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Affari di cani 31/10/06 Strani fermenti attorno ai cani a Taranto: potrebbe leggersi così il susseguirsi di appelli ed interventi che nelle ultime settimane hanno punteggiato le cronache locali ed anche nazionali a proposito della situazione dei canili jonici e del randagismo nella città e nella provincia. Chiedersi se e quanto questo fermento è effettivamente mosso da buone intenzioni nei confronti degli amici con la coda (minacciati – quelli nel canile sanitario - da inedia indotta da dissesto finanziario o vittime – i randagi - di timori ed intolleranze cresciute di pari passo con il loro proliferare alimentato da abbandoni ed inesorabilmente garantito dall’assenza di adeguate campagne di sterilizzazione) è lecito e doveroso se si ha memoria e contezza dell’esistenza di fenomeni e traffici che da simili situazioni di criticità traggono vigore e risorse essenziali. Più volte, in passato, le stesse cronache ci hanno riferito di operazioni delle forze dell’ordine e di indagini svolte a riguardo di cani prelevati in Italia e trasportati nel nord Europa, Germania e Svizzera in particolare. Citiamo, giusto per restare nel locale, i casi relativi a Leporano e Galatone (del marzo 2004) e di Neviano (dell’aprile 2003). Molti i dubbi sull’effettivo destino di questi animali, non escluso l’impiego nella sperimentazione scientifica. Se è vero che l’attivismo animalista è spesso ridondante di protagonismi, illazioni e contraccuse che rendono faticoso l’accertamento dei fatti, è ugualmente vero che l’esistenza di traffici sui randagi è un dato acquisito, acclarato anche dal Ministero della Sanità. In una delle circolari di questo dicastero, allora retto (era il 1993) da M.P. Garavaglia, si legge: << Si sarebbe infatti instaurato un vasto traffico di cani ma anche di gatti che, prelevati a cifre irrisorie in Italia, verrebbero dirottati e rivenduti a cifre più elevate in Germania, Austria e Svizzera ed anche in altri Paesi per essere destinati alla sperimentazione, vigendo in tali Paesi norme meno restrittive che in Italia.>>Questi dati ci devono indurre a pensare che tanto clamore sul caso Taranto, la spedizione di croccantini dalla Germania e l’interessamento di associazioni di altre regioni siano propedeutici ad una – forse per qualcuno – liberatoria “deportazione” dei “nostri” cani in altre nazioni? |
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