MERATE ONLINE
16 AGOSTO 2006
Traffico di cani per la vivisezione, ``falso`` e intimidazioni. Nel mirino delle procure di Milano, Brescia, Bolzano pure il canile di Merate per scambi sospetti tra il 2003 e il 2004
Dieci indagati, tre procure coinvolte nelle indagini e un traffico illegale di animali, sembrerebbe utilizzati come cavie per sperimentazioni in Germania, che graviterebbe attorno ad alcuni canili del bresciano e, guarda un po’, anche a quello di Merate. Gli investigatori sono ormai a buon punto e la chiusura delle indagini potrebbe essere imminente, forse già ad ottobre potrebbero scattare i primi rinvii a giudizio. Nei fascicoli delle procure di Brescia, Milano e Bolzano sono iscritti i nomi di dieci persone, tra cui quelli di tre associazioni di volontariato che hanno in gestione i canili di Orzinuovi e Merate nonché due veterinari. Una vicenda iniziata, almeno qui nel meratese, diversi anni fa e che ora sta tornando nuovamente sulle pagine dei giornali, fra cui “BresciaOggi” il quotidiano che, proprio qualche giorno fa, per primo ne ha dato notizia. Le accuse contestate agli indagati sono assai gravi e confermerebbero i timori espressi, ormai da tempo, da diverse associazioni animaliste convinte che per alcuni l’attaccamento alle bestie non fosse altro che una questione di mero interesse economico: si parla di maltrattamenti agli animali finalizzati alla sperimentazione di nuovi farmaci e tecniche di chirurgia, associazione a delinquere finalizzata al falso per ottenere erogazioni pubbliche e per due volontari il reato contestato è anche quello di intimidazione a seguito delle minacce rivolte ad alcuni colleghi che avevano denunciato i sospetti alla magistratura. Secondo gli inquirenti oltre alle sevizie e ai maltrattamenti subiti dagli animali, spediti in Germania, spesso in condizioni disumane, con la promessa di una adozione sembrerebbe fasulla, si parla anche di conti gonfiati. I gestori, infatti, avrebbero lucrato sui rimborsi che ciascuna Asl corrisponde alle associazioni che hanno in gestione tali strutture, ricavandone compensi non da poco. Si parla fra l’altro, come ci aveva segnalato un nostro lettore in una mail del 29 luglio, di un giro di affari da parecchie centinaia di migliaia di euro per i cani spariti e poi destinati alla vivisezione. Le procure coinvolte, infatti, dalla documentazione reperita nel “canile della Brianza” avrebbero riscontrato falsi nominativi di persone, inesistenti, per l’affidamento di cani. In un periodo che va dall’ottobre 2003 al maggio 2004 i magistrati avrebbero scoperto di “scambi” a dir poco sospetti fra la struttura meratese e altre due del bresciano con la sparizione di una trentina di cani. Il fascicolo sembra dunque essere decisamente corposo e assai scottante. Ora non resta che attendere il mese di ottobre per ulteriori sviluppi. Nel frattempo Claudio Meroni il giovane sollevato dall’incarico dalla Lega nazionale per la difesa del cane continua a prestare servizio nella struttura di Via Ca’ Rossa in attesa di una risposta a una lettera raccomandata inviata alla Lega dove sono state contestate alcune irregolarità. |
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