Il veterinario risponde
a cura della d.ssa Nicoletta Bevere

venticinquesima pagina

Egr. Dott.ssa Bevere
Le scrivo da Barano d’Ischia (Napoli).
Le scrivo in merito alla mia cagnetta Sarah che ha compiuto 6 mesi il 22 di agosto e dopo una settimana credo sia andata in calore in quanto ha delle piccole perdite ematiche rosate.
Nei giorni scorsi il veterinario, a seguito di visita (aveva una leggera tosse ma niente febbre, ma è regolarmente vaccinata), ha riscontrato una infiammazione faringea e le ha somministrato la seguente cura:
Synulox 50 1 cp mattina e sera per 15 gg
Bentelan 0,5 mattina e sera per 4gg + 1 al giorno per 3 gg.
Le domande sono:
Non è un po’ troppo presto per il calore?
I farmaci somministrati possono interferire con il calore in corso?
In attesa di una sua cortese risposta la ringrazio anticipatamente.
Bruno I
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02/09/2007

 

Gentile Bruno, 6 mesi in un cane sono un’età assolutamente adeguata per il primo calore e nessuna delle terapie riferite può aver influenzato in alcun modo questo normalissimo evento. Stia tranquillo!

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
 

Gentile dottoressa vorrei da lei un consiglio che riguarda il mio gatto che vive con noi da 10 anni. E un maschio castrato,europeo bianco e nero,da vari mesi ho notato che il gatto si gratta con insistenza l’addome o meglio si lecca come se gli procurasse fastidioso bruciore,sull’addome non ha più pelo e presenta dei piccoli puntini rosati forse per effetto dello sfregamento. Quando capita cambio la marca dei croccantini e cerco di variare il piu possibile la sua dieta. Prevalentemente mangia merluzzo,carni varie,un po’ di umido. Purtroppo periodicamente si presenta questo problema che sembra comparire e sparire .Pulci non ne ha,defeca un po’ duro,ma l’ha sempre fatto,urina normalmente e ultimamente ho notato che dalle feci ha espulso,attaccato ad esse,un verme bianco di un cm,molto piccolo;non so se questo c’entra con la perdita di pelo. Gradirei sapere se è il caso di fare una coltura del pelo,e se è il caso di sverminarlo con il drontal che casualmente mi trovo in casa. Grazie
Cordiali saluti


03/09/2007
 

Gentile signora o signore, stando alla sua descrizione il gatto ha un’alopecia autoindotta associata a prurito e dermatite miliare. Poiché le cause di questa dermatosi sono molte (anche se si può già dire la malattia più probabile è di natura allergica), l’animale va fatto visitare da un veterinario in grado di percorrere il giusto iter diagnostico, che comincia con l’esclusione di parassiti esterni e funghi, e con il controllo di eventuali infezioni batteriche, per arrivare con tutta probabilità ad una dieta ad eliminazione ed eventualmente ad esami allergologici su campione di siero. Direi di non somministrare il Drontal.
Dopo aver parlato con il suo veterinario, se avrà ancora dei dubbi, mi scriva nuovamente.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentilissima d.ssa Bevere,
Le scrivo in quanto ho una problematica con il mio cane, un Labrador di quasi otto anni. Sono in preda al panico e non so come comportarmi e sinceramente la prerogativa fondamentale di questa Mail è quella di poter avere un suggerimento di modo da potermi rivolgere ad una struttura che davvero abbia a cuore la cura dell'animale. Un amico mi ha consigliato di scrivere a questo indirizzo parlandomi molto bene
della Sua Persona. Max ha otto anni, e ha un problema di vista.. tende mentre cammina a sbattere la testa contro porte o divani, quando è davanti a me circa venti o trenta centimetri sembra non vedermi proprio, al buio poi non ne parliamo, si orienta con l'olfatto e dirige lo sguardo verso i punti di luce per capire dove e come muoversi. io non posso vederlo così, mi piange il cuore.. e visto che per me non è un cane ma un fratellino più piccolo devo assolutamente cercare una soluzione a tale menomazione.
Non ho idea se sia Cataratta o qualcos'altro, e la cortesia che Le chiedo è quella di potermi consigliare qualcuno che possa fare una diagnosi esatta e possa di seguito intervenire, considerando che Le scrivo da Roma  (anche se non conosco il territorio perchè non sono di Roma) e mi hanno detto che qui ci sono Medici Veterinari molto validi.
Se fosse cataratta vorrei chiederLe in cosa consiste la cura e quali sono i tempi di guarigione.
La ringrazio a priori per l'interessamento a questa e-mail  e la dedizione con la quale porta avanti la sua professione!
Distintamente
Saluto
Andrea - Roma

03/09/2007
 

Gentile Andrea, mi dispiace molto per il suo cane. Purtroppo ad otto anni è molto difficile che vi sia una cataratta talmente grave da determinare cecità, a meno che il cane non sia diabetico (se lo fosse, berrebbe tantissimo).
Il problema probabilmente è a livello retinico o, un po’ meno probabilmente forse, a livello centrale.
Deve far fare un esame del fondo, che quasi sicuramente dirà qualcosa. Se così non fosse è necessario un esame neurologico.
Un bravo neurologo, ma anche un bravo veterinario generico, possono già dirle qualcosa osservando il fondo dell’occhio, ma se trova in zona un oculista è meglio. Per avere un appuntamento con uno specialistica nella propria zona è necessario fare riferimento ad un ambulatorio veterinario. Lì le prenderanno un appuntamento.
Mille auguri alla sua cucciola!

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentilissima dottoressa Bevere,sono la padrona di Birillo,un coniglietto nano.Le ho scritto già in precedenza perchè il coniglietto tossiva spesso e lei mi ha risposto molto gentilmente.Ora le scrivo di nuovo perchè si è creato un grave problema e io,che sono affezionatissima a questo dolce batuffolo non so cosa fare.Infatti da qualche tempo oltre alla tosse il mio coniglietto ha cominciato a presentare su tutti e due gli occhi come una specie di muco biancastro e infiammazione.Sono subito andata dal veterinario che mi ha detto che era un'infezione profonda e mi ha prescritto un antibiotico,il Baytril,da dare 0,1 ml una volta al giorno per 10 giorni.Purtroppo il mio coniglietto non è guarito così sono riandata dal veterinario che,questa volta,ha diagnosticato che il mio coniglietto è affetto da PASTEURELLA.Io sono disperata perchè lui mi ha lasciato intendere che non ci sono molte cure per questa malattia.Comunque mi ha dato delle gocce da mettere un giorno sì e un giorno no nell'occhio per 10 giorni e mi ha detto invece di sospendere l'antibiotico per via orale.Lei che cosa mi consiglia, è giusta la terapia che sto seguendo e,soprattutto è vero che il mio coniglietto con questa malattia non ha via di scampo??Inoltre vorrei sapere se è trasmissibile anche all'uomo.Io la ringrazio veramente molto e la prego di aiutarmi a trovare una soluzione adeguata.Cordiali saluti. Alessia

04/09/2007

 

Cara Alessia, è possibilissimo che Birillo abbia una pasteurella. Quello che farei io però non è proporle l’eutanasia del suo coniglietto, ma un prelievo di essudato (magari ottenuto profondamente nella cavità nasale e non dalle narici, con l’animale in sedazione) da sottoporre ad esame batteriologico ed antibiogramma. Questa indagine servirebbe a verificare la sensibilità del microrganismo a qualche altro antibatterico, diverso da quello che fino ad ora non ha dato alcun risultato. A volte la pasteurellosi si manifesta con infezioni croniche resistenti ai trattamenti, però fino a che non si è provato a curare la malattia e soprattutto (quando anche la malattia non fosse curabile) fino a quando la qualità di vita dell’animale è discreta, non vedo perché ricorrere all’eutanasia.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentile Dottoressa,
ho di recente adottato un gatto di circa 2 anni, al quale il Dott. Stefano Bo di Torino ha diagnosticato circa 6 mesi fa la mucopolisaccaridosi. Attualmente il gatto presenta deformità degli arti anteriori che gli impedisce di deambulare normalmente e ha chiaramente dolore (osseo o articolare) agli arti.
Io non sono a conoscenza degli esami che sono stati fatti per arrivare a questa diagnosi, e le chiederei cosa è opportuno fare in questi casi, se caso mai esista qualche analisi come in medicina umana per poter diagnosticare in modo incontrovertibile la diagnosi di questa malattia rara. Inoltre, dietro consiglio del mio veterinario, sto somministrando giornalmente al gatto mezza compressa da 20mg di Rymadil come antidolorifico per fare in modo che il gatto possa muoversi un pò di più: vorrei chiederle se faccio bene e se esiste qualche altro antidolorifico non steroideo che potrei somministrargli. Infine, le chiederei se esiste qualche integratore (vitaminico o di oligoelementi) che potrei somministrargli per aiutare a rallentare il progredire della malattia.
Un grazie di cuore per l'aiuto che potrà darmi,
Manuela, Torino.

05/09/2007

 

Gentile Manuela, si tratta di una malattia molto rara la cui diagnosi, oltre che sui dati clinici, si basa sul dosaggio nelle urine di alcune sostanze (in eccesso nei malati) come il dermatansolfato e il cheratansolfato. Inoltre viene testata l’attività enzimatica di alcune sostanze (deficitarie nei malati) nel siero.
Le consiglio di contattare la professoressa Aurora Daniele (
[email protected]). E’ un medico umano, ma probabilmente è la persona maggiormente esperta in Italia di mucopolisaccaridosi felina.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere. 

Gentile dottoressa approfitto della sua cortesia per chiederle un piccolo consiglio,accudisco una colonia felina composta da tre femmine sterilizzate e cinque cuccioli in procinto di essere sterilizzati.
I piccoli sono nati nel mese di marzo e credo che siano pronti per l’intervento,ma il problema è che non sono tutti uguali di costituzione,infatti alcuni dimostrano di avere meno dei mesi che hanno.Crede che sia troppo presto per loro?Inoltre volevo chiederle una informazione,credo che uno di loro abbia l’influenza,sceglie di stare sempre al sole,mangia quanto basta senza voracità,ma occhi e muso sono puliti.e quindi cosa si da ai gattini in caso di febbre?Quale antipiretico mi consiglia?Il synulox e la rubrocillina sono antipiretici? Grazie per la sua infinita collaborazione.Sig.annamaria (NA)  


06/09/2007

 

Gentile Annamaria, sei mesi sono un’età adeguata per procedere alla sterilizzazione, ma gli animali che appaiono più giovani possono essere sterilizzati in un secondo momento, fra qualche mese.
Il gatto che “sta sempre al sole” non è detto che abbia la febbre. Le consiglierei quindi, prima di somministrare farmaci un po’ a caso (Rubrocillina e Synulox sono antibiotici, non antipiretici, e nel gatto la maggior parte degli antipiretici ha diversi effetti collaterali) di farlo visitare da un collega.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere.

 
Buongiorno dott.ssa,
mi chiamo Maria e le scrivo da Palermo: il mio gatto, Cioppo , maschio castrato di sette anni, ha accusato il venti agosto ed oggi 6 ottobre, tre strani episodi; ovvero strane contrazioni muscolari con difficolta' nella
deambulazione per, in particolare, contrattura degli arti posteriori e della coda.
In particolare divarica le zampe posteriori come per ritrovare il baricentro.
Io ho pensato alle seguenti cause:
- avvenelamento da ingestione di piante o di animali potenzialmente velenosi (gechi) ma l'episodio è avvenuto sia in vacanza che in casa (combinazione
eccessiva).
- mancanza di vitamine dovute all'alimentazione con D/D della Hills e scatolette della Almo natura.
- accumulo ematico di sali ureici o lattati o ossalati per malfunzionamento renale ma il veterinario ha constatato vescica vuota (? è sufficiente questo?).
- protrusione del tratto toraco-lombare per caduta da un armadio alto (è caduto in piedi senza sbattere la testa ), caduta che è avvenuta in vacanza e che potrebbe spiegare il primo episodio di agosto.
Il gatto quando ha questi attacchi è cosciente ma spaventato (chi nn lo sarebbe) e cerca subito di riposarsi. L' appetito nn gli manca, beve regolarmente, fa feci buone e la minzione mi sembra buona.
Dott.ssa le chiedo un parere professionale, le mie ipotesi hanno molte lacune nel campo veterinario, spero le possano servire per farsene una idea a distanza.
Spero abbia il tempo di rispondere al piu' presto .
Ringraziandola anticipatamente,
le porgo i miei cordiali saluti
Maria L.

06/09/2007

 

Gentile Maria, escluderei la prima ipotesi (l’episodicità degli attacchi e la ripetitività del fenomeno in due contesti ambientali diversi la rende molto improbabile), escluderei anche la seconda, in quanto il d/d Hill’s è un alimento integrato con vitamine. La terza ipotesi non ha alcun fondamento prchè gli episodi descritti non sono una manifestazione dell’insufficienza renale, malattia che forse il suo gatto nemmeno ha (comunque per valutare la funzionalità renale deve fare degli esami del sangue e delle urine).
Nemmeno la quarta ipotesi ha fondamento perché non esiste nessuna patologia chiamata “protrusione del tratto toracolombare” e perché in ogni caso una malattia della colonna vertebrale non potrebbe dare sintomi neurologici episodici.
Secondo me questi attacchi possono essere verosimilmente crisi epilettiche (a volte sono molto atipiche nel gatto, e difficili da riconoscere), quindi le consiglio di cercare di filmare una crisi e, quando ci è riuscita, prendere un appuntamento con un neurologo. Sarebbe naturalmente opportuna una visita generale e uno screening ematochimico.
Faccia sapere!

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere.

 
Gentile Dottoressa, spero possa chiarirmi dei dubbi. Ho due cagnoline femmine di Norfolk terrier e avevo deciso di farle sterilizzare, fissando la data per il 28 settembre. Hanno compiuto 6 mesi il 17 di agosto. Purtoppo ieri una delle due è andata in calore. Le mie domande ora sono queste:
1.quanto tempo devo aspettare prima di far operare la
cagnetta che è andata in calore? 2.come faccio a sapere che l'altra non sia prossima al calore al momento dell'operazione? (ho letto su internet che è molto pericoloso operare una cagnetta quando è in calore, è vero?) 3.che probabilità ho che le mie cagnoline, una volta operate, diventino incontinenti ed abbiano fenomeni di pelo da cucciolo 4. Essendo molto belle, se sterilizzate potrei comunque portarle alle mostre? 5.sterilizzandole dopo il primo calore, che rischio ho che in futuro sviluppino tumori alle mammelle?
La ringrazio infinitamente per la sua disponibilità
carola

07/09/2007

 

Gentile Carola, rispondo a tutte le sue domande.
1) Almeno 15 giorni dopo la fine delle perdite di sangue.
2) Se ne può accorgere il veterinario osservando i genitali esterni e, al limite, associando la citologia vaginale. E’ davvero sconsigliabile operare durante la fase di estro in quanto si verificano alcuni inconvenienti che rendono la chirurgia tecnicamente un po’ più difficile. E nessuno ne sente il bisogno.
3) Per quanto riguarda l’insorgenza dell’ incontinenza urinaria post sterilizzazione ci sono dati controversi, riguardo sia la percentuale di incidenza, sia la precocità dell’intervento, sia la tecnica chirurgica adottata. Per la mia esperienza l’incidenza è bassissima. Per quanto riguarda il “pelo da cucciolo” forse lei si riferisce a qualche malattia ormonale che però non ha nulla a che vedere con l’ovarioisterectomia.
4) Certo.
5) L’adenocarcinoma mammario ha un’incidenza molto alta nelle cagne anziane non sterilizzate, ma la sterilizzazione entro il primo calore o entro il secondo calore riduce il rischio di insorgenza del tumore mammario rispettivamente allo 0,9% e all’ 8%. Dopo il secondo calore la sterilizzazione non sembra produrre alcun effetto ai fini della prevenzione di questa malattia.

 

 
Buongiorno Dottoressa,
sono Chiara L. da Sovico,
le scrivo perchè ultimamente abbiamo notato che la nostra cagnolina (incrocio con pastore - presa al canile) è un pò incontinente; l'abbiamo sterilizzata e ci avevano avvisato che questa poteva essere una conseguenza, ma non da subito bensì da anziana.  Adesso ha 9 mesi e le capita soprattutto mentre dorme; ha un'idea del perchè?
Grazie anticipatamente!
Chiara

07/09/2007

 

Cara Chiara, è un bel guaio, ho appena scritto che l’incidenza, nella mia esperienza diretta, è bassissima… Il cane è molto giovane, ma presumibilmente non dovrebbe avere ectopia dell’uretere (altrimenti vi sareste accorti prima del problema). Immagino che non stia prendendo alfa2agonisti, altrimenti me lo avreste detto. Quindi il vostro pastore potrebbe avere la cosiddetta “vescica pelvica”. E’ necessario verificare questa ipotesi con un’ecografia.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
buongiorno dottore volevo sapere se ha qualche informazione riguardo al farmaco Impavido della zhentaris per curare la lhesmaniosi canina io purtroppo sto cercando questo farmaco per curare il mio cane di 4 anni ho chiesto anche al vaticano che mi ha sparato 2500 euro per una confezione è possibile? può indirizzarmi da qualcuno che lo distribuisce senza lucrare sulla vita di questi poveri animali?
distinti saluti
Claudio J.

10/09/2007

 

Caro Claudio, mi dispiace tanto, ma sul costo dei farmaci non ho voce in capitolo con la farmacia comunale di Viale Monza, figuriamoci con quella del Vaticano!
Ma perché mai, visto che fortunatamente esistono delle linee guida su come trattare la leishmaniosi, non sfrutta il prezioso aiuto che proviene dalla casistica e dalla comunità scientifica e non usa la n-metilglucamina?

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 

Buongiorno,
possiedo un gatto di 16 anni, è un incrocio con un persiano.
Nonostante l’età e una serie di trascorsi non propriamente simpatici, fra i quali l’asportazione dei genitali esterni all’età di 4 anni a causa della presenza di calcoli nell’uretra, il gatto si presenta molto bene: ha sempre appetito, è attento,  ha ancora una buona vista e un buon udito.
Purtroppo, però, lo scorso anno il nostro veterinario di fiducia gli ha diagnosticato un’insufficienza renale e, lo scorso maggio , una cardiopatia.
Abbiamo iniziato una cura a base di Lasix e Enalapril, cura  alla quale ha risposto molto bene.
Ora io sono cosciente del fatto che ha 16 anni, è cardiopatico e d è affetto da insufficienza renale, quindi non avrà ancora una lunga prospettiva di vita. Dulcis in fundo, una settimana fa abbiamo scoperto, in seguito ad esame citologico,  un tumore maligno alla zampa sinistra posteriore.
Il nostro veterinario mi ha sconsigliato l’amputazione dell’arto perché, secondo lui, il suo problema più grosso sarebbe  la cardiopatia, unita all’età,  e non il tumore.
E’ vero che un gatto a quell’età farebbe molta fatica ad adattarsi a camminare con tre zampe ( è comunque magro e ha poca muscolatura..), ma io continuo chiedermi se sto facendo la cosa giusta:  se io potessi comunque prolungargli la vita anche solo di un mese , lo farei. Inoltre, nel momento in cui la zampa dovesse ulcerarsi, secondo lei sarei sempre in tempo ad eseguire l’amputazione dell’arto o sarebbe troppo tardi?
Faccio presente che il gatto al momento non prova dolore e nemmeno zoppica, e , ripeto, si comporta normalmente.
Attendo con ansia una Sua cortese risposta.
Grazie, cordiali saluti.
Lorella

10/09/2007

 

Gentile Lorella, secondo me lei non dovrebbe nutrire alcun dubbio su cosa è meglio per il suo gatto. L’amputazione di un arto è in grado di deteriorare la qualità di vita di un animale, soprattutto nei primi tempi. Nel suo gatto, che è estremamente anziano, cardiopatico e nefropatico, va probabilmente evitata una chirurgia così radicale e invasiva, in quanto oltre a comportare elevati rischi anestesiologici, sicuramente non porta alcun vantaggio nel breve termine (attualmente il gatto non è affatto disturbato dalla neoplasia), mentre i vantaggi di questo intervento nel medio-lungo termine sono del tutto aleatori (chi ci dice che il gatto vivrà più a lungo solo per l’amputazione? Di sicuro non vivrà meglio). Io capisco bene che lei farebbe qualsiasi cosa anche solo per avere “un mese di vita in più” del suo amato gatto, ma io credo che lui, se potesse, le direbbe: no, grazie. Se poi questo tumore darà, forse un giorno, dei problemi, allora potrà nuovamente rivalutare tutta la situazione.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Buon giorno Dottoressa
Avrei bisogno di avere il maggior numero di
informazioni riguardo alle cure per l'epilessia dei cani.
Ieri mi ha telefonato una mia amica sconvolta perchè il suo Boxer albino da due settimane ha crisi epilettiche.
Il vet ha fatto gli esami del sangue ed ha constatato valori completamente sballati, come anche il fegato.
Quindi dopo aver fatto una cura per migliorare queste condizioni adesso gli sta dando delle pastiglie x diminuire le crisi epilettiche (sia la frequenza che l'intensità). Però le ha detto che non sa quanto gli resta da vivere, potrebbe essere un mese, come un anno o due.
Inoltre la mia amica mi ha detto che i box albini vivono mediamente meno dei boxer normali ed il suo Zeus ha già 9 anni e mezzo.
Potrebbe darmi qualche consiglio o qualche cura efficace ?
Un grazie di cuore.
Dada
BG

10/09/2007

 
Gentile Dada, non conosco la diagnosi del collega circa l’origine delle crisi epilettiche, ma le posso dire che in questo tipo di cane e a questa età è molto improbabile che si tratti di epilessia idiopatica, malattia invece al centro del suo interesse. Il punto è questo: lei vorrebbe sapere tutto della terapia per una malattia in particolare, l’epilessia idiopatica, come se il cane avesse ricevuto questa diagnosi precisa, la quale invece molto difficilmente può essere stata emessa dal collega.
Anche se questa malattia non riguarda il cane della sua amica, può comunque farsi un’idea abbastanza precisa dell’uso di alcuni farmaci che ugualmente possono essere utili al cane, leggendo la corrispondenza che ho avuto con i signori Ornella (11 Ottobre 2005), Maniscalchi (28 Febbraio 2006), Dal Lago (2 Aprile 2006).

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

Gentilissima dottoressa,
torno a scriverLe per la mia gattina Lulu' malata i FIV.
Per la terapia da seguire, per il momento, non ho fatto niente.
Nè interferone, nè cure omeopatiche.
Per ora stà bene, mangia ed è aumentata di qualche etto.
Ma c'è un problema, ogni 20 giorni circa, (questo è iniziato i primi del mese di luglio) le prende un gran prurito, si gratta in continuazione e si lecca giorno e notte, in tutte le parti del corpo, fino a portarsi via il pelo, sotto la pancia.
Il veterinario le ha fatto, per due volte, a distanza di venti giorni una mezza fiala di cortisone e il prurito in poche ore è passato.
Dagli esami del sangue, a parte FIV, non risulta avere niente altro.
Il prurito è una conseguenza dell'FIV?
Cosa mi consiglia di fare?
Dovrò andare avanti a cortisone? E' un farmaco che mi ha sempre fatto paura.
Il Resugen è un farmaco che può portare dei miglioramentinella malattia dell'FIV?
La ringrazio per la sua gentile risposta.
Laura.

10/09/2007
 

Gentile Laura, perché non cercare di fare diagnosi? Un prurito episodico, benchè molto intenso, è una sfida difficile dal punto di vista diagnostico, ma intanto io comincerei ad escludere la dermatite allergica al morso di pulce. Poi, se fosse negativo il test effettuato con un adulticida dotato anche di buona attività ambientale larvicida (il suo veterinario saprà cosa prescriverle), proverei una dieta privativa. Il prodotto di cui parla è un ottimo integratore in grado di migliorare le condizioni generali in corso di malattie debilitanti, ma il suo gatto sta gran bene. Non si può rispondere alla sua domanda (almeno non in modo scientifico e documentato), ma di certo questa integrazione male non fa.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Buon giorno vi scrivo per porvi alcuni esami del sangue che ho fatto fare alla mia  shila (un carlino nero) per capire con più esattezza  cosa dipendesse i disturbi che da due mesi soffre la mia piccola shila.. ha prurito alle zampe molta forfora, diagnosticata come seborrea secca e umida dal veterinario  (dermatologo) , ho fatto una cura di quattro giorni con il cortisone ma ho avuto ottimi risultati  solamente per una settimana poi tutto e ricomparso allora ho provato a cambiare alimentazione anche se prima era sempre molto controllata infatti la
alimentavo con il sensity controll della royan canin.
cmq gli esami del sangue hanno rilevato le seguenti annomalie:
fegato:
fosfatasi alcalina   + 105   intervalli di riferimento >81
muscoli
trigliceridi             -   44   intervalli di riferimneto 50-100
quandro ematico completo
leucociti                + 12.2 intervalli di riferimneto 6-12
eritrociti                -  5,98 intervalli di riferimneto 6-9
MCH                  +   26   intervalli di riferimento 17-23
MCHC               +   35   intervalli di riferimento 31-34
emocitometria
Neutrofili segm.   + 79     intervalli di riferimento 55-75
Linfociti               - 11     intervalli di riferimento 12-30
monociti               +   7   intervalli di riferimento 0-4
Monociti              ++ 817intervalli di riferimento 0 - 500
Volevo sapere cosa significano i valori sopra riportati .
La ringrazio per la sua collaborazione e disponibilità
Distinti saluti
M. Stefania

10/09/2007

 
Gentile Stefania, per “significato degli esami” si deve intendere “significato diagnostico”, cioè in relazione alla diagnosi di una malattia. Bene, questi esami non hanno nessun significato diagnostico, perché l’aumento della fosfatasi alcalina è più che normale dopo il cortisone, così come il lieve abbassamento dei linfociti. Le restanti modestissime alterazioni non hanno alcun significato di per se stesse, ma a maggior ragione non essendo accompagnate da un quadro clinico particolare. L’ultimo valore che riporta è sicuramente sbagliato e non so a cosa si riferisca.
La dieta di cui parla non è indicata per la diagnosi di intolleranza alimentare. Mi sembra strano che un dermatologo non abbia tentato di fare una diagnosi (seborrea è la traduzione medichese di forfora, mentre secco e umido sono due concetti che si annullano, evidentemente) e le abbia proposto come unica terapia del cortisone.
Nel suo caso cortisone fa rima con confusione, e infatti lei si stupisce che dopo quattro giorni di cortisone il cane, nonostante il miglioramento iniziale, sia ricaduto nella malattia. Niente shampoterapia, niente dieta privativa, niente esami parassitologici? Non è un iter molto dermatologico, e non risponde affatto alle necessità del cane.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

Gent.ma Dott.ssa Bevere,
ho un cavalier King di due anni da pochi giorni gli è stata scoperta una cataratta. Si prospetta un intervento, volevo sapere se è l'unica soluzione possibile e se è consigliato a questa età, e soprattutto se c'è qualcosa che dovremmo sapere a quello che andiamo in contro. Premetto che il cane si era grattato l'occhio gonfiandoselo episodio dal quale si è scoperta una congiuntivite dopodichè si e scoperta anche la cataratta. Attualmente la congiuntivite è stata curata con una pomata a base di Cloramfenicolo e Idrocortisone acetato.
La ringrazio per la sua cortese attenzione.
Antonio da Formia (Latina).

10/09/2007

 

Gentile Antonio, il trattamento della cataratta è esclusivamente chirurgico e prevede la facoemulsificazione della lente e la sua sostituzione con una lente artificiale. L’intervento è consigliato quando sono presenti queste due condizioni contemporaneamente: 1) l’occhio dietro la lente è sano (retina e vitreo non hanno patologie che renderebbero comunque inutile l’intervento), 2) la cataratta è tale da rendere l’occhio non vedente (cioè si tratta di una cataratta matura e non di un lieve opacamento del cristallino). E’ meglio che venga rispettata anche una terza condizione: ossia che l’aspettativa di vita dell’animale sia abbastanza lunga da giustificare l’onerosità dell’intervento (ma ovviamente questo dipende dalla disponibilità economica del proprietario).
Nel suo caso l’insorgenza improvvisa di cataratta in un cane così giovane, e solo a carico di un occhio, deve far sospettare che l’occhio possa avere una malattia primaria la quale ha determinato in seguito l’opacamento del cristallino. In questo modo la prima condizione di cui sopra potrebbe non essere rispettata. Quindi, prima di pensare ad una chirurgia così impegnativa, le consiglio di assicurarsi che il cane venga visitato da un oculista veterinario, che venga emessa una diagnosi prima dell’intervento circa la funzionalità della retina, e che vengano prese tutte le precauzioni necessarie per evitare brutte sorprese.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentile dott.ssa Nicoletta Bevere , Grazie per la sua risposta molto chiara a coincisa, cercherò di rispondere alle sue domande :riguardo all'ultimo valore riportato (leggo da copia di esami Monociti
(assoluto )   817   ++   intervalli di riferimento 0   -   500.
oltre al contisone mi ha proposto anche una shampoterapia ( "Il virbac Sebolytic Shampoo" ) poi di mia spontanea volontà ho cambiato anche la
alimentazione ( ora lo alimento con ALMO NATUR (PESCE & PATATE)
Poi ho eseguito gli esami anche per le allergie in generale dal cibo, e parassitari  vari.
Lei cosa mi consiglia come terapia per la forfora e plurito nelle zampe e parte posteriore.
Grazi per la sua collaborazione distinti saluti .
Stefania M. (viviamo a vicenza )

12/09/2007

 

Gentile Stefania, confermo che c’è un errore nella trascrizione degli esami, forse si trattava delle piastrine, ma rimane fermo tutto quello che le ho già detto.

Il mio consiglio comunque è di fare diagnosi. Una diagnosi è ad esempio “cheyletiellosi”, oppure è una diagnosi “intolleranza alimentare”, o ancora è una diagnosi “atopia”. Non è una diagnosi “seborrea secca e umida”. Se non si ottiene una diagnosi, attraverso l’aiuto di un bravo veterinario che segua il cane direttamente, è impossibile trattare la malattia in modo specifico, ossia curando la causa della dermatopatia. Se non si arriva alla diagnosi, l’unica cosa che rimane da fare è cercare di controllare i sintomi. A volte questo approccio terapeutico, sintomatico, può essere una scelta obbligata (a volte) e/o consapevole (sempre), ma io non so se questo è il suo caso.

Se il suo veterinario ha escluso con certezza tutte le cause parassitarie di forfora e prurito, allora rimane da sottoporre l’animale alla dieta privativa, per escludere l’intolleranza alimentare. (In seguito, se fosse negativo il test, si potrebbero fare i test allergologici su siero) Le lascio a questo indirizzo le informazioni delle quali forse ha bisogno per capire un po’ di più l’iter diagnostico dell’intolleranza.

http://nicolettabevere.blogspot.com/2007_09_01_archive.html

 Non sarebbe giusto da parte mia invece acconsentire alla sua richiesta di consiglio sul trattamento sintomatico del prurito, senza sapere se è stato fatto tutto quello che era necessario per arrivare alla diagnosi e senza essere sicura che lei abbia ben capito i termini della malattia del suo cane.


Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
 

 

Gent.ma Dottoressa Bevere,

Le ho scritto tempo fa per il mio gatto, un maschio castrato di 5 anni affetto da haemobartonella.

Ci sono molte questioni riguardanti la sua salute che mi preoccupano, quindi spero mi perdoni se in questa mia lettera sarò un po’ lungo e disordinato nel proporglierLe.

1)   Dalle ultime analisi del sangue la situazione per quanto riguarda l’haemobartonella sembra essere un po’ migliorata e, a dire la verità, la Sua collega dice che adesso (dopo 4 cicli di antibiotico in un anno) non ha più bisogno di essere trattato.

Resta però il fatto che le piastrine rimangono molto basse (75.000) , nel quadro proteico c’è un’alterazione delle Beta, e le mucose le vedo molto chiare se pur leggermente rosa.

E’ normale che le analisi non risultino mai completamente perfette e si instauri comunque un equilibrio con il parassita ,o la situazione è ancora pericolosa?

E’ vero che lo striscio evidenziera’ sempre una infestaione anche quando apparentemente c’è remissione dei sintomi?

2)   ha appena finito di prendere la Doxiciclina e, a distanza di un anno, s’è ribeccato la coccidiosi, nonostante l’igiene maniacale con cui disinfetto dentro (e con la candeggina fuori al balcone quando i piccioni e merli sporcano con escrementi e piume).

Alcuni Suoi colleghi sostengono che di coccidiosi si rimane portatori. Le risulta?

3)   In questi giorni gli ho fatto fare un ecoaddome, dal quale non risulta niente di patologico, e un RX torace da una cui prima proiezione laterale sembrava che ci fosse qualche focolaio ai polmoni, cosa che aveva fatto pensare alla Sua collega che ha il mio gatto in cura che fosse dovuto all’acqua che io stesso,lentamentema contro la sua volontà, gli somministravo per mantenerlo idratato. Dalla proiezine frontale risulta invece nulla di patologico a carico dei polmoni ma risulta invece un discreto ingrossamento del cuore (indice cardio-vertebrale 9,8v – indice cardiotoracico 72%, valori normali entro il 65%). Mi sono subito precipitato a fargli fare un ecocardiogramma (dal quale non risulta affatto un ingrandimento delle camere cardiache pur non essendo la situazione valvolare valutabile), un elettrocardiogramma dal quale risultano frequenti extrasistole (ritenute da dover curare solo se persistenti), e la misurazione della pressione arteriosa che  e risultata intorno a 150 di massima (mi hanno detto essere normale – per l’essere umano non è un po’ alta?). L’anno scorso a novembre gli feci fare un altro ecocardiogramma dal quale risultava  un leggero ingrossamento dell’atrio sx e dx  mentre dall’elettrocardiogramma risultavano già allora delle extrasistole (in fase acuta di haemobartonella quando temevo di perdere il mio gatto), che sono poi svanite una volta migliorate le condizioni generali.C’è da dire che fino a qualche giorno fa sia all’auscultazione mia che della Sua collega il ritmo era regolare. Secondo Lei cìè da dare peso più alle conclusioni del collega radiologo o a quelle dei due colleghi cardiologi? (Uno valuta un lieve ingrossamento, l’altro non nota assolutamente niente di patologico)

4)   Da circa tre anni (cioè da quando ebbe problemi di FUS), partendo da un peso che allora fu ritenuto eccessivo(4,5 Kg), con la dieta che osserva per i problemi urinari e non mangiando neanche il quantitativo che gli è stato prescritto il mio gatto è arrivato a pesare oggi 8,2 kg e c’è da dire che negli ultimi 4 mesi, non essendo in buona salute, non ha toccato più di 15-20g di croccantini al dì continuando comunque a aumentare di peso (invece di dimagrire come avviene in corso di haemobartonella).Come ritiene che sia possibile? Ho notato che questi mangimi contengono una discreta quantità di grasso evidente sia al tatto che per gli aloni burrosi che rimangono nella scodella dopo i pasti. Anche sulla carta assorbente il risultato non cambia: dopo 4-5 ore un croccantino lascia un alone di 3-4 cm di grasso.

5)   In ultimo, ma è cio’ che mi preoccupa di più, la Sua collega mi ha consigliato di non somministrare più acqua con la siringa (avendo visto un ombra ai polmoni in quella radiografia che è poi risultata essere nulla di patologico). Da quasi una settimana, e di questo ne sono sicuro avendo posto delle tacche nella scodella e non essendoci altri luoghi in cui l’acqua possa ristagnare, il mio gatto non tocca una goccia d’acqua e se prima l’accettava, adesso anche una goccia minuscola la lascia cadere dalla bocca. Prima di sospendere la somministrazione di acqua il gatto stava abbastanza bene, adesso si sta abbattendo sempre più. Inoltre la tosse che aveva e che da secca  diventava via via più grassa continua ad averla ora più di prima  e cessa una volta liberatosi dell’aria che ha nell’esofago. Lo sto idratando per via sottocutanea, ma come è possibile che si possa stare 7 giorni senza bere una goccia d’acqua?

Esiste qualche patologia rara che abbia questi sintomi?
Grazie anticipatamente  e scusi per l’eccessiva lunghezza della lettera.

Cordiali saluti.

Roberto, M. di Napoli.

12/09/2007

 

Gentile Roberto, provo a rispondere a tutte le sue domande.
1) Il valore delle piastrine riportato da una qualunque apparecchiatura per analisi va sempre valutato sulla base della qualità del prelievo e dei dati clinici. Basta che nella provetta di sangue si formi un piccolo coagulo o che il tempo di prelievo sia stato un po’ lungo e le piastrine contate dalla macchina si abbassano notevolmente. Vedrà che al prossimo esame questo valore sarà completamente diverso.
Se l’emobartonellosi è in remissione, anche se il gatto rimane portatore, gli esami del sangue devono tornare normali almeno per quanto riguarda ematocrito e leucociti.
Lo striscio di sangue può non evidenziare il micoplasma nemmeno nelle fasi acute, e a maggior ragione quando la malattia è in remissione.
2) Le coccidiosi intestinali si curano perfettamente con diversi farmaci (io uso il clazuril) e non mi risulta che si possa rimanere portatori cronici.
3) Fino a 160 mmHg un gatto non si considera iperteso. Comunque direi che la situazione cardiaca e polmonare può considerarsi nei limiti della norma, visti gli esiti di tutti questi esami (esiti leggermente discordanti, ma in generale più tendenti alla normalità che ad una situazione patologica).
4) Il bilancio energetico di un gatto sfugge sempre al suo proprietario. Se un animale dimagrisce vuol dire che consuma di più di quello che mangia. Se ingrassa vuol dire che consuma meno. Se rimane stabile vuol dire che le uscite sono pari alle entrate. Tutte le domande del tipo “ma come è possibile” trovano soluzione nell’accettare il fatto che le nostre “misurazioni” sul dispendio calorico del gatto e sull’assunzione calorica proveniente dall’alimento sono solo delle supposizioni e come tali possono essere completamente sbagliate.
5) Ma scusi, perché il gatto dovrebbe bere se lei lo idrata per via sottocutanea? Allora, è impossibile che un gatto grasso (cioè che ha appetito, che si alimenta, che sta discretamente bene insomma), abbia bisogno di essere costretto a ingurgitare acqua con una siringa. Beve quando ha sete. Se non ha sete non beve.
La presenza di una malattia delle vie aeree, che determina tosse, deve essere valutata dalla collega che ha eseguito le radiografie, ma mi sembra che non sia stato evidenziato nulla di anomalo.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gent.ma dr.ssa,
Le ho già scritto in passato riguardo quel problema " motorio" che riguardava la mia maltesina e di cui non si riusciva a venire a capo.
Dopo una lunga serie di analisi, tra cui una tac ed una mielografia, finalmente la diagnosi è stata: MIELITE IDIOPATICA.
Purtroppo il veterinario ha detto che per tale problema (su cui onestamente non ho le idee del tutto chiare) non esiste una cura specifica ma che la cagnetta deve prendere, praticamente a vita, il deltacortene.
Volevo sapere cortesemente Lei cosa ne pensa e se davvero non è possibile, se non far regredire, almeno arrestare questo tipo di malattia.
La ringrazio vivamente.

12/09/2007

 

Gentile signore o signora, ha ragione a non avere le idee del tutto chiare. Il termine idiopatico in realtà non è altro che una dichiarazione sulla nostra ignoranza circa la causa del problema. Nell’uomo la denominazione di mielite trasversa o mielite idiopatica indica una malattia neurologica rara descritta in associazione con diverse malattie o da sola, della quale non si può prevedere il decorso (monofasico, intermittente o progressivo), la prognosi (favorevole o infausta), né viene indicata la terapia specifica. Purtroppo nel suo caso siamo in alto mare, perché il collega ha preso in prestito questa diagnosi (che già nella medicina umana presenta molti punti oscuri) per adattarla al cane, nel quale questo disturbo è assai poco documentato. A volte quello che è idiopatico in Gennaio non lo è più già ad Aprile. Secondo me in questi casi, con mielografia e tac negative, l’unica possibilità per fare chiarezza (prima di rassegnarsi alla “malattia idiopatica”) è sentire un secondo parere, il più autorevole possibile.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
 
 

Buongiorno, mi chiamo Elisa  e le scrivo da Monza. Purtroppo ho appena perso un pastore tedesco di 8 anni a causa di un tumore alla milza. Io e la mia famiglia eravamo molto legati a Siro e stiamo soffrendo molto. E’ successo tutto troppo in fretta (da quando l’abbiamo saputo, dopo due giorni Siro è morto) ed ora, anche se mi rendo conto che è del tutto inutile, sento davvero il bisogno di capire alcune cose (ho il terrore che Siro abbia sofferto, soprattutto quando stava male e noi non capivamo e non sapevamo come aiutarlo). Non la biasimo se anche lei pensa che non serve a nulla ma so che è molto gentile e disponibile e che non sottovaluterà le mie domande. Le spiego come sono andate le cose: circa due mesi fa, a metà giugno, Siro non è stato bene, non ha mangiato, era stanco e ha dormito tutto il giorno. L’indomani stava già meglio ma per sicurezza l’abbiamo portato dal nostro veterinario. Gli ha fatto una breve visita ma apparentemente era tutto a posto. Secondo lui probabilmente aveva avuto solo un’indigestione. Ha consigliato, per precauzione, di fare un’ecografia per controllare milza e fegato, senza fretta, semplicemente perché, ci spiegava,  secondo le statistiche, i pastori tedeschi verso gli 8 anni sviluppano tumori in questa zona. Sfortunatamente il giorno dopo il veterinario è partito per le vacanze  e quindi abbiamo dovuto prendere l’appuntamento a due settimane di distanza. Nel frattempo però è sorto un altro problema: il 21 giugno ho trovato Siro in preda ad una crisi, una sorta di paralisi. Aveva le gambe posteriori immobili, aveva i nervi del viso tutti tirati ed era agitatissimo e terrorizzato e cercava insistentemente di rimettersi in piedi, invano. Con fatica l’abbiamo caricato in macchina per portarlo dal veterinario ma dopo un quarto d’ora stava già meglio e riusciva a camminare. La neurologa gli ha fatto una visita di più di due ore. Diagnosi: infarto all’ultima vertebra della spina dorsale (non ne era sicura al 100%). Ci ha spiegato che probabilmente non sarebbe mai più successo. In ogni caso per sicurezza ci ha prescritto una cura di 15 giorni  con cortisone e relativa pillola per lo stomaco. Durante la stessa visita però ha riscontrato un altro problema  a sé stante: mentre gli faceva “i dispetti” a orecchie, naso e occhi (con pinzette e dita) per controllare i riflessi, ha notato che gli occhi non si chiudevano quando lei avvicinava la mano. Quindi ha ipotizzato un problema celebrale. Ci anche detto che però dopo due ore di visita Siro poteva essere anche molto stanco (e faceva molto molto caldo) quindi ha detto di aspettare ad allarmarci. L’ha voluto rivedere pochi giorni dopo ed infatti era tutto a posto. Finalmente eravamo pronti per l’ecografia, fissata per il 25 luglio ma pochi giorni prima ha avuto una seconda crisi, identica alla prima ma durata un po’ di più (alla fine aveva molta sete ma poi ha anche vomitato). La neurologa ha consigliato di procedere con la risonanza magnetica di cui ci aveva accennato dopo la prima visita. Appuntamento fissato proprio lo stesso giorno in cui avremmo dovuto fare l’ecografia. Siamo andati in una clinica a Samarate (Varese) dove sono stati tutti davvero bravi e hanno fatto una visita molto approfondita: esami del sangue (dal quale è risultato essere un pochino anemico) , risonanza magnetica  al cervello e nuca e prelievo del Liquor. Esito: Siro non aveva niente! Per esclusione hanno affermato che potesse trattarsi di epilessia. In caso di una terza crisi avremmo quindi dovuto iniziare immediatamente la cura col Gardenale.

Nel frattempo abbiamo notato un leggero gonfiore poco sopra l’inguine. Nel giro di due settimane il veterinario ci ha rimandati a casa due volte perchè non aveva tempo di fare l’ecografia e quando ho insistito per telefono, a fatica sono riuscita ad avere un appuntamento (non a breve come avrei voluto ma per fine agosto, data in cui Siro non ci sarebbe già più stato). Nel frattempo Siro alternava giorni in cui stava benissimo a giorni in cui stava steso per ore ed ore, evitando il più possibile sforzi di ogni tipo. Arrivati ormai al 16 agosto eravamo molto preoccupati perché la pancia di Siro si era gonfiata esageratamente  e a vista d’occhio e lui non stava per niente bene. Quindi l’abbiamo portato dal veterinario che ha fatto storie e molto scocciato gli ha fatto l’ecografia, dicendo che avrebbe fatto tutto in pochi minuti perché c’era davvero molta gente. Quando si è reso conto del problema ha cambiato atteggiamento e ha fatto tutto con più calma. Ha prelevato il liquido dalla pancia per avere conferma che fosse sangue. E infatti il nodulo era già scoppiato. Per l’indomani ha consigliato l’eutanasia o l’operazione. Io e mia mamma eravamo sconvolte. Lì per lì abbiamo pensato subito di farlo operare (perché, sotto sotto, egoisticamente, volevamo che restasse con noi il più possibile) ma poi abbiamo riflettuto razionalmente e ci siamo documentate, abbiamo chiesto opinioni a diversi medici e ci siamo resi conto che ormai l’emangiosarcoma era ad uno stadio troppo avanzato e che molto probabilmente non avrebbe superato l’operazione (e che se l’avesse superata non avrebbe avuto una vita lunga e piacevole). Quindi abbiamo aspettato, sperando che Siro ci avrebbe aiutato a capire quando procedere con l’eutanasia e soprattutto sperando che quel momento sarebbe arrivato il più tardi possibile. Avevamo paura di non capire e di lasciarlo morire in agonia e invece è proprio vero quando si dice che “loro te lo fanno capire”. Il 18 agosto sì è spento per eutanasia. Credo proprio che non sarebbe arrivato a sera. Il giorno prima stava benissimo, aveva giocato ed era euforico. Poi la notte non ha dormito, era agitato, bevevo molto ma non ha fatto più i bisogni dalla sera. Anche la mattina seguente non si è steso ma è rimasto a terra tutto il tempo (era come se volesse stendersi e sentendo male o fastidio non potesse farlo. Ci provava ma si fermava subito. Era una posizione forzata, non rilassata).

Ora mi chiedo se avessimo scoperto il tumore prima, avremmo potuto fare qualcosa o rendergli gli ultimi giorni più felici? Secondo lei perché aveva quelle crisi? La neurologa ha poi ipotizzato che le metastasi (probabilmente già diffuse) potevano essere arrivate al cervello e aver quindi intaccato l’apparato nervoso (e se inferiori ai 2-3 mm non potevano vedersi neanche con la risonanza magnetica). Nei tre giorni prima della morte gli abbiamo dato il cortisone (sotto prescrizione del medico). Spero l’abbiano fatto stare meglio. Inoltre Siro aveva la piodermite (si grattava la schiena in ogni modo, passando sotto il tavolo o strisciando lateralmente contro le siepi di lauro in giardino) e per questo da qualche mese mangiava Forza 10 (in effetti non si grattava più ma  quelle crocchette non gli piacevano per niente e nonostante non fosse per niente viziato, a volte preferiva saltare il pasto. Negli ultimi mesi addirittura pensavamo che fosse triste e spento per questo motivo. Inoltre da diversi mesi si pizzicava la coda. Ormai 1/3 della coda, fino alla punta, era senza pelo e perdeva sangue. Inutili tutte le fasciature e pomate. Il veterinario diceva che era un problema psicologico (anche se era strano che non se la rincorresse girando su se stesso) e che se avesse continuato avremmo dovuto amputargliela. Le do un’altra informazione: un anno fa è morta per tumore ai polmoni un’altra nostra cagnolina di 11 anni (Kelly) alla quale Siro era legatissimo (tra loro c’era quasi un rapporto di madre e figlio) e da quel momento la sua vita è stata in declino, sì è calmato tantissimo, troppo. Sono rimasti lui e la sorella di Kelly, che però era sempre stata molto tranquilla e poco giocherellona. Così pochi mesi fa abbiamo adottato un cucciolo dal canile. In effetti Siro si è ripreso, lui e la cucciolina (Niky) giocavano tantissimo fino a che lui, all’improvviso, ha iniziato ad allontanarla e a non volerla più vicino (adesso capiamo il motivo, stava già male  e Niky con la sua irruenza, probabilmente gli faceva male durante il gioco). Ora mi chiedo se la perdita di Kelly possa essere stata la causa o una delle cause del il problema alla coda.

Un’altra cosa che volevo dirle è che Siro in giardino mangiava spessissimo un’erba infestante che si chiama Pabio (credo si scriva così). Può essere perché contiene la vitamina K o non c’entra niente?

E soprattutto mi chiedo se sia giusto dover pregare un dottore per fagli fare un controllo al mio cane. Sono veramente amareggiata per come si è comportato. Vorrei tanto che il mio veterinario fosse sensibile e compassionevole e che fosse veramente interessato alla salute dei miei cani. Certo, è competente, ma non basta. Lui per primo dice che non vede l’ora di andare in pensione e che non ne può più di questo lavoro e che è stressato. Dopo questo episodio con Siro vorremmo affidare i nostri due cani rimasti ad un veterinario che ami davvero il suo lavoro, come tutti quelli che c’erano nella clinica di Samarate (peccato che per noi sia troppo lontano). Lei conosce qualcuno nella zona di Monza che sia così sensibile, competente e disponibile?

Vorrei un veterinario che non devo supplicare perché visiti il mio cane e faccia fare un esame in più piuttosto che uno in meno. Mi chiedo ancora il perché due mesi fa, quando il veterinario aveva solo ipotizzato un tumore alla milza, non gli abbia fatto immediatamente l’ecografia. Capisco che ha davvero tanti pazienti da seguire ma non voglio mai più rischiare di perdere tempo prezioso per la vita del mio cane, solo perché il veterinario non ha tempo (e voglia..). Lo so, non sarebbe cambiato molto, soprattutto per Siro (magari gli avremmo evitato quel lungo esame a Samarate). Forse saperlo subito sarebbe servito più a noi per metabolizzare la brutta notizia con più calma.

Inoltre ci chiediamo come sia possibile che neanche a Samarate nessuno abbia notato la pancia gonfia e come mai al nostro veterinario non siano venuti dei dubbi vedendo alcuni valori degli esami del sangue fuori dalla norma (risultava leggermente anemico).

Come le dicevo, in questi ultimi due mesi Siro alternava giorni in cui era spentissimo, stanco e  con poco appetito a giorni in cui era normalissimo, vivace, allegro e con voglia di giocare. Questa situazione era provocata dall’emangiosarcoma?

Da quanto tempo poteva essersi sviluppato? E da quanto invece poteva essere scoppiato il nodulo?

Infine, adesso abbiamo paura che la cucciolina di 9 mesi e l’altra cagnolina (12 anni) soffrano per la mancanza di Siro (visto che animava la vita di tutti noi..). Come ci possiamo comportare per evitarlo? Nonostante amiamo tantissimo i cani, non vorremmo prenderne un altro adesso anche se forse a Niky farebbe molta compagnia. E’ che non sono siamo sicuri che sia un buon metodo per loro e inoltre noi non siamo pronti… la ferita per la perdita di Siro è ancora troppo fresca. Lei cosa ci consiglia di fare?

Le ho scritto tutto, anche cose probabilmente insignificanti, ma è per farle capire la situazione a 360 gradi.

Mi rendo conto che l’e-mail sia molto lunga e che solo per leggerla ci vorrà un po’ di tempo. Sicuramente ha molte altre domande a cui rispondere, sicuramente più urgenti e che quindi avranno la precedenza. Lo capisco. Quindi  aspetto pazientemente una sua risposta.

La ringrazio tantissimo in anticipo.

Elisa

13/09/2007

 

Cara Elisa, ho letto e riletto con attenzione la sua mail e oggi, nell’orario di chiusura dello studio, ho cercato di trovare il tempo per risponderle, finalmente.
Rispondo subito alle domande più veloci. L’automutilazione della coda non può essere messa in relazione diretta con la morte di Kelly (che però può essere stata una concausa), così come non si può davvero dire se l’assunzione dell’erba fosse in relazione con qualche malessere dovuto alla neoplasia e al consumo di vitamina K causato dalle emorragie. Non lo si può sapere, adesso.
Per quanto riguarda il resto: è probabile che il primo episodio di abbattimento e astenia, quello di metà giugno sia da far risalire all’emangiosarcoma ed è altrettanto possibile (perché negarlo) che una visita approfondita avrebbe potuto evidenziare fin da allora dei segni compatibili con il problema: una lieve anemia, del dolore addominale, forse anche un certo calo di peso e una leggera atrofia muscolare. Tutti sintomi che, secondo me, prima di un’ecografia da fare con calma dopo le vacanze, avrebbero potuto far venire la curiosità di eseguire un semplice emocromo, dove sarebbe stata probabilmente evidenziata anemia, reticolocitosi, piastrinopenia, eccetera. Ovviamente è stato un peccato non arrivare alla diagnosi partendo da quel primo episodio, perché voi avreste guadagnato due mesi di consapevolezza e Siro sarebbe stato sottoposto a cure, certo non in grado di allungare il tempo di sopravvivenza, ma almeno mirate ad alleviare i sintomi del suo male. La sfortuna è che poi sono iniziati i sintomi neurologici. E’ molto comune che l’emangiosarcoma dia metastasi cerebrali, ma dal momento che non era stata posta una diagnosi di emangiosarcoma, le due cose non sono state messe in relazione. Inoltre la prima crisi epilettica è sfuggita alla diagnosi in quanto è stata interpretata come infarto spinale (in realtà gli infarti spinali danno manifestazioni diverse rispetto a quelle riferite da voi). La seconda crisi epilettica è stata invece riconosciuta come tale e, vista l’età del cane, giustamente, è stata proposta una diagnostica per immagini dell’encefalo. A quel punto, anche se sicuramente l’anemia di Siro e il suo malessere erano riconducibili all’emangiosarcoma, tuttavia l’attenzione era focalizzata sul problema neurologico, quindi la diagnosi è stata ritardata e Siro è stato sottoposto ad esami i quali, se fosse stato noto il vero problema, non vi sarebbero stati nemmeno proposti.
Quando l’emangiosarcoma si sia sviluppato non è possibile dirlo. Quello che vi posso dire è che questo tumore si lacera e dà emorragie di piccola entità, frequentemente, ben prima di dare un versamento imponente, visibile anche dall’esterno come un rigonfiamento dell’addome. A volte basta che il cane faccia una corsa per produrre una minima lacerazione della massa. Se questa è ancora di piccole dimensioni, la lacerazione produce un leggero sanguinamento: il cane sta male, non mangia, non si muove. La sua pressione si abbassa e l’immobilità fa sì che pian piano la lesione si chiuda. Quando questi episodi si ripetono, anche se sono di minima entità, è difficile che sfuggano agli esami del sangue. Nel vostro caso la diagnosi è stata tardiva, nonostante tutte le visite e tutti gli esami, perché la sfortuna ha voluto che la sintomatologia classica del tumore, a volte un po’ sottile, fosse nascosta da quella delle crisi epilettiche. E naturalmente perché, nonostante voi abbiate insistito nel dire che il cane non stava bene, non siete stati ascoltati come avreste dovuto, siete stati rimandati a casa con un il vostro cane non ha niente, mentre il vostro Siro stava morendo di cancro.
Lei vuole capire cosa è successo. Non c’è nessun segreto: è successo che il vostro veterinario si è sbagliato. Un errore umano. Che voi potete giudicare come volete, male, malissimo, o con comprensione, perché tutti si sbaglia, perché sulla bilancia va messo tutto quello che è stato fatto, non solo l’ultima cosa, che è stata un errore. Metterete in conto tutte le volte che c’è stata fiducia, comprensione, bravura, solerzia, onestà. Metterete tutte queste cose, e poi, dall’altra parte, questo triste errore.
Che cosa ha prodotto questo errore? Sicuramente due mesi di incertezza, forse una risonanza magnetica. Di certo non ha causato la morte del vostro cane, né ha procurato a lui molta sofferenza. Non sarebbe cambiato praticamente nulla per Siro: forse gli avrebbe fatto bene un po’ di vitamina K, un po’ di analgesico e un po’ di prednisone (quello che gli è stato dato negli ultimi due giorni), ma questo non avrebbe cambiato in modo sostanziale la sua qualità di vita. Spero di aver risposto.
Vi auguro di trovare un po’ di serenità e vi mando un forte abbraccio.

Dott.ssa Nicoletta Bevere

 

 
Salve mi chiamo Simona ed ho un Norfolk Terrier di quasi 7 mesi di nome Emma.
Vorrei che mi aiutasse a risolvere un problema
comportamentale del mio cane: quando si esce, sopratutto se a portarla fuori è un solo componente della famiglia non vuole camminare si siede e mi guarda. In tale comportamento non mi sembra di cogliere atteggiamenti di paura, se la si
scioglie cammina meglio ma rimanendo comunque molto indietro, rarissimamente cammina avanti a me.
Pùò gentilmente suggerirmi il comportamento più adatto per correggere tale atteggiamento?
La ringrazio per l'attenzione e la saluto cordialmente
Simona

14/09/2007

 

Gentile Simona, il suo Terrier si comporta benissimo nel voler camminare dietro di lei, e se si tratta solo di questo non vedo alcun problema comportamentale, la cui diagnosi in effetti spetterebbe ad un veterinario.
Comunque a volte mi capita che un proprietario si lamenti delle buone maniere del proprio cane, interpretandole come dei difetti.
Per quanto riguarda lo stare seduto, probabilmente si tratta di un cane molto ben collocato, che interpreta i suoi “vieni qui” con dei “stammi lontano”, quindi si siede e la guarda, aspettando di essere chiamato nel modo giusto.
Lei forse è abituata a vedere i cani che tirano il guinzaglio come dei matti, che passano sempre davanti ai cancelli e alle porte, ma quello non è mica il modo giusto di condurre il proprio animale.
Per il fatto che il cane si mette seduto e “non vuole camminare”, lei faccia così: quando invita il cane ad avvicinarsi acquisti una postura bassa, accucciata, con il tronco e le gambe non frontali rispetto all’animale, ma leggermente ruotate. Usi una voce allegra e accompagni il comando con un battito di mani. Quando il cane è arrivato da lei tutto scodinzolante gli dia un premio. Questo non servirà a correggere l’atteggiamento che lei vuole inappropriatamente modificare, ma solo a rendere chiaro al cane che lei, quando lo chiama, non ha intenzioni bellicose. Vedrà che così arriverà subito.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
 
 
Gent.ma Dottoressa Bevere,
Le scrivo di nuovo perché il mio gatto continua a rifiutarsi di bere da solo e, dopo una settimana in cui non ha ricevuto fluidi per via orale, la Sua collega ritiene di dover sospendere le sottocutanee perchè possono diventare alla lunga pericolose, ma allo stesso tempo non sa cosa consigliarmi per mantenerlo idratato.
Ha detto di riprovare ad offrirgli io l'acqua ma adesso anche un decimo di ml gli provoca una produzione eccessiva di saliva viscida e schiumosa. Dall'ultima eco il pancreas risulta normale ma le alfa amilasi non sono mai scese a livelli di normalità. Può essere dovuta a questo l'eccessiva salivazione?
Negli ultimi tempi il gatto alterna periodi in cui mangia (lo fa sopratutto quando si stressa, al ritorno a casa dopo le visite mediche),a periodi di digiuno totale, come negli ultimi 2 giorni. Adesso continua ad essere molto abbattuto e, in certi momenti, torna ad essere visibile la terza palpebra come quando ebbe gravi problemi per l'haemobartonellosi.
L'emocromo di 2 giorni fa (presso la clinica dove ha fatto l'ecocardiogramma)evidenzia una crescita delle piastrine (145.000 - valori di riferimento minimi secondo la loro tabella 180.000), mentre dall'emocromo di 15 giorni fa le stesse risultavano essee 75.000 (valore di rif. minimo secondo quest'altro laboratorio 150.000).
Non so più cosa pensare, la Sua collega mi dice che per quanto riguarda il parassita ematico posso stare tranquillo ma, intanto, le ghiandole sottomandibolari continuano ad essere discretamente aumentate di volume mentre le altre sembrano essere rientrate nella normalità.
Ancora un'ennesima domanda:
negli ultimi giorni, come già in passato nelle fasi acute della malattia, ho notato delle piccole formazioni nella zona retrostante il padiglione auricolare ed immediatamente al di sotto di essa e ,cosa strana, compaiono sempre e contemporaneamente a DX eSX, sono mobili ed in passato si sono più volte sgonfiate (contemporaneamente).
Credevo si trattasse di linfonodi ma più di un Suo collega mi ha detto che in quella zona linfonodi non esistono (cosa che so non essere così per l'essere umano).
Ancora grazie anticipatamente.
Cordiali saluti,
Roberto, M.

14/09/2007
 

Gentile Roberto, delle piastrine abbiamo già parlato nella scorsa mail, come anche della non assunzione di liquidi da parte del gatto: se lei somministra al suo animale fluidi per via sottocutanea, il gatto può stare benissimo anche senza bere. Quando, seguendo il consiglio della sua veterinaria, lei interromperà la fluidoterapia parenterale, il gatto assumerà l’acqua di cui avrà voglia: anche molto poca, visto che i suoi reni funzionano bene. La scialorrea provocata dalla somministrazione di acqua non è molto normale, ma del resto il gatto è stato costretto ad assumere contro la propria volontà dei liquidi per molto tempo e quindi non è da escludere che si sia sviluppata una forte avversione al contatto della cavità orale anche con una sostanza neutra come l’acqua. Nel gatto è noto ad esempio che la coercizione ad ingerire sostanze sgradevoli (o comunque contro volontà) può determinare forme di anoressia molto ostinate, che si estendono anche ai cibi più succulenti e buoni. La scialorrea che compare ora, in seguito a queste sue insistenti manovre, deve essere interpretata da lei come un segnale di stop: converrebbe che lei lasciasse al suo gatto la libertà di decidere se, come e quando assumere dell’acqua.
Anche perché questi comportamenti, che il gatto può vivere come una sorta di aggressione, possono rendere davvero complicata la diagnosi e la comprensione di alcuni sintomi che lei riferisce, come l’alternanza di periodi di anoressia a periodi di appetito vorace. Le tumefazioni di cui parla invece (se venissero rilevate da un collega) andrebbero valutate citologicamente, per capire meglio di cosa si tratti. Infine, per quanto riguarda il sollevamento della terza palpebra e l’abbattimento, di certo non sono normali, ma visto che la collega mi sembra che sia stata abbastanza rassicurante sulle condizioni generali del gatto, l’unica cosa che può fare è sentire un secondo parere. Le dico questo non tanto perché io pensi che il suo gatto avrebbe potuto ricevere maggiori attenzioni dai veterinari che ha frequentato, ma più che altro per capire se è lei a “vedere tutto nero”, oppure se effettivamente questo gatto ha ancora qualcosa che non va.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Salve Dott.ssa Bevere,
sono Valentina è abito a Montepulciano in provincia di Siena.
Sono proprietaria di Arturo, un meticcio di 4 anni,la mamma è un pastore tedesco e il padre è un pastore maremmano.
Arturo da qualche mese ha iniziato a soffrire di attacchi epilettici, non ci siamo accorti subito visto che lui non vive in casa con noi ma nell'officina di mio padre. Gli attacchi non sono molto vicini nel tempo, il primo risale a maggio, poi è stato benissimo fino ad agosto quando gli attacchi sono diventati più frequenti, ne ha avuti un paio a fine agosto, e altri due giorni fa. Gli attacchi in prevalenza avvengo la notte quando è solo, non sò se questa informazione può esserle utile comunque.
Sono andata dal mio veterinario e mi ha detto che se fossero continuati avremmo deciso se iniziare la cura con i barbiturici.
Volevo sapere se questa è l'unica cura possibile, se è dannosa per l'organismo del mio cane, e sopratutto nel caso in cui aspetto ad iniziare la cura il mio cane è in pericolo di vita?
La ringrazio anticipatamente.
Cordiali Saluti
Valentina

15/09/2007

 

Gentile Valentina, le crisi epilettiche se di lunga durata possono determinare dei danni neurologici permanenti e anche il decesso. Inoltre, indipendentemente da questo, quando sono ravvicinate nel tempo, abbassano di molto la qualità di vita dell’animale. Per questi motivi le crisi vanno tenute sotto controllo con dei farmaci i cui effetti collaterali sono trascurabili se paragonati ai benefici, e comunque di poco conto, anche in termini assoluti, specie quando la terapia viene attentamente monitorata attraverso il dosaggio sierico. Normalmente si inizia con il fenobarbitale e in seguito si possono associare o meno altri principi attivi. A proposito di questo, se le interessa, troverà informazioni più dettagliate nelle risposte ai signori Ornella (11 Ottobre 2005), Maniscalchi (28 Febbraio 2006), Dal Lago (2 Aprile 2006).

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentile Dottoressa Bevere,
La ringrazio vivamente per la pazienza con cui ha risposto alle mie molte domande e , se può, dia una risposta anche a questa lettera, cercherò di essere più conciso.
Sono preoccupatissimo perchè il gatto ha ripreso a vomitare continuamente,bava di frequente sopratutto quando devo bucarlo, ha dai 39,1 ai 39,7 di febbre ed è abbattutissimo.
Temo una pacreatite, come l'anno scorso in fase acuta dell'haemobartonella.
Attulmente la collega gli ha prescritto 200 ml di glucosio 5% (da suddividere in 2 nell'arco della giornata) e 100 di fisiologica ( da dividere in 2); ceftiaxone (perchè secondo lei ha un affaticamento alle vie respiratorie); ranidil per il vomito e bentelan (perchè ad 1 giorno dall'inizio del trattamento con il ceftriaxone la febre non scende).
Il gatto non tocca un croccantino da 5-6 gg e non tocca una goccia d'acqua da ormai una decina di giorni. Non ha finito il ciclo di Vetkelfiezina ed ho paura che tutti questi farmaci (è ormai da aprile che alterna vari problemi e vari antibiotici) gli danneggino il sistema immunitario e non risponda più a nulla.
La prego mia dica cosa pensa, sono preoccupatissimo.
Grazie ancora una volta.
Roberto, M. di Napoli.

15/09/2007

 

Gentile Roberto, allora è vero che il gatto sta proprio male. Nella precedente mail avevo avuto l’impressione che ci fosse una certa discordanza tra le sue impressioni e quelle della collega che la sta seguendo. Le lascio comunque la risposta che le ho dato prima di leggere questa nuova mail.
Ma non può essere una ricaduta dell’emobartonellosi? Se la febbre non scende con il ceftriaxone io ricomincerei con la doxiciclina.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentile dott.ssa Bevere,
Ho una gattina birmana di 6 anni. A giugno l'ho sottoposta ad un esame del sangue di controllo, dal quale é emersa un'alterazione dei valori legati alla funzionalità renale. Nello specifico:
  • Urea 80.90
  • Creatinina 2.00

Tutti gli altri valori erano nella norma. Il mio veterinario di fiducia le ha prescritto una pillola di Enacard al giorno e una dieta composta da prodotti specifici (Renal e K/D) ed eventualmente scatolette al pesce.
Dopo un mese di cura, a luglio abbiamo ripetuto gli esami che presentavano i seguenti risultati:

  • Urea 55.4
  • Creatinina 2.04
  • Alp2 81.8
  • Proteine totali 8.55

Il veterinario ha indicato di proseguire la cura e la dieta. Nel mese di agosto la gattina ha però prevalentemente mangiato pesce come cibo umido, mentre ha proseguito a mangiare i croccantini K/D e a prendere la pillola di Enacard fino a circa 10 giorni fa.
Oggi abbiamo ripetuto le analisi e nel pomeriggio, telefonicamente, mi hanno anticipato che il valore dell'Urea é salito a 100 e la Creatinina a 2.44. Com'é possibile che il valore della Creatinina continui ad aumentare malgrado la cura? E l'Urea?
Premesso che d'ora in avanti il solo cibo che le verrà somministrato sarà il Renal e il K/D, mi chiedo e Le chiedo quanto indicata sia la cura fatta finora. Può essere adottata un'altra cura più efficace nel riportare i valori nella normalità, dopo la quale poterne adottare una di mantenimento che possa garantire un contenimento del danno renale? Ho spesso letto che dei veterinari suggeriscono un integratore di Omega3: può effettivamente essere d'aiuto in tale caso? Ma soprattutto: quanto grave é realmente la situazione allo stato attuale? La gattina non presenta disturbi: chiede il cibo, non beve frequentemente e urina come ha sempre fatto.
La ringrazio anticipatamente per il Suo prezioso aiuto.
Cordiali saluti,
Manuela M.     Firenze

16/09/2007

 

Gentile Manuela, per quanto riguarda l’urea la spiegazione della differenza tra il primo 80.90 e il secondo 55.4 risiede nella correzione della dieta, mentre il successivo 100 di urea può essere ben spiegato con l’errore dietetico costituito dal pesce. Ma non è niente di grave: l’urea non è un indicatore particolarmente specifico per la funzionalità renale.
Per quanto riguarda la creatinina, siamo passati da 2 a 2.44 in tre mesi. E’ un rialzo di oltre il 20% che può certamente dipendere dalla somministrazione dell’enalapril ma è ancora accettabile e non doveva essere questo il motivo di sospensione del farmaco (consiglio di sospendere il farmaco se la creatinina aumenta di oltre il 30% in tre mesi).
Comunque visto che avete interrotto l’ACEinibitore, il mio consiglio è di eseguire in questi giorni un’elettroforesi delle urine e di controllare il rapporto UP/C (peccato non averlo fatto prima di iniziare con il farmaco, il cui “bersaglio terapeutico” sarebbe proprio la proteinuria ossia la presenza di proteine nelle urine). Questi esami sono un punto di partenza e andranno ripetuti fra circa tre mesi, assieme alla creatinina: solo il loro andamento nel tempo può permettere di avere un’idea più precisa sulla risposta alla terapia.
Se fra tre mesi ci sarà un aumento significativo della proteinuria o del rapporto UP/C, allora si potrà sicuramente considerare il gatto un buon candidato per la terapia ACEinibente (io userei il benazepril piuttosto che l’enalapril, per il maggior numero di studi a sostegno).
Se fin d’ora il gatto fosse marcatamente proteinurico, riprenderei da subito l’ACEinibitore.
Per ora non si deve preoccupare: è tutto nei limiti di quello che ci si deve aspettare, visti i primi esami e le terapie seguite. Non modifichi il regime dietetico, aggiunga gli acidi grassi (omega pet), e aumenti il più possibile i punti acqua a disposizione del gatto, mettendo diverse ciotoline in giro per casa.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Caro Dottore,
ho un gatto di tre anni affetto da Fiv e FeLV, lo stiamo curando da diversi mesi con tutti gli antibiotici possibili (therios 60, baytril, synulox, rocefin, vibravet). Con l’andare del tempo però lo stato febbrile non si è più attenuato tanto che dobbiamo costantemente praticargli punture di Tolfedine. Il nostro veterinario sospetta allora una malattia autoimmune e consiglia di provare a trattarlo con cortisone nonostante le numerose controindicazioni. Tra l’altro a fine Luglio lo abbiamo portato alla Clinica Universitaria di Pisa dove è stato sottoposto ad approfondite analisi del sangue e eco di tutto l’addome senza che siano emerse patologie significative.
So che le aspettative di vita non sono molte ma ciò che alimenta le nostre speranze e che non ci fa optare per l’eutanasia è il fatto che il micio, quando sfebbrato, sprizza gioia di vita mangiando con molto appetito e comportandosi come un gatto sano e felice. Stamani si è persino arrampicato su un albero! Come dobbiamo comportarci? È il caso di tentare qualche nuovo antibiotico (quale?), interferone e/o cortisone?
Vi ringrazio per la cortese attenzione
Tiziana

16/09/2007

 

Gentile Tiziana, sono molto dispiaciuta per il suo gatto ma non ho elementi per poter esprimere un vero parere. L’unica cosa che posso dire è che la diagnosi di sospetto che lei mi riporta (malattia autoimmune) è molto improbabile in un gatto di tre anni e, in generale, non mi sembra affatto una buona idea immunosopprimere un giovane gatto FIV e FeLV positivo, con una febbre che non risponde agli antibiotici.

Molto spiacente, dott.ssa Nicoletta Bevere. 
Gentile Dottoressa,
sono di Bologna e ieri sera ho notato un rigonfiamento vicino a una zampetta del mio criceto, così gli ho effettuato una palpazione e mi sono accorta che era una pallina di un diametro di c.a. 7 millimetri, poco distante un'altra pallina molto più piccola.
Nonostante il criceto sia molto giovane, l'ho acquistato in aprile, penso si tratti di un tumorino (almeno per quanto ho letto), Le chiedo cortesemente l' indirizzo di un veterinario specializzato in criceti nella zona di Bologna o limitrofi.

Cordiali saluti.
Mirella F.

17/09/2007

 
Gentile Mirella, bisogna fare l’esame citologico della lesione. Può cominciare cercando un veterinario nella sua zona. Sarà lui eventualmente a prenderle un appuntamento con un collega che si occupa anche di criceti.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
Buonasera,
ho in cura un cane per la Leishmaniosi e avrei bisogno di un consiglio.
Il cane non è mio, vive presso una signora che si cura poco di lui ma che mi ha "permesso" di curarlo a mie spese.
Qualche mese fà (ad insaputa della "proprietaria") l'ho portato in pensione perchè non sono in grado di fare iniezioni. Aveva la Leishmaniosi 1:320, erlichia e rogna. Abbiamo provato quindi con il Glucantime a basse dosi ma cmq sono cominciati a salire i valori renali e quindi abbiamo sospeso e iniziato una terapia a base di Spiromicina (Spiromix 3.0 mil) e Flagil.
Ho fatto un controllo (protidogramma) dopo poco più di un mese e il picco delle alfa globuline si stava alzando mentre quello delle gamma si stava stringendo. In sintesi mi hanno detto che risponde e cmq anche le condicioni generali del cane sono migliorate visibilmente (allego foto del prima e del dopo).
Mi hanno però detto che soprattutto il flagil è un farmaco "tosto".
Mi devo preoccupare x i reni? Corre davvero qualche rischio?
Purtroppo ultimamente la "proprietaria" non lo lascia più uscire (prima viveva praticamente libero) e quindi ora non ho più possibilità di prenderlo x fargli delle analisi con la stessa facilità di prima.
C'è qualcosa che devo fare x evitare effetti collaterali?
Grazie mille.
Marcella e Raul.

17/09/2007

 

Gentile Marcella, il metronidazolo non è un farmaco particolarmente tossico per il cane, nemmeno a dosaggi superiori a quelli terapeutici, e non ha in particolare tossicità renale (la sua tossicità è diretta più che altro sul sistema nervoso e sull’emopoiesi). Stia tranquilla.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentile dottoressa,
le scrivo da bari,per avere informazioni riguardo il mio gattino.Mi è stato regalato da un'amica che l'ha trovato all'età di circa tre settimane;lo ha curato da una rinotracheite e poi me l'ha portato.E' ormai un mese che ho questo gattino,che vive in giardino tranne di notte,infatti dorme in una stanza chiusa,per evitare che venga in contatto con altri gatti quando nn è sorvegliato.L'abbiamo portato dal veterinario che l'ha trovato in buona salute,e l'ha sverminato.Il problema è sorto quando qualche giorno fa i coinquilini del mio palazzo hanno portato nel giardino un gattino malato che non hanno voluto portare dal veterinario nonostante le mie sollecitazioni.Il gattino alla fine è morto,mentre il mio gatto si è ammalato.
Il veterinario che ha ricoverato il gattino prima che morisse ha diagnosticato al mio gatto febbre a 40.2 e  mi ha prescritto una cura con Synulox per sei giorni. Anche se con difficoltà,sono riuscita a somministrarglielo due volte al giorno,ma negli ultimi tre giorni ho notato che il mio micio ha sempre il muso bagnato,immagino di saliva. Per il resto sembra guarito,non ha febbre,le feci sono normali,è giocherellone e attivo,ha appetito ma ha qualche difficoltà a a mangiare. Vorrei sapere il significato e la causa di questa salivazione,se è una reazione allergica all'antibiotico oppure alla pianta di edera che è in giardino,o ad altro.
La ringrazio,
Adriana M.

17/09/2007

 

Gentile Adriana, il suo racconto non mi permette di capire il sintomo, quindi le dico che ci sono ben tre possibilità.
Prima possibilità: il gatto è piuttosto intollerante ai sapori sgradevoli. Qualsiasi cosa che il gatto giudichi non appetibile e che venga forzatamente inserita in cavità orale può causare un’imponente salivazione, quindi se lei vede il muso bagnato dopo che ha somministrato la compressa, il motivo è senz’altro questo.
Seconda possibilità: se invece il gatto si alimenta poco (per saperlo va conosciuto il peso dell’animale e ricontrollato dopo due o tre giorni) e ha sempre il muso bagnato, allora si potrebbe trattare di nausea. Bisogna monitorare il peso dell’animale per capire se sta crescendo normalmente oppure se c’è qualcosa che non va.
Terzo: infine, se il gatto sta bene in generale, ma perde spesso saliva dalla bocca e sembra avere difficoltà nella masticazione e nella prensione dell’alimento, allora potrebbe avere dolore orale. In questo caso tutta la storia sarebbe compatibile con una calicivirosi. Ora il gatto potrebbe avere qualche ulcera in bocca, ma se così fosse presto ne guarirà.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentile Dott.Bevere
le scrivo da un paese in provincia di Milano, ho un gatto persiano di 10 anni affetto dalla sindrome policistica, da quando l'abbiamo scoperto sono passati 2 mesi, la sindrome ha colpito il rene dx e il fegato. Gli stiamo somministrando epato750. Di recente tutto l'addome si è riempito di liquido e da ieri gli stiamo dando un diuretico nella speranza che il volume di liquido diminuisca. Ormai sono consapevole che non potrà vivere più di qualche settimana e piuttosto che attendere la morte che avviene in questi casi per soffocamento mi sto convincendo con molto dolore a scegliere la strada dell'eutanasia solo che, vorrei che accada il più tardi possibile.Le chiedo se può indicami quali sono i sintomi dopo i quali avviene il decesso, cosi appena si verificano lo porto a fare l'eutanasia.
Un altra informazione che le chiedo è la seguente, come mai si forma questo liquido dentro l'addome, come si può fare per farlo aumentare il meno possibile... e crede che un ciclo di flebo possa aiutarlo.
Attendo una sua cordiale risposta
Distinti saluti
Francesco M.

17/09/2007

 

Gentile Francesco, mi dispiace molto per il suo gatto. Di solito conviene non aspettare che l’animale abbia difficoltà respiratorie.
Il liquido in addome si può raccogliere per tante ragioni diverse, anche indipendenti dalla malattia del suo gatto. Per capire di cosa si tratta (e quindi quale terapia convenga instaurare) andrebbe fatto l’esame citologico del liquido. Il prelievo è rapido e indolore.
La fluidoterapia può essere fatta, ma con molta cautela e sotto il controllo di un veterinario che evidenzi al più presto sintomi di iperidratazione.
Le faccio i miei più cari auguri.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentilissima dottoressa la mia famiglia è in procinto di ricevere la compagnia di un cucciolo di shiba. vorrei sapere qual'è l'alimentazione migliore per questa razza.

19/09/2007

 
Va bene qualsiasi mangime di buona qualità per cuccioli di cane di taglia media o piccola.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
Gentlissima dott.ssa Bevere,
ho una bellissima oca domestica che ha circa 6 anni e mezzo.
È da un po' di tempo che la vedo zoppicare vistosamente: ho provato a sentire se ci sono rigonfiamenti sulla zampa e sulla coscia ma non mi pare ci siano ed anche toccando la zampa nelle varie parti non reagisce al dolore. Mangia normalmente ed è comunque aggressiva perciò sembra in buona salute.
Ho provato a darle dell'arnica montana per circa 10 giorni ma la situazione non è migliorata di molto.
Immagino che sia opportuna una visita ma dato che la tengo nella casa di campagna (in provincia di Rieti) ho difficoltà a portarla a Roma per sottoporla ad una visita. Le vorrei chiedere un consiglio su come procedere e su eventuali medicine da dare.
La ringrazio in anticipo e La saluto cordialmente.

20/09/2007
 
Gentile signora o signore, una zoppia può essere dovuta a tante diverse cause e va almeno identificata la sede algica prima di emettere un sospetto diagnostico e quindi una possibile terapia. Deve proprio farla vedere ad un veterinario.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
Gentilissima Dottoressa Bevere,
grazie ancora una volta per la pazienza e la cortesia con cui ha risposto alle mie mail.
La aggiorno sulla situazione: da domenica,ad un giorno dall'inizio del Bentelan, Jerry ha smesso di vomitare e  bavare e lentamente ha ricominciato a mangiare (attualmente mangia circa  15g al giorno). Per quanto riguarda la febbre sembra essere scesa di molto (la sua collega mi ha strappato la promessa di non controllare io la temperatura per non stressarlo) ed alterna nell'arco della giornata momenti di eccessivo abbattimento in cui non vuole essere neppure sfiorato (la mattina ) a momenti in cui sembra stare bene, mangia,gira per casa, gioca(poco), e si affaccia al balcone (eneralmente tutto questo lo fa dal pomeriggio alla sera).Stasera finisce il Ceftriaxone e le idratazioni sottocutanee, tra tre giorni il bentelan e tra sei la ranitidina.Gli ormoni tiroidei ono risultati leggermente più bassi della norma(tt4(mcg/dl) 0.68 - rif:0.95-1.77/ ft4pmol/l 5.0  - rif: 7.6- 12.8)ed il cardiologo ha ritenuto di non dover trattare per il momento le extrasistole perché secondo lui possono essere entrati in gioco altri fattori(come le malattie avute di recente e gli stress degli esami)e anche perché dalle registrazioni del battito cardiaco che gli ho portato (in cui aveva ricorrenti pause)ha calcolato che la frequenza era un pò bassa (110 battiti al minuto).
Le indico di seguito i valori delle indagini sul sangue degli ultimi tre mesi:
wbc 8.54 k/ul
neu 4.23- 49.5% n
LYM 3.29 - 38.5 % L
MONO .282 - 3.30 %M
EOS     .711 - 8.32 % E
BASO .036 - .418%B
RBC 9.72 M/UL
HGB 14.6 g/UL
HCT 50.0 %
MCV 51.5 fL
mvc 15.0 pg
MCHC 29.1 g/DL
RDW 20.0 %
PLT 96.2 k/ul
MPV-PCT PDW NON RIPORTATI
QUADRO PROTEICO 17/07/07
FRAZIONI        VAL %         VAL G/DL
ALBUMINA      49.4             3.11
ALFA 1            3.5               0.22
ALFA 2             17.8            1.12
BETA TOT        17.6             1.11
BETA 1             11.5             0.13
BETA 2             6.1              0.98
GAMMA           11.7             0.74
EMOCROMO 31/08/07:
G.BIANCHI 13.400 mmc
GLOBULI ROSSI 9.980.000 mmc
EMOGLOBINA 15.0 g/dl
EMATOCRITO 49.1 %
RDW 22.5 5
PIASTRINE 72.000 mmc
MPV NON RIPORTATO
VALUTAZ. MORFOLOGICA NON RIPORTATA
MCV 49.2 fL
MCH 15.0 fL
MCHC 30.5 g/dl
RETICOLOCITI NON RIPORTATO
NEUTROFILI  62%- 8.308 Cells/mmc
NEUTROFILI NON SEGMENTATnns I nella norma - < 100 Cells/mmc
rapporto nns totali                             nella norma
LINFOCITi   20% - 2.680 Cells/mmc
MONOCITI   2%  - 268    Cells/mmc
EOINOFILI 16%   - 2.144 Cells/mmc
BASOFILI    0 -           0 Cells/mmc
PRESENZA DI AGGREGATI PIASTRINICI
QUADRO PROTEICO31/08/08:
FRAZIONI       %                 g/dl
albumina       54.6               3.82
alfa 1            1.8                  0.13
alfa 2            14.4                1.01
beta 1           10.4                0.73
beta 2            8.7                 0..61
gamma         10.1                0.71
per quanto riguarda le altre indagini l'unica cosa che risultava fuori dalla norma erano le alfa amilasi ( 657 al mio gatto- val di rif usati 140-440 U.I), mentre ho chiesto che venissero valutate anche le amilasi mancreatiche ma non è stato possibile farlo perché il laboratorio di analisi non effettuava questa ricerca.
ultimo emocromo 11/09/07:
wbc. 15.5 H 10 3(dieci alla terza)/mm3
rbc: 0.53       10 6 (dieci alla sesta)/ mm3
hgb 12.8 g/dl
hct 44.3 %
plt: 141 L 10 3(dieci alla terza)/mm3
mcv 52     mu - m3
mch 15.0 pg
mchc 28.9 L g/d
rdw 13.5 L %
mpv 10.3 mu- m3
              %       dieci alla terza/mm3
LYM      50.8     70.8 H
MON       2.5     0.3
GRA       46.7    7.4
Vorrei sapere da Lei cosa pensa sulla base di queste analisi. Forse le mie preoccupazioni Le sembreranno eccessive ma davvero non so più cosa pensare. Le confesso che la sua ultima mail mi fa pensare che le cose possano essere ancora più gravi di quelle che sembrano adesso.
Cosa pensa riguardo al parassita ematico sulla base di queste analisi sel sangue?
Crede che si stabilizzerà e potrà conviverci per tutta la vita o pensa invece che non stia correttamente rispondendo alle terapie?
Crede sia il caso di iniziare nuovi cicli di Doxiciclina?
Mi rendo conto che in questi ultimi giorni sto invadendo un po' troppo il suo sito, ma spero capisca lo stato d'animo in cui mi trovo.
Infinitamente grazie,
Roberto, M. di Napoli

20/09/2007
 

Caro Roberto, spesso succede che le tante persone che mi scrivono una volta, poi mi riscrivono ancora una o due volte, magari anche solo per ringraziare e per farmi sapere che la mia risposta li ha aiutati a risolvere o a capire meglio un problema con il loro animale. Altre volte le mie risposte sono insoddisfacenti, e lo devono essere, perché ci sono dei casi in cui non mi è possibile soddisfare una richiesta.
Nel suo caso, mi sembra che le nostre comunicazioni stiano a metà strada tra l’inutile e il dannoso.
Ad esempio, da quello che mi scrive oggi, mi verrebbe da chiedere se il gatto non ha per caso malattie del cavo orale. Ma è ovvio che non ne ha: negli ultimi mesi sarà stato visitato almeno dieci volte, figuriamoci se il gatto può avere un dolore orale non diagnosticato! Se le rispondessi ancora una volta, sulla base di questa ultima mail, non farei altro che confonderla.
Io capisco bene il suo stato d’animo e il suo bisogno di trovare assistenza e rassicurazioni dove può, ma non la posso proprio più aiutare: i suoi continui aggiornamenti sul particolare sintomo e sul nuovo esame a me non bastano, e le mie risposte, fondate di volta in volta sulle sue mutevoli comunicazioni, non servono a niente. L’unico consiglio che le voglio ancora dare è di ascoltare la sua veterinaria, la quale mi sembra una persona di buon senso (chissà quante volte le avrà detto di non obbligare il gatto a bere con la siringa, di non tormentarlo in continuazione con il termometro…), e mi sembra anche che si stia occupando del suo animale senza risparmiarsi e senza certo meritare alcuna mia interferenza.

Le faccio i miei più cari saluti e una coccola al suo micio. Dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gent.ma  D.ssa
Ho una curiosità da chiederle .....
Il mio cane , un pastore tedesco di circa 11 anni , da circa 7 anni , con la media di ogni 15 giorni , ma a volte anche inferiore , si accascia a terra e si irrigidisce , la situazione continua per 5-8 minuti , poi fuoriesce dalla bocca o un liquido giallastro oppure un pò di cibo mangiato ore prima .
Inizialmente ( 7 anni fà ) il mio veterinario , pensava dietro analisi con dei valori un pò alterati ad un problema al fegato , e gli prescrisse una dieta , con cibi leggeri , ma col passare degli anni non si sono avuti , risultati .Sicuramente ho atteso troppo anch'io in seguito ad altri problemi familiari . Ora , abbiamo di nuovo fatto gli esami , sono risultati quasi ottimi , e quindi il veterinario ha pensato ad una leggera forma di epilessia . Da circa una settimana ha prescritto delle pillole  GARDENALE ( 100 MG )  mezza compressa la mattina e mezza la sera . Da 4 giorni noto che il mio cane ha una debolezza agli arti posteriori , traballa un pò , non l'aveva mai fatto ! Ci può essere un collegamento con queste pillole ? oppure è una coincidenza ? In entrambi i casi mi può aiutare dicendomi che cura gli si può dare ? Vorrei un suo parere gentilmente , tenendo conto nello stesso tempo della competenza del mio veterinario . Resto in attesa di una sua graditissima risposta . cordiali saluti .
Fabio , Pescara .

21/09/2007

 

Gentile Fabio, che brutta cosa due crisi epilettiche al mese, e di così lunga durata poi, per sette anni!! Davvero incredibile e tristissimo che nessuno le abbia detto che il suo cane aveva delle crisi epilettiche, anche perché dalla sua descrizione non si poteva certo dire altro... E l’aggettivo “leggera” mai mi è sembrato tanto inappropriato.
I sintomi che ora lei riferisce possono (cioè non è detto) derivare da un sovradosaggio di fenobarbitale, ma per adesso non è il caso di modificare la posologia. Fra sette giorni dovrà fare il prelievo per la fenobarbitalemia. Immagino che il collega l’abbia già informata di questo esame (dovrebbe averlo fatto). In base al suo esito si capirà se il farmaco è sovradosato oppure no. Le consiglio la lettura della corrispondenza per i signori Ornella (11 Ottobre 2005), Maniscalchi (28 Febbraio 2006), Dal Lago (2 Aprile 2006), perché credo che lei si avvantaggerebbe nel farsi un’idea circa il livello medico-scientifico delle prestazioni alle quali il suo cane, che è stato purtroppo senza cura per così tanti anni, può oggi accedere attraverso l’aiuto di un bravo veterinario.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere. 
Gentile Dott.ssa Bevere,
Innanzitutto la ringrazio per le informazioni che mi ha fornito.
Prima che lei potesse rispondermi, dietro consiglio del mio veterinario, ho ricominciato a somministrare l'enalapril alla mia gattina e per domani mattina mi è stato fissato un appuntamento per un'ecografia ai reni. Inoltre, sempre il mio veterinario, consiglia di fare un ciclo di flebo in endovena per purificare i reni e vedere se i valori rientrano nella normalità.
In tutto questo c'è una cosa che non mi è chiara: se Lei attribuisce l'aumento di oltre il 20% del valore della creatinina all'enalapril, perchè eventualmente continuare ad utilizzarlo? O meglio, quali sono i vantaggi che di contro dà l'enalapril? Insomma, se l'allarme insufficienza renale è nato da un valore della creatinina leggermente alterato, perchè utilizzare un farmaco che ne sta sensibilmente aumentando il valore? Sono sempre più confusa, anche alla luce del fatto che il mio veterinario, davanti alla mia obiezione sulla responsabilità della pillola, ha insistito sull'utilizzo dell'ACEinibitore e ritiene che l'aumento sia causato da qualcosaltro, ma non certamente dalla sua somministrazione.
Domani porterò anche un campione di urine per l'elettroforesi che Lei mi suggeriva di fare.
Grazie ancora per la Sua disponibilità.
Manuela (Firenze)

21/09/2007

 

Gentile Manuela, la sua domanda ha una risposta complicata e un po’ si deve fidare. Gliela faccio semplice come posso.
Gli ACEinibitori nell’uomo tendono ad aumentare il tempo di sopravvivenza renale attraverso un’attività che questi farmaci hanno direttamente sul rene. Fanno bene ai reni, e su questo non ci piove. Lo stesso farmaco però, mentre agisce sul rene, esercita delle azioni anche sul sistema cardiovascolare e su altri tessuti. A volte i vari effetti del farmaco sul rene si combinano con quelli sulla pressione e, in modo non prevedibile, invece di abbassare la creatinina plasmatica, in alcuni individui, ne causano l’aumento. Non è un effetto terapeutico, ma è un effetto collaterale, in certa misura tollerato. Se però l’aumento va oltre una certa soglia, è considerato un vero effetto avverso.
Ad esempio: nell’uomo sano, non cioè affetto da alcuna malattia, è riportato che l’ACEinibitore possa avere come effetto avverso l’incremento della creatinina plasmatica del 10% rispetto al valore base. Questo 10% sale a 150% nel nefropatico (sempre di effetti avversi stiamo parlando) e al 250% nel cardiopatico ipoteso. Nel gatto gli studi riguardo gli effetti avversi all’ACEinibitore sono insufficienti, tanto che il bugiardino del benazepril cita come unico effetto avverso il caso di allergia al farmaco.
Allora io, personalmente, applico sul gatto le indicazioni della medicina umana: una di queste indicazioni tra le tante (per tornare al suo problema specifico) è sospendere se il rialzo postfarmaco in tre mesi supera il 30% rispetto alla baseline. Probabilmente si tratta di una misura molto prudente, in quanto il gatto è assai più tollerante dell’uomo nei confronti dell’aumento della creatinina plasmatica.
La risposta del collega alle sue obiezioni è assolutamente “nella media”, cioè avrebbe potuto sentire la stessa risposta da altri tre medici consultati, ed è conforme all’informazione farmaceutica offerta ai veterinari.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
 
 
Buongiorno ho un caso da sottoporLe.Ho un criceto russo di 17 mesi.8 giorni fa, all'improvviso, ho notato che aveva un occhietto semichiuso con una escrescenza su, tipo un orzaiolo. Da quel momento e' diventato apatico, inappetente, insofferente alle carezze. L'ho portato dai 4 veterinari della mia citta' ma nessuno ha capito cos'ha.Tutti mi hanno consigliato di applicare pomate e colliri al cortisone o antibiotici (Colbiocin o Visublefarite) e per qualche giorno, nonostante cio' lo infastidisse parecchio,gliele ho applicate prendendomi anche un morso (sono all'ottavo mese di gravidanza...), il tutto senza risultati.Quando e' al buio apre un po' di piu' gli occhietti, quando c'e' piu' luce manifesta fotofobia e si rifugia nella casetta.L'ultima veterinaria dalla quale sono stata gli ha praticato un'iniezione di vitamina B per stimolargli l'appetito visto che si stava lasciando morire di fame e per un po' si e' risollevato ma ora e' tornato inappetente, non va piu' sulla ruota,quando cammina barcolla....La prego, mi aiuti lei...per me e' come un figlio...mi ha aiutato molto prendermi cura di lui quando stavo per cadere in depressione...confido in Lei. Vale.

21/09/2007

 

Cara Vale, credo proprio di non avere grandi novità per lei, rispetto a quanto probabilmente le è già stato detto. Il suo amato criceto russo è molto anziano (la loro vita media in cattività è di 18-24 mesi) e manifesta sintomi generali di un grave malessere. Purtroppo è possibile che la sua malattia sia da un lato difficilmente diagnosticabile (si tratta di un animale scarsamente sottoponibile ad indagini strumentali o ad esami di laboratorio), e quindi anche poco trattabile (la difficoltà di fare una diagnosi precisa si ripercuote ovviamente sulle possibilità terapeutiche).
Le consiglio quindi di affidarsi ad uno dei veterinari che l’hanno seguita finora e rimettersi alle sue valutazioni, basate sull’osservazione diretta dell’animale, per capire cosa sia conveniente fare ora per il suo piccolo amico.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentile dottoressa Nicoletta Bevere, vorrei sapere i sintomi del "mega esofago" nel gatto.
E' da un pò di tempo che il mio gatto mentre mangia le sue pappe, di punto in bianco, vomita, senza preavvisi, nessun sintomo di malessere da parte sua. Ho fatto gli esami del sangue completi (pancreas, fegato, ecc) e sono perfetti, meno che una cosa: ha il sangue un pò denso. Il veterinario ha spiegato che era in conseguenza al fatto che ha vomitato (?). Suppone però, dal modo in cui rigurgita il cibo, (e cioè in forma allungata, come un dito) che abbia il mega esofago. Dovrò quindi fare un'ecografia.
IMPORTANTE: ma è vero che il viagra è una delle cure del mega esofago? Io sono diffidente.
La ringrazio, Valentina Black

21/09/2007

 

Gentile Valentina, il sintomo più comune del megaesofago è il rigurgito che può avvenire con una frequenza variabile: sporadicamente, oppure anche molte volte al giorno. La diagnosi si fa nella maggior parte dei casi con una radiografia del collo e del torace dopo aver dato all’animale un po’ di pappa mescolata ad un apposito mezzo di contrasto (pasto opaco). Successivamente, in genere, è necessaria anche l’endoscopia. L’ecografia invece non è un’indagine particolarmente indicata, avrà forse capito male.
Per quanto riguarda la domanda “IMPORTANTE”, continui ad esserlo, anche di più!

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentilissima Dottoressa oggi ho portato il gatto a fare un'altra ecografia... ed è risultato che il problema non è tanto il rene policistico ma il fegato cirrotico ed è per questo motivo che gli si è creato il liquido nella pancia, il veterinario mi ha detto che per lunedi mi fa sapere se sottoporgli o meno una cura di cortisonici.. e mi da l'esito dell'esame citologico del liquido.
Secondo lei ci sarebbe qualche terapia per il fegato cirrotico?
La ringrazio anticipatamente
Distinti saluti
Francesco

22/09/2007

 

Gentile Francesco, purtroppo la cirrosi rappresenta uno stadio evolutivo avanzato delle forme infiammatorie più gravi che possono colpire il fegato. Non si tratta di un processo reversibile, ma il prednisone, il farmaco che immagino le sia stato proposto, è indicato per modulare la risposta infiammatoria e ridurre la deposizione di tessuto “cicatriziale” (fibrosi) all’interno della ghiandola.

Un grande augurio al suo gatto! Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gent.issima Dott.ssa Bevere,
la mia gatta, un persiano esotico, é morta di insufficienza renale avanzato il 21 settembre di quest'anno all'età di 12 anni. Non me ne faccio una ragione perché non riesco a capire come sia successo e perché. Tutto é iniziato quando quest'estate mi sono accorta che la mia gatta era dimagrita parecchio e faceva pipì fuori dalla lettiera (questo in realtà lo faceva da più tempo). Non mi sembrava che non mangiasse o avesse altri sintomi tipici della malattia renale e le ho fatto fare l'esame delle urine e hanno riscontrato un'infiammazione alle vie urinarie e somministrato il Baytril in compresse per 20gg.
Dopo la gatta ha peggiorato ulteriormente di salute in brevissimo tempo: non mangiava più, non beveva, e ha avuto un'ulteriore peggioramento del fisico. L'abbiamo portata dal veterinario di fiducia e ha riscontrato un'insufficenza renale avanzato e l'ha ricoverata per 4gg. La gatta ha avuto un leggero miglioramento il secondo giorno ma poi al terzo é peggiorata e non ha più dato segni di ripresa. Al quarto giorno il veterinario mi ha proposto la soluzione dell'eutanasia perché secondo lui non c'era più nulla da fare. Con disperazione e chiedendo prima se c'era un barlume di speranza di salvare la mia gatta, ho eseguito, con molto dolore, la soluzione di addormentarla. Mi chiedo se forse era meglio accorgersene prima dal comportamento della gatta e facendole fare l'esame dell'urina e del sangue periodicamente per prevenire questo problema e allungarle la vita. Il mio veterinario non me ne fa una colpa perchè sapeva già che tenevo la gatta sotto controllo anche facendo uso di un'alimentazione adeguata e secondo lui era inevitabile (forse mi ha detto così affinché non avessi rimorsi e mi sentissi responsabile di ciò che é accaduto). Le allego tutta la documentazione al riguardo e vorrei un suo parere. Mi chiedo, inoltre, se era proprio necessario ricorrere all'eutanasia prematuramente oppure se c'era la possibilità di tenerla in vita con qualche farmaco senza che lei soffrisse. Il mio veterinario mi ha detto che se l'avessi portata a casa, sarebbe morta entro qualche giorno con agonia. Ho altri due gatti maschi: un persiano di 12 anni e un norvegese di 11.
Senz'altro li farò fare un check-up.
La ringrazio per la gentile attenzione
Patricia

23/09/2007

 

Gentile Patricia, mi dispiace molto per quello che le è successo, ma lei non ha proprio alcuna colpa. La creatinina del suo gatto non era particolarmente elevata se paragonata al suo stato generale che invece era molto grave. Questo probabilmente significa che la malattia si è sviluppata rapidamente, impedendo all’animale di adattarsi alla ridotta funzionalità renale. Il suo veterinario le ha consigliato l’eutanasia sulla base di una valutazione generale, più o meno soggettiva, ma diretta, effettuata cioè avendo il gatto davanti agli occhi. Questa scelta è stata probabilmente la più giusta per il suo animale, indipendentemente dal valore relativamente basso della creatinina, ma non è mai “proprio necessario” ricorrere all’eutanasia. L’eutanasia del proprio animale è una libera scelta, ma se eseguita nel momento giusto è il pietoso, e forse anche doveroso, ultimo aiuto che possiamo dare ai nostri animali, perché serve a risparmiare le inutili ore di agonia, quando è ragionevolmente certo che comunque la morte stia per arrivare. Non abbia ripensamenti ora, soprattutto non si senta in colpa perché a volte i mici hanno malattie molto subdole. Infatti non è raro osservare nel gatto delle malattie che si sviluppano molto rapidamente e che portano al decesso animali apparentemente sani fino a pochi giorni prima, senza che il proprietario più attento e scrupoloso abbia notato dei segni premonitori. Le auguro di essere serena.

Un abbraccio, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Ho un golden femmina di 10 anni hanno diagnosticato tumore alla mammella con metastasi preso la milza. Sta facendo la chemioterapia come si può aiutarla con l'omeopatia? Attendo notizie grazie Patrizia M.

23/09/2007

 

Spiacente, non mi occupo di omeopatia. Ai miei pazienti in chemioterapia consiglio gli acidi grassi e l’aloe vera, che non è un omeopatico ma un fitoterapico.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
Gentilissima dottoressa,
la mia gattina di circa 5 mesi un pò di giorni fa ha incominciato a zoppicare da un piedino davanti, ho pensato che l'avesse morsa qualche gatto randagio, dato che lei vive fuori casa, ma dopo qualche giorno non zoppicava più ma aveva un pelo orribile, ho capito che stava male, doveva avere la febbre molto alta e ho notato che quando mangiava faceva un rumore come di una grattugia. Ho cominciato a darle subito un antibiotico e la mattina dopo vedendola sdraiata al sole in giardino col pelo sempre più brutto, mi sono avvicinata e sono rimasta di sale quando ho visto che aveva sangue intorno alla bocca e intorno al naso.
La sera quando è rientrata in casa, il sangue si era seccato e la gatta sembrava un pò più vispa, ho pensato che gli antibiotici cominciavano a fare effetto. La notte ha dormito nel letto vicino a me e la mattina aveva din nuovo il sangue intorno al naso.Ora sono due giorni che il sangue sembra non uscire più, la gatta mangia e quel rumore di grattugia sembra farlo di meno, però spesso fa dei movimenti strani con la bocca come se assaporasse qualcosa cioè con la punta delle labbra. Comunque sembra a momenti un pò più vispa ed il pelo è quasi liscio. Vorrei sapere che cosa può avere o avere avuto dato che di gatti ne ho altri 7 che vivono tutti fuori in giardino insieme a lei e ieri ho notato un gattino di circa 3 mesi che zoppicava pure lui ed aveva il pelo brutto arruffato come era il suo. La ringrazio vivamente e spero vorrà darmi una risposta. Buongiorno!

25/09/2007
 
Gentile signore o signora…la sua sembra la descrizione di un gatto che ha subìto un trauma facciale. Se vuole sapere davvero cosa sia successo la deve però far visitare.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
Buona sera dottoressa ho letto vari suoi consigli che ha dato a varie persone, vista la sua gentilezza ho deciso di consultarla, ho trovato 10 giorni fà una gattina di 1 mese, io abito in Toscana a grosseto, aveva un brutto raffreddore e problemi agli occhi, l'ho portata in casa, dove vivono 2 gatte la seconda di 2 anni che è sempre stata benissimo, dopo 2 giorni che è arrivata la micina, ha incominciato ad avere dei conati , come se dovesse vomitare o togliersi qualcosa dalla bocca aiutandosi con le zampe.
Il mio veterinario dopo averle guardato la bocca, non avendo trovato nulla ha pensato che fosse raffreddore preso dalla trovatella, e gli ha prescritto 2 pasticche di sinulox 50, ha finito la cura, ma continua a fare questi versi, a parte questo mangia, beve, e gioca, ora su Internet ho trovato 2 possibili cause a questo strano comportamento, o la nevrosi da gelosia, oppure un tumore... Lei che può dirmi?
Sono molto in ansia.
La prego mi faccia avere al più presto sue notizie, e se può cortesemente rispondermi sulla mia e-mail ... Gliene sarei grata.
Fin da ora molte grazie.

28/09/2007

 

Gentile signore o signora…., purtroppo la sua descrizione dei sintomi è molto vaga e mette assieme parole (“conati”, “vomitare”, “togliersi qualcosa dalla bocca” e “versi”) che complessivamente non si possono ricondurre in modo sensato ad una sintomatologia particolare, perché in parte si riferirebbero ad un problema gastrico e in parte forse ad un problema del faringe o delle prime vie aeree.
Quindi posso solo supporre quanto segue: forse la gatta ha “reverse sneezing”, un sintomo detto anche “starnuto inverso” che grossomodo potrebbe corrispondere alla sua descrizione. Si tratterebbe, se così fosse, di un sintomo spurio (ossia generico, compatibile con varie malattie) di un disturbo localizzato nel rinofaringe. Dovrebbe far rivedere la gatta al collega che diagnosticò l’infezione. Forse la terapia antibiotica è stata troppo breve.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentile Dottoressa Bevere,
mi scuso per il ritardo con cui Le rispondo, dovuto a problemi di connessione ad Internet.
La ringrazio ancora una volta per la pazienza dimostrata. Credo che questa sarà la mia ultima mail, ma voglio precisarLe di non aver mai ritenuto Le Sue risposte insoddisfacenti, forse saranno state le mie domande  un pò troppo numerose e prive di elementi essenziali per la valutazione a confondere Lei.
Forse in questa corrispondenza iniziata da un paio di mesi si sarà fatta di me l'idea di una persona che non ha fiducia di nessuno, ma non è così.
La collega che ha Jerry in cura è per me, e lo  rimarrà per sempre, una ragazza in gamba e di grande professionalità (e pazienza).
Cio che mi ha spinto a chiedere altri pareri non è stata una mancanza di fiducia nella sua professionalità, ma il fatto che tempo fa ,per sua stessa ammissione, alle mie domande (numerose....forse troppe) ha ritenuto di poter rispondere  con le conoscenze di un "normale" veterinario (lei è specializzata in chirurgia) e non di un ematologo specializzato in malattie infettive. So bene che si sta occupando del mio gatto senza risparmiarsi, non vorrei sembrare un ingrato.
Chiudo questa corrispondenza aggiornandoLa sulla situazione, ma non mi aspetto una risposta:
finito il Ceftriaxone una settimana fa Jerry ha smesso di vomitare e non ha più scialorrea; le condizioni generali appaiono leggermente migliorate ( a volte gioca) ma la temperatura da una settimana fa (alla visita sabato scorso aveva 37.8) ad adesso non è salita (venerdì e ieri dopo aver resistito una settimana l'ho misurata ed aveva 37.1); il naso che in condizioni normali è un cuoricino rosso adesso è molto chiaro e leggermente giallastro; senza accorgersene perde continuamente feci (molli e di colore verde scuro), ma all'esame di ieri non erano presenti coccidi.
Non so se anche questa mail verrà pubblicata, ma la ringrazio per la pazienza e gentilezza dimostrata a me e ad altri che come me ogni giorno La tempestano di domande, mettendo a disposizione di tutti la Sua professionalità.
La saluto ancora una volta, cordialmente
Roberto F.

30/09/2007

 

Caro Roberto, mi dispiace molto che il suo Jerry non stia ancora bene. Spero davvero che si riesca a venirne a capo al più presto.

Un caro saluto, dott.ssa Nicoletta Bevere
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