Dalla Mailing list di Bairo - aprile 2003

Condannato per troppo amore

Qualcuno lo lega alla catena e lo dimentica. Le sue giornate, tutte identiche e noiose, trascorrono nell’attesa di un po’ di cibo che frettolosamente viene lasciato davanti alla cuccia. Niente coccole, niente voce amica che gli parli.  Chiunque agisce in questo modo non conosce la vita nelle sue forme e non sa quale perdita sia per il proprio spirito ignorarne l’esistenza. Non sa cosa vuol dire svegliarsi ogni mattina con il saluto di una lingua umida che  sfiora il viso, occhi grandi e brillanti che  scrutano e zampe morbide che accarezzano il braccio. Non conosce la festosità di una coda in movimento ogni volta che ci si muove per le stanze, la gioia di un vero amore che avvolge le prime ore del giorno, come un caloroso abbraccio. Chi ignora il piccolo spirito legato alla catena, segregato in un cortile a vita, o rinchiuso come un assassino in una gabbia per il resto dei suoi giorni, non potrà mai assaporare la serenità di una passeggiata con lui, una corsa nel prato, le urla di richiamo, i suoi latrati di sfida e di gioco. Non sentirà mai una presenza discreta, sempre vigile e attenta al suo fianco, disponibile a comprendere e sopportare gli stati dell’animo umano. Chi usa questi esseri solo per la guardia o per la caccia, o semplicemente perché "vanno di moda" perde la parte dell’animo umano che più vibra alla vita e alle emozioni pulite. Chiude per sempre quell’angolo di cuore in cui nascono sentimenti autentici e profondi. Lentamente la morte interiore attecchirà come la peggiore delle malattie, stringendo la sensibilità individuale fino a soffocarla, In questo modo si perderà la possibilità di scorgere, negli occhi del proprio cane, il battito discreto delle ali di un angelo.

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