da A.M.
oggetto:
Re: Il farmaco anticancro fa strage in Giappone
data 30/12/2002

 

da A.M a Tamara da San Donato M.se (MI):


 
Ciao,
mi piacerebbe ricordare a te e all'instancabile Oscar Grazioli che la parola farmaco deriva dal greco farmakon che significa veleno.

Chiunque sa che introdurre composti chimici nel nostro corpo, se da una parte cura, da altre puo' fare danno.

Fatta questa introduzione, e' necessario che notiate quanto segue.
Il farmaco e' stato sperimentato anche su esseri umani, in studi che hanno preceduto la sua immissione sul mercato.
Questo significa che il farmaco non aveva dimostrato pericoli gravi (parliamo qui di statistica e di rapporto beneficio / danno) neanche nei test sugli uomini. Quindi l'equazione di Oscar Grazioli, che conclude che la
sperimentazione animale sia fallace, cade, in quanto anche quella sugli uomini, in questo caso, e' stata fallace.
Con questo voglio dire che esiste un margine di errore anche nelle condizioni piu' scrupolose.
Certo che a me dispiace che esista questo margine di errore, i morti giapponesi sono miei fratelli, mie sorelle, piango per loro.

Quello che Oscar Grazioli non fa, perche' non ci riesce, e' proporre un'alternativa al processo di sperimentazione dei farmaci, tipo quello seguito dall'Iressa.

Cosa vorrebbe fare lui per modificare questo processo? Come vorrebbe lui ridurre il margine di errore cui facevo riferimento sopra?
Saltando completamente la fase di sperimentazione animale e provando le molecole direttamente sugli uomini?
Allora i morti si conterebbero a milioni, non a centinaia.
Cosa vorrebber fare questo giornalista-anestesista, che ha cercato con quella sua faccia di bronzo che si ritrova di nascondere i propri errori e le proprie lacune con giochi di parole barocchi nelle due ultime lettere che
ha indirizzato a me?

Le contraddizioni che ha scritto nelle proprie lettere le ho mostrate a tutti, nella vostra mailing list, nessun o ha avuto il coraggio d i ammettere che queste contraddizioni sono li', sotto gli occhi di tutti, ma lui continua a scrivere, ha iniziato per primo a insultarmi e ha concluso insultandomi nell'ultima lettera, cui non ho dato risposta perche' veramente pagliaccesca. Nessuno ha avuto il coraggio di farmi giustizia ammettendo:
"Si, queste sono contraddizioni, sono sotto gli occhi di tutti".
Tutti a trincerarsi dicendo che queste sono cose mediche e voi non avete le conoscenze.
Ma quando si parla di farmaci e sperimentazione le avete le conoscenze, non sono piu' cose mediche, perche' vi interessa parlarne!

Dov'e' la proposta di Oscar Grazioli nel suo magnifico pezzo giornalistico?
Dov'e' il metodo alternativo che propone, per migliorare gli standard della terapia farmacologica? Dove sono le sue idee, oltre alle critiche?
La notizia del farmaco Iressa e' solo un motivo per implementare la sperimentazione, sia essa sugli animali o su qualunque altro sistema biologico, perche' c i dimostra che il corpo umano ha reazioni particolarissime, che variano cosi' tanto da individuo a individuo che qualunque tecnica di sperimentazione adoperiamo, manteniamo sempre un margine di rischio. A mio parere, con le conoscenze di oggi, il modello di sperimentazione classico, che procede da una prima serie di esperimenti in vitro, poi verso animali piu' piccoli, poi verso animali piu' grandi, poi sull'uomo in maniera precommerciale, poi sull'uomo in maniera commerciale ma limitata a centri che partecipano a uno studio, e poi, soltanto poi, alla fine di questo processo, farmaco messo in commercio, questo metodo a mio parere, dicevo, OGGI e' il migliore.

Ma dov'e' il parere di Oscar Grazioli? Da lui leggiamo solo lamentele, solo anatemi per l'uso degli animali nella sperimentazione, dove le proposte, e soprattutto, dove le proposte intelligenti?
Perche' tutti possiamo fare ipotesi e dire "io penso che cosi' potremmo migliorare la sperimentazione e salvare la vita degli animali da sperimentazione", ma la sua idea deve essere valida e applicabile.

E se Oscar Grazioli avesse queste idee, queste trovate geniali, non solo verrebbe acclamato dalla comunita' scientifica, me compreso, non solo potrebbe chiedere l'introduzione di questi metodi alternativi alla
commissione europea per la ricerca sui metodi alternativi, ma verrebbe assunto a presiedere tale commissione.

Se avesse queste proposte, se avesse ideato dei metodi alternativi.

Purtroppo non lo ha fatto, e se ne rimane alla clinica Belvedere. E a scrivere per i giornali non scientifici, dove basta che uno trova un argomento su cui lamentarsi gli danno tre colonne da scrivere.

Suggerimenti sensati? Nessuno.

Buon divertimento con le vostre lamentele, con le vostre proteste che vanno tanto di moda e vi puliscono la coscienza.
Tanto quando state male ci pensiamo lo stesso noi.
Proposte?
"Non tocca a noi farle" - direte -.

Complimenti.

AM

PS: mi fa specie che abbia assunto il ruolo di divulgatore una persona profondamente ignorante come Oscar Grazioli. Le contraddizioni che si leggono nelle sue lettere sono il MARCHIO della sua ignoranza, che voi
difendete con la formuletta "non sono medico, non me ne intendo"; non ci vuole un medico per scorgerle, solo una persona che sappia leggere in italiano: sono sotto gli occhi di tutti. Di tutti quelli che hanno il senso
della giustizia.
 
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