Il veterinario risponde
a cura della d.ssa Nicoletta Bevere

quinta pagina

sono Francesca da Bologna
mi occupo di adozioni gatti, nel senso che accolgo a casa mia gatti piccoli e grandi ritrovati nel mio territorio, li curo per poi cercare loro una famiglia che li adotti per la vita.
Da una settimana ho in casa mia, oltre ai miei 5 gatti e 2 cani, un ospite, gattina nata il 23 ottobre salvata, dopo una pericolosa pioggia torrenziale, presso una casa abbandonata. E' deliziosa se non per un vizietto che non riesco a toglierle: fa pipì sul divano regolarmente. Non mi è mai capitato prima con nessun gatto che ho ospitato!
Devo prendere le precauzioni del caso (metto panni vecchi in modo da assorbire l'urina) ma ormai i cuscini sono maleodoranti e dovrò attendere la bella stagione per lavarli.

Ha qualche suggerimento da darmi?
Grazie  

03/01/2006
 

Gentile Francesca, la gattina trova più confortevole il divano rispetto alla lettiera, come mai? Siccome la gattina non ci dice se il problema sta nel sovraffollamento, nell’accessibilità della cassetta, nella frequenza delle pulizie o nel deodorante della lettiera, allora a noi tocca sparare nel mucchio. Le regole in questi casi sono le seguenti: disporre di un numero di cassette igieniche pari al numero dei gatti più uno, alternando cassette chiuse e aperte, posizionare le cassette igieniche in luoghi diversi, rimuovere le feci e gli agglomerati di urina tutti i giorni, adottare una lettiera non profumata, di granulometria media (non troppo fine e polverosa), non cambiare la marca della lettiera, pulire le cassette con detersivi neutri, evitare candeggina e ammoniaca per pulire sia le cassette sia i luoghi dove la gattina fa pipì e non dovrebbe. In questo modo viene incentivato l’uso della lettiera al posto del divano. Per scoraggiare di pari passo l’uso del divano, visto che mi dice che non può lavarlo (e penso che non possa nemmeno farlo sparire momentaneamente), dovrebbe riverstirlo di materiale plastico, di modo da trasformarlo in un substrato non assorbente, dove normalmente un gatto non ama urinare. Dopo che la gattina avrà deciso che in fondo fare pipì nella lettiera non è poi così orribile, lei potrà gradualmente tentare di ridurre il numero di cassette, la frequenza delle pulizie e le attenzioni in genere a questo argomento, fino al livello minimo tollerato da tutti i suoi gatti. Altri metodi come sostanze repellenti e punizioni non aiutano mai, mentre “in compenso” possono far nascere altri tipi di problemi.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile dott.ssa Bevere,
sono giunta alla Sua rubrica attraverso una ricerca su Google riguardante l'ernia diaframmatica nel gatto.
Le scrivo perchè lei ha già dato una risposta "possibilista" ad una lettrice con una gatta con questo problema.
Vivo a Roma, e i veterinari che ho interpellato mi hanno dato la mia gattina per spacciata.
Mi hanno detto che il problema sussiste da molto tempo (l'ho portata altre volte da un veterinario, perchè nessuno ha fatto questa diagnosi?) e pertanto ora non si può più rimediare chirurgicamente, anche in considerazione dell'età della mia gattina, più di dieci anni, e la sua costituzione gracile.
Mi ero rassegnata ad assistere al suo declino, ma ora sto di nuovo cercando una soluzione perchè ogni tanto ha delle brutte crisi - durante le quali temo soffra molto - che si verificano quando salta giù da qualche mobile o dal mio letto. La cosa non si verifica sempre, ma ultimamente le crisi sono diventate più frequenti. Durante la crisi la gattina sembra perdere l'uso delle zampe, le esce l'urina - e ultimamente anche le feci - e spalanca la bocca respirando affannosamente. Così ho pensato che, dovendo forse tra non molto farla sopprimere, potrei cercare un veterinario molto bravo disposto a tentare l'operazione...Lei che ne pensa? Dove posso portarla?. Se necessario potrei anche recarmi in un'altra città.

Grazie per la cortese attenzione

gabriella frison

03/01/2006
 

Gentile Gabriella, il suo caso è molto diverso da quello della signora che dalla Calabria riferiva della sua gatta giovane e sana, alla quale l’ernia era stata diagnosticata in seguito ad un trauma avvenuto pochi giorni prima. Si trattava di un’ernia diaframmatica acuta, che si sarebbe dovuto e potuto operare con ottime probabilità di successo entro qualche giorno dal trauma, come di solito si fa. Infatti sebbene l’ernia diaframmatica nel gatto sia compatibile con la vita, a lungo andare ne abbassa la qualità e può determinare l’insorgenza di patologie acute anche mortali. In generale il trattamento chirurgico dell’ernia diaframmatica acuta (presente da pochi giorni) non presenta troppe sorprese e ha ottime probabilità di riuscita. Invece quando l’ernia diaframmatica è presente da molto tempo l’intervento può essere complicatissimo, non privo di incognite e richiede assolutamente la presenza sia di un bravo anestesista sia di un chirurgo che abbia confidenza con la chirurgia toracica e con procedure che normalmente nella routine non si effettuano. Uno studio americano del 2004 sulle ernie diaframmatiche croniche del cane e del gatto riporta il 14% di mortalità in seguito all’intervento chirurgico, ma soprattutto riporta la necessità di effettuare resezioni di porzioni di polmone, fegato o intestino per permettere di ripristinare i normali rapporti anatomici. Per questo, in assenza di personale e strumentazione adeguata, quel 86% di sopravvivenza risulta sicuramente un valore assai ottimistico. In pratica io non farei operare la gatta “a caso”, motivata solo dalla certezza che comunque il decesso sembra vicino, ma come lei ha già pensato cercherei, con l’aiuto di uno dei colleghi che fino ad ora l’hanno assistita in zona, un veterinario che ha già trattato ernie diaframmatiche croniche, in ambito privato o universitario (l’Università più vicina è a Perugia).

In bocca al lupo,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile Dottoressa Bevere
ho un pastore tedesco femmina di 9 anni.Ha iniziato a zoppicare e il veterinario ha detto che ha un legamento rotto della zampa posteriore sinistra. Inoltre soffre di artrosi.Ha sconsigliato di operarla.
Qualche tempo fa era stata visitata da un veterinario neurologo che aveva riscontrato una leggera displasia, schiacciamento della vertebra  della coda e aveva prospettato di operarla alle anche.Io non so davvero cosa fare: non voglio ridurla all'immobilità, neanche sottoporla ad interventi inutili.Lei cosa pensa della ricostruzione dell'anca?
Inoltre da qualche mese è affetta da fistole perianali: la sto curando con antibiotici e ancor prima con una pomata:risultati pochi.Ho provato a sentire un altro parere e il veterinario mi ha consigliato, per questo problema l'operazione. Lei cosa mi consiglia?
la ringrazio
Cordialmente
Patrizia (PV) 

08/01/2006
 

Gentile Patrizia, le fistole perianali del Pastore Tedesco non si curano con la chirurgia o con le pomate, ma con la ciclosporina per via orale. E’ per questo che lei non ha visto nessun risultato. Naturalmente la tosatura della regione perianale, i lavaggi quotidiani con un blando antisettico e una terapia antibiotica attenuano leggermente il problema, ma l’unico farmaco che dà qualche garanzia di guarire le lesioni è appunto la ciclosporina. Esiste in merito una letteratura recente che il suo veterinario può recuperare, anche riguardante l’associazione con il ketoconazolo (nel caso la ciclosporina a dosaggio pieno non fosse utilizzabile per via dell’elevato costo iniziale).
Per quanto riguarda la zoppia, se il legamento crociato (mi pare di intuire si tratti di questo) è rotto da tempo ed ha già determinato una certa artrosi del ginocchio, nessun intervento chirurgico o artroscopico le può assicurare che il cane non zoppicherà più. Tuttavia la chirurgia tradizionale o l’artroscopia non andrebbero secondo me proprio scartate a priori, perché a volte una buona parte del dolore articolare è determinata dalla rottura del menisco interno, una piccola semiluna di cartilagine che si rompe spesso dopo alcune settimane dalla rottura del legamento crociato. In questi casi la rimozione della porzione rotta del menisco, insieme all’inserimento di una protesi che faccia le veci del legamento rotto, sebbene non impedisca al cane di zoppicare un po’, migliora le cose. Naturalmente tutto dipende dalle condizioni generali del cane e dalla sua disponibilità. Per quanto riguarda la displasia dell’anca, se non è causa di grave dolore articolare (cosa che si può verificare con la visita), perché toccarla? Ci sono cani che hanno delle forme di displasia dell’anca molto gravi e che praticamente non manifestano zoppia. Se il suo cane si è tenuto quelle anche fino all’età di nove anni senza fare un fiato, forse può andare avanti egregiamente con le terapie mediche (fisioterapia, condroprotettori, controllo del peso, attività fisica controllata, e così via) e la zoppia attuale dipende appunto solo dalla rottura del legamento crociato. Poi non ho ben capito perché uno dei colleghi dice che ha uno “schiacciamento della vertebra” ma la vuole operare sulle anche dove ha riscontrato “una leggera displasia”. Per quanto riguarda la malattia neurologica diagnosticata (una stenosi lombosacrale, mi pare di intendere), si tratta di un problema che va ben determinato nella sua causa e che eventualmente può essere di interesse chirurgico, soprattutto se è fonte di un progressivo e importante indebolimento della muscolatura posteriore in un cane per il resto sano e forte. Prima di qualsiasi chirurgia però va fatta una mielografia o una TAC lombo-sacrale per la diagnosi certa.
Per i problemi ortopedici e/o neurologici non abbia fretta, ci ragioni su un po’, mentre per le fistole è meglio non aspettare altro tempo per curarle nel modo corretto.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

gentile dott.ssa
scrivo da cagliari vorrei un consiglio: ho un cucciolo di circa 40 gg allattato fino a questo momento con latte artificiale, vorrei cominciare al alimentarlo con alimenti solidi ma non so  quali siano a con quali quantità in quanto il cane è veramente piccolissimo (pesa sui 150 g.) è un meticcio di pincher la ringrazio per la sua cortesia

08/01/2006

Può iniziare con 5-6 pasti al giorno a base di un mangime commerciale di otiima qualità come Puppy Mini Royal Canin, Puppy Small Breed Purina, Puppy & Junior Taglia Piccola Eukanuba, Puppy Mini Pollo Science Plan Hill’s. La quantità è indicata sulle confezioni dei vari prodotti. Si tratta di mangimi secchi che inizialmente andranno inumiditi con il latte che il cucciolo ha bevuto fino ad adesso. Comunque è ora di portare il cane dal veterinario!

Saluti,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

gentile dottoressa, le scrivo per il mio gattino di 5 mesi un siamese, da circa un mese il gattino dopo i pasti vomitava regolarmente, dopo averlo portato da tre veterinari e' stato fatto radiografia con bario ed e' stato diagnosticato un megaesofago, adesso lo sto alimentando in posizione verticale e devo dire di avere ottenuto ottimi risultati, ma il dottore mi dice che non si può operare, secondo lei può vivere abbastanza con questi accorgimenti oppure sarà tutto vano? sono disposta a fare qualsiasi cosa per lui anche tentare un'operazione, lui e' importante per me la prego mi risponda
grazie Anna

16/01/2006

 

Cara Anna, il megaesofago può avere diverse cause, ma in un gatto di 5 mesi di razza siamese la forma di megaesofago più probabile è quella cosiddetta idiopatica, cioè senza apparenti cause sottostanti da poter curare farmacologicamente o chirurgicamente. In pratica il megaesofago idiopatico (per il quale i siamesi mostrano una predisposizione), è caratterizzato da un disturbo della motilità dell’organo senza che vi sia una causa evidenziabile e soprattutto in assenza di una malattia di interesse chirurgico, cosa che avranno già accertato i colleghi che la stanno seguendo, i quali forse avranno già messo in preventivo una esofago-gastroscopia, quando le dimensioni del gatto lo consentiranno. Se la disfunzione colpisce solo l’esofago e se non insorgono problemi come denutrizione o polmoniti ricorrenti, allora lei deve avere un po’ di speranza perché nell’arco di molti mesi la motilità esofagea potrebbe migliorare. Intanto deve insistere con i pochi presidi che si dispongono per ovviare alla ipomotilità esofagea: pasti in piedi, dieta energetica, eventualmente metoclopramide e farmaci antiacido. A volte tuttavia il disturbo esofageo è associato ad una disfunzione generalizzata, progressiva del sistema nervoso autonomo, chiamata disautonomia o sindrome di Key-Gaskell, ad esito generalmente infausto. Se fosse presente questa particolare forma, i sintomi dovrebbero evolvere rapidamente nell’arco di poche settimane. Visto invece che il gattino sta migliorando, penso che si possa essere cautamente ottimisti.

In bocca al lupo,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gent.ma dott.sa,
da un po' di tempo il mio gatto (main coon di anni tre) ha frequente diarrea e periodici stati di debilitazione. Gli sono state effettuate delle analisi ed è risultata positivo agli anticorpi della fip (che devono essere ripetuti per averne la certezza). Abbiamo però notato che la diarrea compare quando mangia cibi non ipoallergenici e in particolare con le scatolette. Ho sentito in ultimo dire che esiste casi di celiachia felina (intolleranza al glutine). E' possibile? Quali esami si possono effettuare per verificarlo? La ringrazio per la risposta
Debora - Torino

16/01/2006

 

Gentile Debora, fossi in lei metterei il test della FIP in fondo ad un cassetto e non ci penserei più, fino a quando non dovessero per disgrazia comparire dei sintomi riconducibili a questa bruttissima malattia che, fortunatamente per il suo gatto, non si presenta con una semplice diarrea e non si caratterizza certo per un andamento altalenante, ma al contrario è velocemente progressiva e fatale. L’intolleranza al glutine o celiachia è stata descritta nel Setter Irlandese, mentre per quanto riguarda il gatto non trovo alcuna segnalazione di questa malattia, che del resto non dovrebbe avere un grande impatto clinico, vista la dieta strettamente carnivora dei felini. In ogni caso gli accertamenti che lei deve fare sono due: un esame coprologico per flottazione (probabilmente negativo, ma non si sa mai) e una dieta privativa casalinga o commerciale per 6-8 settimane con i successivi test di provocazione. Si tratta dell’unico esame attendibile per evidenziare una intolleranza alimentare nel cane o nel gatto. Deve essere condotta in modo disciplinato e rigido, in maniera da non avere risultati fasulli. Se lei non fosse sufficientemente motivata a condurre questo test (i cui dettagli lascio al suo veterinario di fiducia), potrebbe semplicemente eliminare dalla dieta del gatto le scatolette che fino ad ora le sono sembrate responsabili degli episodi di diarrea.

Cordiali saluti,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile Dottoressa Nicoletta Bevere,
le scrivo molto preoccupata perchè al mio gatto di 10 anni è stato diagnosticato, circa 2 giorni fa, l'aids felina senza però mostrarne i sintomi. Volevo sapere se può essere un portatore sano, e si come si fa a saperlo? Inoltre se non fosse un portatore sano, quanto potrebbe vivere?
Grazie mille per l'attenzione
Distinti Saluti
Letizia

16/01/2006

 

Gentile Letizia, smetta subito di essere preoccupata! Se il suo gatto di 10 anni è risultato positivo solo al FIV, secondo me la cosa più probabile è che muoia di vecchiaia. Si scriva però da qualche parte che questo gatto non dovrà mai assumere la griseofulvina, nel caso non l’avessero già avvertita.

Cordiali Saluti,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile Dottoressa,
il mio pastore tedesco femmina di 7 anni è in buona salute a parte qualche problema di ingrossamento delle ghiandole intorno ai genitali risoltosi dopo lunga terapia. Il veterinario mi consiglia di farla sterilizzare giacchè , non avendo mai filiato, è a rischio elevato di tumore. In genere sono per il minimo intervento e quindi contraria a questo tipo di decisione preventiva.
Vorrei sapere se il rischio che un tumore si presenti è davvero così elevato come dice il mio veterinario.
Grazie per l'attenzione,
Chiara Belletti

18/01/2006

 

Gentile Chiara, il tumore alla mammella è considerato frequente, in quanto rappresenta circa il 50% dei tumori della cagne. Cioè tra 100 cagne alle quali viene diagnosticato un tumore maligno, 50 hanno un tumore della mammella. Ma non è affatto detto che al suo cane debba venire questo tumore o qualsiasi altro tipo di cancro, o qualunque altro brutto male. Comunque (visto che a lei non piace la prevenzione, chissà perché poi) adesso è troppo tardi per prevenire il tumore alla mammella, in quanto l’incidenza di questo particolare tumore può essere abbattuta solo se l’intervento di sterilizzazione viene fatto entro il primo calore, e in misura minore se viene fatto entro il secondo calore. Dopo questo periodo d’oro, l’età della sterilizzazione non influisce minimamente sulla possibile insorgenza del tumore alla mammella.
Se però vuole convertirsi ad una strategia preventiva, non tutto è perduto, perché è in tempo ancora per prevenire la piometra, altra malattia frequente e pericolosa della cagna anziana. Quindi io sterilizzerei comunque il suo cane, adesso che è sano come un pesce e sta bene, per evitarle il rischio di un intervento eseguito in un’età più matura, magari d’urgenza e in condizioni non ottimali, come spesso accade.
Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

gentilissima dott bevere
sono il proprietario del pastore tedesco femm. mi chiamo pierluigi la mia adorata purtroppo ammalata (insuff. pancreatica esocrina) ho dovuto abbatterla.(gli enzimi non hanno fatto l'effetto desiderato ) continuava a dimagrire e sempre più affamata si divorava di tutto compreso le sue feci. ora stò molto male non riesco a darmi pace per averla soppressa .volevo un suo parere in merito ho fatto la cosa giusta ,o sono stato un vigliacco. la ringrazio per la gentilezza che ha avuto nel darmi sempre le risposte. mi scuso x lo sfogo ma soffro troppo dopo quella decisione .

18/01/2006
 

Caro Pierluigi, questa notizia mi dà molto dispiacere. Aveva seguito le indicazioni che le avevo dato nell’ultimissima mail (la terza, mi pare)? Se lo ha fatto e nonostante tutto la cagna non ha mostrato alcun miglioramento, allora si metta in pace, perché ha fatto il massimo in assoluto, e di più non si poteva proprio. E se anche non ha potuto fare il massimo in assoluto per il suo cane, ma ha fatto solo quello che era nelle sue possibilità, le cure che ha potuto, compresa l’eutanasia, non ci deve più pensare, perché non serve a nessuno. Vi è capitata una brutta cosa, un cane giovane e sano che improvvisamente si ammala di un male frustrante e impossibile, che lo fa morire lentamente di fame. Vi è capitata una bruttissima cosa e non è certo una colpa. L’eutanasia, nel momento in cui l’avete decisa, ha risparmiato al cane di morire per fame, denutrizione e squilibri vitaminici, mentre non ha risparmiato a voi il peso di sopprimere un cane che lì per lì aveva voglia di vivere ancora. Caricarsi sulle spalle un tale peso (anche se forse lei non si aspettava che sarebbe stato così pesante) non è certo da vigliacchi.
Ma se in questo momento lei sta molto male e con lei qualche altro membro della famiglia non riesce a digerire questo boccone amarissimo, l’unico sistema per sciogliere il nodo allo stomaco è prendere un cucciolo della stessa razza. Dell’altro cane rimarranno solo i ricordi belli. Giuro.
Un abbraccio,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Carissima dott.ssa,
le scrivo per il mio cagnetto meticcio Charlie. E' di piccola taglia e in rapporto alla sua grandezza ha un peso ideale, 7 kg, inoltre ha appena compiuto i 7 anni. Nonostante lui stia apparentemente benissimo e non abbia alcun disturbo, ascoltando alcuni pareri di veterinari che consigliano un check up medico di tanto in tanto ieri l'ho sottoposto presso la mia veterinaria di fiducia ad un prelievo venoso ed oggi ho avuto i risultati. Gli esami sono tutti nella norma (compresa la creatinina che va benissimo) ma l'azotemia è alta: 70 contro il limite di 29. La mia dottoressa mi consiglia anche un esame delle urine per sicurezza ma mi dice altresì di non preoccuparmi per un' ipotesi di insufficienza renale perchè questa sarebbe possibile se anche altri valori come la creatinina fossero sballati, cosa che non è. Ovviamente mi ha anche detto che questo è un valore di allarme e quindi è necessario modificare l'alimentazione. Mi suggerisce di diminuire drasticamente l'apporto di carne e di integrarlo con carboidrati come pasta e riso. Inoltre mi indica che è preferibile la carne bianca come pollo e tacchino. Mi fido molto della mia veterinaria che oltretutto è anche un'amica ma in questi casi si ha sempre bisogno di avere un altro parere. Mi fa molto paura l'insufficienza renale perchè so a che calvario porta e mi domando se un cambiamento di rotta nell'alimentazione (attualmente il mio cane consuma principalmente cibo umido in scatola per cani) sia sufficiente a far tornare nella norma gli esami del sangue. Ha qualche consiglio da darmi? mi puo' rassicurare? ha altri casi del genere? La ringrazio in anticipo.
Un abbraccio.
Laura
Varese

21/01/06

Cara Laura, l’urea è un prodotto della degradazione delle proteine che può subire ampie oscillazioni in funzione della quota proteica assunta con l’alimento, nonchè in funzione dell’età e del bilancio energetico della dieta. Ad esempio aumenta durante il dimagramento e nei pazienti anziani. Inoltre l’urea in certe specifiche condizioni può essere prodotta da alcuni batteri intestinali e successivamente assorbita dall’organismo, causando degli aumenti del suo livello ematico non dipendenti dal buon funzionamento degli organi interni. Per questo un suo innalzamento in assenza di un aumento della creatinina non è un dato sufficiente per parlare di insufficienza renale.
E’ vero che in teoria l’aumento dell’urea può rappresentare il segnale precoce di un peggioramento della funzionalità renale, ma questo si verifica soprattutto nell’uomo, mentre nel cane tale fenomeno non è così importante.
Posto che, d’accordo con la collega, un esame delle urine non fa mai male e al cane non costa niente, io poi farei così: inizierei ad alimentare il cagnolino con una dieta per cani “over 7” ricca di acidi grassi e antiossidanti, di altissima qualità, umida o secca, in cui l’apporto di fosforo e proteine sia ben bilanciato e adatto ad un cane maturo (operazione impossibile con una dieta casalinga). Dopo un mesetto ripeterei urea e creatinina, aspettandomi di trovarle normali. Se invece dovessi trovare ancora gli stessi valori del precedente esame, ripeterei subito questi due parametri presso un laboratorio diverso. Se ancora risultasse urea alta e crea normale, in presenza di qualche altra indicazione, farei una ricerca per evidenziare sangue occulto nelle feci. Negativo questo, mi metterei l’anima in pace.

Cordiali saluti,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

ho una gatta di 13 anni. Ha cominciato  a rigurgitare subito appena mangiato e  da qualche settimana non mangia più e fa degli strani movimenti  rumorosi con la bocca come se masticasse un croccantino, anche se in bocca non ha niente.Non ha febbre e una cura anyibiotica si è rivelata inutile. Di cosa si potrebbe trattare? Grazie.

Stefania

22/01/06

Gentile Stefania, deve chiarire se la gatta rigurgita o vomita. Il rigurgito è l’emissione di alimento dall’esofago prima che esso sia passato nello stomaco, ed è caratterizzato dall’assenza di nausea e di conati. Al contrario nel vomito sono presenti sia la nausea (forse rappresentata nella sua gatta da quel masticare a vuoto) sia i conati, che sono rapide e rumorose contrazioni della parete addominale.
Se la gatta rigurgita, il problema coinvolge l’esofago e forse è evidenziabile con una radiografia del torace. Se la gatta vomita, si potrebbe trattare di una patologia dello stomaco (di qualsiasi natura), oppure di una malattia generale dell’organismo (insufficienza renale ad esempio) evidenziabile con gli esami del sangue. Per quanto riguarda l’assenza di appetito, si tratta sempre nel gatto di un sintomo grave, quindi mi domando e chiedo: la gatta “da qualche settimana non mangia più” perchè lei non ha riletto la sua mail, oppure davvero lei ha un’invidiabile flemma inglese?!!Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere
 

Buonasera,
le scriviamo perchè abbiamo un gatto maschio di un anno che esce regolarmente di casa, non è stato vaccinato, un mese fa ha iniziato a manifestare cambiamenti di umore, nervosismo, e presentava un ascesso sul petto lo abbiamo curato su consiglio del veterinario con antibiotici e antinfiammatori; i sintomi non sono regrediti ed oggi è risultato positivo al test combo sia per la leucemia che per l'Hiv felini. Stiamo continuando con la cura antibiotica, ma il nostro gatto sta perdendo il pelo sulle zampe anteriori, sulle orecchie e sul collo, ora ci hanno parlato di cure con immunomodulatori, iodio etc.
Abbiamo due domande:
1) Il pelo che sta lasciando indifesa la pelle ricrescerà?
2) Quale cura conviene adottare per permettergli di avere una vita il più normale possibile?
Grazie Calvo R.

23/01/06

 

Gentile Calvo, purtroppo mi fa domande alle quali non posso rispondere, in quanto: la risposta alla prima domanda dipende prima di tutto dalla diagnosi ( = perché il gatto perde il pelo: è una micosi, un’allergia, una rogna, una dermatosi a cellule giganti? Cosa le hanno detto?) e in secondo luogo dalla possibilità o meno che il sistema immunitario del gatto sia in grado di interagire con le cure stabilite in seguito alla diagnosi ( = il gatto è solo FIV e FeLV positivo o è anche malato? E con quale gravità?). La seconda domanda dipende dalle condizioni del gatto (di nuovo: il gatto è solo FIV e FeLV positivo o è anche malato?). Se sono presenti segni di FeLV o FIV conclamata e grave, ahimè non esiste alcuna cura.
Se le condizioni generali fanno propendere per credere che il sistema immunitario del gatto stia controllando bene le due infezioni, allora non c’è alcuna terapia che in modo provato e sicuro dia garanzie di mantenere questo stato di cose, ma si può ugualmente scegliere di trattare il gatto con delle sostanze che potrebbero aiutare il sistema immunitario, se il veterinario che la sta seguendo ci crede. Ma riguardo a questo argomento, se le interessa conoscere il mio parere e informazioni più specifiche, può leggere la risposta del 29 dicembre a Raffaele, riferita al suo gatto FeLV positivo. Magari vi trova qualcosa che la può interessare.

Auguri,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile dottoressa ho un cucciolo di maltese di 5 mesi che da 4 giorni si rifiuta di mangiare dopo che per un rigurgito gli ho dato,forse sbagliando,un pò di riso insieme alla purina eukanuba puppy che prende da almeno un mese,prima prendeva hill's puppy!Io sto continuando regolarmente a dargli la sua porzione di cui ne mangia 25g e poi basta!
Ho paura che la cosa possa continuare anche perchè è gia dimagrito. Mi devo preoccupare che è allergico a qualcosa?devo continuare a dargli del riso associato? devo provare altro cibo? la prego se può mi consigli lei qual'è la cosa più giusta da fare!
grazie anticipatamente!

23/01/06

 

Cara signora, un cucciolo che non mangia da un giorno (quindi che ha rifiutato tre pasti consecutivi) si porta dal veterinario, figuriamoci dopo quattro!! Ci credo che è dimagrito, provi lei a stare senza mangiare per 96 ore. Più che dire di avere paura ed essere preoccupata, conviene agire: portare il cucciolo dal veterinario.

Cordialmente,

Dott.ssa Nicoletta Bevere

 

 

buongiorno dottore
mi chiamo davide e ho bisogno di un consiglio,ho una barboncina di 5 mesi e ho finito da poco di farle l ultimo vaccino,iil mio veterinaio mi ha consigliato di aspettare ancora qualche mese e poi di sterilizzare la barboncina. Io non sono molto d'accordo però mi ha detto che se non lo facciamo compromette la salute del cane,lei cosa dice?
grazie per il suo consiglio

 
24/01/06

 

Gentile Davide, è evidente che l’integrità sessuale di un organismo non può comprometterne la salute, altrimenti ci saremmo già tutti estinti da un bel pezzo, oppure per riprodurci dovremmo arrangiarci come le amebe e i protozoi.
Il suo veterinario immagino intendesse dire che la sterilizzazione precoce, solo se eseguita entro il secondo calore, abbassa sensibilmente la probabilità di insorgenza dell’adenocarcinoma della mammella, che nella cagna rappresenta il tumore maligno più frequente (viene diagnosticato nella metà dei casi di tumore maligno). L’intervento di sterilizzazione del resto riproduce in modo permanente una condizione che nella cagna è presente naturalmente per circa 9 mesi all’anno, cioè l’anestro, il periodo in cui le ovaie non hanno alcuna attività. L’ovariectomia nella cagna quindi non crea una condizione innaturale, ma determina un assetto ormonale che comunque è già previsto da madre natura.
Altre considerazioni a favore dell’intervento: si evitano con l’ovarioisterectomia le pseudogravidanze patologiche, la piometra, le gravidanze indesiderate, i disagi in casa per le perdite ematiche per 15-30 giorni all’anno e i problemi ai giardinetti per un tempo all’incirca uguale. I contro: si tratta di un intervento chirurgico in anestesia generale; alcune cagne tendono ad aumentare di peso se non alimentate correttamente, in rarissimi casi (e generalmente in cagne di taglia media o grande) dopo alcuni anni si può verificare una forma lieve e trattabile di incontinenza urinaria.
Con questo mi pare di averle dato gli strumenti per decidere da solo cosa fare.

Cordiali saluti,

dott.ssa nicoletta Bevere.

 

il 7/11 ho sottoposto il mio labrador di 9 mesi ad un intervento di displasia del gomito di 3 grado.il decorso operatorio è stato regolare e dopo 60 giorni ha tolto il bendaggio e iniziato la riabilitazione con passeggiate brevi e fisioterapia. dopo una settimana e comparso un gonfiore al gomito operato l'ortopedico vuole effettuare una artroscopia x vedere premetto che il cane non zoppica e da quando ha tolto il bendaggio è molto vivace corre e salta anche in casa. Io vorrei un consiglio è proprio necessaria un'altra artroscopia visto che poi anche l'altra gamba dovrà essere operata x lo stesso problema.Grazie 

25/01/06

 

Un gomito displasico di un labrador di 9 mesi, quasi certamente già con qualche alterazione degenerativa articolare, può aver subìto diversi trattamenti, a seconda della patologia primaria (che lei non mi dice), e a seconda delle inclinazioni dell’ortopedico. Quello che poi l’ortopedico si aspetta dal proprio intervento (cane perfetto, cane che zoppica poco, cane zoppo indipendentemente da tutto) dipende dalla patologia articolare primaria, dal grado di artrosi, da come è andato l’intervento, da come è andato il postoperatorio, dall’autostima del chirurgo, eccetera eccetera. Se il risultato è un po’ peggio rispetto alle aspettative, non è detto che le aspettative fossero giustificate. Ma poniamo che lo fossero. Allora questa seconda artroscopia serve solo ad andare a vedere cosa è successo? Io non la farei. Magari bastano un paio di radiografie o al peggio una TAC, o magari l’ortopedico può tenersi la sua curiosità. Oppure l’ortopedico con l’artroscopia vuole eseguire un lavaggio articolare? Forse io non vorrei fare nemmeno questo. Qualcuno opta per un paio di infiltrazioni di acido ialuronico con l’animale sedato. Oppure, molto improbabilmente, con l’artroscopia vuole metter mano ad una lesione sfuggita al primo intervento per qualche motivo? Allora potrei forse farmi convincere.
Lei parla di “displasia di terzo grado”, riferendosi ad un sistema di classificazione che non mi risulta, in quanto i gradi, da zero a tre, si danno solo alle alterazioni degenerative articolari (artrosi), che discendono dalla forma di displasia specifica, cioè dal particolare difetto primario del gomito. Se il suo cane aveva già un’artrosi di terzo grado, e dopo una settimana di salti il gomito si gonfia, non c’è niente di strano, ma mi stupisce che l’ortopedico ritenga di fare una seconda artroscopia, e non le abbia detto che il cane non deve saltare proprio.
Ma in ogni caso, per avere una risposta, la sua domanda deve essere rivolta a chi conosce tutti i dettagli e le motivazioni, oppure deve munirsi di tutta la documentazione medica e chiedere un secondo parere.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Salve sono serena e ho un cane pastore tedesco di 7 anni.proprio oggi ho portato rex dal veterinario e gli hanno diagnosticato un tumore alla milza.quanto puo essere grave?il mio cane è da 4 giorni che sta male. È un operazione rischiosa o posso stare tranquilla. Grazie mille per la sua attenzione sperando in una sua risposta al piu presto grazie

30/01/06

Cara Serena, ma che tumore è? E di quale operazione mi parla? E perché non conosce la gravità dello stato di Rex? Se a Rex è stata fatta un’ecografia addominale e un esame emocromo, e da tali indagini la diagnosi emessa è quella di probabile emangiosarcoma di milza, con il fondato sospetto che il tumore sia andato incontro a lacerazione, determinando un versamento di sangue in addome, dolore addominale, debolezza, rifiuto del cibo, allora il tumore è molto grave, mentre l’intervento di splenectomia (rimozione della milza) non solo è rischioso come tutti gli interventi eseguiti in un animale gravemente malato, ma è anche completamente inutile perché non allunga di un giorno l’aspettativa di vita del suo cane, anzi…
Mi auguro naturalmente che i fatti siano completamente diversi, che il tumore della milza sia una fantasia ecografica e che il suo cane adesso stia molto male perché venerdì ha fatto una scorpacciata di cioccolato, ma la invito a non stare tranquilla per niente e a porre le domande giuste alle persone giuste: come si chiama questo tumore, che scopo avrebbe l’intervento proposto (risolutivo, palliativo o esplorativo?), qual è l’aspettativa di vita del cane con o senza chirurgia, quali le terapie palliative non chirurgiche.

Auguri a lei e una coccola a Rex,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

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