da Tamara da San Donato M.se (MI) |
Da Tamara da San Donato M.se (MI) a A.M: Salve dottor Asdrubale, mi dispiace farle notare che, come al solito, il suo piglio accusatorio e vagamente arrogante non giova alla difesa della sua causa. La gente, quando si sente attaccata, tende a mettersi sulla difensiva e, una volta assunta questa posizione, è difficile che stia ad ascoltarti o dia credito alle tue parole. Questo è solo uno dei tanti motivi per cui difenderò sempre e comunque il dottor Grazioli. Questo è solo uno dei tanti motivi che ci sono dietro alla mia decisione di "cambiare tono" nel nostro dialogo (cosa che invito caldamente anche lei a fare). Questo è solo uno dei tanti motivi per cui nella nostra mailing list nessuno si è sognato neanche lontanamente di "farle giustizia" (cosa che, peraltro, lei tende a farsi ampiamente senza la necessità di aiuti esterni). Personalmente, ritengo di non essermi nascosta dietro a nessuna formuletta "non sono un medico, non me ne intendo", ma di aver semplicemente dato l'unica risposta che era nelle mie possibilità di impiegata diplomata al liceo classico: ho risposto con sincerità, sulla base della MIA morale e delle MIE conoscenze... cosa posso farci io, se lei ed il dottor Grazioli avete intrapreso questa guerra assurda per stabilire chi ne sa di più e chi ne sa di meglio? Cosa posso aggiungere o togliere alla discussione dicendo "Lei hai ragione", "Lei ha torto"? Vi siete sbattuti in faccia a vicenda dati tratti da manuali di cui non sospettavo l'esistenza, vi siete spiattellati sul muso nozioni che vi sono costate anni e anni di studio: mi spiega cosa avrei potuto saperne io della veridicità o meno di ciò che avete entrambi affermato? E' per questo che mi sono astenuta dal commentare direttamente l'agone scientifico, ma, se proprio ci tiene, non posso negare di propendere verso le argomentaz ioni del dottor Grazioli Forse perchè lui ha il coraggio di firmare ciò che scrive. Forse perchè condivido in pieno i suoi obiettivi. Forse perchè apprezzo moltissimo il lavoro di divulgazione e di invito alla riflessione che svolge da quelle misere tre colonne di un giornale non scientifico. Forse perchè lo considero un compagno di battaglia e, come si sa, i compagni non si abbandonano mai. Forse perchè ha un più spiccato senso dell'umorismo. Chissà..... Purtroppo non ho salvato quelle mail, ma mi sembra di ricordare che, quello che lei definisce il "marchio" dell'ignoranza, Grazioli lo spiega come una butade ironica che lei non ha colto e che è stata corretta nel corso della discussione. Ribadisco, mi sembra di ricordare, non ci metterei la mano sul fuoco.... quello su cui posso tranquillamente mettere la mano sul fuoco è la mia capacità di comprendere scritti in lingua italiana ed il mio senso della giustizia: la pregherei, in futuro, di non renderli più oggetto di dibattito, così come io, ad esempio, evito di fare con le sue latitanti buone maniere... E con questo, spero che il discorso Grazioli possa essere chiuso. Venendo all'articolo, direi che non c'è molto da dire; anche in questa occasione, è una questione di punti di vista: lei difende l'operato dei suoi colleghi e vede nel decesso di 124 persone il frutto dell'inevitabile margine di errore, una sollecitazione ad implementare la vivisezione. Io ci vedo la dimostrazione recente, macroscopica ed incontrovertibile dell'errore di fondo che sottende la sperimentazione animale: i dati derivanti dagli esperimenti su animali, per quanto abbondanti possano essere, non permettono di fare alcuna previsione sulla reazione del corpo umano ai veleni che introduciamo. Siamo diversi, troppo diversi, e la vera sperimentazione, l'unica forma di sperimentazione che può dare dati attendibili, si compie sempre e comunque sull'uomo, anche quando avete a disposizione caterve di dati sugli effetti ottenuti nei gatti, nei topi, nei maiali, nei cani, nelle scimmie o nei protozoi. Questa è la pura, semplice, disarmante verità. Lei accusa gli antivivisezionisti di essere queruli ed infecondi. Bene, ecco le mie proposte:
Questo è ciò che riesce a proporre un'impiegata con un semplice diploma. Se vuole rivolgere domande specifiche o avere chiarimenti tecnici sui metodi alternativi, dovrà girare gli interrogativi a chi possiede una laurea del tutto simile alla sua, anni di esperienza del tutto simili ai suoi, ma ha un codice morale e dei fondi per la ricerca del tutto differenti. Cordiali saluti. Tamara P.S: spero non le dispiaccia se mando in mailing list queste righe. In ogni caso, mi sembrava giusto informarla. |