Il veterinario risponde
a cura della d.ssa Nicoletta Bevere

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Gent.ma Nicoletta Bevere
alla gattina (gatto comune di nome Licia) hanno
effettuato una lastra dove e' chiara una ernia diaframmatica!
Sono disperato...m'han detto che bisogna operare e ci sono il 50% di probabilita' di riuscita...Mi han detto anche  che l' operazione costa 500 euro....mi chiedo se questo tipo di operazioni sono risolutive o se voglion spillare solo soldi! La probabilita' di riuscita mi  sembra un po' bassa e mi chiedo se la gattina eventualmente dopo l'operazione ritorna vitale  al 100%
Ora Respira a fatica e  prima che la trovassi
strisciante solo con le zampe anteriori notavo una cadenza del ventre e che ha spesso l' abitudine di saltare da circa 2 metri da un muretto per scendere in strada!
mi dia un rapido consiglio...grazie
Gianni di Sorrento

01/05/2007
 

Gentile Gianni, se l’ernia diaframmatica è molto recente l’intervento di per sé solitamente è semplice e veloce, associato ad una buona riuscita. Gli incidenti anestesiologici e le complicanze sono sempre possibili, ma il tasso di mortalità riportato, per la mia esperienza, è un po’ alto.
Se l’ernia invece è più vecchia di due settimane, allora l’intervento diventa complesso e i rischi aumentano. Più il tempo passa, più la chirurgia diventa difficile, anzi difficilissima, per cui in alcuni casi o si dispone di un chirurgo con grande esperienza in chirurgia toracica e addominale o è meglio lasciar perdere, soprattutto se la qualià di vita dell’animale è discreta. In questo caso infatti la percentuale che le hanno riportato mi sembra un po’ ottimististica.
Spero di averle dato le informazioni necessarie per decidere cosa fare.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere.

 

buongiorno mi chiamo Monica sono di Savona e vi scrivo per chiedervi un consiglio:
purtroppo giovedì 26 aprile ho dovuto far sopprimere Bibo il mio cane di 14 anni, un bastardino di piccola taglia.
negli ultimi mesi era sempre triste e sofferente non riusciva più tanto bene a camminare andavamo pianissimo  quando lo portavo fuori a far pipì, cadeva  anche quando doveva scendere dal marciapiede e spesso lo prendevo in braccio perché non ce la faceva a camminare, addirittura negli ultimi mesi non abbaiava  non scodinzolava più e da un po’ di anni era cardiopatico prendeva fortekor e diuretico , faceva spesso la pipì in casa, io non lo sgridavo perché sapevo che era contro il suo volere ,  mi accennava con la coda di essere contento solo quando mi vedeva rientrare in casa; martedì dopo aver mangiato aveva un atteggiamento strano girava su se stesso e non riusciva a rilassarsi, nel giro di pochi minuti gli si sono paralizzate le zampette posteriori  lo preso di corsa e lo portato in una clinica veterinaria  dove gli si sono paralizzate anche le zampette anteriori e si è messo ad abbaiare dal dolore mi sono spaventata perché lui non abbaiava più, il veterinario gli ha fatto prima un calmante ma lui continuava ad avere male ad abbaiare e ansimare allora gli ha somministrato un’altra dose di calmante ma lui continuava ad essere agitato allora gli ha somministrato del valium per farle sentire meno male così si è tranquillizzato, lo ha tenuto sotto sedativo per 48 ore associando una cura antinfiammatori per lo stesso periodo, ma questo non ha giovato al suo stato di salute che è rimasto invariato, la clinica (non specializzata in neurochirurgia) a cui mi sono rivolta non era il mio veterinario di fiducia loro mi hanno consigliato di sottoporlo a mielografia e un intervento chirurgico di tipo neurologico, ma la mia veterinaria di fiducia mi ha consigliato di non farle fare quel tipo di esame e di operazione vista l’età e le condizioni non buone del mio cane , dicendomi che i tempi di ripresa postoperatori erano molto difficili e lunghi per cani giovani e che per lui sarebbe stata una grande sofferenza affrontare una situazione del genere. So che non è giusto agire col senno di poi ma non riesco a darmi pace è da venerdì che penso se ho fatto o meno la cosa giusta se dovevo dargli un’altra possibilità, mi manca da morire ma non volevo vederlo soffrire, e poi ho pensato alla sua dignità di cane e mi sono chiesta quello che era più giusto per lui e non per me e il mio egoismo, è successo tutto così all’improvviso che non riesco a darmi una giustificazione, vorrei una valutazione obbiettiva di quanto mi è successo non per consolarmi ma per sapere se ho agito nel modo corretto grazie mille.

 01/05/2007

 

Cara Monica, a cosa serve chiedersi queste cose, ora. Non penso che abbia sbagliato a seguire il consiglio della sua veterinaria di fiducia, ma credo anche che a Bibo una mielografia non avrebbe fatto alcun male, in quanto in ogni caso non si sarebbe mai svegliato nello stesso stato di dolore in cui era: o sarebbe stato operato immediatamente oppure, già in anestesia generale, si sarebbe scelto di non svegliarlo più. Nel caso in cui vi fosse stato un incidente anestesiologico, visto che Bibo a parte il problema cervicale probabilmente aveva anche altri guai, comunque non sarebbe cambiato nulla, per lui. La possibilità che la malattia di Bibo fosse operabile non è più indagabile, oramai, ma probabilmente si tratta di una remota possibilità.
Quello che di sicuro c’è è che tra mille dubbi e lacerazioni interiori lei ha deciso ciò che le sembrava meglio per il suo cane, in quel momento. In un cane di quell’età, malato, e con un grave dolore cervicale nessuno al mondo può dire che lei abbia sbagliato. Magari ci potevano essere altre strade buone da percorrere, ma non necessariamente migliori di quella che lei ha deciso. In alcune situazioni è necessario fare delle scelte sapendo che esiste un margine di errore: la bontà di queste decisioni, prese sia con la pancia sia con la testa, non deve essere mai valutata a posteriori.

Un abbraccio, dott.ssa Nicoletta Bevere.

Gentile dottoressa,
ho da poco adottato una cucciola di pinscher/chihuahua che ha circa 3 mesi. A distanza di un paio di giorni la piccola Maya ha iniziato a grattarsi in modo frenetico, procurandosi alcune escoriazioni. Col passare dei giorni la situazione è peggiorata in quanto le sono comparse piccole croste giallastre intorno agli occhi e sulle orecchie, intanto il pelo sulla testolina iniziava a diradarsi. Ancora oggi a distanza di 10 giorni, la piccola continua a grattarsi con la stessa intensità. Altre zone in cui si gratta sono: i fianchi, le zampe, il pancino e la coda. Preoccupata, appena mi sono accorta di cosa stava accadendo, l'ho portata da un veterinario che le ha diagnosticato la Rogna Demodettica; Mi ha detto di non allarmarmi eccessivamente perchè guarirà spontaneamente col passare dei giorni. Sono comunque preoccupata perchè pur leggendo che questa malattia non è contagiosa per l'uomo, accuso un lieve prurito diffuso da un paio di giorni. Prima che me ne dimentichi, volevo avvisarla del fatto che la piccola non ha effettuato test scarificato cutaneo profondo, la diagnosi del veterinario è stata effettuata basandosi su ciò che vedeva ad occhio nudo, mi ha detto che una cura per questa malattia è il DEMOTEC (Amitraz) ma mi ha anche detto che questa cura per la piccola Maya è sconsigliata in quanto per metà chihuahua. Non so davvero che fare. So bene che senza visitare la piccola, le è difficile darmi una risposta esauriente. Le chiedo se la malattia può essere contagiosa per l'uomo, se no, quale malattia potrebbe essere, cosa devo fare per avere una diagnosi accurata della sua malattia, se è demodicosi, quali cure sono compatibili con la piccola, come posso alleviare il suo prurito. Certa di una sua risposta, la saluto.
Claudia S.
Taranto

01/05/2007
 

Gentile Claudia purtroppo non mi trovo d’accordo su come è stato affrontato il problema del suo cucciolo. Primo perché in dermatologia è molto difficile poter porre una diagnosi di certezza semplicemente osservando la cute, mentre nel suo caso non è stato fatto alcun tipo di test o esame a supporto della diagnosi emessa. Secondo, non si può certo chiedere ad una rogna demodettica generalizzata (posto che la diagnosi sia giusta, cosa da verificare), associata a grave prurito, di guarire da sola in qualche giorno. Terzo esistono terapie molto più comode e sicure rispetto all’amitraz per curare la rogna demodettica (di nuovo, posto che la diagnosi sia giusta).
Nel vostro caso, viste tutte queste premesse, sarebbe utile in prima istanza l’applicazione di un antiparassitario ad ampio spettro come l’Advocate , ma naturalmente la cosa migliore sarebbe poter rivedere daccapo l’approccio diagnostico e terapeutico, nel modo più corretto possibile.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere. 
Gentile dottoressa Bevere,
le scrivo per chiederle consiglio sulla dieta più appropriata per gatti anziani con insufficienza renale.
Ho due gatte, di cui alla più anziana, di quasi 16 anni, è stata diagnosticata l'insufficienza renale.
Attualmente non mostra problemi particolari ma è chiaro che se non curata la patologia può solo peggiorare. Da poco mi è morto un gatto di 18 anni per questa malattia.
La mia veterinaria mi ha detto di farle ogni mese un ciclo di iniezioni sottocutanee di 30 ml di ringer-lattato per sette giorni, di darle quotidianamente mezza pasticca di Fortekor 2,5 e un'alimentazione a base di cibi già pronti tipo Kd e altri cibi per gatti con insufficienza renale. Inoltre, come integrazione dell'alimentazione, mi ha prescritto quotidianamente degli acidi grassi (Redonyl efacap) e delle gocce di vitamine del gruppo B.
Le chiedo però, nell'eventualità che abbia affrontato questo problema, come potrei preparare io dei pasti in modo da non dover ricorrere a questi preconfezionati sulla cui qualità nutro numerosi dubbi.
Infatti non sono esperta di alimentazione felina ma in generale sono convinta che per quanto possibile sia meglio scegliere combinazioni di cibi naturalmente ricchi di tutte le sostanze necessarie e usare meno integratori possibili.
Purtroppo l'esperienza mi insegna che oggi (in passato era diverso, avevo un veterinario anziano bravissimo a prescrivere diete e medicamenti personalizzati) i veterinari non si interessano affatto all'alimentazione ma si limitano a seguire le raccomandazioni degli informatori delle varie società produttrici di alimenti per animali e dei convegni da queste sponsorizzati. Perciò sanno solo indicare i prodotti di queste marche. Io, leggendo gli ingredienti, vedo che molti sono di qualità scadente e che hanno diversi inconvenienti. E non solo per quanto riguarda il cibo... per esempio nel Redonyl è presente anche l'olio di palma idrogenato, i cui danni sull'aterosclerosi e sul cuore delle persone sono ben noti, il che, anche se in associazione con olio di borragine e di pesce (quest'ultimo messo come ultimo ingrediente) mi inquieta non poco...
In passato, prima che si manifestasse l'insufficienza renale al gatto che poi di questo è morto, nutrivo i miei gatti con un'alimentazione casalinga soprattutto a base di pesce (ma non solo), tra cui alici e sarde che amano molto. Ora alterno il Kd con un po' di pesce fresco ma molto poco perché la mia veterinaria sostiene che essendo molto proteico va ridotto.
Mi sembra di capire che dato che le proteine affaticano in modo particolare i reni, devono essere ridotte.
D'altra parte però so che i gatti anziani hanno bisogno di proteine di alta qualità per assicurargli tutti gli aminoacidi essenziali e perché il loro organismo è meno efficiente a metabolizzarle.
Alcuni mi hanno consigliato di aumentare la quota di grassi nella razione alimentare perché i grassi non affaticano i reni, consigliandomi in modo particolare i grassi del pesce.
Altri mi hanno detto che però il pesce è controindicato per l'alto contenuto di fosforo.
Non potrei diminuire la quota proteica mischiando al pesce o alla carne un po' di riso bollito o di verdure lesse? Quali verdure sono indicate? Quali sono nocive?
Inoltre offro sempre alle mie gatte l'erba gatta, che ricercano spesso. Però non si tratta dell'erba gatta "originale" , la Nepeta cataria, ma di una graminacea. A parte questa, potrebbe essere utile coltivargli altri germogli, e di che specie?
E invece delle vitamine B in gocce non potrei dare alla gatta delle compresse di lievito di birra (che ama molto), che è ricco di vitamine B? O può causarle problemi di fermentazione intestinale?
Poi ho un'altra gatta di dieci anni e , siccome le due sono abituate a mangiare insieme, mi preoccupo che l'alimentazione per la più anziana sia troppo povera per lei.
Insomma non so più che pesci prendere! Per ora seguo le indicazioni della mia veterinaria, alternando ongi tnato il cibo preconfezionato (Kd) con un po' di alici fresche o altro, ma non sono convinta.
Grazie per l'attenzione e per la consulenza che fornisce a questo sito,
Elisa C.
 
02/05/2007
 
Gentile Elisa, non posso aiutarla come vorrebbe lei perché non sono affatto d’accordo con le sue opinioni. La dieta del suo gatto sarebbe perfetta se non fosse per le alterazioni da lei apportate, che sbilanciano l’apporto sia proteico sia minerale. Quello che dice è vero: in un tempo lontano, che (quasi) nessuno rimpiange, quando la cura del cane e del gatto languiva tristemente tra la zootecnia del veterinario di campagna e il fai da te del proprietario di città, ecco in quel tempo certo che il mercato farmaceutico offriva ben poco per la cura dei piccoli animali e i veterinari che di essi si occupavano dovevano arrangiarsi con la famosa puntura rosa-puntura bianca (antibiotico e cortisone), ricette galeniche e magistrali. Cose di cui oggi fortunatamente si può fare a meno, visto che esistono farmaci sicuri, con effetti collaterali e indicazioni terapeutiche messe nero su bianco dal Ministero della Sanità.
A quel tempo anche le crocchette a disposizione dei piccoli animali non erano comparabili ad un bel carne trita più riso soffiato, pur essendo assai meglio degli avanzi di cucina.
Poi sono arrivate Hill’s, Eukanuba, Purina, Royal Canin e tutte le altre, con i loro veterinari e con i loro studi scientifici sulla nutrizione e sui fabbisogni del cane e del gatto, sano e malato. Si tratta di aziende che si fanno fare i controlli qualità da terzi e che si affidano alla consulenza di veterinari esperti in varie discipline mediche, per formulare diete bilanciate e adatte alle esigenze più diverse, durante tutte le fasi di crescita e in corso di varie malattie.
Oggi i (bravi) veterinari non inventano più le medicine ma si affidano a quelli che le sanno fare, non inventano le terapie ma si attengono a quelle di riconosciuta efficacia, non inventano ricette impossibili che mai potrebbero garantire ad esempio lo 0,3% di fosforo, assieme allo 0,4% di sodio e all’1% di potassio, il 25% di quota proteica con la giusta concentrazione di taurina, luteina, DHA, omega 6, eccetera.
Quindi le consiglio di provare ad adottare un diverso punto di vista riguardo diete e medicina e soprattutto mi piacerebbe che riuscisse a dare un po’ di credito agli anni di studio della sua brava e aggiornata veterinaria.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

Gentilissima Dott.ssa Bevere, le scrivo perché ho un problema che ormai mi assilla e non so cosa fare.
Le scrivo da Rimini, ho un cagnolino che ho trovato che era stato abbandonato quando aveva circa 3 mesi (almeno così ha valutato il veterinario), è un meticcio.
Fin da piccolo ha avuto problemi di rigurgito aveva i vermi intestinali. Una volta curato, continuava però a rigurgitare tutto quello che mangiava. Insomma per fargliela breve solo dopo varie visite dal veterinario, dopo circa 6 mesi, si sono accorti che aveva il megaesofago (è vero che prima di 6 mesi è difficile riscontrarlo, come ci hanno detto?).
Qui arriviamo al mio enorme dilemma, adesso gli stiamo dando da mangiare un po' alla volta, in posizione verticale e non sta più vomitando. Il veterinario dice però che è operabile, ma non ci ha dato nessuna certezza del buon esito, perché dice che dovrebbe bloccare momentaneamente la respirazione per installare delle canule all'altezza del cuore e poi farlo riprendere a respirare (scusi la mia spiegazione grossolana, ma non saprei descriverla diversamente). La mia domanda è questa, secondo lei cosa dovremmo fare tentare con l'operazione? (io ho molta paura, non voglio farlo soffrire) oppure oltre a quello che facciamo gia e cioè dargli da mangiare in posizione verticale c'è qualcos'altro che ci può consigliare? Adesso Max (il cagnolino) ha quasi 1 anno.
La ringrazio anticipatamente per la risposta, che le chiedo per favore di farmi avere al + presto in quanto il veterinario dice che + aspettiamo peggio è (anche se non viene pubblicata, mi può dare una risposta al mio indirizzo e-mail?)
Grazie mille
Saluti      Anna

02/05/2007
 

Gentile Anna, non conosco i particolari del caso e non riesco a capire esattamente di quale intervento si tratti, ma il mio parere è che se una patologia può essere adeguatamente curata sia con una terapia medica sia con una terapia chirurgica, dapprima si applica la terapia medica, come primo intervento, e si sta a vedere. La terapia medica dà una buona risposta? Allora, secondo me, non c’è ragione per trattare la malattia chirurgicamente. Se la terapia medica, che funziona, inoltre non prevede alcuna somministrazione di farmaci, ma solo di stare in piedi una decina di minuti, mi chiedo dove sia la necessità di operare. A questo aggiungiamo che l’intervento non offre alcuna certezza di buon esito.

Se i termini della questione sono davvero tali (terapia medica che funziona contro chirurgia ad esito incerto), non vedo dove stia il problema.


Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Dottoressa,
mi scusi ma devo abusare nuovamente della sua gentilezza.
Sempre nella mia colonia felina c'è una gattina di circa 4 anni che nell'ultimo mese e 1/2 è molto dimagrita.
Presenta pelature nella zona collo posteriore, orecchie, dorso (ai due lati)
La situazione sta peggiorando, e sabato mi sono resa conto che aveva grossi linfonodi vicino alla gola.
Pensando fosse tigna ho imprudentemente lasciato ai miei vicini Griseofulvina 125mg e gliene ho fatta somministrare 1 al dì.
Oggi ho saputo che questo antimicotico comporta gravi conseguenze soprattutto in gatti che possono essere forse FIV+
Oggi ho subito telefonato alla mia vicina chiedendole di spospendere la terapia ma nel frattempo x 4 gg. la gattina (peso circa 2kg) l'ha mangiato..1 pillola al dì!!
Ci può essere il rischio di una intossicazione?
Ho chiesto sempre alla mia vicina di dare alla gattina KORRECTOR RECUPERO nel cibo, nell'attesa del mio arrivo sabato.
sabato mattina poi la porterò dal vet più vicino x visita approfondita.
Grazie x i suoi preziosi consigli.
Federica

02/05/2007
 

Cara Federica, alla griseofulvina nella terapia della dermatofitosi è assai preferibile l’itraconazolo, specie in una colonia di FIV positivi.


Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere.

 
per favore vorrei sapere un gatto operato di linfosarcoma adesso recidivo,soffre tanto? il mio amore non si lamenta mai, soltanto se lo aiuto a spostarsi geme,  faccio male a tenerlo in vita e coccolarlo? grazie rita

02/05/2007
 

Gentile Rita, sì forse fa male, ma per la verità non si può rispondere alla sua domanda, con queste poche righe che mi ha scritto. La sofferenza di un animale deve essere valutata con una giusta misura di buon cuore e di buon senso. In questa decisione difficile da prendere si dovrebbe far aiutare da un veterinario che in quanto medico può valutare segni oggettivi di dolore e sofferenza e, in quanto persona meno coinvolta emotivamente, le può offrire un punto di vista più sereno e positivamente distaccato.


Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere.

 
salve dottoressa, sono Maura da Roma, le ho già scritto per la mia meticcia Lola, che dopo ulteriori analisi risulta in salute e domani mattina affronterà l'intervento di TTA per il crociato. Ma adesso le
scrivo in merito ad un problemino con l'altro mio meticcio spike di 4 anni e 20 kg di peso. ha da qualche tempo problemi alle orecchie, abbiamo fatto un vetrino ed è risultato positivo alla malassenzia. il mio veterinario gli ha dato il tresaderm e dopo la cura sembrava andasse meglio ma il problema è tornato, prurito dolore mentre si gratta, scuote di continuo la testa, così ho rifatto la cura... poi abbiamo provato con Otomax gocce, anche con questo farmaco ho tentato già due cicli di cure ma l'otite torna sempre. Vorrei sapere se c'è qualche farmaco più adatto al suo problema .. magari per via orale.
La ringrazio per i suoi consigli.

03/05/2007
 

Gentile Maura la terapia che le è stata prescritta è adatta a curare la malattia ma, se esiste una predisposizione individuale all’otite, questa cura (pur necessaria ed adeguata) non previene affatto le recidive. In questi casi, quando cioè si ripetono diversi episodi, è necessario cercare di capire quali siano i fattori che rendono la sovracrescita di malassezia (un normale abitante delle orecchie del cane) così facile.
In attesa della diagnosi definitiva si può tentare di controllare la malassezia con frequenti lavaggi auricolari adoperando detergenti acquosi a base di acido lattico e privi di glicole (come l’Epiotic).

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 

Gentile dottoressa,

Mi chiamo Romina ed ho un chow chow di otto mesi.

Da alcune settimane ha iniziato ad alzare la gamba in casa, mentre prima ci avvertiva quando voleva uscire per I suoi bisogni. Naturalmente cio' rappresenta un problema – pensiamo di non permettergli piu' di entrare e di lasciarlo in giardino. Vorremmo sapere tuttavia se esistono delle soluzioni a tale comportamento e soprattutto com'e' opportune agire.

La ringrazio

Romina

03/05/2007
 

Gentile Romina, certo che esiste la soluzione, ma bisogna fare un po’ di fatica perché con ogni probabilità è necessario rivedere la collocazione gerarchica dell’animale. Probabilmente dovrà essere applicata la tecnica della regressione sociale guidata. Si tratta di una serie di comportamenti mirati a garantire al cane all’interno della famiglia un posizionamento gerarchico stabile ed adeguato. Se ne deve occupare un veterinario (magari che non vi racconti che il cane “è viziato” oppure che “poi gli passa quando cresce”)

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
 

Buongiorno
Ospito in casa un anziano Pastore dell'Anatolia. Circa 10 giorni fa ha avuto un ictus, mi hanno detto di tenerlo al caldo; la stanza dove vive e' sui 16 gradi, la sua cuccia e' vicino al calorifero: ho acceso il riscaldamento fino a mantenerlo sopra i 25 gradi, ma il cane e' molto affaticato. E' giusto mantenere il cane al caldo?
Ringrazio anticipatamente.
Gabriella

04/05/2007
 

Cara Gabriella, non mi sono ben chiari i termini del problema, ma in generale ritengo che 16°C siano un’ottima temperatura per un cane con quel tipo di mantello.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
salve dottoressa,ho ancora bisogno del suo aiuto.ho una cagna di 18 anni con piometra aperta.le sto somministrando da circa 3 settimane la diamicillina 600 ogni 5 giorni e betotal sciroppo.ma ormai la cagnolina e' diventata scheletrica,non mangia piu' e non si regge piu'.ieri e oggi sempre su consiglio del veterinario le ho dato del deltacortene.ma nulla.il mio veterinario lunedi' vuole operarla mi ha detto che e' urgente.....io ho paura che se le faccio l'intervento la perdo definitivamente in quanto ha perso davvero tantissimi chili. mi chiedevo se e' possibile secondo un suo parere non operarla, non so esistono altri tipi di terapia? ormai in questo stato preferisco valutare se ci sono altre tipo di cure.
grazie mille antonia

04/05/2007
 

Gentile Antonia, mi stupisce molto la sua mail, in quanto mi ha chiesto la stessa cosa il mese scorso. Avevo già risposto a questa identica sua domanda, quando la cagnolina stava ancora discretamente e il suo veterinario, che le aveva da poco posto la diagnosi, consigliava la chirurgia. Forse non ha avuto modo di leggere la mia risposta?
Le scrissi che esisteva una terapia conservativa (antiprogestinico + prostaglandine + antibiotico) ma che sarebbe stato meglio per il cane far decidere al veterinario se scegliere questo approccio (non privo di rischi) piuttosto che la chirurgia (una strada rapida e abbastanza sicura).
Lei non ha seguito né la terapia conservativa che le ho indicato un mese fa, né il consiglio che le ho dato, ossia di far decidere al suo veterinario quale strada fosse meglio percorrere!
Ora le condizioni della cagnolina si sono gravemente deteriorate, a quanto mi dice. Il mio parere è che adesso è tardi per tentare con il metodo conservativo e, anche se è possibile che il cane non sia più nelle condizioni di superare l’intervento, fare un tentativo per salvare la cagnolina è certamente meglio che lasciarla morire così, senza fare nulla.

Molto spiacente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 

 
Gentile dottore, ho un pastore tedesco di 9 anni, gli è stata diagnosticata una prostata ingrossata, ha un versamento addominale di siero emorragico, dopo 10 giorni di terapia, con bentelan, lasix, e tranex, la situazione non è cambiata. Il veterinario, si è deciso a siringarlo, prelevando la prima volta 1/2 litro di questo siero, il cane sembrava stesse meglio, però il giorno dopo il liquido si era riformato, l'ha siringato per la 2 volta prelevando ancora 1/2 litro, ma stavolta ilmio cane non ha avuto nessun recupero. Sono molto affranta, non riesco a capire l'origine di questo versamento, e il veterinario non mi aiuta a capire, la prego mi aiuti lei, mi dica le varie ipotesi. Gli esami di laboratorio vanno bene, il PSA è normale, le transiminasi pure, le marquez tumorali sono negative, ha soltanto l'azotemia un pò alta. Possibile che una prostatite possa causare tutto questo? La prego mi aiuti a capire    una mamma disperata    
Maria Pia

04/05/2007
 

Cara Maria Pia, no, non è possibile. Visto che la biochimica è nella norma direi che si potrebbe trattare di una patologia cardiaca. Se però davvero con visita, esame del versamento ed ematochimica non si riesce a distinguere se il versamento addominale è correlato ad una cardiopatia oppure no, allora è necessario fare un’indagine ecografica sia addominale sia cardiaca. Sicuramente con queste due indagini (ma magari anche solo con l’ecocardiografia) scoprirete la causa del problema.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere  
Salve dottoressa e grazie in anticipo…
Ho (tra i tanti) una gatta di quasi 18 anni. Soriano e sterilizzata. Da un mese le gambe posteriori si sono paralizzate. Le abbiamo fatto Tac, radiografie ed esami vari. Non è emerso nulla. tutti i valori sono in ordine. Nessuna infezione in atto. Non ha dolori, mangia regolarmente e le funzioni corporee sono regolari anche se ovviamente urina e defeca nella cuccia. Si lascia coccolare e lo sguardo è quello di sempre. i suoi colleghi che l'hanno vista dicono che potrebbe essere una paralisi progressiva ed alla fine raggiungerà i centri vitali e morirà (forse bisognerà sopprimerla).
Quindi volevo sapere se è una forma di sclerosi multipla (per ricondurre il tutto ad una malattia umana) o altro e magari curabile. Insomma non ci basta un "potrebbe" vorremmo certezze anche se orribili.
ancora grazie
Francesco I:

05/05/2007
 

Gentile Francesco, se è presente una paralisi ed è veramente stata eseguita una TAC alla colonna lei non può aver ricevuto dai suoi veterinari questa diagnosi così vaga e imprecisa, pur con una prognosi infausta.
O nella sua mail lei ha scritto qualcosa di non vero, oppure ha completamente omesso qualcosa di importante. Poiché con tali premesse non ha alcun senso che io esprima un’opinione, se vuole che le dia un parere sul suo gatto, deve proprio riscrivermi.

Spiacente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Abito sulla costa adriatica centro italia, ho un pastore tedesco di quasi 6 anni. Un mese fa gli sono stati riscontrati delle fistole perianali, guarito totalmente,e successivamente un ingrossamento del
rene, che dopo una cura tramite compresse, è andato via. tramite analisi delle urine ho riscontrato la totale guarigione. Il problema che ho e che ogni volta che vado a trovarlo inizia ad abbaiare girando
su se stesso. e se mi avvicino mi ringhia. a volte ho notato che tenta di mordersi le parti intime, e precisamente i testicoli, per poi rialzarsi e continuare a girare su se stesso. Il veterinario mi dice che il cane a livello medico sta bene ed io non so che fare. Alcuni mi hanno detto che potrebbe dipendere da uno stato ansioso, o che qualcuno gli abbia fatto prendere una paura. Lei cosa pensa di questa situazione?
Perchè si comporta così?
Aspetto un suo consiglio. Grazie

08/05/2007
 

Gentile signora o signore, il tournis (esacerbazione patologica del normale gioco di rincorrersi la coda), le automutilazioni, le minacce e qualche probabile stereotipia sono presumibilmente l’evoluzione di una patologia più remota, magari nata da una lontana fobia, ma poi evoluta ad uno stadio pù grave e complesso (come l’ansia) a causa del mancato riconoscimento del problema nelle sue prime fasi. Cioè: un cane sano dal punto di vista comportamentale non inizia di punto in bianco a presentare questi sintomi. Sicuramente essi sono l’evoluzione di una malattia presente da molto tempo.
L’animale va senza ombra di dubbio portato da un veterinario comportamentalista che identifichi con una visita tutte le componenti del disturbo e proponga al più presto una terapia, prima che peggiori.
Poiché il ringhio significa “stammi lontano, altrimenti potrei morderti”, non adotti comportamenti che possano dar luogo alla realizzazione della minaccia (accarezzare o sgridare il cane).

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentilissima dottoressa Bevere,
la mia solo per riferirLe gli sviluppi del problema del mio golden ICE per i quali Le scrissi il 04/10/06.
Non più tardi di due giorni fa sono andato all'Università Veterinaria di Perugia dove, grazie alla competenza, professionalità e sensibilità con cui i professori Oliviero Olivieri, De Meo e Arcelli hanno affrontato il problema, è stata emessa la seguente diagnosi.
ICE soffre di due accidenti distinti; il primo è dovuto ad attacchi epilettici di lieve forma che sembra siano tipici dei golden e dei labrador, che lo lasciano alcuni minuti a terra disorientato. Il secondo,  risiede in una gravissima forma artritica di entrambi i gomiti che lo porta a claudicare in maniera più o meno evidente a secondo dei giorni.
Per fortuna l'artrosi si è mantenuta finora a livello antalgico, per cui i limiti alla deambulazione sono stati bassissimi. Non voglio pensare a cosa succederà quando comincerà ad avere degli impedimenti importanti. E tutto ciò ad otto anni.
Ho ritenuto opportuno trasmetterLe queste informazioni perchè mi sembrava corretto, visto l'interesse da Lei dimostrato nelle due precedenti missive, tenerla al corrente degli sviluppi della questione.
Detto ciò non mi resta che salutarLa spronandoLa a proseguire nella sua lodevole attività di ausilio e supporto di noi entusiasti, nonostante tutto, "proprietari" di animali d'affezione.
Cordiali saluti.
Sergio S.

09/05/2007
 

Molte grazie!
buongiorno gentile dottoressa,
sono disperata,la mia gatta di 12 anni (sterilizzata),circa meno di 1 mese fa,ha iniziato a stare male,ovvero all'inizio era triste e aveva gli occhi con il pus,e respirava un pò male,mangiava meno,allora la portai dal veterinario,e li diede come cura baytril,e deltacoltrene,durante la cura sembrava stare meglio,il dramma arriva dopo la cura,vedo che la gatta repira male e emette un rumore strano se la muovi,in più nn si sdraia più neanche per dormire,e non mangia(il fatto è veramente strano perchè è sempre stata una mangiona),non ha febbre,allora ieri l'ho portata ancora e li hanno fatto una rx,dalla radiografia è risultato un liquido nei polmoni abbondante che impedisce di respirare la gatta,poi mi ha dato una cura,che inizio oggi,io non so da cosa è dipesa questa malattia,(so che è difficile fare una diagnosi cosi ,ma confido molto in un suo parere siccome la stimo molto)io abito in un paese in provincia di Varese, il mio gatto è sempre stato in casa,c'è la possibilità che guarisca?ho paura di vederlo soffrire ,mi fa stare male... grazie mille per la sua attenzione...un saluto mary

09/05/2007
 

Gentile Mary, in caso di versamento toracico le principali diagnosi differenziali purtroppo sono tutte malattie abbastanza importanti, ma per sapere se esiste una cura è indispensabile la diagnosi.
Per una diagnosi precisa, nonché per migliorare subito le condizioni respiratorie, di solito si procede al drenaggio del liquido pleurico e alla sua analisi. Il drenaggio si fa nel paziente vigile, magari con l’aiuto dell’ecografo. Inoltre con l’esame ecografico si otterrebbero (assieme all’esame del versamento) tutti gli elementi necessari per arrivare alla diagnosi.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere. 
Gent. Dott.
ho una coniglietta nana di razza ariete di due mesi. Sto cercando di introdurre nella sua alimentazione le verdure fresche, un tipo alla volta, come mi è stato consigliato. Controllo sempre che le verdure siano asciutte ed a temperatura ambiente. La prima volta le ho dato della lattuga ed ha avuto la diarrea, così per qualche giorno l'ho alimentata solo con pellets vegetali e fieno. Poi ho ritentato con un po' di finocchio ma ha avuto nuovamente diarrea.
A cosa può essere dovuto? Che rimedi mi suggerisce?
La ringrazio, cordialmente
Linda

09/05/2007
 

Gentile Linda, il problema è comune quando la verdura a foglia viene inserita improvvisamente senza alcuna gradualità in un coniglio non abituato. Deve iniziare a proporla in dosi piccolissime (omeopatiche!), via via crescenti, piano piano e senza fretta. Vedrà che così risolve.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Cara d.ssa Nicoletta Bevere ho due cuccioli di circa 7 settimane e ad uno di loro è stata diagnosticata la sindrome del cucciolo nuotatore.
Può darmi indicazioni sulla malattia?
Potrà questo piccolo guarire ed avere un
futuro normale?
Nel ringraziarla anticipatamente le porgo
i miei distinti saluti
Moreno


09/05/2007
 

Gentile Moreno, la sidrome del cucciolo nuotatore è un disturbo locomotorio che colpisce prevalentemente il Bulldog, ma è descritto anche in altre razze (Basset Hound, Scottish Terrier, Pastore Tedesco e nel Devon Rex). Benchè sia una malattia assai nota tra gli allevatori di Bulldog, vi sono poche segnalazioni nella letteratura medica, probabilmente perché la maggior parte di questi cuccioli viene eliminata dall’allevamento nel momento in cui inizia a manifestare la sintomatologia, cioè tra la seconda e la terza settimana di vita.
Se il suo cucciolo è affetto solo da questa sindrome (e non è associato il pectus excavatum propriamente detto), allora la prognosi è buona. Deve però consentire al cucciolo di muoversi su una pavimentazione soffice (come in un box ricoperto di fieno o palline di carta di giornale), impedire la divaricazione degli arti mediante un bendaggio e un tutore, stimolare la muscolatura con ginnastica passiva e massaggi. Con queste cure intensive, protratte per diverse settimane è stata documentata in due soggetti la completa guarigione.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
 
 
Buongiorno Dr.ssa Bevere,
Le scrivo per esporle il mio problema, ho un boxer maschio di tre anni e mezzo da circa 1 anno a periodo alterni zoppica con la zampa posteriore destra, il veterinario dopo averle fatto le radiografie ha riscontrato un po' di displasia, ma il suo pensiero è più che altro la rottura del legamento crociato. Da un paio di giorni la zampa in oggetto si blocca rimanendo alzata, per esempio quando cammina in salita ad un certo punto si ferma con la zampa alzata e non riesce più a spingerla verso il basso, stessa cosa quando fa la pipì, ovviamente essendo un maschietto con la gamba alzata che puntualmente non riesce più ad abbassare, secondo lei cosa potrebbe essere? Ci potrà essere una cura efficace contro questo problema?
La ringrazio anticipatamente per la risposta.

Cordiali saluti.
Sabrina

10/05/2007
 

Gentile Sabrina, la descrizione della sintomatologia che descrive forse potrebbe essere suggestiva di lussazione rotulea ricorrente, ma in realtà tale descrizione non è molto chiara. Per cui, per rispondere alla sua prima domanda, meglio attenerci alla diagnosi già posta dal suo veterinario.
Se il cane ha una rottura di legamento crociato (visto che questa è la diagnosi che mi rferisce), allora la terapia è sicuramente chirurgica. La buona riuscita dell’intervento dipende in grandissima parte dalla precocità con la quale viene affrontato il problema (ossia dal grado di artrosi preesistente), dalla presenza di patologie concomitanti, come la rottura del menisco mediale, e dal tipo di intervento chirurgico che viene effettuato.
Quindi la risposta alla sua domanda (ci potrà essere una cura efficace?) dipende dalla conoscenza precisa di tutte queste variabili, che dovrebbero essere ben note a chi ha effettuato la visita ortopedica e le radiografie, mentre a me sono del tutto oscure.

Spiacente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentile Dott.ssa Bevere,
Le scrivo dal Friuli Venezia Giulia e mi rivolgo a lei perchè sono preoccupata per la mia gatta femmina di 4 anni, regolarmente vaccinata e in ottima salute che vive sempre in casa con me, non è mai entrata in contatto con gatti randagi.
Volevo farla riprodurre con un maschio, anch'esso regolarmente vaccinato (importato da pochi giorni dagli USA),e visto che accennava qualche miagolio e strusciamento, li ho collocati assieme in una stanza per circa cinque giorni.
Non essendo sicura che fosse completamente in estro, non so dire se c'è stato l'accoppiamento e quindi contatto diretto tra i due gatti.
Un paio di giorni dopo averli divisi il maschio ha iniziato a non mangiare ne' bere, aveva problemi nella defecazione e dormiva quasi tutto il giorno, era già arrivato in Italia molto magro ma ora non mangiava proprio più.
Mi sono recata dal veterinario ed è stata diagnosticata una infezione alle ghiandole paranali e una stomatite da calicivirus (polmoni e cuore a posto, temperatura 39 C°).
La cura a base di iniezioni di Interferone, prescritta al maschio, è stata prescritta anche per la mia gatta, perchè nell'eventualità fosse incinta potrebbe abortire a causa del virus.
Desidero sapere che rischi ci sono che essa possa aver contratto il calicivirus e se il virus rimane nell'ambiente molto a lungo, visto che a metà giugno arriverà in casa un cucciolo di 12 settimane. Che rischi corre il piccolino? C'è qualche cura preventiva da poter eventualmente fare per proteggerlo di più contro il virus in questione?
La ringrazio veramente molto.
Saluti
Caterina

10/05/2007
 

Gentile Caterina, la calicivirosi, sebbene possa raramente decorrere in una forma piuttosto grave, è una malattia dalla quale il gatto guarisce spontaneamente, soprattutto se è un soggetto adulto e vaccinato come il suo. Se la diagnosi è esatta non deve nutrire alcuna preoccupazione, ma poiché si tratta di una diagnosi di sospetto e non di una diagnosi certa, conviene mantenere i due gatti separati (far fare al malato la quarantena che ahimè non è stata applicata dopo l’importazione!). Se le condizioni del gatto malato non migliorano nell’arco di pochi giorni converrà prendere in esame altre possibilità.
Attualmente, a causa dell’incertezza della diagnosi, non sono valutabili i rischi che può correre un gattino di pochi mesi venendo in contatto con il maschio malato.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere.
Gentile dott.ssa Nicoletta Bevere,
 il mio pastore tedesco di 4 anni (peso 30/35 kg)
lunedì 7 maggio (4 giorni fa) ha ingerito parte di una bustina di topicida in pasta (marca "linfa").
Il veterinario ha prescritto 15 compresse da somministrare subito e poi per i giorni seguenti 16 compresse (8 mattina, 8 la sera).
Ho seguito queste indicazioni.
Attualmente il cane non mostra sintomi di alcun genere.
Debbo continuare con questo dosaggio ?
Per quanto tempo ? Perchè, preoccupata, ho consultato anche altri veterinari ed ho ricevuto indicazioni discordanti.
Volevo precisare che il farmaco prescrittomi
contro l'avvelenamento del mio pastore tedesco
è il KONAKION
Grazie
Cordiali saluti
Stella F.
Frosinone

10/05/2007

 

Gentile Stella, nel cane il trattamento dell’avvelenamento da cumarinici di seconda generazione, caratterizzati da una lunga persistenza nei tessuti, è la somministrazione di vitamina K1 alla dose di 5 mg/kg ogni 12 ore per 2 settimane. Durante la prima settimana il cane va tenuto a stretto riposo e dopo 2-3 giorni dalla sospensione del farmaco vanno fatti i test di coagulazione.
Il suo pastore, come vede, sta facendo proprio questo trattamento e se qualcuno le ha detto di sospendere la terapia non l’ha ben consigliata.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Buongiorno scrivo per chiedere informazioni riguardo ad un camaleonte calipstratus di mesi 2. Ultimamente ha manifestato episodi di tremori localizzati soprattutto agli arti e difficoltà nell'afferrare i rami. A cosa potrebbe essere dovuto?
Grazie

10/05/2007
 

Mi dispiace, non mi occupo di camaleonti.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gent.ma Dott.ssa,
ho fatto accoppiare il mio Golden femmina di 3 anni e mezzo con un ottimo esemplare maschio (Campione di bellezza) dello stesso allevamento da cui proviene la mia che è risultato esente da displasia all'anca.
Putroppo però per un'incomprensione con l'allevatore non ho provveduto a fare la radiografia della mia. L'allevatore che è anche veterinario dopo un'analisi del cane e del pedigree (la madre ha una displasia calssificata come C, mentre il nonno da parte di padre era classificato come B) ha autorizzato l'accoppiamento.
Ora, leggendo quà e là a proposito di displasia dell'anca mi sono un pò preoccupato per la salute dei tre (meravigliosi) cuccioli che ha generato il mio Golden in primis, e poi perchè non voglio mettere in difficoltà i futuri proprietari. 
Vorrei radiografare comunque il mio cane, ma temo che il referto visto l'età, visto le condizioni ambientali (la mia abitazione è su due livelli e anche se il cane rimane in casa solo la notte, qualche volta le scale le fa, durante il primo anno non le ha mai fatte) possa essere negativo.
I sintomi clinici comunemente riportati nella letteratura veterinaria non li ho riscontrati e il cane gode di ottima salute e ha un ottimo tono muscolare delle zampe posteriori a giudizio del veterinario di fiducia.
Per cui le domando, sono fondati i miei dubbi, vale la pena sostenere la spesa?
Grazie infinite per disponibilità
Paolo da Verbania

11/05/2007
 

Gentile Paolo, lasci perdere le scale di casa e altre inutili preoccupazioni, in quanto questi fattori ambientali non hanno alcuna correlazione con l’espressione della displasia dell’anca in un cane con una genetica come quella del suo Golden.
Il suo cane ha un’età assolutamente adeguata per valutare la conformazione dell’anca, visto che ha superato l’anno di vita. Durante la stessa seduta anestesiologica sarebbe molto conveniente fare un veloce screening per la displasia dei gomiti.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere. 
Gent.ma Dott.ssa Bevere,
Le scriviamo per il nostro Tommy, un pastore Tedesco di 11 anni e 1/2 (e 40kg di peso). Recentemente abbiamo notato che a volte ha un'andatura "strana", tende a incrociare le zampe posteriori, se fa movimenti veloci o bruschi inciampa. E' stato visitato da un amico veterinario, ha fatto una radiografia ed è stata riscontrata una spondilite anchilosante. Ci ha parlato di un possibile intervento, non facile e sconsigliabile su un cane di questa età (guardando i raggi, si vede che i"ponticelli" tra le vertebre si sono formati ventralmente...).
Per ora ci ha prescritto una puntura di tricortin ogni 2 giorni, e periodicamente dovrà fare cicli di previcox (ne ha finito uno da poco).
A quanto abbiamo capito è destinato a bloccarsi, ma davvero non c'è altro che si possa fare?
Ci rendiamo conto che ha raggiunto BENE una bella età, e che, come ci ha detto anche il vet., sia noi che lui dobbiamo abituarci a questa "senilità", al riposo, al graduale indebolimento di vista, udito e olfatto. Vorrei capire se il riposo deve essere totale o se si possono fare brevi e leggere passeggiate (o sono dannose? o sono consigliabili finchè riesce?).
Non ha saputo e/o voluto stimare in quanto tempo può avvenire questo declino, esistono delle statistiche in merito? Essendo una patologia degenerativa, si può rallentarne il decorso e/o migliorare la qualità della vita di Tommy? E come capire esattamente quando si deve pensare a regalargli "il dolce addio"?
Lui è davvero un cane molto bravo, ha già avuto dei dolori alle zampe e ce ne siamo accorti solo osservandolo (stava solo in piedi o sdraiato completamente, da seduto pativa), non si è mai lamentato di dolore. E' molto vivace, adora camminare (fino a poco tempo fa era un vero escursionista!), viviamo in campagna e ha a sua disposizione un grande giardino con una cuccia riparata all'interno di un casottino dove dorme (salvo in caso di notti fredde in cui preferiamo tenerlo in casa).
Sperando di essere stati abbastanza precisi nella descrizione, confidiamo in un suo parere.
Desideriamo in ogni caso complimentarci per la sua serietà e ringraziarla.
 
Tommy, Enrico e Giulia (Genova)

13/05/2007
 

Gentili Enrico e Giulia, siete stati chiarissimi. Potrei forse essere in accordo con le conclusioni generali del vostro amico veterinario, tuttavia dissento completamente da come è stato posto il problema e dalla qualità delle informazioni che vi sono state date, sulla base delle quali voi dovreste decidere in piena consapevolezza come agire.
Primo. La diagnostica di una patologia neurologica parte da un esame neurologico completo e dalla localizzazione neuroanatomica della lesione: dalla vostra descrizione si può trattare di una lesione sia toraco-lombare sia lombo-sacrale (presumibilmente). Secondo. Per questo genere di localizzazione neuroanatomica, non è possibile fare diagnosi con una radiografia (fanno eccezione naturalmente fratture, tumori ossei e discospondilite), ma sono sempre necessarie indagini più complesse: analisi del liquor, mielografia, TAC, o altro.
Terzo. La diagnosi riferita non risponde esattamente a dei criteri di precisione e accuratezza universalmente ritenuti accettabili e quindi suppongo che il vostro amico non si sia pronunciato sulla prognosi proprio a causa di una scarsa fiducia sulla accuratezza della diagnosi di sospetto.
Quarto. Anche qualora non si voglia percorrere il corretto iter diagnostico (per scelta consapevole, non perché non se ne sa nulla!) vi sono moltissime cose da conoscere per la gestione del cane: fisioterapia, prevenzione delle lesioni cutanee, riduzione del peso, ecc. Si può leggere una rapida rassegna di queste misure nella risposta del 11/06/2006 alla proprietaria di un Pastore tedesco con un problema grave di debolezza agli arti posteriori.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentile D.ssa Nicoletta Bevere,
ho un gatto europeo rosso di 16 anni, tenuto in casa di buona salute, fino a circa un mese fa, quando ho notato,  un gonfiore sul lato sinistro del muso.
In principio il veterinario aveva pensato ad un infezione delle gengive e per una settimana, gli ho somministrato "Synulox".
Il gonfiore non è andato via e mi ha dato da mettergli sulle gengive "Stomodine", ma il gonfiore è rimasto ed ho notato anche una piccola perdita di sangue
dall'attaccatura dei denti alle gengive.
Abbiamo fatto una lastra ed è risultato un "Tumore aggressivo"...
Il veterinario gli ha somministrato 0,3 cc di "Rimadyl"
e mi ha consigliato un chirurgo, il quale mi ha detto che il tumore ha già superato metà della mandibola e non è più operabile...
di non fare niente, solo di aspettare che il mio gatto smetta di mangiare, perchè non ce la fa più e di procedere con la puntura per addormentarlo...
Mi hanno sconsigliato gli antidolorifici
e al massimo mi hanno detto di fargli una puntura di cortisone più in la e che ha un mese e mezzo di vita, più o meno...
Per ora il mio gatto è di buon appetito...
Ma possibile che non si possa fare davvero niente?
La ringrazio per l'attenzione
Cordiali Saluti
Sabrina (Roma)

14/05/2007
 

Cara Sabrina, purtroppo sì, è possibile che il suo gatto non sia un buon candidato per la chirurgia. Ci si potrebbe però orientare verso una gestione migliore della malattia sia con una chemioterapia palliativa, sia con un buon controllo del dolore e dell’infiammazione locale attraverso farmaci antinfiammatori e analgesici.
Ma chi le ha sconsigliato l’analgesia???
Io sconsiglio gli analgesici a quelli che “ci piace soffrire”, ma no ad un povero gatto che ha una patologia dolorosa. A Milano diciamo: rob de matt! Deve contattare un oncologo veterinario.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentile Dottoressa, sono Carola e le scrivo da Arezzo. Ho deciso di dividere la vita con una cucciolina di 3 mesi di norfolk terrier. Finora ho avuto sempre cani maschi. Non ho intenzione di farle avere dei cuccioli in futuro e cercando su internet e confermato dal veterinario vorrei farla
sterilizzare sopratutto per tutelare la sua salute in
futuro. Ho un grosso dilemma cui spero lei possa aiutarmi: meglio la rimozione delle sole ovaie o anche dell'utero. Il mio veterinario propende per ques'ultimo intervento, ma io non sono molto convinta (troppo invasivo?) poi, l'operazione a 5 mesi di età, sarà troppo presto?
ringraziandola per la disponibilità
cordialmente la saluto
Carola

15/05/2007
 

Gentile Carola, gli estremi della questione sono i seguenti.
Riguardo l’età dell’intervento:
1) Ai fini della prevenzione del tumore della mammella la cosa più conveniente è procedere alla sterilizzazione entro il primo calore, oppure (un po’ meno convenientemente) entro il secondo calore.
2) Per quanto concerne il rischio anestesiologico, è opinione comune che sia meno rischioso operare un animale attorno ai 5-6 mesi, piuttosto che ad un’età di 3-4 mesi. L’età di circa 5-6 mesi tende quindi a soddisfare contemporaneamente le esigenze dei punti 1 e 2 (intervento precoce, ma non in un soggetto pediatrico).
Riguardo il tipo di intervento:
1) L’asportazione dell’utero, sterilizzando la cagnolina così precocemente, è ininfluente ai fini di una possibile futura piometra, in quanto questa patologia si sviluppa solo in seguito alla protratta stimolazione ormonale dell’organo, cioè dopo diversi cicli estrali.
2) Riguardo la prevenzione dell’incontinenza urinaria la scelta di eseguire l’asportazione delle sole ovaie, delle ovaie e dell’utero, oppure di ovaie, utero e cervice è probabilmente ininfluente.
3) Circa l’invasività dell’intervento la differenza tra la rimozione delle sole ovaie o anche dell’utero è questione di pochissimi centimetri di ferita chirurgica, quindi è poco influente.
Ad ogni modo, se si fida del suo veterinario, non è proprio il caso di farne un dilemma. Meglio lasciare che il chirurgo faccia il proprio lavoro con una buona autonomia decisionale. Personalmente, se il cane è prepubere, decido liberamente durante l’intervento se lasciare o no in sede l’utero, sulla base della possibilità di eseguire l’ovariectomia con una via d’accesso piccola. Cioè se posso asportare agevolmente le ovaie con una ferita considerevolmente più piccola di quella necessaria per togliere l’utero, allora lo faccio, altrimenti no.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere.

 
Salve dottoressa,
sono sempre Carola da Arezzo, la disturbo ancora per un altro dubbio: la lesmaniosi.
il mio veterinario mi ha consigliato o il collare excalibur o uno spot on specifico di cui ora non ricordo il nome esatto. Lei crede che con un uso regolare di questi prodotti posso stare tranquilla anche se porto la mia Elsa in vacanza con me all'Argentario e in Grecia? oppure mi consiglia
altro?
grazie

15/05/2007
 

Va bene quel collare. Di nuovo saluti.

 

 

Gentile dott.Bevere, il mio gatto omar di anni 12,da circa 8 mesi presenta respiro superficiale rapido non costante questa la diagnosi fatta dal vet.,elettrocardiogramma nella norma,rumore respiratorio prime vie aeree ascultazione torace :no rumori , gatto obeso,7kg.il gatto si lecca continuamente il naso,le lastre al torace rilevano segni compatibili con l’eta’.la lastra ai seni nasali mette in evidenza sinusite e viene curato con baytryl 50 ½ al giorno per aerosol e ¾ per bocca visto che il gatto ha problemi ad urinare in quanto ha problemi di struvite. La cura prosegue 3 settimane ma senza alcun esito.intanto lui mangia croccantini per struvite ma anche qui con scarso risultato:urina poco e io gli do’ 40 cc di aqua al giorno con la siringa poiche’ beve poco.Le invio copia esame emocromocitometrico:PLT112 PCT 135 MPV12.1 PDW0 RBC 9.99 HGB 14.5 HCT 45.7 MCV45 MCH14.4 MCHC31.7 RDW17.1 CMB3700 LIN 1887 MON 37 NEU 1628 EOS 148 BAS 0 LIN 51 MON 1 NEU 44 EOS 4 BAS 0.Le invio anche copia degli esami
elettroforesi
proteine totali 79 rapporto albumina/globulina 1.8 albumina64.70 globuline alpha-1 4.2  globuline alpha-2 8.2 globuline beta 9.7 globuline gamma 13.2  albumina 51 globuline alpha-1 3 globuline alpha-2 6  globuline beta 8 globuline gamma 10 profilo geriatrico ridotto
T4 2.5
reni
urea-n 25.1 cratinina 1.6 sodio 159 potassio 4.2 fosfati 1.1
fegato
bilirubina totale 0.12 alt(gpt)129.9 fosfatasi alcalina 26 ggt 1 ast(got)28.8 gldh 2.5 albumina 44 globulinr 35 quoziente albumina/globulina 1.26
pancreas
glucosio 188 colesterolo 219 fruttosamine 231
muscoli
creatinchinasi 92 ldh 47 calcio 2.80 magnesio 1.07 trigliceridi 129 .Il gatto nell’ottobre 2005 ha avuto alt/gpt 221e l’ecografia epatica rilevava lieve disomogeneita’ strutturale diffusa consigliato ago aspirato che non e’ stato effettuato per irrequietezza animale .Omar e’ un trovatello e sin da cucciolo ha sempre vomitato spesso, da circa 1 anno lo fa notevolmente meno;non ha mai fatto per il vomito alcuna terapia ne e’ stato mai vaccinato per alcunche’.fino l’anno scorso ha mangiato cibi freschi (pollo pesce poca carne vitllo qualche carota zucchina o lenticchie). Al momento oltre il respiro superficiale ha avuto qualche episodio di tosse e per questo sta facendo 1 ciclo di 3 settimane di clenil per aerosol. A tutt’oggi dopo svariate analisi il veterinario non e’ in grado di fargli 1 diagnosi e io lo vedo sempre dormire o riposare.devo rassegnarmi a vederlo morire cosi’? grazie per la cortese attenzione che prestera’ al caso del mio pelosetto

16/05/2007
 

Gentile signore o signora…, da quanto mi scrive si possono dedurre due cose. La prima è che il suo gatto ha una patologia delle prime vie aeree che non risponde all’antibiotico. La seconda è che lei ritiene erroneamente che una scarsa produzione di urina sia espressione di malattia delle basse vie urinarie.

Per quanto riguarda la prima cosa, se sono presenti sintomi riferibili a malattia del naso (starnuti, starnuti inversi, scolo nasale, attenuazione delle colonne d’aria, comparsa di rumori russanti durante il sonno), allora il trattamento antibiotico funziona solo se la patologia è strettamente di natura batterica. Se si tratta di un problema diverso da una semplice infezione, l’antibiotico non ha alcuna ragione di guarire la malattia. In questi casi l’esame che ha la più alta probabilità di raggiungere la diagnosi è la rinoscopia con biopsia della mucosa o della lesione che dovesse essere presente.

Che poi le analisi effettuate sul suo gatto non abbiano portato alla diagnosi non deve affatto sorprenderla, in quanto ci sono molte malattie che vanno proprio cercate con indagini specifiche e che non danno alcun riscontro a livello biochimico o ematologico. Questo evidentemente è il suo caso. Ma perché parla di “rassegnarsi a vederlo morire così”? Dalla sua mail non traspare alcuna informazione sulla presenza nel suo gatto di uno stato di grave malessere, quindi non capisco come interpretare quella frase sconfortata.

Per quanto riguarda il secondo aspetto della mail, deve sapere che è normalissimo per un gatto bere poco e produrre poca urina. Le patologie delle basse vie urinarie non si manifestano con variazioni della quantità di urina prodotta, ma con l’alterazione della minzione, che è il processo per il quale l’urina presente in vescica viene eliminata attraverso l’uretra. Una normale minzione prevede che il gatto entri nella cassetta igienica (2-5 volte al dì), si accovacci, elimini l’urina velocemente e senza vocalizzi, e che esca dalla cassetta avendo o meno ricoperto di sabbia il punto dove è stata depositata l’urina. Variazioni da questo tema (vocalizzi, eccessiva frequenza, scelta di luoghi inappropriati, eccessiva durata) possono essere espressione di malattia delle basse vie urinarie. Una scarsa produzione di urina senza alcuno dei sintomi che le ho descritto è da considerarsi normale.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gent.ma Dott.ssa Bevere, ho un gatto persiano di tre anni che pesa circa 5 kg. Il 10 aprile scorso ha avuto la prima crisi epilettica con scatti violenti agli arti, bava e tremore, durata circa 60 secondi. Il veterinario dopo gli esami del sangue tutti nella norma, sospettando la tenia gli ha fatto una iniezione. Così mi ha tranquillizzata dicendomi che ai gatti può capitare e che nulla di grave se non fosse accaduto di nuovo. Tutto tranquillo poi per un mese fino al 10 maggio quando Oliver ha avuto sei o sette crisi identiche nell'arco di poche ore. La nuova veterinaria che lo sta assistendo è corsa immediatamente e arrivata proprio durante l'ultima crisi, la + forte. Sbatteva da una parte all'altra del muro con contrazioni muscolari e versi umani. Valium 1 mml + un altro calmante omeopatico, si è calmato dopo forse 2 ore ed è poi entrato in uno stato che sembrava comatoso. Immobile fino al mattino quando l'ho portato nel suo ambulatorio.
Dalla lastra è emerso un ammassemento di feci fino allo stomaco, che però non sono fecalomi. Poi è iniziato il calvario con antibiotico, microclismi,
massaggi addominali per aiutarlo a espellere il tutto. In molti momenti era assente, con pupilla dilatata e non rispondeva alle sollecitazioni, fino a sabato quando la temperatura ha iniziato ad abbassarsi fino ai 32°. Ho creduto di perderlo ma i nostri maglioni e la borsa dell'acqua calda l'hanno riportato alla normalità anche se il giorno successivo. Adesso sta continuando le cure, ieri sera è tornato a casa ma non è + lui. Ha comportamenti aggressivi anche con noi di famiglia, non ha il controllo degli sfinteri e ha uno sguardo strano. Può darmi un parere sulla vicenda e
soprattutto secondo lei potrà tornare l'Oliver di prima? La ringrazio e La saluto  Cristina

17/05/2007
 

Gentile Cristina, prolungate crisi epilettiche determinano a carico delle cellule della corteccia cerebrale un considerevole stress che può generare danni neurologici più o meno reversibili, a seconda della gravità dell’insulto subìto dal tessuto nervoso. E’ possibile quindi che l’alterazione dello stato mentale e del comportamento del vostro Oliver sia proprio un esito di quella lunga crisi.
Lo “sguardo strano” notato dai proprietari di solito deriva dall’aumento del diametro pupillare rispetto a quello che il gatto soitamente ha in condizioni di piena luce. Questo potrebbe significare che l’animale ha una diminuzione del visu e non è detto che tale (possibile) attenuazione della capacità visiva non possa essere una concausa del cambiamento di carattere.
Per adesso non potete fare nulla, se non ovviamente intraprendere la terapia antiepilettica onde prevenire nuove crisi. E’ necessario attendere per capire se si tratta di un danno irreversibile o se invece c’è un margine di recupero.
In seguito sarà bene pensare a diagnosticare la causa delle crisi epilettiche.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Buongiorno d.ssa,mi chiamo Alessandra , le scrivo per sapere se il mio gatto potra' vivere ancora per un po' senza sofferenza. Nel mese di febbraio gli e' stato asportata la milza per un tumore, che poi si e' rilevato maligno (emangiosarcoma). A distanza di tre mesi, la scorza settimana , gli e' stato riscontrato un tumore al fegato della stessa natura di quello tolto. Non ha molto appetito , sta facendo cortisone e vitamine, e ha ripreso un pochino a mangiare.I valori del sangue sono alti sopratutto quelli del fegato.Il veterinario mi ha detto che non sta soffrendo, in questo momento, ma no ha molto tempo di vita. Vorrei sapere da lei, se ci sono dei farmaci che possono bloccare il male oppure aiutarlo a vivere ancora un po' senza sofferenza. Il mio gatto ha 14 anni.
Ringraziandola le porgo i miei saluti
Alessandra

18/05/2007
 
Gentile Alessandra, purtroppo non c’è una cura definitiva per trattare le metastasi del suo gatto. Il dolore, se è presente, può essere adeguatamente controllato con diverse classi di farmaci. Nel suo caso però il dolore, qualora ve ne fosse, sarebbe solo una delle componenti in grado di abbassare la qualità di vita del suo animale. Probabilmente nel suo gatto l’insorgere e il persistere, nonostante una terapia di sostegno (fluidoterapia, analgesici, antiemetici, ecc.) di grave abbattimento, depressione e anoressia dovrebbe essere considerato l’evento limite oltre il quale tracciare una (sfumata) linea di confine tra le terapie palliative e di supporto, giustamente effettuate, e il doveroso aiuto che dobbiamo a tutti i nostri amati animali, per lasciarli andare via con dolcezza.

Un caro saluto, dott.ssa Nicoletta Bevere
 

Gentile Dottoressa Bevere,
Le scrivo da Milano, ho un micio, Pierino, di 10 anni.
Da un po’ di tempo il micio ha iniziato a vomitare, dapprima il cibo e poi muco e saliva fino ad arrivare da Pasqua dove insieme a questo “muco” sono comparse delle tracce di sangue e da lì è iniziata una terapia a base di ranidil e plasil che ha dato i suoi effetti e poi è iniziato il delirio dei prelievi di sangue dal quale, due settimane fa circa, si evidenziava un aumento spropositato dei globuli bianchi, la quasi assenza di quelli rossi e da qui la diagnosi di una anemia non rigenerativa. Preciso che da pasqua Piero ha smesso quasi totalmente di  mangiare lui che era un gattone di 8 kg. Gli abbiamo fatto anche un’endoscopia dal quale si evidenziava la presenza di un polipo alla bacca dello stomaco che avrebbe spiegato la nausea e l’inappetenza e gli è stato fatto cmq un prelievo del polipo da sottoporre a biopsia anche se l’endoscopista ha escluso che possa trattarsi di un tumore. Da qui è partita la terapia con eprex 3 volte alla settimana, cefazolina (mi sembra di ricordare il nome, cmq antibiotico) 2 volte al giorno, cortisone 1 puntura al giorno e stargate 1 volta alla settimana.  Questo da giovedì scorso (10/05). Il micio sembrava essersi ripreso poi martedì sera tornando dal lavoro ho trovato ancora una chiazza di muco e così pure mercoledì; anzi mercoledì sera gli ho fatto una puntura di plasil perché il micio “smascellava” in continuazione e continuava a tirare fuori la lingua (segno di nausea credo). E oggi la veterinaria mi comunica che ha il risultato della biopsia e che il micio ha un linfoma. Cosa posso fare? C’e’ qualche possibilità di farlo vivere bene ancora per un po’?
Grata della Sua risposta la saluto cordialmente.
Annapaola

18/05/2007
 

Gentile Annapaola, si potrebbe pensare ad una chemioterapia. Vi sono diverse possibilità. Ad esempio la doxorubicina, o più recentemente il protocollo UW-M (University of Wisconsin-Madison chemotherapy protocol) sono risultati in grado di aumentare considerevolmente il tempo di sopravvivenza del gatto colpito da linfoma.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentil.ma dott.ssa Bevere,grazie per le delucidazioni che ci offre con professionalita’ , competenza, e pazienza!Mi presento sono Daniela e le scrivo da Messina ; la nostra realtà  in medicina veterinaria lascia un po’ a desiderare e non mi dilungo oltre .Le ho inviato ieri un mail per gatto OMAR e volevo aggiungere che lui vomita molto meno da quando non mangia piu’ cibi freschi ,forse perche’ ingoiava il tutto con voracita’  !! il cibo secco e l’umido non sono di suo gradimento quindi mangia lentamente e vomita circa ogni 20 gg mai ho riscontrato pelo in cio’ che rigurgita. Da circa 1 anno assume pasta remover 2 volte ’ la settimana , il veterinario mi ha detto che posso dargliela pure tutti i giorni .Il gatto non ha mai fatto la gastroscopia perche’ ritenuta inutile e mi e’ stato prescritto del ranidil sciroppo 2cc con siringa insulina ma lui ha sempre rifiutato la terapia sbavando eccessivamente.Da recente noto ,quando lo spazzolo,che ha della forfora e si infastidisce quando passo la spazzola all’attaccatura della coda e lateralmente a questa .La mia domanda e’ :sara’ allergico ai croccantini? Per altro non ha nessun segno evidente.La ringrazio ancora per la cortese attenzione Daniela e Omar pelosetto

18/05/2007
 

Gentile Daniela, un episodio di vomito ogni tre settimane come unico sintomo non è indicativo di alcuno stato patologico ma potrebbe essere dovuto al modo in cui lei alimenta il suo gatto. La forfora nella zona centrale del dorso e all’attaccatura della coda in un animale obeso (così lei disse nella sua prima mail) è molto comune e deriva da una scarsa toeletta di quella regione. Se è presente molto prurito vanno però prese in considerazione le varie cause di malattie dermatologiche associate a questo sintomo.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentile Dottoressa,
ho trovato da 1 settimana un micino senza la mamma, lo ha abbandonato perchè è andata di nuovo in calore e quindi non lo riconosce più, i primi giorni gli ho somministrato del latte "Zimil" in quanto non potevo comprare quello in polvere, il gattino piangeva di continuo anche se mangiava, 3 giorni fa gli ho comprato quello in polvere specifico per cuccioli, ne prende poco e spesso, non miagola più, mangia e dorme.
Non so quanto ha questo gattino, ha gli occhietti aperti, poco pelo sulle zampette e il manto sta diventando a pelo lungo, approssimativamente credo abbia 15/20 giorni.
Il gattino sta bene se mangia e dorme? Come posso stimolare i suoi bisognini?
La ringrazio anticipatamente
Silvia (Civitanova Marche)

19/05/2007
 

Gentile Silvia, un gattino sano di tre settimane normalmente non “mangia e dorme”, ma mangia, gioca e dorme. La stimolazione della minzione e della defecazione deve essere effettuata dopo il pasto con una garzina umida, sfregando in modo relavativamente energico la regione anale. Il movimento, grossomodo, è paragonabile a quello che si fa quando si usa una gomma per cancellare. Un gattino di quell’età deve iniziare a poter accedere all’alimento solido. Si deve usare un mangime specifico per gattini, umido o secco. E’ importante non somministrare al gatto omogeneizzati di carne per neonati o altri alimenti destinati al consumo umano.
Potrebbero essere presenti parassiti esterni (pulci e acari) e interni (vermi piatti e tondi) e coccidi. Queste malattie in un anmale molto piccolo possono sostenere uno stato di abbattimento e la scarsa propensione al gioco, quindi vanno diagnosticate e curate al più presto. Ci vuole pertanto una visita dal veterinario.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere. 
Gentile d.ssa,
il gatto di mia figlia questa mattina è caduto da un'altezza di circa 10 metri procurandosi la frattura delle due zampette anteriori,la diagnosi include inoltre il sospetto di un'ernia diaframmatica, gli è stata fatta una lastra ma la lesione potrebbe essere talmente piccola che non è facile vederla.La veterinaria ci ha informato che l'operazione, che sarebbe nel caso necessaria, è ad alto rischio ( ha parlato di un 5% di riuscita) .
Non vorremmo perderlo ,è il compagno di giochi di mia figlia che ha 12 anni , se ne è sempre occupata e a cui il gattino (1 anno ) è affezionatissimo. Ho letto tutto ciò che ho trovato sull'argomento e le previsioni della veterinaria mi sono sembrate pessimistiche , le chiederei quindi un parere in proposito. Attualmente il gatto ,che vive a Sassari, è trattato con degli antidolorifici ed è sotto terapia antibiotica in attesa di essere operato lunedì per la riduzione delle fratture alle zampe e una nuova lastra che ,si spera ,mostri se si tratta veramente di un'ernia diaframmatica. Attendo una sua  risposta che ci aiuti a decidere cosa sia meglio fare per il nostro Tato.
Grazie per la cortesia
Annamaria D.

19/05/2007
 

Gentile Annamaria, un’ernia diaframmatica recente (non superiore alle due settimane!) ha ottime probabilità di essere chiusa definitivamente. L’intervento chirurgico è generalmente semplice e i rischi anestesiologici, se la funzionalità respiratoria è buona, sono bassi. Le cose cambiano completamente quando l’ernia diaframmatica è antica.
Comunque, tornando al suo giovane gatto che forse ha una piccola ernia diaframmatica presente da pochi giorni, ha ragione nel ritenere quel 5% di successo un dato ingiustamente pessimistico.
E’ possibile che il chirurgo che vedrà l’animale per le osteosintesi, avendo magari maggiore esperienza chirurgica della collega, vi rassicuri su questo tipo di intervento e sul fatto che, oltre ad essere semplice, è anche necessario.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentilissima Dott.ssa Bevere,
la disturbo perchè sono disperata.
Il mio yorkshire ha 13 anni. Fino ad una settimana fa si dimostrava vivace e vispo.
All'improvviso ha iniziato ad andare in diarrea, a dare di stomaco circa un'ora dopo aver mangiato, a stare ore ed ore sdraiato senza muoversi.
l'ho portato in un ambulatorio veterinario, gli sono state fatte le analisi e mi è stato detto che soffre di una insufficienza renale e che la sua azotemia è talmente elevata che "la macchina non la legge".
a seguito di ciò il dottore ha deciso di tenerlo 5 giorni sotto flebo circa 6 ore al giorno e di ripetere poi gli esami del sangue.
il cagnolino tornava a casa ancora più provato, beveva moltissimo e tentava anche di mangiare, ma rimetteva tutto poco dopo.
Ora lo vedo che si getta in un angolo, volta il capo verso il muro, cerca di non prestarsi troppo alle nostre carezze.
A tratti sembra risponderci, si avvicina zoppicando sulle zampe posteriori, solleva il capo e si fa accarezzare, mentre a momenti sembra quasi assente, intontito e stanco.
il veterinario è stato vago ed impreciso, ogni volta che mi reco presso l'ambulatorio trovo sempre un medico diverso, non mi hanno rilasciato copia delle analisi, non so cosa ci sia nella flebo, so solo che oggi mi è stato suggerito di farlo sopprimere.
mi è stato detto che se lo avessi "preso in tempo" forse avrei avuto qualche speranza ma che ormai i valori sono troppo alti.
se penso che fino ad una settimana fa sembrava un cucciolo da quanto era vitale mi sento morire.
Non so cosa fare, se provare a portarlo da un altro medico o rassegnarmi.
I miei genitori sono decisi per portarlo lunedì a farlo sopprimere. Io vorrei potermi illudere che portandolo da un'altra parte potrei trovare un dottore più accorto che curerebbe il mio cagnolino.
La ringrazio davvero di cuore per il suggerimento che vorrà darmi.
Federica M.

19/05/2007
 
 
Vi ringrazio molto per ver preso in considerazione la mia domanda. Ma Yuri è stato fatto sopprimere questa mattina dopo aver avuto vomito e feci con sangue. I miei genitori non hanno potuto vederlo ancora soffrire.
Grazie ancora di cuore.
Federica M.

20/05/2007
 

Cara Federica, ho letto la prima e la seconda mail assieme. Mi dispiace molto per il suo Yuri. Una forma di insufficienza renale così grave può aver causato ulcere gastriche, sanguinamento e certo una grave sofferenza per il suo cagnolino.
I suoi genitori hanno agito emotivamente e in fretta, perché tutto è successo molto più velocemente di quanto in genere accade, ma questa decisione è stata condivisa e anzi proposta dai veterinari che si sono occupati del cane. Anche lei ora deve poter trovare un po’ di serenità e avere la massima fiducia nel fatto che purtroppo non c’era possibilità di cura, anche se solo poco tempo prima Yuri sembrava stare bene. A volte le malattie si comportano così, vanno da zero a cento in una manciata di giorni e non lasciano il tempo di abituarsi all’idea che il nostro amico, che ieri stava benissimo, d’improvviso non può più starci vicino. E poi, senza capirci niente, rimane appena il tempo di aiutarlo ad andarsene in pace.

Un abbraccio forte. Dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentile dottoressa
la volevo aggiornare sulla situazione del gatto fiv+
della mia colonia, ad oggi la situazione è questa:
ad un mese dalla siringata cortisonica (fatta dalla clinica), e a distanza di tre sett dalla somministrazione del convenia (antibiotico a rilascio lento) e dopo oltre due mesi di korrector recupero integratore
-non sta ingrassando , è sempre magrissimo!
-ha meno muco (il naso e gli occhi vanno meglio)
-ma il pelo è bruttissimo, adesso si sta pelando nelle orecchie e nel collo!!!!
Il gatto è in generale più reattivo e si muove in maniera più agile (mi sembra abbia meno dolore all'anca) riesce a mangiare circa 2 vaschette al dì(anche i crocchini) non sono riuscita a guardargli le gengive e la gola!!! 
Sono molto preoccupata x il peggioramento del pelo e per quelle pelatone che si stanno formando dopo la somministrazione del convenia  se facessi un tentativo con pipette antipulci?
lui però è debilitato e nelle istruzioni c'è scritto di non dare il prodotto a gatti non in forma----
Per favore mi potrebbe dare un suggerimento su come procedere per alleviargli il dolore e dargli più tono? eventualmete il nome di un integratore alternativo al korrector recupero che all'inizio lo aveva aiutato, ma probabilmente ora non è più sufficiente..--- 
Grazie per il suo aiuto!
Federica

21/05/2007
 

Gentile Federica, mi sembra che in una vecchia mail mi avesse parlato di micosi. Va bene il trattamento della pulicosi con un antiparassitario, va bene il trattamento della rinite con l’antibiotico che ha già somministrato. Però, se si tratta di micosi, è necessaria la terapia specifica. Questa, in un gatto debilitato e FIV positivo dovrebbe essere costituita dall’itraconazolo, come ebbi già modo di dirle in qualche altra occasione.
Per la prescrizione di questo farmaco ed eventualmente per quella di un antinfiammatorio deve far riferimento al suo veterinario.
Di integratori alimentari ve ne è un’infinità, ma è escluso che io, indicandogliene uno qualsiasi, possa aiutarla seriamente a far ricrescere il pelo a questo gatto che non ho nemmeno mai visto, e meno che mai potrei aiutarla a ripristinare le sue masse muscolari. In pratica se per farla contenta le consigliassi un integratore, agirei in modo così arbitrario e così poco scientifico che, più che un veterinario, sarei uno stregone! Non fa per me!

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Salve dottoressa,
sotto casa mia ci sono tre gattini nati da circa tre
mesi.
Oggi tornando da un viaggio li ho rivisti, ma due di loro hanno scolo nasale,congestione oculare..isomma sembrano raffreddati...a
questo punto mi sono chiesta è calici o herpes...anche se,se non sbaglio la differenza è minima...sono più propensa a credere che sia calici perchè la cucciolata precedente nn ha sofferto di questi problemi (anche se ci sono talmente tanti gatti qui che si possono essere infettati successivamente alla nascita)e inoltre su tre gattini solo due manifestano questi sintomi.
Il mio problema però è:
oltre a lavare il musino e gli occhi con ac. borico(va bene?) cosa posso dargli?
Appena posso le mando le foto dei due micini malati.
Grazie

C. Federica

22/05/2007
 
Gentile Federica, calicivirus ed herpesvirus non sono affatto la stessa cosa, ma in effetti dal punto di vista clinico quello che interessa è la malattia delle vie aeree superiori e degli occhi, così come si presenta, con o senza le ulcere orali, con o senza la cheratite e così via. La diagnosi del tipo esatto di infezione non ha alcun interesse pratico e non la si fa. In base alla sola sintomatologia questi gattini vanno trattati con antibiotici, colliri, antiparassitari ed eventualmente antinfiammatori. La cosa più buona che può fare per questi animali quindi è portarli da un veterinario che stabilisca esattamente di cosa hanno bisogno, sulla base appunto dei sintomi esatti. In questo modo se ne potrà occupare meglio.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

Gentilissima Dottoressa,
da qualche settimana la mia gattina di 10 mesi è entrata in calore e avrei pensato di farla sterilizzare.
Ho qualche dubbio, tuttavia, sulla tempistica in considerazione di quanto segue:
1) a metà aprile, su consiglio della veterinaria e in aggiunta al primo vaccino e al richiamo ordinario fatti tra settembre ed ottobre 2006, alla micia è stato fatto un richiamo "supplementare" del vaccino contro la panleucopenia felina, con l'intenzione, peraltro, di vaccinarla nuovamente a settembre per poi mantenere quella scadenza annuale... tutto ciò in quanto la gattina aveva convissuto per alcuni mesi con altra gattina malata e poi morta di questa malattia (nonostante il vaccino.. ma questo sarebbe un altro problema!);
2) da maggio a novembre, vivendo nella pianura padana, la gattina sta facendo la profilassi contro la filaria.
Ritiene sia meglio rinviare o quanto Le ho descritto è del tutto irrilevante rispetto all'intervento?
Mi permetto, infine, un'ultima domanda.. esistono dei test per scongiurare il rischio che la gattina sia allergica all'anestetico?
Purtroppo in passato ho perso un cucciolo in questa circostanza e l'operazione in questione mi rende particolarmente apprensiva.. 
La ringrazio anticipatamente e saluto Lei e tutto lo staff con molta simpatia.
Martina       (Emilia Romagna)

22/05/2007

 

Gentile Martina, non è affatto necessario rinviare l’intervento. Per quanto riguarda i test di cui parla non solo sono impossibili, ma sono anche inutili. I decessi in sala operatoria infatti non sono mai (facciamo quasi mai, visto che la medicina non è una scienza esatta) provocati da eventi allergici. Questi eventi, quando si verificano in animali apparentemente sani sottoposti ad interventi di routine, nella maggior parte dei casi, sono imputabili all’errore umano (errore anestesiologico o chirurgico: mica è sempre colpa dell’anestesia, sa?) oppure ad una malattia preesistente (nota o non nota all’anestesista o al chirurgo) che provoca di per sé un aumentato rischio di incidente anestesiologico o chirurgico.
Infatti l’esercizio, sia da parte dell’anestesista sia da parte del chirurgo, delle buone pratiche mediche e l’applicazione di buoni protocolli diagnostici (screenin preoperatori), anestesiologici (anestesia gassosa, intubazione del paziente, presenza di un accesso venoso, presenta di monitoraggio cardiorespiratorio, ecc) e chirurgici (sterilità, buona tecnica chirurgica, presenza dell’assistente, ecc.) minimizzano il rischio degli incidenti anestesiologici, chirurgici e postoperatori!
L’adozione di un buon metodo comporta l’aumento dei costi complessivi per via di farmaci, attrezzature e personale utilizzato (quindi la ricerca, che qualcuno fa per telefono, del prezzo più basso non è proprio il miglior sistema del mondo, per assicurarsi i più ampi margini di sicurezza anestesiologica e chirurgica).
Spero di averle aperto uno spiraglio su come minimizzare i rischi per la sua gattina!
Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentile Dottoressa  ho un grosso problema:
possiedo una femmina di amstaff di 6 anni ed è già la seconda volta che viene operata per aver ingoiato un sasso (la prima volta aveva quasi 5 anni).
Oramai ogni volta che vomita penso ad un sasso e sono in perenne angoscia. Potrebbe essere qualche deficit di qualche minerale od altro?Il mio veterinario dice che è solo un vizio ed io non so cosa fare. Ho pensato a qualche problema organico perchè ha i denti molto fragili, all'età di due anni le è stata curata una carie ad un incisivo ed i denti sono molto
consumati anche se ha smesso di rosicchiare le cose all'età di circa un anno. Aggiungo che il cane non è MAI stata abituata a giocare coi  sassi e che non ho
mai visto nessuno che le tirava i sassi ( ha sempre giocato con palline o con le treccie di filo), ho scritto questo perchè chiedendo ai veterinari mi sento rispondere che non bisogna farli giocare con i sassi (dando la colpa a me). Il cane non rimane mai solo per lunghi  periodi e solo raramente l'ho vista prendere un sasso (nel corso di 6 anni 3 o 4 volte) o rosicchiare altri oggetti che potrebbero consumarle i denti.
Anche le condizioni a contorno sono cambiate la prima volta che ha ingoiato il sasso non avevo altri cani e non aveva simili con cui giocare, la seconda volta (15gg fa) da un anno ha la compagnia di un
amstaff maschio ed è stata sterilizzata. 
L'indagine su una carenza di qualche minerale è possibile? Almeno per escludere l'unica cosa sulla quale si può intervenire. Forse non esistono esami o tecniche diagnostiche a riguardo visto che i veterinari che ho interpellato liquidano l'argomento con: "non bisogna farli giocare con i sassi" ,"è un vizio ed è troppo tardi per toglierlo", "anche dopo diversi interventi non imparerà".  
Spero che possa aiutarmi e ringrazio anticipatamente
Luisa da Pavia

22/05/2007
 
Gentile Luisa, se non vuole usare la museruola (che ovviamente assicura il 100% di fallimento su tutti i tentativi di ingoiare sassi che il suo vivace cagnolone farà in futuro), può provare ad applicare delle tecniche di condizionamento che possono far perdere la voglia al cane di ingoiare sassi. Per capirci, un sistema abbastanza noto, che qualche veterinario ancora consiglia (io no) è quello di far trovare al cane dei sassi bollenti (decisamente poco pratico) o piccanti, di modo che il cane associ al sasso una sensazione sgradevole. Questo tipo di intervento è poco incisivo, a meno che non venga riproposto molto spesso, e comunque non è di assoluta efficacia, in quanto generalmente le condizioni in cui si esegue il metodo sono tali da far sì che il cane possa creare varie e indesiderabili associazioni (ad esempio: “il sasso è piccante, ma solo quello che trovo vicino il mio proprietario”). Comunque una seduta con un veterinario comportamentalista (o magari anche solo con un bravo educatore cinofilo) la può aiutare moltissimo per trovare una soluzione. Per quanto riguarda le carenze minerali, le dimentichi. Ingoiare sassi, per un cane giovane e vivace, è solo un gran bel gioco.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

Gentilissima dottoressa,
il mio pastore tedesco di 2 anni e mezzo purtroppo è affetto da fistole perianali dovute alla rottura delle sacche anali con conseguente notevolissime difficoltà di defecare.
Il mio vet lo sta curando da ormai un mese e mezzo con cicli di Bentelan unito ad antibiotico Cefamezin con risultati insoddisfacenti perchè dopo due o tre giorni dal termine del ciclo di cura i problemi di defecazione ritornano. Oggi sono dovuto andare dal Vet per un microclisma perchè il cane non riusciva più a defecare. Il mio Vet sembra molto tranquillo e mi rassicura ma io ho letto cose tremende sulle fistole perianali. Si parla anche di eutanasia.
Ho sentito e letto della ciclosporina che è un farmaco che fa miracoli per le fistole. Che cosa ne pensa?
Mi faccia sapere al più presto per favore. Se potesse rispondermi direttamente al mio email le sarei davvero grato.
Cordialmente
Alessandro M.

22/05/2007

 

Gentile Alessandro, le fistole perianali del Pastore Tedesco non sono dovute alla rottura dei sacchi paranali (esito questo di una sacculite, malattia batterica che può sporadicamente colpire qualsiasi cane), ma sono invece una patologia specifica di questa razza, correlata probabilmente ad alcune particolari alterazioni del funzionamento del sistema immunitario del Pastore Tedesco. Che la terapia effettuata non abbia portato a buoni risutati è più che normale, per la malattia che riferisce.
Riguardo l’uso della ciclosporina, avendo già trattato l’argomento più volte, la rimanderei alla posta con Giuseppe del 30/10/2006 e se vuole anche con Patrizia (8/1/06) ed Ezio (11/10/06).
Da alcuni anni inoltre le fistole perianali vengono trattate con il tracrolimus (Protopic). Questo trattamento, essendo topico, andrebbe riservato però alle lesioni meno profonde: quindi (in relazione al caso clinico specifico) generalmente si può fare solo dopo la terapia orale con ciclosporina.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
 
Grazie dottoressa, la ringrazio comunque per le sue costanti attenzioni.
In effetti le avevo chiesto informazioni per un altra gatta della colonia che presentava queste strane pelate-forse anche lei fiv+ (?) con la femmina sospesi l'antimicotico griseofulvina immediatamente e ho tentato con pipette spot on (sospettavo anche dermatite da pulci) + integratori pelo cute ed in effetti sta migliorando, nel dubbio sospesi il trattamento per i funghi..
Il problema della visita veterinaria è la distanza e l'incapacità delle persone che ivi lavorano.Interessati soltanto ai cani da caccia ed al business che ne consegue..
La colonia si trova nelle montagne parmensi ,a circa 70 km dal centro abitato, dove è sita una clinica.
I miei "ragazzi" si fanno prendere con difficoltà e non vorrei stressarli con frequenti viaggi lunghi.
Questo maschio di cui le ho scritto nell'ultimo post l'ho portato 1 mese fa in questa lontanissima clinica
E' stato trattato con superficialità e poco interesse:
lo hanno lasciato per ore nella sua urina e non hanno nemmeno controllato la situazione dei denti..
Gli hanno fatto il test e gli esami solo perchè mi sono imposta con durezza!!
E' stato diagnosticato fiv+
Negli esami del sangue hanno riscontrato
globuli rossi 6.80
globuli bianchi 22.0
ematocrito 25.8
Gli hanno iniettato un cortisonico (con durata 2/3 settimane) e prescritto un antibiotico Synolux per problemi di muco nel naso-
Soffre di gengivite (ovviamente),camminava malissimo pelo brutto , gran dimagrimento-
Il mio veterinario di fiducia (purtroppo anche lui non raggiungibile!)mi consigliò al posto di Synolux il Convenia (per comodità)e così gliel'ho somministrato circa 3 settimane fa......... e adesso queste pelate........non ci voleva proprio!
Lei ha ragione non può certo darmi delle terapie virtuali (magari!), ma la difficoltà di essere soli, isolati e di non sapere come affrontare questa "disgrazia" dell'immunodeficienza felina, che sta facendo soffrire così tanto i miei gatti...,mi ha spinto a scriverle chiedendole consigli che ovviamente risultano troppo teorici..
Dottoressa la ringrazio di cuore per l'aiuto che ci offre quotidianamente,
federica

23/05/2007
 

Cara Federica, mi dispiace per le sue difficoltà, ma purtroppo l’unica cosa che le posso dire, ripetendomi, è che se l’alopecia è dovuta ad una micosi, il modo migliore di trattarla è somministrare l’itraconazolo, per il quale è necessaria la prescrizione medica.
Occupandosi di diversi gatti in una colonia sperduta tra i monti però dovrebbe rassegnarsi al fatto che, in un tale contesto, non si possono trattare tutte le malattie come si farebbe con il gatto di casa. Non si può fare. Nelle colonie è cosa più che normale e comprensibile dover limitare le proprie cure all’approvvigionamento di cibo e alla sterilizzazione (almeno delle femmine). E allora, uno dei tanti inevitabili limiti delle colonie feline è anche quello, ad esempio, che la dermatofitosi risulti una malattia praticamente incurabile.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere. 
Gent.ma D.ssa Bevere,
ho regalato a mio zio un labrador maschio, nato 25/09/2005, è sempre stato molto vivace sin da cucciolo, ma da qualche mese presenta una zoppia ad una zampa posteriore, solitamente dopo aver giocato e corso tutto il pomeriggio con la mia labrador, poi ha iniziato a presentarla anche senza trascorrere questi pomeriggi movimentati. Il veterinario gli ha dato una cura di anti-infiammatori per un mese, ma non si sono visti miglioramenti, l'altro giorno gli sono state fatte le radiografie sotto anestesia generale, e gli è stato riscontrato un deterioramento del legamento crociato ed è stato consigliato l'intervento (dopo però aver fatto una TAC per accertarsi che non ci sia artrosi). La mia domanda (e quella di mio zio) è questa: quante possibilità ci sono che il nostro Yago ritorni a correre tranquillamente? Questo tipo d'intervento ha una buona riuscita? La nostra paura è di non vederlo + camminare bene!! Avremmo bisogno di un consiglio!
In attesa di una Sua cortese risposta, La ringrazio anticipatamente e porgo distinti saluti.
Diana (Sorrento-NA)

24/05/2007
 

Gentile Diana, mi raccontate una storia un po’ strana. Vi spiego: la sintomatologia del cane è compatibile con una rottura del legamento crociato anteriore inveterata (e conseguentemente associata ad artrosi). Di solito questa diagnosi di sospetto può essere formulata subito raccogliendo i dati provenienti da storia clinica e visita ortopedica. Poi, in base a questi primi riscontri e alla diagnosi di sospetto di cui sopra si fa una radiografia, che ha lo scopo di evidenziare il grado di artrosi e di escludere la presenza di segni compatibili con altre malattie (tumori). Non si vede nessun legamento rotto, con una radiografia.
Poi in genere si valutano assieme al proprietario i vari tipi di approfondimenti diagnostici (artroscopia) e le possibili terapie: medica o chirurgica (artroscopica o tradizionale).
Quindi, come vedete nel vostro racconto ci sno molte cose strane che andrebbero approfondite meglio (scopo della TAC, posto che non si fa per verificare se c’è o no artrosi. Cosa è stato visto dalle radiografie, posto che non è stato visto nessunissimo legamento.)
Per quanto riguarda l’ultima domanda, purtroppo se il cane come mi dite zoppica da molti mesi è difficile che un intervento chirurgico consenta il ritorno ad un’andatura normale, in quanto quasi sicuramente il tipo di zoppia di cui parlate è associato ad artrosi.
Poiché ho avuto modo di trattare già questo particolare argomento, vi rimanderei alla risposta che ho dato ad Erminio il 4-7-06 a pagina 11. Se siete molto interessati potreste poi anche leggere quella per Ornella del 18/3/06 e Alessandro del 4/9/06

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
 
 
Buon giorno gentile dottoressa.
Ho un problema col mio Yorkshire di dieci anni. Si tratta di un problema  cutaneo: ha come dei brufolini
purolenti che (forse anche a seguito delle grattatine con fuoriuscita di sangue) si trasformano in orribili croste. Il poverino è tormentato dal prurito e da noi che cerchiamo di evitare che si gratti. Come antiparassitario utilizzo l'Advantix e come prevenzione contro la filaria il cardotek. E' un problema non soltanto estivo che lo tormenta da almeno 2 anni: questi brufoli compaiono e poi vanno via per ricomparire in altre zone della cute. Abbiamo già provato qualche terapia (ultimamente mi è stata consigliata una pomata cortisonica) ma con scarsi risultati.
La città nella quale abitiamo è Augusta, nella zona del siracusano non troppo felice in quanto ad inquinamento. Esiste in commercio un qualche tipo di disinfettante cutaneo con cui potrei lavarlo per alleviare la sua sofferenza?
La ringrazio per l'attenzione.
Distinti saluti.

26/05/2007
 
Gentile Signore o Signora…, con una dermatite papulo-crostosa in teoria (e in generale) bisogna vagliare la possibilità di una dalle seguenti malattie: dermatite allergica al morso di pulce, demodicosi generalizzata, piodermite superficiale, dermatofitosi (visto che è uno Yorkshire), intolleranza alimentare, atopia. Inoltre, vista l’età del cane bisognerebbe prendere in considerazioni anche alcune malattie del metabolismo. Sicuramente il suo cane può avvantaggiarsi di una terapia antibiotica (più che cortisonica!!!!) e di una shampooterapia a base di clorexidina, ma l’ideale è fare diagnosi. Ci vuole proprio un veterinario dal vero.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

gent.ma dottoressa Bevere
il mio Momo è un meticcio di boxer di 8 anni, a novembre ha iniziato a soffrire di una zoppia all'arto anteriore sinistro con dolore , il veterinario lo visitò ed optò per un piccolo trauma, antinfiammatorio per 5 gg. e riposo.
Momo stette meglio (bene) ma dopo un mese circa di nuovo zoppia, gli somministrai lo stesso farmaco che non sortì alcun effetto, anzi adesso si lamentava parecchio assumendo posture strane (seduto con il collo alto).  lo porto dal veterinario che lo visita, resta perplesso, rileva una perdita notevole della fascia muscolare toracica brachiale sinistra e mi consiglia deltacortene per 5 gg. e riposo assoluto. Il cortisone fa il suo effetto ma ogni volta che lo sospendevo di nuovo, zoppia, posture strane, difficoltà e dolore (forte) ad accucciarsi.
Visita, radiografie, nessuna frattura; consulto con collega, proposta di mielografia per sospetta derivazione neurologica (ernia cervicale ? tumore ?) dei suddetti sintomi.
Nel frattempo ha un miglioramento con il previcox ed il veterinario decide di sospendere la programmata mielografia a causa della invasività dell'esame e mi consiglia di SBATTERMI in qualche modo per fargli fare una tac (nella nostra città non esiste una struttura per animali). mi dice anche che nel caso avesse un'ernia si potrebbe operare solo a Roma con tutti problemi di natura logistica e sanitari derivanti (post operatorio, riabilitazione, eventuali problemi a cane dimesso e tornato a casa).
Nel frattempo un mio amico ortopedico gli pratica iniezioni di ossigeno ozono sulla muscolatura paravertebrale che sembrano avere qualche effetto ma go il grosso sospetto che questo derivi dal previcox.
Adesso ha cominciato a camminare anche male, fa piccoli passi con le zampe anteriori ed ha difficoltà a scendere i gradini (non a salirli).
Sono molto preoccupato, cosi mi consiglia ?
La ringrazio anticipatamente per la risposta che vorrà darmi.
Ernesto A. Palermo
 
26/05/2007

 

Gentile Ernesto, purtroppo per la sede della zoppia (anteriore), l’andamento (cronico-ingravescente), la sintomatologia (dolore + grave atrofia muscolare lateralizzata), nonché per la razza e l’età di Momo, è più probabile che non si tratti di un’ernia, ma purtroppo della malattia che colpisce con più frequenza il plesso brachiale, che è il NST (tumore delle guaine). Si tratta di una neoplasia che si trova meglio con la TAC o con la RM, che con la mielografia, e quindi il collega preferisce che lei vada in un centro universitario dove possono fare direttamente una TAC o una mielo-TAC ed eventualmente anche un’elettromiografia. Ha il giusto timore di avere un risultato negativo dalla mielografia.
E’ possibile che la mielografia risulti negativa, ma comunque le direbbe che Momo ha una cosa diversa da un’ernia. E in fondo, visto che il cane ha anche dolore cervicale (testa estesa sul collo con andatura a piccoli passi sugli anteriori) è giustificato sottoporlo alla mielografia perché questo esame, anche nel caso della brutta ipotesi che le ho fatto, potrebbe comunque rilevare la lesione.

Auguri e faccia sapere! Dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentilissima dottoressa Bevere,
ho una gatta di otto anni di nome Clio. E' una gattona sterilizzata e casalinga, vive in appartamento. E' un po' sovrappeso, e le sto dando, da qualche mese, Obesity, una bustina di cibo umido e un bicchierino di croccantini, sempre della stessa linea. Da qualche tempo ho notato che beve di più,  dorme molto e avendo paura del diabete, ho raccolto le urine e le ho portate dal veterinario. Il risultato è stato che ci sono tracce di sangue e di cellule del fegato. Dovremo farle le analisi del sangue. Sono molto preoccupata che sia una brutta malattia al fegato. Quali altre cause possono portare a questi risultati nell'esame delle urine?
Grazie per la disponibilità che mette al nostro servizio.
Cristina da Scandicci(FI)
 
27/05/2007

 

Gentile Cristina, poiché è impossibile che il suo gatto elimini il fegato con le urine, le posso solo rispondere che la presenza di bilirubina (immagino…) nelle urine del gatto in effetti è sempre da indagare. Le cause possono riguardare il fegato o il sistema emopoietico. Gli esami del sangue nel suo animale servono per cominciare a restringere un po’ il campo e quando li avrà fatti, se vuole, le potro’ dare un parere più preciso. (Ma solo se non mi riporta strani risultati da interpretare con la fantasia, come queste cellule di fegato nelle urine.)

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Gentile Dottoressa,
La ringrazio molto per la risposta tempestiva e dettagliata.
Mi permetto a questo punto - scusandomi anticipatamente se la mia domanda apparisse inopportuna - di chiedere se è possibile avere da Lei o dalla redazione di Bairo alcune indicazioni su una buona struttura a cui rivolgermi nella mia città (Bologna).
Molti cordiali saluti
Martina

28/05/2007
 

Prego, ma spiacente, no, non saprei.
Cara dottoressa
Sono in cerca di info su un probabile tumore alla ghiandola parotide che hanno trovato giovedì al mio piccolo.
Da qualche giorno aveva iniziato a russare, e mi sono accorta che non deglutiva tutta la saliva lasciando grosse bavature per terra e sul suo collo.
Il veterinario a detto che è grosso come un mandarancio, e che comprime la trachea.
Gli abbiamo fatto una biopsia e attendiamo l'esito, ma il dottore è pessimista, e mi ha detto che se il risultato fosse positivo, non avremo che un mese,
poichè si amplia velocemente, ed essendo alla ghiandola porta metastasi
Che sconsigliano un intervento.
Micky, deve compiere 10 anni, è un dolcissimo cucciolone setter irlandese, e l'abbiamo operato a novembre di cataratta su entrambi gli occhi.
Il suo corpo rigetta l'impianto, ed a tutt'oggi è sotto cortisone.
Se solo avessi un barlume di speranza in un intervento che possa avere un
Esito positivo......
 
28/05/2007
 
Gentile signore o signora, mi dispiace ma credo che il collega abbia ragione. E’ necessario naturalmente aspettare l’esito dell’istologico, ma in genere neoplasie rapidamente evolutive nella regione della gola sono purtroppo maligne e non operabili. Vi faccio tanti auguri che così non sia.
Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere.

Buonasera, purtroppo ieri il nostro gatto di 13 mesi è rimasto avvelenato dopo che inconsciamente gli abbiamo messo una fiala di exspot sulla cute per combattere pulci e zecche. Dopo esserci accorti che il gatto aveva dei comportamenti strani( precisamente circa 3 ore e mezzo dopo l’assunzione) abbiamo subito provveduto a lavare  il gatto e dopo questa operazione ci siamo recati nell’ambulatorio del nostro veterinario di fiducia. Lui gli ha messo una flebo di soluzione fisiologica per depurare il sangue dal veleno tossico e inoltre gli ha iniettato il farmaco “ propofol B.Braun” per addormentarlo lentamente in modo che il gatto si calmasse un pò. Inoltre ho letto su un sito che il carbone attivo può risultare utile per contrastare la permetrina( sostanza contenuta nella fiala di exspot). Le mie domande sono due:
Può confermarmi che il carbone attivo sia utile per salvare la vita del mio gatto?
Facendo la cura che le ho appena descritto, è possibile che il mio gatto abbia qualche speranza di salvarsi? ( tenga conto che ora il gatto già da due giorni ha terminato la cura e siamo in attesa che si svegli, visto che è da due giorni addormentato! Ha già superato la terza notte… Possiamo sperare?
La ringrazio per l’attenzione prestata
Laura P.

28/05/2007
 

Gentile Laura, no non confermo per niente, anzi posso confermare che nel suo caso non serve in quanto il gatto non si è avvelenato ingerendo un veleno, ma questo è penetrato nell’organismo attraverso la cute. L’antidoto specifico di questa classe di insetticidi neurotossici è l’atropina, mentre il carbone attivo è un antiveleno aspecifico che funziona direttamente sulle tossine ingerite.
Non tutti gli avvelenamenti da insetticidi hanno esito fatale, quindi è possibile che il suo gatto si salvi, però è anomalo che l’animale continui ad essere in narcosi nonostante l’ultima somministrazione di propofolo risalga a due giorni fa.

Auguri e fate sapere! Dott.ssa Nicoletta Bevere.

 
Gentile Dottoressa Bevere,
proprio ieri sera ho portato il mio Momo da un'altro suo collega il quale, dopo averlo visitato e sottoposto ad una serie di radiografie alla colonna, ha diagnosticato (o perlomeno propende fortemente) un tumore (mieloma ?) della 6° vertebra. Questa, all'aspetto radiografico, non si vede e c'è qualcosa che ha definito "un marasma" una vertebra vicina presenta delle immagini nere che fanno pensare cha sia pure presa. Ha supposto anche gli effetti di un forte trauma (reiterato) ma anche detto che dal punto di vista della prognosi no cambiava nulla.
Non mi ha lasciato nessuna speranza, mi ha detto che, comunque, una diagnosi definitiva la può dare solo una RM, ma che questa non cambierebe il risultato finale: perdita di midollo continua con paralisi progressiva totale nel giro di 3 mesi circa. Sono in attesa dei risultati dgli esami ematici che darebbero fondamento all'ipotesi del mieloma.
Io e mia moglie, non rassegnandoci, gli abbiamo chiesto della eventualità di un intervento chirurgico ma ci ha risposto che, sì, potremmo consultare un bravo chirurgo di Reggio Calabria che lui conosce ma ha anche lasciato "fortemente intendere" che sarebbe inutile.
Vorremmo sapere cosa ne pensa Lei, se davvero un'intervento chirurgico sarebbe inutile, anche se capisco che senza avere alcun esame radiografico da valutare è una cosa un pò senza senso.
Grazie comunque.
Ernesto A.   Palermo

29/05/2007
 

Caro Ernesto, non credo che sia una buona idea girare a caso da un veterinario all’altro. Devo dirle infatti che la sesta vertebra cervicale è una buona sede per spiegare la sintomatologia di Momo, ma il mieloma o plasmocitoma multiplo è una neoplasia che non è associata alla sintomatologia descritta, la cui diagnosi radiografica è facile (lasciamo perdere che “marasma” non mi piace perché mi fa pensare che chi guarda il radiogramma

non riesca a capirci nulla), e che non ha trattamento chirurgico, e quindi (altro elemento che mi disturba nella sua mail) perché parlare di chirurgia se si sospetta un plasmocitoma ? Inoltre le vertebre cervicali possono ad un occhio non allenato e con un radiogramma un po’sovraesposto dare luogo a diverse immagini radiotrasparenti (scure).

L’ipotesi di una neoplasia purtroppo come le scrissi è più plausibile di un’ernia, e se si trattasse di una neoplasia, è più probabile che non sia di interesse chirurgico piuttosto che lo sia. Però se volete procedere in modo ordinato dovete almeno essere sicuri che non si tratti di un’ernia, e per questo basta la mielografia. Perché poi, se vi capitasse fra qualche mese di pensare “magari poteva non essere un tumore, ma noi in realtà non lo abbiamo verificato nemmeno con l’esame mielografico” (che, ripeto, un’ernia la vede), ecco se vi capitasse di avere un simile rimpianto, sarebbe molto brutto.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
Gentile dottoressa Bevere,
ad uno dei miei gatti, ne ho 7, è stata diagnosticata una "probabile" insufficienza renale. Probabile perché è un gatto che è difficile sia portare dal veterinario sia visitare. (Breve cronistoria: il gatto in questione, che si chiama Supergatto perché di taglia molto grossa e, fin a poco tempo addietro dominante, è arrivato nel mio cortile già adulto, abito in una piccola frazione, in aperta campagna, nel Monferrato e mi ha adottato. Super è sempre stato un gatto libero, pur avendo una cuccia in garage, ho curato tutte le sue ferite, quante battaglie con gli altri maschi ,ma vinceva sempre lui, in questi 10 anni fino a che quest'inverno alcune ferite alle zampe anteriori non si sono gravemente infettate e lui mi ha permesso, stava veramente male, era apatico e non mangiava quasi più, di metterlo nel trasportino e portarlo dalla veterinaria. In breve: pulizia delle ferite, almeno 15 punti e degenza di 15 giorni dalla veterinaria. Dopo neppure una settimana a causa di un litigio con il nuovo maschio dominate le ferite non completamente guarite hanno richiesto una nuova pulizia, altri punti e questa volta 15 giorni chiuso in casa - ho sacrificato sala a salotto per tenerlo separato dagli altri miei mici poiché non vi è molta simpatia- ) Durante una delle due anestesie la veterinaria ne ha approfittato per fargli l'esame delle urine ed ha rilevato: crea 1,61 mg/dl - urea 92,5 mg/dl dicendomi che su un gatto della sua età non erano valori troppo negativi.
Ora, lo vedo perché la notte lo chiudo in casa per evitargli litigi con l'altro gatto, beve molto e produce molta urina, almeno tre volte la quantità che trovo nelle cassette degli altri miei gatti, (è vero che è grosso il doppio, pesa almeno 7 kg, senza essere obeso).
Alla descrizione di questi sintomi la veterinaria mi confermato la possibilità che si tratti di insufficienza renale e mi ha prescritto il fortekor 2,5 - 1 al giorno-
dicendomi che se però non gli somministravo i bocconcini, di cui non cito la marca, specifici e solo quelli, il fortekor era inutile.
Ora, considerato che Super mangia circa 300 gr bocconcini al dì, più i croccantini, seguendo la prescrizione dovrei spendere circa 10 euro ogni 3 giorni solo per il cibo, troppo oneroso per le mie possibilità economiche. La domanda è: se gli somministro il fortekor continuando la dieta normale è vero che non sortirà alcun effetto ? Vi sono altre possibilità per la sua dieta?
P.S. Dimenticavo: Super ha almeno 12 o 13 anni.

30/05/2007
 

Gentile signora o signore, se non vuole ripetere gli esami del sangue, faccia fare almeno un esame delle urine. Se da questo esame non risulta proteinuria, allora il farmaco di cui parla non ha alcun motivo di essere somministrato. Inoltre, in base ad alcune ricerche, ci sono buoni motivi per credere che se al posto di quel farmaco si dà una dieta per animali con insufficienza renale, il risultato sia praticamente uguale: si verificano cioè i medesimi vantaggi. Per un gatto con insufficienza renale vanno bene le seguenti diete, umide o secche: k/d Hill’s, Renal Royal Canin, Renal Eukanuba, NF Purina. Se vuole ridurre i costi, aumenti la quota di mangime secco e diminuisca i bocconcini.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere.

 
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