IL GAZZETTINO (Belluno)  
03/07/2004
 

LE PROTESTE DEI LETTORI

A Gobbo oltre 400 firme da tutta Italia per denunciare "il coraggio di punire i deboli"


Sono 440 le firme raccolte in pochi giorni in tutta Italia (sono rappresentate quasi tutte le regioni) da un gruppo per la difesa degli animali, il Bairo. le firme sono state inviate giovedì al sindaco Gian Paolo Gobbo e a un gruppo di consiglieri comunali trevigiani, sia di maggioranza sia di opposizione. Una petizione che è significativamente intitolata "Il 'coraggio' di punire i deboli". E al sindaco i 440 firmatari chiedono: "È forse troppo pericoloso affrontare chi esplicitamente si dimostra incivile? ma nessuno ha detto a lei, signor sindaco, che tolleranza e rispetto sono il vero indicatore della civiltà? È a conoscenza che ci sono anche anziani che trovano nell'animale la sola opportunità di compagnia? È a conoscenza che esistono luoghi, anche importanti geograficamente, popolati da gente civile e progredita, in cui vengono distribuiti sacchetti e palette ai proprietari di cani per le loro uscite quotidiane?».
Ma sono molte anche le lettere e le e-mail inviate al Gazzettino di Trevisoda singoli cittadini, arrabbiati o ironici con la decisione di vietare ai cani alcune strade del centro. Al sindaco scrive Marinella Marini: "Quattro anni fa mi sono sentita chiamare komeinista dal suo predecessore Gentilini per aver richiesto di far montare dei ganci accanto a negozi, uffici e chiese onde poter legare il cane e accedere liberamente nei locali suddetti. Polemiche a parte, vi siete mai chiesti cosa ci possa essere dietro alla presenza indispensabile di un Fido? Le chiedo di ripensare all'assurda ordinanza e di preoccuparsi, al contrario, degli escrementi e spazzatura lasciati volontariamente accanto alle panchine o lungo i viali dai nostri fratelli profughi. le consiglio di allargare il provvedimento a un numero più elevato di razze di animali perché, se non potrò circolare con il mio cagnolino, troverò il sistema di venirla a trovare con una nidiata di struzzi (il riferimento non è casuale)".

Fabio Morandin è di Ponte di Piave e si riferisce, senza citarlo, a Gentilini: "Più che tenere allegri e divertire, fa pena, escogitando di dare scandalo (ad orologeria anche stavolta), sollevando un can can per i cani da tenere alla larga dal centro storico proprio mentre sono iniziati gli appelli a non abbandonare incivilmente i cani sulle strade delle ferie. Il furbastro (da operetta di quart'ordine), che gli autogol se li segna apposta per dirottare l'attenzione cittadina dal serio al futile, per l'estate s'è scelto da rosicchiare un osso talmente duro che si ammaccherà di brutto gengive e dentiera. D'estate fa bene, ma questa non ce la beviamo. Grazie lo stesso, Egregio G.".

Va controcorrenteIvana Borin:"Vorrei tanto che qualcuno mi spiegasse per quale scopo viene per l'ennesima volta strumentalizzato il divieto volutamente provocatorio, per chi lo vuol capire, dei cani in città, mentre non deve fare nessuna notizia a questa nuova moda, la passeggiata in città con i cani, lasciati a fare la pipì, e purtroppo non solo quella, su ogni porta, ogni colonna, ogni angolo; e i segni sono sotto gli occhi di tutti. Amare gli animali non vuol dire imporli agli altri. Treviso è una città bellissima, patrimonio di tutti. Amiamola tutti un po' di più".

Paride Danieli, portavoce dei Verdi trevigiani: "Ritorno a Treviso dopo essere stato in una città emiliana molto ospitale, dove gli autobus sono alimentati a elettricità così come i mezzi della nettezza urbana che prestano servizio nel centro storico; sempre in questa città emiliana ci sono anche le aree riservate ai bisognini dei cani, ovviamente bolscevichi, in quanto emiliani. Quanto avvenuto a Treviso è l'ennesima dimostrazione di chiusura mentale degli amministratori della nostra città: tutto quello che non rispecchia i tristi e grigi canoni di ordine, disciplina e pulizia viene censuratoÈ inutile dire che questo futile problema poteva essere risolto con altre misure: campagna di sensibilizzazione nei confronti dei proprietari di cani, semplice applicazione delle leggi vigenti da parte della polizia municipale, creazione di aree verdi ad hoc per cani dotate di appositi WC (piccole piazzole sabbiose). Se Gentilini avesse un briciolo di coerenza dovrebbe, paradossalmente, vietare l'accesso al centro anche a quei barcollanti figuri che, in preda ai fumi dell'alcol, girano per la città vomitando e urinando senza alcun rispetto: apice della loro espressione è l'ormai famigerata manifestazione "culturale" dell'Ombralonga".

Prende posizione anche l'Anmvi (l'associazione dei medici veterinari): "Anmvi Veneto, pur ammettendo il malcostume, purtroppo di molti e non di pochi nel non accudire a dovere i propri animali e in particolare le loro deiezioni, e per quanto concordi nell'inasprire le sanzioni a carico dei trasgressori, trova inopportuno, restrittivo le proprie libertà, nonché inutile, il provvedimento dei signor sindaco di Treviso".
 

 

Dal "Giornale di Seregno"
13/07/2004
 

PIOGGIA DI MAIL DAGLI ANIMALISTI
 

Campagna Internet per i cani
 

L'avevano promesso e non hanno tradito: la settimana scorsa, come già accaduto alla vigilia della fiera di Santa Valeria, siamo stati letteralmente sommersi dalle mail di animalisti di tutta Italia, aderenti o simpatizzanti dell'associazione Bairo.

Una mobilitazione scatenata dall'annuncio che, a breve, sarà vietato l'accesso ai cani a dieci parchi cintati della città. La notizia, che non è piaciuta agli appassionati degli "amici a quattro zampe" è stata diffusa dal giovane seregnese Davide G.

I messaggi, arrivati via mail a tutti gli organi di stampa e persino in Municipio, recitano:

"Mi unisco alla protesta contro l'ordinanza che vieta ai cani l'accesso ai giardini di Seregno.
Se il problema sono i padroni che non puliscono, si puniscano loro, e solo loro, e non tutti quelli che hanno un cane. E soprattutto, non i cani. In un periodo in cui gli abbandoni aumentano, perche' fare di tutto per incrementarli, anziche' farli diminuire? E' un dovere del sindaco prevenire il randagismo, non aumentarlo!", questo uno dei tanti testi arrivati.

la storia all'indirizzo:  https://bairo.info/lett80.html

 

 

RomaOne
04.11.04
 

"Salvate il mio circo!"

L'appello di Moira Orfei al governo dopo l'ennesimo rifiuto del Campidoglio per concedere uno spazio pubblico. "Berlusconi vari un decreto, 180 famiglie dipendono da questo lavoro". La polemica e le prese di posizione delle associazioni no-profit

Roma, 4 novembre 2004 - "Ci appelliamo al governo Berlusconi affinché salvi il nostro circo". Questo è l'ultima dichiarazione di Moira Orfei dopo l'ennesimo no del Comune di Roma a concederle uno spazio pubblico per l'allestimento del suo spettacolo. Un rifiuto che ha la sua motivazione nello sfruttamento degli animali da parte della storica compagnia circense, un punto su cui il sindaco Walter Veltroni, durante il vertice di ieri sera in Capidoglio, è sembrato irremovibile.
"Nel corso dell'incontro - sostengono i titolari del circo - sono state individuate per lo spettacolo le aree private di via Cristoforo Colombo, piazzale Clodio e via Conca d'Oro ma, come per magia, sono diventate tutte pubbliche e non cedibili".
La battaglia di Moira Orfei sembra quindi non destinata a concludersi; un anno fa la nota circense era stata ricevuta dal sottosegretario dei Beni Culturali Nicola Bono, un incontro che però non aveva condotto a nessun risultato. " La situazione si è aggravata pesantemente - ha dichiarato la stessa Orfei - le giunte di sinistra si sono accanite ancora di più nei nostri confronti offrendo il fianco alle associazioni animaliste e vietandoci l'uso degli animali". E questa, per lei che viene chiamata la "Regina del circo degli elefanti, è una condizione assurda, come è assurdo non rispettare la gente che vuole vedere uno spettacolo di leoni e tigri, non solo di acrobati e clown. Da qui l'accorato appello al governo affinché il debutto del circo possa avvenire il 18 dicembre sull'area della Cristoforo Colombo attualmente occupata dai "rivali" del Cirque du Soleil. " Chiediamo a Berlusconi - proseguono Moira Orfei e il marito Walter Nones - che venga varato il tanto atteso decreto salva-circo richiesto ormai da molto tempo dai lavoratori del settore. È necessario che il Comune di Roma rispetti la legge che prevede la concessione delle aree pubbliche allo spettacolo viaggiante senza far discriminazioni fra circo con e senza animali.". Su quest'ultimo punto non è d'accordo Enrica Boiocchi, vice presidente "Gruppo Bairo", un'organizzazione no-profit in difesa dei diritti degli animali, che schierandosi a favore della decisione di Veltroni, dichiara:"Gli animali vengono trattati come oggetti, senza conoscere o disconoscendone per puro interesse i loro bisogni etologici. Relegare in gabbie creature che conoscono la libertà della foresta è la dimostrazione dell'arroganza e dell'arretratezza culturale di chi continua a pensare le creature vive e senzienti alla stregua di schiavi.".
Nonostante le critiche degli animalisti e il divieto del Comune, Moira Orfei appare più combattiva che mai: "siamo stufi di questa situazione di razzismo nei nostri confronti - conclude la signora del circo italiano - oltre 180 famiglie dipendono dal nostro lavoro, quindi è ora che ognuno si assuma le sue responsabilità. Noi non abbiamo paura." E se a dirlo è una che è abituata a vedersela con tigri ed elefanti possiamo esserne certi.


la storia all'indirizzo:  https://bairo.info/lett93.html

 

 

CORRIERE DELLA SERA
16/11/04

LETTERE
 
CIRCHI SENZA ANIMALI Civiltà


Nel rifiutare il circo con gli animali il sindaco Walter Veltroni ha dichiarato il suo rifiuto allo sfruttamento degli animali e affermate le maggiori qualiltà dell'uomo tra cui la compassione. Animali trattati come oggetti, senza conoscerne o disconoscendone per puro interesse i bisogni etologici della specie.
Relegando in gabbie creature che conoscono la libertà della foresta, chilometri di sentieri da percorrere, manifestazioni di socialità o di caccia, il contatto fisico con la natura che a loro appartiene molto più che a noi. Tutto questo viene negato. The rest is silent come dice Shakespeare.
Gruppo Bairo Onlus

la storia all'indirizzo:  https://bairo.info/lett93.html

 

 

IL GORNALE DI SICILIA
04/01/05

Cronaca provincia di Palermo

Carenze e ritardi non possono mortificare un'intera regione

E' vero: si fa poco, quasi nulla, per gli animali. Anzi, è diventato tristemente "normale" vedere le città siciliane invase dai randagi. Che ogni giorno conoscono "il piede dell'uomo e la strada", come cantava trent'anni fa Francesco De Gregori. Che devono combattere per la sopravvivenza. Le cronache del Giornale di Sicilia riportano quotidianamente gli appelli per salvare le vite degli amici a quattro zampe. O il racconto delle violenze subite dai randagi. E mentre la cronaca incalza, le amministrazioni annaspano. C'è una legge regionale che regola la materia. E' stata approvata nel luglio del 2000 ed ha recepito con nove anni di ritardo la normativa nazionale. Tanto che la lettera degli animalisti del gruppo Bairo parla del mancato rispetto di quello che la legge pretende da oltre tredici anni. In effetti, l'Ars ha sì approvato il disegno di legge, ma poi gli apparati amministrativi della Regione hanno fatto poco per tradurre in misure concrete il nuovo quadro normativo. Sicchè‚ è rimasto sulla carta il principale degli obiettivi, quello della realizzazione dei rifugi. Colpa della mancata approvazione del regolamento attuativo, un provvedimento di cui più volte abbiamo denunciato l'assenza. Con fatica in questi quattro anni (e oltre) la Regione ha provveduto alla nomina della commissione che dovrà stilare il regolamento. Ma questo organismo non ha ancora cominciato i lavori e pertanto l'attuazione delle misure previste dalla legge sul randagismo resta lontana. E lettere come questa continueranno ad arrivare in redazione per denunciare i ritardi e i maltrattamenti che gli animali subiscono. Eppure, c'è qualcosa che dispiace nel testo inviato attraverso la posta elettronica dal gruppo Bairo e sottoscritto da quasi trecento sostenitori, una ventina dei quali siciliani. Questo qualcosa è la facile generalizzazione con cui la mancata adozione di provvedimenti per migliorare la vita diventa la spia del grado di civiltà di una collettività. Come e spesso più delle altre regioni del Mezzogiorno d'Italia, la Sicilia, per ragioni storiche, politiche ed economiche che sono state analizzate per decenni, ha accumulato ritardi su ritardi rispetto al Nord del Paese. Un gap che investe tutti i settori della vita dell'uomo ed anche la pubblica amministrazione. Si dovesse volgere lo sguardo alla sanità, si scoprirebbero numerosi ospedali lontani dagli standard di altre zone d'Italia. E allo stesso modo nelle scuole si troverebbero aule fredde e sporche molto più diffuse che altrove. Così come ci sono deficienze in numerosi pubblici servizi. Ma tutto questo può essere considerato l'indice dello scarso grado di civiltà di un popolo? Riteniamo di no. Perchè‚ in quel caso, dovremmo definire incivili tutte le popolazioni del Terzo Mondo che hanno bassi standard nei servizi pubblici. Ma non crediamo che chi tanto ama gli animali, voglia poi disprezzare fino a questo punto gli esseri umani. A meno che non si voglia sostenere che solo per i servizi destinati agli animali si debba parlare di "cartina di tornasole" della civiltà dei popoli. Ma questo, con tutta evidenza, non ci sembra possibile. Ed allora che si continui a martellare la Regione e i Comuni su questo, come su altri problemi irrisolti. Ma sempre tenendosi a distanza dal terreno accidentato dell'intolleranza.

la storia all'indirizzo: https://bairo.info/lett113.html
 

 

IL GIORNO
11/04/05

 

LE ASSOCIAZIONI   GRUPPO BAIRO Onlus Lombardia

Strumenti virtuali, lotta concreta
 

Milano - Bairo è il nome di un cagnolino virtuale che passa di padrone in padrone senza mai riuscire a trovare una sistemazione definitiva non per cola sua ma per la superficilaità e la cattiveria degli umani che incontra.
E Bairo è il nome dell'associazione protezionistica di cui vogliamo parlarvi e che ha inventato la favola triste di Bairo, cane virtuale che ha tanti fratelli in carne ed ossa che potrebbero raccontare storie analoghe.
Il GRUPPO BAIRO Onlus, che non ha scopo di lucro, nasce nel 2002. E' composto da volontari che si propongono di "operare per la difesa degli animali promuovendo e diffondendo una cultura di rispetto nei confronti di chi non può parlare e difendersi".
L'associazione, che ha due sedi operative a Milano e Cremona, utilizza soprattutto la rete di Internet per diffondere i suoi messaggi e promuovere le campagne di sensibilizzazione o di condanna dei maltrattamenti, delle barbarie e crudeltà di cui sono vittima gli animali. Internet è "un punto di riferimento importante per chi condivide i nostri fini e per chi crede nell'unità d'azione nell'affrontare le varie tematiche animaliste anche attraverso petizioni". Sul sito del gruppo trovate anche molte sezioni a carattere più spiccatamente informativo, aggiornamenti legislativi, documenti di particolare interesse, consigli pratici: bairo.info

 

 

OMNIOMA
marzo 05

 

CANILI, DA VOLONTARI LETTERA APERTA A SINDACI PROVINCIA

(OMNIROMA) Roma, 02 mar - "Vorremmo che  i Sindaci dei Comuni interessati sollecitassero i responsabili dei Canili di Pomezia e Montelibretti a far entrare regolarmente tutti i giorni i volontari, perché agli animali ricoverati  in questi pseudo-lager  non  può e non deve essere tolto il supporto di persone che li accudiscono e che rendono le loro giornate meno brutte. Il Lazio sta tornando indietro invece di andare avanti sulla via della civiltà e lascia che questi gestori di canili su cui pendono molte accuse di maltrattamento possano  usare gli animali a loro piacimento come se si trattasse di cose inanimate e non di esseri viventi". E' il testo di una lettera aperta che i volontari che aderiscono all'associazione "gruppo Bairo Onlus" hanno inoltrato ai sindaci di Velletri, Ariccia, Pomezia, Latina,Albano,Nettuno,Anzio,Genzano,Guidonia,Monterotondo, Fonte Nuova, Riano, Moricone, Montorio e Sant'Angelo Romano per denunciare la situazione nei canili "Arca dog" e "tre querce" di Montelibretti e Pomezia. "La stessa cosa - continua la lettera - sta succedendo ai cani di Marino che inspiegabilmente sono stati reinviati al famigerato Casa Luca e anche loro senza supporto di volontari. Sembra quasi che si tratti di testimoni scomodi, fatto questo che fa nascere molti dubbi sulla gestione corretta degli animali e sulla loro sorte, e  condanna inoltre questi ultimi  a dover vivere in carcere tutta la  vita". "Voi Comuni che date i cani a questi canili e che sapete i precedenti - continua la missiva - abbiate almeno il buon  gusto e l'umanità di esigere la presenza dei volontari che i cani già conoscono e che possono rendere la loro esistenza meno tragica e che oltretutto possono, come hanno sempre fatto, attivarsi per le adozioni. La cosa migliore sarebbe che gli animali potessero essere assistiti nei propri Comuni o in canili intercomunali, dove si potrebbero tenere meglio sotto controllo e dove si potrebbero attivare anche visite di persone che regolarmente nel tempo libero potrebbero portarli fuori per passeggiate. Spero che in un futuro molto prossimo questo avvenga - conclude la lettera firmata da Claudia Spagnolo - anche per iniziativa della Provincia e della Regione e col  supporto importantissimo dell'informazione pubblica, ma nel frattempo  lasciate tornare i volontari e ridate dignità e amore a questi poveri animali".
red
 

 

OMNIOMA
marzo 05

CANILI, CIRINNÀ: "SINDACI PROVINCIA NON MANDINO CANI A ROMA"
 

(OMNIROMA) Roma, 02 mar - "Ben venga l'invito avanzato dai volontari del 'Gruppo Bairo Onlus' nei confronti di alcuni sindaci laziali, affinché sollecitino i responsabili dei canili di Pomezia e Montelibretti a far entrare regolarmente tutti i giorni le associazioni nei canili. Ma voglio suggerire che lo facciano anche alla luce di due normative: il Dpr 31 marzo 1979, per il quale ogni sindaco è responsabile dei propri animali; la legge 189/2004 che sanziona il maltrattamento di animali con il carcere. Alla luce di queste due normative, sia il sindaco sia l'imprenditore di canili lager possono essere perseguiti per maltrattamento".  Lo dichiara Monica Cirinnà, delegato del sindaco Veltroni per i diritti degli animali e custode giudiziario di alcuni canili sotto sequestro che ospitano anche cani di altri comuni, commentando la lettera spedita dai volontari della associazioni animaliste ai sindaci di Velletri, Ariccia, Pomezia, Latina, Albano, Nettuno, Anzio, Genzano, Guidonia, Monterotondo, Fonte Nuova, Riano, Moricone, Montorio e Sant'Angelo Romano.
"Accade - dice Cirinnà - che imprenditori senza scrupoli mandano lettere ai Comuni dicendo di poter dare nei loro canili ospitalità full optional a 2,50-3 euro al giorno (gabbia, cibo, pulizia, medicine). In realtà, poiché maggior parte dei sindaci della provincia non hanno dimostrato alcun interesse a costruire canili o a dare ospitalità ai cani, succede che gli animali cadono in questi canili privati dove non entrano associazioni, nessuno fa adozioni, e sono trattati come rifiuti. Sono avvisati i sindaci dei paesi intorno a Roma, perché comunque nel Comune di Roma non permetteremo a nuove strutture di fare nuove convenzioni senza controlli. I sindaci non si lavino la coscienza mandando i cani a Roma e si attivino per chiedere soldi a Regione per la costruzione di canili".
red
 

 

GIORNALE DI SICILIA

13 APRILE 2005

Cronaca Provincia di Palermo

Legge inattuata, giudizi infondati

E' inaccettabile la conclusione della lettera dei 408 (anzi 409 con il presidente Tedoldi). L'Italia è una, nessuna e centomila. Grazie, Pirandello (non ricordo se eri di Bergamo o di Girgenti, ma non importa: eri italiano) per avermi suggerito questa metafora. Ed è inaccettabile anche il riferimento ai turisti che dovrebbero disertare la Sicilia. Poichè, la lettera è firmata (elettronicamente, ovvero nomi scritti sotto il testo di un'e-mail) anche da alcuni siciliani, mi piacerebbe sapere se questi firmatari intendono lasciare l'Isola per essere coerenti con il loro scritto (anzi, sottoscritto). Penso (e spero), invece, che l'invito sia solo una provocazione. Fatte queste doverose premesse, andiamo al "dunque": in Sicilia si fa poco per arginare il fenomeno del randagismo, per fare vivere
i cani in condizioni più dignitose. Come scritto tante volte, anche in risposta ad una precedente esternazione del gruppo Bairo, la legge regionale è rimasta largamente inattuata, soprattutto nella parte in cui prevede la realizzazione di rifugi sul territorio. Il Giornale di Sicilia da cinque anni ormai conduce una continua opera di denuncia dei casi di maltrattamenti o - peggio - di avvelenamenti. L'abbiamo fatto anche ieri, con l'articolo sulle polpette che hanno ucciso due cani a Palermo, nel quartiere di Tommaso Natale. E pochi giorni prima avevamo raccontato la triste storia di una cagnetta uccisa in viale del Fante, coi cuccioli appena nati in balìa del destino. Ogni giorno animalisti chiamano il "telefono dei lettori" ed affidano a un breve scritto sul giornale la speranza di trovare un tetto per cagnetti strappati a una morte sicura. E nel frattempo, lo denunciamo in continuazione, le amministrazioni annaspano alla ricerca di soluzioni. Ma tutto questo c'entra poco con certi giudizi verso i siciliani e la loro
civiltà. O presunta inciviltà. Con questo metro, a Pirandello avrebbero dovuto negare il Nobel.

la storia all'indirizzo: https://bairo.info/lett157.html
 

 

BRESCIA OGGI
17 MAGGIO 2005
 
La protesta è partita da Soncino
Nel mirino la legge regionale 26/93
 

Firme bresciane contro la caccia

Da Soncino è partita una protesta nazionale contro la «caccia scientifica» della Regione Lombardia. E molti bresciani hanno già aderito. I cremonesi del Gruppo «Bairo onlus» hanno scritto una lettera al premier Silvio Berlusconi, al ministro per l’Agricoltura Gianni Alemanno, al presidente della Lombardia Roberto Formigoni, ad assessori e consiglieri del Pirellone per avvertire che «tutto quanto la Regione metterà in atto per la regolamentazione scientifica della caccia non sarà sufficiente né da un punto di vista scientifico né tantomeno da un punto di vista etico». In calce alla lettera centinaia di firme da tutta Italia. Tra le tante, quelle dei bresciani Dante Foglia, Ester Massardi, Marci Avanzino, Fausto Grignani di Ghedi, Ivan Suardi, Filippo Tabelloni, Gerardo Mazzola. Replicano in particolare a Margherita Peroni, consigliere provinciale ed ex presidente della Quinta commissione regionale Territorio, urbanistica ed edilizia residenziale, che nelle scorse settimane ha difeso le scelte regionali e posto la necessità di «agire con raziocinio per tutelare veramente e riscrivere la legge 26/ 93» della Lombardia. Pur ammettendo il crescente interesse della società civile per la tutela e la conservazione della fauna selvatica - ricordano i firmatari dell’appello - Margherita Peroni in dichiarazioni alla stampa ha dichiarato che «spesso le richieste di controllo e di limitazione della possibilità di caccia sono motivate da ragioni più emotive che razionali» e che «contrapporsi a un’attività che affonda le proprie radici nelle tradizioni più antiche delle nostre genti non è la strada più efficace. Già da tempo i nostri cacciatori hanno accettato il principio della caccia biocompatibile, mentre sull’altro fronte si disapprova pregiudizialmente ogni forma di caccia». A fronte di ciò, «la Regione Lombardia ha scelto l’unico approccio possibile, quello che utilizza criteri scientifici come i censimenti e i monitoraggi». Ed è su queste basi - ha ricordato - che è stato predisposto il testo di riforma della 26/93. Nella nuova legislatura, secondo Peroni, «sarà di fondamentale importanza la revisione, ma meglio sarebbe dire la riscrittura globale, della stessa legge, alla luce delle modifiche costituzionali introdotte nel ‘91».
Gli animalisti di
Bairo si schierano contro queste dichiarazioni, replicando che dal punto di vista etico «uccidere è barbaro e crudele, soprattutto se rivolto agli indifesi, e il rispetto di ogni vita è un altissimo valore».
Quanto alla tradizione, «non giustifica la caccia - replicano - perché altrimenti dovrebbe giustificare anche lo schiavismo, il maschilismo, il razzismo, eccetera, che facevano parte di tradizioni oggi ritenute indegne». Il punto di vista scientifico, poi, «è manipolabile». Esso - sostiene
Bairo - parte dal dogma che la caccia deve esistere: di conseguenza «difende interessi particolari anziché l’interesse generale espresso dalla stragrande maggioranza degli italiani». Infine, «si regge su uno squilibrio della natura mai risolto e continuamente alimentato dai cacciatori». Vale a dire «l’eliminazione degli animali autoctoni e l’introduzione di alloctoni con il conseguente inquinamento genetico e la comparsa di specie dove non erano presenti». Per questo, per Bairo «i motivi reali per considerare la caccia immorale ci sono tutti». E la battaglia continua.

mi.va.
 

 

IL GIORNO 

30 GIUGNO 2005

 

Parco del Mincio: la denuncia di Bairo

 

Castorini da eliminare: sul web si spiega come

 

Mantova: Può una riserva naturale pubblicizzare con dovizia di particolari, all’interno del suo sito internet, il programma in atto da più di dieci anni per il contenimento delle nutrie, che nella pratica comporta l’uccisione sistematica di migliaia di animali? E’ quanto si chiede – anche se la risposta in realtà se l’è già data – l’associazione animalista Bairo. Dal 1994, il Parco regionale del Mincio, nel Mantovano, ha eradicato dal suo territorio più di 11 mila esemplari secondo un metodo di uccisione “indolore” che viene descritto in tutti i suoi particolari all’interno del sito www.parcodelmincio.it Con tanto di immagini esplicative. Senza lesinare, quando è necessario, particolari che di “indolore” hanno ben poco:- Per abbreviare i tempi, solitamente si uccide la nutria ormai sotto anestesia (a causa del cloroformio inalato) con un colpo alla nuca..-. La mattanza trova giustificazione, a detta del Parco, in precise direttive dell’Istituto nazionale per la difesa della fauna selvatica e della Regione Lombardia. La nutria, conosciuta anche come castorino, provoca danni alle coltivazioni e, pur essendo essenzialmente vegetariana, anche alle altre specie autoctone, per quanto in maniera indiretta. E per alcuni – ma l’ipotesi è stata smentita sul piano scientifico – sarebbe veicolo di malattie pericolose per l’uomo come la leptospirosi.- In realtà questi castorini pagano colpe non loro – chiarisce Enrica Boiocchi, vice presidente di Bairo – Sono stati importati dal Sud America e tutto è andato bene finchè sono serviti all’industria delle pellicce. Quando la moda è cambiata, non sono più serviti e sono stati liberati dagli allevatori, ecco che se ne scorge la loro pericolosità. Vengono volutamente paragonati a dei grossi topi per giustificare agli occhi dell’opinione pubblica la strage.- Al di là dell’aspetto un po’ paradossale, cioè che un parco pubblicizzi l’uccisione di un animale quando invece dovrebbe insegnare il rispetto di flora e fauna (sempre nel sito si legge, non senza un certo stupore, che “l’uccisione può essere effettuata anche da persone particolarmente sensibili e in luoghi anche molto frequentati.-) – è etico – si chiede Enrica Boiocchi – che un parco si comporti come uno sterminatore?- O forse non sarebbe più etico adottare metodi diversi, rispettosi, come stagni o apposite riserve, o la sterilizzazione? - I problemi causati dalle nutrie hanno rilevanza nazionale e il Parco sta solo applicando le leggi – risponde Cesare Martignoni, biologo e consulente del Parco del Mincio, che ha seguito il programma di abbattimento fin dal suo esordio.- Le aree protette hanno il compito di salvaguardare la flora autoctona, che rischia, ad esempio in questo caso,  di essere distrutta dalle nutrie. Il metodo di abbattimento con l’impiego del cloroformio che le addormenta, è stato a lungo studiato e posso assicurare che non provoca nessuna sofferenza. Tant’è che ha ricevuto l’ok del mondo ambientalista.- - Di incruento non c’è nulla, di violento molto -, ribatte la vice presidente di Bairo

 

 

GIORNALE DI SICILIA  Cronaca Provincia di Palermo
30/06/05
 
 
I lettori denunciano
 
Il cane morto al canile: protesta il gruppo Bairo  "Chiediamo che si faccia luce sull'accaduto e si cerchino i responsabili". Queste le parole di Enrica Boiocchi, vice presidente del gruppo Bairo Onlus, composto da volontari che operano per la difesa degli animali. Boiocchi, nella sua e mail a [email protected] sostenuta dalle firme di circa 400 volontari del gruppo, provenienti da tutta Italia, ha voluto esprimere la propria solidarietà a Grazia Aronica, che al "telefono dei lettori" aveva raccontato la storia del randagio portato al canile e poi morto, senza avere ricevuto alcuna spiegazione dalla struttura di via Tiro a Segno. I responsabili in quell'occasione avevano risposto di non avere alcun obbligo di comunicare le cause della morte di un cane.

riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett224.html

 

IL GIORNO
23 LUGLIO 2005
 

Il Pirellone salva gli scoiattoli grigi del Parco Ticino

 

di Ivan Albarelli
 

Magenta (Mi): La questione degli scoiattoli grigi del Parco Ticino - minacciati da un piano di eradicazione, finora non attuato, per impedirne la prevaricazione sulla specie rossa e la graduale scomparsa di quest'ultima - potrebbe imboccare la strada giusta. Quella cioè che eviterebbe una soluzione cruenta del problema, in pratica la loro uccisione, per aprire invece la porta a soluzioni alternative come chiesto da Aidaa, l'associazione difesa animali e ambiente. L'Assessore dell'Ambiente Domenico Zambetti e il dirigente Parchi protette Franco Grassi hanno incontrato le associazioni ambientaliste e animaliste fra cui, oltre ad Aidaa, Bairo, Legambiente Lipu e Gaia. Zambetti ha tracciato le linee guida che nei prossimi cinque anni dovranno portare al completamento del sistema delle aree protette regionali, e che - dovranno salvaguardare le aree naturali dal degrado del territorio  e dal crescente impoverimento della biodiversità,- cioè dai rischi di diminuzione del numero di specie animali e vegetali presenti. In concreto, e proprio per quanto concerne il destino degli scoiattoli grigi, - abbiamo ricevuto l'assicurazione che non saranno ammazzati come inizialmente si era pensato attraverso al ricorse dell'etere solforico- chiarisce Lorenzo Croce di Aidaa - ma si prenderanno in esame soluzioni alternative come la sterilizzazione chimica. O quella, che a noi è piaciuta molto, di liberarli nei pachi cittadini.- Nel Parco del Ticino il problema degli scoiattoli grigi si è manifestato cinque anni fa. La sua popolazione nel frattempo è cresciuta, secondo stime, fino a circa un migliaio di unità. Più in generale, il problema che si trovano ad affrontare i parchi regionali, come il Ticino o quello del Mincio nel Mantovano, è la difesa della fauna nazionale,- dall'invasione di specie animali e vegetali invasive - spiega l'assessore Zambetti - che sta inquinando geneticamente il patrimonio naturale lombardo.- conseguenza anche dell'abbandono nel territorio di animali esotici importati illegalmente. Magari acquistati nei negozi e poi abbandonati da "proprietari" senza scrupoli.

 

 

IL GIORNO
17 agosto 2005

 

 

Animalisti: Motta Visconti diventa caso nazionale

 

Sindaco perde la guerra dei gatti, i randagi si possono sfamare

 

Di Silvia Lodi Pasini

 

Motta Visconti (MI) - Nutrire i gatti liberi non è reato. Il popolo degli animalisti, forte della convinzione e leggi alla mano, è insorto contro il sindaco di Motta Visconti, piccolo centro della provincia milanese che conta 6.844 anime. E il sindaco, di fronte ai gattari e gattare indignati che hanno tempestato di messaggi i siti internet e i fax del Comune, ha dovuto fare marcia indietro in pieno luglio e ritoccare in modo significativo la sua ordinanza. I gatti in libertà possono essere nutriti purchè i loro amici umani si preoccupino di non lasciare avanzi per evitare pericolosi sconfinamenti dei topi e problemi di pulizia. La vicenda della battaglia vinta dagli animalisti grazie alla rete è ricca di colpi di scena e di mediazioni diplomatiche. Tutto comincia con l’ordinanza n. 47 del 23 maggio 2005, con la quale il primo cittadino Laura Cazzola, ha proibito di sfamare i gatti randagi su tutto il territorio comunale. Problemi di lerciume, non certo di antipatia verso le bestiole. Però apriti cielo. Non appena la notizia ha raggiunto internet, dove il tam tam l’ha fatto arrivare alle associazioni animaliste, c’è stata l’insurrezione. Non a torto, perché il provvedimento era in pieno contrasto con l’art. 2 della legge n. 281 del 14 agosto 1991, “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione al randagismo”, che vieta a chiunque di maltrattare i gatti che vivono in libertà. Sulla vicenda è intervenuto anche Gianluca Felicetti della Lav, la Lega Antivivisezione, coordinatore dell’Intergruppo Parlamentare Animali, nonché responsabile del settore iniziative e leggi del sito www.animalieanimali.it di cui è direttore editoriale Licia Colò. Felicetti ha raccolto l’appello delle gattare e delle animaliste lombarde indignate dell’ordinanza “affamagatti” made in Motta Visconti. E alla fine di giugno ha scritto un articolo spiattellando al sindaco quanto secondo lui fosse illegale e assurdo il divieto, quel divieto che non solo ha ignorato la legge, ma neppure ha tenuto conto del principio più volte ribadito dalla Corte di Cassazione, per cui il non accudire le colonie feline integra il reato di maltrattamento previsto dall’art. 544 ter del codice penale. E in ragione di ciò Felicetti ha invitato i Mottesi a rivolgersi al prefetto e al Presidente della repubblica per far ritirare l’ordinanza. A questa voce si è aggiunta quella del Gruppo Bairo di Milano, che dal proprio sito bairo.info ha spronato i cittadini a denunciare il primo cittadino.

riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett231.html
 

 

IL MESSAGGERO VENETO
MARTEDÌ, 23 AGOSTO 2005
 
Pagina 11 - Pordenone
 
ANIMALI 
 
La mia battaglia per salvare Malti
 
Ha lo sguardo fiero e attento di un vecchio saggio, che nella vita ne ha viste davvero tante. Se ne sta seduto all’ombra dell’oleandro con gli occhi socchiusi, le orecchie dritte e il musetto al vento, fiutando odori che arrivano da ogni dove. Lo osservo con attenzione, quasi fosse la prima volta che lo vedo. Tre anni. Sono passati più di tre anni da quel giorno di febbraio in cui ebbi il piacere di conoscerlo. Un maltese di quasi 10 anni che la sua famiglia non voleva più. Era nato un bambino e per quel piccolo cagnolino non c’era più posto. Iniziò così: con piccoli guaiti di dolore, in un giorno di pioggia, mentre l’auto lo portava via dalla sua casa e dalle persone che ancora tanto amava. Via per sempre.
Mi sono innamorata da subito, dei suoi occhi tristi e interrogativi, che mi scrutavano rannicchiati in fondo a un cuscino bianco di pelo, nell’angolo più lontano del sedile posteriore dell’auto. Silenziosamente imparò a convivere con il grande terremoto che gli aveva rivoluzionato la vita. Nuova casa, nuovi compagni pelosi e umani, nuove abitudini. Non è certo stato semplice per un cagnolino di una certa età affrontare tutto questo, all’improvviso, senza nessun preavviso. Tante sono le bestiole che vivono tutt’oggi, la stessa tragica esperienza del tradimento e dell’abbandono, ma pochi sono i fortunati che possono tornare a rivivere. Per gli altri, per i molti, il destino riserva una sorte terribile, di sofferenza e dolore. Ora il mio piccolo tesoro si gira e mi cerca sotto il portico. Lo chiamo e lui accenna un piccolo scodinzolio. Mi ha vista, può tornare a fiutare l’aria col naso puntato al cielo.
Da più di un anno io e Malti combattiamo una battaglia senza esclusioni di colpi con “il male del secolo”, un tumore che nell’aprile dell’anno scorso voleva portarselo via. Ho cercato di non permettere che questo accadesse. Non potevo e non volevo perderlo senza prima trovare una soluzione. Ci doveva essere qualcosa che potessi fare per continuare a rivedere quello sguardo triste e pensoso che mi aveva incantata due anni prima.
All’inizio per la verità non c’erano speranze se non l’operazione, ma per un cane così piccolo di 12 anni, sarebbe stato molto rischioso. Decisi di non operare e cominciai affannosamente a cercare... a cercare... Sentii tanti pareri diversi di altrettanti diversi veterinari, cominciai a leggere tutto quello che parlava di tumore e navigai per ore in Internet digitando sempre la stessa, ossessiva parola, nei motori di ricerca. La perseveranza mi aiutò e trovai una cura che ha retto fino a poche settimane fa, poi l’improvviso cedimento, mentre l’ombra della morte cominciò di nuovo a volare attorno al dolce e triste sguardo del piccolo guerriero.
Malti in questi giorni compie 13 anni, ma io ancora non dispero. Non immaginate neppure quante alternative esistono a volte alla medicina tradizionale. Nemmeno io lo pensavo, ma per un piccolo grande amore si può tutto, anche a costo di sacrifici e rinunce. Da pochi giorni ho iniziato una cura fitoterapica piuttosto complicata, ma che sta già dando piccoli risultati. Dopo settimane di un lento e progressivo aggravamento, ecco un barlume di speranza. Un filo a cui aggrapparsi ancora una volta, prima di veder sprofondare nel sonno profondo e definitivo il mio piccolo, dolce amico. Non so se e quanto durerà ancora. Non so neppure se questa nuova cura potrà funzionare a medio o lungo termine, ma so che ora Malti è tornato il Malti di sempre e questo mi basta.
Comincia a fare troppo caldo e per il vecchio saggio è ora di rientrare. Lo chiamo di nuovo, lui si stira e trotterellando mi viene incontro. Lo prendo in braccio e gli schiocco un bacio fra le orecchie. Lui mantiene il suo fare altezzoso e fa l’indifferente, mentre me lo stringo fra le braccia, ma intanto scodinzola piano, per non farsi notare. Buon compleanno piccolo Malti. Potevo regalarti una cuccia nuova, o un guinzaglio allungabile, oppure le scatolette di cibo di cui sei goloso, ma farò di più, perché questo è un compleanno speciale. Un traguardo che fino a un anno fa non sembrava possibile raggiungere. Farò in modo di regalarti ancora tanti giorni di vita sereni e felici, perché li meriti. Per l’amore che mi hai sempre dato, per la tua compagnia silenziosa, per la pazienza nell’ascoltare i miei discorsi, ma soprattutto perché sei un cane: l’amico più vero che un umano possa mai avere.
Enrica Boiocchi
Gruppo Bairo Onlus
 

 

LA PROVINCIA DI CREMONA 
3 SETTEMBRE 2005
 
LETTERE
 
Gli asini non sono ‘da corsa’ Solarolo R. abolisca il palio
 
Egregio direttore, quella dei palii è una delle tante vergogne italiane. Non esiste progresso e civiltà in un paese in cui queste umilianti manifestazioni vengono organizzate al solo scopo del divertimento umano. Rammentiamo agli organizzatori di questi barbari divertimenti, che gli asini, per etologia, non sono adatti a nessun tipo di corsa. Da sempre sfruttati all’inverosimile nel corso della storia dell’umanità, nei lavori più pesanti, queste umili creature hanno conosciuto e conoscono tuttora, solo bastonate e calci mentre la loro schiena si spezza sotto pesanti fardelli. Anche per gli asini usati in queste assurde feste paesane, non sarà nulla di diverso: si assisterà all’ennesima mancanza di rispetto verso la dignità. Qualcosa che non dovrebbe appartenere solo all’animale-uomo. Uno spettacolo diseducativo per le future generazioni, in quanto impareranno a considerare gli animali come semplici oggetti. Gli esseri viventi sono tutti abitanti di questo pianeta, nostri simili, nostri compagni, dobbiamo loro il rispetto che si deve alla vita, qualunque forma abbia assunto. Gli asini non si divertono ai palii, subiscono lo sfruttamento e l’arrogante volontà umana. Chiediamo (...) che i poveri animali siano almeno seguiti per tutto il tempo da veterinari, al fine di evitare inutili sofferenze e maltrattamenti. Ci auguriamo che Solarolo Rainerio sia sensibile al nostro appello e abolisca in futuro questo tipo di manifestazione, dimostrando così alla cittadinanza l’orgoglio per una grande educazione nei confronti degli animali che determina cultura e intelligenza.

Enrica Boiocchi vice presidente Gruppo Bairo Onlus
Francarita Catelani presidente associazione U.N.A. Cremona Onlus
Roberta Ferraro commissario Enpa Cremona
(Seguono altre firme di sostenitori da tutta Italia)

riferimento all'indirizzo:
https://bairo.info/lett290.html
 

 

GAZZETTA DEL SUD
23/09/2005
 
RANDAGISMO  -  I «concittadini» di Catania lasciati morire di fame

Abbiamo letto recentemente che Catania «punta a divenire una città dai parametri europei e in questa direzione si devono muovere anche le politiche nei confronti degli animali che devono essere tutelati, rispettati e protetti secondo le recenti normative». «Sono anche loro nostri concittadini», si legge ancora. Ma, tra tante belle e avanzate iniziative che condividiamo, ce n'è una che respingiamo con forza come incivile e crudele e che da sola, nega la bontà di tutta la politica comunale: il «provvedimento che vieta ai cittadini di dare da mangiare ai cani randagi». Il comune di Catania che vuole allinearsi allo standard di civiltà europeo, che vuole tutelare gli animali come suoi concittadini, pensa di farlo lasciandoli morire di fame in attesa che le cose dette vengano fatte? Quali sono i cosiddetti «animalisti» che possono accettare simile barbarie? Ci auguriamo di aver interpretato male, che i cani vengano sfamati con le dovute regole, organizzando civili comportamenti fino a che non possano essere tutti ospitati prima nei canili (non nei lager) e poi nelle case dei siciliani.
 
Gruppo Bairo Onlus

riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett307.html
 

 

LA REPUBBLICA
06/10/2005
 
Influenza aviaria? Noi stiamo con i polli
 
Ormai da molti giorni assistiamo a esternazioni sull'influenza aviaria. Da una parte i "competenti" gridano: pericolo, morte, vaccino...Dall'altra si viene rassicurati intervistando perfino il signor Amadori (l'industriale dei polli). Noi pensiamo ai milioni di polli e volatili in genere che sono stati e saranno sterminati. Pensiamo alle sperimentazioni nei laboratori con relative migliaia, milioni di cavie nel mondo. Dov'era questa aviaria in tutti questi secoli? Non è che per caso fra i vari "giochetti" dei ricercatori ci fosse anche questo? Se fossimo imprigionati in un capannone accatastati gli uni sugli altri e obbligati ad ingoiare marciume, magari mescolato a farmaci come antibiotici o altro, sarebbe lecito immaginare che uno stravolgimento patologico si insedierebbe anche in noi.

Gruppo Bairo, Onlus
 

riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett311.html
 

 

VAOL.IT
Il portale della Veltellina e Valchiavenna
8 OTTOBRE 2005
 
Animali al circo: realtà fasulla?
Il gruppo Bairo chiede una presa di posizione.
 
Il gruppo Bairo Onlus ci ha inviato questo comunicato per protestare nei confronti del trattamento riservato agli animali nei circhi.
Per chi volesse contattare l'organizzazione o aderire alla raccolta di firme può connettersi direttamente al sito del gruppo, riportato al termine del comunicato stampa.


Dal 6 al 10 ottobre 2005, "il Circo di Vienna" poserà il suo tendone a Orzinuovi - Bs.
Questi spettacoli con animali continuano ad essere ospitati dai comuni senza che gli amministratori si pongano la domanda etica: "è giusto sfruttare gli animali per il divertimento degli uomini?"
Noi vorremmo che questa domanda fosse illuminante e che il rigore intellettuale si affacciasse per rispondere: sfruttare gli animali come fossero automi o pupazzi o schiavi è immorale e ignobile. La tradizione di lunga data non lo giustifica altrimenti dovrebbe giustificare altre tradizioni: la schiavitù, il razzismo, il colonialismo, il maschilismo.....ecc.
Milano e Pavia, grandi città e altri Comuni italiani importanti, la cui densità di popolazione esprime una numerosa presenza di cittadini contrari a questi spettacoli medioevali e diseducativi per le nuove generazioni che dimostrano cultura e sensibilità hanno dimostrato di aver compreso tale etica, proibendo gli attendamenti di circhi e mostre nei loro territori in cui gli animali sono, loro malgrado, protagonisti.
E per questo, le amministrazioni evolute dovrebbero rispondere alle esigenze di una cittadinanza evoluta e non prostrarsi a quella degli interessi o della superficialità.
Il circo sfrutta crudelmente esseri senzienti, privandoli di dignità, di benessere e del diritto a vivere secondo la loro etologia.
Gli animali sono tanto carini da vedere, certo, gli elefantini, gli orsi, i leoncini, le tigri, sono proprio animali che vale la pena ammirare, ma quanti si soffermano a pensare che loro non sono altrettanto contenti di dare spettacolo e di passare la vita in gabbie anguste, legati a catena, prigionieri incolpevoli?
Lo spettacolo di animali in gabbia, lontani dal loro ambiente e dai loro comportamenti naturali, difficilmente può essere proposto come "didattico" specialmente per i bambini. Al contrario, fa vedere una realtà fasulla e lungi dall'essere formativo lo spettacolo è diseducativo e, per di più, infinitamente triste. E un adulto pensante com'è possibile non sappia scorgere la falsità e l'artificiosità di comportamenti indotti con coercizione (fisica e psicologica) e se la scorge com'è possibile che possa divertirsi a spese di tanta sofferenza?
L'animale del circo è uno schiavo, deve diventare un automa, non può permettersi di sfidare il padrone o fare un passo falso. L'animale che commette il minimo errore imparerà a ubbidire nel modo più duro possibile. Le punizioni saranno esemplari, impossibile dimenticarle.
Alcuni non imparano mai, la loro volontà non può essere piegata, così muoiono per le ferite o semplicemente per inedia perchè sono talmente disperati e rassegnati che non riescono più a mangiare.
Nel lungo periodo necessario per piegare la volontà di un animale si arriva anche a togliergli acqua e cibo. "Alla lunga" - ha affermato un domatore - "devono assecondare l'uomo o morire". Alcuni forse, i più fortunati, scelgono la morte. Pensate davvero che il vecchio orso Jacky, protagonista principale del Circo di Vienna, sia contento di mostrarsi al pubblico chiuso in un carrozzone, completamente in balia di umani curiosi e superficiali?
Quando si spengono le luci e il tendone si chiude, rimangono le gabbie ma, soprattutto, rimangono gli animali a cui è stato tolto tutto, a cui è stata tolta la dignità.
Chiediamo a voi tutti una riflessione poichè i cittadini, per fortuna, non sono tutti uguali e numerosi sono quelli che hanno a cuore il benessere dei nostri fratelli minori quali gli animali, degni di rispetto e compassione.

GRUPPO BAIRO Onlus
bairo.info

riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett315.html
 

 

IL TEMPO
15/10/2005
 

I bufalini sacrificati all’affare della mozzarella

 

Più volte abbiamo sollevato il tema dei bufalini, senza riscontro. L'industria della mozzarella non ha bisogno dei maschi e i bufalini appena nati vengono strappati alla madre e abbandonati nei campi, buttati nei fossi, soffocati con la paglia, seppelliti ancora vivi o lasciati vagare fino alla morte per inedia. Le istituzioni conoscono questa pratica, i mass media ne riportano puntualmente il resoconto. Leggiamo gli articoli in calce e inorridiamo perchè scopriamo un essere umano infernale e ci ribelliamo perché non vogliamo rispecchiarci in costui. Noi ci auguriamo che gli italiani diventino sempre più etici e meno indifferenti alla sofferenza degli animali. Che non ci siano più bufalini maschi che muoiono appena nati o da grandi. Che non ci siano animali per i quali debba essere applicata quella complessa disciplina di tortura che si chiama zootecnia. La cui invenzione ha rimosso qualsiasi senso di responsabilità nei confronti di esseri senzienti e volutamente ignorato le loro caratteristiche di esseri soggetti di una vita. Quand'è che prenderemo coscienza dello sterminio di massa istituzionalizzato che pervade con il suo orrore gli allevamenti di animali da latte, da uova o da macello? Poichè non riusciamo a sperare nelle leggi ma soltanto nell'etica individuale, ci auguriamo che con il passare del tempo la capacità di riflessione di un sempre maggior numero di persone restituisca valore alla vita degli animali.

Gruppo Bairo Onlus

bairo.info

 

riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett317.html

 

 

CORRIERE DELLE ALPI

25 OTTOBRE 2005

 

Che orrore quelle torture sui poveri animali

E’ propriamente umano usare eufemismi per descrivere questioni spiacevoli, realtà cruente.
Si svolgerà a Bruxelles una conferenza sulla sperimentazione animale e si dichiara che tale sperimentazione sarà umana e attenta al benessere degli animali. Come può essere considerata umana una sperimentazione che, se effettuata sugli umani, verrebbe guardata con orrore e ripugnanza? E come potrà una sperimentazione dedicare attenzione al benessere degli animali quando li incide, li ustiona, li invade, li spezza, li acceca, li infetta? Su di loro si usa prepotenza, inganno, sadismo e assoluta indifferenza.
La sperimentazione è cruenta, disgustosa, ignobile; gli animali soffrono e noi lo sappiamo. Gli animali sono diversi e noi lo sappiamo. Non è l’uso degli eufemismi (della menzogna) che salverà gli animali dalla tortura nei laboratori ma l’uso dei metodi alternativi, su larga scala, la rinuncia alla vivisezione di innocenti creature. Soltanto così sarà pacificata la nostra coscienza e una fiammella potrà accendersi nella speranza di un nostro riscatto. Vogliamo che le società europee percorrano quel sentiero di grandezza morale che persone eccezionali hanno già tracciato.
Gruppo Bairo Onlus

 

 

 

riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett339.html

 

 

TRENTINO
12 NOVEMBRE 2005
 
Claudio D’Ingiullo della Pan-Eppaa chiarisce
 «Trasferire all’estero animali è illegale e non dà garanzie»
 
RIVA (TN).  Qualche giorno fa abbiamo pubblicato una lettera del segretario della Pan-Eppaa (che a Riva gestisce il gattile) sui doveri dell’associazione e contro l“esportazione” all’estero dei mici, seguita dalla protesta di due «gattare». Oggi diamo spazio al vicepresidente dell’Eppaa Claudio D’Ingiullo. Le signore in questione, scrive, «hanno una mentalità molto turistica del protezionismo, delle regole e del rispetto delle leggi; credono infatti che il gattile sia un albergo presso cui appoggiare loro ospiti in attesa della partenza verso la Germania, e di poter utilizzare la struttura a loro piacimento. Bene hanno fatto le volontarie della nostra Associazione a rifiutare la cessione dei gattini ai fini di esportazione in altre nazioni, basti pensare che alcune associazioni protezionistiche nazionali tipo Bairo, hanno fondato la loro azione contro tale sistema di adozione che non dà alcuna garanzia ed affidabilità, come, tra l’altro, ho potuto constatare personalmente in caso di trasferimenti di cani in spedizioni internazionali. Vi sono normative che disciplinano l’adozione di animali domestici ed impongono, giustamente, l’adozione di specifiche prassi per la cessione a terzi dei loro ospiti involontari, da parte delle associazioni protezionistiche che gestiscono “rifugi per animali”. La presente nota viene inviata per conoscenza al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri a Trento, affinché si faccia carico dell’avvio di opportune indagini su questi trasferimenti di animali non autorizzati, mettendoci a loro completa disposizione. Nulla da rispondere alle accuse di aver commesso eventuali soprusi a danno delle signore, penso di averlo comunque fatto, chiarendo quali sono i doveri e le necessarie cautele nell’adozione di già troppo sfortunati animali».

riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/letterapaneppaa05.html

 

 

ALTO ADIGE
15 NOVEMBRE 2005

Una strage di polli con la scusa dell’aviaria

Quello che ci ha colpito nei servizi televisivi sulla cosiddetta influenza aviaria è stata la totale, agghiacciante, mostruosa noncuranza con cui i polli vengono presi dalla gabbie, uccisi a centinaia di migliaia con metodi brutali, selvaggi ed inaccettabili. Animali annegati, gassati, bruciati vivi e sepolti vivi. Tali immagini in cosa differiscono, ci chiediamo, dalla visione delle atrocità della guerra, dai rastrellamenti dei civili, dai campi di prigionia e di concentramento, dalle esecuzioni capitali singole o di massa? Assolutamente in nulla. “La violenza sugli animali è la palestra dove l’Uomo si allena per esercitare poi la stessa violenza sugli uomini”. Così diceva Ovidio e così da sempre avviene. Nessun giornalista ha mostrato un cenno di pietà per quei poveri uccelli, trattati peggio degli oggetti e che sono da sempre costretti a sopravvivere in tre decimetri quadrati, a bere e mangiare a comando, a star svegli 24 ore su 24, a subire la mutilazione del becco e altri orrori. Nessun commentatore, nessun igienista, nessun “esperto” si è fatto vivo in televisione o sui giornali per notare e far notare quanto aberranti siano le condizioni in cui costringiamo gli animali e quanto vergognoso sia il comportamento umano nei confronti di queste nuove schiavitù. In tali condizioni igienico-psicologiche le difese immunitarie si indeboliscono e qualsiasi malattia è possibile. Così pure è per quegli uomini costretti a milioni in mostruose città-caserma, in case-grattacielo-alveari, o in bidonvilles, al ritmo stressante dettato dall’imperio del mercato a tutti i costi. Noi ci indigniamo contro i torturatori e gli sterminatori, non contro le vittime! Chiediamo che i metodi utilizzati per l’uccisione degli animali infettati seguano i principi globalmente riconosciuti e accettati unanimemente dall’OIE e dai suoi 167 membri, nel maggio 2005 e che gli allevamenti intensivi vengano aboliti affinché gli animali si riapproprino di quella vita per cui sono stati “creati”.
Gruppo Bairo Onlus BOLZANO

riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett346.html

 


 

COMUNICATO STAMPA
 
-AIDAA E GRUPPO BAIRO ASSIEME NEL DENUNCIARE GLI ASSASSINI DEI CANI DI CREMONA-
 
LA DENUNCIA

L'associazione Italiana difesa Animali ed Ambiente - AIDAA e IL GRUPPO BAIRO hanno presentato un esposto alla procura della repubblica di Cremona ed al corpo forestale dello stato  ed alla polizia Provinciale di Cremona per denunciare lo sterminio di cani in provincia di Cremona ma anche per denunciare il tentativo goffo quanto  gravemente dannoso ed illegale di utilizzare le esche velenose per ammazzare le nutrie o le volpi che popolano la zona in cui sono stati avvelenati i ventisei cani.
"Ci aspettiamo una azione energica da parte delle autorità competenti.-ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale AIDAA- che porti all'individuazione del colpevole o dei colpevoli, AIDAA e Bairo si sono messe assieme in questa azione di denuncia e insieme qualora fosse individuato il colpevole di questa orrenda strage si costituiranno parte civile per chiedere i danni in
quanto è buona cosa che questi delinquenti non siano colpiti solo nella loro persona ma anche pesantemente nel loro portafoglio. I quattrini verranno destinati al fondo per la tutela dei cani abbandonati"


 
 
IL FATTO
 
LA PROVINCIA DI CREMONA
Mercoledì 30 novembre 2005
 
Bocconi killer in campagna. 26 gli animali uccisi tra Persico Dosimo, Robecco, Corte de’ Frati e Scandolara R.O.
Cani avvelenati, una strage
Aumentano gli animali morti: il caso in procura
 
di Mauro Cabrini
 
A segnalazioni si aggiungono segnalazioni, a denunce denunce. E così, mentre carabinieri e agenti della polizia provinciale intensificano le indagini dopo aver informato anche la procura della Repubblica, dal momento che sistemare ‘bocconi killer’ nelle campagne è un reato perseguibile penalmente, il caso dei cani avvelenati sta assumendo dimensioni preoccupanti. Aumenta il numero degli animali morti: altre sei carcasse sono state trovate nei campi negli ultimi giorni e l’elenco aggiornato delle vittime è di 26. Cresce anche la lista di quelli salvati in extremis dai veterinari: ieri si è appreso di almeno altri cinque tra Breton, bastardini, pastori tedeschi e un Boxer strappati alla morte per un soffio. E si allargano pure i confini del territorio teatro della strage: le polpette sono state disseminate non solo nella campagna tra Corte de’ Frati, Persico Dosimo, Persichello e Barbiselle, come sembrava sino all’altro ieri, ma anche nella porzione di territorio compresa fra Robecco d’Oglio, Monasterolo, Castelnuovo Gherardi e Scandolara Ripa d’Oglio. L’area è vasta, l’allarme dilagante: i cacciatori limitano al massimo le battute in quella zona, chi semplicemente accompagna l’amico a quattro zampe per la passeggiata la evita accuratamente. E adesso gli inquirenti, in collaborazione con i veterinari che si sono occupati degli esemplari avvelenati, cercano di ricostruire con precisione quanto è accaduto. Tentano di capirne il motivo. Per il momento è stato accertato il tipo delle esche fatali: si tratta di polpettoni fatti di carne di pollo e di manzo, gettati a ridosso dei fossi ma anche lungo le stradine e in mezzo alle colture. Ovunque. Qualcuno è stato analizzato e gli accertamenti hanno consentito di stabilire l’uso di stricnina, diserbante e liquido anti-gelo. Sostanze che non lasciano scampo: bruciano lo stomaco, provocano eccesso di salivazione, creano tremore e problemi di deambulazione. E poi uccidono tra atroci sofferenze. Resta da capire chi, e perchè, ha buttato la carne. Ieri, alcuni cacciatori cremonesi hanno accennato alla possibilità di un raid mirato contro di loro, lanciando sospetti contro ‘doppiette’ delle province vicine, desiderose di vendetta in reazione a uno sgarbo subito. L’ipotesi che però seguono gli investigatori, quella ritenuta più verosimile, è un’altra: i bocconi che hanno sterminato i cani dovevano servire ad uccidere le volpi.
 
riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett369.html
 


 

LIBERO
1 DICEMBRE 2005
 
Polpette al veleno In due giorni uccisi 26 cani
 
CREMONA - L'odore dell'erba bagnata dalle prime gelate. Il ronzio delle bici, sulle lunghe strade sterrate. Il campanile di pietre medievali di Monasterolo. Proprio le tranquille campagne della bassa cremonese, che sussurrano della dolce malinconia autunnale più che di delitti e orrori, sono il teatro di una strage ambientale. Ventisei cani uccisi nelle ultime 48 ore. Morti, per aver addentato alcune polpette di carne avvelenata. I bocconi letali erano stati lasciati a ridosso dei fossi, lungo le stradine e in mezzo alle colture di una sorta di Triangolo delle Bermuda cremonese: quello compreso tra i paesi di Monasterolo, Corte de' Frati e Persichello. Piccole frazioni, minuscoli raggruppamenti di cascine, dove gli animali da cortile, soprattutto i cani, sono lasciati scorrazzare in libertà dai proprietari. A farne le spese, non sono stati né i randagi né i segugi dei cacciatori, ma gli innocui cagnoni dei contadini della zona. I bocconi erano preparati con carne di manzo e pollo, stricnina, diserbante e liquido anti- gelo: un mix di sostanze che uccide l'animale tra atroci sofferenze. Le morti sono state denunciate ai Carabinieri della zona, che indagano. Intanto, alcune associazioni animaliste insorgono: « Temiamo che dietro queste morti » , denuncia il presidente nazionale di Aidaa, « ci sia il tentativo di uccidere animali sotto protezione, come le volpi, o altra fauna selvatica che popola questi zone boschive. Non dimentichiamo che il cremonese è una delle zone storiche per la produzione di pellicce di volpe. Queste morti mi sembrano sospette, non le credo opera di un pazzo isolato, che mira ai cani » . Per questo Aidaa provincia Cremona e Brescia e l'associazione Bairo hanno sporto denuncia contro ignoti alla Procura di Cremona, alla Polizia Provinciale e al Corpo forestale: « Chiediamo di verificare se dietro queste morti c'è il tentativo di attentare alla fauna forestale » , aggiunge Croce, « e chiediamo anche a chi è a conoscenza di morti analoghe di denunciarle. Più siamo in questa battaglia, meglio è » .
Chiara Rizzo


riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett369.html

 


 

LA PROVINCIA DI CREMONA
2 DICEMBRE 2005
 
CANI AVVELENATI.
Appello della polizia provinciale: «Chi sa, parli». Animalisti in campo
‘Una faida tra cacciatori’
Una ipotesi delle ‘doppiette’. Esposto in procura
 
di Mauro Cabrini
 
CORTE DE’ FRATI (CR)— Cani avvelenati: alle indagini, che restano serrate, si aggiungono l’appello della polizia provinciale, la presa di posizione perentoria delle associazioni animaliste che presenteranno un esposto in Procura, il racconto dell’ennesimo caso di intossicazione, per fortuna non letale. E i sospetti di più di un cacciatore: la strage sarebbe la conseguenza di una faida tra seguaci di Diana. L’appello. Il messaggio degli uomini del comandante Mauro Barborini è esplicito: «Chi ha sospetti parli, chi ha visto qualcosa lo dica, chi sa dove sono stati sistemati i bocconi ci contatti allo 0372/406450, garantiamo l’anonimato. Può essere importante per salvare altri cani». L’emergenza è talmente vera, e i numeri talmente preoccupanti (27 animali morti e una decina salvati in extremis nel giro degli ultimi quindici giorni), che gli stessi inquirenti si affidano pure alle segnalazioni dei privati. Anche perchè l’inchiesta non è affatto semplice. E scovare i polpettoni, piazzati nell’erba, nelle colture e tra le foglie, estremamente complicato. Tanto che, anche ieri, il sopralluogo eseguito dagli agenti tra Corte de’ Frati, Persico Dosimo e Robecco, nel tentativo di bonificare almeno in parte quella porzione di territorio ricoperta di esche alla stricnina, è risultato vano. Nulla è stato trovato. Le associazioni animaliste. Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) e gruppo Bairo scendono in campo una a fianco dell’altro per denunciare «gli assassini dei cani della provincia di Cremona e il tentativo goffo, quanto gravemente dannoso e illegale, di utilizzare le esche velenose per ammazzare le volpi». Presenteranno nelle prossime ore un esposto alla Procura della Repubblica di Cremona e al Corpo Forestale dello Stato a Milano oltre che alla Polizia Provinciale di Cremona. «Ci aspettiamo — ha argomentato ieri il presidente nazionale dell’Aidaa Lorenzo Croce — un’azione energica da parte delle autorità competenti e auspichiamo porti all’individuazione del colpevole o dei colpevoli. Siamo di fronte a una strage orrenda e ci costituiremo parte civile per chiedere i danni. I quattrini verranno destinati al fondo per la tutela dei cani abbandonati». I sospetti. La prima telefonata in redazione alle dieci. La seconda a mezzogiorno. L’ultima alle quattro del pomeriggio. Dall’altra parte della cornetta, cacciatori. Hanno lo stesso pensiero. «Bocconi per le volpi? No, in quella zona sono poche. I cani sono stati uccisi perchè è in corso una faida tra di noi». Vendetta dopo uno sgarbo? Chi indaga sta compiendo verifiche anche in questo senso.
 
riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett369.html
 

 

LA CRONACA
2 DICEMBRE 2005
 
Nasce il primo sportello per la tutela diritti animali
 
Soncino (CR): Con il patrocinio del Comune di Soncino, il Gruppo Bairo Onlus aprirà il primo sportello tutela diritti animali della provincia di Cremona. L'iniziativa è di rilevante importanza in quanto intende favorire una corretta convivenza tra umani e animali. Il servizio ha principlìalmente il compito di; informare i cittadini dei servizi presenti sul territorio comunale (veterinari, associazioni, guardie zoofile) e relative competenze ( vaccinazioni, sterilizzazioni, anagrafe, smarrimenti/ritrovamenti, tutela colonie feline): raccogliere istanze, suggerimenti, segnalazioni di maltrattamenti e varie,  presentati dai cittadini e dalle associazioni relativamente agli animali di proprietà, randagi, vaganti che vivono sul territorio; elaborare programmi, campagne di informazione e strategie per la sensibilizzazione dei cittadini, informare sulle normative vigenti in materia di animali; organizzare iniziative educative presso scuole divulgare materiale informativo, didattico, normativo riguardante gli animali domestici e selvatici presenti sul territorio; promuovere progetti e programmi d'intervento, da sviluppare anche con altri enti o associazioni, finalizzati alla tutela degli animali d'affezione e non, presenti nel territorio urbano. 
Lo sportello diritti animali operativo da gennaio 2006, sarà ubicato a Soncino (CR) in via Gramsci 6, presso lo studio del dottor. Marco Bosetti, medico veterinario e sarà aperto al pubblico il giovedì dalle 16,00  alle 19,00. Responsabile dell’ufficio: Enrica Boiocchi Vice presidente GRUPPO BAIRO Onlus 
(Tel. 329-8122367 - fax 02-8357673 - email  [email protected])
 

 

LA PROVINCIA DI CREMONA
9 DICEMBRE 2005
 
Soncino, animali presto uno sportello su diritti e iniziative
 
Soncino (CR) — Con il patrocinio dell’amministrazione comunale, il gruppo Bairo (Onlus) aprirà uno sportello per la tutela dei diritti degli animali. Si tratta della prima iniziativa di questo genera sull’intero territorio provinciale e riveste particolare importanza nella promozione di quella corretta e tanto auspicata convivenza tra umani e animali. Fornirà informazioni a 360° circa i servizi presenti sul territorio comunale e relative competenze, ma sarà anche preposto a raccogliere istanze, suggerimenti e segnalazioni di maltrattamenti.
 


 

LA PROVINCIA DI CREMONA
10 DICEMBRE 2005
 
Bocconi avvelenati ai cani Importante segnalare i casi
 
Signor direttore, con riferimento ai numerosi articoli apparsi sul quotidiano relativi all’avvelenamento di un grande numero di cani le associazioni animaliste cremonesi chiedono ai cittadini che hanno avuto il cane avvelenato, anche se non in modo mortale, di farsi avanti e di segnalare il fatto gravissimo alla Polizia Provinciale indicando con precisione il luogo in cui è avvenuto l'avvelenamento medesimo. E' importante che i fatti vengano segnalati per consentire alla Polizia Provinciale di poter effettuare seri controlli nelle zone coinvolte e per restringere il numero degli eventuali autori dell'azione. Spargere bocconi avvelenati è un atto indegno e perseguibile penalmente per cui chi sa e non agisce si rende responsabile della morte di altri animali, sia di privati che appartenenti alla fauna selvatica. Chiediamo a tutti coloro che sono stati colpiti, o che hanno anche solo visto i bocconi avvelenati, di muoversi e di agire per il bene di tutti gli animali che in questo modo possono essere salvati (cani, gatti, volpi, uccelli ecc.).
Francarita Catelani (presidente dell'associazione di volontariato Una Cremona onlus)
Enrica Boiocchi (vice presidente dell'associazione Gruppo Bairo onlus)
Roberta Ferraro (presidente della sezione Enpa di cremona)
 

riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett369.html
 


 

CREMONA ONLINE
9 DICEMBRE 2005
 
 
LA CINA E GLI ANIMALI
 

ll Gruppo Bairo lotta in prima linea nel farci conoscere, attraverso articoli e immagini, realtà di atroce sofferenza per gli animali. Quello che segue è un estratto, diffuso da Bairo, di un articolo tratto da "Universi", organo della Fondazione Melchiori Fasan
di Padova, presieduta dal Prof. Michele Pietro Ghezzo:
"C'è un angolo d'inferno, in questo mondo, del quale si sa poco o nulla. Siamo nel sud della Cina, al mercato di Baiyun a Guangdong. Qui il visitatore straniero, per poco sensibile che sia al mondo animale, non può non venire colto da un invincibile senso di angoscia............... in questo scenario, a suo modo suggestivo, aleggia qualcosa di inquietante. Non è la sporcizia a colpire di più, nè la confusione: ci si accorge piuttosto che si sta camminando in mezzo a frattaglie, sterco, pozze di sangue, urina e, man mano che ci s'inoltra, si odono levarsi, in lontananza, strazianti guaiti. Al vago senso di oppressione che serra la gola subentra, a questo punto, la nausea. E presto si realizza cosa sta succedendo: in gabbie arrugginite e maleodoranti sono stipati numerosi cani, i cui musi, zampe, orecchie fanno capolino, malamente ritorti e aggrovigliati, tra le sbarre, nel lezzo e nel sudiciume degli escrementi. Sopraggiunti i clienti, le povere bestiole vengono portate fuori una ad una: ciò che segue è di una crudeltà che, a stento, si riesce a descrivere. Un lavorante, servendosi di una lunga tenaglia, estrae con violenza, dalla gabbia, la vittima predestinata, la quale - con il terrore nello sguardo - accenna a ribellarsi in uno straziante quanto inutile tentativo di difesa. Un altro lavorante dà inizio al supplizio, colpendo il cane ripetute volte in testa con una spranga di ferro, finchè i guaiti della disgraziata creatura si spengono nel sangue ed essa stramazza al suolo morta...."
Si avvicina un terzo lavorante e comincia, con pochi gesti rapidi e sicuri, a incidere la pelle dell'animale, per poi scorticarlo con le sue stesse mani............ Nessuno, di fronte a tanto orrore, potrebbe mai restare indifferente......... La carne di cane, nel sud della Cina, è una vera e propria prelibatezza a basso costo....Il cane viene tradizionalmente considerato dai cinesi un animale inutile ed anzi dannoso: è costoso tenerlo in casa (essendo questo uno stupido vezzo occidentale); per giunta, sarebbe pericoloso per la società ( ecco allora le campagne di sterminio di cani randagi, direttamente finanziate dallo Stato).
(da "Universi", organo della Fondazione Melchiori Fasan di Padova, presieduta dal Prof. Michele Pietro Ghezzo.)
 

 

 

PROVINCIA DI CREMONA
14 DICEMBRE 2005
 
Scandolara R. Oglio. L’animale scoperto dalla polizia provinciale. L’autopsia conferma l’uso di polpette al diserbante
Segugio trovato morto avvelenato
E ieri altri due cani salvati: individuati 10 bocconi killer
 
di Federico Caccialanza
 
SCANDOLARA RIPA D’OGLIO (CR) — Un altro cane, un segugio italiano, è stato trovato morto nei campi. Ucciso dai bocconi avvelenati. La carcassa, scorta nella campagna circostante Scandolara Ripa d’Oglio ieri l’altro dagli agenti della polizia provinciale, è stata immediatamente portata da un veterinario perchè venisse eseguita l’autopsia. L’obiettivo era capire cosa avesse ammazzato l’animale. E il responso del professionista, ad esame eseguito, è stato preciso. Non ha avuto esitazioni, il medico. A stroncare il cane è stata una polpetta preparata con carne di manzo e intrisa di diserbante. Probabile che il segugio fosse a caccia in quella fetta di Cremonese quando ha mangiato il cibo killer per poi accasciarsi, morente tra dolori lancinanti, lontano dal padrone che non lo ha più ritrovato. E così, il numero delle vittime aumenta: da quando sono emersi i primi casi, in seguito a una denuncia presentata ai carabinieri di Robecco d’Oglio ormai quasi un mese fa, sono più di trenta le bestiole accoppate nella porzione di Cremonese compresa tra Corte de’ Frati, Scandolara, Persico Dosimo e Robecco. E poche di meno sono quelle salvate in extremis, le ultime tre solo due giorni fa, nella campagna compresa tra Gadesco e Malagnino, poco distante dalla discarica, in località Cà de’ Quinzani. Intanto, segnalato alla procura della Repubblica di Cremona il nuovo ritrovamento, gli agenti della polizia provinciale seguitano ad indagare a ritmo serrato. E nelle ultime ore, l’inchiesta è approdata a risultati importanti. Proprio tra Scandolara Ripa d’Oglio e Corte de’ Frati, non troppe distante da dove avevano appena individuato la carcassa del segugio italiano, gli uomini del comandante Mauro Barborini hanno infatti scoperto una decina delle polpette di cui quell’area è ricoperta. Si tratta di bocconi di manzo e di pollo, ‘arricchiti’ proditoriamente di stricnina e diserbante: la conferma, ufficiale, a quanto già si supponeva. Anche di questo ritrovamento è stata informata l’autorità giudiziaria, già allertata nelle ultime settimane dall’esposto firmato dal legale e dai vertici di due associazioni ambientaliste, l’Aidaa e Bairo, subito in prima linea una volta appreso della strage senza fine in provincia di Cremona. Infine, le ipotesi investigative. Restano le due di sempre: chi sta sterminando i cani lo fa involontariamente con l’obiettivo di sfoltire le volpi oppure, al contrario, intenzionalmente. In nome di una vendetta tra cacciatori.
 
riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett369.html
 

 

 

IL GIORNO
15 DICEMBRE 2005
 
La storia: La vice presidente dell'associazione Bairo
Quella "strana bambina" che parlava ai vitellini
 
Ivan Albarelli
 
Soncino (Cr): - Da piccola parlavo agli animali, passavo ore nelle stalle assieme ai vitellini e alla fine mi divertivo di più che a giocare con i miei coetanei.- Quando si dice il destino: Enrica Boiocchi, vice presidente dell'associazione animalista Bairo (c'è un sito web: bairo.info), in difesa "di coloro che sono senza voce" ce l'ha nel sangue fin da quando era piccola. Per loro - ho fatto a botte con i cuginetti che volevano dar fuoco a un formicaio.- Ricorda come fosse ieri il giorno in cui, sempre da bambina, - osservai atterrita la scena di un vitello destinato al mattatoio e caricato sul camion a suon di bastonate fino a essere tramortito.- Consolava il maiale il giorno prima della sua uccisione. E non le dava fastidio essere presa sottilmente in giro da adulti e ragazzi per queste sue "stranezze". In una terra dove ieri come oggi agricoltura e allevamento sono la spina dorsale dell'economia locale - dove non è raro, mentre guidi, imbattersi in camion carichi di suini diretti al macello che ti guardano con i loro occhi curiosi.- lei alla fine era liquidata come "la bambina che aveva delle fantasie". Fantasie che però, da grande, sono diventate una delle sue ragioni di vita. Quasi silenziosamente, senza azioni eclatanti ma con la tranquillità e la forza di chi alla fine sa "che bisogna farlo", Enrica Boiocchi ha continuato sulla sua strada portando a casa piccoli e grandi successi che a poco a poco hanno fatto breccia nella solida cultura contadina che considera gli animali, ingredienti per cotechini, zamponi e bistecche. Ex insegnante, ha avviato due anni fa nelle scuole primarie (terze quarte e quinte elementari di un tempo) del secondo Circolo didattico di Crema un progetto pilota di sensibilizzazione con i bambini:- E li mi sono accorta di quanto sia facile far passare un messaggio d'amore e di rispetto nei confronti degli animali, domestici e non solo. In dieci ore, nel corso dell'anno ho anche affrontato in modo soft un tema forte come la vivisezione.- Le sue lezioni sono state accolte con entusiasmo da maestre e genitori. Quest'anno da gennaio si ricomincia. A Crema e per la prima volta anche alle primarie di Soncino. Merito in questo secondo caso dell'alleanza stretta col sindaco leghista Francesco Pedretti, legato alle tradizioni - ma con una figlia che è vegetariana da quando aveva 13 anni.- Enrica ha "tallonato" da vicino Pedretti, durante la campagna elettorale la scorsa primavera, per strappargli la promessa di realizzare il primo Ufficio per la tutela dei diritti degli animali della provincia di Cremona. Impegno che il Sindaco, appena eletto, ha mantenuto: già a gennaio, per un pomeriggio alla settimana, il giovedì dalle 16 alle 19, l'Ufficio entrerà in azione. E nei ritagli di tempo Enrica scrive deliziosi racconti - per quanto duri e a volte tragici - su cani e gatti coccolati o seviziati dagli umani. Una raccolta è già stata pubblicata. Un'altra è in cantiere: - E stavolta parlerà anche di mucche e di cavalli. Mi resta solo da trovare un editore che me la pubblichi.-
 
 

 

LA GAZZETTA DI SONDRIO
 
Usano – illegalmente - le esche velenose per ammazzare le nutrie o le volpi ammazzando così 26 cani!
Riceviamo. Argomento proposto da LORENZO CROCE

 
IL FATTO (fonte ANSA)
Ventisei cani sono morti negli ultimi 2 giorni nella campagna della provincia di Cremona uccisi da bocconi di cibo avvelenati. Si pensa che le trappole siano per le nutrie o per le volpi, ma a inghiottire le esche sono soprattutto i cani. Segnalazioni e denunce si susseguono. Carabinieri e agenti della polizia provinciale intensificano le indagini dopo aver informato anche la procura della Repubblica, dal momento che sistemare bocconi killer nelle campagne e' un reato. Le polpette sono state disseminate non solo nella campagna tra Corte de' Frati, Persico Dosimo, Persichello e Barbiselle, come sembrava in un primo tempo, ma anche nel territorio compreso fra Robecco d'Oglio, Monasterolo, Castelnuovo Gherardi e Scandolara Ripa d'Oglio. I cacciatori limitano al massimo le battute in quella zona. Le esche avvelenate sono polpettoni di carne di pollo e di manzo, gettati a ridosso dei fossi, lungo le stradine e in mezzo alle colture. Contengono stricnina, diserbante e liquido anti-gelo. Sostanze che non lasciano scampo: uccidono tra atroci sofferenze
LA DENUNCIA
L’associazione Italiana difesa Animali ed Ambiente – AIDAA e  l’associazione animalista Bairo hanno presentato un esposto alla procura della  repubblica di Cremona ed al corpo forestale dello stato ed alla polizia Provinciale di Cremona per denunciare lo sterminio di cani in provincia di Cremona ma anche per denunciare il tentativo goffo quanto gravemente dannoso ed illegale di utilizzare le esche velenose per ammazzare le nutrie o le volpi che  popolano la zona in cui sono stati avvelenati i ventisei cani.
“Ci aspettiamo una azione energica da parte delle autorità competenti.-ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale AIDAA- che porti all’individuazione del colpevole o dei colpevoli, AIDAA e Bairo si sono messe assieme in  questa azione di denuncia e insieme qualora fosse individuato il colpevole di questa orrenda strage si costituiranno parte civile per chiedere i danni in quanto è buona cosa che questi delinquenti non siano colpiti solo nella  loro persona ma anche pesantemente nel loro portafoglio i quattrini li destineremo, almeno per quanto riguarda AIDAA, al fondo per la tutela dei cani abbandonati”
GdS 10 XII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

 
riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett369.html
 

 

IL GIORNO
22 DICEMBRE 2005
 
Facili dono facili abbandoni
Niente cuccioli sotto l'albero, aspettate febbraio
 
In questi giorni si rinnovano gli appelli delle associazioni animaliste (Enpa e Lav in prima fila) contro l'imprudente "mode" di regalare cuccioli di cane o gatto ai propri figli. Animali che se scelti solo per soddisfare un capriccio, una volta cresciuti, diventeranno un peso del quale sbarazzarsi alla prima vacanza. Sono i dati e le cronache a confermarlo: molti dei cani abbandonati in estate sono i cuccioli fatti trovare sotto l'albero di Natale. - Un cane non dovrebbe essere mai oggetto di regalo - raccomanda Enrica Boiocchi dell'associazione Bairo. - Per nessuna ricorrenza. Un cane è innanzitutto una responsabilità, un essere vivente che diventerà parte integrante della famiglia. Un cane è come un figlio sempre piccolo e come tale, deve essere accettato da tutti con tutto ciò che ne comporta. A Natale non regalate animali. Piuttosto andate nei canili e portate un po' di affetto nelle gabbie gelide. Una carezza, un giochino, una passeggiata e poi tornate  a trovare il vostro nuovo amico anche gli altri giorni della settimana. Se sarà vero amore ve lo porterete a casa anche a febbraio, ma sicuramente sarà per sempre! -
 
 
riferimento all'indirizzo: https://bairo.info/lett374.html
 
 

 

AVANTI

 

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