Il veterinario risponde
a cura della d.ssa Nicoletta Bevere

quindicesima pagina

Gentile Dottoressa, le scrivo perchè ieri sera il mio cucciolo di cavalier king ( nove mesi ) giocando a rincorrere le mosche è caduta picchiando una forte testata per terra. All'attimo sembrava intontita non rispondeva se la chiamavamo e tremava forte ( forse anche per lo spavento ) l'abbiamo presa in braccio e coperta dopo circa 15 minuti sembrava stare un po meglio, abbiamo provato ad appoggiarla per terra e camminava in modo strano ( un po storta ) . L'abbiamo coperta di nuovo, ma continuava ad avere atteggiamenti strani era molto agitata non stava ferma teneva gli occhi semi chiusi non rispondeva molto. Così molto preoccupati che potesse avere dei danni irreversibili l'abbiamo portata dal veterinario dove ha riscontrato un trauma cranico e tenuta sotto osservazione per tutta la notte.
Stamattina l'ho riportata a casa ed in effetti sembra stare bene vorrei sapere se potrebbe avere altri sintomi in seguito.
Grazie per la Cortesie
Sabrina.

03/11/2006
 

Gentile Sabrina, l’evento che è accaduto al suo cane molto facilmente non lascerà alcun segno. C’è però una piccolissima possibilità che questo non si verifichi. In tal caso, in via del tutto ipotetica, il cane potrebbe andare incontro in futuro a crisi epilettiche.
Si tratta di un problema puramente teorico, del quale non vale proprio la pena preoccuparsi, e anzi non vale nemmeno la pena parlarne. Giusto perché la sua domanda era così precisa e diretta.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentile dottoressa Bevere,
non so se si ricorda, 4 mesi fa ho fatto operare la mia cagnolina (barboncina toy) di 13 anni per un tumore (preso in tempo) alle mammelle.
L'intervento è andato bene, ma, oggi a distanza di 4 mesi, ho visto che ha un nodulo duro (tipo callo) nello stesso punto dove si era manifestato il tumore.
Il veterinario ha visitato il cane immediatamente e anche lui ha affermato che trattasi di un nodulo, ma, non ha saputo essere piu' preciso, ha solo detto che vuole visitare il cane fra 15 giorni e semmai fare l'ago aspirato.Vorrei chiederle a tal proposito se è necessaria l'anestesia per l'ago aspirato.
Io temo sia un ritorno del tumore purtroppo e sono angosciata.
Dall'esame istologico era uscito che si trattava di carcinoma di media entità.
Infine le preciso che la cagnolina sta benissimo, mangia bene, è vivace, senza acciacchi di nessun genere legati alla sua età (13 anni), invece, quando 4 mesi fa ha avuto il tumore, aveva perso l'appetito.
La ringrazio in anticipo per il consiglio che potrà darmi, visto la sua esperienza.
Cordiali saluti
Paola

05/11/2006
 

Cara Paola, come le potrà confermare il veterinario che le ha proposto di eseguire l’esame citologico, non sarà assolutamente necessaria alcuna anestesia. Si tratta di un’indagine semplice, praticamente indolore, veloce, della quale non deve avere nessuna paura.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
Buongiorno Dottoressa,
ho una pischer nana di quasi 2 mesi e sto per portarla a fare il vaccino.
Ho chiesto per curiosità alla signora dove l'ho acquistata se i suoi cani erano vaccinati e lei mi ha detto di si e parlando della cosa mi ha detto che per i cani di piccola taglia si usa una dose dimezzata del vaccino mentre il mio veterinario sostiene che la dose sia identica sia per un terranova che per uno zwergpinscher... siccome non credo abbia molta esperienza con cani di piccola taglia mentre questa donna ha un allevamento abbastanza grande volevo sapere un suo parere sulla cosa.
Grazie.
Corrado

05/11/2006
 

Gentile Corrado, si fidi del suo veterinario. Suddividere una dose vaccinale per utilizzarla, invece che su un solo cane, su due o più animali, costituisce un errore dal punto di vista scientifico ed è una prassi assolutamente sconsigliata dagli immunologi veterinari. L’unico innegabile risvolto vantaggioso è quello di dimezzare i costi delle vaccinazioni, cosa sulla quale forse la persona che l’ha così male consigliata avrà sorvolato.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 

Gent.le Dottoressa,
le scrivo da Roma
qualche mese fa ho trovato un gattino di pochi mesi ridotto proprio male.
Mi sembrava inizialmente solo tanto secco ma poi ho notato che respirava male, L'ho portato dal veterinario che, dopo avergli fatto una lastra, mi ha detto
in sostanza che ha il diaframma rotto e che l'intestino o lo stomaco è passato nel polmone. Dunque ora respira solo con un polmone. Mi ha anche detto che
l'eventuale intevento chirurgico avrebbe potuto essere fatto solo a pochi giorni dal trauma subito e che dopo intervenire è troppo rischiso per le aderenze che si formano....
Ora la mia domanda è: premesso che questo gattino mi fa una pena da morire tutte le sue energie le utilizza per respirare, non gioca, non corre, ha perennemente freddo (tant'è che si appiccica al termisifone e entra nel camino!!!)... insomma, si può alleviare la sua pena?
Ho pensato di portarlo in un famoso ambulatorio di Roma (gregorio VII) dove, per esperienza, so che sono molto bravi, anche nella chirurgia...
Inoltre mi domando anche: il gatto è maschio, sarebbe meglio sterilizzarlo o non c'è rischio che corra dietro alle gatte?
grazie
Laura

05/11/2006
 

Gentile Laura, direi che per ora le possibili fughe d’amore di questo sfortunato gattino, più che una preoccupazione, dovrebbero essere una speranza. Il gatto nelle condizioni in cui si trova, con stomaco e intestino nell’emitorace (sinistro), non ha purtroppo un’aspettativa di vita lunga e felice. L’intervento, se l’ernia non è recente, è piuttosto rischioso, oltre che tecnicamente complesso. Io però, vista la triste situazione che lei descrive e la cattivissima qualità della vita di questo animale, non vedo alternative.

Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere 

Gentile dottoressa, vivo a Roma e ho 8 cani, uno di questi è un meticcio di quasi sette anni, Rocco, trovato in campagna quando aveva poco più di un mese. E’ molto grosso (alto), e sembra un incrocio tra un alano e un bracco. Quando aveva poco meno di due anni ha cominciato ad avere delle crisi epilettiche. Inizialmente una ogni sei mesi, poi si sono infittite e quando è arrivato a due o tre consecutive gli è stato prescritto il gardenale (due al giorno da 100 mg). Abbiamo fatto la tac per esser certi che la causa delle crisi non fosse altro e da li è iniziata la terapia col gardenale. L’anno scorso ho chiesto al neurologo se dovevo fare qualcosa per Rocco e mi ha risposto che potevo anche provare a smettere la cura perché spesso, dopo un paio d’anni, il fenomeno scompare. Seppure lui non l’avesse detto, ho deciso di ridurre piano piano la dose, levando un pezzettino dalle pasticche del mattino e della sera. Dopo una decina di giorni, quando stavo per arrivare a metà pasticca, Rocco ha avuto una crisi. Gli ho dato il valium, come facevo prima del gardenale e tutto è rientrato. Interpellato il veterinario telefonicamente (era sabato), mi ha detto di tornare alla dose abituale e non smettere. La mia domanda è: può andare avanti così tutta la vita? Non gli provoca sicuramente nessuna conseguenza assumere barbiturici avita? C’è qualcosa che dovrei fare? Ora ha quasi sette anni e sta benone ma non vorrei pentirmi in futuro. Grazie per la risposta che potrà darmi e grazie per quello che fa. Sabina


06/11/2006
 

Gentile Sabina, sì il suo cane può prendere questi farmaci per tutta la vita. Che “sicuramente” non vi sia nessuna conseguenza, è ovvio che no, non lo si può affermare e non c’è nemmeno motivo di pensarlo, ma le conseguenze (modeste alterazioni di alcuni valori biochimici) non solo in assoluto trascurabili, ma soprattutto non hanno alcuna rilevanza se paragonate agli effetti disastrosi che avrebbero continue crisi epilettiche, in assenza del trattamento farmacologico. Continui a curare il suo cane come sta già facendo e una o due volte all’anno faccia controllare la fenobarbitalemia.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Avrei delle domande che da un mese vorrei chiarire,
il mio ragazzo circa 4 mesi fa aveva trovato una gattina che avrebbe dovuto avere circa 2 anni,che non si sapeva se vaccinata, il mio ragazzo durante l'estate e i mesi di settembre e ottobre l'ha tenuta in un appartamento situato nel suo stesso palazzo, purtroppo quasi un mese fa la gattina è morta e ancora la causa non si è scoperta, anche perchè la sua morte è stata molto rapida, infatti tre quattro giorni prima che morisse aveva cominciato a dimostrare inappetenza, anzi non mangiava quasi più nulla e rosicchiava solo scatoli e buste, e cominciava a non essere più vitale come al solito, inoltre il giorno prima che morisse l'abbiamo portata dal veterinario preoccupati ed aveva la febbre a 41 e mezzo, subito le ha somministrato per via intramuscolare un antibiotico dicendo che sarebbe stata coperta per 3 giorni e che in caso di non miglioramento ne avrebbe fatta un'altra, inoltre sempre per via intramuscolare le ha somministrato la vitamina B12 dicendo che era un medicinale forte che avrebbe bruciato.
La mattina dopo la gattina invece di migliorare era peggiorata tanto che non si muoveva più, le usciva del muco dal retto e schiuma dalla bocca, così l'abbiamo riportata dal veterinario e in questo caso aveva la temperatura a 35, così le ha fatto una radiografia da cui non è risultato nulla di anomalo e le ha fatto una flebo di sali minerali, non per via endovenosa, non
trovando la vena, ma sul collottolo e dicendo di riportarla nel pomeriggio, purtroppo la gattina due ore dopo è morta lasciandoci tutti senza parole.
In seguito il veterinario le ha fatto l'autopsia ma ci ha detto che non è risultato niente di anomalo , e noi siamo ancora nel dubbio su cosa possa essere successo, anche perchè la gattina è sempre stata bene, attiva, giocherellona , come è possibile che da un momento al'altro sia morta?
Spero che lei possa trovare una soluzione alle mie tante domande,la ringrazio infinitamente, Mariagrazia.

07/11/2006

 

Cara Mariagrazia, purtroppo non si può più rispondere alla sua domanda. Personalmente sono portata a credere che si sia trattato di una malattia infettiva, probabilmente virale, ma non è assolutamente  possibile andare oltre la pura supposizione, poiché da quanto lei scrive né in vita, né post mortem sono stati fatti gli esami necessari per accertare la natura della malattia.

Molto spiacente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentile Dottoressa Bevere, mi chiamo Isabel Plozza ed abito a Lugano (Svizzera). Sono arrivata a lei dopo lunghi tragitti via internet. Eccole il mio problema. Ho una gatta, Lucilla, una bellissima Maine Coon grigia di 9 chili (è un po' ciccetta) nata in agosto 2003 che soffre di una zoppia all'arto anteriore destro (al gomito). La mia veterinaria, che abbiamo visto in febbraio  di quest'anno, mi ha detto che si tratta di dolori artritici che probabilmente sarebbero spariti in estate per poi tornare in inverno, cosa che purtroppo sta succedendo. Un altro veterinario invece mi ha consigliato di metterla a dieta. La gatta alza ogni tanto la zampa per non doverla appoggiare e fa più fatica del solito a saltare (ma poi fa dei balzi prodigiosi "a freddo" saltando anche molto in alto). Lucilla sta in casa ma ogni tanto esce qualche oretta in giardino, ma non è che si muova granchè....la pigrona. Mi hanno detto di provare con un prodotto omeopatico (BRYONIA della ditta HEEL, tedesca). Lai cosa ne pensa? Devo dire che Lucilla non mi da affatto l'impressione di stare male e non ha minimamente cambiato abitudini e, come detto, in estate stava benissimo. Però ammetto che mi fa impressione vederla zoppettare come una vecchina.....
La ringrazio e le mando tanti saluti da Lugano! Isabel

08/11/2006

 
Gentile Isabel, dobbiamo annoiarci un po’ con la terminologia: immagino che con “dolori artritici” la sua veterinaria intendesse parlare di artrosi. In Italia i medici veterinari preferiscono chiamare artrosi la malattia che gli anglofoni chiamano più volentieri osteoartrite o malattia degenerativa articolare, e che lei indica invece con un termine che, sempre in medicina veterinaria e sempre in Italia, non ha un grande riscontro né nella patologia felina (con rare eccezioni), né nel linguaggio dei veterinari.
Allora, la sua gatta soffre di artrosi ad un gomito. Bene, la terapia dell’artrosi è la seguente: 1) riduzione della massa grassa a favore della massa muscolare (è la cosa più importante), con una dieta prescritta dal suo veterinario;
2) utilizzo di integratori alimentari (acidi grassi, glucosamina, condroitinsolfato) eventualmente presenti in diete specifiche (Maine Coon 31 Royal Canin);
3) riduzione delle attività fisiche con forte impatto sulle articolazioni ed incoraggiamento delle attività di basso impatto: ad esempio nel suo caso il gatto dovrebbe fare meno salti e più corse.
4) utilizzo accorto di farmaci antinfiammatori nei periodi in cui la zoppia appare più evidente.
L’utilizzo del prodotto di cui parla non è supportato da alcuna evidenza scientifica di efficacia, ma probabilmente non fa danno.
Forse le può interessare la corrispondenza con Antonia del 5-7-06.
Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentilissima dottoressa,
abito a Mira in provincia di Venezia.
Ho due gatti di quattro anni e mezzo, un maschio e una femmina, entrambi sterilizzati che vivono in appartamento.
Il gatto maschio, il mese scorso, ha avuto una grave insufficienza renale (creatina e azotemia erano alle stelle, a momenti moriva) risolta con fleboterapia.
Dall'ecografia è risultato che ha un rene più piccolo dell'altro, che dà questo problema di insufficienza.
Ora lo alimento con cibo di tipo Renal (Hill's k/d, croccantini) e gli somministro una compressa di Fortekor 5 al giorno (il micio pesa circa 6 kg).
Lui sembra stare bene, fra qualche giorno ripeterò gli esami del sangue, comunque è molto vispo.
Il problema è l'alimentazione dell'altra gatta. Non riesco a farli mangiare separatamente e so che cibi poco proteici non fanno bene a un gatto normale. Posso integrare con pasta VMP (contiene taurina) la dieta ipoproteica che, mio malgrado, sta seguendo la gatta sana? Inoltre posso dare qualche volta l'omogeneizzato di coniglio o pollo (7% di proteine) al gatto con insufficienza renale? Che altro posso fare?
La ringrazio infinitamente
Silvia

08/11/2006
 

Gentile Silvia, la dieta che sta seguendo è ipoproteica, è vero, ma le proteine che essa contiene sono ad alto valore biologico, di modo da soddisfare completamente il fabbisogno proteico di un gatto adulto che vive in casa. E’ un alimento che viene indicato anche in corso di altre malattie, non solo per l’insufficienza renale, mentre è controindicato praticamente solo nei gattini e nelle gatte gravide o in allattamento.
Perché vuole dare omogeneizzati di carne al suo animale? Non solo non c’è alcuna ragione per farlo, ma ci sono alcuni motivi per cui non farlo.
Per quanto riguarda l’integratore di cui parla, non è necessario, in quanto il contenuto di taurina nel k/d è già alto.
Stia tranquilla così!

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere 
il mio pastore tedesco ha 13 anni e da un po' trascina le zampe posteriori, in questi giorni ha difficoltà pure a camminare...è displasia? per ora non posso portarlo dal medico, cosa posso fare ?
carlo b.

8/11/2006
 

Gentile Carlo, il tipo di andatura che lei sinteticamente descrive (“trascina le zampe”) non è affatto tipico della displasia dell’anca, ma di un disturbo del sistema nervoso. Deve portare il cane da un veterinario per una visita, in quanto per controllare il sintomo potrebbe essere utile un farmaco cortisonico. Intanto quello che può fare è aiutare il cane a camminare un po’, sostenendone il peso con un asciugamano posto sotto la pancia e con le due estremità della stoffa riunite sul dorso, di modo da poter prenderle in una mano ed esercitare una buona trazione verso l’alto. Il treno posteriore del cane non dovrà essere completamente sollevato da terra, ma solo “alleggerito” un po’. Ma a parte questo, ripeto, al suo cane serve presto un veterinario.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
 
 
Scrivo da Brescia. il mio caso è quello di un gatto adulto, che sta per la maggior parte del tempo in casa ma che è abituato a girare anche solo per i giardini attorno al mio. Il gatto pesava quasi 7 kg.
Dopo una settimana in cui il gatto non mangiava quasi nulla e beveva tanta acqua o latte ( ed il peso era naturalmente diminuito) il veterinario ha deciso di fargli fare gli esami del sangue (prima aveva provato con farmaci antinausea, o per far venir appetito, antibiotici a largo spettro, flebo per idratazione perchè era disidratato ...)
i risultati danno:
BUN 130 mg/dL
CREA 13.6 mg/dL
TP 8.9 g/dL
ALT 40 U/L
AST 24 U/L
ALKO 33U/L
GLU 90 mg/dL
Gli altri esami di ematologia dan valori nella norma ad eccezione  del MCHC 38.4 g/dL
Il veterinario mi ha già dato il suo parere, tutt'altro che positivo: i reni non funzionano più e non c'è nulla da fare.
é possibile che i farmaci dei gg precedenti abbiano sfasato i risultati? Che ha il mio gatto? Ci son rimedi cure? Se il gatto mangia qualcosa, la situazione peggiora?
nella speranza di un sollecito riscontro porgo distinti saluti.

09/11/2006
 

Gentile signor…, purtroppo è possibile che il gatto si trovi in una fase molto avanzata dell’insufficienza renale cronica e che quindi non ci sia moltissimo da fare. E’ inoltre ragionevole credere che i farmaci assunti in precedenza non abbiano modificato affatto il valore della creatinina, e che questo fosse già alterato da diverso tempo. Tuttavia, se vuole una prognosi più precisa, è necessario conoscere la tendenza della malattia a peggiorare, rimanere stabile o migliorare. E’ necessario per questo un nuovo valore della creatinina, ottenuto a distanza di qualche giorno dal primo. Se la creatinina tendesse ad aumentare o a rimanere su un livello così elevato nonostante la fluidoterapia (somministrazione di soluzioni reidratanti per via endovenosa o sottocutanea), allora significherebbe che i reni hanno esaurito tutta la loro capacità di ripresa: purtroppo non c’è alcuna possibile cura che li possa far tornare sani. Se invece la creatinina tendesse ad abbassarsi in modo consistente significherebbe che i reni, pur malati, hanno ancora un certo margine di recupero. In questo secondo caso la prognosi sarebbe migliore. Legga la lettera di Silvia, in questa pagina, la seconda dopo la sua. Per quanto riguarda l’alimentazione, in corso di insufficienza renale non c’è peggior cosa del digiuno.

Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
gentilissima dott.ssa, la nostra cagnolina di 1 anno e mezzo da circa tre mesi sta avendo prurito localizzato sotto la pancia, cosce e zampe che si mordicchia, ultimamente anche nel dorso.
In un primo momento si pensava a qualche allergia a qualche pianta ma eliminando le uscite in campagna il problema non diminuiva. la veterinaria ha quindi ipotizzato un problema di intolleranza alimentare. abbiamo prima eliminato le crocchette e utilizzato solo cibi cotti, poi attualmente sta mangiando le crocchette forza 10 al pesce e sta prendento il cortisone. il problema non è per niente risolto a volte sembra che stia migliorando e poi ricompare il prurito sempre più forte. durante le passeggiate il cane non si gratta quando torna a casa passa circa mezz'ora a grattarsi poi si calma un po'. potrebbe essere allergia alla polvere agli acari o a che cosa? siamo disperati cosa possiamo fare per scoprire la causa di questo prurito? esistono degli unguenti che possano in qualche modo lenire il prurito? adesso la veterinario procederà a fare degli esami del sangue ma ci ha già detto che sarà molto difficile scoprire qualcosa! la ringrazio anticipatamente per i suoi consigli

09/11/2006
 

Gentile signor…, in caso di prurito è in primo luogo necessario escludere una banale dermatosi parassitaria o (eventualmente, in base all’aspetto delle lesioni) escludere una forma infettiva. Questo primo passo verso la diagnosi viene effettuato con degli esami di laboratorio (scarificati, esami citologici, micocolture) e/o con dei test, come l’applicazione di prodotti antiparassitari che sicuramente eliminerebbero dei parassiti, se ve ne fossero: di modo che la mancata risposta a questi prodotti indica che il prurito non ha origine parassitaria.
In seguito deve essere testata l’ipotesi che il prurito abbia origine in un’intolleranza alimentare con una dieta ad eliminazione, detta anche dieta privativa o dieta ipoallergenica. Di nuovo, la mancata risposta al test, che in questo caso è la dieta, indica che il prurito non è causato da un’intolleranza alimentare. Infine, quando tutti i precedenti test (dei quali le ho fatto un elenco veloce ma completo e soprattutto in ordine di esecuzione!) hanno dato esito negativo, è possibile evidenziare le allergie ai cosiddetti aeroallergeni (acari, pollini, spore, ecc.) tramite un esame del sangue. Scoprire la causa di un prurito non è questione né di probabilità, né di fortuna: solo di metodo e pazienza.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentilissima Dottoressa,
voglio ringraziarla per la risposta (riguardo all'alimentazione con cibo "Renal" di un gatto con insufficienza renale e di una gatta sana). Temevo veramente che potesse fare male, alla gatta sana, mangiare un cibo così.
Riguardo all'omogeneizzato di carne, mi era stato detto di darlo al gatto malato per stimolarlo a mangiare, quand'era ancora convalescente. Era dimagrito molto, aveva patito per cinque giorni senza mangiare/bere nulla (il veterinario diceva di dargli farmaci antivomito e antibiotici) e solo dopo gli esami del sangue era iniziata la fleboterapia (otto giorni di flebo giorno e notte!), quindi faceva fatica ad alimentarsi. Durante la crisi aveva CREA 13,6 mg/dL e BUN130 mg/dL e altri valori alle stelle, ma ora sta bene (devo dire che è rinato, il micione).
I miei gatti ora mangiano tutti e due i croccantini Hill's k/d oppure il cibo umido Eukanuba Renal e nessun'altra cosa.
La ringrazio ancora moltissimo.
Saluti cordialissimi
Silvia
 
10/11/2006
 

Cara Silvia, prego. Spero che il signore di Brescia di due lettere sopra la sua si rincuori un po’ leggendo queste sue righe.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentile dottoressa  volevo porle il problema che ha il mio gatto Brico!!! E' un gatto di circa un anno che e' stato sempre in ottima forma.
Da circa 2 settimane ho riscontrato in lui dei problemi motori sulle gambe posteriori saltuari che lo costringono a fermarsi e distendersi su se stesso ma poi cosa strana ripartire dopo 30 secondi come prima!!! E' stato portato ad una clinica veterinaria e sono state effettuate radiografie-ecografie-esami del sangue che hanno riscontrato solo un leggero aumento di leucociti nelle urine che stiamo curando con antibiotico!!E' risultato negativo sia al test leucemia che aids felina!Dalle ecografie i reni e la vescica sono perfette. Sono preoccupata per il mio gatto xche' non si e' ancora capito cosa possa avere ed il problema sembra a volte accentuarsi!
Distinti saluti.

10/11/2006
 

Gentile signore o signora, se gli episodi compaiono prevalentemente sotto sforzo e scompaiono rapidamente senza lasciare alcun segno del loro passaggio, forse varrebbe la pena concentrarsi sull’apparato cardiocircolatorio.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
 
Cari amici e dottori,
il mio cane ha avuto oggi 3 attacchi epilettici per la prima volta nella sua vita, si tratta di un meticcio di quasi 14 anni, circa 25 kg, vita sedentaria e alimentazione light (vista l'età).
Il primo attaco l'ha avuto poco dopo essersi svegliato, con perdita di sangue dalla narice sinistra e i classici sintomi di una crisi epilettica (rigidità degli arti e della muscolatura seguita da movimenti incontrollati di arti, testa e lingua, perdita di bava schiumosa, occhi sgranati e tachicardia).
Dopodichè è stato visitato dalla veterinaria, che non ha trovato nulla di anomalo, pensando però ad un problema cardiaco. Nessun problema al cuore nè
ai polmoni, considerando i normali indolenzimenti dell'età.  (Nemmeno io pensavo ad una possibile epilessia, nn avendo mai avuto a che fare con questa malattia).
Dopo circa 30 minuti dalla visita, proprio sotto casa, ha avuto un nuovo attacco, seguito da un attacco più lieve dopo circa 10 minuti.
Da oggi ha iniziato una "cura" di mezza compressa di Fortekor 20 e una fiala di Valium in caso di nuovi attacchi.
Vorrei avere una vostra opinione in merito, dal momento che non è un cane di razza, non ha subito traumi al cranio ed è la prima volta che si manifestano questi sintomi alla sua veneranda età...
quali accorgimenti posso adottare per evitare future crisi, se ce ne saranno (ma temo proprio di si).
Ho paura che uno di questi attacchi possa gravare sul suo cuore ormai anziano e che non ce la faccia a superarne un altro...
grazie di qualsiasi aiuto,
Muguet
Genova

10/11/2006
 
Gentile Muguet, l’improvvisa comparsa di crisi epilettiche in un cane anziano, indipendentemente dalla sua razza, indica che è insorta una malattia nuova, che prima non c’era. Questa nuova malattia può riguardare un organo diverso dal cervello ed essere individuata con degli esami ematochimici, oppure può riguardare proprio l’encefalo. In quest’ultimo caso scoprirne la presenza richiede almeno la visita di un veterinario con buone competenze in neurologia. In seguito, a volte, si sceglie anche di ricorrere ad indagini strumentali quali la TAC o la RM. In assenza di una diagnosi non ci sono purtroppo “accorgimenti” che lei può prendere per evitare che il suo cane vada incontro a nuove crisi, mentre certamente con il Valium può ridurre l’impatto che tali crisi epilettiche avrebbero sul cane. Se fossi in lei farei fare almeno uno screening ematochimico e comincerei se possibile a trattare l’animale con il fenobarbitale per alleviare i sintomi.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

Gentilissima Dottoressa, posseggo una femmina di pastore tedesco dell'età di 3 anni, poco più di un anno fa a seguito di numerose visite ed esami tra cui l'endoscopia, le è stata diagnosticata l'insufficienza pancreatica, curata inizialmente con antibiotico Tylan, Stomorgil e con l'aggiunta di enzimi Tryplase al cibo.
Durante la cura antibiotica durata diverse settimane il cane non ha avuto segni di miglioramento avuti invece con l'aggiunta alla cura del Deltacortene.
Per quest'ultimo anno ho proseguito la cura somministrando solamente gli enzimi (non più il Tryplase ma il Pancrex) ottenendo risultati soddisfacenti per quanto riguarda l'aumento del peso del cane ma non molto per quanto riguarda le feci che si sono alternate da semi compatte a molto liquide.
Attualmente la mia cagna è gravida e per precauzione su eventuali effetti collaterali ho sospeso anche la somministrazione degli enzimi.
Dopo averle fatto un quadro generale le sottopongo i miei dubbi:
- Il pancrex è una medicina adeguata per questa malattia? Eventualmente esistono cure più naturali per questo problema?
- E' normale che seppur vengano somministrati gli enzimi le feci non tornino comunque normali?
- La gravidanza per il mio cane sarà un problema e soprattutto ai cuccioli verrà trasmessa la malattia?
La ringrazio molto per il tempo dedicatomi, attendo sue notizie!
Cordialmente Barbara

10/11/2006
 

Gentile Barbara, gli enzimi pancreatici sono esattamente quello che manca ad un cane con insufficienza pancreatica esocrina e quindi la cura di cui parla è corretta. Una terapia molto più economica e naturale sarebbe costituita dal pancreas di suino, fresco o congelato, le cui dosi però sarebbero tutte da calibrare in base alla risposta del suo cane, in quanto in letteratura non sono riportate con esattezza.
Per quanto riguarda la seconda domanda, purtroppo si tratta di una condizione frequente. Il motivo può risiedere sia in una inadeguata attività degli enzimi (dovuta a molteplici fattori come il pH gastrico, la composizione dei sali biliari o altro), sia alla presenza di una seconda patologia concomitante all’insufficienza pancreatica. Spesso si tratta di una malattia dell’intestino tenue, per la precisione di enterite linfoplasmacellulare. In effetti è assai suggestivo che il cane non abbia risposto al metronidazolo, mentre ha risposto al prednisone.
Per quanto riguarda la terza domanda: nel Pastore Tedesco l’insufficienza pancreatica esocrina è generalmente dovuta ad una malattia del pancreas nota con il nome di atrofia acinosa. Poiché è assai probabile che si tratti di una malattia su base genetica, gli animali che in età adulta sviluppano l’insufficienza pancreatica andrebbero esclusi dalla riproduzione. Ma ahimè, ormai…

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Salve,
le scrivo da Pordenone.
La mia gatta ha 17 anni e stando a quanto dicono i miei genitori è da due settimane che è dimagrita, beve tanta acqua (si parla di 3-4 ciotole da 90-100 ml giornaliere, cosa che prima non faceva) ed è molto stanca, sfiaccata. Ora, la stanchezza la posso anche capire vista l'età, forse. Ma il resto? In più ho notato che per mangiare, invece di poggiarsi sulle 4 zampe (diciamo "in piedi") o raggomitolarsi, si poggia sulle gambe posteriori, ma sembra faccia fatica a reggersi su esse, anche se poi la deambulazione è regolare. È normale?
La ringrazio la disponibilità.
Nicola

11/11/2006
 

Caro Nicola, e no che non è normale. La malattia responsabile di questo importante aumento della sete, della perdita di peso e forse anche della postura che descrive, sarà chiarita velocemente e senza ombra di dubbio da un piccolo prelievo di sangue e da un esame delle urine. Senza esami non c’è alcuna possibilità di stabilire la causa.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Buona sera,ho uno shar pei di 2 anni ed ogni volta che finisce il calore le viene una gravidanza isterica.Come rimedio omeopatico le è staa prescitta la pulsatilla 30 CH senza risultati.Premetto che sono un'infermiera professionale che da 6 anni si cura con l'omeopati,mi sono documentata ed ho somministrato al mio cane lac caninum alla 10 mila dopo la comparsa di latte con ottimi risultati,quello che volevo chiederle era un rimedio omeopatico che potesse bloccare l'insorgere della gravidanza isterica.
grazi,Chiara 

11/11/2006
 

Gentile Chiara, non ne conosco e dubito che ne esista uno. Non è per nulla omeopatica, ma la sterilizzazione è un rimedio definitivo e assolutamente efficace.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Buona sera, ho una volpina bianca Titti (di otto anni e di circa 12 kg), che da qualche giorno sembrava un po’ mogia e mangiava un po’ di meno.
A volte quando tornavo dopo una giornata di lavoro emetteva piccolo guaiti come se “piangesse”, io naturalmente pensavo fossero le feste che la mia cagnolina mi faceva. Poi oggi, tornando a casa l’ho trovata sdraiata per terra, bagnata dalla sua urina, e che faceva fatica ad alzarsi. Il veterinario le ha fatto subito un’iniezione di valium, poi verso sera ha avuto un altro crisi. Fatta un’altra iniezione di valium: il veterinario ha detto di monitorarla per vedere  se si tratta di convulsioni o crisi epilettiche. Le ha trovato un piccolo soffio al cuore… però a livello di tumori il dottore dice che non c’è niente. Secondo lei di che cosa si può trattare? Purtroppo quando sono arrivata a casa e l’ho trovata sdraiata, era cosciente, però non posso dire se è perché la crisi era già passata o quant’altro. La ringrazio e spero di avere buone notizie  Francesca e Titti


12/11/2006
 

Gentile Francesca, la descrizione di quello che lei ha visto fa credere che il cane abbia avuto due crisi epilettiche. Vista l’età di Titti è opportuno sottoporre il cane a degli esami del sangue e, se altri episodi si susseguissero a quelli già avvenuti, anche ad una visita neurologica.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentilissima Dottoressa, salve io volevo chiederle una consulenza riguardante il mio pastore tedesco di 9 anni:ha delle fistole anali le quali dopo antibiotici(augmentin) e pomate anti infiammatorie qste pustole nn vanno via. Il veterinario ci ha detto che dobbiamo operare il cane sia togliendogli i testicoli che facendo delle incisioni sull'ano. ma volevo chiederle se c'è un altro modo per far scomparire queste fistole,xke nn essendosi mai accoppiato avrei voglia di farlo riprodurre ma facendo questa operazione nn sarebbe piu possibile.x cui la prego di aiutarmi se puo.
la ringrazio vivamente arrisentirci

13/11/2006

 

Caro signore o signora, purtroppo dissento completamente dal parere che le ha dato il suo veterinario, sia per quanto riguarda la chirurgia delle fistole, sia per quanto riguarda l’orchiectomia. In particolare, circa questo secondo intervento, non esiste alcuna prova che il testosterone abbia un ruolo nella patologia di cui soffre il suo cane (fistole perianali del Pastore Tedesco) e quindi non c’è alcuna ragione scientifica per asportare i testicoli di un soggetto malato, se il motivo fosse appunto solo quello delle fistole. Tuttavia, la scoraggio vivamente dal far riprodurre l’animale, in quanto è probabile che la malattia di cui soffre sia trasmissibile alla prole. E in fondo, visto che alla bella età di 9 anni non ha ancora fatto riprodurre il suo cane, forse forse si può soprassedere del tutto. Per quanto riguarda la terapia delle fistole perianali del Pastore Tedesco, poiché ho avuto già modo di trattarla, spero di non offenderla rimandandola direttamente alla corrispondenza con Giuseppe del 30 Ottobre 2006: è l’ultima della pagina 14.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gent.ma dr.ssa Bevere,
Le scrivo perchè la mia maltesina di 6 anni, circa 1 mese fa durante la notte ha avuto una sorta di crisi in cui presentava dei sintomi abbastanza strani. Era poggiata su di un lato, aveva le zampe tirate a sè, il corpo un pò rigido (come se avesse spasmi di dolore) e aveva la testa voltata all'indietro con il collo leggermente inclinato e gli occhi molto aperti,
come se provasse paura e/o dolore. L'abbiamo immediatamente portata dal nostro veterinario di fiducia (che abbiamo prontamente svegliato nel pieno della notte) il quale le ha somministrato una dose di cortisone, di cui non ricordo il nome, che sembrava avergli fatto bene. La cagnetta inoltre dal veterinario presentava ulteriori sintomi, tra cui la lingua viola, affanno, tremori (devo dire che quando và dal veterinario trema spesso) e una difficoltà nella deambulazione (barcollava come se fosse ubriaca). Secondo il veterinario si trattava di intossicazione, per cui mi venne consigliato di sottoporla ad una serie di lavaggi del sangue. nei seguenti 8-9 giorni il
cane ha subito delle flebo endovena (non ricordo se di soluzione fisiologica o glucosio) e nei giorni seguenti la crisi l'abbiamo sottoposta, sotto
ovviamente indicazione medica, ad una serie di analisi, tra cui analisi del sangue ripetute 2 volte, acidi biliari, transaminasi ecc.ecc. (di cui Le allego i valori) e a 2 ecografie, 1 a stomaco vuoto e 1 a stomaco pieno, da cui è risultato un calcolo alla cistifellea che non permetteva alla stessa di svuotarsi completamente nemmeno dopo aver mangiato. In seguito alle flebo e ad una cura di "DENOSYL" (1 al giorno a stomaco vuoto) sembrava che stesse
meglio ma trascorso qualche giorno il cane ha ripresentato, anche se in modo più lieve, gli stessi sintomi. C'è da dire che quando ha questi "attacchi",
come consigliatomi dal veterinario, le somministro sottocute 1/2 fiala di bentelan da 1,5 mg e il cane dopo poco torna a stare bene. Non avendo notato
miglioramenti, chiaramente ho contattato altri 3 veterinari i quali hanno fatto diagnosi totalmente diverse. Il primo ha ricondotto il tutto ad un fatto al 100 % di artrosi (non capisco su quali basi), il secondo, dopo la classica visita "neurologica", ad un problema neurologico di tipo periferico, il terzo ad una possibile forma di epilessia, dicendomi di
provare a darle del "LUMINALE" per vedere se si ripresentassero le crisi (in tutta onestà gli "esperimenti" e le "prove" se le fanno sui componenti delle loro famiglie!) o ad una massa celebrale che comprimendo il cervello provocherebbe questi attacchi. Ho preferito non sottoporre, almeno per
adesso, il mio cane ad 1 TAC, da farsi in anestesia totale, perchè sono del parere che questa sia una "estrema ratio" e che prima si debbano escludere
TUTTE le  altre possibilità (cosa che non è stata fatta), tra cui: problemi metabolici, problemi cardiovascolari ecc.ecc. (chiaramente Le parlo da
ignorante in materia). In questi giorni ho riportato la cagnetta dal mio veterinario e gli ho detto che la TAC non gliel'avrei fatta fare e lui d'accordo con me, quasi come "ILLUMINATO" da un raggio divino ha abbandonato la teoria del calcolo e mi ha detto che si potrebbe trattare molto probabilmente di uno "shunt portosistemico" e/o di una "encefalopatia epatica" (cosa assolutamente esclusa inizialmente), dicendomi che purtroppo nella città dove viviamo non tutti hanno le apparecchiature adatte o le professionalità per riuscire ad inviduare uno "SHUNT", nemmeno all'università. Vorrei chiarire che non abito in un recondito stato dell'Africa Centrale ma a Napoli (e mio malgrado devo constatare che visti gli ultimi accadimenti non si notano più tanto le differenze.....) dove c'è una delle migliori università forse d'Europa che è la "Federico II"! Ironia e rabbia a parte, mi ha proposto di ripetere in questi giorni nuovamente gli acidi biliari, per confermare o meno la possibilità di questo "famigerato" SHUNT. Mi dispiace e mi scuso di parlarLe con un tono abbastanza infervorato ma potrà capire (da amante, come me, degli animali) che ormai questa "odissea" dei "forse" e dei "proviamo..." va avanti da quasi un mese senza  progressi. E' chiaro che da parte mia non c'è più tutta questa grande fiducia. Vorrei precisarLe che: il cane non ha mai perso l'appetito, anzi mangia volentieri me non è più vispa e allegra come una volta e che ha una lussazione a una zampa posteriore (ma mi hanno detto che è abbastanza frequente nei maltesi).
RingraziandoLa infinitamente dell'aiuto che potrà dare a me e alla mia maltesina, colgo l'occasione per salutarLa distintamente.

Giovanni S. Napoli.


ANALISI del 24/10/06 ore 12:36

ALKP= 69
ALT= 271
AMYL=264
AST=99
GGT=24
LIPA=453
ALB=3.4
CHOL=163
TP=6.8
GLOB=3.4

WBC=14.8
RBC=6.79
HGB=16.0
HCT=49.6
PLT=315
MCV=73
MCH=23.5
MCHC=32.2
RDW=13.9
MPV=8.3
%LYM=14.9
%MON=6.5
%GRA=78.6
#LYM=2.2
#MON=0.9
#GRA=11.7
----------------------------------------------

ANALISI DEL 30/10/2006 ORE 12:48

ALB=3.4
ALKP=237
ALT=965
AST=110
CHOL=163
GGT=136
TBIL=0.1
TP=6.8
GLOB=3.4
-----------------------------------------

NOTE: PRESENZA di EMOLISI

UREA - AZOTEMIA 33
BILIRUBINA TOTALE 0.7
BILIRUBINA DIRETTA (coniugata) 0.2
BILIRUBINA INDIRETTA (libera) 0.5
ACIDI BILIARI 72,0

p.s. proprio mentre Le scrivevo il cane, mentre era stesa su di un lato, ha tirato a sè una delle zampe posteriori e si è lievemente lamentata ma poi si è messa con la pancia a terra e ha smesso.



14/11/2006
 

Caro Giovanni, la sua mail è molto simpatica e interessante, ma avrei preferito che spendesse due righe per descrivere bene questi episodi. Ho capito infatti che nessun collega è riuscito finora a dare un nome al sintomo, mentre, prima di decidere quali esami fare, mi sembra fondamentale capire cosa accade al cane durante gli attacchi. Nemmeno lei sembra preoccuparsi di questo argomento, essendo tutto preso dal girone degli “esami a tappeto”.  
Affinché lei sia motivato a capire cosa accade al suo cane quando sta male, voglio rappresentarle la confusione che regna sovrana a causa del fatto che si ignora questo punto fondamentale: la natura degli episodi. Le farò quindi un riassunto della sua mail.
Le diverse diagnosi che prendono vita dall’ipotesi che gli episodi siano di natura neurologica sono le seguenti: epilessia idiopatica (si tratta di crisi convulsive, proviamo con il gardenale), neoplasia cerebrale (si tratta di crisi convulsive, facciamo una TAC encefalo), shunt p-s (si tratta di crisi convulsive, dosiamo gli acidi biliari). Le diverse diagnosi che prendono vita dall’ipotesi che gli episodi siano di natura dolorosa sono le seguenti: stasi biliare e calcolosi della cistifellea (sulla base dell’ecografia addominale), artrosi (su nessuna base). La diagnosi che prende vita dall’ipotesi che gli episodi siano di natura neuromotoria è la seguente: malattia del sistema nervoso periferico (quale non ci è dato sapere)Di questo passo non si va da nessuna parte: è necessario in primo luogo osservare il cane e capire cosa avviene quando sta male. (Ho esaurito l’argomento “metodo”. Spero di averle dato qualcosa su cui riflettere.)
Poi, se vuole, può leggere un parere su alcune di queste diagnosi: non esiste alcuna possibilità che una lussazione ricorrente di rotula o una qualsiasi forma di artrosi possa determinare i sintomi descritti nella prima parte della mail; l’ipotesi dello shunt mi lascia un po’ fredda, vista l’età del cane, ma comunque gli acidi biliari andrebbero misurati sia a digiuno, sia nel postprandium; la TAC encefalo mi sembra davvero di scarsa utilità: per sottoporre un cane a tale esame è necessario davvero essere sicuri almeno della presenza di una sintomatologia neurologica (che si tratti cioè di crisi epilettiche). Prospettarle poi che il suo cane di 6 anni, solo perché ha avuto dei sintomi ai quali non è stato dato ancora un nome, debba avere un tumore al cervello, mi sembra una cosa irragionevole. Meno male che lei non ci ha fatto caso.
Questo è meno di un parere, solo una sensazione: visto che i sintomi scompaiono con il cortisone e visto che la sintomatologia è abbastanza vaga e potrebbe comprendere dolori episodici addominali, perché non valutare la possibilità di un morbo di Addison e dosare gli elettroliti?

Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere

 

 
gentile dott.ssa,
le scrivo a seguito della diagnosi effettuata sul mio gatto rosso di 10 anni, di nome micione (non a caso è un bellissimo gattone di quasi 8 kg.... un pochino cicciottello ma anche molto possente), al quale è stata diagnosticata una miocardite. è stato già ricoverato 2 volte per episodi di tromboembolismo, che lo hanno colpito sia alle zampette che con l'edema polmonare.
attualmente è in terapia con altiazem 1/4 al dì, diuren 0,5 ml 2 volte al dì, fortekor 2,5 mg 1 al dì e cumadin 1/16 al giorno.
nell'ultimo dosaggio del tempo di protrombina è stato rilevato un alto livello di fluidità ma con una presenza anomala, bassa (?), di fibrogeno e temono per una CID. l'altra notte prima di avere i risulati del prelievo il gatto mi ha svegliato con dei forti colpidi tosse a seguito dei quali respirava con difficltà e rumore. mi sono sbrigata quindi a fargli un'iniezione di calcieparina (soluzione ottenuta miscelando 0,1ml di calcieparna da 12.500 a 0,9ml di soluzione salina. di questa ne somminisro 0,15 ml ogni 8 ore).
quello che le chiedo è se esiste un farmaco specifico che posso dare al gatto con continuità, fino ad oggi infatti avevo già fatto l'eparina ma era stata sospesa una volta che il valore del tdp era andato ad 11,10 lasciando immodificata il resto della terapia ed anche il cumadin. e se a suo avviso stiamo procedendo nel modo corretto, in certi momenti mi sembra di vedere una sorta di sperimentazione clinica di cui vorrei fare a meno.
se mi volesse aiutare a capirci di più ed aiutare micione in questa difficile fase le saremmo entrambi infinitamente grati, felinamente
micaela,  micione e gli altri 3 miciuzzi di casa

16/11/2006
 

Cara Micaela, al di là del fatto che la diagnosi riferita è molto generica, purtroppo le malattie cardiache non si prestano a consulti a distanza, in modo particolare quando la situazione è non solo complessa, ma anche apparentemente poco stabile, come sembra trasparire dalla sua mail. Per questa ragione non sono assolutamente in grado di consigliarle una terapia differente da quella che sta seguendo. Deve comunque sapere che, sebbene esistano per ogni malattia delle linee guida che indirizzano il medico verso l’uso di un certo protocollo terapeutico, in cardiologia l’attenzione viene posta più che sulla malattia sul malato. La terapia cioè viene accuratamente modulata in base alla risposta clinica e in base all’evoluzione della cardiopatia. E’ per questo motivo che lei riceve una generale sensazione di insicurezza, ma i suoi dubbi (che si stia facendo “sperimentazione”) sono del tutto fuori luogo. Anzi, in tutta sincerità mi sembra che lei goda di un livello di scrupolosità e competenza, da parte di questi colleghi, per i quali tanti proprietari di cani e di gatti fanno dei bei chilometri.

Secondo me siete in ottime mani.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
cara dottoressa le ho scritto già altre volte e vorrei sottoporle ancora una mia difficoltà fiduciosa nella sua grande affettuosità e competenza.
dal 20 novembre sosterrò un trasloco dalla abitazione dove ho vissuto per sette anni a una nuova.
Ho a casa due gatti.
Penelope di anni quattro, femmina sterilizzata, piuttosto caratteriale e, da qualche tempo, molto nervosa;
Willi, suo figlio, anni uno mesi 10, buonissimo, paurosissimo iper traumatizzato dalla mamma che con lui è a tratti dolce a tratti una belva furente.
Willi ha terrore del trasportino non sono mai riuscita a portarlo fuori casa tranne quando aveva due mesi.
Penelope da circa sei mesi (da quando ho fatto l'errore di fare entrare un altro gatto per pochi giorni in casa mia) è terrorizzata di trovare altri gatti e, a volte, non riconosce Willi e lo deve annusare per tranquillizzarsi.
per ben tre volte penelope ha aggredito Willi in modo violentissimo costringendomi a separarli anche per giorni.
In particolare ciò avviene se penelope si spaventa per qualcosa (anche un rumore strano) e willi non è vicino a lei in quel momento, è come se entrasse in un tunnel mentale ha paura e quando lo vede non lo riconosce più e lo aggredisce.
In queste condizioni capisce la mia preoccupazione per il trasloco.
pensavo di sedare entrambi, aprire i loro trasportini in una sola stanza della nuova casa (dove avrò messo feromoni) quando sono insieme  e farli riprendere ed ambientare solo lì, per un poco, sempre senza mai separarli.
Cosa ne pensa, mi dia un consiglio, la prego!
Il sedativo per Willi è indispensabile ma non so neanche a quale ricorerre!!!!!
Maria F.

17/11/2006
 

Gentile Maria, mi aveva forse scritto per un problema con il trasportino?
Potrebbe andare bene l’aloperidolo a dosaggio ansiolitico in unica somministrazione, oppure il diazepam sempre in unica somministrazione, oppure la clomipramina, iniziando a trattare entrambi i gatti qualche giorno prima (si sfrutterebbe l’effetto di sedazione dei primi giorni di terapia, un effetto transitorio) e poi proseguendo per qualche settimana, fino a che la situazione non si normalizza. Sicuramente deve parlarne con il suo veterinario, se non altro per farsi fare la prescrizione necessaria, ma inoltre secondo me dovrebbe, prima o poi, sentire anche un comportamentalista, perché mi sembra che né madre né figlio, a causa di questo disturbo, facciano una bella vita.

Abbracci, dott.ssa Nicoletta Bevere 
salve dottoressa, ho un cucciolo di pastore tedesco di due mesi il suo peso e di appena 3 kg, è molto piccolo; quando aveva quaranta giorni l'ho sottoposto ad un cura contro i cocciti che lo rendevano scheletrico, adesso e guarito. la mia domanda e se il suo ritardo di crescita è dovuto a questo oppure è affetto da nanismo ipofisario. le chiedo se mi può dare qualche consiglio se ci sono particolari del cane per cui posso accorgermene. la ringrazio
gianluca (pg)

18/11/2006
 

Gentile Gianluca, la malattia della quale ha sofferto il suo cane è del tutto compatibile con questo ritardo dell’accrescimento corporeo. Dia tempo al suo cucciolo di riprendersi dalla parassitosi e lo alimenti con un mangime di buona qualità per cuccioli di grossa taglia: vedrà che il peso aumenterà presto. E’ vero che il nanismo ipofisario è ben documentato nel Pastore Tedesco, ma non perché il suo cane appartiene a questa razza deve avere una tale malattia. Si tratta di un disturbo rarissimo. In ogni caso la patologia si manifesta con un ritardo di crescita che inizia ad evidenziarsi tra il primo e il secondo mese di vita, e successivamente con il mantenimento di un mantello lanuginoso tipico del cucciolo e con la formazione di aree prive di pelo nelle zone di frizione. Ma non stia a pensarci su!

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere 
gentile dottoressa,
un gattino randagio di circa tre mesi non cresce e in questi giorni ho notato un ingrossamento smisurato e anomalo dell'ano, cosa posso fare?
La ringrazio!
Cordiali saluti!
Cristina

18/11/2006
 

Gentile Cristina, posto che lei lo stia alimentando correttamente, l’ipotesi più favorevole è che il gattino abbia una parassitosi intestinale quale causa della crescita stentata. La frase “ingrossamento smisurato dell’ano”  mi fa capire che 1) il gattino potrebbe avere un prolasso del retto, 2) l’animale da quando ha questo problema non è stato visto da un veterinario.

Lo porti da un veterinario, molto in fretta. Spero anzi che l’abbia già fatto, non affidandosi per un problema di tale urgenza ad una rubrica di posta!

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere



 
 
Salve dott.ssa,
ho un gatto di due anni che da circa due settimane ha manifestato un gonfiore addominale ad entrambe i lati. Sono andata proprio ieri dal veterinario e iniettando una siringa nella pancia, è uscito un  liquido viscoso come l'acqua ma giallastro. Il dottore mi ha comunicato che si tratta di una malattia infausta e senza rimedio, inoltre mi ha riferito che si tratta della malattia di graffio del gatto che si può trasmettere da gatto a gatto, mi potrebbe fornire cortesemente delle spiegazioni in più? ho cercato molto su internet ma quella malattia di cui mi parlava il dottore non corrisponde ai sintomi.
nonostante il dottore non mi abbia dato speranze, ho fatto togliere ben 13 siringhe grandi di liquido....con la speranza che un miracolo possa salvarlo.
la ringrazio per la cortese attenzione e per l'eventuale risposta.
aspetto con ansia una sua risp.

Marika

19/11/2006
 

Gentile Marika, non so cosa lei abbia cercato in rete, e per la verità non so nemmeno che diagnosi le abbia posto il veterinario, visto che non me la riporta.
Deduco io (dai sintomi del gatto e dalla prognosi infausta) che forse il suo veterinario le ha detto che il tipo di versamento, l’età del gatto, la storia del gatto e il risultato della visita clinica rendono altamente probabile la diagnosi di peritonite infettiva felina (FIP o PIF). Si tratta di una malattia virale, sostenuta da un coronavirus, che colpisce i gatti sotto i tre anni di età o sopra i dieci anni, soprattutto se hanno soggiornato in gattili o altri ricoveri caratterizzati da un certo affollamento di animali. La diagnosi si basa sull’insieme dei risultati della raccolta anamnestica (cioè la storia del gatto e gli eventuali soggiorni in colonie o gattili), la visita e alcune indagini di laboratorio (emocromo, analisi del versamento, sierologia, elettroforesi delle proteine sieriche). Si tratta di una diagnosi di probabilità e non di certezza. La malattia è purtroppo mortale in tutti i soggetti e il tempo di sopravvivenza è quasi sempre inferiore alle due settimane dallo sviluppo dei segni clinici. L’unica terapia che può alleviare e rallentare di poco il decorso della malattia prevede l’uso di prednisone per via orale a dosaggi immunosoppressivi. Insistere con la rimozione del liquido del versamento addominale potrebbe non essere così vantaggioso, in quanto questo liquido si riforma velocemente per la presenza dell’infiammazione peritoneale e, ricostituendosi, sottrae proteine dal sangue. Questo consumo delle proteine presenti del sangue può determinare una caduta della cosiddetta pressione oncotica, la quale costituisce uno dei meccanismi per i quali i liquidi corporei tendono a starsene più nei vasi sanguigni che al di fuori di essi. Altro discorso andrebbe fatto invece se il liquido fosse raccolto in torace e se questo determinasse una difficoltà respiratoria.

Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentile Dott.ssa Bevere
Gradirei un suo parere riguardo le terapie d’elezione in caso d’insufficienza mitralica ed ipertensione nei cani anziani
In tali casi è corretto associare anche un diuretico oltre la cura con Fortekor? Ci sono controindicazioni per i diuretici?
E possono essere somministrati per tutto l’arco della vita del cane?
Grazie per una sua cortese risposta
Beatrice

19/11/2006
 

Gentile Beatrice, la terapia in corso di insufficienza mitralica varia in funzione della gravità della malattia. Quando il cane è completamente asintomatico si può scegliere di non somministrare alcuna terapia o di utilizzare dei beta bloccanti. In realtà nella maggior parte dei casi anche in questa prima fase molti veterinari usano prescrivere un ACE inibitore, ossia un antipertensivo (il farmaco di cui parla). Si tratta di un’abitudine in parte derivata dalla medicina umana, in parte spinta dalle ricerche sovvenzionate dalle case farmaceutiche (non proprio “al di sopra di ogni sospetto”), le quali insistono sulla assoluta necessità di trattare con un ACE inibitore qualsiasi animale nel quale venga percepito un soffio cardiaco, indipendentemente dalla sua gravità e dallo stadio nel quale si trova la malattia cardiaca.

L’ipertensione non è una malattia primaria nel cane (a parte casi rarissimi), ma è il primo meccanismo di compensazione con il quale l’organismo cerca di far fronte al danno valvolare in corso di insufficienza mitralica. Poiché si tratta di un meccanismo compensatorio fisiologico, che inizialmente produce un effetto benefico, alcuni cardiologi scelgono appunto di non contrastarlo subito con un antipertensivo. Questa scelta, come già detto, contrasta con le indicazioni che provengono dalle case farmaceutiche e dalla medicina umana. Successivamente l’ipertensione, che inizialmente riusciva a migliorare le performance cardiache, diventa non solo insufficiente, ma addirittura dannosa, di modo che l’uso di un antipertensivo diviene inevitabile.

Quindi, quando la malattia diviene sintomatica, tutti sono concordi nella necessità di usare un antipertensivo, al quale generalmente si associa un diuretico. Il diuretico, in corso di insufficienza cardiaca in fase di scompenso non ha controindicazioni, è anzi necessario, ma porta con sé l’effetto indesiderato di aumentare la diuresi dell’animale e quindi di costringere il proprietario a portare a spasso il cane più frequentemente di quanto vorrebbe.

In base alla gravità della patologia, valutata sulla base di un’ecocardiografia, possono essere associati anche farmaci che stimolino la contrattilità cardiaca e farmaci antiaritmici. Se la terapia ha una sua ragione d’essere, naturalmente determina un netto miglioramento della sintomatologia e non può essere sospesa senza che si verifichi un aggravamento delle condizioni dell’animale. Per questo motivo, una volta che viene intrapresa è previsto che venga protratta per tutta la vita del cane.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Salve dottoressa,
ho da poco preso una cagnolina(è nata il 5 settembre)e abbiamo notato che le manca un po' di pelo all'attaccatura delle orecchie e nelle zampe davanti.Il veterinario ha detto che è Rogna Rossa trasmessa dalla madre,ma comunque solo quella nelle zampe.Per quello che riguarda le orecchie ha detto che potrebbe essere una sua caratteristica,ma in effetti questo è il punto dove le manca più pelo.Ci sono state ordinate come cura delle spugnature nelle parti interessate con Neguvon ogni 4 giorni,ma mi sembra che non ci siano risultati,pur avendo effettuato già 2 applicazioni. Esiste secondo Lei una cura più efficace di quella proposta dal nostro veterinario?Secondo Lei è il caso di preoccuparsi?
Grazie per l'attenzione.
Saluti
Simona B.  -  Genova

19/11/2006
 

Gentile Simona, se la diagnosi di demodicosi (anche detta rogna rossa) è corretta, essendo stata ottenuta con la dimostrazione microscopica degli acari attraverso scarificati profondi o prelievi di pelo, e se questa demodettica è generalizzata a più aree del corpo, sarebbe opportuno alla terapia topica (locale) associare una terapia sistemica (generale). Il trattamento topico di solito prevede l’uso dell’amitraz (Demotik), mentre per il trattamento sistemico è possibile usare l’ivermectina (Ivomec) per via orale a giorni alterni o per via sottocutanea ogni due settimane, oppure un prodotto spot on a base di moxidectina e imidacloprid da usare una volta ogni 3-4 settimane (Advocate). La terapia sistemica, più o meno associata a quella topica, oltre ad essere indubbiamente assai pratica, secondo me ha anche molte più probabilità di essere efficace rispetto alla cura che sta seguendo, esclusivamente topica, con un farmaco che forse non è proprio il primo della lista tra quelli più amati dai dermatologi.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere

 

Ho una gattina di circa 4 mesi da sabato, è molto molto affettuosa, fa i suoi bisogni nella cassettina ( ne ho comperata una chiusa ma mi pare che la stia tranquillamente utilizzando ). Siamo state insieme sabato e domenica in casa, poi da ieri ho ricominciato a lavorare, ma comunque nella pausa pranzo mi reco a casa. Proprio oggi mi sono accorta che ha fatto la pipì sul letto ( nel quale entrambe dormiamo )… non riesco a capire il perché! Quando me ne sono accorta l’ho presa e gli ho messo il muso sulla coperta sgridandola.
Cosa devo fare? Come mai l’ha fatta proprio sul letto?Ho avuto in passato altri gatti, ma sul letto non l’hanno mai fatto!
È possibile che dormendo, sognando se la sia fatta addosso?
Oppure, sul letto gioca sempre con un pupazzo, è probabile che durante la “lotta” con il peluche si sia emozionata?
… non mi do pace!
N.B La ghiaia che ho acquistato è super moderna, non è sabbiosa come le solite in commercio, sembra, dall’aspetto “sale grosso”… la cacca la tolgo ogni giorno, ma la pipì non facendo la palla rimane ( appunto per questo questa nuova e tecnologica ghiaina assicura l’assorbimento della pipì ) E comunque in questi giorni ha sempre fatto pipì nella sua cassettina!
Spero di ricevere presto una vostra risposta.
Saluti Cordiali,
selena p.

21/11/2006
 

Gentile Selena, non ripeta mai più quello che ha fatto in quanto: 1) il gatto non è un cane al quale si dovrebbe, secondo una sciocca ma persistente credenza, far annusare la propria urina per fargli capire “che cosa brutta hai fatto”, 2) anche nel cane questa manovra sortisce l’effetto opposto a quello che si vorrebbe ottenere. Quello che ha fatto la sua gattina è semplicemente l’espressione di un disagio, provocato magari dal suo improvviso allontanamento e dalla perdita quindi di una preziosa compagnia. Se lei al disagio del suo gatto aggiunge anche un comportamento aggressivo e punitivo non fa altro che aggravare lo stato di tensione emotiva del povero animale. Quello che deve fare è: non punire mai il gatto ma giocare molto con lui, lasciare il cibo a disposizione 24 ore su 24, disseminare in casa oggetti interessanti da esplorare (giocattoli, scatole di cartone dove rifugiarsi, luoghi rialzati dove andare, superfici da graffiare, eccetera), accertarsi che la lettiera sia sempre pulita. Se il problema non si risolve in 2-3 giorni, utilizzi subito anche i feromoni (Feliway). Se l’età non fosse di quattro mesi, ma di cinque o sei, verificherei anche che la gatta non stia andando in calore. In quel caso sarebbe da sterilizzare.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 

 
Gentilissima Dottoressa Bevere,
vorrei chiederle un consiglio circa il mio cane.
Birba è una maremmana di quasi 14 anni che è stata operata per l'asportazione dell'utero circa 9 anni fa.. (non ha tolto le ovaie); in questi giorni ho notato delle piccole perdite di sangue dalla vagina, così l'ho portata dal veterinario vicino casa dove le hanno prelevato le urine (lei a volte soffre di cistite) e le hanno fatto una ecografia addominale.. le scivo il referto: "Ovaio sn policistico-ovaio dx con cisti unica prb della borsa ovarica-moncone uterino ispessito- ipoecogeno con materiale luminale- patologia del moncone ovarico (utile ovariectomia)- si osserva formazione nodulare a carico della milza nella sua parte caudale e mediale- l'aspetto è nodulo disomogeneo misto (carattere di complex mass)- possibile neoplasia vascolare (?) utile splenectomia non prima di indagine egc accurata del fegato e radiografica del torace da effettuarsi in sedazione".
Il veterinario ha consigliato l'intervento con asportazione delle ovaie, la pulizia del moncone uterino e l'asportazione della milza, se dall'ecografia al fegato e dall'rx ai polmoni non si evidenziano metastasi.Ha inoltre aggiunto che potrebbe essere molto rischioso data l'età di Birba, soprattutto nel postoperatorio, più o meno c'è il rischio si una "sindrome da allettamento".Per cui le opzioni sarebbero: operazione o antibiotico per 10-15gg e controllo.
Ho sentito la mia veterinaria (che ha operato Birba 9 anni fa) che ha detto che dovrebbe bastare il Baytril (150mg ogni 12 ore per 2 settimane e poi un controllo) e che un eventuale intervento sarebbe eccessivo.
Premettendo che Birba è molto tranquilla, non sofferente ed attiva, le faccio le mie domende:
1_ Peché nell'ecografia parla di moncone ovarico e non uterino?
2_ Essendo le ovaie policistiche potrebbe la parte fluida evidenziata all'ecg derivare dal fatto che lei in questo momento è decisamente in calore? o almeno sembrare la situazione aggravata? potrebbero già esserci state delle perdite che non ho notato nei precedenti calori? sono io troppo speranzosa o loro troppo allarmisti?! (non vorrei che per soldi mi dicessero che l'intervento è necessario)
3_Lei reputa che un intervento sia necessario?! o ci sono speranze che con l'antibiotico si risolva?
4_Nell'eventualità di un intervento, io nutro seri dubbi nel togliere la milza con il rischio di spargere ancora di più cellule cancerogene e soprattutto togliere un'organo importante ad un cane di 14anni che deve riprendendersi dall'intervento,lei che ne pensa?
5_L'operazione non potrebbe essere fatta in laparoscopia, che forse aiuterebbe la ripresa del cane?
6_Fare delle lavande con soluzioni antibiotiche (anche naturali come l'olio di malaleuca) potrebbe aiutare? o anche per via orale?!
7_Premettendo che sono contro l'accanimento terapeutico, che darei un braccio per evitare a Birba delle inutili sofferenze, ma che tenterei il possibile.. secondo lei la terapia è giusta o si potrebbe tentare altro? ci sono delle vie alternative o qualche speranza che la massa sia lenta nel suo progresso data l'età? se fosse "solo" per quella io lascerei in pace la mia cucciola finché è tranquilla...
La ringrazio infinitamente per l'attenzione che vorrà darmi e per i consigli. Ho paura di non fare abbastanza o di fare troppo, ho paura di fare la scelta sbagliata, non riesco a dormire da tre giorni ormai.. lei è la mia gioia..
Grazie ancora,
Cecilia M.
Roma

22/11/2006
 

Gentile Cecilia, purtroppo 9 anni fa il suo cane è stato sottoposto ad un intervento assolutamente sconsigliabile, in quanto le ovaie non sono state rimosse, mentre andavano asportate, e l’utero è stato asportato in modo parziale, mentre andava asportato completamente, compresa la cervice. Il risultato è che le ovaie sono andate incontro a patologia cistica e il moncone uterino ora sembra andato incontro a piometra. Sono cioè presenti contemporaneamente due problemi: la sindrome del residuo ovarico persistente e la patologia del moncone (uterino, si intende). Rispondo alle sue domande.

1) La dicitura “patologia del moncone ovarico” scelta dall’ecografista non è proprio universale, ma racchiude in sé le due malattie di cui sopra, malattie che un intervento eseguito diversamente avrebbe risparmiato.

2) No. Durante l’estro le ovaie non sono policistiche. Comunque la presenza di ovaie policistiche non dovrebbe farci pensare alla sala operatoria, in quanto la malattia è asintomatica. Se non fosse per una possibile piometra (dall’ecografia il moncone uterino sembra pieno di liquido e questo liquido potrebbe essere pus) il suo cane sarebbe solo da lasciare in pace. La possibilità di una piometra invece costringe a prendere in considerazione l’intervento, che non è di ovariectomia, ma è di isterectomia (correzione dell’isterectomia mal eseguita). Poi già che si è lì ovviamente sarebbe assurdo non asportare anche le ovaie.
3 e 4) Tutti sanno che in corso di piometra la terapia conservativa (antibiotico) non è in grado di guarire la malattia. Però se il suo cane sta bene e non presenta alcun sintomo di piometra (ipertermia, aumento della sete, abbattimento), allora in considerazione dei suoi 14 anni probabilmente è più conveniente tentare di controllare la malattia in modo farmacologico, con gli antibiotici.
5) E’ molto difficile che ci sia la possibilità di eseguire un’ovarioisterectomia in un tempo inferiore e con una maggiore sicurezza con la laparoscopia piuttosto che con la chirurgia tradizionale.
6) No, in quanto le lavande agiscono appena sull’ultima porzione della vagina, mentre la patologia è dell’utero e della cervice.
7) Sono perfettamente d’accordo con lei. Tuttavia deve sapere che non è detto che un intervento di splenectomia (e già che siamo lì, anche di ovariosterectomia), seguito dall’esame istologico della neoplasia e quindi da un’eventuale chemioterapia, non potrebbe causare un certo aumento dell’aspettativa di vita del suo cane, sempre considerando l’età di 14 anni.
Purtroppo lei non si trova di fronte ad una scelta obbligata. E’ possibile che l’intervento si riveli, con il senno di poi, del tutto inutile. Oppure è possibile, sempre con il senno di poi, che lo stesso intervento di splenectomia e ovarioisterectomia regali al suo cane dei mesi di vita felice, dei quali altrimenti forse non avrebbe goduto. Ma nessuno le può fare una previsione certa certissima. Faccia quello che la fa stare meglio.

Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere

 

 
cara dottoressa, le ho scritto più volte chiedendole consigli per i miei mici ed ora ho bisogno di un suo suggerimento anche per una cara amica.
La mia amica ha una colonia di gatti che tiene nel giardino della casa di campagna;ogni giorno si prede cura di loro portandogli da mangiare e , quando nota qualcosa di strano, portandoli dal veterinario e curandoli.
Dopo anni di vita serena della colonia, nel giro di una settimana dieci giorni,  ha perso quattro micetti per motivi ancora non chiari, inutile dirti il dolore  e lo strazio di tutti noi:
- un micio di otto mesi lo ha trovato morto in giardino senza segni particolari circa cinque giorni fa;
- una micetta della stessa età - che aveva avuto sin da piccola problemi diagnosticati e tenuti in cura dal veterinario come rinotracheite - si è aggravata circa una settimana fà ed è stata subito portata dal veterinario; questi dopo averla visitata le ha trovato un foro al palato e la ha sottoposta ad intervento chirurgico per chiuderle i foro; ci ha riferito che nel corso dell'intervento ha trovato erba all'interno del palato ed un inizio di perforazione dell'osso superiore del palato - che ha ipotizzato provocata da spighette o altra erba -; dopo avere chiuso il palato molle ha interrotto l'intervento dicendo che conveniva aspettare per valutare di intervenire nuovamente solo se necessario; la gatta dopo essere migliorata nei primi tre giorni ha iniziato a peggiorare, smettendo di mangiare e respirando sempre peggio con perdite di muco; il sesto giorno è morta e con lei un pò del nostro cuore;
- un micetto di sette mesi, bianco bellissimo e in ottima forma, che da piccolissimo aveva pure sofferto di rinotracheite lo abbiano trovato venerdì sera che stava male, aveva vomitato e rifiutava cibo, nessun problema respiratorio;
abbiamo pensato ad un avvelenamento anche se  non c'erano tracce di sangue nel vomito; portato di urgenza e ricoverato dal veterinario; aveva quaranta di febbre gli è stato somministrato antipiretico e antibiotico; la mattina aveva 35 di tempertaura si era fatto pipì addosso e forse aveva anche vomitato e defecato; gli hanno fatto le analisi del sangue e alle 14 hanno ritenuto - dopo averci chiesto di andare noi in farmacia a comprarlo perchè non avevano più - di somministrargli comachion (scusa se non si scrive così), mezza fiala, e antibiotico, dicendo di non sapere se era avvelenamento o gastroenterite; hanno somministrato anche plasil, dopo tre giorni di terapia così organizzata e temperature che scendevano sino a 33, salvo qualche volta risalire anche a 37, il micetto è morto lunedì pomeriggio tardi;
- martedì abbiano trovato un micetto di mesi cinque cui usciva  sangue dalla bocca e stava malissimo;portato da altro veterinario è morto nel tragitto, questo veterinario guardando il cucciolo già morto ha escluso avvelenamento e fatto una ipotesi di leucemia felina o gastroenterite virale;
siamo disperate!!!! sono rimaste solo due gatte adulte, di cui una non si fa toccare e due cuccioli, uno di sette mesi, fratello del micetto bianco morto, che abbiamo chiuso a casa in campagna, uno di otto mesi che si è allontanato e abbiamo intravisto nel terreno di un vicino, un altro di cinque mesi, fratello di quello morto ieri che già da dici giorni la mia amica ha portato a casa sua in città perchè evidenziava un aggravamento di una originaria rinotracheite;
la prego mi dica cosa possiamo fare, non sappiamo più di chi fidarci avevamo chiesto ogni possibile analisi che fosse utile a salvare o aiutare i cuccioli malati, allo studio abbiamo chiesto anche cosa fare con i micetti ancora vivi ma non sanno cosa dirci e hanno sempre troppo poco tempo e attenzione per casi più urgenti;
temo che a Palermo non ci sia la attenzione e professionalità sugli animali che dovrebbe esserci;
può indicarci che analisi fare, quali esiti  possono darci le analisi, o come eventualmente attivarci rispetto ai sopravvissuti?
Una ultima cosa.
Non so se è una mia paranoia ma avendo aiutato la mia amica con i suoi micetti e avendo anch'io accudito il micetto bianco mentre era dal veterinario non vorrei avere fatto da portatore di malattia per i miei due micetti di casa (Penelope e Willi   per i quali ti ho tante volte disturbata); ho sempre lavato le mani e tolto le scarpe prima di rientrare a casa ma non sono stata  cauta con gli indumenti ( e non ricordo bene neanche ora quali indossassi); Penelope ha quattro anni e nel 2002 ha fatto  vaccino standard (come dire che non so per quale malattia) e relativo richiamo, Willi ha due anni e non è vaccinato perchè dopo il primo vaccino non lo ho portato per il relativo richiamo; ho paura anche per loro, posso fare qualcosa? vaccinarli ora sarebbe meglio o ancora più pericoloso non sapendo cosa ha aggredito i gatti della mia amica????  
Grazie sempre per l'aiuto e il conforto che sa dare.
Maria Roma

23/11/2006
 

Gentile Maria, con un esame emocromocitometrico e con un test della coagulazione sarebbe possibile differenziare un possibile avvelenamento da anticoagulanti da una forma di gastroenterite virale. In assenza di questi esami fatti in vita, la diagnosi potrebbe essere affidata ad un esame autoptico eseguito da un centro referenziato (università o laboratorio che esegue anche necroscopie). Per proteggere i suoi gatti, se si trattasse di gastroenterite virale, dovrebbe usare sulle suole delle scarpe una soluzione di candeggina e acqua 1:12. E visto che frequenta una colonia di gatti farebbe bene a vaccinare i suoi animali.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Egregio dottore
spero lei possa rispondermi in giornata anche se so che è quasi impossibile e comunque io tento.
La mia cagnolina, una barboncina toy di 13 anni 4 mesi fa è stata operata per un carcinoma alle mammelle e l'intervento è andato bene.
A distanza di 4 mesi dal suddetto intervento notavo un nodulo sullo stesso punto e immeditamente ho portato la cagnolina dal veterinario il quale mi ha detto di aspettare 15 giorni e se aumentava di fare l'ago aspirato.
E' stato fatto l'ago aspirato e trattasi di un sarcoma, quindi un tumore diverso dal precedente.
Il veterinario mi ha detto che non gli è mai capitato un caso così e comunque mi consiglia di asportare immeditamente quel sarcoma e l'unico problema potrebbe presentarsi all'interno di quel sarcoma perchè  non sa che margini trova.
Esternamente mi dice che è possibile rispettare i margini di sicurezza.
Preciso che il cane non ha alcun sintomo di questo maledetto tumore, sta bene, mangia è vivace come lo era anche quando è stato tolto il carcinoma.
Operero' il cane sicuramente sabato 25 novembre, spero lei possa rispondermi presto.
Saluti Paola

24/11/2006
 

Gentile Paola, è abbastanza frequente che la citologia dei tumori mammari non si accordi con l’esito dell’esame istologico, al quale infatti ci si affida per sapere davvero di che tumore si tratta. Quindi non c’è da farsi troppi pensieri per lo strano esito della citologia: può essere. Le faccio i miei più cari auguri per l’intervento di domani.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 

 
Gentile dottoressa,sono di nuovo Emy, le scrivo ancora per avere alcuni consigli.La aggiorno sulla situzione delle precedenti questioni a lei richieste:il ventenne Balzi con insufficienza renale e stomatite sta abbastanza bene,lo curo con pastiglie di stomorgyl quando presenta i sintomi ,;la ventenne Flo con tumore alla mammella è stata operata, spero con successo;i punti dolenti sono la tredicenne Geraldina con granuloma eosinofilico , rinite e per finire insufficienza renale con i seguenti valori BUN45,  CREA 2,8,  TP8,4    ,ALT28  AST81   ALKP33  GGT0      TBIL0,3   che prende mezza pastiglia di Fortecor5 e fa finta di alimentarsi con gli alimenti specifici renali di tutte le marche e consistenze in commercio(non gli piacciono), questa micia presentava una sete eccessiva e per questo le ho fatto fare le analisi del sangue , il mio veterinario ha detto che può essere una forma transitoria di insufficienza da verificare al prossimo prelievo che avverrà fra un po di tempo perchè occorre fare una sedazione.IL colpo finale mi è stato inferto oggi quando ho ritirato le analisi del novenne Renzo,che beveva ,da un po di tempo in modo per me eccessivo,ero relativamente preoccupata perchè mangiava in modo regolare ,svolgeva una vita normale , anzi ,visto che i vicini hanno un gattino di pochi mesi, passava il suo tempo a giocare e rincorrersi con il nuovo venuto, invece questi i risultati BUN 65  CREA  4,7   PHOS 7,5   TP  8,9   ALB2,7 GLOB  6,2  ALT 195  AST 133 ALKP53   GGT 2   TBIL 0,6  , per quanto riguarda i risultati ultimi della lista il veterinario ha detto che potrebbero essere un po' falsati perchè il gatto si era molto agitato e si è dovuto ,infine, sedarlo per il prelievo. Il mio veterinario mi ha detto che la situazione è molto grave, che dopo un periodo con il fortecor occorre rifare il prelievo e mi ha parlato anche di Cushing???,non so dirle di più perche sono entrata nel  "panico" e non sono stata in grado di capire meglio e di porre delle domande chiarificatrici... so solamente che non mi sembra possibile che Renzo sia così grave , secondo lei può essere una forma transitoria , si sarà preso in tempo.. so che sono domande senza senso ma...Io la ringrazio per la pazienza  . Emy

25/11/2006

 

Cara Emy, gli esami di Renzo, assieme al persistente aumento della sete che lei riferisce, sono del tutto compatibili con un’insufficienza renale cronica, come le ha detto il collega. Tuttavia non è detto che trattando il gatto con la dieta appropriata e con gli acidi grassi non si riesca ad abbassare molto sia la creatinina sia il fosforo. Inoltre il fatto che Renzo abbia appetito e voglia di giocare è un dato assai favorevole, indipendentemente da quel 4,7 di creatinina che è solo un numero il quale, preso da solo, non ha proprio alcun valore prognostico. E’ necessario trattare il gatto e ripetere l’esame, prima di sciogliere la prognosi.
L’utilizzo dell’antipertensivo come unico presidio non mi trova d’accordo, in quanto l’ipertensione, sebbene sia un fattore che accelera la progressione del danno renale, resta tuttavia un meccanismo con il quale il rene riesce a filtrare più sangue e quindi a lavorare meglio. Quando si utilizza un antipertensivo quindi si sottrae al rene un sistema di compensazione molto utile, di modo che diviene importantissimo, contemporaneamente, minimizzare tutti gli altri fattori che ne aumentano il carico di lavoro. Quindi è necessario che Renzo venga trattato anche con la dieta e con gli acidi grassi. Per quanto riguarda il Cushing, a parte il fatto che gli esami di laboratorio riportati non sono per nulla indicativi, si tratta di una malattia con un quadro clinico importante (debolezza muscolare, inattività, evidenti alterazioni del mantello e della cute, fragilità cutanea con tendenza alla lacerazione spontanea della cute), del quale lei si sarebbe accorta certamente.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
salve,
io ho una gattina di appena quasi sei mesi,
apparentemente stava bene fino poi, ieri mattina mi sono accorta che era un po strana ,non aveva voglia di giocare,cosi l'ho lasciata riposare.
in tarda serata sembrava che si fosse ripresa perche si era rimessa a giocare un istante dopo a smesso e non ha nemmeno voluto mangiare.
avverto in lei un respiro strano quasi un pò affannoso e dei piccoli lamenti di tanto in tanto
.adesso è nel mio letto che dorme accanto a me e non siè alzata dal letto come di solito fa per seguirmi.
sono preoccupata per il mio micio.
sono una ragazza molto apprensiva e ho gia portato dal veterinario mesi fà l mio gatto pensando che stesse male.ma era un falso allarme la prego mi risp grazie
Emanuela

26/11/2006
                              
         

Gentile Emanuela, senza una visita, non c’è alcuna possibilità di capire cosa abbia la sua gattina. Mi faccia sapere!

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gentile dott.ssa,
la mia gatta di 12 anni presenta una zampa posteriore zoppicante e il veterinario mi ha detto che non si tratta di lussazione bensì questo problema è dovuto ad un salto con "atterraggio poco morbido" e mi ha prescritto della gocce "celestone" ma è passata una settimana e la gatta zoppica in egual modo.cosa posso fare?in più 3 mesi fa è stata operata per un tumore alla mammella e purtroppo il veterinario mi ha confermato che si è riformato ma preferisce non operare sia per l'età della gatta e anche perchè dice che se non si ulcera,non crea problemi.Sono spaventata e non vorrei che ci fosse un nesso tra i due problemi.Cosa posso fare?devo solo sperare che vada tutto bene o mi consiglia altre vie???
Grazie,Letizia

26/11/2006
 

Gentile Letizia: la seconda che ha detto (altre vie). Per una zoppia che non accenna a diminuire nonostante la terapia antinfiammatoria vale senza dubbio la pena fare una radiografia, dopo aver individuato con una visita la sede algica, cioè la sede articolare o il segmento osseo dove il dolore sembra localizzato e dove quindi è situata la lesione che dà origine alla zoppia. Ad esempio: il gatto ha una zoppia posteriore destra, dalla visita ortopedica risulta una reazione dolorosa dell’animale alla palpazione e all’esecuzione di movimenti passivi del ginocchio, si esegue una radiografia del ginocchio destro ed eventualmente del ginocchio sinistro (per confronto con il ginocchio sano, in quanto alcune alterazioni radiografiche possono essere del tutto occasionali e non in relazione con la zoppia).
E’ probabile (e auspicabile) che la zoppia non abbia nulla a che vedere con il tumore mammario, ma se così non fosse il radiogramma dovrebbe essere diagnostico. Si tolga il pensiero.

Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere.

 
Gentilisima dottoresa Bevere,
ho due bellissimi gattini Thai, lei  9 mesi, lui 1 anno di età.
E' mia intenzione vivere con loro l'esperienza di una cucciolata e so che in futuro dovrò pensare, anche se mi spaventa l'idea, alla sterilizzazione, per il
loro bene. Da 15 giorni vivono separati perchè la micetta è in calore e si lamenta, piange,  si rotola in continuazione. Quando, dopo 5 giorni di separazione,
vedendola più tranquilla, ho a provato a rimetterli insieme per qualche attimo,  il calore si è ripresentato alla grande e il maschio ha cominciato a schizzare in giro. Temo che questo calore non passerà mai e che la situazione diventerà sempre più difficile da gestire. Mi dispiace vedere la mia piccola così disperata e sono tentata di farli accoppiare, ma ho paura per lei perchè ha solo 9 mesi e dalle informazioni che ho avuto la sua potrebbe essere una gravidanza a rischio. E' vero o si tratta solo di un'esagerazione?  Sono ancora, sempre seguendo i Suoi consigli, alla ricerca
del veterinario giusto, e avere da Lei un parere sarebbe per me estremamente importante.
La ringrazio e mi scuso per aver rubato spazio a chi ha problemi più urgenti e gravi dei miei.
Manuela

26/11/2006
 

Cara Manuela, deve sapere che l’intervallo interestrale (tempo che intercorre tra un calore e l’altro) nella gatta è mediamente di 8 giorni. Quindi per tutta la durata della stagione riproduttiva è normale che la sua gatta vada in calore con la frequenza che lei ha già sperimentato. E quando finirà la stagione riproduttiva? Nelle randagie o nelle gatte domestiche a pelo corto la stagione dei calori va, più o meno, da febbraio a settembre, con variazioni legate alla latitudine.
Al contrario, nelle gatte selezionate, a pelo lungo, come la sua, la stagionalità tende ad essere assente, di modo che non esiste una stagione riproduttiva vera e propria, ma la gatta va in calore per tutto l’anno.
Se la sua micia ora ha nove mesi, al momento del parto ne avrà undici e il suo accrescimento scheletrico sarà giunto a termine. Non vedo dove sia il problema. Poi però dovrà prendere una decisione.

Auguri di bei gattini!

Dott.ssa Nicoletta Bevere

 
gentile dottoressa, purtroppo ieri è morto il mio meraviglioso gatto zazà, 11 anni, per le complicazioni di un'ernia diaframmatica (arresto respiratorio). zazà è caduto tante volte dall'alto, anche dal sesto piano, ogni volta sembrava non essersi fatto nulla, ed io non ero abbastanza grande per imporre visite ed accertamenti ai miei genitori, poi leggendo le sue risposte ho scoperto che anche se l'avessimo operato subito sarebbe potuto morire durante l'intervento, mentre così ha vissuto altri anni pieno d'amore e di affetto. fino a domenica 19 stava bene, solito comportamento solite reazioni. poi ha smesso di mangiare, completamente. le analisi del sangue erano buone. del resto in questi anni tutti hanno confuso la sua sagoma a lepre con la magrezza o con un problema ai reni, che tra l'altro stavano benone. sabato notte ha iniziato a rantolare,
l'abbiamo ricoverato ed è andato peggiornado finchè lunedi è morto. sa dottoressa , la cosa più incredibile è pensare che è vissuto e morto senza mai piangere, senza miagolare...mai un lamento. avrà sofferto molto dottoressa? è una malattia dolorosa? noi non eravamo lì quando ha avuto l'arresto, ma siamo arrivati dopo poco, quando era però già scivolato in una specie di coma da cui non si è risvegliato.spero che non si sia sentito abbandonato in quegli ultimi due giorni alla clinica veterinaria. ho pianto tanto e tanto mi mancherà.grazie
per le sue risposte. marzia

28/11/2006
 

Cara Marzia, non penso che morire sia una cosa facile, ma dolore vero, no, quello sono sicura che non c’è stato. Mi dispiace molto per quello che le è successo e le mando un abbraccio forte!

NB 
Cara dottoressa,
ho uno schnauzer gigante di dodici anni che da ormai quattro/cinque anni ha la leishmaniosi, purtroppo la malattia da un anno ha preso anche i reni e solo grazie alle cure e cibi mirati siamo riusciti ad allungargli la vita tra periodi in cui si riprendeva anche discretamente.
Ora purtroppo la situazione è peggiorata perchè da alcuni mesi gli si sono formati dei piccoli e grandi tumori dentro la bocca causando anche la perdita di tanti denti.
Temiamo che i tumori possano scoppiare, a volte sanguina parecchio dalla bocca e non riesce più a mangiare bene ci vogliono cibi molli e nonostante abbia tanta fame e mangi parecchio è dimagrito tanto e spesso lo vediamo mangiare la terra in giardino, non sappiamo più cosa fare perchè camminare cammina ha ancora voglia di fare le passeggiate serali anche se più corte ma spesso non si regge in piedi, è debole e c'è il rischio di un emorragia, il veterinario ci ha detto che non reggerebbe un operazione per togliergli i tumori dalla bocca, dice che è troppo debole ma allo stesso tempo abbiamo paura che soffochi e stiamo valutando l'idea di sopprimerlo ma vederlo camminare, mangiare e venire a cercarci per delle carezze mi impedisce di pensare veramente a questa scelta.
Sono disperata perchè è il secondo cane che ci muore di leishmaniosi e mi sembra impossibile credere che tutte le migliaia di euro spese in flebo, medicine e mangimi non siano servite a nulla.
Isabella A.         Firenze

28/11/2006
 

Cara Isabella, purtroppo la leishmaniosi è una bruttissima malattia, ma non è vero che le cure che ha fatto non sono servite a niente, perché il suo Schnauzer gigante è arrivato a dodici anni di vita. E’ stato un cane fortunato, perché (leishmania o no) per questa razza di cane dodici anni sono tanti! Inoltre è stato curato e accudito da persone amorevoli e attente.
Ora l’animale mostra purtroppo di essere nella fase terminale della sua esistenza. Certamente andrà aiutato a morire quando verrà il momento, ma non perché è troppo magro o perché fa fatica a camminare o perché forse può morire da solo in modo improvviso (e in questo non ci sarebbe niente di male). E’ normale che, vedendolo camminare, mangiare e cercare le coccole vi ripugni l’idea di sopprimerlo: questo accade solo perché siete persone equilibrate, non siete terrorizzate dalla paura della malattia, e perché gli volete molto bene. Lo aiuterete ad andarsene quando lo vorrà lui, quando sarà ben chiaro che non ha più interesse nelle coccole, nelle passeggiate e nella vostra compagnia, quando i momenti di disagio e di distacco da voi saranno complessivamente preponderanti. Per quanto riguarda l’appetito, essendo abnorme, direi che più che un espressione di vitalità, è uno dei sintomi della sua malattia e quindi non è un buon metro di giudizio.

Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Buona sera,
Sono Chiara, ho uno shnauzer gigante femmina di 10 anni, sterilizzata...da circa 2 anni ha problemi nel camminare la zampa anteriore sinistra la fà zoppicare molto e presumo le faccia anche molto male perchè la lecca spesso ed è anche molto triste certi giorni atal punto da non voler uscire per i bisogni...il mio veterinario mi ha consigliato il "CONDROSTRESS" ma non ho riscontrato miglioramenti,di mia iniziativa ho effettuato una ricerca,vorrei integrare nella sua dieta che è a base di croccantini,delle verure (sedano,carote lattuga)e degli OMEGA 3,è come farmaco del RIMADYL...le volevo chiedere se può essere un pimedio da provare???e se si in che dosi somministrare il farmaco?la cagna pesa 35/40kg
le anticipo i miei ringraziamenti,distinti saluti.

28/11/2006
 

Gentile Chiara, prima di tutto andrebbe fatta una diagnosi. Se il collega le ha prescritto quel tipo di integratore, forse significa che la zoppia è a carico di un’articolazione colpita da artrosi.
Allora se la malattia è questa, la terapia che lei dovrebbe adottare certamente può prevedere l’utilizzo del carprofene come antinfiammatorio (per la prescrizione ci vuole un veterinario in carne ed ossa…), assieme agli acidi grassi e ai condroprotettori.
Sedano, carote e lattuga non hanno alcuna attività terapeutica, mentre esistono in commercio alcune diete molto utili in corso di malattia articolare (j/d Hill’s, JM Purina, Mobility Support Royal Canin).
Visto che il suo cane ha una zoppia cronica sarà presente anche un certo grado di ipotrofia muscolare, e quindi sarà necessario effettuare alcuni esercizi di fisioterapia, sia per mantenere in movimento l’articolazione colpita, sia per ripristinare il tono muscolare.
Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
Gent.ma Dott.ssa,
al mio pastore tedesco di 11 anni e mezzo e` stata diagnosticata, circa 2 anni fa, una 'mielopatia degenerativa' attraverso indagine radiologica. Il veterinario non mi ha dato possibilita` di terapia
curativa, consigliandomi di somministragli del cortisone per alleviare l'infiammazione.
A parte lo sconforto iniziale, ho cercato di non arrendermi di fronte a questa risposta e mi sono data da fare cercando su internet qualche risposta e qualche informazione che potesse dare una via di uscita al mio problema. Dopo aver visitato decine di siti, ho trovato quello della Dott.ssa Laura Cutullo che, nella sua rubrica " il veterinario risponde"
consigliava una terapia omeopatica proprio in un caso di Collie affetto da Mielopatia degenerativa. Suddetta terapia si basa su oligoelementi (oro-rame-argento,fluoro,manganese-cobalto,manganese-rame) somministrati a giorni alterni in successione (un flaloide al giorno) in aggiunta a granuli di gangli linfatici.
Non avendo alternative, e pensando che la situazione potesse precipitare in tempi rapidissimi, ho cominciato la cura di mia iniziativa e tutt'ora sto andando avanti.
Il cane reagisce bene o, quanto meno, non peggiora in maniera drammatica. Certo, non corre piu` e non puo` saltare...ma cammina e gioca e la sua vita e` quella che la sua eta` e la malattia gli permette. Il motivo per cui le scrivo, dopo aver saputo di lei per caso e per fortuna, e` per avere la sua opinione su quanto da me fatto e per sapere se posso andare avanti, magari con qualche accorgimento che Lei magari potra` darmi di persone e che possa aiutare il mio cucciolo a reagire ancora meglio.
La ringrazio sin da ora per una Sua cortese risposta.
Evelina C.

30/11/2006
 

Cara Evelina, la mielopatia degenerativa è una malattia per la quale non esiste alcuna cura di dimostrata efficacia. Nonostante ciò, come per tutte le malattie che non hanno una terapia, è sempre dietro l’angolo l’irrefrenabile tentazione di proporre e sperimentare protocolli terapeutici basati su vitamine, sostanze omeopatiche, fitoterapici, cortisone, e così via. Non esiste però alcun trattamento per il quale sia stato possibile dimostrare scientificamente una minima efficacia.
L’unico supporto terapeutico che ha un fondamento razionale e scientifico è costituito dalla ginnastica e dalla fisioterapia, le quali non hanno lo scopo di rallentare la malattia, ma di prevenire l’indebolimento delle masse muscolari causato dal disuso, migliorando quindi l’attività dei muscoli la cui innervazione non è stata ancora danneggiata.
Però leggendo la sua mail viene il forte sospetto che la diagnosi che lei ha ricevuto possa non essere corretta: infatti prima di tutto lei non parla degli esami che avrebbe dovuto fare per arrivare a tale diagnosi (almeno la mielografia e l’esame del liquor), e in secondo luogo due anni dalla diagnosi con il cane che “non peggiora” non sono proprio compatibili con la suddetta malattia, per la quale il tempo medio che intercorre tra diagnosi ed eutanasia è di 12 mesi, con un range che va da 6 a 36 mesi.
Il suo cane ha undici anni e mezzo e se il suo unico limite è che non corre più, direi che va tutto molto bene, e che l’unica cosa davvero da fare è un po’ di ginnastica e fisioterapia a casa. Dovrebbe cercare un collega nella sua zona che le spieghi come fare gli esercizi.

Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere

 
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