente di ANMVI Friuli Venezia Giulia, Stefano Candotti, ha firmato ieri una nota per l'Assessore alla sanità regionale Vladimir Kosic, invitandolo a "valutare iniziative di profilassi antirabbica gratuita a favore dei medici veterinari liberi professionisti, impegnati nelle azioni di prevenzione vaccinale e pertanto a rischio di contagio". "In altre aree del Nord Est questa misura ci viene indicata come già adottata"- prosegue la nota che aggiunge: "gli interventi di prevenzione vedono esposti in prima persona i medici veterinari che, tanto nel settore pubblico come nel privato, agiscono a stretto contatto con le specie animali sensibili al virus della rabbia". "La nostra Regione - sottolinea Candotti- sta affrontando la lotta alla rabbia silvestre con misure di contrasto che devono prioritariamente e necessariamente agire sulle popolazioni animali per tutelare la sanità pubblica dei cittadini. L'aggravamento della situazione epidemiologica - è la conclusione- suggerisce a nostro avviso di potenziare le misure di prevenzione senza escludere alcuna situazione di rischio e dando un segnale di attenzione e di tutela della professione medico veterinaria".
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