BRESCIA OGGI
Giovedì 15 Marzo 2007
IL CASO.
Tutto era nato da un blitz dei Nas in autostrada nei confronti dei gestori di un canile di Orzinuovi
Cani all’estero, decide il giudice Tentata truffa, falso e maltrattamenti: otto volontari sotto accusa
Marco Toresini
Cosa ci facevano in viaggio verso la Germania una quarantina di cani provenienti dalla provincia di Brescia? Cosa ci fanno otto volontari animalisti, un canile che l’Asl ha dato in gestione ad una associazione di assistenza ai randagi, sotto inchiesta? Il due maggio prossimo il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Brescia, Carlo Bianchetti, darà una prima valutazione su una vicenda che in questi anni ha messo rumore nel mondo animalista spingendosi ad ipotizzare, come hanno fatto i carabinieri dei Nas nei primi rapporti presentati alla magistratura bresciana, un traffico di animali verso i laboratori di ricerca all’estero che, senza troppi giri di parole, può voler dire solo una cosa: vivisezione.
Tutto partì nell’ottobre del 2004 (Bresciaoggi ne parlò qualche settimana dopo) quando una "fonte confidenziale" spiegò ai carabinieri dei Nas quello che si sarebbe nascosto dietro i viaggi di alcuni furgoni carichi di cani verso la Germania: affidi a distanza in una nazione dove la richiesta di animali abbandonati è più forte che in Italia? No: un modo per mascherare la richiesta di esemplari per la ricerca, pagati qualche centinaio di euro. I carabinieri dei Nas entrarono in azione in autostrada, a Sirmione, dove fermarono due furgoni. Nel vano di carico c’erano 30 cani su un mezzo, 9 sull’altro, 13 animali avevano anche un certificato di affido, ma, dagli accertamenti, sarebbe risultato che i nuovi proprietari lo erano solo sulla carta. Quanto basta, al pubblico ministero Simone Marcon, per iscrivere nel registro degli indagati otto persone, alcuni sorpresi in autostrada dai Nas, altri finiti nei guai perchè attivi nell’associazione coinvolta nella vicenda: il gruppo Sos Randagi, che ha la sua sede operativa nel canile di via Convento Aguzzano a Orzinuovi, una struttura zonale che l’Asl ha da qualche anno affidato in gestione ad una associazione senza scopo di lucro. Sotto accusa, con la richiesta di rinvio a giudizio che dall’ottobre scorso è davanti al gup (il giudice per l’udienza preliminare), sono finiti la presidente di Sos Randagi di Orzinuovi, Bianca Quinzanini, la volontaria Silvana Olivari, Gian Mario Goffi e Massimo Vischi, i mariti delle due donne, Simona Maestri, una collaboratrice del gruppo, Benita Parente, attivista dell’Aidar, associazione di assistenza ai randagi di Cortefranca, e Caterina De Vito, presidente di Aida, analogo sodalizio di Novate milanese. Le accuse, che coinvolgono gli indagati a vario titolo, parlano di associazione per delinquere finalizzata al tentativo di truffa ai danni dell’Asl e falso per via dei tredici certificati di affido trovati nel blitz di Sirmione e sui quali la procura ha mosso più di un dubbio di regolarità. Per ogni cane dato in affidamento ai privati l’Asl elargisce un contributo di 45 euro (erano 50 mila lire ai tempi del vecchio conio) e secondo il pm i volontari avrebbero tentato di lucrare sul contributo con documenti non del tutto veritieri. Nel capo di imputazione anche l’accusa di maltrattamenti di animali per non aver dotato un paio delle gabbie che custodivano gli animali durante il viaggio in Germania dell’apposito fondo per la raccolta degli escrementi. Accuse dalle quali gli indagati sono pronti a difendersi il 2 maggio: quando la discussione sulla richiesta di rinvio a giudizio entrerà nel vivo; quando si tenterà anche di capire le ragioni di quei viaggi in Germania. Ragioni che sarebbero al centro anche di altre inchieste aperte dalle procure di Milano e Bolzano, nate da analoghi blitz e animate dal medesimo dubbio: quale era il vero destino dei cani «migrati» in terra tedesca?
BRESCIA OGGI
Giovedì 15 Marzo 2007
- L’AUTODIFESA. Parla l’avvocato
«Macchè vivisezione Affidi in Germania»
Traffico di animali per la vivisezione. Un sospetto che, proiettato su una associazione animalista che si occupa di accudire i cani abbandonati, assume le tinte inquietanti del tradimento. Lo stigmatizzano le associazioni ambientaliste (alcune delle quali hanno anche inviato petizioni al comune di Orzinuovi contro la gestione del canile), lo ha evidenziato di recente pure un servizio televisivo che ha ripercorso le fasi della vicenda affindandone la ricostruzione ad un ufficiale dei Nas, il tenente colonnello Leopoldo Maria de Filippi, comandante del Gruppo antisofisticazioni e sanità di Milano. Una ricostruzione e un sospetto sulla quale l’avvocato Sergio Arcai, difensore dei volontari di Sos Randagi di Orzinuovi, si sente in dovere di intervenire.
«Le ipotesi di esportazione degli animali per la ricerca - spiega - sono rimaste ipotesi di polizia giudiziaria. Nelle accuse mosse ai miei clienti nell’inchiesta di Brescia non vi è traccia di questa eventualità, negli atti del processo non si è nemmeno tentato di capire quale fosse la struttura dove erano destinati i cani. Qui si parla solo di tentata truffa ai danni dell’Asl per 13 animali, nulla di più. Un danno ipotizzato sui di poco superiore i 500 euro». Ma perchè i cani partivano alla volta della Germania. «Perchè là - continua il legale - c’era una struttura disposta a prenderli in affido, si trattava di un canale consolidato fra le associazioni che gestiscono i canili. La struttura di Orzinuovi, poi, era la prima volta che portava cani all’estero». E le accuse di aver falsificato documenti per l’affidamento (ipotesi dalla quale deriva poi l’accusa di tentata truffa ai danni dell’Asl)? «Siamo pronti a difenderci su tutta il fronte - continua Arcai senza scoprire troppo la linea che terrà nel suo intervento davanti al gup -, abbiamo una giustificazione anche per quei documenti e quelle accuse. Si tratta di contestazioni marginali rispetto a quello che, da quando è partita l’indagine, si legge e si sente in tv. Basti dire che l’Asl di Brescia, parte lesa come potenziale truffata, continua ad avere rapporti con l’associazione che assisto e ha ritenuto di non costituirsi parte civile nel procedimento penale».m.tor.
GIORNALE DI BRESCIA
15 MARZO 2207
Al centro un'inchiesta iniziata nel 2004 sul trasporto di 40 bestiole verso le Germania
Orzinuovi il canile delle polemiche
L'avvocato Sergio Arcai difende i gestori: "nessuno parli di vivisezione"
Orzinuovi (BS) - Il canile di Orzinuovi nuovamente al centro di una serie di polemiche. A chi lo vuole come punto di snodo di un traffico di animali verso la Germania col sospetto che venissero "rivenduti come cavie", replicano i diretti interessati, al momento solo indagati e non ancora rinviati a giudizio, per voce dell'avvocato Sergio Arcai che delle otto persone finite sotto inchiesta ne difende cinque, che peraltro negano ogni addebito. L'indagine "poveri cani" è scattata il 9 ottobre del 2004 quando lungo la A4 nelle vicinanze del casello di Sirmione, furono fermati due furgoni dell'associazione "Sos Randagio". Stavano portando una quarantina di cani, diretti oltre il confine tedesco dove, secondo i quattro fermati dai carabinieri dei Nas Lombardia sarebbero stati ospitati fino a quel giorno. I militari in quella occasione riscontrarono però che i documenti di 13 bestiole non erano in regola: i cani risultavano affidati a persone del tutto ignare di "possederli". Nella stessa occasione i carabinieri accertarono che due gabbie sui furgoni non avevano il fondo per la raccolta di feci e urine e contestarono il reato di maltrattamento d'animali. Un reato che secondo l'accusa rappresentata dal Pm Simone Marcon andava ad aggiungersi a quello di associazione a delinquere finalizzato alla tentata truffa ai danni dell'Asl e della regione e falso materiale in atto pubblico. Il sospetto di carabinieri e Procura era quello che i fittizi affidamenti dei cani servissero per ottenere il contributo di 40 euro come compenso per ogni cane randagio affidato ad un nuovo padrone. - Della quarantina di cani trovati sui due furgoni nell'ottobre del 2004 - spiega l'avvocato Sergio Arcai - solo 13 sarebbero risultati affidati a terzi in modo fasullo e pertanto la truffa o meglio, la tentata truffa se veramente venisse riscontrata, ammonterebbe a 520 euro.- Alla domanda del perchè i cani stessero viaggiando per la Germania, l'avvocato Arcai risponde che secondo quanto riferito dai suoi assistiti - gli animali erano diretti ad una struttura tedesca che ne prendeva quaranta tutti insieme e non certo per fare sperimentazione scientifica, come il colonnello dei Nas, de Filippi, in un servizio andato in onda nei giorni scorsi su una emittente nazionale presumeva accadesse.- Le indagini si sono concluse il 21 marzo di un anno fa, l'udienza preliminare davanti al Gip Carlo Bianchetti è iniziata a novembre e nella prossima fissata per il 2 maggio, dovrebbe tenersi la discussione con la decisione sul rinvio a giudizio o meno degli otto indagati. - Nel servizio andato in onda su Rai Due il 9 marzo scorso - continua ancora Sergio Arcai - si parla di un'indagine partita da Orzinuovi e che aveva come vittime 1243 cani sequestrati in vari tratti autostradali, che sarebbero stati venduti come cavie per la sperimentazione scientifica ad un prezzo che varia dalle 300 ai 500 euro. Preciso che per quanto riguarda i miei assistiti i cani in questione sono solo una quarantina e soprattutto non esiste nessuna accusa di esportazioni di animali all'estero per la vivisezione. Questa è totale fantasia. Nessuno peraltro è andato in Germania a chiedere come lavorino nel centro in cui i cani erano destinati. Non esiste negli atti alcuna documentazione a riguardo.- A riprova della trasparenza con la quale i suoi assistiti appartenenti all'associazione "Sos randagio" hanno operato e stanno ancora operando nella gestione del canile di Orzinuovi, l'avvocato Arcai porta il fatto che la Asl tutt'oggi continua la collaborazione con la struttura in questione e non ha sospeso nemmeno per un giorno la convenzione (dz)
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