Le guerre rappresentano il campo dove agiscono strategie di violenza efferata il cui oggetto non ha confini di specie e dove la sofferenza  si ritorce su migliaia di esseri incolpevoli. Anche gli animali loro malgrado, entrano in questo circolo spietato di orrore e la loro vita che già non vale niente, viene annientata con sadica perversione e cattiveria ignobile. Non capiscono il motivo per cui devono morire: sono creature che mai ingaggerebbero stermini con la stessa facilità con cui di calpestano fili d'erba in un prato. Non conoscono la rivalità di popoli e l'odore della distruzione. Sono esseri semplici che amano la vita e l'apprezzano per quella che è. Senza alcuna sete di potere.
La prerogativa di tale scempio spetta all'umana specie che si dice dotata di intelligenza, ma le opere di cui è artefice dimostrano solo la sua arroganza e la sete di vendetta, giustificate da assurde pretese di dominio.
Professano un dio sterminatore che non conosce l'amore per la vita e si sentono nel giusto quando massacrano i loro simili indistintamente. Tutte le guerre sono generate dall'odio e l'odio genera morte.
Dobbiamo scendere dal nostro piedistallo di onnipotenza e imparare l'umiltà che ogni altro vivente conosce da sempre. Sopraffare la vita, qualsiasi forma possa avere, dimostra solo una capacità infernale che neppure lo stesso demonio saprebbe usare.
Gli animali con le nostre vergognose ambizioni non hanno nulla a che fare: le loro grida di disperazione si ritorcono su di noi, maledicendo all'infinito la meschinità d'animo di cui siamo ormai saturi.

Ci si dice che noi umani siamo capaci di conoscere praticamente qualsiasi cosa vogliamo conoscere - eccetto come ci si sente ad essere nostre vittime.

Dr. Karen Davis
"La retorica apologetica nei Diritti Animali: alcuni punti da considerare"

25 Gennaio 2008 -  questo cammello è stato lanciato contro una sezione distrutta del confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto, al valico di Rafah