Il veterinario risponde
a cura della d.ssa Nicoletta Bevere
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Gent.mma Dott.ssa mi chiamo Paola e Le scrivo dalla provincia di Verona, vorrei sottoporLe un problema che riguarda la mia barboncina bianca di quasi 15 anni; da un paio di anni le sono comparse sulla pelle delle "escrescenze" di varie dimensioni e forma,( sono dei papillomi? alcune sono a forma allungata altre piatte, altre ancora a forma di "rosetta" cioè molto frastagliate). In un primo tempo erano alcune, poi sono aumentate in maniera vistosa. La cagnetta qualche volta si mordicchia provocandosi delle ferite che io disinfetto e tengo sempre pulite. Il mio veterinario dice che sono dei papillomi compatibili con l'età e frequenti nei cani bianchi, che non è possibile fare nulla anche perchè sono troppi. In attesa, La saluto cordialmente Paola
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Gentile Paola, se vuole conoscere la natura di queste neoformazioni deve sottoporle ad esame citologico o istologico. Di certo non è detto che si tratti di tumori (e molto improbabilmente di papillomatosi), perché spesso queste lesioni nei cani anziani si rivelano delle forme di iperplasia delle ghiandole sebacee. In tali casi vengono asportate solo quelle che arrecano qualche disturbo. In pratica: se non danno fastidio si lasciano lì. Se al contrario c’è qualche ragione per asportarle, si valuta il rapporto rischio-beneficio dell’intervento (che rarissimamente si fa in anestesia locale). Il papilloma canino invece è un tumore virale che, nella sua presentazione clinica più frequente, colpisce l’animale giovane con lesioni multiple, spesso localizzate nel cavo orale, caratterizzate da una base di impianto molto stretta, peduncolata, un po’ come le gemme degli alberi. I papillomi guariscono spontaneamente dopo alcune settimane e raramente si deve ricorrere alla chirurgia. I papillomavirus sono strettamente ospite-specifici e in particolare per quelli del cane non è segnalata la trasmissibilità all’uomo. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentilissima Dottoressa Bevere, 08/11/2005 |
Gentile Monica, gli elementi che mi ha dato sono troppo pochi, quindi posso solo esporre l’argomento nel suo complesso, per aiutarla a capire cosa succede alla sua gattina. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gentile Dr.ssa Nicoletta Bevere 09/11/2005 |
Cara Maria Teresa, la diarrea grazie al cielo non è un fenomeno naturale durante la pubertà, che tra l’altro nel cane si colloca verso i 6 mesi, mentre il suo Pinscher ne ha 18. Che ne penso? Il tipo di diarrea fa credere non tanto ad una patologia dell’apparato digerente in senso stretto, quanto piuttosto ad una manifestazione neurovegetativa, legata cioè ad uno specifico stato emotivo (alcuni veterinari parlano di colon irritabile). A volte si può trattare di certe forme di ansia, e in questo caso sarebbe associata ad altri disturbi di tipo comportamentale. In realtà tutti i cani che personalmente ho osservato con questo particolare tipo di diarrea non hanno mai sofferto di alcuna patologia comportamentale evidente, ma erano soltanto animali che durante le lunghe passeggiate andavano incontro ad uno stato di grande eccitazione. Forse il suo veterinario intendeva dire questo. Provi a indagare. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentilissima dottoressa Bevere, le scrivo per avere qualche informazione sui problemi dei pastori tedeschi inerenti alla milza. Mi spiego meglio, io ho un pastore tedesco che ha compiuto 11 anni qualche mese fa, è sempre stato bene in salute, solo che da una settimana abbiamo notato un calo generale sia nell'appetito che nella voglia di fare e muoversi. Ora sembra essersi ripreso, l'ho portato a fare una visita e la veterinaria alla palpazione ha notato un ingrossamento di fegato e milza. In effetti abbiamo fatto caso anche noi che il cane aveva lo stomaco un pochino gonfio. Sono state eseguite le analisi dal quale risulta che il fegato non è compromesso dato che i valori sono nella norma, quindi non si tratterebbe di un insufficienza epatica come si era sospettato. Si pensa alla milza. Lunedì verrà eseguita un ecografia, ma nell'attesa vorrei chiederle quali sono le patologie delle malattie della milza di questi cani. Spero che non si tratti di una neoplasia, e se fosse solo un infiammazione, lei pensa che sia il caso di operare? La ringrazio dell'attenzione e attendo con ansia la sua risposta. distinti saluti. Alessandra 11/11/2005 |
Gentile Alessandra. Attenda l’esito dell’ecografia. Purtroppo le patologie della milza che determinano improvviso calo dell’appetito, distensione addominale, affaticabilità, difficilmente sono infiammazioni. Spero tanto che non sia il suo caso, ma se fosse un emangiosarcoma che ha dato un versamento addominale, fosse il mio cane, non lo opererei neanche per sogno. Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere
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cara dott bevere sono il proprietario del pastore tedesco femm purtroppo la devo disturbare di nuovo in quanto dopo un mese e mezzo di terapia non vedo i risultati previsti le scrivo gli esami del sangue del mio cane sperando che lei sia ancora una volta gentile nel darmi risposta . Esami richiesti referto unità di misura [...............................................] attualmente la cura è 4 capsule di TRYPLASE a vita più l antibiotico dato x un mese (flagyl) non c è un farmaco meno costoso che può andar bene ugualmente? ringraziandola x la sua cortese att 11/11/2005 |
Caro Pierluigi, l’esito degli esami supporta la diagnosi di insufficienza pancreatica esocrina, per cui la mancata risposta alla terapia può essere giustificata solo dall’inefficacia degli enzimi o da una concomitante malattia infiammatoria intestinale. In effetti l’aumento delle proteine alfa 2 e la leucocitosi (quel “WBC” un po’ alto) indicano la presenza di una patologia infiammatoria e, vista la lieve ipoprotidemia, non si può escludere una patologia intestinale. Questi dati sono suggestivi, ma non diagnostici. Inoltre va verificato assolutamente con uno striscio di sangue quel pazzesco “limph 99,9%”, che immagino sia un errore, anche se rarissimamente in corso di malattia infiammatoria intestinale sono descritte delle risposte leucemoidi. Grazie per l’invito e auguroni, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Egregia Dott.ssa, 17/11/2005 |
Gentile Sara, il certificato riconosciuto dalla FCI per l’esame ufficiale della displasia dell’anca è l’unica cosa che le deve interessare. Se lei è in possesso di tale certificato infatti significa che ha fatto eseguire le radiografie da un veterinario referente FSA, il quale ha seguito il protocollo approvato FCI/FSA, ha inviato la radiografia a Cremona, dove è stato stabilito da una commissione scientifica che il suo cane ha un grado (a quanto mi dice) A1 o A2, cioè è normale. La FSA conserva nei propri archivi la radiografia, rilascia il certificato con il grado di displasia riscontrato e può inviare i risultati della valutazione radiografica all’ENCI o al club di razza. Questo certificato basta e avanza per far riprodurre un Labrador sotto l’ala della FCI, anche se sarebbe ora di controllare in tutti i Retriever anche le patologie ereditarie del gomito, che hanno un impatto clinico assai superiore a quello della displasia dell’anca. Che poi un cane di grado A (= displasia esente) ad un anno e mezzo, appaia di grado E (= displasia grave) a quattro anni, è davvero assai improbabile! Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentile Dottoressa, |
Gentile Simona, la terza palpebra sollevata a carico di un occhio può indicare la presenza di dolore oculare oppure di problemi a carico del sistema nervoso periferico. In pratica si può trattare di congiuntivite, cheratite, ulcere corneali, uveite, sindrome di Horner, o altro. |
Gentilissima dottoressa Bevere, 21/11/2005 |
Cara signora, è noto da un trentennio che l’osteocondrosi (che è la mamma dell’osteocondrite dissecante della spalla e di tutte le altre forme di osteocondrite) è una malattia multifattoriale, e con ciò si intende dire che la patologia riconosce una predisposizione genetica e una predisposizione ambientale, riferita alla qualità e alla quantità dell’alimento e (forse) al tipo di attività fisica condotta durante la crescita. E’ invece assolutamente escluso e non plausibile che una qualsiasi forma di osteocondrosi possa originare da una sassata o da qualsiasi altro tipo di trauma, quindi immagino proprio che il collega non le possa aver voluto dire una cosa del genere, che presupporrebbe una conoscenza sommaria dell’argomento. Inoltre l’osteocondrite dissecante (che nell’80% dei cani dà zoppia entro i 12 mesi di età) è una malattia di interesse chirurgico e se non trattata determina rapidamente delle irreversibili alterazioni degenerative articolari! Ciò significa che se il collega avesse davvero questo sospetto diagnostico, allora non dovrebbe impostare una terapia cortisonica, che non serve proprio a niente per tale malattia, ma dovrebbe eseguire una radiografia, che tra l’altro per la spalla non vuole sedazione. In pratica, stando a quello che lei mi dice, le decisioni prese fin d’ora sarebbero un po’ conflittuali in relazione alle affermazioni fatte, che già di per sé non apparirebbero proprio limpide. Chiarisca con il collega, perché magari non vi siete capiti. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentilissima dottoressa, |
Cara Elena, nessuno sa se questa immagine sospetta, senza nome, rilevata da un ecografo, abbia qualche rapporto con la diminuzione del vorace appetito del suo gattone. Io personalmente non consiglierei una laparotomia esplorativa in un gatto grasso di 18 anni che accusa una diminuzione nell’assunzione dell’alimento, solo per un rilievo ecografico magari occasionale! Piuttosto, se persiste questa sintomatologia, farei degli esami del sangue e delle urine. Purtroppo concordo con la previsione che il suo gatto diciottenne prima o poi, forse, rifiuterà di mangiare e potrà vivere altri 2, 3, 5, 8 mesi, chi lo sa, ma è un po’ come dire che entro un tempo di 2, 3, 7 giorni l’acqua che ho messo nel bicchiere sarà tutta evaporata. E se poi non è ancora evaporata perché faceva molto freddo, tanto meglio. Per quanto riguarda il cortisone, non mi dice le ragioni per le quali gli viene dato, ma a parte rare malattie ben determinate, la terapia corticosteroide non è mai vita-natural-durante, quindi immagino che sia in previsione di ridurre gradualmente la dose e poi sospendere. Non interrompetelo bruscamente, ma seguite le indicazioni del collega. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentile dottoressa
Grazie per tutte le risposte. Mariangela FI 22/11/2005 |
Gentile Mariangela, il fatto che i due gattini siano fratelli, visto che sono stati abbandonati separatamente e che sono tanto diversi, sarà anche assai improbabile, sono d’accordo, (900 grammi sono troppi per una gattina di un mese!) ma non vedo come questo la possa preoccupare. Io mi sarei interessata di più alla possibilità che il gattino malato potesse risultare affetto da malattie trasmissibili alla gattina sana o agli altri suoi cinque gatti di casa. Infatti sarebbe stato prudente isolare il gattino, pur continuando a curarlo. Adesso probabilmente non c’è molto da temere, visto che a quanto mi dice il piccolino è in via di guarigione, ha fame, non ha diarrea, non ha febbre e manifesta soltanto dolore durante il movimento. In questo caso vedrà che guarirà presto. Per quanto riguarda le cure somministrate, ovviamente sono state efficaci, ma deve sapere che il Baytril non è un farmaco molto adatto ad un gattino di un mese perché è condrotossico, cioè causa la morte delle cellule cartilaginee implicate nell’allungamento delle ossa, e questo potrebbe dargli dei problemi sul lungo termine. Lo sospenderei. Se le feci rimanessero molto morbide sarebbe opportuno ripetere il loro esame per essere ben sicuri che il gattino non abbia dei coccidi e magari fare una ricerca per Giardia, oppure nel dubbio trattare entrambi i parassiti. In bocca al lupo per le adozioni! Dott.ssa Nicoletta Bevere
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Riferimento lettera del 22.11.2005 Gentile dottoressa Grazie. Mariangela FI |
Cara Mariangela, come le ho già detto anche a me sembra poco probabile che i due gattini in questione possano appartenere alla stessa nidiata, ma potrebbero benissimo avere qualche grado di parentela se provengono dalla stessa colonia di gatte. Comunque l’età di gattini molto piccoli si può stabilire abbastanza precisamente con una visita. Penso che il gattino si stia avviando alla guarigione e che quando avrà l’età giusta potrà fare le prime vaccinazioni, tuttavia, per quanto riguarda assicurazioni, giuramenti e certezze assolute, se lei, come mi pare, frequenta appena appena la medicina, sa già che questa non è una materia che si presta a simili cose. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere.
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Gentile veterinario ho una gatta di 13 anni che è sempre stata benissimo. Grazie. 24/11/2005 |
Gentile Leandro, non sono molto d’accordo, perché i polipi infiammatori del rinofaringe sono una malattia tipicamente giovanile. La comparsa in una gatta anziana di improvvisi rumori respiratori o di dispnea (difficoltà respiratoria), anche occasionale, secondo me potrebbe meritare qualche indagine. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere |
grazie prima di tutto, premetto che il mio cane un meticcio non ha mai segnalato alcun problema clinico di nessun genere, ha 10 anni. Pochi giorni fa avendo grazie di cuore ciro renzi 25/11/2005
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Gentile Ciro Renzi, certo che si può fare una radiografia in sedazione, ma non sempre si ha la fortuna (o meglio la sfortuna) di trovare sulla radiografia una diagnosi. Mi spiego: con una visita ortopedica di solito si capisce quale sia la regione dove il cane accusa dolore (ginocchio, gomito, anca, ecc…) e a volte basta la sola visita (senza radiografie) per emettere una diagnosi, come ad esempio nella rottura del legamento crociato anteriore, che spesso si verifica in seguito ad una brusca frenata o ad una rapida rotazione del corpo, e che causa una zoppia abbastanza evidente. Se per qualsiasi motivo il veterinario non riesce a localizzare la sede della zoppia, tentare di fare una radiografia sperando che la lastra dica perché il cane ha male è generalmente di scarsa utilità, anche perché in un cane anziano vi possono essere mille riscontri radiografici che poco o nulla hanno a che fare con la zoppia attuale. In pratica le sto dicendo che può affidarsi con fiducia ad un veterinario che abbia visitato il cagnolino, evidenziando clinicamente la sede della zoppia con un buon margine di sicurezza, le abbia prospettato una serie di diagnosi differenziali (cioè: un brevissimo elenco di malattie all’interno delle quali si trova con ogni probabilità quella del suo cane), e le varie possibilità circa diagnosi e terapia. Solo in questo modo il collega che ha visitato il suo cane le può dire se è necessario, utile, inutile, sottoporre l’animale a sedazione o ad anestesia generale per eseguire dei radiogrammi. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Caro Bairo 28/11/2005 |
Carissima Mariangela, questi valori percentuali da soli non significano tutto, e inoltre lei non mi riferisce una diagnosi anatomica, per cui non si può proprio dire nulla, ad eccezione delle cose che sarebbero “a prescindere”: che mi sembra imprudente somministrare del potassio a chiunque senza monitorare la kaliemia (ma poi, in una precedente lettera, non mi aveva detto che il gattino era bradicardico??), che non è documentata l’opportunità dell’integrazione di potassio negli animali sotto ACE-inibitori, e che non è di alcun valore una prognosi di morte certa entro un tempo variabile da adesso a qualche anno. Mi spiace, ma ho inoltre la fastidiosa sensazione che questi nostri scambi epistolari non le portino alcun vantaggio e forse anzi possano arrecare qualche danno, non è detto. Se penso a quanto invece le potrebbe esserle utile una buona intesa e una aperta e chiara comunicazione con i veterinari che la stanno seguendo. Ma perché non vi parlate un po’?? Un abbraccio, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentilissima dottoressa LIVELLO VENTRICOLO SINISTRO ventricolo sn diastole 13 13.8 13.6 13.5 mm. 01/12/2005 |
Cara Mariangela questi valori indicano che il cuoricino del suo gatto mostra una diminuita contrattilità, cioè si contrae poco rispetto a quanto sarebbe la norma. Questa diminuita contrattilità o ipocinesia in un gattino di 30-40 giorni è probabilmente dovuta ad una cardiopatia congenita, cioè un difetto anatomico del cuore o dei grossi vasi direttamente collegati ad esso: in pratica il cuore ha una “forma” anormale. In un gattino così giovane è invece meno probabile una malattia miocardica, cioè un disturbo non tanto della “forma” del cuore, quanto della forza del suo muscolo. Sia nel caso che si tratti di un difetto congenito (il cuore ha una “forma” anormale), sia nel caso che si tratti di una malattia del muscolo cardiaco, è necessario formulare una diagnosi precisa, come ad esempio “malformazione della valvola atrioventricolare”, o almeno una diagnosi di sospetto come ad esempio “sospetta tetralogia di Fallot” o “sospetta insufficienza miocardica da carenza di taurina”. Infatti ogni malattia, anche se colpisce lo stesso apparato, ha una sua terapia, e una sua prognosi. Se proprio proprio non si riesce a fare una diagnosi anatomica, si può anche provare a trattare il gatto con una terapia basata almeno sul disturbo funzionale sospettato, ma non capisco se questo è quello che stanno facendo i colleghi. In ogni caso secondo me un proprietario va ben informato, cioè bisogna che sappia che non c’è una diagnosi definitiva e che si sta tentando una diagnosi ex juvantibus (un modo fine per dire: se l’animale migliora con questa terapia, allora vuol dire che probabilmente la diagnosi è questa). Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentile dottore, ho due gatti siamesi di un anno e mezzo, fratello e sorella. Da qualche tempo sono notevolmente inappetenti e la veterinaria ha richiesto gli esami del sangue: emocromo e test Felv e Fiv. I test sono risultati negativi, l’emocromo della femmina normale, mentre in quello del maschio risulta un’alterazione nel rapporto neutrofili - linfociti, poiché i linfociti, pur rientrando nella scala dei valori normali, sono più alti dei neutrofili. La veterinaria ha voluto eseguire un secondo prelievo per inviare il campione all’ematologo e stabilire se ci sono problemi midollari. Io non ho capito bene cosa intendesse e vorrei sapere cosa posso scoprire da queste analisi sul mio gatto. Malattie incurabile forse? Aspetto la sua cortese risposta e la ringrazio anticipatamente. Distinti saluti, Maria 28/11/2005 |
Gentile Maria, che domanda mi fa! Secondo me quando si cercano dei problemi del midollo osseo che determinino linfocitosi, e li si vuole trovare solo attraverso uno striscio di sangue da inviare ad un ematologo, si può cercare soltanto una leucemia, ma non ho idea se la collega la pensi veramente così, quindi per levarsi la preoccupazione dovrebbe chiedere a lei di rispiegarle meglio quello che intendeva dirle, altrimenti questa non sarebbe la posta del veterinario, ma la posta del chiaroveggente. Comunque, la risposta del veterinario ad una possibile domanda sull’argomento sarebbe stata: una modesta linfocitosi costituisce generalmente una normale risposta del sistema immunitario che avviene: 1) in seguito a qualsiasi infezione che determini una prolungata stimolazione antigenica, 2) in seguito ad alcuni parassiti ematici (l’emobartonellosi nel gatto), 3) quale conseguenza della vaccinazione recente o 4) di un forte spavento. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gentilissima dottoressa Bevere, ringrazio di cuore per avermi risposto, veramente grazie mille. Ho sottoposto il cane a radiografia con sedazione, dalla lastra l' ortopedico veterinario dice di aver localizzato il problema all' anca, in effetti e come se al cane quando fa sforzo esca di fuori l' anca. Mi ha anche fatto sentire uno strano schiocco muovendo la gamba. Consumo della cartilagine vedo dalla rafiografia in zona cavità..non ricorso il nopme ma finisce con ...bolare. Mi ha dato degli antifiammatori, per 10 giorni, ma naturalmente anche pur essendo ignorante prevedo che la cartilagine non si riforma da solo anzi col passsare degli anni andrà a peggiorare. IL mio cane ha 10 anni, vorrei che passasse gli ultimi anni con dignità, onore, per il bene che mi ha data e che continua a farmi sentire dentro. Un operazione forse potrebbe risolvere parzialmente o totalemte il problema , una protesi all' interno della cavità che non faccia fuoriuecire l' anca? Volevo chiedere inotlre dove vi trovate voi esattamente. Un saluto affettuoso, l' amore non ha confini. 28/11/2005 |
Caro Ciro, in base a quello che mi racconta, deduco che il suo cane è andato incontro alla riacutizzazione di un problema cronico a carico dell’anca, caratterizzato attualmente dall’artrosi. In pratica il cane da molto tempo accusava qualche problema articolare, ma solo ora, in seguito probabilmente ad un trauma minore (anche un salto) ha iniziato a zoppicare. E’ un fenomeno molto frequente, che può accadere in qualsiasi momento della vita di un’articolazione non perfetta, ma che si verifica con più probabilità in vecchiaia perchè, andando avanti con gli anni, diminuisce il sostegno della massa muscolare alle articolazioni, mentre di pari passo la malattia articolare tende piano piano a progredire. Quello che si deve fare in simili casi è controllare la fase acuta dell’infiammazione con antinfiammatori e riposo, come le hanno già detto, e gestire la malattia cronica curando che il cane non ingrassi (il fattore peso è importantissimo) e che mantenga una buona massa muscolare. L’attività fisica migliore è il nuoto, le lunghe passeggiate senza correre troppo, ed eventualmente la fisioterapia (anche fatta in casa, dal proprietario, una volta che gli sia stata spiegata da un veterinario). L’attività fisica più pericolosa è rappresentata dai salti e dalle corse scatenate, perché possono appunto causare delle improvvise riacutizzazioni del dolore e, se le alterazioni anatomiche a carico dell’anca lo predispongono, possono anche causare la lussazione dell’anca. Per quanto riguarda la terapia farmacologica sul lungo termine, vanno bene i condroprotettori, contenuti anche in alcuni mangimi formulati appositamente per cani con artrosi (J/d Hill’s, Mobility support Royal Canin), mentre la chirurgia, a meno che non si sia verificata una lussazione, non è sempre necessaria. Comunque, visto che le interessa sapere, in un cane di taglia piccola o media, di dieci anni, forse potrebbe convenire l’artroplastica per escissione (nessuna protesi), mentre in un cane di taglia maggiore la scelta tra l’artroplastica per escissione o una protesi dipende sia dal tipo di cane, sia dalla disponibilità economica del proprietario. Esattamente io lavoro a Milano, zona viale Monza, ma se ha bisogno mi può raggiungere anche solo telefonicamente. Chieda il numero a Bairo. Cari saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
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