Il veterinario risponde
a cura della d.ssa Nicoletta Bevere
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Gentile dottoressa, 03/07/2006 |
Gentile signor…una zoppia può essere data da molte cause. Solo con una visita ortopedica si può determinare la sede interessata (ad esempio: mano, gomito, omero, spalla) e quindi successivamente si può emettere un sospetto sulle possibili cause che possono provocare, in quella determinata sede, quel certo tipo di sintomi rilevati alla visita. In teoria, sì, il suo cane può essere affetto da displasia del gomito, ma non per questo, cioè non solo perché un cucciolo di Pastore tedesco zoppica su un anteriore, è per forza lecito sospettare una displasia del gomito. Il collega che condurrà la visita ortopedica sarà in grado di restringere il campo, farle un brevissimo elenco di possibili malattie, e rispondere a tutte le domande del caso, in modo più concreto rispetto a quanto potrei fare io adesso, vista l’assoluta mancanza nella sua mail di elementi sufficienti per qualsiasi tipo di sospetto che non sia solo puramente teorico. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gentile dott.ssa avrei bisogno di alcuni chiarimenti sul virus del cimurro, alcune settimane fa l'ho contattata in merito al mio cucciolo affetto di Salve sono Vincenzo volevo aggiungere qualcos'altro sulla precedente mail, volevo chiarire che il mio cane sta fuori nel giardino quindi dentro dove dorme è stato disinfettato come ho descritto precedentemente, ma fuori no, però dopo un mese e dopo un pò di pioggia e tanto caldo sarà scomparso questo virus? |
Caro Vincenzo, spiacente per il cucciolo sfortunato. Il virus del cimurro non è affatto resistente nell’ambiente alle condizioni di umidità e temperatura attuali, inoltre è sensibile ai più comuni disinfettanti, quindi concordo pienamente con il collega: stia tranquillo. Per i tempi della vaccinazione, i trattamenti antiparassitari e la profilassi antiparassitaria deve comunque fare riferimento al suo veterinario (con il quale di nuovo concordo sul fatto che ora è presto per il vaccino). Se dipendesse da me farei il primo intervento vaccinale a 60 giorni e due successivi richiami a 3 e 4 mesi. Lasci stare le elucubrazioni sugli anticorpi materni e sul naso umido del suo cane (che poi non c’è cosa più normale al mondo di un tartufo bagnato), e si goda il suo nuovo amico! Cordiali saluti e auguri di cuore, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Preg.ma D.ssa Bevere, 04/07/2006 |
Gentile Erminio, ma la ringrazio io per una mail così chiara e ben scritta! 1) La scelta di “stare a vedere e al limite operare fra un mese” è un po’ una scommessa e come tutte le scommesse qualche volta dà grandi risultati. Tuttavia secondo me, se un proprietario manifesta la disponibilità necessaria per l’intervento e una grande tensione rivolta al miglior recupero funzionale possibile, allora la scelta più prudente per ottenere il massimo vantaggio dalla chirurgia è operare subito, entro la settimana dall’evento, per limitare il danno articolare dovuto alla mancata funzionalità del crociato. In realtà ora sono passati 40 giorni, il cane zoppica ancora molto (quando l’andatura è veloce e asimmetrica è normale non riuscire a cogliere una zoppia) e non c’è motivo di credere che sia destinato a migliorare. La scommessa è stata persa, purtroppo. 2) Come può andare a posto tutto? Il ginocchio non tornerà mai più nuovo, perfetto, come era prima. In ogni caso l’artrosi, che già sicuramente c’è, è destinata a progredire, sia con l’intervento, sia senza. Tuttavia senza intervento l’artrosi sarà probabilmente più grave e con il tempo, probabilmente, si verificheranno danni anche al menisco interno. Quello che intendeva dire il collega è che quando il crociato è rotto si verifica un’instabilità del ginocchio (detta anche movimento di cassetto, responsabile dell’artrosi). Il legamento capsulare (legamento che avvolge esternamente a manicotto tutta l’articolazione)in alcuni cani, dopo diverse settimane si ispessisce e si rinforza a tal punto da far scomparire l’instabilità. Tuttavia per la mia esperienza nello Yorkshire e in molti cani di taglia toy o piccola questo fenomeno di ispessimento della capsula non avviene in modo sufficiente a stabilizzare il ginocchio, di modo che in un cane del genere si può constatare una certa instabilità anche dopo anni dalla rottura. Tale instabilità cronica, oltre a causare una grave artrosi e probabilmente anche molto dolore (motivo per il quale il cane zoppica), determina dei ripetuti microtraumi al menisco interno, il quale finisce per fissurarsi o rompersi. La rottura del menisco costituisce una nuova e grave fonte di dolore, il cane carica il peso tutto sul ginocchio sano, e frequentissimamente per questo motivo si rompe anche il crociato controlaterale, cioè dell’altro ginocchio. 3) L’intervento non è lungo né difficile, per un bravo ortopedico (e ha letto bene a proposito dei diversi interventi). L’anestesia, se il cane non ha malattie che possano interferire con essa, e se viene condotta da un anestesista, comporta rischi limitati che le verranno illustrati al momento di decidere. Uno Yorkshire ha un’aspettativa di vita di 15-16 anni, quindi a 10 non si può davvero considerarlo un paziente geriatrico a rischio anestesiologico elevato. 4) Il decorso postoperatorio prevede generalmente solo un periodo di riposo stretto, e non è particolarmente impegnativo. Spero di averle chiarito le idee. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
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salve mi chiamo antonia,volevo un suo parere riguardo ad una cagnetta che soffre di artrosi.la cagnetta ha 12 anni e di taglia medio piccola e pesa sui 25 kg.mi hanno consigliato di darle il rimadil a vita,non convinta ho cambiato veterinari e mi ha consigliato condrostress.non ho avuto nessun risultato se non momentaneo.come posso aiutarla visto che ognuno ha la sua ricetta contro l'artrosi la ringrazio. 05/07/2006 |
Gentile Antonia, la gestione dell’artrosi è sempre multimodale, ossia la si deve controllare su più fronti contemporaneamente. Un unico presidio non sarà mai minimamente sufficiente per controllare la malattia. E si parla sempre di gestione e controllo, in quanto l’artrosi non si può curare definitivamente (a meno di sostituire l’articolazione con una protesi): bisogna ricordarsi sempre che il cane potrà iniziare a zoppicare dopo aver fatto una corsa, che potrà sempre avere una certa difficoltà ad alzarsi dalla cuccia, che andrà sempre aiutato, e che la malattia tende comunque a peggiorare con l’età. Quella che segue non è una ricetta, ma è una serie di prescrizioni mediche, in ordine di importanza, che si possono verificare leggendo qualsiasi articolo scientifico, anche divulgativo, anche di medicina umana, che si occupi dell’argomento. 1) PESO CORPOREO: Il cane deve essere magro: 25 Kg per una taglia medio piccola non mi tornano affatto. Magro vuol dire che si devono sentire le costole accarezzando il torace, e che l’addome e i fianchi devono essere retratti rispetto al profilo del torace. “Magro” è fondamentale. “Magro” fa a pugni con “poverino” e fa a botte anche con “dottore, ma il mio cane mangia pochissimo”. Se non si riesce a tenere Magro il proprio cane con artrosi, allora bisogna rassegnarsi a vederlo Zoppo… 2) ATTIVITA’ FISICA: Deve essere fatta sempre e costantemente attività fisica di basso impatto, ma che mantenga tonica la muscolatura: no corse e salti una tantum, ma belle passeggiate al guinzaglio tutti i giorni, nuoto se possibile e un po’ di ginnastica passiva a casa. Mai tenere ferme articolazioni con artrosi, ma mai sovraffaticarle. 3) INTEGRATORI: Devono essere somministrate a vita delle sostanze che proteggano la cartilagine e che modulino la reazione infiammatoria: acidi grassi e condroprotettori, insieme, praticamente per sempre. Certi alimenti (J/d Hill’s, JM Purina) sono già integrati con alcuni di essi. 4) ANTINFIAMMATORI: sono dei farmaci da usarsi secondo necessità, anche per lunghi periodi (2-4 settimane), ma non per sempre e non certo per colmare le lacune di una gestione complessivamente inadatta (cane obeso, attività fisica scarsa o incontrollata, ecc). Servono per contrastare il dolore e l’infiammazione acuta che occasionalmente può colpire l’articolazione artrosica, nonostante tutto. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Salve, Vi scrivo per sapere cosa è utile fare con un criceto con la zampina rotta... purtroppo il piccolo è caduto male e ora è zoppino. Ho aumentato la dose di formaggio, ho messo le vitamine nell'acqua e ho tolto la ruota per non sforzare la caviglia. Mi hanno già detto di non fare niente perchè date le dimensioni bisogna solo aspettare e vedere come va... Lui comunque sta bene, è vispo, mangia e fa le solite cose. |
Gentile Roberta, esistono veterinari che si occupano di medicina e chirurgia del criceto e che eseguono interventi ortopedici su questi minuscoli animali. E’ tuttavia possibile che una frattura si consolidi naturalmente, anche senza ricorrere ad alcun tipo di intervento. Ci vuole un po’ di fortuna e un po’ di pazienza. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gentile dr.ssa Nicoletta Bevere, 06/07/2006 |
Gentile Raffaella, no, un’ernia ombelicale non può essere responsabile di diarrea. Al limite un’ernia (di grosse dimensioni, però, non come quella del suo gattino) che ospiti al suo interno una parte di intestino può essere associata a disturbi del transito, meteorismo, costipazione o altri fenomeni più gravi dovuti a problemi circolatori locali. Le cause del malessere del suo gatto vanno cercate senz’altro altrove. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentilissimo dottore, sono la proprietaria di un pastore tedesco di 5 anni. Da un po’ il mio cane si e ferito alle zampe (posteriore ed anteriore destra). Il problema non erano le due ferite ma da allora non fa che leccarsi in modo continuo ed anche le cure del mio veterinario sono state inutili (fitostimoline) poiché la museruola che dovrebbe portare in realtà( perché ci fa pena) non la indossa sempre. Di notte mi sveglio per rimproverarlo , ma desidererei sapere più che altro perché fa così. Che medicinale devo usare? Ho proposto anche una cura antibiotica perché ho notato che quando (per altri motivi) gli somministravo l’amoxicillina le ferite si asciugavano, ma il vet mi ha risposto che Dagon aveva già preso tanti antibiotici ( ha sostenuto 2 operazioni da piccolo) e che era meglio aspettare. Vorrei tanto risolvere per sempre questo problema dato che le zampe gli fanno male se cammina molto e se ci sbatte sanguinano. Ho proposto al mio vet. di fasciarle ma mi ha risposto che le dita coinvolte sono in una posizione “scomoda”(davanti è quella più esterna, il nostro mignolo, e dietro è la centrale). Mi scuso se non sono stata chiara ma spero che potrà consigliarmi lo stesso. 06/07/2006 |
Cara MG, ma povero povero cane, con la museruola e le sgridate, quando l’antibiotico mostra di funzionare!!!!!! E’ meglio avere delle lesioni aperte, sanguinanti, esposte ad ogni tipo di attacco virale e batterico, stressare e punire un animale, piuttosto che un po’ di amoxicillina? Non importa, non è fondamentale. Dia ascolto invece a quanto segue. Lei non si è mai fatta un taglio? Sicuramente sì, e avrà notato che la meravigliosa madre natura ci ha predisposti in modo da farci guarire con una prognosi di giorni 7-10. Ecco, la sempre meravigliosa madre natura ha munito il cane di un kit “guarigione ferite” con dotazione full optional, di modo che non c’è verso che due piccole ferite tra le dita possano fare a meno di guarire. Mentre le malattie della cute che sembrano ferite, no, quelle hanno bisogno di cure specifiche. E se fosse ad esempio una classica piodermite profonda del Pastore Tedesco, che causa lesioni ulcerative, dolorose, purulente e sanguinanti proprio agli arti e che risponde bene solo agli antibiotici e ai bagni disinfettanti a base di clorexinina??!!!! O magari, per una strana e sfortunata coincidenza: due fistole da corpo estraneo??!! Perché mai due ferite stentano a guarire, si chiudono solo con l’antibiotico e poi ricompaiono! Si vede che non sono quello che sembrano. A volte quando una terapia corretta (7-10 giorni di madre natura) non funziona, e i conti proprio non tornano, si dovrebbe rivedere la diagnosi. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentilissima Dott.ssa, sono Mg le ho scritto giorni fa per sottoporle il problema del mio pastore tedesco di 5 anni (ferite che non guariscono alle zampe). La ringrazio per la velocità della risposta ma vorrei essere più chiara. Le ferite sono peggiorate proprio dal leccamento ossessivo e si è distrutto le zampe. Il problema è interrompere il suo vizio, altrimenti anche le cure antibiotiche risulteranno vane. Ho letto del Selgian, ansiolitico per cani, perché pare che il problema di questa come di altre razze sia a volte l’ansia. Io sono contraria ma bisogna oltre che curare le ferite fermare questa sua tendenza. Spero di essermi spiagata meglio e la ringrazio anticipatamente. MG 09/07/2006 |
Cara MG, non una riga cambia di quello che le ho già scritto. Davvero molto sconfortante per me che mi si voglia spiegare che il “problema è interrompere il vizio”: e allora di cosa ha bisogno? Le consiglio di rileggere con attenzione la risposta e coglierne i suggerimenti evidentemente troppo nascosti, si vede che scrivo male. 1) suggerimento di natura generale: sempre dubitare di essere sulla strada giusta quando i fatti dimostrano il contrario; 2) suggerimento di natura specifica: sentire il parere di un dermatologo. Come la prenderemmo noi umani se il nostro medico venisse a dirci che ci scortichiamo dal prurito perché abbiamo un vizio e che dobbiamo prendere gli ansiolitici! E se il cane soffre di ansia permanente, e quelle che lei chiama ferite sono granulomi da leccamento di origine psicogena, è possibile, come no, ma lo lasci scoprire ad un dermatologo che penserà poi a metterla in contatto con un comportamentalista. Infatti anche in questo caso ci vorrà una specifica diagnosi, prima della terapia. E’ certo superfluo che io le dica che l’uso di un ansiolitico deve essere subordinato ad una precisa indicazione terapeutica, oltre che associato alla terapia comportamentale più adatta al caso. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Salve mi chiamo marta, da circa 15 giorni la mia micia Delta, che ha 11 anni, ha qualche problema. Inizialmente vomitava ed era abbattuta allora l'ho portata del veterinario, dalla visita sembrava tutto ok ma visti i sintomi il veterinario ha pensato fosse un infezione da elicobatter e così mi ha dato gastro protettore e antibiotico. Dopo un paio di giorni la micia stava meglio non vomitava più e mangiava con appetito. Dopo una settimana l'ho portata alla visita di controllo e ho detto al dottore che Delta non vomitava più ma da qualche giorno tossiva. lui l'ha visitata ancora e ha notato che i polmoni erano un po' affaticati allora ho sospeso il precedente antibiotico e le sto dando, sotto prescrizione medica, il ciproxin per 10 giorni. Parallelamente al controllo abbiamo fatto un prelievo del sangue e oggi ho ritirato i risultati. Oggi delta sta bene non tossisce quasi più è vivace e ha appetito e non beve più del solito ma alcuni risultati non sono nella norma: la creatina è 2,38, il colesterolo 180, le proteine totali 8,1 e i linfociti0,83. Il veterinario ha ipotizzato un insufficienza renale e mi ha consigliato analisi delle urine e flebo a partire da domani. Il veterinario è molto bravo e gentile ma io sono molto preoccupata e temo il peggio, adoro la mia Delta, la ringrazio e le invio i miei saluti 10/07/2006 |
Cara Marta, con una vispa gattina di 11 anni, un sano appetito, un bel 2,38 di creatinina (e che sarà mai!), e infine con un veterinario scrupoloso e attento come il suo, c’è da stare non tranquilli, tranquillissimi!! Cari saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gent.ma Dott.ssa Nicoletta Bevere 10/07/2006 |
Gentile Monica, gli alimenti umidi indicati per la diagnosi ed eventualmente per la terapia delle intolleranze alimentari sono: d/d Hill’s, LB dermatosis Eukanuba, Solo Quaglia ICF. Quest’ultimo non è ideale secondo me per un gattino di due mesi e mezzo. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere. |
Buon giorno dott.sa mi chiamo Lara Abito nella prima cintura in provincia di Torino, vorrei gentilmente una risposta riguardo un fatto a cui sino ad ora non ho saputo dare risposta(anche perchè ho avuto pareri e opinioni discordanti da parte di diversi medici veterinari)Inizio con il dirle che il meraviglioso bassotto in questione è morto da un anno quasi(lasciando inutile a dirlo un vuoto irreparabile!)A Billy nato nel dic.1995 è stata consigliata la soppressione nel 1999/2000 per via di una paralisi(poi io ho voluto per fortuna altre opinioni mediche)e si è ripreso alla grande fino al 2/08/05 gli è stata diagnosticata un'ernia dovevano operarlo 3 giorni dopo ma il pomeriggio del 3/08 è morto dopo aver vomitato per una notte intera vorrei sapere se è possibile che un'ernia provochi la morte, in oltre la veterinaria ha detto che non escludeva una forma leucemiva fulminante, non so che pensare!!Mi spiace non avere più il suo musetto curioso che mi guarda vorrei cercare di capire se potevo fare altro per lui!Non si è mai lamentato neanche quando la veterinaria lo toccava cosa è successo?La Ringrazio in anticipo per la cortese attenzione le porgo i mei saluti attendendo una risposta. |
Cara Lara, anche se lei mi avesse dato informazioni meno scarne e meno vaghe, dubito che avrei saputo dirle cosa sia successo al suo cane. L’unico modo per saperlo con certezza sarebbe stato far effettuare un esame autoptico presso un istituto di anatomia patologica universitario. L’ernia di un disco toraco-lombare non può causare un danno spinale tale da determinare, di per sé, la morte. Al contrario un prolasso del disco, molto più probabile di un’ernia in un Bassotto, in teoria può avere l’ “energia” sufficiente per danneggiare il midollo spinale in modo tanto grave da causare una specie di effetto domino, chiamato mielomalacia ascendente, ad esito infausto. Questo solo per rispondere ad una sua precisa domanda, non perché la ritenga una cosa probabile o per la quale valga la pena arrovellarsi, visto che nessuno potrà mai verificare cosa è davvero successo. Un abbraccio, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gent.ma Dott.ssa Nicoletta Bevere 11/07/2006 |
Gentile Ezio, concordo con tutte le osservazioni del collega. Se ascolterà il consiglio del suo veterinario, quello di sentire uno specialista, il cane non ne può avere certo alcun danno e lei sarà comunque libero di decidere cosa fare, con la tranquillità di sapere che la decisione è basata non sulle informazioni confuse raccolte da qualche parte, ma sul parere di uno specialista. In fondo il suo amico cane se lo merita, o no? Se crede, può leggere domanda e risposta (11/06/2006) riguardanti un Pastore tedesco di 12 anni, appartenente ad una signora che riportava gli stessi problemi, ma con un diverso punto di vista. Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere.
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spero di riuscire a trovare un po' di serenità nelle sue rsposte. ho una cagnolina pegghy di un anno e mezzo pesa sette chili di razza meticcio. soffre di epilessia, tre giorni fa è stato un inferno dalla mattina alle sei fino alle 17 d sera, tutto un continuo di crisi. l'ho portata da un veterinario le ha fatto una flebo e del valium, e dato mezza pastiglia di gardenale. adesso però la cosa che mi preoccupa di più è che non vede. ha le pupille dilatate. vorrei sapere se la cura di un quarto di pastiglia al mattino e mezza alla sera di gardenale è esatto o se ci sono altri medicinali. e vorrei anche sapere se c'è possibilità che recuperi la vista, come devo comportarmi, ci sono accertamenti da fare? La ringrazio anticipatamente della risposta |
Cara Vincenza, nel periodo post-ictale, quello cioè che segue la crisi epilettica vera e propria, è comune una transitoria alterazione dell’esame neurologico e del comportamento del cane. La dilatazione pupillare e l’apparente cecità della cagnolina possono essere appunto alterazioni transitorie riferibili a questa fase e quindi bisogna attendere con pazienza che passi qualche giorno, prima di rivalutarle. Nel suo caso ci sono diversi accertamenti che si dovrebbero fare, in relazione alla diagnosi: esami del sangue, visita neurologica ed eventualmente diagnostica per immagini dell’encefalo, se il cane avesse iniziato a manifestare le crisi epilettiche in un’età nella quale l’epilessia idiopatica è meno probabile rispetto a qualche diversa malattia encefalica responsabile di sintomi simili. Ci sono invece alcuni accertamenti che si devono fare, in relazione alla terapia. Infatti il dosaggio corretto del farmaco di cui parla viene stabilito in base alla fenobarbitalemia (dosaggio del fenobarbitale nel sangue), anche se naturalmente all’inizio si parte con un dosaggio stimato in base al peso corporeo. Alcuni cani non rispondono al solo fenobarbitale, ed è quindi necessario associare altri farmaci come il potassio bromuro. Anche in questo caso inizialmente il dosaggio viene stabilito in base al peso, ma poi si procede alla verifica dei livelli ematici. Il dosaggio dei livelli ematici dei farmaci antiepilettici è essenziale per capire se il suo cane ha ancora crisi epilettiche in quanto non risponde al farmaco, o per un dosaggio troppo basso di quest’ultimo. Altrimenti si va alla cieca e non si capisce nulla. Penso che possa interessarle, per farsi un’idea più precisa sull’argomento, al di là delle domande specifiche che mi ha rivolto, la lettura della posta per Ornella 11/10/2005, Maniscalchi 28/02/2006 e Carlo 02/04/2006. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentile dott.ssa, siamo una coppia disperata per la notizia appena ricevuta: la nostra cagnolina Bea di quasi sei anni ha un tumore ai linfonodi. Ci hanno detto che devono fare un ulteriore esame per capire se si tratta del tipo B o del tipo T, ma che comunque, senza chemioterapia, non supererà i tre mesi di vita. Le chiediamo conferma e se esistono cure alternative che possano aiutarla. 14/07/2006 |
Cara Silvia, prima di decidere quale terapia sia più adatta, bisogna diagnosticare esattamente il tumore e la sua gravità: nel suo caso, la diagnosi è già stata posta, ed è quella di linfoma, mi pare di capire. Il linfoma viene poi stadiato i quattro stadi principali (ne viene stimata la gravità) in base ad alcune indagini specifiche, le cui linee guida sono normalmente adottate dalla comunità scientifica veterinaria, specie quella che opera in ambito specialistico e in ambito universitario. Una volta che il linfoma è stato stadiato secondo queste procedure standard, è possibile fare delle ragionevoli previsioni sia sulle possibilità di remissione della malattia con un determinato protocollo chemioterapico, sia sul tempo medio di sopravvivenza che ci si aspetta, dato lo stadio del linfoma e data quella tal terapia. Prima della stadiazione è molto imprudente fare una previsione sul tempo di sopravvivenza, e prima di conoscere quello che possiamo ottenere da un farmaco chemioterapico è assolutamente irragionevole pensare a terapie alternative, erbe, infusi, decotti e altre fantasie. I tumori non costituiscono un’emergenza nel senso stretto del termine, e non c’è motivo di non procedere con calma ad una diagnosi accurata, perché è solo da questa che discende la possibilità di trattare adeguatamente la malattia. Una diagnosi affrettata, imprecisa, seguita da una terapia inadatta intrapresa velocemente sull’onda emotiva è assolutamente da evitare. Quindi cercate di capire se potete avvalervi della consulenza di un oncologo veterinario, tampinate i miei colleghi che hanno diagnosticato la malattia, cercate di trasmettere loro non la vostra ansia ma un legittimo e consapevole bisogno di ottenere il meglio di quanto la medicina veterinaria può offrire oggi in Italia, o anche solo nella vostra zona. Vi faccio tanti auguri e spero che questa mia risposta, letta con attenzione, vi basti sia a stare un po’ più tranquilli, sia a muovervi nel modo migliore, in quanto mi trovo in partenza per le ferie e non avrò modo di rispondere ad alcuna lettera nelle prossime due settimane. Un caro saluto, dott.ssa Nicoletta Bevere
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Gentilissima Dott.ssa Bevere |
Cara Patrizia, durante le visite di routine è normale che non ci si accorga di un’alterazione di forma o dimensione di uno o entrambi i reni, a maggior ragione se l’animale sta bene e non è presente alcun sintomo. Inoltre, anche palpando accuratamente l’addome, pur sapendo cosa andare a cercare e pur avendo una buona esperienza e mani sensibili, i reni del cane restano per la maggior parte della loro superficie non esplorabili manualmente. Nel Pastore Tedesco esiste un particolare tipo di tumore renale (cistoadenocarcinoma), di natura ereditaria, che generalmente è preceduto qualche anno prima da una specifica patologia cutanea. Solo in questo particolare caso un bravo veterinario, con qualche competenza in dermatologia, può cogliere il segnale d’allarme e proporre le indagini adatte per anticipare la diagnosi della malattia renale, prima che compaiano i suoi sintomi. Anche in tale situazione tuttavia non è detto che una diagnosi precoce sia risolutiva, visto che la malattia può colpire entrambi i reni e, come già lei sa, nel cane purtroppo il trapianto renale non è possibile, né in Italia né altrove. Un abbraccio, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Buongiorno Dottoressa, |
Gentile Antonella, “per l’esattezza”, non ci sarà mica stato scritto “amebe” sul referto del laboratorio! Alla fine di dieci giorni di antibiotico, la persistenza della diarrea può essere dovuta sia ad un lieve squilibrio della flora enterica, come presume il collega, sia alla persistenza dell’organismo responsabile della diarrea, se ve ne era uno in particolare davvero responsabile. In ogni caso è un evento che ci si può aspettare, al quale si fa fronte con una dieta iperdigeribile, con i fermenti lattici ed eventualmente con un esame di controllo delle feci, ma non deve far cambiare precipitosamente opinione sul medico del quale fino ad ora siamo stati contenti, perché ripeto è un eventualità possibilissima, anche se le cure sono state adeguate. Giusto per sua curiosità, per quanto riguarda un’eventuale intolleranza alimentare, il fatto che il gattino sia stato alimentato con “vari tipi di pappa” è del tutto ininfluente e non vi si può basare alcuna supposizione (figuriamoci un sicuro “non ne ha”). Comunque si tratta di una malattia abbastanza improbabile vista l’età del gattino e la sua storia cinica.
Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gentile dottore sono la proprietaria di un Labrador di nove mesi, circa tre settimane fa ho notato che il cane si grattava il muso con le zampe, poco tempo dopo ha cominciato a presentare salivazione abbondante dalla bocca e alito cattivo e si leccava le zampe anteriori.Visto che pur avendo appetito il cane non riusciva a mangiare l'ho portato dal veterinario che mi ha spiegato che il cane era pieno di ulcere e pus in bocca ed aveva 40 di febbre quindi gli ha prescritto deltacortene 25mg, una al giorno, baytril antibiotico una al giorno, ranitidina mezza compressa al giorno il tutto per 15 giorni.Il veterinario ha detto che probabilmente aveva mangiato una processionaria o era venuto a contatto con sostanze caustiche, mi ha anche detto che poteva trattarsi di una malattia autoimmune ma lui propendeva più per le prime due ipotesi.Abbiamo eseguito un esame del sangue dopo tre giorni che prendeva la terapia sopra descritta(preciso questo perché non vorrei che fossero venute alterate) ed erano perfettamente normali tranne per i valori di got e gpt che invece erano molto alterati.Il veterinario ha prescritto tre punture di tad.Dopo qualche giorno di terapia il cane è stato meglio e anche se la bocca non era del tutto guarita e anche se di tanto in tanto si grattava comunque il muso ha ripreso a mangiare regolarmente e con appetito.Noi abbiamo sempre controllato che non ci fosse sangue nelle feci e nell'urina e per precauzione abbiamo evitato di farlo mangiare e bere in contenitori di plastica(tra le tante cose era stata supposta anche un'allergia alla plastica).Abbiamo smesso il cortisone da due giorni e il cane ha cominciato a sanguinare dalle gengive, presenta petecchie in bocca,è tornata una ulcera e si lecca le zampe anteriori anche se il palato che prima era coinvolto ora non lo è, non ha febbre.Abbiamo anche notato che il pelo tra i polpastrelli che prima era bianco ora è rossiccio.Il nostro cane si chiama POE è dolcissimo, buono ed intelligente è il cane di nostro figlio che è un bambino autistico di cinque anni che lo adora come tutti noi del resto, ci può aiutare? 20/07/2006 |
Gentile Chiara, dubito nella processionaria e nel caustico perché, una volta guarite, le lesioni non avrebbero più dovuto ripresentarsi. Dubito moltissimo in una malattia autoimmune, vista l’età del cane e la risposta all’antibiotico. Immagino che il cane pesi una ventina di chili, quindi il dosaggio di cortisone non dovrebbe essere stato sufficientemente alto da considerarsi immunosoppressore (2-4 mg/kg), cioè non avrebbe dovuto funzionare in caso di malattia autoimmune. Comunque questa ipotesi può essere meglio vagliata con una biopsia, dopo un paio di settimane di antibioticoterapia. Il pelo rossiccio tra i polpastrelli può dipendere dal frequente lambimento delle dita da parte del cane: il che suggerisce la presenza di nausea oppure di prurito delle estremità. Le petecchie emorragiche insorte successivamente suggeriscono invece una piastrinopenia. Il caso è complicato, ma la primissima cosa da fare è capire se la patologia è di tipo locale, del cavo orale e delle gengive, oppure se il sanguinamento gengivale e le altre manifestazioni riflettono una malattia sistemica. In questo secondo caso andrebbe secondo me fatta un’attenta valutazione ematologica da un citologo, ripetuta la biochimica, compresi i test per la coagulazione, ed eseguita una biopsia della mucosa orale, ma non prima di aver eliminato ogni fonte di infezione batterica contaminante (altrimenti l’istopatologo non “vede chiaro”) e non in corso di terapia cortisonica. Mi piacerebbe conoscere le evoluzioni. Un augurio e un saluto affettuoso al bimbo, dott.ssa Nicoletta Bevere. |
Salve dott.ssa mi chiamo francesca scrivo da roma ho un'adorabile yorkshire di nome roy ha quasi 12 anni, e un mese fa gli è stato diagnosticato un soffio al cuore per essere precisi dall'esame ecocardio: endocardiosi mitralica in particolare a carico del lembo settale con dilatazione dell'atrio sinistro (rapporto aorta atrio sin. 1:2 normale la conformazione e la contrattilità del ventr. sinis. |
Cara Francesca, è assolutamente escluso che una malattia periodontale trascurata possa determinare l’endocardiosi mitralica. Al limite può aggravarla con un’endocardite batterica, malattia seria, antipatica da diagnosticare a meno che uno non vada proprio a cercarla, e pressoché incurabile. Sono d’accordo invece che la malattia periodontale del suo cagnolino possa essere correlata agli “starnuti spaventosi”: si può trattare infatti di rinite odontopatica, ossia l’infezione delle cavità nasali dovuta all’infezione dei tessuti attorno ai denti, spesso i canini superiori, ma non solo. Quindi: faccia fare non solo la pulizia dei denti, ma un vero trattamento della malattia, con le radiografie e le estrazioni dentali necessarie. Gli ACE inibitori, come la medicina che prende il suo cane, sono farmaci indispensabili, ottimi, ma i miracoli li fanno solo i santi, no le pillole e meno che mai i camici bianchi. Se nonostante l’ACE inibitore (che non darà iperazotemia nel suo cane, se i reni di quest’ultimo funzionano discretamente), il cane ha ancora tosse è necessario aggiungere altri farmaci, naturalmente. Ma spetta al suo veterinario decidere quali, poiché in corso di insufficienza mitralica, la tosse può avere differenti origini. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere. |
Gentilissima Dott.ssa Nicoletta Bevere, 20/07/2006 |
Gentile Paola, sono molto contenta delle belle notizie. Non ho motivi per dirle qualcosa di più o di diverso da quello che le ha già riferito il collega, il quale è a conoscenza di tutte le informazioni necessarie, circa il tipo di intervento e il referto dell’istopatologo, per rassicurarla a ragion veduta.
Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere. |
gentile dottoressa ho una boxerina di 10 anni di nome sandy alla quale le e' stato diagnosticato un osteosarcoma alla zampa posteriore destra... il mio veterinario mi ha consigliato di amputare la zampa e cosi' e' stato ... Sandy si e' ripresa dall'intervento ma purtroppo dopo pochi giorni ha iniziato a vomitare tutto quello che mangiava... Piu' precisamente non |
Cara Fabiana, purtroppo non mi sento di poterla proprio rassicurare, né per l’osteosarcoma (della sua prognosi il collega le avrà già detto tutto), né per il megaesofago, la cui diagnosi certa do per scontata in quanto così lei mi riferisce, anche se il quadro complessivo mi sembra assai strano. In ogni caso la gestione del megaesofago, richiede che il cane venga fatto mangiare “in piedi” e così tenuto per 10-15 minuti. L’alimento può essere umido o secco, è indifferente, non sono necessari gli omogeneizzati. Piuttosto dia a Sandy un alimento bilanciato e ipercalorico per animali (a/d Hill’s, Convalescence Support Royal Canin, High Calories Eukanuba.)
Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere |
gent. dott.ssa sono sempre io vincenza da pordenone. volevo sapere dato che a inizio agosto dovrei dare alla mia cagnolina la pastiglia cardotek, per la filariosi, può aver "contrasto" con le pastiglie di gardenale ke prende?.. |
Gentile Vincenza, la risposta alla prima domanda è “no”. La risposta alla seconda domanda è ancora “no, se è vero quello che lei mi scrive”: le lesioni cerebellari determinano alterazioni dell’equilibrio, atassia sugli arti anteriori e posteriori, ipermetria, tremori intenzionali, alterazioni del riflesso di minaccia e tante altre cose delle quali lei non fa parola. Alla terza domanda, la risposta è “niente, senza una diagnosi”.
Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere. |
Gentile Dr.ssa, |
Gentile Ombretta, lo stile di vita più adatto ad un gatto FIV positivo, è lo stile di vita più adatto ad ogni gatto: giocare tanto, vivere sempre in compagnia dei propri amici umani o animali, avere un’alimentazione di buona qualità formulata in modo adeguato all’età e al grado di attività fisica svolta abitualmente. Nei negozi per animali troverà una grandissima scelta di prodotti ottimi per il mantenimento del suo gatto, che potrà integrare con gli acidi grassi, a meno che la loro somministrazione non risulti un fattore di stress per l’animale. Ma perché dovrebbero essere adottate cure che “provino” i reni e il fegato del suo micio? Al massimo sarà necessario qualche trattamento antibiotico se, tornato dai suoi giri per i campi, lo si trova con qualche ferita da graffio o da morso. Un’ultima domanda: ma tra tutte le terapie che sta facendo perché non è presente un farmaco per curare la micosi? Tollerato, efficacissimo, a bassissima tossicità come l’itraconazolo? Niente griseofulvina! Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere |
al mio cane è successa una cosa strana. ha 20 mesi, è un meticcio trovato a 3 mesi, dicono ha qualcosa dell' husky (alaskan)e assomiglia vagamente anche a un pastore tedesco, pesa sui 40 chili. |
Cara Paola, ho letto con attenzione e stupore la lunga lettera. Concordo assolutamente con il collega che ha salvato la vita al vostro cane cogliendo i sintomi principali e centrando il problema al volo, aiutato dalla sua esperienza di allevatore e coltivatore e dalla conoscenza degli effetti tossici dei pesticidi usati nei vostri campi. I colleghi del pronto soccorso certo hanno profuso grandi energie per eseguire varie indagini alla ricerca di qualche altra causa, ma non avendola trovata, come fanno a negare una diagnosi clinica così calzante rispetto ai sintomi e all’anamnesi? Siete stati davvero fortunati a trovare quel primo veterinario! Per quanto riguarda la mia personale ipotesi riguardo il secondo episodio, credo più ad una seconda esposizione alla tossina, ad un dosaggio anche basso ma che si è sommato a quello della prima esposizione per il fenomeno di accumulo, comune con alcune tossine. Piuttosto, visto che si è verificato un sospetto di intossicazione anche in alcune persone, una cosa che mi sembra più che doverosa è la denuncia formale, per iscritto, di tutto l’accaduto alle autorità locali. Non sarebbe la prima volta che per una scellerata contaminazione del suolo e delle acque da parte di questi veleni, persone ed animali vengano esposti per anni ad un rischio tossicologico del quale nessuno conosce l’esatta portata. Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gent.ma Dott.sa Nicoletta Bevere Mi chiamo Emilio Larizza e le scrivo da Vercelli. 24/07/2006 |
Caro Emilio, sono contenta di averla precedentemente aiutata a risolvere un problema. Per quanto riguarda il disturbo attuale, anche se la sintomatologia del cane non è grave in senso stretto, comunque la mancata risposta alla terapia conservativa per oltre un mese e la persistenza del dolore giustifica delle indagini approfondite. Sono obbligata alla sintesi a causa delle numerose lettere e quindi mi scuso se dovrà leggere tre volte quanto segue, che è poi la risposta alla sua domanda: la scelta tra una mielografia e una risonanza magnetica, che forse lei preferirebbe (ma che comunque richiede l’anestesia generale), nel suo caso potrebbe essere dettata solo da ragioni di ordine pratico (costi e accessibilità), mentre la TAC (che forse lei preferirebbe, ma che richiede sempre l’anestesia) probabilmente nel suo caso non consentirebbe di diagnosticare con esattezza la sede del problema lungo la colonna, e quindi ad essa sarebbe comunque preferibile la mielografia che consente di valutare in un unica seduta tutti gli spazi intervertebrali. In ogni caso sarebbe indicato anche un prelievo di liquor (nel caso la diagnostica per immagini non desse alcun esito) e quindi una puntura lombare al cane non la potrebbe risparmiare nessuno. Insomma, deve riparlarne con il neurologo veterinario che ha già visto il cane e accettare le procedure diagnostiche che questo le indicherà. In ogni caso la mielografia non è un esame invasivo, semmai è mini-invasivo, e se ben eseguita, a livello lombare, comporta rischi trascurabili. C’è da farsi un po’ di coraggio, capisco, mandar giù il rospo, turarsi il naso, veda lei, ma bisogna pur sopportare lo stress di questa decisione, perché non decidere nulla e lasciare che il caso decida al posto nostro costa poco, ma vale niente. Faccia sapere. Dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gentilissima Dott.ssa |
Gentile Ombretta, la sintomatologia del gatto sembra di natura neurologica, con localizzazione encefalica, non spinale. Non mi stupisce affatto l’esito delle indagini radiografiche, in quanto un’eventuale scarsa mineralizzazione ossea (dovuta ad un’alimentazione eccessivamente proteica, non certo al fatto che il gatto è cresciuto in fretta!!) non può dare disturbi neurologici, ma al limite zoppia e fratture spontanee! Andrebbe fatta una biochimica completa, volta soprattutto ad evidenziare alterazioni compatibili con uno shunt portosistemico. Se la biochimica è normale bisogna che il gatto venga visto da un neurologo.
Auguri, dott.ssa Nicoletta Bevere. |
Il mio gatto Stitch, forse in seguito ad un investimento avvenuto il 15 giugno 2006, ha subito un grosso trauma ed aveva la coda spezzata. 27/07/2006 |
Cara Claudia, il danno neurologico subìto dal gatto al momento del trauma lombo-sacrale avvenuto oltre un mese e mezzo fa ha determinato i sintomi attuali. Purtroppo non è possibile stimare con sicurezza la probabilità che Stitch ha di recuperare le funzioni neurologiche perdute, tuttavia è ahimè più ragionevole, dopo il tempo trascorso, considerare il danno permanente.
Un abbraccio, dott.ssa Nicoletta Bevere. |
Gentile dottoressa, sono molto preoccupato per il mio gatto stamattina gli ho dato da mangiare kome sempre dei croccantini ed ho notato ke nn li riusciva a mangiare bene.Gli ho aperto la bocca ed ho notato ke 29/07/2006 |
Ma caro Luca, chi lo sa che cosa hai visto? Ai lati del frenulo linguale, una cosa simile a quella che descrivi potrebbe essere del tutto normale, oppure un esito cicatriziale, oppure tutt’altro. Ci vuole l’occhio di un veterinario per dire qualcosa. Fammi sapere.
Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere. |
Gentile Dottoressa,sono Amy e le scrivo dalla provincia di Pisa , sono proprietaria di un gatto di 19 anni che soffre di insufficienza renale. Ogni giorno somministro a Balzi mezza compressa di fortekor 5 e un quarto di compressa di iken up.Il problema è questo ,da qualche tempo sono comparse nella bocca del micio delle piaghe,che di fatto peggiorano il già angosciante problema alimentazione, il mio veterinario gli ha somministrato un pò di cortisone e mi ha consigliato di fare per una decina di giorni una puntura da 1ml di Baytril 2,5%, di fatto solo dopo 5 giorni il gatto ha riniziato a fare gli strazianti movimenti con le zampe davanti per togliersi dai denti pezzi di cibo.Volevo sapere se ci sono cure diverse dal cortisone per far star meglio il mio micio che comunque un pò di fame dimostra di avere e che soprattutto dimostra una gran voglia di vivere. un ultima cosa, leggendo le varie risposte ho visto che la maggior parte delle persone fanno al proprio micio delle flebo di ringer lattato, se sono utili per far star meglio il gatto vorrei farle anche io ,ma non so la posologia ,se mi potesse aiutare.. e anche se c'e qualche altra cosa che può aiutare Balzi a mantenere una dignitosa qualità della vita ...Infiniti ringraziamenti 29/07/2006 |
Cara Amy, se il gatto ha fame ma è il dolore orale che gli impedisce di alimentarsi è probabile che il problema non dipenda affatto dall’insufficienza renale, ma che si tratti di una patologia locale, magari solo una stomatite. Il cortisone fa un po’ a pugni sia con la patologia renale sia, a lungo andare, con un’eventuale infezione del cavo orale. Questa al limite potrebbe migliorare con un trattamento antibiotico appropriato, che non va considerato una cura definitiva, ma alla stregua di un sintomatico, che funziona fin tanto che il gatto è sotto cura. Un po’ quello che è già successo.
Se l’animale a parte il dolore orale sta discretamente e se vi sono strumenti e mezzi per condurre un’anestesia adeguata all’età e alle condizioni del gatto, una scelta che prenderei in considerazione è quella di trattare la stomatite con pulizia dentale ed estrazioni (sì, anche a diciannove anni), se di questo si tratta. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gentile dottore, le scrivo perchè la mia gatta di 7 anni ha la micosi.Secondo lei qual'è la cura piu' adatta per curare questa malattia? In attesa di una sua cortese risposta le mando i miei saluti! 30/07/2006 |
Gentile signore o signora, uno dei farmaci migliori per la cura delle dermatomicosi è l’itraconazolo, per la bassissima tossicità e la grande efficacia dimostrata. Però per quanto riguarda la “cura più adatta”, bisogna prendere in considerazione oltre alla scelta del farmaco sistemico da somministrare al gatto, anche eventuali operazioni di tosatura, trattamenti topici (bagni e/o lozioni), la disinfezione ambientale, lo screening degli animali conviventi e i controlli micologici dopo la guarigione delle lesioni cutanee. Per stabilire l’approccio terapeutico complessivo (la cura più adatta, appunto) è necessario conoscere e verificare direttamente molti fattori inerenti sia al gatto, sia alle persone che lo accudiscono, sia all’ambiente in cui vive. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gentile d.ssa Bevere, |
Caro Giuseppe, sono molto spiacente per quello che vi è successo. Il gatto ha ricevuto una dose di enrofloxacin che avrebbe potuto dare una grave tossicità alla retina anche ad un gatto di 12 Kg e mezzo. La tossicità retinica di questo farmaco infatti è presente già ad un dosaggio di solo 4 volte superiore a quello terapeutico: già con un dosaggio di 10 mg/kg entrambe le retine possono essere gravemente danneggiate, anche con due sole dosi. La cecità o l’abbassamento del visu del vostro gatto dipende con ogni probabilità da un danno retinico, forse irreversibile (lo dirà un esame del fundus fra qualche giorno). Che io sappia non esiste un antidoto o una cura per questo tipo di lesione, comunque la soluzione fisiologica (50-60 ml/kg/die) non è controindicata. Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere |
Gent.mo Dott. 31/07/2006 |
Gentile Monica, in un gatto con insufficienza renale il digiuno è peggio di qualsiasi omogeneizzato o comunque peggio di qualsiasi regime dietetico. L’alimento umido di cui chiede viene commercializzato dalla Royal Canin (Renal feline) in buste singole di bocconcini al pollo o al manzo, oppure dalla Purina (NF Purina) in lattine. Per quanto riguarda il gattino, mi sembra evidente che c’è qualcosa che non va, perché la riluttanza al gioco e la debolezza non sono affatto segni di benessere, al di là dei discordanti pareri circa il suo effettivo stato di nurizione. Non so perché il collega non voglia fare nemmeno un esame emocromocitometrico e non so perché si debbe aspettare il compimento dell’anno di età per cercare di capire che cosa disturba il gattino. Per quanto riguarda il sale iodato, mi ha fatto la stessa domanda nella lettera del 10/7: anche la mia risposta è la stessa. Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Bevere |