Il veterinario risponde
a cura della d.ssa Nicoletta Bevere

quarta pagina

Gentile Dr.ssa Bevere,
ho una micia di 7 mesi, venerdì 25/11 è stata sterilizzata. Il veterinario mi ha detto di somministrarle per 5 gg mattina e sera il synulox e di disinfettarla tutti i giorni. Solo che al 4° giorno ha cominciato a mangiare pochissimo (quasi niente) ed a bere tanto. Finchè stamattina quando mi sono svegliata aveva tutta bava alla bocca. L'ho portata dal veterinario che mi ha detto che ha febbre, un'infiammazione alla gola, tanto da non riuscire a deglutire, forse peggiorata dal fatto di avere leccato il disinfettante. 
Solo che neanche un mese fa era appena stata curata da una forma di faringite e mi chiedo come possa essere stata così infiammata visto che fino a ieri sera le ho somministrato l'antibiotico. In poche parole... cos'ha la mia micetta? La prego di aiutarmi.
Distinti saluti
 
Elena - prov. di Verona
 
01/12/2005
 

Gentile Elena, è possibile che lo stress chirurgico (la cui entità è scarsamente prevedibile, perché è un fenomeno molto soggettivo) abbia abbassato le difese immunitarie della gattina e che quindi abbia risvegliato una malattia latente oppure promosso una nuova malattia. Se si trattasse di un’infezione virale (magari una calicivirosi, visto che ha segni di dolore orale) è chiaro che la terapia antibiotica non servirebbe a guarire dall’infezione, ma solo a prevenire le complicanze batteriche. E’ assolutamente impossibile che una leccata ad una sostanza antisettica usata per medicare la ferita possa causare anoressia e febbre e dubito proprio che la stessa sostanza possa anche solo parzialmente aggravare una qualsiasi forma di glossite o stomatite. Le consiglio di stare tranquilla, trattare i sintomi con degli antinfiammatori, prevenire le complicanze batteriche con gli antibiotici, sostenere l’organismo con fluidi e soluzioni elettrolitiche fino a quando la gattina non riprende ad alimentarsi. I farmaci, se il dolore orale è grave, vanno somministrati per iniezioni. Se non c’è vomito o diarrea, si può spingere un po’ l’assunzione di alimento con una pappa speciale molto energetica diluita in acqua tiepida e somministrata con una siringa (A/d Hill’s, Convalescence Support Feline Instant Royal Canin). La gattina deve migliorare velocemente nei prossimi 3-4 giorni, altrimenti è necessario approfondire con degli esami del sangue.

Cordiali saluti,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Salve gent.ma dott.ssa,
le chiedo quanto segue:
il mio gatto europeo rosso ha 7 anni e pesa 5.6 kg. E' un po' cicciotto ma è di struttura molto grossa quindi assolutamente non obeso. Siccome ho letto che è buona norma far fare delle analisi del sangue almeno una volta all'anno dopo i cinque anni di età del micio, ieri ho fatto fare un prelievo dalla mia veterinaria. Stamattina sono arrivati gli esiti: tutti nella norma tranne la creatinina che è 2.4.
Ovviamente, sapendo che i problemi renali sono diffusi nei gatti, mi sono allarmata tantissimo. Preciso che il mio gatto ha un gran appetito, beve circa due volte al giorno dopo i pasti (ma da quando era neonato ha sempre gradito l'acqua fresca), non vomita, defeca e urina normalmente e la visita generale di ieri (palpazione ecc.) ha dato un ottimo esito (cioè niente da segnalare).
 
Insomma sarebbe il ritratto di un gatto sano se non fosse per questa notizia....la mia veterinaria dice che non è preoccupante e mi ha invitato a cambiare la dieta utilizzando prodotti appositamente creati per gatti con problemi renali. Ma io sono agitatissima e non voglio pensare che il mio gatto tra un anno possa peggiorare o andare in insufficienza renale. Cosa mi devo aspettare? qual è il suo parere?
MI DEVO PREOCCUPARE? la dieta sarà sufficiente? QUAL'E L'INTERVALLO CORRETTO DELLA CREATININA NEL SANGUE di un micio?
ATTENDO TREPIDANTE UNA SUA CORTESE RISPOSTA!
SALUTI.

LAURA, Varese

06/12/2005

Gentile Laura, errori di laboratorio a parte, con creatinina 2.4 potrebbe anche non trattarsi di insufficienza renale, ma magari solo di un valore occasionalmente alto dovuto ad un transitorio concorso di alcuni fattori (non è scritto sui libri, non tutti i veterinari sono d’accordo, ma è un fenomeno che io ho verificato personalmente). Cioè, potrebbe ripetere l’esame della creatinina presso il medesimo laboratorio fra qualche settimana e trovarlo normale. Se malauguratamente così non fosse, non è certo cosa da strapparsi i capelli. Gli interventi che deve fare, in ordine di importanza, sono i seguenti: trasformare il suo gatto da cicciottello a magro con una dieta commerciale per gatti con insufficienza renale, pesando settimanalmente il micio e curando che il dimagramento non sia superiore all’1%-1,5% di peso corporeo per settimana. La collega le darà tutte le indicazioni. Somministrare degli acidi grassi (Omega pet) tutti i giorni per tutta la vita. Dopo 2-3 mesi controllare la creatinina e se è ancora alta somministrare un ACE inibitore, il quale diminuirà (assieme a riduzione del peso, dieta e acidi grassi) la progressione della malattia. Per quanto riguarda la prognosi dell’insufficienza renale, essa è influenzata dalla gravità del danno renale al momento della diagnosi (nel caso specifico lieve, visto il modesto rialzo della creatinina), e dalla sua progressione, che può essere nota ripetendo l’esame dopo qualche tempo. L’intervallo che le deve interessare in riferimento a quel 2.4 è assolutamente quello riportato dal laboratorio che ha eseguito le analisi.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile Dottoressa,
grazie infinite per la risposta. Mi conforta leggere che la terapia da Lei consigliata è effettivamente quella che il mio veterinario ha somministrato alla micia.
Ho portato la micetta per 4 gg in ambulatorio dove le facevano una puntura di antinfiammatorio ed una di antibiotico. Mi hanno dato proprio l'umido da 
Lei consigliato da somministrare con la siringa. Non dovevo più tornarci, solo che al 5° giorno ha cominciato anche a vomitare, sia quel poco che ha mangiato, sia liquidi. Quindi oltre a continuare la cura antibiotica ed antinfiammatoria le hanno somministrato dei liquidi, perchè la micia non si disidratasse troppo. Adesso con oggi è il 7° gg che porto la micia dal veterinario per fare le punture. La febbre è scomparsa e la micia è abbastanza vivace, anche se non come prima. L'unica cosa è che mangia praticamente niente (oggi ad es. non ha toccato cibo) e quindi non so più come fare, è diventata pelle e ossa! Le controllo la gola e la vedo 
continuamente arrossata... Cosa mi consiglia?

Distinti saluti
Elena
 

06/12/2005
 

Cara Elena, mi dispiace molto che la gattina non stia ancora bene, perché vuol dire che c’è qualcosa che non va rispetto all’ipotesi di una semplice calicivirosi o herpesvirosi. L’assenza di appetito e il disinteresse per il cibo, non vanno confusi con l’eventuale difficoltà alla deglutizione o alla prensione e masticazione dell’alimento. Infatti mentre quest’ultima è dovuta ad una patologia della cavità orale (come sembrava inizialmente), l’anoressia riflette sempre un problema generale dell’organismo. In particolare nel gatto il rifiuto ostinato del cibo, per diversi giorni, indifferente alle terapie, è sempre un sintomo importante, perché spesso riflette un disturbo grave. A mio parere dovrebbe fare degli esami del sangue onde escludere la leucemia felina virale e la peritonite infettiva felina (emocromo, protidogramma, sierologia per i due virus). Se non si evidenziano indicazioni di una possibile infezione bisognerebbe controllare la biochimica sierica. Non mi preoccuperei affatto della “gola arrossata”, perché se non ci sono ulcere, non c’è perdita di saliva, non c’è una particolare alitosi e non ci sono comportamenti alimentari riferibili a dolore orale (tipo scappare via dopo aver messo in bocca del cibo o miagolare e ringhiare durante la masticazione) la sua gattina in bocca non ha proprio un bel niente, o per lo meno niente che le impedisca di interessarsi al cibo. Nel frattempo, in attesa di una diagnosi, si può contrastare la nausea e il vomito con un antiemetico.

Auguri,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Gentile Dott.ssa Bevere,
Le scrivo dalla provincia di Roma per un problema del mio cagnolino.
E' un norwich terrier non puro, 7 mesi, arrivato da me dopo aver subito dei maltrattamenti (non sappiamo se da parte di altri cani o da parte dei padroni) ma si è subito affezionato alla famiglia.
Il problema è che Ogni volta che vede mio padre gli ringhia contro e non si fa toccare; la stessa cosa accade con gli adulti di sesso maschile, verso i quali è molto reticente.
Inoltre si lamenta in continuazione perchè vuole giocare e non ascolta nulla... è come se non fosse abituato ad essere seguito e dunque ogni volta che gli si cerca di dare un'indicazione non recepisce. Come dobbiamo muoverci visto che ha subito degli abusi ed è visibilmente spaventato?
Grazie mille dell'aiuto
Veruska Anconitano

 

14/12/2005

Gentile Veruska, il cagnolino probabilmente ha subìto qualche trauma associato alla presenza di un essere umano maschio adulto e successivamente deve aver generalizzato la paura specifica per quella persona, a tutti gli individui simili ad essa, cioè agli esseri umani maschi adulti in generale. Le probabilità che il cagnolino, cercando di allontanare le persone che gli fanno paura, passi dal ringhio al morso sono altissime. Quindi in prima battuta vi posso dare le indicazioni fondamentali per scongiurare il pericolo del primo morso (che per il cane rappresenta un salto di qualità nella sua strategia difensiva, quasi senza ritorno): NON dovete accarezzare il cane quando ringhia al papà, NON dovete parlargli dolcemente “per fargli capire che non bisogna avere paura”, il papà non deve insistere nel contatto fisico o nella vicinanza con il cagnolino se questo mostra qualche segno di paura (orripilazione del pelo, dilatazione delle pupille, abbaio, ringhio, tremore). Quando il cane manifesta paura tutte le persone della famiglia (anche quelle verso le quali il cane non ha timore) devono immediatamente e contemporaneamente allontanarsi da lui e ignorarlo del tutto. In questo modo non peggiorerete il disturbo. Invece per correggere il comportamento fobico e gli altri problemi lamentati (abbaiare e continuare a pretendere la vostra attenzione) è necessaria la visita di un veterinario che conosca la materia, il quale già dal primo contatto telefonico vi consiglierà un consulto comportamentale, probabilmente con la presenza di quanti più membri della famiglia possibile (cioè non sarà un veterinario che minimizzerà dicendo: “state tranquilli, il cane si deve solo adattare”). Visto che l’animale ora ha solo 7 mesi (se non perdete neanche un secondo con i consigli delle zie degli amici, e non vi rivolgete agli esperti dei giardinetti) ci sono ottime possibilità di risolvere tutto.

Auguri!

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Buongiorno,
ho un gatto di 13 anni,fino a giugno 2005 stava benissimo poi ha avuto un problema ai denti e onde evitare di causare infezioni dato la situazione sono stati strappati tutti tranne i canini e gli incisivi. Il mio gatto, prima dell'intervento per rimuovere i denti,prendeva gli omega caps + il fortecor in quanto inizialmente aveva i valori dei reni sballati (valori poi rientrati tranquillamente)e gli esami effettuati fino a giugno 2005 erano tutti nella norma (compreso ecografie). Da giugno però non prende più gli omega caps e gli esami del sangue effettuati proprio l'altro ieri (dopo 6 mesi esatti)dicono che CREA e BUN sono un po'alti rispetto al solito. Può essere causato dalla mancanza di acidi grassi?Inoltre ultimamente beve di più,per quanto riguarda il mangiare ha un ottimo appetito ed e' simpatico e giocherellone. Alcune volte però (succede  il sabato e la domenica )quando gli do da mangiare più tardi del solito (di solito mangia alle ore 6.00) continua a bere acqua (probabilmente in mancanza di cibo) e poi la vomita. Può essere dovuto sempre ai valori sballati dei reni oppure e' un fattore isterico?Spero di escludere problemi all'intestino perchè se così fosse dovrebbe vomitare sempre e tutto compreso il cibo giusto?Vi ringrazio per la collaborazione.
Caterina
 

14/12/2005

Cara Caterina, non c’è nessun motivo di eliminare gli acidi grassi, che fanno molto bene e non hanno alcuna controindicazione. L’aumento di Crea e Bun potrebbe essere correlato alla sospensione degli acidi grassi e dell’ACE-inibitore (immagino sospeso anche quest’ultimo), ma ovviamente non è possibile sapere se ci sarebbe stato ugualmente un peggioramento dei valori renali, magari più lieve. In ogni caso io riprenderei le terapie. L’aumento generale della sete è dovuto alla diminuzione della funzionalità renale, mentre i picchi di assunzione dell’acqua che avvengono solo quando viene ritardato il pasto potrebbero essere assimilati ad una sorta di attività sostitutiva, più che ad un fabbisogno idrico realmente aumentato. Visto che a queste scorpacciate di acqua segue il vomito, e visto che lei ha già accertato che corrispondono ad un ritardo nella somministrazione del cibo, penso che dovrebbe evitare questo nocivo cambiamento di orario del fine settimana. Per quanto riguarda appunto il vomito, probabilmente è dovuto solo all’assunzione improvvisa di una grande quantità di acqua (come spesso accade), ma visto che è presente l’insufficienza renale, se il problema persistesse nonostante la correzione dell’orario del pasto, bisognerebbe prendere in considerazione altre cause.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Buon giorno,
cerco di essere breve:

Ho una gatta di quasi 5 anni che é sempre stata sana e che da 4 giorni presenta crisi di tipo epilettico (cade sul lato, emissione di bava, urina, movimenti degli arti) che durano circa un minuto e che si ripetono con una frequenza standard di 4 ore.
L'ho subito portata dal veterinario di fiducia il quale ha fatto le analisi del sangue e oggi mi dará la risposta.
Inoltre per adesso mi ha dato solamente del valium da somministrare per via rettale in caso di crisi forti.
Volevo solo sapere se, prima di trovare la causa esatta (epilessia idiopatica o dovuta ad altri fattori) e quindi intraprendere la terapia del caso, il valium é sufficiente per evitare il peggio.

Con la speranza di poter contare su una Sua risposta, ringrazio di cuore e porgo i migliori saluti.


Walter
 

16/12/2005
 

Gentile Walter il diazepam (il principio attivo del valium) è un farmaco la cui azione è semplicemente quella di alzare la soglia dell’epilessia, cioè è in grado di diminuire l’eccitabilità della corteccia cerebrale, indipendentemente dalla causa, senza in pratica agire sulla causa stessa. Un possibile pericolo di vita, connesso alla eventuale presenza di una patologia grave che stesse determinando queste crisi epilettiche, non sarebbe minimamente influenzato dal valium, che comunque è l’unico presidio che è ragionevole mettere in atto per adesso, in attesa della diagnosi.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

 

Gentile dottoressa,
le scrivo da Roma con poca speranza. Un mese fa ho trovato sotto casa una gattina in cinta che piangeva, ho deciso di portarla a casa ed il giorno dopo dal veterinario. Durante la notte deve aver partorito dei gattini morti, perchè quando mi sono svegliata non era più incinta e ha vomitato numerose ossa. La porto dal
veterinario che la trova denutrita ma abbastanza in salute, ma per l'episodio dell'aborto la vuole sterilizzare al più presto per controllare che non abbia alcun residuo. Premetto la gatta era un po' magra ma stava abbastanza bene. Due settimane fa viene
sterilizzata, ed il veterinario dice che quando la ha operata ha notato una peritonite ed un leggero versamento di liquido nell'addome, ha fatto le analisi per la FIP ma è risultata negativa.
Tornata a casa la gatta, nonostante prendesse il synulox aveva la febbre a 39,8 e dopo tre giorni le viene cambiato antibiotico, da allora la febbre non ha fatto altro che salire, oggi è a 41, nonostante le venga spesso cambiato antibiotico per vedere la reazione,
e la gatta mangia pochissimo.
L'ecografia non mostra ancora versamento addominale e le ultime analisi del sangue hanno dato i seguenti risultati

proteine totali 8,80
albumine 33,96
alfa I 2,43
alfa II 17,28
beta 15,54
gamma 30,79
rapporto A/G 0,51

eritrociti 4,88
HB 8
HCT 24
MCV 49,2
MCH 16,3
MCHC 33,3
RDW 16,3
reticolociti % 0,60
reticolociti (MCL) 13385
indice reticolocitario 0,41

PLT 458
PCT 0,76
MPV 10,9
PDW 19,1

Leucociti 30,8
MIelociti 0
metamielociti 0
neutrofili bandati 21
neutrofili maturi 56
linfociti 15
monociti 8
eosinofili 0
basofili 0
neutrofili tossici 0

Proteine plasmatiche 9,00
emoparassiti Negativo

Chimica clinica

Azotemia 50
GPT 17
GOT 24
creatinina 1,35
glicemia 134
bilubirina totale 0,59
Fibrinogeno 652


Il veterinario dice che potrebbe essere fip, anche se risultata negativa, volevo sapere lei che ne pensa, e cosa vuol dire il fibrinogeno così alto
Grazie
Nicoletta
 

28/12/2005
 

Gentile Nicoletta, il fibrinogeno è una proteina che nel gatto si alza velocemente in risposta a qualunque processo infiammatorio. Per quanto riguarda l’ipotesi del collega, mi trovo purtroppo pienamente d’accordo, anche facendo finta di non sapere che durante l’intervento chirurgico è stata rilevata peritonite. La conferma potrebbe provenire dall’esame chimico-fisico e citologico del versamento. I gatti con FIP spesso migliorano con il prednisolone orale, che consente in tempi veloci di aumentare o abbassare il dosaggio in relazione alla risposta, al contrario di prodotti deposito da somministrare per via intramuscolare, che non userei mai in un animale con uno stato di salute così precario.

In bocca al lupo,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Il mio pastore tedesco femmina di 8 anni ha appena ricevuto la diagnosi infausta di tumore al sistema linfatico. La mia vet mi ha indirizzate alla Clinica S. Marco di Padova avendone piena fiducia. Hanno iniziato lunedì scorso una chemioterapia dicendomi che era l'unica soluzione, altrimenti il cane avrebbe avuto solo 30gg di vita.
Lo scorso martedì, in seguito ad emocromo, si è sospesa temporaneamente la terapia perchè si evidenziava una forte infezione. Adesso prende antibiotici 2volte al dì. Il cane è ancora vivace anche se un po' stanco ma ha una lunga piagatura sul fianco di cui mi sono accorta oggi. Ho consultato un vet omeo ma lui dice che l'esito dina possibile terapia omeo è compromessa dal fatto che il cane ha già subito un trattamento chemio.
Mi può orientare meglio? Lunedì prossimo ho l'appuntamento per la seconda terapia. Riesce a darmi un consiglio in tempo? Sono frastornata e non so cosa fare.
Grazie

Mariantonia Raniero

28/12/2005

Cara Mariantonia, rimarrei dove la sua veterinaria l’ha indirizzata, perché è un posto che ha una buona reputazione. Lei non deve fare niente, a parte affidarsi ad un veterinario che le dia garanzie di preparazione scientifica e che le sembri attento al benessere del suo cane. Purtroppo non mi dice quale sia la neoplasia diagnosticata, quale la prognosi e che tipo di terapia stia facendo (presumo di tipo palliativo). Non so se lei ha voluto entrare nei dettagli circa le aspettative di vita del suo cane, ma le consiglio di pretendere chiarezza su questo argomento, perché nel caso in cui la chemioterapia deteriori la qualità della vita dell’animale, lei deve avere gli strumenti per decidere se sospendere i farmaci con più effetti collaterali e passare a medicine che semplicemente allevino i sintomi, sempre seguendo i consigli del veterinario di cui sopra. Per quanto riguarda il genio omeopata invece, se ad un mio amico diagnosticassero il cancro e chicchessia mi venisse a dire “Ah, ma se me lo dicevi prima a me, io sì che ti potevo aiutare! Ma ormai… che i dottori hanno usato le loro medicine …eh, è tutto compromesso!” Sa cosa farei? Mi sentirei offesa da un simile discorso truffaldino, che a lui non costa niente mentre io lo pago caro, lo manderei al Diavolo e non gli concederei mai il bene prezioso della mia fiducia !!!

Abbracci,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Buongiorno, ho un gatto affetto da leucemia felina, la nostra brava veterinaria (amica) lo sta curando con una terapia di Virbagen omega somministrato ogni 3 mesi. Essendo un prodotto molto costoso forse non ci consiglia un trattamento a distanza di tempo più ravvicinata per non farci sostenere delle forti spese dal momento che pare sia solo una terapia in grado di contenere il male senza grandi certezze. Vorrei sapere da lei se è meglio una terapia a distanza di tempo più ravvicinata, per esempio mensile.

Grazie

Raffaele Pucci

29/12/2005

 

Gentile Raffaele, la ditta produttrice del Virbagen omega nel 2004 ha pubblicato uno studio sul farmaco in questione, il quale veniva dato al dosaggio di 1 milione di unità per kilogrammo di peso del gatto, ogni 24 ore per 5 giorni, in tre cicli eseguiti a giorno 0, 14 e 60. Dopo 9 mesi, nel gruppo dei gatti FeLV positivi sottoposti a questa terapia si era verificata una mortalità del 39%, mentre tra i gatti FeLV positivi non trattati la mortalità era del 59%. Dopo altri tre mesi, la mortalità tra i gatti che avevano preso l’interferone era salita al 47%, mentre tra i gatti non trattati non c’era stato aumento della mortalità. Se vi sono altri protocolli terapeutici (per rispondere alla sua domanda), non sono riuscita a trovare gli studi scientifici che li supportino.
Io personalmente, a fronte dei risultati di questa ricerca eseguita dal laboratorio della ditta produttrice e a fronte del costo elevatissimo della terapia, non riesco a dissentire dal cliente che non desideri intraprenderla.
Per trattare la FeLV sono state proposte moltissime terapie, ma poche di queste sono supportate da ricerche attendibili, e spesso queste poche ricerche hanno dato risultati contrastanti. Ad esempio nel 2001 è stato dimostrato che terapie con interferone alfa, da solo o in associazione ad un altro farmaco, davano la stessa percentuale di guarigione del trattamento placebo, a base di acqua e sale. Nel 1988 invece altri ricercatori al contrario avevano affermato che l’interferone alfa umano a basse dosi somministrato prima della comparsa dei sintomi, determinava un notevole abbassamento della percentuale di gatti che si sarebbero poi ammalati (31% contro 100% dei gatti non trattati). Ancora, nel 1995 un’altra ricerca ha evidenziato che l’alfa interferone era utile solo se associato ad un preparato di cellule coltivate in laboratorio, mentre usato da solo non serve a nulla. E così via per molti altri farmaci che più o meno aneddoticamente vengono riportati come utili in corso di FeLV.
Che dire? In pratica non vi sono al momento terapie alle quali potersi affidare con sicurezza. Io personalmente cerco in corso di malattia conclamata di controllare i sintomi che si presentano di caso in caso e di non accanirmi quando la qualità di vita del gatto si è troppo deteriorata.
Invece, per i gatti positivi non sintomatici, evito i salassi economici ma tendo a focalizzare l’attenzione sulla qualità della dieta e sulla qualità di vita in generale, incentivando il gioco, l’attività fisica, evitando la solitudine, i ricoveri in pensioni e gattili, gli stress in generale. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico uso interferone alfa umano a basse dosi per via orale, acidi grassi omega 3, e occasionalmente aloe vera, in due o tre cicli all’anno, avvisando il cliente che questo tipo di approccio non è supportato da alcuna evidenza scientifica specifica sulla leucemia, e che quindi non è possibile stimare la probabilità di successo.

Cordialmente,

dott.ssa Nicoletta Bevere

 

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