da Laura Cuppini per saperne di più visitate il link: https://bairo.info/lett84.html |
Ciao a tutti, mi chiamo Laura e sono la figlia di Riccardo Cuppini. Mi sono decisa a scrivere sperando di poter parlare con voi perché vorrei capire meglio la vostra posizione e spiegare, naturalmente dal mio punto di vista, come stanno le cose. Non voglio difendere mio padre a priori, io amo moltissimo gli animali e non sono favorevole alla vivisezione fatta senza regole, vorrei semplicemente raccontare le cose che ho visto in 29 anni di vita e che vedo tuttora. Quando avevo pochi anni e non capivo granché, anzi direi niente, del lavoro di mio padre, per me era un po’ tabù il fatto che lavorasse con dei ratti. Li vedevo stare in gabbia ed ero fermamente convinta che sarebbero stati meglio fuori, in libertà. Con molte spiegazioni, e molte visite al suo istituto (dove mi divertivo molto a usare la macchina da scrivere, che a casa non c’era), ho cominciato a capire meglio cosa facesse per tutte quelle or e. Mio babbo è uno che ama moltissimo il suo lavoro e gli ha sempre dedicato molto tempo e molta passione. In definitiva, ho capito che faceva esperimenti sui ratti, anche con interventi chirurgici, ma facendo tutto il possibile perché non soffrissero. Si trattava, e si tratta tuttora, di studi sul sistema nervoso e sulla rigenerazione dei neuroni. A questi studi, adesso si è aggiunto quello relativo all’obesità (citato in qualche messaggio firmato “Alf” come “inutili esperimenti per dimagrire” o qualcosa del genere): be’, posso assicurarvi che non si tratta di questo. Non stanno testando nuove e dannose pillole dimagranti, stanno studiando che relazioni ci possono essere tra l’attività fisica e il grasso in eccesso (parliamo di obesità, cioè di grasso in eccesso che può condurre alla morte, o a gravi problemi cardiaci o di altro genere). Per quanto riguarda gli studi sulla memoria (la rigenerazione neuronale), io – che non capisco niente di tutte queste cose essendo laureata in lett ere – ho intuito che potrebbe essere uno studio utile per la cura dell’Alzheimer. Ne ho parlato a mio babbo e lui ha detto che non crede di poter arrivare a questi risultati, comunque sì, il filone di ricerca è quello. Tutto questo per dirvi che gli studi che fa non sono inutili, non sta testando cosmetici o creme di bellezza, non mette elettrodi sui corpi dei topolini (ve lo assicuro!); ogni esperimento viene svolto sotto la supervisione di un veterinario, che chiede di bloccare tutto appena ha la sensazione che il ratto stia provando dolore fisico. Mio babbo dice che il veterinario è molto scrupoloso, e gli credo. D’altra parte quello della ricerca con esperimenti sugli animali è un campo su cui aleggia molta oscurità. Mio babbo fin dall’inizio dei suoi studi ha rispettato le norme esistenti, con molta severità. Non ha mai fatto niente “in nero” e a quanto lui stesso mi dice, ci sono diverse realtà dove si fanno esperimenti su animali senza che questo risulti da nessuna parte (e qu esto per aggirare la normativa, secondo loro evidentemente troppo restrittiva, e non avere un veterinario tra i piedi). Forse, tra parentesi, è con queste persone che avrebbe un senso “prendersela”. Vi devo dire, in sincerità: è capitato un paio di volte (credo un paio, forse 3, ma comunque poche) che qualche industria farmaceutica abbia commissionato a mio babbo test su prodotti di bellezza. Accettava solo perché erano soldi che poteva usare nella ricerca che lo interessava di più (sul sistema nervoso), e attenzione attenzione: tutti i test li ha fatti su se stesso, sulle proprie braccia, o su quelle di qualcuno che si rendeva disponibile per il test. Erano prodotti assolutamente non rischiosi, ma naturalmente andavano testati prima di essere messi in commercio. Queste sono le uniche volte in cui si è discostato dai filoni della sua ricerca, che sono quelli che ho elencato sopra, e che sinceramente non mi sembrano criticabili o da condannare. D’altra parte, io amo moltissimo gli ani mali (tanto quanto mio padre, ve lo assicuro), ma credo che di fronte a certe malattie umane, come i tumori o appunto l’Alzheimer (e tante altre), sia difficile dire “blocchiamo la ricerca sugli animali per principio”. So per certo che certi tipi di ricerche e di esperimenti non si possono fare senza animali. So anche che in Italia le ricerche su cani, gatti e scimmie e altri animali più vicini a noi sono regolate da normative molto severe. La regione Emilia Romagna aveva provato a vietarle, ma senza successo. Pensando a quei tipi di esperimenti anch’io mi sento parecchio a disagio. Ma so anche che certi studi, per esempio sul cervello, si possono fare solo su quei tipi di animali. Non penso che i ratti siano animali di serie B, ma certo non hanno la sensibilità di un cane o di un gatto. In più, i ratti che usa mio babbo sono ratti che hanno sempre vissuto in gabbia, e a volerli umanizzare un po’, potremmo dire che non hanno idea di cosa ci sia fuori da quelle gabbie. Potrebbero sape rlo però, direte voi. Certo, ma dovremmo rinunciare a tante ricerche che sono in corso in Italia. Alcune di esse forse saranno anche inutili o dovute a meri motivi economici, ma sicuramente non quelle che fa mio padre. Non so se vorrete credermi sulla parola, ma mio padre non è uno che fa le cose per denaro. Non gli interessa proprio. Tanto è vero che non abbiamo nessuno yacht, né un villino al mare. Insomma, la critica che qualcuno ha avanzato a mio padre di lucrare sulla pelle degli animali non è esatta. Spero di avere spiegato i motivi che mi fanno essere assolutamente certa di ciò. Non pretendo di convincere nessuno, tanto più che non so bene con chi sto parlando, ho solo voluto dire la mia. Tanto più che in questa storia ci sono coinvolta, dato che a casa mia arrivano un sacco di telefonate anonime, così come e-mail e pure fax. Non so che altro dire, vi ringrazio se avrete letto questo messaggio. E se qualcuno vorrà rispondermi ne sarò felice. Laura Cuppini |