BRESCIA OGGI
sabato 24 gennaio 2004

ORZINUOVI. Lav e Gruppo Bairo si mobilitano
Mostra del cucciolo Una levata di scudi
Scambio di lettere con il sindaco, che assicura controlli

Orzinuovi (BS)

Da una parte le associazioni animaliste, con la Lega antivivisezione (Lav) in testa affiancata, in questo caso, dal «Gruppo Bairo», che non usano mezzi termini per definire queste esposizioni un «fenomeno da baraccone, una vergogna nazionale che spesso cela un commercio illegale di animali»; dall’altra il sindaco di Orzinuovi, Ambrogio Paiardi, che assicura la presenza di controlli e sottolinea l’impossibilità di vietare l’ennesima mostra di cuccioli (in questo caso di cane) in programma oggi e domani nella sua cittadina. Indubbiamente, la mostra canina «Eurocucciolo», sistemata in un tendone all’esterno del Palasport orceano, non è passata inosservata. Ma vediamo quali sono le ragioni degli animalisti, che naturalmente non ce l’hanno in particolare con Orzinuovi, ma che tanto per chiarire la situazione ricordano che grandi città come Firenze, Genova e Torino hanno già bandito queste fiere.
La Lav si chiede «quanti animali diventano adulti dopo un anno di sballottamenti, sempre in gabbia e manipolati quasi ogni giorno da decine e decine di persone? Quanti ne muoiono? Nessun servizio veterinario può dirlo, perchè si tratta di un fenomeno senza regole, indegno di un Paese civile. Le mostre in quanto tali - sostiene Mauro Bottigelli della Lav - non possono contare su un ritorno economico; quindi gli animali o sono venduti in forma occulta, o subiscono, una volta cresciuti, una sorte misteriosa».
E se la Lega antivivisezione si è offerta per definire una proposta di legge che vieti per sempre queste pratiche, il Gruppo Bairo ha scritto direttamente al sindaco Paiardi, ricordando «che in queste mostre i cuccioli subiscono sofferenze inimmaginabili», che spesso gli animali «arrivano dall’Est europeo e che vengono imbottiti di farmaci per resistere allo stress», che «mostrare gli animali come semplici oggetti è fortemente diseducativo, soprattutto nei confronti dei bambini», e che «i canili sono pieni di esemplari abbandonati: il compito primario delle amministrazioni è quello di incentivare le adozioni, non le mostre».
La lettera firmata dalla vicepresidente Enrica Boiocchi, naturalmente, si conclude con un invito all’amministrazione comunale affinché impedisca in futuro simili iniziative, e con la richiesta della presenza, oggi e domani, di un presidio veterinario.
E il sindaco? Paiardi replica assicurando che i servizi comunali seguiranno la manifestazione, pronti a sospenderla in caso di eventuali maltrattamenti, e spiega che, dicevamo, dopo alcuni rinvii il suo Comune ha dovuto concedere l’autorizzazione alla rassegna per non «percorrere la strada di un ricorso amministrativo», ma «mettendo in atto tutti gli adempimenti di controllo ritenuti opportuni, dando disposizioni alla polizia municipale e prendendo contatti con l’Asl».
Nella lettera di risposta il primo cittadino si dice poi disponibile a ogni ulteriore confronto, e a proposito di adozioni lancia un invito al Gruppo Bairo: «Basta che vi informiate su quanti affidi ha messo in atto il nostro canile zonale, gestito da un’associazione col sostegno vero di questa amministrazione».

la storia all'indirizzo: https://bairo.info/lett24.html

 

 

Casertasette
28 gennaio 2004

 

ANIMALISTI DEL GRUPPO BAIRO BACCHETTANO COMUNE S.MARIA C.V.

In una nota a firma della vice presidente del gruppo Bairo (bairo.info) Enrica Boiocchi - alla quale seguono decine di firme da tutta Italia - inviata alle maggiori redazioni italiane e alle varie email del comune di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) si prende spunto da un articolo pubblicato da Casertasette clicca qui per "bacchettare" l'amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere sulla questione randagismo. La redazione di Casertasette è lieta di avere accesso l'interessante dibattito che ha portato al di fuori del piccolo centro casertano il problema che si è accentuato con l'introduzione della raccolta differenziata
 

la storia all'indirizzo:  https://bairo.info/lett27.html

 

 

LA CRONACA EDIZIONE DI CREMA
7 FEBBRAIO 2004
 

L’associazione Bairo accusa: “E’ una cosa vergognosa”. Gli organizzatori rispondono

Cuccioli in mostra fra polemiche

Bairo: “No alla mostra della vergogna”

Crema (CR): “No alla mostra della vergogna”. E’ questo l’appello lanciato dall’associazione animalista Bairo Onlus, attraverso una lettera inviata al sindaco Claudio Ceravolo nella quale si denuncia l’orrore dell’esibizione di cuccioli ospitata oggi e domani nel podere di Ombrianello. Una mostra gestita da privati, spiega il sindaco sulla quale il Comune non ha alcuna giurisdizione. Ma promette: - Provvederemo a un controllo severo da parte della polizia.- Dura la risposta degli organizzatori: “Nessun maltrattamento, gli animalisti vengano a controllare prima di lanciare accuse.”

Ha inizio oggi l’esibizione di cuccioli a Ombrianello, ma piovono proteste dagli animalisti Bairo: «No alla mostra della vergogna» Il Comune non può intervenire. Gli organizzatori: «Accuse generiche e infondate»

Di JONATHAN RUSSO Ha suscitato sdegno e orrore la mostra di cuccioli di cane che prende il via quest’oggi al podere di Ombrianello, per concludersi domani. In una lettera firmata da oltre trecento persone, tra cui numerosi cremaschi e cremonesi, l’associazione animalista Bairo Onlus chiede al Sindaco Claudio Ceravolo che Crema non sia mai più sede di manifestazioni di questo tipo, «umilianti e incivili». Trattare degli esseri viventi alla stregua di oggetti da mettere in mostra, spiega la vice presidente di Bairo Enrica Boiocchi, è un comportamento vergognoso, tanto più che spesso in queste occasioni gli a n i m a l i v e n g o n o sottoposti a dubbi trattamenti farmacologici per permettere loro di sopportare lo stress delle lunghe ore di viaggio ed esposizione. Possibile, chiedono gli animalisti, che Crema dia il suo benestare a un simile scempio? La risposta del Sindaco è immediata: la mostra non gode di alcun patrocinio né sponsorizzazione comunale, è gestita da privati e si svolge su suolo privato. Non può esserci, insomma, alcuna ingerenza dell’Ente Pubblico. Ma una cosa è certa: «Provvederemo a un severo controllo da parte della polizia municipale». Se proprio non si può impedire l’esposizione degli animali, quanto meno ci si assicurerà che venga fatta nel pieno rispetto delle norme a tutela dell’igiene e della sanità. E su questo punto anche gli organizzatori della mostra, il gruppo Euro Cucciolo, hanno dire la loro: «Gli animali che esponiamo provengono da allevamenti, e non sono oggetto di alcun maltrattamento. Forse i signori animalisti non sanno che nel corso della mostra i cuccioli vengono esaminati da e s p e r t i dell’Asl: se ci fossero violazioni delle norme sanitarie, o peggio ancora se gli animali risultassero drogati, ovviamente scatterebbe una denuncia». La reazione si fa via via più dura: «Quelle della Bairo sono accuse gravissime, soprattutto perchè fatte in generale e senza tener conto del caso specifico. Come possono accusarci di maltrattamenti prima ancora che la mostra abbia avuto inizio? Vengano domani (oggi, ndr) a vedere e poi, casomai, diano il loro giudizio». Nello scambio di accuse interviene a distanza anche Tiziana Stella, assessore all’ecologia e all’ambiente, sottolineando a sua volta l’estraneità del Comune alla mostra dei cuccioli. «E’ comprensibile» aggiunge tuttavia «la reazione di disgusto dei soci della Bairo: posso assicurare che finchè ci sarò io, il Comune non patrocinerà mai eventi di questo tipo. Chiederò anzi che la situazione venga discussa nella prossima riunione di giunta ». Non manca però la cautela diplomatica: «Se è vero che le mostre di animali sono eventi deprecabili in sé, è anche vero che vanno esaminate caso per caso». Non generalizzare, insomma. Un calo di spirito animalista? Nient’affatto. Lo rivela l’appello che fa indirettamente ai cittadini: «Il Comune non può intervenire, ma un freno a queste mostre lo possono dare i singoli individui, rifiutando di partecipare e non contribuendo così alla loro diffusione».
 

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LA CRONACA EDIZIONE DI CREMA
8 FEBBRAIO 2004

 
Mostra canina, continua la polemica
Rispettate le condizioni sanitarie. La Lav: il Comune doveva vietare.
 

Crema: Si conclude oggi la mostra di cuccioli oggetto di numerose polemiche da parte del fronte animalista e in particolare dall'associazione Bairo. All'inaugurazione di ieri l'esibizione ha riscontrato un grande successo, con buona pace di chi si appellava alla coscienza dei cittadini per non dare adito ad un evento che trasforma esseri viventi in oggetti da ammirare. Sono stati naturalmente effettuati tutti i controlli sanitari da parte dell'Asl: i cani sono risultati in buona salute e oggetti di cure adeguate. - Visto?- chiedono con soddisfazione gli organizzatori, già ieri indignati per le accuse generiche di maltrattamenti a loro rivolte..- Altro che droghe. I cani stanno bene, l'Asl e anche i vigili lo confermano. Le gabbie vengono pulite le ciotole sono sempre piene: stanno come in albergo.- Sembra difficile in effetti pensare che gli animali della mostra, pur essendo ingabbiati, siano maltrattati: le normali condizioni igieniche sono ampiamente rispettate. Certo è impossibile stabilire "a occhio" se i cuccioli siano stati sottoposti a trattamenti farmacologici, ma a questo proposito il veterinario provinciale dell'Asl Gian Carlo Belluzzi tiene a precisare una cosa: - Che gli animali vengono in qualche modo dopati durante le mostre è una leggenda metropolitana. I farmaci vengono purtroppo somministrati di frequente nelle gare, quando è richiesta una prestazione fisica eccezionale. Ma in una mostra dove la bestiola deve starsene tranquilla nella gabbia, a cosa servirebbe l'uso di droghe?.- Basta tutto questo a spegnere il focolaio della polemica? Non proprio. A rinvigorirlo ci pensa prima di tutto la Lav, Lega Anti Vivisezione, Con una lettera al calor bianco. In secondo luogo interviene nuovamente Enrica Boiocchi, vicepresidente di Bairo, che raccoglierà l'invito degli organizzatori della mostra e andrà a verificare di suo occhio le condizioni degli animali. - Cosa che faccio sempre.- tiene a precisare. E sottolinea:- La questione delle sostanze chimiche si pone soprattutto per gli animali in arrivo dall'est. Ma anche senza pensare alle droghe, basta guardare i cani, addormentati durante le mostre per capire che sono sotto forte stress. Un cucciolo sano, in presenza di gente, non dorme: gioca si diverte. Se dorme qualcosa non va, è esausto.- Colpa delle lunghe ore di viaggio e della continua attenzione dei visitatori. - Resta poi aperta la questione principale: a prescindere dalle condizioni igieniche, non è forse deprecabile in sì l'atto di esposizione di un essere vivente?-

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LA PROVINCIA DI CREMONA
8 FEBBRAIO 2004

Crema

«Boicottate la mostra di cuccioli: é crudele»
Animali e affari. Appello della Lav. Gli organizzatori: «Non vengono nemmeno a vedere»

«I cittadini si tengano alla larga da queste mostre se non vogliono rendersi complici, pagando l’ingresso, della prigionia perpetua degli animali esposti». E’ l’appello lanciato dalla Lav (Lega anti vivisezione) ai cremaschi perché boicottino la mostra di cuccioli di cane aperta fino a questa sera nel podere Ombrianello e allestita sotto una tensostruttura. La denuncia della Lav arriva dopo quella dell’associazione Bairo Onlus. In entrambi i casi viene chiesto al sindaco Claudio Ceravolo di intervenire perché anche in futuro «simili iniziative vengano vietate sul suolo del Comune di Crema». Scrive la Lav: «Le mostre dei cuccioli sono manifestazioni crudeli: a centinaia sono costretti a stabulare in piccoli recinti all’interno di tendoni da circo o in palazzetti dello sport e ad essere sballottati su un camion da una città all’altra fino all’esaurimento delle forze, al solo scopo di appagare gli interessi commerciali degli organizzatori». Dal canto loro proprio gli organizzatori sembrano abituati a ricevere simili denunce: «Non vengono nemmeno a vedere come sono tenuti i cuccioli — ci dice Armando Rossi, uno degli organizzatori — e ancora prima che la mostra apra fanno pubblica denuncia. Succede così ogni volta. Invito voi giornalisti ad andare a verificare di persona».

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L'Adige
25/02/04

Gli animalisti lottano in tribunale per Gorby
Denuncia al padrone-soppressore
Targhe per ricordare il «biocidio»

Uomini e cani
 

Mobilitazione del Pan Eppaa e del Gruppo Bairo su scala nazionale:
sono già 350 le firme di sdegno

Il Pan Eppaa presenterà una denuncia presso la procura della repubblica di Trento per il caso del cane ucciso dal padrone a colpi di fucile e di ascia. Ad annunciarlo è il vice presidente dell'ente provinciale protezione animali e ambiente, Claudio D'Ingiullo. Nella denuncia si farà riferimento anche l'intenzione di costituire l'associazione parte civile nell'eventuale processo penale che seguirà. L'episodio raccontato nei giorni scorsi da questo giornale, intanto, sta diventando ormai un caso nazionale. Quasi 350 persone, infatti, hanno già condannato l'efferrata uccisione dell'animale sottoscrivendo da ogni regione italiana una lettera a firma del GRUPPO BAIRO che duramente censura l'accaduto.
Ulteriori elementi sul caso di Gorby, il breton ucciso dal proprio padrone "senza alcun motivo" (dicono i testimoni dell'esecuzione) "per non farlo soffrire inutilmente in quanto ammalato di tumore" (si difende il proprietario), sono stati raccolti dal Pan Eppaa.
"Gorby è stato ospite del canile di Trento per ben tre volte in luglio, in ottobre del 2003 - riferisce D'Ingiullo - e gli operatori lo ricordano sempre come un cane di ottimo carattere, pieno di vita e di salute, anche l'ultima volta che hanno avuto occasione di vederlo in occasione della sua ultima fuga, il 5 dicembre scorso".
Per ricordare l'uccisione di questo cane, il Pan Eppaa ha in mente un'iniziativa che non mancherà di far discutere: "Esporremo, presso le nostre strutture una targa ricordo che, vantando le sue innate doti canine, condanni duramente il biocida, moralmente, con vicini, gli articoli giornalistici di cronaca molto eloquenti e precisi e che non lasciano dubbio alcuno, ancor prima e nell'attesa che la giustizia faccia il suo corso".
Il Pan Eppaa spinge perchè si giunga ad un provvedimento che gli vieti per il futuro di detenere animali e ad un ritiro del porto d'armi.
"Giornalmente ci capita di dover consolare proprietari di animali che hanno perso il loro fedele amico a quattro zampe, per vecchiaia, per malattia o per la sofferta decisione di un'eutanasia, svolta ad opera di un veterinario ed in assoluta assenza di dolore per il povero essere, non vogliamo più che in una società che si autodefinisce civile avvengano fatti di tal genere - prosegue D'Ingiullo - Provvederemo affinchè questo biocidio venga a conoscenza del maggior numero di persone, informeremo i giornali nazionali, quotidiani e periodici, gli amanti degli animali tramite la rete web e solleciteremo la maggior parte delle associazioni protezionistiche riconosciute a costituirsi, con noi, parte civile in un eventuale processo. Sappiamo che quest'individuo rischia al massimo una condanna a 5.000 euro, la nostra condanna morale avrà un valore enormemente più alto e pesante". 

la storia all'indirizzo:  https://bairo.info/lett40.html

 

 

L'UNIONE SARDA

24 FEBBRAIO 2004 - ORISTANO E PROVINCIA

 

Lettera al giornale       

 

LA LENTA AGONIA DI BAFFO 

 

Vi rendete conto delle conseguenze di ciò che scrivete! Il vostro articolo del 4 febbraio ha impresso nella mente dei lettori extraisolani, l’idea che noi sardi di Oristano, abbiamo l’abitudine di maltrattare gli animali o, in alternativa, di non aiutare quelli che soffrono! Certo che in questo modo diffondiamo proprio una bella immagine di noi! Grazie e complimenti! Soprattutto, grazie da parte di chi, come mia sorella Maria, dedicata molte ore del suo tempo libero, ad aiutare gli animali in difficoltà, raccogliendo elemosine nei supermercati e poi facendo il giro delle zone dove si sa che ci sono i randagi per portare loro il cibo raccolto! Oppure organizzando presso i centri commerciali l’affidamento dei cuccioli! Ma sul giornale fa più “ascolto” parlare di maltrattamenti!
Barbara Soddu - [email protected]

La protesta della lettrice si riferisce al caso di “Baffo”, un cagnolino girovago a cui un delinquente ha stretto un laccio di fil di ferro tagliente al collo. Il povero animale cerca, senza riuscirci, di liberarsene. Purtroppo, non concede a nessuno di avvicinarsi ed aiutarlo. La sua tormentata vicenda è venuta alla ribalta quando il corrispondente de L’Unione Antonio Pintori ha raccolto la denuncia di un giovane mogorese, Gigi Orrù. L’articolo non è sfuggito agli animalisti di
Bairo Onlus, un’associazione che si batte contro i maltrattamenti ai cani. «Ci sarà pure, nell’immensa lista Bairo qualcuno che abita più o meno in zona e vada a togliere quell’odioso ferro da quel povero cagnolino e, meglio ancora, porti via il cagnolino», si legge in un messaggio diffuso attraverso la posta elettronica. Seguono considerazioni poco affettuose sulla «indifferenza» di chi vede “Baffo” soffrire eppure non lo libera dall’infame collare. Di computer in computer, la protesta è arrivata sullo schermo della lettrice, che accusa L’Unione di aver danneggiato l’immagine dei sardi.
Che dire? I giornali hanno il compito di raccontare la realtà com’è e non come la vorremmo. Le garantisco, gentile lettrice, che non è facile. La vicenda di “Baffo” è l’ennesima testimonianza di una insensibilità diffusa verso gli animali. Ma rivela anche l’esatto opposto: l’indignazione dei tanti che vedono un cagnolino torturato e che cercano di aiutarlo. Per la cronaca: ci stanno provando anche i vigili urbani, tuttora senza successo. “Baffo” sembra imprendibile. Diffida degli umani. E, francamente, non saprei dargli torto.
Daniela Pinna

 

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LIBERO
04/03/04

 

Tutti mobilitati per il cane Baffo col cappio al collo.

 

di Oscar Grazioli

 

La richiesta di salvataggio del cane Baffo da parte della scuola elementare di Sabbioni (Crema) ha mobilitato mezza Italia. Al quotidiano L’Unione Sarda sono piuttosto perplessi per il numero di telefonate giunte in redazione. La Sardegna ha enormi problemi e non pensavano che arrivassero tante telefonate. – Se avessero sequestrato qualche Vip,- mi ha confessato un giornalista – Non credo avremmo avuto un tale subbuglio.- Anche in redazione a Libero sono arrivate numerose richieste volte a perorare un intervento definitivo da parte delle autorità locali. La vicenda di questo bastardino che, da giorni, girava per le strade del comune di Mogoro con un fil di ferro piantato nel collo ha colpito profondamente i bambini della scuola di Sabbioni e quando ci si mettono di mezzo i bambini non c’è papà o mamma che possano ignorarne le richieste. Figuriamoci se poi i genitori, insegnanti, bidelli, parlamentari e personalità dello spettacolo si coalizzano con i bambini. A questo punto il sindaco di Oristano, sollecitato anche dal prefetto, ha riunito assessori e tecnici e ha deciso che ieri era il Day. Baffo doveva essere sottratto al suo mesto destino di cane randagio vagante con uno strumento di tortura al collo. Nel pomeriggio, alle 16 tutto era pronto per la cattura. Mancava solo il cane. Baffo non solo non si è fatto avvicinare, ma ha pensato bene che se un uomo era capace di passargli un fil di ferro stretto attorno al collo, probabilmente molti uomini erano in grado di fargli danni ben peggiori. Ha preferito salire in montagna o zampettare verso gli stagni e mettere qualche chilometro di distanza da quelle persone di cui il fedele amico dell’uomo dovrebbe fidarsi e invece non si fida più. Sarà un cane un semplice bastardino e probabilmente non ha fatto neanche l’asilo, ma coglione non è di sicuro, come non lo chi è stato scottato ben bene una volta nella vita. Certo è facile ragionare con il senno di poi, ma se ci si fosse pensato qualche giorno fa quando Baffo trotterellava ancora fiducioso tra il palazzo delle poste e quello del municipio…..Le ricerche riprenderanno lunedì, mentre tutto il paese è stato allertato per eventuali avvistamenti.
Nel frattempo in redazione a Libero è giunta la simpatica richiesta di adozione da parte dell’intera scuola elementare Sabbioni di Crema. Assieme all’associazione Bairo, da sempre in prima fila nelle problematiche che riguardano il benessere animale, la scuola è disposta a collocare Baffo presso un rifugio gestito dagli animalisti e a condividerne la cura, dispensando qualche quintale di coccole a parziale risarcimento di quanto subito.
Siamo certi che se le autorità sarde riusciranno a catturare baffo e consentiranno l’adozione, qualche compagnia aerea che fa scalo dal continente alle isole si offrirà di dare un passaggio al piccolo bastardino dalla Sardegna alla Lombardia. Quanto meno Libero promette che avanzerà loro la richiesta. Intanto è passata la notte sulle vigne del Capidanese stagni di Oristano e il mirto comincia a mescolare il suo profumo con quello dell’elicrisio. Due occhi terrorizzati sono lì in mezzo alla vegetazione e speriamo che almeno la fame abbia più potere della paura.
 

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LA VOCE DI CREMA
05/03/2004  -  Prima pagina

 

"Baffo, ti adottiamo noi"
I Bambini dei Sabbioni scrivono al sindaco di Mogoro (Oristano): "Lo aspettiamo"
Quarta elementare commossa del cane sardo.

 

Crema (CR): La sua storia sta commuovendo l'Italia. Un piccolo cane ribattezzato Baffo che fugge all'affetto degli uomini dopo che altri uomini lo hanno ridotto nel peggiore dei modi. Nelle campagne di Oristano si sta cercando in tutti i modi di catturare questo cane che vaga con un fil di ferro stretto intorno al capo. Ma lui non si fida più, anche se non riesce a liberarsi del collare. Gli allievi della scuola elementare dei Sabbioni, con l'aiuto dell'insegnante e da Enrica Boiocchi, vicepresidente del Gruppo Bairo Onlus, hanno deciso di fare tutto il possibile per aiutarlo, anche fino all'adazione. Così, hanno scritto una lettera al sindaco di Mogoro per convincerlo a "catturare" il povero animale. A quel punto il cane giungerà in Lombardia, dove sarà curato presso una pensione rifugio di animali. Una volta guarito, forse troverà casa proprio nella città di Crema.

Baffo è un cagnolino di poco più di 5 Kg che si aggira per le strade di Mogoro, in provincia di Oristano, con il collo circondato e stretto da un fil di ferro. Baffo non riesce a liberarsene. Pochi sono gli umani pronti a dargli una mano. Ma anche quei pochi che cercano di farlo non ottengono altro risultato che far fuggire il povero animale, che diffida ormai da chiunque osi avvicinarsi. Questa triste storia, finita agli onori delle cronache nazionali, ha commosso a tal punto i bambini della scuola elementare della frazione cremasca dei Sabbioni da spingerli a fare tutto il possibile per aiutare Baffo. Sostenuti dall'insegnante e da Enrica Boiocchi, vicepresidente del Gruppo Bairo Onlus, hanno deciso di adottare il cagnolino. E così gli alunni della quarta elementare hanno scritto una lettera al sindaco di Mogoro per convincerlo a catturare Baffo. A quel punto il povero fido, una volta liberato dal terribile filo di fero, giungerà in Lombardia, dove verrà curato presso una pensione-rifugio per animali. E dopo finalmente potrà trovare una casa, magari proprio qui a crema. E' Enrica Boiocchi a spiegarci come si è svolta tutta la vicenda. - La nostra associazione dal mese di gennaio 2004 sta portando avanti un progetto nelle scuole elementari sul rispetto verso ogni forma di vita. Tale progetto, patrocinato dal comune di Crema ed intitolato "per crescere insieme in difesa dei più deboli" era indirizzato inizialmente alle classi quinte elementari, ma le insegnanti della direzione didattica del secondo Circolo di Crema, da cui è iniziato, hanno richiesto con insistenza l'intervento delle lezioni anche nelle classi seconda, terza e quarta.-

Contemporaneamente a questa iniziativa è arrivata la notizia della disperata situazione di Baffo e i bambini dei Sabbioni hanno subito voluto dimostrare tutta la loro sensibilità. Adesso bisogna incrociare le dita e sperare che nella "lontana" Mogoro qualcuno voglia e riesca a far qualcosa per lo sfortunato cagnolino 

Emanuele Serina
 

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CORRIERE DELLA SERA 
11/03/04

Ferito e spaventato, da un mese il piccolo randagio si aggirava per Mogoro, in provincia di Oristano
Cagnolino sardo adottato via Internet dagli scolari di Crema
 

CREMA (Cremona) - Baffo, bastardino di pelo marrone, è finalmente libero dal filo di ferro che per giorni e giorni gli ha stretto il collo: dopo un mese di tentativi e grazie a un paio di polpette al sonnifero, martedì, il veterinario è riuscito ad avvicinarlo e curalo. E’ accaduto a Mogoro, in provincia di Oristano: ma a reclamare Baffo, decisi ad adottarlo, curarlo e trovargli una famiglia affettuosa, sono una ventina di bambini di quarta elementare della scuola Sabbioni, del secondo circolo di Crema. Ma gli alunni non sono gli unici: come spesso capita in questi casi, decine di persone, impietosite dalla storia di Baffo, gli hanno offerto ospitalità. Ma i bambini di Crema reclamano la precedenza perché, affermano, sono stati i primi a dirsi disponibili a curare Baffo: lo hanno fatto con una letterina - non la prima - al sindaco di Mogoro ed ora attendono il loro beniamino che, per il momento, ha ancora bisogno di cure. La storia è cominciata una decina di giorni fa, quando gli scolari - che con le maestre Anna Maria Avogadri ed Emanuela Groppelli, da gennaio, seguono il progetto «Per crescere insieme in difesa dei più deboli» - hanno cominciato a seguire via Internet la vicenda del cane randagio che, da un mese, si aggirava per Mogoro con il collo ferito dal filo metallico: era tanto spaventato che nessuno riusciva ad avvicinarlo. Così, con l’assistenza di Enrica Boiocchi , del gruppo Bairo (che si occupa appunto di protezione degli animali), i ragazzi si sono messi in contatto con gli amministratori di Mogoro: ora, aspettano Baffo.

 

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LA VOCE DI CREMA

11 MARZO 2004

 

Salvato da una morte certa in Sardegna, solo ora tutti fanno a gara per adottarlo

 “Baffo è salvo e lo vogliamo noi”

 Gli alunni dei Sabbioni sognano di incontrare il cagnolino

 

L’associazione Bairo assicura che in città troverebbe una vera casa

 

Crema: Vi ricordate di Baffo? Il piccolo cagnolino di due anni e di poco più di cinque chili che aveva il collo stretto da un filo di ferro?

Quello stesso cagnolino che i bambini della quarta elementare dei Sabbioni avevano deciso di adottare? Ebbene, c’è una buona notizia: Baffo è stato liberato finalmente da quel “cappio” di ferro a Mogoro, in provincia di Oristano. Ora i bambini dei Sabbioni lo attendono a braccia aperte. Ma sorge, inaspettato, un nuovo problema.

Il triste caso di Baffo, dopo la letterina dei bambini cremaschi al sindaco di Mogoro, è diventato un caso nazionale e, ora, una volta “catturato”, tutti gli abitanti del paese sardo e dintorni appaiono intenzionati ad adottarlo lasciando così a bocca asciutta gli alunni cremaschi  ai quali, in un certo senso, il cagnolino deve la vita. Per prendere l’animale, che spaventato e provato dal dolore fuggiva a più non posso, sono state utilizzate delle polpette con lieve sonnifero. Il veterinario che per primo l’ha visitato, ha spiegato: - il fil di ferro ha provocato una profonda cicatrice sul collo del cane. Sotto il mento il ferro gli ha oltrepassato la carne viva bucandogli la trachea.-

Davvero pazzesco. Enrica Boiocchi, vicepresidente dell’associazione Bairo, colei che per prima ha portato all’attenzione dei bambini della frazione cremasca il caso di Baffo vuole cederci chiaro:- I bambini appena hanno saputo che il cane era stato liberato hanno iniziato ad urlare dalla gioia. – Il nostro cane è libero, il nostro cane è libero- dicevano in coro.

Ma come detto, non tutto sembra andare per il verso giusto. Qualcosa o qualcuno separano ancora il randagio “sardo” dai suoi “salvatori”. Ora – conferma Enrica Boiocchi- sembra che tutto il paese, dove fino a pochi giorni fa nessuno si curava della sorte di Baffo, voglia adottarlo. Noi dell’associazione Bairo vogliamo sapere però tutto. Come verrà curato, da chi verrà accudito e se verrà trattato bene. Non vogliamo che finisca in breve in un canile, dopo che la “moda” sarà passata. Noi siamo disposti a portarlo in Lombardia, a curarlo in una pensione per cani e, infine, a trovargli una famiglia. Magari proprio uno di questi bambini dei Sabbioni vuole Baffo. Loro hanno fatto tanto per salvarlo e alla fine ci sono riusciti.- Il fatto che il cagnolino sia libero, per il momento, è già un happy-end, se poi davvero lo si potesse portare a Crema, allora bisognerebbe davvero festeggiare

 

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GIORNALE DI SEREGNO
06/04/04

Dieci parchi vietati ai cani: si annuncia battaglia
tra
pochi giorni sarà proibito portare i quadrupedi nelle aree recintate

Il provvedimento annunciato dall’assessore Dell’Orto ha già suscitato vivaci reazioni da parte degli amanti degli “amici a quattro zampe”.
Davide G, proprietario di Betty, una simpatica cagnetta bianca, minaccia di ripetere il “bombardamento” via internet che si scatenò alla vigilia di Santa Valeria: due mesi fa soci e simpatizzanti di Bairo (associazione animalista) riempirono di mail le caselle postali del comune e dei giornalisti chiedendo che in occasione della fiera non venissero utilizzati animali; questa volta gli animalisti potrebbero prendersela con il divieto di accesso dei cani ai parchi pubblici cintati.
Ma Davide non è l’unico a non condividere l’ordinanza: anche Giusy M., consigliere di Rifondazione, ha annunciato un intervento in consiglio per far presenti le proprie ragioni.
“E’ una cosa indegna, una scelta inaccettabile – ci ha detto M. – è giusto che si facciano controlli per garantire pulizia e igiene nei parchi pubblici. Ma non è meglio prevenire, puntando a sanzionare chi sporca, piuttosto che “reprimere” tutti indistintamente? Senza contare che questo provvedimento andrà a colpire, come sempre, i più deboli. In centro parchi e giardini sono tutti cintati: e gli anziani, che non sanno come spostarsi, dove andranno a portare i loro cani?”.
 

la storia all'indirizzo:  https://bairo.info/lett80.html

 

 

IL GIORNO

11 MARZO 2004

 

Gli scolaretti di Crema in aiuto di Baffo, cane sardo

 

Crema: Il cane Baffo non lo sa ma se, da ieri, è sano e salvo è anche grazie agli scolaretti della elementare Sabbioni di Crema. E al ponte di tenerezza e solidarietà che ha unito per più di un mese la città della Lombardia a un paese della Sardegna, Mogoro in provincia di Oristano. Il caso del randagio era stato segnalato la prima volta all’inizio di febbraio dal quotidiano l’Unione Sarda. Il cagnolino vagava con un fil di ferro stretto attorno al collo, che gli aveva procurato ferite che si stavano infettando. Spaventato e sanguinante, non si faceva avvicinare da nessuno. La sua storia, anche attraverso internet era arrivata alla scuola elementare di Crema e aveva colpito molti i bambini. In particolare gli alunni della classe quarta, che da gennaio stanno partecipando ad un progetto sul rispetto verso gli animali, la natura e ogni forma di vita, patrocinato da dal Comune e affidato all’associazione  animalista Bairo. I bambini hanno chiesto alla loro maestra Annamaria Avogadri, di aiutarli a scrivere una lettera al Sindaco di Mogoro:- Caro sindaco – scrivono tra l’altro gli alunni, - ci ha stupito la notizia dell’indifferenza degli abitanti del tuo paese. Potresti convincerli ad aiutare i vigili a catturarlo e trovargli magari una famiglia?- L’Unione sarda ha riportato la mobilitazione degli scolari di Crema e il tam-tam in favore del randagino è proseguito. La “caccia grossa”, però a base di polpette per allettarlo non aveva dato esiti. Fino a quando ieri Baffo, finalmente, è stato preso e potrà essere curato. La bella notizia è arrivata subito nella scuola dei Sabbioni. Come diceva quella canzone di Gaber, qualcosa tipo:- non rubate i sogni ai bambini…-
L. Acc.

 

la storia all'indirizzo:  https://bairo.info/Baffo.html


 

 

L'UNIONE SARDA

17 MARZO 2004

 

Mogoro (Oristano)

Gli alunni di Cremona: «Vogliamo adottare Baffo»

 

Lo vogliono a tutti i costi. Hanno scritto nei giorni scorsi al sindaco di Mogoro Gianni Pia per chiedere di adottare Baffo, una richiesta ribadita da Daniela Giussani di Bergamo, dell’associazione animalista Gruppo Bairo. Gli alunni di Cremona, «che hanno trepidato, pianto e sperato per la salvezza di Baffo» vorrebbero prendersi cura del meticcio liberato nei giorni scorsi a Mogoro da un pezzo di fil di ferro legato al collo che rischiava di ucciderlo. Gli alunni della provincia di Cremona hanno invitato con diversi messaggi il sindaco Pia a interessarsi del caso e ora si complimentano con lui per l’importante risultato raggiunto. Vorrebbero diventare i nuovi amici di Baffo, in un canile di Ghilarza, sotto la tutela dell’associazione Amici Miei. «Per ora è opportuno che Baffo completi la sua riabilitazione psico-fisica in Sardegna» dice Pia. «Non vogliamo fare un torto agli alunni di Crema. Anzi siamo pronti a dare in adozione un altro cane randagio che abbiamo microcippato l’altro giorno, Neretto, affidato temporaneamente al canile di Selargius». (an.pin.)

 

la storia all'indirizzo:  https://bairo.info/Baffo.html


 

 

IL GIORNO

28 MARZO 2004

 

La storia di Baffo salvato dai bimbi

non è diventata una favola col lieto fine

 

La storia del cane Baffo e degli scolaretti di Crema poteva essere la classica favola col lieto fine. E invece...
La storia che vogliamo raccontarvi si svolge fra la Sardegna e la Lombardia. I bambini di una quarta elementare, la Sabbioni di Crema, durante un corso di educazione al rispetto dell’ambiente, animali compresi, promosso dal Comune e svolto da una volontaria dell’associazione Bairo, apprendono la vicenda di un piccolo cane randagio che vaga da giorni in un paese della Sardegna con un filo di ferro attorno al collo. E’ l’Unione sarda a riportare la vicenda del cane, ribattezzato Baffo, e gli scolaretti la seguono con attenzione. Baffo, vittima di chissà quali maltrattamenti, dell’uomo non si fida più e non si fa avvicinare. Gira sanguinante e con poche speranze di sopravvivere. I bambini sono molto colpiti e scrivono al sindaco del paese, che è Mogoro, in provincia di Oristano. Sono preoccupati soprattutto perchè temono che la ferita provocata dal filo di ferro possa infettarsi. E sono stupiti dall’indifferenza degli abitanti del paese: «Caro sindaco, potresti convincere la popolazione ad aiutare i vigili a prendere Baffo?». Così, in effetti, accade. Baffo, dopo appostamenti e fughe, viene «catturato» e curato. Nella classe di Crema i bimbi esultano: ce l’hanno fatta, hanno vinto l’indifferenza e hanno salvato Baffo. Ma perchè la favola sia vera, occorre il finale «e tutti vissero felici e contenti». Gli scolaretti vorrebbero adottarlo. Gli comprano ossi e biscotti, decidono di fare una colletta perchè abbia una bella cuccia. E gli trovano pure una vera famiglia disposta ad accoglierlo. Ma il sindaco risponde picche: Baffo resta nel canile. Se volete, vi mandiamo un altro cane. Perchè? Baffo è già un po’ loro, per questo vogliono lui e non un altro cane. Questi bambini lo hanno fatto nascere una seconda volta. Se dici di no a un bambino, almeno spiegagli il perchè. E se non capisce la richiesta, cerchi di tornare bimbo anche lei, signor sindaco di Mogaro.
Laura Accordino
 

 

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Il Giorno
14/04/04

Valanga di e-mail  in comune. Niente animali durante la sagra

Seregno (MI) - Centinaia e centinaia di messaggi via Internet, provenienti da tutta Italia sono arrivati in questi giorni al comune di Seregno per sollecitare la massima attuazione contro lo sfruttamento degli animali durante la sagra di Santa Valeria in programma dal 25 al 28.

Associazioni animaliste e semplici cittadini si sono mobilitati con un tam tam telematico che ha invaso di e-mail l’amministrazione comunale e gli organi di stampa.

Una reazione che ha sorpreso tutti ed è parsa sproporzionata rispetto alla dimensione del fenomeno: ormai le bancarelle che vendono animali sono veramente poche.

Tutto è nato da una interpellanza presentata dal capogruppo leghista, nella quale si invitava l’amministrazione comunale ad impedire l’utilizzo di animali da parte dei giostrai.

Niente più pesciolini rossi, criceti, coniglietti, tartarughine, cavie e pulcini messi in palio come premi nei giochi del luna park.

Unanime il coro di consensi proveniente da tutte le regioni italiane ed anche dal vicino Canton Ticino.

“Aggiungiamo il nostro sostegno – si legge nelle mail sottoscritte da migliaia di persone tra cui anche moltissimi giovani - alla mozione presentata contro lo sfruttamento di animali in qualsiasi manifestazione sul territorio comunale”.
”Chiediamo che sia approvata nel più breve tempo possibile affinché si possa evitare l'ennesima strage di animale che ogni anno si verifica durante la fiera di Santa Valeria.
Ci auguriamo che anche Seregno sia sensibile a questo appello e che segua l’esempio di altre città illuminate che hanno ripudiato mostre e tristi spettacoli che si basano sulla sofferenza e lo sfruttamento degli animali”, concludono le lettere.

Tra le associazioni animaliste che hanno inviato il proprio messaggio vi sono il Comitato Europeo Difesa Animali, l’associazione animalista BAIRO e la lega per l’abolizione della Caccia.

“Non pensavamo certo – ha dichiarato Giacinto Mariani- che si innescasse un movimento di solidarietà così ampio. Siamo molto soddisfatti e continueremo a portare avanti le nostre rivendicazioni a sostegno degli animali che non devono essere assolutamente sfruttati per iniziative del genere”.

Immediata la risposta dell’amministrazione comunale, sorpresa da questa reazione un po’ sproporzionata rispetto alla dimensione del fenomeno.

“Già lo scorso anno – ha dichiarato il Sindaco, sorpreso dal notevole numero di e-mail giunto sul suo tavolo di lavoro – l’amministrazione si era fatta carico di emanare un’ordinanza con la quale veniva bandito l’utilizzo di piccoli animali durante l’intero periodo della Sagra di Santa Valeria”.

“Sarà nostra premura – assicura – ripresentare il documento vigilando anche affinché sia rispettato in tutta la sua interezza. La polizia municipale sarà allertata affinché vengano effettuati i dovuti controlli”.

la storia all'indirizzo: https://bairo.info/lett64.html

 

LA PADANIA
18/04/04

No allo sfruttamento degli animali sul nostro territorio

Egregio direttore, chiediamo che la mozione contro lo sfruttamento di animali in qualsiasi manifestazione sul territorio comunale sia approvata nel più breve tempo possibile affinché si possa evitare l'ennesima strage di animali che ogni anno si verifica durante la fiera di Santa Valeria. Nella speranza che il nostro appello venga ascoltato e augurandoci che tutti i consiglieri comunali non facciano mancare il loro voto favorevole a tale mozione, ci auguriamo che anche Seregno sia sensibile a questo appello e che segua l'esempio di altre città illuminate che hanno ripudiato mostre e tristi spettacoli che si basano sulla sofferenza e lo sfruttamento degli animali.
Da un Nord che si ritiene evoluto, orgoglioso e civile non ci aspettiamo certo fiere e manifestazioni umilianti e incivili verso gli animali tutti.
* Vice presidente Gruppo Bairo onlus

la storia all'indirizzo:  https://bairo.info/lett64.html

 

SAN MARINO OGGI

27 MAGGIO 2004

 

“Condivido pienamente la richiesta di dimissioni”

 

“Si fidavano di loro”

 

Ho vissuto in passato la realtà del canile di San Marino. A mio avviso ritengo sia stato un pretesto per snellire il numero degli animali presenti. Infatti altre volte per gli animali con tumori o malattie gravi non infettive veniva proposta  la stessa drastica soluzione. Tanto che la signora Luigina Gennai ex presidente della protezione animali e attualmente socia dell’Apas, si prendeva a carico qualche cane per offrire all’animale una dignitosa vita seppure per pochi mesi. Finchè il cane mangia, ti guarda e muove la coda ed è felice credo abbia il diritto di vivere. E’ chiaro che prendersi cura di questi animali voleva dire anche più lavoro. Se quanto avvenuto risulta vero, lasciando libera strada alla mattanza, condivido pienamente la richiesta di dimissioni poiché un presidente di  una associazione animalista deve fare di tutto per evitare qualsiasi brutalità. Auguro alle persone che non hanno evitato la soppressione di sognare e vedersi sempre davanti agli occhi dei cani che si fidavano di loro.

 

Bairo, appoggeremo l’iniziativa di Banfi

 

Enrica Boiocchi, vice presidente del Gruppo Bairo Onlus, associazione nazionale da sempre in prima linea per la protezione e la difesa degli animali prende la parola dopo la vergognosa soppressione dei dodici cani affetti da leishmaniosi. L’associazione è presente su internet con una mailing list di oltre 3000 iscritti sia in Italia che all’estero.

“Abbiamo immediatamente invitato i nostri iscritti a diffondere la notizia per tentare di evitare l’uccisione. Abbiamo interessato professionisti veterinari che hanno ribadito l’efficacia delle cure preposte affermando la non pericolosità della malattia nei confronti della salute pubblica. Sono ammutolita dopo aver appreso della soppressione. Abbiamo anche noi diversi cani – sottolinea Enrica Baiocchi – e tra questi ci sono alcuni malati di leishmaniosi. Curati con le attuali terapie hanno risposto positivamente e ora stanno bene. Mai nessuno si è sognato di sopprimerli. Vista la vergognosa, ma senza dubbio comoda soluzione adottata, sosterremo – in quanto associazione in difesa dei diritti degli animali – le eventuali denuncie che verranno inoltrate alle autorità competenti contro chi ha commesso e si è reso complice di questa strage. Il comportamento della presidente dell’Apas – continua la Baiocchi – non stato certo esemplare. Se fosse stata veramente amante degli animali, anche se costretta dalle autorità sanitarie alla soppressione, avrebbe dovuto dimettersi e da libera cittadina fare quanto più possibile per evitare l’uccisione dei dodici cani. La cronaca in questi giorni ci ha illustrato al meglio questa vicenda. E’ giusto che i responsabili della morte delle 12 bestiole siano conosciuti e che possano avvertire sulla loro pelle tutto il peso del disprezzo da parte di quella comunità civile che ben si distingue e che non ha alcuna intenzione di dimenticare questo atto che ha ampiamente dimostrato la superficialità e l’arretratezza umana.San Marino ha dimostrato grande crudeltà, appoggeremo senza dubbio l’iniziativa di Lino Banfi, invitando chi possiede un animale o chi dimostra sensibilità a non transitare nella Repubblica.

 

Lettera in redazione

 

La replica dell’Apas

 

In primo luogo la sua posizione, benché prenda spunto dall’amore per gli animali, assume toni diretti e accaniti nei confronti di chi si è sempre adoperato per la difesa della vita e dei diritti degli animali ed anche in questo frangente ha messo in atto tutti gli strumenti consentiti per salvare la vita ai 12 cani. L’Apas in quanto conduttrice del rifugio, che ha anche funzione di canile pubblico con vincolo per convenzione con lo Stato del 1992, è stata intimata con comunicazione del Servizio Veterinario ISS in data 15 aprile di abbattere i cani trovati positivi alla leishmaniosi. L’ordine trovava fondamento nel relativo articolo di Legge (n.54 del 23 aprile ’91) riguardante le condizioni per la soppressione per la cui formulazione l’Apas aveva a suo tempo tentato di mediarne i termini dato che in essa viene previsto l’abbattimento in caso di malattia incurabile. Il locale corpo veterinario ha costantemente confermato la diagnosi e fatto sapere che non vi era altra possibilità che l’eliminazione degli animali per fermare la malattia. Nella situazione ogni nostra resistenza comunque messa in atto per oltre un mese e mezzo avrebbe determinato drastiche contromisure sul rifugio, culminanti con una lunghissima quarantena durante la quale l’autorità sanitaria avrebbe legittimamente impedito l’accesso alla struttura di altri animali, dei volontari, degli addetti o quanti altri. L’Apas ha dunque agito in base alle proprie possibilità, cedendo solo alla legge, ma dopo aver tentato ogni strada possibile, soprattutto nell’invocare la migliore e più completa documentazione sulla malattia in atto e i suoi possibili interventi a protezione, nonché ricorrendo a tutte le autorità competenti fino alle ultime ore precedenti l’evento. Sono state giornate sofferte ed anche il distacco del telefono del rifugio è derivato dalla necessità di impegnare tutto il tempo alla cura e alla sorveglianza degli animali presenti nella struttura. La sua pretesa di individuare nella vicenda un responsabile nel Presidente e nel direttivo della ns. Associazione non può che essere fermamente respinta in quanto motivata da ragioni infondate poiché quanto da lei riferito non corrisponde al vero. L’intervento del Servizio Sanitario e Cinofilo sarebbe comunque avvenuto nel giorno prestabilito poiché in possesso della chiave di accesso alla struttura anche senza il consenso e la presenza dei ns addetti che invece sono stati la garanzia che le procedure fossero compiute nella maniera più consona. E rivolta agli animali effettivamente ammalati. Nel ricordarle che se la soppressione dei randagi a San Marino non è più la prassi ordinaria, questo è esclusivamente merito dell’Apas che negli ultimi 15 anni si è adoperata per modificare le normative vigenti a difesa degli animali. Provvederemo nell’interesse dell’Associazione, che da molti anni porta avanti la sua azione con risultati soddisfacenti a tutelare noi stessi e ogni  aderente dalle offese da lei ingiustamente espresse, distinguendosi per accanimento personale rispetto ai commenti addolorati e critici di molti altri organi di informazione che si sono occupati del caso.

Il Consiglio Direttivo dell’Apas

la storia all'indirizzo:  https://bairo.info/lett74.html

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