Il veterinario risponde
a cura della d.ssa Nicoletta Bevere

sesta pagina

Gentile Dottore,,,,ho una cricetia dorata di 2 anni.bella vispa e super addomesticata.....ora viene il dramma....ieri sera ha iniziato ad avere delle perdite di sangue dalle parti intime(no vescica)....e tutto  questo fino a stamattina alle 7. Ora dorme e non mangia....sono preoccupata  è una questione fisiologica o patologica.
Grazie infinite.
Arialda Brugola
05/02/2006
Gentile Arialda, potrebbe essere un’infezione dell’utero. Dovrebbe cercare nella sua zona un veterinario che pratica la medicina e la chirurgia nel criceto perché l’animale potrebbe avere bisogno urgentemente di un’ovarioisterectomia.
Cordialmente,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
 
Gent.ma Dottoressa Bevere,
il mio Alfredo, gatto di 11 anni abbondanti (l'ho accolto già adulto, età presunta 1 anno circa), ha ultimamente una gengivite ribelle.
Abbiamo eseguito subito un ulteriore depistaggio Fiv & Felv, con risultati negativi. Stesso discorso per la determinazione della eventuale insufficienza renale...
Gli sono stati asportati  i denti guasti, gli è stata fatta una iniezione di antibiotico, e più avanti gli è stato somministrato del Depo-Medrol in muscolo.
Purtroppo, dopo una ventina di giorni, ha ricominciato a non mangiare, pare che abbia appetito, ma non riesce ad alimentarsi.
E' così dimagrito che è tutto occhi...... e inizio a pensare che ci sia altro, qualcosa a cui la veterinaria, peraltro bravissima, non ha magari pensato.
Ho provato a somministrargli una mezza compressa di
DOPROVET 100 mg. nel cibo, ma....... l'ha fiutata e non c'è stato altro da fare.
Impossibile infilargliela in bocca, si divincola e graffia, stesso discorso nel caso del medicinale polverizzato e sciolto in acqua...... impossibile schizzarlo in bocca.... si agita come un matto e graffia!!!
Un altro rimedio ipotizzato dalla veterinaria è la somministrazione di Atoplus 25 per via orale........ anche questo non praticabile.
Per ora abbiamo ovviato all'inconveniente con una ulteriore iniezione di Depo-Medrol...... ma pare che le gengive non cicatrizzino.... sono sempre rosse e gonfie....
Sono molto preoccupata, e avevo pensato a un antiinfiammatorio di tipo Fans, o ad un enzima come la Bromelina..... ma esiste una forma iniettabile di uno o dell'altro?
Non so come parlarne alla vet; mi pare di volerle insegnare il mestiere... e non è così. Solo può succedere che a volte si trascura un'ipotesi che poi invece andava presa in considerazione.... non c'è nulla di male...... ma non voglio invadere le altrui competenze, e d'altro canto la mia preoccupazione cresce.
Prima di passare a prove di eventuali allergie... c'è qualcosa che lei potrebbe consigliare?
Sto pensando anche ai fiori di Bach o all'Omeopatia...... lei che ne pensa?
Grazie molte
Giuliana Berra      Mappano di Caselle T.se
05/02/2006
 
 
Gentile Giuliana, se la diagnosi di stomatite è corretta, e se il gatto davvero non si alimenta per il dolore orale nonostante le estrazioni, ci sono tre possibilità.
1)       Il gatto conserva qualche premolare o molare, perché la collega ha estratto solo i denti patologici. Questo sarebbe un caso fortunato, perché la terapia corretta della stomatite prevede invece l’estrazione di TUTTI i premolari e molari. Dopo le estrazioni viene fatta una radiografia per dimostrare la completa rimozione delle radici. Nei casi così trattati la completa guarigione è la norma.
2)       Il gatto non ha più nemmeno una corona dentale. In tal caso è probabile che siano presenti sotto le gengive dei frammenti di radici, a causa di antiche fratture dentali spontanee o di estrazioni dentali eseguite non correttamente. Va fatta una radiografia e verificato. Una volta estratte le radici, la stomatite ha ottime probabilità di risolversi.
3)       La terapia è stata effettuata correttamente. Allora il gatto è uno di quei rari casi che necessita di ulteriori trattamenti. Se si tratta di ciò possiamo riparlarne in seguito.
A proposito di cortisone: il processo infiammatorio dei tessuti orali è scatenato dalla presenza di batteri che, in animali predisposti, provocano una reazione immunitaria iperergica (come a dire un po’ eccessiva). Il cortisone sopprime questa risposta immunitaria, per cui inizialmente può sembrare che vi sia un lieve miglioramento. In realtà, mentre il cortisone soffoca le difese locali, i batteri presenti intorno ai denti e sotto le gengive sono del tutto liberi di proliferare e aggredire i tessuti orali sempre più profondamente, determinando un peggioramento dei sintomi non appena cala l’azione immunosoppressiva.
E’ per questo che la terapia cortisonica è seguita sempre dalla ricaduta dei sintomi. Inoltre, dopo diverse somministrazioni di cortisone, scompare anche quel transitorio e apparente miglioramento iniziale e i soggetti così trattati rispondono poi meno prontamente alla terapia chirurgica.
Tutte le altre medicine che le sono venute in mente non faranno guarire Alfredo dalla stomatite, e in particolare sappia che i FANS non sono troppo amici dei gatti, quindi non faccia esperimenti. Deve solo provvedere velocemente a far eseguire le estrazioni dei denti rimasti e a controllare l’assenza di radici ritenute.
Cordiali saluti,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Gentilissimo Dott.
alla mia gatta di 12 anni  .che ho portato 4 gg. fa dal veterinario per un fortissimo raffreddore, hanno diagnosticato un melanoma (dopo un ago aspirato) . E' una specie di ciste che ha sul fondo della schiena (io mi sbaglierò ma e' partito tutto da un graffiata di un'altro gatto)
La mia domanda e' questa: ha 12 anni (gli esami del sangue vanno bene) con l'anestesia non succederà nulla?
Non e' pericoloso? E le conseguenze? Dovrà fare della chemioterapia?
E' sterilizzata da piu' di 10 anni e in questo momento e' sotto antibiotico per via di questa bronchite.
Ringraziandola anticipatamente
E. Mocchetti
09/02/2006
 
Gentile sig. Mocchetti,
l’anestesia generale non è mai a rischio zero ovviamente, nemmeno in un individuo giovane e sano, e naturalmente nessuno le può consigliare di far operare l’animale prima che sia completamente guarito dalla bronchite, in quanto le patologie respiratorie aumentano molto i rischi anestesiologici. Per quanto riguarda il melanoma cutaneo, io non avrei una fiducia assoluta in questa diagnosi, in quanto si tratta di una neoplasia molto rara nel gatto, rarissima nella sede in cui lei la descrive e, per questo tumore, l’accuratezza diagnostica fornita dall’esame che è stato effettuato è bassa. In ogni caso, generalmente si tratta di un tumore benigno, a meno che non sia localizzato sulle mucose (occhi, cavo orale, ecc.), per il quale non viene proposta alcuna terapia a parte l’escissione chirurgica.
Cordialmente,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Ho appena fatto in tempo a salvare un gattino dalla morte infatti era stato appena sotterrato quando ho sentito i suoi miagolii. Dopo averlo ripulito e lavato mi sono accorto che ha ancora del terreno in una orecchia. Mi sa dare qualche consiglio per ripulire bene l'orecchio per evitare infezioni ?
Grazie di cuore
C. Ziccardi 
09/02/2006
 
Gentile signor Ziccardi,
secondo me la gattina può avere un’otoacariasi e lei confonde con della terra il cerume, tipicamente friabile e nerastro, dovuto all’otite. Deve recarsi con l’animale da un veterinario che, con uno strumento chiamato otoscopio, verifichi questa possibilità.
Cordialmente,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Gentile dottoressa,
le scrivo per chiederle un consiglio riguardo la mia gatta di 9 anni affetta da aids felino.
Verso la fine di agosto ha iniziato ad avere episodi di vomito(liquido trasparente con tracce di sangue) ogni 30/45 gg.
Il mio veterinario le ha anche riscontrato una lieve insufficienza renale, quindi mi ha prescritto:60 cc di ringer lattato,0,5 cc di plasil e 0,5 cc di ranidil per tre/cinque gg nei momenti di crisi.
Ora si sta alimentando solo con prodotti per problemi renali.
Tra 30/45 gg mi è stato consigliato di ripetere gli esami.
E' giusta la procedura consigliatomi?
Quando ha fatto il prelievo di sangue il test per l' aids felino era terminato, quindi è stato effettuato 15 gg dopo con lo stesso sangue prelevato. Devo quindi ripetere anche il test specifico per l'aids?
La ringrazio anticipatamente
Elisabetta
11/02/2006
 
Gentile Elisabetta,
per quanto riguarda il test del FIV, non c’è motivo di credere che il siero congelato abbia dato un risultato meno attendibile di quello che avrebbe potuto dare il sangue fresco. Quindi non ripeterei l’esame. Da quel che mi racconta inoltre non direi che la sua gatta è malata di AIDS felino, ma solo che è risultata positiva al FIV, cosa della quale non mi preoccuperei affatto.
Il monitoraggio della funzionalità renale attraverso gli esami del sangue è una procedura corretta e molto utile sia per formulare una prognosi, sia per adattare le cure alle condizioni del gatto. Alla terapia prescrittale per trattare gli episodi di vomito, e alla dieta specifica per insufficienza renale, conviene sicuramente aggiungere gli acidi grassi ed eventualmente un ACE inibitore. Entrambi sono molto utili per contrastare il progredire della malattia renale.
Cordiali saluti,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Poldo, il mio Bassethound é affetto da miocardiopatia dilatativa e ha nove anni;
tutto é iniziato lo scorso autunno, il primo sintomo é stata la tosse e in un primo momento il veterinario mi ha detto che aveva un soffio al cuore ma non gli abbiamo dato nessuna medicina, poi é peggiorato e ha iniziato ad avere acqua nei polmoni,allora gli é stata prescritta una pastiglia di Fortecor 5 e una di lasics al giorno, é stato malissimo, vomitava tutto il giorno fino a quando abbiamo provato con i cerotti alla nitroglicerina (1/2 x orecchio per 36 ore con una frequenza settimanale) cosi abbiamo continuato fino a sabato quando sono rientrata a casa e l'ho sentito
"gorgogliare" semplicemente appoggiando il mio orecchio sul suo torace si sentiva il crepitio e il rumore dell'acqua gli ho messo subito i cerotti anche se glieli avrei dovuti mettere il lunedì e non il sabato.
Da ieri il veterinario mi ha detto di dargli una pastiglia di lasics (40mg) ma ho paura che ricominci a star male anche se pensandoci bene a farlo stare così male forse era il fortecor e non il lasics, stanotte ha fatto pipi tre volte quindi secondo me inizia a funzionare, o almeno spero. 
Vorrei solo sapere se con la medicina omeopatica posso aiutarlo ad espellere l'acqua dai polmoni e se ci sono delle sostanze alimentari che gli facciano meglio di altre (per esempio ieri ho letto che il potassio diminuisce l'assorbimento del sodio) so che ai malati di cuore consigliano di mangiare due noci al giorno e un cucchiaio di olio di oliva... insomma vorrei sapere come posso aiutarlo.
(la sua pappa da sempre é riso soffiato, macinato di manzo 50/60gr al giorno e frutta e verdura che lui adora, ho pensato che da stasera invece del riso soffiato nel quale magari c'é del sodio gli faccio del riso bollito almeno sono sicura che li di sale non ce n'é e poi potrei dargli carne bianca o solo vegetali se la carne non gli fa bene)
Grazie mille per il suo aiuto!
Laura Montagna,Lugano Svizzera
14/02/2006
 
Gentile Laura, leggendo la sua lettera mi viene il sospetto che la diagnosi di miocardiopatia dilatativa non sia stata effettuata in seguito ad un esame ecocardiografico. Il sospetto mi viene sia perché lei non mi parla affatto di questo esame, ma soprattutto perché i proprietari che ricevono una tale diagnosi normalmente sono informati molto bene sia della prognosi infelice che a questa malattia si accompagna, sia delle sue possibili terapie. Lei invece mi parla di riso bollito, omeopatia e olio d’oliva.
Se sto sbagliando mi perdoni, ma se per caso il suo Poldo è stato sottoposto solo all’auscultazione cardiaca e ad una radiografia del torace, allora il modo migliore per aiutarlo è che gli venga data una terapia appropriatamente e definitivamente stabilita sulla base di una diagnosi ecocardiografica, effettuata da un ecografista cardiologo veterinario.
Cordiali saluti,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Ho un gatto persiano di 12 anni a cui è stata diagnosticata insufficienza renale cronica e reni policistici.
Abbiamo chiesto di effettuare i primi esami perchè beveva eccessivamente e i primi risultati furono creatina: 2,8 e BUN lievemente al di sopra della soglia max.
Non ha mai accusato altri sintomi tipo vomito, disidratazione e depressione.
Dopo un mese di cura con un ACE inibitore ed una scarsa dieta Renal in quanto si rifiutava di mangiare questo cibo, il risultato degli esami è stato creatina 3,1 e BUN al livello soglia max.
Il veterinario lo ha sottoposto per 4 giorni a flebo per fluidificare il sangue e a 4 giorni di distanza dalla fine del trattamento è stato creatina 3,2 e BUN rientrata entro i limiti.
Adesso ci ha prescritto 10 iniezioni da fargli a casa in 5 giorni della stessa soluzione della flebo e dieta rigida con cibo della linea renal.
Il prossimo controllo del sangue avverrà tra 15 giorni.
Dopo gli ultimi risultati di ieri sera mi sono molto abbattuta in quanto non mi aspettavo che dopo 4 giorni di flebo, il valore della creatinina non si fosse abbassato.
Con questi valori, l'insufficienza renale è veramente grave e in quanto progredirà la malattia?
Perchè la BUN migliora, mentre la creatinina continua ad aumentare?
Esiste una dieta casalinga che possa utilizzare in sostituzione del cibo Renal nel caso si rifiuti categoricamente di mangiarlo?
La ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti,

Laura Mascheretti

14/02/2006
 
Gentile Laura, il valore di creatinina del suo gatto non è elevatissimo, ma capisco che possa sembrare preoccupante l’incremento progressivo, apparentemente inspiegabile, e in un tempo relativamente breve di tale valore.
La risposta alla sua domanda è questa: la BUN diminuisce perché si tratta di un valore maggiormente sensibile alle variazioni della dieta, mentre la creatinina sta aumentando perché è chiaramente diminuita la capacità di filtrazione renale. Quest’ultimo fatto (la diminuita capacità di filtrazione renale) può essere dovuto nel suo caso a due diverse possibilità. La prima possibilità (secondo me la meno probabile) è che la malattia renale abbia deciso proprio adesso di aggravarsi, in coincidenza con il trattamento farmacologico. La seconda possibilità, molto più verosimile, è che l’ACE inibitore, che per sua stessa natura contrasta l’ipertensione renale, stia impedendo alla massa funzionale residua dei reni di lavorare. Immagini di filtrare del succo d’arancia con un colino ostruito: quando il colino è pieno di liquido fino al bordo la pressione del liquido stesso fa sì che la filtrazione avvenga velocemente nonostante che le maglie del colino siano parzialmente ostruite. Quando invece all’interno del colino rimane solo un piccolo quantitativo di liquido, allora la pressione è bassa e la filtrazione avviene lentamente, goccia a goccia, o non avviene proprio. Nel caso del suo gatto, l’ACE inibitore ha tolto pressione ad un sistema che funzionava abbastanza bene solo grazie ad essa.
Quindi se vuole limitare il più possibile la progressione del danno renale, ripristinando tuttavia lo stato di equilibrio nel quale si trovava il suo gatto, a mio parere è necessario sospendere del tutto l’ACE inibitore, essere inflessibili con la dieta (ci sono molte marche, sia in formulazione umida che secca, tra le quali scegliere) e infine somministrare degli acidi grassi.
Cordialmente,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Gentile dottoressa,
prima di tutto volevo ringraziarla per la sua risposta alla mia precedente lettera. Ora però avrei bisogno da lei  alcuni chiarimenti al riguardo. Secondo come mi ha scritto io non devo considerare la mia gatta affetta da AIDS anche se il test fattole è risultato positivo e che dovrei aiutare i suoi reni con un ACE inibitore. quindi confusa più che mai le chiedo delle spiegazioni ,anche perchè il mio veterinario mi aveva detto tutto il contrario. Infatti sostiene che se il test è positivo il gatto ha AIDS e inoltre i farmaci per rallentare il decorso dei problemi renali fanno più danni al nostro gatto che bene. Poi le vorrei anche chiedere se quando si effettuano tali test il dottore è dovuto a rilasciare un foglio con il risultato del test o no perchè a me l esito mi è stato comunicato solo a voce.
La ringrazio ancora una volta
Elisabetta
15/02/2006
 
Gentile Elisabetta, AIDS è un acronimo che, tradotto dall’inglese, significa sindrome dell’immunodeficenza acquisita. Immunodeficenza vuol dire scarso funzionamento del sistema immunitario, ossia indica che il sistema che normalmente ci difende da batteri, virus, funghi e tumori non riesce a svolgere più il suo compito. La parola sindrome si usa invece per riferirsi ad una malattia che colpisce più organi e apparati, dando una sintomatologia complessa.
Un animale affetto da AIDS quindi soffre di molti disturbi contemporaneamente, tutti riconducibili all’immunodeficenza:
micosi, stomatite, ascessi sottocutanei, polmoniti, toxoplasmosi, diarrea, linfopenia, ecc. Veda lei se lo stato di salute del suo gatto è compatibile o no con la diagnosi di AIDS.
Un gatto FIV positivo può anche ammalarsi di AIDS, ma non è difficile trovare gatti FIV positivi ad un anno di età che vivono poi una vita sana e muoiono di vecchiaia senza il minimo segno di malattia del sistema immunitario. Del resto, se il suo gatto non può aver contratto il virus che molti anni fa, cioè convive con questo FIV da molti anni, allora l’unica differenza è che lei lo scopre solo adesso. Per questo non mi preoccuperei. Ma forse il suo veterinario conosce dei particolari che io non so.
Per quanto riguarda la terapia dell’insufficienza renale è ormai accertato che l’ipertensione renale è uno dei fattori maggiormente implicati nella progressione della malattia, quindi l’indicazione dell’ACE inibitore è proprio quella di garantire ai reni una vita più lunga. Occasionalmente tuttavia i reni non possono fare a meno di quell’ipertensione per poter lavorare e quindi a volte, in un animale anziano con una grave deplezione della massa renale, può non essere conveniente ricorrere all’antipertensivo. Non so se il suo veterinario si riferisce a questa possibilità. Dieta e acidi grassi invece non hanno controindicazioni. Infine, per quanto riguarda gli esami del sangue, indubbiamente è buona pratica rilasciare al cliente documentazione cartacea.
Cordialmente,
dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Mi chiamo Andrea e posseggo un gatto di 6 anni, nel mese di gennaio gli ho scoperto sulla schiena, all'altezza della collottola, una specie di bolla spaccata, dal quale usciva del pus, ho subito portato il gatto dal mio veterinario, che dopo una breve visita mi ha detto che probabilmente era stato punto da una zecca, o da qualche altro animaletto del genere, ma non poteva essere più preciso visto che dell'animaletto non c'era più traccia, allora come rimedio mi ha dato da pulire la ferita con dell'amuchina diluita, alla mia richiesta di antibiotici me li ha sconsigliati, dopo qualche settimana la bolla è scomparsa ed ora rimane soltanto un piccolo segno, ma da qualche giorno, a pochi millimetri da quella ferita, hanno iniziato a formarsi delle chiazze bianche, con forte caduta del pelo, sono tornato dal veterinario è mi ha detto che poteva essere una dermatite, e come cura mi ha dato delle gocce che dovrebbero far passare il prurito e nel metre curare la dermatite, ma in verità il gatto continua a perdere il pelo ed oramai quello che era grosso mezzo centimetro è diventato grosso quanto una moneta da due euro, e la cosa mi preoccupa, voi cosa ne pensate? Per essere chiari io abito al pian terreno ed il mio gatto esce al massimo in balcone dieci minuti, come alimentazione croccantini a pranzo, una manciata, un po' di latte al pomeriggio, e mezza scatoletta di carn (circa 60 grammi) a cena.
Grazie per il vostro interessamento.
Andrea da Torino
15/02/2006
 
Gentile Andrea, in caso di diradamento del mantello è necessario fare un tricogramma per capire se la caduta del pelo è spontanea, autoindotta o dovuta a malattie del fusto. Una  volta capito il “punto debole” del pelo, si possono prendere in esame le malattie che provocano quel tipo di diradamento del mantello e si può procedere ad un iter diagnostico ben determinato. Questa è la procedura corretta per diagnosticare la causa delle alopecie.
Deve invece prendere come semplice spunto l’ipotesi che la lesione, vista la sede, la sua unicità, e il tipo di evoluzione, potrebbe anche essere una reazione locale indotta da un’iniezione effettuata in novembre o dicembre, oppure da un farmaco somministrato per via topica, come un prodotto antiparassitario. L’ipotesi della zecca, sul balcone, in gennaio, che si attacca proprio in una delle regioni dove la cute del gatto è più dura e resistente, mi lascia un po’ fredda, ma per carità tutto può essere.
Cordiali saluti,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
 
 
Gentilissima dottoressa,
Ho un cane di razza chihuahua è stato operato al ginocchio per il problema alla rotula che esce dalla sua sede circa 40 giorni fà il mio problema è che Camilla la mia cagnolina non ne vuole sapere di appoggiare la zampa (forse perchè aveva già il vizio di camminare con la zampina alzata)il problema è che ha perso tono muscolare sono a chiederle un consigliosu cosa fare. Grazie mille ancora.
19/02/2006
 
Gentile signora, il trattamento della lussazione ricorrente della rotula varia in relazione al tipo di difetto anatomico sottostante. La prognosi è estremamente variabile in quanto dipende sia dal tipo e dalla gravità del difetto primario del ginocchio, sia da eventuali alterazioni secondarie come la rottura del legamento crociato anteriore o la presenza di artrosi. Inoltre l’esito dell’intervento dipende, oltre che dalle condizioni del cane, anche dalla capacità dell’ortopedico nel scegliere l’intervento adatto e nel realizzarlo al meglio. Riguardo tutti questi dati siamo però nel buio più assoluto.
L’unica sicurezza è che qualcosa è andato per il verso sbagliato, perché 40 giorni di mancato appoggio dopo l’intervento sono quasi il decuplo del tempo che ci si aspetterebbe perché il cane iniziasse ad appoggiare in punta. Dopo tutto questo tempo l’arto dovrebbe essere pienamente caricato.
Nota Bene: i cani non zoppicano perché hanno un “vizio” o un’abitudine! Chi le ha detto una cosa del genere? Il suo cane quasi sicuramente non appoggia l’arto perchè ha un grave dolore articolare o, meno probabilmente, perché ha un impedimento meccanico all’estensione del ginocchio. Inoltre quello che secondo lei è “il problema”, ossia la perdita di massa muscolare, è solo la conseguenza ovvia del disuso dell’arto.
Lei deve tornare di corsa dall’ortopedico che ha eseguito l’intervento perché lui sappia che l’operazione non ha avuto buon esito. Deve poter ottenere una spiegazione chiara su cosa può essere andato male e su come si può (se si può) correggere il problema. E’ probabile che, solo per chiarire il motivo del disturbo, siano necessarie delle radiografie in sedazione. Non si tiri indietro. Dopo di che, se non rimanesse soddisfatta da questo incontro, dovrebbe farsi rilasciare tutta la documentazione medica, compreso il tipo di intervento realizzato, e purtroppo chiedere un secondo parere ad un ortopedico di chiara fama, perché in genere per effettuare una revisione chirurgica è necessaria molta più abilità di quella richiesta per effettuare un primo intervento.
Cordialmente,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Gentilissima Dottoressa,
mi chiamo Fleana e Le scrivo da Milano, il mio gatto ha 14 anni e il mese di luglio gli hanno diagnosticato un inizio di insufficienza renale con un pò di anemia.
Il mio veterinario mi ha prescritto di dargli Omega pet  +  fortekor + cameral per e delle pastiglie per gatti da prendere per 30gg. per l'anemia.
Per quanto riguarda l'alimentazione non mi ha dato nessuna indicazione.                      
Periodicamente lo ho portato a fare gli esami del sangue per controllare il suo problema e fino al mese di dicembre era stabile, mentre l'ultimo controllo del mese di gennaio è risultato che l'anemia era diminuita.
Essendo che il mio gatto ha un carattere un pò bruttino, per fargli gli esami il veterinario doveva addormentarlo, così l'ultima volta mi ha detto che a causa dell'insufficienza renale non andava bene l'anestesia e che così non gli avrebbe fatto più controlli.
Mi ha anche chiesto se io potevo fare delle flebo sotto cute al gatto, ma essendo impossibilitata a fargliele mi ha detto d lasciare stare.
Il mio gatto mangia dorme beve normalmente, volevo da lei sapere la sua opinione e sapere se potevo fare qualcosa di più.
Grazie Fleana
20/02/2006
 
Gentile Fleana, quello che può fare ancora, oltre a ciò che già sta facendo, è alimentare il suo gatto con una dieta umida per animali con insufficienza renale, stimolare una maggiore assunzione di liquidi posizionando qualche ciotolina d’acqua in giro per casa, ma soprattutto deve stare contenta, perché un principio di insufficienza renale alla bella età di 14 anni, in un gatto che conserva il proprio appetito e il proprio caratteraccio, è un gran successo. Se più avanti l’anemia dovesse aggravarsi tanto da determinare una sintomatologia specifica, la si potrà trattare con l’eritropoietina. Infine, per quanto riguarda gli esami del sangue, li eviterei anche io se comportano ogni volta una sedazione, almeno fino all’eventuale comparsa di qualche nuovo sintomo importante.
Saluti,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Salve,sono Francesca e ho una cagnolina beagle di 14 mesi che il 22 maggio scorso è stata sterelizzata e dopo qualche mese ha iniziato ad avere problemi di incontinenza urinaria che il veterinario ha diagnosticato di tipo ormono-dipendente. Ora le sto somministrando una volta alla settimana una compressa di PREMARIN 0,625 ma non sempre basta. Vorrei saper se la somministrazione di estrogeni in modo cronico può portare problemi, se per caso vi sono altre terapie per la cura dell'incontinenza urinaria e se eventualmente vi sono in piemonte o in lombardia (io vivo a novara) dei centri specializzati nelle cura di questo problema.
La ringrazio in anticipo per l'attenzione, e spero di ricevere una sua risposta al più presto.
Cordiali saluti.
Francesca  Pagliai

20/02/2006

 
Gentile Francesca, i farmaci usati per trattare l’incontinenza urinaria nella cagna sono la fenilpropanolamina (al dosaggio di 1 milligrammo per ogni kilo di peso del cane, somministrata per bocca ogni 8 ore) oppure gli estrogeni (con varie posologie). Entrambi i farmaci possono avere effetti collaterali, ma generalmente questi si verificano con dei dosaggi superiori a quelli normalmente necessari ad ottenere l’effetto terapeutico. In particolare l’assunzione di estrogeni del suo cane mi sembra piuttosto contenuta. Per controllare meglio l’incontinenza può procedere per “prove ed errori” variando leggermente la posologia, fino a trovare quella più adatta, con il dosaggio minimo efficace. Potrebbe iniziare ad esempio con la somministrazione ogni 3-4 giorni di un dosaggio leggermente inferiore a quello assunto adesso. Potrebbe inoltre associare alla terapia ormonale la fenilpropanolamina, magari da somministrarsi solo una volta al giorno, in previsione di un periodo della giornata durante il quale l’incontinenza si verifica più frequentemente. Infine deve alimentare il cane con una dieta leggera, che riduca il più possibile il volume delle feci (quindi povera di fibra), ma somministrata in quantità tali da mantenere il cane magro. Se con tutte queste attenzioni il problema dovesse persistere o, più avanti, aggravarsi, si potrebbe prendere in considerazione un approccio chirurgico, da valutare attentamente però, e solo dopo una diagnosi accurata. Possiamo parlarne ancora.
Cordiali saluti,
dott.ssa Nicoletta Bevere.
 
Salve.
Le scrivo dalla provincia di Varese (Lago Maggiore) per il mio siamesino di 4 mesi.
Sabato scorso in prima mattina (06h00 circa), dormendo insieme, l'ho sentito allungarsi e irrigidirsi, poi convulsioni ed è iniziata una crisi respiratoria/epilettica. Il piccolo è entrato in uno stato comatoso che è durato fino al giorno successivo.
Dai primi esami, è risultata una "massa" a livello toracico e intestinale e, non essendo infetto da aids e leucemia felina, il nostro veterinario ha temuto si trattasse di peritonite infettiva (una possibile strage! noi abbiamo altri 5 gatti e tutti da sempre vivono in casa!). Nella giornata di domenica, si è passati da uno stato semi-comatoso ad un recupero delle parti anteriori più che discreto. Gli esiti circa la peritonite sono risultati negativi. Ad oggi, il piccolo mostra lievi segni di miglioramento anche per le parti posteriori, sempre più sensibili. Ha grande appetito, è lucido, il suo intestino funziona regolarmente (ma deve essere stimolato causa paralisi). E' curato con cortisone, antibiotico e barbiturici (mattino e sera).
La lastra di questa mattina, mostra ancora la massa a livello toracico e intestinale, ma nessuno sa indicarci una causa e quindi una cura e a tal proposito ci hanno consigliato di fargli fare una risonanza... io temo per un eventuale non risveglio dall'anestesia e sinceramente non so proprio cosa fare. Il mio piccolo (ultimo arrivato - gli altri mici hanno tutti oltre i sette anni) viene da un allevamento e ha sempre avuto "problemi": dissenteria nelle prime settimane di vita, seguita da raffreddore, micosi e risulta sempre molto piccolo (kg 1,6 - cresce in media 50 sr a mese!).
Spero possa in qualche modo aiutarmi! Grazie.
Rose
22/02/2006
 
Gentile Rose, non posso aiutarla molto perché si tratta di un caso troppo complicato perché se ne possa parlare in questa sede. Le posso forse chiarire qualcosa solo circa il modo di procedere. Normalmente quando compare una sintomatologia neurologica è importante distinguere, in base ai sintomi presenti, se il coinvolgimento del sistema nervoso è di tipo centrale o periferico, focale (con un’unica lesione) o multifocale (con lesioni multiple). A partire da ciò si procede a fare un elenco delle malattie che possono dare quello specifico disturbo neurologico (ad esempio FIP, FIV, toxoplasmosi, idrocefalo, tesaurismosi, carenza di tiamina, ecc.) e quindi si cominciano a fare gli esami mirati per evidenziare o escludere, una per una, tutte le malattie che abbiamo incluso nell’elenco, dalla più probabile alla meno probabile, dall’esame meno invasivo a quello più invasivo, dal meno costoso al più caro, fino a trovare la malattia davvero responsabile. Se i colleghi stanno procedendo in questo modo, magari avvalendosi della consulenza di un neurologo veterinario, allora lei può affidarsi alle loro scelte ma deve anche togliersi tutti i dubbi, chiedendo a loro spiegazioni comprensibili circa i rischi e il rapporto costi/benefici di una determinata indagine, i motivi per cui un esame sarebbe utile alla diagnosi, le ipotesi diagnostiche prese in considerazione e infine l’elenco degli esami che potrebbero essere richiesti nella peggiore delle ipotesi.
Auguroni,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
 
Salve Dottoressa,
Le scrivo perchè il mio cane meticcio di piccola taglia di 13 anni, ha dei gravi disturbi comportamentali. E' stato purtroppo sempre molto viziato ma ora è peggiorato e da alcuni anni ormai cerchiamo di correggere un po' la sua educazione, anche se con risultati negativissimi che lo hanno portato anche a ringhiarci contro.
Ora il problema grave è che non lo facciamo più dormire nelle nostre camere, dove si accovacciava sotto il letto, perchè essendo insonne tutta la notte non fa che graffiare ossessivamente in terra tutto quello che trova (anche un paio di ciabatte, ma anche il pavimento) perchè nella sua testa vi si vorrebbe accovacciare sopra (comportamento che non aveva mai fatto così marcatamente. E per giunta nei confronti di cose su cui è illogico accovacciarsi per dormire. Ad esempio che senso ha per lui graffiare il pavimento?non capisce che è legno?).
Così cerchiamo di obbligarlo a stare al piano di sotto, dove peraltro ha sempre avuto la sua cuccia.Ma il cane piange, abbaia, ogni mattina tra le 4 e le 6.E non ci fa più dormire da dieci giorni. Riga la porta con le unghie ed ha provocato la nostra ira prendendosi anche qualche scarpata o sculacciata. Sempre peggio. Ora ci fa anche la pipì in terra, tutte le notti.
La prego ci dica cosa fare, perchè siamo esausti. Non so se potremmo dargli dei calmanti vista l'età, oppure se dopo 13 anni in casa con noi, possiamo metterlo fuori in giardino a dormire. E' ancora freddo, può fargli male alla sua età?non ha una salute brillantissima.Il cuore va bene, ma ha avuto problemi di fegato e calcoli (ha subito anche un intervento).
La ringrazio per l'ascolto ed i consigli che vorrà darci, e di cui abbiamo molto bisogno.
Cordiali Saluti
Enrica S. (Viterbo)
24/02/2006
 
Gentile Enrica, se da alcuni anni cercate “di correggere un po’ la sua educazione con risultati negativissimi”, vuol dire che non avete seguito le prescrizioni di un comportamentalista veterinario, ma i buoni consigli di qualcun altro, e quindi è ora che ci andiate, da questo specialista che è davvero l’unico che vi potrà aiutare, con tutti i “se” e con tutti i “ma” di una situazione ambientale radicatissima e di un cane che magari ora soffre anche di un certo invecchiamento cerebrale.
Ma almeno otterrete delle risposte sicure sui margini di miglioramento esistenti e di certo scoprirete delle cose nuove sul modo di pensare dei cani. A Roma lavora un noto e bravissimo comportamentalista con il quale sicuramente il vostro veterinario potrà mettervi in contatto. Qualsiasi tentativo di risolvere il problema senza la consulenza di un bravo comportamentalista veterinario è destinato, nella migliore delle ipotesi, a lasciare la situazione invariata, anche se voi avete già sperimentato il peggioramento che segue all’applicazione di terapie correttive non idonee.
Auguroni!
Dott.ssa Nicoletta Bevere
 
 
Gentilissima Dottoressa,
Le scrivo per chiederle un consiglio, il mio gatto di circa due anni da 2 settimane zoppica saltuariamente, soprattutto dopo essere stato a riposo, e ha ridotto la sua attività fisica. Il mio veterinario ha fatto gli esami al sangue che hanno dato buoni risultati e ha poi effettuato delle radiografie che hanno evidenziato una displasia dell' anca, l' assottigliamento della testa del femore della zampa destra è ben visibile ad è accompagnato dalla lassità dei muscoli delle zampe posteriori; mi ha dato una cura omeopatica da somministrare al micio per un mese, e mi ha detto che dopo potremo valutare se eseguire un intervento. Mi è stato spiegato, che nel caso si rendesse, necessaria l'operazione non avrebbe conseguenze sulla vita del mio Sbirulino, ma io sono preoccupatissima, ho notato che questa patologia è ampiamente discussa in relazione ai cani, ma non ho trovato quasi nulla sui gatti, il mio gatto ha solo 2 anni il veterinario mi ha spiegato che alcuni gatti convivono con questo problema e io vorrei davvero evitargli l'intervento, ma ho paura che degeneri e che il mio micio soffra, lei cosa mi consiglia? la ringrazio anticipatamente.
 Annalisa Catania   
24/02/2006
 
Gentile Annalisa, l’intervento indicato per la displasia dell’anca del gatto (l’ostectomia della testa e del collo femorale, o artroplastica per escissione) è l’intervento in ortopedia più semplice che esista e dà ottime garanzie di successo. I gatti operati già dopo 3 giorni iniziano a caricare l’arto. Fosse il mio gatto non ci penserei proprio a condannarlo al dolore articolare cronico all’età di due anni! Mi assicurerei ovviamente che ad operarlo fosse un veterinario ortopedico.
Cordialmente,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Egr. Dott.ssa Bevere,
Mi chiamo Alberto Porcu è sono il padrone di un trovatello che oramai è con me da cinque anni.
Per la prima volta mi trovo ad affrontare una situazione un pò particolare. Dal 1° febbraio scorso il cane ha incominciato a rifiutare il cibo ed oggi 24 febbraio ancora non mangia. Ero abituato a vederlo divorare qualunque cosa e lo ho sempre assecondato in ogni sua richiesta di cibo, al fine che forse era davvero obeso!!. Suppongo che abbia già perso almeno una dozzina di chili, ma oramai credo che le Sue risorse stiano ultimando. Il veterinario di fiducia ha svolto tutte le analisi del sangue dalla quale non risultano i valori tutti nella norma; conclusione che il cane si trova in uno stato forse di depressione. Lo porto più volte in giro a correre al mare ma si stanca solamente e poi crolla stremato. E' possibile che il cane non avendo mai incontrato una femmina abbia sentito la necessità di fare una monta? in occasione del 1° febbraio è accaduto che nel cortile del vicino ci sia stata la monta di una cagna da parte del compagno maschio. E' possibile che il mio sia rimasto traumatizzato solo dagli odori ed eventuali rumori? Ho provato in questi giorni a farlo incontrare con femmine ma Lui trova disinteresse totale  Che cosa mi può consigliare, io sono davvero preoccupato e oramai ho anche dei timori per la sua vita. Grazie 
24/02/2006
 
Caro Alberto, è escluso che il cane stia morendo di inedia perché è triste: si tratta di casi rarissimi di depressione acuta legati alla morte del proprio padrone e non è certo questo il caso. E’ escluso che il cane stia morendo di inedia perché gli manca la fidanzata. Non succede neanche ai calciatori in ritiro. E le pare sensato pensare che un cane digiuni 24 giorni perché ha sentito un odore o un rumore strano??!! Se un’assurdità del genere fosse possibile, per far stramazzare un cane basterebbe un goccio di dopobarba.
Il suo cane sta morendo di inedia perché ha una malattia che non risulta dagli esami del sangue, ma che sicuramente può essere evidenziata in altro modo. Potrebbe trattarsi di un corpo estraneo intestinale ed avere una risoluzione chirurgica. Se lei si trova in una zona così tristemente depressa dal punto di vista veterinario, tanto che dopo oltre tre settimane di digiuno nessuno ha pensato ad una radiografia addominale, o ad un’ecografia addominale o, alla peggio, ad una laparotomia esplorativa, allora prenda le pagine gialle e si metta alla ricerca, in una diversa città, di un centro veterinario in grado di offrirle un servizio migliore di quello del quale fino ad ora ha usufruito. Metta il suo cane in macchina, e ce lo porti di corsa!
Auguri di cuore,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Gentile Dott.ssa, sono Maniscalchi ed ho un Cavalier King maschio, epilettico di 5 anni . E' da due anni e mezzo che è epilettico, sta prendendo il Luminalette tutti i giorni. Quando gli prende l'attacco, facciamo subito il valium, ma ci siamo accorti che il cane dopo è agitatissimo, smanioso, cammina (sbandando) ovunque, senza riuscire a calmarsi per ore ed ore, come se non riuscisse a controllarsi. Quindi nella nostra ignoranza pensiamo che sia intollerabile al farmaco. Quindi la nostra domanda è questa: esite un altro farmaco al posto del valium? Ps. E' anche intollerante al Gardenale, tant'è vero che il ns veterinario gli ha dato il Luminalette ma ne prende solo una compressa al dì ed il cane pesa 9 kg e 800. Grazie.
28/02/2006
 
Gentile signor Maniscalchi, il principio attivo del Luminalette, il fenobarbital, che il suo cane assume regolarmente, è proprio quello del Gardenale, al quale il suo cane dovrebbe essere “intollerante”.
Ma la cosa importante che secondo me dovrebbe sapere è che il Valium è un farmaco di emergenza, al quale non viene affidata la gestione complessiva dell’epilessia. Il Valium viene usato, al dosaggio di 1-2 mg/kg per via endovenosa, rettale o orale, solo quando occasionalmente al cane (nonostante la corretta terapia antiepilettica!) viene una crisi. E i proprietari dei cani con un’epilessia ben controllata si preoccupano di avere in casa del Valium giusto per la notte di San Silvestro.
Per quanto riguarda gli effetti paradossi che lei descrive dopo la somministrazione di questo farmaco, essi potrebbero essere imputabili alla stessa crisi epilettica (per una transitoria alterazione dello stato mentale che a volte segue la crisi) oppure, più probabilmente, ad un dosaggio troppo basso di Valium. Infatti l’agitazione che segue in alcuni cani alla somministrazione di Valium è un effetto stranoto, non è assolutamente una forma di “intolleranza”, e si verifica solo ai dosaggi molto bassi.
Piuttosto, stando alle cose che lei mi dice, e vista la sua preoccupazione per l’uso del Valium, mi pare che la gestione della malattia sia complessivamente inadeguata.
Quello che lei dovrebbe fare è il dosaggio della fenobarbitalemia. Io credo che da questo esame risulterà che la concentrazione di fenobarbital nel sangue del suo cane sia inferiore al livello necessario perché si realizzi l’effetto terapeutico. Se davvero così fosse, dovrà aumentare la posologia del fenobarbital, magari somministrando il farmaco ogni 12 ore. Dopo 2 settimane dall’inizio del nuovo dosaggio dovrete ripetere la fenobarbitalemia. E così via, fino a trovare il giusto quantitativo di farmaco che serve per controllare l’epilessia nel cane. Non importa se ci vogliono 2, 4 o 6 compresse al giorno. L’importante è la concentrazione di fenobarbital nel sangue!
Una volta aggiustata la posologia di fenobarbital, l’esame viene ripetuto ogni 6-12 mesi per controllo.
Nell’improbabile ipotesi che invece ora la fenobarbitalemia del suo cane sia all’interno dell’intervallo corretto, allora per controllare l’epilessia sarà necessario associare al fenobarbital un secondo farmaco antiepilettico, come il potassio bromuro. Anche per il potassio bromuro è necessario (dopo 3 mesi dall’inizio della somministrazione) verificarne il dosaggio nel sangue.
In pratica, la cosa più importante è controllare bene la malattia con le medicine giuste ai dosaggi giusti, di modo che le crisi epilettiche siano l’eccezione, non la norma. E non dovrà più preoccuparsi né del Valium, né di queste improbabili “intolleranze”.
Cordialmente,
dott.ssa Nicoletta Bevere
 
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