Corriere della Sera
Mercoledi', 11 Agosto 1999

Milano

 

I cani in eredità uccisi. Denunciato don Fabio


Aveva giurato che non era stata una decisione presa a cuor leggero. Quella di far sopprimere quattro cani lasciati in eredità dalla defunta Giuseppina Brambilla alla parrocchia San Martino di Niguarda insieme alla bella villa con giardino. «Ho sempre avuto cani - si era giustificato don Fabio Baroncini, 57 anni - ma lo voleva la signora Giuseppina. L'ha lasciato scritto in un quaderno». E, per quell'atto dovuto, il parroco aveva fatto eliminare Tufino, Fido, Friz e Gilda. Una eutanasia che gli ha procurato minacce, insulti e le ire degli animalisti. Non solo. È arrivata in Procura una denuncia contro don Fabio Baroncini a firma Teresa Rizzacasa, collaboratrice del presidente della Provincia di Palermo, con delega per i diritti degli animali. Si chiede al magistrato di accertare se in questa vicenda, che ha commosso non soltanto i cinofili, sussistano le ipotesi di reato. Vengono citati l'articolo 281 della legge quadro del 1991 in materia «di animali da affezione e prevenzione del randagismo» e l'articolo 727 del Codice penale che riguarda il maltrattamento di animali. Si fa cenno alle precedenti sentenze con le quali è stata più volte riconosciuta la soggettività dei diritti degli animali. «L'uccisione senza necessità - ha spiegato Teresa Rizzacasa - è l'estrema forma di maltrattamento».

"La responsabilita' dell'essere umano e' grande e grave. Trascurare ed essere ostili agli animali, ha il sapore di un'ingiustizia sociale, di tipo razzista." (dal libro Roy di Teresa Rizzacasa")

A Teresa Rizzacasa, la mia piu' grande stima
                                                                            Bairo

 


A: [email protected]                                        AI_logo_bottom.gif (1704 byte)
Oggetto: Animalisti Italiani contro il Prete assassino                 
Da: "Walter Caporale" [email protected]
Data: Fri, 20 Aug 1999 13:51:37 +0200

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO LA PRETURA DI MILANO

AL SINDACO DI MILANO

ATTO DI DENUNCIA

ROMA, 18/08/1999

Il sottoscritto Riccardo Marone nato a Napoli in data 28/04/67 residente in Roma domiciliato in Via Paolo Renzi, 118 in qualità di Consigliere Direttivo nonché Vicepresidente dellAssociazione ANIMALISTI ITALIANI con sede a Roma in via degli Ontani, 32 denuncia quanto segue:

Lesponente è attualmente consigliere del direttivo dellAssociazione ANIMALISTI ITALIANI che opera in Italia dal mese di Luglio 1998 senza scopo di lucro, con il fine di abolire qualunque forma di violenza e di sfruttamento verso i soggetti più deboli, a qualsiasi specie appartengano. Come tale è muniuto del potere di proporre denunce-querele, così come previsto dallo statuto dellAssociazione ANIMALISTI ITALIANI e come da verbale di nomina del 17 agosto 1999.

Dopo essere venuto a conoscenza del tragico episodio in cui Don Fabio Baroncini ha fatto sopprimere quattro cagnetti lasciategli dalla sig.ra Giuseppina Brambilla con questo esposto/denuncia richiedo che siano svolti opportuni accertamenti ed indagini per verificare alcune ipotesi di reato.

Don Fabio Baroncini dopo aver ereditato tutte le proprietà della sig.ra Giuseppina Brambilla, in qualità desecutore testamentario, avrebbe dovuto accudire o sistemare i quattro cani nominati Tufino, Fido, Friz e Gilda e invece li ha fatti sopprimere.

-Si richiede pertanto l'accertamento dell'effettiva e regolare cessione, o propriamente affidamento, dei quattro animali a Don Fabio Baroncini e le espresse volontà della defunta nei confronti dei cani.

Emerge, anche secondo quanto riportato dai Media, che il sacerdote avrebbe semplicemente richiesto ad un veterinario in zona la soppressione degli animali e che, dopo qualche resistenza verbale, il medico avrebbe soppresso i quattro cani. -Si richiedono gli accertamenti dell'identità del veterinario e del regolare svolgimento della professione.

Avendo entrambi commesso gratuita crudeltà verso quei cani, ed essendo gli animali da compagnia tutelati da apposite leggi quale la Legge Quadro n. 281/91, si richiedono provvedimenti secondo quanto previsto dall'articolo 727 del Codice di Procedura Penale o secondo articolo 638 dello stesso codice nel qual caso i cani non siano stati effettivamente "proprietà" di Don Fabio Baroncini al momento della loro soppressione. Il veterinario in questione ha agito in maniera indegna per la professione svolta ed anche illegale avendo causato la morte di animali perfettamente sani.

-Si richiede l'accertamento di eventuali altri episodi di cui si sia reso partecipe il medico interessato e l'interdizione della professione medico veterinaria al fine di impedire che il reato sia ripetutamente consumato.

Si richiede infine laccertamento di responsabilità da parte di terze persone (ad esempio assistenti del veterinario che non abbiano avuto ad impedire l'accaduto e quindi concorso al reato) e la verifica per la sussistenza degli estremi di reato associativo.

Si prega di informare lo scrivente secondo normativa vigente.

Con osservanza

RICCARDO MARONE
Vicepres. ANIMALISTI ITALIANI


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