Il veterinario risponde
a cura della d.ssa Nicoletta Bevere

settima pagina
 

Gentile dottore,
Avevo una calopsite, un animale stupendo molto affettuoso, nel giro di poco tempo ha cominciato a perdere le piume dimagrire e smettere di cantare , l'ho trovato morto,sono sempre rimasta nel rimorso che avrei potuto fare qualcosa per salvarlo, ma molti veterinari non sanno curare gli uccelli,di che cosa e' morto secondo lei? ora ho una coppia di cocorite, la femmina si spiuma e si gratta, potrebbe avere la stessa malattia della calopsite?
mi aiuti   
Patrizia
 
07/03/2006

Gentile Patrizia, non mi occupo personalmente di ornitologia, ma saprei a chi inviarla per una visita ornitologica nell’area di Milano. Se la zona dalla quale scrive è invece da tutt’altra parte deve fare un giro di telefonate presso gli ambulatori della sua città chiedendo la consulenza di un ornitologo: se abita in una grande città è impossibile non trovare uno studio che si avvalga occasionalmente della consulenza di questa (rara) figura professionale. Inoltre, poiché si avvalgono di un veterinario ornitologo anche i migliori negozi di animali esotici, potrebbe rivolgersi proprio ad un negozio per avere il nominativo della persona che la potrà aiutare.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere
 

Gentile dottore, domenica scorsa il mio cane Spike di cinque anni (peso attorno ai 42 Kg) correndo con l'altra nostra cagnolina di colpo è caduto con le zampe posteriori e tirando un acuto di dolore. Si è trascinato per un po' e poi quando ha provato a rimettersi in piedi era come se si fosse accorciato perchè aveva la schiena a dromedario. La parte posteriore era molto bassa.
Abbiamo fatto aprire subito la clinica del mio veterinario dove li gli hanno fatto subito delle radiografie. L'unica cosa che hanno trovato erano le ultime due vertebre che avevano tra loro pochissimo spazio. Loro ipotizzano un'ernia discale e mi hanno detto che per avere la certezza il cane deve essere portato a Bologna (io abito a Merano) per una tac. Se la tac accerta quest'ernia il cane deve essere operato. Il mio veterinario mi ha detto che l'intervento è delicato e che comunque non c'è certezza matematica che il cane torni sano come prima. Lei cosa mi consiglia? Adesso il cane lo stiamo muovendo il meno possibile solo per fare i suoi bisogni. Può essere che l'ernia si sistemi? Oggi stava un po' meglio, se non altro non aveva più tutta questa gobba sulla schiena. La prego gentilmente di darmi una risposta anche perchè io voglio troppo bene a questo cane. Non voglio vederlo soffrire. Chiedo solo il meglio per lui.
Grazie, Simona.

07/03/2006
 

Gentile Simona, è possibile trattare una protrusione discale non associata a gravi disturbi neurologici senza chirurgia, tenendo il cane confinato in un piccolo spazio (per capirci, piccolo come una gabbia) per due settimane, somministrando farmaci antinfiammatori e gastroprotettori per tutto il periodo. Più ci si allontana da queste indicazioni, più si abbatte la possibilità che l’ernia si stabilizzi. Il fattore determinante per la riuscita della terapia è l’immobilità della colonna vertebrale, che permette alla parte esterna del disco intervertebrale di “cicatrizzare” e al midollo spinale di adattarsi alla nuova situazione senza andare incontro ad un processo infiammatorio che entro poche ore ne comprometterebbe la funzione.
Se durante questo periodo di due settimane però il cane mostra anche il più piccolo peggioramento, occorre non indugiare nei dubbi ma procedere al più presto all’esame mielografico e all’intervento.
La TAC non è l’esame indicato in prima battuta per questo tipo di patologia, in quanto permette di osservare solo pochi spazi intervertebrali, mentre è più vantaggioso in una sola indagine osservare tutta la colonna vertebrale.
L’esame più appropriato è quindi la mielografia che sarebbe meglio eseguire immediatamente prima dell’intervento. Sia questo esame, sia l’intervento vengono effettuati in moltissimi ambulatori veterinari che dispongano di apparecchio radiologico, sala operatoria e della consulenza di un neurochirurgo veterinario.
Che la medicina non sia come la matematica è un fatto ovvio, ma l’intervento, se eseguito da un neurochirurgo, non è particolarmente rischioso e se effettuato in un soggetto che non ha ancora sviluppato gravi danni spinali è associato a percentuali altissime di completa guarigione. E’ invece tutt’altra faccenda operare un cane di grossa taglia che ha già sviluppato dei deficit neurologici importanti.
Ritardare poi un intervento salva-vita in un animale che si sta paralizzando, e che ci ha dato tutto il tempo di questo mondo per correre ai ripari, è una cosa che grida vendetta perché obbliga ad eutanasie che sarebbero state evitabili, ma che purtroppo ho osservato diverse volte, e non tanto per colpa dell’indecisione degli sfortunati proprietari.
Faccia in modo di non essere tra questi.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentilissima dottoressa,
Recentemente ho appreso che una delle mie gattine è risultata positiva all'emobartonella.Il mio veterinario sa che sono molto ansiosa e mi ha detto che deve solo stare sotto controllo ed essere trattat, ogni tanto, con terapie antibiotiche.
Volevo sapere se è una cosa grave, se la piccola insomma è a rischio..Le premetto che ho (come le ho detto in altre mie mail)altri 6 gatti(tutti sotto front line combo), ma la sorellina stessa è risultata negativa, per cui spero bene.
GRAZIE
Monica (Roma)

07/03/2006

Gentile Monica, moltissimi gatti tollerano l’Haemobartonella senza sviluppare alcuna forma clinica, rimanendo portatori cronici per tutta la vita. Il suo gatto potrebbe essere tra questi. Se invece dovesse, occasionalmente (una volta nella vita) o ciclicamente (per qualche anno al massimo), manifestare la malattia, niente paura, perché normalmente la terapia con doxiciclina è efficace nel determinare la remissione dei sintomi. Le misure precauzionali che deve adottare per tutti i gatti conviventi sono il trattamento antiparassitario (anche se non è provato che la presenza di pulci in gatti conviventi aumenti il rischio di trasmissione) e lo screening negli animali sopra i 6 mesi di età per il virus della leucemia, in quanto questo virus è in grado di aumentare il rischio che l’emobartonellosi si sviluppi in forma acuta. Le misure precauzionali per la gattina positiva all’Haemobartonella sono la vaccinazione contro il FeLV (se esiste rischio di infezione e se la gattina risulta negativa al test per la FeLV), evitare le terapie cortisoniche, evitare per quanto possibile gli stress (come i ricoveri in gattili), monitorare lo stato clinico dell’animale ed effettuare la terapia antibiotica solo nel caso in cui si manifestino i sintomi della malattia. Eviterei assolutamente i trattamenti antibiotici “ogni tanto”, alla cieca, cioè in assenza di una reale necessità, in quanto oltre ad essere inutile eseguire una terapia in un animale sano, a lungo andare si potrebbero verificare dei fenomeni di resistenza.

Cordiali saluti,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Buon giorno Dott.ssa,
Il 25 febbraio la mia piccola Pabilina, meticcia di 15 anni, è stata operata di urgenza, causa tumore al rene sinistro e alla milza, con asportazione dei due organi.
Dal giorno dopo ha avuto diarrea emorragica, per circa 2 giorni.
La sua terapia è: Contramal ogni 8h, ranidil ogni 12h, rocefin una volta al dì, sulcrafin ogni 8h, baytril alle 16, spamex al bisogno + 2 soluzioni.
Si è riscontrato anche, dopo l'intervento, calcoli alla coliciste, e aumentate le transaminasi.
Dimenticavo che ha avuto bisogno di una trasfusione durante l'intervento perchè emocromo era 17.
Ma ad oggi l'emocromo è solo 21.4.
Da circa due giorni non riesce a camminare, una zampetta posteriore le cede.
Vuole mangiare solo carne.
Non so cosa pensare.
Sono disperata.
non riesco ad accettare che lei debba soffrire così, mi guarda con gli occhietti disperati.
Claudia
Palermo

09/03/2006

 

Gentile Claudia, è indispensabile sapere che tumore ha colpito milza e rene, perché da questo dipende in grande misura la prognosi del suo cane. Deve chiedere ai colleghi l’esito dell’esame istologico, la prognosi per quel tipo di tumore e se c’è la possibilità che siano presenti metastasi sfuggite all’ispezione della cavità addominale in corso di chirurgia. Per quanto riguarda l’anemia, anche in questo caso abbiamo poche informazioni, perché risulta indispensabile sapere se si tratta di un’anemia rigenerativa oppure non rigenerativa (cioè se il midollo osseo funziona o no). Per quanto riguarda l’aumento dell’ematocrito da 17 a 21 dopo la trasfusione, l’unica cosa che le posso dire è che non si tratta per forza un valore basso (ma nemmeno alto), perché dipende dall’ematocrito del donatore e dalla quantità di sangue donato. In base alla conoscenza di questi parametri, e al tipo di anemia (rigenerativa o non rigenerativa) i medici che hanno in cura il cane dovrebbero capire cosa sta succedendo. Per quanto riguarda l’alimentazione, mi preoccuperei dei gusti alimentari del cane solo per assecondarli il più possibile, e se il cane volesse mangiare solo cotolette alla milanese o pizza quattro stagioni io non farei una piega. In corso di malattia neoplastica infatti ci può essere nausea, alterazione del gusto e dell’olfatto. Dia al suo cane tutto quello che vuole, purchè mangi. La difficoltà alla deambulazione va chiarita con una visita.

Auguri,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

gentilissima dottoressa Bevere,
Le scrivo per un parere.
la mia cagnetta, 12 anni, ha problemi epatici, è una forma cronica, che si è un po' accentuata con gli anni.
il mio veterinario mi ha prescritto il "samyr", farmaco antidepressivo nell'uomo, dice che nel cane funziona da epatoprotettore e non fa danno.
 io ho fiducia in lui ma ho paura ad usare questo prodotto, Le chiedo quindi, cortesemente,  la sua opinione.
grazie distinti saluti
giulia castelli
milano

10/03/2006

 

Gentile Giulia, il farmaco prescrittole sembra ridurre parzialmente gli effetti ossidanti che alcune sostanze (in particolare il cortisone) esercitano sul fegato nel cane, ma non esistono ampi studi controllati sul suo ruolo in corso di epatite cronica in questa specie animale. Non si tratta di un farmaco destinato al cane, di modo che non è possibile garantirne né l’efficacia terapeutica per questo tipo di utilizzo (che in termine tecnico si definisce “uso improprio”), né l’assenza di effetti collaterali. Tuttavia, molti veterinari prescrivono questo principio attivo, in modo piuttosto empirico, ma senza effettivamente denunciare effetti collaterali degni di nota. In realtà, se esiste un principio di encefalopatia epatica (comune complicanza dell’insufficienza epatica), è segnalato che i prodotti contenenti metionina possono peggiorare lo stato depressivo del sistema nervoso centrale. La vitamina E, che è un potente antiossidante, invece non avrebbe alcun effetto collaterale.
Per quanto riguarda la gestione generale dell’epatite cronica, al di là della terapia antiossidante, sarebbe conveniente prendere in considerazione una dieta adeguata, monitorare la coagulazione, prevenire possibili emorragie gastrointestinali, controllare eventuali segni di encefalopatia epatica, la presenza di ascite e di stasi biliare. Quanto più il quadro clinico è chiaro e completo, tanto più la terapia può essere adattata e modulata in base alle esigenze dell’animale.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile Dr.ssa Bevere, tempo fa ho trovato nel mio giardino una gatta molto denutrita, l'ho accudita e si è ripresa in poco tempo. Il vet. ha eseguito i tests per FeLV e FIV: negativi, età: superiore 8 anni. Poichè usciva ed era a contatto con altri gatti è stata sterilizzata e successivamente vaccinata. il vet. mi ha riferito che il suo utero era simile a quello delle gatte che vengono sottoposte alle iniezioni perchè non rimangano gravide e quindi ho dedotto che fosse stata abbandonata. Mi ha anche detto che se fosse rimasta gravida avrebbe avuto dei seri problemi. E' stata benissimo per nove mesi, poi ha avuto un episodio di febbre a 39 per due giorni e dalle radiografie è emerso che aveva il megacolon e che vi erano delle feci ferme. E' stata curata con antibiotico e con sciroppo di lattulosio, ha scaricato e si è ripresa, ma dopo questo episodio dovevo cambiare spesso tipo di cibo altrimenti non mangiava. Dopo altri quattro mesi ha avuto episodi di vomito (giallo con un paio di vermi morti), diarrea. Sverminata, antibiotico e reidratata. Analisi: ALT non segnata perchè troppo alta, AST 950  (eseguite con un'apparecchiatura che dava immediatamente i risultati). Per un altro mese sembrava stare discretamente bene, ma dalle successive analisi  (questa volta in una clinica):Urine ph5,peso specifico 1017, Sangue: RBC 2.70, WBC 3.3, Hgb 5, Hct 14.8, MCV 54, MCH 18, MCHC 33, PLT stima piastrinica inadeguata, MPV 15.4, PCT 0.081, RDW 16.7 PDW 0, reticolociti rari, corpi di Dohle +, creatinina 4.70, urea, 122, colesterolo 104, glucosio 105, proteine tot, 11,5, bil.tot.0.55, trigliceridi 46, fosforo 10.46, calcio 8.73, albumina 2,54, got 64.23, GPT 120, fosf.alc. 62, GGT 3.80, Na 160, K 5.5. Nel mese  che ancora è vissuta si è letteralmente consumata. Hanno ipotizzato: grave insufficienza renale, aplasia midollare, neoplasia, FIP, emobartonellosi, ma poichè era oramai alla fine non ho voluto che la tormentassero oltre. Anche se siamo state assieme per breve tempo l'ho amata immensamente ed ho cercato di aiutarla con fitoterapia ed omeopatia, ma non le nascondo che mi sento in colpa perchè non vorrei mai che tutto ciò fosse stato una conseguenza dell'intervento. E' possibile che avesse già qualcosa che l'intervento ha riacutizzato e che si è manifestato dopo quasi un anno? Possono essere state le iniezioni anti gravidanza? Le sarei veramente grata se mi desse il Suo parere. La ringrazio.
Lucia

11/03/2006

 

Gentile Lucia, dagli esami risulta una grave forma di depressione midollare, associata ad insufficienza renale. L’unico modo per conoscere esattamente l’origine della malattia sarebbe stato sottoporre l’animale ad un esame autoptico presso un centro universitario di anatomia patologica veterinaria, dove le avrebbero detto nome, cognome e indirizzo della malattia che ha colpito il suo animale. Tuttavia a mio parere si è trattato di una neoplasia midollare, sviluppata in modo assolutamente indipendente dall’ovarioisterectomia eseguita un anno prima o da improbabilissime terapie ormonali che qualche strano veterinario avrebbe effettuato chissà quando (cosa dell’altro mondo, alla quale non credo per niente). Dubito che si possa essere trattato di FIP (mancano i sintomi, non concordano molti dei valori di laboratorio, e non concorda il tempo di sopravvivenza), e dubito anche che si possa essere trattato di emobartonellosi (mancano i sintomi e non concordano i principali valori di laboratorio). Non deve sentirsi per niente in colpa perché la sua gatta è andata incontro ad una grave malattia spontanea, probabilmente di natura neoplastica, è stata sottoposta a diversi accertamenti e lei ha fatto tutto quello che ha potuto per aiutarla. Quando purtroppo la diagnosi definitiva non viene raggiunta in vita, rimane sempre molta amarezza ed è facile farsi tentare dai dubbi e dalle recriminazioni, ma secondo me nel suo caso non sarebbe cambiato assolutamente nulla. Dimentichi tutte le altre storie.

Un abbraccio,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

gentile dottoressa
la mia gattina di circa 3 anni ha una ferita sul dorso,che probabilmente si è procurata in giardino,da cui non riesce a guairire.ho provato con il dermic spray ma non ho ottenuto grandi risultati.ho notato che nel momento in cui sembra essere guarita si mordicchia fino a togliersi la crosticina e farsi tornare il sangue.è necessario forse darle il sinulox per qualche giorno?la ringrazio anticipatamente.
loredana alfano

18/03/2006

 

Signora Alfano, se lei si aspetta che un medico le possa fornire via mail una qualsiasi prescrizione antibiotica mascherata da consiglio, senza aver visto nemmeno una fotografia della lesione, significa che ha una gran brutta opinione della categoria.
Lasci stare il bricolage e porti la gattina da un veterinario.
Se il problema non si risolvesse o se lei avesse bisogno di chiarimenti su un determinato tipo di diagnosi o di terapia, sarò lieta di darle a distanza l’aiuto che posso.

Saluti,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile Dottoressa ,le chiedo un suo parere In merito al mio cane di sei anni da caccia che zoppica dalla zampa destra. La visita di un primo veterinario ha diagnosticato all'istante rottura del legamento crociato post. destro e di predisporre un giaciglio un metro per un metro  adatto per contenimento nel periodo post-operatorio di un mese e mezzo. Ho voluto sentire il parere di un altro, il quale ha detto che il ginocchio era a posto e di effettuare delle radiografie. Cosa mi consiglia di fare ,due diagnosi diverse e se in caso di un operazione garantisce al cane il recupero e dove eseguirla io sono di Cassano Magnago prov.Varese aspetto con ansia una sua risposta .
tante grazie Ornella.

18/03/2006
 

Gentile Ornella, la diagnosi di rottura del legamento crociato anteriore è piuttosto semplice e sicura, quando deriva dalla piena positività del cosiddetto test del cassetto: il medico esegue una manualità sul ginocchio che rivela inesorabilmente la presenza di instabilità dell’articolazione. Questa instabilità c’è, oppure non c’è. E’ raro avere dei dubbi, soprattutto quando il crociato si è rotto da poco tempo. Quando invece passano molti mesi, in alcune razze di cani più che in altre, il test del cassetto diventa meno evidente, fino a tornare negativo. In questi casi però ci sono altri segni che dimostrano che al ginocchio è accaduto qualche cosa, in primis una grave artrosi articolare. Anche in questo caso però la diagnosi non è difficile, per uno che sa dove mettere le mani.
La radiografia, quando il test del cassetto è positivo, non è necessaria alla diagnosi, ma la si fa ugualmente, più che altro per valutare la presenza e il grado di artrosi del ginocchio, elemento che modifica completamente la prognosi (in peggio).
Nel suo caso certamente uno dei due veterinari è in errore. Lei può fare due cose: o fidarsi di quello che ha fatto la visita ortopedica più accurata, che le ha spiegato in modo più chiaro e specifico le ragioni della diagnosi e delle possibilità terapeutiche e che ha eseguito davanti ai suoi occhi questo test del cassetto, magari spiegandole cosa faceva.
La seconda possibilità è sentire un terzo parere. Già che ci siamo allora conviene sentirne uno autorevole, e nella provincia di Varese se vuole le posso indicare il nome di alcuni ortopedici.
Ora, visto che l’artrosi in un ginocchio con il legamento crociato rotto galoppa rapidamente già a partire dalla prima settimana dopo la rottura (almeno a livello microscopico), le direi di non temporeggiare, in quanto la risposta alla sua domanda sul pieno recupero funzionale dell’arto dipende molto dalla precocità dell’intervento.
Un’ultima cosa: se il crociato si è rotto da poco, è possibile che ora la zoppia del suo cane si stia notevolmente attenuando, ma questo non cambia nulla di quello che le ho detto.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentilissima dottoressa, in relazione alla sua-come sempre-esaurientissima delucidazione in ordine all'emobartonella, vorrei sapere quali sono I sintomi in particolare..e cosa esattamente abbia a che fare con la Felv, che mi TERRORIZZA .Consideri che I miei gatti non escono di casa .
Inoltre vorrei chiederle se esistono prodotti naturali ed innocui (magari omeopatici)calmanti..infatti una delle mie gattine ,anche se appena sterilizzata, miagola ancora di calore(ma è possibile??)e mi sta facendo IMPAZZIRE..
Da ultimo la gattina che fa la minzione (imperterrita)è molto migliorata con I suoi consigli e con il prodotto FELIWAY . Solo che vorrei sapere se è nocivo per me (e per una eventuale mia gravidanza..)
GRAZIE come sempre
Monica (Roma)

20/03/2006

 

Cara Monica, l’emobartonella ha a che fare con il FeLV in quanto di solito i gatti che manifestano i sintomi dell’emobartonellosi risultano anche FeLV positivi. Infatti i gatti portatori dell’emobartonella di solito convivono con essa senza manifestare alcuna malattia. Quando è presente invece anche il virus della leucemia, allora quest’ultimo in qualche modo interagisce con le difese dell’ospite consentendo all’emobartonella di scatenare la malattia, un po’ come accade con le persone immunodepresse che sono attaccate da microrganismi normalmente innocui per gli individui sani. Nel gatto questa interazione dell’emobartonella avviene solo con il FeLV, non con il FIV, e non se ne conosce il perché. Ovviamente questa correlazione emobartonella-FeLV è di tipo statistico. Cioè: tra tutti i gatti malati di emobartonella (non portatori sani, ma malati!!) un’alta percentuale è FeLV positiva, ma naturalmente esiste la possibilità che alcuni gatti malati di emobartonella non siano assolutamente portatori del FeLV.
I sintomi glieli posso elencare grossolanamente, così la smette di angosciarsi inutilmente visto che la sua gatta è sana: il gatto diventa pallidissimo, molto abbattuto, smette di mangiare, dimagrisce, a volte compare un ittero marcato e il palato diventa giallo. La mortalità in assenza di terapia è del 30%. Il 70% guarisce senza terapia ma rimane moderatamente anemico per qualche anno, a causa della persistenza del microrganismo.
Le altre due domande: la gattina che torna in calore, se è vero che torna in calore, è un piccolo guaio, perché significa che l’ovariectomia è stata eseguita parzialmente, ed è presente un frammento ovarico. Deve mettere in conto una revisione chirurgica, altro che omeopatia, perché è come se la gatta non fosse stata affatto operata.
Non mi risulta che il Feliway abbia sull’uomo alcun effetto diverso da quello che hanno i feromoni felini, ai quali tutti i possessori di gatti sono esposti: cioè nessun effetto.

Tanti auguri per i suoi progetti!

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Sono espatriata all'estero (Brunei, ASIA) con la mia famiglia (comprensiva tra l'altro di una doberman di 10 anni e 2 gatti).
2 settimane fa ho adottato una cagnolina di strada di 6/7 mesi messa in modo pietoso, l'ho sverminata, vaccinata, trattata per le infezioni fungine e scabbia. Sto cominciando ad insegnarle ad urinare in giardino e non in casa,ma da qualche giorno mi sono resa conto che quando è sdraiata o dorme perde le urine, e questa incontinenza si verifica anche a vescica parzialmente svuotata. Il cane è su trattamento con selamectina per la scabbia e prende griseofulvina per la micosi inoltre bagni antimicotici e con amitrax.
Il veterinario locale ipotizza un'infezione urinaria da trattare con betamox (amoxicillina), ma le urine non sono purulente ne maleodoranti, solo.. tante.
Il cane non è sterilizzato, non presenta polidipsia,
anzi.., mangia normalmente e ha preso un po' di peso da quando e' con noi, è vivace  e reattivo e comincia a comprendere gli ordini. Chiedo aiuto via mail perchè purtroppo non posso dire di avere qui un veterinario di fiducia e non è facile fare esami biologici ai cani (il paese è mussulmano e i laboratori utilizzati sono quelli in australia)
grazie in anticipo per i consigli
Elisabetta B.

22/03/2006
 

Gentile Elisabetta, le infezioni delle vie urinarie non determinano incontinenza, quindi questa ipotesi diagnostica secondo me va decisamente scartata. Le urine certo potrebbero presentare reperti infiammatori, ma questi non sarebbero comunque da considerarsi causa dell’incontinenza, ma esattamente il contrario: un cattivo funzionamento dei meccanismi che regolano la minzione può causare infatti infezioni delle vie urinarie.
Ho due ipotesi. La più bella (ma più improbabile) è la seguente: in teoria è possibile che l’amitraz riduca al minimo le resistenze uretrali e che quindi favorisca una condizione di incompetenza uretrale e di conseguente incontinenza a riposo. Quindi io per cominciare sospenderei i bagni, visto che inoltre la selamectina dovrebbe essere sufficiente a trattare la rogna sarcoptica. Se il cane oltre alla sarcoptica ha anche una demodettica (motivo per cui magari sta facendo i bagni con amitraz), lo si può trattare con una combinazione di imidacloprid e moxidectina (Advocate spot on).
Seconda ipotesi (molto probabile): la cagnolina ha un’ectopia dell’uretere, cioè una malformazione per la quale uno dei due ureteri invece di aprirsi nella vescica, a monte dello sfintere uretrale, sbocca più avanti, di solito (70% dei casi) in vagina. Spesso la malformazione coinvolge anche il rene corrispondente (che può risultare piccolo, assente o “cistico”) e lo sfintere uretrale, rendendolo incompetente.
I sintomi di questa complessa malformazione, quando è monolaterale, quando ossia colpisce uno solo dei due ureteri, sono: incontinenza urinaria continua, o intermittente, o sporadica, nottura, più evidente a riposo, con minzione conservata (il cane svuota normalmente la vescica, che viene riempita dall’uretere normale). La sintomatologia compare dopo lo svezzamento.
Per fare la diagnosi può essere sufficiente uno studio radiografico delle vie urinarie con mezzo di contrasto. Per la terapia è necessario un chirurgo generale dotato di pazienza, di strumenti da oculista, e assiduo frequentatore della cavità addominale.
E’ possibile (se l’incompetenza dello sfintere uretrale avesse una grande responsabilità nell’incontinenza) che il problema si possa attenuare con la fenilpropanolamina, ma prima sarebbe meglio verificare lo sbocco degli ureteri e provvedere alla correzione chirurgica. Forse il clima secco del Brunei impedisce le spaventose dermatiti da urina che si vedono qui da noi, ma se così non fosse il cane va fatto dormire su traverse assorbenti da letto (come quelle che si usano per gli allettati in ospedale) e la cute della faccia interna e posteriore degli arti va protetta con pomate barriera tipo pasta di Fissan o più specifiche.

Faccia sapere!

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Cara Dottoressa,
il 14 febbraio le avevo scritto di Poldo il mio Bassethound di 9 anni.
Allora credevo soffrisse di miocardiopatia dilatativa, almeno così diceva il veterinario che l'aveva in cura.
A seguito del suo consiglio l'ho fatto visitare da uno specialista di cardiologia ed é emerso che ha un soffio al cuore, ma il suo problema più grave proveniva dai polmoni:
Gli sono state fatte in più riprese 6 o 7 lastre dopo le quali si sono susseguite diverse ipotesi. I polmoni erano completamente "bianchi" e si intravedeva una "massa" intrapolmonare, (sospetto timoma)
Gli é stata prescritta una cura antibiotica supportata da mucosulvon e lasics (grazie alla quale era rinato) a metà della cura gli sono state fatte anche le analisi del sangue dalle quali risultava tutto ok salvo una leggera anemia.
A questo punto, per puro caso, gli é stata fatta una lastra a stomaco pieno che ha rivelato un mega-esofago che dicono essere la causa delle polmoniti (per le parti di cibo che quando vomita entrano nei bronchi/polmoni).
Ho iniziato a dargli la pappa in tre volte mettendo la ciotola sulla sedia, frullandola e allungandola il più possibile.  Domenica scorsa ha terminato la cura con l'antibiotico e gia lunedì la tosse é peggiorata, adesso ho ricominciato l'antibiotico, il mucosulvon e il lasics, domani devo portarlo a fare una ecografia del torace per capire se la massa sia un tumore o non so cosa. Cosa ne pensa? io sinceramente non so più cosa pensare, devo mollare la spugna e farlo addormentare o andare avanti a cercare una soluzione?
La ringrazio per il suo aiuto,
Laura Montagna, Lugano (Svizzera)

23/03/2006
 

Cara Laura, perché non mi dice che il cane ha frequenti e improvvisi rigurgiti di alimento misto a muco e saliva (tipo albume d’uovo), non preceduti da sbadigli, leccamento e deglutizioni a vuoto e da contrazioni violente dell’addome? Questi rigurgiti spesso sono il sintomo principale del megaesofago. E poi: in genere il megaesofago risulta evidente dalle radiografie del torace, in quanto l’esofago risiede per quasi tutta la sua lunghezza all’interno del collo e del torace. Quindi cosa c’entra la radiografia dell’addome fatta per caso, a stomaco pieno? Come può una radiografia dell’addome rivelare un megaesofago, quando esso non risulta evidente con una radiografia del torace? E poi perché fare un’ ecografia al torace per esaminare i campi polmonari, visto che per i polmoni l’esame ecografico è il meno sensibile di tutti??
In precedenza avevo supposto che la diagnosi emessa non fosse supportata dagli esami corretti, e lei privatamente mi confermò che addirittura nessun esame era stato fatto. Ora mi conferma che quella diagnosi, basata su nessun esame, era sbagliata.
Adesso quello che lei racconta mi è davvero incomprensibile ad eccezione del fatto che purtroppo il modo di procedere, per come lei lo riporta, mi appare ancora una volta non privo di lati oscuri e un po’ disordinato.
Spiacente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile Dottoressa,
ho un magnifico shiba inu di 5 anni che per parecchi mesi mi ha messo in difficoltà per aiutarlo. Alla fine dell'estate scorsa cominciò ad avere gravi problemi dermatologici sino a perdere molto della sua magnifica pelliccia. E' lungo raccontare tutto quello che, assistita da un buon veterinario, ho fatto per farlo guarire. Adesso sta bene ma è arrivato a questo punto a costo di grandi sacrifici: poverino mangia solo riso e carne di cavallo. Il problema che è nato (sempre che sia un problema) è che fa pochissima cacca e spesso dopo lunghe passeggiate,non fa niente. Le chiedo come poter variare la dieta, visto che sono convinta che la sua malattia di base è un intolleranza al glutine,e se vi sono mangimi con le caratteristiche necessarie per il caso. Non faccio mangiare al cane altre carni, perché sono le prime cose che il veterinario mi ha proibito, anche se adesso sono convinta che è celiachia. Infinite grazie.
cordiali saluti   Maria
 
23/03/2006

 

Gentile Maria, la celiachia nel cane è stata descritta solo nel Setter irlandese. La dermatologia e l’allergologia veterinaria sono già abbastanza complicate per specialisti che si occupano solo di questi argomenti, quindi non mi pare il caso di farsi suggestionare da ipotesi casuali e non supportate da nessuna evidenza oggettiva.
Le chiedo, ma se adesso, a costo di grandi sacrifici, il cane sta bene ed è guarito, perché vuole modificare la dieta contro il parere del suo veterinario? Perché costa troppo? Perché è troppo complicato cucinare tutte le sere? Perché crede che il suo cane si sia stancato della monotonia dell’alimento? Mi faccia sapere le sue motivazioni e vediamo se si può risolvere il suo problema (il problema di Maria) senza far ammalare nuovamente il cane.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentilissimo Dott. ssa
ho un dobermann di soli tre anni e poco fa ho scoperto che purtroppo è affetto dalla Leishmaniosi.
Il  mio veterinario gli ha fatto un prelievo di sangue dal quale è emerso la positività della malattia e successivamente gli ha prescritto un antibiotico STOMORGYL 20 e delle vitamine VMP che gli dovrò dare per sempre.
Successivamente mi ha richiesto un campione di urine,per poter iniziare a somministragli del GLUCANTIME in punture. Ci sto mettendo tutta me stessa per farla soffrire il meno possibile e aiutarla a ritirarsi su l'unico problema è che non riesco a prendere questo campione; in quanto il cane appena mi avvicino scappa .....non so cosa fare.
Infine le chiedo un consiglio a livello ortopedico, sempre il mio dolce dobermann ha dei problemi all'anca posteriore ,perchè prima che la prendessi io l'avevano data ad altri signori i quali la maltrattavano......e questi gli fratturarono l'anca, ora il cane zoppica con molta fatica cosa mi consiglia... è operabile....?
Arrivederci e molte grazie
Vivian

23/03/2006
 

Gentile Vivian, non si preoccupi per il prelievo delle urine, che può fare tranquillamente il suo veterinario attraverso un cateterismo uretrale. La terapia con il Glucantime è ottima e darà grandi risultati.
Per la zoppia, va localizzata con certezza la sede del dolore attraverso una visita (anca, femore, ginocchio, tibia, tarso, piede), va fatta una diagnosi precisa con degli esami collaterali e, in base alla diagnosi si può parlare di trattamento e prognosi. Se davvero come lei mi dice il problema dovesse essere a carico dell’articolazione dell’anca, si tratterebbe di una sede dove la diagnosi di una malattia ortopedica solitamente non risulta indaginosa e la terapia è più o meno a portata di mano.

Cordiali saluti,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile Dottoressa, grazie per avermi risposto.
Le ho chiesto  un consiglio sulla possibile dieta per il mio Shiba per diversi motivi, 1° ho cominciato a preparare il riso con la carne di cavallo e olio di oliva,nella dose d i circa 150 grammi di riso, 100 g. di carne 10g di olio, decidendo autonomamente e contro il parere del mio veterinario ( che già mi aveva dato ulteriore marca di mangime),temo che possa, alla lunga, essere carente; 2° la diagnosi di celiachia l'ho pensata dopo che ho notato  il netto miglioramento  della  dermatite,a seguito della dieta e della mia attenzione a non lasciare molliche di pane in giro,avevo notato che stava sotto il tavolo della cucina a leccare tutte briciole; e infine,come ultimo punto...i croccantini sono comodi se non addirittura necessari, quando partiamo, il Shiva viene sempre con me. 
Spero in un suo suggerimento, la ringrazio infinitamente.
Cordiali saluti. Maria
P.S. Se non è celiachia, cos'è? come fare la diagnosi di certezza?

28/03/2006
 

Cara Maria, ma è proprio sicura di aver intrapreso la dieta con carne di cavallo contro il parere del suo veterinario? Le chiedo questo perché si tratta di una dieta (in realtà composta da cavallo e patate, non riso) che si prescrive normalmente per diagnosticare un’intolleranza alimentare e difficilmente viene in mente ad un proprietario di intraprenderla senza che sia stato prima istruito da qualche fonte.
Comunque il fatto che la dermatite del cane sia scomparsa con tale dieta dimostra che la causa della malattia dermatologica è un’intolleranza alimentare. Questo è il nome della malattia e questa è già una diagnosi di certezza.
L’intolleranza alimentare rappresenta una reazione avversa dell’organismo ad una specifica fonte proteica o ad uno zucchero complesso. In pratica la reazione avversa viene scatenata da minime quantità di una determinata sostanza alla quale il cane è stato esposto abitualmente per almeno 6 settimane. Si può trattare di qualsiasi sostanza che abbia composto la dieta abituale del cane. Statisticamente il pollo è l’ingrediente che con maggior frequenza si rivela responsabile del problema, anche se personalmente ho rilevato diversi casi di intolleranza al riso.
La diagnosi dell’intolleranza alimentare si fa con una dieta privativa o “ad eliminazione” di tipo casalingo (cavallo e patate: a lei è andata bene con cavallo e riso perché il cane evidentemente non è intollerante al riso) o con particolari diete commerciali (segue un elenco).
L’identificazione della sostanza che scatena l’intolleranza si raggiunge con i test di provocazione: si inseriscono nella dieta privativa tutte le vecchie fonti alimentari, separatamente, una alla volta, in step di due settimane. La sostanza che scatena nuovamente la sintomatologia è la colpevole e non dovrà mai più rientrare nella dieta dell’animale. In questo modo lei potrà cucinare al cane tutto quello che vuole, tranne quel particolare alimento.
Per rispondere alla sua esigenza, le diete commerciali che possono sostituire o integrare la dieta privativa del suo cane sono le seguenti: HA purina, z/d Hill’s, d/d Hill’s, Hypoallergenic Royal Canin, LB dermatosis cane Eukanuba, Venice&Potato Baubon, Fish&Potato Baubon, Solo Quaglia ICFvet. Quando prova tali diete deve attenersi a queste indicazioni: fare una transizione graduale dalla dieta casalinga alla dieta commerciale (7 giorni di transizione), testare una sola dieta alla volta (per almeno due settimane consecutive), sospendere la nuova dieta ai primi segnali di intolleranza e ripartire con la dieta casalinga fino alla remissione completa dei sintomi prima di testare una nuova dieta commerciale.

Cordiali saluti,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile Dott.ssa Bevere,
la disturbo per una questione che mi toglie il sonno.
In breve la storia è questa: la mia cagnetta di 11 anni ha un nodulino sulla mammella posteriore.
Rx torace a gennaio ed eco addome la scorsa settimana negativi. Un'eco doppler invece rileva una cardiopatia mitralica senile di terzo grado.
Il vet decide di fare sola nodulectomia per evitare un'anestesia troppo invasiva. Risultato biopsia: carcinoma mammario tubulopapillare semplice, ben differenziato, non infiltrante con margini indenni.
Ora mi chiedo: cosa devo fare? Togliere tutta la fila mammaria? Che probabilità di sopravvivenza ha la mia Stellina??
Sono a terra.
Io abito a Milano...eventualmente posso contattarla telefonicamente?
Grazie e saluti
Serena

29/03/2006
 

Cara Serena, ci siamo sentite per telefono mi pare ieri e nel frattempo ho recuperato un lavoro molto specifico sulla correlazione tra tempo di sopravvivenza, stadiazione clinica e classificazione istologica che dice essenzialmente questo: la prognosi è basata sulla stadiazione TNM (diametro del tumore, presenza di metastasi ai linfonodi regionali, presenza di metastasi a distanza), sulla classificazione istologica determinata dalla WHO e sul grado di infiltrazione locale. In particolare (visto che lei lavora nel campo) gli animali in categoria N1 o N2 e/o M1 hanno avuto una sopravvivenza media di 2 anni! Quindi lei può stare proprio tranquilla visto che il suo cane dovrebbe essere N0-M0. Ma c’è di più perché da questo studio, condotto su 172 cagne sembra che i carcinomi con struttura tubulare abbiano una prognosi migliore di altri. Con questi dati, sapendo inoltre che nel suo caso il tumore non era infiltrante, era ben differenziato e con margini indenni, dovrebbe dormire sonni tranquilli!

Cordiali saluti,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gent.ma Dott.ssa,
le scrivo xchè ho un problema. Ho un barboncino di 8 anni, tempo fa all'incirca un anno, ho fatto un prelievo di sangue xchè il cane presenteva una forfora strana al naso e agli occhi. Dal test è risultato positivo, anche se per una piccolissima percentuale (circa lo 0,0001 %), alla Leishmaniosi. Ho fatto la cura di glucantime, ma il cagnolino ha reagito malissimo la cura è risultata troppo forte. 
Ho voluto cambiare veterinario, per ascoltare un altro parere, e anche xchè  non ho riscontrato nessun miglioramento, soprattutto agli occhi che cominciavano a diventare opachi. Il nuovo vet ha consigliato un test linfonodale x la leishmaniosi ed il cane è risultato negativo, ha curato questa, che poi non era forfora, ma un infezione agli occhi ed il cane è guarito.
Adesso il cane ha gravi problemi renali abbiamo fatto le analisi del sangue e risulta sempre negativo alla leismaniosi, ma presenta dei valori come la creatinemia e l'azotemia molto alti. Creatinemia Mg/dl 2,8 e azotemia Mg/dl 243. Negativo anche alla filaria  alla malattia Lyme.
Anche se il cane risulta negativo alla leishmaniosi, documentandomi ho scoperto che i problemi renali (urina molto, beve molto e ci sono stati alcuni momenti di vomito marrone, e feci scure e molli) sono la principale conseguenza di questa malattia, visto i trascorsi, è possibile che le ultime analisi siano sbagliate? sia del sangue che linfonodale? Mi aiuti la prego xchè non so più a chi credere.
Cordiali saluti
Elisa

29/03/2006

 

Gentile Elisa, l’insufficienza renale può essere determinata da molte cause e non è proprio il caso di convincersi che il cane debba avere per forza la leishmaniosi, quando non è presente alcuna sintomatologia tipica e gli esami sono risultati negativi. In particolare, la sintomatologia della leishmaniosi in forma cronica, al momento della diagnosi, è risultata la seguente: aumento di volume di tutti i linfonodi (89%), forfora cutanea a carico di tutto il mantello (56%), anemia (60%), ulcere a carico del tartufo e delle orecchie (40%), insufficienza renale (16%).
La sierologia (l’esame che suppongo lei abbia fatto) non può essere usata come unico test per la diagnosi perché dà esito positivo anche in cani sani che sono solo venuti a contatto con il parassita, ma che poi non si sono ammalati. Inoltre esiste in letteratura un limite al di sotto del quale la sieropositività non viene considerata significativa: tale limite dovrebbe essere 1:80. La percentuale che lei riferisce non è sicuramente riportata dal laboratorio, ma immagino lei intenda dire che appunto la positività dell’esame era troppo bassa per risultare significativa. Ora, l’esame citologico dei linfonodi, che dà un risultato positivo nel 70% dei cani malati, è negativo; la sierologia era da considerarsi negativa un anno fa e lo è ancora oggi. Io mi metterei l’anima in pace, ma comunque, se proprio vuole togliersi il pensiero per sempre, le posso dire che l’esame che ha la sensibilità più alta per la diagnosi della leishmaniosi è la PCR a partire da campioni di sangue, aspirati midollari o biopsia cutanea. Viene eseguita in diversi laboratori privati, ma io nel suo caso mi rivolgerei all’Istituto Zooprofilattico della Sicilia (tel 0916565111) che riceve campioni biologici da tutta Italia e che ha una metodica ben affinata. Ma, ripeto, secondo me non è affatto necessario, mentre è importante concentrarsi sul trattamento della malattia renale.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gent.le D.ssa,
la ringrazio anticipatamente per la consulenza che vorrà fornirmi e che le chiedo per la mia gattina che ha 12 mesi, (sterilizzata da circa un mese), per la quale sono molto preoccupata. Qualche giorno fa, dopo essere caduta da un 'altezza di un metro, la gattina ha manifestato immediatamente una crisi convulsiva, dalla quale si è ripresa dopo circa un minuto. Portata subito dal veterinario, le è stata  fatta una prima puntura di cortisone, ed una seconda dopo quattro ore dalla prima, per fronteggiare il trauma cranico subito. Sembrava si fosse ripresa benissimo, quando dopo 13 giorni dalla caduta, verso le 6,30 del mattino e senza uno specifico motivo, la gattina ha manifestato la stessa crisi convulsiva. Portata nuovamente dal veterinario, le è stata somministrata un'altra puntura di cortisone, consigliandomi di sottoporla ad un prelievo del sangue per valutare la funzionalità epatica e renale della gatta.
Purtroppo, il valore della creatinina è risultato pari a 3, ed il veterinario mi ha consigliato di alimentarla da subito con cibo dietetico k/d della hill's ovvero Renal della Royal Canin, in attesa di sottoporta tra una settimana ad un altro prelievo ed ad una ecografia renale.
La gatta non manifesta altri visibili sintomi,e seppur non gradisca molto gli alimenti dietetici, ha appetito, mangia, urina normalmente e gioca.
Queste le mie domande:
1) come mai la gatta presenta un livello elevato delle creatinina, la quali si manifesta in genere in gatti non più giovani?
2)potrebbe tale livello elevato, dipendere dall'anestesia subita per la sterilizzazione ovvero per la somministrazione del corstisone?
3)quali correlazioni tra la caduta subita, seguita dalle convulsioni e la creatinina alta?
4) se dovesse essere diagnosticata una insufficienza renale,e visto che la gattina è giovane, si potrà controllare l'evoluzione della patologia ed in che modo?
La prego mi risponda, sono preoccupatissima per la mia piccolina.
Grazie
Raffaella M. - Catanzaro

29/03/2006

 

Gentile Raffaella, per un gatto saltare da un metro di altezza (come dalle braccia di una persona adulta) è un’attività del tutto normale. I gatti adulti e sani non cadono, non inciampano e non perdono l’equilibrio. E se fanno un volo di qualche metro non battono la testa. Inoltre è anche assai improbabile che una caduta determini “immediatamente” una crisi convulsiva seguita subito dopo dalla completa normalizzazione dello stato generale del gatto (cortisone o no). Mi spiego meglio: un trauma cranico così serio da provocare immediatamente convulsioni, non può risolversi subito dopo la crisi epilettica senza lasciare alcuna traccia di sé per oltre 2 settimane. Quindi quello che penso è che la caduta sia stata determinata da un’improvvisa e spontanea alterazione dello stato del sistema nervoso centrale, cioè che il gatto sia caduto proprio perché era in procinto di avere una crisi epilettica.
Per quanto riguarda la prima domanda: anche gatti giovani possono essere colpiti da insufficienza renale, dovuta a moltissime possibili cause, ma in un animale così giovane che “urina normalmente” (vuol dire che non beve tantissimo e che non urina tantissimo?) e che ha un normale appetito, val la pena di escludere gli errori diagnostici ripetendo gli esami (almeno Crea, BUN, fosforo, esame delle urine), così come è già stato deciso dal collega. La risposta alla seconda domanda è no. Alla terza domanda in parte ho già risposto (la crisi epilettica ha provocato la caduta e non il contrario). Dubito che il valore della creatinna abbia qualcosa a che fare con le due crisi, perché l’insufficenza renale, se determina coma e convulsioni, lo fa solo nelle fasi terminali. La risposta alla quarta domanda dipende dal risultato dei prossimi esami. In seguito bisognerà focalizzare l’attenzione sulle possibili cause di epilessia del gatto come meningoencefalite granulomatosa, peritonite infettiva, toxoplasmosi, shunt portosistemico, encefalopatia ischemica felina, eccetera. Ci vorrà senz’altro l’aiuto di un neurologo.

Mi faccia sapere! Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

gentile dottoressa,ho un bassotto di 14anni alimentato fino a sette mesi  fa con cibo naturale,ha iniziato a non assimilare più il cibo e ad andare di intestino 3 o 4 volte al giorno. il mio veterinario mi ha consigliato di cambiare alimentazione,dandogli 
eukanuba intestinal (croccantini)forse va un po' meno di intestino ma la sua magrezza è spaventosa. a parte questo è un cane ancora sanissimo.
che consiglio può darmi?
la ringrazio cortesemente
carlotta

30/03/2006
 

Gentile Carlotta non le sembra che “magrezza spaventosa” e “sanissimo” siano due concetti in conflitto tra loro? Perché una “magrezza spaventosa” in un cane sano ci sta solo se qualche condizione esterna impedisce all’animale di alimentarsi, come l’assenza di cibo, oppure se il cane appartiene ad una di quelle razze di levrieri che per loro costituzione sono praticamente privi di tessuto grasso.
Faccia così: se il cane sta dimagrendo perché volontariamente assume meno alimento di quello necessario al suo fabbisogno energetico deve far effettuare degli esami del sangue completi e, se questi sono normali, provvedere ad ulteriori indagini come ad esempio un’ecografia addominale. Cercando, qualcosa di solito si scopre.
Nel caso in cui invece il problema fosse apparentemente centrato sull’intestino tenue e se una breve terapia sintomatica non sortisse alcun risultato, allora si dovrebbe procedere, con metodo e pazienza, ad escludere una per una le varie cause di malattia intestinale che possono aver colpito il suo cane.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

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