Il microchip???
Il microchip è un sistema elettronico di identificazione. |
Tutti i cani residenti nelle regioni italiane devono essere microchippati. |
E con questa breve presentazione invitiamo tutti coloro che posseggono un cane a microcipparlo affinchè vengano rispettate le normative vigenti, ma con questo non ce la sentiamo di sostenere chi crede che con il microchip si previene il fenomeno del randagismo, si frena l’abbandono, o si rintraccia velocemente il proprietario in caso di smarrimento. |
Da: [email protected] |
Messaggio pervenuto in mailing list di Bairo il 9 settembre 2006 Il microchip è meno "sicuro" di quanto si possa pensare. 1 - Il fenomeno della "migrazione" del microchip è noto da tempo; gli stessi produttori hanno ammesso che si verifica non di rado. Dei microchip impiantanti all'altezza del collo sono stati trovati addirittura in zona perianale. E' anche capitato di rilevare fistole causate dal microchip "migrato". Per questo motivo è bene passare il lettore su tutto il corpo dell'animale e non solo nelle zone dove si ritiene che sia stato applicato il chip. 2 - Alcuni microchip non sono fissati bene nella siringa per inocularli e una volta aperta la confezione possono cadere per terra e l'operatore può non accorgersene. Ovviamente se controllasse con il lettore dopo l'applicazione lo scoprirebbe subito, ma spesso quando vengono applicati i chip a tanti cani uno dietro l'altro gli operatori poco seri non perdono tempo a controllare. 3 - Sempre per il motivo di cui sopra il chip può cadere e restare incastrato tra il pelo del cane. L'operatore dopo l'applicazione passa con il lettore che rileva il chip... che però cadrà presto essendo solo incastrato tra il pelo. 4 - Esistono anche dei microchip non standard ISO, a volte contengono anche lettere oltre che cifre; non tutti i lettori riescono a leggere questi tipi di microchip e quindi a un eventuale controllo risulterà che l'animale non è microchippato. Isa, Caserta |
Messaggio pervenuto in mailing list di Bairo il 9 settembre 2006 Caro Bairo, volevo segnalarti una cosa per me inquietante. |
Messaggio pervenuto in mailing list di Bairo il 22 dicembre 2005 Caro Bairo, facendo parte della Commissione Nazionale Randagismo sono reduce da un incontro al Ministero della Salute avvenuto a Roma Eur venerdì scorso (16 dicembre). Durante l'incontro ho sollevato la questione dei microchip, questione che avevo passato per tempo agli altri membri della Commissione e della quale mi sto occupando da diverso tempo ed ho avuto, purtroppo, la conferma di quello che sospettavo. San Piero a Sieve, 20 dicembre 2005 |
Messaggio inviato dall'associazione UNA al dr. Enrico Loretti della ASL di Firenze (novembre 05) Gentile dott. Loretti, come anticipato durante il convegno di Firenze, RISPOSTA Chiedo scusa se trovo solo adesso per risponderti. Allora, il sistema ISO è certamente la risposta più valida che al momento si possa ipotizzare per l'identificazione. Purtroppo, per lo meno per il nostro Paese, siamo in fase di avvio, e qualche problema c'è. Ti trasmetto quel poco che ho imparato, spero possa aiutarti: 1 poche ditte producono i chip, e sono identificabili tramite le prime tre cifre: 985 Merial,380 Bayer,982 Allflex, 968 e 977 AEG. 2 teoricamente le ditte hanno la tracciabilità fino al rivenditore al dettaglio: è quindi possibile, con la loro collaborazione (spontanea) avere indicazioni fino al luogo di vendita ed orientare le ricerche. 3 Alcuni grossisti ed alcune ditte hanno messo in comunione gli archivi, consultabili tramite il portale 4 Ancora non è operativa una banca dati nazionale, quindi le ricerche vanno fatte regione x regione, sulle banche dati consultabili. 5 Le connessioni internazionali vanno cercate stato x stato o attraverso i portali citati. |
Corrispondenza intercorsa tra la presidente dell'associazione UNA Cremona Onlus e il dott. Maurilio Giorgi della ASL di Cremona (novembre 2005) Alla cortese attenzione del Dott. Maurilio Giorgi RISPOSTA
Quanto riferitoLe è corretto ma non, a quanto mi risulta, completo. Qui sotto troverà forse una spiegazione più esauriente. I microchips attualmente usati in Regione Lombardia, e quindi dall’ASL di Cremona, riportano come prime tre cifre il codice “968” e come può vedere è assegnato dall’ISO, norma alla quale far riferimento: Il codice del microchip ISO Le prime cifre del codice identificano o la ditta produttrice od il paese in cui il microchip viene impiantato; nel primo caso la ditta produttrice deve poi essere in grado di garantire la tracciabilità del microchip registrando i codici impiantati nei vari paesi; nel secondo caso, dopo il codice del paese deve essere riportato il codice della ditta produttrice. Per l’Italia il codice paese è 380; i codici fino ad ora assegnati dall’I.S.O., in collaborazione con l’International Committee on Animal Recording (ICAR), alle ditte produttrici di microchip ISO per animali sono: AEG (che fornisce "Trovan") 968, Allflex 982, AVID 977, Datamars (che fornisce "Animal Coder Bayer") 981, Destron (che fornisce "Indexel Merial") 985, Sokymat 975/967. Le altre cifre del codice sono in combinazione casuale e permettono 2 miliardi e 750 milioni di combinazioni; un numero tale da poter garantire con assoluta certezza che ciascun codice è unico per almeno 20 anni. Il codice, invece, dei vecchi microchip era alfanumerico e composto da 10 caratteri. A disposizione per eventuali necessari chiarimenti, porgo distinti saluti RISPOSTA Alla cortese attenzione del Dott. Maurilio Giorgi Avevo letto l'intera documentazione relativa ai micro chips, ma credevo e speravo che l'Italia avrebbe usato il sistema più semplice per poter rintracciare la provenienza dell'animale eventualmente smarrito o rubato, ossia di iniziare con la sigla attribuita all'Italia "380". RISPOSTA Premesso che non spetta a questo Ufficio operare un tipo di scelta od un altro nè risolvere i problemi tecnici, esistenti però in bassa percentuale, si porrebbe di più l'accento sulla mancanza di una anagrafe integrata quanto meno a livello nazionale.- ******************************* E per trarre le somme concludiamo che a nostro parere ognuno usa il sistema che maggiormente gli aggrada e l'animale italiano smarrito o portato all'estero non verrà mai identificato. |
Messaggi pervenuti in Mailing list di Bairo (ottobre 2005)
da Andrea da Bologna: Ciao a tutti!! RISPOSTE **************
Circa 5 anni fa era 9851; attualmente 968.
Regione Campania, ASL CE1
Tutti i miei cani sono stati microchippati all'ASL.
Tieni però conto che i microchip possono essere applicati anche da veterinari non ASL comprandoli da un qualsiasi produttore. Sarà poi cura del veterinario inoltrare tutti i dati del proprietario e del cane all'ASL.
Isa, Caserta
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Da Reggio Calabria le tre cifre sono: 380.
************** La mia cagnolina ha il n° 380098.... Siamo in Piemonte. ************** veneto , primo 385 ora 985 da un paio d'anni ************** La mia Trinity,microchippata a Novembre scorso in Piemonte, ha come primi numeri i seguenti: 982 seguito poi da 009. ************** Regione Lazio: 380..... ************** Mi piacerebbe essere d'aiuto, ed anch'io stavo cercando di fare questa statistica, ma purtroppo non esiste una cifra che identifica una Regione. **************
per la Svizzera esempio numero chip (del mio cane registrato in Svizzera) 756098100172185.
************** Appello pervenuto in mailing list di Bairo (ottobre 2005) ho avuto notizia da una veterinaria del canile che qualche tempo fa è stato trovato un cane tipo maremmano femmina bianco di circa 1 anno 1/2 con microchip 380098100454880 ,ora il cane si trova al canile di castel madama, ma il microchip non è registrato in anagrafe. non ho il numereo del canile ma se qualcuno l'avesse persa può rivolgersi alla asl RM G 0774/354150 questo è il numero di guidonia e chiedere a loro dov'è o il numero del canile di castel madama. grazie ambra |
Messaggi pervenuti in Mailing list di Bairo (settembre 2005)
Presso la protezione animali di legnano (Mi) c'è un pastore tedesco maschio manto nero focato età circa 10 anni trovato a legnano (Mi) il 15 maggio 2004, tramite Asl non è riuscita attraverso il microcip a indentificarne la provenienza e dopo molti mesi di assidue ricerche non si è venuto a capo di nulla, se qualcuno ha la possbilità di aiutarci a risalire tramite questo microcip (che sembra non comparire e sembra avere un numero "strano") ci puo dare una mano. Il numero è: 977200004490528. RISPOSTE ************** Amici di Bairo, dopo questo ennesimo caso di "proprietario scomparso nel nulla"mi chiedo a cosa serva il microchip. Perchè spesso e volentieri risulta impossibile riuscire a rintracciare il proprietario di un cane con il microchip? Perchè le registrazioni, nonostante una normativa che, in apparenza, non fa una grinza, sono spesso irregolari? A gennaio scorso ho ritrovato nell'atrio del dipartimento di Archeologia di Lecce, dove studio e lavoro, un dobermann femmina col mantello marrone focato, di circa 2 anni, magra da far paura, con una zampa rotta, sotto la pioggia. L'ho portata dal veterinario che ha constatato denutrizione e disidratazione, nonchè una frattura alla zampa anteriore sx, che per fortuna si stava saldando correttamente in modo naturale. Il veterinario ha anche constatato la presenza del microchip. Mi ha dato il numero e ho subito iniziato le ricerche, denunciando il ritrovamento alla polizia municipale, alla ASL di Lecce, ecc. In 5 mesi Cleo, il nome con cui ho battezzato il dobermann, è guarita e si è ripresa alla grande, ma del suo padrone nessuna traccia. Ho interessato della questione numerose associazioni animaliste e programmi che trattano questioni del genere... gli unici che si sono interessati sono stati Fabio e Mingo di Striscia la Notizia. Hanno fatto un servizio su Cleo andato in onda lo scorso 7 maggio, in cui hanno intervistato anche un funzionario della ASL, che non ha fatto altro che confermare numerosi casi di irregolarità nella registrazione, nonchè la mancanza di un'anagrafe canina regionale. Capite?? Non esiste un'anagrafe canina... a che serve il microchip con tali presupposti? Di sicuro non tutela i nostri cani, sia nel caso di smarrimento, sia nel caso di abbandono... Possibile che la tecnologia debba servire solo per le cazz...te e non possa essere messa realmente al servizio di tutti i cittadini, a due e a quattro zampe???? Ora Cleo sta bene, purtroppo io non potevo tenerla con me, avendo una casa abbastanza piccola, abitata da 4 gatti e 4 umani. Nel periodo in cui l'ho curata era nella mia casa di studentessa a Lecce, in cui però le altre ragazze hanno sopportato mal volentieri la presenza di una nuova "compagna". Per fortuna ho trovato per Cleo una famiglia affidabile, che l'ha adottata con amore e che le permette di avere pappa, coccole, cure veterinarie e tanto spazio per correre e giocare. Mi danno periodicamente sue notizie e io stessa la vado a trovare e vedo con i miei occhi quanto sia stata fortunata a trovare una famiglia così... Ma Cleo è solo un caso fortunato, non è la norma. E di cani che finiscono nei canili, nonostante il microchip, ce ne sono tanti... troppi. A tutt'oggi, dopo 9 mesi, nessuno si è fatto sentire per reclamare Cleo. Cosa si può fare per porre rimedio a questo paradosso dei microchip, uno dei tanti, purtroppo della nostra complicata società? Amici di Bairo, facciamo qualcosa, qualsiasi cosa perchè casi come quello di Cleo o del pastore tedesco di Milano non accadano più... **************
Questo è l'aiuto che tanto si dice possa esserci quando si microchippa un cane.....
E' sicuramente meglio un collarino che riporta i dati del proprietario del cane che un corpo estraneo iniettato nella carne dell'animale, che non serve proprio a un bel niente.
Enrica
************** Farà parte di un gruppo di cani in partenza, con microchip di altri canali oscuri.. ************** Non è un numero strano. Microchip di qst tipo vengono utilizzati tutti i giorni, ad es., in emilia-romagna. Bisogna ora vedere se è stato inserito, dal Comune che l'ha in carico, nella banca dati. Se non è così potrebbe essre stato acquistato privatamente da un veterinario. Allora diventa tutto più complicato.... ************** Per quanto ne so bisognerebbe contattare le ditte che commercializzano i microchip per sapere a chi è stata venduta quella partita di chip. Potrebbe essere anche un cane che viene dall'estero. Non so se la ricerca dei produttori e venditori è stata fatta. Se no, potrei informarmi presso i veterinari che conosco per avere informazioni più precise. Buona fortuna |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (CAPITANATA)
27/12/2005
ditelo alla Gazzetta Appello a delegato al benessere degli animali
«Randagi, nessun intervento» «Inutili telefonate a vigili urbani e Asl per cane abbandonato» Cani randagi, a che serve il microchip se poi non si riesce a rintracciare il proprietario? A che serve chiamare i cosiddetti organi competenti se non interviene nessuno? Come possiamo collaborare con le istituzioni? E' questo il senso di una lettera firmata inviata al delegato comunale per il benessere degli animali, Angelo Castelluccio, al direttore del servizio veterinario della Asl Fg/3 e alla redazione della Gazzetta. «Tra le 14.30 e le 16 del 14 dicembre - si legge nella lettera - ho fatto una serie di telefonate alla polizia municipale, dove ne erano già arrivate altre, al servizio Veterinario della Asl e al 113 per segnalare la presenza di un cane di razza, un dogue de Bordeaux, perso o abbandonato. Abbiamo provveduto, io e altre persone del quartiere, al cibo e all'acqua per il cane che digiunava da parecchi giorni, in attesa che si potesse accertare se fosse microchippato per risalire al proprietario. Se poi non fosse microcippato, ci dicevamo nell'attesa, la sua eventuale permanenza nel canile sarebbe breve, perché un cane giovane e di razza troverebbe una collocazione... Già, se solo qualcuno fosse venuto a verificare. Ma non si è visto nessuno e rifare la serie di telefonate è servito solo a sapere che tutti i soggetti che avrebbero dovuto intervenire erano irreperibili. Rifocillato, il cane ha ripreso il suo vagabondare». Di qui, l'appello a Castelluccio: «In cosa consiste la collaborazione? Forse nel dotarsi del lettore per microchip in modo di provvedere da soli? O nel trasformare le proprie abitazioni in tante succursali del canile? Il mio timore è che la collaborazione richiesta consista, come esplicitamente suggerito in altre situazioni da uno dei soggetti inutilmente contattati quel giorno, nel far finta di non vedere per non creare problemi a chi è preposta ad intervenire».
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VET.JOURNAL
Un lettore di microchip universaleGli USA fanno i conti con il problema della lettura dei microchip prodotti con standard diversiUno scanner globale in grado di leggere tutte le versioni di microchip esistenti. Lo chiede una coalizione di associazioni veterinarie e per la tutela animale americane. |
Siti cui collegarsi per tentare di risalire al proprietario attraverso il numero di microchip |
in allestimento.
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