Corriere della Sera Giovedì, 5 Agosto 1999 Milano LA STORIA / La donazione alla parrocchia San Martino in Niguarda. Gli animalisti denunciano il caso. Il veterinario che ha ucciso le bestie: me lo ha chiesto tre volte Lascia in eredità villa ma il parroco fa sopprimere i cani Gilda l'hanno vista l'ultima volta che annusava l'aria, col musetto imbucato in uno dei rombi della cancellata. Friz, Tufino e Fido - i suoi tre fratelli adottivi - le stavano sempre appresso, come fosse la mamma. Ma lei non era che una come loro. Una bastardina. Che la buona sorte ha aiutato fino all'ultimo battito di cuore della signora Giuseppina. Ma la povera Giuseppina era sulla soglia dei novanta ed è arrivato il giorno di cui non ha visto l'alba. Lo stesso della fortuna perduta per suoi quattro adorati cagnolini. Perché nel testamento la «sciura» Brambilla (così faceva di cognome) ha lasciato ciò che aveva alla parrocchia di San Martino in Niguarda e il parroco ha fatto sopprimere quei cani. Li ha «addormentati» il veterinario del quartiere dove la vecchietta viveva: a Niguarda, appunto, in via Ornato. Lui, il veterinario, dice che ha consigliato «per ben due volte di cercare una sistemazione» ai quattro bastardini. Ma davanti alla terza richiesta ha ceduto. Il nuovo proprietario delle creature a quattro zampe gli chiedeva l'eutanasia ed eutanasia è stata. Gilda, Friz, Tufino e Fido hanno chiuso i loro occhietti sui suoi e la loro storia è finita lì, sul tavolino d'acciaio dell'ambulatorio. Era un mattino qualsiasi, qualche giorno fa, e per don Fabio Baroncini era la fine di quattro piccoli problemi. Abbaiavano, quelle matasse di peli a quattro zampe. Disturbavano il vicinato. E c'è chi dice anche di un foglio di carta sul quale la Giuseppina aveva scritto di volere che i suoi cani non le sopravvivessero. Ma nel testamento no: non c'è una sola riga che faccia riferimento a loro e lo stesso notaio - giurano gli animalisti che hanno scoperto il caso - non si spiega «come mai la signora avrebbe dovuto scrivere una volontà testamentaria fuori dal testamento». Don Fabio è l'unico che può spiegare il perché della scelta dell'eutanasia. Ma alla San Martino non c'è. «Non ci sarà fino a sabato», giura la segretaria della parrocchia. E il giovane sacerdote che dice messa in questi giorni («ma no, non sono il viceparroco») rivela che «don Fabio è a La Thuile, in Valle d'Aosta, per partecipare alla meditazione e agli esercizi spirituali voluti da Comunione e Liberazione. Però nell'albergo che Cl gestisce d'estate a La Thuile - quello in cui soggiornano tutti gli iscritti al corso spirituale - le signorine della reception rimandano la palla al centro: prima spiegano che «sì, è qui, deve chiamare più tardi». Poi precisano che «ci siamo sbagliate. Qui non risulta nessun don Fabio Baroncini». E con questo la ricerca è chiusa. Il prete è irrintracciabile. La sua versione pure. Raccontano di tutto di più, invece, gli animalisti di «Gaia, animali e ambiente» che hanno sollevato il polverone. A metterli in allarme, spiegano, è stata una signora che abita a due passi dalla villa con giardino che Giuseppina Brambilla ha lasciato in eredità. Si chiama Ingrid, quella signora, ed è lei stessa a ripetere una volta di più di quel giorno: quando «non ho visto più i cani». Ricorda, Ingrid, di aver chiamato Antonietta, la donna di servizio di Giuseppina: «Le ho detto "ma che fine hanno fatto i cani?". E lei: "dicono che li hanno uccisi". Mi sono attaccata al telefono e non ho smesso finché non ha ricostruito la storia. Alla fine sono andata in lacrime dal veterinario e gli ho chiesto "dove sono i cani?" e lui mi ha risposto candido "all'inceneritore"». Che fossero malati? Lo stesso veterinario ammette che «No, apparentemente non lo erano» e dice di avere una carta firmata dal parroco: una dichiarazione che certifica il suo incarico di curatore testamentario. Poche righe, insomma, per dire che lui, don Fabio, poteva disporre di ciò che era stato di Giuseppina, compresa la vita delle quattro bestiole. Ma un veterinario potrebbe rifiutarsi di abbattere un animale? Il dottore pensa un attimo alla risposta e chiede: «Cos'è? Una domanda-trabocchetto?»
ALLUCINANTE QUANTO HA COMMESSO QUESTO RAPPRESENTANTE DELLA CHIESA CATTOLICA. RIPORTIAMO SOTTO GLI INDIRIZZI.
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