IL BIELLESE
4 SETTEMBRE 2009
Ignoti massacrano un gatto con botte e spari
Il proprietario sporge denuncia contro ignoti. Soppresso l'animale
Tollegno (BI) - Ha trovato il suo gatto massacrato. Mercoledì alle 21 all’ufficio denunce della Questura si è presentato un 27enne di Tollegno per presentare una denuncia contro ignoti.La sera del 31 agosto, rientrando a casa, aveva notato l'assenza del suo gatto. Il giovane aveva iniziato a cercarlo e dopo qualche minuto avva visto l’animale immobile nel cortile del suo vicino. Aveva suonato più volte al campanello e alla fine il vicino aveva aperto il cancello: appena raggiunto il gatto, il giovane si era reso conto che appariva in gravi condizioni. L’animale veniva subito portato dal un veterinario per le prime cure e per una sorta di ricovero in osservazione. Il giorno successivo il veterinario aveva accertato che il gatto era stato percosso violentemente e aveva riportato con ematomi sulla testa.Inoltre era stato colpito da un colpo d'arma da fuoco in quanto nella regione del midollo osseo era stato ritrovato un pallino. Il veterinario è stato costretto a sopprimere il gatto in quanto le lesioni gli avevano procurato una paralisi di tutta la parte posteriore. Ora i poliziotti stanno indagando per individuare il responsabile dei maltrattamenti. L'ipotesi di reato è di atti di crudeltà nei confronti di animali.
LIBERTA'
4 SETTEMBRE 2009
Due cani uccisi a fucilate
Castello, uno dei padroni vede la scena e si sente male
Riccardo Delfanti
Castelsangiovanni (PC) - Due cani scappano dalle abitazioni dei loro padroni e, dopo neanche due ore, vengono brutalmente uccisi a colpi di fucile. La fuga dei due animali, meticci di taglia media, è partita da Ziano per terminare tristemente all'imbocco di un'azienda agricola vicino a Castelsangiovanni. Qui gli animali hanno incontrato sulla loro strada il proprietario della stessa azienda che li ha freddati a colpi di fucile come se fosse nel Far West. Il padre di uno dei padroni degli animali, arrivato pochi attimi dopo l'accaduto perchè si trovava già nelle vicinanze a cercare la bestiola, dopo aver visto la scena ha accusato forti dolori al petto ed è stato ricoverato all'ospedale di Castelsangiovanni. I medici, dopo un primo controllo, hanno deciso di tenerlo in osservazione almeno per l'intera giornata e la nottata di ieri. - Non sappiamo il perchè di un gesto simile, ma di certo ricorreremo a tutte le vie legali possibili per far giustizia.- dicono i due proprietari dei cani, Davide Girandola e Luigi Dallospedale, arrivati sul posto e visibilmente sconvolti e arrabbiati. - Non abbiamo fatto in tempo a cercarli che sono stati uccisi come se niente fosse.- aggiunge Girandola - Appena ci siamo accorti che il cane era scappato, poco prima delle 10, mio papà è andato subito a cercarlo. Dopo qualche minuto, un amico lo ha chiamato, spiegando di aver visto Roky nella zona di Castello. - Poi arriva la parte più agghiacciante del racconto.- Mio papà Pietro - prosegue Girandola, residente a Ziano come Dallospedale - stava andando nella zona indicata dall'amico per recuperare Roky. Ad un certo punto, quando era ancora in auto, ha sentito due o tre spari, a non più di cento metri da dove si trovava.- Accorso subito a vedere di cosa si trattasse, Pietro ha fatto in tempo a vedere il proprietario dell'azienda seduto all'interno del suo fuoristrada, con in braccio il fucile ancora fumante. I corpi dei due poveri cani erano straziati: uno con due colpi sparati a bruciapelo in testa ed alla pancia; l'altro con un foro di proiettile all'altezza della schiena, come se fosse stato colto mentre scappava. E pochi minuti dopo, Pietro Girandola è stato portato al pronto soccorso di Castelsangiovanni, in lacrime, con sintomi che facevano pensare ad un possibile attacco cardiaco. Ora ci si chiede il perchè di un gesto simile, apparentemente senza spiegazioni. Il proprietario dell'azienda non ha voluto rilasciare dichiarazioni al di fuori di quelle di legge, raccolte dalla polizia municipale e dai carabinieri di Castelsangiovanni. Intanto la Lega Nazionale per la difesa del cane ha annunciato che si costituirà parte civile. - I cani non erano entrati all'interno dell'azienda - precisa Girandola - Sono stati uccisi su una stradina nelle vicinanze, ma non dentro la corte. Certo la strada è già di proprietà privata, ma ci chiediamo se il gesto fosse veramente necessario o si tratti di una follia. Parliamo di due meticci di taglia media e docili, non di cani grossa taglia e dal carattere aggressivo.- Dalle testimonianze dei padroni delle bestiole uccise, sembra che chi ha sparato abbia detto che i cani spaventavano i suoi cavalli e che, all'interno dell'azienda, si trovavano anche due bambini. Una volta portati in casa questi ultimi, l'uomo avrebbe raggiunto i cani e fatto fuoco per uccidere. Senza pietà.
PIACENZA SERA
4 SETTEMBRE 2009
Cani ammazzati a Castello, denunciati proprietario e sparatore
Provincia di Piacenza - Due cani ammazzati e due denunce: è il bilancio della vicenda sulla quale hanno indagato i carabinieri di Castelsangiovanni. I fatti risalgono a ieri pomeriggio quando un agricoltore 66enne piacentino ha sparato e ucciso due cani apparentemente randagi che si stavano avvicinando alla sua proprietà, in località Monticella tra Castello e Ziano. I colpi (tre) sono stati esplosi da un fucile da caccia Beretta calibro 12 automatico detenuto regolarmente dall'agricoltore, che ha spiegato di come i cani si stessero avvicinando alla sua aia dove stavano giocando dei bambini. Per lui è scattata la denuncia per porto abusivo di arma (al di fuori della proprietà) e per uccisione di animali. Una denuncia è stata spiccata anche ai danni del proprietario dei cani, che sarebbero fuggiti dalla casa a 5 chilometri di distanza. Per lui, un 45enne piacentino, l'addebito di omessa custodia di animali.
LA ZAMPA.IT
4 SETTEMBRE 2009
Gioco della pignatta con coniglio, denunciato sindaco Palestrina
ROMA - Un coniglio in un sacco preso a bastonate da adulti e bambini. È quanto sembra essere accaduto, secondo la denunci adel Codici, domenica 30 agosto durante la festa di Santa Rosalia a Palestrina, in provincia di Roma.
MATTINO DI PADOVA
4 SETTEMBRE 2009
Bastardino sbranato dal cane dei vicini
di Giusy Andreoli
VIGONZA (PD). Il bastardino adottato da una coppia di via Matteotti è stato sbranato ieri dal cane dei vicini di casa, un enorme esemplare nero, all’apparenza un altro meticcio frutto di un incrocio tra le razze Terranova e Pastore Belga. Nel vedere il loro cagnolino morente in una pozza di sangue la coppia, un industriale di Pianiga (Ve) e la convivente, sono scoppiati in lacrime. Sul posto sono intervenuti i veterinari, gli esperti cinofili dell’Usl 15 e i carabinieri di Pionca di Vigonza. I militari hanno ipotizzato l’omessa custodia di animali nei confronti dei proprietari del cane aggressore, che comporta una sanzione pecuniaria. Il raccapricciante episodio è accaduto di prima mattina ed è stato probabilmente favorito dal fatto che i padroni del morsicatore sono in ferie. A custodire l’animale, la sua compagna e i loro 3 cuccioli (altrettanto neri come il padre) c’è come dog sitter un giovane di Limena. Ieri mattina, però, non era ancora arrivato quando il cagnone ha saltato il cancello di casa propria e in sequenza quello dei vicini, si è avventato sul bastardino, l’ha azzannato mortalmente al collo e con altri due balzi è rientrato nel suo giardino per finirlo. Nel sentire il trambusto e i guaiti del povero bastardino, l’industriale e la compagna sono corsi fuori, giusto in tempo per assistere alla fine del loro cagnolino da compagnia, che aveva appena un anno e mezzo. In via Matteotti si è portata una pattuglia, che ha verbalizzato i fatti. Il cane morsicatore è stato lasciato in custodia al dog sitter. Dopo l’aggressione, peraltro, ha ripreso l’atteggiamento mansueto di sempre.
LA PROVINCIA PAVESE
4 SETTEMBRE 2009
Nessun canile voleva il cucciolo abbandonato
Giulia Cimpanelli
CASTEGGIO (PV). Tangenziale di Casteggio, ore 17,30 di mercoledì. Un cagnolino nero camminava sul ciglio della strada spaesato e in pericolo. Emanuele stava passando in auto, lo ha notato e si è fermato. Ha deciso di caricarlo in auto e portarlo in salvo in un canile: «Mi sono diretto immediatamente verso quello di Voghera». Sembra una storia semplice, ma vedremo che non sarà così. «Lì hanno controllato il cane e hanno notato che non aveva chip nè tatuaggio - prosegue Emanuele nel suo racconto dettagliato -. Non era mai stato vaccinato ed era abbastanza malandato, quindi chi l’aveva abbandonato non l’avava nemmeno trattato bene in precedenza. Dopo avermi fatto aspettare almeno un quarto d’ora, una dipendente del canile mi ha spiegato che non avevano più posto per tenerlo e che mi sarei dovuto rivolgere ai vigili di Casteggio perchè il cane era stato trovato in zona di loro competenza”. Emanuele ha chiamato più volte il comando senza ottenere alcuna risposta, intanto si è diretto verso casa sua, a Robecco: «Sono andato a casa sperando di trovare una soluzione - dice - purtroppo non ero in grado di tenerlo da me perché ho già tre pastori tedeschi e non ho spazio. Dopo mezz’ora finalmente mi hanno risposto i vigili e mi hanno liquidato alla svelta dicendo che siccome il cane si trovava a Robecco non potevano far venire fin lì l’accalappia cani...». Disperato, Emanuele ha contattato anche il canile di Pavia dove gli hanno spiegato che la competenza della zona di Robecco è del canile di Broni Stradella: «Mi hanno addirittura invitato in malomodo a tenere il cucciolo a casa e non portarlo in canile», racconta indispettito. Dopo ore di tempo perso e decine di euro spese al telefono Emanuele si è rivolto ad un’amica che aveva dei contatti all’Enpa: «Grazie a questa persona - spiega - sono riuscito a lasciare il piccolo in un canile a pagamento di Bressana, dove l’hanno accolto gratuitamente a titolo amichevole». Oggi il cagnolino forse ha già trovato una famiglia della zona pronta ad adottarlo: «Lui è stato fortunato ma quanti altri animali vengono abbandonati e finiscono sotto un camion? - conclude l’uomo -. Dopo questa esperienza mi sento ancora di più di rivolgere a tutti l’appello di non abbandonare assolutamente i cani. Se credete che qualciuno li troverà e verranno ricoverati in un canile sappiate che non è così. La situazione è paradossale: i canili non hanno fondi per mantenere altri “ospiti” e li lasciano in mezzo alle strade».
IL GRECALE
4 SETTEMBRE 2009
San Severo, presto niente più randagi nelle vie della città
San Severo (FG) - Presto le strade di San Severo saranno libere da cani randagi. Con quest’obiettivo l’assessore all’ambiente Massimo d’Amico, ha stilato un programma da mettere in campo per rispondere alle tante richieste provenienti dai vari quartieri della città. Un programma complesso che già dai giorni scorsi ha permesso di accalappiare più di 70 randagi a zonzo nel centro storico liberando così zone centrali, come piazza Incoronazione. “In questa prima fase – spiega l’assessore all’ambiente, Massimo d’Amico – abbiamo innanzitutto ripulito l’ex macello comunale di via Foggia che in via d’emergenza garantirà maggiori possibilità di ricovero per i randagi e ci stiamo attivando con l’Asl per mettere in funzione il canile sanitario, costruito ma mai utilizzato. Saremo così in grado di velocizzare i tempi di sterilizzazione dei randagi evitando che si riproducano senza controllo”. A tal proposito nei giorni scorsi i rappresentanti dell’amministrazione Savino, gli assessori all’ambiente Massimo D’Amico e ai lavori pubblici Antonio Pistillo e il consigliere comunale Tiziana Sponsano, hanno incontrato il direttore del Rifugio E.N.P.A Nunzio Cascavilla ed i responsabili del Servizio Sanitario Area A dell’ASL Francesco Fini e Marisa Carafa, per fare il punto della situazione specie per il canile sanitario. Infatti la struttura costruita in Contrada Zamarra, in prossimità del Rifugio dell’E.N.P.A., dovrebbe funzionare come struttura di prima accoglienza, dove i cani dovranno ricevere i trattamenti sanitari previsti dalla legge, per la prevenzione delle malattie trasmissibili all’uomo e soprattutto per intensificare gli interventi di sterilizzazione, necessari per combattere il randagismo, ma costruita non è mai entrata in funzione. Superata l’emergenza in atto per il futuro l’assessore democristiano intende però mettere in campo iniziative innovative che permetteranno di risolvere la situazione. “Presto ci attiveremo affinché tutti i cani presenti sul territorio siano microchippati, dopo di che doteremo alcuni vigili urbani di pistole lettori di microchip così da poter risalire al padrone del cane e nel caso in cui l’animale non sia stato accidentalmente smarrito provvedere alla loro denuncia per il reato di abbandono di animale, così come previsto dalla legge”. Interventi, secondo l’assessore all’ambiente, che se si creeranno le giuste sinergie potranno essere svolti in economia pur fornendo tutte le garanzie di tutela al migliore amico dell’uomo. Continuano nel frattempo da alcune zone periferiche e dal cimitero comunale le proteste dei cittadini per la presenza indesiderata di branchi di cani randagi, ma l’esponente della giunta Savino assicura: “Il nostro intervento risolutivo è solo all’inizio, con il passare del tempo la nostra azione si estenderà a tutti i quartieri della città e soprattutto al cimitero comunale, un luogo sacro e caro a tutti noi che non può essere certamente casa di randagi”.
IL TIRRENO PIOMBINO
4 SETTEMBRE 2009
Cani intossicati da veleno per topi
Provincia di Livorno - I numeri fortunatamente non sono tali da far gridare all’allarme, ma quel che è certo è che l’estate 2009 è stata particolarmente insidiosa per quei cani (e di conseguenza per i loro proprietari) che hanno avuto la sventura di imbattersi nelle confezioni di veleno per i topi, o per le lumache, e restarne intossicati. I casi, dicono i veterinari della Val di Cornia, ammontano complessivamente a una ventina, in alcune occasioni determinati involontariamente dagli stessi proprietari. Le confezioni di ratticidi riportano indicazioni sull’innocuità del prodotto per cani e gatti; fatto questo, affermano i medici, che le situazioni di avvelenamento segnalate tendono decisamente a smentire. Generalmente, in ogni caso, l’esito di questi episodi è positivo, dal momento in cui questo tipo di intossicazione può essere curato bloccando in tempo emorragie causate dal veleno. Non così, tuttavia, sono andate le cose per un setter di dieci anni, rimasto intossicato a San Vincenzo e poi deceduto.
LA NAZIONE 4 SETTEMBRE 2009
In aumento i casi di maltrattamento A Firenze e provincia i casi di maltrattamento di animali nell'ultimo anno sono aumentati. Il dato arriva dall'Enpa, l'Ente nazionale protezione animali. ''Da settembre scorso a oggi - ha spiegato il presidente provinciale Enpa Simone Porzio - i casi di maltrattamento accertati sono aumentati del 3,6 % rispetto allo stesso periodo di un anno fa''
Firenze - I casi di maltrattamento di animali nell'ultimo anno sono aumentati. Il dato arriva dall'Enpa, l'Ente nazionale protezione animali. ''Da settembre scorso a oggi - ha spiegato il presidente provinciale Enpa Simone Porzio - i casi di maltrattamento accertati sono aumentati del 3,6 % rispetto allo stesso periodo di un anno fa''.Tra i casi di maltrattamento ci sono tre gatti uccisi e gettati dalla finestra e 5 cani tenuti segregati in una stanza per sacrifici rituali, un cane precipitato per fame dal balcone, un traffico illecito di cuccioli dall'estero, colonie di piccioni avvelenati con ratticida, pesci tenuti in bicchieri da vino come ornamento in ristoranti del centro di Firenze.In questi episodi di maltrattamento di animali, avvenuti a Firenze e provincia, sono intervenuti i volontari della guardia zoofila dell'Enpa, ente nazionale protezione animali. Le principali vittime sono stati i cani (59% dei casi), i gatti (29%) e altri animali selvatici, volatili, bovini, ovini, pesci e crostacei. Sono aumentati gli avvelenamenti in spazi urbani ad uso pubblico in particolare contro cani, gatti e piccioni, ma anche altri volatili, rettili e animali selvatici che diventano vittime indirette mangiando i bocconi avvelenati. Quasi scomparsi gli episodi di abbandono sulle arterie autostradali, ma sono aumentati quelli di IL SECOLO XIX 4 SETTEMBRE 2009
Levante: l’estate “nera” degli animali
Simone Schiaffino
Una lunga estate nera per gli animali nel Levante. Cani abbandonati, pesci e volatili che muoiono nell’oasi faunistica dell’Entella (per circostanze ancora non del tutto chiarite), rapaci feriti dal fuoco degli incendi che hanno imperversato in Riviera. Oppure animali da compagnia misteriosamente uccisi da armi da fuoco, come è accaduto ad uno sfortunato pastore tedesco a Moneglia, una settimana fa. Pochi giorni fa, su un viadotto della A12, tra i caselli di Rapallo e Chiavari, si è verificato il più classico dei casi di inciviltà e “disumanità”: due cuccioli meticci, maschio e femmina, di circa 5 mesi, sono stati abbandonati in autostrada. E hanno rischiato di morire travolti dalle auto, rappresentando pure un pericolo per chi, in quel momento, passava col proprio mezzo in quel tratto. I cagnolini sono stati salvati dagli addetti del canile di Rapallo e ora cercano un padrone migliore del precedente. Un altro brutto episodio riguarda un alano maschio, che è stato trovato l’altro ieri legato ai cancelli di una serra in via Betti, a Rapallo. Anche questo cane è stato preso in consegna dal canile rapallese. Dove sono sistemati altri animali abbandonati oppure semplicemente smarriti dai rispettivi padroni: un bellissimo gatto siamese recuperato a Chiavari, un cane pechinese trovato a Leivi, e una femmina di bracco tedesco, che vagava sulle alture di Lavagna. […]Da segnalare ancora un caso, da Rapallo. Stremato per la fame e la sete patita per giorni è arrivato fino al giardino di un abitante di San Quirico d’Assereto che, vedendolo, ha dato l’allarme: protagonista della terribile vicenda è un cane meticcio, di 10 anni, che è riuscito a trascinarsi fino a quel giardino in condizioni pietose, terribilmente dimagrito e disidratato, pieno di pulci e zecche. Il cane è stato preso in consegna dal servizio di soccorso animali della Croce bianca rapallese. Ieri, invece, una giovane poiana è stata trovata da un’escursionista in mezzo ai boschi bruciati di Collodari, sulle alture di Recco, ed è stata salvata grazie ai volontari dell’Enpa e curata dai veterinari di Animal Assistance. Il rapace era per terra, in balia di chiunque; sperduto e affamato, dopo aver trascorso qualche giorno tra i tizzoni rimasti dopo le fiamme. L’animale è stato prima consegnato alla polizia municipale e poi prelevato dall’Enpa. Le fiamme dell’incendio di questi giorni, probabilmente, hanno ucciso molte creature dei boschi e la piccola poiana si può dire fortunata. Adesso è tranquilla dentro una gabbia, verrà controllata dal veterinario e poi, una volta accertato che è fuori pericolo, sarà riportata nei boschi. Intanto si allunga l’elenco di animali morti sul greto e nell’acqua della foce dell’Entella. Da fine luglio ad oggi, conferma l’associazione Ayusya, sono stati trovati senza vita 92 volatili (tra anatre e gabbiani) e 260 cefali. La Asl 4, con gli esami sulle carcasse, ha stabilito che i pennuti sono stati uccisi da un topicida, il “Brodifacoum”, però ancora non si sa come questa sostanza derattizzante sia finita nelle acque del fiume. I cefali, invece, secondo gli esami effettuati dall’Asl, potrebbero essere morti per altre cause. Le indagini in merito stanno proseguendo. Sull’argomento è intervenuto ieri il consigliere regionale del Pdl Matteo Rosso, che ha annunciato di aver presentato un’interrogazione urgente alla luce delle denunce sulla moria nell’Entella. Rosso, oltre a sollecitare l’intervento di Arpal e Regione, ha giudicato il fatto gravissimo , anche perché, dice il consigliere «questo inquinamento potrebbe ripercuotersi sulla salute degli abitanti della zona». ORVIETO SI 4 SETTEMBRE 2009
Non ha procurato la morte del cucciolo finito a gennaio scorso al centro di una denuncia da parte di alcune operatrici del canile di Orvieto 'Accalappiacani' scagionato
ORVIETO (TR) – L’”accalappiacani” non ha procurato la morte del cucciolo finito a gennaio scorso al centro di una denuncia da parte di alcune operatrici del canile di Orvieto. A scagionare l’addetto della Asl, che era stato accusato di maltrattamenti, è stata l’autopsia eseguita sul cagnolino. Per la procura, dunque, il caso è chiuso. La vicenda fa riferimento alla cattura di tre cuccioli meticci abbandonati in aperta campagna nella zona di Titignano, i primi giorni di gennaio di quest’anno, per i quali alcune guardie zoofile dell’Enpa avevano richiesto l’intervento degli operatori Asl, in pratica quello che un tempo era definito l’“accalappiacani”. I cuccioli dovevano essere trasferiti al canile di Orvieto, solo che uno morì poco dopo la cattura. All’epoca l’operatore della Asl venne subito difeso dal dirigente del servizio veterinario, il dottor Marcello Federici che escluse “categoricamente” qualsiasi tipo di maltrattamento.
CORRIERE DELL'UMBRIA
4 SETTEMBRE 2009
Castiglione del Lago - Allarme per i cani abbandonati.
Fenomeno preoccupante secondo i dati del servizio veterinario. Ogni giorno raccolte segnalazioni di scomparse e ritrovamenti.
Simona Billi
CASTIGLIONE DEL LAGO (PG) - Estate record, quella in corso, per il numero di cani scomparsi o trovati abbandonati nel territorio del Trasimeno, secondo il servizio veterinario locale della Asl 2 con sede a Castiglione del Lago. Dal mese di giugno fino ad agosto, il Servizio ha registrato in media tre o quattro casi di denunce per cani scomparsi e casi di amici a quattro zampe trovati abbandonati e dei quali molto spesso nessuno chiede notizia. Il dato, spiegano dal servizio veterinario della Asl, si è impennato alla fine del mese di agosto, quando il numero è salito a quattro o cinque casi complessivi al giorno. La media abituale invece, è di uno o due casi a giornata. L'estate era già cominciata male con il caso più clamoroso, quello di un'intera cucciolata di nove cagnolini trovata abbandonata nel comune di Tuoro. Agli abbandoni e ai casi delle scomparse che si accentuano nel periodo estivo, vanno aggiunti i furti di cani. In molti, spiegano dal servizio veterinario castiglionese, quest'estate hanno sporto denuncia dopo avere ritrovato i recinti dei loro amici a quattro zampe vuoti, con i lucchetti tagliati. I casi di furti registrati in questi tre mesi su tutto il territorio del Trasimeno, riguardano per lo più Setter inglesi, Breton e Segugi, ma c'è stato anche l'episodio di un Rotwelier per il cui furto il padrone ha sporto denuncia sia al servizio veterinario della Asl2 che ai carabinieri. Se per i furti poco si può fare, per facilitare il ritrovamento di cani scomparsi la raccomandazione del servizio veterinario è quella di rispettare la legge che dal primo gennaio 2004 impone l'apposizione del microchip al proprio amico a quattro zampe. Per chi poi dovesse trovare un cane abbandonato, la raccomandazione è di non lasciarlo andare via, ma di contattare o un veterinario privato oppure direttamente il servizio veterinario della Asl, per verificare la presenza del microchip attraverso il lettore ottico e risalire al proprietario consultando l'anagrafe canina. I cani che non hanno microchip, vengono condotti al canile di Todi, con la speranza che trovino un nuovo padrone e tamponando il fenomeno del randagismo.
IL TIRRENO
4 SETTEMBRE 2009
Il circo rispetti le leggi sui maltrattamenti di animali
Pistoia - In seguito al sequestro di 82 volatili disposto dal tribunale di Pistoia nei confronti del circo Victor “Lo spettacolo delle meraviglie”, per “gravi maltrattamenti e detenzione incompatibile con la loro natura”, il proprietario del circo, Vittorio Calvaruso, ha rivolto, attraverso gli organi di stampa, un appello ai presidenti della Repubblica e del Consiglio, e non solo, in cui chiede un aiuto per poter sfamare la sua famiglia, dichiarandosi vittima dell’ideologia animalista. Il signor Calvaruso attribuisce, quindi, non a se stesso, indagato per maltrattamento di animali, ma al mondo animalista le sue attuali condizioni che non gli permettono di continuare a utilizzare quegli animali che per anni ha tenuto rinchiusi in strettissime gabbie, al buio e in pessimo stato d’igiene e di salute. Al di là delle ideologie, invece, quello che la Lav ha fatto è stato chiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria per reprimere condotte che causavano evidente sofferenza per gli animali del circo Victor. È incomprensibile, perciò, che ora che è stato disposto il sequestro di quegli animali a causa delle violazioni delle norme suddette da parte del signor Calvaruso, che questo possa chiedere allo Stato di farsi carico del suo sostentamento. In che misura il signor Calvaruso, e il suo circo, abbia violato la legge, sarà stabilito nelle competenti aule giudiziarie ma una riflessione si rende necessaria. Molto spesso, infatti, quando si tratta di agire penalmente nei confronti delle strutture circensi, si tende a minimizzare colpe e responsabilità facendo leva sulla salvaguardia dei posti di lavoro ed il mantenimento delle famiglie. Ciò non avviene, però, in altri ambiti. Il maltrattamento animale va perseguito penalmente, non sono gli animalisti a volerlo, ma la legge 189/2004. Ciò che il mondo animalista chiede è che venga fatta rispettare, per il circo Victor così come per ogni altra struttura che impiega animali in modo illegittimo, o li maltratta. Nadia Masutti, responsabile nazionale Lav settore circhi, zoo, animali esotici - Nadia Masutti, responsabile nazionale / Lav settore circhi, zoo, animali esotici
L’ARENA GIORNALE DI VERONA 4 SETTEMBRE 2009
GLI APPUNTAMENTI PIÙ ATTESI DAGLI APPASSIONATI SI TENGONO ALL’ALBA DI MARTEDÌ 8 SETTEMBRE Si apre la Sagra dei Osei CISANO OSPITA UNO DEGLI EVENTI ORNITOLOGICI DI MAGGIOR PRESTIGIO A LIVELLO NAZIONALE
Cisano (VR) - Prende il via oggi, alle ore 18 la tradizionale Sagra degli Osei di Cisano, con l’apertura dei chioschi, delle bancarelle e del luna park.
LA NUOVA VENEZIA
4 SETTEMBRE 2009
San Michele, arriva la Fiera dei Osei
SAN MICHELE (VE). E’ ormai tutto pronto nel grande parco di Villa Ivancich per accogliere domenica mattina le migliaia di appassionati che visiteranno l’ottava edizione della «Fiera dei Osei» organizzata dall’associazione Maremoto presieduta da Tarcisio Vio. Saranno presenti i migliori uccelli cantori per il concorso canoro che, posizionati negli slarghi tra gli alberi secolari, incanteranno quanti si saranno sottoposti alla levataccia pur di ascoltare la sinfonia del merlo, lo zirlo del sassello, il canto dei fringuelli, la melodia dell’allodola fin dalle prime luci dell’alba. Oltre a tutto ciò, saranno presenti numerosi settori con animali esotici di rara bellezza e anche un laghetto per le tartarughe. Chioschi e specialità gastronomiche renderanno ancor più piacevole la visita. Questa mattina invece, lungo l’arenile antistante la Bibione Terme, inizia la Beach Volley Marathon con 5000 atleti iscritti.
Animalieanimali 4 SETTEMBRE 2009
CORRETTI I CONTROLLI DELLA FORESTALE ALLA MOSTRA DELLE TARTARUGHE Dai sopralluoghi effettuati alla più grande mostra mondiale di testuggini, che si è tenuta in Fiera il 29 e 30 agosto, sono emerse tredici infrazioni. Otto persone sono state denunciate e sono scattati ventitre sequestri.
Il comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato Giuseppe Giove risponde alle polemiche sui controlli degli agenti alla mostra Tartarughe Club, alla fiera di Cesena il 29 e 30 agosto, affermando che i controlli sono stati corretti e che da questi sono emerse diverse infrazioni.
ROMAGNA OGGI
4 SETTEMBRE 2009
Cesena, Federfauna: "Tartarughe rarissime e vietate? No, erano regolari"
CESENA (FC) - Non si ferma la polemica tra gli organizzatori della fiera delle tartarughe, Federfauna, e la Forestale. Dopo i sequestri degli uomini in divisa, avvenuti in occasione della fiera che si è tenuta l'ultimo week-end, Federfauna replica che questi sequestri di animali e relative denunce sono avvenuti fuori dalla fiera e quindi estranei all'organizzazione stessa. Inoltre, le due tartarughe considerate "rarissime" dalla Forestale, per Federfauna sono regolari. In particolare, la documentazione di accompagnamento ai due esemplari sarebbe stata vidimata dalla stessa Forestale e non sarebbe la prima volta che quelle due tartarughe finiscono in esposizione. Sarà in ogni caso la magistratura, a questo punto, a verificare nei dettagli la vicenda, essendo state trasmesse le carte alla procura della Repubblica.
MATTINO DI PADOVA
4 SETTEMBRE 2009
Nate due leoncine al Tiger Experience
Provincia di Padova - Gli occhioni teneri spalancati, il pelo chiaro chiaro arruffato, le zampotte smisurate: sono nate da poco e già sprizzano una vitalità da stremare un leone. Appunto. Perché le due cucciole sono figlie di papà Leo il leone e mamma Shiba, regale coppia felina che abita (con altri circa 30 tra tigri, puma, ghepardi, leopardi) al Tiger Experience di Campolongo, il parco didattico gestito da Luana Agnoletto e Gianni Mattiolo. Le leoncine stanno benissimo, come crescono a vista d’occhio sotto gli occhi dei genitori, i tre cuccioli di puma nati tre mesi fa. Intanto continuano le visite guidate al Tiger: i prossimi appuntamenti sono domani alle 16.30 e domenica alle 10.30 e alle 16. Prenotare al 349-6864967 o www.tigerexperience.com. E sempre domani ma alle 18, «reptile adventure» assieme all’erpetologo Mauro Ghidotti e ai suoi animali. Un’occasione per avvicinarsi a serpenti, tartarughe e sauri, conoscerli, maneggiarli, capirne i comportamenti.
L’ARENA GIORNALE DI VERONA 4 SETTEMBRE 2009
LAZISE (VR). L’animale, albino, lungo un metro e venti, era nascosto tra gli scogli. È stato avvistato ieri mattina dagli addetti alla raccolta rifiuti che hanno subito dato l’allarme Pitone sul lungolago catturato dai finanzieri Il rettile, forse scappato a un collezionista di animali esotici, ora è stato adottato dal parco Natura Viva
Lazise (VR) - Preso e insaccato un pitone albino di un chilo e mezzo, lungo un metro e venti, grazie alla collaborazione tra l’unità nautica della Guardia di finanza e l’ufficio ecologia del Comune. Un’operazione scattata attorno alle 8 dopo la segnalazione degli uomini della Serit, l’azienda che ha l’appalto per la raccolta rifiuti e la pulizia delle strade di Bardolino.
VIRGILIO NOTIZIE
4 SETTEMBRE 2009
Algeria/ Carne di asino data da mangiare a fedeli ignari
Alta richiesta di carni durante mese digiuno sarebbe la causa
Carne di asino data da mangiare a musulmani nel mese del digiuno di Ramadan. Panico e shock tra gli abitanti della cittadina di Shallala a sud della provincia di Medea, in Algeria. Il quotidiano locale, Echeorouk che riferisce La scoperta del locale ufficio di Veterinario. "Ossa e teste di tre asini" sono state trovate in buste di plastica di colore nero alla periferia della città. I funzionari locali ritengono che gli equini siano stati macellati. Il timore della popolazione è che "gente di pochi scrupoli - scrive il giornale - approfittando dell'alta richiesta durante il mese del Ramadan, abbia venduto la carne degli animali - severamente vietata dalla legge islamica - nel mercato del paese.
LA ZAMPA.IT 4 SETTEMBRE 2009
Il Palio non frusta più i cavalli Pista sicura e tutela sanitaria per i purosangue: ad Asti via al nuovo corso
FRANCO CAVAGNINO
ASTI - Le prime notizie del Palio di Asti risalgono al 1275 e per una manifestazione che ha attraversato secoli anche burrascosi, un’ordinanza ministeriale può essere normale amministrazione. A patto che la si rispetti. «Noi l’abbiamo addirittura anticipata», chiarisce con orgoglio il sindaco Giorgio Galvagno, in linea con quanto aveva dichiarato il primo cittadino di Siena Franco Cenni alla vigilia del Palio dell’Assunta. Animalieanimali 4 SETTEMBRE 2009
SODDISFAZIONE PER RITIRO ORDINANZA "AFFAMA GATTI" IN PROVINCIA DI BIELLA Intervento della LAV sul Sindaco di Portula. Sterilizzazioni a carico del Comune.
La LAV esprime soddisfazione per la decisione del Sindaco di Portula di ritirare l’Ordinanza con la quale si istituiva il divieto di somministrare cibo alle colonie feline. Proprio nei giorni scorsi i volontari della Sede di Biella avevano incontrato il primo cittadino per invitarlo a ritirare il provvedimento illegittimo e dannoso.“Prendiamo atto con piacere della decisione del Sindaco di Portula di ritirare l’Ordinanza. Ogni divieto di alimentare le colonie feline, è illegittimo perché contrario sia alla legislazione nazionale che a quella regionale sulla tutela degli animali d’affezione e per la prevenzione del randagismo. Grazie all’impegno di una nostra Socia Attiva è inoltre partito il censimento e presto verranno sterilizzati i primi randagi. Cogliamo l’occasione per invitare tutte le Amministrazioni e i Sindaci che ne avessero la necessità a contattarci e a confrontarsi con noi per non incappare in provvedimenti inadeguati come lo era quello di Portula e per valutare strategie efficaci per risolvere il problema randagismo” – dichiara Siria Burlando portavoce della Sede Territoriale LAV di Biella e prosegue “Ringraziamo tutti i cittadini che si sono uniti nella protesta e hanno ottenuto assieme a noi questo importante passo per garantire il rispetto delle leggi a tutela degli animali e la tutela delle colonie feline. Come stabilito da un’importante sentenza del Pretore di Siracusa cibare gli animali randagi non solo non è vietato, ma è da considerarsi un atto di civiltà”. Recentemente sul tema del divieto di somministrare cibo ai randagi si è espresso anche il TAR della Puglia, che oltre a riconoscere come la somministrazione di alimenti agli animali possa essere svolta anche nel rispetto delle norme igieniche e secondo i principi di civile convivenza, riconosce - a ragione - come il divieto di somministrazione di cibo possa incidere sulle condizioni di sopravvivenza degli animali, facendo così cadere su di loro effetti che vanno addebitati solo e esclusivamente a comportamenti scorretti di alcuni cittadini, che comunque ben possono essere individuati e sanzionati.“Con la scelta di ritirare l’Ordinanza il Sindaco ha assolto ad uno dei compiti che gli sono demandati per legge– afferma Siria Burlando - - Il Sindaco, ai sensi del DPR 31 marzo 1979, ha l’obbligo di vigilare sull'osservanza delle leggi e delle norme relative alla protezione degli animali presenti sul territorio comunale di cui egli è responsabile”. e prosegue- “La LAV nutre inoltre fiducia nell’impegno preso dal Sindaco di censire e sterilizzare le colonie. Anche le sterilizzazioni rientrano nei compiti dei Comuni: la legge Finanziaria 2008 stabilisce infatti l'obbligatorietà per ogni Comune di mettere in atto piani di sterilizzazione, da sommare a quelli già predisposti dalla ASL” e conclude “Martedì 1 Settembre la nostra Socia De Petro Rosa ha già svolto i sopralluoghi nelle zone in cui si trovano le colonie e contattato il Medico Veterinario designato per le sterilizzazioni che avverranno nelle prossime settimane. Chiediamo a tutti coloro che hanno la sensibilità e il tempo da dedicare all’intervento concreto sul territorio di contattarci per aiutarci ad intervenire tempestivamente”.
CITTA' DI GENOVA
4 SETTEMBRE 2009
Porta il cane a passeggio, sfugge a branco di cinghiali
Provincia di Genova - Non c'è solo il pacifico cinghiale Piero ad aggirarsi per i boschi del genovese, ma anche gruppi di ungulati, fedeli alla loro natura di animali selvatici.
Ne stavano per far le spese un genovese di Oregina e il suo cane, usciti per sgranchirsi le gambe, che si sono trovati di fronte un branco di quindici bestie di grossa taglia. L'uomo, che abita in via Capri, mercoledì, come ogni sera è uscito con il suo cane per portarlo ai giardini Sole, ma invece di una tranquilla passeggiata, ha dovuto gestire l'incontro ravvicinato. Non si è perso d'animo ed è riuscito a fuggire, chiedendo aiuto a vigili urbani e guardia forestale, ma quando sono arrivati i rinforzi, i cinghiali erano già scomparsi. CORRIERE FIORENTINO 4 SETTEMBRE 2009
Nelle città Difficile rivedere i grandi stormi. E si adattano specie esotiche Fuga anticipata delle rondini tradite dal clima impazzito In crisi gli animali «specialisti». L’usignolo è sparito
di DANILO MAINARDI
A settembre, in un tempo che ormai ci pare lontano, era normale vedere i preparativi che le rondini facevano in previsione del lungo viaggio che le avrebbe riportate in Africa a svernare. C’era il richiamo e l’addestramento al loro primo viaggio dei nuovi nati; c’era il riunirsi in stormi vieppiù consistenti. I raduni premigratori, li chiamavano gli esperti. Ma, a parte questi, chi ancora s’accorge, e forse addirittura ha nostalgia, dell’immagine bella di quell’affollarsi di rondini una volta consueta e ormai così rara?
IL TACCO D'ITALIA
4 SETTEMBRE 2009
Caccia tortore protette. Denunciato
Si apre negativamente la stagione della caccia. Scattate le prime denunce alla Procura. Sanzionati in tre: sparavano a pochi metri dalla strada
Lecce - Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato del Comando Provinciale di Lecce, il giorno di apertura della caccia durante un servizio di prevenzione controllando i documenti a circa trenta persone, hanno sequestrato un fucile semiautomatico Beretta e denunciato alla Magistratura un cacciatore di Carmiano che a Specchia ha ammazzato otto tortore dal collare, uccelli sottoposti a tutela dalla legge sulla caccia. Nella stessa giornata sono state elevate tre sanzioni amministrative ad altrettanti cacciatori di Campi Salentina, perché esercitavano la caccia a meno di 50 metri da una strada.
NOTIZIARIO ITALIANO
4 SETTEMBRE 2009
Caccia, si è aperto il calendario venatorio 2009/2010
PALERMO – Si è aperto ieri, giovedì 3 settembre, il calendario venatorio in Sicilia. “Doppiette” e appassionati dell’isola hanno ritirato fuori fucili e cani addestrati per intraprendere il loro primo giorno di caccia, che si è svolto senza particolari problemi. L’assessore regionale all’Agricoltura e Foreste, Michele Cimino, infatti, ha firmato il decreto che ha dato il via al calendario venatorio della stagione 2009/2010, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana n. 18 del 24 aprile scorso. “Nell'attesa che diventino operativi i piani di gestione dei 'Siti siciliani Natura 2000', già approvati dell'assessorato regionale al Territorio e Ambiente - ha spiegato l'assessore all'Agricoltura, Michele Cimino - abbiamo trovato il giusto compromesso, con le associazioni ed i comuni coinvolti, per la definizione del calendario. Le modifiche al precedente decreto rispondono alla necessità di salvaguardare ulteriormente alcune specie”. Rispetto al precedente provvedimento, in adempimento dell'ordinanza del Tar di Palermo, l'attività venatoria 2009-2010, lungo le rotte di migrazione è vietata nelle aree dei parchi, riserve, oasi naturali, oasi di protezione e rifugio della fauna, nelle aree demaniali e fondi chiusi (indicati nel calendario venatorio pubblicato nella gurs). Nell'attesa dell'adozione dei piani di gestione, secondo le disposizioni ministeriali, nelle zone di protezione speciale (Zps) che ricadono nelle rotte di migrazione, la caccia sarà consentita a partire dall'1 ottobre. Altre modifiche sono state stabilite in alcuni dei 23 ambiti territoriali di caccia siciliani: nell'ambito dell'area Palermo3 (Ustica) si potrà cacciare dal 20 settembre (fermo restando le limitazioni ministeriali previste per le aree Zps; anche nell'ambito di Trapani4 (Pantelleria) l'attività sarà consentita dal 20 settembre; nell'ambito di Trapani3 (Isole Egadi) sarà possibile cacciare, invece, a partire dall'1 ottobre. Nei territori dei comuni di Valledolmo (Palermo) e Mazzarino (Caltanissetta) è vietato l'uso del furetto.
CORRIERE DI AREZZO
4 SETTEMBRE 2009
Cavriglia - Bracconieri scatenati nei boschi.
Chiesto l’intervento della polizia provinciale. Il sindaco: scopriremo i responsabili. La denuncia di Pompili (Pdl) e delle associazioni venatorie.
CAVRIGLIA (AR) - Cacciatori di frodo nei boschi di Cavriglia? Ne denunciano la presenza il capogruppo del Pdl in consiglio comunale Leopoldo Pompili e i rappresentati delle associazioni venatorie in una lettera inviata, tra gli altri, anche al sindaco e ai carabinieri. Ricordando che per la sua particolare conformazione il territorio di Cavriglia è particolarmente appetibile dal punto di vista venatorio, come dimostra anche il numero di perone dedite a quest’attività, si indica come crescente il fenomeno della caccia di frodo. “E’ fatto raro - sottolinea Pompili - che passi una notte senza udire l’eco di spari rimbombare tra le valli in barba ad aperture o chiusure del periodo di caccia e questo crea un senso di frustrazione fra quanti si impegnano perché la caccia non sia solo abbattimento di animali, ma anche un fattore di crescita e conoscenza del territorio, in armonia con l’ecosistema. Inoltre questo fenomeno - termina Pompili - getta discredito sull’intero mondo venatorio, facendo dimenticare che i veri cacciatori sono animati dal profondo rispetto per la fauna e l'ambiente in generale”. Pompili e le associazioni dei cacciatori cavrigliesi invocano quindi l’intervento della Polizia provinciale, che ha fra i suoi compiti ha anche quello di svolgere attività di vigilanza in ambito venatorio, anche perché le guardie volontarie locali organizzate dalla associazioni svolgono il loro compito quando possono. Interpellato telefonicamente mentre è in vacanza cade in pratica dalle nuvole il sindaco Ivano Ferri, che si dice non a conoscenza del fenomeno della caccia di frodo nel territorio da lui amministrato e promette, una volta tornato al lavoro, di leggere con attenzione la lettera inviatagli e di darsi da fare, in caso di riscontri positivi, per attuare tutte le misure repressive a sua disposizione per mettere fine a ogni episodio di bracconaggio a Cavriglia.
ROMAGNA OGGI
4 SETTEMBRE 2009
Ravenna: pre-apertura della caccia, otto cacciatori multati su 78 controlli
RAVENNA - Otto sanzioni su 78 controlli fatti: è il bilancio della sezione venatoria della Polizia Provinciale di Ravenna per il primo giorno di pre-apertura della caccia, che si è tenuto giovedì. All'alba già le doppiette avevano iniziato a sparare, favorite dal bel tempo e della consistente presenza di volatili. Le sanzioni sono scattate soprattutto per carnieri eccessivi e per il mancato rispetto delle culture agricole in atto. Anche una multa per ‘caccia vagante'.
Non solo: la polizia provinciale è dovuta intervenire assieme ai carabinieri per dirimere una controversia tra cacciatori, che avevano postazioni fisse di caccia troppo vicine (il limite minimo è di 150 metri). Nessuno dei due ne voleva sapere di allontanarsi, considerando buona la propria posizione. Le giornate di pre-apertura saranno cinque, mentre la ripresa vera e propria dell'attività venatoria è prevista per il 20 settembre.
IL TIRRENO
4 SETTEMBRE 2009
Fagiani, lepri e pernici per il ripopolamento
CAMPIGLIA (LI). Ottimi risultati per il ripopolamento di selvaggina nell’Ambito territoriale di caccia nel comune di Campiglia. Nella Zona di rispetto venatorio di Poggio ai Sorbi sono stati prodotti ed ambientati oltre 1.000 fagiani e 70 pernici rosse. Non si tratta dei soliti animali acquistati presso allevamenti intensivi, ma di soggetti prodotti in modo semi naturale in loco. Le uova deposte da riproduttori mantenuti in una voliera sono state fatte incubare da galline domestiche ed i pulcini così prodotti sono stati ambientati precocemente, insieme alla chioccia che li ha allevati, all’interno dell’apposito recinto situato nella stessa Zona di rispetto. Gli uccelli così allevati hanno una capacità di adattamento all’ambiente naturale comparabile con quella degli animali selvatici e sono quindi in grado di sopravvivere e di riprodursi una volta immessi sul territorio. Rispetto all’anno scorso, grazie ad alcuni accorgimenti tecnici, la produzione è più che triplicata e ciò a consentito di trasferire circa 300 soggetti presso le strutture di ambientamento dei comuni limitrofi. Oltre a questa iniziativa, sempre nell’ottica del ripopolamento, sono state immesse sul territorio campigliese anche 9 lepri, anche in questo caso allevate in modo semi naturale all’interno del recinto di Poggio ai Sorbi. Da segnalare inoltre la realizzazione di due nuovi recinti di ambientamento per fagiani: uno a Riotorto e uno a San Vincenzo.
IL TIRRENO
4 SETTEMBRE 2009
E' allarme per i cinghiali
Enrico Giovannelli
CASTIGLIONE (GR). Un vero e proprio allarme ungulati quello lanciato dalla Coldiretti, che ha indetto una conferenza stampa per fare il punto della situazione all’azienda agricola Cacciagrande, sotto la collina di Tirli. A fare gli onori di casa Francesco Viaggi, presidente della Coldiretti di Grosseto: «Si rischiano danni alle culture sull’ordine del 30-40 per cento. La situazione è diventata insostenibile. Gli ungulati ormai non si fermano più, e il loro numero cresce in maniera esponenziale molto più che in passato. Basta vedere come tanti animali ormai si aggirino indisturbati alla ricerca di cibo fin quasi alle porte della abitazioni. Non hanno paura di nulla. Sono così tanti che non temono più neppure la presenza dell’uomo». Nella sua analisi Viaggi va dritto al problema: «La nostra Maremma è una delle zone più colpite dagli ungulati in genere, sia lungo la costa che nell’entroterra, e non sto parlando solo dei cinghiali, ma anche di altre specie. I danni sono più che decuplicati, e ormai riguardano ogni tipo di produzione. La situazione è drammatica e sta costando una montagna di soldi alle aziende. Servono interventi seri». Il presidente di Coldiretti lancia anche qualche proposta: «Ci dovrebbe essere un contenimento serio degli animali anche attraverso la liberalizzazione della caccia. E poi servirebbe di conoscere il numero esatto degli animali. Gli abbattimenti previsti non stanno risolvendo nulla, probabilmente sono insufficienti rispetto alla vera entità del problema». Viaggi inoltre sottolinea: «Negli ultimi anni poi, anche i produttori hanno smesso di chiedere i danni, con i risarcimenti che non arrivano mai e sono di fatto illusori». Sulla stessa lunghezza d’onda Osvaldo Allegro, presidente della cooperativa Cantina Vini di Maremma, in rappresentanza di circa quattrocento soci: «Se pensiamo ai danni provocati dai cinghiali alle coltivazioni vitivinicole, la situazione è da allarme rosso. Noi come imprenditori e produttori siamo anche demoralizzati nel vedere il nostro lavoro distrutto dagli animali. Alcune aziene rischiano davvero di chiudere i battenti. Ci chiediamo anche chi è il responsabile di tutto questo? Di chi è la pertinenza di controllare e sorvegliare? E’ umiliante quello che sta accadendo». Massimo Tuccio dell’azienda agricola Cacciagrande è anche più esplicito: «Quest’anno è a rischio gran parte della nostra produzione. I danni non si contano più. Stiamo perdendo il 30/40 per cento del raccolto e a rischio c’è il lavoro di una vita degli ultimi quarant’anni. Servono interventi e alla svelta, gli abbattimenti programmati non bastano, sono solo una goccia nel mare».
IL PICCOLO TRIESTE
4 SETTEMBRE 2009
Salviamo i cinghiali
Paola Citi
Nuovo ordine di abbattimento di altri cinghiali!... con un sindaco cacciatore non ci si può aspettare altro come soluzione alternativa, vero? (tipo catturarli e spostarli altrove). I cinghiali sarebbero un pericolo per noi? Siamo noi un pericolo per loro! Come mai stanno invadendo le nostre città? Ve lo siete chiesti? Forse perché noi abbiamo invaso i loro boschi dimezzandoli per costruirci orride superstrade, gallerie e quant’altro? Per il giusto equilibrio della natura, credo che dovremmo essere noi quelli da abbattere perché siamo noi quelli che hanno meno rispetto per il pianeta su cui vivono. Sporchiamo, distruggiamo, buttiamo giù alberi centenari per fare piazze in puro cemento con miseri vasi di fiori che durano il tempo di un soffio di vento, sterminiamo i nostri simili e altre specie animali, ci vantiamo ancora di indossare pelliccie (cadaveri) come facevano gli uomini delle caverne (che non conoscevano tessuti). Siamo gli esseri meno evoluti del creato. Perché mai noi dovremmo rimanere tranquillamente vivi ed arrogarci il diritto di uccidere specie animali in massa perche ci danno fastidio? Non mi resta che sperare nell’Armageddon perché da questo genere di umanità ormai c’è ben poco da sperare...
MESSAGGERO VENETO
4 SETTEMBRE 2009
Rabbia silvestre, domani partono le vaccinazioni
SPILIMBERGO (PN). Prenderà il via domani a Spilimbergo il programma di vaccinazione per scongiurare il potenziale pericolo di rabbia silvestre. A comunicarlo è stato il direttore della riserva di caccia Graziano Ponzi: «La riserva di caccia di Spilimbergo, in ragione della grave situazione venutasi a creare al riguardo della problematica della rabbia silvestre che potrebbe interessare anche la nostra zona, vieta il prelievo venatorio con l’ausilio del cane fino a sabato 12 settembre. Sono consentite invece le altre forme di caccia». Si invitano pertanto, prosegue Pozzi, «i cacciatori a consultare gli avvisi posti sulle bacheche nei siti conosciuti». Fa inoltre presente che domani «si darà avvio al programma vaccinale delle volpi in collaborazione con i soci della riserva e con quanti abbiano a cuore l’aspetto sanitario degli animali. Ancora una volta i cacciatori sono i primi attori sempre sensibili ai molti problemi sociali». Un’iniziativa, quella dei soci della riserva di caccia spilimbeghese, condivisa ed appoggiata dall’assessore provinciale alla Caccia, Stefano Zannier: «Una scelta logica e dovuta – sottolinea – specie alla luce degli ultimi casi di rabbia silvestre individuati anche in zone tutt’altro che lontane dalla nostra». Un fenomeno preoccupante e non in regressione. «Compito della Provincia e degli enti interessati, quindi, l’accoglimento dell’appello dell’Azienda sanitaria alla vaccinazione di cani ed animali a rischio. Per questo – conclude Zannier – rivolgiamo l’ennesimo appello a tutti coloro che possiedono un cane o un animale a rischio, affinché, sempre che già non abbiano provveduto, lo facciano vaccinare. Il vaccino è gratuito e può essere effettuato direttamente nel paese di residenza».
CLIC MEDICINA
4 SETTEMBRE 2009
E' NATO UN PINGUINO DI MAGELLANO
Genova - Acquario Village dà il benvenuto ad un nuovo piccolo di pinguino della specie di Magellano (Spheniscus magellanicus), nato nella grande vasca subantartica dell’Acquario di Genova.
Questa nascita, la seconda dopo quella di Diana nel 2008, dimostra come lo staff della struttura abbia saputo ricreare nella vasca espositiva le condizioni ambientali che caratterizzano l’habitat di questa specie. Il piccolo è nato nella notte tra il 24 e il 25 luglio scorso, da un uovo deposto il 6 giugno nel nido appositamente creato dallo staff dell’Acquario di Genova nella parete della vasca espositiva, ed è stato covato alternativamente dai genitori. Dal momento della nascita, è stato lasciato alla cura dei genitori nel nido da dove in questi giorni, a circa un mese di vita, comincia ad uscire. Il pubblico può vederlo nei pressi del nido in alcuni momenti della giornata, osservare i suoi primi passi e il sottile piumaggio grigio di questa prima fase di vita. Per conoscere il sesso del piccolo, è necessario aspettare il test del DNA che verrà effettuato sulle prime piume che il piccolo perderà. Viene cibato dai genitori che rigurgitano nel suo becco il cibo predigerito; presto inizierà lo svezzamento che prevede un’integrazione della dieta con cibo somministrato dal personale acquariologico fino alla completa sostituzione del cibo dato dal padre e dalla madre. Raggiungerà l’indipendenza in un periodo variabile tra le 9 e le 17 settimane, a seconda della quantità e qualità del cibo ricevuto; anche la peluria grigia verrà ben presto sostituita dal caratteristico piumaggio bianco e nero degli adulti. Intorno ai 3 mesi di vita, il piccolo farà la prima muta, passando dal piumaggio grigio alle piume impermeabili che gli consentiranno l’ingresso in acqua. In questa fase di muta, potrà essere necessario spostarlo in una vasca curatoriale non visibile al pubblico per abituarlo gradualmente al contatto con l’acqua, al nuoto, all’uscita dall’acqua stessa e alla termoregolazione. I pinguini di Magellano sono animali monogami, formano coppie estremamente stabili che possono durare per tutta la vita. Vivono lungo le coste orientali e occidentali del Sud America a partire da Cile e Argentina fino a Capo Horn e alle isole Falkland. Raggiungono la maturità sessuale intorno ai 4 anni le femmine ed intorno ai 5 anni i maschi. Sono alti circa 70 cm. circa e pesano tra i 3 e i 4,5 kg. La vasca espositiva, che oltre ai pinguini di Magellano ospita diversi esemplari di pinguino di papua, è visibile da due livelli e consente al pubblico di immergersi idealmente nel mondo dei pinguini e di poterli osservare durante la loro permanenza sulle rocce, nel loro agile e veloce movimento subacqueo e nei balzi e guizzi per uscire dall’acqua. All’interno della vasca sono riprodotte le condizioni stagionali dell’ambiente naturale in cui vivono le due specie ospiti; la temperatura dell’acqua si aggira intorno ai 4-5° C; quella dell’aria può variare da 1° C a 10-14° C, secondo le stagioni. Vedere da vicino il nuovo nato è una delle emozioni che il pubblico può vivere all’AcquarioVillage, il mondo di Costa Edutainment che coniuga in una proposta ad alto valore aggiunto esperienze legate ai temi del mare e dell’ambiente, della scienza, della storia della navigazione e della cultura proposte in maniera unica, coinvolgente e focalizzata sull’emozione di imparare divertendosi. Queste esperienze prendono vita di volta in volta nelle diverse strutture dall’Acquario di Genova alla Biosfera, da La città dei bambini e dei ragazzi al Galata Museo del Mare e all’ascensore panoramico Bigo, collegate da un simpatico trenino che conduce le famiglie e i bambini all’interno dell’area nelle diverse strutture.
LA ZAMPA.IT
4 SETTEMBRE 2009
Cina, porcellino grasso costretto a fare ginnastica
Si chiama Laifu, "porta fortuna", perchè, secondo la tradizione, quante più grinze porta sulle zampe, tanto più si arricchisce il bilancio familiare. Ma questo maialino sta eccedendo e deve seguire una dieta ed un programma di esercizi fisici per tornare in forma.
VIDEO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=59&IDalbum=20349&tipo=VIDEO
MESSAGGERO VENETO
4 SETTEMBRE 2009
Ha 24 anni, vive a Ronchis: secondo i padroni è il cane più vecchio del mondo
di ANTONIO SIMEOLI RONCHIS.
Ronchis (UD) - In Friuli potrebbe vivere il cane più longevo del mondo. Incredibile? No, almeno a sentire i padroni della veneranda bestiola, che di nome fa Bridge come il gioco delle carte e risiede a Ronchis. Secondo i “genitori” Sergio e Antonina Castellarin, infatti, il loro bastardino ha già superato le 24 primavere. Certo, a quanto dicono, l’animale ha diversi problemi di salute, ad esempio e cieco e sordo senza contare i dolori reumatici tipici dell’età, ma è nato il 24 maggio del 1985. Per questo, quando mercoledì sul Messaggero Veneto hanno letto della morte, a New York, del cane più vecchio del mondo, la cagnetta Chanel spentasi a 21 anni, hanno deciso che per il loro Bridge era il momento d’uscire allo scoperto. Quel bastardino, trattato da 24 anni come un figlio, meritava un po’ di gloria. Ed ecco che allora il signor Sergio Castellani, pensionato con alle spalle una lunga carriera di custode e giardiniere del locale campo sportivo, ha deciso di telefonare alla nostra redazione. «Io e mia moglie abbiamo letto della morte negli Stati Uniti di Chanel - ha detto il signor Castellarin - ma il nostro Bridge di anni ne ha 24». Il resto è una storia come se ne vedono e sentono a migliaia nel mondo, la storia di un rapporto tra uomini e quello che, non a caso, viene da sempre definito il miglior amico dell’uomo. Sergio Castellarin, del suo Bridge, parla con orgoglio. «Noi non abbiamo figli - spiega - e per questo per noi questo bastardino è stato sempre un figlio: da sempre mangia con noi, dorme con noi, viene persino in vacanza con noi, non è mai uscito dal portono senza di noi. Insomma, è il terzo componente della famiglia». Di storie così, è vero, ce ne sono a migliaia nel mondo. Unica differenza la ragguardevole età raggiunta dal cane, che evidentemente si trova bene nella casetta di Corso Italia 78 a Ronchis, posto che conosce come le sue tasche, tanto da girarlo in lungo e in largo (giardino compreso) nonostante gli acciacchi dell’età. Da bambini, infatti, s’impara che per raffrontare l’età di un cane a quella dell’uomo bisogna moltiplicare la prima per sette. Il calcolo non è esatto perchè molto dipende dalle razze e dalla taglia del cane (quelli più piccoli tendenzialmente vivono mediamente di più, tra i 15 e i 18 anni), ma 24 per sette fa 168. Insomma, Bridge considerata la piccola taglia, ha comunque già superato almeno 150 anni (umani) di vita. Unico problema: per dimostrarlo i coniugi Castellarin non hanno in casa uno straccio di documento. Niente pedigree o cose del genere, quanto serve insomma per entrare nel Guinnes dei primati. Un po’ lo stesso problema di Max della Louisiana, che secondo i proprietari avrebbe già toccato le 26 primavere ma finora non sono riusciti a dimostrarlo. «Era il 1985 - spiega però Sergio Castellarin - mi era appena morto il cane che avevo, un amico qui mi ha regalato questo bastardino. Sono passati 24 anni, Bridge mangia regolarmente, fa anche le scale e, quando gli do la pastiglietta prescrittagli dal veterinario, cambia marcia». E chissà se questa storia non spinga qualcun altro a farsi avanti: e se in Friuli ci fossse un cane più anziano di Bridge?
CORRIERE FIORENTINO 4 SETTEMBRE 2009
Stati Uniti Da luglio oltre 500 segnalazioni. Gli animali divorano pollo fritto e burro d’arachidi per prepararsi al letargo. E lo insegnano ai cuccioli Paura in Colorado, gli orsi nelle case a caccia di cibo ipercalorico
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON — Quando fiutano il cibo, anche a 8 chilometri di distanza, non c’è nulla che possa fermarli. Come Yoghi, preferiscono torte di frutta e burro di arachidi. Ma qualsiasi cosa umanamente commestibile fa al caso, specie se ipercalorica. Entrano nelle cucine facendo man bassa, aprono a forza le auto, rovistano nella monnezza, passeggiano noncuranti per le strade dei centri abitati, seminando terrore. |
Animalieanimali 4 SETTEMBRE 2009
RICERCA, PICCIONI SE IN PERICOLO FANNO UN FISCHIO CON LE ALI Scoperta in Autralia
Così come avviene fra i compagni di avventura, anche fra i piccioni, chi è in difficoltà lancia un 'fischio' affinché gli altri accorrano per aiutarlo. Solo che fra questa specie di uccelli, il fischio viene emesso attraverso le ali.
CORRIERE DELLA SERA
4 SETTEMBRE 2009
Sfratto all'istituto della Montalcini
La Fondazione Ebri senza luce. «A rischio il lavoro di una vita»
MILANO — Il Premio Nobel Rita Levi Montalcini e la Fondazione Ebri da lei creata per gli studi sul cervello potrebbero essere costretti ad interrompere la loro attività entro il 30 settembre. A causa dello sfratto. Dipenderà da quanto domattina deciderà il giudice in seguito al ricorso presentato dalla Fondazione. La vicenda ha toni un po' incredibili ma dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, come il mondo della ricerca, quel poco che sopravvive, possa essere annientato senza grandi rimpianti. La storia ha inizio nel 2001 quando Rita Levi Montalcini affronta l'ennesima avventura della sua vita istituendo la Fondazione Ebri (European Brain Research Institute). Senza scopo di lucro, l'unico obiettivo è lo studio del sistema nervoso centrale, dai neuroni al cervello, sia in condizioni normali che patologiche. Lo scopo è cap ire le basi delle malattie neurologiche e neurodegenerative come ad esempio l'Alzheimer, con l'obiettivo di sviluppare delle cure. Il tutto partendo dalle scoperte per le quali le è stato assegnato il Premio Nobel nel 1986. Negli otto anni di vita la Fondazione ha creato un gruppo di quaranta ricercatori, tutti giovani, alcuni dei quali fatti rientrare dall'estero. Proprio uno di questi, Alberto Bacci arrivato dall'Università americana di Stanford, era uno dei pochi italiani a ricevere un finanziamento del Consiglio Europeo della Ricerca per portare avanti le sue indagini. La Fondazione Ebri è ospitata nei locali di proprietà di una società immobiliare che controlla anche la Fondazione Santa Lucia, un «Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico»; in pratica un ospedale specializzato nella riabilitazione neuromotoria di chi ha subito danni cerebrali. Nella sede che ospita la Fondazione Ebri in via Fosso Fiorano, nei pressi del g rande raccordo anulare, ci sono anche dei laboratori del Cnr. La zona è in grande sviluppo urbanistico.
Il 22 luglio la Fondazione Ebri riceveva dalla Fondazione Santa Lucia un'ingiunzione in cui si chiedeva di lasciare liberi i locali appunto entro la fine di settembre. Nei mesi scorsi erano sorte alcune difficoltà economiche che avevano ritardato alcuni pagamenti nei servizi. E da qui sembra essere nata l'iniziativa di sfratto. «Ma ora tutto è stato regolarizzato e lo dimostreremo al giudice», precisano in Fondazione. Ma le cose non sono semplici. Se la vicenda procede, per il 18 settembre è prevista l'interruzione anche della corrente elettrica con tutti i problemi che possono derivare ai laboratori dove vivono le cavie necessarie agli studi. «L'ultimo capitolo della mia vita si sta rivelando il più importante dal punto di vista scientifico — dice in una nota il Nobe l — con i formidabili risultati che l'impiego del fattore di crescita delle cellule nervose sta dando nelle applicazioni cliniche e anche nelle altre ricerche condotte dall'Ebri sul funzionamento del cervello per affrontare la grande sfida per prevenire e curare le malattie che lo colpiscono». Ma qui i risultati e la scienza non contano. Lo sfratto non guarda in faccia i Nobel e gli sforzi compiuti nella ricerca. Rimane l'amarezza per una vicenda inaspettata. «Con la Fondazione Santa Lucia abbiamo sempre avuto buoni rapporti di collaborazione scientifica» aggiungono nella Fondazione Ebri che svolge la sua attività grazie a donazioni. Naturalmente questo la espone a difficili momenti che potrebbero essere risolti se nel nostro Paese (come accade ad esempio negli Statti Uniti) si manifestasse da parte dei privati una maggiore sensibilità alla ricerca. Ma c'è pure una beffa finale. La Fondazione Ebri vanterebbe un credito di circa un mi lione di euro da parte di alcuni ministeri. Forse il risveglio della burocrazia ora potrebbe evitare il peggio.
GALILEO
4 SETTEMBRE 2009
Cani, come bambini Questi animali comprendono la nostra comunicazione non verbale in modo simile ai bimbi di dieci mesi. Lo stesso non vale per i lupi
I bambini e i cani, ma non i lupi, usano gli sguardi e i gesti della comunicazione non verbale umana nello stesso modo. Sembra dimostrarlo un esperimento condotto dall’etologo Jósef Topál dell’Hungarian Academy of Sciences di Budapest. Lo studio, pubblicato oggi su Science, suggerisce l’importanza della domesticazione nell’evoluzione cognitiva del cane.Il test che Topál ha proposto ai cani è stato sviluppato per i bambini e mostra che se un bimbo di dieci mesi osserva un adulto nascondere ripetutamente una palla all’interno di una scatola, continuerà a cercarla sempre nello stesso contenitore, anche quando vede l’adulto prendere la palla e nasconderla in un’altra scatola. Gli psicologi lo chiamano “errore di perseverazione” e parlano di “pedagogia naturale”: il bambino non considera il compito come un gioco, ma come una lezione di comunicazione in cui l’adulto agisce per veicolare un’informazione generale. In effetti, se durante il test lo sperimentatore non comunica con il bambino (non lo guarda negli occhi o non gesticola), l’errore di perseverazione scompare. Dopo aver confermato la validità del test, i ricercatori hanno replicato l’esperimento con 36 cani adulti, scoprendo sorprendenti analogie di comportamento. Il cane compie errori di perseverazione solo se lo sperimentatore richiama la sua attenzione con gesti ed esclamazioni. Tuttavia, diversamente dagli umani, i cani si dimostravano “sensibili” all’identità del loro istruttore e non cadono in errori di perseverazione quando a nascondere l’oggetto è uno sperimentatore diverso da quello cui sono abituati. “Ciò dimostra che i cani non apprendono una regola generale, stanno semplicemente seguendo un ordine”, afferma Topál, “e quando lo sperimentatore cambia, non mantengono la memoria delle istruzioni dello sperimentatore precedente”. Ma da cosa dipende, nei cani, l’abilità di comprendere i segnali della comunicazione umana? Se dipendesse dalla convivenza con i padroni, allora anche i lupi allevati in cattività dovrebbero rispondere ai nostri segnali nello stesso modo. Per verificarlo, i ricercatori hanno osservato dieci lupi alle prese con il test, ma non hanno riscontrato errori di perseverazione. Secondo gli autori è probabile che sia stata la domesticazione a promuovere nei cani lo sviluppo di una particolare sensibilità al tipo di comunicazione non verbale della nostra specie. (m.s.)
LA STAMPA
4 SETTEMBRE 2009
Un "marchio" fissa nel cervello i ricordi dolorosi
Un sistema di protezione non fa scomparire i brutti ricordi ma li difende
PISA - Per un bambino può essere difficile cancellare un’esperienza paurosa dalla memoria, ma per un adulto è praticamente impossibile dimenticare totalmente un episodio spaventoso. Tutta colpa di una sorta di marchio, che fissa “a fuoco” nel cervello dei grandi questo tipo di memorie. Lo rivela uno studio condotto da Nadine Gogolla e Andreas Luthi del Friederich Miescher Institute for Biomedical Research di Basilea (Svizzera), pubblicato su “Science” insieme a un approfondimento del ricercatore italiano Tommaso Pizzorusso dell’Istituto di neuroscienze del Cnr di Pisa. La ricerca ha scoperto il meccanismo che rende questi ricordi traumatici indelebili, studiando il cervello dei ratti. Gli scienziati hanno visto che la formazione di una rete “fisica” intorno alle cellule nervose inibitorie dell’amigdala coincide con un momento dello sviluppo degli animali che segna il passaggio dall’età giovanile (in cui i ricordi paurosi sono ancora cancellabili) a quella adulta (quando diventano permanenti).Rimuovendo questa matrice extracellulare - chiamata rete perineuronale - dai neuroni dell’amigdala di ratti adulti, i ricercatori hanno scoperto che gli animali possono nuovamente dimenticare i ricordi paurosi, attraverso un esercizio mirato. Proprio come se fossero di nuovo dei “cuccioli”. Questa scoperta mostra che il meccanismo usato per cancellare le memorie spaventose nell’infanzia non scompare, in effetti, con l’età. Semplicemente, scatta un sistema di protezione che difende questi ricordi. Ma dal momento che la memoria di eventi spaventosi può riaccendersi spontaneamente negli adulti e portare ad ansia e stress post-traumatico, i ricercatori sperano che i loro risultati possano portare a nuove strategie per cercare, in futuro, di prevenire queste patologie.
WALL STREET
4 SETTEMBRE 2009
Stratatech lancia sul mercato europeo il modello di pelle umana StrataTest®
L’equivalente di pelle umana a pieno spessore esibisce le stesse caratteristiche della pelle umana nativa
Stratatech Corp., un’impresa privata operante nel settore della medicina rigenerativa, ha annunciato oggi il lancio sul mercato europeo del proprio modello di pelle umana a pieno spessore StrataTest® in occasione di EUROTOX 2009, la riunione annuale della Federazione dei Tossicologi Europei (Federation of European Toxicologists) e delle Società Europee di Tossicologia (European Societies of Toxicology). La riunione di quest’anno si terrà a Dresda, Germania, dal 13 al 16 settembre. Il modello di pelle umana a pieno spessore StrataTest®, composto sia da epidermide che da derma, esibisce le stesse caratteristiche fisiche, chimiche e istologiche della pelle umana nativa. Il tessuto è prontamente disponibile e affidabile, e viene fornito in un formato a 24 pozzetti facile da usare per la conduzione di test su prodotti per i consumatori, la scoperta di farmaci e la conduzione di analisi di tossicità. Il modello di pelle umana StrataTest®, che è inteso per l’uso esclusivamente a scopo di ricerca e che si trova al momento nella fase preliminare di convalida da parte del Centro europeo per la convalida di metodi alternativi (European Centre for the Validation of Alternative Methods, ECVAM), è realizzato impiegando i cheratinociti umani clinicamente testati e proprietari di Stratatech NIKS®. Le cellule NIKS®, che si sono dimostrate prive di patogeni e non tumorigeniche, producono in maniera costante un tessuto umano sostitutivo pluristrato completamente stratificato in ciascun pozzetto della piastra di analisi StrataTest®. Ciascun tessuto si genera allo stesso modo della pelle umana nativa nuova, replicandone la struttura e la funzione. Il prodotto StrataTest® sarà esposto presso lo stand dell’azienda alla fiera scientifica e commerciale (n. 34 al Piano Conferenze) che si svolgerà in concomitanza con EUROTOX 2009. Il prodotto verrà inoltre esposto alla conferenza ‘Organotypic Tissue Culture Substance Evaluation’ [‘Valutazione sostanziale delle colture di tessuto organotipiche’] che avrà luogo dal 22 al 25 settembre a Potsdam, in Germania. “Stratatech è alquanto lieta di lanciare il modello di pelle umana a pieno spessore StrataTest® sul mercato europeo, dove a nostro parere, offre un’eccellente alternativa in vitro ai test su animali”, ha affermato la dottoressa Lynn Allen-Hoffmann,, Presidente e Direttore Generale di Stratatech. “A nostro parere, StrataTest® è un modello di pelle di qualità superiore e conveniente sotto il profilo economico per applicazioni tipo i test sui prodotti per i consumatori, la scoperta di farmaci e l’analisi di tossicità. Il tessuto cutaneo umano fornito nella nostra piastra a 24 pozzetti StrataTest® non offre soltanto un modello perfezionato e d’alta qualità per la conduzione di test in vitro, ma permette anche di stimare in maniera più accurata la risposta biologica in vivo.” Informazioni su Stratatech Corp. Stratatech Corp. ha la sua sede generale a Madison, Wisconsin; è un’azienda operante nel settore della medicina rigenerativa impegnata nello sviluppo e nella commercializzazione di tessuti cutanei sostitutivi basati su cellule realizzati mediante l’ingegneria tissutale e destinati ad applicazioni terapeutiche e di ricerca. Il prezioso portafoglio di prodotti dell’azienda, basati sui suoi cheratinociti umani brevettati NIKS®, comprende tessuti cutanei sostitutivi di prossima generazione che presentano numerosi vantaggi rispetto ai prodotti generati per mezzo dell’ingegneria tissutale derivati da pelle umana raccolta tramite i metodi tradizionali. Per ulteriori informazioni sul conto di Stratatech e sul suo portafoglio di prodotti e tecnologie, si prega di visitarne il sito web all’indirizzo www.stratatechcorp.com. Il testo originale del presente annuncio, redatto nella lingua di partenza, è la versione ufficiale che fa fede. Le traduzioni sono offerte unicamente per comodità del lettore e devono rinviare al testo in lingua originale, che è l'unico giuridicamente valido.
LE SCIENZE
4 SETTEMBRE 2009
Sulla rivista "Cell"
Scoperto il gene dell'obesità nel topo
I ricercatori ritengono che rivesta un ruolo chiave nei meccanismi che portano a un'infiammazione lieve ma cronica che accompagna l'insulino-resistenza associata all'obesità
Uno studio ora pubblicato sulla rivista “Cell” ha identificato un gene che si attiva in risposta a una dieta ricca di grassi evidenziando come i topi di laboratorio mancanti di tale gene divengano immuni dall'obesità indipendentemente dalle abitudini alimentari.La proteina codificata dal gene, nota come IKKe, appartiene alla classe delle chinasi, che tipicamente rappresentano utili bersagli terapeutici, perché relativamente facili da bloccare."Forse l'aspetto più interessante è che il topo brucia più calorie sebbene non stia affatto compiendo un maggiore esercizio fisico”, ha commentato Alan Saltiel dell'Università del Michigan ad Ann Arbor, coautore dell'articolo. “Apparentemente, l'animale riesce a mantenere il peso anche con una dieta ricca di calorie: è come se la mancanza del gene togliesse il freno alla spesa energetica.”Nella fase iniziale, i ricercatori non si aspettavano che IKKe avesse un simile effetto sull'obesità, ma sono partiti di dalla constatazione, messa in luce da un numero crescente di studi, di un legame tra l'insulino-resistenza tipica dell'obesità e uno stato di infiammazione cronica di basso grado e all'ipotesi che IKKe abbia un ruolo nello scatenare tale infiammazione.Precedenti studi hanno altresì mostrato che se si interrompe la catena di eventi infiammatori nell'obesità, è possibile spezzare il legame di tale condizione con il diabete. "In questo studio, così, ci si aspettava di interrompere questo legame, e invece siamo riusciti a impedire l'insorgenza dell'obesità."
Un'analisi più approfondita ha mostrato come la perdita del gene riduca l'espressione delle citochine infiammatorie, oltre a quella di alcune proteine ed enzimi coinvolti nel metabolismo del glucosio e dei lipidi. Si sospetta quindi che gli effetti di IKKe coinvolga la comunicazione tra il fegato, i grassi e la risposta immunitaria nell'obesità. On particolare, potrebbe non rivestire un ruolo importante nella fase iniziale della risposta infiammatoria, ma potrebbe essere richiesto per sostenerla nelle fasi successive. Ulteriori studi sono necessari per determinare se IKKe possa avere un ruolo analogo anche nell'essere umano, anche se occorre chiarire la maggiore suscettibilità alle infezioni virali dei topi mancanti del gene.
MB NEWS
4 SETTEMBRE 2009
CINQUANTA MILIONI DI EURO EUROPEI PER RIDURRE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE
È di 25 milioni di euro lo stanziamento del bando della Commissione europea per la ricerca sui metodi alternativi alla sperimentazione animale nella preparazione dei cosmetici. La Commissione e l’industria europea dei cosmetici hanno presentato insieme il loro impegno finanziario comune a favore della ricerca, che in totale ammonta a 50 milioni a Roma, durante il VII° Congresso mondiale sulle alternative all’impiego degli animali nelle scienze della vita. L'obiettivo è quello di ridurre tempi e costi e salvaguardare la vita degli animali. Il bando, pubblicato il 30 luglio, vuole sviluppare metodi per prevedere la tossicità in caso di uso ripetuto e a lungo termine di sostanze, comprese quelle che sono di norma utilizzate nei cosmetici. Nonostante i progressi significativi già realizzati, la conoscenza scientifica soffre ancora di carenze che devono essere colmate per ridurre ulteriormente l’uso degli animali nelle prove di innocuità, pur continuando a garantire la sicurezza dei prodotti cosmetici.I temi di ricerca sono diversi: dallo sviluppo di dispositivi di simulazione di organi, all'uso di cellule bersaglio basate su cellule umane, la definizione di nuove soglie di effetti tossicologici e marker intermedi, le tecniche di modellizzazione computazionale, l'utilizzo di approcci elaborati nella biologia sistemica e l'analisi integrata dei dati e servizi scientifici. Non solo l'industria cosmetica, ma anche i risultati dei progetti potranno rivestire un interesse non solo per l’industria dei cosmetici ma anche per l’industria farmaceutica, chimica e per vari altri settori. La cooperazione tra la Commissione europea e l'associazione europea dell’industria cosmetica (Colipa) consentirà di finanziare fino al 100% dei loro costi ammissibili i progetti selezionati.Il commissario per la scienza e la ricerca Janez Potočnik e il vicepresidente Günter Verheugen hanno dichiarato: “Siamo orgogliosi di questo nuovo tipo di cooperazione tra l’industria e la Commissione europea che dimostra la nostra determinazione ad evitare l’impiego degli animali nella ricerca rafforzando nel contempo la sicurezza dei prodotti di consumo. Metodi alternativi più rapidi, meno costosi e più affidabili contribuiranno al rafforzamento della sicurezza e della competitività dell’industria europea. La messa in comune di risorse con dei partner privati, in questo caso con l’industria dei cosmetici, è indispensabile per finanziare la ricerca di punta a lungo termine che consente di affrontare queste sfide.”Bertil Heerink di Colipa ha detto: “Da oltre 20 anni l’industria dei cosmetici è impegnata nella riduzione dell’impiego degli animali nelle prove di innocuità. La nostra industria accoglie con favore l’opportunità di contribuire al finanziamento di questa iniziativa che riveste un ruolo importante nel processo di sostituzione delle prove di innocuità sugli animali nel complesso settore scientifico della tossicità sistemica”.
ANMVI OGGI
4 SETTEMBRE 2009
CLONAZIONE, I FRANCESI SI RIVOLGONO A CESARE GALLI
Il centro Avantea di Cremona, fondato dal veterinario ricercatore Cesare Galli, ha annunciato un accordo con la società francese Cryozootech per la clonazione equina. La società d'Oltralpe, che possiede una banca di cellule già pronte all'uso, punta ad avere i primi esemplari agli inizi del 2011.
Duplicheranno Varenne? Galli è categorico:"Non esistono tessuti di Varenne fra il materiale stoccato nella banca di Cryozootech"."L'incontro con i vertici della Cryozootech francese - afferma Galli - dimostra che il centro Avantea di Cremona è, e resta, uno dei due poli mondiali in materia di clonazione equina". Obiettivo dell'incontro, voluto dai francesi, valutare una vasta collaborazione con Avantea per la clonazione, nel laboratorio lombardo, di equini campioni. "E' una delle attività che già svolgiamo e che potrebbe essere potenziata", precisa Galli. Un progetto con fini commerciali, nonché scientifici."La collaborazione con Cryozootech - continua l'esperto di ingegneria riproduttiva - è iniziata nel 2005 con la clonazione del cavallo Pieraz, dopo che come centro italiano avevamo ottenuto la nascita di Prometea, prima cavalla clonata al mondo. Passato qualche anno dall'esperienza di Pieraz, e dopo alcune esperienze negli Stati Uniti, i francesi hanno deciso di tornare a rivolgersi a noi". La nascita di Prometea ha aperto infatti una possibilità di fare impresa, che è stata colta e sviluppata dagli americani e da Cryozootech". Ma "anche noi a Cremona abbiamo colto questa opportunità - puntualizza l'esperto - con un grande successo soprattutto all'estero". Tanto che, nell'ambito di altri accordi, "per la primavera-estate del 2010" nasceranno "due nuovi cavalli campione". Le loro mamme 'surrogate' sono già in dolce attesa. (segue) Nei prossimi mesi, annuncia il centro Avantea, verranno gettate le fondamenta economiche e operative dell'alleanza italo-francese. "Dovremmo essere attivi già dalla prossima stagione riproduttiva, ossia da gennaio-febbraio", dice Galli, i primi esemplari nasceranno nel 2011". |